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PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO scuola biblica KOINONIA

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO scuola biblica KOINONIA Biblica/PSICOLOGIA SVILUPPO/Psicologia... · generale dello sviluppo, psicologia cognitiva e ... predisponente allo sviluppo di successive

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PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

scuola biblica KOINONIA

CONCETTI DI BASE

PSICOPATOLOGIA DELLO

SVILUPPO

• NASCE NEGLI ANNI 70

• Dall’incontro di diverse aree di ricerca: psicologia generale dello sviluppo, psicologia cognitiva e clinica, neuropsicologia, etologia

• Si occupa dello sviluppo e delle sue deviazioni

• Studia l’origine e l’evoluzione dei pattern individuali di comportamento disadattato

• Correlare le manifestazioni sintomatologiche con i cambiamenti nel ciclo di vita

PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO E

MULTIFATTORIALITA’ NELL’EVOLUZIONE

DEI DISTURBI INFANTILI

Greenberg (1999)

la teoria dell’attaccamento può informare gli studi

sulla psicopatologia evolutiva in due modi:

1. Certi pattern di attaccamento atipici della prima infanzia

possono essere considerati disordini primari o incipienti

forme di psicopatologia

2. Qualità dell’attaccamento come possibile fattore

predisponente allo sviluppo di successive forme di

disturbo psichico

Per comprendere lo sviluppo di un individuodobbiamo osservare sia il cambiamento che lacontinuità attraverso tutto il corso della vita

Nello sviluppo infantile si distinguono diverse linee dievoluzione:

- Sviluppo neuro – motorio (linguistico, autonomiepersonali e sociali, apprendimenti scolastici)

-Sviluppo cognitivo/intellettivo,

-Sviluppo affettivo/relazionale.

I cambiamenti durante il corso della

vita:

• Ogni linea evolutiva procede per tappe, variabilida bambino a bambino sia costituzionalmente siaad opera dei fattori ambientali in cui l’individuosi trova a svilupparsi, di conseguenza icambiamenti nello sviluppo possono essere:

• Cambiamenti individuali;

• Cambiamenti condivisi;

• Cambiamenti comuni in una cultura.

I cambiamenti condivisi

• Cambiamenti determinati biologicamente(ad es. quando si passa dall’andare carponi al camminare);

• Le esperienze condivise (ad es. andare a scuola a 6 anni);

• I cambiamenti interni (ad es. sposarsi e formare una famiglia innesca un cambiamento psicologico profondo).

I cambiamenti comuni in una

cultura

• La condivisione di schemi culturali (ad es. sposarsi a 12-13 anni);

• La condivisione di esperienze storiche negli stessi periodi di vita .

• Gli schemi culturali sono nettamente diversi da cultura a cultura, la cultura occidentale spesso viene considerata come “maggioritaria”, ma in realtà è condivisa da un numero minore di popolazione, la cultura musulmana è quella maggiormente rappresentata da un punto di vista di numero di individui

I cambiamenti individuali

Lo sviluppo di ogni individuo è regolato dauna combinazione unica di eventi.

Si parla di “multifattorialità” sia nelcostituirsi di una personalità “normale” siadi una personalità “patologica”.

Gli eventi riguardano un temperamentocostituzionale e i “life events” con i lorofattori protettivi e i loro fattori di rischio

sviluppo psicomotorio

insieme delle acquisizioni del bambino dalla nascita all’età

scolare

Sviluppo motorio Sviluppo percettivo

Sviluppo cognitivo

L’esame dello sviluppo psicomotorio consiste nell’osservazione del comportamento spontaneo e dell’interazione del bambino con il mondo circostante.

Lo sviluppo psicomotorio è un processo lungo e complesso, concetto insito nella “crescita” stessa.

Isaia 66: 8 e 9 “…un paese nasce egli in un giorno? Una nazione vien essa alla luce in una sola volta?

Ma Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli. Io che preparo la nascita non farei partorire? Dice l’Eterno; Io che fo partorire chiuderei il seno materno?...” ”

Riflessi neonatali

Sono reazioni automatiche del neonato,

espressione di immaturità del sistema

nervoso; scompaiono in sequenza durante i

primi mesi di vita con la progressiva

maturazione della corteccia cerebrale.

La loro assenza o persistenza oltre il periodo

fisiologico può essere segno di sofferenza

neurologica.

Riflesso di suzione

Scompare a 4 mesi di

vita, talvolta permane nel

sonno fino a 7 mesi

Riflesso di Galant

Incurvamento omolaterale del

tronco dopo stimolazione

dell’area paravertebrale in

regione dorso-lombare

Riflesso di Moro

Scompare all’età di 6 mesi

Riflesso della marcia

automatica

Scompare a sei settimane

di vita

Riflesso di

raddrizzamento

Compare a 28 settimane di

età gestazionale e si

attenua progressivamente

entro i due- quattro mesi di

vita.

Lo sviluppo psicomotorio

• Con questo termine ci riferiamo ad un percorso di crescita che coinvolge il corpo ed i 5 sensi del bambino, esiste una stretta relazione tra le diverse azioni che il bambino impara a svolgere ed i progressi della sua psiche.

• Il neonato non riesce a controllare volontariamente il suo corpo, si muove in modo automatico, eppure proprio nel periodo della prima infanzia il suo cervello “lavora continuamente” nel senso che si modifica ed apprende dai genitori e/o da chi si occupa di lui e dalle proprie esperienze personali

Lo sviluppo psicomotorio 2

• Ogni età è caratterizzato da un diverso desiderio di muoversi che è innato in ogni bambino: il neonato istintivamente sgambetta nel fasciatoio e sguazza nel bagnetto (movimenti di flesso estensione e di motricità spontanea)

• Il lattante vuole girarsi nel lettino, rotolare ed afferrare gli oggetti (la prova del rotolamento da prono a supino e viceversa, l’aggancio e l’inseguimento visivo….)

• Poi crescendo tenta di mettersi seduto od in piedi (controllo del tronco, controllo della testa…)

Periodo critico

Ci sono periodi specifici dello sviluppo in cui unorganismo è particolarmente sensibile alla presenza (oassenza) di un preciso tipo di esperienza- Il criterioepigenetico significa che se quell’esperienza non vienesperimentata nel periodo di età appropriato anche se verràeffettuata nelle età successive non comporterà più lostesso risultato ottimale.

(ad es. Lo sviluppo dell’attaccamento negli anatroccoli, ola sensibilizzazione della corteccia cerebrale occipitale daparte di stimoli visivi o la discriminazione uditiva neisordi protesizzati in ritardo)

Periodo sensibile

E’ il periodo durante il quale il bambino può essereparticolarmente ricettivo a uno specifico tipo diesperienza.

(ad es. Lo sviluppo di un attaccamento stabile da 6 a 12mesi)

Questo sta a significare che se un bambino è esposto aduna figura materna che non è in grado di fornire deimodelli di cura “sufficientemente buoni” non sologarantendo una presenza fisica, ma anche unaprevedibilità ed una attendibilità nella risposta albambino, il bambino porterà nelle sue relazionisuccessive lo stesso tipo di pattern relazionaledisfunzionale che ha appreso.

IPOTESI SULLO SVILUPPO:

interazione dinamica tra fattori favorevoli e fattori sfavorevoli

• Considerando il grado di adattamento e integrazione sociale di un

individuo nelle fasi del ciclo di vita, la persona/bambino può essere

considerato come il risultato momentaneo e transitorio di un

processo dinamico interattivo tra fattori di rischio e protettivi

• A seconda del prevalere tra fattori, il soggetto potrà essere

vulnerabile, non integrato e disadattato oppure resistente,

scarsamente vulnerabile, integrato e adattato socialmente

Sviluppo neuropsicomotorio e

relazionale alla 4° settimana

• Fissa lo sguardo

• Segue gli oggetti fino a 90°

• Normale trasparenza degli occhi

• Fase orale (tutte le esperienze di esplorazione dell’oggetto avvengono attraverso questa zona del corpo – zona erogena)

• Tenta di sollevare la testa

• Risponde ai sorrisi

• Si aggrappa

Sviluppo neuropsicomotorio e

relazionale a 3 mesi

• Sorride spontaneamente

• Cerca di afferrare gli

oggetti

• Regge il capo (controllo

tonico del collo)

• Si solleva sui gomiti

posto in posizione prona

• Emette suoni di piacere

• Risponde al parlare

mediante vocalizzi

Sviluppo neuropsicomotorio e

relazionale al 5°-6° mese

• Avverte la presenza della madre

• Flessione del capo (sollevamento consensuale)

• Punta i piedi

• Passa un oggetto da una mano all’altra

• Afferra e porta alla bocca

• Emette suoni gutturali e sillabazioni

Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale al 9°

mese

• Movimenti ripetuti patologici (stereotipie)

• Segue la caduta di un oggetto

• Si sposta a gattoni

• Sta seduto senza appoggio in modo stabile

• Afferra oggetti a pinza

• Dice mamma e papà

• Dice ciao

• Ha paura degli estranei

• Dice sillabe riferite a persone

• Passa dall’allattamento all’alimentazione razionale, gradualmente perderà l’identificazione cibo = madre , questo periodo sarà fondamentale per le abitudini alimentari della vita adulta

• Si può valutare quanto il bambino sia incline alle nuove esperienze ( gusti, intensità), la tendenza minore o maggiore di proiettarsi verso il nuovo e verso l’avventura, o al contrario un attaccamento tenace ai piaceri già sperimentati ( il nuovo è potenzialmente minaccioso)

Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale a 18

mesi

• Mette insieme alcune parole

• Chiede il vasino (si sposta la zona erogena dalla zona orale alla zona anale)

• Mangia da solo

• Inizia a vestirsi e a spogliarsi

• Indica tre parti del corpo

• Indica gli oggetti che si nominano

• Getta ancora oggetti

• Comprende ordini semplici

• Si passa dall’incontinenza al controllo sfinteriale, si passa dalla fase orale precedente alla fase anale

• I prodotti del corpo sono molto importanti, rappresentano un dono d’amore per la madre, ma anche veicolono l’ aggressività del bambino, possono divenire armi potenti grazie alle quali la rabbia, la collera e la delusione si scaricano nel rapporto con la madre

• I desideri sono “ambivalenti” e lo rimarranno per tutta la vita, l’importante è che non siano fuse

• Maturano le capacità di trattenere, svuotare, accumulare,dominare, distruggre

• Mediazione tra le esigenze di “pulizia” dell’ambiente esterno e le esigenze del bambino

• Maturano il disgusto, il senso dell’ordine e della pulizia, puntualità, coscienziosità, il risparmio

Sviluppo neuropsicomotorio e relazionale a 24

mesi

• Cammina da solo

• da quando?

• Indica 4 parti del corpo

• Associa alcune parole

• Frasi semplici 2 – 3 parole

• Obbedisce a semplici ordini.

• Si assume la responsabilità o l’irresponsabilità della

cura e della difesa del proprio corpo

• Cambiamento di direzione dell’aggressività dal

proprio corpo verso il mondo esterno

• Capacità do orientarsi nel mondo esterno,

comprensione del rapporto fra causa ed effetto,

controllo dei desideri pericolosi in funzione del

principio di realtà

• Adesione volontaria alle regole di pulizia e di cure,

alcuni bambini continuano a ritenere loro diritti

mettere in pericolo la propria vita lasciando alla

madre il compito di proteggerla, può durare sino

all’adolescenza come ultimo residuo della simbiosi

originaria tra madre e bambino

Caso clinico

• Emiliano 4 anni e 6 mesi encopresi , si sporca o trattiene

le feci da sempre, conflitto tra la regressione (si sporca) e

l’autonomia (si trattiene)

• Padre “figlio dei fiori”, madre new-age…tutti fanno finta

che la rabbia non esiste,

• Sorella di 7 anni, perfetta in ogni attività, pensa come una

12 enne…enuresi notturna

• Tutto può essere discusso, “bisogna far

comprendere”…..• La paura di essere “cattivi” nella mente dei bambini,

essere autorevoli non significa essere autoritari

La fase di latenza

• La fase di latenza : il quarto periodo di sviluppo psicosessuale del bambino, entro un periodo compreso dai 6 anni alla pubertà .

• La fase di latenza non rientra tra le fasi psicosessuali, in quanto in essa la libido è "dormiente" .

• Se la rimozione stata eseguita correttamente le pulsioni , vengono sublimate verso altri scopi. Vengono “canalizzate” nelle regole dei giochi, nel collezionismo, nella raccolta delle figurine…

• Questa fase serve al bambino per incrementare la socializzazione e sviluppare rapporti amichevoli con i membri dello stesso sesso, focalizzando la sua attenzione sulle attività che caratterizzeranno il suo sviluppo fisico (scuola e atletica).

• Il gioco diviene più realistico e meno caratterizzato da fantasie e sentimentalismi, sebbene di sovente appaiano sogni ad occhi aperti e ritiri nel mondo interiore.

• I compiti della fase di latenza comprendono lo sviluppo di un notevole senso di dominio e di competenza, di moralità e di stabile autostima.

• Inoltre, avviene un ulteriore sviluppo dell'identità di genere, attraverso la piena identificazione con il genitore del medesimo sesso.

Dall’egocentrismo alla socievolezza

• Se il bambino rimane isolato o eccessivamente timido significa che gli altri bambini sono percepiti come elementi di disturbo nel rapporto madre-bambino (madri ansiose, padri assenti)

• Proverbi 4: 3” Quand’ero ancora fanciullo presso mio padre, tenero ed unico verso mia madre,…” indica il diverso modo di immaginare il figlio nella mente dei due genitori

• Solo se il bambino accede alla considerazione di compagni come persone a sé stanti, che possono essere accettate potrà in seguito stabilire dei rapporti di cameratismo

Gioco madre - bambino

• All’inizio della vita il bambino si concentra sullo sviluppo lungo quelle linee evolutive che sollecitano nel modo più evidente l’amore e l’approvazione della madre, cioè provocano in lei un piacere spontaneo ai progressi del bambino, mentre, in proporzione, il bambino ne trascura altre che non suscitano tale approvazione.

• Di conseguenza le attività che sono gradite alla madre vengono ripetute più frequentemente, investite di desiderio e perciò stimolate ad un ulteriore sviluppo.

• Ad esempio se una madre stabilisce un contatto attraverso la parola piuttosto che sullo scambio fisico, questo sembra influenzare una precocità del linguaggio e un ritardo delle tappe motorie, naturalmente ciò è vero anche viceversa

• Alcune madri non provano piacere ai continui imprevisti e alle nuove avventure del bambino (problemi di ansia ed esigenza di eccessivo controllo).

E la moralità ?

• La moralità nasce con il senso di colpa

• Il senso di colpa nasce quando abbiamo maturato di essere individui separati da nostra madre

• Abbiamo avuto accesso ad una relazione triadica (ingresso della figura del padre)

• L’oggetto amato può essere intensamente amato e intensamente aggredito, QUESTO SIGNIFICA CHE NON NASCONO BAMBINI GENETICAMENTE BUONI E CATTIVI

• Nelle situazioni di deprivazione ambientale si deve modulare la richiesta facendo sempre vincere l’amore sull’aggressività del bambino

• Considerare che un bambino con problematiche ambientali e familiari è deluso e arrabbiato e “giustamente” richiede sempre un risarcimento alle figure adulte presenti che funzioneranno comunque come controfigura

• Il monitore deve sempre considerare il vissuto del bambino che ha di fronte

Le problematiche emotive affettive

in età adulta

• Se le tappe dello sviluppo non sono

maturate in un modo “sufficientemente

buono”, in età più matura si struttureranno

delle problematiche più o meno gravi, dai

semplici disturbi alle patologie vere e

proprie

Il modo migliore di comunicare

nelle diverse età di sviluppo• Nella classe culla: privilegiare il gioco

senso-motorio, giochi semplici come il cucù

riportano alla sperimentazione delle fasi di

permanenza dell’oggetto in senso psichico;

• Canzoncine e filastrocche, meglio se in rima

, favoriscono l’instaurarsi del linguaggio;

• Fare attenzione all’ansia da separazione,

ricordiamoci che ad 8 mesi circa si ha una

fisiologica “angoscia all’estraneo”;

• Tollerare fin che è possibile i bisticci tra

bambini, se riescono da soli a trovare un

punto di incontro senza il vostro intervento,

è meglio, hanno imparato a condividere un

gioco…è una grande lezione di vita in un

mondo di figli unici (spesso), questo vale

anche per i fratelli (finchè non scorre il

sangue)

PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO E

MULTIFATTORIALITA’

NELL’EVOLUZIONE DEI DISTURBI INFANTILI

“disturbi reattivi dell’attaccamento nell’infanzia”: gravi e

anomale modalità di relazione con le figure che si

prendono cura del bambino.

• Sottotipo inibito: ipervigilanza e paura, ritiro,

ambivalenza o contraddittorietà nei comportamenti

• Sottotipo disinibito: attaccamento diffuso e non

selettivamente orientato, tendenza ad aggrapparsi agli

altri, comportamento indiscriminatamente confidenziale.

IPOTESI SULLO SVILUPPO:

interazione dinamica tra fattori favorevoli e fattori

sfavorevoli

• Evoluzione a lungo termine dell’individuo dipende

dall’interazione tra fattori di rischio e fattori protettivi

(Rutter, 1995)

• Essi vanno considerati come poli opposti di un processo

di oscillazione tra

vulnerabilità <---> protezione

• dove la persona si trova o si muove da una direzione

all’altra durante il ciclo di vita.

IPOTESI SULLO SVILUPPO:

interazione dinamica tra fattori favorevoli e fattori

sfavorevoli

• Considerando il grado di adattamento e integrazione sociale di in

individuo nelle fasi del ciclo di vita, la persona/bambino può essere

considerato come il risultato momentaneo e transitorio di un

processo dinamico interattivo tra fattori di rischio e protettivi

• A seconda del prevalere tra fattori, il soggetto potrà essere

vulnerabile, non integrato e disadattato oppure resistente,

scarsamente vulnerabile, integrato e adattato socialmente

Fattori protettivi

Caratteristica dell’individuo o circostanza che riduce

l’impatto dei fattori di rischio e incrementa la

probabilità di esiti evolutivi desiderabili

I FATTORI DI RISCHIO(Greenberg, 1999)

• Per la maggior parte dei disturbi non esiste un’unica causa

– E’ improbabile che l’attaccamento insicuro da solo porti allo sviluppo di un disturbo, sebbene ne possa incrementare la probabilità di occorrenza (Sroufe, 1983, 1990)

– Quindi, anche quando sia fortemente presente una causa biologica (es. autismo) l’intervento sulla relazione genitore-bambino rappresenta un obiettivo importante di trattamento

I FATTORI DI RISCHIO

• Equifinalità: diverse combinazioni di fattori di rischiopossono portare allo stesso tipo di disturbo (Cicchetti e

Rogosh, 1997)

• Multifinalità: L’effetto di ogni singolo fattore di rischio dipende dal momento in cui interviene e dalla combinazione con altri fattori

I FATTORI DI RISCHIO

• I fattori di rischio da considerare possono essere sia individuali che familiari e più in generale “ecologici”: possono in un certo grado costituire fattori di rischio il gruppo dei pari, i vicini di casa, le istituzioni scolastiche e sociali, la legislazione corrente (Kellam, 1990; Bronfenrenner, 1979; Weissberg e

Greenberg, 1979)

• La relazione tra fattori di rischio ed esito non sembra essere lineare. La probabilità del disturbo può aumentare anche in modo esponenziale con l’incremento del numero di fattori di rischio (Rutter,

1979; Sameroff, Seifer, Barocas, Zax e Greenspan, 1987);

I FATTORI DI RISCHIO

• La maggior parte dei fattori di rischio non è legata regolarmente con disturbi specifici, ma può condurre ad una varietà di esiti psicopatologici infantili. Questo vale anche per la qualità dei legami di attaccamento, anche se alcune forme di insicurezza possono essere legate a specifiche forme di disturbo (Carlson e Sroufe,

1995);

I FATTORI DI RISCHIO

• Alcuni fattori possono avere una influenza o

azione differenziata in diversi periodi dello

sviluppo:

– prima infanzia:qualità attaccamento

– fanciullezza:abilità cognitive

– adolescenza:norme educative genitoriali

I FATTORI DI RISCHIO

• Quasi tutti i fattori di rischio (attaccamento

compreso) possono variare nella loro influenza

interagendo con molti altri fattori quali genere,

etnia, cultura

• E’ possibile che un singolo fattore possa essere di

rischio per una condizione e di protezione per

un’altra

– l’attaccamento evitante è considerato un fattore di

rischio riguardo a diverse difficoltà comportamentali e

sociali, ma in certe condizioni potrebbe ridurre il rischio

di suicidio (Adam, Sheldon-Keller e West, 1995).

MODELLO DI GREENBERG

Evidenzia quattro generali domini di rischio:

1. Caratteristiche interne del bambino: vulnerabilità biologica, funzioni neurocognitive, temperamento.

2. Qualità delle relazioni primarie di attaccamento.

3. Stile educativo parentale e strategie di socializzazione.

4. Ecologia familiare: eventi vitali critici, stress e traumi della vita familiare, risorse organizzative familiari, rete sociale.

EVIDENZE SPERIMENTALI

• Gli indicatori relativi ad 1,2 e 3 hanno maggior rilievo nel prevedere esiti patologici, il fattore 4 non fornisce dati certi sul piano previsionale.

• Studi lo

• ngitudinali su popolazioni di classi sociali medio-alte a basso rischio di stress familiari e fattori educativi: no correlazione tra pattern di attaccamento primario (sicuro e insicuro) e successivo sviluppo sintomi esternalizzanti (disturbi del comportamento).

• Spiegazione del risultato: un attaccamento insicuro, se isolato, non costituisce fattore certo di psicopatologia.

AD ESEMPIO…

• Pattern sicuro: buon inserimento in scuola materna, buona autonomia nel lavoro in classe e buona interazione sociale coi pari; in ambulatorio pediatrico appaiono tranquilli, a loro agio e collaboranti.

• Pattern evitante: in ambulatorio collaboranti ma in scuola materna sia nel lavoro in classe che nelle relazioni coi pari tendono ad isolarsi.

• Pattern ansioso-resistente: in scuola materna sono poco autonomi e dipendenti dalla figura adulta; in ambulatorio appaiono impauriti, non collaboranti e mantengono uno stretto contatto fisico con la madre.

La classificazione dimensionale di Achenbach

Achenbach e colleghi chiesero a genitori e insegnanti di valutare molte centinaia di bambini osservando una serie di tratti

Le valutazioni relative a numerosi aspetti potenzialmente

problematici furono riconducibili a 2 fattori:

sintomi internalizzanti: problemi su cui il bambino ripiega,

senza esibirli in direzione degli altri (per es. ansia, fobie,

eccessivo autocontrollo, preoccupazioni, timidezze,

somatizzazioni);

sintomi esternalizzanti: problemi diretti verso l'ambiente e

altre persone (per es. aggressività, disobbedienza,

oppositività, iperattività).

PATTERN INSICURO ASSOCIATO AD ALTRI FATTORI DI RISCHIO:

ITINERARIO DI SVILUPPO CON POSSIBILI USCITE PSICOPATOLOGICHE

ESTERNALIZZANTI (COMPORTAMENTALI) O INTERNALIZZANTI

(EMOZIONALI)

• Livelli diversi di flessibilità, integrazione di sé e competenza nelle funzioni metacognitive possono esprimere su uno stesso pattern d’attaccamento, uscite psicopatologiche diverse, come tipologie e come gravità del quadro sindromico.

• Stesse categorie descrittive possono essere sostanziate da itinerari di sviluppo e organizzazioni del sé diverse.

• I diversi pattern d’attaccamento possono esprimersi sul piano dei sintomi con accentuazioni diverse delle loro componenti comportamentale, emotiva, ideativa, somatica, in funzione dei sistemi rappresentativi prevalenti nel bambino e della loro efficacia nel mantenere la relazione col genitore.

LIVELLI DIVERSI DI FLESSIBILITA’

• Pattern ansioso-resistente: ha diverse forme, intensità e modulazioni con cui si manifesta all’osservazione.

Ci sono bambini in grado di modulare in forma sufficientemente articolata e flessibile le loro strategie di controllo coercitivo sul genitore,

oscillando dal versante seduttivo a quello tirannico, senza che la regolazione affettivo-emotiva le capacità

di negoziazione vengano perse e senza che i loro schemi interpersonali acquisiscano carattere

ossessivo.

MODELLI RAPPRESENTATIVI DI SE’ E ALTRO DEI

DIVERSI PATTERN: considerati in base ai contenuti e alla

coesione interna che li caratterizza.

• Liotti (1994): nel bambino sicuro c’è una coesione unitaria, che permane nel corso dello sviluppo, dei modelli operativi interni di sé-con-altro.

• All’estremo opposto del continuum c’è l’attaccamento disorganizzato

• l’attaccamento evitante e quello ambivalente sono intermedi.

• Parallelo al continuum dei modelli operativi (coerenza/unitarietà dell’attaccamento B –incoerenza/molteplicità dell’attaccamento D) c’è il continuum della coscienza (normalità dell’attaccamento B – seri disturbi dell’attaccamento D).

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i fattori di rischio aumentano la

probabilità che da una condizione di equilibrio si

passi ad uno stato di sofferenza psichica

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mentre i fattori di protezioneaumentano la resistenza delle persone agli eventi

stressanti e concorrono al mantenimento dello stato di

benessere.

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fattori di rischio

i momenti critici del ciclo vitale (i passaggi da un’età all’altra, in particolare l’adolescenza)

i momenti critici e di passaggio della vita familiare

(fidanzamento, matrimonio, gravidanza, nascita dei figli, separazione, divorzio, allontanamento dei figli, presenza di anziani da sostenere, morte di uno dei coniugi)

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eventi di vita stressanti

disagio sociale (disoccupazione, emigrazione, difficoltà

abitative, malfunzionamento dei sistemi scolastici)

assenza o malfunzionamento del servizio sanitario

fattori di rischio

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fattori di protezionepresenza della rete sociale

figure familiari di riferimentoaccesso all’istruzione

sistema sanitario funzionante

capacità

individuali di

risposta allo

stress

(RESILIENZA)

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il modello vulnerabilità-stress

FATTORI CHE INDUCONO LE CONDIZIONI MENTALI

AMBIENTALI PSICOSOCIALI BIOLOGICI

EcologiaClasse socialeCarenze fisiche,sociali,ambientaliLimitazioniculturali

Sistema sanitario

APPRENDIMENTOStili delle relazioni familiariComportamenti maladattativiIncapacità verso stress

SVILUPPOStoria e valori familiariSocializzazione: scuola, amicizie, maturazione

GENETICA

AmbienteinternoProcessi biochimici

e virali

Funzionicerebrali,neuropsicologiche,neurofisiologiche

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modelli di malattia

decorso ed esito