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Provincia di PaviaSettore Suolo e Rifiuti Unità Operativa Rifiuti
Osservatorio Provinciale Rifiuti
Provincia di PaviaSettore Suolo e Rifiuti Unità Operativa Rifiuti
Osservatorio Provinciale Rifiuti
cop 21-02-2008 11:53 Pagina 1
In copertina: Impianto di termovalorizzazione di ParonaImpianto di termovalorizzazione di CDR di CorteolonaDiscarica per rifiuti urbani di Casatisma - VerrettoCastelletto di Branduzzo (chiusa)
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Provincia di PaviaSettore Suolo e Rifiuti Unità Operativa Rifiuti
Osservatorio Provinciale Rifiuti
gennaio 2008
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 1
Dirigente U.O. Rifiuti: Gustavo Lodigiani
Responsabile U.S. Rifiuti Urbani e Gestione del contenzioso: Walter Gaulio
Redazione documento a cura di: Paola Vizio
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La Provincia di Pavia dedica, da sempre, grande attenzione alle politichedi gestione del territorio spesso conseguite attraverso l’acquisizione el’analisi di quegli elementi conoscitivi di base che sono imprescindibiliper una corretta pianificazione degli interventi compatibili con la salva-guardia dell’ambiente.
In tal senso l’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti è la struttura che racco-glie le informazioni relative alla gestione e alla verifica del composito earticolato processo legato alla produzione dei rifiuti, soprattutto di origi-ne urbana, della nostra provincia.
Il rapporto che ogni anno scaturisce dal lavoro dell’Osservatorio, costitui-sce una risposta oggettiva e trasparente alla sempre crescente domanda diinformazione ambientale da parte dei cittadini e un valido strumento diconfronto e di discussione che permette alle Amministrazioni comunali eai gestori del servizio di raccolta dei rifiuti di avere ulteriori elementi divalutazione sull’efficacia dei servizi erogati alla comunità pavese.
Il rapporto si basa sulla rilevazione, analisi e aggregazione dei dati comu-nali anche per quanto attiene la raccolta differenziata, intesa esclusiva-mente come quella derivante dalle fasi di raggruppamento dei rifiuti urba-ni in frazioni merceologiche omogenee al momento della “raccolta”.
Dall’analisi dei dati raccolti emergono aspetti negativi quali la crescitadella produzione pro-capite dei rifiuti, superiore alla media regionale euna lieve flessione della percentuale di raccolta differenziata, decisamen-te inferiore alla media regionale ed agli indirizzi previsti dal D.Lgs n. 152del 03/04/2006.
Tra gli aspetti positivi del sistema di gestione dei rifiuti va segnalata, gra-zie alla presenza di impianti tecnologicamente avanzati, l’autosufficienzadi trattamento dell’indifferenziato urbano, preliminare a qualsiasi conferi-mento in discarica. Questa modalità di gestione pone la Provincia di Paviaad un livello di eccellenza in ambito sia regionale che nazionale e permet-te di conseguire risultati che sono in linea con gli obiettivi di riduzione dismaltimento dei rifiuti in discarica, previsti dal D.Lgs n. 36 del13/01/2003.
Confidiamo che questa pubblicazione possa dimostrarsi un utile strumen-to di valutazione che alimenti nuove proposte per migliorare l’efficienzadel sistema di gestione dei rifiuti in provincia, in particolar modo in que-sta fase in cui l’Ente è impegnato a redigere e adottare il nuovo PianoRifiuti.
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Indice
Introduzione pag. 7
La Produzione di Rifiuti Urbani pag. 11
La Raccolta Differenziata pag. 22
Le iniziative della Provincia pag. 40
Il Sistema di Trattamento dei Rifiuti Urbani pag. 43
Il “destino” dei Rifiuti Urbani pag. 57
Conclusioni pag. 59
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 5
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 7
Introduzione
Iniziamo... dall’inizio presentando il nostro territorio a chi ancora non
lo conosce: la provincia di Pavia è situata nella parte sud-occidentale
della Lombardia, ha una superficie di 2.965 km2 e confina a nord con
le province di Novara, Milano e Lodi, a est con la provincia di Piacenza
e ad ovest con le province di Alessandria e Vercelli.
Pur essendo prevalentemente pianeggiante (il 74% del territorio è
situato nella pianura Padana), ha anche una parte collinare (16%) e
una zona montana (10%).
La provincia di Pavia è storicamente suddivisa in tre zone nettamen-
te distinte non solo geograficamente ma anche per economia, cultu-
ra, tradizioni e, come vedremo, produzione di rifiuti urbani. I confini
delle tre zone non sono “politici” ma naturali nel senso che sono trac-
ciati dai due maggiori fiumi che attraversano la provincia: il Po, che
scorrendo da ovest verso est costituisce il limite settentrionale
dell’Oltrepò Pavese, e il Ticino che scorrendo da nord verso sud divi-
de la Lomellina (ad ovest) dal Pavese (ad est).
La popolazione provinciale, che nel 2006 ammontava a 522.331 abi-
tanti, è distribuita su 190 Comuni, 51 dei quali si trovano nel Pavese,
60 in Lomellina e 79 in Oltrepò.
I tre maggiori Comuni, capoluoghi delle tre zone, sono Pavia,
Vigevano e Voghera e raggruppano il 32% della popolazione e il 23%
del territorio provinciale, ma per il resto vi è una netta prevalenza dei
Comuni medio piccoli: più specificamente vi sono 5 Comuni con più
di 10.000 abitanti, 16 con una popolazione compresa tra 5.000 e
10.000, 81 Comuni con una popolazione compresa tra 1.000 e
5.000 e ben 88 con una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti (2
dei quali addirittura sotto i 100 abitanti!!).
Anche la densità abitativa in provincia di Pavia è piuttosto bassa: nel
2006 infatti si è assestata sui 176 ab/kmq a fronte di una media
regionale di 400 ab/kmq.
Per semplificare la lettura dei dati anche da parte di chi non conosce la
nostra zona, abbiamo pensato di fornire (FIGURA 1) un inquadramento
della provincia con la disposizione dei Comuni: in questo modo oltre a
conoscere la collocazione geografica di ogni Comune all’interno del ter-
ritorio provinciale si può determinare a quale zona esso appartiene.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 20068
FIGURA 1: il territorio della Provincia diPavia con la localizzazione dei Comuni.
1 Alagna2 Albaredo Arnaboldi3 Albonese4 Albuzzano5 Arena Po6 Badia Pavese7 Bagnaria8 Barbianello9 Bascapè10 Bastida dè Dossi11 Bastida Pancarana
12 Battuda13 Belgioioso14 Bereguardo 15 Borgarello16 Borgo Priolo17 Borgoratto Mormorolo18 Borgo San Siro19 Bornasco20 Bosnasco21 Brallo di Pregola22 Breme
23 Bressana Bottarone24 Broni25 Calvignano26 Campospinoso27 Candia Lomellina28 Canevino29 Canneto Pavese30 Carbonara al Ticino31 Casanova Lonati32 Casatisma33 Casei Gerola
I COMUNI
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 9
34 Casorate Primo35 Cassolnovo36 Castana37 Casteggio38 Castelletto di Branduzzo39 Castello d’Agogna40 Castelnovetto41 Cava Manara42 Cecima43 Ceranova44 Ceretto Lomellina45 Cergnago46 Certosa di Pavia47 Cervesina48 Chignolo Po49 Cigognola50 Cilavegna51 Codevilla52 Confienza53 Copiano54 Corana55 Cornale56 Corteolona57 Corvino San Quirico58 Costa de’ Nobili59 Cozzo60 Cura Carpignano61 Dorno62 Ferrera Erbognone63 Filighera64 Fortunago65 Frascarolo66 Galliavola67 Gambarana68 Gambolò69 Garlasco70 Genzone71 Gerenzago72 Giussago73 Godiasco74 Golferenzo75 Gravellona Lomellina76 Gropello Cairoli77 Inverno e Monteleone78 Landriano79 Langosco80 Lardirago81 Linarolo82 Lirio83 Lomello84 Lungavilla85 Magherno86 Marcignago
87 Marzano88 Mede89 Menconico90 Mezzana Bigli91 Mezzana Rabattone92 Mezzanino93 Miradolo Terme94 Montalto Pavese95 Montebello della Battaglia96 Montecalvo Versiggia97 Montescano98 Montesegale99 Monticelli Pavese100 Montù Beccaria101 Mornico Losana102 Mortara103 Nicorvo104 Olevano di Lomellina105 Oliva Gessi106 Ottobiano107 Palestro108 Pancarana109 Parona110 Pavia111 Pietra de’ Giorgi112 Pieve Albignola113 Pieve del Cairo114 Pieve Porto Morone115 Pinarolo Po116 Pizzale117 Ponte Nizza118 Portalbera119 Rea120 Redavalle121 Retorbido122 Rivanazzano123 Robbio124 Robecco Pavese125 Rocca de’ Giorgi126 Rocca Susella127 Rognano128 Romagnese129 Roncaro130 Rosasco131 Rovescala132 Ruino133 San Cipriano Po134 San Damiano al Colle135 San Genesio ed Uniti136 San Giorgio di Lomellina137 San Martino Siccomario138 Sannazzaro de’ Burgondi139 Santa Cristina e Bissone
140 Santa Giuletta141 Sant’Alessio con Vialone142 Santa Margherita di Staffora143 Santa Maria della Versa144 Sant’Angelo Lomellina145 San Zenone al Po146 Sartirana Lomellina147 Scaldasole148 Semiana149 Silvano Pietra150 Siziano151 Sommo152 Spessa153 Stradella154 Suardi155 Torrazza Coste156 Torre Beretti e Castellaro157 Torre d’Arese158 Torre de’ Negri159 Torre d’Isola160 Torrevecchia Pia161 Torricella Verzate162 Travacò Siccomario163 Trivolzio164 Tromello165 Trovo166 Val di Nizza167 Valeggio168 Valle Lomellina169 Valle Salimbene170 Valverde171 Varzi172 Velezzo Lomellina173 Vellezzo Bellini174 Verretto175 Verrua Po176 Vidigulfo177 Vigevano178 Villa Biscossi179 Villanova d’Ardenghi180 Villanterio181 Vistarino182 Voghera183 Volpara184 Zavattarello185 Zeccone186 Zeme187 Zenevredo188 Zerbo189 Zerbolò190 Zinasco
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200610
L’argomento rifiuti in questi ultimi anni è diventato molto attuale, un
po’ per le emergenze che hanno investito il nostro Paese un po’ per-
chè con la crescita economica sono aumentati i consumi e quindi gli
scarti derivanti dalla produzione e dall’utilizzo dei beni, creando seri
problemi di gestione.
La difficoltà sta nel riuscire a disallineare crescita economica e produ-
zione di rifiuti, che dalla rivoluzione industriale in poi sono aumenta-
te di pari passo, ma questo significa trovare un nuovo modello di svi-
luppo che soddisfi i cittadini e nel contempo produca meno rifiuti.
Si deve puntare anzitutto sulla prevenzione dei rifiuti (con prodotti
con una vita più lunga e in generale con una società dematerializza-
ta) e solo in secondo luogo sul loro recupero nella produzione di
materia ed energia.
Sono molti i soggetti che possono agire per questo cambio di rotta:
il governo nazionale, che può attuare e investire su tecnologie
pulite, strumenti economici, analisi del ciclo di vita dei prodotti, mar-
chi ecologici, accordi con i settori produttivi e sviluppo del mercato
dei prodotti riciclati, per esempio con il Green Public Procurement (le
politiche di acquisti verdi per le pubbliche amministrazioni),
le Regioni e le Province, responsabili della pianificazione,
i Comuni, con la formazione e informazione dei cittadini e la rea-
lizzazione di sistemi di gestione dei rifiuti ottimali,
il sistema produttivo, che può attuare politiche di riduzione degli
imballaggi, sottoscrivere accordi volontari, adottare marchi ecologici,
il sistema distributivo, con la diffusione di sistemi di refill e ricari-
che a minor contenuto di imballaggi,
i gestori del servizio di raccolta dei rifiuti, che possono puntare su
modalità che assicurino elevati livelli di intercettazione e migliore qua-
lità della raccolta differenziata,
i gestori degli impianti, che hanno il dovere di utilizzare le migliori
tecnologie per la sicurezza dell’ambiente e per la salute dei cittadini,
tutti i cittadini, che con il loro comportamento influenzano la qua-
lità della raccolta dei rifiuti, in particolare della raccolta differenziata,
con le loro scelte di acquisto possono indirizzare il mercato verso i
prodotti riciclati o comunque ecologici e con il compostaggio dome-
stico possono attuare l’obiettivo più importante: la riduzione della
produzione di rifiuti.
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1 Rind: rifiuti indifferenziati, esclusi lo spazzamento stradale, gli inerti e i rifiuti cimiteriali.2 Ss: rifiuti derivanti dallo spazzamento stradale.3 RUr: rifiuti urbani residuali (rifiuti indifferenziati, compreso lo spazzamento stradale esclusigli inerti e i rifiuti cimiteriali, quindi pari a Rind + Ss).4 RI: rifiuti ingombranti (solo la quota a smaltimento perché la parte a recupero rientranella RD).5 RD: rifiuti pericolosi e non raccolti con modalità separata (compresi gli ingombranti arecupero).6 RU: rifiuti urbani totali (RUr + RI + RD).7 RD (%): (RD/RU)*100.
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 11
La Produzione di Rifiuti Urbani
I rifiuti urbani prodotti nel corso del 2006 in provincia di Pavia sono
stati 299.690 tonnellate, 13.000 tonnellate (pari al 4,5%) in più
rispetto all’anno precedente.
Tale cifra può essere così suddivisa tra le macrocategorie rifiuti indif-
ferenziati, spazzamento stradale, rifiuti urbani residuali, rifiuti ingom-
branti e raccolta differenziata:
Rind1 Ss2 RUr3 RI4 RD5 RU6 RD7
(tonn) (tonn) (tonn) (tonn) (tonn) (tonn) (%)
207.849 7.000 214.849 9.373 75.468 299.690 25,18
Se andiamo a verificare dove si sono concentrati gli aumenti maggio-
ri scopriamo che i rifiuti indifferenziati sono cresciuti di circa 9.000
tonnellate (+ 4,5%), lo spazzamento stradale di 1.500 tonnellate (+
26,2%) e la raccolta differenziata di 2.500 tonnellate (+ 3,5%) men-
tre i rifiuti ingombranti sono rimasti stabili.
Questo spiega perchè nonostante il quantitativo di rifiuti intercettati
con la raccolta differenziata sia aumentato la percentuale di raccolta
differenziata è scesa, seppur in maniera lieve, dal 25,44% al 25,18%.
In effetti anche se l’indicatore di gran lunga più utilizzato per valutare
se un territorio, città, provincia, regione, abbia raggiunto buoni risulta-
ti nel campo dei rifiuti è la percentuale di raccolta differenziata, sia a
livello europeo che nazionale l’obiettivo primario è sempre indicato
nella prevenzione della produzione di rifiuti mentre il recupero di
materia e di energia cui è finalizzata la raccolta differenziata si collo-
ca al secondo posto.
La raccolta differenziata infatti più che un fine è un mezzo per dimi-
nuire la quantità di rifiuti a smaltimento, assicurare il corretto tratta-
mento dei rifiuti pericolosi e aumentare sia la quantità che la qualità
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200612
di materia ed energia recuperate.
Il traguardo finale di ogni amministrazione dovrebbe quindi essere un
buon sistema integrato della gestione dei rifiuti, in cui le varie compo-
nenti, numero di frazioni raccolte, modalità di raccolta, compostaggio
domestico, buona impiantistica, educazione dei cittadini, siano piani-
ficate in maniera sinergica.
Tornando al nostro territorio la FIGURA 2 mostra la percentuale di ogni
macrocategoria nella produzione totale di rifiuti urbani.
FIGURA 2: suddivisione dei rifiuti urbaninelle tre macrocategorie, 2006
Ogni cittadino residente in provincia di Pavia nel 2006 ha prodotto in
media, ogni giorno, 1,57 kg di rifiuti urbani contro una media regio-
nale di 1,42 kg ma all’interno dei confini provinciali coesistono realtà
molto differenti, come si può dedurre dalla FIGURA 3 che segue.
Già a colpo d’occhio si ha la conferma di quanto emerso negli anni
precedenti: in Oltrepò la produzione pro capite di rifiuti è più alta
rispetto alle altre zone, al secondo posto troviamo la Lomellina men-
tre il Pavese presenta i valori più bassi.
Le cause dell’elevata produzione potrebbero dunque essere legate
agli aspetti geomorfologici del territorio poiché l’Oltrepò rappresenta
la parte collinare, e a tratti montana, della provincia mentre le altre
due zone sono pianeggianti ma sarebbe interessante fare un’indagi-
ne approfondita sulla propensione alla produzione di rifiuti.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 13
FIGURA 3: mappa della produzione procapite giornaliera di rifiuti urbani, 2006
In TABELLA 1 vengono presentati i dati provinciali sulla produzione di
rifiuti urbani (totali e pro capite) e sulla raccolta differenziata (totale e
percentuale) dal 1993 al 2006.
TABELLA 1: produzione totale e procapite di rifiuti urbani, raccolta differen-ziata in tonnellate e percentuale, 1993-2006
RU RU RU RD RD(tonn) (kg/ab giorno) (kg/ab anno) (tonn) (%)
1993 230.467 1,27 463 9.960 4,32%
1994 240.696 1,33 486 12.742 5,29%
1995 232.782 1,29 470 15.993 6,87%
1996 235.582 1,30 475 19.766 8,39%
1997 240.346 1,33 487 26.198 10,90%
1998 233.420 1,30 475 37.312 15,98%
1999 249.398 1,38 503 45.981 18,44%
2000 262.520 1,46 534 52.782 20,11%
2001 270.093 1,48 540 53.862 19,94%
2002 275.296 1,50 549 60.851 22,10%
2003 268.776 1,45 529 62.494 23,25%
2004 281.072 1,51 550 67.787 24,12%
2005 286.685 1,52 555 72.929 25,44%
2006 299.690 1,57 574 75.468 25,18%
anno
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200614
Per rendere immediato l’andamento di queste grandezze negli anni nelle
prossime figure si presentano i medesimi dati sotto forma di grafico.
La FIGURA 4 mostra l’andamento della produzione di rifiuti urbani tota-
li, ma poiché questa grandezza può essere influenzata dai flussi abi-
tativi, in figura 5 si riporta il trend della popolazione nello stesso arco
temporale.
Dall’analisi contestuale di queste due grandezze deriva la produzione
pro capite giornaliera di rifiuti, che è un buon indice della tendenza
di una comunità a produrre minori o maggiori quantità di rifiuto.
FIGURA 4: produzione totale di rifiutiurbani in provincia di Pavia, 1993-2006
anno
tonn
ella
te
FIGURA 5: popolazione in provincia diPavia, 1993-2006
anno
abit
anti
Come si vede in FIGURA 6, la produzione pro capite giornaliera di rifiu-
ti urbani tra il 1998 e il 2006 ha mostrato un notevole aumento
(+21% in otto anni) e un trend in costante crescita, se si esclude il
picco negativo del 2003.
Il trend è identico a quello della produzione totale, cambia il tasso di
variazione (ad esempio nell’ultimo anno, a fronte di un aumento della
produzione totale di rifiuti del 4,5% e con una crescita della popola-
zione dell’1,2% la produzione pro capite giornaliera è salita del 3,3%).
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 15
FIGURA 6: produzione pro capite gior-naliera di rifiuti urbani, 1993-2006
annoKg
./ab
. gio
rno
Analizzando i dati sulla produzione giornaliera di tutte le province lom-
barde emerge che la provincia di Pavia, con i suoi 1,57 kg di rifiuti urba-
ni pro capite, è seconda solo a Brescia e che supera la media regiona-
le (1,42 kg) del 10%. Sarebbe interessante scoprire quali condizioni,
iniziative, politiche provocano situazioni così differenti.
Per approfondire questa questione si è voluto allargare il confronto
all’intera penisola: in FIGURA 7 si confronta la produzione pro capite
annua di rifiuti urbani della provincia di Pavia, della Lombardia e
dell’Italia per gli anni dal 1998 al 2006. Il dato 2006 riferito alla nostra
provincia è decisamente più alto di quello regionale (574 kg contro
518 kg) mentre i dati nazionali si fermano al 2005 perchè al momen-
to non è ancora disponibile l’aggiornamento 2006.
Anche se la produzione è in crescita ovunque ciò che emerge chiara-
mente è che la produzione pavese è superiore alle altre due per tutti
gli anni presi in esame e che se da una parte l’andamento è assimila-
bile a quello regionale dall’altra i quantitativi sono più vicini ai dati
nazionali che a quelli lombardi.
Alla luce di tutto ciò si profila una spiegazione aggiuntiva per il basso
livello e la lenta crescita della percentuale di raccolta differenziata, non
più legati solo ad un sistema di raccolta non sufficientemente svilup-
pato e diffuso ma anche ad una continua crescita della produzione di
rifiuti che attenua le migliori prestazioni in termini di rifiuti raccolti con
modalità separata.
Aver scoperto una delle cause del basso livello di raccolta differenzia-
ta è certamente un primo passo avanti verso la ricerca di una soluzio-
ne, anche se non è semplice influenzare una grandezza che dipende
fortemente dal sistema produttivo e dallo stile di vita della popolazio-
ne.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200616
FIGURA 7: produzione di rifiuti urbanipro capite in Provincia di Pavia,Lombardia e Italia, 1998-2006 *
anno
prod
uzio
ne r
ifiu
ti u
rban
i (Kg
/ab)
* per l’Italia il dato 2006 non è al momento disponibileFONTE - dati Lombardia: ARPA Lombardia - dati Italia: APAT-ONR
La TABELLA 2 che segue riporta i principali dati sui rifiuti urbani per tutti
i Comuni della provincia.
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Abi
tant
i Ri
nd
SsR
I R
D
RD
R
U
RU
R
U
% R
D
(ton
n)
(ton
n)(t
onn)
(t
onn)
(kg/
ab g
)(t
onn)
(k
g/ab
)(k
g/ab
g)
Alag
na90
331
110
106
0,32
428
474,
061,
3024
,87%
Alba
redo
Arn
abol
di20
387
30,
0534
0,46
124
612,
381,
6827
,63%
Albo
nese
507
175
2265
0,35
263
517,
921,
4224
,93%
Albu
zzan
o2.
754
563
353
325
0,32
927
336,
530,
9235
,11%
Aren
a Po
1.61
869
027
0,39
275
0,47
992
613,
221,
6827
,73%
Badi
a Pa
vese
400
124
82
590,
4119
348
2,23
1,32
30,7
3%Ba
gnar
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330
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0,14
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556,
551,
529,
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636
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700
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1,35
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6.03
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2.50
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200622
La Raccolta Differenziata
La raccolta differenziata ha diverse funzioni nella strategia di gestione
dei rifiuti:
diminuire la quantità e la pericolosità dei rifiuti inviati a smaltimen-
to, cioè da una parte sottrarre allo smaltimento e indirizzare al recu-
pero i materiali che è possibile (ed economicamente vantaggioso)
recuperare e dall’altra assicurare un trattamento sicuro e adeguato ai
rifiuti pericolosi per la loro composizione chimico-fisica;
valorizzare la componente merceologica del rifiuto, organizzando-
lo in flussi più omogenei e limitando le impurità che abbassano la
qualità del materiale risultante dalle operazioni di recupero;
trasformare il rifiuto in una risorsa quando va a sostituire la mate-
ria prima nella produzione di beni ed energia.
Per ottenere buoni risultati non è sufficiente attivare le raccolte tradi-
zionali quali carta, plastica e vetro, occorre inserire la raccolta differen-
ziata in un sistema di gestione integrata dei rifiuti, aumentare le frazio-
ni raccolte, studiare le modalità di raccolta più adatte ad ogni territorio
(magari tenendo conto del fatto che ci sono sistemi quali il porta a
porta che assicurano una più elevata qualità del materiale raccolto),
investire sulla raccolta della frazione organica (che secondo gli studi
sull’argomento rappresenta circa il 30% in peso dei rifiuti urbani),
dotarsi di impianti adeguati, formare la popolazione affinché la separa-
zione sia effettuata in maniera corretta ma anche informarla sui risul-
tati raggiunti per motivarla e spingerla verso traguardi più avanzati.
Tutto questo richiede la cooperazione di più soggetti che agiscano in
modo coordinato e sinergico.
La percentuale di raccolta differenziata viene calcolata, di comune
accordo con gli altri Osservatori provinciali sui rifiuti della Lombardia e
con ARPA Lombardia sulla base della formula riportata di seguito ed
è pari al rapporto tra i rifiuti raccolti tramite la raccolta differenziata
(compresa la quota di ingombranti avviata a recupero) e il totale dei
rifiuti urbani prodotti:
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 22
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 23
RD è la sommatoria di tutte le frazioni raccolte con modalità
separata, esclusi gli ingombranti;
RI rec rappresenta la parte di ingombranti avviati a recupero;
RU totali rappresenta il totale dei rifiuti urbani, incluso lo spazza-
mento stradale ed esclusi inerti e cimiteriali.
Per quanto concerne l’individuazione della quantità/percentuale di
ingombranti avviati a recupero, il criterio stabilito è il seguente:
a) nel caso di dati “certificati” dal gestore dell’impianto di recupero
viene considerato tale quantitativo/percentuale;
b) in mancanza di dati certificati, degli ingombranti non inviati a smal-
timento (cioè non inviati a discariche o inceneritori – in pratica, in
prima approssimazione, tutte le altre destinazioni sono considerate a
recupero, anche se trattasi di stoccaggi o altro); si considera per con-
venzione la percentuale del 25%.
Passando dalla teoria alla pratica la raccolta differenziata in provincia
di Pavia nel 2006 ha intercettato 75.468 tonnellate di rifiuti che rap-
presentano il 25,18% dei rifiuti urbani complessivi.
Come già accennato l’ammontare di rifiuti intercettati con la raccolta
differenziata è aumentato di circa 2.500 tonnellate (+ 3,5%) rispetto
al 2005 ma siccome i rifiuti totali sono cresciuti in maniera più che
proporzionale (+ 4,5%), la percentuale è leggermente diminuita,
visto che nel 2005 era al 25,44%.
Le principali frazioni intercettate con la raccolta differenziata sono:
accumulatori al piombo, alluminio, carta e cartone, cartucce per toner,
farmaci, legno, metalli, oli e grassi minerali e vegetali, frazione organi-
ca, pile e batterie, plastica, pneumatici, raccolta multimateriale (tipica-
mente vetro + alluminio o carta + plastica + ferro + legno), RAEE,
stracci e indumenti smessi, verde, vetro, ingombranti a recupero.
Nelle FIGURE 8 E 9 è riportato l’andamento della raccolta differenziata
in provincia di Pavia, in tonnellate e in percentuale, dal 1993 al 2006.
RD + RI rec
RU totali% RD = * 100
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 23
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200624
FIGURA 8: raccolta differenziata in ton-nellate, 1993-2006
FIGURA 9: raccolta differenziata in per-centuale, 1993-2006
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A prima vista la situazione potrebbe sembrare buona perchè nei quat-
tordici anni presi in esame la percentuale di raccolta differenziata ha
mostrato un andamento quasi sempre crescente ma il tasso di cresci-
ta è basso e non consente di raggiungere gli obiettivi che le leggi
nazionali e regionali hanno fissato.
Per verificare qual è la situazione provinciale nella figura 10 riuniamo
i trend di raccolta differenziata della provincia di Pavia, della
Lombardia e d’Italia, evidenziando nel contempo gli obiettivi fissati dal
decreto legislativo 152/06 “Norme in materia ambientale”.
La Lombardia, con il suo 43,9% di RD nel 2006 ha raggiunto e supe-
rato l’obiettivo del 35% entro il 2006 ed è a un passo dall’obiettivo
del 45% entro il 2008 mentre l’Italia e la provincia di Pavia si man-
tengono molto al di sotto (la nostra provincia con il 25,2% e l’Italia
con un dato che al momento non è ancora disponibile ma che nel
2005 era il 24,3%).
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 24
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 25
FIGURA 10: raccolta differenziata in pro-vincia di Pavia, Lombardia e Italia 1998-2006 *
anno
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* per l’Italia il dato 2006 non è al momento disponibileFONTE - dati Lombardia: ARPA Lombardia - dati Italia: APAT-ONR
In FIGURA 11 si fornisce una visione d’insieme della situazione della
raccolta differenziata provinciale, caratterizzando ciascun Comune in
base alla percentuale raggiunta .
FIGURA 11: mappa della percentuale diraccolta differenziata a livello comunale,2006
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 25
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200626
Anche la percentuale di raccolta differenziata sembra rivelare un lega-
me con i caratteri geomorfologici del territorio poiché nel Pavese si
riscontrano percentuali di raccolta differenziata medio-alte, la
Lomellina ha valori medio-bassi e l’Oltrepo’ mostra una marcata
distinzione tra la parte più orientale e pianeggiante che ottiene buoni
risultati (25% - 35%) e la parte sud-occidentale, nonché montana,
che presenta i livelli di raccolta differenziata più bassi (per la maggior
parte al di sotto del 15%).
La TABELLA 3 fornisce per ogni Comune i dati relativi ad ogni frazione
di raccolta differenziata.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200632
In TABELLA 4 per le principali frazioni della raccolta differenziata vengo-
no indicati le tonnellate raccolte, il quantitativo pro capite annuo e il
numero di Comuni e i relativi abitanti (totali e in percentuale sulla
popolazione provinciale) raggiunti dal servizio.
In tal modo si verifica la diffusione delle varie raccolte sul territorio
anche se talvolta, come nel caso dell’organico, il dato sulla popolazio-
ne raggiunta dal servizio è sovrastimato poiché in molti casi la raccol-
ta non è attiva in tutto il Comune ma solo in una o alcune zone cir-
coscritte.
TABELLA 4: produzione totale, pro capi-te, numero di Comuni e abitanti servitiper ogni frazione di RD, 2006
Frazione Produzione Produzione Comuni Abitantitotale pro capite serviti serviti
(tonn) (kg/ab anno) (su 190) N. %
Accumulatori 189 0,36 131 447.224 86%
Alluminio 8 0,01 11 28.901 6%
Carta e cartone 16.867 32,29 187 517.680 99%
Farmaci 25 0,05 165 503.850 96%
Legno 5.285 10,12 127 448.921 86%
Metalli 3.048 5,84 142 452.309 87%
Organico 1.980 3,79 26 238.508 46%
Pile e batterie 24 0,05 147 481.432 92%
Plastica 3.180 6,09 184 512.205 98%
Pneumatici 356 0,68 79 319.208 61%
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Verde 22.709 43,48 174 509.963 98%
Vetro 13.749 26,32 190 522.331 100%
La FIGURA 12 mostra l’importanza di ogni frazione all’interno della rac-
colta differenziata complessiva.
La situazione è pressoché invariata rispetto al 2005 e salta subito agli
occhi che la raccolta dell’organico ricopre un ruolo assolutamente
marginale nelle politiche locali di gestione dei rifiuti. Poiché la lettera-
tura fissa nel 30% la percentuale di rifiuto organico presente nei rifiu-
ti urbani come peso, la provincia di Pavia potrebbe migliorare notevol-
mente le sue performances anche solo introducendo la raccolta di
tale frazione su larga scala.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 33
FIGURA 12: composizione merceologi-ca della RD, 2006
La FIGURA 13 è un grafico a istogrammi che mostra, per gli anni dal
1993 al 2006 come è cambiato il rapporto tra raccolta differenziata e
rifiuti non differenziati (intesi come tutto ciò che non è RD, quindi
rifiuti urbani residuali e ingombranti).
FIGURA 13: andamento della produzio-ne di RD e (RUr + RI), 1993-2006
anno
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La FIGURA 14 mostra come sono variati negli anni i quantitativi delle
diverse frazioni della raccolta differenziata.
Le frazioni “storiche”, verde, carta e vetro, mostrano i valori e i tassi di
crescita più elevati, mentre continuano a essere bassi i dati di metal-
li, legno, plastica e sopratutto organico.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200634
anno
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FIGURA 14: trend raccolta differenziatadelle principali frazioni, 1995 (1999) -2006
Attraverso la TABELLA 5 è possibile seguire l’evoluzione della percentua-
le di raccolta differenziata dei comuni dal 1999 e il 2006 per capire,
caso per caso, se con il tempo la situazione è migliorata, peggiorata o
è rimasta inalterata.
Nelle ultime due colonne poi è stata calcolata la variazione tra il 2005
e il 2006, in punti percentuali e in percentuale (per esempio, se la
RD di un Comune passa dal 20% al 30% significa che è aumentata
di 10 punti percentuali e contestualmente del 50%).
I Comuni in cui la percentuale di raccolta differenziata è aumentata
maggiormente rispetto all’anno precedente sono Borgoratto
Mormorolo, Carbonara al Ticino, Menconico, Mezzana Rabattone,
Rognano e Zerbolò ma non sempre questo miglioramento ha porta-
to a situazioni soddisfacenti (a Borgoratto Mormorolo la percentuale
è sì aumentata del 128% ma è passata dal 2,12% al 4,83%).
I Comuni che nell’ultimo anno hanno registrato le diminuzioni della
percentuale di raccolta differenziata di maggiore entità sono Bastida
dè Dossi, Brallo di Pregola, Rivanazzano, Rocca Susella e Santa
Margherita di Staffora.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200640
Le Iniziative della Provincia
La Provincia di Pavia nel 2006 ha intrapreso alcune iniziative per
incentivare la diffusione della raccolta differenziata.
La prima iniziativa, avviata a fine anni ‘90 e portata avanti ancora oggi,
è l’attività di educazione ambientale svolta presso le scuole elemen-
tari e medie della provincia e uno degli argomenti trattati è proprio
quello dei rifiuti.
Nelle classi si parla ai bambini e ai ragazzi dell’importanza di un com-
portamento rispettoso dell’ambiente con spiegazioni, racconti, giochi e
visite guidate per formare gli adulti di domani ma anche quelli di oggi
perchè attraverso i bambini si possono raggiungere le loro famiglie.
Dal 2001 ogni anno la Provincia assegna un premio di 5.000 Euro ai
5 Comuni che nell’anno precedente hanno ottenuto la percentuale
più elevata di raccolta differenziata.
I criteri per l’assegnazione del contributo sono:
popolazione inferiore a 5.000 abitanti,
migliore percentuale di raccolta differenziata,
non aver ricevuto il premio nei tre anni precedenti.
Nel 2006 sono stati premiati i Comuni di Bastida dè Dossi, Lungavilla,
Copiano, Bastida Pancarana e Vellezzo Bellini.
In tal modo si vuole dare un incentivo reale e concreto che sproni i
Comuni e tutti i cittadini a impegnarsi nella corretta separazione dei
rifiuti.
Altra iniziativa avviata nel 2006 e continuata anche nell’anno succes-
sivo è stata la stipulazione di una convenzione tra la Provincia di Pavia
e la società Fertilvita srl, proprietaria di due impianti di trattamento di
rifiuti urbani in territorio provinciale. Al fine di incentivare il raccolta dif-
ferenziata della frazione organica nei Comuni che conferiscono i rifiu-
ti indifferenziati in questi due impianti, nella convenzione si stabiliva
che una parte, non inferiore al 30%, dei contributi spettanti alla
Provincia nell’ambito della tariffa di smaltimento dei rifiuti venisse
redistribuita tra i Comuni che raccolgono la frazione organica per con-
tribuire ai costi di trattamento.
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 40
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 41
L’iniziativa ha due obiettivi molto diversi ma collegati: da una parte
aumentare l’ammontare di organico raccolto separatamente e il com-
post che deriva dal suo trattamento e nel contempo diminuire i costi
di smaltimento del rifiuto indifferenziato.
Spieghiamo meglio: poiché gli impianti di trattamento dell’indifferen-
ziato in esame producono CDR che attraverso l’incenerimento produ-
ce energia, un minor quantitativo di sostanza organica all’interno del
materiale da trattare si traduce in un CDR con un più elevato potere
calorifico, e quindi con migliori rendimenti dal punto di vista dell’ener-
gia prodotta. Per questo motivo è anche nell’interesse della società
Fertilvita srl avere un rifiuto in cui la percentuale di scarto umido sia
minima, al punto che la società ha accettato di modulare le tariffa per
il conferimento dei rifiuti agli impianti sulla base dello scarto presente.
Ai Comuni interessati quindi la raccolta dell’organico conviene due
volte: perchè i relativi costi di trattamento vengono, almeno in parte,
rimborsati e perchè così facendo la tariffa per il trattamento dei rifiuti
indifferenziati risulta più bassa.
Dei 105 Comuni che conferiscono il rifiuto indifferenziato a Fertilvita
srl solo 11 nel 2006 hanno raccolto l’organico e hanno fornito la
documentazione necessaria per partecipare all’iniziativa, di conse-
guenza gli importi stanziati oltre a rimborsare tutti i costi di trattamen-
to dell’organico hanno contribuito alle spese di raccolta e trasporto.
I Comuni che hanno ottenuto il contributo sono stati: Arena Po,
Belgiososo, Broni, Cigognola, Gropello Cairoli, Landriano, Pavia,
Redavalle, Stradella, Zerbolò e Zinasco (il Comune di Zinasco fa la rac-
colta dell’organico ma non sostiene costi di trattamento essendo
sede dell’impianto di compostaggio) e il quantitativo di organico rac-
colto nell’ambito dell’iniziativa è stato pari a 915 tonnellate.
La Provincia inoltre ha assegnato contributi economici ai Comuni per
la realizzazione di aree attrezzate che implementino e migliorino la
raccolta differenziata.
In questo caso il contributo è una partecipazione (il limite massimo
del contributo è fissato nel 50%) alle spese che le amministrazioni
locali devono sostenere per dotarsi di strutture adeguate.
Nel 2006 i contributi sono stati assegnati, a seguito di sopralluoghi atti
a verificare l’avvenuta realizzazione delle strutture e la rispondenza ai
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 41
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200642
requisiti richiesti, ai Comuni di Casorate Primo, Chignolo Po, Corvino
San Quirico, Miradolo Terme, Santa Cristina e Bissone, Valle Lomellina,
Verrua Po e Zeme. L’iniziativa, avendo ottenuto un certo successo, è
stata ripetuta anche nel 2007.
Si segnala inoltre un’iniziativa intrapresa dal Comune di Gerenzago nel
2005 ma portata a conoscenza di codesti uffici solo recentemente.
In tale anno il Comune ha ripreso e ampliato un progetto avviato nel
1998 e poi interrotto: al fine di diffondere la pratica del compostag-
gio domestico tra i suoi cittadini il Comune ha acquistato e distribuito
in comodato d’uso gratuito i composter, ha organizzato un incontro
formativo per la popolazione e ha istituito uno sconto sulla TARSU
(pari al 5% nel 2005, al 10% nel 2006 e al 15% nel 2007) per chi
partecipa al progetto.
I risultati ottenuti sono di tutto rispetto sia relativamente alla parteci-
pazione (fino ad oggi sono stati distribuiti più di 100 composter e
all’iniziativa partecipano 125 famiglie per un totale di 309 abitanti, pari
al 25% della popolazione), che al rifiuto sottratto al circuito di gestio-
ne tradizionale (da un monitoraggio comunale su dati semestrali
infatti risulta che, a fronte di un aumento della popolazione del 10%
in un anno il rifiuto a smaltimento è cresciuto solo del 2%).
Dai nostri dati d’altra parte emerge che la produzione pro capite gior-
naliera in questo Comune è passata da 1,41 kg nel 2004 a 1,30 kg
nel 2005 a 1,22 kg nel 2006, riducendo la produzione di rifiuti del
15% in due anni.
Indubbiamente il Comune ha sostenuto dei costi, sia economici che
organizzativi, per promuovere il progetto ma il ritorno c’è stato ed è
significativo.
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 42
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 43
Il Sistema di Trattamento dei Rifiuti Urbani
Passiamo ora a trattare un argomento che all’interno del sistema di
gestione dei rifiuti rappresenta la fase successiva alla raccolta, il trat-
tamento.
Nelle prossime pagine descriveremo quindi gli impianti presenti sul
territorio provinciale, limitandoci però a quelli inseriti nella pianificazio-
ne per i rifiuti urbani
Tale sistema impiantistico garantisce l’autosufficienza per quanto
riguarda il trattamento dei rifiuti urbani prodotti in ambito provinciale
ed è costituito (dati riferiti al giugno 2007) da 8 impianti:
1 impianto per la termovalorizzazione della frazione secca e la sta-
bilizzazione della frazione organica, con una potenzialità di trattamen-
to pari a 200.000 t/a, nel Comune di Parona (in Lomellina);
1 impianto per la termovalorizzazione del CDR, con potenzialità
75.000 t/a, nel Comune di Corteolona (nel Pavese);
1 impianto di trattamento meccanico e bioessicazione con poten-
zialità di 80.000 t/a nel Comune di Giussago (nel Pavese);
1 impianto di trattamento meccanico e bioessicazione con produ-
zione di CDR, avente una potenzialità di 160.000 t/a nel Comune di
Corteolona (nel Pavese);
1 impianto di compostaggio della frazione organica e del verde,
con potenzialità 25.000 t/a, nel Comune di Zinasco (in Lomellina);
2 impianti di compostaggio della frazione verde nei Comuni di
Ferrera Erbognone (in Lomellina) e Corteolona (nel Pavese) aventi,
rispettivamente, potenzialità 20.000 t/a e 15.000 t/a;
1 discarica per rifiuti speciali decadenti dal trattamento dei rifiuti
urbani, in Comune di Corteolona (nel Pavese);
Vi sono poi due impianti, autorizzati ma ad oggi non ancora realizzati
o completati, che dovrebbero integrare tale sistema, e precisamente:
1 impianto di digestione anaerobica e compostaggio della frazio-
ne organica e del verde, in Comune di Voghera (nell’Oltrepò pavese)
con una potenzialità di 30.000 t/a;
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 43
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200644
1 impianto di compostaggio della frazione organica e del verde, in
Comune di Ferrera Erbognone (in Lomellina), con potenzialità 11.000 t/a.
Non esistono quindi discariche per rifiuti urbani attive, ma ve ne sono
due ad oggi esaurite e in fase di post-gestione:
1 discarica sita nei Comuni di Casatisma-Verretto-Castelletto di
Branduzzo (nell’Oltrepò pavese) che ha ricevuto i rifiuti urbani provin-
ciali dal 1983 al 1994;
1 discarica nel Comune di Gambolò (in Lomellina), attiva dal
1992 al 1998.
Nelle prossime pagine per ognuno di questi impianti, eccetto quelli
non ancora entrati in attività, vengono forniti una scheda descrittiva e
una foto.
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 44
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 45
IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DI PARONA
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006DI PROVENIENZA PROVINCIALE
ENERGIA ELETTRICA
PRODOTTA NEL 2006
Lomellina Energia srl
Parona
impianto per la termovalorizzazio-
ne della frazione secca e la stabiliz-
zazione della frazione organica
2000
rifiuti urbani e speciali non perico-
losi
200.000 tonn/anno
190.651 tonn
114.966 tonn
114.104 MWh
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 45
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200646
IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DI CDR DI CORTEOLONA
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO DI MESSA A REGIME
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
CDR TRATTATO NEL 2006
CDR TRATTATO NEL 2006 DI PROVENIENZA PROVINCIALE
ENERGIA PRODOTTA
NEL 2006
Ecoenergia srl
Corteolona
termovalorizzazione del CDR
2005
CDR
75.000 tonn/anno
50.126 tonn
48.668 tonn
58.795 MWh
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 46
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 47
IMPIANTO DI BIOESSICCAZIONE CON PRODUZIONE DI CDR DI CORTEOLONA
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006 DI PROVENIENZA PROVINCIALE
Fertilvita srl
Corteolona
trattamento meccanico
e bioessicazione con produzione
di CDR
1996
rifiuti urbani e speciali
non pericolosi
160.000 tonn/anno
153.987 tonn
113.859 tonn
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 47
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200648
IMPIANTO DI TRATTAMENTO MECCANICO E BIOESSICCAZIONE DI GIUSSAGO
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006 DI PROVENIENZA PROVINCIALE
Fertilvita srl
Giussago
Trattamento meccanico
e bioessiccazione
1996
rifiuti urbani e speciali
non pericolosi
80.000 tonn/anno
26.566 tonn
9.130 tonn
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 48
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 49
IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DELLA FRAZIONE ORGANICA E DEL VERDE DI ZINASCO
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006 DI PROVENIENZA PROVINCIALE
Alan srl
Zinasco
compostaggio della frazione
organica e del verde
2002
FORSU, frazione verde,
rifiuti speciali non pericolosi
20.000 tonn/anno
17.749 tonn
6.212 tonn
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 49
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200650
IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DEL VERDE DI FERRERA ERBOGNONE
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006 DI PROVENIENZA PROVINCIALE
Azienda Agricola Allevi srl
Ferrera Erbognone
compostaggio del verde
1996
frazione verde
20.000 tonn/anno
9.540 tonn
4.207 tonn
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 50
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 51
IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DEL VERDE DI CORTEOLONA
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TRATTATI
POTENZIALITÀ AUTORIZZATA
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006
RIFIUTI TRATTATI NEL 2006 DI PROVENIENZA PROVINCIALE
Fertilvita srl
Corteolona
compostaggio del verde
1996
frazione verde
15.000 tonn/anno
12.150 tonn
8.259 tonn
interno 21-02-2008 11:40 Pagina 51
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200652
DISCARICA PER RIFIUTI DECADENTI DAL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI URBANI DI CORTEOLONA
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
VOLUMETRIA TOTALE
VOLUMETRIA OCCUPATA
VOLUMETRIA RESIDUA
Fertilvita srl
Corteolona
discarica per rifiuti speciali
non pericolosi
2005
810.000
310.000 m3 a giugno 2007
500.000 m3 a giugno 2007
interno 21-02-2008 11:41 Pagina 52
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 53
DISCARICA PER RIFIUTI URBANI DI CASATISMA-VERRETTO-CASTELLETTO DI BRANDUZZO (CHIUSA)
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
ANNO CHIUSURA
SUPERFICIE INTERESSATA
DA CONFERIMENTO
VOLUMETRIA
RIFIUTI TOTALI CONFERITI
Saeco
Casatisma-Verretto-Castelletto
di Branduzzo
discarica per rifiuti urbani
1983
1994
225.500 m2
1.800.000 m3
1.697.263 tonnellate
interno 21-02-2008 11:41 Pagina 53
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200654
DISCARICA PER RIFIUTI URBANI DI GAMBOLO’ (CHIUSA)
RAGIONE SOCIALE
COMUNE DI INSEDIAMENTO
TIPOLOGIA DI IMPIANTO
ANNO INIZIO ATTIVITÀ
ANNO CHIUSURA
SUPERFICIE INTERESSATA
DA CONFERIMENTO
VOLUMETRIA
RIFIUTI TOTALI CONFERITI
SMAR
Gambolò
discarica per rifiuti urbani
1992
1998
110.000 m2
1.695.700 m3
1.533.590 tonnellate
interno 21-02-2008 11:41 Pagina 54
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 55
Un ruolo molto importante per la raccolta differenziata lo giocano le
“piattaforme” e le “aree attrezzate”, diffuse su tutto il territorio provin-
ciale.
La funzione di queste strutture è quella di ottimizzare e razionalizza-
re la raccolta differenziata anche delle frazioni che, per le loro dimen-
sioni non potrebbero essere raccolte in altro modo e delle frazioni
“minori” per le quali non è possibile istituire un sistema di raccolta
regolare. La piattaforma/area attrezzata permette quindi di stoccare i
rifiuti in attesa del trasporto all’impianto di recupero o smaltimento.
L’idea è quella di un luogo in cui i cittadini possono portare ogni rifiu-
to che non sanno dove buttare per evitare l’abbandono dei rifiuti
lungo le strade.
Nel caso in cui vi sia un servizio di guardiania poi la presenza di per-
sonale addetto assicura un corretto conferimento e contribuisce alla
formazione dei cittadini.
La Provincia di Pavia da alcuni anni autorizza sia le aree attrezzate che
le piattaforme “in via precauzionale”, ossia per assicurarsi che le strut-
ture abbiano le caratteristiche minime di sicurezza ambientale, così da
evitare eventuali problemi con gli organi preposti al controllo.
Come accennato sul nostro territorio ci sono due diversi tipi di strut-
ture per la raccolta differenziata:
Piattaforme, se presentano almeno uno dei seguenti requisiti:
• sono a servizio di una bacino di utenza superiore a 10.000 abitanti;
• vi sono conferite frazioni di rifiuto urbano provenienti da aree
attrezzate dislocate nello stesso Comune o in Comuni convenzionati;
• vi sono svolte operazioni di cernita e/o compattazione.
Alla piattaforma può essere abbinata una stazione di trasferimento
dei rifiuti indifferenziati, la cui funzione è la razionalizzazione della rac-
colta e del trasporto di tali rifiuti.
Aree attrezzate (o Piazzole o Isole Ecologiche) nel caso in cui:
• il bacino di utenza è inferiore a 10.000 abitanti;
• sono utilizzate unicamente per il conferimento, direttamente da
parte degli utenti, delle singole frazioni merceologiche dei rifiuti.
A dicembre 2007 risultano autorizzate e operative in provincia 10
Piattaforme:
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200656
COMUNE TITOLARE NOTE
Vigevano ASM ISA spa
Pavia ASM Pavia abbinata a stazione di trasferimento
Voghera ASM Voghera abbinata a stazione di trasferimento
Stradella Broni - Stradella spa abbinata a stazione di trasferimento
Broni Broni - Stradella spa
Cilavegna Comune
Garlasco Comune
Pieve del Cairo Comune
Rocca Susella Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese
Sannazzaro dè Burgondi Comune
Alagna
Arena Po
Bastida Pancarana
Belgioioso
Borgarello
Bressana Bottarone
Casei Gerola (Capoluogo)
Casei Gerola (Loc. Gerola)
Casorate Primo
Cassolnovo
Cava Manara
Chignolo Po (via Casottina)
Chignolo Po (frazione Lambrinia)
Chignolo Po (frazione Alberone - solo
autorizzata, da realizzare)
Cigognola
Copiano
Corteolona
Corvino San Quirico
Costa de’ Nobili
Dorno
Ferrera Erbognone
Filighera (operativa da dicembre 2007)
Gambolò
Giussago
Gravellona Lomellina
Lungavilla
Magherno
Mede
Mezzana Rabattone (in fase di realizza-
zione)
Miradolo Terme
Montebello della Battaglia
Monticelli Pavese
Mortara
Nicorvo
Oliva Gessi
Palestro
Pieve Porto Morone
Pinarolo Po
Portalbera
Robbio
Robecco Pavese
Romagnese (non in esercizio)
Ruino
San Genesio ed Uniti
San Giorgio Lomellina
Santa Cristina
Scaldasole
Silvano Pietra
Siziano
Torrazza Coste
Travacò Siccomario
Trivolzio
Tromello
Valeggio
Valle Lomellina
Varzi
Verretto
Verrua Po
Vistarino
Zeccone
Zeme
Zerbo
Zerbolò (strada al Chirello)
Zerbolò (loc. Parasacco)
Zinasco
E 65 Aree Attrezzate nei Comuni di:
interno 21-02-2008 11:41 Pagina 56
Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 57
Il “destino” dei Rifiuti Urbani
A questo punto dopo aver illustrato, dati alla mano, la situazione provin-
ciale relativamente a produzione e impianti di trattamento dei rifiuti urba-
ni, proviamo a capire cosa succede a tali rifiuti dopo che sono stati rac-
colti, cioè proviamo a scoprire quello che noi chiamiamo il loro “destino”.
In verità per sapere con la massima precisione quali siano gli output
finali del processo di gestione dei rifiuti urbani, tutti i rifiuti dovrebbero
essere trattati in impianti ad essi riservati ma siccome questo non acca-
de abbiamo applicato una metodologia di calcolo che, a nostro parere,
fornisce risultati perlomeno realistici.
Spieghiamoci meglio facendo un esempio: se analizzando i dati sui
flussi in entrata e in uscita da un determinato impianto di trattamento
rifiuti arriviamo alla conclusione che ogni 100 kg di rifiuti che entrano in
impianto 30 kg vanno al recupero e 70 kg vanno a smaltimento pos-
siamo affermare, pur con un margine di errore, che se la provincia di
Pavia ha inviato 500 kg di rifiuti a quell’impianto 150 sono andati a
recupero e 350 a smaltimento.
L’analisi sui flussi in entrata e in uscita è stata effettuata per il termova-
lorizzatore di Parona e per la filiera formata dagli impianti di pretratta-
mento di Corteolona e Giussago e dal termovalorizzatore di Corteolona.
Le conclusioni cui si è giunti sono state applicate ai rifiuti inviati a tali
impianti (tutti gli indifferenziati e parte degli ingombranti).
Per gli ingombranti si è distinto tra quelli inviati agli impianti di tratta-
mento degli indifferenziati e quelli inviati a impianti di recupero. Ai primi
vengono applicati i medesimi criteri dei rifiuti indifferenziati (essendo
trattati negli stessi impianti si presume che producano i medesimi out-
put) mentre per i secondi è stata fatta un’ulteriore separazione tra la
parte effettivamente recuperata (che, come spiegato nel capitolo dedi-
cato alla raccolta differenziata, è già conteggiata nel quantitativo di rac-
colta differenziata) e il materiale rimanente, che è considerato a smal-
timento poiché rappresenta lo scarto della selezione effettuata all’inter-
no degli impianti di recupero.
Sui rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata non si effettua alcuna ana-
lisi ulteriore, quindi vengono considerati tutti a recupero.
I residui dello spazzamento stradale invece sono considerati tutti a
smaltimento.
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200658
Applicando questi criteri ai rifiuti urbani prodotti sul territorio provinciale
nel 2006 si giunge alle seguenti conclusioni (FIGURA 15):
30% di rifiuti avviati al recupero (25% intercettati dalla raccolta dif-
ferenziata, 2% di materiali selezionati presso gli impianti di trattamento
dei rifiuti indifferenziati e in seguito avviati a recupero e 3% di ceneri e
sabbie derivanti dai processi di termovalorizzazione dei rifiuti e del CDR
che vengono inviati al riutilizzo in altri cicli produttivi);
4% di compost non di qualità utilizzato per il recupero ambientale
delle discariche;
39% di rifiuti “trasformati” in prodotti gassosi di combustione e umi-
dità nelle fasi di compostaggio, bioessiccazione e incenerimento;
1% di materiale inviato a recupero energetico in impianti fuori pro-
vincia, di cui quindi non siamo in grado di fornire dati più precisi;
21% di materiale biostabilizzato e altri residui dei processi di tratta-
mento avviati a discarica;
4% di spazzamento stradale e ingombranti selezionati negli impian-
ti di recupero inviati a smaltimento;
1% di ceneri e sabbie derivanti dai processi di combustione a smal-
timento.
Il dato più interessante è senza dubbio la percentuale di rifiuti inviati a
discarica che per il 2006 è stata il 26% (nel 2005 era il 23%).
Si sottolinea comunque che ad esclusione dello spazzamento stradale
nessun rifiuto è inviato a discarica senza essere preventivamente sotto-
posto a operazioni di selezione e trattamento negli impianti.
FIGURA 15: il “destino” dei rifiuti urba-ni, 2006
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 2006 59
Conclusioni
E’ tempo di trarre le conclusioni, di segnalare cosa funziona e cosa va
migliorato nella gestione dei rifiuti urbani in provincia di Pavia sulla
base delle performances raggiunte nel corso del 2006.
Gli aspetti positivi, peraltro già segnalati nelle precedenti pubblicazio-
ni, sono senza dubbio l’autosufficienza della provincia nel trattamen-
to del rifiuto indifferenziato, la presenza di impianti di trattamento tec-
nologicamente avanzati e il fatto che tutto il rifiuto indifferenziato sia
sottoposto a trattamento prima di essere inviato in discarica.
Secondo le nostre stime nel 2006 inoltre la percentuale di rifiuti invia-
ti in discarica al termine del ciclo di trattamento dei rifiuti urbani è
stata del 26%, leggermente superiore al 23% dell’anno precedente
ma comunque un ottimo risultato.
Passando alle problematiche, la prima che salta all’occhio è la lieve
diminuzione della percentuale provinciale di raccolta differenziata, che
nonostante sia sempre stata tendenzialmente bassa confronto alle
altre realtà provinciali lombarde, nell’ultimo anno è scesa dal 25,44%
al 25,18%.
E’ doveroso chiarire che questa realtà dipende, almeno in parte, da
una precisa scelta della Provincia di Pavia che, essendosi trovata in
passato nella necessità di ricorrere ad impianti extraprovinciali per
smaltire i suoi rifiuti urbani, ha deciso di impostare il suo sistema di
gestione puntando essenzialmente sulla dotazione impiantistica piut-
tosto che sulla raccolta differenziata spinta.
Accanto a questo c’è un altro aspetto che merita particolare attenzio-
ne: l’elevata e sempre crescente produzione di rifiuti pro capite, che
in provincia ha raggiunto i 574 kg contro i 518 kg della Lombardia (il
dato nazionale per il 2006 non è ancora disponibile ma fino al 2005
si è sempre mantenuto al di sotto della media provinciale).
Purtroppo mentre la percentuale di raccolta differenziata dipende
principalmente dal sistema di gestione applicato, oltre che dal com-
portamento dei cittadini, la produzione pro capite, essendo stretta-
mente legata allo stile di vita della popolazione e al sistema produtti-
vo per quanto riguarda gli imballaggi, esula dal controllo della
Provincia. Sarebbe comunque interessante scoprire cosa rende la pro-
vincia di Pavia così diversa da realtà geograficamente, economica-
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Rapporto sulla gestione dei Rifiuti Urbani anno 200660
mente e socialmente così vicine.
I problemi dunque sono diversi e complessi proprio come le risposte
necessarie, che devono coinvolgere diversi soggetti a diversi livelli sociali.
Senza dubbio sarebbe utile scoprire ed eliminare le cause dell’eleva-
ta e sempre crescente produzione di rifiuti urbani, ma anche rivedere
i sistemi di gestione, per esempio introducendo la raccolta differenzia-
ta della frazione organica su tutto il territorio e il porta a porta e il com-
postaggio domestico ove possibile, senza dimenticare il ruolo che
possono giocare le singole iniziative specifiche, anche locali.
Anche i cittadini devono essere coinvolti nelle nuove strategie di
gestione attraverso azioni di formazione e informazione perchè, come
dimostra l’iniziativa del Comune di Gerenzago illustrata in preceden-
za, l’entusiasmo e la partecipazione della popolazione sono fonda-
mentali e possono portare a ottimi risultati anche nella riduzione dei
rifiuti prodotti.
L’introduzione della tariffa modulata sulla base della quantità di rifiuto
indifferenziato conferito, che applica il principio della responsabilità
condivisa - “chi inquina paga”-, potrebbe sortire effetti positivi incenti-
vando la raccolta differenziata.
In ogni caso non è possibile rimandare ulteriormente l’introduzione di
elementi correttivi ad una realtà che mostra ampi margini di migliora-
mento.
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