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Maria Lia LunardelliMaria Lia LunardelliAzienda Azienda OspedalieroOspedaliero--UniversitariaUniversitaria
S.OrsolaS.Orsola--MalpighiMalpighi BolognaBologna
Progetto di Ricerca Regione-Università 2007-2009“Ortogeriatria: modelli di intervento”
Epidemiologia delle cadute
Epidemiologia delle fratture
500.000 fratture di femore all’anno nella UE, 90.000 in Italia, 6000 in Emilia Romagna
Oltre il 95% delle fratture riguarda persone > 65 anni
Il rischio di frattura raddoppia ogni decade dopo i 50 anni di vita
Si stima che dal 2040 le fratture di femore saranno > 800.000 all’anno
20%-30% Anziani residenti a domicilio (Tinetti et al, 1988)
30%-60% Anziani residenti in Nursing Home (Luukinen et al, 1994)La frequenza delle cadute aumenta con l’età (Lord et al, 1993)
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02468
1012141618
1950/55 2000/05 2025/30 2045/50
Italia Francia India
PERCENTUALE DI POPOLAZIONE CON 80+ ANNI. CONFRONTI INTERNAZIONALI
Incidenza età correlata della frattura di femore nella popolazione inglese
Rappresentano una delle cause più frequenti di :• Ospedalizzazione• Mortalità (fino al 30% ad un anno)• Perdita di autonomia (fino al 60% degli anziani fratturatinon recupera l’autonomia)
Costi della ospedalizzazione: 15.000 €/frattura
Costi sanitari e sociali raddoppiano nell’annosuccessivo all’intervento a causa di: riabilitazione, disabilità, istituzionalizzazione
Le fratture del Femore costituiscono un importanteproblema sanitario nei paesi industrializzati
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Systematic approach to falls and fracture care & prevention: four key objectives
Stepwise implementation
Objective 1: Improve outcomes and improve efficiency of care after hip fractures – by following the 6 “Blue Book” standards
Hip fracture patients
Objective 2: Respond to the first fracture, prevent the second – through Fracture Liaison Services in acute and primary care
Non-hip fragility fracture patients
Objective 3: Early intervention to restore independence – through falls care pathway linking acute and urgent care services to secondary falls prevention
Individuals at high risk of 1st fragility fracture or other injurious falls
Objective 4: Prevent frailty, preserve bone health, reduce accidents –through preserving physical activity, healthy lifestyles and reducing environmental hazards
Older people
Martin FC. BGS Commissioning Workshop, London November 25th 2009
Systematic approach to falls and fracture care & prevention: four key objectives
Objective 1: Improve outcomes and improve efficiency of care after hip fractures – “Blue Book” standards
Hip fracture patients
Objective 2: Respond to the first fracture, prevent the second – through Fracture Liaison Services in acute and primary care
Non-hip fragility fracture patients
Objective 3: Early intervention to restore independence – through falls care pathway linking acute and urgent care services to secondary falls prevention
Individuals at high risk of 1st fragility fracture or other injurious falls
Objective 4: Prevent frailty, preserve bone health, reduce accidents –through preserving physical activity, healthy lifestyles and reducing environmental hazards
Older people
Improve the care, experience and outcomes after hip fracture
Hip fracture patients
Martin FC. BGS Commissioning Workshop, London November 25th 2009
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HIP FRACTURE PATHWAY
Un modello ideale deve essere capace di garantire la continuità assistenziale dalla fase
acuta a quella riabilitativa
UNITA’ DI ORTOGERIATRIA
ProgrammiProgrammi didiconsulenzaconsulenza per per ll’’assessmentassessment globaleglobaleal al pazientepaziente
RepartoReparto integratointegrato a a gestionegestione geriatricageriatrica
UnitUnitàà postpost--acutaacutaspecializzataspecializzata per la per la fasefase postpost--chirurgicachirurgicaprecoceprecoce
ServiziServizi integratiintegrati didialtaalta intensitintensitàà per la per la riabilitazioneriabilitazioneprecoceprecoce a a domiciliodomicilio
HOSPITALAT HOMEGORUCONSULENZA
GERIATRICA
• Negli ultimi anni vi è stata una grande diffusione di esperienze ortogeriatriche, soprattuto in Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti, ma con differenti modelli spesso non confrontabili tra loro.
• Le conclusioni della Cochrane sono a favore dell’approccio multidisciplinare per i pazienti anziani con frattura di femore ma non indicano ilmodello ottimale di comanagement.
(Cochrane Reviews 2001 – Co‐ordinated multidisciplinary approaches forinpatient rehabilitation of older patients with proximal femoral fractures)
• Tutti i soggetti con fratture da fragilità devono ricevere un approccio multidimensionale di tipo ortogeriatrico a partire dal momento del ricovero
• (SIGN 2009 ‐ Prevention and management of hip fracture in older people)
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• almeno un centro di eccellenza per la praticaortogeriatrica in ogni ospedale
• indipendentemente dal modello organizzativo sidevono realizzare collaborazioni tra gli specialistisulla base delle necessità e delle risorsedisponibili
Staff medico e infermieristico, terapisti della riabilitazione, nutrizionisti, assistenti sociali
Aspetti organizzativo-gestionali dell’assistenza ortogeriatrica: National Service Framework for Elderly Care (UK)
Principi base del Modello Ortogeriatrico
•Tempestivo trattamento chirurgico anche degli anziani più fragili, finalizzato ad un rapido recupero del cammino ( ""the first step the first step in rehabilitation is the first stepin rehabilitation is the first step““))
•Costituzione di un team care multiprofessionale
•Utilizzo di protocolli di intervento standardizzati e uniformità di cura
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Fisioterapista Assistente Sociale
MedicoOrtopedico-Geriatra-Fisiatra
Infermiere Case Manager
approccioapproccio multiprofessionalemultiprofessionale e e centralitcentralitàà delladella persona persona
Principi base del Modello Ortogeriatrico
• Comunicazione con il paziente e la famiglia
• Utilizzo dei principi dell’assessmentgeriatrico
• Programmazione tempestiva delladimissione
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1. Valutazione all’ammissione e pre-operatoria
2. Ruolo chiave del geriatra nella valutazione e nella gestione delle comorbilità
3. Assistenza peri- e post operatoria
4. Valutazione nutrizionale
5. Riabilitazione
6. Dimissione programmata
7. Follow-up
8. Prevenzione secondaria delle fratture
Attività qualificanti del Modello Ortogeriatrico
Specificità dell’intervento del geriatra •Precoce identificazione e trattamento delle complicanze e delle comorbilità
•Ottimizzazione dei tempi per l’intervento
•Individuazione dei fattori psicosociali determinanti per il recupero dalla frattura
•Comunicazione con pazienti, caregiver e team multiprofessionale
•Tempestivo inizio della riabilitazione e della pianificazione della dimissione
•Maggior uso delle risorse di prevenzione secondaria per l’ approccio alla continuità assistenziale
•Facilitazione della ricerca, formazione e audit
Attività qualificanti del Modello Ortogeriatrico
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Best Practice Tariffs for Hip Fractureincentivazione di risultato
(UK, 2010)
What should be the best practice measures?
1. Time to surgery 36 hours2. Quality of care Ortho-Geriatric
• Admit with joint protocols• Peri-operative care – seen within 3 days by
orthogeriatrician• Rehabilitation – OG led multidisciplinary care• Fracture prevention – falls and fracture prevention
plan
ORTHOGERIATRICS : a Challenge for research
There are significant challenges to conducting hospital-basedRCTs related to such broad care concepts. These include:
•The ethics of randomising patient to non-intervention whenthe intervention is already accepted practice
•The heterogeneity of care concepts (Ortho-geriatric and orthopaedic models ) being comparated
•The difficulty in controlling the moltitude of other factorsinvolved with patients and health care environments
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Where we are …
• Iniziative di collaborazione tra ortopedia e geriatria si sono diffuse in maniera spontanea a partire dagli anni 90 in Italia e in Emilia Romagna con prevalenza del modello di Consulenza Geriatrica più o meno strutturata
• In ER alcune Geriatrie coinvolte in percorsi ortogeriatrici hanno promosso uno studio osservazionale nell’ambito del Programma di Ricerca Regione‐Università
“Ortogeriatria : modelli per la gestione clinica integrata e per la continuità assistenziale degli anziani con frattura del femore”Capofila: Azienda Ospedaliero‐ Universitaria (AOU) di Bologna Policlinico S.Orsola‐Malpighi
Per il Gruppo di ricercaCoordinatore scientifico:Maria Lia Lunardelli ‐ Azienda Ospedaliero Universitaria S.Orsola‐Malpighi Bologna
Programma di Ricerca Regione-Università 2007-2009 Area 2 Ricerca per il Governo Clinico
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AOU
AUSL
AOUAUSL
AOAUSL
Aree della Regione Emilia-Romagna coinvolte : Bologna, Ferrara, Parma, Reggio Emilia
AOUAUSL
Modello A. Intervento di Consulenza Geriatrica programmata 5 gg/ settimana nel reparto di ortopedia (Parma)
Modello B. Gestione Geriatrica all’interno del reparto di Ortopedia sia in fase preoperatoria che postoperatoria con separazione delle competenze geriatriche e ortopediche (Reggio Emilia)
Modello C. Unità Ortogeriatrica in ortopedia con team multiprofessionale(Bologna)
Modello D. Unità Ortogeriatrica di postacuzie, consulenza geriatrica in ortopedia, integrazione funzionale con la rete dei servizi e programma ditelemedicina (Ferrara)
Tipo di intervento
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Scopo della ricerca
Individuare il modello clinico-assistenziale che, per outcomes clinici e di efficienza, consenta di definire i criteri per la generalizzazione di un percorso ottimale per i pazienti anziani con frattura di femore.
Studio osservazionale comparativo multicentrico prospettico
Confronto retrospettivo su una parte dei parametri di outcome verso i 6 mesi precedenti l’inizio del progetto.
Disegno dello studio
Soggetti
Soggetti di età ≥ 75 ricoverati consecutivamente negli ospedali delle quattro aree per frattura prossimale di femore in un periodo di 12 mesi. Sono esclusi i soggetti con frattura patologica o nuova frattura omolaterale.
Arruolamento pazienti Follow up (3,6,12)
12 mesi 12 mesi
Pool dei dati per l’analisi dei profili di rischioConfronto comparativo tra i centri / modelliConfronto dei singoli centri vs il controllo storico
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• riduzione della mortalità precoce (intraospedaliera e a 3 mesi)
• riduzione dell’ incidenza e durata delle complicanze intraospedaliere
• riduzione della mortalità tardiva (a 1 anno)
• recupero funzionale (disabilità a 3 e 6 mesi)
• possibilità di vita indipendente al domicilio (istituzionalizzazione definitiva a 1 anno).
Outcome Clinici
Relativi alla efficienza del percorso
- tempo di attesa operatoria
- durata della degenza
- utilizzo dei servizi di riabilitazione
- ricovero temporaneo in postacuzie
- utilizzo dei servizi territoriali.
Obiettivi di processo
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Obiettivi secondari
1.Applicazione delle Linee guida specifiche per la gestione delle Fratture di Femore (SIGN‐2009)
2. Implementazione di un sistema omogeneo di valutazione geriatrica multidimensionale (VMD)
3. Elaborazione di un protocollo orientato per fasi ed attività di cura sulla base della metodologia dei Clinical Pathways
4. Elaborazione di protocolli specifici su problemi e complicanze del paziente anziano fratturato: trattamento del dolore, delirium, stato nutrizionale
5. Formazione sul campo di tipo trasversale per tutte le professioni coinvolte
6. Individuazione di sottogruppi di pazienti a diverso grado di rischio in base alle caratteristiche prefrattura o al decorso della fase acuta
RIORGANIZZAZIONE DEL PERCORSO ASSISTENZIALE INTRA-OSPEDALIERO ED ATTIVAZIONE DI UN’AREA DEDICATA AI PAZIENTI
ANZIANI CON FRATTURA DI FEMORE E COMORBILITA’
Gruppo di lavoro: Nella Cantafora, Chiarina Davoli, Ivana Fraulini, Carlo Frondini, Rosanna Giordano, Paolo Gherardi, Massimo Laus, Maria Lia Lunardelli, Vincenzo Manigrasso, Roberto Manopulo, Carmela Marinacci, Maria Teresa Mucci, Anna Pavani, Roberto Rossi, Sandro Sandri, Martina Taglioni, Mariangela Taricco.
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Tempogramma Ortogeriatria 2007-2009 2007 2008 2009 LUG AGO SETT OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Incontri del gruppo di ricerca Costruzione del protocollo Formazione Seminario Implementazione e Training Monitoraggio Modellizzazione software Follow up
TEMPOGRAMMA ORTOGERIATRIA 2007-2009
Primavera 2010
Relazione finale Ottobre 2010
1. caratteristiche basali dei pazienti: età, sesso, provenienza e convivenza, supporto in atto e uso dei servizi; tipo di frattura, tipo di caduta, abilità funzionale prefrattura per ADL, IADL, deambulazione; Charlson Index, terapia farmacologica a domicilio, Scala di Conley, SPMSQ, GDS, severità dello stato clinico APACHE score, Hand‐grip, parametri biochimici all’ ingresso (albuminemia, paratormone, vit D 25‐OH, proteina C‐reattiva, emoglobina)
2. complicanze intraospedaliere: cardiovascolari maggiori e sistemiche, infettive, delirium tramite CAM in tempi predefiniti, ulcere da pressione;
3. parametri relativi al modello organizzativo generale: tempo di attesa preintervento, tipo di intervento, tempo complessivo di allettamento, tempo di verticalizzazione, durata della degenza per setting di cura;
4. parametri relativi agli outcomes ed al follow‐up: luogo di dimissione, sede e durata della fase riabilitativa, abilità funzionali per ADL, deambulazione, salire e scendere le scale; utilizzo di servizi territoriali; eventuale istituzionalizzazione; data dell’ eventuale decesso.
Dati raccolti
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Ortogeriatria: modelli per la gestione clinica integrata e per la continuità assistenziale degli anziani con frattura di femore
Maria Lia Lunardelli1, Carlo Frondini1, Maria Macchiarulo1, Emilio Martini1, Nadia Santoro1, Alberto Ferrari 2, Giulio Pioli2, Maria Luisa Davoli2, Francesca Pellicciotti2, Amedeo Zurlo3, Anna Maria Zagatti3, Ilaria Pedriali3, Fernando Anzivino4, Anna Nardelli5, Antonio Giordano5, Fulvio Lauretani5.
1Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, 2 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, 3Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, 4Azienda USL di Ferrara, 5Azienda Ospedaliero- Universitaria di ParmaIntroduzione e obiettivi. La gestione multidisciplinare del paziente anziano con frattura di femore risulta essere associata a migliori outcome; non è tuttavia chiaro quale sia il modello organizzativo di riferimento. Scopo della ricerca èconfrontare i risultati di differenti modelli di intervento rispetto alla fase acuta, postacuta ed al percorso dei pazienti dopo la degenza ospedaliera.Metodo. Studio multicentrico prospettico di intervento comparativo in aperto. Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti di età ≥75 anni ricoverati consecutivamente per frattura prossimale di femore da fragilità durante un periodo di 12 mesi. Tutti i centri hanno utilizzato una valutazione multidimensionale comune in grado di fornire un “core set” di dati utile per caratterizzare i pazienti e per valutare l’efficacia e l’efficienza dell’intervento.Un follow up telefonico con un questionario strutturato è stato eseguito a 3, 6 e 12 mesi dalla frattura.I 4 centri partecipanti hanno sviluppato diversi modelli di intervento con grado variabile di co-management.
C. Complicanze intraospedaliereIl 51% dei soggetti ha presentato complicanze internistiche di cui il 15% cardiache. Complicanze infettive sono comparse nel 28% dei pazienti (22% urinarie e 6% polmonari). Manifestazioni di delirium iper ed ipocinetico sono state rilevate nel 37% dei soggetti. Ulcere da pressione erano presenti nel 2% dei soggetti all’ingresso e nel 12% alla dimissione.
Risultati preliminari. A. Caratteristiche basali dei pazienti (tabella 1)
La mortalità a 30 giorni è 6.4% senza significative differenze fra i centri, sale al 15.3% al FU del 3° mese e raggiunge il 19.9% al FU del 6° mese con maggiori differenze tra i centri, pur non raggiungendo la significatività statistica. Le variabili maggiormente correlate alla mortalitàsembrano essere quelle legate alla fragilità del paziente ed alle complicanze.Il trattamento conservativo rappresenta un altro importante fattore prognostico negativo (dati non mostrati).
ConclusioniLa frattura di femore comporta tutt’oggi un grande impatto sulla salute con una elevata mortalità ed una elevata quota di soggetti che riducono o perdono la propria autonomia. L’impegno assistenziale che ne deriva a carico delle famiglie e dei servizi è in tutti i 4 centri molto elevato e di simile entità. L’insieme dei dati complessivamente sembra supportare l’ipotesi che il co-management e l’intervento ortogeriatrico fin dalla fase acuta abbiano migliori risultati dello stesso approccio nella sola fase postacuta. Ulteriori dati deriveranno dall’ultimazione della ricerca che comprende•Il completamento del follow up a 12 mesi dalla frattura•Il confronto di alcuni parametri (fra cui la mortalità) con lo storico dei singoli centri•L’identificazione dei profili di rischio dei pazienti
B. Dati relativi alla frattura e all’intervento (tabella 2)
Tipo di interventoModello A. Intervento di consulenza geriatrica programmata 5 gg/ settimana nel reparto di ortopedia (Parma)Modello B. Gestione geriatrica all’interno del reparto di Ortopedia sia in fase preoperatoria che postoperatoria con separazione delle competenze geriatriche e ortopediche (Reggio Emilia)Modello C. Struttura ortogeriatrica dedicata all’accoglienza di anziani fratturati, con team integrato a gestione geriatrica in ortopedia (Bologna)Modello D. Struttura ortogeriatrica postacuta con consulenza geriatrica in ortopedia. Integrazione funzionale con la rete dei servizi e programma di telemedicina (Ferrara)
Il campione di PR è risultato eccessivamente disomogeneo rispetto agli altri centri (verosimile bias derivante da diverso metodo di selezione), pertanto è stato incluso nell’analisi dei percorsi ma escluso dalle analisi di outcome.
D. Degenze ospedaliere e istituzionalizzazione (tabella 3)
E. Variazioni del supporto domiciliare e utilizzo dei servizi (fig.1). I dati si riferiscono alla popolazione vivente a domicilio prima della frattura (91% del totale).
F. Outcome. Variazioni nelle abilità di base (fig.2). Variazioni nello score ADL e giudizio soggettivo globale. I dati si riferiscono alla popolazione con capacità pre-frattura di eseguire autonomamente almeno 2 attività quotidiane di base (83%).
G. Outcome. Mortalità (fig.3).
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Trasferibilità dei risultati al contesto sanitario regionale
Le aree coinvolte e la consistenza della casistica rappresentano una base significativa per la trasferibilità dei risultati ottenuti al contesto sanitario regionaleriguardo a:
• Processi e Qualità assistenzialeriduzione della frammentazione dei percorsi
e omogeneizzazione delle cure
• Ottimizzazione dell’uso di risorsemigliore integrazione e collaborazione di quelle già impegnate nei percorsi tradizionali
• Contenimento dei costi attraverso il controllo dei processi e degli outcome
Estensione della raccolta dati ad un sistema di confronto e di audit realizzando un database regionale simile allo Scottish Hip Fracture Audit (SHFA) da cui ha avuto origine il National Hip Fracture Database (NHFD) inglese.
Livello di
Programmazione
Sanitaria
Livello Organizzativo della rete
Livello di cura della Persona
SSN, SSR, Aziende Sanitarie, PAL
Management
Qualità della vita della persona e del caregiver
Coordinamento interno
Integrazione tra servizi diversi
Progetti innovativi e di ricerca
Formazione
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The future is not a destination…
… we have to imagine, plan and build.
Grazie per l’attenzione
ad una
buona qualità della vita. . .
Dalla fase acuta
Ortogeriatria : creare il percorso all’anziano fratturato