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Appunti di storia medievale:
La Chiesa dopo la caduta dell’impero romanoL’ascesa della Chiesa di RomaIl monachesimo occidentale e la cristianizzazione
Prof. Giorgio AdusoLiceo scientifico “Galileo Galilei”
–
Selvazzano Dentro (PD)
Regno di ODOACRE(476-488)
Regno degli OSTROGOTI(488-553)
Prammatica Sanzione (554)L’Italia ritorna all’impero d’Oriente
Invasione dei LONGOBARDI (568)DIVISIONE DELLA PENISOLA
GIUSTINIANOImperatore d’Oriente
Riconquista l’OccidenteGuerra gotico‐bizantina
(535‐553)
TERRITORI LONGOBARDI(568-774)
Nord Italia, Toscana, ducati di Spoleto e di Benevento –
Capitale Pavia
•Lenta integrazione tra Romani e Longobardi
•Graduale conversione dei Longobardi al cattolicesimo
•Editto di Rotari (643): prime leggi scritte dei Long.
•Tentativi dei re Liutprando e Astolfo di unificare la penisola eliminando i possedimenti bizantini (Esarcato e ducato romano)
TERRITORI BIZANTINI(568-756)
Liguria, Esarcato di Ravenna, ducato di Roma, coste della Campania, Puglia, Calabria
Capitale Ravenna
•Progressiva perdita di territori a vantaggio dei Longobardi
•Affermazione dell’autorità del Papa sul Lazio e Roma (formalmente appartenenti a Bisanzio)
•Il Papa chiede aiuto a Pipino il Breve, che viene consacrato re dei Franchi e sconfigge i Longobardi in due successive spedizioni (754-756)
Lo stanziamento dei
Longobardi ha provocato la fine dell’unità
politica
dell’Italia
Prima romana
Poi ostrogota
Per quindici anni dipendente
da Bisanzio
Infine frazionata▪
Fra bizantini e Longobardi▪
Ascesa del Papato▪
Interventi dei Franchi
Due fatti
della storia del cristianesimo hanno particolarmente influenzato la formazione
della civiltà
medioevale:
L’affermazione del papato
Lo sviluppo del monachesimo
Ruolo decisivo in campo
Religioso
Culturale
Sociale
Economico
Fu l’unica istituzione a garantire continuità
di civiltà
Seppe definire un insieme di valori comuni per l’uomo medievale
Solida struttura organizzativa (2 principi):
L’esclusione delle donne dal sacerdozio e da tutti
gli altri compiti inerenti la dottrina
Separazione gerarchica fra:▪
Il corpo dei sacerdoti
▪
La comunità
dei laici
Elezione dei vescovi
All’inizio era decisa dalla comunità
dei fedeli
In seguito diviene competenza dei soli ecclesiastici
Essi rimanevano nelle principali città
romane
Sin dalla predicazione apostolica le varie comunità
cristiane sono sottoposte
all’autorità
di un vescovo
(“sorvegliante”)
Ma i vescovi non sono tutti sullo stesso piano, tra essi emergono i titolari di cinque
sedi:
Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, detti “Patriarchi”.
Nel V secolo le competenze del vescovo si allargano al campo
politico
giuridico
Militare
Il vescovo assume la funzione di defensor civitatis
Cura l’amministrazione civile e la giustizia
Garantisce gli approvvigionamenti alimentari per la città
Tratta con i capi barbari la divisione dei territori
Consolida le strutture difensive
Difende e restaura antichi monumenti
Per colmare un vuoto di potere
Gli stessi vescovi subivano la lontananza e la debolezza dell’impero bizantino
Avevano bisogno di un punto di riferimento: lo trovarono nel vescovo di Roma
Il vescovo di Roma Damaso (366‐384) fu il primo a rivendicare la propria autorevolezza su tutti i vescovi
dell’impero
In virtù
del suo ruolo di vicario dell’apostolo Pietro
Cominciò a chiamare “figli”
e non “fratelli”
gli altri vescovi
Il successore Siricio
(384‐399) assunse per primo il
titolo di “papa” (padre)
Al Vescovo di Roma viene nel tempo riconosciuto un primato
Perché
Roma è
stata il luogo del martirio dei primi degli Apostoli Pietro e Paolo e perché
il papa è il
successore di Pietro.
Per ruolo di guida autorevole
che i papi svolgono durante le complesse controversie teologiche
del
IV‐V secolo
Leone I Magno
(440‐461) parla apertamente di un “primato petrino”
e difende la fede
cattolica contro l’eresia monofisita (Calcedonia 451).
Gelasio I
(492‐496) si oppone alle ingerenze dell’imperatore nelle questioni religiose
(“cesaropapismo”): autorità
spirituale e temporale sono autonome.
Di famiglia senatoria, fu il primo papa monaco, dopo essere stato Prefetto di
Roma.
Organizza lo sfruttamento dei beni della Chiesa
a vantaggio dei poveri.
In contrasto con il patriarca di Costantinopoli, interpreta il primato come servizio,
definendosi “Servus servorum Dei”.
“Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è
così; ma chi vuol essere grande tra
voi si farà
vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è
venuto per essere
servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
(Vangelo di Marco, 10, 42-45)
Il servizio di Pietro consiste anche nel promuovere l’evangelizzazione:
Gregorio manda in missione presso gli Anglo‐Sassoni
il monaco Agostino di Canterbury
Contemporaneamente si impegna, insieme alla regina Teodolinda per la conversione al Cattolicesimo dei
Longobardi.
Si delinea una contrapposizione fra Chiesa di Roma e
Patriarcato di Costantinopoli (ciascuna delle due sedi rivendica il proprio primato)
L’iconoclastia
Il deterioramento delle relazioni tra i vescovi di Roma e Costantinopoli fu dettato da questioni inerenti l’iconoclastia, politica di distruzione delle immagini sacre ufficializzata nel 726 o 730 da Leone III l’Isaurico con un celebre editto. Papa Gregorio III condannò la convinzione che Dio non fosse rappresentabile iconograficamente e che farlo preludesse all’idolatria.
Miniatura bizantina con il volto di Cristo sfigurato dagli iconoclasti
Per secoli la chiesa aveva accumulato beni e terre
Attraverso lasciti e donazioni
Senza corrispondere tasse a stati inesistenti
Senza timori di divisioni di patrimonio
A questo patrimonio si aggiungeranno le donazioni
Dei sovrani Longobardi
Dei sovrani Franchi
La falsa donazione di Costantino
La chiesa finisce per acquisire il monopolio della parola
scritta: la cultura laica era scomparsa nel VI secolo.
Patrimoniodi San Pietro
Ducato di Roma(fino al 756)
Ducati longobardi
Conquiste di Pipino (756)
Lasciti longobardi (757‐781)
Conquiste di Carlo Magno (787)
L’assenza del potere
politico in Italia
consente al papa di non subirne i condizionamenti
in
materia religiosa;
lo costringe ad assumerne le funzioni nel sopperire
all’indigenza
della popolazione e nell’organizzare la difesa
contro i tentativi di conquista longobardi.
Su queste basi, nel VIII secolo, inizia il potere temporale
del papa sul ducato Romano, la
Pentapoli e l’Esarcato.
Il papa già dal VI secolo esercita di fatto l’autorità politica su Roma e il Lazio, che formalmente appartengono all’impero bizantino
Donazione di LiutprandoIl re longobardo Liutprando dona alla Chiesa il Castello di Sutri (728)
Donazione di LiutprandoIl re longobardo Liutprando dona alla Chiesa il Castello di Sutri (728)
Donazione di PipinoIl papa Stefano II si allontana da Bisanzio e cerca l’appoggio dei Franchi
Consacra Pipino il Breve re dei FranchiPipino, riconoscente, toglie ai Longobardi e dona alla Chiesa (756)
l’Esarcato di Ravenna (Romagna) e la Pentapoli (varie città delle Marche e dell’Umbria
Donazione di CostantinoNella seconda metà dell’VIII secolo viene elaborato un falso
documento, secondo il quale l’imperatore Costantino, nel 313, avrebbe donato al papa Silvestro I Roma e i territori dell’impero d’Occidente
Il documento viene utilizzato per giustificare l’incoronazione di Carlo Magno e il potere politico dei papi
La falsità del documento è stata dimostrata dall’umanista Lorenzo Valla nel XV secolo
Formazione
del
Patrimonio
di San Pietro
Stato
della Chiesa
La conversione delle popolazioni rurali fu molto
lenta
Nel V secolo il paganesimo
era dominante nelle campagne
I monaci costituirono i loro luoghi di preghiera fuori dalle
città, a contatto con la civiltà rurale
A partire dal III secolo, in Egitto, alcuni cristiani cominciarono a ritirarsi nel deserto
per condurre una vita solitaria, di preghiera, penitenza, meditazione (“ascesi”).
Furono detti monaci
(“monos”
= solo), anacoreti
(“anachorein”
= ritirarsi),
eremiti
(“eremos”
= deserto).
I monaci cercavano una più
stretta unione con Dio: lasciando ogni cosa
volevano testimoniare che per loro Dio era tutto.
Finché
duravano le persecuzioni
la radicalità
della
fede si esprimeva nell’accettazione eroica del martirio.
L’eroismo diviene quotidiano, anche in polemica
con un cristianesimo che si andava mondanizzando.
S. Antonio Abate (250‐356) che si
ritirò nel deserto della Tebaide, in Egitto, è tra i primi
fondatori del monachesimo
eremitico.
I monaci non sono isolati dal resto dei cristiani:
Molti ammirano il loro stile di vita, li aiutano materialmente, ne cercano il consiglio e
l’aiuto spirituale.
Molti vogliono seguirne l’esempio: il deserto egiziano si popola rapidamente:
nasce il monachesimo cenobita
(dal greco per: “vita comune”)
La vita comune dei monaci fu organizzata da:
S. Pacomio
(287‐347) in Egitto crea la “laura”, il monastero, con celle per la vita eremitica e luoghi
per la vita comune.
S. Basilio
(330‐379) diffuse l’esperienza in Asia Minore, mette a capo del monastero l’
“igùmeno”
(abate), aggiunge alla penitenza lo studio e la predicazione.
Il monachesimo iniziò a diffondersi
in Europa nel IV secolo
grazie a Martino di Tours
e Cassiano.
Dal V secolo
si sviluppò in Irlanda,
dove assunse un carattere missionario.
Dal VI secolo
i monaci irlandesi
portarono la fede in Inghilterra
e Germania, ma anche In Francia e in
Italia.
Appare come oasi di pace per la società angosciata di quel tempo
Fitta rete di monasteri
da luoghi di spiritualità
centri propulsori di economia
dal VII secolo si sviluppano mercati
Centri di produzione culturale
Si copiano e studiano▪
Testi sacri
▪
Testi della cultura classica
Vissuto tra 480
e il 547
ne conosciamo la vita tramite un testo di Gregorio Magno.
Di origini nobili, abbandonò gli studi a Roma ritirandosi come eremita a Subiaco
Raccolti molti seguaci, fondò il monastero di Montecassino
(529) dove, mentre infuriava la
guerra greco‐gotica, redasse la celebre Regola (540).
Benedetto non ha introdotto
il monachesimo in Occidente, né
la sua Regola
è opera del tutto originale.
Lo stile di vita monastica da lui introdotto ha conosciuto però una grandissima diffusione, tanto che nel IX secolo
venne adottata da
tutte le realtà
cenobitiche.
Divide la giornata del monaco in momenti di preghiera, lavoro
manuale e studio.
Evita gli eccessi ascetici del monachesimo orientale, mostrando moderazione
e coscienza dei limiti
umani.
Impone la stabilitas
loci
e una vita totalmente comunitaria
nella completa obbedienza all’abate.
Il monachesimo contribuì
alla diffusione del cristianesimo, primo fattore di unità
per i diversi
popoli che abitavano l’Europa dopo la fine dell’impero romano.
I monasteri erano anche centri di studio
in cui il patrimonio culturale dell’antichità
veniva
conservato e tramandata (biblioteche e scriptoria).