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prof. G. Di Bartolomeo
Ripasso veloce suMacroeconomia e regolarità empiriche
Facoltà di Scienze della ComunicazioneUniversità di Teramo
Variabili economiche
• Variabili stock (non riferite ad un preciso istante temporale)
• Variabili flusso (misurabili in riferimento ad un intervallo temporale)
• Grandezze nominali (o monetarie): a prezzi correnti
• Grandezze reali: a prezzi costanti
I problemi della microeconomia
Allocazione delle risorse
Determinazione dei prezzi relativi
I soggetti della microeconomia Famiglie ed imprese
Microeconomia
a) Le imprese decidono (in base ai prezzi relativi – segnali del mercatosegnali del mercato)
Che cosa produrre In quale quantità Con quali fattori produttivi
b) Le famiglie decidono la quantità di fattori di produzione da offrire
La macroeconomia studia il sistema economico nel suo complesso e le relazioni che intercorrono fra le grandezze aggregate
Il livello di produzione dell’intera economia
ed il suo tasso di crescita
Il livello dell’occupazione
ed il tasso di disoccupazione
Il livello generale dei prezzi ed il
tasso di inflazione
Le principali grandezze intorno a cui ruota l’analisi macroeconomica sono:
L’analisi macroeconomica
Le decisioni dell’insieme delle imprese determinano la
PRODUZIONE NAZIONALE
Le decisioni dell’insieme delle famiglie determinano:
L’ammontare delle retribuzioni
Il Reddito Nazionale
La spesa aggregata del sistema
Il livello della Domanda
Produzione, reddito nazionale e domanda
Il prodotto nazionale (PIL)
• È il valore dei beni e dei servizi prodottiin un paese in un anno, al netto dei beni e dei servizi consumati per produrli. Viene indicato comunemente con la sigla Pil.
• Il Pil è un indicatore del livello di attivitàeconomica di un paese.
• Il Pil pro capite (Pil diviso per la popolazione) è un indicatore della ricchezza (benessere) di un paese.
Gli operatori presi in considerazione dall’analisi macroeconomica sono:
Le famiglieLe impreseLo StatoLe banche e il sistema finanziarioIl resto del mondo
Le relazioni e gli scambi fra operatori economici possono essere descritti attraverso un diagramma detto:
FLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITOFLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITO
Relazioni fra gli operatori economici
Flusso circolare del reddito
Beni e servizi
Spesa
FAMIGLIE
Offerta di lavoro
Remunerazione del lavoro
IMPRESE
Flussi realiFlussi monetari
Il flusso circolare del reddito(imprese, famiglie, mercati)
MERCATI DEI BENI E DEI SERVIZI
FAMIGLIE
MERCATI DEI FATTORI
IMPRESE
Spesa per consumi
Remunerazione dei fattori (reddito) Costi
Ricavi
Domandano fattori produttiviOffrono fattori produttivi
Domandano beni Offrono beni
STATOFAMIGLIE IMPRESE
• Servizi pubblici• Prestazioni sociali• Stipendi, interessi
• Servizi pubblici ed infrastrutture• Sussidi, trasferimenti
• Imposte e tasse• Contributi sociali• Lavoro e capitali
• Imposte e tasse• Contributi sociali• Beni e servizi
Famiglie, imprese e Stato
BANCHEFAMIGLIE IMPRESE
Risparmi Prestiti - finanziamenti
Interessi a credito Interessi a debito
Il ruolo di intermediazione del sistema bancario
IMPRESE FAMIGLIE
P.A.
IMPORT
ESTERO
EXPORT
Redditi
Lavoro e Capitale
Beni e Servizi
Imposte Imposte
Servizi Pubblici Servizi Pubblici
Spesa
Il flusso del reddito in economia aperta
• I flussi economici finanziari che intercorrono tra gli operatori sono descritti dalla CONTABILITACONTABILITA’’ NAZIONALENAZIONALE
FMI, OCSEFMI, OCSE (a livello internazionale)
EurostatEurostat, BCE, BCE (a livello europeo)
ISTAT, Banca dISTAT, Banca d’’ItaliaItalia (a livello nazionale)
• La contabilità nazionale misura in termini quantitativi il risultato dell’attività economica di un Paese in un dato arco di tempo
• Gli istituti che rilevano i dati macroeconomici sono:
La contabilità nazionale
• Nella contabilità nazionale la principale grandezza di riferimento è LA PRODUZIONE AGGREGATA O PRODOTTO NAZIONALELA PRODUZIONE AGGREGATA O PRODOTTO NAZIONALE:
Gli AmmortamentiAmmortamenti misurano la perdita di valore subita in un anno dai capitali fissi (una parte dei capitali prodotti in un anno rappresenta il reintegro della capacità produttiva)
• PNLCF (al costo dei fattori) = Somma dei costi di produzione
• PILPIL (Prodotto Interno Lordo) e PNLPNL (Prodotto Nazionale Lordo)
• PNL - Ammortamenti = PNN (Prodotto Nazionale Netto)
• PNL (ai prezzi di mercato) = PNLCF + imposte dir. −− contributi produzione
La misura della produzione aggregata (prodotto nazionale)
• Il valore della produzione è uguale alla somma dei costi di produzione
• Il reddito nazionalereddito nazionale viene speso per acquistare i beni prodotti (la produzione)
• I costi di produzione sono uguali alla somma delle retribuzionidei fattori produttivi
• La somma delle remunerazioni ai fattori produttivi rappresenta il REDDITO NAZIONALEREDDITO NAZIONALE
• PIL = Reddito Nazionale = Spesa Nazionale o Domanda Finale
Produzione e reddito
• Dal lato della produzione
• Dal lato del reddito
Il PIL è il valore dei beni finali finali prodotti
Il PIL è la somma dei redditi percepiti all’interno del sistema economico in un dato periodo di tempo (salari, stipendi, profitti,
rendite, interessi)
• Dal lato della spesa
Il PIL è la somma della spesa nazionale in un dato periodo di
tempo (rappresenta l’impiego del reddito)
Si hanno tre definizioni alternative riferite alla stessa grandezza(PIL, Reddito Nazionale, Spesa Finale)
Definizioni del PIL
I tre metodi di calcolo misurano la stessa grandezza
Si hanno tre metodi alternativi per il calcolo del PIL
1) Metodo dell1) Metodo dell’’outputoutput: misura l’incremento di valore della produzionein ogni fase del processo produttivo
PIL = valore produzione F - valore beni intermedi = Valore Aggiunto
2) Metodo del reddito2) Metodo del reddito: PIL = RN = somma delle remunerazioni deifattori produttivi
(salari + profitti + rendite + interessi)
3) Metodo della spesa3) Metodo della spesa: PIL = RN = Consumi + Investimenti(misura il reddito come somma degli impieghi)
Misurazione del PIL
Costi di produzione Valore della produzione
finaleValore Aggiunto
Agricoltura --- 100 100 100Industria 100 200 300 200 = (300-100)Servizi 300 300 600 300 = (600-300)
Totale 400 600 10001000 600
Beni intermedi
Fattori: L, KSettori
(Duplicazioni)
Il VA = somma dei costi di produz. = somma dei redditi corrisposti ai fattoriPN = RN = VAPN = RN = VA
Il VA può essere calcolato:
• come differenza: produzione finale - beni intermedi (1000 - 400 = 600)• come somma dei costi o dei redditi (100 + 200 + 300 = 600)
Metodo dell’output (v.a.)
PIL reale: somma delle quantità di beni finali valutati a prezzi costantiprezzi costanti
• Il PIL reale permette di misurare la produzione e le sue variazioninel tempo, escludendo lescludendo l’’effetto di prezzi crescentieffetto di prezzi crescenti
• P Yt = PIL nominale al tempo t
• Yt = PIL reale al tempo t
• Crescita del PIL al tempo t = tasso di crescita del PIL reale al tempo t
• Crescita del PIL = (Yt − Yt-1) Yt-1
• Espansione: periodo di crescita positiva
• Recessione: periodi di crescita negativa(almeno due trimestri consecutivi)
PIL reale e PIL nominale
INFLAZIONE: una situazione caratterizzata da un continuoaumento dei prezzi dei beni, ovvero da una continua diminuzione del potere d’acquisto della moneta.
TASSO DI INFLAZIONE: tasso a cui il livello dei prezzi aumentanel tempo
Due misure del livello dei prezzi:
1. Deflatore del PIL 2. Indice dei prezzi al consumo
Variazioni del livello dei prezzi
Un numero indicenumero indice è un rapporto che permette di confrontare le intensità di un fenomeno in situazioni temporali diverse. Si costruisce ponendo al denominatore un valore riferito all’anno base
• Il deflatore del PIL è un numero indice• Il tasso di variazione del deflatore del PIL rappresenta il tasso
di inflazione
• Il deflatore del PIL (Pt) permette di calcolare il prezzo medio deibeni finali prodotti in una economia
Pt = PIL nominalePIL reale = $Yt
Yt0
Numeri indice
• L’indice dei prezzi al consumo misura il livello dei prezzi medi al consumo ed esprime il costo in termini monetari di un determinato paniere di consumo di un tipico consumatore
• L’indice dei prezzi al consumo (IPC) è un numero indice• Il tasso di variazione dell’IPC rappresenta il tasso di inflazione
Indici dei prezzi
Le cifre dell’inflazione
Tassi di inflazione
0
5
10
15
20
25
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005
ItaliaEuropaUsa
1. Il livello generale dei prezzi aumenta sempre (“quasi”sempre): ossia, l’inflazione può essere più o meno alta, ma èpositiva; attualmente è piuttosto bassa, ma in passato è stata parecchio più alta (in altri tempi e/o in altri paesi, molto di più).
2. I tre andamenti si somigliano parecchio, anche se non sono identici; questo suggerisce che ci sono cause comunidell’inflazione, cui però si aggiungono cause specifiche.
3. C’è una chiara graduatoria: l’Italia ha avuto un’inflazione in media più alta di quella europea, che è a sua volta più alta di quella americana; questo suggerisce che cause comuni hanno effetti diversi sulle singole economie.
Ancora regolarità statistiche
Forze di lavoro (NF ): sono il complesso delle persone che voglionolavorare.
Occupati (N):sono il complesso delle
persone che lavorano.
U = NF − N
Disoccupati (U ): sono il complesso delle persone che vogliono lavorare e non lavorano.
Disoccupati:
La disoccupazione
È la quota (percentuale) dei disoccupati sul totale
delle forze di lavoro:
u UNF
NF −NNF
1 − NNF
Tasso di disoccupazione (u)
Le cifre della disoccupazione
Tasso di disoccupazioneItalia - 1960-2005
0
2
4
6
8
10
12
14
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
1. il tasso di disoccupazione in Italia è cambiato molto nel corso degli anni (quarant’anni fa era assai più basso);
2. registra ampie fluttuazioni in su e in giù (negli ultimi sei anni è diminuito di oltre quattro punti;
3. cambia lentamente (“persistenza”).
È così dappertutto?
Regolarità statistiche
Un confronto internazionale
Tassi di disoccupazione
0
2
4
6
8
10
12
14
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
ItaliaEuropaUsaGiappone
1. Gli andamenti della disoccupazione in Italia ed Europa si somigliano molto (anche se la disoccupazione italiana è in media un po’ più alta).
2. Europa e USA hanno, invece, andamenti molto diversi: in particolare, le fluttuazioni USA sono più brusche e frequenti.
3. Un’altra differenza tra Europa e USA riguarda il lungo periodo: fino al 1980 la disoccupazione in Europa è piùbassa; dopo avviene il contrario.
4. Il Giappone ha una storia a parte: la disoccupazione è nettamente più bassa, ma c’è stato un forte peggioramento negli ultimi anni (controtendenza).
Altre regolarità statistiche
La curva di Phillips
La curva di PhillipsItalia - 1980-2000
0
5
10
15
20
25
4 6 8 10 12 14Tasso di disoccupazione
Tass
o di
infla
zion
e
Nella slide precedente abbiamo “plottato”in un diagramma a dispersione
le cifre del tasso di disoccupazione (u)e del tasso di inflazione ( )P̃
Emerge una evidente correlazione inversa :quanto più alta è l’inflazione
tanto più bassa è la disoccupazione.
I due fenomeni sono legati (da cosa?).Pertanto è meglio studiarli assieme.
Commento al grafico
Un po’ di cautela
Inflazione e disoccupazione(Italia - 1960 -2004)
0
5
10
15
20
25
2 4 6 8 10 12 14
Tasso di disoccupazione
Tass
o di
infla
zion
e
1960
1980
19701990
2000
Il nesso tra inflazione e disoccupazionepuò rivelarsi più complicato
di quel che suggerisce la curva di Phillips.
Si deve fare attenzione alle regolarità statistiche.
Nella figura sono stati “plottati”i dati di un periodo più lungo;
e la relazione inversa diventa confusa(il che suggerisce appunto
che la questione è più complessa).
Commento al grafico
“Comovimenti”
Variazioni del PIL e del tasso di disoccupazione (USA - 1960-2002)
-4
-2
0
2
4
6
8
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
PIL TASSO DISO CCUPAZIO NE
Nel grafico precedente sono state “plottate”le variazioni del Pil e della disoccupazione
nell’economia USA.
Commento al grafico
È un importante esempio di comovimento: l’andamento della disoccupazione
è correlato negativamentecon quello dell’attività economica.
Se il Pil cresce molto, la disoccupazione diminuisce.Se cresce poco (o, peggio, cala) la disoccupazione aumenta.
Questo fatto stilizzato viene chiamato:
“Legge di Okun”
Le due curve sono nettamente speculari.
• La legge di Okun evidenzia una relazione tra variazionidella disoccupazione e crescita del PIL
• Una crescita della produzione fa aumentare l’occupazione (leimprese assumono più lavoratori per produrre di più)
• Una crescita elevata della produzione è associata ad unariduzione della disoccupazione
• Alta crescita della produzione = diminuzione del tasso didisoccupazione
• Bassa crescita della produzione = aumento del tasso didisoccupazione
Legge di Okun
La Legge di Okun negli Stati Uniti
Legge di Okun(USA - 1960-2002)
-3,0
0,0
3,0
6,0
9,0
-4 -2 0 2 4 6 8
∆y
∆u
Nel grafico precedente viene presentata la “Legge di Okun”con un diagramma a dispersione
(tra la ∆% del Pil e la ∆% della disoccupazione).
Commento al grafico
L’intercetta con l’asse delle ascisse indica la crescita del Pilsuperata la quale la disoccupazione diminuisce (circa il 3.6%).
L’inclinazione della retta misura la riduzione di disoccupazione associata, in media , a un punto di crescita del Pil (circa 0.6%).
Emerge una chiara correlazione inversa.
Si tratta di una elasticità :
Δ lnu/Δ lnPil
E in Italia?
Fluttuazioni di Pil e disoccupazione(Italia - 1971-2002)
-12
-8
-4
0
4
8
12
1961
1966
1971
1976
1981
1986
1991
1996
2001
-1
-0,5
0
0,5
1
Fluttuazioni del PilVar% della disoccupazione
Abbiamo abbiamo visto chei dati dell’economia USA rivelano un marcato “comovimento”
tra fluttuazioni del Pil e andamento della disoccupazione
Commento al grafico
C’è una differenza istituzionale :in Italia è molto più difficile licenziare e assumere
per la presenza di firing cost.
C’è ugualmente una relazione tra prodotto e lavoro impiegato;ma si esprime in un altro modo
(una via traversa).
Il grafico precedente mostra invece che per l’Italia questarelazione è decisamente più debole (quasi inesistente).
In Italia, quando il Pil cresce, la disoccupazione varia di poco, ma aumentano le ore lavorate. Si veda il diagramma a dispersione.
Ore lavorate
La legge di Okun(Italia - 1971-2002)
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
-4 -2 0 2 4 6 8Var% del Pil
Var%
del
le o
re la
vora
te
Commento al grafico
CONCLUSIONE:la relazione di breve periodo
tra andamento del prodotto e impiego del lavorovale anche in Italia (vale in tutti i paesi).
Le ore lavorate aumentano(con un’elasticità pari a poco meno di 0.5,
come mostra l’inclinazione della retta)quando il Pil cresce più dell’1%
(come mostra l’intercetta con l’asse delle ascisse).
In Italia abbiamo una “legge di Okun” sui generis,che riguarda, appunto,
non l’occupazione ma le ore lavorate
5. Investimento in scorte
Non immobiliare
Immobiliare
Esportazioni (X)
Importazioni (Q)
1. Consumo (C)
2. Investimento (I)
3. Spesa pubblica (G)
4. Esportazioni nette
Composizione del PIL
• Il reddito disponibile è definito come: Yd = Y-Tdove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse al netto deitrasferimenti.
• Il reddito disponibile delle famiglie può anche essere definito comeYd = Y – a + b
dove: aa = somma dei redditi guadagnati, ma non percepiti: imposte,contributi sociali, profitti non distribuiti
bb = somma dei redditi percepiti, ma non guadagnati:trasferimenti, sussidi, interessi sul debito pubblico
Il reddito disponibileIl reddito disponibile è il reddito delle famiglie al netto dell’intervento pubblico
Reddito disponibile
• Consumo: beni e servizi acquistati dai consumatoriIl consumo rappresenta la componente principale del PIL
Consumi delle famiglie in Italia (Anno 2002)
Beni pari al 52.2% della spesa
Beni durevoli pari al 10,7% della spesa
Beni non durevoli pari al 42,5% della spesa
Servizi pari al 46,8% della spesa
Risparmio (S): quota di reddito nazionale disponibile non consumataS = Yd – C
Possono essere soggetti di risparmio:Possono essere soggetti di risparmio: le famiglie, le imprese, la PA
Consumo e risparmio
Investimento fisso:
Investimento non Investimento non immobiliare:immobiliare: acquisto di
nuovi impianti macchinari da parte delle imprese.
Investimento Investimento immobiliare:immobiliare: acquisto di
nuove case o appartamenti da parte
degli individui
L’investimento è una grandezza flusso:rappresenta l’incremento dello stock di capitale desiderato
Investimenti
Investimento in scorteDifferenza tra produzione e vendite in uno stesso anno.
Produzione < VenditeLe scorte diminuiscono
Produzione > VenditeLe scorte aumentano
Nella contabilità nazionale le scorte non desiderate di prodotti invenduti vengono
classificate come investimentiinvestimenti
Investimento non programmato (non desiderato)
Consumo e PilItalia 1960-2004
Pil
Con
sum
o de
lle fa
mig
lie
Fatti stilizzati sul consumo
Sul consumo:1. c’è una forte correlazione, nel lungo periodo, tra consumo
(C ) e prodotto (Y ):
“Comovimento” - Italia
"Comovimento" di Consumo e Pil(Italia - scarti dai trend HP)
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
PilConsumo
2. C’è un chiaro “comovimento” tra fluttuazioni di C e fluttuazioni di Y (vedi qui il comovimento in Italia);
“Comovimento” - Usa
Comovimento di consumo e Pil(Usa - 1960-2002)
-4
-2
0
2
4
6
8
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
Var% PilVar% Consumo
e vedi qui il “comovimento” negli Usa:
Consumo e reddito disponibile
Consumo e reddito disponibile(Usa − 1960-2004)
0
2
4
6
8
10
0 2 4 6 8 10Reddito disponibile delle famiglie
Con
sum
o de
lle fa
mig
lie
C = 0.95Yd
3. il consumo variacol reddito disponibile (il reddito al netto delle imposte e dei trasferimenti pubblici):
Nel grafico èrappresentata la situazione negli Usa: il consumo èpraticamente proporzionale al reddito disponibile.
Fatti stilizzati sull’investimento
Fluttuazioni del Consumo e dell'Investimento(Italia - Scarti dai trend HP)
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
Investimento
Consumo
1. l’investimento è più volatile del consumo; le sue fluttuazioni sono più ampie:
Investimento e Pil
Dinamica di Investimento e Pil(Italia - 1960-2004)
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
-3 0 3 6 9
Var% del Pil
Var
% d
ell'I
nves
timen
to2. la correlazione tra le fluttuazioni di I e quelle di Y è meno
chiara e richiede qualche spiegazione:
Spesa pubblica: spesa per beni e servizi acquistati dalloStato o da enti pubblici.
Non include né i trasferimenti (assistenza sanitaria e sociale), né gli interessi del debito pubblico
La classificazione di G
Spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi
Spesa per investimenti
(in conto capitale)
Spesa per trasferimenti(non incrementa la
produzione, ma ha solo effetti redistributivi)
Spesa Pubblica
Consumi+
Investimenti+
Spesa pubblica=
Spesa di beni e servizi da parte dei
residenti
Spesa dei residenti
Esportazioni nette (o saldo commerciale)=
Differenza tra Esportazioni ed Importazioni
Esportazioni > ImportazioniAvanzo commerciale
Esportazioni < ImportazioniDisavanzo commerciale
La bilancia dei pagamentiLa bilancia dei pagamenti
Rapporti con l’operatore estero
Consumo+
Investimenti+
Spesa pubblica+
Esportazioni nette=
Spesa totale in beni e servizi nazionali
La spesa nazionale
Y = C + S (1)PILY = C + I (2)
C + S = Y = C + I
I = S (3)
Equazione (1)Equazione (1) : conto del reddito e della spesa (l’utilizzazione delreddito)
Equazione (2)Equazione (2) : conto delle risorse e degli impieghi (eguaglianza fraproduzione – offerta e domanda globale
IdentitIdentitàà (3)(3) : conto della formazione del capitale (ex post è sempre vera);nella contabilità nazionale è un’identità
Eliminando C da ambo i membri si ottiene:
Schema semplificato della contabilità nazionale
Le famiglie risparmiano, le imprese investono
A priori (ex ante) non è detto che i risparmiatoririsparmiatori desiderino risparmiare esattamente quanto le impreseimprese desiderano investire
I = S (ex ante)I = S (ex ante) si verifica solo per determinati valori: quelli per cui la produzione programmata è uguale alla domanda desiderata
I: componente della domanda, è afflussoafflusso al circuito del reddito;S: è deflussodeflusso dal circuito del reddito
I = S (come identitI = S (come identitàà ex post)ex post) si riferisce a risparmi ed investimenti effettivamente realizzati CONTINUA
Investimento I=S Risparmio
Se S > I (ex ante) → Domanda < Produzione
Produzione invenduta = ∆ Scorte = ∆ Investimento non programmato
I = S (ex post)
Investimento I=S Risparmio
La crescita economica
Crescita del Pil in Italia(1960=100)
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
Pil
Trend HP
100
200
300
400
Fluttuazioni economiche
Fluttuazioni del Pil in Italia(scarti rispetto al trend HP)
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
In questo corso non ci occuperemo dei meccanismi della crescita economica (non ne abbiamo lo spazio)
Shock e propagazione
Le fluttuazioni economiche non riguardano soltanto il Pil. Abbiamo visto che anche gli andamenti della disoccupazione
e dell’inflazione presentano fluttuazioni.
All’origine delle fluttuazioni vi sono, in genere, degli shock, che colpiscono l’economia turbandone l’equilibrio.
Ma le fluttuazioni dipendono anche dal modo con cui le economie rispondono agli shock, ossia dai cosiddetti
meccanismi di propagazione.
I meccanismi di propagazione, le leggi di funzionamento dei sistemi macroeconomici, sono diversi da paese a paese, ma
presentano alcune importanti caratteristiche comuni.
Prezzo del petrolio per l'Italia
10
100
1000
10000
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
prezzo in dollariprezzo in lire (euro)prezzo reale
Il prezzo del petrolio
L’andamento del prezzo del petrolio è un esempio di shock .
Qualche commento
I principali episodi:Il primo (1973-74) è un esempio di shock permanente.
Esistono anche shock temporanei (ce ne è stato uno nel 1991).
Confrontare questi shock con gli andamenti precedenti.
Il secondo (1978-79) è un esempio di shock persistente.Il terzo (1986) è un esempio di shock (persistente) negativo(è noto come “controshock”).
Negli ultimi anni c’è una tendenza all’aumento.
Il grafico illustra i diversi andamenti del prezzo del petrolio in dollari, del prezzo in lire (euro) e del prezzo “reale”, che misura la quantità di beni (di PIL) che occorre spendere per acquistarlo.