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prof. G. Di Bartolomeo Ripasso veloce su Macroeconomia e regolarità empiriche Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo

prof. G. Di Bartolomeodibartolomeo.comunite.it/courses/tpm/ripasso macro.pdf · Variabili economiche • Variabili stock (non riferite ad un preciso istante temporale) • Variabili

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prof. G. Di Bartolomeo

Ripasso veloce suMacroeconomia e regolarità empiriche

Facoltà di Scienze della ComunicazioneUniversità di Teramo

Variabili economiche

• Variabili stock (non riferite ad un preciso istante temporale)

• Variabili flusso (misurabili in riferimento ad un intervallo temporale)

• Grandezze nominali (o monetarie): a prezzi correnti

• Grandezze reali: a prezzi costanti

Nominali => Reali

• Come si passa da una misurazione all’altra e viceversa?

VR = VN VN = VR PP

I problemi della microeconomia

Allocazione delle risorse

Determinazione dei prezzi relativi

I soggetti della microeconomia Famiglie ed imprese

Microeconomia

a) Le imprese decidono (in base ai prezzi relativi – segnali del mercatosegnali del mercato)

Che cosa produrre In quale quantità Con quali fattori produttivi

b) Le famiglie decidono la quantità di fattori di produzione da offrire

La macroeconomia studia il sistema economico nel suo complesso e le relazioni che intercorrono fra le grandezze aggregate

Il livello di produzione dell’intera economia

ed il suo tasso di crescita

Il livello dell’occupazione

ed il tasso di disoccupazione

Il livello generale dei prezzi ed il

tasso di inflazione

Le principali grandezze intorno a cui ruota l’analisi macroeconomica sono:

L’analisi macroeconomica

Le decisioni dell’insieme delle imprese determinano la

PRODUZIONE NAZIONALE

Le decisioni dell’insieme delle famiglie determinano:

L’ammontare delle retribuzioni

Il Reddito Nazionale

La spesa aggregata del sistema

Il livello della Domanda

Produzione, reddito nazionale e domanda

Il prodotto nazionale (PIL)

• È il valore dei beni e dei servizi prodottiin un paese in un anno, al netto dei beni e dei servizi consumati per produrli. Viene indicato comunemente con la sigla Pil.

• Il Pil è un indicatore del livello di attivitàeconomica di un paese.

• Il Pil pro capite (Pil diviso per la popolazione) è un indicatore della ricchezza (benessere) di un paese.

Gli operatori presi in considerazione dall’analisi macroeconomica sono:

Le famiglieLe impreseLo StatoLe banche e il sistema finanziarioIl resto del mondo

Le relazioni e gli scambi fra operatori economici possono essere descritti attraverso un diagramma detto:

FLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITOFLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITO

Relazioni fra gli operatori economici

Flusso circolare del reddito

Beni e servizi

Spesa

FAMIGLIE

Offerta di lavoro

Remunerazione del lavoro

IMPRESE

Flussi realiFlussi monetari

Il flusso circolare del reddito(imprese, famiglie, mercati)

MERCATI DEI BENI E DEI SERVIZI

FAMIGLIE

MERCATI DEI FATTORI

IMPRESE

Spesa per consumi

Remunerazione dei fattori (reddito) Costi

Ricavi

Domandano fattori produttiviOffrono fattori produttivi

Domandano beni Offrono beni

STATOFAMIGLIE IMPRESE

• Servizi pubblici• Prestazioni sociali• Stipendi, interessi

• Servizi pubblici ed infrastrutture• Sussidi, trasferimenti

• Imposte e tasse• Contributi sociali• Lavoro e capitali

• Imposte e tasse• Contributi sociali• Beni e servizi

Famiglie, imprese e Stato

BANCHEFAMIGLIE IMPRESE

Risparmi Prestiti - finanziamenti

Interessi a credito Interessi a debito

Il ruolo di intermediazione del sistema bancario

IMPRESE FAMIGLIE

P.A.

IMPORT

ESTERO

EXPORT

Redditi

Lavoro e Capitale

Beni e Servizi

Imposte Imposte

Servizi Pubblici Servizi Pubblici

Spesa

Il flusso del reddito in economia aperta

• I flussi economici finanziari che intercorrono tra gli operatori sono descritti dalla CONTABILITACONTABILITA’’ NAZIONALENAZIONALE

FMI, OCSEFMI, OCSE (a livello internazionale)

EurostatEurostat, BCE, BCE (a livello europeo)

ISTAT, Banca dISTAT, Banca d’’ItaliaItalia (a livello nazionale)

• La contabilità nazionale misura in termini quantitativi il risultato dell’attività economica di un Paese in un dato arco di tempo

• Gli istituti che rilevano i dati macroeconomici sono:

La contabilità nazionale

• Nella contabilità nazionale la principale grandezza di riferimento è LA PRODUZIONE AGGREGATA O PRODOTTO NAZIONALELA PRODUZIONE AGGREGATA O PRODOTTO NAZIONALE:

Gli AmmortamentiAmmortamenti misurano la perdita di valore subita in un anno dai capitali fissi (una parte dei capitali prodotti in un anno rappresenta il reintegro della capacità produttiva)

• PNLCF (al costo dei fattori) = Somma dei costi di produzione

• PILPIL (Prodotto Interno Lordo) e PNLPNL (Prodotto Nazionale Lordo)

• PNL - Ammortamenti = PNN (Prodotto Nazionale Netto)

• PNL (ai prezzi di mercato) = PNLCF + imposte dir. −− contributi produzione

La misura della produzione aggregata (prodotto nazionale)

• Il valore della produzione è uguale alla somma dei costi di produzione

• Il reddito nazionalereddito nazionale viene speso per acquistare i beni prodotti (la produzione)

• I costi di produzione sono uguali alla somma delle retribuzionidei fattori produttivi

• La somma delle remunerazioni ai fattori produttivi rappresenta il REDDITO NAZIONALEREDDITO NAZIONALE

• PIL = Reddito Nazionale = Spesa Nazionale o Domanda Finale

Produzione e reddito

• Dal lato della produzione

• Dal lato del reddito

Il PIL è il valore dei beni finali finali prodotti

Il PIL è la somma dei redditi percepiti all’interno del sistema economico in un dato periodo di tempo (salari, stipendi, profitti,

rendite, interessi)

• Dal lato della spesa

Il PIL è la somma della spesa nazionale in un dato periodo di

tempo (rappresenta l’impiego del reddito)

Si hanno tre definizioni alternative riferite alla stessa grandezza(PIL, Reddito Nazionale, Spesa Finale)

Definizioni del PIL

I tre metodi di calcolo misurano la stessa grandezza

Si hanno tre metodi alternativi per il calcolo del PIL

1) Metodo dell1) Metodo dell’’outputoutput: misura l’incremento di valore della produzionein ogni fase del processo produttivo

PIL = valore produzione F - valore beni intermedi = Valore Aggiunto

2) Metodo del reddito2) Metodo del reddito: PIL = RN = somma delle remunerazioni deifattori produttivi

(salari + profitti + rendite + interessi)

3) Metodo della spesa3) Metodo della spesa: PIL = RN = Consumi + Investimenti(misura il reddito come somma degli impieghi)

Misurazione del PIL

Costi di produzione Valore della produzione

finaleValore Aggiunto

Agricoltura --- 100 100 100Industria 100 200 300 200 = (300-100)Servizi 300 300 600 300 = (600-300)

Totale 400 600 10001000 600

Beni intermedi

Fattori: L, KSettori

(Duplicazioni)

Il VA = somma dei costi di produz. = somma dei redditi corrisposti ai fattoriPN = RN = VAPN = RN = VA

Il VA può essere calcolato:

• come differenza: produzione finale - beni intermedi (1000 - 400 = 600)• come somma dei costi o dei redditi (100 + 200 + 300 = 600)

Metodo dell’output (v.a.)

PIL reale: somma delle quantità di beni finali valutati a prezzi costantiprezzi costanti

• Il PIL reale permette di misurare la produzione e le sue variazioninel tempo, escludendo lescludendo l’’effetto di prezzi crescentieffetto di prezzi crescenti

• P Yt = PIL nominale al tempo t

• Yt = PIL reale al tempo t

• Crescita del PIL al tempo t = tasso di crescita del PIL reale al tempo t

• Crescita del PIL = (Yt − Yt-1) Yt-1

• Espansione: periodo di crescita positiva

• Recessione: periodi di crescita negativa(almeno due trimestri consecutivi)

PIL reale e PIL nominale

INFLAZIONE: una situazione caratterizzata da un continuoaumento dei prezzi dei beni, ovvero da una continua diminuzione del potere d’acquisto della moneta.

TASSO DI INFLAZIONE: tasso a cui il livello dei prezzi aumentanel tempo

Due misure del livello dei prezzi:

1. Deflatore del PIL 2. Indice dei prezzi al consumo

Variazioni del livello dei prezzi

Un numero indicenumero indice è un rapporto che permette di confrontare le intensità di un fenomeno in situazioni temporali diverse. Si costruisce ponendo al denominatore un valore riferito all’anno base

• Il deflatore del PIL è un numero indice• Il tasso di variazione del deflatore del PIL rappresenta il tasso

di inflazione

• Il deflatore del PIL (Pt) permette di calcolare il prezzo medio deibeni finali prodotti in una economia

Pt = PIL nominalePIL reale = $Yt

Yt0

Numeri indice

• L’indice dei prezzi al consumo misura il livello dei prezzi medi al consumo ed esprime il costo in termini monetari di un determinato paniere di consumo di un tipico consumatore

• L’indice dei prezzi al consumo (IPC) è un numero indice• Il tasso di variazione dell’IPC rappresenta il tasso di inflazione

Indici dei prezzi

Le cifre dell’inflazione

Tassi di inflazione

0

5

10

15

20

25

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005

ItaliaEuropaUsa

1. Il livello generale dei prezzi aumenta sempre (“quasi”sempre): ossia, l’inflazione può essere più o meno alta, ma èpositiva; attualmente è piuttosto bassa, ma in passato è stata parecchio più alta (in altri tempi e/o in altri paesi, molto di più).

2. I tre andamenti si somigliano parecchio, anche se non sono identici; questo suggerisce che ci sono cause comunidell’inflazione, cui però si aggiungono cause specifiche.

3. C’è una chiara graduatoria: l’Italia ha avuto un’inflazione in media più alta di quella europea, che è a sua volta più alta di quella americana; questo suggerisce che cause comuni hanno effetti diversi sulle singole economie.

Ancora regolarità statistiche

Forze di lavoro (NF ): sono il complesso delle persone che voglionolavorare.

Occupati (N):sono il complesso delle

persone che lavorano.

U = NF − N

Disoccupati (U ): sono il complesso delle persone che vogliono lavorare e non lavorano.

Disoccupati:

La disoccupazione

È la quota (percentuale) dei disoccupati sul totale

delle forze di lavoro:

u UNF

NF −NNF

1 − NNF

Tasso di disoccupazione (u)

Le cifre della disoccupazione

Tasso di disoccupazioneItalia - 1960-2005

0

2

4

6

8

10

12

14

1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

2005

1. il tasso di disoccupazione in Italia è cambiato molto nel corso degli anni (quarant’anni fa era assai più basso);

2. registra ampie fluttuazioni in su e in giù (negli ultimi sei anni è diminuito di oltre quattro punti;

3. cambia lentamente (“persistenza”).

È così dappertutto?

Regolarità statistiche

Un confronto internazionale

Tassi di disoccupazione

0

2

4

6

8

10

12

14

1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

2005

ItaliaEuropaUsaGiappone

1. Gli andamenti della disoccupazione in Italia ed Europa si somigliano molto (anche se la disoccupazione italiana è in media un po’ più alta).

2. Europa e USA hanno, invece, andamenti molto diversi: in particolare, le fluttuazioni USA sono più brusche e frequenti.

3. Un’altra differenza tra Europa e USA riguarda il lungo periodo: fino al 1980 la disoccupazione in Europa è piùbassa; dopo avviene il contrario.

4. Il Giappone ha una storia a parte: la disoccupazione è nettamente più bassa, ma c’è stato un forte peggioramento negli ultimi anni (controtendenza).

Altre regolarità statistiche

La curva di Phillips

La curva di PhillipsItalia - 1980-2000

0

5

10

15

20

25

4 6 8 10 12 14Tasso di disoccupazione

Tass

o di

infla

zion

e

Nella slide precedente abbiamo “plottato”in un diagramma a dispersione

le cifre del tasso di disoccupazione (u)e del tasso di inflazione ( )P̃

Emerge una evidente correlazione inversa :quanto più alta è l’inflazione

tanto più bassa è la disoccupazione.

I due fenomeni sono legati (da cosa?).Pertanto è meglio studiarli assieme.

Commento al grafico

Un po’ di cautela

Inflazione e disoccupazione(Italia - 1960 -2004)

0

5

10

15

20

25

2 4 6 8 10 12 14

Tasso di disoccupazione

Tass

o di

infla

zion

e

1960

1980

19701990

2000

Il nesso tra inflazione e disoccupazionepuò rivelarsi più complicato

di quel che suggerisce la curva di Phillips.

Si deve fare attenzione alle regolarità statistiche.

Nella figura sono stati “plottati”i dati di un periodo più lungo;

e la relazione inversa diventa confusa(il che suggerisce appunto

che la questione è più complessa).

Commento al grafico

“Comovimenti”

Variazioni del PIL e del tasso di disoccupazione (USA - 1960-2002)

-4

-2

0

2

4

6

8

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

PIL TASSO DISO CCUPAZIO NE

Nel grafico precedente sono state “plottate”le variazioni del Pil e della disoccupazione

nell’economia USA.

Commento al grafico

È un importante esempio di comovimento: l’andamento della disoccupazione

è correlato negativamentecon quello dell’attività economica.

Se il Pil cresce molto, la disoccupazione diminuisce.Se cresce poco (o, peggio, cala) la disoccupazione aumenta.

Questo fatto stilizzato viene chiamato:

“Legge di Okun”

Le due curve sono nettamente speculari.

• La legge di Okun evidenzia una relazione tra variazionidella disoccupazione e crescita del PIL

• Una crescita della produzione fa aumentare l’occupazione (leimprese assumono più lavoratori per produrre di più)

• Una crescita elevata della produzione è associata ad unariduzione della disoccupazione

• Alta crescita della produzione = diminuzione del tasso didisoccupazione

• Bassa crescita della produzione = aumento del tasso didisoccupazione

Legge di Okun

La Legge di Okun negli Stati Uniti

Legge di Okun(USA - 1960-2002)

-3,0

0,0

3,0

6,0

9,0

-4 -2 0 2 4 6 8

∆y

∆u

Nel grafico precedente viene presentata la “Legge di Okun”con un diagramma a dispersione

(tra la ∆% del Pil e la ∆% della disoccupazione).

Commento al grafico

L’intercetta con l’asse delle ascisse indica la crescita del Pilsuperata la quale la disoccupazione diminuisce (circa il 3.6%).

L’inclinazione della retta misura la riduzione di disoccupazione associata, in media , a un punto di crescita del Pil (circa 0.6%).

Emerge una chiara correlazione inversa.

Si tratta di una elasticità :

Δ lnu/Δ lnPil

E in Italia?

Fluttuazioni di Pil e disoccupazione(Italia - 1971-2002)

-12

-8

-4

0

4

8

12

1961

1966

1971

1976

1981

1986

1991

1996

2001

-1

-0,5

0

0,5

1

Fluttuazioni del PilVar% della disoccupazione

Abbiamo abbiamo visto chei dati dell’economia USA rivelano un marcato “comovimento”

tra fluttuazioni del Pil e andamento della disoccupazione

Commento al grafico

C’è una differenza istituzionale :in Italia è molto più difficile licenziare e assumere

per la presenza di firing cost.

C’è ugualmente una relazione tra prodotto e lavoro impiegato;ma si esprime in un altro modo

(una via traversa).

Il grafico precedente mostra invece che per l’Italia questarelazione è decisamente più debole (quasi inesistente).

In Italia, quando il Pil cresce, la disoccupazione varia di poco, ma aumentano le ore lavorate. Si veda il diagramma a dispersione.

Ore lavorate

La legge di Okun(Italia - 1971-2002)

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

-4 -2 0 2 4 6 8Var% del Pil

Var%

del

le o

re la

vora

te

Commento al grafico

CONCLUSIONE:la relazione di breve periodo

tra andamento del prodotto e impiego del lavorovale anche in Italia (vale in tutti i paesi).

Le ore lavorate aumentano(con un’elasticità pari a poco meno di 0.5,

come mostra l’inclinazione della retta)quando il Pil cresce più dell’1%

(come mostra l’intercetta con l’asse delle ascisse).

In Italia abbiamo una “legge di Okun” sui generis,che riguarda, appunto,

non l’occupazione ma le ore lavorate

5. Investimento in scorte

Non immobiliare

Immobiliare

Esportazioni (X)

Importazioni (Q)

1. Consumo (C)

2. Investimento (I)

3. Spesa pubblica (G)

4. Esportazioni nette

Composizione del PIL

• Il reddito disponibile è definito come: Yd = Y-Tdove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse al netto deitrasferimenti.

• Il reddito disponibile delle famiglie può anche essere definito comeYd = Y – a + b

dove: aa = somma dei redditi guadagnati, ma non percepiti: imposte,contributi sociali, profitti non distribuiti

bb = somma dei redditi percepiti, ma non guadagnati:trasferimenti, sussidi, interessi sul debito pubblico

Il reddito disponibileIl reddito disponibile è il reddito delle famiglie al netto dell’intervento pubblico

Reddito disponibile

• Consumo: beni e servizi acquistati dai consumatoriIl consumo rappresenta la componente principale del PIL

Consumi delle famiglie in Italia (Anno 2002)

Beni pari al 52.2% della spesa

Beni durevoli pari al 10,7% della spesa

Beni non durevoli pari al 42,5% della spesa

Servizi pari al 46,8% della spesa

Risparmio (S): quota di reddito nazionale disponibile non consumataS = Yd – C

Possono essere soggetti di risparmio:Possono essere soggetti di risparmio: le famiglie, le imprese, la PA

Consumo e risparmio

Investimento fisso:

Investimento non Investimento non immobiliare:immobiliare: acquisto di

nuovi impianti macchinari da parte delle imprese.

Investimento Investimento immobiliare:immobiliare: acquisto di

nuove case o appartamenti da parte

degli individui

L’investimento è una grandezza flusso:rappresenta l’incremento dello stock di capitale desiderato

Investimenti

Investimento in scorteDifferenza tra produzione e vendite in uno stesso anno.

Produzione < VenditeLe scorte diminuiscono

Produzione > VenditeLe scorte aumentano

Nella contabilità nazionale le scorte non desiderate di prodotti invenduti vengono

classificate come investimentiinvestimenti

Investimento non programmato (non desiderato)

Consumo e PilItalia 1960-2004

Pil

Con

sum

o de

lle fa

mig

lie

Fatti stilizzati sul consumo

Sul consumo:1. c’è una forte correlazione, nel lungo periodo, tra consumo

(C ) e prodotto (Y ):

“Comovimento” - Italia

"Comovimento" di Consumo e Pil(Italia - scarti dai trend HP)

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

4

1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

PilConsumo

2. C’è un chiaro “comovimento” tra fluttuazioni di C e fluttuazioni di Y (vedi qui il comovimento in Italia);

“Comovimento” - Usa

Comovimento di consumo e Pil(Usa - 1960-2002)

-4

-2

0

2

4

6

8

1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

Var% PilVar% Consumo

e vedi qui il “comovimento” negli Usa:

Consumo e reddito disponibile

Consumo e reddito disponibile(Usa − 1960-2004)

0

2

4

6

8

10

0 2 4 6 8 10Reddito disponibile delle famiglie

Con

sum

o de

lle fa

mig

lie

C = 0.95Yd

3. il consumo variacol reddito disponibile (il reddito al netto delle imposte e dei trasferimenti pubblici):

Nel grafico èrappresentata la situazione negli Usa: il consumo èpraticamente proporzionale al reddito disponibile.

Fatti stilizzati sull’investimento

Fluttuazioni del Consumo e dell'Investimento(Italia - Scarti dai trend HP)

-20

-15

-10

-5

0

5

10

15

1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

Investimento

Consumo

1. l’investimento è più volatile del consumo; le sue fluttuazioni sono più ampie:

Investimento e Pil

Dinamica di Investimento e Pil(Italia - 1960-2004)

-15

-10

-5

0

5

10

15

20

-3 0 3 6 9

Var% del Pil

Var

% d

ell'I

nves

timen

to2. la correlazione tra le fluttuazioni di I e quelle di Y è meno

chiara e richiede qualche spiegazione:

Spesa pubblica: spesa per beni e servizi acquistati dalloStato o da enti pubblici.

Non include né i trasferimenti (assistenza sanitaria e sociale), né gli interessi del debito pubblico

La classificazione di G

Spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi

Spesa per investimenti

(in conto capitale)

Spesa per trasferimenti(non incrementa la

produzione, ma ha solo effetti redistributivi)

Spesa Pubblica

Consumi+

Investimenti+

Spesa pubblica=

Spesa di beni e servizi da parte dei

residenti

Spesa dei residenti

Esportazioni nette (o saldo commerciale)=

Differenza tra Esportazioni ed Importazioni

Esportazioni > ImportazioniAvanzo commerciale

Esportazioni < ImportazioniDisavanzo commerciale

La bilancia dei pagamentiLa bilancia dei pagamenti

Rapporti con l’operatore estero

Consumo+

Investimenti+

Spesa pubblica+

Esportazioni nette=

Spesa totale in beni e servizi nazionali

La spesa nazionale

Y = C + S (1)PILY = C + I (2)

C + S = Y = C + I

I = S (3)

Equazione (1)Equazione (1) : conto del reddito e della spesa (l’utilizzazione delreddito)

Equazione (2)Equazione (2) : conto delle risorse e degli impieghi (eguaglianza fraproduzione – offerta e domanda globale

IdentitIdentitàà (3)(3) : conto della formazione del capitale (ex post è sempre vera);nella contabilità nazionale è un’identità

Eliminando C da ambo i membri si ottiene:

Schema semplificato della contabilità nazionale

Le famiglie risparmiano, le imprese investono

A priori (ex ante) non è detto che i risparmiatoririsparmiatori desiderino risparmiare esattamente quanto le impreseimprese desiderano investire

I = S (ex ante)I = S (ex ante) si verifica solo per determinati valori: quelli per cui la produzione programmata è uguale alla domanda desiderata

I: componente della domanda, è afflussoafflusso al circuito del reddito;S: è deflussodeflusso dal circuito del reddito

I = S (come identitI = S (come identitàà ex post)ex post) si riferisce a risparmi ed investimenti effettivamente realizzati CONTINUA

Investimento I=S Risparmio

Se S > I (ex ante) → Domanda < Produzione

Produzione invenduta = ∆ Scorte = ∆ Investimento non programmato

I = S (ex post)

Investimento I=S Risparmio

La crescita economica

Crescita del Pil in Italia(1960=100)

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

Pil

Trend HP

100

200

300

400

Fluttuazioni economiche

Fluttuazioni del Pil in Italia(scarti rispetto al trend HP)

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

Il ciclo economico

Boom

Recessione

Trend

BoomBoom Boom

Recessione Recessione

Recessione

Politiche di stablizzazione

Boom

Recessione

Trend

Boom

Boom Boom

Recessione

Recessione Recessione

In questo corso non ci occuperemo dei meccanismi della crescita economica (non ne abbiamo lo spazio)

Shock e propagazione

Le fluttuazioni economiche non riguardano soltanto il Pil. Abbiamo visto che anche gli andamenti della disoccupazione

e dell’inflazione presentano fluttuazioni.

All’origine delle fluttuazioni vi sono, in genere, degli shock, che colpiscono l’economia turbandone l’equilibrio.

Ma le fluttuazioni dipendono anche dal modo con cui le economie rispondono agli shock, ossia dai cosiddetti

meccanismi di propagazione.

I meccanismi di propagazione, le leggi di funzionamento dei sistemi macroeconomici, sono diversi da paese a paese, ma

presentano alcune importanti caratteristiche comuni.

Prezzo del petrolio per l'Italia

10

100

1000

10000

1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

2005

prezzo in dollariprezzo in lire (euro)prezzo reale

Il prezzo del petrolio

L’andamento del prezzo del petrolio è un esempio di shock .

Qualche commento

I principali episodi:Il primo (1973-74) è un esempio di shock permanente.

Esistono anche shock temporanei (ce ne è stato uno nel 1991).

Confrontare questi shock con gli andamenti precedenti.

Il secondo (1978-79) è un esempio di shock persistente.Il terzo (1986) è un esempio di shock (persistente) negativo(è noto come “controshock”).

Negli ultimi anni c’è una tendenza all’aumento.

Il grafico illustra i diversi andamenti del prezzo del petrolio in dollari, del prezzo in lire (euro) e del prezzo “reale”, che misura la quantità di beni (di PIL) che occorre spendere per acquistarlo.

Lo scopo della Macroeconomia

• Spiegare l’inflazione• Spiegare la disoccupazione• Spiegare la crescita economica• Spiegare le fluttuazioni economiche