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D.ssa Angela Mussari
A.N.Ì.M.O.ocia
zione Nazionale Infermieri Medicina Ospedaliera
Lesioni cutanee: Problema sanitario rilevante
• l’importanza (frequenza dei casi, danno alle persone)
• i costi (per il singolo/società)
• le complicanze (morbilità, mortalità)
• la gestione (complessità assistenziale) Secondo la Wound Healing Society ci sono nel mondo 12.5 milioni di persone con lesioni cutanee croniche che non guariscono o che riparano molto lentamente.
Wound Healing Society. “Advances in Wound Care Offer Hope to Millions of Americans.” PR Newswire
14 Aug. 2000. Wound Healing Society. 9 Sept. 2005.
Aspetti epidemiologici
Aumento dell’età media della popolazione = incremento di patologie croniche, degenerative ed invalidanti
lesioni cutanee = conseguenza della sindrome da immobilizzazione
Il 10% dei pazienti ospedalizzati sviluppa lesioni cutanee
Quasi la metà delle lesioni appaiono entro i primi 7 giorni di degenza
La mortalità per ulcere è tra il 23% e il 37%
Le LDD sono responsabili del 50% delle morti per sepsi nei pazienti anziani
Aumento > 50% dei pazienti con LDD rispetto al decennio precedente
A.I.S.Le.C.
Sistema sanitario:
L’insorgenza di LDD nel paziente anziano implica tempi di degenza più lunghi :
0 1 2 3 4 5
paziente senza LDD
paziente con LDD
TEMPI DI DEGENZA
Montaguti et al. Costi economici e sociali delle piaghe da decubito.
Gli ospedali della vita. n 3 suppl. 565
Equipe assistenziale:
L’insorgenza di LDD significa un aumento del carico di lavoro pari al 50%
(equiparabile a quello richiesto da una unità di terapia intensiva), spesso a scapito dell’assistenza degli altri pazienti.
Cit. da: Tappa R. Ruolo dell’infermiere professionale nella prevenzione e trattamento delle lesioni da decubito. In: Zanetti E,
Trabucchi M, eds. Aspetti cruciali del nursing geriatrico. Napoli. Gnocchi, 1995; 191-195.
Definizione LDD
La lesione da decubito è un’area di danno tissutale con evoluzione necrotica che interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa.
Cause delle lesioni da pressione - Prolungata pressione: la sofferenza dei tessuti si manifesta quando le forze che
agiscono su un punto della cute superano la pressione del sangue (32 mm Hg) presente nei capillari arteriolari e venosi.
Se la compressione persiste nel tempo questa produce nelle cellule anossia e acidosi con conseguente morte cellulare.
Gli effetti della compressione variano per:
l’entità e la durata della compressione; la sede; lo spessore della cute e dei tessuti molli.
LDD - fattori di rischio
FATTORI LOCALI:
compressione
forze di taglio
attrito
ipertermia
umidità
secchezza
FATTORI SISTEMICI: • età
• immobilità
• incontinenza
• malnutrizione
• malattie croniche (in particolare la malattia diabetica)
• vasculopatie
• livelli di coscienza alterati
LDD evento multifattoriale approccio multidisciplinare
Paziente
con LDD
Infermiere
Oss
Medico
Psicologo
Fisioterapista
Nutrizionista
Dietista
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
1. Valutazione dei soggetti a rischio 2. Mobilizzazione 3. Alimentazione 4. Igiene personale, letto e biancheria,
incontinenza 5. Educazione sanitaria
Si effettua tramite una attenta valutazione clinica al momento della presa in carico e nelle valutazioni periodiche. Deve essere orientata principalmente alla prevenzione. Valutare il rischio di sviluppare LDD in tutti i malati che non sono in grado di muoversi autonomamente (allettati o costretti in carrozzina). Il rischio aumenta se sono presenti uno o più dei seguenti fattori:
• Incontinenza • immobilità • malnutrizione • stato mentale alterato
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
1. Valutazione dei soggetti a rischio
Punteggio finale: 16 – 15 = RISCHIO ASSENTE
14 – 12 = RISCHIO LIEVE
= < 11 = RISCHIO ELEVATO
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
SCALA DI NORTON per la valutazione del rischio LDD
CONDIZIONI
GENERALI STATO MENTALE DEAMBULAZIONE MOBILITA' INCONTINENZA
4 Buone Lucido Normale Piena Assente
3 Discrete Apatico Cammina con
aiuto
Moderata /
limitata Occasionale
2 Scadenti Confuso Costretto su sedia Molto limitata Abituale (urine)
1 Pessime Stuporoso Costretto a letto Immobile Doppia
(urine/feci)
2. Mobilizzazione
Il MOVIMENTO è la prima difesa dell’organismo:
Piano personalizzato di cambio posturale ogni 2 ore (schema di rotazione Reuler) Ausilio di posizionatori per corretta postura
Nessuna posizione, nemmeno la più confortevole, può essere mantenuta a lungo
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
Correggere le carenze alimentari
fornendo un adeguato apporto di:
liquidi
proteine (in particolare amminoacidi essenziali)
carboidrati
grassi (soprattutto acidi grassi essenziali)
vitamine C, A, K e complesso B
sali minerali e oligoelementi (Zinco)
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
3. Alimentazione
Incoraggiare il paziente ad arricchire la sua alimentazione con supplementi calorici e proteici (alimenti comuni e/o integratori farmaceutici)
Verificare che il paziente assuma sempre pasti variati e porzioni adeguate
Rilevare il peso corporeo al momento della presa in carico e settimanalmente.
Se necessario praticare l’alimentazione enterale e parenterale (sotto prescrizione medica).
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
3. Alimentazione
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
4. Igiene personale, letto e biancheria , incontinenza
Mantenere la pulizia , l’integrità e elasticità della cute (Usare shampoo e saponi idonei, asciugamani puliti e morbidi, acqua tiepida, creme idratanti. Non sfregare o massaggiare aree situate sulle prominenze ossee);
Prevenire e/o ridurre le macerazioni (Ridurre al minimo il contatto cutaneo con feci o urine. Controllare l’ipersudorazione. Posizionare un CV o un condom);
Utilizzare lenzuola ed indumenti puliti (di tessuto naturale; biancheria intima e pannoloni della giusta misura, traverse salva materasso traspiranti);
Applicare prodotti barriera (spray al silicone).
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
Progettazione, sviluppo e realizzazione programmi di educazione sanitaria per operatori, utenti, familiari, care-giver al fine di prevenire e promuovere la guarigione delle LDD.
MAGGIORE coinvolgimento della famiglia = MIGLIORE
prevenzione e cura delle LDD, e potenziale garanzia di autonomia, continuità e globalità del trattamento in ambito familiare.
5. Educazione sanitaria
5. Educazione sanitaria
Spiegare
lo scopo degli interventi preventivi e curativi
la tipologia del materiale da utilizzare
come prevenire le complicanze, riconoscendo segni e sintomi
Insegnare e praticare i trattamenti necessari attraverso un addestramento graduale e personalizzato
Verificare che siano stati compresi i concetti principali e le tecniche “insegnate”.
PROTOCOLLO DI PREVENZIONE
TRATTAMENTO DELLE LDD
1. Misure generali
2. Wound bed preparation e Medicazione ideale
3. Trattamento LDD in relazione alla stadiazione
Identificare tutti i pazienti e le zone a rischio (scale Norton, Braden, Exton-Smith);
Mantenere l’albuminemia > 3,5 g/dl ; Mantenere l’emoglobinemia > 11 g/dl; Garantire apporto di vitamine (A,E,C) e di oligoelementi (zinco e
rame); Mantenere la cute pulita, asciutta, idratata e protetta; Mobilizzare il paziente Utilizzare ausili anti decubito (archetti, materassi, ecc.) Porre attenzione ai segni d’infezione (rubor, dolor, calor, tumor) Controllo del dolore con piano di trattamento farmacologico e
non: presenza dolore = riduzione mobilità = aumento rischio Ldd
TRATTAMENTO DELLE LDD
1. Misure generali
2. Wound bed preparation e medicazione ideale
I. Detersione
II. Debridement
III. Controllo della carica batterica
IV. Correzione della matrice corrotta della ferita (eliminazione di cellule fenotipicamente alterate e di elementi corrotti dalla matrice).
Falanga V. Wound bed preparation: future approaches. Ostomy Wound Manage. 2003
May;49(5A Suppl):30-3. Review.
TRATTAMENTO DELLE LDD
I step: Detersione La guarigione di una ferita
è influenzata dall’azione di
pulizia della ferita stessa.
Barr, 1995
SI - Soluzioni saline e Ringer lattato
NO - antisettici (Iodio povidone, acido acetico, ipoclorito di sodio, acqua ossigenata a 12 volumi, iodofori)
II step: Debridement (rimozione eventuale tessuto necrotico)
Chirurgico (personale competente – ambiente idoneo e sterile)
Autolitico (rimozione naturale per degradazione tessuto devitalizzato in ambiente umido)
Enzimatico (impiego di enzimi che degradano il tessuto necrotico)
III step: Controllo carica batterica
Antisettici - SOLO ed eventualmente per lesioni infette o in presenza di secrezioni necrotiche (stadio III e IV) e nelle fasi post-escarectomia, preceduti e seguiti da un lavaggio
Antibiotici sistemici - in presenza di batteriemia, sepsi, cellulite in fase di avanzamento od osteomielite.
Antibiotici topici – SCONSIGLIATI per rischio di induzione di resistenze batteriche (es. gentamicina) e di sensibilizzazioni allergiche.
AHRQ Cat. A; – RNAO Cat. Ib … Agenzia San. Soci. Emilia Romagna Guida per l’antisepsi e la disinfezione in ambito socio sanitario – ottobre 2008
IV step: Medicazione ideale - funzioni: Mantenere un microambiente umido Favorire permeabilità all’ossigeno Mantenere una temperatura costante Proteggere da infezioni esogene Assorbire eventuale essudato/sanguinamento Essere comoda, anallergica, atraumatica alla rimozione Considerare il contenimento dei costi
Medicazione ideale:
medicazione che interagendo con la lesione, crea o mantiene un microambiente ottimale idoneo a favorire i processi di riparazione tissutale.
Non esiste una singola medicazione adatta a tutte le ferite né tanto meno a tutte le fasi di una stessa ferita.
T.D: Turner, 1984.
IV step: Medicazione ideale
TRATTAMENTO DELLE LDD
3. Trattamento LDD in relazione alla stadiazione
I STADIO ERITEMA FISSO
Obiettivo : Trattamento:
• RIDUZIONE COMPRESSIONE E PROTEZIONE TISSUTALE Detersione (ringer lattato / soluzione fisiologica) Medicazione (pellicola semipermeabile poliuretanica, idrocolloidi) Cura area perilesionale (creme emolienti , all’acqua e /0 allo zinco)
TRATTAMENTO DELLE LDD
3. Trattamento LDD in relazione alla stadiazione
II STADIO ABRASIONI ED ESCORIAZIONI
Obiettivo : Trattamento:
• FAVORIRE RIPARAZIONE TISSUTALE , • EVITARE PEGGIORAMENTO LESIONE, • GESTIRE EVENTUALE ESSUDATO O FIBRINA • FAVORIRE MICROAMBIENTE UMIDO IDEALE
Detersione Cura area perilesionale Medicazione (idrocolloidi, schiuma poliuretanica )
TRATTAMENTO DELLE LDD
3. Trattamento LDD in relazione alla stadiazione
III STADIO
IV STADIO
LESIONE A TUTTO SPESSORE CON NECROSI O FIBRINA ESTENSIBILE FINO ALLA FASCIA MUSCOLARE (SENZA ATTRAVERSARLA – III Stadio) LESIONE A TUTTO SPESSORE CON ESTESA DISTRUZIONE DEI TESSUTI, NECROSI O DANNO AI MUSCOLI, OSSA, O STRUTTURE DI SUPPORTO
Obiettivo :
• RIPRISTINO CONTINUITA’ CUTE E SOTTOCUTE • RIMOZIONE TESSUTO NECROTICO E/O FIBRINOSO • CONTROLLO INFEZIONE E PREVENZIONE
COMPLICANZE A LIVELLO SISTEMICO • FAVORIRE MICROAMBIENTE UMIDO IDEALE
TRATTAMENTO DELLE LDD
3. Trattamento LDD in relazione alla stadiazione III e IV
STADIO
Trattamento:
1. Detersione delicata e attenta per evitare danni 2. Debridement (rimozione parte necrotica) 3. Medicazioni:
• gel o enzimi proteolitici (sconsigliati in presenza di tessuto di granulazione)
• Idrogel • Placche idrocolloidali • Schiuma di poliuretano (in lesioni ad alta
produzione di essudato • Alginato di calcio o calcio/sodio (per tessuto
necrotico, essudato, lesioni emorragiche) • Carbone attivo e/o argento metallico (ferite
maleodoranti e infette)
obiettivi dell’assistenza:
Migliorare le prestazioni infermieristiche con l’uso di un linguaggio comune e di una pratica standard
Ridurre l’incidenza delle LDD e la durata dell’ospedalizzazione e/o delle cure domiciliari
Limitare i costi mediante l’utilizzo appropriato delle risorse materiali ed umane.
Utilizzare la presenza o meno delle LDD quale indicatore per valutare la qualità dell’assistenza infermieristica e sanitaria.
CONCLUSIONI