Ci sono persone e luoghi, uniti in modo in-dissolubile. L’ideazione di un progetto talvolta, anche quel-lo in apparenza meno convergente con l’opera d’arte, contiene un “IMPRINTING” creativo, se, l’hic et nunc, restano impressi. Questo è ciò che avviene all’ippodromo Paolo VI, cesellato in ogni angolo dal suo fondatore. E’ per queste ragioni che si è sentita la necessità di continuare questo rapporto tra Donato Ca-relli e le sue creazioni. Un legame che sarà reso più saldo attraverso un percorso visivo in una “ROOM” del Paolo VI che, metaforicamente, è posta al centro della struttura, tra l’ingresso e la pista, nel punto nevralgico, uno sguardo af-fettuoso ed in alcuni casi ironico, quello rivolto al pubblico occasionale, agli ospiti abituali ed ai collaboratori.Una stanza che ospita una mostra permanen-te che, attraverso un tour fotografi co, ha lo scopo di non disperdere sei lustri, di quello che solo all’apparenza è un passato remoto.

Presentazionesitività, all’altruismo e ad un’innata bontà che viene fuori dai racconti, affi dati ad un documentario, i cui protagonisti sono epi-sodi e momenti d’intimità sprigionati da uno scrigno virtuale, incastonato in un “monolite multimediale”, una sorta di cuore pulsan-te tra due teche di vetro che “espongono” e valorizzano i grandi trofei conquistati dalla scuderia Statte e le divise, odorose di passio-ne e rispetto per un mondo, forse, non cono-sciuto completamente dal pubblico .Il senso intrinseco della stanza è nella sedu-ta centrale, che più che un oggetto, è esso stesso un luogo ideale, per ritrovarsi come vecchi amici e per non disperdere un capitale d’emozioni.Milva ed Anita, hanno così pensato, di ri-spondere alle richieste di dipendenti e di appassionati d’ippica che desideravano “ri-trovare un sorriso mai scontato”, che così sarà un sorriso mai perso.

Anna Maria Sapienza

Una “Room” prospettica, che, unendo linee, alla Piero Della Francesca, converge sempre nella pista. Era necessario avere uno spazio, dove i pensieri e le ansie , potessero ritrova-re nell’ immediato gli occhi rassicuranti del “capo”.Se “Ad egregie cose i forti animi accendono” allora molte saranno le iniziative per mante-nere viva una presenza; e questa sala, sarà solo un primo tassello. Le pareti sono un perimetro che raccontano una storia di pas-sioni, di orgoglio, di vittorie, di caparbietà, di umanità e di riconoscenza.Il visitatore, troverà al centro una seduta ovale che è la rappresentazione della pista, concepita per osservare in ogni angolatura il percorso fotografi co, affi dato ad una ricostru-zione grafi ca, che scandisce, seguendo i ritmi del tempo, la vita di Donato Carelli. Ciò che fa da “trait d’union” fra il presente ed il passato è uno sguardo perennemente volitivo.La stessa determinazione, mista alla propo-

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Nel 1979 acquista la società TARANTO CALCIO e ne diventa presidente, conseguendo risultati eccellenti.

Partecipa alla costruzione de ‘LA CITTADELLA DELLA CARITA’, nel quartiere Paolo Sesto di Taranto, iniziativa dell’arcivescovo Monsignor Motolese.

Viene premiato con “Stella d’Oro all’Operosità” e diploma di “Medaglia d’Argento”, da parte della Camera di Commercio, Industria, Artigia-nato ed Agricoltura, per la fedeltà al lavoro e per il progresso economico realizzato.

Nel 1982 diventa socio benemerito della Croce Rossa Italiana.

Si impegna personalmente ed economica-mente per il rilascio dell’imprenditore taran-tino Michele De Pace, tenuto in ostaggio in Arabia Saudita.

Nel 1982 gli viene consegnata la Pergamena di riconoscimento da parte dell’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) per il con-

Donato Carelli, nato a Taranto il 25 giugno del 1939.

Nel 1956 inizia la sua attività lavorativa nel campo dell’edilizia civile e con le sue imprese partecipa alla costruzione dello stabilimento siderurgico di Taranto. Negli anni che seguono gli viene affi data la manutenzione edile unita-mente a quella delle pulizie industriali e civili dell’intero stabilimento Italsider, con una forza lavoro di circa 1200 unità.

Nel 1972 pone la prima pietra per la costru-zione del proprio ippodromo. Intuisce che occorre diversificare gli investimenti e dare occupazione al personale precedentemente impegnato nella costruzione dello stabili-mento. Vengono assunte per questa costru-zione fino a 200 unità.

Nel 1978 viene inaugurato l’ippodromo PAOLO SESTO che occupa a regime, tra di-pendenti e indotto, oltre 500 unità ed entra nel circuito nazionale dell’ippica con l’uffi-cialità delle corse.

Un uomo semplice di successo

tributo dato all’ippica nazionale.

Viene nominato, nel 1983, Cavaliere della Re-pubblica Italiana per meriti sociali.

Rileva nel 1983 l’emittente televisiva VIDEO LEVANTE ampliando il bacino di utenza anche nelle province di Brindisi e Lecce e lancia gior-nalisti attualmente noti a livello nazionale. Riceve, dopo tre anni, il premio TROCCOLA D’ARGENTO dall’Associazione Culturale Capi-tal per la diff usione dei riti della Settimana Santa a Taranto.

Nel terremoto in Irpinia del 1984 partecipa ai soccorsi con proprio personale e mezzi.

Nel 1986 riceve la nomina quinquennale di presidente dell’Associazione degli Industriali di Taranto e presidente della Commissione Marittima Permanente. Durante questo perio-do, la sua è l’unica voce che si leva in difesa dell’imprenditoria locale contro lo strapotere della grande industria. Quale presidente della Commissione Marittima, lancia l’idea del col-legamento via mare con la Grecia.

Durante questo periodo viene nuovamente chiamato alla guida della A.S. TARANTO CAL-

di Taranto, per aver contribuito alla diversifi -cazione delle attività imprenditoriali a Taranto nella costruzione di un ippodromo e per le attività sportive e quello “LIDO AZZURRO RE-COGNITION” alla Cultura e allo Sport.

Ma il conferimento “CROCE DI COMMENDATO-RE DELL’ORDINE AL MERITO MELITENSE” con decreto n. 30863 del 20.6.2003, dal Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di san Giovanni di Gerusalemme e di Malta è stato da lui il più ambìto e desiderato.

Negli ultimi dieci anni viene nominato re-sponsabile in FORZA ITALIA delle questioni riguardanti l’ippica nazionale, vicepresi-dente di A.L.A. PROTEZIONE CIVILE dal Di-partimento Protezione Civile - Presidenza del Consiglio dei Ministri e responsabile nei promotori del POPOLO DELLE LIBERTA’ delle attività produttive.

Uomo di profondi principi morali, attento a tutte le problematiche sociali, quale la tra-sparenza nella gestione dell’ippica italiana, ha sempre dato la sua disponibilità, patrocinando qualunque attività, sportiva e culturale, fi na-lizzata all’aggregazione dei giovani.

CIO e ne diventa presidente. Durante questa seconda gestione stabilisce nuovi record, tut-tora imbattuti. Mette a disposizione il Centro sportivo del proprio ippodromo per la promo-zione di tutte le discipline sportive presenti nel territorio di Taranto e provincia, patrocinando manifestazioni sportive come “L’altro Sport”.

Titolare e Gentlemen di una delle più note scuderie di cavalli da trotto, la SCUDERIA STAT-TE (una delle più importanti in Europa), parte-cipa, nell’aprile 1989, alla Lotteria d’Agnano e vince con il cavallo HOLLYHURST. A novembre dello stesso anno conquista il terzo posto alla prestigiosa corsa parigina Prix d’Amerique, con lo stesso cavallo.

Nel 1990 organizza, insieme all’arcivescovo Motolese, la venuta a Taranto di papa Wojtila. Sensibile anche alla cultura, istituisce e patro-cina il premio nazionale letterario denominato “Gli Ori di Taranto”, che vedrà tra i premiati per la prima volta a Taranto: Sciascia, Pratolini, Soldati ed altri, nonché il premio di letteratura e poesia “Emily Dickinson”.

Agli inizi del 2000 gli vengono consegnati il premio “CATALDUS D’ARGENTO” dal sindaco

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Questo mio è un inno all’amore fi liale, un omaggio ad una fi gura mitica come quella di un papà, un vero papà.Il mio era un uomo eccezionale, con il dono di farsi volere bene da tutti. Così brillante e generoso che chiunque, uomo o donna, gli apriva immediatamente il proprio cuore e gli donava la propria amicizia. Tra noi c’era un’armonia perfetta, una simbiosi totale.La sua morte è stata per me un trauma enorme, è come se fosse iniziato ieri, tanto è pungente questo dolore!E’ vero, malinconicamente vero che i morti non chiedono nulla e non hanno che noi per continuare a vivere, le nostre parole sono le tracce più tangibili rimaste della loro vita, poiché sono tracce vive animate dal nostro affetto e dal nostro rimpianto, ed ogni nostra frase diventa una stanza affollata di suoni, echi e di presenze.Nell’esistenza nulla è perduto, ogni esperienza vissuta rimane dentro di noi, magari nascosta per tanto tempo, e poi all’im-provviso riappare, senza chiedere il permesso e seguendo stra-de sorprendenti, lineari o labirintiche ed è subito lieta o doloro-sa come la prima volta.Il passato è come un fi ume carsico, che scorre sotto la terra e ogni tanto affi ora in superfi cie per poi tornare in profondità. Non possia-mo prevedere quando e dove riemergerà e neppure quanto a lungo durerà il suo ritorno. Possiamo solo osservare il suo percorso e cer-care di assecondarlo o di contrastarlo.

Nel caso di mio padre, so che il fi ume del suo ricordo resterà sempre in superfi cie. Era un uomo così: simpatico, esuberante, allegro. Vive-re con lui è stato un piacere infi nito.Verso la vita aveva un atteggiamento così bello e positivo che ha conservato fi no all’ultimo, la gioia di vivere e farsi vivere. Io e lui ci capivamo al volo. Ed ora sono qui per raccontarlo.

Ciao papà e grazie di tutto!

Non nascondo che mi sono venute in mente tante idee per ricordarlo, non mi vergogno di elencarle: uno strabiliante monumento fatto di lucciole? (Troppo appariscente) La sua auto preferita riempita di fi ori? (Trop-po appariscente anche questo!) Un manifesto con la sua foto, con una bella frase, affi sso ai tabelloni della città? (Troppo scontato).E allora? Ricordarlo, ma come?Semplicemente così, carta e penna, terra e cielo.Tra le sue cose più care.Tra i suoi amori più puri: i cavalli, i gerani e la fontana con i leoni di gesso.Tra la sua gente!La vita vale solo nella qualità che riusciamo a darle e non nella quantità dei giorni che ci sono dati.Questo è l’insegnamento più nobile che mi ha lasciato.L’amore che riusciamo a dedicare, la passione che proviamo, l’attenzione che ci mettiamo.Il resto non serve a niente.Ciao Papà e grazie di tutto!

Milva

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La forza che molte persone mi riconoscono in questo momento, non è altro che la consapevolezza di onorare un uomo che ho avuto la fortuna di avere come padre. Spesso mi hanno chiesto come fossero i miei genitori, e sempre io ho risposto che se li avessi potuti scegliere, non sarei stata mai così fortunata e brava da “indovinare” i migliori sulla piazza.Mio padre era poi un uomo dalle mille sorprese.Mi sono chiesta come facesse a stare sempre un passo vicino alla verità.Rare, sono state le volte che sia in famiglia che in uffi cio abbiamo avuto la fortuna di nascondergli qualcosa, capitava spesso di par-lare sottovoce e di dire: “...questo a babbo non si dice, cavolo!”Puntualmente una voce alle nostre spalle rispondeva “ce cos non gie’ agghia sapè?” Si, era un uomo sempre opportuno e onnipresente.Mi manca questo, il sapere che ci fosse, mi manca anche tan-to ascoltare il mio nome, che aveva un codice tutto suo; sapevo quando per mio padre ero stata buona o se ne avevo combinata una delle mie; nel primo caso mi chiamava “ANNA”, mentre, se c’era maretta “ANNITA”, che non ho mai capito se ci mettesse la doppia “N” oppure l’accento sulla “I”.

Mio Padre

Mi manca, è scontato, come ad ogni fi glio manca un genitore. Ma ho la ferma consapevolezza che un grande uomo, come mio padre, non scompare con la morte ed è per questo che ho la certezza che viva ancora in qualche maniera in noi ed in ogni impresa che lui ha compiuto nella sua vita terrena. L’ unica eredità a me cara, è quel-la della volontà, dell’umiltà, della caparbietà che mio padre ci ha in-segnato; la voglia di continuare a costruire, di mantenere tutto ciò che ha lasciato, vive più forte in noi.Mio padre è più vicino ora di quanto non lo fosse in vita, perché se prima riuscivamo qualche volta a nascon-derci al suo sguardo, ora è impossi-bile.Proseguiamo nel suo lavoro, onorate di essere sue fi glie.

Anita

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Parole e ricordi Quella che segue è una selezionedei tanti messaggi scritti per Donato Carelli.Sono stati riportati in forma integralerispettando l’anonimato...

CiaoPresidè...

Comparirai ancora all’improvviso...e sarà sempre un piacere!Il tuo spirito, la tua anima...non svaniranno mai...

Vito Mattei

i messaggi dal mondo dell’

IPPICA

E’ stato e rimarrà sempre un grande uomo... grazie Do-nato Carelli... x ciò che hai creato e condiviso cn noi...il tuo Gioiello nel Sud... l’ippodromo Paolo VI... sentite Condoglianze alla Famiglia Carelli.

Grazie per tutto ciò ke hai fatto!!! spero ke il tuo im-pegno e la tua dedizione alle cose in cui credevi siano ammirate da tutti. addio presidente... da la sopra ci guardi in compagnia del tuo “hollyhurst”... con le ali bianchi vincerete ogni corsa nel cielo... ci mancherai...un abbraccio alla fam. carelli... r.i.p

Un altro grande pilastro dell’ippica Italiana ci ha lascia-to improvvisamente... Ci mancherai Donato... Sentite condoglianze!

Un altro amico che se ne va a proseguire la sua mis-sione di ippico militante in un altro mondo. Anche di Donato potrei scrivere la sua storia come proprietario e vincitore di tanti GP fra i quali va ricordato il Lotteria di Hollyhurst ‘89...

Grazie di avermi dato la possibilita di stare giorno e notte vicino a hollyhurst e gobernador hanno deciso il mio destino. addio

Che dire, ci ha lasciato un grande uomo oltre che un grande imprenditore capace di voler bene alla sua città ed alla gente che lavorava a lui vicino. Addio Donato mi permetto di darti del tuo perchè ti sentivo uno di noi.

Sono davvero colpito da questa tragica notizia, un vero signore d’altri tempi ed una personalità indiscussa che non ha eguali... DONATO è stato un idolo per me, ed oggi mi onoro d’averlo conosciuto!!!

Taranto ha perso con il Cav., uno dei pilastri storici. Do-nato, uomo dalle tante virtù e nessun difetto, grande Amico, sempre con il sorriso in volto. Ciao Donato, nel mio cuore, rimarrà per sempre il Tuo ricordo. Ti ho sti-mato in vita e continuerò a farlo ricordandoTi nelle mie preghiere. Ai familiari, il mio sentito cordoglio.

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Grande presidente il paradiso non ha saputo attendere!

Grazie per quello che hai dato per lo sport a Taranto. Sei entrato con tutti i meriti nella storia e nel cuore di Taran-to sportiva. Che triste notizia, oggi. Addio Presidente.

Avevo appena iniziato a scrivere di cavalli e lui tuo padre mia cara Anita, con grande fi ducia, si affi dò a me per il Gran Premio Unire... Fu un grande spettacolo, come sem-pre del resto... i vertici dell’Enci e dell’Unire si compli-mentarono per l’organizzazione, ma lui con il suo sorriso semplice disse: “non è merito mio... si girò verso di me, facendo un cenno di assenso... Non posso dirti come mi sentìì... anche perchè non lontano c’era Gianni Fabrizio che mi guardava facendo capolino... quante volte anche con Gianni abbiamo riso di quel momento, del mio imba-razzo, della sua vocazione da maestro e della mia voglia di parlare di cavalli, di sport e di grandi imprese. Sono questi i ricordi che fanno continuare a vivere persone che hanno vissuto davvero. Con aff etto ti sono vicina...

Addio caro presidente, per tutto il bene che hai fatto alla gente sicuramente sarai già in paradiso. Buon riposo.

Un uomo fuori del comune perché imprenditore con il dono della generosità: ciao presidente!

L’ho conosciuto tempo fa. Arguto mi disse pane al pane, vino al vino. Da allora pensando a lui e al suo mondo coglievo sempre un moto di tenerezza e rispet-to dentro di me. Forte, schietto e autentico allo stesso tempo. Mi spiace tanto!

Sentirsi improvvisamente sola è come perdere la più grande delle raccomandazioni, questa è una sensa-zione che prima o poi accomuna noi tutti. Ma adesso tocca a noi onorare il cognome che portiamo con il sor-riso e con la convinzione che da oggi lassù qualcuno ci guarda e sorride nel vederci orgogliosi di averlo avuto come Padre. Condoglianze Anita.

Le parole non servono... Con lui c’era un rapporto di grande aff etto, per me è un dolore ma anche un orgoglio averlo conosciuto, e non lo dimentico... Un abbraccio sincero!

Più passano i giorni e più sembra incredibile!!!!è Una perdita immensa per tutti noi.

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i messaggi dal mondo del

TARANTOCALCIO

Una sera d’estate eravamo in ritiro vicino a Bolzano, fece irruzione nell’albergo dove si trovava la squadra e voleva portare tutti in pizzeria... aveva voglia di parlare di calcio, del suo Taranto con i suoi calciatori come tra vecchi amici, il mister gli disse che non era possibile in ritiro...accetto’ la regola concedendosi solo uno sguardo amorevole a quella squadra che aveva costruito pensando alla serie A... addio grande Presidente, piango per te!

...è strano come la vita scandisca i suoi moniti con la puntualità di un orologio svizzero, lasciandoci inermi di fronte al proprio volere. E per quanto sia una legge naturale, non la si accetta mai con la pacifi ca neutralità con cui si dovrebbe; perché dietro ad ogni cosa c’è sem-pre un perché, semprechè lo si voglia vedere. E mentre assistiamo impotenti al solito teatrino, in cui tutto è il contrario di tutto, in cui il vento ballerino spira un po’ da nord e un po’ da sud, in cui le temperature salgono e scendono bruscamente accompagnando i nostri umo-ri, Donato ci ha lasciato. E la sua assenza fa ancora più rumore, ...come a dire: “Fermi tutti. Aspettatate un at-timo! Il Taranto, prima di dirigerlo, bisogna AMARLO!” Ha ragione, Presidente. E le chiedo scusa se mi arrogo la licenza di attribuirle parole che non posso essere cer-to che abbia detto, ma conoscendola, mi piace pensare

di sì. Perché il Taranto, lei lo ha amato con devozione e sacrifi cio, persino con disperazione, quando nessuno, e ripeto nessuno, capì la necessità di un aiuto... (ma que-sta è un altra storia, e in parte mi rimanda al presente). Per tutto questo, oggi, Taranto ha gli occhi lucidi e con il pensiero rivolto ad un grande uomo e ad un grande Presidente. Perché il Taranto, prima di dirigerlo, biso-gna AMARLO! Ciao, Presidè

Mi ricordo quando a Civitanova Marche nel 1992 rico-nosciutomi come tifoso del Taranto mi chiamasti per donarmi un biglietto per la partita, un piccolo grande gesto che non scorderò mai, una persona dalla gen-tilezza d’altri tempi. Oggi abbiamo perso un grande uomo ma nei nostri cuori sarai sempre presente!

TarantoHistory Rossoblu’Per onorare la memoria del nostro grande presidente CA-RELLI, pubblichiamo la telecronaca integrale di Taranto-Salernitana 3-0 del 1990, anche quello era un Taranto dei record: riviviamo quelle emozioni attraverso l’avvolgente telecronaca del ‘maestro’ Gianni Fabrizio, le stupende in-terviste a bordo campo di Carlo Di Santo (Sky ancora non esisteva e lui già era avanti) a Donatelli, Di Bartolomei...

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L’uomo più bravo e signore che ho conosciuto fi n ora... il vero primo cittadino di taranto...

Caro cavaliere... ma che scherzo ci hai fatto? Non è pos-sibile!

Addio presidente... ricordati il nostro canto di vent’anni fà... da lassù... portaci portaci portaci in europa... ohh donato portaci in europa! Ciao donato.

Nelle nostre vene scorre questo sangue non è blu ma è rossoblu’. Il tuo inno e il ricordo di Ascoli. Buon viaggio Presidente!

Presidente, durante la tua gestione ho vissuto emozio-ni indelebili, che mi hanno spinto ad amare sempre più i colori più belli del mondo. Ricordo la gara interna con la Ternana che ci riportò in B dopo una stagione incre-dibile, ricordo nella stagione successiva il sogno della serie A cullato per oltre mezza stagione, per non par-

lare di quel 20 giugno 1992, quando ad Ascoli in 7000 gridammo per l’ultima volta tutti insieme SERIE B. Ora da lassù regalaci un altro sorriso rassicurante, e guidaci verso un’altra promozione... Il pensiero di tutti in quel momento sarà rivolto a te, ultimo VERO PRESIDENTE!!!

Addio caro presidente l’ultimo di una serie B ormai lon-tana 19 anni. Che sia un segnale, non si sa, ma ti porte-remo per sempre nel cuore perchè ci hai fatto divertire anche se il 31 luglio 1993 ho pianto x una radiazione che non è stata colpa tua ma di un barese di nome An-tonio Mararrese. Speriamo che quest’anno sia il Bari a fare la nostra stessa fi ne del 1993 , come tu dicevi il tempo è galantuomo...

Ciao Presidente, sei stato l’unico presidente, insieme al Cavaliere, tra quelli che ci hanno fatto calcare i campi della serie B che ricordo bene, pechè sono del ’76... e ti devo ringraziare per avermi dato la possibilità di vede-re i colori più belli del mondo giocare in quella catego-ria che tutti sogniamo da vent’anni ed averci regalato tante emozioni... Rimarrai sempre nei nostri cuori...

Ricorderò sempre con aff etto quell’amicizia col mio povero Papà. E da quel Vostro incontro, genuino, di persone umili, di uomini che si sono fatti da sé, che hanno sempre e soltanto conosciuto la strada della Verità, dei Valori e della sacrosanta Onestà, avvenne la nostra conoscenza. Volevi che ti dessi del ” Tu” perché hai sempre cercato nel rispetto e nell’educazione per il prossimo quella qualità che ti ha sempre contraddi-stinto: la grande capacità comunicativa. Come posso dimenticare le trasferte del Taranto e la tua signorili-tà nell’ospitarmi, quando ti off risti, rassicurando mio Padre data la mia giovane età, come accompagnatore di avventure vissute insieme culminate fi anco a fi an-co nelle tribune degli stadi. Te ne sei andato troppo giovane. L’ultima volta che ebbi a sentire la tua voce in una telefonata su Studio 100, le tue parole rassicu-ranti e piene di energia sempre votate all’ottimismo e all’esempio di uomo ed imprenditore di primo piano. Gli uomini come mio Padre e come Te, nel pieno della propria saggezza dovrebbero durare tutto il tempo che serve ad insegnare a tutti come acquisire forza dalle diffi coltà della vita garantendo quella tempra e quella durezza di spirito che accomuna i Grandi della Terra. Abbia Dio il volere di farti riposare in Pace!

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Io mi sono innamorato del taranto di carelli, per questio-ni di età non potevo conoscere i precedenti. Ero “curciulo”, ricordo poco, ma quello spettacolo live mi piaceva un sac-co e lui era il mio presidente. poi dopo fi nivo per ritrovare in tv quelli che poco tempo prima avevo visto con i miei occhi con la maglia rossoblu... ma al di là dell’aspetto sportivo va apprezzato l’uomo donato carelli. a me non piace fare “santi”, tutti hanno i propri difetti e senz’altro ne aveva anche il presidente ormai scomparso. tuttavia carelli sapeva essere imprenditore ambizioso restando comunque generoso nel sociale e sobrio come persona, oltre che rispettoso ed amante della sua città. e tanto ci basta. addio presidente.

L’ultimo Presidente Addio Carelli, l ultimo Presidente che ci ha fatto sognare. Nonostante l epilogo amaro, ci hai regalato una promozione stupenda, con quella cavalcata dei record. E poi due stagioni bellissime in serie B. Della prima ricordo quel fantastico girone di andata, dove per la prima volta sentimmo il profumo della serie A. Della seconda, quel indimenticabile spa-reggio con la Casertana. Ma la cosa che ricorderò di te

e che non ho più trovato nei presidenti che si sono suc-ceduti alla guida del Taranto fi no ad oggi, è LA GIOIA di fare il Presidente del Taranto. Quella gioia che ti ha spinto a tornare in sella dopo l esperienza nefasta del dopo-Fico. Tu eri felice di essere alla guida del Taranto. E questo prima di ogni altro aspetto è quello che più conta per noi! Addio Carelli.

Nei miei ricordi di ragazzino Carelli, è stato un presidente buono. Non so come spiegare, ma mi trasmetteva questa sensazione. Un padre, un uomo ricco, buono e protettivo.

Girava voce che sua fi glia fosse fi danzata con il miti-co Mazzaferro. E nel mio immaginario il buon Andrea era diventato anche un pò fi glio suo. Certo, lo confesso quasi con religioso pentimento: mi faceva ridere un pò il suo modo di parlare, col tipico intercalare della gente semplice cresciuta a pane e salame, ma lavora-trice. Arricchitasi (non arricchisciutasi) con i calli delle mani, emancipatasi grazie alle esperienze della vita che a volte insegnano più dei libri di scuola. Insomma,

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una di quelle persone poco appariscenti, ma di gros-sa sostanza. Forse un genuinamente vanitoso di ciò che aveva messo in piedi, ma non fanatico. (Spero di aver reso la sottile diff erenza tra vanità e snobismo). Generoso. Sfortunato. Nella morte, come nel calcio. Ha fatto di tutto, per darci la serie A. Ne ha ricavato l’onta di Matarrese. Secondo me, a livello personale, visse la radiazione come una prova di forza di Matarrese, come un avvertimento della peggiore ignoranza, una prova di forza diretta a significare che la serie A fosse un’esclusiva barese o al massimo leccese per la Puglia del calcio. Poi una simbolica rivincita in tribunale, tanto remota nel tempo, quanto inutile nella sostanza dei fatti sportivi, ha provato a ripa-rare qualcosa che è ancora rotto. Quante volte in questi 20 anni Carelli ha pensato di riprendersi il Taranto? Non lo ha mai fatto, perchè frenato dalla famiglia, che lo ha sottratto ad un ennesima ipo-tetica onta. Probabilmente spaventati da quello che era successo nel ’93. Ma lui, credo smaniante come un leone in gabbia smaniava nell impossibilità di andarsi a sbranare chi lo aveva ferito. Ostacolato per quattro spiccioli. tanto è costato il fallimento.”

C’è commozione unanime nel mondo calcistico rossoblu per la scomparsa di Donato Carelli, compianto ex Presi-dente del Taranto: il Presidente dell’ultimo Taranto in serie B. Era il giugno del 1989 quando Donato Carelli riacquistò il Taranto dopo 9 anni, era stato infatti proprietario del club tra il 1979 e il 1982. La stagio-ne 1989/1990 fu una stagione trionfale, la squadra allenata da Roberto Clagluna fu quasi sempre nei primi due posti della classifica e alla fine vinse il campionato con 48 punti, record per il girone B della Serie C1. Fu dunque anche l’ultimo Presidente del Taranto a centrare una promozione in cadetteria. L’anno successivo il Taranto di Carelli, restò in zona promozione per quasi tutto il girone d’andata, a fine stagione fu 9º posto. La stagione successiva fu quel-la dell’incredibile salvezza terminata nello spareggio di Ascoli contro la Casertana. Poi la pagina più nera della storia del Taranto, il 3 agosto 1993, un Taranto che era retrocesso sul campo in serie C1, fu radia-to ed estromesso dai campionati professionistici, il Taranto precipitò nell’inferno dei Dilettanti con il conseguente fallimento della gloriosa Taranto F.C. di Carelli.

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Questi alcuni commenti e ricordi dei tifosi ricevuti per mail o rilasciati sui vari muri virtuali del tifo, nel loro commosso saluto a Donato Carelli!

Romanzini: A volte sembra che la storia si im-pegni e si diverta a giocare con i sentimenti.Mentre ci apprestiamo a vivere settimane intense di calcio, con il Taranto impegnato a giocarsi gli spareggi promozione per riconquistare la serie B persa quasi 20 anni fa, scompare tragicamente l’ultimo Presidente che ci ha fatto vivere una promozione in cadetteria.

Quella di Donato Carelli è stata, e sempre sarà, una figura di Presidente molto amata dalla gente tifosa, per quella sua genuina vo-glia di darsi e dare tutto per il “suo” Taranto.Carelli, a differenza di tanti suoi colleghi, ha davvero dato sempre tutto per il Taranto.Nel 1980, chiamato a furor di popolo a suben-trare all’austero Fico, costrui quello che sul-

la carta doveva essere un Taranto fortissimo. Aveva chiamato un mister nuovo ed innova-tore per l’epoca, perchè faceva la zona tota-le; quel mister si chiamava Adelmo Capelli, e quel Taranto aveva in rosa tanti giocatori che avevano calcato i palcoscenici della serie A.Carelli fu tradito da una squadra forte ma for-se troppo avanti negli anni, e da una ingenuità che non gli fece capire come fosse particolare il mondo del calcio. Abbandonato lo scranno pre-sidenziale, lo riprese nel 1989, ereditando la società da un Vito Fasano sfibrato da troppe po-lemiche e tante delusioni (prima tra tutte la con-testazione post vendita del “poeta” Maiellaro).Carelli costruì il Taranto dei record, aiutato da un giovane DS che si chiamava Pieroni e soprattutto da un mister bravo e galantuomo, Roberto Clagluna.Quel Taranto conquistò la B con una gior-nata di anticipo ed il record di pun-ti per campionati con i 2 punti a vittoria.Quel Taranto fece vivere annate indimenticabili, quella anzidetta della promozione in B, quella

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successiva in cui la squadra conquistò ben 37 pun-ti finendo a 5 punti dal terzo posto (e dalla serie A), quella ancora dopo che trascinò un fiume di tifosi ad Ascoli dove conquistò la permanenza in B dopo un soffertissimo spareggio con la Casertana.Il ciclo si chiuse non per colpa di Carelli, ma come al solito della sua enorme generosità mista ad inge-nuità, che fece si che si fidasse di gente solo attac-cata al portafoglio e senza un briciolo di dignità, molti giocatori e anche qualche dirigente inetto.Il colpo di grazia glielo (e ce lo) dette Matarrese, che nella calda estate del 1993 radiò il Taranto per inadempienze finanziarie, nonostante un parco giocatori di proprietà che superava come valore di gran lunga i debiti sociali.

Corsi e ricorsi storici. Anche oggi il Taranto ha una squadra super, guidata da un mister (Dionigi) gran galantuomo. Anche oggi il Taranto si sta giocan-do la B; anche oggi il popolo tifoso ha una enor-me voglia di festeggiare e conquistare un sogno

che rincorre da allora, da quel maledetto 1993.Al Presidente Carelli va dunque il nostro saluto, il no-stro ringraziamento per quel che ha fatto per il Taranto.Gli chiediamo di accompagnare dall’alto il “suo” Ta-ranto in questa ennesima avventura alla ricerca della B perduta.Speriamo gli venga dato dalla città di Ta-ranto il giusto riconoscimento, perchè è stato indi-scutibilmente un uomo che nelle vicende calcistiche nostrane, tra il portafoglio ed il cuore rossoblù, ha sempre scelto quest’ultimo.

Grazie Presidente Carelli, grazie di tutto. Che la terra ti sia lieve.”

Riposa in pace signor donato spera che dove sei ora ti pos-sa trovare meglio, il popolo rossoblu è sempre e per sem-pre con te....saluta il mio babbo!

CARELLI=TARANTO 89\90 SERIE B

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L’ultimo saluto dei “suoi”

UOMINIsulla pista da lui creata!

A Donato CarelliLa tua vita una lunga corsa.Caro Presidente vorremo trovare le parole giuste per ringraziarti di tutto quello che hai fatto in questi lunghi anni per noi. La verità è che questi ringraziamenti non avremmo mai voluto farli, probabilmente nella testa e nel cuore di ognuno di noi ti stiamo ancora aspettan-do per il tuo ritorno da Roma... Sempre di corsa. Già di corsa. Come tutta la tua vita “perché non c’è tempo da perdere” dicevi... Ci mancherai... mancherai ai ragaz-zi del ristorante che non riusciranno più a guardare il primo tavolo a destra senza la tua presenza... Come un fulmine, di corsa... non ci hai lasciato nemmeno il tem-po di rifl ettere e dirti Addio Donato ci mancherai ! I tuoi dipendenti Sjfi

Ciao Presidente... ci sarà tempo per ricordare quanto hai fatto... ci sarà tempo per ricordarci che lavoravi per tutti noi... ora è solo il momento per dirti GRAZIE...

Una notizia che mette solo tanta tristezza nei cuori del-le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Se ne va una delle persone più buone e generose che abbia mai conosciuto in vita mia. Sincere condoglianze alla famiglia Carelli.

Arrivederci Presidente. R.I.P.

Addio mestro... il nostro mestro... ti voglio bene!

Mi manchi presidè... sei stato un grande... ciao Presi-dente ancora nn ci sembra vero ke nn ci rivedremo più nell’Ippodromo, ci mankerà tanto, perkè sicuramente tutti gli altri dipendenti la pensano come me, lei di-ceva sempre ke siamo una famiglia, rimarrà sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Addio Cavalliere Donato Carelli anzi addio non è una bella parola da dire e meglio dire Arrivederci perkè sicuramente un giorno ci rivedremo. Alla Famiglia Carelli porgo le più sentite condoglianze!

Addio uomo del bene!!!

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Oggi scrivo un’altra pagina dolorosa della mia vita. ad-dio Presidente, ho vissuto a casa tua, hai dato benes-sere alla mia famiglia, ho frequentato la tua famiglia e sei stata la prima persona che mi ha dato lavoro... se e’ vero che i migliori siedono alla destra del Padre, so dove sei in questo momento!

Addio caro presidente, x tutto il bene che hai fatto alla gente sicuramente sarai già in paradiso. Buon riposo...

Addio presidente uomo del popolo e per il popolo. La mia famiglia e’ onorata di averti conosciuto. Ti voglia-mo bene. Per sempre il nostro presidente!

Non trovo le parole... grazie Donato... proteggimi an-che da lassu’...

Ciao grande presidente, prima di tutto amico... Un uomo fuori del comune perché imprenditore con il dono della generosità: ciao presidente!

Sei stato per me un grande maestro mi hai insegnato il sacrifi cio la dedizione al lavoro e tant‘altro ti portero’ sempre nel mio cuore. ti voglio bene!

Rendo omaggio ad una grande persona, che ha cre-duto nelle sue forze, che ha lottato x le sue idee e con grande cuore ha aiutato molta gente in diffi coltà rima-nendo sempre se stesso... con grande stima un saluto al nostro caro presidente. Quel GRAZIE che ci faceva sempre sorridere non sarà più lo stesso...

Orgogliosa di essere una tua dipendente, grazie per la stima, fai buon viaggio Presidente!

La tua è stata una lunga corsa e noi ti stiamo ancora aspettando... Mancherai a tutti noi, con i tuoi sorrisi gior-nalieri, piangiamo la tua assenza... Alla famiglia, alle tue fi glie non faremo mancare niente... Addio Donato

Ciao presidè... sei presente in ogni cosa... ti cerchiamo e ti troviamo... perché ci sei!

Oggi la giornata è calda All’ombra dei pini mi siedo alla tua sedia per respirare un po’ di frescura

Il venticello muove a malapena le palme I passeri cinguettano tra i ramiLe rondini sfrecciano bassi voli inusuali I gerani a capo chino avvertono la tua assenzaSoff rono il sole cocente

In questo silenzio... tutto è pace La tua dipartita... una cappa di ricordi che scorrono nella mia mente.Odo nell’aria la tua voce,cerco invano il tuo sorriso.Nulla è come prima Fratello... Amico mio... quanto mi manchi.

Taranto, 24 giugno 2012 Gioacchino Leone

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A DONATO

La via delle cose è tra le cose,

la vita e la morte il dilemma....

in quel che umano non è

i sensi non vivono,

le emozioni, i sentimenti e le parole d’ amore,

muoiono ancor prima di nascere.

Le lacrime non vincono gli ostacoli

e la forza non esiste nelle cose vive

...eppure ogni cosa reale piange

Questo perchè ogni cosa deride se stessa

e tutti gli occhi si bagnano di lacrime inutili...

dovrei sorridere a te

che hai ormai vinto la tua lotta alla vita

partendo per la morte,

eppure ti piango,

sono anch’ io debole!

Giuseppe Accettura

A TE...

TE che non sei più tra NOI... ma intorno tutto continua ad avvertire la tua PRESENZA. In ogni angolo. Nella mente affi orano ricordi, voci, immagini, esperienze vissute assieme... una carrellata di spaccati di VITA IM-PRESSI indelebilmente nella memoria... nell’Anima. E che riportano a TE. A tutto quello che sei stato per tutti coloro che ti hanno AMATO... e che hanno avuto rispetto per te. Trovare parole giuste, non banali e scontate, non è facile. Anche perché non vogliamo essere banali e scontati. Vo-gliamo poter parlare con la voce della nostra anima per farti arrivare... là dove adesso SEI... l’intensità del nostro Grande Aff etto. Durante tutta la TUA VITA ci hai insegnato tanto : la de-terminazione nel raggiungere gli obiettivi, il coraggio di operare delle scelte, la passione verso tutto ciò che sti-mola la mente... la RICERCA degli IDEALI nel percorrere la strada... nonostante le diffi coltà e gli ostacoli !!! Ogni giorno hai avuto un pensiero per tutti noi che abbia-mo lavorato tanto tempo AL TUO FIANCO. E ogni giorno hai saputo cogliere pensieri... stati d’animo... emozioni... gioie e dolori di ognuno. Ogni giorno hai saputo dire una parola... o un rimprovero: ed ognuna di queste parole era un insegnamento... un dono di esperienza che tutti... abbiamo compreso BENE. Ognuna delle tue parole... delle tue pacche sulla schiena...

dei tuoi rimbrotti ci resterà nella mente. Perché TU ci hai aiutato a CRESCERE. MATURARE. DIVEN-TARE UOMINI E DONNE. Quella tua COMUNICAZIONE a volte rumorosa... a volte silenziosa... che sa trasmettere solo CHI TANTO AMA... attraverso gesti premurosi o adirati... quella ricerca di ciò che è meglio per i propri “figli”: salute, fortuna, felicità, valori... anche se a volte quei gesti sembrano delle “mazzate” sul collo... ma che invece erano inco-raggiamento ad andare sempre AVANTI... quella tua comunicazione è uno dei DONI più PREZIOSI che potevi lasciarci... e non lo dimenticheremo MAI !!! La morte è un gelo immenso, è paura, solitudine... è un dolore inspiegabile. Ma chi ha vissuto come hai vis-suto TU non deve temere NULLA. Anche perché tu vivi sempre tra tutti NOI. E NOI non dimenticheremo MAI la tua fi gura... il tuo passo sicuro e forte... dolce e buono... venirci incontro ogni gior-no... con le nuvole e con il sole... e che ci dava FORZA! Ed è con questa certezza che continueremo ad andare avanti, e con il tuo Amore continueremo il cammino della Vita! Con Affetto Immenso e Profonda Riconoscenza da chi OGNI GIORNO HA LAVORATO, LAVORA E LAVORERA’ PER TE E CON TE.

RITA ALBANO a nome di tutti i dipendenti

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Il momento di dire Grazie

A tutti i collaboratori Sjfi che con entusiasmoed emozione hanno “vissuto“ e realizzato questo progetto

A Sergio Carriglio autore del Dvd “Ciao Presidè: un uomo semplice di successo “

A Giò Gigante e Rosanna Gigante

Ad Acmei

A Francesco e Raff aella Campidoglio

A Tecnovetro

A Vito Mattei ispiratore, con il proprio messaggio,di alcune nostre idee

A Massimo Todaro per aver concesso l’uso della foto di copertina

Da Milva ed Anita un ringraziamento specialead Anna Maria Sapienza per l’amorosa e coinvolgente

partecipazione e realizzazione dei nostri desideri