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di Franco Sacchi Venerdì 3 luglio 2015 ore 10.00 - 13.00 Città metropolitana di Milano [Sala Affreschi], Via Vivaio 1, Milano
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Pianificazione strategica per la Città metropolitana di Milano. Prove di stile “ambrosiano”
Pratiche strategiche metropolitane Esperienze dal mondo, possibilità per Milano
Sala affreschi – Città metropolitana di Milano
03/07/2015
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Il processo di costruzione del Piano strategico è stato avviato il 16 aprile
2015 con l’approvazione da parte del Consiglio metropolitano della Delibera
contenente le “linee di indirizzo per la predisposizione del Piano
Strategico”.
Il Centro Studi PIM è stato individuato quale soggetto in grado di supportare
l’attività di pianificazione strategica da parte della Città metropolitana di
Milano.
Selettività, operatività e orientamento verso politiche abilitanti vogliono
essere i requisiti principali del Piano strategico.
Il mandato
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Dopo una prima fase di innesco, è in corso un lavoro di ascolto/ricognizione, che
sta coinvolgendo, in un processo inclusivo, una serie di soggetti:
i Comuni, attraverso specifici incontri nei territori
numerosi attori, sia attraverso il Tavolo metropolitano, che riunisce le
rappresentanze socio economiche dell’area metropolitana, sia attraverso una
serie di interviste dedicate
la dirigenza della CM, al fine di effettuare la ricognizione dell’archivio progetti
La chiusura di questa fase porterà a breve alla costruzione di una “prima mappa
delle idee”, che proverà a definire strategie e linee d’azione del Piano.
Il lavoro sta avvenendo nel “fuoco” di altri processi rilevanti (confronto socio-
istituzionale sul PdL regionale, definizione delle Zone omogenee, ecc.).
Il processo in corso
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Altre pratiche: quali indicazioni?
Con il rapporto Quale pianificazione strategica per
la Città metropolitana di Milano? (dicembre 2014) il
Centro Studi PIM ha provato, alla luce della lettura di
alcune esperienze recenti sia italiane che estere
(Torino, Bologna, Barcellona, Lione, Londra, ecc.),
ad individuare alcune tendenze comuni, che si
configurano come benchmark per gli odierni processi
di pianificazione strategica.
Un processo complesso, costruito avendo attenzione alle tendenze
internazionali di pianificazione strategica e considerando la specificità del
contesto milanese e la storia.
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
Milano e la pianificazione strategica
L’area metropolitana milanese sembra aver più volte espresso un’esplicita
“tensione” costruttiva verso pratiche strategiche di governo metropolitano.
Tre, in particolare, le stagioni (e relative esperienze) che meritano menzione:
gli anni ’60/inizi ‘70, con l’esperienza del PIM;
gli anni ’80, con gli studi “Progetto Milano”, il Progetto Passante e il
Documento direttore sulle aree dismesse o sottoutilizzate;
gli anni 2000, con il progetto strategico “Città di città” e i “Piani d’Area”.
La storica insofferenza milanese per forme di pianificazione fortemente
istituzionalizzate o, all’opposto, le pratiche esclusivamente volontaristiche
hanno determinato esiti incerti e in parte differenti dalle intenzioni.
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Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Caratteri e tendenze
Dalla valutazione delle esperienze è possibile individuare alcune tendenze:
crescente attenzione verso il processo, che valorizza pratiche di
pianificazione flessibili e a basso tasso di istituzionalizzazione
selettività del piano, che abbandona il carattere onnicomprensivo, per
concentrarsi su pochi e specifici campi di politiche e progetti prioritari
approccio abilitante, che privilegia azioni volte a rimuovere i fattori inibitori allo
sviluppo e a generare economie esterne alle imprese ma interne ai territori
politiche e progetti operativi, che siano in grado di sperimentare azioni sul
campo, dotate di fattibilità e sostenibilità
democrazia metropolitana, per attivare processi che mobilitino protagonismo
sociale e aiutino a costruire coalizioni per lo sviluppo
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Uno stile milanese
Provando a identificare un nuovo stile di pianificazione strategica “milanese”
si è ipotizzato un processo unitario articolato su una duplice dimensione:
un Piano strategico triennale del territorio metropolitano, come strumento
istituzionale/amministrativo, documento programmatico per l’ente e atto
fondamentale di indirizzo per i Comuni;
un’Agenda strategica, intesa come modalità sussidiaria, al contempo
processo e insieme di prodotti, dal carattere flessibile e progettuale/
operativo.
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Piano e Agenda
Il Piano strategico costituisce dunque:
qualcosa in più dell’Agenda, in quanto
integra i contenuti amministrativi e i requisiti
operativi utili a indirizzare l’azione dell’ente e
dei Comuni;
qualcosa in meno dell’Agenda, che può
avere diversa articolazione di tempi (oltre i tre
anni), spazialità (superare i confini della Città
metropolitana), attori e contenuti (includere
politiche e progetti di una varietà di attori
pubblici e privati).
Franco Sacchi, Direttore Centro Studi PIM
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Le opportunità di un approccio “combinato”
Piano e Agenda strategica si alimentano reciprocamente, combinando valore
dell’atto amministrativo e pratiche a basso tasso di istituzionalizzazione, con
l’obiettivo di:
definire i problemi rilevanti e le arene di discussione/decisione
appropriate;
favorire l’elaborazione di una nuova vocazione condivisa del territorio;
attivare selettivamente politiche e progetti strategici per il territorio, le
imprese e la comunità;
valorizzare forme di cooperazione della rete degli attori locali ed
extralocali, per mettere al lavoro risorse di varia natura.
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A partire dall’autunno saranno attivati tavoli tematici e territoriali, sui
quali si andranno a costruire le politiche e i progetti del Piano strategico.
Il percorso proseguirà con l’approvazione del Piano strategico triennale,
entro fine anno, in cui convergeranno alcuni primi esiti del processo nel
quadro della programmazione triennale, cui seguirà l’attivazione dei primi
cantieri progettuali.
Secondo il modello impostato il processo continuerà, attraverso lo sviluppo
dell’Agenda strategica, che andrà ad implementare in forma continua i
contenuti di processo e di prodotto del Piano strategico, anche attraverso
l’azione di monitoraggio che orienterà le azioni di aggiornamento del piano.
Approvazione del Piano e sviluppo dell’Agenda