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Power Point creato dalle classi 2°A e 3°A della Scuola Secondaria Paritaria di 1°Grado "R. Venerini" per il concorso “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia” di Ascoli Piceno.
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*
Rallegratevi sempre nel Signore:
ve lo ripeto, rallegratevi,
il Signore è vicino. (Fil 4,4.5)
*SCUOLA SECONDARIA I Grado Paritaria “Rosa Venerini”
Via Matteotti, 21 – 60121 Ancona
CLASSI
Seconda A e Terza A
L'anima mia magnifica il Signore *[5]
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
(Un canto caro al cuore gioioso di Mons. Antonio Francesco Marcucci…)
La gioia Un cuore gioioso è il normale risultato
di un cuore che arde d'amore. La gioia non è semplicemente una questione di temperamento,
è sempre difficile mantenersi gioiosi:
una ragione di più per dover cercare di attingere
alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.
La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore.
E più dona chi dona con gioia.
Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli,
donate loro sempre un gaio sorriso;
donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore.
Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia,
con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose,
vedrete le vostre opere buone.
E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine
consiste nell'accettare ogni cosa con gioia. Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi
e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento. Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca.
La gioia è assai contagiosa.
Cercate, perciò, di essere sempre
traboccanti di gioia dovunque andiate. ...
La gioia dev'essere uno dei cardini della nostra vita…
Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici. Splende come un sole in seno a una comunità. ..
Madre Teresa di Calcutta
Uomo di Dio, uomo di preghiera, uomo aperto ed attento
alla voce dello Spirito, uomo dedito al dono di sé e al
servizio totale dei fratelli, da qui la sua gioia e la sua
pienezza di vita. E’ stata una creatura eccezionale, ha
vissuto la GIOIA anche nelle prove più dure, perché il suo
cuore era immerso in Dio, fonte infinita di tenerezza
divina. La gioia che aveva in sé, sapeva trasfonderla negli
altri, era una sorgente di vita che irrorava luce divina
ovunque passava e su chiunque incontrava.
L’invito ad essere allegri nel Signore era costante nelle sue omelie, ma
soprattutto nei suoi scritti, a chiunque si rivolgesse. Questo input
costituisce il marchio di riconoscimento di tutte le sue lettere e dei suoi
scritti. La gioia del Marcucci è quella di cui parla Gesù nel Vangelo: non è il
risultato di una vita senza preoccupazioni, fatiche e dolori, ma è il sostegno
sicuro per affrontarle e vincerle con fiducia e coraggio. E’ molto bello e
significativo l’esempio che usa: la dolcezza del miele, che condisce tutte le
cose, così deve essere la gioia nella nostra vita quotidiana.
“L’allegrezza ci fa sentire dolci e soavi tutte le pene cui siamo soggetti per amore di Dio e per i suoi divini voleri”.
“Il miele più dolce è quello che viene succhiato dalle api dal timo più amaro e il giglio più candido e odoroso è quello che nasce tra le spine”.
“State allegri e lasciate che il Signore liberamente faccia di voi,
di me e di tutti secondo l’amabile sua divina volontà. Fidiamoci, supplichiamo, amiamo, serviamo, soffriamo… Abbiamo chi ben regola e dispone il tutto”.
“State allegri di cuore e confidate in Dio che ama le anime
generose e coraggiose per la sua gloria”.
Nel vangelo di Giovanni ed in alcune lettere di Paolo Gesù ci indica la strada maestra per portare frutto:
Giovanni 15,16:
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia.” Romani 7,4: “Così dunque, fratelli miei, anche voi siete morti alla legge mediante il corpo di Cristo per appartenere ad un altro, che è risuscitato dai morti, affinché portiamo frutti a Dio.” Giovanni 15,8:
“In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto” Giovanni 15,1-2:
“Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore … Ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più.”
Galati 5,22-25:
“Ma il frutto dello Spirito è: amore gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. Contro tali cose non vi è legge. Ora quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze. Se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito.” Giovanni 15:4-5, 8
“Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. … In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto e così sarete miei discepoli”
Giovanni 15:1-2
“Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; ma ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più”
Un esempio molto concreto sul portare frutto ce lo dà la parabola del Seminatore Vangelo secondo Matteo
«Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno.
«Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. Ma quello che ha ricevuto il seme in buona terra, è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta». »
Per i ragazzi capire il valore della sofferenza è alquanto difficile, per aiutarli ad entrare in questo mistero di amore e di dono abbiamo letto alcune testimonianze, ne riportiamo una che ha colpito profondamente:
E’ in corso la causa di beatificazione di Giacomino Gaglione, casertano. Era figlio primogenito di una famiglia ricca. Il padre, un celebre avvocato e la madre una nobildonna. Amava lo studio e lo sport, le feste, i balli, e le belle ragazze. Un giorno cominciò a sentire strani dolori, gli si gonfiarono le articolazioni di piedi, delle gambe, i dolori diventarono atroci, dopo pochi mesi era paralizzato. Furono interpellati i più celebri specialisti, intraprese cure di ogni genere, interventi chirurgici, ma inutilmente. Giacomino amava la vita, voleva vivere ad ogni costo e si batteva contro la malattia come un leone. Era già fidanzato e perse la ragazza. La disperazione fu tale che tentò il suicidio.
Non chiese niente al Padre, ma tornò a casa cambiato. Di fronte alle stigmate di padre Pio aveva “intuito” il valore della sofferenza. Visse ancora 50 anni. Stava disteso su quella sedia-sdraio di ferro, perché non poteva neppure essere messo in un letto. Poteva muovere solo le mani, e le usava per consolare altri sofferenti. Scriveva in media 3.500 lettere l’anno ad ammalati che avevano bisogno del suo incoraggiamento, scriveva articoli per varie riviste, fondò un periodico, partecipava e guidava pellegrinaggi a Lourdes, a Loreto, a San Giovanni Rotondo. Morì il 28 maggio 1962. Una grande folla partecipò ai suoi funerali facendo capire quanto bene egli avesse silenziosamente compiuto.
Un giorno lesse un articolo su Padre Pio, e disse: “Voglio andare a San Giovanni Rotondo perché voglio guarire”. Fu portato da Padre Pio, ma di fronte a lui dimenticò il motivo di quel suo viaggio.
PRESENTAZIONE
DELL’ARCOBALENO DELLA GIOIA
Solitamente associamo la gioia ad un qualcosa di astratto, ma si può trovare in tutto ciò che ci circonda quotidianamente, come un sorriso, un piccolo gesto o semplicemente la compagnia di una persona. Non basta essere felici con se stessi, bisogna imparare a condividerla con le persone che amiamo e con quelle che ci sono accanto ogni giorno. E’ questo il grande messaggio che Marcucci ci ha trasmesso; inoltre l’allegria è la cornice della nostra vita interiore. Ciò che abbiamo racchiuso nel nostro cuore è il nostro vero essere ed è ciò che ci caratterizza e ci rende unici. Tutti noi siamo come le piante, Dio è il contadino che le coltiva, le fa crescere in fraternità ed amore. Da un seme sboccia un fiore che possiamo coltivare per farlo crescere rigoglioso o lasciarlo abbandonato a se stesso, così da farlo appassire e morire. Uno dei più grandi doni che Dio ci fatto è proprio quello della libertà: non ci sono cattivi o buoni, ognuno di noi ha sia luce che oscurità dentro di sé, ma sta a noi scegliere da quale parte schierarci. Solo affidandoci al Signore troveremo la retta via. I veri valori che compongono questa strada sono:
LA CARITA’ IL CORAGGIO, LA GENEROSITA’,
LA FORTEZZA DI SPIRITO, L’IMPEGNO DILIGENTE,
LA SEMPLICITA’ DI CUORE, LA PACE,
LA MANSUETUDINE, LA PAZIENZA.
Abbiamo deciso di rappresentare tutto ciò con alcuni disegni, che in qualche modo vogliono rispecchiare i nostri sentimenti più profondi. Sviluppando questa meravigliosa iniziativa siamo riusciti a comprendere l’intenzione del Venerabile Antonio Francesco Marcucci sull’arcobaleno della GIOIA… Come nei colori dell’arcobaleno c’è un’armonia stupenda ed indescrivibile, la stessa cosa dovrebbe succedere dentro ognuno di noi, vivendo in pienezza i valori sopraindicati.
La gioia è
preghiera;
la gioia è forza;
la gioia è amore.
E più dona
chi dona con gioia. Madre Teresa di Calcutta
Piersigilli Francesca cl. III A
Baroni Alessandro cl. III A
Peruzzi Evelyn cl. III A
Compra Alison cl. III A
Castelletti Tania cl. III A
Saha Sujoy cl. III A
L'anima mia magnifica il Signore ]
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore
Ecco l’arcobaleno personale
della Classe Seconda A
PRESENTAZIONE LAVORO II A
Abbiamo eseguito questo lavoro per far capire a noi stessi che l’arcobaleno rappresenta ognuno di noi con le sue bellezze interiori, quelle virtù che dovrebbero identificarci. Siamo creature uniche ed originali, l’una diversa dall’altra, ma tutte care al cuore grande di Gesù e insieme formiamo l’armonia meravigliosa di un arcobaleno di fronte ai suoi occhi e diventiamo testimoni e portatori del suo messaggio di amore.
Jhasline Compra
Questo lavoro mi è piaciuto molto, mi ha aiutato a capire molte cose che ci aiutano a vivere non secondo i nostri capricci, ma secondo la strada indicata da Gesù, che è Via, Verità e Vita. Non siamo in questo mondo per vivere da soli, ma per armonizzare con i fratelli che ci sono accanto, ecco il significato concreto e meraviglioso dell’arcobaleno. Attraverso questo disegno ho espresso e manifestato me stessa, perché sono riuscita a mettere in evidenza quello che provo e ho dato colore a tutte quelle belle qualità che avverto dentro di me. Ho anche provato a dare un colore a quanto sentivo dentro e nell’insieme è venuta fuori una stupenda armonia. Anche le virtù di Mons. Marcucci mi hanno coinvolto, ma ho sentito molto più forti quelli che esprimevano i miei sentimenti più profondi. E’ stato per me un momento molto bello e significativo in cui ho imparato tante cose per la mia vita.
Maria Teresa Martini
Il lavoro sulle virtù è stato molto interessante, ci ha aiutato a
riflettere e rientrare in noi stessi. E’ stato piacevole perché nuovo
nello stile, originale nello sviluppo: il mondo dei colori conquista
sempre. Bisognava, infatti, utilizzare i colori dell’arcobaleno, per
illustrare le diverse virtù: ognuno di noi ha interpretato questo
lavoro in modo diverso, chi l’ha fatto a matita, chi con i
pennarelli…L’impegno ci ha coinvolto in prima persona e mentre
dipingevamo ci siamo anche divertiti e nello stesso tempo
immedesimati in ciò che facevamo.
L’originalità di quanto abbiamo sviluppato è nella simbologia che
sottintendeva: ogni alunno ha creato ed interpretato il tema nel
migliore dei modi, dando il meglio di sé.
La fantasia è stato il nostro motore principale, ma con essa non è
mancata la riflessione e la condivisione personale in relazione agli
insegnamenti che l’argomento suggeriva.
Marta Angelici
Marta Angelici
Il nostro cammino
nella mano di Dio, Guidati
dalla Vergine Maria
Signore, ho bisogno di te,
punto fondamentale del mio cammino, luce che illumina
la mia strada. Mi ami, mi proteggi
e mi tendi la tua mano, sei sempre con me. Mi doni pace, gioia
e sicurezza
Francesca Ippoliti 3° A
Signore, fa’ che con l’aiuto
di Maria riesca a percorrere la strada della vita,
sempre stretta nella tua mano.
Aiutami a capire ciò che veramente conta
nella vita e a guardare il mondo con occhi da bambino.
Sara Ferretti 3° A
Vergine Santa, tu sei un esempio da seguire
per tutti noi: come madre, come donna,
come creatura di Dio. Madre buona,
io ti chiedo di aiutarmi a capire
quando sbaglio e a saper riprendere
il cammino con amore. Dammi la forza
per superare ostacoli e difficoltà
Maria Paolella 3° A
Signore, insegnaci a saperti amare
e lodare in ogni circostanza per poter essere come tu ci vuoi.
Guidaci sulla retta via, prendendoci per mano
e conducendoci dove vuoi tu. La gioia piena del tuo regno
è il nostro sogno più bello.
Francesca Piersigilli 3° A
Cammino con te, come se fossi l’unico,
ti stringo la mano e ti seguo, come se non ci fosse
altra via, ti ammiro e ti ringrazio
per tutto. Camminare con te
è fantastico… Tu sei per me luce
che vince le tenebre, sei per me amore
che accoglie e perdona, sei per me vita
dalle sfaccettature più belle.
Alison Compra 3 °A
Signore, tu ci prendi per mano
e ci guidi sul retto cammino.
Fa’ di noi delle creature nuove,
ricche di amore, di gioia, di dono, sempre pronte
ad irradiarti intorno a sé.
Giulia Maria Sica
Signore,
sii per ognuno di noi guida sicura e luce sfolgorante
nelle scelte importanti della vita,
per poter percorrere sempre la via che conduce a Gesù, attraverso Maria.
Aiutaci a trovare la nostra strada, quella che Dio,
donandoci la vita, ha pensato per noi.
Prendici per mano ogni giorno e dona al nostro cuore
gioia e pace.
Lucrezia Frizzo 3° A
Nel cammino della nostra vita c’è una guida sicura, che ci tende la mano, che ci accompagna,
che ci aiuta, che ci sostiene, che ci ama. Noi non siamo mai soli,
ma condotti da Gesù e Maria, con loro supereremo ostacoli,
delusioni, amarezze e tristezze. O miei amici del Cielo,
se sbaglio, correggetemi, se inciampo rialzatemi,
se non amo, datemi una saggia lezione.
Gioia Piersanti 3° A
Signore Gesù, nostro pastore,
guida noi tuo gregge, in pascoli sicuri.
Conduci noi, tuoi figli, attraverso vie impervie,
sorretti da Maria. Donaci sapienza
e coraggio per camminare dietro
a te che sei amore.
Vittorio Burchiani
O Signore, tu mi proteggi tutti i giorni,
sei vicino a me in ogni momento
e mi aiuti a trovare la strada giusta.
Farei qualsiasi cosa con te e per te.
Andrea Nicolli 3° A
Signore, proteggi me,
la mia famiglia e tutte le persone
del mondo. Aiutami a capire
i miei sbagli e a correggermi.
Indicami la strada da percorrere con te.
Alessandro Baroni
3° A
Maria, aiutami sempre a scegliere
la strada giusta ed indicami la via migliore
per poter essere come Gesù mi vuole.
Donami uno slancio speciale, quando mi trovo di fronte
ad ostacoli e difficoltà. Mano nella mano di Gesù tutto sarà più bello e facile
Maddalena Campagnoli
3° A
O Maria Vergine, aiutami ed indicami
il mio cammino. Con te al mio fianco
potrò superare ogni ostacolo.
Aiutami ad essere meno superficiale
e più rispettoso delle regole.
Luca Viezzoli 3° A
La Vergine Santa dona gioia di vivere ed apre il
cuore alla speranza e all’amore. L’immagine
trasmette tenerezza, compassione
ed apertura a Dio ed ai fratelli
Maria Teresa Martini
Questa immagine è bella e ricca di significato:
Gesù e Maria ci sono sempre vicini e ci vogliono bene
Carlo Luciani
E’ emozionante essere condotti da Maria a Gesù: io voglio
rimanere su quella mano
Sirio Scarpini
SCARPINI SIRIO II A
La grandezza e la leggerezza della mano
apre il cuore a Gesù e rivela il grande amore
che Lui ha per noi
Luca Pradella
Maria indica la strada da seguire per arrivare a Gesù
ed essere come Lui ci vuole.
Sofia Baldetti
Vorrei che quel bimbo sulla mano di Gesù fossi
proprio io, in modo da essere come Lui mi vuole
Giorgia Bellucci
Maria ci ha donato Gesù ed ora ci mostra questa mano,
indicandoci la via maestra per poter essere come Gesù.
Aurora Schettini
LAMURA ANNA II A
Mi sento una reginetta per essere portata a Gesù
da Maria Anna Lamura
Questa immagine trasmette un messaggio molto
importante: Gesù e Maria ci vogliono bene e desiderano
solo il nostro vero bene Romano Toccaceli
L’immagine trasmette amore, gentilezza, pace,
gioia, perdono. Racchiude una simbologia molto
profonda e forte Roberto Principi
Mentre osservo attentamente l’immagine provo un senso di calma, relax e sincerità. Lodo e benedico il Signore
per questo dono.
Matthieu Chiagano
Questa simbolica immagine mi fa provare
amore e felicità, gioia e compassione…
L’essere portati da questa mano vigorosa è molto
importante per me
Ylenia Donnini
GALVANI BENEDETTA II A
Maria con il suo dolce e tenero sguardo vuole stringerci al suo cuore
ed indicarci la via da seguire dietro a Gesù
Benedetta Galvani
La gigantesca mano vuole farci capire come è
importante e bello aiutare, accompagnare e sostenere
le persone che ci sono accanto e sono la nostra grande famiglia umana
Alexandra Gitto
ANGELICI MARTA II A
Riprodurre Maria non è possibile
perché è tenera, delicata, dolce, affabile, aperta al dono
e dal cuore grande. Io l’amo e mi affido
totalmente a lei.
Marta Angelici
E’ bello essere presi per mano da Maria e condotti a Gesù
Gabriele D’Andrade Corsa
COMPRA JHASLINE II A
Guardando questa immagine e fissando lo sguardo sugli occhi
chiusi di Maria, mi fa cogliere il suo
raccoglimento e il suo spirito di preghiera.
Voglio imparare da lei a dire sempre di sì
Jhasline Compra
Questa immagine trasmette un messaggio molto
importante: Gesù e Maria ci vogliono
bene e desiderano solo il nostro vero bene
Romano Toccaceli
SERNADILLA JOFFREY II A
Gesù ci vuole bene, ci tende la sua mano
e ci porta
sulla giusta strada Joffrey Sernadilla
Osservando attentamente l’immagine avverto una
bellissima sensazione di pace interiore e mi fa sentire
una creatura nuova Chiara Paladini
La grande mano che conduce sulla via della vita vera,
fa riflettere ed aprire il cuore a Gesù e a Maria
Anna Tansella
Racconta un episodio
in cui sei riuscito a
RALLEGRARE QUALCUNO
Un giorno, mentre stavo passeggiando a Piazza Roma vidi un uomo tutto
solo , sdraiato per terra con un cane, era vestito con dei pantaloni rotti neri,
una maglietta tutta sporca di color verde con un cappellino blu.
Vicino a lui c’era un cartone con scritto “aiutatemi, ho fame”, io lo guardai
con tristezza, mia madre mi diede un euro e mi disse di darglielo, io glielo
diedi e lui si alzò mi strinse la mano e mi ringraziò.
Mentre mi guardava, io lo fissavo negli occhi, sinceramente ero un po’
spaventata, ma dopo mi sorrise e anch’ io ho risposto con un sorriso e mi
sono sentita sollevata, felice, piena d’amore, soprattutto mi sentivo serena
perché l’avevo aiutato, ho aiutato una persona come noi. Guardandolo , si
vedeva negli occhi che era triste, depresso, silenzioso poi quando gli diedi
quella moneta, sorrise.
Secondo me aiutare le persone è una cosa magnifica e ti fa sentire davvero
felice. E’ bello perché con un semplice gesto potresti salvare molte vite e
soprattutto puoi far ritornare la felicità e l’amore nelle persone.
Jhasline Compra - Classe II A
Una volta, mi è capitato di aiutare mia sorella. Era una giornata
calda, il sole e il caldo le avevano fatto venire il mal di testa e lei non
riusciva a trovare una spazzola per i capelli.
Voi mi direte: “Proprio una spazzola per i capelli?” e io vi dirò: “Sì,
perché lei, se non se li pettina , le vengono dei capelli talmente ricci
che non le si sarebbero strecciati fino al giorno dopo”.
Quella non era una spazzola qualsiasi, era una spazzola speciale, era
“morbida” e serviva a strecciare meglio i capelli, lei il pomeriggio
aveva una festa e se non la trovava era finita. Allora iniziammo a
cercare ma non si trovò. Se non l’avessimo trovata allora sarebbe
stato un guaio. Allora mi sono resa utile, le ho messo il balsamo spray
e le ho pettinato i capelli con una spazzola che faceva un po’ più
male, ma lei non ha sentito niente, grazie al balsamo che le avevo
messo.
Dopo lei, mi abbracciò e andò alla festa.
Quando tornò mi ringraziò ancora una volta ed io rimasi contenta
per tutta la serata.
Anna Lamura classe II A
Mi è capitato di donare gioia ad un anziano che non conosco ed
ho incontrato per caso. Stavo andando per il corso con papà ed ho visto un vecchietto a cui era cascato un euro. Io corsi a
raccogliere la monetina, lo guardai e mi chiesi: “Gliela restituisco
oppure la tengo!” Capii che non era giusto tenerla, perciò mi
avvicinai al signore e con fare gentile gliela porsi. Lui mi ringraziò e
mi disse: “Il gesto evidenzia un cuore grande, la monetina puoi anche tenerla…”
Io gli consegnai la moneta, perché per lui era veramente vitale e
gli donai anche un meraviglioso sorriso con tanta gioia nel cuore.
Anche lui mi sorrise con affetto e mi rese felice.
Nel frattempo mio padre mi raggiunse, lo salutammo ed infine ce
ne andammo. Io ero molto contenta di aver donato gioia a
quell’anziano, ma soprattutto sentii dentro di me tanta pace e
serenità: era gioia vera.
Maria Teresa Martini Classe II A
La domenica, mentre leggevo un libro un mio amico mi ha chiamato per
dargli una mano su un lavoro interdisciplinare e io l’ho aiutato. Era un
pomeriggio soleggiato, e per arrivare subito, ho preso il mio skate. Mentre
stavamo lavorando, ho provato gioia nel mio cuore. Quando abbiamo
finito il lavoro, siamo andati in una piazza con lo skate, pure lui aveva lo
skate ma non riusciva a fare una mossa che io conoscevo. L’ho aiutato e
siamo stati benissimo. Lui non è riuscito ad imparare quello che sapevo fare
io, ma ci siamo divertiti. Dopo un paio di giorni è riuscito, nell’impresa ci
siamo divertiti a vicenda. Lo stare insieme per me è significato gioire
profondamente.
Joffry Sernardilla classe II A
Una volta per rallegrare una persona, ho portato da mangiare ad un
mendicante. I fatti si sono svolti più o meno così, stavo passeggiando su
corso Mazzini per i fatti miei, quando ho visto un mendicante con un
cartello con su scritto: “HO FAME”. Da dietro l’angolo è sbucato mio padre
con un piatto in mano e mi ha detto di portarlo al mendicante, io gliel’ho
dato e egli si è alzato e ha ringraziato. Questo ha reso me molto felice.
Gabriele D’Andrade Corsa classe II A
Quando un amico è triste, ma veramente triste, noi non possiamo illuderci di
farlo contento con dei regali, i regali non serviranno a nulla. Ciò che ha
bisogno quest’amico è una spalla su cui piangere, qualcuno su cui contare
veramente, qualcuno che ti ascolti e che cerchi di aiutarti. Quando avevo
dieci anni, ricordo che mia cugina era molto giù di morale per il fatto che
aveva avuto un grande litigio con tutta la sua famiglia. Piangeva, e io non
sapevo che cosa dirle… ero imbarazzata, pensavo “Ma che sto facendo?
Lei piange ed io sto zitta, fingendo che non sia succedendo nulla?”, ed è
così che mi sono spinta a parlare. Le avevo detto che i litigi sono cose
normali e che comunque, qualunque cosa succeda, io le sarei stata sempre
accanto. Queste parole le hanno fatto completamente cambiare
espressione, era più fiduciosa, aveva capito che di me poteva fidarsi. Grazie
a quella piccola frase, lei è riuscita a sorridere sinceramente e siamo
diventate ancora più legate di prima... La felicità delle persone non
dipende dai regali, ma dalla disponibilità che noi abbiamo verso di loro. Un
altro fatto in cui sono riuscita a donare felicità è stato quando al mare circa
un anno fa io e mia sorella Caterina ci annoiavamo a morte e non
sapevamo proprio che cosa fare… non potevamo fare il bagno perché era
troppo tardi e mia sorella iniziava ad essere triste, così, io avuto la splendida
idea di giocare a carte e abbiamo continuato per circa due ore, lasciando
scorrere il tempo senza annoiarci!
Anna Tansella classe II A
Ora racconterò un episodio in cui ho aiutato il prossimo. Stavo
camminando per riprendere la macchina, quando ho visto un
anziano seduto per terra con un cane, sdraiato vicino a lui. Mi ha
colpito una cosa: quando le persone gli passavano davanti, lui non chiedeva nulla… se ne stava lì, zitto, zitto. Allora ho cominciato ad
avvicinarmi ed a prendere tutte le monetine che avevo in tasca e
gliele ho messe sul vassoio che aveva di fronte. Appena ho
appoggiato i soldi nel vassoio, il signore ha alzato la testa e mi ha
ringraziato di cuore. Me ne sono andato, ero felice perché sapevo
di aver fatto una cosa buona, qualcosa a beneficio di quel Signore,
anche se non gli avevo dato molto. Sicuramente l’avevo reso felice
e avrebbe potuto mangiare qualcosa.
Le buone azioni lasciano nel cuore tanta pace e serenità. Dopo
questi gesti ti senti veramente diverso, una persona dal cuore
grande.
Alessandro Baroni classe III A
Era una mattina d’Estate ed era il compleanno di una mia
amica. Avevo deciso di farle una festa a sorpresa al mare. Prima
di tutto presi un grande cartellone e ci scrissi “Auguri Fra”, con
intorno alcune nostre foto, poi le comprai un regalo e alle 11.00 in
punto, mentre la mia amica stava arrivando, le urlai con il regalo
e il cartellone con scritto: “Auguri”. Subito iniziò a piangere
commossa, era piena di gioia, ed io ero molto felice di aver fatto
quel gesto. Un altro episodio che mi viene in mente, è quando
una mia amica a causa dell’appendicite era in ospedale ed era
molto triste e annoiata, così io e delle mie compagne di classe
siamo andate a trovarla. Solo quel grande sorriso stampato in
faccia di quando ci ha visto, mi ha reso davvero felice. Le mie
amiche, quando sono tristi, anche senza motivo, riescono a farmi
ridere e mi portano una grande gioia nel cuore.
Maddalena campagnoli
Molti dicono che le caramelle fanno solo male ai denti e alla pancia, altri
dicono che il cioccolato ci caria i denti e ci tocca andare dal dentista.
Caramelle e cioccolato sono due “alimenti” che noi mangiamo perché
sono buoni e hanno buon gusto. Essi ci hanno accompagnati durante la
vita, non ci accorgiamo, ma sono sempre nei dintorni, in ogni negozio e in
qualsiasi casa. Il bello è che tutto ciò esce dalle labbra dei più grandi, serve
di esempio ai più piccoli. Sappiamo, però, che anche una caramella o una
barretta, anche piccola, di cioccolato, può far felice un bambino più di
qualunque altra cosa. Una caramella sarà anche più piccola di una
semplice macchinina di plastica, ma all’interno di essa è contenuta tutto il
succo di cui ha bisogno per essere bella sia fuori che dentro ed è proprio
quel succo che rende felici. C’è sempre un “MA” nelle cose, perché se
questa caramella viene regalata senza l’amore e la gioia, allora non ha
nessun significato. Può suonare strano, ma i bambini sono le persone più
sincere. Un po’ di giorni fa, mio cugino era l’unico tra i suoi amichetti che
non aveva una caramella. Io, vedendolo, anche se da lontano, riuscivo a
vedere il desiderio e la tristezza che lottavano insieme nei suoi occhi. Non
per pietà, ma con amore e consapevolezza mi ero alzata, per farlo felice e
vedere il suo magnifico sorriso, gli comprai una caramella e posso giurare
che anche senza alcun battito di labbra, lui mi abbia ringraziato con gli
occhi e il sorriso. Non potevo essere più fiera di quanto accaduto.
Alison Compra classe III A
Ci sono stati vari momenti in cui ho portato gioia a qualcuno, ma non molto importanti,
come per esempio pagare il gelato a mio fratello o accompagnare mamma al
supermercato… ma una volta ho fatto felice talmente tanto una persona per una
scemenza, che da quel giorno mi sono sentita molto più generosa e altruista con gli altri,
diventando completamente un’altra persona. È successo tutto nella calda estate del
2013, quando stavo ad Ortona dai miei nonni. Cinque giorni su sette, quando nonno stava
a lavoro mattina e pomeriggio, tornando a casa solo per pranzo e per cena, io ero sola
con la nonna. Mamma, papà e Emanuele erano rimasti ad Ancona. Io e nonna, quindi,
passavamo intere mattinate e pomeriggi a casa da sole, ci divertivamo un sacco, perché
potevamo fare tutto quello che volevamo senza che nessuno ci dicesse nulla. Dopo un
po’, però, diventava noioso passare tutta la giornata dentro quella grande casa. Il
massimo che potevamo fare fuori da quelle mura, era di andare al piano di sopra a
trovare i miei zii, oppure andare al piano di sotto a prendere le bottiglie di pomodoro per
fare il sugo. Allora un giorno mi è venuta un’idea: perché non andare al centro
commerciale più vicino? C’era solo un problema: nonna non ha la patente! Ma
sicuramente il nonno ci avrebbe accompagnate e poi ci sarebbe venuto a riprendere.
Così abbiamo fatto. Ci siamo divertite un sacco e il bello era che non avevamo alcuna
fretta, potevamo stare lì all’infinito! Siamo tornate a casa con quattro e più buste piene di
tante cose! È stata una giornata indimenticabile, ma la parte più bella è stata quando,
tornate a casa, davanti alla porta, nonna mi ha guardato negli occhi e mi ha detto con
aria seria e sincera “GRAZIE!” il suo viso così rilassato, ma allo stesso tempo quell’abbraccio
che mi ha dato… era colmo d’affetto, mi ha fatto traboccare di gioia. Mi sentivo il cuore
in gola, quell’amore che mi trasmetteva, mi faceva trasalire dentro. Solo dopo ricambiai,
era come se quel gesto durasse all’infinito! È stata la più bella giornata della mia vita.
Lucrezia Frizzo classe III A
Era una normalissima sera di Marzo, stavo per andare a dormire, quando
mio padre mi chiama per darmi una brutta notizia. Una delle mie più care
amiche si era sentita male ed ora era in ospedale, ma la cosa peggiore era
che io non potevo fare niente. Ero nel panico perché l’avevano addirittura
ricoverata e non si avevano altre notizie. Passai una nottata nella completa
agitazione e il giorno dopo mi precipitai in un negozio per comprarle un
peluche con la scritta: “ ti voglio bene”, le feci un piccolo biglietto dove la
rassicuravo e le auguravo una pronta guarigione. Avevo fatto tutto questo
con il cuore, restando positiva e ripensando ai suoi sorrisi, le nostre risate e i
nostri indimenticabili momenti trascorsi insieme. Erano le quattro e andai a
trovarla, dopo essere salita fino al suo piano, ho aperto la porta molto
lentamente ed era lì sul letto con il volto annoiato. Non sono mai stata così
contenta di vederla, le corsi incontro e l’abbracciai forte. Il suo viso era il
ritratto della felicità, mi disse che era fortunata ad avere un’amica come
me al suo fianco. Passarono circa due ore, e in tutto quel tempo avevamo
riso e scherzato, ero davvero felice, mi sentivo bene interiormente. Solo
quando tornai a casa, mi resi conto dell’importanza degli amici e delle
persone che ci amano e fanno di tutto per rallegrarci e condividere la loro
gioia. Chiunque è in grado di fare un gesto così, ma l’importante è che sia
fatto con il cuore.
Francesca Ippoliti classe III A
Era il 29 maggio cioè il giorno della mia prima comunione: Arrivavano tutti i
miei parenti da Roma e io ne ero felicissima, insieme ai miei parenti c’era
mia cugina una persona molto allegra con grandi occhi e dei capelli
marroni chiaro con alle punte dei boccoli. Mi ricordo ancora come era
vestita, aveva un vestito rosso con delle roselline sempre dello stesso colore
e siccome era estate, ai piedi aveva delle ballerine bianche. Dopo la mia
comunione siamo andati a fare una passeggiata al Passetto e quando si
era avvicinata l’ora di andare a mangiare, siamo andati ad un ristorante lì
vicino che cucinava solo pesce. Dopo aver mangiato e dopo aver visto la
torta, mi hanno dato i regali. Scartato il primo che era una macchinetta
fotografica, mia cugina se n’è andata sentendosi esclusa, io non ci ho
fatto tanto caso, ma quando mi accorsi, mi sentivo in colpa, anche se era
la mia festa. Non volevo che fosse triste perché a lei non avevano dato
nessun regalo e mi sentivo triste perché erano tutti felici tranne lei. Allora mi
sono avvicinata con un mio regalo e gliel’ho porto, lei era così felice che
ero felice anche io per lei. Dopo però si è resa conto che era uno stupido
capriccio che una bambina di nove anni non dovrebbe fare, quindi mi ha
chiesto scusa e mi ha ridato il regalo, e cosi ci siamo messe a ridere
insieme.
Milena Masci
Era estate ed ero a casa in campagna. Io e mio fratello stavamo per andare in
bici verso la chiesetta di Santo Isidoro di fronte al discesone che avremmo fatto
tutto velocemente. La velocità ci avrebbe dato la spinta per poi faticare di
meno nella salita, che era subito dopo. Arrivammo all’inizio della discesa e lui
diede il via: “Uno… due… tre… Via!” Partimmo e allargammo le gambe,
lasciando andare i pedali, che rotearono velocemente. Finimmo il discesone ed
arrivammo circa a metà salita, quando per colpa della breccia grossolana, mio
fratello cadde. Mi fermai subito e lasciai la bici sul bordo della strada, a terra,
per andare ad aiutarlo. Stava piangendo. Gli tolsi la bici di sopra e vidi subito
una grossa ferita al ginocchio sinistro, il lato in cui era caduto. Fortunatamente
lui non l’aveva ancora vista, altrimenti avrebbe frignato ancora di più. Lo aiutai
a rialzarsi e dopo aver lasciato le bici fuori della strada, reggendosi a me, ci
incamminammo verso casa. Attraversato il giardino antistante la casa, presi le
chiavi, aprii la porta e feci sedere mio fratello sul primo gradino, mossa alquanto
sbagliata perché lui stava per guardarsi la ferita e si sarebbe sicuramente
impressionato e rimesso a piangere. Lo feci alzare e lo aiutai a fare le scale, con
battute scherzose cercavo di distrarlo, così iniziò a ridere. Ero molto felice di
averlo aiutato a non abbattersi, che quasi mi stavo dimenticando di
disinfettargli la ferita. Lo feci accomodare sul divano e poi corsi a prendere
l’occorrente per la delicata operazione. Io ho cercato di continuare a distrarlo e
a farlo sorridere. Mi sono sentita molto orgogliosa di me stessa per aver aiutato
mio fratello a non deprimersi per una sbucciatura al ginocchio. Lui dopo la
medicazione mi ha molto ringraziato abbracciandomi calorosamente.
Francesca Piersigilli classe III A
«L’allegrezza conserva la bontà dello Spirito…»
Le strategie che posso usare per dare gioia alle persone a me più care sono Comportarmi bene in ogni momento Andare bene a scuola Mettere sempre a frutto costruttivamente i miei talenti Fare sempre il proprio dovere con senso di responsabilità Essere sempre servizievoli nei loro confronti Eseguire quanto mi chiedono con piacere e gioia profonda Non far mai pesare i piccoli servizi con atteggiamenti poco
consoni Tutto questo realizzato con amore ricolma di un bene e di un amore molto profondi. Per i miei genitori, che fanno tanti sacrifici per me, vorrei essere proprio così e donare loro tanta gioia e soddisfazione. A volte ho gustato tanto piacere interiore, dopo piccoli sforzi per far felici i miei genitori, che mi sono sentita veramente me stessa e con tanta voglia di dare sempre di più.
Francesca Ippoliti classe III A
Donare Gioia è molto bello, ma anche molto difficile! Io ho la grande soddisfazione di avere una famiglia bella, gioviale e premurosa. Riflettendo su come poter donare gioia ai miei genitori, che mi riempiono di attenzioni e premure, devo impegnarmi in modo particolare ad essere paziente, serena e molto disponibile. Queste sono le principali qualità che dobbiamo avere, ma ce ne sono tante altre che sono ugualmente importanti come l’attenzione, la tenerezza, l’umiltà, la responsabilità. Attuando queste qualità e prerogative posso rendere felici non solo i miei genitori, ma anche i miei amici, conoscenti, nonché i miei insegnanti, anche se con loro devo essere anche massimamente diligente, impegnata, attenta e sempre pronta. Ho sperimentato più volte la gioia di far felici i miei genitori e questo, ogni volta, mi rende stracontenta e mi fa avvertire dentro di me una sensazione bellissima di pace interiore, di gioia profonda che vorrei gridare addirittura al mondo intero. Donare gioia attraverso piccoli servizi, attenzioni, delicatezze fa sbocciare dentro di me una luce straordinaria ed una quiete dolcissima, ti senti così leggero che ti sembra di volare.
Anna Lamura classe II A
Per donare gioia ai genitori, così pure agli insegnanti ed agli amici bisogna studiare costantemente ed essere educati, possedendo un certo lato “comico”, cioè saper esprimere anche un po’ di umorismo. Per poter dare gioia agli amici è necessario saperli perdonare per i loro sbagli, stare loro vicino quando ne hanno bisogno e saper condividere le loro iniziative. E’ molto bello saperli ascoltare e rispettare. Nei confronti degli insegnanti, oltre a studiare ed impegnarsi, bisogna far loro capire che teniamo al loro insegnamento, li ascoltiamo e mettiamo a frutto i loro insuperabili messaggi di vita. Per quanto riguarda i nostri genitori è molto importante, oltre a quello che abbiamo già detto, avere sempre un comportamento corretto. Noi vorremmo proporre che per poter donare gioia bisogna avere tanto amore nel proprio cuore.
Jhasline Compra, Gabriele D’Andrade Corsa,
Francesco Crescenzi II A
Ci sono tanti modi per rendere felice qualcuno, a volte basta anche solo un sorriso. I genitori sono le persone che più ci rendono felici nella nostra vita, anche se , a volte, non ce ne accorgiamo. Proprio per questo loro si accontentano da parte nostra anche di piccoli gesti: incomincerei con un bel “buon giorno” al mattino, insieme ad un sorriso dolce ed aperto. Dobbiamo anche provare a fare tutto ciò che ci dicono, perché è per il nostro bene. Gli amici sono una ricchezza da tenere stretta, donare loro gioia è semplice: basta essere felici e lo saranno anche loro. Far ridere l’amico è importante, ma esagerare si può rischiare di offenderlo.. Gli insegnanti sono persone a cui bisogna portare rispetto: saranno felici se nel lavoro di ogni giorno siamo diligenti, educati ed attenti.. Abbiamo sperimentato diverse di queste strategie e possiamo testimoniare che portano frutto. L’argomento ci ha fatto riflettere molto e capire che le prerogative riscoperte, bisogna renderle attive.
Alexandra Gitto e Galvani Benedetta II A
Per dare gioia ai nostri genitori spesso cerchiamo di aiutarli a svolgere le loro mansioni quotidiane, come apparecchiare, fare il letto… Oltre a questo cerchiamo di renderli orgogliosi di noi stessi, prendendo bei voti a scuola ed essendo il più diligenti possibile. La loro felicità è in relazione alla conquista da parte nostra della carità, del senso di giustizia, della bontà, della mansuetudine, dell’umiltà… Per noi la più importante è la bontà che le riassume tutte. Per i nostri insegnanti la più grande gioia è vedere in noi crescere un amore sincero e profondo per lo studio e il senso di responsabilità in ogni settore. Non è importante dare gioia esclusivamente ai nostri amici e parenti, ma soprattutto a chi ha smarrito la voglia di vivere: donare agli altri amore e gioia riempie il cuore di felicità, soprattutto se sono persone in difficoltà e nella sofferenza.
Marta Angelici, Giorgia Bellucci,
Matthieu Chigano II A
Far gioire le persone è una cosa bellissima, che ci appaga completamente. E’ importante cercare sempre di donare un raggio di luce e speranza anche nelle giornate più buie. Ponendoci di fronte ai nostri genitori abbiamo capito che per renderli felici dobbiamo dar loro una mano, ascoltare i loro preziosi consigli, far capire che vogliamo loro un mondo di bene ed apprezziamo gli sforzi che fanno per noi. Guardando gli amici è importante fidarsi di loro, far capire che nel momento del bisogno noi ci saremo e soprattutto non deve mancare quel senso di accoglienza profonda e di condivisione. Cosa fare per i nostri docenti, come regalare loro un sorriso? Basta compiere bene il nostro dovere, lavorare con impegno, seguire con attenzione le lezioni e comportarsi bene. In noi in questo momento c’è tanta buona volontà… ma riusciremo nell’impresa? Dobbiamo essere forti e scacciare via i cattivi pensieri: sono essi, a volte, a portarci fuori strada.
Aurora Schettini, Sirio Scarpini, Roberto Principi II A
Spesso le persone tendono a identificarci come bambini ingenui, sciocchi. Chi la pensa così non conosce le potenzialità che un ragazzo ha in sé. Tra queste c’è la capacità di saper donare gioia ai nostri conoscenti, donare forza e sostegno nel momento del bisogno. Per dare gioia ai nostri genitori che lavorano giorno e notte per non farci mancare nulla, è necessario rendersi più disponibili ed aiutarli nei lavori casalinghi. Per gli insegnanti l’unica cosa da fare è acquisire il senso di responsabilità e crescere come persone mature. Per donare gioia, secondo noi, la proposta più bella è quella di mettere Gesù, che è amore, al primo posto nella nostra vita e irradiare questa luce straordinaria intorno a noi.
Anna Tansella, Romano Toccaceli, Joffrey Sernadilla II A
Per donare gioia ai nostri genitori, amici ed insegnanti è necessario impegnarsi, essere educati e rispettosi nei loro confronti, inoltre, non deve mancare la diligenza, l’impegno e la sincerità. Sono queste le vie maestre per stare bene insieme ed avere dei buoni rapporti con tutti. Per donare gioia non servono grandi discorsi, né regali da sogno, basta un sorriso che parta dal cuore o un gesto eseguito con amore, una parola di incoraggiamento, un servizio ed un’attenzione eseguiti con tutti noi stessi. Ci è capitato diverse volte di donare gioia: dopo un gesto di carità, dopo un piccolo servizio reso alla mamma, dopo un serio impegno scolastico, dopo una parola buona detta ad un amico in difficoltà, dopo aver perdonato uno screzio. Sostenere ed incoraggiare sono le vie maestre della gioia. Anna Lamura, Carlo Luciani, Maria Teresa Martini II A
Sono tante le strategie che si possono usare per donare gioia ad amici, parenti ed insegnanti. Le più comuni sono sorridere anche nei momenti bui, suscitare gioia negli incontri ed avere un carattere geniale e simpatico. Con amici e genitori è bello ricordare aneddoti buffi, vissuti insieme, creare, quando è opportuno, un’atmosfera comica, destando buon umore. Di fronte ai docenti è necessario mantenere un comportamento serio e attivo per renderli felici. E’ bello e significativo per noi e per loro essere sempre attenti, pronti a rispondere alle loro domande ed eseguire con precisione i compiti assegnati. Vorremmo provare a concretizzare nella vita di ogni giorno quanto esposto sopra, in modo da donare gioia a tutti quelli che ci sono vicini e desiderano il nostro vero bene.
Musto Naomi e Paladini Chiara
Caro Signor Francesco A. Marcucci,
Vorrei farle una domanda: “C’è qualcosa che avrebbe voluto fare prima di essere sacerdote?
Ha mai avuto dei ripensamenti su questa scelta così importante?” Ci sono testi che
parlano di lei e che la ricordano come una persona affabile, sempre pronta allo scherzo,
generosa, piena di ottime qualità… Mi è venuta voglia di conoscerla meglio…
Un’ultima domanda: “Se fosse possibile raggruppare in cumuli la felicità e gioia che ognuno di noi nel corso della vita ha saputo
donare, quanti cumuli avrebbe lei?” Lei sicuramente avrà avuto delle amicizie, sia da
bambino che da grande, quanta felicità ha donato?
Con l’intento di scrivere una lettera scherzosa, mi sono ritrovata a parlare di
argomenti ben più seri, nonostante tutto la ringrazio per il tempo che mi ha saputo
dedicare. Con stima.
Marta
Gentile Signorina,
Sono lieto di poterle rispondere: Sicuramente i primi giorni che mi
avevano consacrato sacerdote alcuni dubbi mi hanno assalito, ma andando avanti nella mia vita non c’è stato più posto per
dubbi. Che dire dei cumuli di felicità? Chi può esserne a conoscenza fino in fondo?
Spero di averne creata molta, di aver lasciato lungo il cammino della mia vita questa orma indelebile per la felicità di
tanti altri. Credo comunque che di felicità durante la mia vita io ne abbia data e
ricevuta molta Mi sono impegnato a lungo nella diffusione del culto mariano, in cui credo ci si debba applicare, con costanza e passione, c’è una preghiera in particolare, l’unica che abbia mai dettato la Madonna
ed è: “O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!” Le
auguro le migliori cose.
Francesco A. Marcucci.
Salve, Francesco Antonio Marcucci,
Sono una studentessa della scuola
“Rosa Venerini” e frequento la II Classe .
Ho letto la sua lettera che ha scritto a
Maria Picca. Molto bella e significativa.
La lettera mi è piaciuta molto, ma non
l’ho capita in tutti i suoi particolari,
però mi sono rimaste impresse le
promesse e come si chiamavano le
penne.
Volevo chiederle perché si chiamavano
così le penne? Perché faceva queste
promesse?
Ciao
Jhaslene
Salve, Jhaslene ,
Sono Francesco Antonio Marcucci
, volevo rispondere alle tue
domande.
La prima: “Ho chiamato le penne
così per dare un po’ di allegria e poi
perché tutti possano sapere da dove
provengono”.
La seconda domanda: “Facevo
queste promesse per dare qualcosa
di positivo e significativo alle
alunne oppure per fare dei regali o
per calmarle e farle sentire felici.
Sii gioiosa anche tu.
Antonio Francesco Marcucci
Egregio, Francesco Antonio,
Lei come riesce sempre ad essere così
simpatico ed allegro?
Vorrei essere anche io così, comunque
scherzi a parte, lei come si trova con le
sue educande, se si trova bene, son
contento per lei.
Mi ha colpito molto la sua idea sui
medici ed il Paradiso perché in fondo
in fondo è vero. Un’altra cosa ti vorrei
chiedere, prima di concludere la
lettera: “Ma lei non ha mai smesso di
essere allegro?”
Distinti saluti
da Gabriele
Caro Gabriele
Io sono sempre così allegro e simpatico in
forza dello Spirito Santo e per la mia
grande naturalezza.
Io con le mie ragazze mi ci trovo molto
bene perché stiamo sempre insieme e ci
raccontiamo un sacco di cose belle. Io sono
sempre così allegro anche nei momenti più
brutti, perché cerco di vivere il tutto con
grande amore.
Prima di lasciarti ti do due consigli di
vita: il primo è: “Sii sempre te stesso e non
dare retta a ciò che dicono gli altri. Poi
ricordati sempre di aiutare chi è in
difficoltà”.
Cari saluti
Francesco Antonio
Venerabile Francesco Antonio Marcucci , come sta? Bene! Sono contenta, anche io sto bene. Che cosa ti piace fare nel tempo libero? A me nel tempo libero piace giocare a carte, è molto divertente! Qual è il suo cibo preferito? A lei penso che piaccia un po’ tutto! A lei piace scrivere storie di fantasia? Non sei il solo, le storie inventate piacciono anche ad altri, esse provengono direttamente dalle nostre teste, usando la propria fantasia!! Che cosa ti piace guardare alla tv di solito? In Paradiso c’è? A me piacciono: “Film d’azione?! Wow!!” Quali consigli mi potresti dare per la mia vita quotidiana? Bene ora la devo salutare; arrivederci e cordiali saluti
Ylenia Donnini.
Carissima Ylenia
Io sto molto bene, sono vicino a Gesù
e con Lui parlo anche di te… Anche
io qualche volta ho giocato a carte,
ma al gioco ho sempre dedicato poco
tempo. Mi chiedi consigli,
osservandoti da quassù, mi viene
spontaneo dirti: “Devi essere più
aperta con gli altri, non aver paura,
tutti ti vogliono bene.”
Ti voglio raccomandare anche
un’altra cosa: “Cerca di impegnarti
di più nello studio, sarai
sicuramente più contenta!”
Ciao!
Antonio Francesco
Caro Francesco Antonio Marcucci,
mi è piaciuta molto la tua lettera a Maria
Picca, sia perché è divertente, sia perché
rivela un animo grande. Le vorrei chiedere:
“Mi potrebbe dare la penna Spagnola, dato
che studio spagnolo, come ha dato la penna
latina a Maria Picca?” Se me la darà, la
tratterò bene, le darò un nome, la chiamerò:
Spagnoletta .Lei come la chiamerebbe?
Poi le metterei delle decorazioni come delle
lucine, ma non dei campanelli, farebbe
troppo rumore, le metterei dei brillantini e
magari la dipingerei di vari colori.
Vorrei ritornare alla lettera a Maria Picca, a
cui hai dato la tua penna latina, anche
questa penna ha un nome? Lo sceglierai tu
uguale a tutte le altre penne. Ricordati, però
di non mettere i campanelli. Alla prossima
volta
Anna
Cara Anna,
ho letto la tua lettera, è stata molto
divertente e simpatica.
Sei stata molto brava e hai svolto un buon
lavoro. Mi è piaciuta molto la parte del nome
e sceglierei: “Spagnoletta” , perché è un nome
molto carino.
Ho deciso di mandarti Spagnoletta, però
non te la mando ben ornata, perché dalla
tua lettera ho capito che lo avresti fatto tu.
Anna, ricordati sempre di essere educata e
corretta con tutte le persone a cui vuoi bene e
ricordati che se una persona ti sta antipatica
è bene trovare un modo per diventare amiche
o per lo meno sopportarsi.
Rispetta questi principi e ti troverai bene con
le persone .
Arrivederci
Francesco Antonio Marcucci
Caro Francesco Antonio Marcucci, ho letto la sua lettera, mandata a Maria Picca, la sua educanda, mi è piaciuta molto, perché è divertente e simpatica. Mi hanno colpito le tue molteplici penne: la penna latina, italiana, francese, spagnola ed ebraica… ma non è di questo che voglio parlare. Ti volevo fare qualche domanda: “Avevi già in mente i colori dell’arcobaleno, da abbinare ai tuoi sentimenti?” “Ti è ispirato a qualcuno nella scelta di questi colori?” Terza domanda, che non ha niente a che fare con l’arcobaleno e i suoi sentimenti: “La tua educanda, Maria, era severa con te?” “Tra le persone che tu hai elencato, qual è la tua preferita?” Se io volessi una penna, prenderei quella francese e quella ebraica, perché mi piacciono, ma soprattutto mi rappresentano, nel mio modo di fare e di vivere. Mi potresti dare dei consigli per vivere meglio la mia vita? Saluti
Maria Teresa
Cara Maria Teresa, ho appena letto la tua lettera, è molto divertente. Iniziamo a rispondere alle tue domande: ogni colore ha il proprio sentimento che viene dal cuore di ogni persona e quindi la scelta non è oggettiva, bensì soggettiva; non mi sono ispirato a nessuno, ho seguito solo il mio cuore. Cara figliola, la mia educanda era spesso severa con me, ma era socievole e docile. Devi sapere che sua sorella si chiamava Teresa come te. Ah le penne!... la mia preferita era quella latina, con essa ho scritto molte cose e le voglio molto bene, anche se adesso non la uso più. Passiamo alla risposta più difficile: Come ben sai, bisogna comportarsi bene e dare il massimo in quello che si fa. Io ho creato un arcobaleno con le virtù più vicine a me, la stessa cosa hai fatto tu. Quello che hai scritto non deve solo rimanere nella mente o in un pezzo di carta, deve essere stampato nel cuore, ma soprattutto deve essere vissuto, altrimenti è inutile. Il mio consiglio è ascoltare la Parola di Dio, i tuoi genitori, gli insegnanti, i parenti e tutti quelli che ti vogliono bene. Devi anche seguire i veri valori della vita che le mie parole ti hanno insegnato e che tu hai riprodotto con un meraviglioso disegno. Un altro consiglio è quello di comportarti da sorella con i tuoi amici e parenti e di non suscitare in te sentimenti negativi, ma sempre amore e gioia. Cari saluti
Antonio Francesco
Caro Francesco Antonio
Marucci,
sono uno studente della scuola
Maestre Pie Venerini e consiglio
anche a lei di andare con lo
skate, forse gli farebbe bene. Se
vuole glielo posso insegnare un
po’ io, non è che sono bravo
bravo, però qualcosa posso
insegnargli. E spero che si
diverta e le piaccia? Imparerà
delle cose importanti ma prima
dovrà insegnare a me tante
altre cose ancora più belle.
ARRIVEDERCI
JOFFREY
Ciao, Joffrey,
sono Francesco Antonio
Marucci ho ricevuto la tua
lettera. Grazie per i consigli
che mi hai dato e ci proverò
ad andare nello skate, anche
se proprio non ci sono mai
andato. Spero di divertirmi
andando con lo skate. Mi
piacciono le avventure nuove.
Prima o poi imparerò
qualcosa. Insegnerò tante
cose belle anche a te che sei
un ragazzo bravo e gentile il
tuo
Antonio Marucci Francesco
Salve, Francesco Antonio, Come stai? Immagino senz’altro molto bene. Io sono pieno di tanta gioia ed è solo grazie a te, che sei il maestro della gioia. Immaginami, mentre sto andando con lo skate insieme ai miei amici, sono veramente pieno di gioia e riesco a trasmetterla anche ai miei amici. E’ molto bello sentire dentro questo sentimento e donarlo a chi ti sta vicino. A volte ridiamo come dei matti e ci sentiamo leggeri come piume. Scherzare e giocare con la gioia vero nel cuore rende bella la vita. Ti ringrazio per le cose grandi e belle che mi hai insegnato. Con affetto e gratitudine
Alessandro
Ciao, Alessandro, ti voglio bene anch’io e sono contento di averti comunicato un po’ della mia gioia. Ti confermo che io sto molto bene e ti ringrazio che ti interessi a me. Cerca di essere sempre tanto gioioso e ti sentirai sempre te stesso. Oggi non è facile assaporare la gioia vera, perché siamo conquistati da false gioie, che lasciano un vuoto profondo. Bravo, divertiti! Questo fa bene al corpo e allo spirito. Ti raccomando una cosa: nella tua giornata cerca sempre di vedere il lato positivo e mai quello negativo. Ciao
Francesco Antonio
Caro Marcucci,
Volevo farti alcune domande: “Ti
capita spesso di rendere felici le
persone? Quali mezzi usi? Sei
felice quando ti succede? Hai mai
conosciuto persone che sono serene
anche nella malattia e nel dolore?
Perché usi i fiori e il miele per
descrivere una persona felice?”
Sicuramente ti piacciono molto.
“Come stai in paradiso?
È tutto bello e felice lassù?”
Ti saluto e salutami Gesù.
Maddalena
Cara Maddalena
Sì, mi capita spesso di rendere felici le
persone e sono molto contento quando ci
riesco. Gli unici e soli mezzi che uso sono
amore, volontà, pazienza e speranza. Ho
conosciuto persone malate che anche se
mancavano loro pochi giorni di vita,
avevano un buon motivo per vivere più
intensamente e con più gioia, per questo
sono felici. Non perdono mai la speranza e
la gioia di vivere. Uso queste due
immagini i fiori e il miele perché, i fiori
rappresentano le persone che aiutano a
rallegrare la gente e il miele aiuta ad
addolcire l’amarezza. Qui in paradiso
tutto bene si sono realizzati tutti i miei
desideri più grandi. Saluti,
Marcucci
Caro Venerabile
Francesco Antonio Marcucci,
io ti immagino come una persona
molto buona, generosa ed
intelligente e penso che tu lo sia
stato veramente. Nella tua vita
passata ti è mai venuta la
tentazione di picchiare qualcuno o
sei sempre stato bravo?
A che età hai imparato a leggere e
a scrivere?
Io vorrei che fossi ancora vivo per
rispondere a questa lettera, ma
non importa… ti ammiro
comunque anche se non ti ho mai
conosciuto.
Ciao,
Lucrezia.
Cara Lucrezia,
sono felice che tu mi immagini così e non
sbagli completamente! In quanto alle
domande, io sono stato un uomo come tutti
gli altri, e come tutti mi è venuta la
tentazione di picchiare qualcuno, ma non
l’ho mai fatto, se non quando ero piccolo. Ho
imparato a leggere all’età di tre anni e a
scrivere subito dopo. Mi ha fatto piacere
ricevere la tua lettera e leggerla, come lo è
stato risponderti e mi hai fatto diventare la
faccia rossa dall’imbarazzo quando ho letto
la parte finale, quando tu dici che mi
ammiri comunque anche se non mi hai mai
conosciuto. Ti ringrazio tanto per questo
tuo grande interesse nei miei confronti e ti
auguro un buonissimo anno scolastico e,
già che ci siamo, buon Natale a te e ai tuoi
cari.
Con affetto,
F. A. Marcucci.
Ciao Marcucci,
Com’è il paradiso, tutto bene?
Volevo solamente dirti che mi è piaciuto
molto il tuo discorso sulla gioia, mi ha
colpito e coinvolto. Grazie a te ho compreso
meglio il fatto che noi tutti ci dobbiamo
affidare a Dio, farci guidare, servendolo e
amandolo. Essere allegri è davvero una
bellissima sensazione che ci fa sentire dolci
e soavi proprio come dici tu. Per quanto
riguarda l’arcobaleno della gioia e le sue
otto virtù, mi sono immaginata tutti i miei
amici, ognuno dei quali rappresenta una
qualità. Ti ringrazio per avermi fatto
capire che oltre a riceverla, la gioia va anche
donata con amore e semplicità. I tuoi
insegnamenti rimarranno per sempre tra
noi, metteremo al servizio degli altri le
nostre doti, così che tutti potranno essere
felici.. Un saluto
FRANCESCA
Ciao Francesca,
Qua tutto bene.
Ricorda che la vera gioia è Dio, che ha
creato ogni persona a sua immagine e
somiglianza perché sia felice. Sono
contento nel sapere che i miei
insegnamenti sono utili a te e a molte
altre persone. Trova sempre il modo per
riempire il tuo cuore e quello degli
altri con amore. L’allegria non è il
risultato di una vita senza
preoccupazioni, fatiche e dolori, ma è
di grande aiuto affrontarle con
fiducia e coraggio. La felicità è come
il miele che condisce tutte le cose.
Detto questo, divertiti e rimani sempre
allegra.
Ciao.
ANTONIO FRANCESCO
Caro signor Marcucci,
ti scrivo per conoscerti meglio, facendoti
delle domande:
1. Mi piacerebbe sapere se sei sempre stato
così pieno di Dio? E cosa ti ha aiutato a
crescere nella fede, nel dono e
nell’amore?
2. Ti sei mai sentito escluso dalle persone
che ti erano accanto?
3. Ti è mai capitato di non sopportare un
tuo compagno o il tuo vicino?
Ultima domanda, ma non meno
importante delle altre:
4. Ti sei mai sentito inutile o poco
apprezzato?
Rispondi presto
Milena
Cara Milena,
Ti ho risposto al più presto, le tue domande
sono molto forti ed impegnative, spero di
riuscire a soddisfare tutti i tuoi desideri.
1. Sono sempre stato innamorato di Dio, fin
da quando ero piccolo. Non c’è un perché, è
una forza ed una spinta che si sente
dentro.
2. Sinceramente non mi è mai importato se
ero considerato o no, perché ho avuto sempre
Dio con me, non sono mai stato solo.
3. A tutti è capitato non ti possono essere
simpatici tutti ugualmente, l’importante è
cercare di voler bene a tutti.
4. Ricordati bene che nessuno di noi è inutile,
siamo tutti importanti in questo mondo,
perché dono di Dio.
Ti benedico,
Francesco Antonio Marcucci.
Caro Fra’ Spero non ti dispiaccia se ti chiamo così, ma mi fa pensare a una persona simpatica il nome Fra’. Comunque, passiamo al vero motivo di questa lettera: volevo porti alcune domande, soprattutto ora che il Natale si sta avvicinando. Allora la prima è: “Come pensi di passare le vacanze di Natale?” No, ok, scherzavo, volevo domandarti: “Cos’è che ti spinge a predicare alla gente anche se sai che potrebbero non crederti o deriderti?” Soprattutto: “Da dove ti arrivano tutte le perle di saggezza che dici?” Spero di non averti rubato troppo del tuo tempo prezioso. Ciao
Francesca
Cara Fra’, adotto anch’io questo soprannome perché immagino che anche tu sia simpatica… In primo luogo volevo dirti che passerò questo Natale in compagnia dei miei fratelli e con tutti coloro che si vorranno unire a noi. Seconda cosa, in risposta alla tua domanda: riesco a predicare e dire quelle cose che tu chiami “perle di saggezza”, perché vivo alla presenza di Dio, lui opera attraverso me e mi dà sicurezza e forza spronandomi e suggerendomi ciò che devo dire. Spero di aver risposto alle tue domande. Con affetto
Fra’
Caro Marcucci,
ho preparato alcune domande a cui
lei risponderà sicuramente. In molte
scuole lei è ritenuto un esempio da
seguire, un uomo capace di far felice
tutti. Come fa? Qual è il suo
segreto? Come fa a riuscire in tutto,
sempre con il sorriso? Ma non si
stanca? È felice di quello che ha
fatto?
Sarebbe felice se le chiedessi di
condividere il desiderio di essere
una brava persona e gioiosa con
tutti?
Aspetto una sua risposta,
Alison Compra.
Cara Alison,
condivido gioiosamente con te la mia
missione e con tutto il cuore accetto
che tu sii gioiosa e la doni sempre
intorno a te.
Le mie risposte saranno brevi, ma
incisive. Sono felice di aver donato
con gioia tutto per il bene delle persone
e di essermi sempre affidato a Gesù.
Tutti possono essere capaci di fare ciò
che ho fatto io, purché si affidino
totalmente al Signore e si lasci
guidare solo da Lui.
Grato di esserti d’aiuto, ti voglio bene
Francesco Antonio Marcucci.
Il frutto dello Spirito è
amore, gioia, pace,
magnanimità, benevolenza,
bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé…
Caro Fra’ Spero non ti dispiaccia se ti chiamo così, ma mi fa pensare a una persona simpatica il nome Fra’. Comunque, passiamo al vero motivo di questa lettera: volevo porti alcune domande, soprattutto ora che il Natale si sta avvicinando. Allora la prima è: “Come pensi di passare le vacanze di Natale?” No, ok, scherzavo, volevo domandarti: “Cos’è che ti spinge a predicare alla gente anche se sai che potrebbero non crederti o deriderti?” Soprattutto: “Da dove ti arrivano tutte le perle di saggezza che dici?” Spero di non averti rubato troppo del tuo tempo prezioso. Ciao
Francesca
Cara Fra’, adotto anch’io questo soprannome perché immagino che anche tu sia simpatica… In primo luogo volevo dirti che passerò questo Natale in compagnia dei miei fratelli e con tutti coloro che si vorranno unire a noi. Seconda cosa, in risposta alla tua domanda: riesco a predicare e dire quelle cose che tu chiami “perle di saggezza”, perché vivo alla presenza di Dio, lui opera attraverso me e mi dà sicurezza spronandomi e suggerendomi ciò che devo dire. Spero di aver risposto alle tue domande. Con affetto
Fra’