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portrait anno II luglio / agosto 2011 4 ritratto di un'associazione

Portrait – ritratto di un’associazione

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nr. 4 luglio - agosto 2011

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Le nostre volontarie spesso si re-cano presso le strutture sanitarie per presentare l’associazione; ci rimango sempre male quando mi riferiscono che alcune volte che il personale, al quale volevano con-segnare il materiale informativo sull’attività di sostegno e suppor-to alle gravidanze ad alto rischio e alla perdita perinatale da noi ef-fettuata, lo rifiuta categoricamente come “cosa negativa”. In questi casi allora le mamme volontarie di solito insistono spiegando quan-to sia positivo avere la possibili-tà di condivisione e di supporto nei momenti difficili. Niente! Gli operatori sanitari non ne vogliono proprio sentir parlare e ribattono “La gravidanza non è una malat-tia!”, “La gravidanza è fisiologi-ca!”, “La gravidanza è un evento meraviglioso per la donna!”. Al-lora solitamente intervengo io, in qualità di presidente dell’asso-ciazione, e cerco di spiegare loro che non vogliamo assolutamente spaventare le donne che vivono se-renamente la loro gravidanza, ma piuttosto alzare il livello di guardia

EditorialeIndice

Editoriale pag 2

Festival delle Diversità pag 4

Ma cosa vuol dire diversità?pag 6

Trieste la città dei matti pag 8

Prematuri pag 12Ernia inguinale Testimonianza di una mamma

Facciamo rete pag 16Intensamente Coccolati ONLUS

Lettere dal cuore pag 18Mi dispiace

Oggi gli chef consigliano pag 24

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del personale sanitario, e questo non è certo “terrorismo”, in quan-to il personale sanitario, istruito e preparato, è ben consapevole del fatto che la gravidanza è per la donna e il bambino sì un momento “favoloso”, ma anche pieno di in-sidie. Convengo con loro che non si deve assolutamente coinvolgere le mamme, ma le associazioni sono un valore aggiunto e il conoscere, da parte degli operatori del setto-re, che esiste un sostegno psicolo-gico professionale e un supporto specifico per le donne colpite da patologie della gravidanza po-trebbe essere di grande crescita e di aiuto per tutti. Niente da fare! Con sguardo compassionevole, come se noi donne che abbiamo avuto un’esperienza negativa e una gravidanza “malata” fossimo state colpite da chissà quale sfiga piut-tosto che da una patologia, educa-tamente ci mettono alla porta.

Mi chiedo se nascondere la testa sotto la sabbia, ancora al giorno d’oggi, abbia un senso logico.Nell’era dove internet “impazza”, dove si hanno a disposizione ogni sorta di informazioni, anche incon-trollate, come si può ancora “nega-re” che, come risulta dai dati del Organizzazione Mondiale della Sa-nità, nel mondo muoiono 80.000 donne ogni anno solo a causa del-la preeclampsia?!

Diana Mayer Grego

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“In un mondo dove le relazioni ri-sultano sempre più difficili e viene rilevata una forte crisi di valori e di direzione, si desidera promuovere una cultura solidale e di collabora-zione tra realtà diverse. Questa ne-cessità si esprime sia attraverso l’at-tivazione di momenti di conoscenza e comunicazione tra persone e asso-ciazioni che operano nel sociale, sia attraverso la sperimentazione di cosa significhi dedicarsi agli altri anche in maniera disinteressata. È su questa idea che si innesta e si rinnova, ogni anno, l’idea del Festival delle Diver-

sità, come momento per incontrarsi e per promuovere la cultura del volon-tariato, valorizzando e promuovendo un’attività di collaborazione comune.Il Festival delle Diversità ha l’obietti-vo di promuovere il dialogo tra per-sone, enti e associazioni che voglia-no far conoscere la propria attività e offrire uno spunto per promuovere “altre” risposte al pregiudizio, alla discriminazione e alla violenza.”Queste parole, scritte nella presen-tazione dagli organizzatori, le pos-siamo leggere come fonte di ispira-zione del momento attuale in cui le

L’associazione “Sulle ali di un angelo”, nelle giornate del 17, 18 e 19 giugno 2011, ha colto l’opportunità di essere presente con un banchetto espositivo al Festival delle Diversità, un evento organizzato da il Centro delle Culture, I Cammini Aperti Trieste Onlus, Arci Trieste e Nadir Pro, che si è svolto nel Parco di San Giovanni (ex OPP). La manifestazione, giunta alla nona edizione, quest’anno è stata dedicata agli STILI DI VITA.

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persone, dopo un periodo storico di individualismo ormai in declino, escono dall’egoismo individualistico e si reinseriscono nel tessuto sociale per ritornare a fare rete comune.Nello spazio a noi dedicato abbia-mo istituito lo “Sportello d’ascolto” per le donne in gravidanza (spor-tello che presso la sede operativa è coadiuvato dalla nostra consulente psicologa psicoterapeuta dott.ssa Carla Piccini); sebbene l’iniziativa fosse stata inserita nel volantino del programma del Festival, avevamo scarse aspettative di un riscontro, in quanto pensavamo che l’ambiente “festoso” non invogliasse le perso-ne ad avvicinarsi ad un argomento così faticoso e doloroso come le gra-vidanze a rischio. Come sempre “l’uomo impone e Dio dispone”, secon-do un detto popolare alquanto appropriato in questo caso. L’inte-resse per questo spazio è stato molto alto e pia-cevole: sarà stato inve-ce proprio l’ambiente così cordiale, allegro, sereno che ha permesso

i contatti a cuore aperto, all’ombra degli alberi, seduti su due sdraio, a “chiacchierare” come vecchi amici.Alto anche l’interesse delle persone che si fermavano solo per leggere il grande cartellone che avevamo esposto e poi prendevano dal ban-chetto i nostri depliant informativi. Possiamo ritenerci molto soddisfatti dell’opportunità che ci è stata offer-ta e siamo grati agli instancabili or-ganizzatori di questa nona edizione del Festival delle Diversità, sia come associazione sia come persone, per-ché abbiamo passato tre giornate piacevoli, immersi nella natura, a contatto con un mondo di persone solidali che ci hanno aperto prospet-tive di grande crescita.Al prossimo anno.

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SULLE ALI DI UN ANGELOal Festival delle Diversità

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Ma cosa vuol dire

Durante il Festival delle Diversità sono stata intervistata da un’asso-ciazione che si occupa di sensibiliz-zare le istituzioni della città di Trie-ste sui bisogni della popolazione. Mi è stato subito chiesto di definire secondo me il significato della pa-rola Diversità.Così a bruciapelo, davanti alla te-lecamera che immortalava i miei pensieri e il mio linguaggio del cor-po, ho seguito il cuore: “secondo me la diversità non esiste, siamo tutti uguali a questo mondo”. Il mio cuore molto spesso comanda la mia ragione; sarebbe fin troppo bello che quanto da me espresso fosse vero. Poi a mente fredda, se-duta al mio banchetto espositivo, osservando le persone che passava-no, non ne ho trovata una uguale ad un’altra: ognuno con l’abito che ha scelto per la giornata, ognuno con il suo taglio di capelli, ognuno con l’accessorio che lo rendeva uni-co, dall’orecchino al tatuaggio o la montatura degli occhiali, ognuno

con i suoi gusti e i suoi interes-si a passeggia-re per il parco, fra i più svariati banchetti delle associazioni che presentavano il loro essere di-versi, e ognuno avrà trovato ciò che cercava in un ambiente se-reno e di pace.Un’armonia di colori e di pen-sieri, di culture e di interessi: da quella contro la tortura al cabaret, al sostegno per la gravidanza, alla vita delle api, alla buona lettura, alle percussioni africane, alle fiabe per bambini, alle fonti rinnovabili per combattere la mafia, al decou-page, alla danza moderna, a quella orientale, all’animazione per bam-bini e anche per i grandi, ai canti sa-cri dei nativi americani, alle donne

DI-VER-SITÀ?

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migranti, agli amori di…versi, il tut-to accompagnato da numerosissimi spettacoli teatrali di vario genere e dalle note degli innumerevoli con-certi sparsi nel parco; e, passeggian-do, la fantasia riusciva a cambiare scenario, spostandosi da un capo all’altro del mondo in pochi passi a suono di musica.Ho riflettuto molto su quanto siano lodevoli le parole suggerite dal cuo-

DI-VER-SITÀ?

re, ma senza la ragione rimangono fini a se stesse. Saper cogliere nell’al-tro ogni suggerimento, anche con-trario o in opposizione, è strumento di crescita e di grande apertura men-tale. Ora posso dire che DIVERSI-TÀ significa ARRICCHIMENTO.

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TRIESTE

Mi piace pensare che, ovunque sia, Franco Basaglia (psichiatra e neurolo-go, fondatore della concezione moderna della salute mentale, riformatore della disciplina psichiatrica in Italia e ispiratore della Legge 180) sia stato contento che nel suo parco, in queste tre giornate di metà giugno, ha preso vita il Festival delle Diversità.

L’ex manicomio di Trieste, sito nel grande parco del rione di San Giovanni, vide l’esilio di Franco Basaglia, dopo che le sue idee rivoluzionarie e inno-vative portarono nel mondo della psichiatria e in ambito accademico non pochi grattacapi, già iniziati a Gorizia, dove dirigeva l’ospedale psichiatrico

Franco Basaglia (Venezia, 11 marzo 1924 – Venezia, 29 agosto 1980) è stato uno psichiatra italiano, rap-presentante della psichiatria italiana del Novecento.

A lui si deve l’introduzione in Italia della “legge 180/78”, dal suo nome chiamata anche Legge Basaglia, che introdusse una importante revisione ordinamentale sui manicomi e pro-mosse notevoli trasformazioni nei trattamenti psichiatrici sul territorio.

www.francobasaglia.org

la città dei matti

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della città, con l’eliminazione delle contenzioni fisiche e delle terapie elettro-convulsivanti come l’elettro-shock, con l’apertura dei reparti, ini-ziando ad con l’istruire il personale ai rapporti umani e non solo alle te-rapie farmacologiche. I pazienti ini-ziarono così ad essere trattati come persone malate e non più come “malati mentali” da allontanare ed emarginare con la presunzione di “eliminare” il problema.

Ma Basaglia “iera mato come un ca-val” (era matto come un cavallo), usa-vano dire i triestini, ed egli, con mag-gior determinazione, ripeté anche qui quelli che da errori diventarono punti di forza dell’evoluzione umana storica nel mondo dei “matti”.

Il Festival delle Diversità è stato un momento di visibilità, una grande op-portunità di scambio e di crescita, la sua realtà ha colto tutta l’essenza di ciò che è Trieste fin dalla notte dei tempi.

Bisogna starci per un po’ a Trieste per comprendere cos’è e chi ci abita, un groviglio di nazionalità diverse, mescolanze di culture, avventurieri in cerca di fortuna, una micro città europea fin dal 1700, che ha visto svariati domini da quello austro-ungarico a quello italiano, a quello jugoslavo, a quello americano e poi nuovamente italiano; una porta sul mare con tante finestre aperte sui pa-esi dell’Est, dei Balcani, sull’Austria, la Germania e l’Italia. Trieste, terra multicolore dove arrivavano e arri-vano da ogni dove migranti in cerca

di una vita migliore, terra di grandi artisti e di sognatori, musa ispiratri-ce di illustri poeti e scrittori. Bisogna proprio viverci un po’ per capire il modo di pensare del triestino, che fra i suoi avi annovera nonne italiane sposate con nonni austriaci, con zii ungheresi, fratelli sloveni e figli che provengono da ogni parte dell’Italia migrante; in un’unica famiglia si po-tevano trovare tre fratelli nati sotto di nazionalità diverse, uno austriaco, uno sloveno e uno italiano, così come pure le lingue si fondevano e a tavola si sentiva un miscuglio di parole. Chi, forestiero, li sentiva parlare, doveva prenderli per “matti”.

La filosofia del triestino può sembrare facilona, priva di pensiero autonomo; il triestino, come se ogni cosa gli sci-volasse di dosso senza lasciar traccia, senza carattere, mai disposto ad acco-gliere le provocazioni e a controbat-terle, quasi a sembrare inetto, scanzo-nato, inguaribile opportunista, ha in realtà, e semplicemente, un rispetto e una dignità, che sono frutto di secoli di interazioni fra mille diversità.

Penso e spero che nel mondo esista-no molte città come Trieste.

Dove se non qui, a Trieste, dove in dialetto “mato” (matto) vuol dire persona, Basaglia avrebbe potuto realizzare la sua essenza di vita? Cu-rare il malato accettando la sua di-versità.

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CONGRESSI

Montpellier, (Francia) 4/7 settembre 2011ENDOMETRIOSIhttp://www.wce2011.com/

(presidente Paolo VERCELLINI, Italia)

Copenhagen (Danimarca)8-11 settembre 2011Congresso della Società Europea di Ginecologia

http://www.seg2011.com/

(presidente David Serfaty, Francia)

Nuoro (Italia)14/16 settembre 2011Corso precongressuale/Convegno

LE INSIDIE DELLA VITA NASCENTE http://www.saccoteso.org/convegno-le-insidie-della-

vita-nascente_14_16-settembre-nuoro/

(presidente Antonio Onorato Succu,

Italia)

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settembre 2011

Palermo (Italia)25/28 settembre 201187 °Congresso SIGO/ 19° congresso AGUI/ 52°

Congresso AOGOI

DONNE OLTRE LE PARI OPPORTUNITÀhttp://www.sigo2011.it/home/

(presidenti Luigi Alio, Anotnio Perino,

Massimo Petronio, Italia)

Brescia (Italia) 30 settembre 1 ottobre 2011VII Corso di Medicina Materno Fetale

IL PARTO OGGI TRA NATURALITÀ E TECNOLOGIAhttp://www.sieog.it/CorsiCongressi.

asp?Pagina=2&ID=106

(presidente Tiziana Frusca, Italia)

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Prematuri

Rubrica a cura diLuana Amidani

L’ernia inguinale è molto frequente nei bambini, soprattutto nei maschi e in quelli nati pretermine, a causa dell’immatura chiusura del canale che permette la discesa del testicolo (dotto peritoneo-vaginale). L’ernia inguinale colpisce circa un bambino su 100, ma nei prematuri la frequenza è addirittu-ra del 50%.

Tale patologia consiste nell’incunearsi di parte dell’intestino nella porta er-niaria, situata nel canale inguinale, e si manifesta con un rigonfiamento a lato dell’inguine, che può interessare anche il testicolo o le grandi labbra in caso di una discesa maggiore. L’ernia può accentuarsi con il pianto, gli sfor-zi, la tosse o la “spinta” per scaricarsi, mentre tende a regredire in posizione distesa e a riposo.

Nel caso di un’ernia persistente è necessaria una visita chirurgica per valutarne lo stato. Infatti il rischio maggiore è la strozzatura dell’ernia: l’intestino rimane incastrato nella por-ta erniaria e non riceve più ossigeno, andando incontro a necrosi.

È quindi necessario un intervento chirurgico, generalmente eseguito in day-hospital, durante viene fatto rien-trare nella sede addominale l’intestino fuoriuscito e la parete muscolare viene chiusa con una cucitura o una “retina” (una maglia di fibre sintetiche).

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Buongiorno, sono la mamma di due bimbi;il primo nato a termine e la se-conda nata prematura.Ad essere operato d’ernia è stato pro-prio il mio primo figlio, a due anni e mezzo. Il problema principale però era il testicolo ritenuto che, continuando a stare per lo più in alto, lasciava il cana-le largo e quindi l’ernia usciva. Per un periodo abbiamo fatto visite e controlli per controllare il testicolo, quando però si sono accorti che era già danneggiato e l’ernia si faceva più importante, stando quasi sempre fuori, hanno deciso che

era il momento di operare.L’operazione è stata un po’ più lunga a causa del doppio lavoro: hanno fatto scendere il testicolo e lo hanno fissato, poi hanno saldato la parete da dove fuo-riusciva l’ernia con una apposita retina contenitiva. Il tutto si è svolto in day-hospital, con successivi controlli. Il de-corso post operatorio è stato tranquillo e senza problemi.Anche la seconda bambina in terapia in-tensiva ha manifestato un inizio di ernia, poi risoltosi in modo spontaneo.

A.L.

ERNIA INGUINALELa testimonianza di una

Mamma

I testi, anche se curati con scrupolosa attenzione, non possono comportare specifiche responsabilità per involontari errori o inesattezze in capo all’autore e all’editore.In questo bollettino non si intende in alcun modo fornire consulti medici. Non sostituisce la consulenza del vostro medico, pertanto se decidete di avvalervi di quanto esposto in questo bollettino, lo fate sotto la vostra unica responsabilità. Non può essere utilizzato per formulare indagini cliniche e diagnosi su patologie o disturbi vari. Il bollettino non intende sostituirsi al giudizio del medico curante e non interferisce con il suo iter diagnostico e terapeutico. Gli Autori non sono responsabili di eventuali danni deri-vanti dall’utilizzo improprio del contenuto del bollettino, il nostro è solo un mezzo di divulgazione e fornisce ai suoi lettori informazioni e dati comunque da verifcare con il proprio medico di fiducia.

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Facciamo rete

Spazio alle associazioniRubrica a cura di Diana Mayer Grego

L’Associazione Intensamente Cocco-lati Onlus è nata 2009 da un idea di medici, infermieri e genitori di bam-bini nati prematuri o con patologie. L’esperienza personale ha reso possibi-le comprendere appieno che la nascita di un figlio prematuro o con patologie, è un’esperienza difficile, inattesa ma nello stesso tempo unica. In queste situazioni è importante avere accanto qualcuno che comprenda paure e dif-ficoltà perché magari ha già condiviso lo stesso percorso di vita. La finalità dell’associazione è aiutare e sostene-re le famiglie moralmente e organiz-zativamente, condividendo con loro paure dubbi e perplessità che possono riscontrare durante la degenza, dopo la dimissione o per tutta la crescita del bambino; questo per migliorare la vita

INTENSTAMENTE COCCOLATI

dei bimbi prematuri e patologici e dei loro genitori che si sono trovati ad af-frontare una situazione imprevista.

Attraverso gruppi di sostegno alle fa-miglie, consigli pediatrici ed infermie-ristici, riguardanti i primi mesi di vita, si prefigge di essere accanto ai neo ge-nitori, sostenendoli e condividendo con loro i momenti di difficoltà, ma anche di gioia, infatti con una buona frequenza vengono organizzate feste ed incontri, dove condividere la gioia di aver ormai superato le difficoltà e ritrovare genitori con le quali si è condiviso il cammino di crescita del proprio piccolo.

L’associazione Intensamente Coccolati Onlus è apolitica e non ha finalità di lucro, opera per l’esclusivo persegui-mento di finalità di solidarietà sociale.

Con la raccolta di fondi, viene sostenu-ta, in particolare, l’unità operativa di patologia neonatale dell’ospedale San Raffaele, con l’acquisto di presidi che tendano a migliorare le condizione di degenza dei piccoli pazienti e dei geni-tori e i suoi progetti di ricerca e di mi-glioramento dell’assistenza infermieri-stica e medica nell’obiettivo di tender all’eccellenza. In concreto siamo partiti realizzando un calendario in occasione

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Spazio alle associazioni

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del Natale 2010, riproposto anche nel 2011 aggiornato, con le foto di tutti i nostri piccoli intensamente coccolati.

Il ricavato è stato rispettivamente utiliz-zato per acquistare presidi con lo scopo di migliorare la qualità delle degenza dei bambini (cuscinetti in gel antidecubito, scalda talloni per facilitare i prelievi ca-pillari) ed è stato stipulato un contratto con una fisioterapista pediatrica.

In occasione della festa annuale svolta il 21 maggio scorso, presso una azienda agricola, è stato presentato il nostro li-bro “Anch’io ho abitato in una casetta di vetro” una raccolta di racconti, emo-zioni, esperienze di nascite premature scritte da medici, infermieri e genitori. I fondi raccolti dalle offerte ricevute per il libro saranno destinate a due progetti:

• Genitori in-formati: in collabora-zione con l’ospedale San Raffaele un breve corso di formazione sul-le urgenze causate dagli incidenti domestici e sulle metodiche di pri-mo soccorso e di rianimazione da attuare in attesa del 118. Il primo corso verrà effettuato da settembre 2011 presso l’ospedale stesso.

• In collaborazione con l’associa-zione Mitades due corsi di lezioni ciascuno di psicomotricità per due diverse fasce di età diverse.

L’associazione, inoltre, attraverso il proprio sito www.intensamentecoccolati.org e il social network Facebook, mantie-ne aggiornati i soci creando una rete di continuo scambio e aiuto tra i genitori stessi.

Lo Staff di Intensamente Coccolati

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Mi dispiace...

“Mi dispiace… non c’è battito”.

Io che non avevo mai pensato alla ma-ternità con gli occhi a cuore. Io che non avevo mai preso in braccio un bambino. Io che avevo deciso di avere un figlio per-ché mio marito sarebbe stato un ottimo padre e perché prima o poi l’avrei fatto comunque, quindi tanto valeva provarci. Io che cercavo come guarire dall’ovaio policistico e mi sono scoperta incinta.

“Mi dispiace… non c’è battito”.

Io che fino a 20 giorni prima stavo bene, anche se ero ingrassata molto velocemen-te negli ultimi tempi. Io che sono stata al pronto soccorso due volte perché avevo dolori al braccio e allo stomaco e nes-suno ha capito cosa stava succedendo. Pressione alle stelle, ricovero. Uno spe-cializzando guarda lo schermo ed esce senza dire nulla, ma il suo sguardo vale mille parole, poi entra un dottore gentile, umano che mi dice la verità.

“Mi dispiace… non c’è battito”.

Preeclampsia. HELLP. Cos’è? Perché? Non si sa.

Sballottata, abbandonata, terrorizzata.

In quel momento sono diventata madre. In quelle interminabili ore in sala osser-

vazione ho potuto pensare e rendermi conto di quello che stava succedendo.

Non me n’ero accorta, ma ero già una mamma. E non ho potuto fare nulla per lui. Non l’ho amato come avrei dovuto quando potevo.

E ho capito che volevo un’altra occa-sione. Che volevo essere madre a tutti i costi. Che lo dovevo a lui e a me.

Così ho chiesto aiuto, prima a mio ma-rito, che è stato sempre al mio fianco e mi ha fatto capire che nonostante tutto sono una donna fortunata. E poi alle amiche dell’associazione “Sulle ali di un angelo”, mia ancora di salvezza. E gra-zie a Diana e alle altre coraggiose madri sono stata indirizzata dal dott. Rizzo di Bologna che mi ha fatto un consulto.

Vista la distanza gli ho chiesto di consi-gliarmi un medico di fiducia nella mia città, Padova. E lui mi ha fatto conosce-re il prof. D’Antona.

Alla prima visita ho avuto un tuffo al cuore. È il dottore gentile. Con tutti i dottori della mia città mi hanno man-dato proprio da lui. È un segno. Lui mi aiuterà.

Mi sono buttata anima e cuore nella ri-cerca di una nuova gravidanza, fra anali-

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si, cicli sballati, stick, temperatura basale, grafici. Il dottore gentile mi consigliava e mi ascoltava. Mi ha fatto prendere la folina e l’aspirinetta e mi ha dato tanta fiducia.

E dopo qualche mese ho visto le due li-neette rosa.

Visto che a Padova c’è un centro gravi-danze a rischio, ho deciso di essere se-guita lì per le visite di routine e al primo appuntamento mi aspettava una nuova piacevole sorpresa. La responsabile era la dott.ssa Zambon, che mi aveva operato l’anno prima salvandomi la vita e l’utero.

Non può essere un caso. Deve essere un segno che andrà tutto bene, che questa è la mia occasione.

Così passiamo insieme i mesi successivi, con visite prima mensili, poi settimanali. Prendevo ancora l’aspirinetta, facevo le iniezioni di seleparina.

L’ematologo non mi sa dare risposte ai miei dubbi così so quello che è successo, ma non il perché.

Andavo al centro col mio pacco di ana-lisi e poi passavo dal prof. D’Antona per l’ecografia. Sono stata sempre sicura di essere in buone, ottime mani. Sapevo che queste due persone, questi due angeli

Mi dispiace...

erano accanto a me e mi avrebbero aiu-tato a realizzare il mio, il nostro sogno.

La sera ascoltavo il battito con mio ma-rito, ogni volta un brivido, ma poi il dol-cissimo tum-tum-tum ci faceva sentire meglio.

La mia seconda gravidanza è stata bel-lissima. Ok, ho avuto nausee fino in sala parto, ma ne è valsa la pena. Ok, qualche volta mi sono sentita impreparata ed im-paurita.

Ma sono stata al mare col pancione e ne ero orgogliosissima. Era bellissimo indossare vestiti premaman e preparare la cameretta. È stato bellissimo essere davvero consapevole di quello che stava succedendo.

Alla 34a settimana ho avuto dei proble-mi di stomaco e per sicurezza mi hanno ricoverato. Il primario voleva farmi il ce-sareo il giorno dopo.

“NO! Non si può… è presto… la mia bambina deve crescere ancora”.

Ho detto di no. Mi sono opposta. E i miei angeli mi hanno aiutato facendomi dimettere dopo due giorni.

Alla 36a settimana, in seguito ad un ri-alzo pressorio, mi hanno portata in sala

HAI UNA STORIA DA RACCONTARE?Inviala a [email protected].

La redazione si riserva il diritto di scegliere quali storie pubblicare.

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parto per il monitoraggio. “Domani ce-sareo” dice il professore.

“NO! Non si può… è presto… la mia bambina deve crescere ancora”.

Chiamo disperata la dottoressa che anco-ra una volta mi aiuta. Resto in sala parto due giorni e poi riesco a tornare a casa, però è l’ultima volta. Fissiamo il cesareo per la settimana successiva.

Così il 28 ottobre 2009 mi avvio serena verso la sala parto.

Con la maglietta di Snoopy e gli slip in ta-sca, perché mi hanno acchiappato al volo mentre finivo la doccia.

Mia sorella viene a farmi gli auguri men-tre mi mettono la flebo.

Sono serena, sono fiduciosa. Tra poco conoscerò la mia principessa tanto amata da tutti prima ancora di venire al mondo.

In sala parto arrivano i miei angeli. Sono una VIP penso, sono davvero fortunata ad essere nelle loro mani.

E dopo meno di mezz’ora, eccola. La mia principessa bellissima, minuscola ma perfetta. 2400 g di miracolo.

È piccola ma sta bene.

La sera riesco a tenerla un po’ in braccio

e finalmente so che ce l’ho fatta. Ce l’ab-biamo fatta.

Con noi ora c’è Aurora. La nostra nuova alba, la nostra rivincita, la nostra vita.

Ci riempie le giornate coi suoi sorrisi, con le sue scoperte, coi suoi abbracci.

Ma nel nostro cuore c’è sempre anche Samuele, che ci accompagna guidando ogni nostro passo, ricordandoci che tut-to si può fare se si vuole. Se c’è l’amore e un po’ di coraggio. E magari anche un pochino di incoscienza.

Ed ora, se penso ad una nuova gravidan-za, so che ci saranno i miei angeli e per i momenti difficili le meravigliose amiche che volano sulle ali di un angelo.

Deborah Segrè

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SPORTELLOD’ASCOLTOSulle ali di un angelo

RIAPRE AD OTTOBRE

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ATTIVITÀ IN CORSOluglio > agosto 2011

BOMBONIERE SOLIDALI

FESTEGGIATE LE VOSTRE OCCASIONI IMPORTANTI CON LE BOMBONIERE SOLIDALI “SULLE ALI DI UN ANGELO” ONLUS, PERCHÉ SOSTENERE UNA GRAVIDANZA DIFFICILE È FONDAMENTALE PER SALVARE DUE VITE!Avete un matrimonio, un battesimo, una comunione, una cresima, un compleanno, una laurea, un anniversario o un’altra ricorrenza importante?Condividere un momento gioioso della vita con i propri cari può essere ancora più bello e speciale compiendo un atto di solidarietà. Scegliendo le nostre bomboniere contribuirete a sostenere i nostri progetti e iniziative a favore della ricerca scientifica e a supporto delle donne colpite da patolo-gie della gravidanza e dei genitori che hanno subito un lutto perinatale. Le bomboniere solidali “Sulle ali di un angelo” sono realizzate interamente a mano, dal ricamo al con-fezionamento, e sono disponibili in vari colori. La donazione, fatta con mezzo tracciabile, è detrai-bile dalle imposte per il 19% dell’erogazione libe-rale calcolata su limite massimo di 2.065,83 euro. Per effettuare un or-dine o richiedere informazioni po-tete inviare una e-mail all’indirizzo:[email protected]

SOSTIENICI

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SOSTIENICIaiutaci ad aiutare

ASSOCIANDOTI

Con una quota annuale di 30,00 euro puoi sostenere le nostre iniziative e progetti e partecipare anche all’attività dell’associazione

BANCACASSA DI RISPARMIO DEL FRIULI VENEZIA GIULIAFiliale – via Caboto, 12 – TriesteIBAN IT 60 W063 4002 2251 0000 0003 485intestato a: Associazione di Volontariato Sulle ali di un angelo Onlus(specificando i tuoi dati anagrafici)

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Nella dichiarazione dei redditi. Basta apporre la firma e indicare il codice fiscale dell’Associazione Sulle ali di un angelo Onlus 90 11 65 10 323 nel primo riquadro a sinistra dedicato al sostegno del volontariato e delle ONLUS

IN MEMORIA DI UNA PERSONA CARALa tua donazione si rivestirà di uno speciale significato. Sarà inviata su tua richiesta una lettera di ringraziamento alla famiglia della persona scomparsa.

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OCCORRENTE (per 4 persone):

500 gr di yogurt bianco 2 cucchiai di limone 2 confezioni di panna da montare 200 gr di cioccolato bianco marmellata ai frutti di bosco

PREPARAZIONESciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco, nel frattempo montare la panna senza aggiungere zuc-chero. Unire il succo di limone allo yogurt. Mes-colare il tutto in una terrina e lasciarlo riposare almeno per un’ora nel frigo. Scaldare la marmel-lata a fuoco lento in un pentolino con l’aggiunta di un po’ di acqua. Servire la mousse in una coppetta cospargendola di marmellata.Un’ottima variante è servire la mousse tipo “ti-ramisù”. Disporre in una pirofila i biscotti pavesini con la parte dorata verso il basso e ricoprirli con la mousse; disporre un altro strato e ripetere il procedimento fino a quando non sarà terminata la mousse. Se lo desiderate, potete ricoprire l’ultimo strato di mousse con la marmellata. Lasciare ri-posare in frigo per un paio d’ore.

Oggi gli chef consigliano

MOUSSE di MONIA

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Marzia

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ORGANIGRAMMA Associazione di volontariato Sulle ali di un angelo ONLUS

SOCI FONDATORIDiana Mayer GregoSara Mayer GregoMaura Froglia

CONSIGLIO DIRETTIVO eletto dall’assemblea generale 2008Presidente Diana Mayer GregoVice Presidente Sara Mayer GregoSegretario/tesoriere Maura FrogliaConsiglieri Roberta Radicchi / Sonia Regnani

Motori di ricerca (44,50%)

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Traffico diretto (25,11%)

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L’ASSOCIAZIONE RINGRAZIA

sullealidiunangelo.it qualche dato ...

Yvette Sportello Centro Servizi Volontariato Trieste

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[email protected]. 3771263366 pr

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