Pontemilvio - eventi-immediately.it · lavori di adeguamento del nodo di scambio tra Linea A e Linea B ... 32 Psicologia 34 Intervista 36 Cinema 38 Legal 40 Libri 42 Make-up 44 Costume

Emanuele Salce

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Pontemilvio

pm novembre010 23-11-2010 15:28 Pagina 1

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• realizzazione della seconda uscita dalla banchina della Linea A (con 3 nuove scale mobili e una fissa)

• eliminazione di tutte le barriere architettoniche e installazione di guide tattili per disabili visivi

• sostituzione di 14 scale mobili e 2 ascensori

• 16 nuove scale mobili e 2 tappeti mobili • 6 nuovi ascensori

• riqualificazione degli ambienti e rinnovo dei materiali di finitura negli spazi della Linea A

• restauro degli ambienti e dei materiali negli spazi

della Linea B • nuove illuminazioni • impianti di ventilazione per il ricambio d’aria • impianto rilevazione incendi, sprinkler e barriere d’aria

per la protezione da eventuali fumi

• impianti audio e videosorveglianza • bagni autopulenti

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Sommario14

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Ponte MilvioAnno III n. 19 - novembre 2010Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 124/2008 del 21 - 3 - 2008n. iscrizione al ROC 17682 del 27-11-08

Editore Immediately s.r.l. sede legale via C. F. di Cambiano 82, Romauffici via Crescenzio 103, Roma

Direttore responsabileGiuseppe [email protected]

Ufficio Commerciale e pubblicità[email protected]. 347 5856368

Ideazione e realizzazionewww.immediately.it

Progetto Grafico e [email protected]

Chiuso in redazione il 1 novembre 2010

StampaRomana Editrice srlvia dell’Enopolio 37, San Cesareo (RM).

La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. La collaborazione a questo periodico è del tutto gratuita e non retribuita

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8 Copertina

14 Mostra

18 Eventi

20 Gusto

26 Roma News

28 Fisco&the city

30 Intervista

32 Psicologia

34 Intervista

36 Cinema

38 Legal

40 Libri

42 Make-up

44 Costume

46 Condominio News


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di Alessandra Stoppini

Le simpatichee ironiche confessioni diEmanuele Salce

Elegante umorismo e cortesia innata di un uomodal grande avvenire


ato per di-sperso fino al-la metà deglianni Novantacirca, riappar-

ve fra stupore e disappunto, come at-tore a fianco del patrigno VittorioGassman. Da allora, per ragioni an-cora ignote, insiste a calcare le sce-ne”. Così si descrive Emanuele Salcenella nota biografica della monogra-fia “Luciano Salce. Una vita spetta-

colare” (Edilazio 2009) che con An-drea Pergolari ha dedicato al padre avent'anni dalla sua scomparsa. Staproprio in questa frase ironica e sa-gace lo spirito comico e distaccato checaratterizza Emanuele. Sicuramenteha ereditato queste caratteristiche dalpadre, uno dei più grandi talenti delcinema italiano. Di suo in Emanueleritroviamo l'umorismo sottile e pun-gente, l'autoironia e la sensibilità diuno dei padri della commedia all'ita-liana. La carriera di Emanuele finorasi è divisa tra cinema, teatro e televi-sione. Una delle sue caratteristiche èla voce, naturalmente impostata, distampo gassmaniano assorbita dalmattatore nazionale, suo padre a-dottivo, col quale è cresciuto. Questopregio che pochi attori possiedono loha reso un interprete ideale per il pal-coscenico teatrale. A tale propositocitiamo la commedia La parola ai giu-rati tratta dal teledramma di ReginaldRose Twelve Angry Men (1954). Inquesta piéces nella quale si ritroval'atmosfera di New York anni ‘50, l'in-tensa interpretazione di EmanueleSalce ha emozionato e appassionatogli spettatori.

Nella tua divertente nota biograficascrivi tra le altre cose di aver volutoseguire “le orme paterne”... hai avu-to fin da piccolo la passione per la re-citazione?No; oserei definirlo un accadimentotardivo della mia vita. Sono semprefuggito da questo mondo apparen-temente bizzarro pieno di strava-ganze e contraddizioni. Quando poiho capito (ed ero già un po’ stem-piato …) che fuggivo non solo dalconfronto con i miei “padri” ma so-prattutto dal confronto con me stes-so, ho preso il toro per le corna e misono preso le mie responsabilità. Ov-viamente c’è voluto un po’ di tem-po e mi son preso anche parecchiecornate …

“Dopo varie incompiute esperienzedi formazione” e lavorative, “inap-pagato, approda infine, forse inevi-tabilmente, presso il Centro Speri-mentale di Cinematografia, dove sidiplomerà in regia nel 1991”. Così scri-vi di te, ma allora era destino?

Non saprei; credo piuttosto in un de-stino di cui noi siamo arbitri e in granparte artefici. Tutta la mia vita fino aitrent’anni è stata un po’ “incompiu-ta”. Ma credo faccia parte della ne-cessaria sperimentazione, del mettersialla prova, del cimentarsi e quindi an-che del “cercarsi” in un certo senso.Da lì al trovarsi, poi si apre una nuo-va pagina lunghissima. Ma in fondocos’è la vita se non una costante ri-cerca? Trovare è certo la ciliegina sul-la torta, ma resta comunque comple-mentare secondo me.

Possiamo considerare il documenta-rio L'uomo dalla bocca storta come iltestamento artistico di un uomo ri-masto sempre fedele a se stesso, in-tellettuale e fine umorista com'è sta-to Luciano?Un testamento scritto dagli eredi inquesto caso! Dato che l’ho girato ioassieme all’amico Andrea Pergolari…e non so se i notai avrebbero da ridi-re sulla sua eventuale validità. Di cer-to abbiamo cercato di restituire cononestà ed obiettività quelle che era-no le “volontà” paterne e credo siaun bel ritratto dell’uomo e dell’arti-sta a tutto tondo che Luciano Salce èstato. E questo fortunatamente mi èstato anche confermato da tutti co-loro che l’hanno visto e apprezzato,prima alla Festival del Cinema di Ro-ma 2009 e poi quando è stato tra-smesso su SKY. Ai Nastri d'Argento2010 per la sezione documentari il no-stro lavoro presente nella cinquina haricevuto una “Menzione Speciale”, u-na sorta di “piazza d'onore” dellaquale io e Andrea siamo natural-mente molto fieri e orgogliosi!

Che cosa ha rappresentato per tescrivere questo volume, la prima mo-nografia dedicata a tuo padre?Come per il documentario, ma piùancora e molto prima del documen-tario, il libro è stato un vero e pro-prio viaggio nel “ventre” paterno.Riaprire scatoloni e faldoni a di-stanza di vent’anni dalla scomparsadi mio padre è inevitabilmente unfatto che ti smuove e ti rimesta den-tro. Ma sentivo questa esigenza edera forte la volontà di portare a ter-mine questo viaggio per un senso di

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dovere di figlio ed anche per chiu-dere un cerchio della mia stessa vi-ta. Credo sia stata una tappa fon-damentale nel mio percorso di uo-mo, ma credo in particolare di averfatto, grazie anche e soprattutto adAndrea, un lavoro completo, benfatto. Dove non si parla solo di ci-nema e teatro, ma anche di storia,di uomini, di vita artistica e non. Horaccolto decine di testimonianze dicolleghi di papà, per averne un ri-tratto più vario, da vari punti di vi-sta ed anche da parenti e semplici a-mici per mostrarne i suoi diversi pro-fili e non solo quello pubblico. Ci so-no raccolte di foto inedite ed anchescritti inediti. Lettere che mio padresi scambiava con i suoi compagnid’Accademia che poi erano Gassman(guarda le coincidenze della vita…),Squarzina, Adolfo Celi… Testi di can-zoni che mio padre ha scritto perTenco o magari per Morandi. In-somma di tutto di più…

Guardando i film di Luciano Salcecolpisce la sua profonda capacità diosservazione del costume naziona-le. Tra tutti i suoi film quali preferi-sci?È difficile per un figlio giudicare colnecessario distacco l’opera paterna.Anche perché i suoi film erano an-che un po’ dei suoi “figli” e quindianche un po’ dei miei fratelli, o fra-tellastri magari. Ne ammiro e ne ap-prezzo comunque l’inventiva, l’iro-nia e un certo distacco. Uno sguar-do mai banale sui fatti di costume,su questa umanità così varia ma maicosì dissimile in fondo da se stessa.Ha girato dei film di successo ed haregalato svago e intrattenimento amolti, ma ha anche conosciuto il ro-vescio della medaglia con dei filmnon capiti, che forse erano troppo“avanti”. Era comunque uno che sidivertiva a fare quello che faceva,che non poteva quasi fare a menodi farlo ma lo faceva sempre congrandissimo impegno, dedizione eprofessionalità, anche e soprattuttonelle cose apparentemente più leg-gere. Quelli della sua generazionebasavano tutto sulla preparazione esullo studio. A voler essere dema-gogici, si potrebbe fare un raffron-to con oggi, ma preferirei evitarlo.

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Hai recitato nel film documentario“Di padre in figlio” (1982) di VittorioGassman e hai lavorato spesso conlui sui palcoscenici teatrali. Che ricordiconservi di questo grande attore alquale insieme al nipote Tommaso Pa-gliai hai dedicato il documentario U-na vita da mattatore (2002)?L’esperienza in “Di padre in figlio” nonè da considerarsi professionale per me,ero ancora un ragazzino e Vittorio gi-rava un film “familiare”. Ho solo in-terpretato me stesso, con tutta la gof-faggine e l’imbarazzo dell’adolescen-te che ero, non avvezzo a stare di fron-te ad una cinepresa. E anche le mie e-sperienze teatrali con lui (nelle sue dueultime tournèe) hanno scarsa valenzaprofessionale per me, le considero in-vece delle grandissime e profonde e-sperienze umane e personali. Non pen-savo ancora di far l’attore negli anni’90, ma avevo voglia di stare con lui erecuperare il nostro rapporto che è sta-to piuttosto teso fin dai suoi albori.Quando Vittorio mi offrì questa possi-bilità, come fosse un calumet della pa-ce, accettai senza esitazioni. È stata in-dubbiamente la prima volta che ho cal-cato un palcoscenico, ma non ero cer-to un attore, solo un figliastro che se-guiva il patrigno con enorme affettoreciproco. Con Tommaso girammo nel 2002 unfilm-documentario dal titolo “La lun-ga strada” inserito in un cofanetto(Una vita da mattatore) a lui dedica-to da RaiEri. È un'altra immensa per-dita la sua scomparsa. E non solo perla famiglia… ma resta il suo lascitoartistico. Che è alquanto cospicuo.Speriamo che le nuove generazionisappiano imparare la lezione.

Hai lavorato come assistente alla re-gia di Dino e Marco Risi, Ettore Scola,Pasquale Squitieri e sei stato direttoda Ettore Scola in Concorrenza slealee più recentemente da Pupi Avati eRicky Tognazzi. Che cosa ti ha regala-to questo percorso professionale?Ho fatto la mia bella gavetta! È un pas-saggio necessario e obbligato per for-tuna. Da tutti ho appreso qualcosa. Miripeto sempre che ai maestri bisognacomunque anteporre l’allievo che è innoi, mantenerlo vivo ed affamato. Eallora tutti possono esserci maestri edinsegnarci qualcosa. Si può imparare

da tutti, bisogna imparare da tutti. Staa noi volerlo ovviamente. Le possibi-lità sono continue ed infinite. E ov-viamente il discorso può essere appli-cato dalla vita professionale anche aquella personale.

Mumble mumble ovvero confessionidi un orfano d'arte; monologo fattodi ricordi tragici, grotteschi, un mix tra

pubblico e privato, che ha avuto unbuon successo di critica e pubblico. Diche cosa parla lo spettacolo?Semplificando direi di me. Ma non èsolo di questo. Soprattutto non è pre-tenzioso né autocelebrativo, non è nel-le mie corde. È ironico e grottesco, maanche commovente e soprattutto ve-ro. Racconto i funerali dei miei due pa-dri. Due momenti apparentemente

“Dato per disperso fino alla metà degli anni Novantacirca, riapparve fra stupore e disappunto, comeattore a fianco del patrigno Vittorio Gassman. Daallora, per ragioni ancora ignote, insiste a calcare lescene”. Così si descrive Emanuele Salce...


tragici (e tali in parte restano) ma co-gliendone e cercando di restituirneanche altri aspetti, magari apparen-temente surreali, di quelle due gior-nate. Ma assolutamente veri. Sarà chein quei momenti siamo più permea-bili a livello emotivo e la percezionedi quanto ci accade intorno è diversadal solito. Quando nel 1989 se neandò mio padre, ero reduce da unodi quei tipici sabato sera che si fa avent’anni, rincasai ubriaco che albeg-giava e di lì a breve mi ritrovai in unasituazione folle inseguito dal “cassa-mortaro” che mi sfogliava il catalogodi bare sotto al naso, parenti scono-sciuti che mi abbracciavano parlan-domi di questioni astruse ed il medi-co legale che mi parlava di poesie. Miamadre era all’estero e dovetti, da so-lo, gestire una situazione più grandedi me. Quando invece se ne andòVittorio, nel 2000, tutto assunse ca-ratteristiche più pompose e cele-brative, con autorità politiche, reli-giose ed il gotha del mondo dellospettacolo tutt’intorno a recitare o-razioni funebri. Poi si finì in un at-timo davanti al televisore dove tra-smettevano una semifinale degli eu-ropei di calcio. E diciamo pure chetutta quella “compostezza” sparì co-me d’incanto.In ultimo racconto una mia vicissitu-dine personale in campo sentimen-tale, con dei contrattempi dovuti a-gli effetti collaterali di un lassativo,un accadimento apparentemente ri-sibile del quale sottolineo però l’a-spetto realmente tragico. È stato unpiccolo, grande ed inatteso successo.

Ci puoi confidare quali saranno i tuoiprossimi impegni professionali?Beh, sembrerebbe che mi facessi pub-blicità poi… diciamo che va bene sediamo a tutti un appuntamento aNovembre sempre al Teatro CometaOff con Mumble mumble. Sarò in car-tellone per un mese dal 2 al 28. U-scirà anche un film Il padre e lo stra-niero tratta dal romanzo omonimodi Giancarlo De Cataldo. La pellicoladiretta da Ricky Tognazzi con Ales-sandro Gassman e Ksenia Rappaportè stata presentata in anteprima al re-cente Festival del Cinema di Roma.Ci saranno altri spettacoli con Lillo eGreg e spero anche altre cose nuovecon cui confrontarsi.

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Scheda

Emanuele Salce è nato a Londra il 7 agosto 1966 da Luciano Salce eDiletta D'Andrea. Nel 1991 si è diplomato in regia presso il CentroSperimentale di Cinematografia e ha frequentato corsi di regiapresso l’Australian Film Television and Radio School e NationalInstitute of Dramatic Arts di Sydney. Ha esordito nel film Di padre in figlio (1982) di Vittorio Gassman. Tra il 1991 e il ‘99 ha lavorato come assistente di grandi registi tra iquali Dino Risi, Ettore Scola, Marco Risi, Livia Giampalmo, PasqualeSquitieri. I film ai quali ha partecipato sono Concorrenza sleale (2004) diEttore Scola, Le Barzellette (2007) di Carlo Vanzina, Colpo d’occhio(2007) di Sergio Rubini, Il figlio più piccolo (2009) di Pupi Avati, Ilpadre e lo straniero (2009) di Ricky Tognazzi, tratto dall'omonimoromanzo di Giancarlo De Cataldo di prossima distribuzione nellesale cinematografiche.Nel 2005 ha girato il backstage de La mano de dios di Marco Risi. Ha lavorato come aiuto regista nella stagione teatrale 1993/94presso il Teatro Argentina e il Teatro Tordinona. Nel 1994 halavorato come aiuto regista per la messa in scena di Camper di econ Vittorio e Alessandro Gassman. Nella stagione teatrale 1997/98 ha recitato in Anima e corpo,sempre di e con Vittorio Gassman. Nel 2006 ha recitato in Nina conCosimo Cinieri e Caterina Costantini. Nel 2007/09 ha recitato ne Laparola ai giurati, regia di Alessandro Gassman protagonista dellacommedia. Nel 2009/10 ha fatto parte del cast di La Baita deglispettri e nel 2010 di Intrappolati nella commedia, entrambe di econ Lillo e Greg. Nel 2010 è stato autore con Andrea Pergolari eprotagonista del monologo Mumble mumble ovvero confessioni diun orfano d'arte presso il Teatro Cometa Off di Roma. Nel 2002 per RAI ERI ha diretto il film La lunga strada. Ha partecipato ad alcune fiction tra le quali Una donna per amico 3(2001), Codice Rosso (2005), Un posto al sole estate, Carabinieri 7(2007), Tutti per Bruno (2009), Il commissario Manara 2 (2010), Hosposato uno sbirro 2 (2010), Edda Ciano e il Comunista (2010)Nel 2009 ha diretto insieme al critico cinematografico AndreaPergolari il documentario L'uomo dalla bocca storta presentato allaQuarta edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma. Sempre del 2009 è il volume monografico Luciano Salce. Una vitaspettacolare (Edilazio), scritto con Andrea Pergolari.


vero che spesso mi trovonello stato più miseran-do, ma resta sempreun'armonia calma e pu-ra, una musica dentro dime. Vedo disegni e di-pinti nelle capanne più

povere nell'angolo più lurido e la miamente è attratta da queste cose comeda una forza irresistibile”. Questa frase - simbolo del pensiero edell'intera opera di Vincent van Goghci accoglie, scritta sulla parete che ve-diamo dopo aver percorso il lungo cor-ridoio che conduce alla prima sala del-la mostra. L'esposizione riporta nellacapitale il genio complesso dell'arti-sta olandese ventidue anni dopo lamostra-evento alla Galleria Naziona-le d'Arte Moderna. Sono esposti oltresettanta capolavori tra dipinti, ac-quarelli e opere su carta di van Goghe circa quaranta opere dei grandi ar-tisti tra i quali Millet, I raccoglitori difieno (1850), Camille Pissarro, Paul Cé-zanne, Paul Gauguin che visse unabreve stagione d'amicizia con van Go-gh terminata in maniera tragica adArles, Georges Seurat e Paul Signacteorici del divisionismo. Tutti questiartisti furono per il maestro fonte d’i-spirazione. La mostra nasce sotto l’Alto Patronatodel Presidente della Repubblica Italia-na, promossa dal Ministero per i Benie le Attività Culturali, in collaborazio-ne e con la partecipazione del Comu-ne di Roma - Assessorato alle PoliticheCulturali e della Comunicazione -, del-la Provincia di Roma - Presidenza e As-sessorato alle Politiche culturali -, del-

la Regione Lazio - Presidenza e Asses-sorato alla Cultura, Arte e Sport -, conil patrocinio del Senato della Repub-blica, della Camera dei Deputati, delMinistero degli Affari Esteri, dell’Am-basciata del Regno dei Paesi Bassi a Ro-ma e dell’Istituto per la Storia del Ri-sorgimento Italiano. L’esposizione inoltre vanta la collabo-razione e il supporto delle più grandiistituzioni museali del mondo, insiemecon importantissime collezioni private:Van Gogh Museum, Kroller-Muller Mu-seum, Rijksmuseum, The Art Instituteof Chicago, The Solomon R. Gug-genheim Museum, The Museum ofModern Art, Hammer Museum, TheDetroit Institute of Arts, National Gal-lery of Canada, Tate Gallery, Musée duLouvre. La curatrice di questa mostra da re-

cord Cornelia Homburg insigne stu-diosa dell'artista olandese ha affron-tato il finora inesplorato rapportosempre presente nell'opera di van Go-gh: campagna vista come luogo sen-za tempo e città centro del movi-mento e del progresso. Un rapportosolo apparentemente contraddittorio.Sono così messe a confronto le due a-nime del pittore, quella rurale che lovide nascere il 30 marzo 1853 in unpiccolo borgo di seimila anime nel vil-laggio di Groot - Zundert, comune o-landese di ventuno mila abitanti si-tuato nella provincia del Brabante set-tentrionale, e quella urbana come Pa-rigi, Arles in Provenza e le città olan-desi, centro della vita moderna. “Nonci sarà il van Gogh dei Girasoli e dellenature morte” ha dichiarato la cura-trice ma non mancheranno dipinti mai

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mostra

Al Complesso del Vittoriano i dipinti di un artistache ha rivoluzionato l’arte di dipingere.


A Romala brama di vivere di Vincent Van Gogh

e ’ Vincent van Gogh.Campagna senzatempo/Città moderna

Complesso del Vittoriano - RomaVia San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) 8 ottobre 2010 – 6 febbraio 2011

Orarioda lunedì a giovedì 9.30 – 19.30;venerdì e sabato 9.30 – 23.30;domenica 9.30 – 20.30.

Ingresso12 euro – 8,50 euro (ridotto)La biglietteria chiude un’ora prima

Info: tel. 06/[email protected]

Vincent van Gogh, Autoritratto, 1887Olio su cartone, 42 x 34 cm Rijksmuseum, Amst.Donato da Mrs. F.W.M. Bonger-van der Borchvan Verwolde, Almen


visti in Italia accanto a opere celebricome i tre autoritratti dell'artista. Inciascuno di essi, dipinti tra il 1886 e il1887, sia che Vincent si raffiguri comeun gentiluomo di campagna o comeun distinto e fiero cittadino si puòscorgere dal suo sguardo geniale e tor-mentato la sua brama di vivere, la suavita solitaria ed errabonda. La campagna rappresentò per l'arti-sta il cuore di quei valori immutati ap-partenenti alle proprie radici legata ariti arcaici e ciclici, l'attività nei campiLa semina delle patate (1884). Quelduro lavoro che i contadini portanostampato nei loro visi, la loro faticaquotidiana del vivere in Testa di con-tadina (1884). In Olanda Vincent si e-ra unito ai giovani membri della Scuo-la de L’Aja, come Anton Mauve (Casasu sentiero sabbioso - 1885) e Antonvan Rappard (Donna che ripara reti -1884) qui in mostra, dipingendo il pae-

saggio olandese Il giardino della ca-nonica di Nuenen (1884). Il pittore aveva indagato anche gli am-bienti proletari della città in continuaespansione. Vincent è anche un gran-de paesaggista in Cipressi con due fi-gure femminili, olio su tela datato1889. Giunto a Parigi, allora centrodella cultura mondiale, nel 1886 l'ar-tista entrò in contatto con i pittori im-pressionisti e la scuola di Barbizon. Isuoi colleghi sperimentavano stili etecniche nuove. Niente di meglio perVincent, da sempre attratto da tuttociò che fosse originale e moderno. E-gli si considerava un rivoluzionario,un innovatore e ammirando i dipintiesposti alla mostra non possiamo chedargli ragione. Ecco la Parigi di Orti a Montmartre(1887) e Montmartre dietro il Moulinde la Galette (1887). Sono luoghi deisobborghi poco conosciuti ma allora

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Vincent van Gogh, I bevitori o Le quattro età dell’uomo (da Daumier), 1890 - Olio su tela, 59,4 x 73,4 cm The Art Institute of Chicago, Chicago,Joseph Winterbotham Collection

Vincent van Gogh, Cipressi con due figure femminili, 1889 - Olio su tela, 91,6 x 72,4 cmKröller-Müller Museum, Otterlo

mostra


in rapido sviluppo. Egli qui seppe co-gliere la nascente modernità con ilsuo occhio anticipatore. Simbolo ditutto ciò è Il ritratto di Alexander Reid(1882) mercante d'arte, qui raffigu-rato come l'emblema del cittadino ri-cercato e moderno. È una Madonnacon Bambino attuale Il ritratto di Ma-dame Roulin con la figlioletta (1888).Ne Il Giardiniere, olio su tela datato

1889 le pennellate decise e il coloredenso sorprendono piacevolmente ilvisitatore. Quella dell'artista eraun'interpretazione personale non pri-va di considerazioni politiche e sociali.Conosciuto più per I Girasoli e per lasua follia latente che ai giorni nostrichiameremmo disturbo bipolare del-la personalità, Vincent era invece unuomo coltissimo, un autodidatta, a-

vido collezionista di stampe, libri elettore vorace. Parlava perfettamen-te inglese e francese, aveva studiatoper diventare mercante d'arte e pos-sedeva una grande memoria visiva.Aveva iniziato a dipingere tardi a ven-totto anni. Aveva fatto, inoltre, varimestieri: commesso a Parigi presso ilmercante d'arte Goupil, insegnantea Londra, predicatore nella regionemineraria belga del Borinage a Patu-rage. Un'esperienza di vita che si sa-rebbe rivelata fondamentale per lasua futura produzione artistica. Di Jean - Francois Millet, che Vincentchiamava Père, è esposto Il semina-tore (1865) accanto al dipinto omo-nimo di van Gogh del 1888, olio sutela proveniente dall'Hammer Mu-seum di Los Angeles, immerso in uncampo blu notturno nel quale in-combe la città. Campagna e urbe quisi fondono insieme mentre ci avvia-mo verso il percorso finale di questamagnifica esposizione. Il pittore o-

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Vincent van Gogh, La semina delle patate, 1884 - Olio su tela, 70,5 x 170 cmVon der Heydt-Museum, Wuppertal


landese ne I bevitori o Le quattro etàdell'uomo (1890) riprende il dipintodi Honoré Daumier inserendovi peròsullo sfondo una ciminiera. “D'ora inpoi dobbiamo scriverci assiduamen-te” così scrisse Vincent al fratello Theoil 13 dicembre 1882. Per comprendere pienamente il carat-tere, la personalità di van Gogh e lasua opera bisogna conoscere anche lasua famiglia d'origine. Figlio di un pa-store protestante, il rigore calvinistarespirato fin dall'infanzia contem-plando gli sterminati campi di segale

fu appannaggio di van Vogh per tut-ta la sua esistenza. Il natio borgo sel-vaggio e l'infinito delimitato dal filaredi faggi che separava il piccolo priora-to che aveva visto la sua nascita, perògli stava stretto e presto Vincent in-traprese il viaggio alla scoperta delmondo e del progresso, quel progres-so che avrebbe rappresentato nei suoidipinti senza tempo, immortali. “Alla fine, come un fiume supera tut-ti gli ostacoli scavando un letto nellasua corsa verso l'oceano, così il geniodi van Gogh sfociò nella pittura”. Eli-sabeth van Gogh definì l'opera del di-letto fratello maggiore in Vincent, miofratello (Skira 2010), memoriale fino-ra inedito in Italia. Vincent van Gogh pose termine allapropria vita il 29 luglio 1890 ad Auvers- sur - Oise all'età di trentasette annilasciando in eredità al mondo i suoi di-pinti che rappresentano la sua co-scienza. Come pochi artisti egli seppeidentificare la propria arte con la pro-pria esistenza. “... i pittori quando so-no morti e sepolti parlano con le loroopere a una generazione successiva oa molte generazioni successive”. Vedendo le lunghe file di visitatori cheaffollano l'ingresso del Complesso delVittoriano, riteniamo che il sognod’immortalità di Vincent van Vogh siastato pienamente raggiunto.

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mostra

Vincent van Gogh, Il ponte di Langlois,1888Matita, cannuccia/penna d’oca e inchio-stro bruno su carta scurita, 30,7 x 47 cmStaatsgalerie Stuttgart, GraphischeSammlung

Jean François Millet, I raccoglitori di fieno, 1850 - Olio su tela, 56, 5 x 65 cmParigi, Musée du Louvre, Département des Peintures - Lascito Antonin Marmontel, 1907

Vincent van Gogh, Orti a Montmartre, 1887Olio su tela, 96 x 120 cm Stedelijk Museum, Amsterdam


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evento

Gioca a calcio… sopra un grande prato verde

La Nazionale Attori

“È una grandissima soddisfazione essere d’aiuto per il secondo anno cche necessitano di assistenza – racconta Andrea Vannutelli, vice presidPearls ed organizzatore dell’evento.



o stadio “Manlio Sco-pigno “ di Rieti ha o-spitato lo scorso 18settembre la secondaedizione di “Sopra un

grande prato verde”, il triangolare dicalcio di beneficenza tra la NazionaleItaliana Attori, la Polizia di Stato di Rie-ti e i Consiglieri comunali della citta-dina laziale. L’evento, patrocinato dal-la Presidenza del Consiglio dei Mini-stri, è stato organizzato dalla associa-zione romana no profit HistoricalPearls ,ed ha visto la calorosa parteci-pazione della città reatina che ha con-

tribuito, con la numerosa presenza sul-le tribune ,alla raccolta di fondi desti-nati ancora una volta all’ospedale DeLellis – Reparto di Pediatria del Pro-fessor Antonio Pascalizzi. Un pome-riggio di sport e non solo, tenuto vivodalla voce dello speaker ufficiale Ca-tiuscia Rosati che, supportata da atto-ri ed ospiti, ha abilmente raccolto gliautorevoli commenti delle Personalitàintervenute alla divertente cronaca.La manifestazione ha preso il via conuno spettacolare raduno di auto sto-riche, ha avuto come prologo sporti-vo le esibizioni delle scuole calcio gio-

vanili e l’emozionante Inno Naziona-le eseguito dalla Fanfara della Poliziadi Stato .Il triangolare è stato vinto con meritodalla Nazionale Attori grazie anche aisuoi mattatori MARCELO FUENTES eGIULIO BASE non potendo non citarel’acclamatissimo GIORGIO PASOTTIsempre in prima fila e disponibilissimoverso il suo pubblico.“È una grandissima soddisfazione es-sere d’aiuto per il secondo anno con-secutivo ai bambini che necessitano diassistenza – racconta Andrea Vannu-telli,vice presidente dell’associazioneHistorical Pearls ed organizzatore del-l’evento - ci riempie di orgoglio sape-re che il nostro sostegno sarà di aiutoa piccoli degenti che potranno usu-fruire di apparecchiature sofisticate enon invasive per le loro cure”.“Siamo già alla programmazione del-la prossima iniziativa –confermanoall’unisono Mario Lucci Cordisco eMarco Vannutelli, Presidente e Coor-dinatore Nazionale della HistoricalPearls – che ci vedrà ancora una vol-ta mettere in campo tutta la nostradisponibilità e professionalità nel-l’allestire eventi dove divertimentoed allegria continuino a sposare aiu-to e sostegno!

pontemilvio 17

ondo anno consecutivo ai bambini, vice presidente dell’associazione Historical

L

evento


n Italia arrivano solo un mi-lione di bottiglie di vino te-desco all’anno. Nonostan-te questo numero relativa-mente modesto, la regioneRheinland-Pfalz ha accet-

tato la sfida e l’anno scorso per la pri-ma volta si è presentata al pubblico ro-mano con ben 20 aziende nell’ambitodelle giornate del Riesling della Rhein-land-Pfalz (Renania Palatinato). Il Rie-sling (renano), il principe dei vini bian-

chi d’Oltralpe, è un vitigno ad uva bian-ca, probabilmente originario della val-le del Reno. Infatti il 60% dei vignetidi Riesling di tutto il mondo (34.000 et-tari in totale), si trova proprio in Ger-mania (22.434 ettari) e la parte più e-stesa (14.250 ettari) nella Renania Pa-latinato, regione situata nell’ovest del-la Germania.Questa regione dispone di terreni mol-to diversificati, di esposizioni favore-voli e di un microclima dotato di una

forte escursione termica tra giorno enotte, fatto questo che influenzaprofondamente questo splendido viti-gno. Dalle uve del Riesling si ricavanovini fermi e frizzanti, secchi, semisec-chi, fruttati-dolce e dolci, tutti adattiall’invecchiamento.Il Riesling si ottiene anche in altre zo-ne, come in Alsazia, in Austria, in SudAfrica e in Australia. In Italia viene col-tivato in Friuli Venezia Giulia ed in Tren-tino Alto Adige.

I migliori Riesling del mondo premiatinella città eterna

di Ursula Prügger, Sommelier AISwww.ulimengo.it

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gusto

i

Il Rieslingalla conquista di Roma


Il premio internazionale “Best of Rie-sling”, nato nel 2000 su iniziativa del-la Regione Rheinland-Pfalz con l’in-tento di far conoscere questo partico-lare vitigno in tutto il mondo, è que-st’anno arrivato alla sesta edizione.Infatti, una giuria internazionale, ora-mai costituita da 140 esperti di vino trasommelier, enologi, produttori vitivi-nicoli, commercianti e giornalisti delsettore, sceglie ogni due anni, dopo tregiorni di degustazioni intense, i vinci-tori nelle varie categorie.Già la manifestazione dello scorso an-no a Roma aveva avuto un enormesuccesso.Di conseguenza, il Ministero dell’Agri-coltura tedesco ha scelto come sede delpremio Best of Riesling 2010 proprio lacittà eterna, per far conoscere meglioquesto vitigno in Italia e per ampliar-ne le vendite. Presenti più di 700 pro-duttori provenienti da tutto il mondoper un totale di circa 2000 etichette del-le quali la maggior parte proveniva dal-la Germania ed in particolare dalle a-ree geografiche intorno ai fiumi Renoe Mosella (Rheinessen, Mosella, Palati-nato, Rheingau), oltre a vini dall’Au-

stria, dal Lussemburgo, dalla Slovenia,dalla Francia, dagli USA, dal Canada,dall’Australia e dalla Nuova Zelanda.Nella prestigiosa sede dell’AccademiaTedesca di Villa Massimo si è tenuto in-fatti il 2 settembre scorso un semina-

rio per oltre 150 giornalisti, sommelier,enotecari ed amanti del Riesling.In questa occasione il Prof. Dr. Ulrich Fi-scher, Direttore del Centro Rurale perl’Enologia e la Viticoltura del Palatina-to, ha spiegato come funziona il con-

pontemilvio 19

gusto

Il seminario

Elogio al vincitore


corso e quali sono i criteri nella sceltadei vincitori, ed ha svelato i segreti percreare un grande Riesling.In una degustazione guidata con l’a-nalisi sensoriale il giornalista del set-tore Steffen Maus ha poi insieme alProf. Fischer sottolineato la particola-rità dei terreni e del clima del Rieslingtedesco analizzandone le caratteristi-che dei profumi e del gusto.In effetti, i produttori del Palatinatopuntano sul terreno e sul microclima;gli esperti di Riesling riconoscono ladifferenza gusto-olfattiva e sentono lediverse caratteristiche dei terreni: ba-saltico, roccia di ardesia, terreno cal-careo o sentore di porfido.Lo spettro aromatico caratteristico delRiesling è dovuto in effetti alla pietrad’origine del terreno. Se all’origine vi

è il basalto, predomina l’aroma di li-mone-pompelmo con acidità rotonda,minerale, fumosa. Se invece si ha a chefare con un terreno calcareo, gli aro-mi possono essere quelli del mango,della pesca, del miele-caramello, sem-pre con acidità rotonda.Dopo il seminario in un banco d’as-saggio è stata concessa ai seminaristila possibilità di degustare ulteriori Rie-sling classificati nelle varie categorie.La giornata romana dedicata al Rie-sling si è conclusa con una serata di Ga-la nella splendida cornice dell’Accade-mia Tedesca alla presenza dei produt-tori vincitori, premiati dal Ministro Hen-drik Hering e dalla giovanissima “re-gina del vino” Sonja Christ, ambascia-trice del vino tedesco per il 2010. Sono stati premiati i migliori vini delle

categorie “secco”, “semisecco”, “frut-tato-dolce” e “dolce”; premi specialisono stati assegnati al “Miglior Rieslingd’Europa”, al “Miglior Riesling del Nuo-vo Mondo” ed alla “Migliore collezio-ne di Riesling”.Ai romani non rimane che uno splen-dido ricordo di vini decisamente inte-ressanti ed allo stesso tempo piacevo-li, nonché la speranza di riuscire a tro-vare d’ora in poi qualche bottiglia dibuon Riesling nelle enoteche e nei ri-storanti della città.

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gusto

La giornata romana dedicata al Riesling si è conclusa con una serata di Galanella splendida cornice dell’Accademia Tedesca

Il vincitore Armin Heilmann

Sonja Christ la regina del vino con trofeo


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24 pontemilvio

Roma news

Celebrazione Tricolore:un omaggio allacarriera dei fratelliD'Inzeo nel 50°anniversario delleOlimpiadi di Roma1960.

Il Circolo Ippico Il Tricolore di Sacro-fano ha celebrato domenica dieci ot-tobre, con una manifestazione spor-tiva, il cinquantenario delle Olimpia-di di Roma, in cui l'Equitazione Ita-liana conquistò la medaglia d'oro conRaimondo D’Inzeo, l’argento con Pie-ro D’Inzeo, e il bronzo con la squa-

dra di salto ostacoli. Nel programma della mattinata han-no trovato posto la sfilata degli al-lievi e il carosello dei cavalli e quellodei pony. Alla presenza del Presidente della FI-SE Lazio, Piero Brunetti, dell’Asses-sore allo Sport del Municipio XX diRoma, Marco Perina, di GiuseppeGentile, medaglia di bronzo nel sal-to triplo alle Olimpiadi di Città delMessico ’68, e delle sorelle Amalia ePaola Borgnino (le proprietarie delleggendario The Rock, il cavallo piùvincente della storia montato da Pie-ro D’Inzeo) proprio il colonnello Pie-ro D'Inzeo ha raccontato la sua garae descritto il percorso di gara. ”Non merito questo festeggiamento– ha raccontato D’Inzeo - ma sonocontento di vedere tanti ragazzi gio-vani che amano il cavallo. L’equita-zione è certamente fatta di tecnica,dedizione ed applicazione, ma allabase di tutto c’è la passione. Ho tan-ti ricordi belli della mia carriera disportivo ma quel giorno a Roma ri-marrà per sempre nella mia mente enel mio cuore. “ Alle domande dei ragazzi su quale

fosse stato il momento più difficiledel percorso olimpico che vide trion-fare il fratello Raimondo davanti alui, Piero ha risposto divertito “Al-l’uscita da una doppia gabbia, TheRock ebbe un momento di esitazio-ne e rischiò addirittura di andareper terra. Allora io gli sussurrai nel-l’orecchio “Ma proprio oggi devi ca-dere?”

Axel pattina a piazzaMancini

“Ce l’abbiamo fatta, un progetto cheho sognato per tanti anni che final-mente prende vita”. Così dichiara sod-disfatto Guido Tommasi, ideatore e re-sponsabile del progetto, nell’annun-ciare il grande evento che ha preso cor-po là dove languiva un campo da soft-ball abbandonato. Domenica 10 otto-bre a Piazza Mancini è stata inaugu-rata la prima (e per il momento unica)pista del ghiaccio di dimensioni olim-pioniche a Roma. All’inaugurazione e-rano presenti, oltre a personaggi delmondo sportivo e dello spettacolo, ilSindaco Alemanno, il Delegato alloSport Alessandro Cochi, gli Assessoriallo Sport del II e XX Municipio, Glo-ria Pasquali e Marco Perina. Ma gli or-ganizzatori non si sono limitati a rea-lizzare una pista, c’é molto di più, dalghiaccio che cambia colore insieme al-la musica, al ristorante tematico, dalnegozio specializzato al sistema di pre-notazioni via internet. “E poi c’è Axelil Pinguino - prosegue Tommasi - la ma-scotte ufficiale che dà il nome all’im-pianto, onnipresente in ogni ambito,dalla comunicazione al merchandising,alle scenografie”. “Ma non c’è solo di-vertimento, c’è anche tanto sport. Chis-

sà se inizierà a pattinare all’Axel la Ca-rolina Kostner del futuro? Noi faremodel nostro meglio per diffondere que-sta bellissima disciplina sportiva nellanostra città” aggiunge Mario Pelagal-li, Presidente dell’Associazione Sporti-va Axel, che gestirà il programma diattività didattiche e agonistiche nel-l’impianto. Già da lunedì 11 ottobresono cominciati infatti i corsi di patti-naggio per bambine dai 4 anni in su eche prevedono anche ginnastica arti-stica, danza classica e moderna. Que-ste ultime discipline si svolgeranno nel-la palestra dell’impianto. “Un altro pre-stigioso impianto che arricchisce l’of-ferta sportiva di Roma nord”, dichia-

ra Marco Perina, Assessore allo Sport,Cultura e Politiche scolastiche del XXMunicipio. “Abbiamo già avviato untavolo con i responsabili della struttu-ra, insieme alla collega Pasquali del IIMunicipio, per promuovere nelle scuo-le questo bellissimo sport. Pattinare sulghiaccio è un passatempo divertentee, a livello professionale, una discipli-na complessa a metà tra lo sport e ladanza. Negli ultimi anni gli appassio-nati e i praticanti professionisti sonocresciuti di numero e la tendenza èquella di un costante allargamentograzie appunto ad iniziative congiun-te tra le amministrazioni locali, le scuo-le e le federazioni sportive.”


pontemilvio 25

Roma news

Piazza Jacini,una piazza in comune

Un grande successo di piazza. Nonsi può definire in altro modo la gior-nata-evento tenutasi sabato 23 ot-tobre a Piazza Jacini, nel quartiereVigna Clara. Oltre mille le personeche nell’arco della giornata hannoraccolto l’invito di AssoCommercioRoma Nord, Federstrade Roma e Col-diretti fermandosi a fare acquisti nelmercato a km zero di Campagna A-mica piuttosto che lo shopping neinegozi. Numerose anche le personeche hanno donato il sangue pressol’autoemoteca dell’Associazione Do-natori del Sant’Andrea.La prima edizione di “Piazza Jaciniuna piazza in Comune”, tenuta abattesimo dalla bellissima attriceMonica Guerritore, ha alternato mo-menti di socialità e convivialità a mo-menti di spettacolo con l’interventodel comico Martufello. Numerosi i-noltre gli esponenti istituzionali in-tervenuti, dagli assessori di Roma Ca-pitale Fabio De Lilllo (ambiente), Ser-gio Marchi (mobilità) Davide Bor-doni (attività produttive) al presi-dente ed al vice presidente del XXMunicipio di Roma Gianni Giacomi-ni e Marco Perina. Giovanna Mar-chese Bellaroto, presidente di Asso-

Commercio Roma Nord, Mina Gian-nandrea, presidente di Federstrade,Massimo Gargano e David Granieririspettivamente Presidente di Coldi-retti Lazio e Coldiretti Roma hannofatto da padroni di casa ricevendocittadini ed ospiti.Scopo della giornata enfatizzare iprodotti agricoli laziali e rivitalizza-re il commercio di vicinato, il nego-zio sotto casa il tutto all'insegna diuno spirito perso nel tempo, lo spi-rito di quartiere. Obiettivo piena-mente raggiunto, come testimonia-to dall’elevata affluenza e dal gra-dimento espresso da centinaia di cit-tadini che hanno chiesto una repli-ca dell’iniziativa.

“Scusi, che ce l’haun limone??” Torna al Petrolini ladivertente commediadi De Stephanis

Martedì 16 novembre torna a gran-de richiesta sul palcoscenico della Sa-la Fabrizi del Teatro Petrolini in ViaRubattino, la divertente commediadi Bruno De Stephanis “Scusi, che cel’ha un limone???” interpretata daCristina Galardini e Monica Viale, dueautentiche promesse della comicitàcapitolina. Patrocinato dal MunicipioCentro Storico e dalla Commissione

Servizi Sociali del Comune di Roma,lo spettacolo intende focalizzare l’at-tenzione sulla gran difficoltà di co-municazione che oggigiorno si ri-scontra nel rapportarsi con gli altri.Un condominio nel cuore di Roma.La trama, abilmente sviluppata dalregista che ne è anche autore si ac-centra su due vicine di casa. Ornel-la, casalinga, vive da anni nel pa-lazzo, conosce tutti i condomini e sec’è l’occasione veste felicemente ipanni della portiera dello stabile; u-na persona buona, cordiale e moltoespansiva, un’inquilina vecchio stam-po che ha ancora l’abitudine di chie-dere un limone alla propria vicinacon la quale inevitabilmente in-staura un rapporto d’amicizia. Fe-derica, attrice, è la nuova inquilinadell’appartamento di fronte che, ap-pena arrivata, vorrebbe mettere su-bito in chiaro la distanza che devecoesistere tra persone che vivono al-l’interno dello stesso palazzo: manon le sarà facile. Ornella e Federi-ca rivestono in questa commedia idue modi differenti di vivere la con-vivenza condominiale. Da una par-te c’è chi vorrebbe che ci fosse il dia-logo, la conoscenza approfondita e

che non ci si fermasse al buongior-no e buonasera, dall’altra c’è chivorrebbe il rispetto degli spazi al-trui, la non comunicabilità, l’essereindividui solitari. Alla fine sarà la so-litudine che in fondo ognuno di noiha dentro di se a farle avvicinarecon un finale inaspettato.

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Gruppi3382659686


di Antonia Coppoladottore commercialista in Roma

26 pontemilvio

Ancora una strettafisco&the city

stato pubblicato sul-la Gazzetta Ufficialedell’Unione Europeail regolamento UEn.904/2010 approva-to dal Consiglio del-l’Unione Europea re-lativo alla coopera-

zione amministrativa e alla lotta con-tro la frode in materia di imposta sulvalore aggiunto. Tale regolamento, icui effetti si dispiegheranno a partiredal 1 gennaio 2012 ma con adempi-menti variamente scadenzati fino al2015, stabilisce le condizioni secondole quali le Autorità competenti degliStati Membri preposte all’applicazio-ne della legislazione IVA devono col-laborare tra loro allo scopo di assicu-rare l’osservanza delle norme, sosti-tuendo e migliorando gli strumenti inmateria già adottati in passato (Rego-lamento CE 1978/2003). La filosofia delregolamento è di favorire l’armoniz-zazione legislativa in campo fiscale trai vari Stati Membri per completare ilprocesso di unificazione del mercatointerno. In tale ambito lo scambio diinformazioni diventa uno strumentovitale per il raggiungimento degli o-biettivi. La memorizzazione e la tra-smissione elettronica di alcuni datirappresenta, ad esempio, un ele-mento indispensabile per il correttofunzionamento del regime IVA, mo-tivo per cui saranno rafforzate le ban-che dati sui soggetti passivi che ef-fettuano operazioni intracomunita-rie e tali dati saranno resi facilmentee rapidamente fruibili da parte di tut-ti gli Stati Membri. Il regolamento sta-bilisce dunque norme e procedureche permettano alle Autorità com-petenti dei diversi Stati Membri di col-laborare e di scambiare tra loro ogni

informazione che possa consentire diaccertare correttamente l’IVA, di ve-rificarne l’applicazione, in particola-re sulle transazioni intracomunitarie,e di lottare contro le frodi.Sarà istituito un sistema di richiesta diinformazioni tra Autorità appartenentiai diversi Paesi Membri che potrannoformulare specifiche richieste motiva-te da un’indagine amministrativa.In determinati casi, invece, l’Autoritàcompetente di ogni Stato Membro saràtenuta a fornire senza preventiva ri-chiesta le informazioni alle Autoritàdell’altro Stato Membro quando ad e-sempio la tassazione deve avvenire nel-lo Stato Membro di destinazione, se u-no Stato Membro ha ragione di rite-nere che nell’altro Stato sia stata o pos-sa essere violata la legislazione IVA, seesiste un rischio di perdita di gettito fi-scale nell’altro Stato Membro.Ciascuno Stato Membro sarà altresì te-nuto ad archiviare in un sistema elet-tronico i dati inerenti i soggetti passi-vi IVA che effettuano operazioni in-

tracomunitarie e quelli relativi ai nu-meri di identificazione che hanno per-so validità; così come gli Stati Membridovranno aver cura che tali dati sianoaggiornati e corretti e siano disponi-bili per almeno 5 anni. Tali dati saran-no fruibili da tutti gli Stati Membri tra-mite l’accesso automatico che ciascunPaese dovrà concedere a tutti gli altri.Gli Stati Membri potranno quindi ef-fettuare controlli simultanei nel casoin cui ritengano che, in tal modo, glistessi possano essere più efficaci.Per promuovere e facilitare la coo-perazione multilaterale nella lottacontro le frodi in materia di IVA vie-ne così istituita dal Regolamento904/2010 una rete per lo scambio ra-pido di informazioni mirate tra StatiMembri, denominata EUROFISC. Nelcontesto di Eurofisc gli Stati Membri:- stabiliscono un meccanismo multi-laterale di allerta precoce nell’ambi-to della lotta alle frodi IVA;- coordinano lo scambio rapido diinformazioni tra loro.

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Approvate nuove norme in materia di cooperazioneinternazionale nella lotta all’evasione fiscale

sulle frodi fiscali in Europa


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adv pm aprile 31-03-2010 12:55 Pagina 4

el variegato panoramadelle case editrici roma-ne da un anno se n’è af-facciata una nuova: Edi-zioni della Sera, giovane

e dinamica come il suo editore Ste-fano Giovinazzo. Romano, classe1980, Stefano si è laureato in Scien-ze della Comunicazione, ma la suapassione per il mondo della culturae dei libri è innata. Lo testimonia ilfatto che il talentuoso editore è dal2007 Direttore responsabile di Ghi-gliottina.it, settimanale d’informa-zione e dal 2009 dirige Il Recenso-re.com, quotidiano di cultura edito-riale, formato da una squadra di gio-vani ma esperti redattori. Nel maremagnum di Internet il sito de Il Re-

censore.com è, come si dice in ger-go, molto klikkato da internauti diogni età. “Il Recensore.com è una ri-vista sia dedicata agli addetti ai la-vori (editori, giornalisti e scrittori) siaagli amanti dei libri. Il progetto, crea-to nel 2008 ma consolidato nel 2009,nasce dall’amore per i libri, un po’ sa-lotto del lettore, un po’ angolo criti-co e spietato del panorama librario.La risposta del pubblico è buona: o-gni giorno riceviamo contatti sia dacase editrici, sia da giornalisti, ma so-prattutto dai lettori che dopo un'at-tenta lettura della rivista, corrono inlibreria. Per ora i risultati sono statiraggiunti”. A soli trent'anni StefanoGiovinazzo può ritenersi giustamen-te soddisfatto del lavoro svolto fino-

ra. A questo punto è lecito doman-darsi cosa vorrà fare da grande!Abbiamo intervistato l'editore ro-mano nel luogo a lui più adatto: u-na libreria sita nel centro storico del-la capitale.

Stefano, qual è il tuo autore prefe-rito?C'è un autore per ogni età, c'è un li-bro per ogni periodo della propriavita. Detto ciò sicuramente SamuelBeckett. Gli scrittori contemporaneiche più mi affascinano sono ChuckPalahniuk e Isabella Santacroce.

Dal 2005 sei giornalista pubblicista.Che ricordi conservi della tua gavet-ta e dello stage a Repubblica.it?

Stefano Giovinazzo, giovane promessadell'editoria, racconta il suo mondodi Alessandra Stoppini

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La culturaè il mio mestiere

intervista


I ricordi sono molto positivi ed anco-ra vivi sulla mia pelle. Il percorso in-trapreso, fatto di formazione sul cam-po e ore passate davanti a PC e te-lefoni per essere sempre sul pezzo,sta portando dei buoni risultati.

Scrittore e poeta. Dentro un amore(Giulio Perrone Editore 2009) e Fin-ché non ti ho trovata (Libertà Edizio-ni 2009). Quali sono i temi dominan-ti dei tuoi libri?L'amore, la poesia in senso più ampiocome ricerca della felicità, della leg-gerezza, della sazietà esistenziale. Idue libri rappresentano due percorsidi vita, un'evoluzione di uno stato a-moroso che viene sublimato dal rag-giungimento di alcune consapevo-lezze.

Ci tracci un primo bilancio di un an-no di attività di Edizioni della Sera?Il bilancio non può che essere positi-vo: entusiasmo, idee e voglia didiffondere cultura fanno il resto. Hosempre voluto intraprendere questaprofessione, ed ora che svolgo que-sta attività, seppur tra mille difficoltà(in primis la distribuzione in libreria),sono soddisfatto di questo primo pe-riodo affrontato con Edizioni della Se-ra. Le novità sono tante: abbiamo par-

tecipato al Pisa Book Festival dal 22al 24 ottobre 2010 dove abbiamo pre-sentato Dentro l'inchiesta di GerardoAdinolfi, un saggio sul giornalismod'inchiesta. A fine mese saremo pre-senti alla fiera Un libro a Milano.Tra le altre iniziative editoriali, la nuo-va collana Le Bussole, sta riscuotendoun buon successo, vuoi per la firmaautorevole di Dacia Maraini (a cui vatutta la mia stima e i miei più sinceriringraziamenti) vuoi per l'idea di fon-do: guidare il lettore in argomenti im-portanti tramite le voci autorevoli delpanorama intellettuale italiano.

In qualità di Direttore Editoriale de IlRecensore.com e quindi di espertodella materia, perché secondo te nelnostro paese si legge poco?Difficile dirlo, sono sincero. Ogni vol-ta che mi viene posta questa doman-da sono molti gli aspetti da conside-rare e probabilmente dopo molti di-battiti saremmo ancora qui a discu-terne. Posso soltanto dire che il libroè vivo, i lettori ci sono: quel che man-ca è saper imporre la cultura anche intv, formare le nuove generazioni nel-la consapevolezza che un libro possadare molto e fornire una crescita in-tellettuale diversa, ma in alcuni casimaggiore, rispetto a tv e internet.

Un consiglio al volo per aspiranti gio-vani scrittori in cerca di editore. Gli scrittori esordienti, mi riferisco inparticolare a coloro che pubblicanonarrativa e poesia, sono una risorsaper il panorama editoriale, dobbia-mo capirlo. Spesso invece vengono vi-sti come l'ultima ruota del carro osfruttati e poco seguiti a livello di pro-mozione stampa. La nostra casa edi-trice a dicembre uscirà con una novitàinteressante e molto accattivante suquesto tema: Scrivere è un gioco diprestigio. Conversazione con Paolo DiPaolo. Secondo volume della collanaLe Bussole, un dialogo importante conlo scrittore e critico letterario. Un pic-colo volume da non perdere sia perchi sta entrando nel mondo editoria-le, sia per chi da anni combatte per ilsuccesso.

C'è un luogo di Roma che ti è parti-colarmente caro?Il Giardino degli Aranci all'Aventino,dove mi rilasso, sogno e penso a quan-to Roma possa regalare.

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Hyperlink:"www.edizionidellasera.com"www.ghigliottina.it "www.ilrecensore.com


l dolore è una perce-zione somatica che in-dica un segnale di pe-ricolo per l’uomo; per-tanto svolge una im-portante funzione per

l’adattamento. Percepire e antici-pare il dolore, infatti, implica l’at-tuazione di una serie di comporta-menti per la sopravvivenza. Pensia-mo a cosa succederebbe se non pro-vassimo dolore nel momento in cuici stiamo avvicinando a un fuoco:metteremmo a rischio la nostra in-columità fisica. Oltre a essere in relazione con fatto-ri fisici, come nell’esempio, il dolorepuò essere la conseguenza di processicognitivi ed emozionali. Infatti, glistudi dimostrano che lo stato emo-zionale influenza le caratteristiche el’intensità di dolore percepita. Sog-gettivamente, il dolore è vissuto co-me un’emozione a connotazione ne-gativa che ostacola qualsiasi attivitàpsicologica. Può essere associato arabbia, aggressività, paura, preoccu-pazione e, molto frequentemente, u-more depresso. Questo è particolar-mente vero nei casi di dolore croni-co, in cui viene meno il comporta-mento auto-protettivo e i meccani-smi neurobiologici di base sono piùcomplessi. Il dolore cronico è psicogeno quan-do la sintomatologia dolorosa nonha evidente causa organica ma è at-tribuibile a fattori psichici, ovvero auna sofferenza affettivo-emotiva. Se-condo alcuni autori, il dolore croni-

di Ilaria Spoletini, Raffaele Pandolfopsicoterapeuti

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Dolore cronicoe depressione:un nodo da sciogliere

psicologia


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co può essere l’espressione di una“depressione mascherata”, ovvero diun quadro depressivo con prevalen-te sintomatologia somatica.Le cause che porterebbero alla de-pressione sono ancora oggi pocochiare. In passato, gli studi suddivi-devano cause biologiche (“depres-sione endogena”) e psicologiche (de-pressione “esogena” o reattiva). Og-gi i dati disponibili suggeriscono chela depressione è l’esito di una com-plessa combinazione di fattori gene-tici, psicologici, e ambientali. Infatti,il ruolo di eventi psico-sociali stres-

santi come la morte di una personacara o divorzi e separazioni è più ri-conosciuto. Una possibile spiegazione del lega-me tra depressione e dolore è che, inparticolari condizioni emotive, vi èun aumento della tensione muscola-re, una scarsa mobilizzazione del cor-po e l’assunzione di posture scorret-te che si associano, quindi, ad algiemuscolo-tensive. Tali condizioni, secronicizzate, favoriscono l’insorgen-za di algie con localizzazione mu-scolo-scheletrica, influenzando l’ipe-reccitabilità di recettori e fibre ner-

vose contigue alla struttura articola-re. È il caso, ad esempio, della cefa-lea muscolo-tensiva, del dolore tem-poro-mandibolare e del colon irrita-bile.Se nella pratica medica vi è stata spes-so la tendenza a distinguere la com-ponente organica da quella psicoge-na del dolore, a livello neurobiologi-co è ormai assodato che i meccanismidel dolore vengono influenzati daentrambe le componenti. Infatti, pa-zienti con dolore cronico hanno unaprevalenza di depressione significa-tivamente maggiore. A sua volta, è interessante notare chela depressione “rinforza” il dolore,aumentandone l’intensità. Dunque,il dolore può portare alla depressio-ne e, d’altra parte, la depressione sen-sibilizza notevolmente l’individuo aprovare dolore. La depressione puòessere una manifestazione seconda-ria al dolore, ma è anche plausibile,da un punto di vista biologico, che u-no stato di dolore possa favorire losviluppo della depressione attraver-so alterazioni del sistema immunita-rio. La presenza di dolore comportaanche maggiore frequenza di ansia,fatica, stanchezza mentale e diffi-coltà di concentrazione.In conclusione, depressione e doloresono frequentemente associati, per cuiil dolore può essere concepito come u-na componente della depressione e vi-ceversa, e ciò appare di particolare ri-levanza. Infatti, la psicoterapia e il trat-tamento con antidepressivi aiutano alenire il dolore cronico. La psicotera-pia può essere di considerevole utilitànei pazienti che soffrono di dolore cro-nico, per identificare tutte le dimen-sioni coinvolte (affettivo-emozionali,somatiche, cognitive e comportamen-tali) per una sua completa gestione,portando a un significativo migliora-mento della qualità di vita.

Per ulteriori informazioni o prenotare un colloquio

Dott.ssa Ilaria Spoletini (Psicologa clinica, Neuropsicologa e Psicoterapeuta)[email protected] Cell. 327 8269675

La psicoterapia può essere di considerevole utilitànei pazienti che soffrono di dolore cronico

psicologia


ntrospezione psicologicadei personaggi, ambien-tazione accurata e intrec-cio romanzesco ad altatensione. Sono queste le

caratteristiche principali dei libri diMarco Vichi, valente autore fiorenti-no che da oltre dieci anni è presentecon i suoi romanzi nel panorama del-la letteratura italiana. La sua produ-zione letteraria spazia dal romanzod'esordio L'inquilino o Un uomo tran-quillo alla serie dedicata al Commis-sario Bordelli, dalla raccolta di rac-conti Perché dollari? al volume Don-ne Donne, ironica storia di un aspi-rante scrittore preso dalla sua pas-sione per l'universo femminile. Neiromanzi, nei racconti e nei testi tea-trali risulta fondamentale l'indaginee la costruzione della psicologia deipersonaggi da parte dello scrittore.L'universo narrativo di Vichi, che af-fascina e coinvolge il lettore, superail genere poliziesco come a una pri-ma occhiata superficiale potrebbesembrare. L'ambientazione e l'atmo-sfera occupano un posto di rilievo co-me la trama sempre avvincente e tra-scinante. Ogni volta che si legge unlibro di Vichi si entra nel suo mondo,nella sua scrittura lineare, semplice,davvero accessibile a tutti. Uno stileche permette di portare al centro del-l'attenzione la psiche, l'universo in-teriore dei singoli personaggi, i qua-li anche se negativi, perdenti o banaliemozionano, catturano l'attenzione.Una dote questa che pochi scrittoripossiedono e che fa tornare alla me-moria Georges Simenon. Firenzequindi come Parigi e Jules Maigret co-me Franco Bordelli, i quali non po-trebbero esistere senza la loro città,che rappresenta le loro suggestioni,il loro carattere e il loro universo in-

teriore. Il romanzo Morte a Firenzeprotagonista il Commissario Bordelliha vinto recentemente la sesta edi-zione del Premio Azzeccagarbugli alRomanzo Poliziesco 2010, promossodalla Provincia di Lecco e dal GruppoGiovani Imprenditori di ConfindustriaLecco.

Possiamo considerare la scrittura co-me una passione innata che dà mododi conoscere se stessi e il mondo?In effetti è così, scrivere è un'occasio-ne d'oro per fare chiarezza e per e-splorare la psicologia umana, ovvia-mente anche la propria. Ma anche leg-gere ha le stesse “conseguenze”.

Durante gli anni della prima adole-scenza quali sono state le letture chel'hanno affascinata in modo partico-lare?Ricordo in particolare due romanzi,letti a 14 anni: 1984 di George Orwelle Il mondo nuovo di Aldous Huxley.E poi Il lupo della steppa di HermannHesse, il suo romanzo migliore (in-sieme a Peter Camenzind) e il più“cattivo”. Dopo ho continuato concentinaia di romanzi, tra i quali mol-tissimi russi...

Quanto ha influito lo spirito dissa-crante e ironico toscano nell'elabora-zione della trama e nella costruzionedei Suoi personaggi?Non trovo che lo spirito toscano(molto diverso da città a città) siacosì divertente come appare da lon-tano, e non lo trovo né ironico nédissacrante, ma piuttosto volgare efalso... dunque la risposta è: speroproprio che non abbia influito. Inquanto all'elaborazione delle tramee alla costruzione dei personaggi,confesso che non elaboro e non co-

struisco, ma scopro la storia stradafacendo.

Si è cimentato nel romanzo storico Ilbrigante. Com'è nata l'idea di narra-re la storia di Frate Capestro?Il brigante l'ho scritto di getto qual-che anno fa (poi ovviamente l'ho ri-letto e corretto fino a lasciare poco dellinguaggio della prima stesura) dopoaver letto Le menzogne della notte diBufalino, bellissimo romanzo che halo stesso impianto del Brigante: quat-tro persone che non si conoscono traloro, in una situazione particolare, rac-contano la propria storia. Mandai asuo tempo il romanzo a Bufalino econservo la sua gentilissima lettera dirisposta.

Chi è Bordelli?Un uomo malinconico, ironico, un po'sovrappeso, che beve mangia e fumatroppo e ha un suo personale codiceetico che spesso è in contrasto con laGiustizia istituzionale.

Quale consiglio darebbe a un aspi-rante narratore? Scrittori si nasce osi diventa?


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intervista

Marco VichiScrivere per esplorarela psicologia umana


Credo ci si nasca, ma lavorare moltoaiuta a non buttare al vento le qua-lità innate. Suggerimenti: scriveremolto, leggere molto, essere sempreal servizio della storia che si raccon-ta.

Ha scritto molti racconti e curato la rac-colta di molte antologie di racconti. C'èuna differenza tra scrivere romanzi escrivere racconti? Ha una preferenzatrai due generi?A me piace scrivere e leggere ogni for-ma narrativa, dal racconto breve al ro-manzo fiume. La differenza sta, forse,nello sguardo: il romanzo consente vi-sioni più ampie, il racconto si concen-tra su qualcosa di molto specifico... manon è sempre così, visto che Cechov scri-veva “romanzi” di poche pagine. Perfortuna la letteratura non ha regole,anzi è la negazione delle regole.

Nessuna pietà (CD + libro edito da Ma-gazzini Salani). Qual è l'argomentotrattato?Sono molto orgoglioso di quel cofa-netto: dieci canzoni su alcune dellepiù gravi tragedie dell'umanità, dal-lo sterminio dei pellerossa ai campi

di sterminio, dai gulag ai desapare-cidos, dalla schiavitù dei neri nei cam-pi di cotone alla grande emigrazio-ne africana di oggi: la sfida era usa-re la musica “orecchiabile” per rac-contare storie terribili. Il cd è accom-pagnato da un libretto, curato da Lu-ca Scarlini, dove dieci specialisti –scrittori, poeti, giornalisti, saggisti -hanno scritto qualcosa sugli stessi ar-gomenti delle canzoni. La maggiorparte delle royalties va a Emergency.È un bellissimo disco, non lo dico per-ché ho scritto i testi delle canzoni, maper le bellissime musiche di NicolaPecci, che per ogni argomento ha sa-puto trovare un ambiente musicaledavvero adatto. Tra i nomi più cono-sciuti che hanno partecipato al pro-getto: Stefano Bollani, Carlo Luca-relli, Riccardo Tesi, Massimo Carlot-to, Piero Pelù, Ginevra di Marco, Ste-ve Luchi, Cisco, Ambra Marie.

Un tipo tranquillo è il titolo del Suoultimo romanzo. Desidera descriver-ci il protagonista Mario Rossi?Preferisco che i lettori - quelli che vor-ranno leggerlo - lo scoprano da soli,pagina dopo pagina.

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intervista

Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti.È autore di racconti, testi teatrali e romanzi. Dal 2003tiene laboratori di scrittura in alcune città italiane epresso il corso di laurea in Media e Giornalismodell'Università di Firenze. Collabora alla stesura disceneggiature, scrive su quotidiani e riviste nazionali.Dal 2003 lavora all'adattamento dal francese di LoveBugs, il format televisivo di Italia Uno. Per Guanda hapubblicato i romanzi L'inquilino (1999), la raccolta diracconti Perché dollari? (2005), Il brigante (2006), Nerodi luna (2007), Donne donne (2008), Per nessun motivo(Rizzoli 2008), Buio d'amore (Barbès 2008). Quattrosono i volumi della serie dedicata al CommissarioBordelli: Il Commissario Bordelli (Guanda 2002), Unabrutta faccenda (Guanda 2003), Il nuovo venuto(Guanda 2004) e Morte a Firenze (Guanda 2009). Hacurato le antologie Città in nero (Guanda 2006) dove èpresente un racconto dedicato a Bordelli e Delitti inprovincia (Guanda 2007). A fine maggio è uscito Un tipotranquillo (Guanda), mentre per Salani è uscita laversione in audiolibro di Morte a Firenze. I romanzi diMarco Vichi sono tradotti in Inghilterra, Grecia,Portogallo, Spagna e Germania.


esso e denaro sono i ma-li della società america-na, ma sono le bancheche ormai fanno affaricome i privati, a genera-re un disequilibrio tota-

le, acuito dalle crisi globali delle mul-tinazionali ”, ha dichiarato MichaelDouglas lo scorso maggio al Festivaldi Cannes presentando Wall Street -Il denaro non dorme mai, regia delPremio Oscar Oliver Stone. “Greed is good” “l'avidità fa bene”era il vangelo declamato ventitré an-ni fa da Michael Douglas, protago-nista nei panni di Gordon Gekko, exsqualo della finanza statunitense delprimo Wall Street uscito nel 1987. Ilfilm fece vincere l'Oscar come mi-gliore attore al carismatico Douglase segnò un'epoca. Quanti giovani broker si sono iden-tificati con la figura dello spregiudi-cato finanziere d'assalto, il quale, conun’immacolata camicia a righe e col-letto bianco a contrasto firmataBrooks Brothers, bretelle e abito Cer-ruti, controllava le sue fortune die-tro la sua scrivania? Dalla tolda del-la sua nave Gekko, sigaro in bocca,scrutava con occhio clinico ed esper-to il mondo finanziario che si sten-deva dinanzi alla sua finestra, perchéa Wall Street l'unica cosa che contaè il denaro... Nel sequel della pelli-cola del 2001, Gordon è uscito dalcarcere dove ha scontato una penadetentiva di otto anni per frode fi-nanziaria, riciclaggio e traffici illeci-ti. Gekko è un uomo completamen-

te solo, senza affetti: la moglie è di-ventata quasi folle dal dolore dopoil suicidio del figlio Rudy e la figliaWinnie non vuole più saperne di lui.Nel 2008 Gekko presenta il suo bestseller L'avidità è giusta presso laFordham University. Gli studenti sisentono attratti da quest'uomo, dal-la sua ambiguità: l'ex finanziere è ve-ramente pentito di ciò che ha fattooppure è ancora in grado di inse-

gnare a questi futuri affaristi queitrucchi del mestiere indispensabili perchi desidera arricchirsi in fretta sen-za tanti scrupoli? “Ero consideratoun uomo abbastanza furbo...”. Unacosa è certa il fiuto di Gordon Gekkonon è morto, egli annusa nell'arial'imminente crisi finanziaria ma nes-suno gli crede. Infatti nel suo discor-so Gekko spiega come l’avidità sianon solo giusta, ma sia anche lega-

Gordon Gekko, simbolo di avidità, successoe potere finanziario, è ancora il mago diWall Street.di Alessandra Stoppini

S

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Wall Street il denaro non dorme mai

cinema

Film Wall Street - il denaro non dorme mai

Regia Oliver Stone

Sceneggiatura Allan Loeb, Stephen Schiff

Interpreti Michael Douglas (Gordon Gekko),Shia Labeouf (Jacob Moore),Josh Brolin (Bretton James),Carey Mulligan (Winnie Gekko),Susan Sarandon (Sylvia Moore),Frank Langella (Lewis Zabel),Eli Wallach (Jules Steinhardt),Vanessa Ferlito (Audrey),Charlie Sheen (Bud Fox),Julianne Michelle (Natasha).

Produttori Michael Douglas, Oliver Stone,Eric Kopeloff, Edward R. Pressman

Produttori esecutivi Celia Costas, Alex Young,Alessandro Camon

Distribuzione 20th Century Fox Italia

Durata h 2 e 35’

Origine USA/2010


le, e come il cancro che si è insinuatonel sistema finanziario, fatto di spe-culazioni e operazioni prive di coper-tura, manderà in rovina l’economiastatunitense. “Qualcuno mi ha ricor-dato che una volta ho detto l'aviditàè giusta. Ora è legge ed è il mondo adettare le regole”. Alla fine della con-ferenza Gekko è avvicinato da JakeMoore (Shia LaBeouf), un giovane eabile intermediario finanziario il qua-le accumula milioni lavorando per larispettabile Keller Zabel Investments,amministrata da Louis Zabel (FrankLangella), suo mentore e guida. La ra-gazza di Jake è Winnie (Carey Mulli-gan) idealista e sincera. La Keller Za-bel si trova in difficoltà e Jake si alleacon il futuro suocero all'insaputa di

Winnie per cercare di capire perchéZabel sia stato tradito dai suoi amicibanchieri. Serve l'aiuto di Gordon ein cambio Jake tenterà di farlo riav-vicinare alla figlia. “Entrare nel gio-co è facile, è difficile uscirne” confi-da Gekko al suo nuovo discepolo. Oliver Stone in Platoon (Premio Oscaralla regia 1986) e in Born on theFourth of July (Premio Oscar alla re-gia 1989), aveva raccontato la sporcaguerra in Vietnam vissuta sulla pro-pria pelle. Il regista ferito due voltein combattimento si era guadagnatola Bronze Star Medal al valore. Unaguerra lontana nel tempo ma ancoraoggi terribilmente attuale. Non è for-se una guerra anche quella che si com-batte a Wall Street il cui generale è

Gordon Gekko? Per raccontare lospietato mondo finanziario USA Sto-ne attinge alla propria memoria per-sonale. Suo padre era un intermedia-tore finanziario newyorkese. “Rea-lizzando Wall Street, volevo concre-tamente vedere la guerra in atto quida noi, vale a dire la guerra nellagiungla finanziaria di New York, cheè la mia città”. Lo spettatore assi-stendo alla proiezione non può farea meno di domandarsi se una nuovabolla speculativa si stia preparandoda qualche parte. “Steroid banking” questa è la frasechiave per capire il film. Le banchesi sono lasciate sedurre dalla logicadel profitto, sembra che il sistemabancario abbia dimenticato la suaragione d'essere, non abbia piùun'etica. Nel primo Wall Street eraricostruito magnificamente il capi-talismo senza scrupoli e d'assalto deirampanti anni Ottanta nei quali leaziende erano smembrate e ristrut-turate licenziando in massa ingras-sando in tal modo i profitti degli in-gordi banchieri.In Wall Street: Money Never Sleepsla nuova canaglia assume le sem-bianze del banchiere Bretton Jamessocio della potente banca d’investi-menti Churchill Schwartz, il quale siprepara ad acquisire la Keller Zabela una frazione del suo valore. Vinceil più forte e abile, così Stone vuolecomunicare allo spettatore che i col-pevoli la faranno sempre franca esono ancora più pericolosi di Gor-don Gekko, il quale era andato ingalera solo per un'accusa di insidertrading. Un pivellino al confronto... Una pellicola che pone serie rifles-sioni soprattutto sull’American wayof life, su di una corruzione ormaidiventata endemica, su di un mon-do spietato. “Forse non abbiamo an-cora toccato il fondo, anche se nelfilm offro uno spiraglio di ottimismoverso una nuova etica che riconoscale responsabilità di tutti a comincia-re dalle banche”. Storia di avidi ca-pitalisti e di una redenzione affida-ta alla magistrale interpretazione diMichael Douglas in un ruolo cucitoapposta per lui. “Si tratta di fare lacosa giusta” dice Jake. “Si tratta divincere” precisa Gordon Gekko.

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cinema


al prossimo mar-zo 2011 chi inten-de esercitare ingiudizio un’azio-ne relativa ad unacontroversia inmateria di condo-

minio, diritti reali, divisione, suc-cessioni ereditarie, patti di famiglia,locazione, comodato, affitto di a-zienda, risarcimento del danno de-rivante da circolazione di veicoli enatanti, da responsabilità medica eda diffamazione con il mezzo dellastampa o con altro mezzo di pub-blicità, contratti assicurativi, bancarie finanziari, è tenuto preliminar-mente ad esperire il procedimentodi mediazione.L’esperimento del procedimento inquestione è condizione di procedi-bilità della domanda giudiziale.In altri termini, non possiamo adireil Magistrato competente per la tu-tela giudiziaria di un nostro diritto(solo per ora nelle materie sopra in-dicate), senza avere prima esperitoun tentativo di mediazione.L’intenzione del Legislatore è di de-flazionare così la giustizia civile.La grande novità rispetto al passa-to sta proprio nella natura della me-diazione rispetto al processo ordi-nario.

La mediazione infatti mira a indur-re le parti al ripristino del rapportoin funzione dei loro interessi; men-tre nella controversia giudiziaria siguarda al passato invece che al fu-turo, cercando di individuare tortie ragioni rispetto al singolo episo-dio.Già adesso, al fine di incoraggiaresempre più i cittadini a comporre ipropri interessi mediante accordi,durante il processo il Giudice puòsempre invitare le parti ad esperirela mediazione, rinviando l’udienzaper il tempo necessario all’esperi-mento del procedimento (massimoquattro mesi).Le parti saranno tutelate dalla mas-sima riservatezza rispetto alle di-chiarazioni rese nel corso del pro-cedimento di mediazione, che nonpotranno essere utilizzate nell’e-ventuale successivo processo chesarà instaurato nel caso di esito ne-gativo della mediazione.Al fine di assicurare l’efficacia del-la mediazione, gli avvocati sono ob-

bligati, sin dall’entrata in vigore delD.lgs.4 marzo 2010 n.28 (G.U. 5 mar-zo 2010, n.53) ad informare l’assi-stito della possibilità di avvalersi delprocedimento di mediazione e deicasi in cui è condizione di procedi-bilità dell’azione giudiziaria, non-ché delle agevolazioni fiscali di cuiagli artt. 17 e 20 del D.lgs.4 marzo2010 n.28 (G.U. 5 marzo 2010, n.53).Ricordate che la suddetta informa-tiva deve essere fornita chiaramen-te e per iscritto dall’avvocato ed incaso di violazione di tale obbligo, ilcontratto tra l’avvocato e l’assistitoè addirittura annullabile.

“Mediazione finalizzataalla conciliazione delle

controversie civili ecommerciali”.

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l romanzo Amy e Isabelle diElizabeth Strout (Fazi 2010)narra “di due orfane, comepossono essere due donne,benché madre e figlia, che

vivono senza uomini in quella provin-cia americana che è sempre la stessa,agli occhi della nostra immaginazione,ovunque la storia si ambienti”. Così scri-ve nella prefazione la scrittrice ValeriaParrella. Il romanzo d'esordio di Eliza-beth Strout nata nel 1956 e cresciutanel Maine è stato scritto dall'autricenel 1998 e pubblicato da Fazi per la pri-ma volta nel 2000. Dopo la vittoria alPulitzer del 2009 la casa editrice ha de-ciso di ripubblicare quest'opera prima,intenso ritratto del rapporto e del le-game affettivo tra una madre e una fi-glia che sono simili tra loro più di quan-to vorrebbero ammettere. La storia delloro universo privato è fatto d’inco-municabilità e solitudine. Nell'imma-ginaria cittadina di Shirley Falls nel NewEngland un'estate di quarant'anni fafaceva un caldo insopportabile “quel-lo che dava fastidio alla gente, quel-l'estate, era che il cielo non era mai az-zurro e sembrava invece che la cittàfosse stata avvolta in una garza sudi-cia... ”. Anche il fiume che tagliava indue Shirley Falls era quasi in secca “co-me un serpente marrone morto, conla schiuma giallastra a raccogliersi sul-le sponde”. Nell'ufficio della fabbricadella cittadina “un gruppetto di don-ne passava le giornate a smistare fat-ture, archiviare copie di documenti, at-taccare francobolli sulle buste con unpugno”. Tra queste impiegate si nota-

libri

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Dall'autrice di Olive Kitteridge, Premio Pulitzer 2009,una splendida fotografia della provincia americana,la stessa ritratta nei dipinti di Edward Hopper.


Il libro del mese“Amy e Isabelle” di Elizabeth Strout


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va la segretaria del capoufficio AveryClark: Isabelle Goodgrow “sempre ve-stita in modo impeccabile”. Questoruolo la rendeva diversa dalle altredonne, anche se “lei era diversa co-munque”. Isabelle non era bella, anziil suo aspetto era comune come i suoicapelli bruni e sottili acconciati in unochignon. Quattordici anni prima Isa-belle era arrivata in quest’anonimacittà per far crescere la figlia Amy e conla speranza “di trovare un marito”. Ilsenso d’inadeguatezza della donna èrappresentato anche dalla lettura delReaders' Digest. Anche la sedicenneAmy lavorava nell'ufficio della fabbri-ca, il classico impiego estivo. Nella gran-de stanza assolata “con il soffitto altoe il pavimento di legno che scricchio-lava” dove le scrivanie erano sistema-te una di fronte all'altra a coppie, iltempo era scandito dal rumore dellasirena che suonava otto volte al gior-no. “Ad Amy sembrava che una lineanera le tenesse collegate, una linea nonpiù pesante di un tratto di matita, for-se, ma una linea sempre presente”. U-na madre che ha alle spalle un passa-to pieno di mistero rappresentato dal-la figlia, quel passato che la donna ten-ta di nascondere dietro un austero chi-gnon. Una figlia che ha dei magnificicapelli biondi ricciuti che spesso rico-prono il suo viso, la cui migliore amicala spregiudicata Stacy Burrows, aspet-ta un bambino. Anche Amy nascondequalcosa... il rapporto Amy/Isabellespesso teso, fatto di parole inespressee d’incomprensione esploderà duran-te un drammatico confronto. “ Un al-tro splendido giorno è passato” cosìscrive Amy nel suo diario sapendo chela madre lo legge. “É una storia di don-ne, di Amy e Isabelle, delle amiche diIsabelle, gli uomini sono rimasti un po'in ombra” ha dichiarato l'autrice. Men-tre in Resta con me (Fazi 2010) venivaaffrontato dal punto di vista maschileil rapporto padre - figlia, in questo vo-lume protagonista è il dialogo muto,il gioco di sguardi tra Amy e Isabelle.Amy vede sua madre come “una don-na isolata e sola, con un viso onesto epallido... ” mentre avrebbe voluto u-na madre simile “a quelle delle pub-blicità in tv”. La vita agognata da Amye tenuta lontano da Isabelle, è di là dalfiume che inesorabile continua a scor-rere durante questa lunga estate cal-da. Intorno alle protagoniste del ro-

manzo si muovono una miriade di per-sonaggi ben caratterizzati dai gesti mi-nimi i quali hanno ciascuno qualchedesiderio nascosto, oppure che nontrovano più risposta. Come Fat Bev,l'impiegata obesa della fabbrica, o co-me Thomas Robertson, il professore dimatematica “un osservatore della vi-ta”, del quale si è invaghita Amy. Il pro-fessore trascrive una poesia di Yeats Auna ragazza per l'ingenua giovane “Ioso più d'ogni altro/che cosa ti fa bat-tere il cuore in questo modo... ”. NelNew England specchio delle anime inpena di Shirley Falls, dove la provinciaamericana diviene immensa, la prosaevocativa, cristallina e limpida di Eli-zabeth Strout ci riporta a quelle soli-tudini inconsolabili, a quelle figure didonne sole in interni desolati dei di-pinti di Edward Hopper. Il grande can-tore dell'America moderna viene spes-so accostato allo stile di scrittura del-

l'autrice. Le vite spezzate descritte dal-la Strout riportano con sconcertantevividezza alle tele di Hopper dove l'in-comunicabilità è il tema principale. Unplauso particolare va inoltre alla bellatraduzione di Martina Testa che rendeal meglio il rigore stilistico della Strout,che fa di ciascun libro della scrittriceun capolavoro assoluto della lettera-tura americana contemporanea. Nel-l'immaginaria cittadina di Shirley Fal-ls, nei meandri dei pensieri più nasco-sti e negli aneliti più intimi dei suoi a-bitanti tutto rimane sottotraccia, nondetto, taciuto. Quest'atmosfera per-mane sia durante i gelidi mesi inver-nali, sia in quelle “deliziose sere di pri-mavera” e durante le estati afose. For-se ha ragione l'Amleto di WilliamShakespeare che Isabelle legge di na-scosto quando pronuncia la frase“Quanto oziose, tristi, ottuse... mi ap-paiono tutte le cose del mondo”.

libri

“É una storia di donne, di Amy e Isabelle, delle amiche di Isabelle,gli uomini sono rimasti un po' in ombra”


i tratta di una tecnica an-tichissima, usata già dalledonne persiane, passatasuccessivamente nei paesimediorientali, in India e

nelle zone limitrofe; il suo nome o-riginale è “bande abru “, dove ban-de significa filo e abru significa so-pracciglio. Sostanzialmente, era unrito di pulizia del viso dai peli su-perflui, soprattutto per le occasio-ni speciali (in particolar modo peril giorno matrimonio). In Persia, peruna ragazza stava a significare il rag-giungimento dell’età adulta, quellagiusta per il matrimonio. Il threading

è un tipo di depilazione piuttosto ve-loce e meno doloroso di ogni tipo diceretta e pinzetta, molto preciso edutile per soprattutto per chi ha pro-blemi di pelle troppo sensibile (chesi arrossa facilmente).Gli abili professionisti che pratica-no questa tecnica, si limitano ad u-sare un filo in puro cotone ritorto,rigorosamente monouso, intreccia-to a quattro o sei dita come una spi-rale ed utilizzato in maniera moltoparticolare: una estremità del filoviene tenuta stretta tra i denti del-la cliente (oppure le viene legata alcollo), mentre l'altra viene afferra-

ta saldamente con le mani dal pro-fessionista. In questo modo, il peloviene estirpato dalla radice, si in-debolisce progressivamente e con-seguentemente tende a non ricre-scere più nel tempo.Il threading rappresenta un ottimosistema anche per la rimozione di tut-ti gli altri peli superflui presenti sulviso, proprio grazie alla sua estremadelicatezza, qualora si preferisca nonricorrere alla ceretta.Per informazioni sul dove viene pra-ticata si può contattare l’Unione Na-zionale Estetisti Professionisti allo 02-71040407.

Il Threading

s

di Rossano De Cesaris

Epilazione delle sopracciglia

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make-up

Il metodo indianochiamatothreading

(dall’inglesethread, cioè filo),

è un modonaturale e senza

controindicazionidi epilare le

sopracciglia,servendosi

soltanto di unsemplice filo di

cotone.


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Pub romana editrice 9-09-2009 17:06 Pagina 1

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erial trasmessi impietosa-mente da trent’anni. sem-pre gli stessi e senza, comesarebbe doveroso, la dici-tura “replica”. Perché i dol-

ci inganni? Perché la sera, tornandoa casa, chi non ha altre vie di fuga,cerca di pescare un’evasione televisi-va. Spesso però, per eludere l’oltrag-gio dei programmi demenziali, deveripiegare su un telefilm. Le Reti nesono piene, traboccano, ne sono in-tasate. La scelta può ricadere sul ve-terano Ispettore Derrick o su NCIS –unità anticrimine, o su Squadra spe-ciale Cobra 2 e Squadra speciale Li-psia (entrambi pallosissimi prodottidi Germania), oppure Un detective incorsia girato nel General hospital trapersone spappolate e frattaglie as-sortite.

Ci sono poi i leziosi Il mondo di Pattye Ugly Betty che sguazzano nell’areaadolescenziale tra turbe ormonali epruderie precoci. E ancora i collau-dati Smallville, La Signora in giallo, Ilcommissario Cordier, Star Trek, ColdCase – delitti irrisolti. Ma anche gli o-scuri Rosswell, The 4400, The Shield,The Inside, Alias, Kyle XY, Heroes.Abbiamo voluto definire iI telefilmcome dolci inganni perchè nelle Re-ti TV ci sono ben altre insidie. Que-ste si chiamano Sit-Com, Soap Ope-ra, Fiction, Reality (Grande Fratellodocet). Sono tutte assolutamente per-niciose. Sono tossiche e danno as-suefazione. Anche per fini umanita-ri riteniamo caritatevole riportare latrama della 3089a puntata della SoapOpera Un posto al sole: “Silvia ricevedal fidanzato un’inaspettata sorpre-sa. Nel contempo Andrea è amareg-giato dal rifiuto di Arianna, Francoperò vuol chiarire la situazione. Nelfrattempo Niko realizza che Sarahnon finirà mai di sorprenderlo”. Ora,tutto ciò non è solo ragionevolmen-te imbecille, ma sapendo a chi è de-stinata questa roba è anche delibe-ratamente sadico. Perché sadismo?Sapevate che Beautiful è arrivato al-la puntata 5730 e che cento vetrineè alla 2230a? E Dinasty e Dallas? Au-tentici lavaggi del cervello per inte-re generazioni.Rimane tuttavia una serie di telefilmil cui inganno è tutt’altro che dolce.Sono alcuni serial che, impietosa-mente da trent’anni, vengono disin-voltamente replicati.

Aldilà della loro possibile validità diintrattenimento, del valore del caste delle storie che raccontano, sonoingannevoli perché le emittenti nonsi curano di apporre, sugli stessi, ladicitura “replica”! E così, poiché viag-giano nell’etere da decenni, il frui-tore si trova spesso ad esclamare: “maio questo l’ho visto!”C’è da chiedersi perché fin’ora il Ga-rante non sia intervenuto per sanarela semplice ma sospetta lacuna. Ve-diamone qualcuno di questi remotitelefilm. Ogni sera alle 20.30, comeuna malsana abitudine, Rete 4 ti rifi-la Walker Texas Ranger, avventure pa-ra western e pecorecce. Il protagoni-sta, insieme al nero ranger Trivette e

Quando, come si dice,non c’è niente da vedere in TV.

di Gian Carlo Menchinelli

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I telefilmovvero i dolci inganni

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S


alla stucchevole Alex, e Chuck Norris. Questi è un attempato nanerottolofulvo che si spaccia per mezzosangueapache ed è meno espressivo di uncomodino. Spavaldo, con due colt aifianchi, combatte il male ad oltran-za. Le beghe, che deve affrontare percopione, lui le risolve tirando calci co-me un mulo della “Julia”, poi caz-zotti, cravatte, capocciate. La sua sta-tura non va oltre 1.58, ma questo nongli impedisce di sgominare a suon disberle anche dieci o più cattivi allavolta.Alex, bionda protagonista, non haproblemi di stomaco: è innamoratadi lui. Abbiamo poi, da long time, suItalia 1, CSI Miami. Qui il protagoni-sta di storie criminali, è il tenente Ho-ratio (David Caruso). Anche lui è unroscetto piccolino ma , nonostante sioccupi di feccia a tutto campo, lo facon classe e aplombe. Evitando i soliti “merda” e “chiudiquella c … di bocca”. Ha però un cu-rioso tic, recita con il capo reclinatoa sinistra a 45 gradi. Abbiamo sapu-to con certezza che non soffre di cer-vicale. Vediamo infine un altro tele-film che viene da un lontano passa-to, Colombo, il tenente più amatodei gialli in TV. Questa serie, inter-pretata da Peter Falck, è stata pro-dotta negli Usa negli anni ’70 e noida allora, ce lo troviamo in casa o-gni domenica sera. Lui è un tenentedella omicidi italo americano tra-sandato e igienicamente sospetto.Indossa per l’intero film un imper-meabile lercio e abiti stazzonati. Nel-le tasche sformate cerca costante-mente oggetti che non trova. Coc-

ciutamente caparbio sfinisce i so-spetti con domande a singhiozzoammorbandoli col tanfo di micidia-li sigari. Utilizza invariabilmente u-na mimica recitativa standard, sem-pre la stessa. I rispettivi protagoni-sti dei tre telefilm sono vecchie vol-pi del cinema. Hanno marcato le lo-

ro pellicole con connotazioni di per-sonale riferimento: Walker tira cal-ci, Horatio piega la testa, Colomboè un trucido trasandato. Tutto sommato tre belle nevrosi.Ma non è meglio un sano cartone a-nimato come Pippo, Pluto, Paperinoe i suoi deliziosi nipotini?

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di Valerio De Mattheis Amministratore Condominiale in Roma

Molestie in ambitocondominialeLa responsabilità penale

a sentenza in esame, do-po aver assolto un con-domino il quale aveva ri-petutamente azionato ilcitofono, il campanello e

bussato più volte alla porta di casa del-l'inquilino dell'appartamento sopra-stante per verificare la causa e l'origi-ne di perdite d'acqua dalle tubature,afferma che la responsabilità penalepuò configurarsi nei seguenti casi:1) Quando la molestia avvenga in unluogo pubblico od aperto al pubblico,ivi compresi l'androne e le scale con-dominiali: se il fatto avvenisse all'in-terno dell'abitazione,infatti, non si trat-terebbe più di molestie, ma del reatodi violazione di domicilio, accompa-gnato quasi sempre da ingiurie e mi-nacce. Il requisito del luogo pubblico,poi, sussiste secondo una precedentesentenza "tanto nei casi l'agente si tro-vi in luogo pubblico o aperto al pub-blico ed il soggetto passivo in un luo-go privato, tanto nell'ipotesi in cui lamolestia venga arrecata da un privatonei confronti di chi si trovi in un luogopubblico o aperto al pubblico".2) Quando la molestia avvenga per"petulanza" o per "biasimevole moti-vo". Ciò significa, evidentemente, intutti i casi in cui non solo manchi ungiustificato motivo ( come nel caso del-la sentenza in commento), ma anchequando sia palese l'intenzione del mo-lestatore di procurare un fastidio al mo-lestato, come avviene ad esempio nelcaso di colpi sul pavimento in ore not-

turne, diretti a disturbare il sonno delsottostante vicino, o di scampanellateripetute, o di sbattimento di tappeti inore destinate al riposo ( anche con ri-ferimento ai regolamenti comunali) esimili.Nello stesso senso, Cassazione Penale,decidendo sul caso di un condomino ilquale scattava fotografie alla parte of-fesa e dei suoi ospiti, contro la loro vo-lontà, mentre si trovavano nello spa-zio antistante la loro abitazione, pre-cisa ulteriormente che: " per luogo a-perto al pubblico devono intendersianche le parti comuni di un condomi-nio in quanto la facoltà di accesso ap-partiene sia ai condomini sia ai loro o-spiti e nel caso di specie sembra cheproprio di parti comuni si trattasse e diun diritto di passaggio. Inoltre il reatodi molestie non deve assumere carat-tere necessariamente abituale e puòessere realizzato anche con una sola a-zione di per se idonea a recare mole-stia; nel caso di specie scattare foto-grafie a tutti coloro che si trovavano inquel luogo configurava il delitto. Infi-ne del tutto irrilevanti sono i motivi cheavevano indotto l'imputato ad agire,visto che ai fini del dolo è sufficientela coscienza e volontà di tenere unacondotta molesta. Vale la pena citareanche due sentenze in sede civile, eprecisamente:a) Cass. Civile sez.2° la quale affermache: "l'utilizzazione della cosa comu-ne da parte del condomino può avereluogo anche in modo particolare e di-

verso da quello praticato dagli altricompartecipanti, sempre che l'utiliz-zazione particolare rientri tra le desti-nazioni normali della cosa e non alte-ri l’utilizzazione praticata dagli altri,ossia il rapporto di equilibro tra le uti-lizzazioni concorrenti - attualmente edanche potenzialmente - di tutti i pro-prietari. Tale alterazione sussiste qua-lora il godimento particolare ed in-consueto del singolo condomino de-termini pregiudizievoli invadenze nel-l'ambito dei coesistenti diritti altrui,quali asservimento, immissione e mo-lestie".b) Il Tribunale di Napoli, ha deciso suun caso assai frequente nella praticacondominiale, riguardante la presen-za di animali nei cortili o negli appar-tamenti, affermando che: "il divieto ditenere bestie che possano recare di-sturbi o molestie ai condomini e alle-vamenti di ogni specie negli apparta-menti, stabilito in regolamento di con-dominio di natura contrattuale, vinco-la sia i condomini che conduttori ed ap-presta una tutela più rigorosa di quel-la assicurata dal divieto di immissioni,di cui all'art. 844 c.c."

Una recente sentenza della Cortedi Cassazione (sez. penale) delineai limiti della responsabilità penaleper molestie tra condomini.

L

Se avete quesiti, dubbi, domande, ovolete avere informazioni afferentiil Vostro condominio scriveteall’Amm. Dr. Valerio De Mattheis.

Le risposte saranno date agliinteressati via mail o pubblicatesul sito della rivista nella rubrica"l'Amministratore risponde".

www.studiodemattheis.new1.it

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