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PERCORSO DANTESCO A
VERONA
In giro per Verona sulle orme di Dante
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO CAVALCHINI - MORO
PIAZZA BRA
● Al tempo di Dante non esistevano i palazzi che vediamo
ora, c'erano solo l'Arena e le mura medievali sul lato sud
della piazza.
● A proposito della struttura dell’inferno: una tradizione
veronese sostiene che l’immagine dei gironi sia stata
ispirata al Poeta dagli anelli dell’Arena…
● Qualcuno, con maggiore fantasia, ha persino ipotizzato
che la descrizione della tremenda porta dell'inferno sia
stata suggerita al poeta dal portale in bronzo di San Zeno.
EPIGRAFE VICINO A PORTA BORSARI
CHE CITA IL PALIO DI VERONA
Lungo le strade del centro di Verona si correva il Palio del
drappo verde, citato da Dante nel canto XV dell’Inferno,
vv 121/122):
Poi si rivolse,
e parve di coloro
che corrono a Verona
il drappo verde
per la campagna...
PIAZZA ERBE
Era il foro romano, poi divenuto una piazza per
il mercato; esistevano al tempo di Dante i
palazzi scaligeri e alcune case che vediamo
oggi.
CASA DI GIULIETTA
CAPULETI
Era la residenza della famiglia Dal Cappello, il cui nome è stato poi
confuso e sovrapposto dalla tradizione popolare con quello dei
Cappelletti o Capuleti. Le tensioni tra Capuleti e Montecchi vengono
nominate da Dante nel VI canto del Purgatorio (vv 106-108).
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti
Monaldi e Filippeschi, uom senza cura
color già tristi, e questi con sospetti
PALAZZO DI CANGRANDE
Dante, in quanto ospite di Cangrande, risiedeva nel suo palazzo,
dove circolavano numerosi artisti, scienziati e rifugiati politici; lo
Scaligero infatti aveva stanze per ogni categoria di ospiti (cavalieri,
artisti, mercanti, ...).
Di certo qui Dante ha mangiato moltissime volte, scambiando battute
col signore scaligero, come testimoniato da antichi racconti popolari.
Piazza dei Signori o Piazza Dante
Dal 1312 al 1318 Dante è in città, ma
era già stato ospite degli Scaligeri
sotto la signoria di Bartolomeo nei
primissimi anni del '300.
Al centro di piazza dei Signori la statua
del Poeta, pensoso, testimonia
l’utilizzo della figura dell’artista anche
per finalità politiche. L’opera, esposta
nel 1865, intendeva celebrare l’Italia
unita attraverso il padre della lingua
nazionale e venne posizionata al
centro della piazza durante la notte
per indispettire gli austriaci che ancora
occupavano il territorio veronese.
Arche Scaligere
Sono le tombe monumentali in stile gotico di
Cangrande I, Cansignorio e Mastino II della
Scala.
Sui marmi e sul recinto delle arche ricorrono i
tre elementi che caratterizzano la signoria
scaligera: il cane, l’aquila e la scala.
Dante allude a Bartolomeo nel
XVII canto del Paradiso, vv. 70-75.
Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello
sarà la cortesia del gran Lombardo
che 'n su la scala porta il santo uccello…
In fianco alle arche scaligere si trova la
tomba del grande amico di Dante,
Cangrande I: i due condivisero non solo
l’ideale politico ghibellino (lo Scaligero
rappresenta per Alighieri quell'ideale di
signore la cui forza militare e abilità
politica avrebbero permesso di aspirare
alla pacificazione dell'Italia intera) ma
anche la passione per la poesia.
Dante collocherà Cangrande nel
Paradiso e proprio a lui dedicherà
l’ultima cantica.
Le sue magnificenze conosciute
saranno ancora, sì che ‘suoi nemici
non ne potrai tener le lingue mute. (XVII canto del Paradiso vv. 85-87)
Tomba di Cangrande I
Santa Maria Antica
E’ la chiesetta romanica che confina con le
arche scaligere in cui probabilmente Dante si
recava a pregare.
Casa di Romeo Montecchi
Si trova dietro
le arche
scaligere.
Ora è una
residenza
privata.
Chiesa di sant'Anastasia
La chiesa venne
eretta dai Domenicani
al tempo di Dante e
inizialmente era
dedicata a San
Pietro.
La facciata è
incompiuta, l’interno è
affrescato ed è un
bellissimo esempio di
stile gotico.
Il figlio di Dante, Pietro, abitò proprio di fronte alla chiesa di
Sant’Anastasia, nell’edificio d’angolo ancora oggi
riconoscibile dagli archi in stile romanico-veronese.
Successivamente, nel 1353, acquistò alcuni terreni in
Valpolicella dove ancora oggi, dopo 21 generazioni, il suo
discendente Pieralvise Serego Alighieri produce vino.
Casa di
Pietro
Alighieri,
figlio di Dante
Chiesa di Sant'Elena
Sulla parete esterna c’è una lapide
che ricorda un episodio della vita di
Dante, quando presentò la “Questio
de acqua e terra”, un trattatello
filosofico scritto in latino che prese
spunto da una contesa tra filosofi
medioevali sul livello dell’acqua
sulla terra. In occasione di questo
evento Dante radunò la “Verona
bene” dell’epoca e sperava di
essere assunto presso l’Università
di Verona come docente; con
grande delusione di Dante,
l’incarico fu assegnato invece ad un
tale Artemisio. Era il 1320.
Chiostro del Duomo e della
Biblioteca capitolare
Nella Biblioteca capitolare del Duomo Dante ha
consultato numerosi manoscritti antichi, tra cui il codice
di Giustiniano. Nei sei anni di permanenza a Verona,
Dante lavorò alacremente alla Commedia, probabilmente
presso le sale della Biblioteca Capitolare, dove venne
composta buona parte del Paradiso. Ma a Verona
compone anche il “De Monarchia” oltre a numerose
interessanti lettere che dicono molto del personaggio e
dei suoi tempi.
In Capitolare Dante ha avuto la possibilità di toccare
con mano i codici di Giustiniano, i testi del diritto
romano che sono alla base delle leggi della civiltà
occidentale. Anche Giustiniano, infatti, come Boezio,
viene collocato da Dante nel Paradiso (canto VI). Il
suo merito fu l’aver promulgato quelle leggi e aver
stabilito così i presupposti per un impero giusto e
civile.
La stessa biblioteca, pochi decenni dopo, venne
frequentata anche dal Petrarca per studiare testi
antichi.
Chiesa di San Fermo
e cappella Alighieri Quando Dante arrivò a
Verona, la chiesa di San
Fermo era in fase di
rinnovamento: i Francescani
la stavano adattando alle loro
esigenze spirituali,
trasformandola in un’unica
navata luminosa.
Dante amava San Francesco
e non a caso, la sua
discendenza scelse la
chiesa dei francescani come
luogo di sepoltura alla destra
del transetto, in quella che
oggi si chiama per l’appunto
“Cappella Alighieri”.
Per concludere…
Se Firenze partorì il Poeta
e Ravenna ne accolse il corpo
è Verona il cuore ancora pulsante
della triade delle città dantesche.