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Comune di Pesaro Provincia di Pesaro e Urbino Unione dei Comuni Pian del Bruscolo Comuni di Gabicce Mare Gradara Mombaroccio PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE Rapporto di candidatura per la definizione dell’Agenda Regionale Strategica per lo Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL) Luglio 2003 CAIRE - Urbanistica

PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE · Per la pianificazione strategica del Distretto pesarese - Documento di Candidatura Luglio 2003 3 1. Successo e maturità

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Comune di Pesaro Provincia di Pesaro e Urbino Unione dei Comuni Pian del Bruscolo Comuni di Gabicce Mare Gradara Mombaroccio

PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

Rapporto di candidatura per la definizione dell’Agenda Regionale Strategica

per lo Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL)

Luglio 2003CAIRE - Urbanistica

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Comune di Pesaro Provincia di Pesaro e Urbino Unione dei Comuni Pian del Bruscolo Comuni di Gabicce Mare Gradara Mombaroccio

PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

Rapporto di candidatura per la definizione dell’Agenda Regionale Strategica

per lo Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL) elaborato dal gruppo tecnico

interistituzionale individuato dal protocollo d’intesa tra

Luglio 2003CAIRE - Urbanistica

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Per la pianificazione strategica del Distretto pesarese - Documento di Candidatura

Luglio 2003 2

I N D I C E

1. Successo e maturità del distretto pesarese pag. 3

2. La riorganizzazione insediativa “ 7

3. L’offerta culturale tra beni, eventi e politiche diffuse “ 10

4. Fare rete nel Sistema Locale “ 12

5. Le ragioni della pianificazione strategica nel Distretto “ 14

6. Le ragioni della sostenibilità “ 16

7. I temi della Agenda, le iniziative progettuali in corso, le azioni di approfondimento necessarie - Integrazione e scambio di metodologie dei processi di Agenda 21

Locale per lo sviluppo sostenibile - Realizzazione di un sistema integrato per la mobilità e trasporti - Risanamento riqualificazione del sistema delle aree industriali della

bassa valle del Foglia - Realizzazione di un polo integrato di sevizi località Tombaccia di

Pesaro come infrastruttura per l’innovazione dell’intero sistema economico locale

- Risanamento, tutela e valorizzazione del fiume Foglia e del suo ambiente fluviale

- Sviluppo di azioni di certificazione integrata del territorio - Coesione sociale e lavorativa, accoglienza, sistema residenziale e

servizi - Rafforzamento dell’area distrettuale, del sistema scolastico e

formativo di livello superiore - Tutela e valorizzazione degli agro-eco sistemi - Recupero del patrimonio storico-artistico dei comuni coinvolti quale

risorsa (di forte richiamo turistico) funzionale allo sviluppo complessivo del territorio

“ 20

TAVOLE STATISTICHE Movimento anagrafico nel periodo 1980 – 2000 Serie storica della popolazione residente I caratteri socio economici e territoriali

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1. Successo e maturità del distretto pesarese

L’area intercomunale pesarese ospita nella bassa valle del Foglia e nei rilievi collinari che la circondano paesaggi insediativi di varia matrice, balneare, urbana, industriale e rurale, in una sequenza fortemente integrata; l’area si estende per oltre 300 Kmq ospitando 124.000 abitanti (che rappresentano oltre un terzo della compagine demografica provinciale), con una densità che supera i 400 abitanti al kmq.

L’area intercomunale si sovrappone pressoché integralmente al sistema locale del lavoro1 organizzato attorno al “distretto del mobile”, uno dei luoghi di specializzazione produttiva più rilevanti per il settore, con la Brianza e il Friuli.

Nell’immagine nazionale della geografia dei distretti industriali e della produzione del “made in Italy” il Distretto pesarese ha conquistato una evidenza di primo piano, come poche altre realtà territoriali che risultano analogamente essere incentrate su una forte presenza urbana, quali Biella e Prato.

Un’evidenza che si misura nei risultati economici conseguiti che qualificano il Distretto pesarese come il secondo nel sistema regionale tanto in termini di PIL-pro-capite (dopo Fabriano2), che in termini di Valore Aggiunto complessivo (dopo Ancona3), facendo registrare, per di più, una intensa dinamica positiva nel corso della seconda metà degli anni novanta (TAV. 1)4.

La positiva dinamica del Distretto è confermata dall’andamento delle esportazioni e del commercio estero5 che rappresenta ad un tempo l’indicatore della rilevante apertura internazionale dei mercati (in un contesto – peraltro- in cui il Distretto registra una limitata internazionalizzazione degli investimenti), ma anche un segnale della maturità ormai raggiunta; una maturità sottolineata dalla ormai

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

LA RICCHEZZA PRODOTTA NEI SLL (Sistemi Locali del Lavoro)

TAV.1a

SCARICABILE FUORI TESTO

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

LA RICCHEZZA PRODOTTA NEI SLL (Sistemi Locali del Lavoro)

TAV.1b

SCARICABILE FUORI TESTO

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prossima successione generazionale al vertice delle imprese protagoniste della vicenda del Distretto.

Questa situazione accomuna il Distretto Pesarese ad alcune delle più importanti e qualificate aree di specializzazione produttiva del “made in Italy”, che sono oggi attraversate da una esigenza profonda di riposizionamento e di ripensamento del proprio modello di crescita. L’emergere di nuove realtà geografiche ed i processi di concentrazione a scala globale della ricchezza rischiano di minare alle fondamenta un modello di crescita trainato dai consumi dei ceti medi e medio alti dei paesi sviluppati.

L’esplosione dei mercati centro orientali europei nella destinazione dell’export pesarese è una manifestazione della capacità di adattamento mostrata dal sistema locale di fronte a queste trasformazioni e, ma anche il segnale della profondità del mutamento in corso.

Le preferenze dei consumatori evolvono rapidamente, e le produzioni del made in Italy hanno bisogno di nuovi materiali, nuovi trattamenti, nuovi prodotti, nuovi servizi, ma anche di esprimere nuovi valori estetici ed etici.

Etica, estetica ed altre componenti immateriali possono generare innovazioni che il mercato percepisce come più radicali rispetto, a processi più incrementali di miglioramento della qualità dei prodotti.Per far fronte a questa situazione di maturità bisogna forse oggi preoccuparsi di “ringiovanire” il sistema, favorendo processi di innovazione anche radicali, capaci di aggiungere nuovi segmenti alla catena del valore (il design?).

La maturità raggiunta è stata sin qui costantemente rimessa in gioco da una capacità di innovazione che ha avuto episodi significativi ma che costantemente richiede attenzioni ed energie rinnovate di tutto il sistema locale.

Per il Distretto pesarese, come per tutte le aree che si sono affacciate al XXI secolo con una marcata caratterizzazione

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manifatturiera, la conservazione del complesso di culture, di abilità e di competenze che si sono sedimentate attorno alla produzione industriale è il principale fattore di competitività; un fattore da alimentare e da sostenere con un’incessante azione di qualificazione che investe tanto il capitale umano, che l’infrastrutturazione sociale e tecnologica entro cui il sistema della produzione opera.

Le aree produttive per questo diventano luoghi “topici” (e sempre meno specialistici) della riorganizzazione territoriale, decisive per sostenere un nuovo ciclo di prodotti entro nuove condizioni di infrastrutturazione tecnologica, logistica, ma anche sociale ed ambientale.

Il Distretto pesarese può far conto su un sistema di aree industriali6 che la pianificazione urbanistica, dagli anni ’70 in poi, ha saputo organizzare in un assetto razionale e ben riconoscibile (TAV. 2) che oggi può essere opportunamente riconsiderato e “rimesso in valore” con le nuove sensibilità e con i nuovi paradigmi della sostenibilità ecologica e con la consapevolezza del rilievo che assume la dimensione della complessità funzionale e logistica.

La messa a sistema di un simile patrimonio richiede naturalmente non solo strategie sul piano del marketing e dei servizi alla produzione (la formazione e la ricerca in primo luogo) ma anche una rinnovata configurazione di infrastrutture per il trasporto di persone, merci e informazione ed una generale riprogettazione della infrastrutturazione e della organizzazione logistica del Distretto

Una manovra articolata e di respiro strategico sul sistema degli insediamenti produttivi - che può fare affidamento sulla esperienza di cooperazione intercomunale presente nella iniziativa dello Sportello Unico per le Attività Produttive - attribuisce un evidente rilievo sovracomunale alla politica di riconversione e riqualificazione dell’area produttiva della Tombaccia - la più “matura” e la più interna al sistema urbano pesarese – come polo integrato di servizi, incubatore di nuove funzioni e nuove imprese, “finestra” aperta dal distretto sulle nuove tecnologie e le nuove culture di impresa.

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

AREE PRODUTTIVE DEL DISTRETTO

TAV.2

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Una politica che se per un verso richiede una sofisticata attività di progettazione funzionale e di costruzione di relazioni con l’Università, il mondo della ricerca e della formazione, richiede del pari una manovra fondiaria adeguata per complessità ed estensione a rimettere in gioco su un più vasto scacchiere territoriale le attività produttive da rilocalizzare.

Non meno importante sarà poi una strategia di cooperazione capace di integrare questo polo urbano in un sistema territoriale di insediamenti (secondari e terziari) per la produzione esteso all’intero Distretto e capace di offrire nei luoghi baricentrici del Distretto altre polarità significative per ampiezza e complessità della gamma di servizi offerti.

Fuori dalla stretta logica del distretto, l’area intercomunale pesarese ingloba, con Gradara e Gabicce, un interessante punto di snodo con il sistema insediativo della costiera romagnola, luogo di accumulazione di domanda per un sistema di servizi e di offerta ricreativa (e culturale), ma anche possibile vetrina dello stesso Distretto e delle sue virtù7.

Il Distretto sta peraltro evolvendo “per linee interne”, dovendo rispondere ad una sempre maggiore consapevolezza sull’importanza dei fattori immateriali – oltre che di quelli tecnologici – nei processi di innovazione, e dovendo ricercare nella complessità dell’ambiente urbano e nella sua capacità di mantenersi aperto, dinamico e ricco di sollecitazioni culturali (prodotte, trasmesse e consumate), un insostituibile tessuto di coltura per l’innovazione.

In ciò stemperando ogni connotazione angustamente settoriale e ricercando una fisionomia più ricca ed articolata, nella quale la dimensione manifatturiera, quella turistica, quella culturale concorrono tutte ad una immagine di successo del Distretto come sistema territoriale locale articolato e plurale, non meno che coeso ed integrato.

Una immagine di Distretto a cui anche il percorso di pianificazione strategica intrapreso intende portare il proprio significativo contributo

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2. La riorganizzazione insediativa

Collocato in un contesto di elevata accessibilità territoriale (TAV. 3), consolidato dalle dinamiche insediative di lungo come di breve periodo (TAVV. 4,5), il Distretto pesarese è stato attraversato nel corso degli ultimi decenni da un processo di intensa riorganizzazione degli insediamenti che ha portato ad una vistosa crescita tanto dei residenti che degli addetti nelle aree interne8 a fronte di un leggero decremento della popolazione del capoluogo, decremento che le più recenti tendenze demografiche hanno peraltro invertito segnalando una ripresa della domanda di insediamento urbano.

Il dato di crescita demografica dei comuni dell’area interna del Distretto è generalmente attestato su soglie molto elevate che nel corso dell’ultimo decennio hanno avvicinato (Tavullia) o superato (Colbordolo, Gradara, S.Angelo in Lizzola) il 20%9; il dato diviene addirittura eclatante per i comuni di Monteciccardo (+33%, a partire peraltro da una base demografica assai esigua, inferiore ai mille abitanti al 1991 ) e soprattutto di Montelabbate (+37%), dove la percentuale di crescita registra il proprio picco provinciale , disegnando una configurazione del tutto nuova degli insediamenti urbani ed associandosi ad una concentrazione di occupati che raggiunge anch’essa valori di assoluto rilievo nello scenario regionale e nazionale superando la soglia di 91 addetti extragricoli per 100 residenti, e generando di conseguenza intensi flussi pendolari con i comuni limitrofi.

Le dinamiche recenti, così intense nelle proprie manifestazioni, hanno tratto alimento da processi locali di redistribuzione degli insediamenti tra il cuore e la corona dell’area urbana, non meno che dal nuovo ciclo demografico che si è aperto nella seconda metà degli anni 90 e che è segnato dalla diffusione e dal consolidamento di flussi migratori di lungo raggio di provenienza extracomunitaria, determinati tanto da fattori di pressione nelle aree di provenienza (push) che da fattori di

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

ACCESSIBILITA’ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE AL 2001 - tempo 30’

TAV.3

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE TAV.4

VARIAZIONE DELL’ ACCESSIBILITA’ NEL LUNGO PERIODO 1991 - 1951 - tempo 30’

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE TAV.5

VARIAZIONE DELL’ ACCESSIBILITA’ NEL BREVE PERIODO 1991 - 2001 - tempo 30’

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attrazione nelle aree di arrivo (pull), in particolare dall’esigenza di riempire i vuoti aperti nel mercato del lavoro dai processi di denatalità conosciuti dalla popolazione italiana del centro-nord a partire dagli anni 70-80 (TAV. 6)..

Questa presenza è un dato ormai rilevante anche nella realtà del Distretto ed è destinata a caratterizzare in modo permanente lo scenario demografico e sociale dei prossimi decenni, proponendo nuove sollecitazioni e nuove domande al sistema insediativo nelle sue articolazioni più dinamiche: il Distretto pesarese non meno di altre realtà del Nord-Est-Centro del paese.

Per rispondere ad una nuova domanda insediativa che accentua i suoi caratteri urbani e comunque si manifesta alla scala della diffusione sovracomunale degli insediamenti produttivi e residenziali, bisogna operare congiuntamente sul fronte del riconoscimento e della valorizzazione delle centralità urbane della città costruita e dei luoghi strategici del sistema territoriale, ed al contempo avere ben in mente il progetto di re-infrastrutturazione possibile.

La costruzione di uno schema di assetto strategico condiviso può essere di aiuto alle riflessioni sui temi in gioco per l’Agenda, mettendo in evidenza le connessioni da valorizzare e le azioni coerenti da organizzare nel rapporto tra i Comuni.

Una relazione forte (da sostenere con una specifica previsione infrastrutturale che le tecnologie del trasporto di massa rendono oggi più credibile che nel passato) tra il Centro storico, la stazione, le aree di ristrutturazione industriali e il sistema di localizzazioni produttive della Valle del Foglia, sino ad una nuova centralità territoriale da prevedere nel cuore del distretto, deve far parte della riflessione e delle verifiche dell’Agenda strategica (regionale) del sistema locale.

Una relazione che può rappresentare un riferimento essenziale ed un fattore di credibilità per politiche di ripolarizzazione delle funzioni di servizio superiore (dall’istruzione all’assistenza sanitaria e sociale) che

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si devono confrontare con la nuova realtà demografica delle aree interne tanto quanto con la evidente esigenza di integrazione in un sistema di offerta aperto e fruibile dalla Città.

In una simile configurazione verrebbero esaltati tanto i contenuti insediativi del sistema di fondovalle Foglia che si vede considerevolmente avvicinato alle relazioni e alle opportunità della città estesa (e ben infrastrutturata), quanto i valori culturali e naturali dell’intero sistema territoriale che, dalla costa variegata e aspra e dal fiume (asse centrale del sistema ambientale locale), alle pendici collinari degli agro-ecosistemi, sino ai borghi fortificati, consente di pensare la Città entro nuovi confini.

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PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL DISTRETTO PESARESE

MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE

TAV.6

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3. L’offerta culturale tra beni, eventi e politiche diffuse

Le suggestioni che muovono dalla antica tradizione culturale della Città coltivata nel mito della “Atene Pisaurica”, non paiono seconde ad altre per concorrere a qualificare la dimensione culturale della città estesa ai suoi nuovi confini.

Il Centro Storico di Pesaro e le sue istituzioni culturali -il Teatro, il Conservatorio e la Fondazione Rossini (Opera Festival)-, le aree archeologiche, le ville suburbane e collinari, i borghi rurali, i castelli e le marine, sono i riferimenti materiali di una strategia di valorizzazione e di innovazione della offerta culturale che può contribuire in misura non secondaria al rafforzamento della catena di valore del distretto, anche al di la di quanto le iniziative di integrazione (cultura-industria) e di sponsorizzazione non abbiano già oggi realizzato, conseguendo peraltro risultati di non trascurabile rilievo.

Si tratta di luoghi che sono variamente presenti in tutti i comuni del Distretto e in ciascuno di essi trovano un risalto che talvolta già ampiamente sottolineato da livelli di fruizione e di immagine ampiamente consolidati (come è nel caso del Castello di Gradara, già oggetto di riflessioni e sperimentazioni rivolte ad una gestione più sofisticata dei servizi offerti10), talaltra ancora esclusi o ai margini di una fruizione diffusa, e per ciò stesso aperti a possibilità di riscoperta e di valorizzazione di grande impatto (come è nel caso di borghi fortificati di grande suggestione come Montefabbri in comune di Colbordolo)

Alla capacità di valorizzazione culturale dovrà essere affidata inoltre la possibilità di fruire delle risorse naturalistiche già organizzate nel Parco Naturale del Monte S.Bartolo o invece ancora latenti lungo il Foglia e nei paesaggi agrari delle pendici collinari e degli spazi aperti del fondovalle, così critici nel determinare un assetto previdente e sostenibile della pianura.

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Sarà nella riflessione sulla ospitalità e l’accoglienza, come in quelle sulla fruizione e sulla valorizzazione turistica, che questi luoghi potranno rivelare capacità e potenzialità insospettate come parti di città.

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4. Fare rete nel Sistema Locale

La prospettiva di consolidare il Distretto come sistema locale capace di rappresentare efficacemente le proprie istanze e di sostenere il confronto con l'esterno, ha nelle istituzioni comunali un riferimento necessario e imprescindibile, quello con il più alto grado di legittimazione sociale tra tutte le istituzioni elettive.

Per questo, dare vita operativamente, nel rapporto tra il capoluogo e la sua corona ad una vera e propria rete locale tra Comuni diventa una condizione essenziale per costruire ad un tempo l'identità e l'operatività del sistema locale, ricercando le dimensioni geografiche e demografiche necessarie allo sviluppo delle politiche, integrando diversità e specificità, scambiando esperienze e competenze.

Tutto ciò usufruendo dell'ambiente favorevole che le strategie della Provincia, già ben orientate a sostenere la cooperazione istituzionale, consentono di produrre11.

L’esperienza di stretta cooperazione che ha portato alla costituzione della Unione dei Comuni Pian del Bruscolo tra i comuni di Colbordolo, Monteciccardo, Montelabbate, Sant’Angelo in Lizzola e Tavullia e la più vasta rete di cooperazione che lega questi comuni ad altri del Distretto rappresentano peraltro presupposti quanto mai significativi per lo sviluppo di iniziative di costruzione comune di strategie di sviluppo e di sostenibilità.

La macchina amministrativa comunale, la sua capacità di offrire servizi alle famiglie e alle imprese che siano apprezzabili per qualità e sostenibili per economicità, è una componente rilevante, centrale, di una rete che richiede attenzioni e sforzi continui per sostenerne l'innovazione organizzativa.

In molte realtà europee la costituzione di reti locali (reseaux des villes) viene premiata dalle politiche pubbliche di livello statale e

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regionale. E viene incentivata in particolare la formazione di piani strategici delle reti locali.

A questa prospettiva di respiro dichiaratamente europeo si collega l’iniziativa della Agenda Strategica per lo Sviluppo Territoriale Locale che la programmazione regionale delle Marche offre opportunamente e in modo lungimirante alle istituzioni ed agli attori locali.

L’iniziativa di pianificazione strategica che il Comune di Pesaro ha saputo avviare – tra i primi nel Paese – diventa così l’occasione per attivare un patto di cooperazione non effimero con la propria corona, per costruire assieme – intervenendo al livello di articolazione e complessità territoriale, economica e sociale necessario - quella dimensione di Città Regionale che il Distretto deve ragionevolmente assumere per competere efficacemente nella rete urbana italiana ed europea. Garantito in ciò dalla qualità della governance che l’azione provinciale può esercitare nei confronti di una rete ancora più estesa.

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5. Le ragioni della pianificazione strategica nel Distretto

L’Agenda Strategica ha dunque come primo compito quello di promuovere la comunità locale che lo forma, esplorando le condizioni e delineando le politiche più opportune per sostenere la affermazione del Sistema Locale in un percorso di competizione tra aree geografiche diverse.

E per porre il Sistema Locale in condizione di comunicare e competere, l’Agenda Strategica deve innanzitutto promuovere e radicare l'immagine della rete locale presso gli attori sociali presenti nel sistema, sviluppandone il senso di appartenenza.

L'applicazione strategica deve fare emergere le condizioni d'ambiente (dell'ambiente fisico - l'environment - come dell'ambiente sociale e culturale - il milieu -) che si offrono come tratto distintivo del Sistema Locale e possono concorrere non solo a caratterizzarne l'identità ma anche a determinare reali vantaggi competitivi.

L’Agenda Strategica deve operare in direzioni diverse e utilizzare metodologie di approccio differenti e integrabili, così da comporre un quadro dei problemi e delle opportunità che sia ricco e condivisibile al punto da ottenere adesioni convinte e impegni formali ai vari livelli istituzionali.

L’Agenda Strategica dovrà costruire un rapporto costante di integrazione con la programmazione di bilancio dei Comuni che dia un significato non contingente alle politiche di spesa e di fiscalità locale e ne ritragga una maggiore consapevolezza dei vincoli di bilancio con cui "fare i conti".

L’Agenda Strategica può anche diventare un riferimento decisivo per le politiche urbanistiche, sia per quanto riguarda la definizione della cornice strategica, che per lo sviluppo di momenti progettuali specifici anche alla scala più che comunale, da affrontare con strumenti tecnici e valutativi non ordinari (studi di fattibilità, progetti integrati). E ciò

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vale tanto più in presenza del naturale disallineamento temporale dei Piani Comunali tra di loro, che trovano così nell’azione di pianificazione strategica una occasione per avvicinare e verificare le rispettive scelte urbanistiche.

L’Agenda Strategica rappresenta altresì un occasione per attuare, verificare ed innovare il patrimonio di strategie e di progettualità già presenti nella pianificazione provinciale.

L’Agenda Strategica può suggerire l'innovazione organizzativa della macchina pubblica, dandole ulteriori argomenti e scopi, nuove consapevolezze e, prevedibilmente, risorse.

L’Agenda Strategica può rivelarsi infine uno strumento utile di anticipazione ed orientamento che consente al Sistema Locale di presentarsi "attrezzato e allenato" ai molteplici appuntamenti di programmazione per progetti speciali che, sempre più frequentemente, caratterizzano lo scenario programmatico nazionale e regionale, , fornendo a queste circostanze orizzonti migliori (anche nel senso della permanenza nel tempo) di trasparenza e di consenso sociale.

Per questo la azione di pianificazione strategica deve saper comunicare non meno che ascoltare.

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6. Le ragioni della sostenibilità

Il Distretto dovrà investire per cogliere i tempi e i modi del cambiamento, per capire cosa cambia e come cambia, conscio di dovere interpretare efficacemente il mutamento in atto - e quello che si prospetta nell’orizzonte dei prossimi anni - per poterlo coniugare con la sua aspirazione ad essere Città di rilievo regionale nei nuovi confini che la crescita economica ed insediativa ha reso evidenti, per far diventare il cambiamento occasione di qualità e di crescita delle opportunità per quanti abitano e frequentano il sistema urbano.

Anche l’Agenda Strategica è parte di questo investimento per interpretare e a gestire il mutamento, parte importante e cospicua, perchè ricca di verifiche, di sforzi analitici, di iniziative negoziali, di aperture prospettiche.

La capacità delle politiche di servire obiettivi non effimeri e di generare durevoli effetti di miglioramento delle prestazioni ambientali e sociali è strettamente connessa con l’essere riusciti a capire “cosa passa” nella Città e nel Distretto e come usare l’energia prodotta dal cambiamento.

La sostenibilità della azione di pianificazione strategica sarà quindi riconoscibile tanto nella capacità di interpretare il cambiamento quanto nelle politiche che saprà mettere in campo per coglierlo.

La crescita demografica registrata (e programmata) va intesa anche come risposta – da rendere sostenibile - alla esigenza di mantenere alte le performances sociali e produttive del Distretto e della Città e come necessità di garantire una finanza comunale capace di continuare ad investire nella gestione dei servizi di buona tradizione ed estensione.

La ripolarizzazione delle funzioni produttive propone una duplice prospettiva: a livello di ciascuna area quella di intervenire con azioni infrastrutturali e organizzative per garantire la riqualificazione

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ambientale delle produzioni e degli insediamenti, a livello di sistema quella di agire in termini di consolidamento e di densificazione della città esistente come scelta per tenere la città entro un sistema di relazioni efficace ed efficiente, che può essere affidato strategicamente al trasporto pubblico.

Il trasporto pubblico può così essere pensato come sistema integrato che può offrire una reale alternativa alla mobilità privata e al modello della dispersione insediativa che si è generato negli scorsi decenni, meglio servendo questa mobilità nei luoghi di scambio attrezzati e lungo gli assi di distribuzione opportunamente ridisegnati e moderati.

La manovra urbanistica– da praticare in chiave perequativa anche a scala territoriale - può essere pensata e disegnata in modo strategico e selettivo, per cogliere obiettivi precisi e per dare nuove opportunità di sviluppo sostenibile al Distretto (delocalizzazioni produttive, incubatoi di funzioni innovative, parchi, edilizia sociale per l’accoglienza dei nuovi soggetti) oltre che per garantire nuove certezze realizzative in un quadro operativo che si va profondamente modificando rispetto al passato.

La valorizzazione delle risorse territoriali ed ambientali nella chiave di un turismo colto e consapevole che si è affacciato con tutta evidenza alla ribalta del sistema regionale e locale (che ha saputo differenziare fortemente la sua immagine ed il suo appeal nel corso degli ultimi decenni), investe i luoghi molteplici dove una sedimentazione storica di lunga durata – ad un tempo raffinata e popolare - ha saputo imprimere e rendere evidenti valori di durevolezza e di capacità di conservazione nelle forme del territorio e nelle culture dei suoi abitanti.

I bilanci sociali e l’ascolto delle comunità, da approfondire nello sviluppo delle iniziative di Agenda XXI locale già promosse da un accordo alla scala dell’area intercomunale, sono il necessario complemento alle manovre di re-infrastrutturazione tecnologica ed ambientale che il Distretto dovrà praticare nei prossimi anni.

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L’ascolto e gli accordi stabiliscono rapporti nuovi con le polarità funzionali e con gli attori urbani influenti, individuali e collettivi, per realizzare politiche sensibili alle esigenze della città più vasta e delle sue reti.

Reti che sono anche quelle ecologiche, là dove si realizzino parchi territoriali e si rendano raggiungibili e fruibili dall’intera popolazione della città estesa in un sistema che comprende l’ambiente fluviale come gli spazi aperti della pianura come le falesie costiere e gli agro-ecosistemi collinari, sino ad entrare nella città costruita connettendo offerte consolidate e nuove occasioni prodotte dalla “trasformazione urbana”.

L’attenuazione degli impatti derivanti dal sistema della mobilità (rumore ed emissioni) rappresenta una componente essenziale delle strategie necessarie a rispondere alla crescente aspirazione delle comunità locali a un ambiente migliore e più vivibile (per le presenti e per le future generazioni) e alla necessità di offrire un ambiente di qualità anche come fattore non secondario della competizione tra i sistemi urbani, in particolare per funzioni pregiate come la ricerca, l’educazione, la sanità, la congressualità, etc.

Fanno parte integrante delle politiche di sostenibilità l’attenzione ai paesaggi colturali e ai paesaggi ecologici, l’azione di approfondimento e misurazione delle relative dinamiche in atto, in particolare nei territori periurbani ed extraurbani, la ricerca di soluzioni nuove per la difesa attiva della qualità dell’ambiente, anche attraverso la reinterpretazione delle attività agricole in chiave di servizio reso alla comunità urbana – dalla gastronomia accogliente alla manutenzione idrogeologica - (town farms).

E’ a partire da questi scenari che potrà essere tentato un giudizio di sostenibilità delle politiche, missione fondamentale dello sforzo di pianificazione condotto in questo frangente storico dalla Città e dal Distretto dove la qualità dell’aria, il clima acustico, la qualità dei paesaggi naturali e culturali, la vivibilità degli spazi di aggregazione e

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scambio, la sicurezza e la coesione delle comunità che attraverso di essi si affermano, fanno discutere i cittadini, le famiglie, le associazioni, le imprese, oltreché gli enti elettivi.

E’ a partire da questi scenari della trasformazione (compresa e programmata) non di breve periodo, che dovranno essere ricercate e proposte misure regolative che consentano alle comunità locali di convivere consapevolmente col mutamento e con le trasformazioni. In modo sostenibile.

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7. I temi della Agenda, le iniziative progettuali in corso, le azioni di approfondimento necessarie

Il protocollo sottoscritto tra il Comune di Pesaro, l’Unione dei Comuni Pian del Bruscolo, i comuni di Monbaroccio, Gabicce Mare e Gradara e la Provincia di Pesaro per la formazione di una Agenda Regionale Strategica per lo Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL) individua un ampio campo di temi sui quali una azione convergente degli attori istituzionali locali può essere intrapresa con la ragionevole aspettativa di poter cogliere risultati significativi nella prospettiva della affermazione della Città (nei suoi nuovi confini) e del Distretto.

Le iniziative già intraprese dagli stessi attori locali su un vasto spettro dei temi individuati e che hanno dato vita ad un importante campo di progettualità, giunta a diverso stadio di maturazione, costituiscono il necessario punto di partenza della azione di pianificazione strategica dell’Agenda.

Nel rapporto con la programmazione regionale, aperto con il protocollo sulla pianificazione strategica sottoscritto tra Comune di Pesaro e Regione, e da stringere sempre più efficacemente con il coinvolgimento dell’intero Distretto, l’Agenda (regionale) del sistema locale potrà trovare nuove opportunità e nuove attenzioni per perfezionare la propria considerazione della visione di successo del Distretto e delle strategie di costruzione della Città regionale e per sviluppare la propria operatività attraverso i necessari approfondimenti conoscitivi e le opportune verifiche di fattibilità.

Sin da ora pare opportuno richiamare alcune considerazioni di merito relative ai temi proposti dal protocollo sulla base dello stato dell’arte e di una preventiva ricognizione operata presso gli attori locali12.

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Integrazione e scambio di metodologie dei processi di Agenda 21 Locale per lo sviluppo sostenibile:

I Comuni di Pesaro, Gabicce Mare, il Comune di Gradara (referente dei Comuni dell’Unione dei Comuni del Pian del Bruscolo) e il Comune di Urbino (referente dei Comuni della comunità montana dell’alto e medio Metauro) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per assecondare processi e conseguire obiettivi di sviluppo sostenibile, condividendo iniziative, progetti, azioni e buone pratiche, comunque denominate, incidenti sulla sostenibilità, oltre che scambiarsi vicendevolmente tutte le informazioni e i dati di conoscenza in loro possesso

I Comuni dell’Unione Pian del Bruscolo hanno presentato un progetto al Ministero dell’Ambiente che intende in particolar modo mettere in luce e valorizzare le relazioni che uniscono ambiente, fruizione e produzione agricola di qualità. Questa inziativa è inserita all’interno di una serie di azioni volte a favorire il miglioramento ambientale: i Comuni dell’Unione stanno realizzando, ad esempio, un sistema di percorsi ciclo pedonali che connettono le varie zone verdi di ogni territorio).

Il Comune di Gabicce Mare ha redatto un Rapporto Ambientale, il Rapporto intende essere un primo passo verso la costruzione di un percorso di Agenda 21 Locale. Il secondo passo, in quest’ottica, è la certificazione ambientale dei servizi del Comune, attività nella quale l’Amministrazione è impegnata al momento. Si tratta di rivedere le procedure, i consumi, i tipi di materiale utilizzato nell’attività del Comune, al fine di rendere i processi quotidiani maggiormente sostenibili, come descritto nel Manuale di gestione, appositamente predisposto.

Il Comune di Gradara ha avviato un progetto sperimentale di partecipazione, analogo ad Agenda 21 Locale (progetto GEPPO), per dare voce agli attori locali su alcune proposte di sviluppo, all’interno dei processi di variante al PRG, del Piano di recupero del centro storico, della progettazione di spazi pubblici a misura di bambino.

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Il Comune di Pesaro ha realizzato e presentato pubblicamente, il “Primo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente” ed è stata avviata la seconda fase del processo di Agenda 21 locale relativa alla costruzione del Piano d’Azione Locale.

Il progetto denominato “Qual 21 – Pesaro città della qualità”: che ha il compito di costruire il Piano di Azione Locale di Agenda 21 rappresenta a Pesaro un’articolazione e un arricchimento del percorso del Piano strategico della città Pesaro 2015 città della qualità. La costruzione del Piano di Azione Locale assumerà e integrerà la visione e il percorso di costruzione del Piano strategico approfondendo e puntualizzando i temi ambientali in una logica di integrazione, intersettorialità, complementarietà dei progetti.

Questa seconda fase è stata avviata attraverso l’attivazione del Forum ed il coinvolgimento delle Circoscrizioni per una partecipazione più allargata possibile a tutti i cittadini e portatori di interesse.

Realizzazione di un sistema integrato per la mobilità e trasporti:

Un tema centrale nella percezione degli attori locali è quello della mobilità e della gestione del servizio dei trasporti.

L’asse Pesaro - Urbino risulta sempre molto trafficato; anche se di recente gran parte del traffico pesante è stato dirottato sul nuovo asse alternativo al fondovalle, restano urgenti alcune sistemazioni puntuali in prossimità dei principali centri abitati, proseguendo la campagna di realizzazione di piccole “bretelle” di connessione. Sono da rivedere i collegamenti “trasversali”, che riducano la gravitazione su Pesaro e Urbino e che colleghino le zone residenziali ai poli attrattori e ai nodi di intercambio con il trasporto pubblico. All’interno del territorio dell’Unione è avvertita la necessità di realizzare un servizio di trasporto pubblico per collegare le zone residenziali a quelle produttive e dei servizi. E’ da porre in agenda, inoltre, un ripensamento del trasporto scolastico.

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Fondamentale, nel futuro prossimo, sarà lanciare una politica che tenda a creare una sempre più valida offerta alternativa al trasporto su gomma verificando la fattibilità di sistemi di trasporto di massa che rappresentino l’asse portante della mobilità del Distretto.

Per quanto riguarda Pesaro, i flussi di persone e merci che gravitano sul capoluogo, riguardano non soltanto la scala urbana, ma l’intero bacino territoriale, soprattutto quelli generati da motivi lavoro-scuola che hanno caratteristiche del pendolarismo quotidiano legato ai poli attrattori (zone produttive e di servizi, poli scolastici). Le conseguenti criticità relative alla congestione del traffico, all’inquinamento, hanno indotto il Comune sia a realizzare opere finalizzate alla fluidificazione e all’alleggerimento delle zone residenziali (rotatorie, interquartieri), sia ad improntare nuove forme di governo della mobilità. Il Comune di Pesaro ha già avviato progetti e iniziative finalizzati ad incidere sugli spostamenti sistematici (spostamenti casa-lavoro dei dipendenti degli enti pubblici e delle imprese produttive, sperimentazioni nelle scuole), per orientare la domanda verso forme alternative all’uso dell’auto privata.

L’intento, (già sviluppato anche nel Piano strategico della città Pesaro 2015 città della qualità) è quello di elaborare una strategia di intervento (a scala sovracomunale) che sottende una programmazione urbanistica e infrastrutturale del territorio sensibile alla razionalizzazione degli spostamenti delle persone e delle merci in chiave sostenibile. Contemporaneamente all’attivazione di processi di controllo e organizzazione permanente della mobilità (Mobility Management), la strategia di intervento potrà prevedere il potenziamento del servizio di trasporto pubblico, l’attivazione di servizi innovativi (car-pooling, taxi collettivo), interventi anche strutturali a sostegno di forme di mobilità a basso impatto ambientale (pedonale, ciclabile, ecc.), attività di comunicazione e sensibilizzazione collettiva.

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Esperienze e problematiche legate alla gestione della sosta hanno evidenziato, ad esempio nel caso del Comune di Gabicce Mare l’opportunità di collegare politiche di gestione del traffico come l’istituzione di Zone a Traffico Limitato (ZTL). con la realizzazione di un efficace sistema di sosta periferica per la quale si è ipotizzata l’opportunità di costituire una Società di Trasformazione Urbana (STU)

Risanamento e riqualificazione del sistema delle aree industriali della bassa valle del Foglia:

L’importanza strategica del sistema insediativo del Foglia è testimoniata dalla presenza di importanti azioni conoscitive e di valutazione sviluppate a scala sovracomunale come la mappatura dell’offerta insediativa presente nelle aree industriali del Distretto, realizzata dallo Sportello Unico per le Imprese prevista dal Piano strategico della città di Pesaro o la sperimentazione di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) avviata dalla Regione Marche con il concorso del Ministero dell’Ambiente.

In diversa misura il tema è presente all’attenzione di tutti gli attori locali. Pesaro ha ritenuto di notevole importanza il tema degli insediamenti produttivi relativi alle aree di PRG lungo la direttrice principale del Foglia, dei comuni collinari e dei comuni a nord del distretto pesarese. Ne ha fatto oggetto di specifici approfondimenti conoscitivi e progettuali nel proprio Piano strategico: in pericolare nel progetto “Analisi insediamenti esistenti” che ha l’obiettivo generale di omogeneizzare i parametri urbanistici stante la notevole diversità dei singoli piani.

Sempre all’interno del Piano strategico, il tema degli interventi sul sistema delle aree industriali è affrontato anche dal progetto “Riqualificare le aree industriali esistenti e localizzare le aree di riserva” i cui obiettivi sono: la gestione del territorio tramite

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interventi e strumenti sovracomunali (Piano integrato per lo sviluppo locale e Sistema informatico economico territoriale); l’aumento della qualità delle aree produttive tramite riqualificazioni ambientali, aumento dei servizi, riconversione delle aree produttive verso segmenti a più elevata qualità, complessificazione delle destinazioni; l’individuazione all’interno del territorio sovracomunale di aree di riserva per funzioni strategiche.

Le aree produttive localizzate a sinistra e a destra dell’asta del fiume Foglia nei territori dei comuni del Distretto richiedono da subito notevoli interventi di risanamento ambientale, (come ad esempio la sostituzione dell’amianto), di qualificazione/riqualificazione urbana e di messa in sicurezza degli insediamenti industriali, la creazione di immagine delle aziende insediate anche attraverso interventi di ristrutturazione edilizia.

La valutazione di impatto ambientale (VIA) sulla nuova area produttiva nel Comune di Colbordolo o la valutazione ambientale strategica (VAS) possono esserestrumenti di notevole valore da usare in ogni nuovo intervento di trasformazione urbanistica.

L’individuazione di aree produttive già dismesse o dismettibili può rappresentare un altro campo di azione del progetto nell’ambito di una strategia comune della vallata.

La problematica delle nuove aree produttive è oggetto di attenzione nel Distretto tra i cui attori è diffusa la percezione sulla scarsa disponibilità delle aree, l’alto costo delle stesse e l’eccessivo consumo di territorio in relazione agli scarsi indici di edificabilità. La disponibilità delle aree già previste dalla strumentazione urbanistica risulterebbe comunque insufficiente rispetto alla domanda; occorre però su questo tema porsi il problema del carico urbanizzativo che l’intera valle è in grado e vuole sopportare. Inoltre il sistema infrastrutturale di collegamento stradale degli insediamenti industriali del distretto pesarese si presenta fortemente carente in termini

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dimensionali e di tracciati, nonostante alcune previsioni siano indicate nei piani regolatori dei vari comuni.

Il progetto da sviluppare nell’ambito dell’Agenda dovrà consentire il recupero di una strategia di pianificazione e di gestione dell’offerta insediativa per le attività produttive flessibile e integrata tra i vari comuni in modo da generalizzare e ottimizzare i benefici di uno sviluppo produttivo equilibrato.

L’individuazione di specificità di ricerca e produzione dovrà consentire una rilocalizzazione di funzioni e ruoli delle varie aree che costituiscono il distretto; andrà ricercato un diverso rapporto con il sistema della residenza con l’obiettivo di una diminuzione del pendolarismo o quantomeno di una maggiore efficacia e sostenibilità delle modalità di trasporto.

Nel Comune di Colbordolo, l’attività di progettazione volta alla realizzazione del nuovo Piano di Gestione Ambientale (che prevede anche l’attivazione di una procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale) è in corso per la nuova area industriale. In questo momento è stato aperto un tavolo di discussione con la Regione Marche, la Provincia di Pesaro e Urbino e l’ARPAM per delineare e fissare i limiti e i criteri per la realizzazione dei nuovi insediamenti. Questa azione potrebbe fungere da progetto pilota per riqualificare e risanare l’intero sistema delle aree industriali che sono insediate lungo l’asta del fiume.

Del tutto coerente con la manovra sul sistema insediativo per la produzione è l’attenzione crescente – tanto all’interno delle imprese che nell’intero sistema territoriale -per le problematiche della logistica, problematiche che le politiche comunitarie per l’integrazione dei modi di trasporto e la specifica attenzione al corridoio adriatico propongono in uno scenario ricco di sollecitazioni ed opportunità.

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Realizzazione di un polo integrato di servizi località Tombaccia di Pesaro come infrastruttura per l’innovazione dell’intero sistema economico locale:

Il tema della riconversione dell’area produttiva della Tombaccia come polo integrato di servizi proposto dal Comune di Pesaro con il suo PRG ed oggetto di specifico approfondimento nel quadro dell’Agenda Strategica non è ancora percepito nella sua dimensione strategica e sovracomunale dalla generalità degli attori locali.

La messa a sistema e la valorizzazione del patrimonio di competenze ed abilità manifatturiere con le quali il Distretto si proietta nel nuovo quadro di opportunità e sfide determinato dai processi di riorganizzazione a scala globale delle produzioni con cui il nuovo secolo si presenta, richiede infatti non solo strategie sul piano del marketing e dei servizi alla produzione (la formazione e la ricerca in primo luogo) ma anche una rinnovata configurazione della offerta di infrastrutture per il trasporto ma anche per le comunicazioni e della organizzazione logistica del Distretto

L’esigenza di una così articolata manovra di respiro strategico sul sistema degli insediamenti produttivi attribuisce un evidente rilievo sovracomunale alla politica di riconversione e riqualificazione dell’area produttiva della Tombaccia - la più “matura” e la più interna al sistema urbano pesarese – come polo integrato di servizi, incubatore di nuove funzioni e nuove imprese, “finestra” aperta dal distretto sulle nuove tecnologie e le nuove culture di impresa.

Il lavoro dell’Agenda dovrà esplicitare le valenze del progetto come infrastruttura cruciale per l’innovazione dell’intero sistema produttivo del Distretto e preoccuparsi di rendere evidenti e di realizzare le interconnessioni necessarie tra l’intervento e l’intera manovra di riorganizzazione del sistema produttivo della bassa valle del Foglia., sollecitando ciascun nucleo insediativo ad individuare e valorizzare i propri specifici atout.

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Risanamento, tutela e valorizzazione del fiume Foglia e del suo ambiente fluviale:

Il tema della integrità ambientale del fiume Foglia è largamente presente nella consapevolezza degli attori locali così come e diffusa la consapevolezza della stretta relazione tra le politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente fluviale e le politiche urbanistiche relative agli insediamenti produttivi.

Ancora, diffusamente percepita è la considerazione della necessità di ricercare una politica di cooperazione inter-istituzionale e di armonizzazione delle competenze tra i vari Enti che gestiscono l’asta fluviale ed il suo ambiente in relazione alle esigenze della manutenzione e della sicurezza come a quella di collettazione del sistema depurativo e fognario.

Numerose azioni ed interventi da parte di diversi soggetti, prevalentemente pubblici convergono sul Fiume Foglia sia nel tratto interno al territorio comunale di Pesaro sia a scala di bacino idrografico .

Un primo elenco riguarda il monitoraggio ordinario della qualità delle acque ed il controllo degli scarichi, la misura del livello delle acque, la perimetrazione delle aree inondabili, raccolta dei dati sulle precipitazioni, la modellizzazione integrata del fiume, del corpo idrico principale e di componenti del ciclo idrico, le casse d’espansione connesse ad interventi di trasformazione urbanistica, il consolidamento degli argini, la rete fognaria e il collettamento delle acque reflue per incrementare la depurazione, la realizzazione del parco fluviale, ecc.

In detto panorama il progetto “Life Wamaribas”, in piccola parte cofinanziato dalla Regione Marche e dal Comune di Pesaro, può rappresentare lo strumento tecnico innovativo sul quale far convergere le informazioni e le valutazioni integrate sulle diverse azioni in corso

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per costruire un progetto integrato di risanamento , tutela e valorizzazione del fiume Foglia.

Per dette ragioni ed al fine di presidiare la situazione descritta attraverso una unica “guida” capace di fare convergere le informazioni e le valutazioni integrate sulle diverse azioni in corso è stato recentemente promosso dal Comune di Pesaro e costituito un “comitato tecnico13” ed un “comitato istituzionale” ristretto.

In sede di prima costituzione il comitato-segreteria tecnica ha stabilito di:

verificare, tramite implementazione di dati ed informazioni, la matrice composta da qualità delle acque – quantità delle acque – difesa idraulica – fruizione pubblica delle fasce fluviali, quale utile strumento di comunicazione per gli amministratori sulla complessità dei fenomeni che interagiscono sullo stato di salute del fiume;

confermare l’esigenza, anche con riferimento al progetto Life Wamaribas, di estendere analisi, controlli ed interventi sistematici a gran parte dell’asta fluviale, compresi i più importanti affluenti;

coordinare gli interventi di risanamento previsti nei programmi di intervento dei diversi soggetti a valere sulle risorse finanziarie disponibili;

coordinare presso l’Autorità di Bacino e la Protezione Civile Regionale gli interventi strumentali di analisi qualitativa del corpo idrico.

Nella realtà dell’area distrettuale il tema della tutela e valorizzazione fluviale investe altri sistemi fluviali di minore dimensione come Tavollo e Arzilla.

Sviluppo di azioni di certificazione integrata del territorio:

A livello locale sono già presenti – sia pure in numero limitato - alcune realtà imprenditoriali che hanno avviato procedure di certificazione

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ambientale, ma, al contempo, esistono anche esempi in negativo nel rapporto imprese - ambiente.

L’opportunità di investire con sistemi di gestione ambientale e procedure di certificazione interi contesti di area produttiva è presente nella consapevolezza del sistema locale ed ha trovato un primo riconoscimento formale nelle previsioni relative alla nuova area di sviluppo industriale prevista in comune di Colbordolo per la quale si è prevista la formazione di un Piano di Gestione Ambientale.

Anche il Piano strategico della città di Pesaro attraverso il progetto “Nuovi processi organizzativi per le imprese del sistema produttivo del terzo millennio”, riconoscendo una debolezza sul terreno delle certificazioni integrate, ha voluto proporre una strategia per la realizzazione nel sistema produttivo distrettuale di un sistema integrato qualità – ambiente e sicurezza per le imprese.

Coesione sociale e lavorativa, accoglienza, sistema residenziale e servizi:

All’interno del territorio distrettuale si registra la presenza di tutti i servizi alla persona essenziali.

Nel territorio distrettuale, sulla base della previsione della legge regionale, è attuata, attraverso l’Ambito territoriale di cui fanno parte tutti i nove comuni, una gestione integrata della programmazione e gestione dei servizi sociali.

Il notevole sviluppo demografico delle aree interne, dovuto anche alla presenza di immigrati, ha comportato problemi di socializzazione e di adeguamento alla nuova realtà. Tutto ciò ha creato la necessità di allargare l’offerta dei servizi, soprattutto per ciò che riguarda il sistema scolastico.

Nell’area interna del territorio distrettuale la presidenza scolastica delle scuole medie fa capo al Consorzio Pian del Bruscolo e sono

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presenti due autonomie scolastiche: quella di Sant’Angelo Lizzola che gestisce S.Angelo, Monteciccardo e Tavullia e quella di Montelabbate relativa anche a Colbordolo.

Al tema della residenza dei cittadini immigrati è finalizzata la attività dell’Agenzia sociale istituita come esito di un lavoro di concertazione tra enti locali (comuni di Pesaro e Fano), organizzazioni sindacali e di categoria e assumerà tra breve la dimensione dell’Ambito territoriale sociale.

Rafforzamento nell’area distrettuale, del sistema scolastico e formativo di livello superiore:

Una richiesta forte che proviene dal territorio, in particolare dal mondo delle imprese, è quella di avere una sede formativa ad orientamento tecnico-professionale per superare le difficoltà dei trasporti e dell’integrazione che i ragazzi delle aree interne debbono affrontare.

In tal senso è stato attivato, assieme all’ITIS di Urbino e alla Provincia, un tavolo di discussione volto a programmare la creazione di una sede distaccata dell’istituto, che formi dei tecnici specializzati nel settore della lavorazione del legno.

Tutela e valorizzazione degli agro – eco sistemi:

L’agricoltura e la presenza antropica nel sistema rurale rappresentano uno degli strumenti principali per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio. In tal senso l’area intercomunale pesarese presenta un settore primario che produce alcuni prodotti di grande qualità e di qualche tradizione quali l’olio, il vino e la frutta. Le Amministrazione appartenenti all’Unione, al fine di valorizzare i prodotti tipici della propria area di riferimento hanno attivato corsi di formazione per i produttori e creato occasioni di promozione.

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Recupero del patrimonio storico – artistico dei comuni coinvolti quale risorsa (di forte richiamo turistico) funzionale allo sviluppo complessivo del territorio:

L’importanza di politiche volte al recupero e alla conservazione dei beni culturali e ambientali come condizione necessaria per poter candidare il distretto come un importante sistema di offerta e di attrattività turistica (e anche per ridare nuova linfa ai centri storici collinari che troppo spesso sono stati abbandonati) è largamente condivisa dagli attori locali ed è ampiamente presente nella pratica operativa delle singole amministrazioni. Questa attenzione non ha tuttavia generato sin qui iniziative progettuali concertate alla scala sovracomunale; questa prospettiva, tuttavia, si propone come significativo terreno di cooperazione e di sviluppo della progettualità del Distretto che potrà risultare di particolare efficacia anche per costruire una strategia di innovazione del prodotto turistico del sistema locale.

PESARO/RUB1A- vers6

1 Del Sistema Locale del Lavoro di Pesaro, secondo la delimitazione che l’ISTAT ha

prodotto sulla base dei flussi pendolari per motivi di lavoro registrati dal Censimento della popolazione del 1991 utilizzando un algoritmo che massimizza l’autocontenimento dei flussi stessi, fanno parte i comuni di Pesaro, Colbordolo, Monbaroccio, Monteciccardo, Montelabbate, S.Angelo in Lizzola e Tavullia; il Sistema non include invece i comuni di Gabicce Mare e Gradara ricompresi nel SLL di Cattolica (RN).

2 Che però presenta valori assoluti decisamente più contenuti: 1.123 mio di euro contro i 2.660 del distretto pesarese.

3 Che però presenta valori pro-capite leggermente più contenuti : 23.347 euro contro i 23.548 del distretto pesarese.

4 Come risulta dalla recente diffusione da parte dell’ISTAT dei dati relativi alle serie del valore aggiunto e della occupazione per grandi settori di attività articolate per Sistema Locale del Lavoro e relative al periodo 1996-2000

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5 Si vedano al riguardo le considerazioni proposte da M. Paradisi: “Struttura e

performance delle esportazioni marchigiane” nel volume ”Sviluppo e internazionalizzazione dell’industria marchigiana” del Centro di Documentazione e ricerca del Gruppo Banca delle Marche – Ancona 2001.

6 Ad oggi sono presenti nel Distretto aree produttive per oltre …. Ha, ….dei quali in comune di Pesaro e … nei cinque comuni dell’Unione:

7 Non pare quindi del tutto improprio ricomprendere nella denominazione di “Distretto” nella sua più ampia accezione di sistema fortemente interconnesso e percepibile unitariamente nei rapporti con le più vaste reti di integrazione internazionale, anche i comuni di Gabicce Mare e Gradara:

8 Dal 1981 al 2001 gli otto comuni della corona hanno visto la loro popolazione passare da 25.483 a 33.743abitanti mentre il Comune di Pesaro è passato da 90.412 a 90.311; nello stesso periodo gli addetti all’industria degli otto comuni sono passati da 7.463 a 11.097 mentre quelli del capoluogo sono rimasti sostanzialmente stabili passando da 12.762 a 13.201.

9 Oltre al Comune di Pesaro, che è cresciuto solo dell’1,8% in dieci anni, anche il comune di Monbaroccio registra una sostanziale stabilità ((+1,09%), mentre Gabicce Mare registra addirittura una lievissima flessione (- 1,18%), peraltro giustificata dalle sue condizioni territoriali del tutto particolari che vedono l’intero territorio non collinare del comune, peraltro di estensione modestissima(la estensione complessiva del comune è di soli 4,85 kmq.), già occupato dagli insediamenti urbani.

10 Il riferimento obbligato è in questo caso alle esperienze di ampia visibilità e risalto nazionale costruite attorno al tema del gioco, come alla prospettiva di leggere nel sistema insediativo storico dei luoghi le premesse di un vero e proprio Parco tematico, insolitamente costruito non attorno alla riproduzione artificiale di luoghi fantastici ma attraverso la fruizione “resa fantastica” di luoghi reali

11 Merita in particolare il protocollo di intesa recentemente sottoscritto dalla Provincia di Pesaro Urbino con l’Unione dei Comuni Pian del Bruscolo ed i Comuni di Colbordolo, Monteciccardo, Montelabbate , S.Angelo in Lizzola e Tavullia “Protocollo di intesa per costruire insieme la città futura: obiettivi per lo sviluppo e strategie del territorio dell’Unione dei Comuni della Bassa Val Foglia – Monteciccardo 28 Maggio 2003

12 Nei giorni tra il 7 e il 9 luglio 2003 - a cura della società di consulenza incaricata dal Comune di Pesaro - è stata realizzata una serie di incontri con i Sindaci di Colbordolo, Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Monteciccardo, Montelabbate, Sant’Angelo in Lizzola e Tavullia, attraverso i quali si è intrapresa una fase di ascolto preliminare per l’avvio dell’Agenda Strategica dell’Area Intercomunale Pesarese. Nel corso degli incontri sono state esaminate le criticità, le problematiche, le opportunità ed i progetti che connotano le diverse entità amministrative comunali, cercando di assumere come punto di osservazione quello volto alla costruzione di reti di relazione tra soggetti e istituzioni differenti (e a

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rafforzare quelle già esistenti), anche nell’ottica di garantire, oltre ad una crescente efficacia, una maggiore visibilità alle varie iniziative concertate. Il punto di partenza della analisi è rappresentato dai dieci temi identificati come prioritari dalle Amministrazioni interessate nel Protocollo d’Intesa per la definizione dell’ ASTREL dell’area intercomunale pesarese. I verbali degli incontri sono agli atti della Agenda.

13 Ne fanno parte tecnici di Comune di Pesaro, Provincia di Pesaro e Urbino, Arpam, Società dei servizi ASPES e ASPES reti, ATO, Autorità di bacino regionale, Servizio di tutela ambientale della Regione, società S.P.S. srl Gorgovivo).