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ESTASI srl – via Metastasio 9 Su Planu, I-09047 Selargius CA - partita IVA: 03399740921 - REA CA: 268656 prof. ing. Domenico Salimbeni ! Professionista abilitato al rilascio di certificazioni di prevenzione incendi ai sensi della legge n. 818 del 1984 a seguito di iscrizione nell'Albo del ministero dell'interno con codice CA-1286-I-0008 ! Professionista abilitato al ruolo di RSPP per i macrosettori B3-B4-B5-B6-B7-B8-B9 ai sensi del D.Lgs. n. 195/03 ! Tecnico competente in acustica ambientale ai sensi dei commi 6-7 art. 2 legge n. 447 del 26 ottobre 1995, iscritto al n. 8 nell'elenco R.A. Sardegna (det. D.G./D.A. n. 1235 del 5 giugno 2001) ESTASI srl Spin-Off accademico dell’università di Cagliari per la diffusione di tecnologie avanzate Revis. Data Estensore-Controllore Visto di approvazione 1.0 16 aprile 2014 prof. ing. Domenico Salimbeni 1.1 25 novembre 2014 prof. ing. Domenico Salimbeni Copia controllata n° 1 , assegnatario: ____________________________________ Committente: , UniCA piazza d’Armi I-09123 CAGLIARI CA Opera: DIEE, UniCA, fac. Ingegneria Edifici A e B piazza d’Armi I-09123 CAGLIARI CA Oggetto: PEE Piano di Emergenza ed Evacuazione Valutazione dei rischi per la Sicurezza e salute nel lavoro ai sensi del D.Lgs. n° 81/08 (art. 4, comma 2) Gruppo di progettazione: Estensore : prof. ing. Domenico Salimbeni Direttore : prof. ing. Giuseppe Mazzarella Progetto: Elaborato: ! 1:100 Data: !"#$!$ Aggiornamenti: &"!!!$ ’’’’’’ ’’’’’’ ’’’’’’ ’’’’’’ ’’’’’’ ’’’’’’ Tavola: Elaborato di proprietà sono vietate la riproduzione e divulgazione SENZA AUTORIZZAZIONE (Art. n. 29 legge n. 633 del 22 aprile 1947)

PEE DIEE 3

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ESTASI srl Spin-Off accademico dell’università di Cagliari per la

diffusione di tecnologie avanzate

Revis. Data Estensore-Controllore Visto di approvazione

1.0 16 aprile 2014 prof. ing. Domenico Salimbeni

1.1 25 novembre 2014 prof. ing. Domenico Salimbeni

Copia controllata n° 1 , assegnatario: ____________________________________

Committente:

, UniCA piazza d’Armi

I-09123 CAGLIARI CA

Opera:

DIEE, UniCA, fac. Ingegneria Edifici A e B piazza d’Armi

I-09123 CAGLIARI CA Oggetto:

PEE Piano di Emergenza ed Evacuazione

Valutazione dei rischi per la Sicurezza e salute nel lavoro

ai sensi del D.Lgs. n° 81/08 (art. 4, comma 2)

Gruppo di progettazione:

Estensore : prof. ing. Domenico Salimbeni

Direttore : prof. ing. Giuseppe Mazzarella

Progetto: Elaborato:

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Aggiornamenti:

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Tavola:

Elaborato di proprietà sono vietate la riproduzione e divulgazione

SENZA AUTORIZZAZIONE

(Art. n. 29 legge n. 633 del 22 aprile 1947)

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Selargius, martedì 25 novembre 2014

0. Premesse necessarie alla lettu-ra del presente documento

Nel presente documento sono utilizzati alcune definizioni di legge e alcuni acronimi dei quali è utile conoscere il significato, spe-cificato nell’Allegato ”F.1”.

1. La normativa vigente

Il PEE è stato elaborato in conformità ai seguenti dettami normativi: þ D.Lgs. N° 81 del 9 aprile 2008 “Attuazione

dell'articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” e s.m.i.;

þ DM n° 363 del 5 agosto 1998 “Regola-mento recante norme per l’individuazione delle particolari esigenze delle università e degli istituti di istruzione universitaria ai fini delle norme contenute nel decreto le-gislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni ed integrazioni”;

þ D.M. 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”;

þ DM n° 388 del 15 luglio 2003 “Regola-mento recante disposizioni sul pronto soc-corso aziendale, in attuazione dell'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive mo-dificazioni”.

L’art. 5 del DM del 10 marzo 1998 pre-scrive che il datore di lavoro, all’esito della valutazione dei rischi d’incendio, adotti le mi-sure organizzative e gestionali da attuare in caso d’incendio, e le riporti in un piano di emergenza ed evacuazione (PEE) conforme ai criteri di cui all’allegato VIII.

Il comma 1 dell’art. 18 del D.Lgs. n° 81/08, nelle lettere h) e t), generalizza il con-cetto al pericolo grave e immediato, di qual-

siasi natura esso sia, individuato a seguito della valutazione di tutti i rischi. Infatti l’art. 44 del medesimo decreto riconosce al lavorato-re che, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, si allontana dal posto di lavoro il diritto di non subire alcun pregiudizio ed es-sere protetto da qualsiasi conseguenza dan-nosa.

È quindi necessario che, in caso di emergenza, siano attivate procedure corrette e precise, preventivamente pianificate e cer-tamente note a tutto il personale, al fine di: a) Ridurre i pericoli per le persone; b) Prestare soccorso alle persone colpite; c) Circoscrivere e contenere l’evento nocivo

per contenerne i danni.

1.1. Chiarimenti preliminari

Il datore di lavoro dell’università è il Ret-tore, come recitano il comma 1 dell’art. 2 del DM n° 363 del 5 agosto 1998, e il comma 1 dell’art. 1 del DR n° 462 del 7 gennaio 2000 dell’università di Cagliari nonché la delibera del CDA del 30 settembre 1999.

L’art. 7 del DR n° 462/00 di UniCA pre-vede che i Direttori di dipartimento assumano la responsabilità dei lavoratori del dipartimen-to (dipendenti e studenti) per connessione “biunivoca” alla carica ricoperta indipenden-temente dal rilascio da parte del Rettore di un’eventuale delega specifica. In realtà an-che il DM n° 363/98, sempre nel comma 1 dell’art. 2, definisce datore di lavoro, in alter-nativa al Rettore, il Direttore di dipartimento, però a condizione che disponga di poteri di spesa e di gestione in materia di sicurezza sul lavoro.

Poiché però: 1)1) Il Rettore non ha rilasciato deleghe di

alcun genere ai Direttori di dipartimento; 2)2) Il comma 1 dell’art. 16 del D.Lgs. n°

81/08 non ammette deleghe di funzioni rilasciate in assenza di anche una sola delle seguenti condizioni: a) La delega risulti scritta con atto re-

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cante data certa; b) Il delegato possegga tutti i requisiti di

professionalità ed esperienza richie-sti dalla specifica natura delle fun-zioni delegate;

c) La delega attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla natura delle funzioni delegate;

d) La delega attribuisca al delegato l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate;

e) La delega sia accettata per iscritto; nessuna delle quali, in generale, risulta sussistente per i Direttori di dipartimento dell’ateneo, anche se nel caso dei dipar-timenti di ingegneria il D.Lgs. n° 81/08 riconosce ai Direttori il requisito di pro-fessionalità benché continui a non sus-sistere la condizione b) a causa dell’as-senza del requisito di esperienza nella materia;

3)3) La valutazione di tutti i rischi e la conse-guente elaborazione del DVR sono (let-tera “a” del comma 1 dell’art. 17 del D.Lgs. n° 81/08) obblighi specifici del Rettore non delegabili;

non può sussistere alcun dubbio che sia il Rettore l’unico datore di lavoro di UniCA nonché l’unica persona cui fa capo l’obbligo di analisi e la valutazione dei rischi nonché la stesura del documento relativo.

In quest’ottica è pacifico che: " Il comma 1 dell’art. 43 del D.Lgs. n° 81/08

affidi il compito di cui alla lettera t) del punto precedente, da cui discende l’obbli-go di stesura del PEE, al solo Rettore;

" L’art. 5 del DM del 10 marzo 1998 ponga la redazione del PEE in capo al solo Ret-tore;

ma: " Le lettere h) e t) del comma 1 dell’art. 18

“Obblighi del datore di lavoro e del diri-gente” del D.Lgs. n° 81/08 prescrive che il Rettore e il Direttore di dipartimento “se-condo le attribuzioni e competenze ad es-si conferite” adottino “le misure per il con-trollo delle situazioni di rischio in caso di

emergenza”, diano “istruzioni affinché i la-voratori, in caso di pericolo grave, imme-diato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa”, e indichino “le misure necessarie ai fini della preven-zione incendi e dell’evacuazione dai luo-ghi di lavoro”.

Va rilevato inoltre che il titolo XII “Dispo-sizioni in materia penale e di procedura pe-nale” nell’art. 299 “Esercizio di fatto dei poteri direttivi” recita “Le posizioni di garanzia rela-tive ai soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, lettere b), d) ed e), gravano altresì su colui il quale, pur sprovvisto di regolare investitura, eserciti in concreto i poteri giuridici riferiti a ciascuno dei soggetti ivi definiti”. L’articolo individua pertanto un “datore di lavoro di fat-to” in colui che esercita in concreto i poteri gerarchici che fanno riferimento al datore di lavoro (Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza n° 36878 del 22 settembre 2009: Nella posizione di ga-ranzia del datore di lavoro può rientrare anche colui che, se-condo un principio di effettività, riveste la figura di datore di lavoro di fatto). In altre parole, il Direttore di di-partimento, che esercita in concreto i poteri gerarchici del Rettore, deve essere equipara-to a un datore di lavoro anche in assenza di delega, benché gli obblighi inalienabili relativi alla valutazione dei rischi e alla stesura del DVR e del PEE restino senza possibilità di dubbio a carico del Rettore.

In questo dubbio interpretativo il Diretto-re del DIEE ha deciso di procedere autono-mamente, in via cautelare per i lavoratori e per sé stesso, e nonostante la mancanza di autonomia di spesa in materia di sicurezza sul lavoro, alla stesura di un PEE per il DIEE.

Appare chiaro invece che gli studenti debbano essere considerati lavoratori dell’u-niversità limitatamente ai periodi in cui l'allie-vo sia effettivamente applicato alla strumen-tazioni o ai laboratori di ricerca o didattica (art. 12 del DR già citato), limitatamente ai semestri nei quali l’insegnamento corrispon-dente viene impartito (comma 4 dell’art. 2 del DM n° 363/98, comma 1 dell’art. 2 del D.Lgs. n° 81/08).

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1.2. Politica del DIEE

Il DIEE, nell’ambito delle politiche di si-curezza, considera la salvaguardia della sa-lute e della vita dei lavoratori parte integrante della gestione aziendale. Gli aspetti organiz-zativi e comportamentali del personale, degli studenti e dei visitatori sono considerati vin-colanti anche dalla presente procedura ri-guardante i comportamenti da tenere, in caso di pericolo grave ed immediato, infortuni, in-cendio, evacuazione di luoghi o aree resisi pericolosi, con l’obiettivo di condurre le per-sone presenti negli edifici del DIEE in un luo-go sicuro nel minor tempo possibile e con la maggior sicurezza possibile.

2. Cos’è un’emergenza

È detta emergenza qualsiasi scosta-mento dalle normali condizioni operative che può determinare rischi per persone o cose.

Sono emergenze tipiche: ü Ogni forma di incendio; ü Inquinamento ambientale (p. es.: perdita

di gas); ü Calamità atmosferiche (p. es.: allagamen-

to, tromba d’aria, terremoto); ü Cedimenti statici; ü Incidenti e infortuni sul lavoro; ü Manifestazione di follia e/o minaccia ar-

mata; ü Atto terroristico; e tante altri eventi quali, per esempio, un evento sismico (che in Sardegna si è soliti non prendere in considerazione) o un inci-dente di processo.

3. Il piano d'emergenza ed eva-cuazione (PEE)

Il PEE è uno strumento operativo mirato alla pianificazione delle operazioni da com-piere in condizioni di emergenza al fine di eliminare, o mantenere sotto controllo, lo sta-to di emergenza, o almeno consentire uno

sfollamento ordinato e sicuro di tutte le per-sone presenti nell’attività mantenendo sotto controllo gli impulsi di panico.

Il PEE ha quindi le seguenti funzioni primarie: " Prevenire i pericoli per le persone al fine

di annullarli o almeno limitarli; " Coordinare gli interventi del personale a

tutti i livelli al fine di consentire a ciascuno di adottare i comportamenti più idonei per la salvaguardia dell’incolumità propria e dei colleghi e limitare i danni ai beni e alla struttura dell’edificio;

" Intervenire tempestivamente, se e quando necessario, con un primo soccorso sani-tario;

" Individuare tutte le emergenze che pos-sano coinvolgere l’attività, la vita, e la fun-zionalità del Dipartimento;

" Definire esattamente i compiti da asse-gnare alle singole persone che operano all’interno del Dipartimento durante la fa-se di emergenza;

e le funzioni integrative di: " Facilitare, con l’analisi delle possibili con-

dizioni di rischio, l’individuazione dei per-corsi di esodo e la predisposizione della segnaletica più funzionale;

" Individuare, e segnalare, le linee di co-municazione dedicate all’emergenza e gli Enti preposti al soccorso specifico;

" Fornire un quadro generale della situa-zione, di facile lettura nelle condizioni di emergenza.

3.1. Comunicazione a lavoratori autonomi e ditte esterni

Eventuali ditte esterne o lavoratori auto-nomi che dovessero operare nelle aree a di-sposizione del DIEE per interventi di manu-tenzione, modifica e ampliamento, qualora incaricati direttamente dal DIEE invece che dalla struttura centrale di UniCA, qualora ne sussistano le condizioni, dovranno redigere un DUVRI in collaborazione col Direttore del DIEE, e dovranno essere messi al corrente della sussistenza del presente PEE o almeno

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di un estratto dello stesso di loro interesse, oltre che del DVR1, prima di iniziare ad ope-rare nell’attività.

I datori di lavoro delle medesime ditte e i lavoratori autonomi dovranno altresì sotto-scrivere, prima di iniziare ad operare nell’at-tività, se incaricati direttamente dal DIEE2, una dichiarazione di presa visione del PEE o almeno di un suo estratto.

3.2. Comunicazione agli studenti e/o visitatori

Gli Studenti e/o visitatori dovranno co- munque ricevere le informazioni necessarie sul PEE dal proprio referente all’interno dell’attività.

4. L’attività oggetto del PEE

L’attività oggetto del PEE è il DIEE, Di-partimento di Ingegneria Elettrica ed Elettro-nica dell’università di Cagliari, sito a Cagliari nella piazza d’Armi (via Marengo n° 2), che opera in due edifici distinti: þ Edificio A, articolato su 4 livelli:

1 In realtà il DVR del DIEE non esiste, perchè det-to documento deve essere redatto a cura del Rettore, nella sua qualità di datore del lavoro, e la legge esclude espressamente (lettera “a” del comma 1 dell’art. 17 del D.Lgs. 81/08) che possano esserne surrogate le funzioni, senza una delega specifica di funzioni antinfortunisti-che completa di autonomia di spese nella mate-ria (Sez. 4 sent. 38425 del 22 novembre 20069).

2 Nel caso l’incarico sia affidato dal altra struttura di UniCA, e in particolare dell’Ufficio tecnico, dovrà essere cura della struttura committente rispettare le prescrizioni di legge. Il DIEE prov-vederà però comunque a fornire un estratto del PEE.

! Livello “-1”, corrispondente al piano seminterrato, che comprende i se-guenti reparti funzionalmente indipen-denti: " Laboratorio di Azionamenti elettrici; " Laboratorio di Elettrotecnica: " Laboratorio di Impianti elettrici; " Laboratorio di Misure elettriche; " Laboratorio MHD; " Ufficio tecnico; " Archivio; " Servizi igienici; " Laboratorio disponibile;

! Livello “0”, corrispondente al piano rialzato, nel quale è previsto a breve termine il raggruppamento dei labora-tori: " 3 Uffici per docenti; " 6 Uffici per dottorandi e assegnisti: " Servizi igienici;

! Livello “1”, corrispondente al piano primo, che comprende: " Segreteria amministrativa; " Ufficio del Direttore; " 8 Uffici per docenti; " Aula da 32 posti; " Servizi igienici (uno interno e due

esterni); ! Livello “2”, corrispondente al piano se-

condo, che comprende: " 7 Uffici per docenti; " Sala riunioni con una decina di po-

sti: " Sala “server”; " Servizi igienici;

þ Edificio B, articolato su 4 livelli: ! Livello “0”, corrispondente al piano ter-

ra, che comprende i seguenti reparti funzionalmente indipendenti: " Aula da 156 posti con tre uscite 2

M dirette verso l’esterno; " Ufficio per dottorandi; " Camera anecoica; " Centro di coordinamento o punto

presidiato (# ); 070 675 5767" Servizi igienici; " Tre depositi-laboratori; " Due locali tecnologici con uscita di-

retta all’esterno;

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" Un locale tecnologico con uscita vi-cina all’uscita verso l’esterno.

! Livello “1”, corrispondente al primo piano, che comprende i seguenti re-parti funzionalmente indipendenti; " Aula da 130 posti con due uscite 2

M dirette verso l’esterno; " Due aule per dottorandi; " Servizi igienici " Scala 2 M protetta con uscita 2 M

diretta all’esterno. ! Livello “2”, corrispondente al secondo

piano (piano terra nella direzione di via Castelfidardo), che comprende: " 10 studi; " Aula centrale per dottorandi; " Servizi igienici " Scala 2 M protetta con uscita 2 M

diretta all’esterno. ! Livello “3”, corrispondente al terzo pia-

no (primo nella direzione di via Castel-fidardo), che comprende: " 11 studi; " Servizi igienici " Futuro ballatoio sull’aula per dotto-

randi centrale; " Scala 2 M protetta.

Sono aperti agli studenti le aule e gli spazi antistanti di entrambi gli edifici, come tutti gli studi del personale docente e, con opportune restrizioni, i laboratori. Gli altri re-parti, e gli ambienti accessori ricavati al loro interno o con accesso indipendente dall’e-sterno, sono riservati al personale dipenden-te.

4.1. L’affollamento dei due edifici

A causa della presenza di aule frequen-tate dagli studenti, e della stessa presenza di studenti impegnati in attività didattiche anche all’esterno delle aule, in laboratori o negli uf-fici del personale docente, il cui numero è va-lutabile solo in termini di affluenza massima, si può ragionevolmente stimare che l’attività risulti occupata normalmente dal seguente personale:

Edific

io

Livell

o

Attività principale

n° ad

detti

Note

A 2 Uffici 12 1 Uffici e aula 50 Aula 32 p 0 Uffici 30 -1 Laboratori 25 Σ Totale pad. A 117 B 3 Uffici 20 2 Uffici 30 1 Aula, uffici 165 Aula 130 p 0 Aula, uffici, laboratori 172 Aula 156 p Σ Totale pad. B 387 ∑ (su due edifici distinti) 0 504

È stimabile pertanto un affollamento massimo dell’attività, computando gli studenti nelle aule (piene) ed eventuali studenti pres-so gli studi dei docenti3 o in laboratori, non superiore a 130 persone nell’edificio A e 400 persone nell’edificio B.

Poiché, in entrambi gli edifici, la scala serve non più di due piani sopra l’uscita al-l’esterno, e inoltre: " Edificio A: la scala, non protetta, è in co-

mune col dipartimento contiguo, caratte-rizzato da un affollamento leggermente in-feriore a quello del DIEE;

" Edificio B: le due aule grandi hanno vie di esodo dirette che non utilizzano rampe di scala in comune col resto dell’attività;

il massimo affollamento complessivo di due livelli adiacenti è di: " Edificio A: ≤ 130 persone; " Edificio B: ≤ 65 persone; la scala deve avere, nei due casi, la seguen-

3 Eventuali visitatori, in quest’ottica, sono trascu-rabili, in quanto assimilabili agli studenti presso gli studi de docenti.

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te larghezza minima: " Edificio A: ≥ 3 M; " Edificio B: ≥ 2 M; che risulta soddisfatta in entrambi i casi.

L’attività è servita dai seguenti sistemi che possono fornire un ausilio almeno in pre-senza dell’emergenza più comune, cioè quel-la determinata da un incendio: þ Entrambi gli edifici: " Impianto di rivelazione automatica d’in-

cendio, esteso a tutti gli ambienti pre-visti dalla normativa vigente;

" Sistema di spegnimento mobile a pol-veri polivalenti e a CO2, costituito da estintori portatili da 6,0 kg e da 2,0 o 5,0 kg rispettivamente, posizionati in tutta l’area secondo i criteri di preven-zione incendi;

þ Edificio B: " Impianto di spegnimento manuale di

incendio con idranti, esteso a tutta l’area utilizzata dall’attività;

" Sistema di compartimentazione fra la tromba della scala orientata verso la via Castelfidardo e il resto dell’attività. Il sistema di compartimentazione è co-stituito da porte di caratteristiche REI (comunemente, ma impropriamente, dette “tagliafuoco”) di tipo NC (nor-malmente chiuse) che in detta posizio-ne devono restare durante l’attività.

4.2. Le vie di esodo

Un requisito basilare per garantire la si-curezza di tutte le persone presenti, siano esse dipendenti o studenti e/o visitatori, è che in caso di emergenza, siano disponibili vie di esodo attraverso le quali a tutti sia consentito di raggiungere un luogo sicuro senza l’aiuto dall’esterno.

I percorsi e le uscite che fanno parte di un sistema di vie di esodo devono essere te-nuti sgombri in modo da poter essere utiliz-zati in ogni momento senza impedimenti e consentire di raggiungere il più rapidamente

possibile un luogo sicuro.

Le porte interne lungo il percorso d'eso-do devono essere sempre facilmente apribili nel verso dell'esodo senza l'uso di chiavi, e tenute sgombre su entrambi i lati.

Le porte “tagliafuoco” non devono esse-re tenute artificiosamente in posizione di apertura, pur se temporanea, mediante bar-re, ganci, ed altri sistemi non automatici. Oc-corre controllare periodicamente che i dispo-sitivi di autochiusura ed i sistemi di chiusura automatica delle porte “tagliafuoco” funzioni-no correttamente.

Le guarnizioni installate sui bordi delle porte per garantire la tenuta ai fumi devono essere oggetto di manutenzione, ed eventua-le sostituzione se necessario.

I percorsi d'esodo e le uscite devono essere evidenziati da apposita segnaletica conforme alle disposizioni vigenti, durevole e collocata in posizione appropriata e chiara-mente visibile, anche tramite l'illuminazione di emergenza.

I percorsi di esodo e le uscite devono essere dotati di un sistema di illuminazione di sicurezza che entri in funzione in caso di in-terruzione dell’alimentazione principale del-l'impianto elettrico di ciascuna singola zona.

L’attività è servita dalle seguenti vie di esodo: þ Edificio A: ! Livello “-1”:

Due uscite ragionevolmente contrap-poste: " Uscita 2 M su scala 3 M interna a-

perta, in comune col dipartimento confinante, che conduce al livello 0 e, da questo, all’esterno verso l’a-rea della facoltà;

" Uscita 2 M diretta con scivolo verso l’area della facoltà:

per una larghezza totale di 4 M a di-sposizione di 25 persone.

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! Livello “0”: Due uscite ragionevolmente contrap-poste: " Uscita 1 M su scala 3 M interna a-

perta, in comune col dipartimento confinante, e da questa all’esterno verso l’area della facoltà;

" Uscita 2 M diretta con scivolo verso l’area della facoltà;

per una larghezza totale di 3 M a di-sposizione di 30 persone.

! Livello “1”: " Uscita 1 M su scala 3 M interna a-

perta, in comune col dipartimento confinante, che conduce al livello 0 e, da questo, all’esterno verso l’a-rea della facoltà;

per una larghezza totale di 1 M a di-sposizione di 50 persone.

! Livello “2”: " Uscita 1 M su scala 3 M interna a-

perta, in comune col dipartimento confinante, che conduce al livello 1 e, da questo, al livello inferiore.

per una larghezza totale di 1 M a di-sposizione di 12 persone.

þ Edificio B: ! Livello “0”: " Uscita 2 M + 2 M dirette all’esterno

a disposizione dell’aula, del posto di controllo, della sala dottorandi e della camera anecoica;

" Uscita 2M a disposizione dell’aula e dei laboratori;

per una larghezza totale di 6 M a di-sposizione di 172 persone.

! Livello “1”; " Uscita 2 M + 2 M diretta all’esterno

dall’aula, in comune con uno studio per dottorandi;

" Uscita 2 M diretta all’esterno dalla tromba della scala aperta a servizio delle aule, a disposizione dell’aula e di uno studio per dottorandi;

" Scala 2 M interna protetta, che conduce al livello 2 e, da questo, all’esterno verso la via Castelfidar-do;

" Scala 2 M interna protetta, che con-

duce al livello 0 e, da questo, all’e-sterno;

per una larghezza totale di 8 M a di-sposizione di 165 persone.

! Livello “2”: " Uscita 2 M diretta verso la via Ca-

stelfidardo attraverso la tromba del-la scala protetta;

" Scala 2 M interna protetta, che con-duce ai livelli inferiori e, da questi, alle rispettive uscite all’esterno;

per una larghezza totale di 4 M a di-sposizione di 50 persone (20 persone del livello 3 e 30 persone del livello 2).

! Livello “3”: " Scala 2 M interna protetta, che con-

duce al livello 2 e, da questo, all’e-sterno verso la via Castelfidardo o ai livelli inferiori.

per una larghezza totale di 2 M a di-sposizione di 20 persone.

5. Classificazione del livello di rischio d’incendio dei due edifici

Considerati il tipo di attività svolta nei due edifici, i materiali utilizzati e immagazzi-nati, le attrezzature e gli arredi presenti, le caratteristiche dei materiali da costruzione utilizzati, le dimensioni e l’articolazione degli ambienti di lavoro, la lunghezza delle vie di esodo, il numero di lavoratori presenti nei due edifici, nonché il comma 4 dell’art. 2 del DM del 10 marzo 1998, la valutazione del ri-schio induce a inserire entrambi gli edifici del DIEE nella classe di rischio d’incendio medio.

6. Il PEE e la prevenzione degli incendi

Anche in un'attività ben organizzata e gestita sono sempre presenti potenziali cau-se d'incendio, poiché un fattore di rischio non nullo fornisce sicurezza assoluta solo per un tempo d'esposizione nullo. Ne segue che è sempre possibile trovarsi coinvolti in un'e-mergenza, e in particolare in un’emergenza

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da incendio.

Un incendio, che può propagarsi oriz-zontalmente, attraverso le porte lasciate a-perte, e verticalmente, attraverso le scale non protette, produce calore, ma anche gas tossici ed ingenti quantità di fumo la cui ina-lazione rappresenta la principale causa di morte in caso di incendio negli edifici. L'in-cendio e i suoi prodotti possono quindi impe-dire alle persone di utilizzare le vie d'esodo.

Per garantire, in caso d’incendio, la si-curezza delle persone, lavoratori e studenti, e/o visitatori, presenti in una struttura occorre tenere presente che: þ i presenti possono essere persone anzia-

ne o disabili, che necessitano di assisten-za;

þ le persone occasionalmente presenti al-l'interno di un ufficio o di un’aula, possono non conoscere i luoghi, quindi possono avere difficoltà di orientamento;

þ il personale dipendente può provenire da altre sedi della stessa azienda, quindi ne-cessita di adeguate informazioni sui luo-ghi.

Ne segue che la capacità di affrontare i primi momenti successivi allo sviluppo di un incendio è uno degli aspetti di maggiore im-portanza sull'evoluzione dell'effetto "emer-genza".

Il PEE è quindi uno strumento basilare nella corretta gestione del periodo che va dalla scoperta di un incendio all'intervento delle squadre di Vigili del fuoco, in quanto la sua conoscenza e la pratica nella sua appli-cazione consentono di raggiungere nel minor tempo possibile i seguenti obiettivi principali: ü salvaguardia delle persone tramite la loro

evacuazione dall'attività a rischio; ü messa in sicurezza degli impianti di pro-

cesso; ü compartimentazione, sconfinamento ed

estinzione dell'incendio; ü salvaguardia dei beni e delle attrezzature

dell'azienda; ü ripristino della funzionalità degli impianti di

processo e delle attrezzature e ripresa del lavoro dopo l'estinzione dell'incendio.

Lo scopo di un piano d'emergenza pre-venzione incendi, come il presente piano an-che se non è limitato agli aspetti della pre-venzione incendi, è quindi l'individuazione delle sequenza operative di attività ritenute più idonee al raggiungimento dei risultati elencati sopra. Il piano d'emergenza preven-zione incendi consente infatti il raggiungi-mento dei risultati citati tramite le seguenti at-tività principali: ü raccolta organica e strutturata delle infor-

mazioni necessarie ella salvaguardia del-le vite umane e dei beni materiali che ri-sultano irraggiungibili durante l'emergen-za;

ü individuazione di tutte le emergenze che possano coinvolgere la vita, l’attività, e la funzionalità degli occupanti l’attività e dell’attività stessa;

ü definizione delle linee guida procedurali e comportamentali delle azioni migliori da intraprendere in condizioni d'emergenza;

ü definizione puntuale dei compiti da asse-gnare durante la fase emergenza al per-sonale che opera all’interno dell’attività;

ü coordinamento dell’attività di tutto il per-sonale incaricato mirata alla gestione dei comportamenti e delle azioni che ogni persona presente nell’attività deve mette-re in atto per salvaguardare la propria in-columità e, se possibile, limitare i danni ai beni e alla struttura dell’edificio;

ü simulazione sperimentale dell'emergenza e promozione di un'organica attività di ad-destramento aziendale;

grazie ai seguenti accorgimenti preliminari definiti dal PEE e attuati nell’attività: ü predisposizione delle planimetrie dell’atti-

vità con l’indicazione delle vie di esodo, dei luoghi sicuri, delle attrezzature antin-cendio, e del punto all’esterno dell’attività nel quale devono convergere tutte le per-sone evacuate;

ü predisposizione della segnaletica informa-tiva e di emergenza;

ü predisposizione dei protocolli operativi

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scritti.

L'attività non è munita di CPI rilasciato dal Comando VVF di Cagliari benché com-presa almeno al n° 67 dell’elenco delle attivi-tà soggette nell'allegato I al DPR n° 151 del 1° agosto 2011 (e precedentemente nell’alle-gato al D.M. 16 febbraio 1982). Non è garan-tita pertanto l’adozione di tutte le misure di prevenzione incendi che il Comando avrebbe potuto ritenere idonee. Questa constatazione accresce l’importanza del presente PEE nell’ottica della prevenzione degli incendi.

7. La prevenzione degli incendi ed il controllo degli ambienti

AI fine di limitare la probabilità del verifi-carsi degli incendi, occorre mettere in atto un costante controllo degli ambienti ed adottare seri accorgimenti prevenzione incendi.

Infatti trascuratezza e dimenticanza non soltanto rendono più probabile l'accadimento di un incendio, ma determinano le condizioni che ne consentono una sua più rapida pro-pagazione. Pertanto, in aggiunta ai controlli manutentivi da effettuare sulle attrezzature prevenzione incendi, occorre controllare re-golarmente l'edificio per eliminare le cause più comuni che determinano il verificarsi di un incendio ed il suo rapido propagarsi.

Molti incendi possono essere evitati ri-chiamando l'attenzione del personale sulle cause d'incendio più comuni e sui luoghi ove con maggior frequenza essi si verificano.

7.1. Cause d'incendio più comuni

Le cause d'incendio più comuni sono: a) cause elettriche

• impianti elettrici difettosi, sovraccaricati o non adeguatamente protetti (interrut-tori con corrente di intervento maggio-re della portata del conduttore protet-to);

• apparecchiature elettriche lasciate sot-

to tensione anche quando non sono in uso;

• riparazioni o modifiche di impianti elet-trici effettuate da personale non quali-ficato;

b) accumulo di rifiuti, carta ed altro materiale combustibile e inadeguata pulizia degli ambienti;

c) utilizzo non corretto di apparecchi di ri-scaldamento portatili;

d) fumo di sigaretta senza utilizzazione dei portacenere;

e) ostruzione della ventilazione degli appa-recchi di riscaldamento, o di altri macchi-nari;

f) materiali combustibili lasciati vicino a sor-genti di calore;

g) negligenze degli appaltatori e dei manu-tentori;

h) inadeguata formazione ed informazione del personale;

i) deposito di sostanze infiammabili in luogo non idoneo e loro manipolazione senza le dovute cautele.

7.2. Luoghi d'origine degli incendi

La causa più frequente di incendio nelle aree dove è consentito fumare è l'incuranza nello spegnimento delle sigarette.

I responsabili dell'attività devono assicu-rare che il complesso venga ispezionato re-golarmente al fine di identificare ogni poten-ziale rischio di incendio. Nel predisporre il piano di sicurezza dell'attività sono stati tenu-ti presenti i seguenti accorgimenti: a) Impianti elettrici

L'impianto elettrico dovrà essere ispe-zionato almeno una volta l'anno da una persona competente.

b) Apparecchi elettrici Il personale deve essere istruito sul-

l'uso corretto delle attrezzature elettriche e sull'individuazione dei guasti che deve riferire al responsabile tecnico. Le neces-sarie riparazioni devono essere effettuate da elettricisti qualificati.

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L'uso di adattatori multipli nelle prese elettriche deve essere evitato se non si è assolutamente sicuri che la corrente com-plessiva assorbita ha intensità minore del-la portata della presa utilizzata.

Si dovrebbero affiggere avvisi che spieghino il funzionamento delle apparec-chiature elettriche.

c) Il fumo e l'utilizzo dei portacenere Il fumo di sigaretta è una delle cause

più comuni d'incendio. l responsabili del-l'attività devono quindi assicurarsi che nel-le aree dove è consentito fumare ci sia un'adeguata disponibilità di portacenere, e che questi siano svuotati regolarmente. l portacenere non devono essere svuotati in contenitori che possono bruciare, ed il loro contenuto non deve essere mischiato con il resto dei rifiuti. Cartelli visibili deb-bono ricordare il divieto di fumare nelle aree dove sussiste un maggior pericolo di incendio, quali depositi e archivi.

d) Lavori di manutenzione e ristrutturazione Molti incendi si verificano durante l'ef-

fettuazione dei suddetti lavori, pertanto devono essere oggetto di attenta sorve-glianza.

Le aree dove si effettuano lavori che comportano l'uso di fiamme libere (salda-tura) o produzione di scintille, devono es-sere ispezionate per assicurare che il ma-teriale combustibile sia stato rimosso o protetto contro l'irraggiamento o le scintil-le.

Devono essere a portata di mano e-stintori idonei al tipo d'incendio.

Gli operai devono essere informati sull'ubicazione del più vicino punto di al-larme o telefono interno, sulla necessità di tenere sgombre le vie di esodo, nonché sulle azioni da compiere in caso di incen-dio.

Qualsiasi area dove si svolgono lavori pericolosi, con utilizzo di fiamme libere o con produzione di scintille, deve essere accuratamente ispezionata al termine dei lavori, ripetendo il controllo anche a di-stanza di breve tempo per accertarsi che non vi persistano residui incandescenti.

Sostanze pericolose, quali materiali di pulizia infiammabili o vernici, devono es-sere depositati esclusivamente in locali ben ventilati.

Il gestore deve assicurarsi che il per-sonale del punto presidiato sia a cono-scenza del numero di operai esterni che stanno lavorando nell'edificio, la loro ubi-cazione e il tipo di lavoro che stanno svol-gendo.

AI termine della giornata lavorativa deve essere fatto un controllo per assicu-rarsi che le attrezzature ed il materiale combustibile sia al sicuro e che nessun incendio possa scoppiare accidentalmen-te.

e) Scarti e rifiuti combustibili I rifiuti non devono essere tenuti, nem-

meno temporaneamente, in corridoi, sca-le, disimpegni. Tutti i rifiuti devono essere rimossi almeno una volta al giorno e si-stemati all'esterno dell'edificio in appositi contenitori non combustibili muniti di co-perchio. Occorre evitare l'accumulo di scarti.

f) Aree non accessibili al pubblico Le aree e i locali non accessibili ai visi-

tatori, quali per esempio i magazzini, i de-positi, gli scantinati, dove l'incendio può divampare senza che nessuno lo noti, de-vono essere tenuti in ordine, ispezionati regolarmente, e sgomberati da qualsiasi materiale combustibile non necessario. Occorre impedire l'accesso a tali aree da parte di personale non autorizzato e le porte di accesso devono essere chiuse a chiave.

7.3. Controlli preliminari

Anche se le misure generali di preven-zione degli incendi sono largamente cono-sciute, il personale deve sapere cosa control-lare.

Il responsabile dell'attività deve al ri-guardo predisporre una lista dei controlli da effettuare, per garantire che:

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a) le attrezzature di spegnimento siano al lo-ro posto, funzionanti ed utilizzabili;

b) i dispositivi di segnalazione manuale di al-larme, i rivelatori automatici di incendio e le sirene di allarme siano efficienti ed uti-lizzabili;

c) le vie di esodo siano ben segnalate e te-nute sgombre in ogni momento;

d) tutte le porte “tagliafuoco”, cioè con carat-teristiche REI definite, siano chiaramente segnalate ed i dispositivi di autochiusura siano tenuti in perfetto funzionamento;

e) tutte le uscite di sicurezza possano esse-re aperte facilmente ed immediatamente dall'interno senza l'uso di chiavi;

f) in caso di impiego di cavi elettrici mobili, la loro lunghezza sia la minima indispen-sabile, e la loro collocazione sia scelta in modo da evitare un loro danneggiamento;

g) i materiali che possono prendere fuoco facilmente non siano lasciati vicino a sor-genti di calore;

h) vi sia disponibilità di portacenere nelle aree ove è consentito fumare;

i) gli arredi siano in buone condizioni; j) non ci sia accumulo di rifiuti, carta o altri

materiali, che possano prendere fuoco; k) eventuali fiamme libere siano schermate

da protezioni fisse per evitare il verificarsi di scintille che possano incendiare mate-riali vicini.

È importante che, alla fine della giornata lavorativa, venga effettuato un controllo com-pleto dei locali per accertare che: • tutte le porte con caratteristiche REI siano

chiuse; • tutte le apparecchiature elettriche non in

uso siano disattivate; • mozziconi di sigarette ed eventuali fiam-

me libere siano spenti.

Il personale deve prontamente segnala-re alla Direzione o al preposto alla sicurezza tutte le anomalie o altri fonti di pericolo ri-scontrate.

8. Piano di emergenza ed evacua-

zione

Tutti gli adempimenti previsti al punto precedente sono stati opportunamente piani-ficati nel presente documento organizzativo-gestionale, che specifica: ü i controlli; ü gli interventi manutentivi; ü l'addestramento del personale; ü l'informazione alla clientela; ü le procedure da attuare in caso di emer-

genza, descritte nelle schede riportate nell’Allegato ”B.1”.

Il PEE ha quindi la finalità principale di assicurare che, in caso di incendio, ognuno conosca le azioni che deve attuare per ga-rantire la sicura evacuazione dell'edificio.

l fattori presi in esame nel predisporre il presente PEE sono: ü le caratteristiche dei luoghi; ü i sistemi di allarme; ü il numero di persone presenti e la loro

ubicazione; ü le necessità particolari di assistenza per

alcuni soggetti (disabili, anziani, bambini, etc.);

ü il livello di addestramento fornito al perso-nale;

ü la presenza di appaltatori esterni (addetti alle pulizie, manutentori).

Il piano si basa su istruzioni scritte ed include: ü i doveri del personale cui sono affidati

particolari adempimenti o responsabilità in caso di incendio;

ü le misure per assicurare una corretta in-formazione;

ü le misure da attuare nei confronti delle persone più a rischio (disabili, appaltatori, visitatori, ospiti);

ü le specifiche misure per le aree a maggior rischio di incendio;

ü le procedure per la chiamata dei vigili del fuoco e per fornire la necessaria informa-zione ed assistenza al loro arrivo.

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Per tutte le aree del complesso, il PEE include una planimetria nella quale sono ri-portate: ü le caratteristiche dei luoghi (destinazioni

d'uso) e vie di esodo; ü i mezzi di spegnimento (tipo, numero ed

ubicazione); ü l'ubicazione degli allarmi e della centrale

di rivelazione d’incendi; ü l'ubicazione dell'interruttore generale

dell'alimentazione elettrica, delle valvole di intercettazione delle adduzioni idriche, del gas e dei fluidi combustibili.

8.1. Responsabilità della Dire-zione

La Direzione ha la responsabilità di limi-tare la probabilità che si verifichi un’emer-genza e di proteggere la vita dei dipendenti e degli utenti in caso di emergenza, e deve inoltre mettere in atto misure adeguate per limitare i danni all'attività in caso di incendio.

Le cause potenziali che possono deter-minare l'insorgere di un incendio sono molte, e al fine di prevenirne le conseguenze gli edi-fici devono essere realizzati in modo da: ü garantire la stabilità dell'immobile almeno

per il tempo necessario all'esodo di tutti gli occupanti ed assicurare l'intervento dei soccorritori;

ü limitare la propagazione del fumo e delle fiamme all'interno e verso edifici vicini;

ü consentire a tutti gli occupanti di uscire incolumi;

ü consentire l'intervento dei soccorritori.

Per garantire I'incolumità dei dipendenti nonché delle altre persone occasionalmente presenti, il responsabile dell'attività è tenuto a: a) assicurare che le vie di esodo siano in

ogni momento utilizzabili in tutta sicurez-za;

b) addestrare il personale sulle azioni da mettere in atto in caso di incendio;

c) prendere adeguate misure per prevenire

l’insorgenza di un incendio; d) conoscere esigenze particolari dei propri

dipendenti e degli Utenti; e) assicurare il funzionamento di un sistema

di allarme in gradi di mettere in allerta di-pendenti e Utenti in caso di insorgenza di un incendio;

f) assicurare l’installazione e l’efficienza del-le attrezzature e degli impianti di spegni-mento;

g) garantire l’installazione e l’efficienza del-l’impianto di illuminazione di sicurezza, in particolare delle vie di esodo.

9. Organizzazione e gestione della sicurezza

Sulla base di quanto precede la Direzio-ne ha cercato di assolvere in proprio, auto-nomamente, l’obbligo congiunto col Rettore dell’università, sancito dalle lettere h) e t) dell’art. 18 del D.Lgs. n° 81/08 e s.m.i., di or-ganizzare e gestire tre servizi costituiti da la-voratori, che in condizioni normali si dedica-no alle loro mansioni lavorative, cui affidare la gestione delle emergenze, e in particolare la prevenzione degli incendi, l’evacuazione dagli edifici, e il primo soccorso.

In considerazione della possibilità di ac-cesso dei docenti nei locali a disposizione del DIEE anche in giorni e in orari lavorativi non canonici, il DIEE dovrebbe coprire i tre servizi in tutti i giorni della settimana, compreso al-meno il sabato mattina. Poiché, però, è diffi-cile coinvolgere il personale docente, che po-trebbe essere frequentemente fuori sede, e poiché il personale amministrativo è presente la mattina da lunedì a venerdì e in due soli rientri pomeridiani, e inoltre gli addetti ai ser-vizi di prevenzione incendi ed evacuazione dovrebbero essere preferibilmente: ü Volontari, anche se l’art. 43, comma 3, del

D.Lgs. n. 81 limita la possibilità di rifiuto della designazione al giustificato motivo;

ü Di età compresa nel campo 18÷55 anni; ü Idonei all’incarico secondo il medico com-

petente dell’università di Cagliari;

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ü Conoscitori dell’attività lavorativa, dei luo-ghi, e dei sistemi di prevenzione e prote-zione dagli incendi;

ü Dotati di capacità comunicativa verso col-leghi e studenti/visitatori;

ü Addestrati in modo specifico al servizio cui sono addetti;

il personale idoneo del DIEE non è in grado di coprire i tre servizi in tutti i giorni individuati sopra.

Conscia di questo problema, la Direzio-ne ha cercato di avviare, col Presidente della facoltà e i Direttori degli altri due dipartimenti e delle strutture di UniCA nel complesso di piazza d’Armi, un accordo mirato alla nomina di un’unica squadra per tutto il complesso con addetti a ciascuno dei tre servizi: ü prevenzione incendi; ü evacuazione; ü pronto soccorso; ma non è stato possibile trovare un’intesa, derivante dalla difficoltà da parte dei tecnici di intervenire in edifici non conosciuti, nono-stante la disponibilità di un numero di perso-ne teoricamente sufficiente a coprire tutti i giorni settimanali di lezione anche se non completamente il venerdì pomeriggio.

La Direzione del DIEE ha dovuto quindi accontentarsi di una copertura parziale dei tre servizi, con personale che peraltro è stato formato dalla struttura centrale in conformità con la delibera n° 223 del 21 dicembre 2011 della conferenza Stato-Regioni, ma in assen-za di momenti di verifica dei risultati formativi (Cassazione Penale, Sez. 4, n. 38966 del 23 settembre 2014).

In considerazione delle carenze oggetti-ve dei tre servizi, la Direzione ha deciso di adottare nel presente PEE un approfondi-mento particolare, con l’ausilio di immagini esplicative, gli aspetti relativi a: ð scelta dell’estintore, approccio all’incen-

dio, e all’uso degli estintori; ð procedure da adottare e comportamenti

da tenere in 26 tipologie di emergenze; al fine di consentire anche al personale non

specificamente addetto a uno dei tre servizi la possibilità di intervenire in condizioni di si-curezza sufficienti, ma a condizione che non dimentichino, prima e durante l’emergenza, che in caso di difficoltà hanno l’obbligo mora-le di pensare prioritariamente alla propria in-columità personale, e che se mettessero questa a rischio in modo incosciente otter-rebbero il solo risultato di complicare ulte-riormente l’intervento dei soccorsi specializ-zati.

Infatti i Vigili del Fuoco possono occu-parsi più proficuamente del controllo dell’e-mergenza se non sono impegnati a salvare vite umane che avrebbero potuto essere al sicuro, e il Servizio di pronto soccorso può operare con maggior efficacia in presenza di un numero di infortunati minore.

9.1. Servizio prevenzione incendi

Scopo principale del servizio prevenzio-ne incendi è la predisposizione dell'organiz-zazione e dei mezzi per fronteggiare situa-zioni di emergenza effettuando i relativi inter-venti.

A questo servizio vengono pertanto as-segnati i seguenti compiti: þ In condizioni normali:

ü Eseguire prove di spegnimento utiliz-zando i mezzi più comuni d'estinzione quali estintori, eventuali manichette, etc.;

ü Controllare l'efficienza dei mezzi d'e-stinzione presenti nei due edifici del DIEE;

ü Controllare periodicamente I'agibilità delle vie di esodo e segnalare al Diret-tore eventuali intralci, blocchi, chiusu-re, etc.;

ü Gestire le chiavi di tutte le porte del complesso (servizi igienici, depositi materiali pulizie, etc.);

þ In caso di incendio: ü Informare il centro di coordinamento,

in tempi brevi, delle reali condizioni

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dell'incendio; ü Eseguire i primi interventi di conteni-

mento e/o estinzione sul focolaio d’in-cendio con i mezzi a disposizione, senza mettere a repentaglio la propria incolumità, nel caso il principio di in-cendio sia localizzato e facilmente domabile;

ü Predisporre l’apertura dei cancelli per l’arrivo di eventuali soccorsi esterni;

ü Tenere sgombra la via di accesso ai soccorsi;

ü Indicare ai soccorritori il luogo del-l’incidente;

ü Fornire ai soccorsi tutte le informazioni utili per un rapido intervento;

ü Supportare le squadre d'intervento VVF;

ü Rendere agibili tutti i mezzi di estinzio-ne, quali gli idranti, l'attacchi per la mo-topompa VVF, gli estintori portatili.

I lavoratori addetti alla squadra di prote-zione prevenzione incendi sono capaci di at-tuare le misure di seguito riportate: a) Valutare i rischi di incendio nell'attività.

L'intero complesso dovrà essere ispe-zionato frequentemente. Dovranno essere identificate tutte le possibili cause di in-cendio e valutate le possibilità che si veri-fichi un incendio. I controlli e le conse-guenti valutazioni dovranno interessare tutte le parti dell'attività con particolare at-tenzione alle aree a maggior rischio (de-positi di materiale infiammabile e/o com-bustibile, aree comuni frequentate dal pubblico, etc.).

I responsabili del servizio dovranno farsi carico di controllare e verificare tutte le misure di sicurezza previste per preve-nire incendi dolosi.

b) Prendere provvedimenti per limitare la probabilità di accadimento di un incendio.

Se dall'ispezione dell'attività dovesse emergere qualche insufficienza occorre porvi rimedio senza ritardi. La corretta manutenzione degli ambienti svolge un ruolo fondamentale nel ridurre la probabi-lità del verificarsi di un incendio, e il ge-

store deve garantire che tutti i dipendenti siano a conoscenza della necessità di cu-rare la pulizia e l'ordine durante il lavoro, specialmente nei locali tecnologici, nei depositi, e negli ambienti dedicati al pro-cesso produttivo (officina meccanica, car-rozzeria).

c) Stabilire procedure da seguire in caso di emergenza.

Tutti i dipendenti devono conoscere i propri compiti ed essere addestrati sulle procedure da svolgere in caso di emer-genza.

AI verificarsi di un incendio, o di un'al-tra emergenza, occorre sempre pronta-mente chiamare i Vigili del fuoco, o i ser-vizi di soccorso esterni competenti (Cara-binieri, Polizia di Stato, etc.), anche se l'incendio e/o l’emergenza possano in ap-parenza essere facilmente fronteggiati e superati.

AI verificarsi di un incendio, o di un'al-tra emergenza, occorre sempre pronta-mente chiamare i Vigili del fuoco, o i ser-vizi di soccorso esterni competenti (CC, PS, etc.), anche se l'incendio e/o l’emergenza possano in apparenza esse-re facilmente fronteggiati e superati.

d) Assicurare che sia installata e mantenuta funzionante una adeguata attrezzatura di prevenzione degli incendi e di protezione dagli incendi.

L'attrezzatura per la prevenzione e protezione include l'impianto di illumina-zione di emergenza, i mezzi ed impianti di estinzione manuale di incendio od auto-matico, l'impianto automatico di rivelazio-ne incendi, il sistema di allarme. Gli im-pianti e le attrezzature di protezione pre-venzione incendi dovranno costantemen-te essere mantenuti in efficienza, anche se in alcuni casi non vi sia lo specifico obbligo. I controlli e gli interventi di manu-tenzione effettuati sulle attrezzature pre-venzione incendi devono essere eseguiti da personale qualificato e riportati in ap-posito registro.

e) Assicurare che i presenti occasionali sia-no informati su cosa fare in caso di incen-

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dio. L'obiettivo si realizza disponendo in

ogni locale appositi avvisi contenenti le istruzioni comportamentali da tenere in caso d'incendio e le procedute di evacua-zione.

f) Coordinarsi con i responsabili delle squa-dre di evacuazione e primo soccorso.

Il responsabile della squadra di pre-venzione incendi dovrà coordinarsi con i responsabili delle squadre di evacuazione e primo soccorso allo scopo di non so-vrapporre le singole attività.

Il responsabile della squadra di pre-venzione incendi dovrà coordinare i propri collaboratori allo scopo di non sovrappor-re le singole attività nell’ambito delle com-petenze della propria squadra.

A seguito di una valutazione del rischio di incendio4, e in considerazione delle di-mensioni e dei rischi specifici del DIEE il Di-rettore ha stimato che per ciascuna mezza giornata lavorativa dovessero essere desi-gnati due lavoratori, e un sostituto, ma ha dovuto accontentarsi, in considerazione dei problemi evidenziati nel paragrafo “9. Orga-nizzazione e gestione della sicurezza” che precede, di procedere alla nomina, esplicita e accettata, dei seguenti componenti del servi-zio di prevenzione incendi: ð sig. Corrado Liori: responsabile; ð sig.ra Alessandra Loi: sostituta; che hanno frequentato l’apposito corso di formazione organizzato dal SPP di UniCA.

9.1.1. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi

Tutte le attività devono essere dotate di idonei mezzi ed impianti per l'estinzione degli

4 Vedasi le considerazioni del paragrafo “1.1, Chiarimenti preliminari“ che precede.

incendi.

Precise indicazioni sulla tipologia, distri-buzione e prestazioni minime della attrezza-ture di estinzione sono riportate nel decreto ministeriale 9 aprile 1994.

Il personale deve essere informato sul-l'ubicazione delle attrezzature di spegnimen-to e deve essere addestrato sul corretto mo-do di utilizzarle, deve conoscere quale at-trezzatura è adeguata ad un particolare tipo di incendio ed il suo impiego in maniera sicu-ra.

Il gestore deve assicurare una regolare sorveglianza per accertare che le attrezzatu-re: ! siano installate nelle posizioni previ-

ste e libere da ostacoli; ! non siano danneggiate; ! siano contrassegnate dalla apposita

segnaletica; ! siano prontamente utilizzabili.

Il responsabile del servizio prevenzione incendi deve verificare almeno ogni sei mesi la funzionalità delle attrezzature di estinzione secondo le indicazioni riportate nelle norma-tive tecniche e le indicazioni del costruttore o dell'installatore. Il responsabile del servizio deve altresì provvedere a informare la Dire-zione delle necessarie riparazioni e manu-tenzioni e verificarne l’attuazione. La sorve-glianza, la verifica, la manutenzione e le ne-cessarie riparazioni devono essere riportate in apposito registro.

9.1.2. Utilizzazione degli e-stintori portatili

Gli estintori devono essere utilizzati nel seguente modo: 1)1) Asportare l'estintore dalla sua sede e

posarlo verticalmente a terra; 2)2) Trasportare l’estintore verso l’incendio

mantenendolo sotto la leva più bassa col palmo della mano secondaria;

3)3) Posizionarsi a circa 2÷3 m di distanza

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dal focolare dell’incendio, oppure in prossimità della porta se questo è in un ambiente di dimensioni non grandi;

4)4) Posato l’estintore verticale a terra mette-re il palmo della mano secondaria sulla parte ogivale dei serbatoio dell'estintore e impugnare la spina di sicurezza con la mano principale;

5)5) Estrarre la spina di sicurezza con uno strappo secco avendo l'accortezza di tenere fermo l'estintore con la mano se-condaria;

6)6) Rimettere il palmo della mano seconda-ria sotto la leva più bassa dell'estintore ed afferrare la lancia con la mano prin-cipale;

7)7) Sollevare l'estintore con la mano ausilia-ria e procedere verso il fuoco fino ad una distanza non superiore a 2÷3 m;

8)8) Porre il pollice della mano ausiliaria so-pra la leva più alta;

9)9) Orientare la lancia verso le fiamme con la mano principale e stringere con la mano ausiliaria le due leve;

10)10) Indirizzare il getto alla base delle fiam-me iniziando dalla parte del focolare più vicina all'operatore.

L’operatore deve posizionarsi lungo la congiungente fra il fuoco, che deve restare di fronte a circa 2÷3 m di distanza, e la via di esodo, che deve restare verso le spalle. Nel caso non fosse possibile posizionarsi in que-sto modo, o alla distanza indicata la tempera-tura fosse non sopportabile, l’operatore deve dare l’allarme e allontanarsi verso un luogo sicuro.

Più persone che intervenissero contem-poraneamente devono posizionarsi sul me-desimo lato rispetto alle fiamme, con un’an-golazione reciproca di circa 30°.

9.2. Servizio di evacuazione

Scopo principale del servizio di evacua-zione è quello di sovrintendere l’evacuazio-ne dall’edificio in situazioni di emergenza.

In particolare i componenti il servizio di evacuazione dovranno avere a disposizione, in caso di emergenza un elenco: " dei dipendenti presenti nell’attività nel mo-

mento dell’emergenza; " dei dipendenti di imprese esterne operanti

nell’attività nel momento dell’emergenza; " degli studenti e/o visitatori presenti nell’at-

tività nel momento dell’emergenza; stampato e/o comunicato in tempo reale die-tro richiesta anche verbale effettuata da un addetto all’evacuazione all’addetto incaricato dalla Direzione alla tenuta dei medesimi elenchi, contenente tutte le informazioni ne-cessarie ed indispensabili per facilitare I'indi-viduazione rigorosa delle persone presenti nell’attività in situazione di pericolo.

I lavoratori addetti alla squadra di eva-cuazione sono capaci di attuare le misure di seguito riportate:

a) Coordinarsi con i responsabili delle squa-dre di evacuazione e pronto soccorso.

Il responsabile della squadra preven-zione incendi dovrà coordinarsi con i re-sponsabili delle squadre di evacuazione e pronto soccorso allo scopo di non so-vrapporre le singole attività.

Il responsabile della squadra preven-zione incendi dovrà coordinare i propri collaboratori allo scopo di non sovrappor-re le singole attività nell’ambito delle com-petenze della propria squadra.

Il responsabile del servizio dovrebbe affidare a un lavoratore di ciascuno dei due edifici, con disposizione scritta, l’inca-rico di: 1: chiedere la stampa dell’elenco dei di-

pendenti effettivamente presenti nel-l’attività al momento dell'emergenza, o almeno di verificare nei singoli reparti le presenza effettiva al momento dell’emergenza; Però, poiché l’organizzazione dell’uni-versità non consente questa procedu-ra, è necessario almeno che: " I dipendenti che escono dalla sede

per motivi di lavoro avvertano i col-leghi più vicini sia dell’uscita sia del

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rientro, affinché questi possano co-municare l’eventuale assenza al-l’addetto incaricato di fare l’appello nel punto di raccolta descritto nel paragrafo “9.2.7, Punto di raccolta“ che segue;

2: portare nel punto di raccolta l’elenco delle persone presenti nell’attività, o almeno le informazioni relative;

3: raccogliere informazioni sull’eventuale presenza di lavoratori esterni nei sin-goli settori o uffici interpellando i re-sponsabili degli stessi;

4: raccogliere informazioni sull’eventuale presenza di Visitatori nei singoli settori o uffici interpellando i responsabili de-gli stessi;

b) Fare l’appello dei dipendenti in salvo. Il primo addetto all'evacuazione che

giunge nel punto di raccolta deve: 1: ritirare dall'incaricato di cui al punto 1

l’elenco delle persone presenti in cia-scun reparto che devono convergere nel punto di raccolta;

2: cominciare l'appello dei dipendenti già pervenuti nel punto di raccolta spun-tando chi risponde e intimandogli con-testualmente di allontanarsi immedia-tamente dal punto di raccolta verso gli spazi pubblici circostanti senza intasa-re il tragitto che dovranno percorrere i mezzi di soccorso dei vigili del fuoco e le eventuali autoambulanze;

3: ricominciare l'appello ogni volta che nuovi dipendenti giungono nel punto di raccolta, sempre spuntando il nome di chi risponde e intimandogli contestual-mente di allontanarsi immediatamente dal punto di raccolta verso gli spazi pubblici circostanti senza intasare il tragitto che dovranno percorrere i mez-zi di soccorso dei vigili del fuoco e le eventuali autoambulanze;

4: tenere informati costantemente gli altri addetti all'evacuazione che giungono nel medesimo punto di raccolta della situazione dell'appello, affinché gli stessi sappiano quali dipendenti si tro-vano ancora in situazione di pericolo. Al fine di facilitare l'appello dei dipen-

denti già in salvo è necessario che cia-scun dipendente si diriga esclusivamente verso il punto di raccolta assegnatogli dal piano d'evacuazione, e si faccia registrare dall'addetto all'elenco non appena pervie-ne nel medesimo punto di raccolta, e suc-cessivamente si allontani immediatamen-te verso un luogo sicuro senza intasare i percorsi che devono seguire i mezzi di soccorso (Vigili del fuoco, Carabinieri, Po-lizia di Stato, etc.) e le eventuali autoam-bulanze. I dipendenti che fossero a cono-scenza della presenza nell'edificio di estranei al momento dell'evacuazione de-vono informarne tempestivamente l'addet-to all'appello del punto di evacuazione nel quale convergono.

c) Controllare i dipendenti in pericolo. Ciascun addetto all’evacuazione deve

tenersi aggiornato sull'elenco dei dipen-denti, e degli eventuali estranei, che de-vono convergere verso il punto di raccolta di propria competenza, al fine di: 1: Informare della situazione i Vigili del

fuoco eventualmente già sopraggiunti; 2: Valutare l'opportunità di rientrare nel-

l'edificio per aiutare eventuali dipen-denti, o eventuali estranei, in difficoltà, tenendo presenti le particolari necessi-tà dei presenti disabili.

A seguito di una valutazione del rischio globale5 che insorgano emergenze, e in considerazione delle dimensioni e dei rischi specifici dei differenti reparti, stimati in modo empirico in assenza della valutazione pun-tuale di tutti i rischi per i lavoratori da inserire nel DVR (Documento di valutazione dei ri-schi, definito dall’art. 28, commi 1 e 1-bis, del D.Lgs. n° 81/08) a cura non delegabile del Rettore dell’università (lettera “a”, comma 1, art. 17 del D.Lgs. n° 81/08), il Direttore ha stimato che per ciascuna mezza giornata la-

5 Vedasi le considerazioni del paragrafo “1.1, Chiarimenti preliminari“ che precede.

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vorativa dovessero essere designati due la-voratori, e un sostituto, ma ha dovuto accon-tentarsi, a seguito dei problemi evidenziati nel paragrafo “9. Organizzazione e gestione della sicurezza” che precede, di procedere alla nomina, esplicita e accettata, del se-guente componente del servizio di preven-zione incendi: ð sig.ra Alessandra Loi: responsabile; ð sig. Corrado Liori: sostituto; che hanno frequentato l’apposito corso di formazione organizzato dal SPP di UniCA.

9.2.1. Prerogative del respon-sabile del servizio di evacuazione

Solo il responsabile del servizio evacua-zione è abilitato a decidere, in base ai riscon-tri di un sopralluogo di verifica effettuato do-po essersi accertato che i componenti del servizio di evacuazione, ed eventualmente del servizio di prevenzione incendi, abbiano ricevuto comunicazione dello stato di preal-larme, se l’evoluzione dell’emergenza richie-da l’attivazione dello stato generale di: " Preallarme; " Allarme; " Cessato allarme; " Sicurezza del luogo di lavoro e fine del-

l’emergenza, con possibilità di rioccupare i posti di lavoro.

9.2.2. I tempi d'evacuazione

I problemi della verifica del sottosistema delle vie di uscita sotto l'aspetto della loro geometria riguardano le soluzioni di natura architettonico-funzionale per la determina-zione delle dimensioni spaziali (lunghezza dei percorsi, larghezza delle uscite) in fun-zione dei tempi di evacuazione massimi am-missibili.

Il tempo d'evacuazione è strettamente legato ai parametri dell'incendio nel processo iniziale dall'ignizione allo sviluppo. Esso cor-risponde alla durata "critica" dell'incendio,

rappresentata dall'intervallo di tempo com-preso tra l'istante iniziale del processo di ignizione e l'istante dopo il quale le condizio-ni ambientali diventano pericolose per la vita umana a causa dei rischi di natura psicologi-ca e fisiologica posti dalla temperatura degli incendi, dalla tossicità e dalla densità dei fu-mi prodotti dalla combustione.

La durata “critica" dell'incendio è una funzione complessa, sommatoria di molte va-riabili ed è quindi di difficile interpretazione

Il tempo di evacuazione dipende, come abbiamo già visto, da molti fattori ed è forma-to da quattro componenti.

Tempo di percezione: intervallo di tempo com-preso tra inizio dei processi di ignizione e la percezione dell'incendio.

Tempo di ricognizione: intervallo di tempo trascor-so dalla rivelazione dell'in-cendio all'inizio delle azioni di risposta.

Tempo di azione: l'intervallo di tempo tra-scorso dall'inizio delle azio-ni di risposta al raggiungi-mento di un luogo sicuro o spazio a cielo aperto.

Tempo di evacuazione: (massimo ammissibile) è l'intervallo di tempo inter-corrente fra la percezione (scoperta) dell'incendio e l'istante in cui i parametri "critici” dell'incendio assu-mono valori Incompatibili con la sicurezza per la vita umana, che coincide con il tempo di evacuazione di-sponibile.

In realtà il tempo d'evacuazione dispo-nibile risulta essere una frazione della durata “critica” dell'incendio. Poiché quest'ultimo in-tervallo di tempo non si presta a facili calcoli, nell'applicazione pratica si ricorre spesso al-l'assimilazione del tempo massimo ammissi-bile di evacuazione al tempo massimo am-missibile in cui una persona può sostare in atmosfera contaminata al "limite di intolleran-

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za" dai prodotti della combustione, tempo ge-neralmente stimato nell'ordine dei 60÷90 se-condi.

La comparazione del tempo di evacua-zione massimo ammissibile con il tempo di evacuazione calcolato fornisce la misura del tempo ancora disponibile in aggiunta a quello necessario previsto teoricamente.

Il valore di questa differenza, che può essere interpretato come margine di sicurez-za, rappresenta un elemento significativo per l’analisi e la valutazione del pericolo latente presente nell’attività.

L'aumento del margine di sicurezza può conseguirsi in due modi: aumentando il tem-po di evacuazione disponibile e/o diminuen-do il tempo effettivamente necessario all'e-vacuazione.

L'aumento dei tempo disponibile può conseguirsi riducendo il tempo di percezione per mezzo di efficienti ed affidabili impianti di rivelazione e segnalazione degli incendi, mentre la riduzione del tempo necessario al-l'evacuazione può conseguirsi riducendo il tempo di "ricognizione" per mezzo di efficienti sistemi organizzativi ed informativi.

9.2.3. I tempi di evacuazione negli edifici del DIEE

I tempi di evacuazione possono essere calcolati col metodo capacitivo modificato da Cascarino sulla base dei parametri normativi o statistici sperimentali, tenendo in conside-razione anche l’ingorgo che si forma in pros-simità delle uscite di sicurezza.

Per gli edifici del DIEE si ottiene: þ Edificio A: " Scala interna : 121,50 s " Scivolo piano rialzato : 51,90 s " Scivolo piano interrato : 73,10 s

þ Edificio B: " Scala interna, passerel-

la : 89,60 s

" Scala interna, parcheg-gio : 138,45 s

" Scala interna, atrio prin-cipale : 200,00 s

" Aula livello 1 : 44,10 s " Aula livello 0 : 66,40 s

Il massimo tempo di sfollamento è quin-di sempre inferiore a 3’20”, dunque molto in-feriore alla resistenza al fuoco delle strutture portanti, che può essere stimata in R 180 per l’edificio A e REI 120 per i compartimenti del-l’edificio B.

9.2.4. Illuminazione di sicu-rezza

L’attività è dotata di un sistema di illumi-nazione di sicurezza che garantisce l'illumi-nazione delle aree occupate da lavoratori e/o Visitatori e delle vie di esodo in caso di inter-ruzione del servizio di illuminazione normale.

Indicazioni sul tipo di impianto e sulla durata minima di funzionamento sono riporta-te nel decreto ministeriale del 9 aprile 1994. Le modalità di realizzazione e le ulteriori indi-cazioni vengono fornite dalle norme CEI 64-8 vigenti, relative agli impianti elettrici nei luo-ghi a maggior rischio di incendio.

L'impianto di illuminazione di sicurezza deve essere controllato almeno mensilmente per accertare che funzioni regolarmente, e deve essere sottoposto ad una verifica an-nuale da parte di personale competente e qualificalo.

Le necessarie riparazioni e manutenzio-ni devono essere effettuate secondo le diret-tive specifiche impartite dalla normativa tec-nica ed indicate dal costruttore o installatore. l controlli di funzionalità, le verifiche annuali, gli interventi di riparazione e manutenzione, devono essere riportati in apposito registro.

9.2.5. Istruzioni di sicurezza

In punti strategici dell’attività saranno

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applicate a muro, in posizione facilmente vi-sibile e ben illuminata anche in caso di as-senza dell’alimentazione elettrica principale, le planimetrie generali dell’attività con l’indi-cazione: ü della posizione corrente, con la dicitura

“Voi siete qui”; ü delle vie di esodo; ü dei mezzi e degli impianti di estinzione

degli incendi; ü dei dispositivi di apertura dell’alimenta-

zione elettrica; ü delle istruzioni fondamentali in merito alle

azioni da intraprendere in caso di emer-genza.

9.2.6. Segnaletica di sicurezza

La segnaletica di sicurezza presente nelle aree del DIEE non è conforme, come dovrebbe, alle vigenti disposizioni, finalizzate principalmente alla sicurezza antincendio, ri-conducibili alla direttiva del 24 giugno 1992 92/58/CEE, al D.Lgs. n° 81/08, e alla norma UNI EN ISO 7010:12, ma l’assenza di fondi specifici impone l’utilizzazione di quella ap-plicata dal Rettore.

La segnaletica di sicurezza si può clas-sificare in segnaletica di: ! Pericolo e avvertimento di

rischio, come il pittogram-ma dei materiali infiamma-bili;

! Divieto, come il pittogram-ma di divieto di utilizzazio-ne di acqua per spegnere un incendio;

! Obbligo e/o prescrizione, come il pittogramma di ob-bligo generico o il pitto-gramma che obbliga al di-stacco dell’alimentazione elettrica in caso di pericolo;

! Sicurezza e/o salvatag-gio, come il pittogramma che indica la collocazione di un telefono di soccorso;

! Sicurezza antincendio,

come il pittogramma che indica una scala antincen-dio;

e deve indicare: ! le uscite di sicurezza e

percorsi di esodo per rag-giungerle;

! l'ubicazione dei mezzi di estinzione incendi con la numerazione progressiva;

! le aree sicure ed adibite al raduno e al computo dei lavoratori evacuati, in caso di emergenza, di pronto in-tervento e di coordinamen-to delle fasi operative.

La segnaletica di sicurezza è completa-ta da un numero sufficiente di cartelli descritti meglio nel paragrafo “9.2.5, Istruzioni di sicu-rezza” che precede.

Detti cartelli contengono anche la posi-zione dei mezzi e/o impianti di estinzione e le istruzioni fondamentali di sicurezza.

9.2.7. Punto di raccolta

Il punto di raccolta è un luogo sicuro in-dividuato come punto di ritrovo dei lavoratori cui è stato assegnato.

Il punto di raccolta rappresenta un luogo fondamentale nell’evacuazione di emergen-za, perché è il luogo nel quale un incaricato del servizio di emergenza tiene il computo dei lavoratori (ma anche studenti e visitatori) che già hanno raggiunto la salvezza e, so-prattutto, di quelli che ancora non l’hanno raggiunta, quindi devono essere tenuti pre-senti in previsione della segnalazione ai soc-corritori affinché possano eseguire un inter-vento di soccorso mirato che posso consenti-re il salvataggio di coloro che si trovano in pericolo senza mettere a repentaglio inutil-mente l’incolumità dei soccorritori.

Sono stati individuati 3 punti di raccolta, uno nel piazzale in cui insiste l’edificio “A”,

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uno nel piazzale in cui insiste l’edificio “B”, e uno nella pubblica strada (via Castelfidardo) nella quale si apre una porta del medesimo edificio “B”.

Tutti i tre punti di raccolta sono contras-segnati col pittogramma indicato nella colon-na a sinistra nelle due immagini che seguono e nelle planimetrie riportate negli Allegati ”D” e “F”: 1)1) Piazzale della facoltà di ingegneria per i

lavoratori dell’edificio A;

2)2) Via Castelfidardo per i lavoratori dei li-

velli 2 e 3 dell’edificio B; 3)3) Spiazzo fra l’edificio B e i due corpi aule

di via is Maglias per i lavoratori dei livelli 0 e 1 dell’edificio B.

9.3. Servizio primo soccorso

Scopo principale del servizio di primo

soccorso è quello di: " Accertarsi delle condizioni di salute del-

l’infortunato al fine di fornire ai soccorritori esterni tutte le informazioni utili possibili;

" Assistere l’infortunato fino all’arrivo dei soccorsi esterni;

" Prestare le prime cure agli infortunati con-formemente alla formazione ricevuta.

In particolare i componenti il servizio di pronto soccorso dovranno avere a disposi-zione, in caso di emergenza una cassetta di medicazione contenente tutti i presidi pre-scritti dal MC dell’università in ossequio ai DPR 303/56 e 388/03 integrata, ai sensi del della legge n° 120 del 3 aprile 2001 e del D.Lgs. n° 158 del 13 settembre 2012, con un DAE6 certificato FDA (Food and Drug Admi-nistration).

I lavoratori addetti alla squadra di primo soccorso sono capaci di prestare il primo soccorso a eventuali infortunati in attesa dei servizi sanitari esterni, poiché sono stati for-mati in conformità con le disposizioni del-l’allegato VI al DM n° 388 del 15 luglio 2003, e inoltre hanno conseguito l’attestato di fre-quenza di un corso BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) cat. A certificato IRC (Ita-lian Resuscitation Council).

in considerazione delle dimensioni e dei rischi specifici del DIEE, il Direttore ha stima-to che per ciascuna mezza giornata lavorati-va dovessero essere designati due lavorato-ri, e un sostituto, ma ha dovuto accontentar-si, a seguito dei problemi evidenziati nel pa-ragrafo “9. Organizzazione e gestione della sicurezza” che precede, di procedere alla nomina, esplicita e accettata dei seguenti componenti del servizio di primo soccorso: ð sig. Andrea Sanna: responsabile del ser-

vizio; ð dott. Gianluigi Manca: componente e so-

6 Defibrillatore (semi)automatico esterno.

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stituto responsabile; che hanno frequentato entrambi l’apposito corso di formazione organizzato dal SPP di UniCA

9.4. Designazione e nomina degli addetti ai tre servizi

Ciascun addetto dei tre servizi è stato designato, con nota scritta formale, dal Diret-tore del DIEE.

9.5. Dotazione degli addetti al servizio di prevenzione incendi

I componenti del servizio di emergenza dovranno disporre dell’attrezzatura elencata nell’Allegato ”C.1”.

9.6. Dotazione degli addetti al servizio di evacuazione

I componenti del servizio di evacuazione dovranno disporre dell’attrezzatura elencata nell’Allegato ”C.2”.

9.7. Dotazione degli addetti al servizio di primo soccorso

I componenti del servizio di primo soc-corso dovranno disporre dell’attrezzatura, prescritta dall’allegato I al DM n° 388 del 15 luglio 2003, elencata nell’Allegato ”C.3”.

L’attrezzatura sarà raccolta in una cas-setta di pronto soccorso, collocata in entram-bi gli edifici nella posizione indicata negli ela-borati grafici riportati negli Allegati ”D” ed “E”.

9.8. Tutela degli addetti ai tre servizi

Gli addetti ai tre servizi devono agire

sempre entro i limiti della formazione ricevuta e delle proprie capacità. In particolare: " Devono astenersi dal contrastare un in-

cendio che superi le proprie possibilità di estinzione (abilità operativa e disponibilità di mezzi);

" Devono sempre preoccuparsi di garantirsi una via di fuga alle proprie spalle e di non operare mai da soli;

" In qualsiasi situazione di pericolo, al pri-mo segnale di malessere devono preoc-cuparsi prima di tutto di sé stessi.

9.9. Punto presidiato: Centro di coordinamento

Nel DIEE è stato individuato un punto presidiato cui dovranno pervenire tutte le in-formazioni relative agli allarmi d'incendio e tutte quelle comunicazioni che il personale, preposto e non, ritiene utile comunicare per l'eventuale trasmissione al comando VVF o agli organi di soccorso in genere.

Il punto presidiato, che nel seguito sarà definito sempre centro di coordinamento, si trova nell’atrio di ingresso al livello 0 del-l’edificio B del DIEE. A lato della doppia porta di esodo, e risponde, per entrambi gli edifici, al numero telefonico:

070 675 5767

In sostanza il centro di coordinamento deve funzionare come centro operativo di controllo e coordinamento, di smistamento delle informazioni pervenute, e di coordina-mento dell’evacuazione.

In dettaglio il personale presente nel centro di coordinamento, nominato esplicita-mente per iscritto dal Direttore, ha i seguenti compiti specifici: 1)1) Custodia di una copia di riserva delle

chiavi d'accesso all’attrezzatura di pre-venzione incendi (in possesso anche di tutti i componenti del servizio di preven-zione incendi);

2)2) Custodia di una copia di riserva delle chiavi d'accesso all’attrezzatura di eva-

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cuazione incendi (in possesso anche di tutti i componenti del servizio evacua-zione);

3)3) Ricezione dell’allarme prevenzione in-cendi (sia automatico sia manuale);

4)4) Messa in allerta del responsabile della squadra di addetti alla prevenzione in-cendi perché effettui un primo rapido sopralluogo;

5)5) Eventuale trasmissione dei segnali d’al-larme di emergenza dopo il sopralluogo del responsabile della squadra di addetti alla prevenzione incendi;

6)6) Attivazione degli addetti alla prevenzio-ne incendi con informazioni su ubicazio-ne e consistenza dell’incendio;

7)7) Trasmissione dell’allarme al Comando VVF (# ); 115

8)8) Ricezione dell’allarme manuale di emer-genza;

9)9) Messa in allerta del responsabile della squadra di addetti all’emergenza perché effettui un primo rapido sopralluogo;

10)10) Eventuale trasmissione dei segnali del-l’allarme di emergenza dopo il sopral-luogo del responsabile della squadra di addetti all’emergenza;

11)11) Attivazione degli addetti all’emergenza con informazioni su ubicazione e consi-stenza della stessa;

12)12) Trasmissione dell’allarme al Comando VVF (# ), e/o dei CC (# ), e/o 115 112della PS (# ); 113

13)13) Comunicazione dell'allarme, ripetuta tre volte, a tutti gli altri eventuali componen-ti della squadra prevenzione incendi e della squadra di evacuazione, con indi-cazione di ubicazione e consistenza del-l'incendio e/o dell’emergenza;

14)14) Azionamento della segnalazione acusti-ca di evacuazione (tre secondi di attiva-zione e un secondo di pausa);

15)15) Indirizzamento, mediante i mezzi a pro-pria disposizione (impianto di diffusione sonora) del personale in evacuazione presso i luoghi di raccolta evitando as-sembramenti lungo il percorso di esodo.

16)16) Ricezione dell’allarme manuale di primo soccorso;

17)17) Allertamento del responsabile e dei componenti della squadra di addetti al primo soccorso perché intervengano;

18)18) Trasmissione dell’allarme al pronto soc-corso medico-sanitario (# ). 118

A tal fine nel centro di coordinamento sono disponibili: !! L’elenco dei numeri telefonici di tutti i re-

sponsabili e componenti di tutti i servizi; !! L’elenco dei numeri telefonici dei soccorsi

esterni; !! Copia del presente PEE.

9.9.1. Schema di chiamata di soccorso

La chiamata di soccorso, che può esse-re fatta ai seguenti destinatari: þ Carabinieri : 112þ Polizia di Stato : 113þ Vigili del Fuoco : 115þ Guardia di Finanza : 117þ Pronto soccorso medico-sanitario : 118

deve essere articolata come nel riquadro che segue, e deve comprendere tassativamente tutte le informazioni evidenziate in rosso:

Sono Nome Cognome, qualifica, numero di telefono dall’edificio ”A” oppure “B” del Di-partimento di Ingegneria Elettrica ed Elet-

tronica, università di Cagliari, ubicato in Ca-gliari, “via Marengo 2” oppure “via Castelfi-

dardo 3”. Il mio numero di telefono è numero cellulare. Si è verificato descrizione inconveniente che ha coinvolto numero persone che si trovano

in queste condizioni di salute. Appena chiuderà la telefonata invierò per e-mail una planimetria dell’area con indicazio-

ne dell’accesso.

La comunicazione deve essere chiusa da chi riceve la chiamata, mai da chi chiama!

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Appena terminata la chiamata deve es-sere inviata la planimetria dell’area fornita dal Direttore all’indirizzo e-mail:

[email protected]

9.10. Responsabili dei laboratori

I responsabili dei laboratori, che hanno un potere di coordinamento e/o controllo del-le normali fasi lavorative, quindi sono a co-noscenza: ü Dell'entità del personale dipendente pre-

sente al momento dell'incendio; ü Dell’eventuale presenza nel reparto al

momento dell’incendio di studenti, o col-laboratori, o fornitori, o dipendenti di Ditte esterne;

e sono in possesso delle chiavi necessarie all'accesso in tutti i locali della zona di pro-pria competenza dell'edificio, dovranno esse-re avvisati dal centro di coordinamento del-l'evento in atto e della sua ubicazione, e provvedere a: ü Farsi carico di agevolare l'evacuazione in-

dicando le vie più brevi da seguire per la-sciare i locali;

ü Trasferire al personale tutte le informa-zioni relative all'evento in atto onde evita-re il panico;

ü Controllare tutti i locali servizi, anfratti, etc., della zona di propria competenza per accertarsi che tutto il personale abbia ab-bandonato lo stabile;

ü Controllare che tutte le persone presenti nel reparto abbiano raggiunto il proprio punto di ritrovo;

ü Controllare che dopo la rapida evacua-zione dai locali non vi siano condizioni di rischio o di pericolo per le squadre di pronto intervento;

ü Provvedere ad avvisare la Direzione; ü Raggiungere il posto di ritrovo e confer-

mare al centro di coordinamento l’avvenu-ta, completa e corretta evacuazione.

9.11. Conoscere il personale, pro-prio ed esterno, e gli studenti

È fondamentale conoscere le particolari esigenze delle persone disabili, siano esse dipendenti o Clienti, quando si pianificano le procedure da adottare in caso d'emergenza.

9.11.1. Persone fisicamente me-nomate

Per coloro che utilizzano la sedia a ro-telle o che si muovono con l'aiuto di stampel-le o di un bastone, la menomazione fisica è evidente.

Tuttavia le menomazioni fisiche sono meno evidenti per coloro che hanno avuto problemi cardiaci o che sono artritici o epilet-tici, o per coloro che hanno problemi di vista o di udito.

Ci sono inoltre persone con arti rotti o altre menomazioni e donne in avanzata gra-vidanza, il cui stato fisico limita la loro mobili-tà.

Inoltre le persone anziane ed i bambini necessitano di particolari attenzioni.

Quanto sopra dovrebbe essere tenuto a mente dal personale del centro di coordina-mento in modo che il personale incaricato nel piano d'evacuazione sia a conoscenza della localizzazione di questi ospiti e del tipo di menomazione.

Particolari accorgimenti devono essere previsti per tenere conto della menomazione: per esempio una persona con problemi di vi-sta dovrebbe essere informata a voce sulle procedure da seguire in caso di incendio.

9.11.2. Persone che utilizzano sedie a rotelle o con li-mitata mobilità

Nel predisporre il piano d'evacuazione, il responsabile deve considerare la necessaria

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assistenza a chi utilizza sedie a rotelle o a coloro che hanno una limitata mobilità.

Occorre che alcuni dipendenti siano ad-destrati in modo particolare al trasporto di di-sabili nelle scale.

9.11.3. Persone prive di vista

I responsabili dei reparti devono assicu-rarsi che i dipendenti privi di vista, o con pro-blemi di visus, abbiano una buona familiarità con le vie di esodo.

Alcuni dipendenti devono essere incari-cati di guidare in caso di evacuazione i Clien-ti con problemi di vista, e di non abbandonarli finche non è stato raggiunto un luogo sicuro.

Durante la fase di evacuazione le per-sone vedenti devono assistere e guidare quelle non vedenti, invitandole di tenersi at-taccate ai suoi gomiti o alle spalle in modo che possano camminare dietro la persona vedente ed essere informate sulle asperità del percorso (porte, gradini etc.).

9.11.4. Persone prive di udito

Le persone prive di udito non possono sentire l'allarme di prevenzione incendi, ma potrebbero però non essere del tutto insensi-bili ai suoni. Andrebbe pertanto accertato quale tipo di suoni riescono a percepire, in modo da prendere le necessarie misure.

In ogni caso, qualora ci siano utenti o dipendenti con problemi di udito, occorre provvedere affinché, in caso di emergenza, vengano direttamente contattati.

9.11.5. Persone con menoma-zioni fisiche o mentali

In caso di emergenza qualsiasi persona con menomazioni fisiche o mentali deve es-sere adeguatamente sorvegliata e rassicura-ta, e tenuta sotto controllo.

Dovrà occuparsi della persona meno-mata il lavoratore col quale la stessa è a con-tatto nel momento in cui si percepisce l’al-larme di emergenza.

9.12. Tutto il personale

Tutti gli impiegati dovranno attenersi alle direttive imposte dal personale addetto all'e-vacuazione, e agevolare al massimo l'ab-bandono dello stabile recandosi immediata-mente al punto di ritrovo a loro assegnato.

È fatto assoluto divieto, nell’edificio B, di utilizzare gli ascensori in condizioni di emer-genza.

9.13. Cessazione dell’emergenza

L’emergenza può essere dichiarata ter-minata solo dopo che i servizi interessati hanno effettuato le opportune verifiche: ü Sulla resistenza statica delle strutture; ü Sulla funzionalità degli impianti interessati

dall’emergenza e inoltre hanno:

ü Isolato eventuali parti danneggiate; ü Riportato gli impianti alle normali condi-

zioni di funzionamento.

Il termine dell’emergenza può essere di-chiarato esclusivamente dal responsabile del servizio prevenzione incendi, o un suo sosti-tuto che ne abbia ottenuto la delega, tramite: ü Comunicazione verbale al personale eva-

cuato all’esterno dell’attività; ü Apposizione di un cartello all’esterno del-

l’ingresso principale all’attività; indicando in entrambi i casi eventuali vincoli operativi derivanti dai danni subiti.

10. Controllo e manutenzione dei presidi prevenzione incendi

Le attrezzature mobili di estinzione, l'im-pianto di spegnimento manuale a idranti, gli

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impianti di rivelazione di incendio, e I'impian-to di illuminazione di sicurezza, devono esse-re oggetto di regolari controlli e di interventi di manutenzione in conformità a quanto pre-visto dalla normativa vigente e, ove mancan-te, dalla normativa tecnica e dalle istruzioni dei costruttori ed installatori.

In particolare dovranno essere program-mate le seguenti verifiche con la periodicità indicata a margine:

IMPIANTO OPERAZIONI MANUTENTIVE frequenza

1 impianto di spegnimento manuale a idranti

verifica del gruppo di pressurizzazione

mesi 3 2 attrezzature mobili

di estinzione verifica, ed eventuale

ricarica, degli estintori mesi 6 3 impianti di rivelazi

one di incendio verifica, ed eventuale

sostituzione dei sensori avariati mesi 6

4 impianto di illuminazione di sicurezza

verifica dello stato delle batterie degli apparecchi di illuminazione autonomi mesi 1

verifica della pulizia degli apparecchi illuminanti mesi 12

5 impianto elettrico verifica della funzionalità di tutti gli interruttori differenziali mesi 12

verifica dei quadri elettrici generale e di zona mesi 12

verifica delle prestazioni dell'impianto elettrico mesi 12

6 impianto HCV7 verifica della funzionalità di tutti i dispositivi di sicurezza mesi 3

7 sistemi e vie di esodo

verifica dell'agibilità mesi 1

10.1. Registri di manutenzione

Le singole operazioni di manutenzione eseguite su: ü qualsiasi presidio antincendio;

7 Riscaldamento, condizionamento e ventilazione.

ü impianti elettrici (distribuzione, quadri e apparecchiature complementari) e di se-gnalazione;

ü dispositivi di sicurezza e controllo di tutti gli impianti tecnologici a servizio dell’atti-vità;

dovranno essere riportate, a cura del re-sponsabile dell’attività o da persona apposi-tamente delegata con atto scritto, in un ap-posito registro contenente la data di effettua-zione e l’indicazione dell’operatore respon-sabile.

Nel medesimo registro, o in registro dif-ferente, dovranno essere riportate tutte le at-tività di formazione del personale sulla pre-venzione incendi.

Il registro sarà aggiornato periodicamen-te, e reso disponibile in occasione dei sopral-luoghi degli Enti di controllo.

11. Allarme d’incendio o di emer-genza

Dovrà essere previsto in entrambi gli edifici un sistema d’allarme sicuramente udi-bile e codificato in due fasi distinte: " Preallarme, tipicamente con suono inter-

mittente; " Allarme, con suono continuo; che può sfruttare le sirene dei due impianti preesistenti di rilevazione automatica d’in-cendio.

11.1. Procedure da attuare in caso di preallarme

Il lavoratore che percepisce un segnale di preallarme deve: ! chiudere eventuali finestre; ! proseguire normalmente la sua attività; ! se la prosecuzione dell’attività è possibile senza

l’ausilio di apparecchiature elettriche (elaboratori elettronici, stampanti, etc.) spegnere queste ulti-me e poi disinserire la spina;

! prestando particolare attenzione all’eventuale

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successivo segnale di allarme.

Il lavoratore deve però essere pronto ad allonta-narsi nel caso venga emesso il segnale di allarme.

11.2. Procedure da attuare in caso di allarme

Il lavoratore che percepisce un segnale d'allarme deve intraprendere le azioni indica-te nel riquadro che segue. ! mantenere la calma ed evitare di trasmettere pa-

nico ad altre persone; ! spegnere tutte le apparecchiature elettriche e di-

sinserire le relative spine; ! uscire dall’ufficio e chiudere bene la porta, ma

non a chiave; ! allontanarsi immediatamente seguendo le proce-

dure d'evacuazione senza utilizzare l’ascensore; ! prestare assistenza a chi si trova in difficoltà se si

ha la certezza di riuscire nell'intento; ! recarsi nel punto di raccolta assegnato a ciascu-

no per farsi registrare, poi allontanarsi all’esterno; ! non rientrare nell'edificio fino al ripristino delle

condizioni di esercizio normali e la successiva di-chiarazione di fine emergenza.

11.3. Procedure da attuare in caso di incendio

Il dipendente che scopre un incendio nell'attività deve valutare velocemente la si-tuazione al fine di capire se esiste, oppure no, la possibilità di estinguere immediata-mente l'incendio con i mezzi a portata di ma-no, ed operare conseguentemente seguendo una delle due alternative seguenti: ! se è sicuro di poter spegnere il principio d'incen-

dio deve: ð richiamare l’attenzione di altri colleghi presen-

ti per richiederne la collaborazione; ð attivarsi per spegnere l'incendio assicurando-

si di avere sempre a disposizione una via di fuga alle proprie spalle;

! se non è sicuro di poter spegnere il principio d'in-cendio deve:

ð astenersi assolutamente dal tentativo di spe-gnere l'incendio;

ð avvertire immediatamente il centro di coordi-namento o uno degli addetti alla prevenzione incendi.

In caso allarme d'incendio, l’addetto alla prevenzione incendi dovrà incaricare un lavo-ratore di svolgere i compiti ausiliari elencati nel riquadro che segue, poi recarsi nella zo-na interessata ed intraprendere le azioni in-dicate nel riquadro che segue:

! in caso di incendio il seguente personale di ser-vizio è tenuto a svolgere le mansioni indicate a margine:

ð addetto A alla prevenzione incendi: 1) recarsi nella zona interessata e cercare

di estinguere o contenere l'incendio uti-lizzando i mezzi prevenzione incendi mobili o fissi a disposizione, ma solo do-po aver chiesto l'assistenza di altri lavo-ratori e mantenendo la garanzia della via di fuga alle proprie spalle;

ð lavoratore incaricato dall’addetto A: 1) incaricare un lavoratore di assicurarsi

che venga chiesto immediatamente ($ : 115) l'intervento dei Vigili del fuoco e ne aspetti l'arrivo all'esterno per informarli sulla situazione logistica e sulla localiz-zazione dell'incendio;

2) incaricare un lavoratore di intercettare le alimentazioni dell'energia elettrica e di bloccare gli impianti di processo;

3) limitare la propagazione dell'incendio e del fumo chiudendo le porte “tagliafuoco;

ð personale di sorveglianza: 1) mettersi a disposizione dell'addetto A o

del lavoratore dallo stesso incaricato di svolgere i compiti ausiliari in relazione alle istruzioni impartite a ciascuno.

In caso allarme d'incendio, l’addetto all’evacuazione dovrà recarsi nella zona inte-ressata ed intraprendere le azioni indicate nel riquadro che segue: ! in caso di incendio il seguente personale di ser-

vizio è tenuto a svolgere le mansioni indicate a margine:

ð addetto all’evacuazione: 1) sovrintendere all'attuazione delle proce-

dure di evacuazione dei lavoratori e fa-

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vorire l'evacuazione delle altre persone eventualmente presenti nell’attività.

12. Informazione e formazione del personale

È fondamentale che il personale dipen-dente, compreso anche quello impiegato sal-tuariamente, sappia come prevenire un in-cendio e conosca le azioni da attuare nel ca-so in cui si verifichi un incendio.

È un preciso obbligo del datore di lavoro fornire al personale una adeguata informa-zione, formazione ed addestramento periodi-co.

12.1. Generalità

La formazione deve essere riferita alla specifica attività e deve: ü essere basata normalmente su procedure

scritte; ü riferirsi agli specifici doveri e responsabili-

tà dei dipendenti; ü tenere conto della valutazione dei rischi; ü essere fornita in maniera tale che il per-

sonale possa apprendere facilmente.

La formazione ai lavoratori incaricati di espletare le funzioni inerenti i tre servizi sono stati formati dall’amministrazione centrale di UniCA.

Ogni dipendente, all'atto dell'assunzio-ne, deve prendere conoscenza delle vie di esodo, essere informato sulle procedure per l'evacuazione e sulle proprie responsabilità in caso di incendio.

Successivamente il personale deve ri-cevere un addestramento periodico finalizza-to a renderlo familiare con le misure da adot-tare in caso di emergenza.

L'addestramento periodico dovrebbe es-sere impartito almeno una volta l'anno, e

comunque ogni volta che si verifichi un ri-cambio di personale o siano effettuate delle modifiche all'interno dell'attività.

Adeguate informazioni devono essere fomite agli operai occasionali e agli addetti ai lavori dati in appalto (per esempio: addetti al-le pulizie, manutentori) per garantire che essi siano a conoscenza delle misure generali di sicurezza prevenzione incendi predisposte, delle azioni da adottare in caso di incendio e delle procedure di evacuazione.

Se viene impiegato personale la cui co-noscenza della lingua italiana è limitata, l'ad-destramento deve essere impartito in modo che sia assicurata la sua comprensione.

La formazione deve includere possibil-mente anche esercitazioni e prove pratiche.

12.2. Contenuti generali della for-mazione di prevenzione icendi e di evacuazione

In ogni sessione d'addestramento, i con-tenuti generali di formazione devono essere conformi all’allegato IX al DM del 10 marzo 1998 con riferimento al rischio d’incendio me-dio, e comprendere comunque gli argomenti indicati nell’Allegato ”H”.

12.3. Contenuti generali della for-mazione di primo soccorso

In ogni sessione d'addestramento, i con-tenuti generali di formazione devono essere conformi all’allegato 4 al DM n° 388 del 15 luglio 2003 con riferimento al gruppo B del-l’art. 1, e comprendere comunque gli argo-menti indicati nell’Allegato ”H”.

12.4. Addestramento specifico per alcuni dipendenti

Tutti i dipendenti debbono acquisire una formazione generale basata sui contenuti

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sopra indicati.

In relazione agli incarichi specifici alcuni dipendenti, quali ad esempio: ü i responsabili dei singoli laboratori. ü il personale di controllo degli studenti; ü gli addetti alla manutenzione; ü il personale che svolge anche il compito

di ricezione delle chiamate telefoniche; ü il personale di sorveglianza e di coordi-

namento indicato nel PEE; devono ricevere una specifica formazione di prevenzione incendi e di emergenza.

12.5. Formazione in materia di pre-venzione incendi

Gli addetti ai servizi di prevenzione in-cendi e di evacuazione hanno ricevuto una formazione specifica in particolare sulle se-guenti procedure: a) chiamata, e relativa verifica, dei VVF; b) informazione appropriata ai dipendenti e

agli Studenti sulla natura dell’emergenza, e verifica del suo adempimento;

c) controllo che il personale e gli Studenti siano evacuati in tutta sicurezza, e che venga effettuato l’appello;

d) collaborazione con i VVF. al loro arrivo, con indicazione sull’ubicazione dell’incen-dio, sulle persone eventualmente man-canti all’appello, sui rischi specifici e, ove necessario, attivazione per l’accesso ai veicoli di soccorso;

e) utilizzazione delle attrezzature di spegni-mento;

a seguito della frequenza a un corso ricono-sciuto della durata di 8,0 h con i contenuti previsti dall’allegato IX al D.M. del 10 marzo 1998 per rischi medio (Corso B), e dell’accer-tamento di idoneità da parte del Comando prov.le VVF di Cagliari in conformità con le specifiche del comma 5 dell'art. 4 del D.M. n. 261 del 22 febbraio 1996.

12.6. Esercitazioni di evacuazione e prevenzione incendi

In aggiunta alla formazione, il personale deve partecipare almeno una volta l'anno ad una esercitazione prevenzione incendi per mettere in pratica la procedura di evacuazio-ne.

Dove ci sono vie di esodo alternative, I ’esercitazione deve basarsi sul presupposto che una via di fuga non possa essere utiliz-zata a causa dell’incendio.

L'esercitazione deve essere condotta nella maniera più realistica possibile, senza mettere in pericolo le persone che vi debbo-no partecipare, ed al riguardo è opportuno avvisare in anticipo il personale.

L'esercitazione ha inizio dal momento in cui viene fatto scattare l'allarme, che nella fattispecie non va segnalato ai Vigili del fuo-co.

Normalmente, oltre a tutto il personale, devono partecipare alla esercitazione anche i Clienti presenti all'interno dell’attività, evitan-do comunque di effettuare le esercitazioni in momenti in cui è prevista notevole presenza di utenti.

Il coinvolgimento degli studenti potrebbe creare qualche difficoltà, ed è quindi dovero-so informarli in anticipo per rassicurarli ed evitare che si determinino situazioni di panico ed eventuali danni. Le persone anziane, i di-sabili e le persone in particolari situazioni di salute presenti vanno escluse dalla parteci-pazione all'esercitazione.

L'esercitazione si conclude una volta raggiunto il punto di raccolta, e dopo aver fat-to l'appello delle persone che hanno parteci-pato.

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13. Revisione di dettaglio del PEE

La prossima revisione del PEE sarà re-datta da Direttore del DIEE, o da un docente dallo stesso incaricato, quando sarà disponi-bile il DVR specifico redatto dal Rettore ai sensi del D.Lgs. n. 81/08. Il PEE sarà suc-cessivamente aggiornato in ogni occasione utile, e in particolare in caso di variazione dei parametri assunti per la sua redazione.

Subito dopo la sua variazione e/o inte-grazione il Direttore organizzerà una riunione per illustrare le nuove procedure di emergen-za, e successivamente sarà organizzata una prova generale di evacuazione.

14. Gestione del PEE

Il presente PEE sarà custodito nella se-greteria del DIEE, nell’edificio A, a disposi-zione, per la consultazione, dei dipendenti del DIEE, degli studenti, degli organi di vigi-lanza, e di eventuali aziende e/o ditte esterne che devono operare negli ambienti del DIEE.

Le procedure saranno illustrate ai lavo-ratori in una riunione generale.

In fede.

L’estensore

prof. ing. Domenico Salimbeni

il Direttore del DIEE

prof. ing. Giuseppe Mazzarella

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01)

SOMMARIO 0. Premesse necessarie alla lettura del presente documento 2 1. La normativa vigente 2

1.1. Chiarimenti preliminari 2 1.2. Politica del DIEE 4

2. Cos’è una emergenza 4 3. Il piano d'emergenza ed evacuazione (PEE) 4

3.1. Comunicazione a lavoratori autonomi e ditte esterni 4 3.2. Comunicazione agli studenti e/o visitatori 5

4. L’attività oggetto del PEE 5 4.1. L’affollamento dei due edifici 6 4.2. Le vie di esodo 7

5. Classificazione del livello di rischio d’incendio dei due edifici 8 6. Il PEE e la prevenzione degli incendi 8 7. La prevenzione degli incendi ed il controllo degli ambienti 10

7.1. Cause d'incendio più comuni 10 7.2. Luoghi d'origine degli incendi 10 7.3. Controlli preliminari 11

8. Piano di emergenza ed evacuazione 12 8.1. Responsabilità della Direzione 13

9. Organizzazione e gestione della sicurezza 13 9.1. Servizio prevenzione incendi 14

9.1.1. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi 16 9.1.2. Utilizzazione degli e-stintori portatili 16

9.2. Servizio di evacuazione 17 9.2.1. Prerogative del responsabile del servizio di evacuazione 19 9.2.2. I tempi d'evacuazione 19 9.2.3. I tempi di evacuazione negli edifici del DIEE 20 9.2.4. Illuminazione di sicurezza 20 9.2.5. Istruzioni di sicurezza 20 9.2.6. Segnaletica di sicurezza 21 9.2.7. Punto di raccolta 21

9.3. Servizio primo soccorso 22 9.4. Designazione e nomina degli addetti ai tre servizi 23 9.5. Dotazione degli addetti al servizio di prevenzione incendi 23 9.6. Dotazione degli addetti al servizio di evacuazione 23 9.7. Dotazione degli addetti al servizio di primo soccorso 23 9.8. Tutela degli addetti ai tre servizi 23 9.9. Punto presidiato: Centro di coordinamento 23

9.9.1. Schema di chiamata di soccorso 24

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9.10. Responsabili dei laboratori 25 9.11. Conoscere il personale, proprio ed esterno, e gli studenti 25

9.11.1. Persone fisicamente menomate 25 9.11.2. Persone che utilizzano sedie a rotelle o con limitata mobilità 25 9.11.3. Persone prive di vista 26 9.11.4. Persone prive di udito 26 9.11.5. Persone con menomazioni fisiche o mentali 26

9.12. Tutto il personale 26 9.13. Cessazione dell’emergenza 26

10. Controllo e manutenzione dei presidi prevenzione incendi 26 10.1. Registri di manutenzione 27

11. Allarme d’incendio o di emergenza 27 11.1. Procedure da attuare in caso di preallarme 27 11.2. Procedure da attuare in caso di allarme 28 11.3. Procedure da attuare in caso di incendio 28

12. Informazione e formazione del personale 29 12.1. Generalità 29 12.2. Contenuti generali della for-mazione di prevenzione icendi e di evacuazione 29 12.3. Contenuti generali della for-mazione di primo soccorso 29 12.4. Addestramento specifico per alcuni dipendenti 29 12.5. Formazione in materia di prevenzione incendi 30 12.6. Esercitazioni di evacuazione e prevenzione incendi 30

13. Revisione di dettaglio del PEE 31 14. Gestione del PEE 31 Allegato “A.1” 35

La scelta degli estintori portatili 37 Matrice di abbinamento fuoco-estinguente 39

Allegato “A.2” 41 Sequenza delle operazioni necessarie per l’uso di un estintore 43

Allegato “B.1” 47 Procedure nelle emergenze 47

Allegato “C.1” 103 DPI del servizio di prevenzione incendi 103

Allegato “C.2” 107 DPI del servizio di evacuazione 107

Allegato “C.3” 111 DPI del servizio di primo soccorso 111

Allegato “D” 115 Edificio “A”, planimetrie 115

Allegato “E” 121

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Edificio “B”, planimetrie 121 Allegato “F.1” 127

Definizioni e acronimi 127 Allegato “G.1” 131

Componenti dei SERVIZI DI EMERGENZA 131 Allegato “H” 135

Programmi di FORMAZIONE per i servizi 135 Programma di formazione minimo (8 h) dei componenti dei servizi di prevenzione incendi e di evacuazione 137 Programma di formazione minimo (12 h) dei componenti del servizio di primo soccorso 138

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Allegato “A.1”

Scelta dell’estintore

e approccio all’incendio

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01)

La scelta degli estintori portatili

La prima regola consiste nel familiarizzare con l’estintore approfittando della formazione, per evitare di usarlo in modo inefficace quando non controproducente.

Nell’etichetta sono riportati da uno a tre pittogrammi che indicano le classi di fuoco sui quali l’estintore può essere utilizzato.

Le classi sono: A: Classe dei fuochi alimentati da materiali solidi, generalmente organici (legnami,

carta, tessuti, gomma, etc.) che generano braci: B: Classe dei fuochi alimentati da sostanze liquide (petrolio, paraffina, vernici, oli,

grassi, alcool, solventi, solidi liquefacibili, etc.): C: Classe di incendi di gas infiammabili (acetilene, butano, idrogeno, metano, propa-

no, etc.): cui si aggiungono anche la classe D dei metalli infiammabili, che non interessa il DIEE, e la classe E degli incendi di natura elettrica che, non essendo previsto un pit-togramma, è definita in negativo, con la scritta:

NON UTILIZZABILE SU APPARECCHIATURE SOTTO TENSIONE ELETTRICA e l’obbligo di applicare sulla targhetta dell’estintore, oltre alla scritta, anche il pitto-gramma a lato.

Nell’etichetta è riportato anche un codice alfanumerico (es.: 34A 233B C) che indica la po-tenzialità dell’estintore per i fuochi di classe A e B e la sua capacità di spegnere anche fuochi di classe C.

Il codice non è facilmente associabile al carico d’incendio specifico presente nell’attività, ma ci informa chiaramente che l’estintore: ! ha potenzialità 34 per fuochi di classe A; ! ha potenzialità 233 per fuochi di lasse B; ! è adatto per fuochi di classe C e certamente ha potenzialità maggiore di quella di un estintore 21A 113B C.

La capacità estinguente per una classe di fuochi non significa però che l’estintore può es-sere utilizzato efficacemente per spegnere incendi dei medesimi fuochi, perché l’estinguente potrebbe a che danneggiare i materiali incendiati più dello stesso incendio.

Il caso tipico è quello degli incendi di origine elettrica: la polvere polivalente può essere uti-lizzata su un quadro elettrico o una macchina elettrica, in quanto è dielettrica, ma il componente elettrico sul quale viene utilizzata diventa irrecuperabile e deve essere sostituito.

Altro parametro interessante è il peso dell’estinguente, responsabile della sua potenzialità unitamente al tipo di estinguente, ma soprattutto responsabile del peso complessivo dell’estintore, quindi della sua portatilità.

I normatori (DM 07/01/05) ci dicono che l’estintore è portatile sino a 20,0 kg di massa (circa 12,0 kg di estinguente), ma non sempre si deve credere a quanto affermano: nessuna persona del gentil sesso, nemmeno un’aitante giovinetta, può maneggiare in modo efficace un estintore

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con più di 6,0 kg di estinguente. E il sesso “forte”? Se addestrato, e allenato, può sperare di ar-rivare alla taglia successiva (10,0 kg), altrimenti si ferma anch’esso a 6,0 kg.

Non è un caso che l’ISPESL introduca un criterio di scelta preliminare degli estintori: “ab-bastanza piccoli da essere facilmente utilizzati da chiunque”.

È opportuno quindi non prevedere l’installazione di estintori con non più di 6,0 kg di estin-guente, vale a dire: ü estintori a CO2 da 2,0 kg o 5,0 kg; ü estintori a polvere e altri estinguenti da 6,0 kg.

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Matrice di abbinamento fuoco-estinguente

MATRICE DI ABBINAMENTO FRA CLASSE D’INCENDIO E MEZZO ESTINGUENTE classe ESTINGUENTE ADATTO MODALITÀ DI UTILIZZO

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A 1 2

B 3 4

C D E F 1 legna, carta, gomma, tessuti naturali 2 libri e documenti, cuoio, pelli, quadri, tappeti, mobili pregiati 3 alcool, eteri, sostanze solubili in acqua 4 vernici e solventi, oli minerali, benzina Legenda: Efficace Poco efficace Dannoso Vietato DS

Nell’attività sono presenti fuochi di classe A, B, ed E, ed estintori a CO2 e a polvere poliva-lente, indicati nella matrice col seguente fondo: .

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Allegato “A.2”

Uso dell’estintore

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01)

Sequenza delle operazioni neces-sarie per l’uso di un estintore

L’uso di un estintore per spegnere un incendio deve essere articolato nelle seguen-ti 10 fasi, tenendo presente che la descrizio-ne è fatta per individui destrorsi, e i mancini dovranno invertire le mani: 1)1) Asportare l'estintore dalla sua sede, e

posarlo a terra in posizione verticale; 2)2) Posare il palmo della mano ausiliaria

sotto la leva più bassa dell'estintore, e sollevarlo per trasportarlo verso il luogo dell'incendio;

3)3) Posizionarsi alla distanza dal fuoco di circa 3,0÷4,0 m, ma se l’incendio è in una stanza senza oltrepassare la porta, posare l'estintore a terra in posizione verticale localizzando la spina di sicu-rezza;

4)4) Porsi dalla parte dell'impugnatura della spina di sicurezza, mettere il palmo del-la mano ausiliaria (sinistra) sulla parte ogivale dei serbatoio dell'estintore, e impugnare la spina di sicurezza con la mano da lavoro (destra);

5)5) Togliere con la mano da lavoro (destra) la spina di sicurezza con uno strappo secco avendo l'accortezza di tenere fermo l'estintore con la mano ausiliaria;

6)6) Rimettere il palmo della mano ausiliaria (sinistra) sotto la leva più bassa dell'e-stintore ed afferrare la lancia con la ma-no da lavoro (destra);

7)7) Sollevare l'estintore con la mano ausi-liaria e procedere verso il fuoco fino ad una distanza non superiore a 2,0÷3,0 m;

8)8) Porre il pollice della mano ausiliaria so-pra la leva più alta;

9)9) Orientare la lancia verso le fiamme con la mano da lavoro, e stringere con la mano ausiliaria le due leve;

10)10) Indirizzare il getto alla base delle fiam-me, iniziando dalla parte in fiamme più vicina all'operatore.

In caso di intervento contemporaneo di due o tre operatori, gli stessi devono posizio-

narsi sul medesimo lato delle fiamme, collo-candosi fra le stesse e la porta, sfalsati reci-procamente non più di 60° se in due e non più di 45° se in tre.

Se alla distanza operativa la temperatu-ra non è sostenibile, è obbligatorio allonta-narsi dalle fiamme e dare l’allarme.

Nell’uso di un estintore a CO2 è neces-sario prestare la massima attenzione al peri-colo di ustioni da congelamento, poiché il getto estinguente è efficace solo se l’eroga-zione avviene a distanza ravvicinata, e il gas fuoriesce alla temperatura di -73 °C. Il gas, inoltre, è inodore, incolore e non tossico, ma asfissiante, quindi è necessario limitare l’e-sposizione personale al tempo strettamente necessario all’erogazione.

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01)

Allegato “B.1”

Procedure nelle emergenze

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Emergenza durante l’orario di lavoro Rev. 0.1 1 Coordinate de l r i sch io Tutta l’attività 1 In caso d i in fortun io grave:

! Richiesta di intervento del pronto soccorso (# ), con indicazioni chiare su: 118% Ubicazione dell’attività; % Condizioni apparenti dell’infortunato.

In tutt i g l i a l tr i cas i : ! Attivazione dell’allarme tramite chiamata al numero di emergenza interno (# 070 675

), avendo cura di fornire le seguenti indicazioni: 5767% Generalità del chiamante, numero interno o di cellulare al quale si è reperibili,

coordinate esatte dell’emergenza; % Natura dell’emergenza (incendio, infortunio, etc.); % Eventuale presenza di persone infortunate, o in pericolo, da soccorrere; e successivamente: % Abbandonare il piano/edificio, se possibile facendo gruppo con eventuali altri pre-

senti, e chiamare i soccorsi esterni, seguendo la procedura allegata al presente piano;

% Attendere, in posizione sicura, dell’intervento del servizio di emergenza per guidar-lo sino al luogo dell’emergenza;

% Seguire le indicazioni degli addetti alla squadra di emergenza e, se richiesto, met-tersi a loro disposizione;

% In caso di ordine di evacuazione, segnalato a voce o per mezzo di sirena, recarsi al punto di raccolta esterno ricordando di non utilizzare l’ascensore per abbando-nare il piano nell’edificio B;

% Al punto di raccolta farsi riconoscere dall’addetto all’emergenza incaricato di con-tare i presenti e, dopo essersi assicurati dell’avvenuta registrazione scritta del pro-prio nome, allontanarsi verso un luogo sicuro.

2 ! Intervento autonomo diretto per soccorrere l’infortunato, ma solo dopo aver valutato e ritenuto idonee le proprie capacità operative ed essere sicuri di non rischiare la pro-pria incolumità.

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Emergenza al di fuori dell’orario di la-voro

Rev. 0.1 2 Coordinate de l r i sch io Tutta l’attività 1 ! Richiesta diretta di intervento dei soccorsi pubblici interessati:

% Vigili del fuoco (# ); 115% Pronto soccorso (# ); 118% Servizio di pubblico soccorso: Carabinieri (# ); 112% Servizio di pubblico soccorso: Polizia di Stato (# ). 113

con indicazione di: % Generalità, numero interno o cellulare al quale si è reperibili, coordinate esatte

dell’emergenza; % Ubicazione dell’attività e proprie coordinate interne esatte % Natura dell’emergenza (incendio, infortunio, etc.); % Eventuale presenza di persone infortunate, o in pericolo, da soccorrere;

e successivamente: % Accertarsi che nessuno sia rimasto negli uffici prossimi al proprio o nei servizi igie-

nici; % Abbandonare il piano/edificio, se possibile facendo gruppo con eventuali altri pre-

senti, e chiamare i soccorsi esterni, seguendo la procedura allegata al presente piano;

% Attendere, in posizione sicura, l’intervento del servizio di emergenza per guidarlo sino al luogo dell’emergenza.

2 ! Intervento autonomo diretto per ridurre o contenere il pericolo, ma solo dopo aver va-lutato e ritenuto idonee le proprie capacità operative ed essere sicuri di non rischiare la propria incolumità.

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Emergenza INCENDIO Rev. 0.1 3 Coordinate de l r i sch io Componenti del SERVIZIO PREVENZIONE INCENDI 1 Addetto “A”:

! Recarsi nella zona interessata e cercare di estinguere o contenere l'incendio utiliz-zando i mezzi prevenzione incendi mobili o fissi a disposizione, ma: % Chiedendo l'assistenza di altri lavoratori; % Assicurandosi che qualcuno provveda a portare sul posto estintori di riserva; % Mantenendo la garanzia della via di fuga alle proprie spalle.

2 Addetto “B”: ! Incaricare un lavoratore di: % Assicurarsi che venga chiesto immediatamente (# ) l'intervento dei VVF; 115% Aspettare all'esterno l'arrivo dei VVF per informarli sulla situazione logistica e sulla

localizzazione dell'incendio; % Mettere in allerta i componenti del servizio di evacuazione o direttamente o tramite

il centro di coordinamento (# ); 070 675 5767% Portare l’ascensore dell’edificio B al livello “0” e aprire l’interruttore dell’alimen-

tazione elettrica; ! Incaricare un lavoratore di intercettare le alimentazioni dell'energia elettrica e di bloc-

care gli impianti di processo; ! Limitare la propagazione dell'incendio e del fumo verificando la chiusura delle porte

“tagliafuoco”; ! Allontanare dall’incendio i materiali combustibili trasportabili non ancora attaccati.

3 Personale d i sorvegl ianza: ! Mettersi a disposizione dell'addetto A o dell'addetto B alla prevenzione incendi in re-

lazione alle istruzioni impartite a ciascuno.

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Emergenza INCENDIO Rev. 0.1 4 Coordinate de l r i sch io Docenti IN AULA 1 ! Chiunque si avveda di una situazione anomala deve comunicarla immediatamente al

responsabile dell’attività didattica o di ricerca, il quale dovrà: % Valutare la necessità di sospendere l’attività; % Mettere al sicuro, nel limite del possibile, eventuali attrezzature o materiali poten-

zialmente pericolosi, che potrebbero aggravare la situazione (ad es. sostanze in-fiammabili, sorgenti radioattive);

% Avvisare o far avvisare da qualcuno dei presenti la squadra di emergenza interna; % Intervenire immediatamente per circoscrivere l’emergenza con i mezzi a disposi-

zione, anche chiedendo la collaborazione degli allievi, fino all’arrivo della squadra di emergenza, senza comunque compromettere la propria o altrui incolumità;

! Il docente deve poi: % Rammentare agli studenti l’esigenza di seguire senza frenesia il percorso che il

docente indica, mantenendo la calma, spiegando in modo breve e conciso la si-tuazione e manifestando calma e ottimismo;

% Informare gli studenti che dovranno procedere con calma, in fila indiana, tenendosi per mano, senza spingersi e senza correre;

% Provvedere a far uscire ordinatamente gli studenti dall’aula, procedendo per file successive, e a guidarli fornendo possibilmente istruzioni continue ai primi studenti della fila dopo essersi accertato che nessuno sia rimasto nell’aula di cui è respon-sabile, e che eventuali studenti in difficoltà siano aiutati da uno o più compagni;

% Chiudere la porta dell’aula come segnale convenzionale che la stessa è vuota; % Fornire agli addetti all’emergenza informazioni dettagliate sull’accaduto e sulle

cause dell’emergenza. ! Durante l’evacuazione il docente può: % Seguire gli studenti in fila dopo aver nominato due “apri-fila” che saranno assistiti

verbalmente con le istruzioni necessarie; % Precederli, al fine di guidarli velocemente nel percorso di esodo, dopo aver nomi-

nato due “chiudi-fila”, ma accertandosi continuamente che la fila non si interrompa e nessuno resti attardato.

2 ! Durante l’evacuazione si devono seguire le istruzioni riportate nella procedura n° 5 e, eventualmente, nella procedura n° 6.

3 ! Tutti gli studenti e coloro i quali frequentino a qualsiasi titolo le lezioni sono tenuti a comportarsi come descritto nelle procedure per la gestione delle emergenze specifi-che (di seguito riportate), e seguire le indicazioni impartite dal docente e dagli addetti alla squadra di emergenza.

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Emergenza INCENDIO Rev. 0.1 5 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i presenza d i un focola io d ’ incendio, con f iamme p iccole e fumo chiaro

in un loca le i present i devono: ! Avvertire immediatamente il centro di coordinamento (# ) ed eventual-070 675 5767

mente anche i componenti del servizio di prevenzione incendi; ! Chiudere, o tenere chiuse, le finestre; ! In attesa dell’arrivo dei componenti del servizio prevenzione incendi cercare di estin-

guere l’incendio con un estintore o una coperta antifiamma, in quanto un focolare d’incendio non presenta pericoli particolari, ma: % Intervenire solo se si ritiene di poterlo fare efficacemente senza correre rischi inu-

tili; % Porre attenzione a non lasciarsi tagliare la via di fuga dall’incendio;

! Se l’incendio è di piccole dimensioni è opportuno arieggiare il locale, perché è più im-portante contenere la temperatura dell’aria al di sotto del valore d’innesco delle so-stanze combustibili vicine ed evacuare i fumi e i gas della combustione;

! Se si ritiene di non essere in grado di estinguere l’incendio abbandonare il locale e chiudere la porta;

! Avvertire coloro che si trovano nelle vicinanze affinché si tengano pronti a evacuare. 2 In caso d i incendio con presenza d i f iamme e fumo in un loca le i present i devono:

! Avvertire immediatamente il centro di coordinamento (# ); 070 675 5767! Avvertire immediatamente il Comando VVF (# ); 115! Aprire le finestre se nel locale c’è fumo, e allontanarsi celermente avendo cura di

chiudere (non a chiave) la porta del locale alla fine dell’evacuazione, anche abbando-nando senza esitazione eventuali effetti personali;

! Spogliarsi da indumenti acrilici e sintetici (nylon, poliestere etc.); ! Dare l’allarme vocalmente a tutti i presenti che si trovano negli ambienti vicini o lungo

il tragitto di evacuazione; ! Richiudere sempre eventuali porte di compartimentazione dopo averle attraversate; ! Nelle vie d’esodo (corridoi, atrii, etc.) nelle quali il fumo rende difficoltosa la respira-

zione camminare chini, o a carponi se necessario, proteggendo naso e bocca con un fazzoletto, possibilmente bagnato;

! In caso di scarsa visibilità procedere con cautela, saggiando il pavimento prima di av-venturarvisi sopra, orientandosi tramite il contatto con le pareti, anche discendendo le scale, per raggiungere un luogo sicuro;

! Se si dispone di indumenti di lana (cappotti, sciarpe, scialli, pullover, etc.) avvolgerli sulla testa per proteggere i capelli dal fuoco;

! Se è possibile, evitare di sostare o camminare in prossimità di superfici vetrate che, a causa del calore, possono scoppiare improvvisamente;

! Evitare sempre, se possibile, percorsi verso l’alto, dove si accumula il fumo; ! È vietato percorrere le vie d’esodo in direzione opposta ai normali flussi di evacuazio-

ne; ! In caso d’incendio è proibito categoricamente utilizzare per l’evacuazione gli ascenso-

ri e montacarichi comuni (non antincendio); ! È vietato aprire la porta di un ambiente nel quale è in atto un incendio per verificarne

lo stato, in quanto l’apporto di ossigeno alimenta le fiamme: è sufficiente tastare il mu-ro dall’esterno su più livelli con la porta chiusa, in quanto l’assenza di differenze di

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temperatura testimonia che il flash-over si è già verificato, quindi entrare sarebbe ri-schioso oltre che assolutamente inutile;

3 ! Nel caso fosse impossibile evacuare per impedimenti dovuti a fiamme, fumo o calore, è importante recarsi in locali dotati di acqua e poco materiale combustibile, o restare nell’ambiente in cui ci si trova, avendo cura di chiudere completamente la porta di ac-cesso, possibilmente applicando panni bagnati sulle fessure;

! Evitare di rifugiarsi in ambienti privi di aperture verso l’esterno (ripostigli, spazi angu-sti): meglio tentare il passaggio attraverso le vie di esodo anche se in presenza di fu-mo, coprendosi con un fazzoletto (meglio se bagnato) naso e bocca, e procedendo a carponi;

! Le finestre del locale devono essere: % Aperte, per arieggiare e raffreddare il locale, se non si notano fiamme e/o fumo

all’esterno; % Chiuse, per proteggere il locale, si sono presenti fiamme e/o fumo all’esterno;

! Accovacciarsi o sdraiarsi sul pavimento qualora nel locale riuscisse a penetrare fumo; ! Segnalare ai soccorritori la propria presenza in qualsiasi modo se si resta intrappolati

in un ambiente. 4 ! Se gli abiti di qualcuno prendono fuoco:

% Impedirgli di correre; % Farlo stendere a terra e soffocare le fiamme avvolgendo il corpo con una coperta o

con indumenti; % Non utilizzare estintori.

5 ! Durante le operazioni di evacuazione si deve mantenere sempre un comporta-mento ispirato a sentimenti di solidarietà, civismo e collaborazione verso gli al-tri, ma senza dimenticare che, in caso di difficoltà, si è più utili a coloro che si vuole aiutare andando a cercare soccorsi piuttosto che restando intrappolati con loro.

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Emergenza INCENDIO in presenza di disa-bili

Rev. 0.1 6 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i incendio con presenza d i f iamme e fumo in un loca le ne l quale sono

present i d isab i l i d i quals ias i genere i present i devono r icordare che: ! L’esigenza di trasportare o semplicemente assistere disabili in caso d’incendio, o altro

tipo di emergenza, richiede metodiche e comportamenti specifici ed appropriati da parte dei soccorritori. Da qui l’idea di redigere una procedura semplice che supporti l’azione di chi porta aiuto, mettendolo in guardia sugli errori da evitare e suggerendo-gli i modi fra i più corretti per intervenire.

2 ! Si deve ricordare che una persona non identificabile come disabile in condizioni am-bientali normali, se coinvolta in una situazione di crisi potrebbe non essere in grado di rispondere correttamente, ed essere spinta ad adottare, di fatto, comportamenti tali da configurarsi come condizioni transitorie di disabilità.

! Affinché un “soccorritore” possa aiutare concretamente un disabile è necessario che sia in grado di comprendere le esigenze della persona da aiutare, anche in funzione del tipo di disabilità che questa presenta, e che sia in grado di comunicare un primo e rassicurante messaggio in cui siano specificate le azioni basilari da intraprendere per garantire un allontanamento celere e sicuro dalla fonte di pericolo.

3 ! I disabili presenti nell’attività al momento dell’emergenza possono essere lavoratori (dipendenti e studenti) oppure estranei presenti occasionalmente (prestatori d’opera, visitatori, etc.).

! Sono disabili, anche se temporanei o parziali, tutti coloro che si trovano in condizioni particolari (p. es.: donne in stato di gravidanza, persone con arti fratturati, cardiopatici, persone particolarmente emotive, etc.).

! Sarà cura delle persone che si trovano nelle condizioni appena citate attirare l’attenzione dei lavoratori presenti nelle vicinanze e, possibilmente, dei componenti del servizio evacuazione, per segnalare la propria situazione e consentire agli stessi, in tal modo, di intervenire per gestire la situazione di emergenza nel miglior modo possibile.

4 ! Gli elementi critici in questa situazione sono fondamentalmente: % dalle barriere architettoniche presenti nella struttura edilizia (scale, gradini, pas-

saggi stretti, barriere percettive, etc.) che limitano o annullano la possibilità di rag-giungere un luogo sicuro in modo autonomo;

% dalla insufficiente conoscenze appropriate da parte dei soccorritori sulle modalità di percezione, orientamento e fruizione degli spazi da parte di questo tipo di per-sone.

! Queste condizioni si possono verificare contemporaneamente e, pertanto, vanno af-frontate e risolte insieme: % il primo va corretto con la pianificazione degli interventi da apportare nel tempo

agli immobili; % il secondo si affronta predisponendo misure gestionali opportune, quali l’adozione

della “sedia di evacuazione”, e formando in modo specifico il personale incaricato. 5 ! La scelta delle misure da adottare in presenza di disabili dipende dal tipo di disabilità:

þ Motoria ! Scegliere un percorso di esodo accessibile (senza gradini e ostacoli) e aiutare il disabile a percorrerlo.

! La movimentazione di un disabile motorio dipende fondamen-

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talmente dal grado di collaborazione che questo può fornire. Pertanto, per effettuare un’azione che garantisca il corretto espletamento della prestazione richiesta e che, nel contempo, salvaguardi l’integrità fisica del soccorritore, è necessario: % Individuare in ogni disabile motorio tutte le sue possibilità

di collaborazione; % Mettersi in condizione di posizionare le mani in punti di

presa specifici, per consentire il trasferimento della perso-na in modo sicuro;

% Assumere posizioni operative corrette che salvaguardino la schiena dei soccorritori;

% Interpretare le necessità della persona da affiancare e of-frire la collaborazione necessaria.

! Il disabile motorio deve essere movimentato da due soccorri-tori che incrociano le braccia come nella fi-gura per formare un sedile sul quale un terzo soccorritore farà adagiare il disabile motorio, e far passare le braccia di questo sopra le spalle dei due soccorritori che lo sorreggono.

þ Sensoriale uditiva ! Facilitare la comunicazione con frasi brevi aiutate dalla lettura labiale o dalla scrittura.

! Nella comunicazione con un disabile uditivo il soccorritore do-vrà adottare i seguenti accorgimenti: % La lettura labiale è facilitata se chi comunica ha la testa

ferma all’altezza degli occhi del disabile uditivo, il viso il-luminato a una distanza non maggiore di 1,5 m, ed espri-me concetti semplici senza termini inconsueti e acronimi;

% Occorre parlare a voce normale e lentamente, ma senza esagerare e storpiare la pronuncia.

þ Sensoriale visiva ! Manifestare chiaramente la propria presenza e il proprio sup-porto, spiegare il pericolo e le azioni da intraprendere, e gui-dare il disabile visivo in luogo sicuro prendendolo sottobraccio senza tirarlo o spingerlo ma fornendo tutte le indicazioni sul percorso che si sta seguendo e su eventuali ostacoli.

! Nella comunicazione con un disabile visivo il soccorritore do-vrà adottare i seguenti accorgimenti: % Offrire assistenza e chiedere al disabile visivo che spieghi

le sue necessità; % Descrivere in anticipo le azioni da intraprendere illustrando

eventuali ostacoli (porte, curve, scale, etc.); % Lasciare che il disabile afferri leggermente il braccio o la

spalla per farsi guidare; % Se si deve soccorrere più di un disabile visivo invitare gli

stessi a tenersi per mano; % Se si invita un disabile visivo a sedersi occorre accompa-

gnare prima una sua mano a toccare lo schienale del sedi-

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le; % Accertarsi che, raggiunto il luogo sicuro, il disabile visivo

non resti abbandonato a se stesso ma in compagnia di al-tre persone;

% In caso il disabile visivo sia accompagnato da un cane, questo deve essere condotto in salvo col padrone, ma te-nendolo al guinzaglio, non per la “guida” (che deve essere rimossa dal padrone del cane), perché il cane sa che se si usa la guida è lui che deve guidare invece di essere guida-to;

% Non accarezzare il cane senza il permesso del padrone. þ Emotiva ! Mantenere la calma e trasmettere questa sensazione rassicu-

rando il disabile, e mostrare ottimismo sul raggiungimento ve-loce di un luogo sicuro.

þ Cognitiva ! Assicurarsi della cognizione del pericolo e fornire istruzioni semplici sul comportamento da assumere.

! Il comportamento di un disabile cognitivo in situazione di emergenza è totalmente imprevedibile, e va da una collabo-razione completa a una collaborazione parziale o nulla, sino al disconoscimento del rischio con comportamento aggressivi verso il soccorritore o verso sé stesso. In tutte queste situa-zioni il soccorritore deve mantenere la calma e parlare con voce rassicurante, possibilmente facendosi aiutare anche da altri soccorritori.

! Nella comunicazione con un disabile cognitivo il soccorritore dovrà adottare i seguenti accorgimenti: % Fornire istruzioni e informazioni tramite frasi brevi e sem-

plici, spiegando preventivamente cosa si intende fare; % Non trattare il disabile cognitivo con sufficienza o come un

bambino. 6 ! Durante le operazioni di evacuazione si deve mantenere sempre un comporta-

mento ispirato a sentimenti di solidarietà, civismo e collaborazione verso gli al-tri, ma senza dimenticare che, in caso di difficoltà, si è più utili a coloro che si vuole aiutare andando a cercare soccorsi piuttosto che restando intrappolati con loro.

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Emergenza ALLARME EVACUAZIONE Rev. 0.1 7 Coordinate de l r i-schio Responsabile del servizio EVACUAZIONE o suo incaricato 1 In caso d i necess i tà s i deve segu ire la seguente procedura: ! Allarme: % L’avviso di evacuazione è costituito da un segnale acustico emesso da un sistema

appositamente predisposto, eventualmente integrato da un messaggio vocale; ! Il segnale acustico può essere differente per: % Preallarme: suono intermittente con frequenza predeterminata, che segnala la

presenza di un’emergenza per mettere in allerta i presenti, che possono comincia-re a disalimentare le apparecchiature elettriche, chiudere le finestre, raggiungere utenze idriche, restando in attesa di comunicazioni successive (termine emergen-za o ordine di evacuazione);

% Allarme: suono continuo, che segnala l’obbligo dell’evacuazione. 2 In caso d i a l larme i l Responsabi le de l serv iz io evacuaz ione, o un suo incar icato,

deve: ! Eseguire nel punto di raccolta l’appello delle persone che devono convergervi, invi-

tando poi e persone già registrate ad allontanarsi tempestivamente dall’attività e a non riavvicinarsi;

! Verificare l’identità dei nuovi sopraggiunti ripetendo l’invito ad allontanarsi; ! Consegnare l’elenco delle persone mancanti alle squadre di soccorso esterne.

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Emergenza ALLARME EVACUAZIONE Rev. 0.1 8 Coordinate de l r i-schio Responsabili dei LABORATORI 1 In caso d i necess i tà s i deve segu ire la seguente procedura: ! Allarme: % L’avviso di evacuazione è costituito da un segnale acustico emesso da un sistema

appositamente predisposto, eventualmente integrato da un messaggio vocale; ! Il segnale acustico può essere differente per: % Preallarme: suono intermittente con frequenza predeterminata, che segnala la

presenza di un’emergenza per mettere in allerta i presenti, che possono comincia-re a disalimentare le apparecchiature elettriche, chiudere le finestre, raggiungere utenze idriche, restando in attesa di comunicazioni successive (termine emergen-za o ordine di evacuazione);

% Allarme: suono continuo, che segnala l’obbligo dell’evacuazione. 2 In caso d i a l larme i Responsabi l i de i repart i devono:

% Ordinare immediatamente l’evacuazione ordinata del reparto garantendo il suppor-to necessario ai lavoratori e agli studenti esposti a rischi particolari;

% Assicurarsi che siano isolate le apparecchiature interessate all’emergenza e che gli impianti siano riportati rapidamente in sicurezza;

% Disporre l’eventuale intercettazione dei servizi in funzione (gas, acqua, energia elettrica, etc.), intervenendo sugli appositi dispositivi (valvole, interruttori);

% Accertarsi che tutte le persone abbiano abbandonato il locale prima di abbandona-lo a loro volta provvedendo a chiudere la porta;

! Svolti tali compiti: % Recarsi presso il luogo di ritrovo sicuro; % Fornire al servizio di emergenza ogni informazione utile.

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Emergenza ALLARME EVACUAZIONE Rev. 0.1 9 Coordinate de l r i-schio Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i necess i tà s i deve segu ire la seguente procedura: ! Allarme: % L’avviso di evacuazione è costituito da un segnale acustico emesso da un sistema

appositamente predisposto, eventualmente integrato da un messaggio vocale; ! Il segnale acustico può essere differente per: % Preallarme: suono intermittente con frequenza predeterminata, che segnala la

presenza di un’emergenza per mettere in allerta i presenti, che possono comincia-re a disalimentare le apparecchiature elettriche, chiudere le finestre, raggiungere utenze idriche, restando in attesa di comunicazioni successive (termine emergen-za o ordine di evacuazione);

% Allarme: suono continuo, che segnala l’obbligo dell’evacuazione. 2 In caso d i a l larme i lavorator i devono: ! Prima di abbandonare il posto di lavoro, se possibile: % Mettere le attrezzature in sicurezza; % Intercettare i servizi in funzione (gas, acqua, energia elettrica, etc.); % Non spegnere le luci accese; % Abbandonare senza indugi il proprio posto di lavoro per recarsi ordinatamente, con

calma, senza correre, all’esterno dell’edificio presso il luogo di ritrovo sicuro asse-gnato percorrendo il tragitto più breve già individuato, comportandosi nel seguente modo:

% Mantenere la calma; % Evitare di intralciare i soccorsi e/o di creare allarmismi o confusione;

! Nel caso i responsabili del reparto fossero assenti: % Coordinarsi fra loro affinché vengano svolti sicuramente tutti i compiti relativi previ-

sti dal PEE; % Aiutare i colleghi disabili o in difficoltà senza però mettere sé stessi in pericolo: % Se è possibile, accompagnare e assistere il disabile motorio eventualmente affida-

togli sino al punto di raccolta assegnato loro; % Se non è possibile, ricordarsi di segnalare la loro presenza nel punto di ritrovo si-

curo assegnato; ! Nell’evacuazione: % Chiudere la porta dell’ambiente da cui si esce (non a chiave); % Non tornare indietro per alcun motivo; % Non portarsi dietro oggetti voluminosi, ingombranti o pesanti; % Se si restasse intrappolati segnalare con qualsiasi mezzo la propria presenza e la

propria posizione; % Non ostruire gli accessi dell’edificio dopo essere usciti:

! Al termine dell’evacuazione: % Recarsi al punto di raccolta e farsi registrare per evitare che qualcuno possa suc-

cessivamente rischiare la vita per salvare persone che hanno già abbandonato l’edificio;

% Allontanarsi dal punto di raccolta dirigendosi verso la pubblica via, in luogo sicuro, evitando di intralciare i soccorsi.

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Emergenza ALLARME EVACUAZIONE Rev. 0.1 10 Coordinate de l r i sch io Addetto all’ACCOGLIENZA degli studenti e/o visitatori 1 In caso d i necess i tà s i deve segu ire la seguente procedura: ! Allarme: % L’avviso di evacuazione è costituito da un segnale acustico emesso da un sistema

appositamente predisposto, eventualmente integrato da un messaggio vocale; ! Il segnale acustico può essere differente per: % Preallarme: suono intermittente con frequenza predeterminata, che segnala la

presenza di un’emergenza per mettere in allerta i presenti, che possono comincia-re a disalimentare le apparecchiature elettriche, chiudere le finestre, raggiungere utenze idriche, restando in attesa di comunicazioni successive (termine emergen-za o ordine di evacuazione);

% Allarme: suono continuo, che segnala l’obbligo dell’evacuazione. 2 In caso d i a l larme l ’addetto a l l ’accogl ienza a l l ’ ingresso deve: ! Prelevare dal punto presidiato l’elenco dei dipendenti completo dell’indicazione dei

responsabili dei reparti cui chiedere informazioni sulla presenza di eventuali studenti e/o visitatori e dell’elenco degli eventuali lavoratori assenti:

! Avviarsi lungo la via di evacuazione portandosi dietro l’elenco dei presenti nell’attività al fine di consentire, nel punto di raccolta, la verifica dell’avvenuta evacuazione di tut-te le persone (dipendenti e studenti e/o visitatori) presenti nell’attività al momento dell’ordine di evacuazione.

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Emergenza INFORTUNIO Rev. 0.1 11 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 L ’ in fortun io può appartenere a una de l le due categor ie seguent i :

! Lieve, se è possibile il trasporto dell’infortunato con mezzi disponibili nel DIEE: % Ferite; % Contusioni; % Ustioni; % Fratture lievi che non interessino la colonna vertebrale; % Etc.

! Grave, se non è possibile il trasporto dell’infortunato poiché questo potrebbe provoca-re maggiori complicazioni: % Fratture che interessano la colonna vertebrale; % Fratture gravi agli arti o al bacino;

2 In caso d i in fortun io l ieve attuare subito le seguent i az ion i , fondamenta l i per la sa lute de l la persona: ! Chiamare immediatamente il servizio interno di primo soccorso, direttamente o trami-

te il centro di coordinamento (# ); 070 675 5767! Chiedere se nelle vicinanze sono presenti persone (medici, infermieri, volontari, etc.)

in grado di prestare i primi soccorsi; ! Restare vicino all’infortunato, tranquillizzandolo se cosciente o segnalandone subito lo

stato di incoscienza; ! Evitare di accalcarsi intorno all’infortunato, al quale occorrono aria pulita e spazio in-

torno, anche al fine di facilitare i soccorsi; ! Dopo la somministrazione all’infortunato dei primi soccorsi restare a disposizione del

servizio di primo soccorso e, dietro richiesta dei componenti del servizio, fornire tutte le informazioni certe disponibili, evitando conclusioni e/o ipotesi soggettive;

! Se necessario, accompagnare l’infortunato al pronto soccorso. 3 In caso d i in fortun io grave attuare subito le seguent i az ion i , fondamenta l i per la

sa lute de l la persona: ! Mantenere la calma; ! Chiamare immediatamente il servizio interno di primo soccorso, direttamente o trami-

te il centro di coordinamento (# ), ed eventualmente il pronto soccorso 070 675 5767medico-sanitario (# ); 118

! Chiedere se nelle vicinanze sono presenti persone (medici, infermieri, volontari, etc.) in grado di prestare i primi soccorsi;

! Sistemare il colpito nelle migliori condizioni possibili affinché possa riposare tranquillo aprendo il colletto, allentando i vestiti stretti e la cinghia, e coprirgli eventualmente il corpo se sembra che abbia freddo;

! Restare vicino all’infortunato, tranquillizzandolo se cosciente o segnalandone subito lo stato di incoscienza;

! Evitare di accalcarsi intorno all’infortunato, al quale occorrono aria pulita e spazio in-torno, anche al fine di facilitare i soccorsi;

! Tranne nei casi di imminente pericolo di vita evitare tassativamente interventi medico-infermieristici sull’infortunato non conosciuti e non autorizzati: la prima massima di Ip-pocrate è “Primum non nocere”;

! Non spostare l’infortunato e non dargli da bere; ! Limitarsi a esprimere all’infortunato parole e atteggiamenti di calma e rassicurazione,

evitando di intavolare conversazioni che ne accrescano lo stato di stress e ne aggra-

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vino lo shock psicofisico; ! Evitare di porre all’infortunato domande inquisitorie banali del tipo “com’è accaduto?”

o “di chi è la colpa?”; ! Dopo la somministrazione all’infortunato dei primi soccorsi restare a disposizione del

servizio di primo soccorso o di incaricati della ricostruzione dell’accaduto e, dietro ri-chiesta, fornire tutte le informazioni certe disponibili, evitando conclusioni e/o ipotesi soggettive;

! Se si è coinvolti nell’infortunio chiamare subito aiuto, cercando eventualmente di rag-giungere un telefono e dare l’allarme indicando le coordinate esatte e come essere raggiunti;

! Nel caso sia coinvolto nell’infortunio uno studente, un visitatore, o una persona estra-nea al DIEE, che afferma di sentirsi bene e esprime la volontà di allontanarsi chieder-gli sempre di firmare la seguente dichiarazione di scarico delle responsabilità del DIEE:

Dichiarazione di scarico di responsabilità Il sottoscritto __________________________, abitante in _____________ al n° ____ della via __________________________________________ di-chiara di non aver subito alcuna conseguenza da quanto accaduto il giorno ___/___/___ alle ore ___:____ presso l’edificio A/B del DIEE, ed è certo di non aver necessità di ulteriore assistenza. firma

! Evitare riferimenti a possibili coperture assicurative e impedite che lo faccia un altro dipendente di UniCA o collaboratore.

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Emergenza INFORTUNIO Rev. 0.1 12 Coordinate de l r i sch io Componenti del servizio PRIMO SOCCORSO 1 L ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene deve atteners i a i seguent i pr inc ip i

comportamenta l i : ! Valutare rapidamente se l’infortunato respira ed è cosciente: ! Mantenere la calma e non operare con precipitazione; ! Accertare se l’infortunato: % Respira; % Perde sangue; % È sotto shock; e, di conseguenza: % Aiutare la respirazione; % Arrestare l’emorragia; % Prevenire lo shock;

! Chiamare direttamente, o accertare che venga chiamato, il pronto soccorso medico- sanitario (# ); 118

! Cercare, con l’aiuto dei presenti, di ricostruire l’accaduto in modo affidabile per fornire una ricostruzione attendibile al Direttore del DIEE.

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Emergenza mancanza di tensione di rete Rev. 0.1 13 Coordinate de l r i-schio Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i mancanza de l la tens ione d i rete: ! Mantenere la calma; ! Se ci si trova in area completamente al buio: % Attendete qualche istante per verificare se si tratta di un black-out temporaneo e

consentire, nel frattempo, all’apparato visivo di adattarsi alla situazione (dopo al-cuni minuti la funzione di trasferimento dell’apparato visivo si sposta di 28 nm ver-so le frequenze più alte);

% Dopo l’adattamento dell’apparato visivo cercare di ambientarsi aiutandosi con la memoria, quindi muoversi con molta prudenza in direzione dell’uscita o da un’area con l’illuminazione di sicurezza attiva;

% Fornire assistenza ai visitatori nelle immediate vicinanze od altre persone che possano cominciare a perdere la calma, indicando loro la direzione giusta e ac-compagnandole con delicatezza, senza spingerle;

! Se ci si trova in un ascensore: % Mantenere la calma e cercare di calmare eventuali altre persone che mostrino

tendenza ad agitarsi o provassero un senso di soffocamento da claustrofobia; % Attivare il pulsante di emergenza per richiamare l'attenzione del personale di soc-

corso che potrebbe spostare la cabina ad un piano.

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Emergenza elettrocuzione-folgorazione Rev. 0.1 14 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 Il sostantivo elettrocuzione definisce il passaggio accidentale di una corrente elettrica at-

traverso il corpo di un operatore che entri in contatto con una parte di impianto in tensio-ne, mentre il sostantivo folgorazione definisce l’insieme degli effetti, spesso letali, deter-minati dall’elettrocuzione. I due sostantivi possono essere considerati sinonimi di rischio elettrico, che può manifestarsi sotto forma di contatti: ! Diretto se avviene toccando una parte dell’impianto elettrico normalmente sotto ten-

sione; ! Indiretto se avviene toccando una parte dell’impianto sotto tensione non normalmen-

te, ma solo a causa di un evento accidentale. 2 In caso d i contatto e lettr ico (d iretto o ind iretto) i lavorator i dovranno attener-

s i a i seguent i pr inc ip i comportamenta l i : ! Se la persona è ancora in contatto toccarla solo dopo aver aperto l’interruttore gene-

rale o aver staccato dalla presa la spina dell’apparecchio elettrico in tensione; ! Nel caso non si sappia dove si trova l’interruttore generale è necessario cercare di

separare l’infortunato dal componente elettrico col quale è in contatto utilizzando un attrezza isolante, anche di fortuna, in legno non umido o plastica (p. es.: una scopa o una sedia);

! Posizionare l’infortunato in decubito laterale per ridurre eventuali difficoltà respiratorie; ! Chiamare immediatamente il servizio interno di primo soccorso ed eventualmente il

pronto soccorso medico-sanitario (# ). 1183 Nel caso l ’ in fortunato s ia incosc iente o i l batt i to cardiaco assente, appl icare le

manovre d i r ian imaz ione, ma so lo se s i è in grado d i operare correttamente. 4 Per ev itare contatt i e lettr ic i , o comunque r idurne i l r i sch io, r i spettare le se-

guent i i s truz ion i : ! Evitare di avvicinarsi a componenti elettrici normalmente in tensione; ! Nel caso si notino surriscaldamento di conduttori elettrici, scintille o i loro effetti, fumo,

odore di bruciato avvertire immediatamente un addetto alla prevenzione incendi; ! Nel caso di scosse elettriche di lieve entità nel contatto con oggetti metallici avvertire

immediatamente il funzionario tecnico esperto sig. Corrado Liori (# ) e il 3204373050Direttore del DIEE (# ); 3204372920

! L’uso di prese a spina mobili multiple, eventualmente con prolunga, è vietato nei luoghi speciali (CEI 64-8/7, nel caso in esame: aule, locale server e, soprattutto, a maggior rischio di incendio o esplosione) ma, se con corrente nominale non superiore a 16 A, provviste di contatti di terra e conformi alla norma CEI 23-50 (o CEI EN 60309-2), possono essere utilizzate negli altri ambienti. Per evitare il sovraccarico di una presa, però, la norma CEI 23-57:07 vieta l’inserimento di un adattatore su un altro adattatore, come nell’immagine, e impone al produttore di inserire nelle istruzioni il simbolo a lato. In realtà è un modo di ricordare che le prese civili, progettate e installate per sostenere un ca-rico di 10 A o circa 1,7 kW ( ugelli più vicini nella presa universale a la-to) o 16 A o circa 2,8 kW (ugelli più lontani oppure Shuko nella presa universale a lato), non devono essere sovraccaricate.

! Gli adattatori multipli e le prese moltiple mobili hanno generalmente al-veoli non protetti dalla polvere (IP 5X), quindi devono essere montate,

16 A

10 A

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o posizionate, in modo che l’asse di inserimento della spina sia orizzontale, non verti-cale dall’alto.

! Al termine della giornata lavorativa devono essere spente tutte le apparecchiature elettriche non indispensabili per la continuità del servizio;

! Prestare attenzione a non danneggiare l’isolamento dei componenti elettrici.

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Emergenza elettrocuzione-folgorazione Rev. 0.1 15 Coordinate de l r i sch io Componenti del servizio PRIMO SOCCORSO 1 L ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene deve atteners i a i seguent i pr inc ip i

comportamenta l i : ! Se la persona è ancora in contatto toccarla solo dopo aver aperto l’interruttore gene-

rale o aver staccato dalla presa la spina dell’apparecchio elettrico in tensione; ! Verificare se l’infortunato è cosciente, oppure no: % È cosciente se reagisce agli stimoli esterni (scuotimento per le spalle e richiamo

ad alta voce); ! Se l’infortunato non è cosciente è necessario valutare i due parametri vitali fondamen-

tali: % Sussistenza di toni cardiaci: " Posando l’orecchio sula parte sinistra del torace dell’infortunato; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria radiale in corri-

spondenza del polso nel lato del palmo della mano e nella direzione del pollice; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria giugulare in corri-

spondenza del lato del collo; in assenza di attività cardiaca: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico-sanitario (# ); 118" Procedere al massaggio cardiaco esterno;

% Sussistenza di respirazione (per la durata di 10 s): " Aprire le vie aeree dell’infortunato spingendo indietro la testa tramite l’appli-

cazione di un palmo della mano sulla sua fronte e il sollevamento del mento con due dita dell’altra mano (eventuali dentiere devono essere rimosse solo se dislocate);

" Avvicinando l’orecchio alla bocca e al naso dell’infortunato; " Avvicinando alla bocca e al naso uno specchietto o un paio di occhiali per veri-

ficare se si appanna; " Osservando i movimenti del torace dell’infortunato (dovrebbe muoversi 5 cm

con 100 escursioni al minuto); In assenza di respirazione: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico-sanitario (# ); 118" Effettuare la respirazione bocca a bocca;

senza perdere tempo: la possibilità di sopravvivenza è inversamente proporzio-nale al tempo perso, e decresce dal 90% un minuto dopo che il cuore si è ferma-to sino al 10% al nono minuto, ma può essere anche triplicata con un massag-gio cardiopolmonare (massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca) im-mediato, quindi è necessario intervenire prima.

! Posizionare l’infortunato in decubito laterale per ridurre eventuali difficoltà respiratorie se già non ha provveduto il primo soccorritore;

! Chiamare direttamente, o accertare che venga chiamato, il pronto soccorso medico- sanitario (# ) per accertamento clinico, poiché l’infortunato è a rischio di danni al 118cuore, al cervello e ai reni;

! Al fine di poter fornire al Direttore del DIEE una ricostruzione attendibile cercare di ri-costruire l’accaduto in modo affidabile con l’aiuto dei presenti.

2 Se occorre prat icare i l massaggio cardiaco (Rian imaz ione Cardio-Polmonare, o RCP): ! Posare l’infortunato supino su un piano rigido;

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! Unire le mani, con i palmi sovrapposti: % Leggermente incrociate come nell’imma-

gine a lato; oppure: % Allineati con le dita intersecate;

! Tenendo i gomiti ben estesi posare i palmi sovrapposti sulla metà inferiore dello sterno;

! Esercitare, in senso verticale, una pressione che faccia abbassare lo sterno di circa 5 cm, poi rilasciare rapidamente;

! Ripetere la manovra eseguendo sullo sterno 30 compressioni in 18 s (100 volte al mi-nuto), possibilmente associandola alla respirazione artificiale praticata da un altro soccorritore ü Nel caso il soccorritore sia unico deve praticare 30 compressioni in 18 s, poi due

respirazioni bocca a bocca; ü Nel caso i soccorritori siano due, uno attua il massaggio cardiaco senza pause e

l’altro una respirazione bocca a bocca ogni 5 compressioni; fino a quando il battito cardiaco è tornato normale e il viso dell’infortunato ha ripreso colore, controllando il battito cardiaco dopo un minuto e successivamente ogni tre minuti

3 Se occorre prat icare la resp iraz ione bocca a bocca: ! Rimuovere eventuali corpi estranei nella bocca dell’infortu-

nato; ! Inclinare il capo all’indietro; ! Chiudere le narici; ! Insufflare la propria aria nella bocca dell’infortunato con un

ritmo di circa 15∏18 atti al minuto sino a quando ricomincia a respirare.

! Non sono noti casi di trasmis-sione di HIV, ma si sono verifica-ti, sebbene isolati, casi di tra-smissione di TBC e SARS: è op-portuno, e fortemente consiglia-to, l’uso di una maschera tasca-bile, che consente l’esecuzione di una ventilazione artificiale senza entrare in contatto con l’infortunato.

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Emergenza CARDIOPOLMONARE Rev. 0.1 16 Coordinate de l r i sch io Componenti del servizio PRIMO SOCCORSO 1 L ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene deve atteners i a i seguent i pr inc ip i

comportamenta l i : ! Se l’emergenza dipende da fattori esterni valutare velocemente, ma in modo appro-

fondito, la sicurezza ambientale, ed eventualmente raggiungere con l’infortunato un luogo sicuro;

! Verificare se l’infortunato è cosciente, oppure no: % È cosciente se reagisce agli stimoli esterni (scuotimento per le spalle e richiamo

ad alta voce); ! Se l’infortunato non è cosciente è necessario valutare i due parametri vitali fondamen-

tali: % Sussistenza di toni cardiaci: " Posando l’orecchio sula parte sinistra del torace dell’infortunato; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria radiale in corri-

spondenza del polso nel lato del palmo della mano e nella direzione del pollice; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria giugulare in corri-

spondenza del lato del collo; in assenza di attività cardiaca: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico-sanitario (# ); 118" Procedere al massaggio cardiaco esterno;

% Sussistenza di respirazione (per la durata di 10 s): " Aprire le vie aeree dell’infortunato spingendo indietro la testa tramite l’appli-

cazione di un palmo della mano sulla sua fronte e il sollevamento del mento con due dita dell’altra mano (eventuali dentiere devono essere rimosse solo se dislocate);

" Avvicinando l’orecchio alla bocca e al naso dell’infortunato; " Avvicinando alla bocca e al naso uno specchietto o un paio di occhiali per veri-

ficare se si appanna; " Osservando i movimenti del torace dell’infortunato (dovrebbe muoversi 5 cm

con 100 escursioni al minuto); In assenza di respirazione: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico-sanitario (# ); 118" Chiedere che venga portato velocemente un DAE (defribillatore semiautomati-

co esterno); " In attesa che arrivi il DAE eseguire in sequenza le seguenti operazioni:

ü massaggio cardiaco esterno; ü due insufflazioni bocca a bocca (preferibilmente utilizzando la maschera ta-

scabile in dotazione); in modo ripetuto;

senza perdere tempo: la possibilità di sopravvivenza è inversamente proporzio-nale al tempo perso, e decresce dal 90% un minuto dopo che il cuore si è ferma-to sino al 10% al nono minuto, ma può essere triplicata con un massaggio car-diopolmonare (massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca) immediato, quindi è necessario intervenire prima.

! Dopo che l’infortunato ha ripreso a respirare posizionarlo in decubito laterale per ri-durre eventuali difficoltà respiratorie (in caso di traumi questa posizione può essere pericolosa, pertanto è opportuno cambiare lato dopo 30 minuti nel caso l’attesa del

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pronto soccorso si prolunghi); ! Chiamare direttamente, o accertare che venga chiamato, il pronto soccorso medico-

sanitario (# ) per accertamento clinico, poiché l’infortunato è a rischio di danni al 118cuore, al cervello e ai reni;

! Al fine di poter fornire al Direttore del DIEE una ricostruzione attendibile cercare di ri-costruire l’accaduto in modo affidabile con l’aiuto dei presenti.

2 I l massaggio cardiaco esterno deve essere prat icato adottando le seguent i procedure: ! Posare l’infortunato supino su un piano rigi-

do; ! Unire le mani, con i palmi sovrapposti: % Leggermente incrociate come nell’imma-

gine a lato; oppure: % Allineati con le dita intersecate;

! Posare i palmi sovrapposti sulla metà inferio-re dello sterno tenendo i gomiti ben estesi;

! Esercitare in senso verticale una compressione che faccia abbassare lo sterno di cir-ca 5 cm, poi rilasciare rapidamente;

! Ripetere la manovra eseguendo sullo sterno 30 compressioni in 18 s (100 volte al mi-nuto), possibilmente associandola alla respirazione artificiale praticata da un altro soccorritore ü Nel caso il soccorritore sia unico deve praticare 30 compressioni in 18 s, poi due

respirazioni bocca a bocca; ü Nel caso i soccorritori siano due, uno attua il massaggio cardiaco senza pause e

l’altro una respirazione bocca a bocca ogni 5 compressioni; fino a quando il battito cardiaco è tornato normale e il viso dell’infortunato ha ripreso colore, controllando il battito cardiaco dopo un minuto e successivamente ogni tre minuti.

3 La resp iraz ione bocca a bocca deve essere prat icata adot-tando le seguent i procedure: ! Inclinare il capo all’indietro; ! Rimuovere eventuali corpi estranei nella bocca dell’infortu-

nato; ! Chiudere le narici; ! Insufflare la propria aria nella bocca dell’infortunato con un

ritmo di circa 1 atto ogni 2,5 s (costituito da una insufflazione della durata di 1 s, controllando che il torace si sollevi, alter-nata a 1,5 s di pausa per l’espirazione, durante il quale si de-ve controllare che il torace si abbassi); ü Nel caso il soccorritore sia unico due volte alternate al massaggio cardiaco; ü Nel caso i soccorritori siano due, una volta ogni 5 compressioni; fino a quando il battito cardiaco è tornato normale e il viso dell’infortunato ha ripreso colore, controllando il battito cardiaco dopo un minuto e successivamente ogni tre minuti.

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! Non sono noti casi di trasmis-sione di HIV, ma si sono verifica-ti, sebbene isolati, casi di tra-smissione di TBC e SARS: è op-portuno, e fortemente consiglia-to, l’uso di una maschera tasca-bile, che consente l’esecuzione di una ventilazione artificiale senza entrare in contatto con l’infortunato.

4 I l de f ibr i l latore semiautomat ico esterno (DAE) s i ut i l i zza ne l seguente modo: ! Accertarsi che l’infortunato sia incoscien-

te; ! Accertarsi che il capo dell’infortunato sia

in posizione corretta (vedasi “apertura delle vie aeree);

! Accertarsi che il respiro sia assente o non normale (in genere lento e rumoro-so)

! Asciugare, se necessario, il torace dell’infortunato;

! Accendere il DAE e collegare le piastre al torace dell’infortunato posizionandole: % La prima sulla parete laterale sinistra

del torace; % La seconda sotto la clavicola destra,

prestando attenzione a non collocarla sopra il tessuto mammario (soprattutto in una donna), dopo aver raso la pelle col rasoio in dotazione;

come mostra la figura; ! Posizionarsi a distanza di sicurezza dal corpo dell’infortunato, e far allontanare chiun-

que si trovi nelle vicinanze dell’infortunato per evitare che possa generare vibrazioni che potrebbero interrompere l’analisi o interferire con essa;

! Il DAE analizza il ritmo cardiaco dell’in-fortunato e decide se consigliare la scarica: Se il DAE non consiglia la scarica riprendere immediatamente il massaggio cardio-polmonare; Se il DAE consiglia la scarica rammentare ad alta voce che nessuno deve restare vi-cino all’infortunato e premere il tasto rosso (“shock” oppure “ON”) il più rapidamente possibile, poi riprendere immediatamente il massaggio cardiopolmonare per 2 minuti (5 cicli di 30 compressioni alternati a due insufflazioni di ventilazione artificiale); Dopo 2 minuti il DAE inizia un nuovo ciclo di analisi.

! Continuare sino a quando: % L’infortunato comincia a dimostrare segni di risveglio, a muoversi, ad aprire gli

occhi, a respirare normalmente; % Arriva il pronto soccorso; % Non riuscite più a proseguire.

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Emergenza ustioni Rev. 0.1 17 Coordinate de l r i sch io Componenti del servizio PRIMO SOCCORSO 1 L ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene, o dal quale s i reca l ’ in fortunato, de-

ve atteners i a i seguent i pr inc ip i comportamenta l i : ! Allontanare l’agente ustionante (calore o componente chimico corrosivo); ! Verificare se l’infortunato è cosciente, oppure no: È cosciente se reagisce agli stimoli esterni; ! Se l’infortunato non è cosciente è necessario valutare i due parametri vitali fondamen-

tali: Sussistenza di toni cardiaci:

" Posando l’orecchio sula parte sinistra del torace dell’infortunato; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria radiale in corri-

spondenza del polso nel lato del palmo della mano e nella direzione del pollice; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria giugulare in corri-

spondenza del lato del collo; in assenza di attività cardiaca: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico- sanitario (# ); 118" Procedere al massaggio cardiaco esterno;

Sussistenza di respirazione: " Avvicinando l’orecchio alla bocca e al naso dell’infortunato; " Avvicinando alla bocca e al naso uno specchietto o un paio di occhiali per veri-

ficare se si appanna; " Osservando i movimenti del torace dell’infortunato (dovrebbe muoversi 5 cm

con 15÷18 escursioni al minuto); In assenza di respirazione: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico- sanitario (# ); 118" Effettuare la respirazione bocca a bocca;

! Allentare gli indumenti che producono compressione sull’area ustionata; ! Invitare l’infortunato a levarsi i vestiti eventualmente impregnati di sostanze irritanti

e/o caldi e ancora fumanti; ! Lavare per almeno 20 minuti l’area ustionata con soluzione fisiologica sterile, oppure

con acqua fredda, per asportare, totalmente o almeno in parte consistente, l’energia termica immagazzinata;

! Detergere l’area ustionata con soluzione acquosa di amuchina al 3%; ! Medicare, possibilmente con sostanze cicatrizzanti; ! Non forare le vesciche causate dalle bruciature; ! Avvolgere la superficie ustionata con bende sterili imbevute di sostanze antisettiche; ! Nel caso l’ustionato sia cosciente e non abbia sintomi di nausea o vomito dargli da

bere, a piccoli sorsi, una soluzione di acqua salata (un cucchiaino di sale da cucina in un litro d’acqua), ma non nel caso l’ustionato sia in stato di shock, abbia perso i sensi, o abbia ustioni nel viso;

! Accompagnare l’infortunato al pronto soccorso, o farlo accompagnare da un incarica-to adeguatamente istruito sulla genesi dell’infortunio o al quale abbia consegnare una scheda che riassuma i dati anagrafici dell’infortunato, le circostanze dell’incidente, e la natura della sostanza ustionante;

! Cercare, con l’aiuto dei presenti, di ricostruire l’accaduto in modo affidabile per fornire una ricostruzione attendibile al Direttore del DIEE.

2 Se occorre prat icare i l massaggio cardiaco:

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! Posare l’infortunato supino su un piano rigi-do;

! Unire le mani, con i palmi sovrapposti: Leggermente incrociate come nell’imma-

gine a lato; oppure:

Allineati con le dita intersecate; ! Posare i palmi sovrapposti sulla metà inferio-

re dello sterno tenendo i gomiti ben estesi; ! Esercitare in senso verticale una pressione

che faccia abbassare lo sterno di circa 2÷4 cm, poi rilasciare rapidamente; ! Ripetere la manovra ogni secondo (60 volte al minuto), possibilmente associandola

alla respirazione artificiale praticata da un altro soccorritore; ! Nel caso il soccorritore sia unico deve praticare 50÷70 compressioni in un minuto, poi

due respirazioni bocca a bocca; ! Nel caso i soccorritori siano due uno attua il massaggio cardiaco senza pause e l’altro

una respirazione bocca a bocca ogni 5 compressioni fino a quando il battito cardiaco è tornato normale e il viso dell’infortunato ha ripreso colore, controllando il battito cardiaco dopo un minuto e successivamente ogni tre minuti.

3 Se occorre prat icare la resp iraz ione bocca a bocca: ! Rimuovere eventuali corpi estranei nella bocca dell’infortu-

nato; ! Chiudere le narici; ! Inclinare il capo all’indietro; ! Insufflare la propria aria nella bocca dell’infortunato con un

ritmo di circa 15 atti al minuto sino a quando ricomincia a re-spirare.

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Emergenza ferite ed eventuale emorragia Rev. 0.1 18 Coordinate de l r i sch io Componenti del servizio PRIMO SOCCORSO 1 L ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene, o dal quale s i reca l ’ in fortunato, de-

ve atteners i a i seguent i pr inc ip i comportamenta l i : ! Lavarsi accuratamente le mani; ! Detergere la cute attorno alla ferita, possibilmente con acqua e sapone; ! Lavare l’interno della ferita con soluzione fisiologica, o acqua distillata, sterile, cer-

cando di allontanare delicatamente eventuali corpi estranei (polvere, sabbia, etc.) vi-sibili e liberi, ma senza cercare di estrarre schegge o corpi ritenuti;

! Disinfettare procedendo dai margini della ferita verso l’esterno (ma senza coinvolgere l’interno della ferita) con mercurocromo al 2% oppure acqua ossigenata;

! Utilizzare bende sterili, mai ovatta; ! In caso di ferite al braccio far levare all’infortunato anelli e bracciali; ! Nel caso non si sia sicuri di aver praticato una medicazione completa, e in caso di fe-

rite da punta (che sono molto pericolose, soprattutto nella mano) accompagnare l’infortunato al pronto soccorso, o farlo accompagnare da un incaricato adeguatamen-te istruito sulla genesi dell’infortunio o al quale abbia consegnare una scheda che riassuma i dati anagrafici dell’infortunato, le circostanze dell’incidente, e l’attrezzo re-sponsabile della ferita;

! Cercare, con l’aiuto dei presenti, di ricostruire l’accaduto in modo affidabile per fornire una ricostruzione attendibile al Direttore del DIEE.

2 Nel caso la fer i ta produca emorragia l ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene, o dal quale s i reca l ’ in fortunato, deve atteners i a i seguent i pr inc ip i comporta-menta l i : ! L’emorragia interessa. ! Nel caso l’emorragia sia localizzata nel tronco adagiare l’infortunato con la ferita più in

alto del cuore; ! Nel caso l’emorragia sia localizzata alle estremità degli arti sollevare l ‘arto infortuna-

to; ! In entrambi i casi fasciare con bendaggio compressivo-occlusivo, tenendo presente

che l’emorragia interessa: " Un vaso arterioso se il sangue è pulsante; " Un vaso venoso se il sangue esce con continuità; pertanto:

Se l’emorragia interessa un vaso arterioso la compressione deve essere esercitata con laccio emostatico, o un tubo in gomma, o bretelle, o cravatta, o foulard, etc. (è tassativamente vietato l’uso di cordicelle, fili metallici e oggetti simili), vicino alla fonte emorragica ma a monte della stessa (fra la fonte emorragica e il cuore), senza strin-gere troppo;

Se l’emorragia interessa un vaso venoso la compressione deve essere esercitata di-rettamente sulla sede della lesione, oppure vicino alla fonte emorragica ma a valle della stessa (dalla parte più lontana del cuore), senza stringere troppo e facendo at-tenzione a non interrompere la circolazione arteriosa (è presente solo se si rilevano pulsazioni a valle del laccio);

! Il bendaggio ematico deve essere allentato in caso di rigonfiamento e disturbi vasco-lari da stasi, e successivamente va ripristinato;

! Se non fossero disponibili garze o fasce si può premere direttamente sulla ferita con le dita ben lavate;

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! Durante la fasciatura mantenere sempre ben lontana da terra la garza. 3 Nel caso l ’ emorragia s ia importante l ’ eccess iva perd ita d i sangue può determinare

uno stato d i shock ! In questo caso l’infortunato apparirà: Pallido, freddo, sudato, con respiro superficiale e affannoso, con battito cardiaco ac-

celerato; e l’addetto al primo soccorso che interviene, o dal quale si reca l’infortunato, deve:

Osservare attentamente le precauzioni sulla quota relativa fra cuore e fonte emorra-gica illustrate nel punto 2;

Mettere l’infortunato al caldo..

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Emergenza intossicazione da gas Rev. 0.1 19 Coordinate de l r i sch io Componenti del servizio PRIMO SOCCORSO 1 L ’addetto a l pr imo soccorso che interv iene in caso d i intoss icaz ione da gas (per

esempio i l monoss ido d i carbonio prodotto da un incendio), deve atteners i a i se-guent i pr inc ip i comportamenta l i : ! Allontanare al più presto l’infortunato dall’area invasa dai gas e portarlo all’aria fresca; ! Verificare se l’infortunato è cosciente, oppure no: È cosciente se reagisce agli stimoli esterni; ! Se l’infortunato non è cosciente è necessario valutare i due parametri vitali fondamen-

tali: Sussistenza di toni cardiaci:

" Posando l’orecchio sula parte sinistra del torace dell’infortunato; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria radiale in corri-

spondenza del polso nel lato del palmo della mano e nella direzione del pollice; " Posando i polpastrelli di indice, medio e anulare, sull’arteria giugulare in corri-

spondenza del lato del collo; in assenza di attività cardiaca: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico- sanitario (# ); 118" Procedere al massaggio cardiaco esterno;

Sussistenza di respirazione: " Avvicinando l’orecchio alla bocca e al naso dell’infortunato; " Avvicinando alla bocca e al naso uno specchietto o un paio di occhiali per veri-

ficare se si appanna; " Osservando i movimenti del torace dell’infortunato (dovrebbe muoversi 5 cm

con 15÷18 escursioni al minuto); In assenza di respirazione: " Chiamare immediatamente il pronto soccorso medico- sanitario (# ); 118" Effettuare la respirazione bocca a bocca;

! Se necessario praticare la respirazione bocca-bocca; ! Accompagnare l’infortunato al pronto soccorso, o farlo accompagnare da un incarica-

to adeguatamente istruito sulla genesi dell’infortunio o al quale abbia consegnare una scheda che riassuma i dati anagrafici dell’infortunato, le circostanze dell’incidente, e la natura del gas che ha provocato l’intossicazione;

! Cercare, con l’aiuto dei presenti, di ricostruire l’accaduto in modo affidabile per fornire una ricostruzione attendibile al Direttore del DIEE.

2 Se occorre prat icare i l massaggio cardiaco: ! Posare l’infortunato supino su un piano rigi-

do; ! Unire le mani, con i palmi sovrapposti: Leggermente incrociate come nell’imma-

gine a lato; oppure:

Allineati con le dita intersecate; ! Posare i palmi sovrapposti sulla metà inferio-

re dello sterno tenendo i gomiti ben estesi; ! Esercitare in senso verticale una pressione che faccia abbassare lo sterno di circa

2÷4 cm, poi rilasciare rapidamente;

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! Ripetere la manovra ogni secondo (60 volte al minuto), possibilmente associandola alla respirazione artificiale praticata da un altro soccorritore;

! Nel caso il soccorritore sia unico deve praticare 50÷70 compressioni in un minuto, poi due respirazioni bocca a bocca;

! Nel caso i soccorritori siano due uno attua il massaggio cardiaco senza pause e l’altro una respirazione bocca a bocca ogni 5 compressioni fino a quando il battito cardiaco è tornato normale e il viso dell’infortunato ha ripreso colore, controllando il battito cardiaco dopo un minuto e successivamente ogni tre minuti.

3 Se occorre prat icare la resp iraz ione bocca a bocca: ! Rimuovere eventuali corpi estranei nella bocca dell’infortu-

nato; ! Chiudere le narici; ! Inclinare il capo all’indietro; ! Insufflare la propria aria nella bocca dell’infortunato con un

ritmo di circa 15 atti al minuto sino a quando ricomincia a re-spirare.

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Emergenza inquinamento chimico Rev. 0.1 20 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i r i lasc io d i sostanze ch imiche o inquinamento chimico atteners i a i se-

guent i pr inc ip i comportamenta l i : ! Aprire le finestre; ! Allontanarsi, e far allontanare tutte le persone presenti, dall’area di rilascio e da quelle

contigue; ! Informare immediatamente il responsabile del servizio di emergenza, o un addetto del

medesimo servizio, tramite il centro di coordinamento (# ) o direttamen-070 675 5767te;

! Incaricare qualcuno di: Impedire l’avvicinamento all’area di rilascio a chiunque non appartenga ai servizi di

prevenzione incendi e d’evacuazione, o applicare un avviso nel percorso d’accesso all’area a rischio;

Impedire che vengano attivate fonti di innesco di un incendio (interruttore della luce, accendino, cellulare, apparecchi elettrici in genere, etc.);

! Se la sostanza chimica è andata in contatto con la pelle di qualcuno: Sciacquare immediatamente con acqua pulita abbondante la zona della pelle inte-

ressata, eventualmente aiutando coloro che non sono in grado di farlo da soli, anche se si ritiene che la sostanza possa non essere tossica;

Chiamare il servizio interno di primo soccorso ed eventualmente il pronto soccorso (# ) secondo le modalità indicate; 118

! Informare il Direttore. 2 Se la sostanza ch imica r i lasc iata innesca un incendio:

! Mantenere la calma; ! Informare immediatamente il responsabile del servizio prevenzione incendi, o un ad-

detto del medesimo servizio, tramite il centro di coordinamento (# ) o 070 675 5767direttamente;

! Se il principio di incendio è modesto, e si ritiene di essere in grado di intervenire: Cercare di estinguerlo con un estintore a polvere polivalente; Fare attenzione a non mettere a repentaglio la propria incolumità, ed evitare che

l’espansione del fuoco possa invadere la via fi fuga; ! Nel caso si ritenga di non poter intervenire sull’incendio: Non mettere in allerta autonomamente i Vigili del fuoco; Abbandonare gli oggetti personali per non ritardare l’evacuazione rischiando di resta-

re intrappolati dal fuoco; Raggiungere il punto di raccolta chiudendo dietro di sé finestre e porte; Seguire le procedure specifiche per i casi di incendio; Non rientrare nell’area evacuata sino alla dichiarazione di termine dell’emergenza; Non infrangere le finestre per non alimentare l’incendio con aria di rinnovo.

3 Per poter prevedere e preven ire conseguenze nocive a l r i lasc io d i sostanze ch im i-che è necessar io ass icurars i che: ! Nei locali in cui siano presenti sostanze chimiche siano conservate anche le schede

di sicurezza conformi alle prescrizioni Reach;

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4 Nota Bene Tutti gli spargimenti accidentali di sostanze chimiche devono essere riferiti al responsabi-le del servizio di prevenzione incendi indipendentemente dal fatto che abbiano o meno causato incendi, inquinamento o danni localizzati.

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Emergenza SORGENTI DI RADIAZIONI Rev. 0.1 21 Coordinate de l r i-schio Tutti i LAVORATORI 1 In s i tuaz ione d i emergenza: ! Cercare di prelevare e allontanare la sorgente, oppure accertarsi che la sorgente sia

chiaramente segnalata con il cartello in dotazione per facilitare il compito del persona-le di intervento o soccorso;

! In ogni caso avvisare sempre il responsabile della gestione delle sorgenti di radiazio-ni.

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Emergenza ORDIGNI ESPLOSIVI Rev. 0.1 22 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 Nel caso venga denunciata la presenza d i ordign i esp los iv i s i dovrà dare immedia-

tamente l ’a l larme a l numero d i emergenza spec i f icando esattamente: ! Generalità, cellulare o numero fisso al quale si è reperibili; ! Ubicazione dell’attività e proprie coordinate interne esatte; ! Natura dell’emergenza; ! Presenza di persone in pericolo da soccorrere, o infortunate; a l f ine d i consent ire a l serv iz io d i emergenza l ’att ivaz ione de i soccors i pubbl ic i e , se necessar io, l ’ e-vacuaz ione de l l ’ ed i f ic io .

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Emergenza Esplosine Rev. 0.1 23 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 Nel caso avvenga un ’esp los ione (p. es . : conten itor i d i sostanze ch imiche), che

crea s i tuaz ion i potenz ia lmente per icolose per la v ita de i present i , s i deve proce-dere ne l seguente modo: ! Mantenere la calma; ! Prepararsi a fronteggiare la possibilità di ulteriori esplosioni per effetto domino; ! Rifugiarsi sotto una scrivania, possibilmente robusta, avvicinandola alle pareti perime-

trali per evitare il rischio di sprofondamento del pavimento, o in un sottoscala, o nel vano di una porta che si apre su un muro portante;

! Allontanarsi da finestre, armadi con ante vetrate, scaffali di libri o strumenti o apparati elettrici, oggetti che possono cadere;

! Dirigersi verso un luogo sicuro aprendo le porte e muovendosi con estrema prudenza, saggiando il pavimento, le scale e i pianerottoli col piede che non sopporta il peso del corpo prima di avventurarsi sopra, mantenendosi in prossimità dei muri sia nei corri-doi sia nelle scale, in quanto sono queste le aree strutturalmente più robuste;

! Scendere le scale a ritroso, evitando di trasferire il peso sul gradino sottostante senza essersi prima accertati che fornisca un supporto sufficiente;

! Controllare attentamente la presenza di crepe, soprattutto quelle orizzontali che te-stimoniano una sollecitazione delle mura verso l’esterno, quindi mettono in evidenza condizioni di rischio più elevate di quelle evidenziate dalle crepe verticali;

! Seguire le istruzioni dei componenti del servizio di evacuazione, e dirigersi perso il punto di raccolta assegnato se viene dichiarato lo stato di evacuazione;

! Non usare l’ascensore; ! Non fare luce con fiammiferi o accendini; ! Non utilizzare il cellulare se non in caso di estrema urgenza; ! Non diffondere informazioni non certe; ! Non spostare una persona traumatizzata dall’esplosione a meno che sia in evidente

immediato pericolo di vita (crollo, incendio, etc.). 2 Dopo aver raggiunto i l punto d i r i trovo ev itare d i par lare con rappresentant i

degl i organi d i in formaz ione d i ind ir izzar l i verso i l Direttore de l DIEE o i l re-sponsabi le de l serv iz io d i evacuaz ione.

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Emergenza MINACCIA ARMATA O PRESENZA DI FOLLE

Rev. 0.1 24 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i m inacc ia armata o presenza d i un fo l le i lavorator i dovranno atteners i

a i seguent i pr inc ip i comportamenta l i : ! Se la minaccia è all’esterno non abbandonare i posti di lavoro e non affacciarsi alle

porte del locale per curiosare; ! Se la minaccia è all’interno, ma indiretta, restare ciascuno al proprio posto: gli addetti

alla gestione dell’emergenza valuteranno l’opportunità di attivare l’evacuazione del personale non direttamente esposto alla minaccia;

! Se la minaccia è all’interno, diretta, restare ciascuno al proprio posto, con la testa chi-na, e non raggrupparsi per offrire la minore superficie possibile ad azioni di offesa fisi-ca;

! Non contrastare, con i propri comportamenti, le azioni compiute dall’attentatore/folle; ! Mantenere la calma ed il controllo delle proprie azioni per offese ricevute, e non deri-

dere i comportamenti squilibrati del folle; ! Qualsiasi azione e/o movimento devono essere eseguiti con naturalezza e con calma

(non si devono compiere azioni che possano apparire furtive, o movimenti che possa-no apparire una fuga o una reazione di difesa).

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Emergenza STRUTTURALE Rev. 0.1 25 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i avv is i d i ced imento de l le strutture attuare subito, ne l l ’ord ine ind icato,

le seguent i az ion i : ! Sospendere l’attività lavorativa; ! Sezionare degli impianti tecnologici dell’area a rischio; ! Verificare che nell’area a rischio non siano rimaste persone bloccate e/o ferite; ! Evacuare ordinatamente dall’area a rischio senza manifestare panico; ! Interdire l’accesso dell’area a rischio; ! Mettersi a disposizione del servizio primo soccorso per soccorrere eventuali infortuna-

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Emergenza ALLAGAMENTO Rev. 0.1 26 Coordinate de l r i sch io Tutti i LAVORATORI 1 In caso d i a l lagamento attuare sub ito, ne l l ’ord ine ind icato, le seguent i az ion i :

! Aprire l’interruttore elettrico generale; ! Verificare eventuali casi accertabili di perdite d’acqua dagli impianti tecnologici e, in

caso affermativo, interrompere immediatamente l’alimentazione; ! Verificare che non ci siano persone bloccate in piani inferiori a quello in cui si è verifi-

cato l’allagamento; ! Allontanarsi immediatamente dai piani bassi dirigendosi con calma verso quelli alti; ! Dare l’allarme.

2 ! Mettere in sicurezza, se è possibile senza entrare nell’area allagata, le sostanze e i prodotti che potrebbero reagire violentemente con l’acqua producendo:

Energia in quantità elevata (R14, R14/15); Miscele infiammabili e/o esplosive (R15, R15/29; in

particolare metalli alcalini e alcalino terrosi: Na, K; NaH; NaNH2; LiAlH4; CaH2; etc.);

Miscele tossiche (R29); ! i cui simboli di rischio sono riportati nell’ordine a lato,

sulla prima riga i “vecchi”, conformi al regolamento “DSP” 67/548/CEE e al D.Lgs. n° 493/96 in vigore si-no al 1° giugno 2015, e sulla seconda riga i “nuovi”, conformi al regolamento “Reach” CE 1907 del 18 dicembre 2006 e al regolamento “CLP” CE 1272 del 16 dicembre 2008 in vigore dal 20 gennaio 2009, nonché alla norma UNI EN ISO 7010-00:12.

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Allegato “C.1”

DPI del servizio di prevenzione incendi

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I componenti del servizio di prevenzione incendi dovranno disporre dei seguenti dpi: ! Maschera pieno-facciale in gomma siliconica completa di doppio raccordo portafiltro

normalizzato EN 148-1 e filtro polivalente, schermo panoramico in policarbonato anti-graffio con visione senza distorsioni, dispositivo fonico ad alta efficienza, cinque punti di aggancio con cinghiette regolabili a sgancio rapido, certificata EN 136, completa di 2 filtri A1-B1-E1-K1-P3 certificati EN 141 2

! Elmetto di protezione rosso luminescente in categoria III certificato EN 443, con calotta esterna in copolimero plastico ritardante la fiamma, calotta integrale estesa al retro del collo (con protezione rimovibile in pelle) e ai lati del viso, nervature longitudinali esterne e canale di ventilazione interno, fodera imbottita anti irritazione, bordatura interna e sot-togola a sgancio rapido regolabili in materiale ritardante la fiamma, con visiera retrattile a protezione totale del viso in policarbonato antigraffio e antiappannante certificata EN 166 2

! Paia di guanti anticalore di categoria III protezione esterna in pelle fiore con spessore minimo di 1,2 mm trattata al cromo, siliconata e ignifugata, rivestimento interno in dop-pio strato di kevlar e cotone e cuciture in filo di kevlar, intrafodera impermeabile traspi-rante, con manicotto di sicurezza in pelle lungo 150 mm, certificati EN 658 - EN 388 4.2.3.4 ed EN 407 4.2.4.2 2

! Coperte antifiamma 2,0x1,5 m2 in tessuto di fibra di vetro greggio con spessore di 0,4 mm in classe 0 di reazione al fuoco, fornite in custodia in PVC con apertura rapida a velcro 2

! Fune in filo di kevlar intrecciato DN 10 lunga 20,0 m completa di moschettone e redan-ce inox terminali 2

! Giaccone e sovra pantalone in Nomex, categoria di rischio III certificati EN 469 con membrana impermeabile traspirante e bande rifrangenti rigide, per ogni addetto nella misura adatta; n

! Stivale certificato EN 15090:06 F2A HI3 CI SRA alto 27 cm con suola in gomma vulca-nizzata, tomaio e collarino in pelle fiore, fodera impermeabile traspirante, puntale e la-mina anti-perforazione in acciaio, un paio per ogni addetto nella misura adatta n

! Borsa di trasporto con scritta “Squadra di EMERGENZA” 2 ! DAE, defibrillatore semiautomatico esterno certificato FDA (Food and Drug Administra-

tion) 1 contenuti in un armadio 1,00x1,35x0,40 m3 in lamiera d’acciaio verniciata a polveri epossidiche color rosso dotato di due ripiani regolabili in altezza e due ante trasparenti chiuse da lastre Sa-fe-crash corredate di serratura e scritta ”attrezzatura antincendio”.

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Allegato “C.2”

DPI del servizio di evacuazione

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I componenti del servizio di evacuazione dovranno disporre dei seguenti dpi: ! Elmetto di protezione rosso luminescente in categoria III certificato EN 443, con calotta

esterna in copolimero plastico ritardante la fiamma, calotta integrale estesa al retro del collo (con protezione rimovibile in pelle) e ai lati del viso, nervature longitudinali esterne e canale di ventilazione interno, fodera imbottita anti irritazione, bordatura interna e sot-togola a sgancio rapido regolabili in materiale ritardante la fiamma, con visiera retrattile a protezione totale del viso in policarbonato antigraffio e antiappannante certificata EN 166 2

! Paia di guanti anticalore di categoria III protezione esterna in pelle fiore con spessore minimo di 1,2 mm trattata al cromo, siliconata e ignifugata, rivestimento interno in dop-pio strato di kevlar e cotone e cuciture in filo di kevlar, intrafodera impermeabile traspi-rante, con manicotto di sicurezza in pelle lungo 150 mm, certificati EN 658 - EN 388 4.2.3.4 ed EN 407 4.2.4.2 2

! Giaccone e sovra pantalone in Nomex, categoria di rischio III certificati EN 469 con membrana impermeabile traspirante e bande rifrangenti rigide, per ogni addetto nella misura adatta n

! Stivale certificato EN 15090:06 F2A HI3 CI SRA alto 27 cm con suola in gomma vulca-nizzata, tomaio e collarino in pelle fiore, fodera impermeabile traspirante, puntale e la-mina anti-perforazione in acciaio, un paio per ogni addetto nella misura adatta n

! Torcia antideflagrante da elmetto con certificazione minima ATEX II 1G EEx ia IIC 115C, in resina antiurto impermeabile, con testa regolabile di 90° e interruttore facil-mente utilizzabile anche con guanti pesanti, completa di LED da 1 W e 34 lm alimenta-to con batterie alcaline per un’autonomia non minore di 8,0 h 2

! Ricetrasmettitore CTCSS e DCS da 500 W Rf con circuito di risparmio di energia e comandi azionabili con guanti pesanti 3

! Borsa di trasporto con scritta “Squadra di EMERGENZA” 2 contenuti in un armadio 1,00x1,35x0,40 m3 in lamiera d’acciaio verniciata a polveri epossidiche color rosso dotato di due ripiani regolabili in altezza e due ante trasparenti chiuse da lastre Sa-fe-crash corredate di serratura e scritta ”attrezzatura antincendio”.

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Allegato “C.3”

DPI del servizio di primo soccorso

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I componenti del servizio di primo soccorso dovranno disporre dei seguenti dpi: ! Giacca impermeabile traspirante UNI EN 340:04 e UNI EN 343:08 3 ! Calzatura di sicurezza antistatica antiscivolo con suola antiperforante e puntale rinfor-

zato UNI EN ISO 20345:08 3 ! Copia del DM n° 388 del 15 luglio 2003 1 ! Copia del “Manuale di primo soccorso” dell’INAIL 3 ! Borsa di primo soccorso portatile in nylon con due scomparti interni e tre tasche ester-

ne, chiusure a cerniera, maniglie e due cinghie di trasporto a tracolla 1 comprendente almeno: ! Mascherina con visiera paraschizzi in poliestere antiappannante, certificata in clas-

se 1 93/42/CE e 2007/47/CE, in confezione monouso con lacci per le orecchie 10 ! Guanti sterili monouso anatomici in vinile o in lattice con superficie microruvida e

polsino arrotolato, certificato in classe IIa 93/42/CE e 89/686/CE e/o conformi UNI EN 374-1÷3:04 10

! Termometro timpanico a raggi infrarossi con sistema FAC (Fast Ambient Change), display programmabile certificato ASTM e CEN, campo ambientale di misura 16÷33 °C, precisione ±0,1 °C 1

! Sfigmomanometro manuale ad aneroide completo di fonendoscopio a testa piatta fissato su bracciale con scala 0÷300 mmHg, bracciale in nylon con chiusura tramite velcro, custodia in similpelle con cerniera 1

! Teli sterili monouso 50 x 60 cm2 in TNT (tessuto non tessuto) antistatico a doppio strato (assorbente e impermeabile) 3

! Forbice taglia bendaggi in acciaio inox, autoclavabile con manico in plastica 1 ! Confezione di ghiaccio istantaneo pronto per l’uso 2 ! Confezione di 4 lacci emostatici piatti ipoallergenici in nitrile con chiusura a velcro

marcati CE 2 ! Pinzette per medicazione sterile monouso in nylon lunghe 8 cm 2 ! Flacone di soluzione cutanea di idropovidone al 10% di iodio da 1 l 1 ! Flacone (non in vetro) di soluzione fisiologica (sodio cloruro al 9%) da 500 ml 1 ! Buste singole di compresse di garza sterile 18 x 40 cm2 2 ! Buste singole di compresse di garza sterile 10 x 10 cm2 10 ! Confezione di rete tubolare elastica calibro 5 1 ! Confezione di cotone idrofilo da 50 gr 1 ! Confezioni di cerotti in varie misure pronti per l’uso 2 ! Rotoli di cerotto largo 2,5 cm 2 ! Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari 2 ! Flacone da 250 ml di disinfettante antisettico battericida ad ammonio quaternario 1 e preferibilmente anche: ! Confezione singola di bende di garza orlata da 5 cm 2 ! Confezione singola di bende di garza orlata da 7 cm 2 ! Confezione singola di bende di garza orlata da 10 cm 2 ! Confezione singola di tampobenda sterile elastica 8 x 10 cm2 con due clips 2 ! Confezione singola di tampobenda sterile elastica 10 x 12 cm2 con due clips 2 ! Confezione singola di garza idrogel 20 x 20 cm2 composta da schiuma di poliureta-

no a cellule aperte concatenate imbevuta di 120 gr di gel attivo in classe IIb per ustioni di i°, II°, e III° anche in presenza di derma leso 2

! Telo sterile ipoallergenico traspirante antibatterico per ustioni 40 x 60 cm2 costituito da garza ad elevato potere assorbente su una pellicola di alluminio 1

! Telo sterile ipoallergenico traspirante antibatterico per ustioni 60 x 80 cm2 costituito da garza ad elevato potere assorbente su una pellicola di alluminio 1

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! Coperta isotermica in poliestere Ag/Au 140 x 220 cm2 1 ! Spille di sicurezza 12

contenuti in un armadio con dimensioni 1,00x1,35x0,40 m3, in lamiera d’acciaio verniciata a pol-veri epossidiche color bianco, dotato di due ripiani regolabili in altezza e due ante trasparenti chiuse da lastre Safe-crash corredate di serratura e scritta ”attrezzatura di primo soccorso”.

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Allegato “D”

Edificio “A”, planimetrie

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Planimetria del livello 2 (piano mansarda) dell’edificio A

piano mansarda

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Planimetria del livello 1 (piano primo) dell’edificio A

piano primo

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Planimetria del livello 0 (piano rialzato) dell’edificio A

piano rialzato

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Planimetria del livello -1 (piano seminterrato) dell’edificio A

piano seminterrato

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Allegato “E”

Edificio “B”, planimetrie

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Planimetria del livello 3 (piano terzo) dell’edificio B

piano terzo

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Planimetria del livello 2 (piano secondo) dell’edificio B

piano secondo

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Planimetria del livello 1 (piano primo) dell’edificio B

piano primo

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Planimetria del livello 0 (piano terra) dell’edificio B

piano terra

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Allegato “F.1”

Definizioni e acronimi

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Definizioni di legge e acronimi

Nel presente documento sono utilizzati:

þ le seguenti definizioni di legge: ü Compartimento : parte di edificio delimitata da elementi costruttivi con resistenza al

fuoco predeterminata; ü Resistenza al fuoco : attitudine di un elemento costruttivo a conservare, per un tempo

predeterminato, la stabilità R, la tenuta ai gas E, e l’isolamento termico I;

ü Larghezza di esodo : numero intero complessivo di moduli uno a disposizione per lo sfollamento delle persone;

ü Luogo sicuro : spazio scoperto o compartimento con caratteristiche idonee a ri-cevere e contenere un numero predeterminato di persone;

ü Modulo uno : unità di misura della larghezza delle uscite e dei percorsi di eso-do, corrispondente alla larghezza nominale dell’ingombro di una persona (1 M = 0,60 m);

ü Via di esodo : percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone presenti in un edificio (o compartimento, o locale) di raggiungere un luogo sicuro. Nei due casi in esame la lunghezza delle vie di esodo deve essere: % ≤ 30 m in generale, se esiste un percorso alternativo; % ≤ 9 m se il percorso è a “cul de sac”, cioè obbligato, o per i

tratti di percorsi di questo tipo sino alla disponibilità di un’alternativa.

L’insieme delle vie di esodo è detto sistema di vie di esodo.

þ i seguenti acronimi di uso normale fra gli addetti ai lavori o caratteristici del contesto nel qua-le sono inseriti gli edifici esaminati: ü CC : Carabinieri; ü CO2 : anidride carbonica (gas estinguente); ü CPI : certificato di prevenzione incendi; ü DIEE : Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica; ü DPI : dispositivi di protezione individuale; ü DUVRI : documento unico di valutazione dei rischi da interferenza; ü DVR : documento di valutazione dei rischi, la cui redazione è di competenza esclusiva

e non delegabile del Rettore; ü PEE : piano di emergenza ed evacuazione; ü PI : prevenzione degli incendi; ü PS : Polizia di Stato; ü REI : caratteristica predefinita di resistenza strutturale (R), tenuta ai fumi (E) e isola-

mento termico (I) in presenza di un incendio, spesso sostituita impropriamente dalla dizione “tagliafuoco”;

ü RSPP : responsabile del SPP; ü SPP : servizio di prevenzione e protezione; ü UniCA : Università degli Studi di Cagliari; ü VVF : Vigili del fuoco.

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Allegato “G.1”

Componenti dei SERVIZI DI EMERGENZA

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Componenti dei servizi di emergenza

ma tti na

pomeriggio

ruolo generalità cellulare fisso L Ma Me G V

Servizio Prevenzione Incendi Responsabile Corrado Liori 3204373050 070675 5851

Sostituto Alessandra Loi 070675 5889

Servizio Evacuazione Responsabile Alessandra Loi 070675 5889

Sostituto Corrado Liori 3204373050 070675 5851

Servizio Primo Soccorso Sanitario Responsabile Andrea Sanna 3204373032 070675 5777

Componente Gianluigi Manca 070675 5891

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Allegato “H”

Programmi di FORMAZIONE per i servizi

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Programma di formazione minimo (8 h) dei componenti dei servizi di prevenzio-ne incendi e di evacuazione

A: Modulo di 2,0 h sui seguenti argomenti: a) Principi della combustione, il triangolo della combustione e l’incendio; b) Cause principali di un incendio; c) Rischi per le persone in caso di incendio; d) Tipi, caratteristiche, vantaggi e svantaggi delle sostanze estinguenti; e) Accorgimenti principali di prevenzione (misure precauzionali da adottare per prevenire gli

incendi) e di protezione (azioni da adottare quando si scopre un incendio e quando si sente l'allarme prevenzione incendi) contro gli incendi;

B: Modulo di 3,0 h sui seguenti argomenti: f) Importanza, dimensionamento, e caratteristiche del sistema delle vie di esodo dal posto

di lavoro al punto di raccolta, e le procedure di controllo; g) Come mettere in funzione l'allarme, le procedure che l'allarme mette in moto, nonché la

conoscenza dell'ubicazione dei pulsanti di allarme manuale, se esistenti; h) Le procedure per mettere in allerta i dipendenti e le altre persone presenti nell’attività e,

se necessario, il modo per indirizzarli verso le uscite; i) Le modalità di chiamata dei Vigili del fuoco e di supporto al loro arrivo; j) Le modalità di apertura delle porte, sottolineando la necessita di tenere chiuse le porte

“tagliafuoco”, cioè quelle con caratteristiche REI; k) La procedura di evacuazione dell'edificio fino ad un punto di raccolta in un luogo sicuro,

che deve comprendere: % il divieto di utilizzare l’ascensore; % le modalità dl assistenza alle persone disabili; % le informazioni da fornire agli ospiti per indirizzarli verso le uscite; % il controllo che tutte le persone siano evacuate e riunite al punto di raccolta;

l) L’ubicazione e l’uso delle attrezzature e degli impianti di prevenzione incendi e di allarme; m) Come isolare le alimentazioni di energia, ove necessario; n) L’illuminazione di sicurezza; o) La segnaletica di sicurezza;

C: Modulo di 3,0 h sui seguenti argomenti: p) I mezzi di estinzione presenti nell’attività; q) I dispositivi di protezione individuale contro gli incendi; r) Esercitazione e/o visione di filmati sull’uso dei mezzi di estinzione portatili e fissi.

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Programma di formazione minimo (12 h) dei componenti del servizio di primo soccorso

A: Modulo di 4,0 h sui seguenti argomenti: a) Comunicazione al pronto soccorso delle informazioni sensibili; b) Accertamento delle condizioni psicofisiche dell’infortuna-to; c) Nozioni elementari di anatomofisiologia degli apparati cardiovascolare e respiratorio; d) Tecniche di autoprotezione dei componenti del servizio di primo soccorso; e) Sostentamento delle funzioni vitali; f) Riconoscimento e limiti d’intervento del primo soccorso;

B: Modulo di 4,0 h sui seguenti argomenti: g) Anatomia dello scheletro; h) Lussazioni, fratture e complicanze; i) Traumi e lesioni cranio-encefalici e della colonna vertebrale; j) Traumi e lesioni toraco-addominali; k) Lesioni da freddo e da calore; l) Lesioni da corrente elettrica;; m) Lesioni da agenti chimici; n) Intossicazioni; o) Ferite lacero contuse; p) Emorragie esterne;

C: Modulo di 4,0 h sui seguenti argomenti: q) Principali tecniche di comunicazione col sistema di emergenza del SSN; r) Principali tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute; s) Principali tecniche di primo soccorso nella sindrome respiratoria acuta; t) Principi di tecniche di rianimazione cardiopolmonare; u) Principali tecniche di tamponamento emorragico; v) Principali tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato; w) Principali tecniche di primo soccorso in caso di esposizione accidentale da agenti chimici

e biologici.