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&note a margine di Davide Ielmini Maestro, in fatto di strumenti si e`di- mostrato un poco indeciso: ha fatto avanti e indietro tra tromba e piano- forte. Chi l’ha ispirata? Il mio debutto nella musica e ` avve- nuto come trombettista, e solo in un secondo momento mi sono di- rottato sul pianoforte per poi fare ritorno alla tromba. Nel mio caso, le influenze si sono intrecciate l’una con l’altra. E i pianisti sono davvero tanti: Bill Evans, Keith Jarrett, Brad Mehldau, Michel Petrucciani, Clau- de Debussy, Alexander Scriabin. Fermiamoci qui. Lei suona, ma ascol- ta anche tanto: cosa? Mi lascio ispirare da tutta la musica che e ` intensa ed emozionale. E cosı` e ` stato con gli studi: la classica non mi e ` stata imposta, l’ho scelta. Pen- so sia normale, allora, che a Debus- sy, Bach, Ravel, Scriabin affianchi Chet Baker, Miles Davis, Keith Jar- rett, Nick Drake e i Beatles, la mu- sica brasiliana, il fado e il tango: tutto ha la sua importanza. E ` quello che accade in «Kairo`s», il suo secondo CD per la Tu`k Records. Questo CD rappresenta una bella fetta di cio ` che sono, senza costrin- gimenti interiori. Ecco perche ´ ascolto Fabrizio De Andre ´ (per me una grandissima fonte di ispirazio- ne) e James Taylor. Poi mi piace scrivere e leggere: chiudere l’arte al solo suonare e ` riduttivo. Ci sono la scultura, la pittura, l’architettura, la poesia: l’artista e ` colui che sa co- municare un’emozione, un’immagi- ne, un suono. L’artista, pero`, guarda il mondo da prospettive diverse. «Kairo`s» si apre con « Departure », un brano con fiati as- sortiti dove sembra rinnovarsi il «dia- rio diviaggio» ottocentesco:e`cosı`? Con la musica metto a nudo le mie emozioni e incontro me stesso se- guendo una specie di processo evo- lutivo: scopro sempre cose nuove. Agli inizi – come accade a tutti i giovani alle prime armi – e ` impor- tante rubare dagli altri artisti. Poi avverti la necessita ` di cercare e fai della musica, come nel mio caso, un viaggio che ricorda, stimola, de- scrive e racconta. Come ci riesce? Con molta naturalezza, perche ´ prendo tutte le cose che mi hanno sempre influenzato e arricchito mu- sicalmente e ne faccio un quadro. Uso il rosso, il giallo, il verde e il nero facendo cio ` che ho dentro senza tentare lo sforzo di essere un innovatore. Partendo dalla culla del Mediterra- neo e della civilta`: l’antica Grecia. Kairo`s rappresenta il tempo nella Dino Rubino e il saliscendi della musica Michele Campanella Tromba, pianoforte, tromba: Dino Rubino e il saliscendi della musi- ca. E ` uno fra i migliori talenti sbocciati in questi ultimi anni, il tren- taquattrenne nato in provincia di Catania. Due diplomi in conserva- torio e tre dischi: gli ultimi due, « Zenzi » e « Kairo ` s » (l’oggetto di questa intervista), pubblicati per la Tu ` k Records di Paolo Fresu, il trombettista sardo che passa – proprio come Rubino – da Monteverdi a Miles Davis. Spontaneo, acuto, sorprendentemente creativo, Dino colloca le sue composizioni in quegli spazi che l’epoca moderna as- sottiglia con l’interscambio globale. E ` per questo che i suoi brani so- no pellegrini del mondo: hanno una patria ma ne potrebbero avere altre cento. Grazie a quelle radici che Rubino riscopre e rigenera, « ruba » e adatta, codifica in un linguaggio dove il suono e ` immagine per proiettarsi con dolcezza poetica e sentimento popolare. 68 musica 260, ottobre 2014

note a margine 68....&note a margine di Davide Ielmini Maestro, in fatto di strumenti si e`di-mostrato un poco indeciso: ha fatto avanti e indietro tra tromba e piano-forte. Chi l’ha

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Page 1: note a margine 68....&note a margine di Davide Ielmini Maestro, in fatto di strumenti si e`di-mostrato un poco indeciso: ha fatto avanti e indietro tra tromba e piano-forte. Chi l’ha

&note a margine di Davide Ielmini

Maestro, in fatto di strumenti si e di-

mostrato un poco indeciso: ha fatto

avanti e indietro tra tromba e piano-

forte. Chi l’ha ispirata?

Il mio debutto nella musica e avve-nuto come trombettista, e solo inun secondo momento mi sono di-rottato sul pianoforte per poi fareritorno alla tromba. Nel mio caso,le influenze si sono intrecciate l’unacon l’altra. E i pianisti sono davvero

tanti: Bill Evans, Keith Jarrett, BradMehldau, Michel Petrucciani, Clau-de Debussy, Alexander Scriabin.

Fermiamoci qui. Lei suona, ma ascol-

ta anche tanto: cosa?

Mi lascio ispirare da tutta la musicache e intensa ed emozionale. E cosıe stato con gli studi: la classica nonmi e stata imposta, l’ho scelta. Pen-so sia normale, allora, che a Debus-

sy, Bach, Ravel, Scriabin affianchiChet Baker, Miles Davis, Keith Jar-rett, Nick Drake e i Beatles, la mu-sica brasiliana, il fado e il tango:tutto ha la sua importanza.

E quello che accade in « Kairos », il

suo secondo CD per la Tuk Records.

Questo CD rappresenta una bellafetta di cio che sono, senza costrin-gimenti interiori. Ecco percheascolto Fabrizio De Andre (per meuna grandissima fonte di ispirazio-ne) e James Taylor. Poi mi piacescrivere e leggere: chiudere l’arte alsolo suonare e riduttivo. Ci sono lascultura, la pittura, l’architettura, lapoesia: l’artista e colui che sa co-municare un’emozione, un’immagi-ne, un suono.

L’artista, pero, guarda il mondo da

prospettive diverse. « Kairos » si apre

con « Departure », un brano con fiati as-

sortiti dove sembra rinnovarsi il « dia-

rio di viaggio » ottocentesco: e cosı?

Con la musica metto a nudo le mieemozioni e incontro me stesso se-guendo una specie di processo evo-lutivo: scopro sempre cose nuove.Agli inizi – come accade a tutti igiovani alle prime armi – e impor-tante rubare dagli altri artisti. Poiavverti la necessita di cercare e faidella musica, come nel mio caso,un viaggio che ricorda, stimola, de-scrive e racconta.

Come ci riesce?

Con molta naturalezza, percheprendo tutte le cose che mi hannosempre influenzato e arricchito mu-sicalmente e ne faccio un quadro.Uso il rosso, il giallo, il verde e ilnero facendo cio che ho dentrosenza tentare lo sforzo di essere uninnovatore.

Partendo dalla culla del Mediterra-

neo e della civilta: l’antica Grecia.

Kairos rappresenta il tempo nella

Dino Rubinoe il saliscendi della musica

Michele Campanella

Tromba, pianoforte, tromba: Dino Rubino e il saliscendi della musi-ca. E uno fra i migliori talenti sbocciati in questi ultimi anni, il tren-taquattrenne nato in provincia di Catania. Due diplomi in conserva-torio e tre dischi: gli ultimi due, « Zenzi » e « Kairos » (l’oggetto diquesta intervista), pubblicati per la Tuk Records di Paolo Fresu, iltrombettista sardo che passa – proprio come Rubino – da Monteverdia Miles Davis. Spontaneo, acuto, sorprendentemente creativo, Dinocolloca le sue composizioni in quegli spazi che l’epoca moderna as-sottiglia con l’interscambio globale. E per questo che i suoi brani so-no pellegrini del mondo: hanno una patria ma ne potrebbero averealtre cento. Grazie a quelle radici che Rubino riscopre e rigenera,« ruba » e adatta, codifica in un linguaggio dove il suono e immagineper proiettarsi con dolcezza poetica e sentimento popolare.

68 musica 260, ottobre 2014

Page 2: note a margine 68....&note a margine di Davide Ielmini Maestro, in fatto di strumenti si e`di-mostrato un poco indeciso: ha fatto avanti e indietro tra tromba e piano-forte. Chi l’ha

sua qualita e non nel suo passare e

Agape (il titolo di un altro brano) e

l’amore che avvicina a Dio. Nel CD in-

serisce anche una frase di San Fran-

cesco d’Assisi: non le sembra troppo?

Affatto. La musica e spiritualita eaiuta a scoprire una propria dimen-sione. Ogni essere umano si portadentro questa ricchezza espressa inmodo differente per ciascuno di noi– nella fede, nei suoni, nel fare vo-lontariato, nell’amore per la fami-glia. Penso sia importante trovarequesta nostra parte anche se nasco-sta: le strade del Signore sono infi-nite.

E la musica?

Non so se la mia musica sia per tut-ti, e non pretendo di cambiare laStoria, ma credo che quando un ar-tista e vero con se stesso – e non fadella musica un mezzo per ottenereun facile successo – questo gli per-mette di comporre qualcosa che edi tutti. Suono per il piacere di farloe il pubblico mi sta seguendo: daqui ricavo quella energia che mi faandare avanti con un musica chenasce in un luogo lontano.

A proposito di luoghi, la sua mappa

musicale e davvero infinita: confini

senza confini?

Assolutamente sı. Nella musica nonesistono muri, purche sia fatta converita. Se dietro ad un pensiero c’equesta limpidezza, oserei dire que-sta onesta, allora non esistono ne li-miti ne barriere.

Giorgio Gaslini la pensava cosı. E di-

ceva che un punto a favore del nostro

jazz e proprio la sua cantabilita libe-

rata dagli stereotipi della mediterra-

neita...

E aveva ragione. Gli italiani sonofamosi nel mondo per avere unospiccato senso della melodia, quellodi Giuseppe Verdi o Giacomo Puc-cini. Nella mia musica mi piace checi sia questo ingrediente, ma in mo-do del tutto istintivo e senza forza-re. Non mi rivedo nella musica cer-vellotica: voglio e devo ricordarecio che ascolto. L’Italia e questo.

Lei, pero, vive da circa un anno in

Francia: perche?

Ho sempre sognato di andare a vi-vere a Parigi, ma per diverse ragio-ni non ci sono mai andato. Lo scor-so anno mi ha telefonato Paolo Fre-su e mi ha dato questa occasione:partecipare a « Le promesse dell’ar-te », la rassegna che fa conoscereOltralpe i talenti musicali italiani.Superato il mese di concerti ho de-ciso di rimanerci: l’energia di Parigimi ha catturato. E una citta splendi-da, un bacino culturale infinito.

E Paolo Fresu?

Mi ha sempre lasciato libero diesprimere il mio pensiero musicalee si e sempre fidato delle mie idee.Non so perche abbia scelto me peressere parte della sua etichetta, maso che continua a darmi tante op-portunita: la Francia, i concerti induo con lui, in ottobre un piano so-lo a Parigi. Sembra pleonastico dir-lo, ma suonare per Paolo e unagran bella sensazione. &

CDDINO RUBINO « Kairos » piano e arrangia-menti Dino Rubino chitarra e arrangiamen-ti Giuseppe Mirabella contrabbasso Ric-cardo Fioravanti batteria Adam Nus-sbaum corno Angelo Bonaccorso, Ema-nuele Giunta trombone Vincenzo Paratoreclarinetto basso Gaetano CristofaroTUK MUSICDDD 54:15

Immaginate la mu-sica come un’e-norme pozza d’ac-qua estesa tra Eu-ropa, Africa eAmerica dove alposto di pesci ci

sono note. Dino Rubino e il giovanepescatore-pianista di questa storiachiamata « Kairos »: un disco chemette in sincronia fra loro linguaggidiversi intonandoli ad una squisitamalinconia di fondo. Accade, allora,che l’improvvisazione incontri laclassica (il CD apre con « Departu-

re » per due corni francesi, trombo-ne e clarinetto basso quasi nel solcodi Samuel Barber e John Williams),il soul (con il crescendo gentile in« Agape! »), il folk (il tango in « Get-semani »), la fusion statunitense an-ni Settanta (con il tema colloso maspianato, a la Dave Grusin, in « Pel-licano »), il Free Jazz e la filigrana« cinematografica »: « Grounding »sarebbe piaciuta tanto a FedericoFellini quanto ad Enzo Jannacci. Mu-sica, dunque, nella sua accezione piuampia dove l’intimismo cosmico on-deggia, come una barca sull’Oceano,tra canzone d’autore (« Rain ») e unminimalismo tematico fatto di melo-die essenziali e francescane. Dolentee amaro, coraggioso e intrigante nel-la sua serenita, « Kairos » dispone unottetto composto da alcuni fra i mi-gliori artisti dei nostri giorni: attentia non increspare queste tessiture ar-moniche dove tutto si gioca sul filodelle onde.

69musica 260, ottobre 2014