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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXV - N. 6 - giugno 2019 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani contiene I.R. Continua a pag. 2 I mmagina un ragazzo che sogna di fare teatro... Ma alla grande. Studia. Si prepara. Frequenta l’accademia. È apprezzato. Ha l’incoraggiamento dei maestri. Cova un desiderio: recitare il mo- nologo di “Amleto” di Shakespeare. Prima di lui ci hanno provato in tanti. Ce la farà il nostro giovane amico a raggiungere l’obiet- tivo della sua vita? Riuscirà a prestare la voce e a mettere a di- sposizione di Shakespeare la sua gestualità? Ce la farà ad impe- gnare il cuore in quel monologo? Il traguardo si avvicina: viene scelto tra tanti aspiranti concorrenti. L’impresario lo convoca e gli affida quella parte. Finalmente! Immagina l’entusiasmo, anzi la gioia di calcare la scena nei panni di Amleto. Via alla prepara- zione prossima: trucco, costume, prova della voce, momento di meditazione... È ora. Si alza il sipario: in sala c’è soltanto un gruppo di anziane signore con il cappellino. Delusione totale! Balbetta. Recita, ma senza cuore. Cala il sipario su una deludente e delusa performance. È una metafora, d’accordo, ma assomiglia a tanti di noi presun- ti evangelizzatori. Abbiamo l’annuncio più bello, più decisivo, più nuovo, ma la scarsità, la freddezza, l’indifferenza degli interlocu- tori tolgono voce ed entusiasmo. Insinuo: davvero quell’annuncio ha rapito il cuore nonostante tutto? L’innamorato di Shakespeare – leggi l’innamorato del Vangelo – sa che vale la pena annunciar- lo senza reticenze? Il suo valore non viene dalla platea. I tempi non sono facili, ma quando mai lo sono stati? Chiese che si svuotano; calo di vocazioni; controtestimonianze clamorose del clero; disorientamento in tante coscienze. Di fronte a questo scena- rio c’è la sterilità di chi s’attarda a confrontare il passato che non c’è più col presente e se ne lagna. C’è la frustrazione di chi si rinchiude nelle sue pratiche, alla fi- ne poco rassicuranti. C’è lo scetticismo di chi sta a guardare e prende le distanze dai tentativi e dalle iniziative di chi si propone generosamente. Pensare che il cristianesimo sia in liquidazione, in svendita o peggio, sia giunto al fallimento non corrisponde alla realtà. Allarghiamo lo sguardo oltre la vecchia Europa. Raccogliamo i segni di un cattolicesimo vitale e giovane anche da noi, ma soprat- tutto non stacchiamo la connessione dall’energia pasquale che in tanti modi e in tante situazioni è ardente e propulsiva, come ai pri- NON SIAMO IN LIQUIDAZIONE VERSO L’ASSEMBLEA DIOCESANA DI VERIFICA mi giorni. Non facciamo torto al Risorto che ha garantito la sua presenza tra i suoi. Chi è consapevole di questa presenza non si lascia abbattere. I cristiani che fanno spazio a questa presenza guardano al futuro con fiducia, esprimo- no il meglio di sé, sono più umili, cercano giustizia e verità e vivo- no da fratelli. Gesù ha incontrato sulla sua strada folle prive di speranza, stanche e avvilite. Come succede oggi. Ma la situazione più dispe- rata è la base di partenza per il suo annuncio. Ce ne parla come di un campo di grano pieno di spighe, gravido di futuro, di Regno di Dio. A noi, invece, succede di inciampare nel pessimismo, nella crescente disaffezione della gente alla pratica religiosa e nell’in- certezza di una società in crisi. Gesù ci insegna a vedere oltre: a vedere molto grano che cresce e matura, a vedere che il seme è buono.

NON SIAMO IN LIQUIDAZIONE

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXV - N. 6 - giugno 2019Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani

contiene I.R.

Continua a pag. 2

Immagina un ragazzo che sogna di fare teatro... Ma alla grande.Studia. Si prepara. Frequenta l’accademia. È apprezzato. Hal’incoraggiamento dei maestri. Cova un desiderio: recitare il mo-nologo di “Amleto” di Shakespeare. Prima di lui ci hanno provatoin tanti. Ce la farà il nostro giovane amico a raggiungere l’obiet-tivo della sua vita? Riuscirà a prestare la voce e a mettere a di-sposizione di Shakespeare la sua gestualità? Ce la farà ad impe-gnare il cuore in quel monologo? Il traguardo si avvicina: vienescelto tra tanti aspiranti concorrenti. L’impresario lo convoca egli affida quella parte. Finalmente! Immagina l’entusiasmo, anzila gioia di calcare la scena nei panni di Amleto. Via alla prepara-zione prossima: trucco, costume, prova della voce, momento dimeditazione... È ora. Si alza il sipario: in sala c’è soltanto ungruppo di anziane signore con il cappellino. Delusione totale!Balbetta. Recita, ma senza cuore. Cala il sipario su una deludentee delusa performance. È una metafora, d’accordo, ma assomiglia a tanti di noi presun-

ti evangelizzatori. Abbiamo l’annuncio più bello, più decisivo, piùnuovo, ma la scarsità, la freddezza, l’indifferenza degli interlocu-tori tolgono voce ed entusiasmo. Insinuo: davvero quell’annuncioha rapito il cuore nonostante tutto? L’innamorato di Shakespeare– leggi l’innamorato del Vangelo – sa che vale la pena annunciar-lo senza reticenze? Il suo valore non viene dalla platea.I tempi non sono facili, ma quando mai lo sono stati? Chiese che

si svuotano; calo di vocazioni; controtestimonianze clamorose delclero; disorientamento in tante coscienze. Di fronte a questo scena-rio c’è la sterilità di chi s’attarda a confrontare il passato che nonc’è più col presente e se ne lagna. C’è la frustrazione di chi si rinchiude nelle sue pratiche, alla fi-

ne poco rassicuranti. C’è lo scetticismo di chi sta a guardare eprende le distanze dai tentativi e dalle iniziative di chi si proponegenerosamente. Pensare che il cristianesimo sia in liquidazione, insvendita o peggio, sia giunto al fallimento non corrisponde allarealtà. Allarghiamo lo sguardo oltre la vecchia Europa. Raccogliamo i

segni di un cattolicesimo vitale e giovane anche da noi, ma soprat-tutto non stacchiamo la connessione dall’energia pasquale che intanti modi e in tante situazioni è ardente e propulsiva, come ai pri-

NON SIAMO IN LIQUIDAZIONEVERSO L’ASSEMBLEA DIOCESANA DI VERIFICA

mi giorni. Non facciamo torto al Risortoche ha garantito la sua presenza tra i suoi.Chi è consapevole di questa presenza nonsi lascia abbattere. I cristiani che fannospazio a questa presenza guardano al futuro con fiducia, esprimo-no il meglio di sé, sono più umili, cercano giustizia e verità e vivo-no da fratelli. Gesù ha incontrato sulla sua strada folle prive di speranza,

stanche e avvilite. Come succede oggi. Ma la situazione più dispe-rata è la base di partenza per il suo annuncio. Ce ne parla comedi un campo di grano pieno di spighe, gravido di futuro, di Regnodi Dio. A noi, invece, succede di inciampare nel pessimismo, nellacrescente disaffezione della gente alla pratica religiosa e nell’in-certezza di una società in crisi. Gesù ci insegna a vedere oltre: avedere molto grano che cresce e matura, a vedere che il seme èbuono.

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2MONTEFELTRO ASSEMBLEA DI VERIFICA

Questo periodico è associato all’Unione stampa Periodica italiana

Associato alla federazione italiana settimanali cattolici

MONTEFELTROPeriodico dellA diocesi

di sAn MArino -MonTefelTroNUOVA SERIE

Anno LXV - N. 6 - giugno 2019Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1 comma 1 - CN/FC

Aut. Trib. di Pesaro n. 72 del 3.4.1956Iscritta al R.O.C. n. 22192 del 19.4.2012

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accettando il codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale

Conviene prendere atto della situazio-ne, rinnovare la fede, domandarsi che co-sa il Signore chieda per questo tempo eaprire gli occhi sull’azione dello Spirito. Qualche anno fa si è condivisa la medi-

tazione diocesana sul libro degli Atti degliApostoli. Fu una grande lezione sul comevivere la missione. Non è venuta meno laforza del Vangelo: risorsa infinita! Conquesti pensieri ci prepariamo a viverel’Assemblea diocesana di verifica sulgrande orizzonte progettuale dell’Evange-lii Gaudium. Quest’anno le aree tematichesaranno più dettagliate e su ambiti parti-colari, non scelti arbitrariamente, ma se-gnalati a più riprese e in modo convergen-te da tanti soggetti pastorali. In concreto,come abbiamo provato a dare volto pa-squale alle comunità? Sappiamo vivere lacorresponsabilità e i luoghi della parteci-pazione? Come abbiamo saputo valorizza-re gli itinerari formativi con gli adulti nel-l’ambito della iniziazione cristiana?Una Chiesa in uscita è una Chiesa che

non si accontenta e non si rassegna a rifa-re come ha sempre fatto, ma cerca vienuove. Da noi la frontiera della missioneattraversa la vita delle famiglie e i luoghidi lavoro. Con la gioia del Vangelo!

@ Andrea Turazzi

Continua da pag. 1

AASSSSEEMMBBLLEEA A

DDIIOOCCEESSAANNA A

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VVEERRIIFFIICCAA

Page 3: NON SIAMO IN LIQUIDAZIONE

3MONTEFELTRO ASSEMBLEA DI VERIFICA

PROGRAMMA DELL’ASSEMBLEA DI VERIFICAOre 17:30 Accoglienza in Cattedrale e consegna dei “pani”

da condividere in vista della cena fraternaSaluto del Vescovo Presentazione del programma

Ore 18:00 Divisione in 5 grandi aree (vedi nella scheda sotto) Ore 19:30 Cena comunitariaOre 20:45 Veglia di Pentecoste in Cattedrale

(in continuità con la preghiera d’inizio)

Page 4: NON SIAMO IN LIQUIDAZIONE

4MONTEFELTRO UFFICIO LITURGICO

La preparazione dei doni, oggetto delprecedente articolo, termina con l’orazio-ne sulle offerte e “Nella Messa si diceun’unica orazione sulle offerte, che siconclude con la formula breve: Per Cristonostro Signore; oppure «Egli vive e regnanei secoli dei secoli»” (n. 75). Questaprecisazione esclude la pratica di dire dueorazioni, soprattutto nelle Messe durantele quali si celebra un altro sacramento co-me il battesimo, la cresima, il matrimo-nio, ecc. E vale per le tre orazioni dellaMessa: colletta, sulle offerte e dopo la co-munione. Con l’orazione sulle offerte “siconclude così la preparazione dei doni eci si prepara alla Preghiera eucaristica”(n. 75).L’espressione “Preghiera eucaristica” è

il termine appropriato per esprimere que-sto «momento centrale e culminante del-l’intera celebrazione», chiamato un tempo«canone» o «consacrazione».Il n. 78 spiega il senso globale della

preghiera. Essa è “la preghiera di azionedi grazie e di santificazione”, proclamatadal solo sacerdote che la rivolge a Dioper mezzo di Gesù Cristo nello SpiritoSanto, ma «a nome di tutta la comunità»che ne ratifica la conclusione. «Il signifi-cato di questa preghiera è che tutta l’as-semblea si unisca insieme con Cristo nelmagnificare le grandi opere di Dio enell’offrire il sacrificio». È la massima preghiera della Chiesa,

che comprende sia l’azione di grazie perle opere mirabili di Dio, sia la santifica-zione dei doni, sia l’offerta del sacrificio.È una preghiera che dice e che fa: si dicee si compie quanto viene detto. È pre-ghiera e azione. Il n. 79, invece, ne fornisce il contenu-

to, con l’elenco degli elementi principalicostitutivi di ogni preghiera eucaristica.L’assenza di uno metterebbe in discussio-ne la sua autenticità. La preghiera si ispi-ra all’azione di grazie compiuta da Gesù

nell’ultima Cena e alla tradizione giudai-ca della preghiera di benedizione del pa-sto, la birkat ha-mazon, che ne sarebbe ilmodello originario. Parte dal rendimento di grazie per

quanto Dio ha compiuto nella storia dellasalvezza culminata nella persona di Gesù,per poi chiederne il compimento nel cor-po ecclesiale. Gli elementi o i temi princi-pali sono infatti: l’azione di grazieespressa nel prefazio e seguita dall’accla-mazione del Santo da parte di tutta l’as-semblea; l’epiclesi, ossia invocazione del-la potenza dello Spirito Santo perché idoni del pane e del vino siano trasformatinel corpo e sangue di Cristo e che, rice-

vuti dai comunicandi, apportino salvezza,trasformandoli in un solo corpo e in unsolo spirito; il racconto dell’istituzione(detto anche «consacrazione»), che rievo-ca l’ultima Cena e ne attualizza il signifi-cato; l’anàmnesi, o “memoriale” che for-ma un tutt’uno col racconto, intesa adesplicitare la memoria di Cristo; l’offerta,

LITURGIA EUCARISTICA LA PREGHIERA EUCARISTICA

di don Raymond Nkindji Samuangala*

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sviluppo dell’anàm-nesi, per cui il me-moriale sacramentale o il sacrificio diCristo attualizzato nei segni conviviali,viene offerto al Padre; le intercessioni, incui si esplicita la comunione dell’assem-blea celebrante con tutta la Chiesa, cele-ste e terrestre, e si invocano i frutti delsacrificio; infine la dossologia (Per Cri-sto, con Cristo e in Cristo…), quale ripre-sa del tema iniziale, in espressione di lo-de, con l’acclamazione “Amen” di ratifi-ca del popolo.Il n. 78 invita tutti i presenti ad ascol-

tarla con riverenza e silenzio, e con le ac-clamazioni previste dal rito: «La dossolo-

gia conclusiva è proclamata dai soli sa-cerdoti celebranti... il popolo ratifica conl’Amen» (CEI, Precisazioni, n. 5). Torneremo su alcuni di questi elementi

per una comprensione più approfondita.

* Assistente collaboratore Ufficio diocesanoper la Liturgia e i Ministri Istituiti

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5MONTEFELTRO VITA DELLA CHIESA

In occasione del ritiro spirituale per le autorità civili edecclesiastiche del Sud Sudan il Santo Padre ha messo inevidenza come «la pace è il primo dono che il Signore ci haportato, condizione fondamentale per lo sviluppo integraledell’intero popolo» (11 aprile). Per questo invita a «porsi difronte allo sguardo del Signore, l’Unico in grado di vederein noi la verità», domandandosi: «Qual è la mia missione eil compito che Dio miaffida per il bene delsuo popolo?» (11aprile). Di fronte poi ai

«momenti difficili e letentazioni più insidio-se», Gesù ci insegna arispondervi «custo-dendo nel cuore unapace che non è impas-sibilità o superomi-smo ma abbandonofiducioso al Padre ealla sua volontà di salvezza. Così il trionfalismo, distruttodall’umiliazione di Gesù, è stato ugualmente distrutto nelcuore della Madre sul Golgota; entrambi hanno saputo tace-re.Nei momenti di oscurità e grande tribolazione bisognaavere il coraggio di tacere e allora il demonio, prendendocoraggio, uscirà allo scoperto. Bisognerà resistergli in silen-zio, sapendo che la guerra è tra Dio e il Principe di questomondo. E nell’ora in cui Dio scende in battaglia, bisogna lasciarlo

fare. Il nostro posto sicuro sarà sotto il manto della SantaMadre di Dio. E mentre attendiamo che il Signore venga ecalmi la tempesta, diamo a noi stessi e agli altri «ragionedella speranza che è in noi» (GMG, San Pietro 14 aprile).«Alla legge del taglione – quello che tu hai fatto a me, io

lo restituisco a te, Gesù sostituisce la legge dell’amore:quello che Dio ha fatto a me, io lo restituisco a te» (UdienzaGenerale, 24 aprile). Dal 5 al 7 maggio il Papa si è poi recato in Visita Apo-

stolica, prima in Bulgaria, dove «guidato dalla memoria vi-va di San Giovanni XXIII, che in quel Paese fu DelegatoApostolico» ha «incontrato quel popolo, chiamato a fare daponte tra Europa Centrale, Orientale e Meridionale. È infattiuna delle terre evangelizzate dai Santi Cirillo e Metodio,

Patroni d’Europa. Essi, di origine greca, idearono un nuovoalfabeto col quale tradussero in lingua slava la Bibbia e i te-sti liturgici. Questi santi – ha sottolineato il Papa – hannomolto da dirci anche per quanto riguarda l’avvenire dellasocietà europea» (Udienza Generale, 8 maggio).In visita al Patriarca Neofit e al Santo Sinodo il Santo Pa-

dre ha dichiarato: «se mettiamo insieme la mano nelle feriteche lungo la storia sisono aperte tra noicristiani e come sanTommaso confessia-mo che Gesù è risor-to, e lo proclamiamonostro Signore e no-stro Dio possiamo ri-trovare la gioia delperdono e pregustareil giorno in cui, conl’aiuto di Dio, potre-mo celebrare allostesso altare il mistero

pasquale» (Bulgaria, 5 maggio). Il Pontefice si è poi recatoin Macedonia del Nord «accompagnato dalla forte presenzaspirituale di Santa Madre Teresa di Calcutta, segno concretodi come la precarietà di una persona, unta dal Signore, siastata capace di impregnare tutto, quando il profumo dellebeatitudini si sparse sopra i piedi stanchi della nostra uma-nità» (8 maggio). Così ha esortato i sacerdoti e religiosi pre-senti a essere come «quel nardo gettato ai piedi di Gesù chefu in grado di impregnare tutto e di lasciare un’impronta in-confondibile» (Macedonia, 7 maggio). Ha inoltre raccoman-dato ai giovani di «non bloccarsi per insicurezza. Non biso-gna infatti avere paura di rischiare e di commettere errori:piuttosto dobbiamo avere paura di vivere paralizzati, ridottia soggetti che non vivono perché non vogliono rischiare!»(7 maggio). Ribandendo poi come solo entrando «nella sag-gezza del vostro popolo, della vostra gente, senza vergognané complessi potrete trovare una sorgente di creatività inso-spettata che riempirà tutto» (7 maggio). Ha ricordato infinecome «per noi cristiani la Macedonia è un simbolo dell’en-trata del cristianesimo in Occidente, perché Paolo è statochiamato da un macedone, mentre se ne sarebbe andato perl’Asia» (8 maggio).

Monache dell’Adorazione eucaristica - Pietrarubbia 

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO

““ LA PACE: PRIMO DONOLA PACE: PRIMO DONO DEL RISORTO”DEL RISORTO”

VIAGGIO APOSTOLICO SULLE ORME DI PAOLO

Page 6: NON SIAMO IN LIQUIDAZIONE

6MONTEFELTRO CARITAS DIOCESANA

ne a prevalenza or-todossa, ma nellaquale la Chiesa cattolica offre un contri-buto di carità insostituibile. I presentihanno apprezzato la sua scioltezza esimpatia. “Chi non ride mai, non è unapersona se-ria” haconcluso ilmoderatoredel Conve-gno, citan-do il musi-cista polac-co FryderykChopin, apropositodell’inter-vento diDon Ivica.

Un video toccante L’annuncio di Gesù Risorto può esse-

re fatto in mille modi. Francesco Magi,Referente del CdA di Macerata Feltria,mettendo a frutto le sue doti di regista,ha proposto un toccante video intitolato“Chiamati alla gratuità”, realizzato colsupporto dei suoi ragazzi di Catechi-smo. 7 minuti toccanti ed avvincenti,che hanno fatto da ponte tra l’interventobrioso di Don Ivica e quello successivo,assai commovente.

La testimonianza di Elidon (Tirana)

W. Shakespeare ammonisce: “genteche rimane al paese, avrà sempre cer-vello paesano”. Partendo da questa con-sapevolezza, dal 2018, la nostra Caritasha proposto al Vescovo di finanziare unpiccolo progetto annuale all’estero. Lascelta di una Caritas europea intende es-sere un segno profetico in questo perio-do di profondo smarrimento identitariodell’unione Europea. È nata così la collaborazione con Ca-

ritas Tirana-Durazzo. Durante il suocommovente intervento, il dott. elidondodaj – intraprendente Direttore di

SAN MARINO, 28 APRILE 2019

UN CONVEGNO INDELEBILE di don Carlo Giuseppe Adesso*

guito due interventi di benvenuto daparte di Autorità sammarinesi: innanzi-tutto il Segretario di Stato per gli affariesteri Nicola Benzi, che si è soffermato,con personale trasporto, sul valore diquel Veni Creator iniziale, regalandospunti inaspettati e profondi. E dopo dilui ha preso la parola il Sig. GabrielGuidi, Capitano di Castello, che ci haspalancato le porte di casa e si è messoa disposizione, contribuendo anche allafase realizzativa del Convegno: ad uncerto punto, lo abbiamo visto impegnatoa modulare l’illuminazione della bellasala che ci ha ospitato. Le parole diRenzi e Guidi hanno fatto eco a quelle –suggestive – rivolte alla nostra Caritas ilgiorno prima, dagli Ecc.mi CapitaniReggenti, che ci hanno onorato conun’udienza di Stato, anch’essa destinataa rimanere negli annali. Ma su questodiremo qualcosa il mese prossimo...

La relazione di Don Ivica(Serbia)

A quel punto è entrato in scena il pri-mo dei due relatori-testimoni del pome-riggio: don ivica damjanovič. DonIvica, proprio come i nostri Santi Patro-ni Leone e Marino, è un sacerdote croa-to, che dal 2017, come missionario, ri-veste il ruolo di direttore nazionale diCaritas Serbia. Don Ivica, in un italiano sorprenden-

temente preciso ed ilare, ha spiegato illavoro della sua Caritas e ha donato atutti i presenti 4 simpatici gadget, attra-verso i quali la conoscenza della Caritassi è fatta strada all’interno di una nazio-

28 aprile 2019 - Ore 15:00 - Doma-gnano - Sala Montelupo. Pioggia torren-ziale, repentino e brusco calo (9 ºC!)delle temperature. Uno spettacolo deso-lante… Eppure, alle 15:30 un’assemblea com-

patta ed entusiasta, guidata dalla ScholaCantorum della Cattedrale di San Leo,ha intonato il Veni Creator che ha da-to inizio ad un Convegno indimentica-bile…

Parola di Dio e parola del Vescovo

All’invocazione allo Spirito Santo hafatto seguito la lettura del brano evange-lico (Matteo cap. 28), da cui è stato trat-to il motto del Convegno: “Andate, an-nunciate, battezzate e amate”. E dopo laproclamazione della Parola di Dio, hapreso la parola il nostro Vescovo con unbreve ma incisivo intervento, incentratosui 4 verbi succitati, inquadrandoli nellacornice del piano pastorale diocesano,imperniato sull’annuncio della resurre-zione di Gesù e sulla riscoperta della no-stra identità battesimale. Poi il Vescovosi è allontanato per conferire il Sacra-mento della Cresima ad alcuni ragazzidella limitrofa Parrocchia di Domagna-no: “Cresime e Convegno sono separatisolo da una strada, ma nel cuore del ve-scovo sono profondamente collegati”.

Il benvenuto delle Autorità sammarinesi

Alle parole del Ve-scovo hanno fatto se-

Intervento del Vescovo

Intervento di Don Ivica (Caritas Serbia)

Gadget portati da Don Ivica ai Convegnisti

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7MONTEFELTRO CARITAS DIOCESANA

Nel Convegno Caritas di quest’anno, si è respirata lacomunione tra le Chiese. Oltre l’opera di carità che ca-ratterizza il popolo presente nella diocesi di San Marino-Montefeltro, si è sentito forte il richiamo ad essere missio-nari nel mondo, con esempi di fraternità e comunione”(Luca Foscoli, Incaricato Diocesano “Sovvenire”).

“È stato il mio primo Convegno, ed è stata una straor-dinaria sorpresa: le parole di Don Carlo e la presentazio-ne della brillante coppia di fidanzati. Interessanti i due relatori d’eccezione che hanno illu-

strato la situazione di Caritas Serbia e Albania. Le paroledi Mons. Turazzi ci hanno spronato ad Andare e ad Ama-re il Prossimo senza troppe paure e ci hanno fatto capireche davvero abbiamo voglia di Dare e di Darci” (M.B.,Assistito).

“Direi che il convegno è stato organizzato molto benecurando anche i dettagli. I relatori scelti hanno fatto emer-gere la dimensione internazionale della Caritas. I loro re-port sono stati molto interessanti e hanno offerto spunticoncreti per creare progetti, non importa se grandi o pic-

Elidon, Tirana (notare i manufatti realizzati dai suoi ragazzi)

quella Caritas albanese – con l’ausiliodi foto e video, ha raccontato di tuttoquello che è stato possibile realizzare,grazie ad un piccolo finanziamento del-la nostra Caritas. Abbiamo visto foto dibambini felici e di volontari entusiasti egenerosi, guidati con maestria e zelo daquesto giovane direttore, intelligente epieno di fede. Luca e Lucia presentano il Report 2018

Una piacevole presentazione Dopo Elidon, Luca e Lucia (due affi-

dabili e generosi fidanzati della Valcon-ca, impegnati nella Comunità Papa Gio-vanni XXIII) hanno realizzato e presen-tato uno spaccato della Caritas samma-rinese-feretrana. Abbiamo così visto sfilare un centi-

naio di volti di Sacerdoti e Laici, distri-buiti sul territorio delle nostra Diocesi,armonizzati dal Direttore (coadiuvatodal Consiglio Direttivo), designato dalVescovo Andrea, Presidente della Cari-

tas, nonché procuratorpauperum (ovvero pri-mo responsabile dellacarità e dei poveri).

Un grato congedo E – a proposito del Vescovo – alle

17:30 (terminate le Cresime) Mons. Tu-razzi è tornato in sala per indirizzare aipresenti un ulteriore messaggio: “Vi affi-do tre ‘C’: contemplazione-cultura-ca-rità”, e lasciare al Direttore la parolaconclusiva. Don Carlo, dopo aver invitato i pre-

senti a consumare l’ottima cena realiz-zata dai generosissimi volontari dellaCaritas vicariale sammarinese (condottiabilmente dal Referente Giovanni Cec-coli), citando W. Shakespeare, haespresso il suo grazie ai Volontari e aiConvegnisti presenti: “Dio ti benedica,e metta nel tuo cuore umiltà, amore, ca-rità e sincera devozione”.* Direttore della Caritas Diocesana

coli, a partire da qualunque situazione di bisogno” (DonMirco Cesarini, già Direttore Caritas).

“È stato un grande piacere far parte del 14° ConvegnoDiocesano... Vi ringrazio di cuore per aver reso possibileche il progetto con le persone disabili albanesi si realiz-zasse... Cordiali saluti al Vescovo Mons. Turazzi, e so-prattutto sono rimasto sorpreso dall’attenzione e dall’in-teresse di tutti coloro che sono stati presenti al Conve-gno” (Elidon Dodaj, Direttore Caritas Tirana-Durazzo).

“Serbia ed Albania, due paesi dove il cattolicesimo èminoranza. Ma anche lì la Caritas porta la sua testimo-nianza a tutti, senza distinzioni. Opere concrete che fannoritrovare dignità a chi rischia di rimanere escluso dallavita e dalla società. Don Ivica e il Dott. Elidon ospiti e relatori

al convegno della nostra Caritas diocesa-na ci hanno mostrato ancora una voltache l’andare non può avere altra metase non nell’amare come Cristo ci haamati” (Mons. Maurizio Farneti).

INTERVISTE A CALDO Anche quest’anno, imitando i giornalisti di 90° minuto, abbiamocarpito a fine Convegno le impressioni di alcuni dei presenti,che ringraziamo per la gentile collaborazione.

Page 8: NON SIAMO IN LIQUIDAZIONE

8MONTEFELTRO LA TERZA

Si potrebbe sicuramente gustare appienola bellezza di quest’opera di Bruegel, sefosse collocata accanto alle altre. Benchésia l’unica senza firma e senza data, la fie-nagione appartiene al ciclo dei mesi e cele-bra i lavori tipici del mese di giugno - ini-zio luglio. I colori della natura, che vannodal giallo oro del fieno, all’azzurrino deiprofili montagnosi sullo sfondo, si integra-no perfettamente con l’oro pieno de “laraccolta dell’orzo” (agosto) e i bruni grigide “I Cacciatori nella neve”.Un uomo in primo piano affila la falce.

Lo strumento, tipico della stagione estiva,atto alla mietitura e alla fienagione, era im-mancabile nella danza macabra. Ne avevarealizzata un pittore affine a Bruegel, Hie-ronimus Bosch col fine di ricordare all’uo-mo la sua natura mortale. Collocato nel-l’angolo sinistro della tela, l’uomo ha ilcompito, non solo di introdurci nel temadei lavori del campo, ma anche di svelarciil senso recondito della scena descritta.Bruegel, a differenza di Bosch molto più“religioso”, era solito nascondere il temasacro sotto spoglie quotidiane e contadine.Tra l’altro questo dipinto (1565) si collocaa pochi anni dalla morte dell’artista(1569). Una struttura di legno – una stac-cionata in procinto di cadere – dirige il no-stro sguardo verso la scena che dà il titoloall’opera: uomini e donne raccolgono fienosu un carro, ormai colmo. Richiamando leparole del Battista all’inizio del Vangelo diMatteo: “la scure è alla radice”, ovverosiamo alla resa dei conti, i mietitori hannoraccolto il grano e l’hanno riposto nel gra-naio, mentre il fieno sta per essere dato inpasto agli animali. A differenza di altreopere bruegeliane qui si lavora con tran-quillità: non c’è frenesia, né inquietudine oangoscia, le figure non sono caricaturali.Al contrario la bella stagione offre unasensazione di benessere, di bellezza e dipace. Ancora una volta il riferimento bibli-co è nascosto: “quando si dirà pace e sicu-rezza allora piomberà su di loro la rovi-na” (cfr. 1Tess 5,3). Bruegel visse in un tempo di grandi

contrasti intestini fra cattolici e calvinisti e,un anno prima della sua morte, vi fu unarivolta da parte dell’area olandese prote-stante contro il dominio spagnolo degliAsburgo. Tali eventi segnarono profonda-mente l’animo dell’artista producendo unpessimismo che egli registrò puntualmentenelle sue opere. Qui fu quasi profetico neldenunciare la calma prima della tempesta enel riflettere, misteriosamente conscio del-la sua fine, sull’imminente giudizio divino.Una scena principale denuncia il dramma.

nella carestia, nonavendo di che ali-mentare gli animali durante i mesi rigididell’inverno. Dalla celletta votiva lo sguar-do si perde all’orizzonte e mostra la bene-volenza divina: il cielo è terso, l’orizzontelimpido e tutto lascia prevedere un tempoottimo e un’essiccazione assicurata. Se trale macchie erbose svetta il campanile diuna bella chiesa, nella stessa direzione del-la celletta mariana, sopra una collina dora-ta, si erge un mulino a vento.

Pieter Bruegel il vecchio, La raccolta del fieno, 1566 (117x161 cm), olio su tavola, Palazzo Labkowitz, Praga

GIUGNO:LA RACCOLTA DEL FIENO E IL GIUDIZIO DIVINO

di suor Maria Gloria Riva*

Due gruppi di persone scelgono vie assolu-tamente diverse. Tre donne, una particolar-mente bella per l’indagine solitamente ca-ricaturale dell’artista, si dirigono verso ilcampo munite di rastrello. Esse rappresen-tano le tre età dell’umanità che vanno in-contro al loro destino (la morte simboleg-giata dall’uomo che affila la falce) in modidifferenti. È proprio la più giovane, ches’attarda a guardare verso i due cesti cari-chi di frutta e verdura, a metterci in guar-dia: senza buone opere non si arriva a Dio.

Particolare de La raccolta del fieno

Il contrasto fra fede e opere fu uno dei te-mi fondamentali della lotta fra cattolici eriformati. Altri cinque personaggi a piedi euno a cavallo (tre uomini e tre donne) sonodiretti dalla parte opposta carichi di frutti.Il sentiero che si snoda fra papaveri e fior-dalisi (questi quasi scomparsi dalle nostrecampagne) è segnato da una piccola edico-la mariana. Era costume, prima di mettermano alla fienagione, raccomandarsi allaVergine o a Cristo perché concedesse solee tempo sereno. La pioggia, infatti, rovinacompletamente il fieno e getta i contadini

Le pale sono ferme: il vento non porterànuvole sgradite, ma nello stesso tempo sidenuncia la pace prima della tempesta. Ilmulino, nell’opera di Bruegel, rimandaall’idea del tempo e del Giudice divino chegira le sue pale e che macina solo il buongrano della fede, consegnando l’incredulitàal fuoco. Altre scene riempiono l’orizzontee occorre una buona osservazione per ve-derle. Vicino a un pozzo, un pastore guidail gregge al pascolo (è Cristo, il buon Pa-store che non cessa di pascere i suoi a di-spetto delle avversità), mentre più in fondooltre le case ecco in un villaggio donne ebambini all’aperto, godendo della bellastagione. Sono loro il popolo di Dio, il gregge che

vive fiducioso della cura del Pastore e,benché non se ne abbia notizia, questo di-pinto sembra registrare un’inclinazionecattolica dell’artista considerato affine allafede calvinista.

* Monache dell’Adorazione EucaristicaPietrarubbia

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9MONTEFELTRO UFFICIO FAMIGLIA / SANTIFICAZIONE

Lo chiamano “pelagianesimo” ed è il più formidabile sgambettoin cui potremmo incappare, perché anche in questo caso il motoredella santità non sarebbe l’Uno e Trino Signore ma l’uomo, dispie-gando forza di volontà e impegno nel rispettare determinate regole,peraltro buone, ma cadendo nella trappola della condanna di chi,per i più diversi motivi – immaturità, fragilità, ignoranza – si com-porta diversamente. Il rischio è quello di ritenerci migliori, merite-voli e “a posto” davanti al Signore, rimuovendo le nostre miserie edimenticando che la gerarchia delle norme prevede al vertice l’amo-re a Dio e al prossimo.Ecco: decentrarsi, rimettere al centro Gesù, proporre sempre la

Verità che lui è – per quanto ci è dato di poterla conoscere – senzaviolare la Carità: una verità sbattuta in faccia assume una diversa fi-sionomia, non è più lui. Senza amore nel dire, nel discutere, nelproporre, nel dissentire, nel confutare, si discute e si propone altro,spesso se stessi. Non ci accorgiamo ma Gesù è già altrove. Assentegiustificato.Non tutti possono tutto qui ed ora, e forse anche nell’immediato

futuro: la corsa personale è sempre a tappe, con rallentamenti, cadu-te e ripartenze. Le innumerevoli pieghe che increspano la vita sonooccasioni d’oro per la mai facile risalita dell’ampia gamma dei gri-gi, fino allo splendore della Verità non più allo specchio ma occhinegli occhi, nel giorno ultimo. Mentre nel pellegrinaggio terrenosono tante le ombre che permangono, dato il fardello del peccato

NATI PER LA SANTITÀA cura di Sveva della Trinità*

delle origini e di quelli freschi di giornata che non ci facciamo man-care e che ci costringono a scalare le marce.Dare tutto rimane la parola d’ordine: il tutto della povera vedova,

oggettivamente poco, è molto più del molto di chi non dà tutto, chedunque è poco agli occhi del Padre. Non è un gioco di parole ma lanostra identità di figli amati e chiamati ad amare. Come? Cercandoe perseguendo tutto il bene possibile, passo dopo passo, senza sco-raggiarsi, rispondendo e agevolando nei fratelli la risposta al donodella grazia, che ci previene e ci supera senza ignorare la nostra fra-gile natura, perfezionata solo gradualmente.Com’è diverso il nostro Dio da un dio contabile, che infila perli-

ne nella collana dei nostri meriti! Dal riconoscersi limitati e pastic-cioni ma infinitamente amati nasce la vera gioia, per aprirsi a luisenza frapporre ostacoli al suo gratuito operare, e constatare ognimomento, con stupore e gratitudine, che ogni cosa proviene dallesue mani: soffio vitale e vocazione, risorse personali e possibilità dimetterle a frutto, desiderio di bene che ci inabita e quanto può ve-nirti in mente di bello e di buono.Ma noi restiamo liberi di dire “sì” – nonostante i mille lacci che

ci condizionano – e di cooperare nell’amore con il lavorio impercet-tibile e costante dello Spirito, che ci plasma e ci riplasma come unvasaio fa con la sua creta, per fare di ogni opera un piccolo capola-voro.

* eremita diocesana

“... NON SIAMO GIUSTIFICATI DALLE NOSTRE OPERE O DAI NOSTRI SFORZI, MA DALLA GRAZIA DEL SIGNORE CHE PRENDE L’INIZIATIVA” (GE, 52).

Dall’11 al 18 agosto si svolgerà il campo estivo rivolto alle fa-miglie della diocesi nell’ormai abituale struttura del VillaggioS. Francesco di Badia Prataglia. Questa esperienza intende of-frire un’occasione di riposo e svago, alternando al necessariorelax estivo l’approfondimento di tematiche attinenti alle rela-zioni familiari. Quest’anno, guideranno le meditazioni CesareGiorgetti e Rita sul tema: “La famiglia luogo del Risorto”. Come di consueto, faranno seguito alle riflessioni iniziali deirelatori il confronto all’interno della coppia e la condivisione in

UFFICIO FAMIGLIA SETTIMANA ESTIVA DI CONVIVENZA PER FAMIGLIESETTIMANA ESTIVA DI CONVIVENZA PER FAMIGLIE

gruppo. Altri momenti quotidiani caratterizzanti l’esperienzaestiva saranno la preghiera con i bambini (ad inizio e fine gior-nata) ed un momento di spiritualità per gli sposi; non manche-ranno, ovviamente, passeggiate, giochi ed altre attività di ani-mazione.Per eventuali informazioni ed adesioni, contattare Lara:

cell. 338 8915035 o mail: [email protected]’Ufficio famiglia diocesano

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10MONTEFELTRO PASTORALE GIOVANILE

Potrebbe essere un bel titolo per i gior-nali e presentarsi in edicola con i miglioripresupposti per essere un articolo che su-scita molto interesse. Eppure, non è fanta-sia, ma stupenda realtà.A partire dal Sinodo dei Vescovi dello

scorso autunno, la Chiesa universale tuttaha rivolto lo sguardo ai giovani di ogniparte del globo per favorire un processodi analisi, crescita e comprensione dellenuove generazioni: sui loro dubbi, sulleloro difficoltà, sugli ostacoli che incontra-no, sulle loro aspirazioni, sui loro sogni edesideri. Possibile pensare che un atto si-mile, da parte del Papa, fosse dovuto? Inun mondo sempre più rapido e dinamico,i giovani di oggi sono il futuro per ogniadulto, ma non solo questo.L’intento finale ha significato molto di

più, perché ha aperto nuovi orizzonti, rin-novata fiducia reciproca e aggiornato gliideali e gli obiettivi comuni. C’è stata unavera e propria apertura all’ascolto traChiesa e giovani, e viceversa.Abbiamo allora chiesto pareri diversi, a

persone diverse, per capire cosa possa si-gnificare un gesto tanto straordinario: de-dicare un Sinodo dei Vescovi ai giovanicredenti, e non, di tutto il mondo.Lo facciamo partendo con chi è più vi-

cino all’età universitaria, il docente acca-demico Prof. Di Nubila, il quale ci donaun’ampia considerazione a riguardo.

I giovani, interlocutori attivi di una nuova umanizzazioneI giovani sono nel pensiero di Papa

Francesco, come gli interlocutori attivi diun processo di “umanizzazione” di cui lasocietà ha tanto bisogno. L’esortazioneapostolica Christus vivit, senza voler esse-re un Manuale di pastorale giovanile, sipresenta come un testo ricco e “poliedri-co”, in buona sintonia con tutta l’azioneapostolica di questo Papa. Lo sguardo è ri-volto a tutti i giovani del mondo, credentie non credenti, ma anche a quanti assumo-no responsabilità educative. I giovani sonovisti nella loro identità generazionale: so-no risorse per il mondo, sono inquieti perle tante difficoltà che devono affrontare,ma specialmente sono espressione di unadiversità che interpella tutti i giorni ilmondo degli adulti. Emerge con forza laparola chiave del pensiero di Papa France-sco: la cultura del dialogo si declina nel-l’ambito delle relazioni tra le generazionie più concretamente tra giovani e adulti fi-

prese con nuovi pro-blemi come la ricer-ca del lavoro, la minaccia della disoccu-pazione, i rischi di certi abusi, la dram-maticità delle migrazioni. A tutti il Papachiede tanta corresponsabilità, il coraggiodi “mettersi in gioco”, la generosità pergli altri e la disponibilità all’incontro conDio. Conforta l’incoraggiamento di PapaFrancesco per quanti sono, da alcuni annia San Marino, impegnati nel Forum delDialogo.

Prof. renato di nubila

no ad affermare: “…se i giovani si radica-no nei sogni degli adulti, riescono a vedereil futuro, possono avere visioni che apronoloro l’orizzonte e mostrano loro nuovicammini. Ma se gli adulti non sognano, igiovani non possono più vedere chiara-mente l’orizzonte”. Una strategia che nonpuò non interpellare la comunità cristiana,chiamata a rinnovarsi per poter entrare incontatto con tutti i giovani, anche quelliche «non la ritengono significativa per laloro esistenza» e le chiedono piuttosto dilasciarli in pace. Sono proprio i giovani

“I GIOVANI AL CENTRO DELL’ATTENZIONEDEL PAPA E DI TUTTA LA CHIESA”

di Michele Raschi

che la possono “evangelizzare” e aiutare anon cadere nella corruzione, a non trasfor-marsi in setta, a essere testimone autenti-camente povera e umile. In questo spirito,il Dialogo non può esaurirsi in un incontrofaccia a faccia, né diventare strategia perconquistare l’altro, ma essere invece “unincontro tra persone diverse per conoscersimeglio ed eventualmente per fare insiemeun tratto di strada”. Ne scaturiscono cosìuno stile ed un metodo di lavoro, rispetto-so e responsabile, alla maniera di un mododi essere e di lavorare insieme nell’ascoltoe nel discernimento secondo i passi indica-ti da Francesco: riconoscere, interpretare,scegliere. In questa direzione, viene inco-raggiata la comunità cristiana perché creile condizioni di un discernimento vocazio-nale di persone responsabili che voglionodedicare la loro vita al Signore, ad altrepersone e ad altri giovani.Nel realismo della visione del Papa,

c’è posto anche per la crescente pervasi-vità dell’ambiente digitale e della nuovapratica culturale che ne scaturisce, com-preso il rischio per molti giovani di di-ventare “social solitari”. Ad essi, come aquanti delle nuove generazioni sono alle

I giovani stessi, invece, cosa pensano?Elisa, 24 anni - L’interesse del Papa

nei confronti dei giovani l’ho percepitocome parte integrante del suo operato,che si legge anche nel suo desiderio diuna Chiesa in uscita. Ciò mi ha fatto sen-tire ancora di più parte attiva e interessataai bisogni della comunità, con tanta vo-glia di dialogo e conoscenza. Spesso noi giovani ci troviamo nella si-

tuazione in cui vorremmo essere di più, fa-re di più, spenderci di più e tutto quelloche ci è attorno è come se quasi ce lo chie-desse, se lo aspettasse. A me è parso comese il Papa, con questo Sinodo – e tuttoquello che ha portato alla pubblicazionedella Christus vivit – si fosse posto al no-stro fianco: ci ha voluto conoscere, si è in-teressato a quello che facciamo, a quelloche vorremmo fare ed essere e ci ha forni-to una guida, una guida che parla di noi. Questo mi ha attratta perché a volte ci

sentiamo sballottati da un posto all’altro,mentre il Santo Padre, con questo docu-mento, ci ha voluto dare un posto, un ruo-lo, senza lasciarci soli, ma donandoci del-le indicazioni che hanno il sapore dei gio-

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11MONTEFELTRO CENTRO VOCAZIONI DIOCESANOvani e non di qualcosa che viene impostodall’alto. Il suo operato lo vedo in lineacon i tempi, ci permette di stare dentro al-la storia, senza dimenticarci da dove pro-veniamo e quali sono le “linee guida” daseguire ma senza estraniarci da quello cheaccade oggi perché è adesso il momentoin cui viviamo.

Lorenzo, 21 anni - Provo sollievo nelsapere che la Chiesa abbia a cuore il pro-prio futuro, e speranza che vi si avvicinicon continuo impegno per una compren-sione più vera del mondo dei giovani.L’operato del Papa verso i giovani è evi-dente e concreto, rintracciabile nelle azio-ni tanto quanto nelle parole. La costanzanell’umiltà e la partecipazione alle que-stioni della contemporaneità, in particola-re, penso siano due dei più efficaci appi-gli che il Santo Padre offra ai giovani.

Laura, 18 anni - La prima volta che hosentito parlare del Sinodo dei Giovani so-no rimasta veramente contenta, perché ilPapa ha fatto esattamente ciò che servivain questo esatto momento. I tempi sonocambiati, la Chiesa sta cambiando e que-sta apertura che sta nascendo verso i gio-vani è molto bella. Un grande atto di con-sapevolezza da parte della Chiesa, che siè fermata a riflettere su ciò che veramenteserve fare e riflettere. Mi rendo conto disapere poco circa la Christus vivit, ma èuno stimolo in più a trovare del tempoper scoprirla. Son certa che da ora in poisi inizieranno a vedere grandi risultati,perché ci si è resi conto che non si puòandare avanti senza giovani, perché allafine l’energia sono loro (siamo noi!).

Diego, 22 anni - Vista la forza conser-vatrice che preme ora sulla Chiesa è beneche ai giovani venga lasciato spazio diparola e di considerazione, sono realmen-te soddisfatto.Il Papa si è sempre reso disponibile ad

incontrare la gioventù e questa secondome è una scelta tanto coraggiosa quantofondamentale vista la difficoltà generaleche attanaglia i giovani di oggi, caratteriz-zata da insicurezza e precarietà. Inoltre, ègiusto dedicare tempo alla fetta di credentiche probabilmente affrontano la propriareligione con più difficoltà e dubbi. Sicu-ramente, tramite tutto ciò, Papa Francescosi è espresso notevolmente in favore di te-mi molto cari ai giovani credenti e questapenso sia la maniera migliore per creare lefondamenta di una Chiesa forte e stabile.Papa Francesco ha inteso che i giovanivanno aiutati e non rimproverati, vannoaccompagnati con insegnamenti e lezioni adiventare uomini e donne del futuro e acostruire la propria coscienza cristiana.

22 agosto 2009: avevo diciannove anni etutta la casa si era riempita di damigelle epalloncini colorati: era il giorno delle nozzedi mia sorella!Fervevano i preparativi della sposa ed io

non volevo certo essere da meno: sarei sta-ta la più bella della festa (dopo mia sorella,naturalmente!) e nessuno poteva rubarmiquesta piccola soddisfazione!In realtà i preparativi erano cominciati

tempo prima e, a discapito delle mie “vena-li aspettative”, mi ero preparata all’eventocon un pellegrinaggio a Santiago dove ave-vo domandato al Santo di intercedere per ilmatrimonio di mia sorella Miriam e, se iltempo fosse maturo, di indicare anche a mela strada che Dio mi aveva preparato.Non passò molto tempo... Proprio quel

22 agosto fu la svolta che fece virare il timone della mia barca verso una nuova me-ta. Eravamo già a metà della celebrazione matrimoniale, esattamente durante laConsacrazione, quando mi sovvenne all’improvviso un pensiero: io certamenteamavo mia sorella, ma c’era qualcuno che l’aveva amata prima e più di me... Nonsuo marito, bensì Dio stesso! Mi resi conto in un istante che Dio è Amore: quell’A-more che aveva tessuto con sapienza e fedeltà la sua vita fino a condurla lì, sull’Al-tare, dove il Suo grande disegno d’amore trovava ora compimento. Ed io? Io avevo cercato da sempre e invano l’amore. Ora lo avevo davanti; e

questo stesso Amore amava coloro che io amavo molto più di me, e in definitivapoteva donarmi per sempre quella Bellezza che aveva sempre avuto il gusto amarodi un tempo limitato.Dio invece era Amore, e Amore eterno! Questa grande scoperta coincise con un

pensiero immediato: se tu ci ami così, se tu sei Amore, io devo darti tutto! Non capii cosa ciò comportasse... me ne resi conto più tardi.Pensai inizialmente alla possibilità di una vita spesa nella Missione, per poi im-

battermi inaspettatamente in una ipotesi che, solo pochi mesi prima, mi avrebbe fat-ta tremare. Proprio in quel periodo un sacerdote missionario, davanti a una situazione di

grande difficoltà che stavo vivendo, mi domandò di pregare per lui e i suoi fratellisacerdoti. Questo svelò in me la vera portata di quella prima misteriosa chiamata:amare sarebbe coinciso per me con offrire la mia vita a Dio per gli altri, per tutticoloro che Dio avrebbe posto sul mio cammino. Compresi che la vera Unione, la vera Comunione sarebbe stata lì, nel cuore della

Trinità e della Chiesa: io davanti a Dio, chiamata a “portare in grembo” tutto ilmondo per presentarlo al Padre, come madre desiderosa di amore per i propri figli.Riconobbi il seme di questa esperienza contemplativa anche nel rapporto vissuto

fin dall’infanzia con la musica: il pianoforte era diventato inconsapevolmente illuogo di questo rapporto intimo, viscerale e intensamente amoroso con Dio stesso.Ora tutto questo, pur continuando a sperimentarlo nella musica, è passato “dalla

figura alla realtà”, vivendo ogni giorno nel Mistero adorante di Cristo nell’Eucare-stia. Conobbi infatti nel 2009 le Monache Adoratrici di Pietrarubbia e dovetti cedere

all’evidenza: Dio mi chiamava ad essere contemplativa!Davanti all’Eucarestia esposta feci la misteriosa ma schiacciante esperienza di

una Presenza che era lì ad aspettarmi da sempre e che in quel punto di luce biancaogni bellezza incontrata, ogni esperienza vissuta, ogni persona amata era racchiusa.È infine questo il luogo in cui, ogni giorno, ritrovo il mio volto, la mia pace. Qui

ripongo ogni cosa, al sicuro, nel seno del Padre. suor danuta

STORIA DI UNA VOCAZIONE

DIO È AMOREDIO È AMORE

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12MONTEFELTRO PASTORALE IRC

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER INSEGNANTI CORSO DI AGGIORNAMENTO PER INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICADI RELIGIONE CATTOLICA

Anche quest’anno l’Istituto Superiore diScienze Religiose A. Marvelli della Dio-cesi di Rimini e di San Marino-Montefel-tro, in collaborazione con l’Ufficio Dioce-sano Scuola e IRC delle due Diocesi, haorganizzato dei corsi di aggiornamento,formazione e ricerca, riconosciuti dalMIUR, per gli IdR e per tutti i docenti. Idue corsi si sono svolti a Rimini, presso lasala A. Manzoni. Uno, si è svolto dal 19febbraio al 12 marzo 2019, rivolto ai do-centi della scuola dell’Infanzia e Primaria,intitolato “La Pasqua cristiana illuminala morte” con sottotitolo, “come parlare aibambini della morte”. L’altro corso, svol-tosi tra marzo e maggio 2019, rivolto aidocenti della scuola Secondaria di Primo eSecondo grado, ed era intitolato “Bioeticadi fine vita”, con sottotitolo “uno sguardodentro l’esperienza del soffrire e del mori-re”. Entrambi i percorsi ed i laboratori adessi collegati sono stati molto utili ed inte-ressanti, per approfondire, riflettere e lavo-rare su un tema così importante comequello di “sorella morte”, come la chiama-va S. Francesco d’Assisi, che non è estra-neo in nessun ambito di vita, figuriamociin quello educativo.Riporto qui di seguito alcune riflessioni

significative dei relatori dei due corsi co-minciando da quello per la scuola Primariaed Infanzia. Don Vittorio Metalli (Docente in Cri-

stologia e Antropologia Teologica) ha ini-ziato la sua relazione dicendo che l’uomoha tre desideri: di essere felice, amato e divivere. L’idea della vita oltre la morte c’èin tutte le culture antiche, perché la perso-na anela ad una vita che non finisce dopola morte. Inoltre ha sostenuto che ci sonodue idee fondamentali della vita oltre lamorte, c’e l’idea del ritorno nel mondo deiviventi (come nelle filosofie orientali) ouna continuazione dell’esistenza nell’Al-dilà (come nella Bibbia) e qui intercettia-mo la presenza di Dio. La Bibbia conosce due tipi di risurre-

zioni: la rianimazione della persona morta(esempio 1 Re 17,17 Elia e il figlio dellavedova; Mt 9, 18-28 la figlia di Giairo),poi c’è la Risurrezione, cioè la vita dopola morte (Gesù risorto dalla morte è vivo,non muore più). Infine Don Vittorio hasuggerito di usare, per i bambini, la descri-zione del bruco che si trasforma in farfal-la, che funziona come esempio, perché c’èuna metamorfosi. Spendere l’idea di unanuova creazione renderà definitivo ciò cheabbiamo iniziato a vivere qui.

La dott.ssa Vittoria M. Sanese (Psico-loga della coppia e della famiglia) ha esor-dito dicendo che la morte è una esperienzauniversale e personale e che la formazionedella propria identità avviene in un percor-so che va da una separazione ad una indi-viduazione, unità ed abbandono. Noi nonriusciamo a comprendere niente, se non loabbiamo dentro di noi capito e conosciuto.Quando diciamo eternità lo capiamo, per-ché c’è in noi un desiderio di vivere persempre. Nel bambino, vibra il modello delpadre e della madre, c’è una trasmissionedi senso che portiamo dentro, che vienedal come si parla al bambino dell’amore,della vita che invecchia, della morte.Quindi quello che per noi è la morte lotrasmettiamo, perché è un rapporto gene-rativo. Se non si comunica la vita vera, di-venta più vera quella immaginaria.Kurt Appel (Docente in Teologia Fon-

damentale) ha parlato della morte come ungesto d’amore di Dio, perché separa l’uo-mo dalla sua volontà di onnipotenza. Laviolenza infatti è segno di onnipotenza. Idiscepoli di Gesù, invece sono chiamati aseguirlo e a vivere la vicinanza al Padre,salendo con Cristo sulla croce, mettendo adisposizione la propria vita per l’altro. Lavita risorta di Gesù è liturgia e martirio.La vita ha una dimensione divina che nonappartiene a noi.Infine la prof.ssa Mirella Fabbri (IdR

dell’Infanzia) e la prof.ssa Elena Bizzic-cheri (IdR della Primaria) dopo una brevepresentazione sull’argomento hanno mo-strato delle slide con alcuni lavori fatti inclasse inerenti alla vita oltre la morte. Laprof.ssa Fabbri ha ribadito che non c’è ri-

cetta che vale per tutti, quando affrontiquesti temi, perché ognuno è diverso. Mabisogna partire dalla relazione con i bam-bini che deve essere sincera, chiedendoanche al bambino cosa pensa, cosa gli èstato detto. Ascoltando e accettando le va-rie visioni sull’argomento, ma proponen-do, con gioia, anche la nostra visione. Ilbambino ha bisogno di collocare la perso-na che se ne va, perché altrimenti vengonogenerati l’ansia e lo sconforto. In ogni caso però è importantissimo far

capire al bambino che una persona quandomuore non va a finire nel nulla, c’è anco-ra, ti aspetta, ti ascolta, ti è vicino e questoda serenità, e che ognuno ha i suoi modi etempi per elaborare un lutto. Perché unbambino rassicurato può affrontare tutto.La Bizziccheri ha detto dell’importanza deitempi liturgici, quando si affrontano certitemi a scuola e che possono essere affron-tati in tutte le situazioni, perché se un bam-bino non ha più il genitore qui sulla terrada qualche parte ce l’ha. Mentre nell’altrociclo d’incontri, aperto a tutti i docenti diogni ordine e grado ma, in particolare aquelli delle scuole Secondarie di Primo eSecondo grado il dott. A. Polselli (Onco-logo) ha parlato delle varie tappe che lapersona affronta che vanno dalla conoscen-za della malattia alla disperazione, finoall’accettazione della stessa. Mentre ilprof. Salvino Leone (Medico e docente diTeologia Morale e Bioetica) nel suo incon-tro ha parlato di dolorismo che deriva dauna condizione espiativa del peccato. Deldolore vissuto come espiazione dei peccati.Ha affermato che il dolore non è una puni-zione divina, ma è divino il passare del do-

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13MONTEFELTRO PASTORALE IRClore. Invece la prof.ssa Luisa Maria Bor-gia (Vice Presidente del Comitato Samma-rinese di Bioetica), ha trattato l’argomentodel fine vita dal punto di vista legale, men-tre il dott. Marco Maltoni (Direttore U.O.Cure Palliative) ha spiegato che le curepalliative sono cure attive sui problemi psi-cologici e fisici, dove deve essere assicura-ta una qualità di vita migliore, non solo fi-sica, per portare il paziente al centro di unrapporto umano, facendogli capire che èimportante. Le cure palliative sono rispostaal bisogno di felicità. Inoltre ha parlato de-gli Hospice. Nell’ultimo incontro di que-sto percorso, P. Arnaldo Pangrazzi (Do-cente di Pastorale Sanitaria e di ClinicalPastoral Education) ha espresso la sua vi-sione della vita come un laboratorio di fe-rite, fisiche e morali, ha parlato della Para-bola del buon Samaritano sempre attualis-sima e di due casi di suicidio affrontati inclasse. In entrambi i percorsi il tema dellamorte è stato affrontato in maniera positi-va e propositiva, sottolineando come an-che questa tappa della nostra vita deve es-sere vissuta in una relazione vitale conDio e il nostro prossimo.

Katia CasadeiIl corso di aggiornamento per gli inse-

gnanti di religione della scuola dell’infan-zia e della primaria dell’anno scolastico2018/19 aveva un obiettivo molto com-

plesso, quello di parlare della morte aibambini. È un tema che da sempre mi hainterrogato, soprattutto quando a scuola sitratta il tema della morte e resurrezione diGesù, i bambini sono molto coinvolti oper la curiosità o per la dovuta distanzacon la quale si tutelano. Durante gli inter-venti dei relatori don Vittorio Metalli edella dott.ssa Vittoria Maioli Sanese è sta-ta affrontata la tematica prendendo in con-siderazione la Sacra Scrittura, per poi in-dagare l’aspetto teologico ed infine quelloantropologico. Ciò che mi colpisce sempreè il racconto dell’episodio tratto dal Van-gelo di Matteo 5,21-43 in particolare:“«Tua figlia è morta. Perché disturbi anco-ra il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto di-cevano, disse al capo della sinagoga:«Non temere, soltanto abbi fede!»”.“Soltanto abbi fede” parole che suonano

come un balsamo per Giairo che si trova asentire ciò che non avrebbe voluto. Per unadulto che ha fede forse questa frase puòavere un senso, ma per un papà che avevainvestito tutto per fare curare la figlia...Già questo brano potrebbe servire peraprire una riflessione con i bambini del se-condo biennio della primaria. Ma il dilem-ma è sempre lo stesso: se l’insegnante direligione affronta il tema della morte cosasuccede? I bambini si spaventano, si tur-bano, si inquietano? Forse, ma se osservia-

mo i nostri bambini come maneggianocosì bene videogiochi, app, Play Sta-tion, dove molto spesso per passare allivello superiore di ogni gioco devono“eliminare, uccidere”, la morte non hapiù la connotazione paurosa da enfatiz-zare o allontanare il più possibile, si puòmorire anche una, due, dieci, cento vol-te. Questa è un po’ la realtà in cui citroviamo ad operare! Parlare di mortenei livelli raggiunti non ha effetti nega-tivi, mentre non è così, quando la tema-tica è affrontata nella realtà. La relazione della dott.ssa Vittoria

Maioli Sanese ha dato molti spunti, co-me ad esempio il nonno che va a spassoper il parco con il nipotino di pochi annie camminando incontrano un uccellinoa terra morto, ecco che madre natura in-troduce con molta semplicità il tema piùtemuto dall’uomo contemporaneo. An-che a partire da questi esempi l’inse-gnante può aiutare il bambino a interro-garsi senza paure sul tema della morte.La fede libera anche da questa pauradell’uomo che progredendo nel suocammino può arrivare a dire con SanPaolo: “La morte è stata inghiottita nel-la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vitto-ria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglio-ne?” (1 Cor 15,54-55).

Paola Chiaruzzi

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14MONTEFELTRO PASTORALE SANITARIA

I GIOVANI E L’ALCOLISMOI GIOVANI E L’ALCOLISMOGiovedì 9 maggio, a Domagnano

(RSM), presso la Sala Montelupo, ilgruppo diocesano della Pastorale Sanita-ria ha organizzato un primo incontro perriflettere e confrontarsi sul preoccupantefenomeno delle dipendenze vecchie enuove che affliggono la condizionedell’uomo, con l’obiettivo di approfondi-re più specificamente il tema dell’abusodi alcolici da parte dei giovani. L’incontro è stato aperto dal Prof. Ga-

briele Raschi, il quale ha presentato i duerelatori che hanno accettato l’invito adintervenire sui temi oggetto della serata:la prof.ssa Sofia Tavella, Psicologa-Psi-coterapeuta, docente nell’Università diUrbino, e il dott. William Giardi, Diretto-re U.O.C “Servizio Minori” della Repub-blica di San Marino. La relazione dellaprof.ssa Tavella ha affrontato il tema del-le dipendenze mettendo in evidenza comeesse caratterizzino naturalmente la psico-logia umana, da non connotare necessa-riamente in senso negativo. La dipenden-za identifica un bisogno, una mancanzada colmare, un’assenza, un vuoto esisten-

ziale cui dare risposta. Le dipendenzeesprimono fragilità, ci fanno fare espe-rienza del limite. Superare la dipendenzaè parte essenziale del percorso che ognipersona compie per diventare adulta econsapevole, capace di completarsi rap-portandosi positivamente con gli altri, at-traverso sane relazioni familiari e sociali.Purtroppo, le dipendenze possono dege-nerare diventando fine a se stesse, impe-dire l’evoluzione della personalità ren-dendola succube di un bisogno pervasivo,da soddisfare attraverso la disponibilitàpermanente di una sostanza, un oggetto,in cui si esaurisce ogni volontà e si an-nulla ogni determinazione dell’individuo.Il dott. William Giardi ha incentrato il

suo intervento sul problema dell’alcoli-smo giovanile, alla luce della sua perso-nale esperienza come Dirigente del Ser-vizio Minori, ricordando innanzitutto chel’alcol rappresenta una forma di dipen-denza particolarmente insidiosa perchénon sempre il contesto sociale ne avvertel’estrema pericolosità, come al contrarioavviene in caso di assunzione di sostanze

stupefacenti. L’assunzione di alcool ètroppo spesso associata a momenti di di-vertimento e di festa, uno strumento chepuò favorire la socializzazione e l’aggre-gazione, superare timidezze, ritrosie einibizioni. Purtroppo, quando ad abusaredi alcool sono adolescenti e giovanissi-mi, i danni che ciò può comportare sulnaturale sviluppo del cervello sono gra-vissimi, non essendo il loro organismopredisposto a smaltirne l’assunzione. Peril dott. Giardi, la causa di tale abuso è inparte da attribuire ad una società che nonè più in grado di dare le giuste regole diconvivenza e comportamento; le fami-glie e le istituzioni scolastiche non sem-brano più in grado di trasmettere attra-verso l’autorevolezza, l’ascolto, la vici-nanza, la comprensione e l’esempio, ivalori necessari a comprendere le propriefragilità e a trovare il modo di superarleinsieme. Le relazioni sono state moltoapprezzate dai presenti che sono interve-nuti con domande, osservazioni e condi-visione di esperienze.

luciano Angelini

DIPENDENZE VECCHIE E NUOVE

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15MONTEFELTRO OTTO PER MILLE

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16MONTEFELTRO CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO

IL CENTRO MISSIONARIO DIOCESANOdi don Rousbell Parrado

Se una persona ama subito stabiliredelle relazioni, telefona, si incontra, scri-ve, ha il desiderio di uscire; tutto ciò chefa è per amore e crea una relazione fonda-mentale. La Missionarietà è relazione.Sono numerose le iniziative avviate

dalla Congregazione per l’Evangelizza-zione dei Popoli e dalle Pontificie OpereMissionarie per far conoscere il MeseMissionario Straordinario (MMS) dell’Ot-tobre 2019, annunciato da Papa France-sco. Innanzitutto il sito web www.octo-ber2019.va che “nasce per promuovere eanimare il MMS, in modo da contribuire,attraverso i contenuti multimediali inseritie ispirare il tempo di preghiera e la rifles-sione sulla Missio ad gentes di tutti i cri-stiani”. Nel sito Internet sono presenti di-verse sezioni, in primo luogo i testi delMagistero e delle Pontificie Opere Mis-sionarie sull’argomento. Altre sezioni so-no dedicate ai “Testimoni”, con storie diBeati, Santi, Martiri, di ieri e di oggi; alla“Formazione”, con testi utili per l’anima-zione missionaria; alle “Voci dal Mondo”dedicate alle testimonianze dei missionarie dei responsabili delle POM dei diversiPaesi. Sul sito web del MMS è inoltre consul-

tabile la speciale “Guida” dal tema “Bat-tezzati e inviati: la Chiesa di Cristo inmissione nel mondo”. Il testo, realizzatoper iniziativa della Congregazione perl’Evangelizzazione dei Popoli e dellePontificie Opere Missionarie, raccogliecontributi provenienti da tutto il mondo.Lo scopo è di fornire alle singole diocesi

il materiale necessario per la formazionee l’animazione missionaria, ispirando lacreatività delle Chiese locali nell’affronta-re le sfide inerenti all’evangelizzazione apartire dalla Missio ad gentes e dal pro-prio contesto. Le parti di cui la Guida sicompone corrispondono alle dimensionispirituali indicateci dal Santo Padre nel-l’indire il Mese Missionario Straordina-rio: l’incontro personale con Gesù Cristovivo nella Chiesa, la testimonianza disanti e martiri della missione, la forma-zione catechetica alla missione e la caritàmissionaria. Il testo è pubblicato in ingle-se, italiano, francese, spagnolo e porto-ghese. Attualmente sul sito è disponibile

e scaricabile solo la versione italiana dellaGuida, in formato “pdf” e nelle principalilibrerie la pubblicazione cartacea. Il logostudiato per il MMS presenta una Crocemissionaria, i cui colori richiamano i cin-que continenti, che è luminosa, piena dicolore, segno della vittoria e della Risur-rezione di Cristo. Il mondo è trasparente,perché l’azione di evangelizzazione nonha barriere né confini: è frutto dello Spiri-to Santo. Le parole “Battezzati e Inviati”,che accompagnano l’immagine, indicanoi due elementi caratteristici di ogni cri-stiano: il battesimo e l’annuncio. È inoltre stato realizzato anche un vi-

deo istituzionale sul MMS, scaricabile dalsito web, sul significato della missioneoggi, che è un viaggio attraverso i conti-nenti: Asia, Sri Lanka; America, Ecuador;Terra Santa; America, Messico e USA;Africa, Ghana, Kenya, Tanzania e Ugan-da; Oceania, Australia; Asia, Giappone. Per questo motivo, invito tutti a visitare

il sito web www.october2019.va per navi-gare con la mente e il cuore guidati dalloSpirito Santo nel mondo missionario, ecome dice il Papa Francesco: “la preghie-ra è la forza della missione”. In quantoCentro Missionario Diocesano, siamo adisposizione di tutta la Diocesi per mante-nere viva la vita missionaria e per questoinvitiamo tutti i confratelli sacerdoti, cate-chisti, gruppi e movimenti a bussare allaporta del Vostro Centro Missionario, pervenire a far un incontro con voi, perché lamissionarietà che nasce da una fede vivaama e crea relazioni.

BATTEZZATI E INVIATI: LA CHIESA DI CRISTO IN MISSIONE NEL MONDO

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17MONTEFELTRO DIALOGO / IL MUSEO DEL MONTEFELTRO

Dialogo Interreligioso e Relazioni InternazionaliGLI OBIETTIVI FISSATI SONO STATI RAGGIUNTI

Il primo anno del Corso di Alta formazione in Dialogo Interre-ligioso e Relazioni Internazionali sta volgendo al termine, l’ulti-ma lezione è prevista il 27 maggio con la lezione del Prof. Fran-co Cardini, presidente del Comitato scientifico. Da una prima va-lutazione non possiamo che essere felici del bilancio che è benpiù positivo delle previsioni sia in termini di partecipazione (24 iscritti) sia in termini di qualità della didattica. Gli obiettivifissati al momento della stesura del programma, possiamo dire diaverli raggiunti grazie all’eccellenza dei docenti, provenienti datre continenti, che hanno apportato non solo conoscenza teoreticama anche un’ampia esperienza diretta fatta nel corso di molti an-ni. In altri termini non si insegna nulla di avulso dalla realtà e ciòrende vincente la chiave di lettura del dialogo interreligioso co-municato durante il corso. Tutto ciò rende quindi molto utile lafrequenza al corso di alta formazione per tutti coloro che oltre aduna curiosità culturale personale vogliono trasferire un quid plusalla propria formazione professionale. È ormai evidente a chi haun’esperienza diplomatica o imprenditoriale in Paesi di religionediversa dalla nostra che è assai difficile o addirittura contropro-ducente relazionarsi con altre culture di Paesi come ad esempioIndia, Cina, Thailandia, Medio Oriente che hanno ben chiara lapropria identità e che sono disposti a collaborare nella misura incui i propri cárdini culturali non vengano fagocitati in nome dellaglobalizzazione.È evidente che per far ciò è necessario aver chiaro non solo

chi è l’altro ma anche e soprattutto chi siamo noi. In questo sen-

so, i docenti tra cui spiccano Franco Cardini, Fra’ Guglielmo Spi-rito, Padre Mtanious Hadad, Padre Antonio Olmi, Aldo Ferrarisolo per citarne qualcuno, hanno cercato di riportare alla reale es-senza del cristianesimo per poi volgere uno sguardo autenticoverso le altre religioni.È evidente che la modalità di comunicazione odierna che si

avvale principalmente di social network ha aumentato in manieraesponenziale la superficialità del sapere e disabituato l’individuoad approfondire ogni genere di tematiche dalle più semplici allepiù complesse.Sicuramente, l’aver avuto dei partecipanti di diverse naziona-

lità interessati alle materie e realmente capaci a porsi dialettica-mente con i colleghi e con i docenti ha dato vita ad un percorsoformativo di grande soddisfazione reciproca.Per il futuro auspichiamo di avere sempre maggior capacità di

interloquire non solo con giovani neo laureati che vogliono avvi-cinarsi al mondo del lavoro, in campi come la diplomazia o il vo-lontariato con una preparazione adeguata ai tempi ma anche conreferenti di categoria che possano essere sensibili a questa esi-genza culturale ormai imprescindibile.Per concludere, ricordo che da giugno sarà possibile iscriversi

al nuovo biennio che sicuramente sarà altrettanto di qualità grazieall’impegno di tutte le Istituzioni coinvolte.

Il coordinatore del CorsoProf. Adolfo Morganti

Il Museo del Montefeltro racconta at-traverso le opere d’arte e gli oggetti litur-gici esposti la fede degli abitanti di que-sto territorio. Recentemente il museo haricevuto in donazione opere provenientida molti paesi dell’Estremo Oriente e del-l’America Latina che documentano comeil cristianesimo si sia diffuso nel mondo ecome dialoghi con le altre culture e reli-gioni. L’allestimento in chiave tematica, piut-

tosto che cronologica, consente di resti-tuire il dialogo fra Dio e l’uomo nelle di-verse sezioni: la preghiera, la purificazio-ne, la paternità, la sequela, la luce e moltealtre. Il Museo si propone come percorso fi-

sico e spirituale, come un breve pellegri-naggio; è strettamente legato al Santuariodella Madonna delle Grazie che lo affian-ca del quale ne conserva il Tesoro. Il mo-dello espositivo assunto è quello dell’ac-cumulo: presenta gli oggetti secondo unmontaggio che ricorda la collocazione de-

IL MUSEO DEL MONTEFELTRO

PERCHÉ MERITA DI ESSERE VISITATOdi Joan Martos*

gli stessi in un depo-sito, in una soffitta.Gli oggetti portano impressi i segni deltempo, dell’incuria dell’uomo e dell’o-blio. Nel Museo questi oggetti hanno ri-preso vita testimoniando un deposito disguardi, di memorie, di vissuto. Nel luogo della memoria collettiva cia-

scuno di noi si può ritrovare testimone diuna appartenenza religiosa, di un’espe-rienza. Quanti di voi si saranno sposatidavanti ad una certa pala d’altare o avran-no pregato all’immagine di un santo, oavranno ringraziato offrendo un ex votoper una grazia ricevuta? Spostare i quadrida una chiesa a un museo non vuole diretogliergli il suo valore simbolico ma ag-giungerne altri. Il Museo si offre come strumento per

la evangelizzazione. Con le visite deigruppi di catechesi e le scuole si intendedare continuità alla lunga esperienza cri-stiana di questa Diocesi.

* Direttore Museo del Montefeltro

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18MONTEFELTRO AZIONE CATTOLICA

Il brutto tempo non ci ha fermato: Pen-nabilli ci aspettava e voleva darci il suobenvenuto! E così domenica 28 aprile, se-conda Domenica di Pasqua, i ragazzidell’Azione Cattolica, provenienti da di-verse parrocchie, si sono incontrati pertrascorrere insieme una bella giornata,aiutati dalla festa della Divina Misericor-dia che ha caratterizzato il tema del con-vegno: ci siamo lasciati guidare dalla sto-ria di Suor Faustina Kowalska e dalla bel-lezza artistica del dipinto di Gesù Miseri-cordioso. Raccontare ciò che abbiamo vissuto ci

costringe a ringraziare il Signore: • per la presenza paterna del Vescovo

Andrea che, nel saluto iniziale, ci ha invi-tato a considerare la gioia travolgente del-la Pasqua e a rimanere nell’amicizia con ilSignore; • per averci dato l’opportunità di parte-

cipare alla celebrazione della S. Messa inCattedrale, insieme alla comunità di Pen-nabilli: abbiamo ricevuto davvero il SuoCorpo, risorto e vivo! Un grazie al parro-co don Pier Luigi e al coro dei giovani peraver curato la Liturgia; • per averci dato degli educatori e degli

amici con cui condividere l’esperienzadella fede: davvero in queste occasioni cisi rende conto di quanto sia importante la

vicinanza di una compagnia con cui con-frontarsi e crescere;• per averci dato l’occasione di metterci

al servizio gli uni degli altri: l’equipe dio-cesana e l’AC di Pennabilli si sono davve-ro presi a cuore questa iniziativa e l’impe-gno organizzativo si è trasformato in ungesto di cura e di attenzione verso l’altro.Tutto questo ci sarebbe bastato, eppure

il Signore ci ha donato molto di più… Ci

ha dato la certezza che questa gratitudinee questa gioia non sarebbero finite al ter-mine del convegno. Rientrare in parrocchia non significava

concludere una bella giornata, ma conti-nuare a condividere quanto vissuto con gliamici rimasti a casa.

Giulia rinaldia nome dell’equipe ACR

A PENNABILLI DOMENICA 28 APRILE 2019

CONVEGNO DIOCESANO ACR

L’AZIONE CATTOLICA DIOCESANA HA UNA NUOVA SEDE

Casa: comunità di persone che convivono in uno stesso ambiente

Non è scontato, tantomeno dovuto, ma comunque è un meraviglioso dono che ci è stato fatto!Da tempo la notizia circolava tra gli aderenti della nostra associazione locale e in tanti non vedevano l’ora che si avverasse quanto si andava dicendo

negli incontri e nelle riunioni che animavano le parrocchie della nostra diocesi.L’ufficialità è arrivata lo scorso febbraio, quando sono stati riassegnati gli uffici del seminario vescovile di Pennabilli, poi l’inaugurazione alla presenza

del Consiglio diocesano e di Mons. Vescovo lo scorso 6 maggio.La nuova sede nasce come punto di riferimento per ogni ragazza o ragazzo, per tutti i giovanissimi, giovani e adulti di ogni età che per l’Azione Cat-

tolica dedicano tempo e le proprie energie.Ecco perché è un dono, perché ci è stata data una certezza da cui partire rigenerati, un caposaldo per ricordarsi chi e dove siamo: laici impegnati a ser-

vizio della Chiesa.L’importanza, è chiaro, non è solo istituzionale ed emozionale, ma anche amministrativa, per tutto ciò che riguarda la corrispondenza e l’interazione

con l’esterno, sia nel livello associativo nazionale che parrocchiale, e con tutti gli enti, movimenti e aggregazioni con cui l’AC opera e crea alleanze.Con cuore grato, l’intera associazione diocesana si rivolge al Vescovo Andrea per l’attenzione che ha voluto riservarci nel trovare una sistemazione per

la nostra grande famiglia. Ufficio Stampa AC

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19MONTEFELTRO AZIONE CATTOLICA

SAN MARINO: CAMPO-SCUOLA NAZIONALE SETTORE GIOVANI E MSAC 2019

L’Azione cattolica italiana organizza,ogni estate, un campo nazionale per il set-tore giovani e il MSAC. Quest’anno si terrà nella nostra diocesi,

dal 26 al 30 luglio, presso il santuario delCuore Immacolato di Maria a BorgoMaggiore. Ospiteremo quindi più di 200 giovani e

giovanissimi da tutta Italia che travolge-ranno con il loro entusiasmo la nostrapiccola Repubblica. Ma per quale motivo un giovane di AC

dovrebbe scegliere di partecipare a questocampo?Prima di tutto la dimensione nazionale

è una realtà totalmente diversa da quelloche abbiamo sempre vissuto nel nostropiccolo; spesso veniamo immersi dai pro-blemi che caratterizzano le nostre parroc-chie, la nostra diocesi e le peculiarità spe-cifiche del nostro territorio. Ci dimentichiamo che il mondo non fi-

nisce dove arriva il nostro orizzonte, mava ben oltre e ha da offrire tanti doni eopportunità che possiamo cogliere pro-prio partecipando a tali esperienze nazio-nali. Inoltre, noi giovani spesso sperimentia-

mo un senso di solitudine, dovuto al nonpoter condividere con altri la scelta di im-pegnarci, di fare un cammino di forma-zione e di prenderci responsabilità. Partecipare al campo nazionale permet-

te di sentirsi appartenenti ad una grandefamiglia, di non sentirsi soli nel percorre-re i passi a volte difficili, per quanto me-ravigliosi, della fede e del bene comune;ci si incontra, ci si conosce, si condivido-no difficoltà e speranze, si respira un cli-ma di impegno, di profondità e di unità.Da alcuni di questi incontri sono nateamicizie belle e autentiche, che coinvol-gono ambiti anche più personali e vannoben oltre l’impegno associativo. Infine, questi quattro giorni permettono

di ricaricarsi, di uscire dalla propria routi-ne e dal proprio punto di vista. Ogni anno, i campi nazionali sono dav-

vero un’opportunità e una “boccata d’a-ria”, una pausa che dona la possibilità di“guardare dall’alto” il proprio servizio e

LA DIOCESI OSPITA L’ITALIA INTERA!

il proprio cammino, per tornare a guar-darli come una scelta straordinaria e noncome un’abitudine o, ancora peggio, unaserie di impegni da dover rispettare; è unmomento da dedicare a se stessi, alla for-mazione e al rapporto personale con il Si-gnore. Tutti questi sono ingredienti essen-

ziali per poter tornare, una volta conclusoil campo, ai propri servizi con una caricanuova, con una voglia di dire un “sì” an-cora più forte e deciso a Gesù, all’AC e aciò che siamo chiamati nella nostra quoti-dianità.

Martina Toccaceli

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20MONTEFELTRO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO

“Vogliamo cambiare”. Lo dicono fortetanti giovani in tutta Italia, nel mondo. “Vo-gliamo che il futuro sia vivibile per noi e lefuture generazioni”. È per chiedere ai politiciche vengano prese sul serio le minacce delriscaldamento globale tramite azioni efficaci,che possano invertire la rotta, che il 15 mar-zo scorso migliaia di città nel mondo (182 inItalia, anche San Marino aderente) sono stateriempite da tantissimi giovani (affiancati an-che da adulti), rispondenti alla proposta diGreta Thungberg. È da decenni che la comu-nità scientifica avverte seriamente il proble-ma dell’aumento della temperatura media alivello globale; sono stati prospettati scenarifuturi a dir poco problematici, ma ancora tar-dano risposte concrete. E così i giovani scen-dono in strada, alzano la voce. Quello che emerge dalla manifestazione

è che è ora che ognuno faccia la propriaparte, nel proprio piccolo, per “esercitareuna sana pressione su coloro che detengonoil potere politico, economico e sociale”(Laudato si’, 206). Per quale motivo si do-vrebbe cambiare il proprio modo di vivere?La risposta è semplice: lo stile di vita occi-dentale non è sostenibile. Gli scienziati cidicono che un eccessivo consumo di carne,di plastica usa e getta, per esempio, com-portano spreco di risorse, inquinamento;fattori che incidono sulla salute di animali,piante e di riflesso sulla nostra salute. E seanche ci sembrasse irrisorio l’aumento ditemperatura di qualche grado (in realtà nonlo è), pensiamo allora agli ettari di boscosostituiti da campi coltivati per nutrire i bo-vini, da strade, da città1; pensiamo al calo diinsetti che si è verificato negli ultimi decen-ni, in larga misura a causa dell’uso massic-cio di pesticidi2. Perché dovremmo proteg-gere gli elementi naturali? Se non per altro,per convenienza: un ambiente naturale insalute permette lo svolgimento di funzioniecosistemiche che ci tornano utili e chesfruttiamo gratuitamente, ad esempio la de-

turiranno in maniera spontanea” (Laudatosi’, 12). Sta proprio qui il punto: per risol-vere i problemi ambientali è necessario svi-luppare uno sguardo capace di cogliere labellezza del mondo naturale e successiva-mente impegnarsi affinché tale esperienzapossa essere ripetuta, anche in futuro, da al-tre persone, creando le basi per un mondopiù equo. Ecco cosa chiedono i giovani.Quelli di oggi e quelli di domani.

1 Questo fenomeno è particolarmente intenso neipaesi tropicali e i paesi occidentali ne sono respon-sabili, per esempio per l’acquisto di olio di palma,prodotto tramite la sostituzione delle foreste conpiantagioni di palma. Quando invece l’ex suolo fo-restale rimane senza copertura arborea, si ha un au-mento indiretto di anidride carbonica nell’atmosfe-ra e conseguente riscaldamento, oltre alla perditanetta di habitat per tanti animali e piante.

2 Uno studio condotto in Germania ne ha docu-mentato un calo del 75% in 27 anni (articolo origi-nale dello studio liberamente scaricabile al link10.1371/journal.pone.0185809, altre informazionireperibili sul web). La diminuzione degli insettipuò comportare gravi squilibri all’ambiente, bastipensare al danno che deriverebbe dalla parziale omancata impollinazione delle piante.

3 Se vengono a mancare risorse (per esempio ladisponibilità di acqua), la possibilità che nascanoconflitti armati aumenta. Anche per questo la que-stione ambientale è da prendere sul serio.

LA TUTELA DEL CREATO NON SI PUÒ RIMANDAREdi Francesco Santi

purazione dell’aria, il ciclo dell’acqua el’impollinazione delle piante3. Non ci si puòfermare, tuttavia, ad una semplice visioneutilitarista nei confronti della natura; per uncristiano la volontà di conservazione devecoinvolgere anche altre motivazioni. L’uo-mo ha la responsabilità della tutela delCreato; non si può travisare il passo dellaGenesi, in cui l’uomo e la donna vengonoinvitati da Dio a soggiogare la terra e a do-minare sui suoi esseri viventi (Gen 1,26),come un permesso al consumo sfrenato del-le risorse naturali, senza accortezza e lungi-miranza. Nella Laudato si’ Papa Francesco,parlando del santo di Assisi a cui si è ispi-rato per il pontificato, dice che “per luiqualsiasi creatura era una sorella, unita a luicon vincoli di affetto”. E ancora affermache “se noi ci accostiamo alla natura e al-l’ambiente senza questa apertura allo stupo-re e alla meraviglia, se non parliamo più illinguaggio della fraternità e della bellezzanella nostra relazione con il mondo, i nostriatteggiamenti saranno quelli del dominato-re, del consumatore o del mero sfruttatoredelle risorse naturali, incapace di porre unlimite ai suoi interessi immediati. Vicever-sa, se noi ci sentiamo intimamente uniti atutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura sca-

Nel 2015 Papa Francesco ha deciso di istituire per tutta la Chiesa Cat-tolica il giorno 1° settembre come “Giornata Mondiale di Preghiera perla Cura del Creato”, già celebrata dalla Chiesa Ortodossa, per offrireuniti come cristiani un contributo al superamento della crisi ecologicache l’umanità sta vivendo in maniera sempre più drammatica. La crisiecologica chiama prima di tutto a una profonda conversione spirituale,ad una «conversione ecologica che comporta il lasciare emergere tuttele conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che ci

circonda» (LS, 217). La Giornata offre alle comunità e a ciascuna perso-na la preziosa possibilità di riconoscere la propria vocazione di custodidel creato, di lodare il Signore per l’opera meravigliosa che ha affidatoalla nostra cura, di invocare il Suo aiuto per la protezione del creato edi sperimentare la Sua misericordia per i peccati commessi contro ilmondo in cui viviamo.

Commissione Diocesana per la Pastorale Sociale e del Lavoro

1º SETTEMBRE - GIORNATA NAZIONALE PER LA CUSTODIA DEL CREATO

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21MONTEFELTRO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO

Beautiful BoyDal 13 giugno 2019

uscirà nelle sale cinemato-grafiche italiane l’attesissi-mo film Beautiful Boy, di-retto da Felix Van Groe-ningen, già distribuito nel-le sale americane da otto-bre dell’anno scorso. Il

film trae ispirazione dall’autobiografia di David Sheff (SteveCarrell), un giornalista e autore americano, che ha dovuto af-frontare nel corso della sua vita la complicata dipendenza dalledroghe del figlio Nic (Timothée Chalamet). È una storia di gran-de amore, ma allo stesso tempo di frustrante sofferenza.

Il viaggio di David attraverso la dipendenza dalla metanfetami-na del figlio rappresenta il grande amore di un padre verso un fi-glio: un amore incondizionato che ti fa superare prove al di là diogni possibile immaginazione, che ti fa vedere ogni aspetto dellavita sotto una luce differente. David accompagna in ogni singoloistante il figlio lungo il suo cammino, nonostante le sofferenze, lericadute e le forti emozioni e strazi che attraversano l’animo diNic. Eppure David decide di non mollare mai, nonostante gli osta-coli e i limiti che gli vengono imposti e, forse, sarà proprio quelforte amore che Nic sentirà attorno a sé a dargli una nuova pos-sibilità. Spesso immaginiamo i ragazzi colpiti da qualche di-

pendenza o “semplice” sofferenza comedelle persone completamente distanti dallarealtà in cui viviamo, li vediamo come sefossero “altro” rispetto a noi.

Al contrario, questa storia ci dimostracome un ragazzo qualsiasi, Nic, dall’infanzia felice e spensie-rata e circondato da una famiglia unita, possa cadere in grossedifficoltà, spaventato dalla realtà e forse dal non sentirsi all’al-tezza delle aspettative del mondo circostante.

Spesso ci si fa condizionare dalle persone che ci accompa-gnano nel nostro percorso di vita, ci si lascia trasportare e ani-mare dalle paure e dalle ansie, carichi di eccessive aspettativee di sogni infranti, eppure Beautiful Boy ci insegna a fermarcinell’esatto punto in cui ci troviamo e a ripartire, facendosi forzadel grande amore che spesso ci circonda ma di cui a volte nonsiamo nemmeno consapevoli.

“Devo trovare un modo di riempire questo buco nero che ho dentro”: queste sono le parole di Nic Sheff e questo è ciòche purtroppo tanti giovani oggi provano, disorientati dallarealtà circostante. Ciò che colpisce di questo film è la sua natu-ralezza, spontaneità, ci fa davvero comprendere quanto larealtà dei giovani colpiti da queste sofferenze sia in realtà la stessa realtà in cui si trova ognuno di noi, e per questo po-trebbe colpire chiunque vicino a noi, anche coloro che all’ap-parenza potrebbero sembrare “intoccabili” perché nessuno lo èdavvero.

AL CINEMAdi Melissa Nanni

“LA POLITICA È UN IMPEGNO DI UMANITÀ E DI SANTITÀ” (G. La Pira)a cura della Commissione Diocesana per la Pastorale Sociale e del Lavoro

L’INCONTRO PUBBLICO SI SVOLGERÀ SABATO 22 GIUGNO ALLE ORE 20.45 PRESSO LA SALA MONTELUPO A DOMAGNANO(SAN MARINO), PRESENTE IL CARDINALE GUALTIERO BASSETTI PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA.

I credenti, come cittadini al pari di tuttigli altri, hanno la responsabilità di dare illoro contributo alla società nell’affrontarele sfide poste dal mondo attuale. Nel tem-po la Chiesa attraverso il suo magisteroha sempre evidenziato le problematichesociali più rilevanti, ultimamente anchecon Papa Francesco: l’economia che ge-nera esclusione, l’idolatria del denaro, ildenaro che governa invece di servire, l’i-nequità che genera violenza, la tecnocra-zia e il relativismo pratico all’origine del-la crisi ecologica, e altro ancora. I creden-ti sono chiamati ad assumere la responsa-bilità della cura del bene comune, evan-gelizzando il sociale anche con un impe-gno politico che sia concreta espressionedi carità.La lettura della realtà ci restituisce,

però, uno scenario contrastato: da un latoc’è una diffusa consapevolezza dell’im-portanza delle sfide odierne, ma dall’altrosi constata la mancanza di una presenzaincisiva dei cattolici in ambito politico

ne un incontro di approfondimento sullafigura e la testimonianza di Giorgio LaPira: “In un momento in cui la comples-sità della vita politica italiana e interna-zionale necessita di fedeli laici e di stati-sti di alto spessore umano e cristiano peril servizio al bene comune, è importanteriscoprire Giorgio La Pira, figura esem-plare per la Chiesa e per il mondo con-temporaneo. Egli fu un entusiasta testi-mone del Vangelo e un profeta dei tempimoderni; i suoi atteggiamenti erano sem-pre ispirati da un’ottica cristiana, mentrela sua azione era spesso in anticipo suitempi… in particolare la sua testimonian-za integrale di fede, l’amore per i poverie gli emarginati, il lavoro per la pace,l’attuazione del messaggio sociale dellaChiesa e la grande fedeltà alle indicazio-ni cattoliche. Sono tutti elementi che co-stituiscono un valido messaggio per laChiesa e la società di oggi, avvaloratodall’esemplarità dei suoi gesti e delle sueparole” (Papa Francesco).

sulle tematiche che sono alla base dellavita sociale: famiglia, vita, lavoro, libertàdi coscienza e educazione.Urge dunque una riflessione che possa

motivare i credenti a un rinnovato impe-gno sociale e politico. Per questo in occa-sione della festa di S. Tommaso Moro,nell’ambito delle Giornate di preghiera eriflessione per i politici, la diocesi propo-

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22 PERSONAGGI ILLUSTRI DELLA DIOCESIMONTEFELTRO

Johannes Bertholdus de Serravalle(Giovanni da Serravalle), nacque nelCastello di Serravalle, oggi facente par-te della Repubblica di San Marino, al-l’epoca invece sotto il dominio di Rimi-ni e dei Malatesta, intorno al 1350 (altripensano al 1360), da una famiglia il cuinome compare in uffici e incarichi dellacittà di San Marino. Compì i suoi primi studi in questa

città, dove a sedici anni fu allievo deipadri minori conventuali. Di qui si tra-sferì a Pavia per completare gli studiteologici e conseguire il Dottorato.Quasi certamente a Bologna (altri sug-geriscono Ferrara) seguì parte delle let-ture e del commento della Divina Com-media di Benvenuto da Imola, tenuti incasa di Giovanni da Soncino tra il 1374e il 1376. Nel 1390, chiamato a Romada papa Bonifacio IX, fu nominato let-tore dei Libri quattuor sententiarum diPietro Lombardo presso il ginnasio delPalazzo apostolico. Nel 1393 lasciò Roma e passò a Fi-

renze, sempre con l’incarico di inse-gnante di teologia. Dovette lasciare Fi-renze nel 1397 per un viaggio in TerraSanta ove rimase per qualche mese. Fu certamente a Perugia nel 1400,

poiché negli Annali decemvirali del Co-mune sotto la data del 22 aprile figurauna provvisione dei priori che lo esaltacome “fulgentissimus scientiarum vireloquentissimus”. Del Comune di Peru-gia fu anche eccellente ambasciatore trail 1400 e il 1401 a Foligno e a Spoleto.Sentiva però il richiamo di Firenze siaper le accoglienze pronte e cortesi che lìaveva sempre avuto, sia per le possibi-lità di studio e di ricerca che già avevaavviato. Il 30 novembre del 1401 alla morte

di fra’ Grazia de’ Castellani fu chiamatoa Firenze come lettore di teologia e pre-dicatore. In un documento del 3 novembre

1403 gli esponenti della Repubblica fio-rentina scrivevano al Sommo Ponteficeesortandolo a concedere più lungo sog-giorno a fra Giovanni di Serravalle.Forse l’esortazione fu accolta, se, pochimesi dopo, nel 1404, gli stessi chiede-

vano prima al Generale dei frati minoriil permesso che fra Giovanni tenesseancora le prediche di Quaresima, poi alui stesso che fosse sollecito ad acco-gliere l’invito. Uguale esortazione si coglie in un’al-

tra lettera del settembre del 1406 per gliUffici di Quaresima da tenere in SantaCroce. Certo nel 1405 fu nominato Mi-nistro Provinciale del suo Ordine per leMarche; di qui doveva poi passare inRomagna. Furono anni intensi. Nel 1410, con i Malatesta di Rimini,

fu a Mantova a consultare, fra l’altro, lememorie e le disposizioni della contessaMatilde; di là, forse, passò a Ravenna avedere i luoghi danteschi. Probabilmente verso la fine del 1410

gli giunse la nomina, voluta da papaGregorio XII, a vescovo di Fermo, do-ve, invero, la sua presenza dovette esse-re assai saltuaria. Seguì invece il Papa aGaeta e ivi rimase, per alcun tempo,presso Ladislao I re di Napoli. Abban-donato da costui Gregorio XII (che siera rifugiato presso il generoso Malate-sta) per l’antipapa Giovanni XXIII, fraGiovanni rimase ancora presso Ladi-slao, seguendolo in vari luoghi fino aNapoli, nel tentativo di fungere da inter-mediario tra lui e Carlo Malatesta. Anche dopo la morte di Ladislao non

si chiarirono né la situazione della

Chiesa né i suoi rapporti con i vari re-gnanti. Certo è che il Concilio di Co-stanza, svoltosi in quarantacinque ses-sioni dal 5 novembre 1414 al 23 apriledel 1418, vide vivamente interessato fraGiovanni. Forse non partecipò alle pri-me adunanze, ma certamente il 18 giu-gno 1416 tenne l’eloquente orazione“Caro mea vere est cibus” - “La miacarne è vero cibo”, applauditissima, incui si tende a propugnare i concetti diriforma ecclesiastica. Fu durante il Concilio di Costanza, e

in questa città, con pochi libri e conpiena fiducia nella memoria e nei buonistudi compiuti, che egli tradusse in lati-no e commentò la Divina Commediadal 1° febbraio 1416 al 16 gennaio1417, o più precisamente: la versionedal gennaio 1416 al maggio 1416 e ilcommento dal febbraio 1416 al gennaio1417. Ugo Foscolo insinuò, nel suo Discor-

so sul testo del poema di Dante, cheegli “compilasse quante mai chiose glierano somministrate e dai libri che gliincontrava d’avere alla mano, e dallasua memoria, e fofors’anche dalla suafantasia”. Il suggerimento e lo stimolo gli ven-

nero, nel rinnovato fervore di fiducia edi attesa proprio dai “rreverendissimi inChristo Patres” come si legge nella de-dica dell’opera, Amedeo di Saluzzo,cardinale diacono di S. Maria Nuova(ora S. Francesca Romana), Niccolò diBubwych e Roberto Halam, ecclesiasti-ci inglesi. Traduzione e commento dovevano

servire, nella richiesta dei tre personag-gi che evidentemente non conoscevanola lingua italiana e nella realizzazioneche se ne fece, a diffondere tra i fedeliun’opera di alta edificazione morale ereligiosa. Dal Concilio, dopo l’abdicazione di

Gregorio XII, di cui fu devotissimo, e ladeposizione di Giovanni XXIII e di Be-nedetto XIII, uscì eletto l’11 novembre1417 papa Martino V. Dal nuovo pontefice egli fu trasferito

da Fermo a Fano il 15 dicembre 1419 equi morì nel febbraio 1445.

IL PERSONAGGIO DEL MESE

JOHANNES BERTHOLDUS DE SERRAVALLEdi don Pier Luigi Bondioni

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23MONTEFELTRO ANNIVERSARI

DON ORAZIO PAOLUCCI FESTEGGIA IL TRAGUARDODON ORAZIO PAOLUCCI FESTEGGIA IL TRAGUARDODEI 55 ANNI DI ORDINAZIONE SACERDOTALEDEI 55 ANNI DI ORDINAZIONE SACERDOTALE

29 GIUGNO 2019

NATO A PENNABILLI IL 2 MARZO 1940, DON ORAZIO PAOLUCCI VIENE ORDINATO SACERDOTE DAL VESCOVO MONS. ANTONIOBERGAMASCHI IL 29 GIUGNO 1964. È PARROCO DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA, A MIRATOIO. CANONICO DELLA CATTEDRALE E ATTUALMENTE ANCHE ADDETTO ALLA SEGRETERIA DI CURIA.

L’affetto dei suoi parrocchiani Eccolo. È il rombo del motore ad an-

nunciare l’arrivo del Don: il piede spingelesto sull’acceleratore e lui, dopo averraccolto per strada qualche pecorella perconsentirle di partecipare alla Messa, di-vora l’ultimo tratto di salita fino alla chie-sa. Parcheggia, raccatta occhiali, agendinae foglietti “la Domenica”: sul primo, rico-noscibile, ha già annotato alcune rifles-sioni e, se va perduto, è un bel guaio,“quia… si carta cadet, omnia scientia ga-loppat” … “perché se si perde la cartatutta la scienza svanisce”.“Bene, ho preso tutto”.Scende dall’auto presbiterale, rigorosa-

mente color grigio fumo, come atterrandosu un altro pianeta, a volte carico di ma-nifesti dal Centro Diocesi. Sale i gradinicon calma, entra guardandosi intorno confare compassato, saluta Gesù. “Nessuno, ancora: arriveranno!”.Avanza con passo felpato, suona le

campane per convocare il suo piccologregge, prepara l’occorrente. Prima di in-dossare i paramenti si siede raccolto difianco all’altare e medita sulla Parola delgiorno, per poi commentarla nell’omelia,semplice e familiare.Qualcuno intanto lo avvicina e trova in

lui un sorriso accogliente. Al termine siintrattiene amabilmente con la gente, di-spensando caramelle ai bambini. Poi,d’un tratto, lo assale il timore di far tardiper la seconda celebrazione a due chilo-metri di distanza: balza svelto sull’auto-mobile e nel mondo della Formula Uno.Ma il pilota, nonostante la fretta e il gustodella velocità stradale, trova ancora iltempo per frenare giù per la discesa, apri-re il finestrino e fare l’ultimo cordiale sa-luto. Poi via, di nuovo sul circuito, fino aMiratoio.Grazie, Don, per la tua puntuale e affa-

bile presenza tra noi, non priva di sacrifi-ci, soprattutto nel lungo periodo inverna-le. Vogliamo esprimerti la nostra gratitu-dine, con i più affettuosi auguri per i tuoi

primi 55 anni di Ordinazione Sacerdotale,e dirti che continuiamo a pregare per te eper il tuo ministero, prezioso per tutta lanostra Parrocchia. Ti vogliamo bene.

La comunità di Ca’ Romano insieme ai parrocchiani di Miratoio

Il messaggio di saluto di Sveva della Trinità

Carissimo don Orazio,nell’esprimerle i più affettuosi auguri

per i suoi 55 anni di fedeltà sacerdotale,colgo l’occasione per ringraziarla.Lei forse non sa quanto è preziosa la

sua presenza – in parrocchia, in curia, inmonastero, tra gli anziani – che dice a tut-ti l’amore discreto di Dio.Questa è alta teo-logia, un dire-Dio che

prende corpo nella più semplice quotidia-nità. Il suo esserci, mite e delicato, è unabenedizione: vero antidoto alla baldanzasgarbata e alla trivialità che oggi va per la

maggiore. Nel mondo – e purtroppo avolte anche tra noi cristiani – sembra con-tare di più chi fa più chiasso e chi sta sot-to i riflettori della ribalta. Ma non è così.Gesù ci insegna il contrario. Siamo chia-mati, sul suo passo, all’umiltà, alla debo-lezza, alla povertà di sé, alle cose sempli-ci, a recuperare il valore del silenzio e delnascondimento, proprio come lui, che“non considerò un tesoro geloso la suauguaglianza con Dio; ma spogliò se stes-so…” (Fil 2, 6-7). È il mistero della ke-nosi a cui tutti siamo invitati. E beato chiin esso si immerge, nell’unità indivisacon l’Amato.Ecco, don Orazio, ci tenevo proprio a

dirglielo: la sua mitezza è per me segnodella mitezza di Dio che, fragile, bisogno-so, povero, trova asilo nel grembo dellaVergine e si fa piccolo Bambino.Verbum caro factum est… e tutto è

cambiato. E tutto cambia ogni giorno.Buon anniversario!

Sveva

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24MONTEFELTRO PREGHIERA

La povertà, vissuta nel suo triplice livello, è essenziale allafisionomia di ogni sacerdote, come lo fu per Gesù.

Povertà PersonaleIl sacerdote, sebbene eletto da Dio, rimane come ogni altro

uomo un essere personalmente debole e povero. È chiamato,perciò, a fare l’esperienza non solo, della potenza di Dio, maanche della sua personale povertà. L’esperienza dei propri li-miti morali e fisici è necessaria all’apostolo, ma non lo devescoraggiare. Il Padre sa che cosa c’è in coloro che ha scelti eunti con l’unzione (cfr. Gv 2,25). Solo Lui riesce a fare cosegrandi servendosi di strumenti poveri e miserabili. Solo Diopuò fare di un peccatore un santo. Pertanto, la purificazioneinteriore del sacerdote è la prima condizione della feconditàdel suo ministero. Non potrebbe essere ministro di misericor-dia e di perdono, senza aver sperimentato per primo la miseri-cordia e il perdono di Dio.

Una vita sobriaLa croce è la firma (la chiamano anche prova) con cui Dio

autentica le sue opere. Il sacerdote, perciò, non si dovrà stupi-re delle croci che gli verranno addosso: se la gente non l’a-scolta, se un giorno farà l’esperienza dell’insuccesso e del fal-limento. Cristo non ci ha assicurato il plauso degli uomini, male persecuzioni. Non è un criterio evangelico giudicare l’effi-cacia dell’apostolato dai suoi successi. Certo, dobbiamo impe-gnare l’intelligenza e tutti gli strumenti di cui disponiamo, an-che i più moderni. La nostra fiducia, però, va riposta non negli strumenti ma

solo in Cristo: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vifaticano i costruttori” (Sal 127,1). Tutta la storia della Chiesae dei santi lo conferma. Perciò, la scelta da parte del sacerdotedi una vita sobria e povera non nasce da esibizionismo, quasiche egli sia un “superuomo”, che può fare a meno di tante co-se, ma è inseparabile dal fatto di essere il continuatore della

missione di Cristo. Il sacerdote, cioè, non disprezza i beni diquesto mondo meraviglioso, né le tante cose belle e utili chevi sono. Il vero senso evangelico della sobrietà e della povertàè solo l’amore, come ci insegna Gesù. Dio non aveva stradamigliore di mostrarci il suo amore, che incarnarsi nella nostrastoria, facendosi povero come uno qualsiasi di noi: stranierocon gli stranieri, lavoratore con i lavoratori, sofferente con isofferenti.

La scelta dei poveriA Gesù, però, non è bastato farsi povero e vivere sobria-

mente, ma ha voluto circondarsi di gente semplice. Il suo di-scorso a Nazareth non lascia dubbi: “Lo Spirito del Signore èsopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e miha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, perproclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; permettere in libertà gli oppressi” (Lc 4,18). E ai discepoli diGiovanni Battista che gli chiedono: “Sei tu colui che deve ve-nire o dobbiamo attenderne un altro?”, risponde: “Andate e ri-ferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi ricupera-no la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sor-di riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predica-ta la buona novella” (Mt 11,3-5). Ma oggi chi sono i poveri?Certamente quanti non hanno casa, vestito, nutrimento e altribeni necessari alla vita. A questi, però, vanno aggiunti i nuovipoveri della società del benessere: disorientati, delinquenti,minorati psichici, handicappati, disadattati, anziani abbando-nati, immigrati, emarginati d’ogni tipo. Gli “scartati”, di cuiparla papa Francesco. Sarebbe riduttivo, però, chiamare povero solo chi manca dei

beni materiali. Anche chi abbonda di beni materiali è spessopovero moralmente e spiritualmente. L’avere è necessario peressere, ma può trasformarsi in un cappio. Non bastano cibo,vestito e casa a rendere libero l’uomo. Lo sarà veramente, soloquando avrà vinto anche la povertà morale e spirituale.

INTENZIONE DEL PAPA PER IL MESE DI GIUGNO

L’offerta quotidiana santifica la tua giornata. Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere

e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare, per le intenzioniaffidate all’AdP dal Papa:

o “Per l’evangelizzazione: Per i sacerdoti perché, con la sobrietà e l’umiltà della loro vita, si impegnino in un’attiva solidarietà verso i più poveri”.

La croce è la firma con cui Dio autentica le sue opere

IN PARTICOLARE, PER LE INTENZIONI DEL PAPA E DEI VESCOVI

APOSTOLATO DELLA PREGHIERAdi don Pier Luigi Bondioni*

GiUGno 2019

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25MONTEFELTRO COSE DI CHIESA

IL SENSO DELLA TRE GIORNI DEL CLEROdi Mons. Elio Ciccioni*

In questo articolo del “Montefeltro”,mi si permetta di fare qualche cenno allavita dei nostri Sacerdoti, al loro ministeroe anche alle difficoltà che accompagnanole loro giornate.Spesso stretti fra il martello di richie-

ste, suggerimenti, indicazioni di organi-smi, uffici, strutture varie e l’incudine diuna mentalità sempre meno cristiana, diuna comunità scarsa di risorse, a volte le-gata a tradizioni del passato difficili dasuperare, lenta nel recepire, c’è il rischiodi sentirsi inadeguati e inadatti ai tempi.È vero che è la fede a sostenere il lorocammino, ma è anche vero, come lo èstato per gli Apostoli, che in certi mo-menti la fede è debole!!! E può prevalerela fragilità. Ecco perché occorrono ancheper i sacerdoti dei momenti di ricarica edi fraternità.Parlando tempo fa con un amico medi-

co dei progressi della medicina, mi dice-va: “la scienza medica sta facendo passida gigante, ci sono continue novità nelcampo della scoperta e della ricerca, percui, se uno vuole essere un bravo medicodeve aggiornarsi continuamente”. A que-sta osservazione anche a me veniva inmente una riflessione: Se i vari professio-nisti devono aggiornarsi per risponderealle esigenze d’oggi, io Prete cosa faccioper essere all’altezza del mio ministero?Non che il Sacerdote debba aggiornarsisui contenuti della fede che predica; per-ché grazie a Dio, i contenuti sono semprequelli, Cristo è lo stesso ieri oggi e sem-pre e la Verità, che è Lui, rimane immu-tabile ed eterna. Quindi non mi riferisco al ritornello

sempre più frequente di chi ci ripete chedobbiamo aggiornarci sul nostro insegna-mento, soprattutto sulla morale, perchénon politicamente corretto, perché siamorimasti al medioevo, siamo superati, noncomprendiamo le esigenze del mondo inparticolare dei giovani e altre amenità delgenere. Mi riferisco invece a quell’ag-giornamento che ci aiuta a trovare il lin-guaggio e le scelte pastorali adeguate perrisultare comprensibili all’uomo d’oggi,che può darci gli strumenti per un’analisicorretta dei problemi, delle solitudini, chetormentano le persone e così trovare unastrada per poter fare breccia e annunciare

quella speranza che il mondo cerca e at-tende inconsapevolmente e che solo ilCristo risorto può dare.In questo senso è davvero opportuno

un aggiornamento continuo.Forse non tutti sanno che i nostri sacer-

doti già da tanti anni stanno portandoavanti un cammino serio di questo gene-re, che nessun altro Presbiterio sta facen-do con la stessa frequenza. Infatti sono tregli incontri con cadenza mensile in cui ciritroviamo. Uno il secondo, uno il terzo euno il quarto venerdì del mese.

opportunità a chi vi-ve da solo in canoni-ca, ma per creare occasioni che ci aiutinoa fare crescere la nostra fraternità, perchéda affettiva diventi sempre più effettiva. Quindi certamente con le nostre fati-

che, dovute all’età che nella media salecostantemente, dovute a volte ad avvili-menti per l’impressione come dice ilVangelo di aver pescato invano tutta lanotte, a volte all’impressione di essereinadeguati, soprattutto col mondo giova-nile e addirittura qualche volta di essere

Il secondo venerdì ci riuniamo nei Vi-cariati per affrontare le problematiche lo-cali o altro, il terzo per il ritiro di spiritua-lità, quindi per la riflessione, la preghiera,la confessione per vivere da cristiani e dasacerdoti.E il quarto ci incontriamo per riflettere,

dialogare, confrontarci con persone com-petenti, sugli argomenti di maggiore at-tualità. Oltre a questi ci sono tanti altri incontri

legati a movimenti, associazioni, alle ini-ziative del programma pastorale diocesa-no, ma vorrei ricordare solo altri due ap-puntamenti molto significativi: gli eserci-zi spirituali che normalmente facciamo anovembre e cioè una settimana di pre-ghiera e riflessione e la tre giorni del Cle-ro, momento di aggiornamento, dialogo,programmazione. In questi ultimi anni poi, per volontà

convinta del nostro Vescovo ogni incon-tro di Presbiterio si conclude con il pran-zo comunitario, non solo per offrire una

rifiutati, cerchiamo di rimanere sullabreccia fedeli alla parola di Gesù. Di que-sto va dato atto ai nostri sacerdoti.Ho ricordato alcune tappe del cammino

annuale, non per fare un elenco degli im-pegni che vivono i sacerdoti, ma per direche nella maggior parte di essi, è viva lacoscienza della responsabilità del loro mi-nistero e la ricerca di aiuti per poterlosvolgere nella maniera migliore. Vorrei ancora ricordare che nei nostri

incontri, cerchiamo di fare maturare unamaggior armonia e fraternità, una mag-giore coscienza del nostro essere famiglianel Presbiterio, consapevoli che il primoannunzio del Vangelo passa dalla testi-monianza della nostra fraternità. Comenon ricordare le Parole di Gesù che dice:“Vi riconosceranno che siete miei disce-poli se vi amerete gli uni gli altri”. Chiediamo ai nostri cristiani di accom-

pagnarci con la preghiera perché i nostriintenti si realizzino.

* Vicario generale

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26MONTEFELTRO ASSOCIAZIONI / MOVIMENTI IN DIOCESI

“[I movimenti e le associazioni diocesani] Riconoscano che il Vescovo non ha solo un compito di coordinamento, ma di vera guida, chiamando tuttia vivere nella comunione diocesana. Un ulteriore passo verso la conversione pastorale è quello di passare dallo spontaneismo pastorale a formepiù integrate di appartenenza. Ecco perché negli obiettivi pastorali di quest’anno diamo più spazio ai movimenti, gruppi ed associazioni”.

(Programma pastorale 2017-2018, Cap. 3, punto 2, pp. 44-45)

USTAL - UNITALSI

LE ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI CATTOLICI DELLA DIOCESIa cura di Michele Raschi

«Amerai il signore dio tuo con tutto iltuo cuore, con tutta la tua anima, contutta la tua forza e con tutta la tua mentee il prossimo tuo come te stesso». e Gesù:«Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

In piena sintonia con la realtà nazionaleitaliana e i suoi statuti, l’USTAL vive eopera nella nostra diocesi di San Marino-Montefeltro dal 1943 quando nasce unaDelegazione dell’UNITALSI nella piccolaRepubblica. Già nel 1946 partono i primitreni per Loreto, nel corso degli anni il nu-mero di partecipanti è aumentato semprepiù fino a superare le cinquecento presenze.Nel 1982 nasce ufficialmente l’USTAL,per riconoscimento del Consiglio dei XII,ed oggi opera capillarmente su tutto il terri-torio di San Marino contando su circa tre-cento persone che sostengono l’azionedell’associazione seguendone le iniziative eoltre seicento destinatari delle comunica-zioni mensili.L’Unione attua le sue finalità svolgendo

un servizio umanitario verso gli ammalatied i disabili praticando il culto Mariano at-traverso i pellegrinaggi verso Santuari Ma-riani per i quali si fa promotrice e si assu-

L’Associazione interviene con contributieconomici in casi di riconosciuta difficoltàper ammalati o altre persone che altrimentinon potrebbero partecipare ai pellegrinag-gi. Oltretutto, l’Unione realizza i propri fi-ni statutari collaborando anche con le Au-torità Civili, sia nell’ambito dei servizi so-cio-sanitari-assistenziali, sia nel campodella prevenzione e dell’aiuto, in caso dicalamità, in accordo con la Protezione Ci-vile.L’USTAL è un’associazione ecclesiale

direttamente collegata alla diocesi ed è ilVescovo a nominare l’assistente spiritualee ponendo il proprio gradimento sulla no-mina del Presidente.Come poco sopra descritto, i giovani

che partecipano a questa realtà associativasono ormai pochi, ma generalmente vivonocon interesse e passione l’esperienza di co-noscenza del mondo della sofferenza e sisentono molto coinvolti nell’assistenza allepersone. Con l’esperienza concreta e diret-ta di aiuto agli anziani e ammalati, tantivolontari vivono sulla propria pelle il det-tato evangelico dell’attenzione agli ultimi,come descritto nella parabola del Buon Sa-maritano.

Unione Sammarinese Trasporto Ammalati Loreto - LourdesUnione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati Lourdes e Santuari Internazionali

me l’organizzazione e la gestione. Annual-mente, gli appuntamenti dell’USTAL sonoi pellegrinaggi in giornata al Santuario del-la Madonna di Bonora (Montefiore, RN) eal Santuario del Beato Domenico (Monte-cerignone, PU), altrimenti si vivono espe-rienze più articolate in 4-6 giorni a Loretoe Lourdes con la possibilità, saltuariamen-te, di visitare altri santuari come quelli inTerra Santa, Fatima o comunque all’estero.Non sono viaggi turistici per cui molto

tempo è dedicato alla preghiera con funzio-ni religiose e momenti di devozione. Iltempo libero è limitato. I pellegrini, inmaggioranza ammalati e anziani, vengonoseguiti ed assistiti dai volontari (barellieri,dame, infermieri, medici) che sono prepa-rati per questa mansione: sono giovani (dai16 anni) ed adulti.I volontari si dedicano con passione al

servizio di accompagnamento morale e spi-rituale di persone in difficoltà fisiche e di-sagio esistenziale. Per meglio chiarire l’im-pegno dei volontari, si precisa che il servi-zio è gratuito, senza alcun interesse econo-mico o altri benefit. Tutti – nessuno esclu-so – pagano di tasca propria la partecipa-zione ai pellegrinaggi o iniziative varie.

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27MONTEFELTRO USTAL / UNITALSI

Rispettando una anti-ca tradizione del nostro

Paese sabato 4 maggio si è svolto il pel-legrinaggio al Santuario della Madon-na di Bonora a Montefiore Conca, or-ganizzato, come da consuetudine, dall’U-STAL.Nel Santuario è custodita l’immagine

miracolosa di Maria Madre della DivinaGrazia, dipinta nel 1400 circa su una pa-rete di una celletta fatta costruire da uneremita, certo Ondidei di Bonora, raffi-gurante la Madonna del latte. Subito nacque una profonda devozione

da parte delle popolazioni vicine ma ilprimo miracolo riconosciuto dalla Chiesaavvenne nel 1833.Nell’anno successivo ebbe inizio la co-

struzione della attuale struttura. Numerosiex voto, in sagrestia, testimoniano delculto e delle grazie ricevute dai fedeli.Nonostante le brutte previsioni mete-

reologiche, il tempo è stato clemente edha consentito di svolgere il programmanel migliore dei modi. Anche la parteci-pazione è stata buona, sia come numero(115 persone) che come attenzione allecelebrazioni.Ci siamo ritrovati al mattino nel San-

tuario per le confessioni e per recitare in-sieme il rosario meditando i misteri dellagioia.A seguire la celebrazione eucaristica

presieduta dall’assistente diocesano DonGiuliano Boschetti.Poi il pranzo insieme allietato dalla

musica di Loris Giovannini e dai canti diGino Rastelli.Nel pomeriggio siamo tornati in chiesa

per l’Adorazione Eucaristica presiedutada Don Jhon Jairo Blandon ed animatadai nostri volontari.Ci siamo lasciati salutandoci tutti calo-

rosamente dandoci appuntamento per iprossimi pellegrinaggi: Loreto (24-27 lu-glio) Lourdes (29 agosto - 2 settembre)Beato Domenico (21 settembre).Ringraziamo con tutto il cuore tutti i

partecipanti ed in particolare i sacerdotiDon Sante Celli, Don Jhon, Don Rou-sbell per la collaborazione per le confes-sioni, l’Assistente Don Giuliano, il retto-re del Santuario Don Ferruccio ed il suo collaboratore Don Tonino, i nostrianimatori delle liturgie, Loris, Fausto, Elena.

PELLEGRINAGGIO USTALPELLEGRINAGGIO USTALA MONTEFIORE CONCAA MONTEFIORE CONCA

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28MONTEFELTRO VERSO LA SANTITÀ

Il nostro vero problema, ci dice lo scrittore don Luigi MariaEpicoco, è questo: non basta semplicemente vivere, non bastasemplicemente fare quello che dobbiamo fare. Ciò che ci fa santiè compiere quello che dobbiamo fare con libertà interiore. Se nonabbiamo la libertà interiore nel fare, nel vivere anche un sacrifi-cio, una scelta, allora quel sacrificio e quella scelta non ci stannofacendo santi.Sentiamo come l’intendeva sandra: “Concretamente per me,

ora, seguire Cristo povero nella Comunità significa per quantomi è possibile incontrarmi con i fratelli che vengo a conoscereattraverso gli incontri del lunedì con don Oreste. Andare con lo-ro vuol dire seguire Cristo abbandonando ogni cosa: abbando-nando cioè la mia vitasicura, il mio orgoglio,quello che credo il miostar bene, il mio bastarea me stessa”.

“Capito questo, unavolta tornata nel cosidet-to ‘alto mare’, nellarealtà banale di tutti igiorni, a volte appare chenon posso ritornare comeprima. Sì, perché di fattoho corso questo grosso ri-schio: comportarmi in unmodo con un tipo di per-sone (che quasi necessa-riamente ti portano a vive-re in quel modo) e in unaltro in quelle persone,con quella realtà che defi-nirei solita, per cui non va-le la pena di essere diversa,‘perché tanto sono tutti così’, che in un certo senso, invo-lontariamente ti porta a vivere così. È per questo allorache da un po’ di tempo in qua, pur con tutti i limiti, cercodi avere lo stesso modo di vita, di pensare con tutte lepersone siano esse povere o ricche, arroganti o umili”.

sandra elabora un cammino di libertà interiore, non loimprovvisa perché di un processo si tratta che inizia con la con-sapevolezza che quello che succede, è quello che accade dentrodi noi, non dipende da quello che fanno gli altri o dai fatti con-tingenti. In questo senso Sandra acquisisce una libertà tale, daglialtri a da sé stessa, che le permetterà di vivere una vera kenosi,una spoliazione, un abbassamento che sono la costellazione diuna vita di santità che sta diventando Cristo in lei.Un altrettanto riconoscimento di libertà interiore è presente in

chiara Badano che prenderà per tutti il nome di Chiara Luce. Èuna bella ragazzina che sin dall’infanzia si presentava volitiva,con un carattere ben definito. I suoi studi non andavano troppobene nonostante Chiara si applicasse a fondo. “Non usciva quasimai di casa – spiega la mamma – e studiava veramente tanto”.Purtroppo non trova il feeling giusto con una professoressa, chela rimanda regolarmente. Eppure i professori da cui d’estate an-dava a ripetizione si meravigliano per la sua buona preparazionee i compagni protestano vivacemente per una bocciatura, quellain IV ginnasio, veramente immeritata. Così ne parla: “Sono rima-sta bocciata, e per me è stato un dolore grandissimo. Subito nonriuscivo proprio a dare questo dolore a Gesù. C’è voluto tantotempo per riprendermi un pochino e ancora oggi quando ci pen-

LA LIBERTÀ INTERIORE, SEGNO DI SANTITÀLA LIBERTÀ INTERIORE, SEGNO DI SANTITÀso mi viene un po’ dapiangere. È Gesù ab-bandonato”. Chiara ha qualco-

sa che la distinguedalle sue coetanee;sa tagliare, sa riti-rarsi. Ha un collo-quio aperto col Si-gnore. Anche nell’e-state del 1988 un al-tro passaggio clou, haappena saputo di es-sere stata rimandatain matematica, manon si contrae e no-nostante ha il cuoreappesantito accompa-gna a Roma delle

bambine, legen 4 al loroprimo con-gresso interna-zionale.Anche lei co-

nosce bene illuogo del cuoredove ritirasi, in-contrarsi col Si-gnore e trovarequella forza che laaccompagnerà poilungo la sua malat-tia. Con grande li-bertà interiore faràdel cammino versola morte una scia diluce.

In chiara corbellatroviamo una peculia-rità, in lei la libertà inte-

riore e la forza che da questa scaturisce è vissuta con la stessa in-tensità insieme ad Enrico, suo marito. Solo con lui lei poteva rea-lizzarla, così il Signore aveva pensato per loro. Chiara dice adEnrico che deve parlarle, era andata sola alla visita ginecologica.“Maria non sta bene?” chiede subito Enrico. “Non preoccuparti,qualsiasi cosa la teniamo”. “No, non la possiamo tenere…” ri-sponde Chiara, “perché non è compatibile con la vita...”.I due si abbracciano, piangono insieme. Avevano fatto i conti

con la possibilità di accogliere un bambino non sano, ma nonquella di accompagnare un bimbo al Cielo. La bellezza è che tut-te due sono sulla stessa linea d’onda. Quando Enrico parla, Chia-ra ascolta le parole che aveva tanto desiderato: “Non preoccu-parti. È nostra figlia: la accompagneremo fin dove possiamo”.Anche lui non pensa neanche per un attimo a rifiutare questo do-no. Per Chiara non è solo un momento indimenticabile. È ilprimo miracolo. Troveremo ancora altri passaggi significativi diChiara Luce, di Chiara Corbella e di Sandra Sabattini nel prossi-mo articolo.

Bianca Sghedoni

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29MONTEFELTRO MUSEO A CIELO APERTO

Nella Repubblica di San Marino le parroc-chie sono 12, su 81 che ne conta l’intera Dio-cesi, mentre la popolazione sfiora il 50% diquella complessiva. Quindi, e per fortuna, ilfenomeno di edifici sottoutilizzati è media-mente meno accentuato rispetto al Montefel-tro. Tuttavia permane elevata l’esigenza di in-terventi di straordinaria manutenzione, ristrut-turazione e restauro; reperire i necessari fi-nanziamenti risulta sempre fra i maggiori im-pegni. La costruzione di un adeguato piano fi-nanziario implica, di norma, la necessità disommare le risorse possibili. In tal senso unaiuto importante, spesso fondamentale, giungeattraverso il contributo riconosciuto a questotipo di interventi dall’accordo fra Santa Sedee Repubblica di San Marino. I proventi davendita di immobili risultano anch’essi spessodeterminanti. Sostegno del 3xmille e qualcheaccantonamento delle parrocchie rientrano nelnovero degli ausili più consueti. Fra i progettiportati a termine, a titolo esemplificativo manon esaustivo, ne ricordo alcuni. Innanzitutto,il recente completo recupero della palazzinaprospicente la chiesa parrocchiale di Sant’An-drea apostolo in Serravalle. L’edificio era fa-

tiscente e, contestualmente alla ricostruzione,con grande perizia è stata integralmente salva-ta e restaurata la facciata storica sulla viaprincipale. Fra mille peripezie e innumerevolidifficoltà, la parrocchia di San Bartolomeoapostolo in Fiorentino ha ricostruito la struttu-ra ora denominata “Casa del Giovane”. Senzaalcun supporto finanziario esterno all’ente ec-clesiastico, è stata realizzata un’opera bella efunzionale, in grado di ospitare le ordinarieattività pastorali della comunità locale e ancheaccogliere gruppi autogestiti di altre parroc-chie. A Montegiardino, la casa a lato dellachiesa parrocchiale di San Lorenzo martire hasubito un restauro che l’ha resa nuovamentefruibile e, nella chiesa stessa, un intervento diconsolidamento delle volte ha eliminato unpericolo evidenziatosi sulle strutture. Qualche anno prima, nel centro parrocchiale

di Sant’Andrea apostolo in Acquaviva, la casacanonica e i locali di ministero pastorale sonotornati a vivere, dopo un radicale lavoro di con-solidamento, ristrutturazione e parziale ricostru-zione, a seguito di imminente pericolo di crollo.Vorrei ricordare ancora un paio di interventi,peculiari per motivi molto diversi. Nel primo

caso si tratta di una pic-cola chiesa di campagnadedicata alla Madonna della Neve, in localitàCorianino, nella parrocchia di San Paolo apo-stolo in Faetano. Sulla chiesa, databile intornoal XVI secolo, in epoca successiva era stato ad-dossato un edificio che ne occludeva la vista, fi-no a metà della facciata. A seguito di approfon-dite valutazioni con gli organismi preposti, edin primis con la Commissione Monumenti dellaRepubblica di San Marino, durante i restauril’edificio annesso è stato smontato, ridando allachiesa la sua originale dignità. Il secondo inter-vento è stato effettuato su tutt’altro edificio nel-la parrocchia dei Santi Antimo e Marino in Bor-go Maggiore: il Santuario Madonna della Con-solazione, progettato dal famoso arch. GiovanniMichelucci e realizzato negli anni ’60. Sul San-tuario è stato eseguito un importante e delicatolavoro di diffuso restauro. Per la particolareconformazione architettonica del tetto, l’aspettopiù impegnativo dell’intervento è derivato dallasostituzione delle coperture in rame. Il risultatofinale, conseguito tra tanti timori e grande cura,è stato decisamente soddisfacente.

* Economo Diocesano

MUSEO A CIELO APERTO

“Il PAESE DEI PROGETTI REALIZZATI”di Marino Lorenzi*

Le somme derivanti dall’otto per mille dell'IRPEF ex art. 47 della legge222/1985, conferite nell’anno 2018 a questa Diocesi dalla ConferenzaEpiscopale Italiana, sono così erogate:

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALEA. ESERCIZIO DEL CULTO:1. “Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti

o altri beni culturali ecclesiastici”Contributi per lavori e straordinarie manutenzioni alle seguenti Parroc-chie: 1) Sant'Agostino in Miratoio; 2) San Biagio in Piandimeleto; 3) San Donato di Montegrimano; 4) Santi Cosma e Damiano in Lunano;5) San Michele Arcangelo in Villagrande € 76.000,00

B. ESERCIZIO E CURA DELLE ANIME:1. Attività pastorali straordinarie € 15.000,00 2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani

Contributo per utenze, manutenzioni, automezzi, assicurazioni, servizivari e/o occasionali; € 50.000,00Contributo per meccanizzazione e strumenti per uffici, materiale di con-sumo, postali, abbonamenti € 15.000,00 Quota su retribuzioni al personale, consulenze tecniche, legali, contri-buti ed oneri € 53.733,74 Contrib. per spese vive attiv. e iniziative uffici past. € 13.000,00

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastoralePubblicazione del mensile diocesano “Montefeltro” cura dei siti diocesa-ni, stampe di manifesti e sussidi pastorali con anche approfondimento ditematiche locali € 35.000,00

4. Istituto di scienze religiose € 14.000,00 5. Contributo alla facoltà teologica € 4.000,00 6. Archivio e biblioteca diocesani € 55.000,00 7. Manutenzione straordinaria di case canoniche

e/o locali di ministero pastorale alle parrocchie di: 1) San Biagio in Montecerignone; 2) San Martino inPietramaura; 3) San Michele Arcangelo in Petrella Guidi; 4) San Nicolòin Carpegna € 44.000,00

8. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessitàalle parrocchie di: Sant'Agata in Castello di Montemaggio e San Michele Arcangelo in Macerata Feltria € 25.000,00

FONDI OTTO PER MILLE ANNO FINANZIARIO 2018

C. FORMAZIONE DEL CLERO:1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale € 12.000,002. Borse di studio seminaristi € 8.000,003. Formazione permanente del clero

Incontri di aggiornamento e ritiri spirituali di 1 o più giorni, con presenza di relatore € 6.000,00

4. Formazione al diaconato permanente € 2.000,00 5. Pastorale vocazionale € 2.000,00 E. CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO:1. Contributo al servizio diocesano per la promozione

del sostegno economico della diocesi € 1.200,00TOTALE SOMMA DISTRIBUITA € 430.933,74

II. PER INTERVENTI CARITATIVIA. DISTRIBUZIONE A PERSONE BISOGNOSE:1. Da parte della Diocesi e del Vescovo € 100.000,00 2. Da parte delle parrocchie € 50.000,003. Da parte di enti ecclesiastici € 10.000,00B. OPERE CARITATIVE DIOCESANE:1. In favore di anziani € 33.000,002. In favore di portatori di handicap € 10.000,003. In favore di altri bisognosi € 20.000,004. Fondo antiusura € 2.000,00C. OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI:1. In favore di extracomunitari € 20.000,00 2. In favore di anziani € 20.000,003. In favore di altri bisognosi € 20.000,00 D. OPERE CARITATIVE ALTRI ENTI:1. In favore di extracomunitari € 60.000,002. In favore di altri bisognosi € 20.000,00E. ALTRE ASSEGNAZIONI:1. Gestione uffici e magazzino caritas, emergenze,

amministrazione € 50.192,82TOTALE SOMMA DISTRIBUITA € 415.192,82

Pubblichiamo di seguito la ripartizione dei fondi pervenuti a questa Diocesi e derivanti dall'otto per mille devoluto dai Cittadini allaChiesa Cattolica, attraverso la denuncia dei redditi. Nell'occasione ringraziamo le tante persone che con la loro scelta, danno un aiutosostanziale alla vita di Chiese locali come la Nostra e alle relative strutture organizzative, rendendo altresì possibile l’importante attivitàdi sostegno agli interventi sugli edifici, alle attività pastorali, alla formazione, alla operosità della intera Diocesi. Ancora grati ai Contri-buenti per l'importante aiuto, diamo conto di come sono state indirizzate le somme ricevute nell'anno finanziario 2018.

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so il Teatro Titano, organizzata dalla Segrete-ria di Stato per gli Affari Esteri, che ne ha con-cesso il patrocinio insieme alla Segreteria diStato con delega all’Informazione. Media part-ner dell’evento San Marino Rtv. L’evento haregistrato un’ampia convergenza di pensiero,sottolineando la bontà di un format concepito erealizzato allo scopo di focalizzare l’attenzionesu un tema, quello delle fake news, quanto maiattuale e pervasivo, con lo scopo di individuarele più utili traiettorie da perseguire. A tal riguardo, nel suo intervento di apertura

il Segretario di Stato per gli Affari Esteri NicolaRenzi, ha richiamato il valore di un incontrostrategico per il cammino di verità che San Ma-rino intende intraprendere: “in questa direzione,è impegnata a divenire un vero e proprio Osser-vatorio di studio e di ricerca scientifica su un fe-nomeno pericoloso e deleterio per la democraziae la libertà”. La Conferenza ha favorito unostretto e proficuo collegamento tra la Repubbli-ca di San Marino e le principali OrganizzazioniInternazionali, Nazioni Unite in primis, al fiancodel Consiglio d’Europa e dell’OSCE, le qualitutte, attraverso le relazioni di qualificati altirappresentanti istituzionali, hanno condiviso ilprogetto sammarinese, offrendo ampia disponi-bilità a collaborare per promuovere l’azione diSan Marino a livello multilaterale. L’evento è estato aperto ai giornalisti che

attraverso l’attiva partecipazione hanno potutomaturare crediti formativi. La mattinata è stataincentrata sulla discussione e sul confronto delfenomeno delle fake news nel contesto più ge-nerale, sottolineando i rischi e la pericolosa in-cidenza che le stesse determinano sulla vita deicittadini. Nel pomeriggio, il focus è andato sulbinomio disinformazione-salute. Statistiche,dati rilevati, impatto delle fake news sulla so-cietà civile hanno consentito di circoscrivere inmaniera scientifica, accademica e di strategieoperative un fenomeno che San Marino vorràaffrontare più compiutamente nel prossimo fu-turo. Anche nel pomeriggio non sono mancatiinteressanti spunti di riflessione, rilevati da al-trettanti qualificati relatori provenienti dal pa-norama nazionale italiano, tesi a sollecitare l’i-stituzione in Repubblica di un presidio a tuteladei cittadini contro i rischi della disinformazio-ne, richiamando l’identità statuale e le partico-lari connotazioni di un Paese che tutela i dirittie le libertà fondamentali, tra i quali l’informa-zione assume un’indubbia centralità. La realizzazione dell’evento è stata resa

possibile anche grazie ad un intenso lavoro or-ganizzativo di un Gruppo di lavoro compostooltre che dalle Segreterie di Stato patrocinantie dai rispettivi Dipartimenti, dalla Segreteria diStato della Sanità, dall’Università degli Studi,dalla Consulta dei Giornalisti, dall’AutoritàGarante per l’Informazione, dall’Authority sa-nitaria. (Fonte [email protected])

Lo sloveno Roglic vince la cronometro Riccione-San MarinoQuarto Nibali mentre Valerio Conti mantiene la maglia rosaIn una giornata caratterizzata dalla pioggia,

lo sloveno Roglic si conferma grande speciali-sta a cronometro ma Vincenzo Nibali, quarto,ha dimostrato di poter lottare per la vittoria fi-

Sulla “vicenda targhe” si spinga sull’acceleratore

NOTIZIE FLASH DA SAN MARINONOTIZIE FLASH DA SAN MARINO

I tempi della politica raramente coincidonocon quelli dell’impresa o con quelli dei privati cit-tadini, che a buon diritto vorrebbero vedere risoltii loro problemi in tempi rapidi o perlomeno accet-tabili. Da diversi mesi la cosiddetta “questionetarghe”, innescata dal “Decreto sicurezza” volutodal Governo italiano, grava pesantemente sulla vi-ta dei sammarinesi, in particolare sull’eserciziodell’attività produttiva e delle relazioni commer-ciali fra i due Paesi e i rispettivi soggetti econo-mici. Nella piena consapevolezza delle ricaduteche ne sarebbero derivate, la Segreteria di Statoper gli Affari Esteri si è mossa mettendo in cam-po tutti gli strumenti a disposizione, di caratterepolitico, giuridico e diplomatico, coinvolgendocome noto le Ambasciate dei due Stati e solleci-tando direttamente i Ministeri degli Interni, degliEsteri e dei Trasporti, oltre a numerosi altri espo-nenti dell’esecutivo e del parlamento italiano. “Abbiamo accolto con favore e soddisfazio-

ne le dichiarazioni dei Sottosegretari all’Inter-no e del Viceministro ai Trasporti, che annun-ciano la possibilità di risolvere a breve la que-stione che coinvolge, oltre che San Marino, an-che Monaco e Svizzera. Nell’auspicio che ilprovvedimento risolutivo sia effettivamente indirittura d’arrivo, come è dato di poter ritenereattraverso i numerosi contatti con la contropar-te italiana, si evidenzia altresì che già da tem-po sono state portate a conoscenza delle com-petenti Autorità italiane l’esistenza di accordibilaterali vigenti cui potersi richiamare per larisoluzione della pesante situazione venutasi acreare. Siamo profondamente grati a tutti isoggetti che si sono adoperati per ricercare unasoluzione percorribile in tempi brevi ad unproblema che vede crescere ogni giorno di piùi disagi e le complicazioni, soprattutto per glioperatori economici; allo stesso tempo siamo arinnovare con decisione l’auspicio che si diaattuazione al più presto agli atti necessari peruna deliberazione definitiva, che possa porrefine a questa incresciosa situazione e all’ema-nazione di un provvedimento in grado di rece-pire le istanze ripetutamente avanzate dal no-stro Paese”. (Fonte [email protected])

Conferenza sui pericoli della disinformazione: il contrasto alle “fake news” e la salvaguardia della salute nell’era della post-veritàGrande soddisfazione per la realizzazione

della prima Conferenza di Alto Livello sui pe-ricoli della disinformazione svoltasi oggi pres-

La fase dell’arrivo della tappa del Giro a San Marino in Centro Storico (Fonte Foto Rai 2).

Bambini salutano festosi l’arrivo della tappa del Giro a San Marino (Foto RTV San Marino)

nale. Non gli è andato tutto per il verso giusto(«per colpa di una buca, mi si è abbassata lasella»), ha pure litigato con una moto Rai («mistava davanti togliendomi visibilità e concen-trazione: mi scuso coi tifosi, non ce l’avevocon loro»). Ma alla fine Vincenzo Nibali hal’aria di chi ha fatto la crono che voleva. «Sì, èstata una buona prova, anche con la pioggia:l’ho capito quando mi aggiornavano sui tempi,me ne sono reso conto quando ho visto la sago-ma di Lopez [partito tre minuti prima; ndr] da-vanti a me», racconta il siculo, disteso e con-tento di andare al primo giorno di riposo menodi due minuti in classifica da Roglic. «Averpreso un minuto e 5 secondi dallo sloveno cista: è uno specialista. Aver guadagnato su Ya-tes e Lopez è un buon risultato: adesso godia-moci la sosta e poi si entra nel vivo con le sa-lite, quelle giuste», aggiunge Nibali. Confer-mando di aver rispettato i programmi: «Sonoin linea con la tabella di marcia: Roglic haguadagnato con le crono e non e una sorpresa,ma il Giro è ancora molto lungo. Non sottovaluto nessuno, nemmeno chi ha

perso terreno come Lopez e Yates: ora dovran-no attaccare e questo renderà la corsa più inte-ressante. Il maltempo? Fa spendere più ener-gie, ma io lo sopporto bene».

(Fonte “il Resto del Carlino” - p. 11QS Quotidiano sportivo)

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AI LETTORI La Diocesi di San Marino-Montefeltro tratta i dati come previsto dal Regolamento 679/2016 in materia di protezione dei dati personali. l’informativa completa è disponibile all’indirizzo: http://www.montefeltroperiodicodiocesano.it/privacy/. Il Responsabile del trattamento dei dati raccolti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento, liberamente conferiti, è Partisani Francesco-Direttore responsabile, a cui ci si può rivolgere per i diritti previsti dal RE 679/2016. Questi sono raccolti inuna banca dati presso gli uffici di Via del Seminario,5 a Pennabilli (RN) tel. 0541 913780 con segreteria telefonica sempre attiva. La sottoscrizione dell’abbonamento dà diritto a ricevere tutti i prodotti dell’Editore “Diocesi di San Marino-Montefeltro”.l’abbonato potrà rinunciare a tale diritto rivolgendosi direttamente a Diocesi di San Marino-Montefeltro, Redazione periodico, Via Seminario, 5 - 47864 Pennabilli (RN), tel. 0541 913780 o scrivendo a [email protected]. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti e all’amministrazione. Ai sensi degli articoli 13, comma 2, lettere (b) e (d), 15, 18, 19 e 21 del Regolamento, si informa l’interessato che: egli ha il diritto di chiedere al Titolaredel trattamento l’accesso ai dati personali, la rettifica o la cancellazione degli stessi o la limitazione del trattamento che lo riguardano o di opporsi al loro trattamento, nei casi previsti scrivendo a [email protected]

NOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIANOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIA

Rischio soppressione per il corso geometrialla scuola “T. Guerra” di NovafeltriaI sindaci dell’Unione Comuni Valmarecchia si mobilitano

incantando la cittadina. Circa 400 repliche dispettacoli nel centro storico, all’aperto, per levie, piazze e giardini del borgo medievale. Mi-gliaia di spettatori in arrivo da tutta Europa(circa 40.000 presenze ogni edizione). Venti-quattro punti spettacolo dislocati negli angolipiù suggestivi del centro storico di Pennabilli(Emilia-Romagna, Rimini, Bandiera Arancionedel Touring Club Italiano e fu patria elettivadel maestro Tonino Guerra); dal primo pome-riggio fino a tarda notte si svolgono show diarte varia: teatro, musica di ogni genere, gioco-leria, magia, cirque nouveau, danza, face pain-ting, walking act. (Fonte Altarimini)

Anche a Novafeltria e Talamello i cartellicontro chi parcheggia nel posto invalidiNei giorni scorsi, anche a Novafeltria e Ta-

lamello sono stati installati i cartelli nell’ambi-to di una campagna di sensibilizzazione socialecontro i cosiddetti ‘furbetti’ del parcheggio,che utilizzano per la sosta i posti riservati aimezzi per il trasporto di persone con disabilità. L’iniziativa è stata promossa dal Lions Club

Ariminus Montefeltro. I cartelli arancioni, posti sotto quello che in-

dica l’area di sosta per disabili, presenta lascritta “Vuoi il mio posto? Prendi anche il miohandicap!”. (Fonte Altarimini)

breve, vista l’importanza dello strumento inquestione. Sempre su richiesta dell’attuale vicesindaco erano già stati donati nel 2013 altridue defibrillatori, il primo consegnato al Santa-gata calcio e il secondo alla Società sportivaRomagnano. La Croce verde si dice soddisfattaperché si aggiungono altri 2 importanti tassellialla Campagna “Ci mettiamo il Cuore” che dal2013 ad oggi ha visto consegnati ben 14 defi-brillatori. Aspettiamo il via libera per poterconsegnare i 2 due nuovi. (Fonte Altarimini)

Dedicata al carabiniere Lizambri di Pennabilli nuova sede dell’Associazione Nazionale

Il Sindaco di Talamello Francesca Ugolini con i rappresentantidel Lions Club

L’assessore Ilaria Riccardi insieme ai membri dell’AssociazioneNazionale Carabinieri

L’Istituto Scolastico Tonino Guerra di No-vafeltria rischia di perdere l’indirizzo di studioCostruzioni, Ambiente e Territorio, in praticail percorso di studi che permette allo studentedi diplomarsi geometra. La decisione dell’Ufficio Scolastico Regio-

nale sembra imminente, a causa delle esigueiscrizioni degli ultimi due anni. Per gli studentidella classe prima dell’indirizzo CAT si apronodue strade: il cambio di indirizzo o il trasferi-mento. Per i docenti si profila il trasferimentoad altra sede, ma l’indirizzo CAT è in crisi suscala nazionale. Non mancano dunque le criti-cità. La preoccupazione del corpo insegnanti,ma anche della cittadinanza, è un depotenzia-mento dell’offerta scolastica. Oggi tocca al cor-so geometri, domani potrebbe accadere ad altriindirizzi, che sono in sofferenza numerica. Unproblema non solo per la scuola, ma anche pertutto il territorio, che registrerebbe una ulterioredispersione della popolazione studentesca. L’Amministrazione comunale di Novafeltria

si è subito adoperata, raccogliendo l’appellodel corpo docenti. I sindaci dell’Unione deiComuni Valmarecchia hanno deliberato nel-l’ultima giunta un documento inviato al prov-veditorato. “Perdere un corso, piuttosto cheparlarne e condividere un percorso alternativo.significa impoverire ulteriormente il nostro ter-ritorio, sempre penalizzato dalla fredda leggedei numeri", spiega il sindaco di NovafeltriaStefano Zanchini. (Fonte Altarimini)

Dal 1997 a giugno, la città di Pennabilli ospita il Festival Internazionale di Arti Performative “Artisti in Piazza”Fin dalle prime edizioni l’evento è diventato

uno dei più importanti festival multidisciplina-ri in programma in Italia. Nei quattro giorni di festival il centro stori-

co di Pennabilli accoglie le performance di 60compagnie internazionali fra teatro, musica,nouveau cirque, danza, teatro di figura e tuttele forme di spettacolo riproducibili all’aperto,

Due nuovi defibrillatori al servizio della comunità di Sant’Agata FeltriaLa Croce Verde di Novafeltria ha acquistato

due nuovi defibrillatori da destinare alle zonedi S. Agata Feltria e San Donato. Nell’ambitodella Campagna “Ci mettiamo il Cuore”, laCroce Verde Novafeltria ha accolto la richiestadel vice sindaco del Comune di S. Agata Fel-tria Paolo Ricci, acquistando due nuovi defi-brillatori pronti ad essere consegnati ed instal-lati uno nel palazzo del Comune in Piazza Ga-ribaldi e il secondo in un luogo strategico dadefinire, nella frazione di San Donato. Per laconsegna si aspetta solo il via libera da partedella giunta che Ricci auspica possa avvenire a

Al Carabiniere Gioacchino Lizambri, nato aPennabilli il 25 luglio 1910 e caduto nell’a-dempimento del proprio dovere a Senigallia il1º settembre 1946, oltre all’intitolazione dellaCaserma di Pennabilli ed una via dell’omoni-mo comune, avvenuta negli anni 1994/1995, èstata dedicata una nuova sede dell’Associazio-ne Nazionale Carabinieri di Castenaso. Allacerimonia, resa ancora più solenne dalla musi-ca della fanfara dei Carabinieri della scuolaAllievi marescialli e brigadieri di Firenze, han-no partecipato i famigliari, numerose autoritàcivili e militari ed una folta delegazione di mi-litari dell’Arma in congedo del luogo e localitàlimitrofe unitamente alla delegazione di questasezione Anc di Novafeltria, guidata dal Presi-dente Brig. Ca. Mario Luzi e dall’Assessoredel Comune di Pennabilli Ilaria Riccardi, inrappresentanza del sindaco.Il pennese Gioacchino Lizambri, recita l’in-

titolazione, fu “esempio mirabile di spirito disacrificio, grande coraggio e di altre virtù mili-tari”, decorato di Medaglia d’Argento al ValorMilitare “alla memoria”. “Un Carabiniere è sempre in servizio”, con

questa responsabilità etica il sacrifico di Lizan-dri rimane un esempio vivo ed auspicabile nel-l’operoso servizio che oggi i militari in conge-do ed i numerosi volontari dell’Anc di Nova-feltria rendono sempre più puntualmente allecomunità della Valmarecchia, dove operano econ cui collaborano in un sempre più proficuospirito di partecipazione. (Fonte Altarimini)

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