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– Congresso Nazionale: FOTO E RIFLESSIONI DA AGRIGENTO MAGAZINE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE TRIMESTRALE / ANNO XIV / N. 2 / GIUGNO-LUGLIO 2014 WWW.FIDAS.IT 14 GIUGNO WORLD BLOOD DONOR DAY dedicato alle donne: dona il sangue per chi dà la vita

Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

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Magazine della FIDAS

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Page 1: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

Give blood for those who give life

– Congresso Nazionale: foto e riflessioni da agrigento

Magazine della Federazione italianaassociazioni donatori di sangueTrimesTrale / anno XiV / n. 2 /

giugno-luglio 2014

www.fidas.iT

14 giugnoworld blood donor day

dedicato alle donne: dona il sangue per chi dà la vita

Page 2: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

noi in FidaSTrimestrale – Periodico di informazione e formazione della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue)editore: FIDAS, Piazza Fatebenefratelli 2, 00186 Romaredazione noi in Fidas: Piazza Margana 19, 00186 Roma – tel. 06 68891457 – 06 68217350Email: [email protected]

Anno XIV n° 2 giugno/luglio 2014direttore editoriale: Aldo Ozino Caligarisdirettore responsabile: Cristiano Lenacomitato di redazione: Roberto Bonasera, Michele Di Foggia, Antonella Locane, Giovanni Musso.Hanno collaborato a questo numero: Giulia Angelucci, Antonio Bronzino, Tommaso Canetta, Nicoletta Carbone, Dario Cravero, Andrea Grande, Giancarlo Maria Liumbruno, Pietro Pruneddu, Debora Rosciani.Foto: Giuseppe NataleProgettazione grafica: Leandro Di Maria/ AlterErgo studioautorizzazione: Tribunale di Roma n° 442/2003 del 21 ottobre 2003Periodico iscritto al R.O.C. (Registro Operatori Comunicazione)

Sommario

Editoriale di Aldo Ozino Caligaris

Festival del Volontariato di lucca, la provocazione di Alan Friedman

La risposta di Andrea Grande

La risposta di Dario Cravero

la convalida del processo di congelamento del plasma

Congresso nazionale agrigento 2014

Premio giornalistico FidaS - isabella Sturvi/ I vincitori

la sfida di donare/ L’evento conclusivo del programma

dono senza frontiere

i giovani lanciano la nek-donation

Estate FidaS 2014 / La 24ore del Donatore - FIDAS on the Road - Traversata della Solidarietà

le Federate FidaS

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ultima

Page 3: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

Il 19 maggio si è svolto a Ginevra il side event parallelo all’Assemblea mondiale del-la Sanità delle Nazioni Unite “The Rome De-claration: Achieving Self-sufficiency in Safe

Blood and Blood Products, based on Voluntary NonRemunerated Donation”. L’incontro, al qua-le ho avuto l’onore di partecipare, ha ribadito ancora una volta il valore della donazione volon-taria e non remunerata alla base dell’autosuffi-cienza per il sangue sicuro e per i suoi prodotti, sulla scia di quanto già affermato ad ottobre in occasione del Forum di Roma alla presenza di 153 rappresentanti delle reti trasfusionali di 51 paesi. Nel corso dell’incontro svizzero, ho avuto l’occasione di sottolineare ancora una volta il ruolo che in Italia hanno le Associazioni e Fede-razioni dei donatori di sangue come attori di un sistema sanitario integrato. A queste il delica-to compito di gestire l’attività dei donatori e di portare avanti costanti azioni di informazione e sensibilizzazione dei cittadini per far sì che la donazione volontaria, anonima, responsabile e non remunerata, garantisca l’autosufficienza in quantità, ma soprattutto in qualità e sicurezza per emocomponenti e medicinali plasmaderiva-ti, assicurando la disponibilità di cure eque per i cittadini con prodotti di origine umana.E nonostante la situazione del Belpaese risulti oggi ancora poco uniforme e le Regioni viaggi-no a velocità diverse, in molti Paesi del mondo l’accesso al sangue è spesso un lusso che pochi si possono permettere. L’Organizzazione mon-diale della sanità in occasione dell’XI Giornata mondiale del donatore di sangue ha scelto per quest’anno il messaggio Give blood for those who give life (Dona sangue per le donne che danno la vita). Ogni giorno, infatti, circa 800 donne muoiono per complicazioni della gravi-danza o al parto. Quasi tutti questi decessi si verificano nei paesi in via di sviluppo, più della metà nell’Africa sub-sahariana e quasi un terzo in Asia meridionale. In queste zone del pianeta l’accesso al sangue e agli emoderivati, nonché l’uso razionale e sicuro degli stessi, rimangono ancora sfide importanti. Perché in molti paesi il sangue si compra, le sacche di sangue per un

intervento o per un’emergenza sono disponibili solamente se si pagano. E la maggioranza della popolazione che vive in quelle zone del mondo non se lo può permettere. E non sempre quel-lo che si acquista risulta sicuro. Nel mondo su circa 100 milioni di donazioni, il 60% proviene da familiari e tante altre sono effettuate a pa-gamento. Non di rado pervengono segnalazioni di situazioni di disagio che denunciano questa compravendita del sangue con tariffe suscettibi-li alla contrattazione o al mercato della doman-da e dell’offerta.In Italia il valore etico del dono si lega alla te-rapia con prodotti del sangue che è un Livello Essenziale di Assistenza “senza oneri” per il cit-tadino. Il fluido vitale da vena a vena non vie-ne svilito dalla speculazione, non è oggetto di fatturazione. La giusta valorizzazione del dono e lo scambio in compensazione intraregionale o interregionale con il “ristoro secco” dei costi di produzione delle unità garantiscono questa equità e accessibilità universale alle cure; anche se nel nostro Paese non mancano le contraddi-zioni, determinate a volte da una gestione non sempre attenta alla programmazione del biso-gno, dall’altra dalle differenze regionali per ri-solvere le quali si sta lavorando alacremente. Di fatto in Italia, come in molti paesi europei, la donazione è volontaria, non remunerata e non ha un prezzo perché il valore del dono è infi-nito.Qualche settimana fa Luigino Bruni, docen-te di Economia Politica, scriveva sulle pagine dell’Avvenire: “La gratuità non è il gratis (prez-zo zero), ma il valore infinito, non è il disinte-resse ma l’interesse per tutti e di tutti. Quando si agisce con questa gratuità non si segue la logi-ca del calcolo strumentale mezzi-fini, ma si ama quella data attività o persona per sé e prima dei risultati che porta, per un’eccedenza etica, an-tropologica, spirituale”. Sui banchi di scuola ci hanno insegnato che “in-finito” non è un numero, ma il risultato di un li-mite verso il quale tende un determinato valore. Un valore che può diventare un bene di tutti. ●

NOIinFIDAS 2/2014 3EditorialE

Il valore infinito della donazione

di Aldo Ozino Caligaris, Presidente nazionale FIDAS

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4 NOIinFIDAS 2/2014FEStiVal dEl Volontariato, luCCa

Dal 10 al 13 aprile Lucca ha ospitato “Dentro tutti”, il Festival del Vo-lontariato organizzato dal Centro Nazionale per il volontariato in col-

laborazione con la Fondazione Volontariato e Partecipazione.

Nella giornata conclusiva della IV edizione, uno spazio riservato al volontariato del dono del sangue. Ad Alan Friedman il compito di moderare il confronto “Ritorno a Babele. Oltre la diversità”, l’occasione per fare il punto sugli strumenti per una comunicazione condivisa dei valori. Aldo Ozino Caligaris presidente nazio-nale FIDAS, Luigi Cardini presidente nazionale Fratres, Filippo Cavazza di Avis nazionale, con il contributo dello storico Franco Cardini han-no presentato gli strumenti di comunicazione per la promozione e la sensibilizzazione al dono del sangue, rivolti in particolare al coin-volgimento di chi proviene da altre culture.

“Il volontariato rappresenta la parte buona dell’Italia che si contrappone alla mediocrità della classe dirigente del paese – ha afferma-to l’editorialista del Corriere della Sera – ma come si può migliorare la comunicazione, in particolare per superare le diversità culturali in un Paese in cui la multietnicità è un fenome-no ormai consolidato?”.

E proprio sulla donazione di sangue quale elemento di unità Franco Cardini, storico me-

dievista, ha sottolineato come nel corso della storia le civiltà si siano unite ed integrate; il donatore di sangue ha capito che un mondo migliore nasce da piccoli gesti concreti. “Le di-versità sono una ricchezza per un futuro color arcobaleno. È necessario che gli italiani siano gelosi della propria cultura, generosi nel darla agli altri, ma anche esigenti perché altri la assi-milino. La convivenza è necessaria, ma si tratta certamente di una ricchezza”.

E mentre i rappresentanti associativi hanno presentato le proprie strategie di comunicazio-ne per il coinvolgimento dei “nuovi italiani”, Friedman ha lanciato la sua provocazione: “perché Avis, FIDAS e Fratres non si unisco-no?”. Dopo gli immancabili secondi di silenzio generati dall’imbarazzo per una domanda inat-tesa, le risposte “diplomatiche” dei presenti.

La redazione di Noi in FIDAS ha ripreso questa sollecitazione e l’ha lanciata a chi per la FIDAS rappresenta tradizione e innovazio-ne: il presidente onorario Dario Cravero e il coordinatore nazionale Giovani FIDAS Andrea Grande. ●

“donatori di sangue unitevi”Dal Festival del Volontariato la provocazione di Alan Friedman

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NOIinFIDAS 2/2014 5

Credo che la “sfida di donare”, sensibilizzare ed espandere il dono del sangue, che accomuna tutte noi associazioni di do-natori, sia quanto mai complessa e delicata nell’epoca in cui viviamo. Complessa perché si gioca su di un campo ostile.

Il contesto culturale verso cui tendiamo dagli anni ’80, è impregnato di individualismo, competizione, mercificazione. In esso si perdono i valori basilari sottesi all’esistenza del gesto di donare tra cui, uno su tutti, la solidarietà.

La crisi economica, poi, ha aggravato le disuguaglianze, esasperato le situazioni di povertà e sofferenza, creando tensione, sfiducia e in-certezza.

In questo quadro le associazioni devono affrontare quella che è, di fatto, una battaglia culturale.

La “sfida di donare” passa infatti dalla ricostruzione di valori, di mo-delli relazionali tra gli individui, di modelli sociali verso cui tendere.

In una società libera e democratica la pluralità di idee, nel rispetto altrui e con l’obiettivo del bene comune, è ricchezza. Esistono diverse associazioni di donatori di sangue perché esistono risposte diverse alle sfide che il presente ci pone, strategie differenti per affrontare questa comune battaglia culturale, interpretazioni diverse del mondo in cui già viviamo e che vorremmo costruire in futuro.

Chiaramente tutte le associazioni lavorano per raggiungere l’obiettivo comune di espan-dere la cultura del dono del sangue e sensi-bilizzare su tutti gli aspetti che riguardano la donazione, il sistema trasfusionale e la ge-stione degli emocomponenti, per cui, non può non esserci sintonia ed armonia.

Avendo ognuna i propri punti di forza, il proprio peso sociale e una struttura ben orga-nizzata l’unione delle associazioni di donato-ri di sangue, non è a mio avviso auspicabile, non perché non ritenga imprescindibile la loro collaborazione ma per-ché spero non arrivi mai una povertà di visioni del mondo, di idee e di strategie per vincere la sfida del futuro, per il dono del sangue e per i valori in cui crediamo.

Fondere tre associazioni con caratteristiche così ben distinguibili tra loro sarebbe come privarle della propria identità e omologarle, snatu-rando la loro storia e il percorso seguito negli anni. ●

Vincere la sfida del futuro, mantenendo la propria identità

la risposta di

Andrea Grande,Coordinatore Nazionale Giovani FIDAS

FEStiVal dEl Volontariato, luCCa

Video

Festival del Volontariato: www.youtube.com/watch?v=Glie8lMDPGU

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6 NOIinFIDAS 2/2014FEStiVal dEl Volontariato, luCCa

Durante il Festival del volontariato, svoltasi recentemente a Lucca, Alan Friedman, moderatore della tavola rotonda in cui si è parlato di donazione di sangue, ha rivolto l’invito a Avis, FIDAS e Fratres: “Perché non vi unite?”.

Siamo abituati a domande e considerazioni provocatorie da parte del noto tuttologo, ma questa volta, la prima nella storia, ci ha stupito; per-ché ha affermato di amare l’Italia, per la donazione gratuita del sangue e la raggiunta autosufficienza del sistema.

Grazie. Ma ragioniamoci sopra. Partiamo dalla fine della Seconda guerra mondiale. In Italia era attiva l’Avis, come pure erano presenti gruppi di donatori per lo più afferenti ad un ospedale. La donazione era diretta, ossia donatore affiancato al malato, con due siringhe vaselinate, primo lavoro di un giovane allievo chirurgo, come era il sottoscritto.

Poi dagli Stati Uniti importammo le Banche del Sangue, i primi servizi trasfusionali istituiti, i quali per lavorare dovettero cercare i donatori, costituendo a volte, spiace dirlo, quasi albi dei fornitori, dei quali i tra-sfusionisti erano gelosi. Ed alcuni lo sono ancora.

Con il passare del tempo alcune menti più aperte o meno egoiste, se volete, come il nostro fondatore prof. Dogliotti, tagliarono il cordone ombelicale Trasfusionisti-Donatori, creando associazioni autonome. A queste guardarono presto gruppi comunali e aziendali Avis che deside-ravano non una struttura verticale, ma l’autonomia. Iniziò e si consolidò una certa diaspora. Per quanto ci riguarda fu creata la FIDAS, una fede-razione che pur guardando a finalità comuni, lasciava ampia autonomia giuridica, funzionale ed economica ad ogni associazione.

Sarebbe utile una riunificazione? Non credo sarebbe apprezzata a li-vello periferico e nemmeno centrale. Porterebbe presto a nuove suddi-visioni, riflesse sul sistema. Continuiamo con le nostre autonomie, con le nostre indipendenze. Facciamo funzionare veramente, e non solo di facciata, il CIVIS (Coordinamento Interassociativo Volotari Italiani del Sangue) la cui creazione costò tanta fatica in quel di Perugia. I più vec-chi ricorderanno che anni fa, per ben due volte, uniti e con un’azione comune, riuscimmo lo stesso giorno a contattare i Sindaci, i Presidenti di Regione, le alte cariche dello stato e far approvare le due susseguenti leggi sangue.

Mi dispiace rispondere “No” all’autore di “Ammaziamo il Gattopar-do”. Mi dispiace dissentire dall’amico Luigi Cardini, presidente naziona-le Fratres, che ha risposto alla provocazione affermando che “possiamo metterci attorno a un tavolo e cominciare a parlare”. Quando sento dire che occorre fare un tavolo, mi viene l’orticaria. Restiamo sempre con gli stessi obiettivi, ma autonomi.

Di associazioni unite, a tutt’oggi, ne conosco una sola: l’Associazione Nazionale Alpini. Di alpini oggi ci sono solo gli alpini, o anche i donatori di sangue alpini. ●

Autonomi, ma sempre uniti nelle finalità

la risposta di

Dario Cravero,Presidente Onorario FIDAS

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Il plasma ha una composizione estremamente complessa e, infatti, l’Human Proteome Or-ganisation-Plasma Proteome Project (HUPO-

PPP; http://www.hupo.org/research/hppp/), che ha iniziato ad analizzarlo dal 2002, ha co-stituito un database di proteine disponibile al pubblico che, al momento, ne contiene oltre 3.000.

Il plasma fresco congelato (PFC) è un emo-componente ottenuto sia mediante separazione del sangue intero, sia mediante procedure di aferesi (plasmaferesi produttiva o aferesi multi-component) che mantiene la complessità biolo-gica di cui sopra e che costituisce la materia pri-ma per il processo industriale di frazionamento mediante il quale sono prodotti i medicinali plasmaderivati. Attualmente, la lavorazione in-dustriale del plasma rappresenta l’indicazione principale per l’impiego di questo emocompo-nente, il cui utilizzo appropriato in ambito cli-nico ha, ancora, dei margini di miglioramento non trascurabili.

La qualità dei medicinali plasmaderivati di-pende dalla qualità sia dei processi (intesi come successione strutturata di attività finalizzate a conseguire un obiettivo prefissato) di raccolta sia di produzione e congelamento del PFC, che hanno un ruolo fondamentale nel mantenimen-to dell’integrità strutturale e funzionale delle proteine in esso contenute.

Per il plasma destinato alla produzione indu-striale di fattori della coagulazione, devono es-sere presi a riferimento i requisiti previsti dalla Farmacopea Europea (“Human Plasma for Frac-tionation”), mentre per quello destinato all’im-piego clinico i requisiti di riferimento sono

dettati dalle vigenti norme nazionali di derivazione europea.

Poiché il fattore VIII della coagula-zione è la proteina emostatica più labi-le, il suo recupero è un indice di qualità adatto per valuta-

re l’adeguatezza dei processi di produzione del plasma umano. Pertanto, a un controllo di qualità a campione, il preparato deve conte-nere almeno il 70% del contenuto originale di fattore VIII coagulante. La quantità di fattore VIII originariamente presente può diminuire a causa dell’attivazione della cascata della coagu-lazione o del deterioramento fisico-chimico del-lo stesso, eventi questi che possono verificarsi sia durante il processo di raccolta sia durante quello di produzione e congelamento. Appare quindi evidente che solo processi standardizza-ti sono in grado di garantire contenuti ottimali di proteine biologicamente attive nella materia prima plasma.

Con l’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano del 16 dicembre 2010, sono stati approvati i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi

per l’esercizio delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti, e il modello per le visi-te di verifica da applicare nei processi di auto-rizzazione e accreditamento a livello regionale.

La “convalida”, insieme alla “qualificazione” e alla “gestione controllata dei cambiamenti” (o “change control”) è uno dei tre temi poco co-nosciuti e applicati nell’ambito della medicina trasfusionale che, in linea con quanto prescritto dalla normativa europea in materia di produ-zione di emocomponenti labili a uso trasfusio-nale e di plasma umano come materia prima per la produzione di medicinali plasmaderivati,

NOIinFIDAS 2/2014 7

la convalida del processo di congelamento del plasmadi Giancarlo Maria Liumbruno, Comitato Medico-Scientifico FIDAS

il plasma fresco congelato è un emocomponente ottenuto sia mediante separazione del sangue intero, sia mediante procedure di aferesi

la qualità dei medicinali plasmaderiVati dipende dalla qualità sia dei processi di raccolta sia di produzione e congelamento del plasma fresco congelato

la conValida è l’attestazione formale e sostanziale della capacità di un processo/sistema, condotto entro determinati parametri, di fornire in modo riproducibile risultati rispondenti a specifici requisiti

aPProFondimEnti

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8 NOIinFIDAS 2/2014aPProFondimEnti

è divenuto di estrema attualità nel nuovo sce-nario che si sta delineando per il mondo trasfu-sionale.

Fondamentalmente, il sistema trasfusionale è chiamato a interrogarsi in merito alla “adegua-tezza” (intesa come “idoneità allo scopo previ-sto”) dei processi critici erogati e delle risorse in essi impiegate, compresi i loro cambiamenti nel tempo.

La “convalida” può essere definita come l’at-testazione formale, oltre che sostanziale, della capacità di un processo/sistema, condotto entro determinati parametri, di fornire in modo ripro-ducibile risultati rispondenti a requisiti speci-ficati a priori. Quest’attestazione deve essere

rilasciata a seguito di percorsi che prevedono un’analisi dei processi/sistemi finalizzata a in-dividuarne i punti critici e le misure da adottare al fine di garantire il conseguimento dei risulta-ti prestabiliti, nonché l’effettuazione di prove, condotte anche in base a tecniche statistiche definite, atte a dimostrare l’effettivo consegui-mento di questi risultati e la loro riproducibi-lità.

Lo “stato di convalida” dei processi/sistemi critici deve essere conseguito e attestato prima della loro introduzione e poi nel corso del loro “ciclo di vita”, quindi periodicamente e a fron-te di modifiche che in qualche misura possono compromettere la qualità e la sicurezza dei pro-dotti e delle prestazioni erogati.

La “qualificazione” può essere definita come l’attestazione, conseguita attraverso la produ-zione di evidenze oggettive, della capacità di una componente di un processo/sistema (loca-le, apparecchiatura, materiale, ecc.) di fornire prestazioni conformi a standard prestabiliti. Le attività di “qualificazione” coinvolgono dunque tutti gli elementi dei processi/sistemi critici che contribuiscono in modo rilevante a determinare il raggiungimento dei risultati per essi previsti.

La “gestione controllata dei cambiamenti” (o “change control”) comprende l’insieme dei meccanismi che devono essere attivati all’in-terno di un’organizzazione al fine di gestire in modo controllato qualsiasi cambiamento che possa influenzare significativamente il livello di qualità e sicurezza dei processi/sistemi critici e quindi comprometterne i risultati. L’impatto di questi cambiamenti deve essere valutato preli-minarmente mediante una rigorosa valutazione tecnico-scientifica, attivando tutte le misure preventive necessarie a garantire e a dimostrare che le modifiche possono essere introdotte sen-za generare rischi per la qualità e la sicurezza dei risultati definiti per i processi/sistemi.

La convalida (comprese le attività di quali-ficazione e change control associate), dunque, non è un evento, ma è essa stessa un “processo” finalizzato a garantire e a dimostrare: a) la qua-lità dei risultati (intesa come rispondenza ai ri-sultati attesi), attraverso un’accurata “progetta-zione” dei processi/sistemi; b) la riproducibilità di tali risultati, attraverso la massima riduzione possibile della variabilità dei processi/sistemi.

Tutte le componenti critiche di un processo, qualora identificate come “critiche” ai fini della qualità dei risultati dello stesso (a seguito delle attività di analisi e di valutazione dei rischi), devono essere qualificate (locali/aree, appa-recchiature, materiali, operatori) o convalidate (metodi, sistemi gestionali informatizzati).

Pertanto, al fine di attestare l’adeguatezza e la conformità di tutte le componenti critiche impiegate nell’ambito delle procedure di con-gelamento rapido del plasma, dovranno essere oggetto di procedura di qualificazione: a) loca-li/aree (locale destinato al congelamento del plasma); b) materiali (dispositivi per la raccolta del plasma, etichette utilizzate per le sacche di plasma, inchiostro per le etichette); c) apparec-chiature (abbattitori rapidi di temperatura in dotazione alla struttura trasfusionale, sistema di monitoraggio per la rilevazione della tempe-ratura nel core dell’unità in fase di prova finale ai fini della convalida del processo); d) operato-ri addetti al congelamento rapido del plasma e alla gestione delle apparecchiature

Dovrà invece essere avviata una procedura di “gestione controllata dei cambiamenti” (“chan-ge control”) almeno nei seguenti casi: a) sostitu-

la qualificazione è l’attestazione della capacità di una componente di un processo/sistemadi fornire prestazioni conformi a standard prestabiliti.

la conValida deVe garantire e dimostrare la qualità dei risultati e la riproducibilità degli stessi

la conValida del processo di congelamento del plasma, per preserVane al meglio le proteine labili, mira a tutelare il Valore etico del dono e garantire prodotti trasfusionali e medicinali plasmaderiVati con la massima qualità ed efficacia terapeutica.

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NOIinFIDAS 2/2014 9aPProFondimEnti

zione degli abbattitori rapidi di temperatura; b) sostituzione dei dispositivi di raccolta (sacche); c) sostituzione delle etichette; d) modifica della normativa di riferimento in relazione al proces-so di congelamento del plasma.

Infine, il protocollo di convalida del processo di congelamento del plasma dovrà prevedere la pianificazione ed effettuazione di prove/test atti a produrre evidenze statisticamente signifi-cative in merito ai risultati attesi e rispondenti ai requisiti specificati a priori (raggiungimento della temperatura specificata nel core dell’u-nità entro un intervallo di tempo determinato dall’inizio del congelamento; assenza di confor-mazioni anomale della sacca dopo il congela-mento; integrità, adesione e leggibilità delle eti-chette di identificazione delle unità congelate). La pianificazione di cui sopra dovrà prevedere: a) le variabili da considerare; b) le condizioni di prova [simulazione delle condizioni REALI, o meglio ancora PEGGIORI (worst case), di con-gelamento]; c) il numero di prove da eseguire, che deve essere tale da fornire dati sufficienti per la valutazione della variabilità del processo; d) i criteri di accettabilità dei risultati ai fini della convalida.

In ogni caso, la convalida del processo di con-gelamento del plasma, finalizzato all’ottimale preservazione delle proteine labili contenute nel plasma stesso, nel pieno rispetto dei requi-siti qualitativi dettati dalle norme nazionali vi-genti e dalla Farmacopea Europea, mira a tute-lare il valore etico del dono e garantire prodotti trasfusionali e medicinali plasmaderivati con la massima qualità ed efficacia terapeutica.

In conclusione, è opportuno ricordare che la normativa vigente prevede che il percorso di accreditamento istituzionale dei servizi trasfu-sionali, in prima applicazione, sia concluso in tutte le Regioni e Province autonome entro il 31 dicembre 2014. Per quanto riguarda il plasma prodotto a livello nazionale come materia prima per la produzione di medicinali plasmaderivati, il decreto del Ministro della salute del 12 aprile 2012 recante «Modalità transitorie per l’immis-sione in commercio dei medicinali emoderivati prodotti dal plasma umano raccolto sul territo-rio nazionale» ha definito le modalità transito-rie da applicare, fino alla suddetta scadenza, ai fini della documentazione delle caratteristiche

riferimenti normatiVi e bibliografici

* Omenn GS, States DJ, Adamski M, et al. Overview of the HUPO Plasma Proteome Project: results from the pilot phase with 35 collaborating laboratories and multiple analytical groups, generating a core dataset of 3020 proteins and a publicly-available database. Proteomics 2005; 5: 3226-45. * Menichini I, Lanzoni M, Liumbruno GM, Pisani G, Pupella S, Grazzini G. Guida alle attività di convalida dei processi nei Servizi Trasfusionali e nelle Unità di Raccolta del sangue e degli emocomponenti. 1a Ed. Roma, Italia: Centro Nazionale Sangue; 2014.

* Accordo tra il Governo, le Regioni e le PA di Trento e Bolzano del 16 dicembre 2010, All. A “Requisiti strutturali tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettera a) e dell’articolo 19, comma 1 della legge 21 ottobre 2005, n. 219” * DMS 3 marzo 2005 “Caratteristiche e modalità per la donazione di sangue e di emocomponenti”

* EDQM - European Directorate for the Quality of Medicines & HealthCare. Guide to the Preparation, Use and Quality Assurance of Blood Components, 17th Ed. (2013) * European Pharmacopoeia. Human Plasma for Fractionation & others (S/D plasma, etc.), 8th Ed. (2014).

* European Commission, Enterprise and industry Directorate-General, Public Health and Risk Assessment, Pharmaceuticals. EudraLex, The rules governing medicinal products in the European Union, Volume 4 – EU Guidelines to Good Manufacturing Practice Medicinal Products for Human and veterinary Use. Annex 14: Manufacture of medicinal products derived from human blood or plasma (2011).

* DMS 12 aprile 2012 recante «Modalità transitorie per l’immissione in commercio dei medicinali emoderivati prodotti dal plasma umano raccolto sul territorio nazionale».

* DMS 29 ottobre 2013 recante «Programma di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti, per l’anno 2013».

del plasma nazionale. Tuttavia, il Programma di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti per l’anno 2013 impegna i servizi trasfusionali operanti sul territorio nazionale a conseguire, per gli aspetti di competenza, ove non ancora conseguita, la piena conformità a quanto previsto dal paragrafo 2.a («Conformi-tà alle monografie della Farmacopea europea») dell’Allegato al predetto decreto del Ministro della salute del 12 aprile 2012, provvedendo, in particolare, ad allestire e documentare la convalida delle procedure di congelamento del plasma prodotto. Le relative attività do-vranno essere avviate nel 2013 e concludersi entro e non oltre il 31 luglio 2014. ●

i serVizi trasfusionali operanti sul territorio nazionale doVranno allestire e documentare la conValida delle procedure di congelamento del plasma prodotto entro e non oltre il 31 luglio 2014

Page 10: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

10 NOIinFIDAS 2/201453° CongrESSo nazionalE FidaS

CongrESSo nazionalE agrigEnto

2–4 maggio 2014

Page 11: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

72 associazioni federate, 461.332 donatori iscritti e 405.827 unità di sangue raccolte nel corso del 2013. Sono questi i numeri relativi al 2013 presentati nel corso del 53° Congresso Na-zionale di Agrigento. Ma la flessione delle donazioni rispetto all’anno precedente non preoccupa, in quanto è il risultato di una sempre maggiore rispondenza agli effettivi bisogni trasfusionali, concertati nella program-mazione con i Centri Regionali sangue. È quan-to ha voluto sottolineare il presidente nazionale Aldo Ozino Caligaris: «I responsabili associativi FIDAS, a fronte di un sensibile calo del bisogno trasfusionale del Paese, in linea con il resto d’Eu-ropa, devono interrogarsi sul mantenimento co-stante dell’autosufficienza in termini qualitativi, puntando ad un maggior coinvolgimento delle

donne, dei giovani e di coloro che provengono da altre culture. L’integrazione, in un territorio che quotidianamente si confronta con la realtà dell’immigrazione, è una sfida anche per la dona-zione del sangue chiamata a coinvolgere i “nuovi italiani” che oggi rappresentano l’8% della popo-lazione». “Il compito delle Associazioni e Fede-razioni di donatori, in sinergia con le Istituzioni e i Servizi Trasfusionali, è di garantire qualità e sicurezza per il donatore e per il ricevente. In un panorama nazionale decisamente composito, oc-corre lavorare per poter trovare un percorso che accomuni i 308 Servizi Trasfusionali e le oltre 3000 Unità di Raccolta presenti nel Paese, al fine di stabilire dei criteri di standardizzazione dei processi che tutelino donatori e riceventi.” ●

NOIinFIDAS 2/2014 53° CongrESSo nazionalE FidaS 11

Nella giornata di sabato 3 oltre 3000 donatori FIDAS provenienti da tutta Italia hanno sfilato per le vie di Agrigento per testimoniare il valore del dono volontario, anonimo, responsabile e non remunerato, ritrovandosi in piazza Marconi per la celebrazione della Messa. “I donatori di sangue sono chiamati a camminare accanto agli uomini e alle donne di questo tempo, condividendo i passi con chi si sente senza speranza, con i corpi spezzati dalla sofferenza; – ha sottolineato Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento – la donazione di sangue è espressione e cifra dell’amore verso il prossimo e i donatori possono divenire testimoni di solidarietà.”

Page 12: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

12 NOIinFIDAS 2/201453° CongrESSo nazionalE FidaS

“In un contesto sociale, ambientale e culturale predominato da precarietà, disoccupazione ed emarginazione, non è facile promuovere corretti stili di vita tra le nuove generazioni, ma è la sfida che raccogliamo e sulla quale vogliamo scommettere”. Così andrea grande, coordinatore nazionale Giovani FIDAS

la via del dono.Passeggiata alla Valle dei Templi.

sabato 3 maggio,giornata del donatore. La sfilata per le vie di Agrigento

Giornata del Donatorewww.youtube.com/watch?v=pOGooWAXRr0

Video

Messaggio di Giuliano Grazzini, Direttore del Centro Nazionale Sanguewww.youtube.com/watch?v=hWoiEUVk4FE

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NOIinFIDAS 2/2014 13

La giornata di domenica 4 maggio è stata riservata al confronto tra la donazione differita e la donazione al primo accesso con gli interventi del dott. Giancarlo Maria Liumbruno, primario del Servizio Trasfusionale dell’Ospedale San Giovanni Calibita-Fatebenefratelli e membro del Comitato Medico Scientifico della FIDAS e della dott.ssa Giuseppina Facco, Responsabile dell’Area Emovigilanza del Centro Nazionale Sangue.

Il presidente nazionale FIDAS con Filippo Di Francesco, presidente ADAS Agrigento, e Dimitri Pezzini, presidente FIDAS Viareggio, che ospiterà il 54° Congresso nazionale nel 2015.

una doppia coppia per il premio giornalistico “FidaS-isabella Sturvi”

Giunto alla IV edizione, il premio giornalistico FIDAS-Isabella Sturvi si conferma un appuntamento per gli operatori della co-municazione che si occupano del mondo del volontariato ed in

particolare del volontariato del dono del sangue.

Quest’anno sono aumentate le domande di partecipa-zione al Premio patrocinato dall’Ordine nazionale dei Giornalisti. Per la prima volta due sezioni: una riservata a Radio e TV, l’altra per web e carta stampata.

Nel corso della prima giornata del 53° Congresso Nazionale della FI-DAS la consegna ai vincitori per mano di Maria Rita Tamburrini, Diri-gente dell’ufficio VIII Sangue e Trapianti del Ministero della Salute, già stretta collaboratrice di Isabella Sturvi.

Ad aggiudicarsi il riconoscimento una doppia coppia di giornalisti: Nicoletta Carbone e Debora Rosciani di Radio 24 per “Il tempo che dedi-chiamo agli altri” nella trasmissione “Cuore e denari” si sono aggiudicate il premio per la sezione radio/tv . Tommaso Canetta e Pietro Pruneddu, con l’articolo “Sangue immigrato. Ne abbiamo tanto ma ne serve di più” per la sezione carta stampata/web.

La giuria, presieduta da Mauro Mantovani, Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Pontificia Salesiana, ha scel-to all’unanimità la trasmissione radiofonica di Radio 24 per la ricchezza di stimoli e il giusto equilibrio tra toni ufficiali e informali e la sapiente intuizione nell’individuazione di una tematica portante per approdare alla conoscenza del fenomeno della donazione di sangue in Italia.

Per la sezione Web/Carta stampata (Linkiesta.it), la giuria ha sotto-lineato il chiaro, intelligente e mai scontato collegamento tra il tema del sangue e quello dell’immigrazione, oltre alla capacità degli autori di soffermarsi sulle varie culture aperte o ostative al tema del dono. ●

53° CongrESSo nazionalE FidaS

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14 NOIinFIDAS 2/2014PrEmio giornaliStiCo FidaS-SturVi

SEZIONE RADIO/TVIl servizio radiofonico “Il tempo che dedichiamo agli altri”, di debora rosciani e nicoletta carbone (Radio 24, 18 ottobre 2013) ha il significativo pregio, all’interno di una trasmissione ben ideata e costruita, con informazioni e risposte, di entrare intelligentemente nei meccanismi della donazione, pensando non solo al ricevente ma anche alla tutela della salute del donante, sottolineando così un elemento previsto sia dalle legislazioni attuali sia dalla formulazione stessa degli Statuti FIDAS. Il programma si fa apprezzare per la sua varietà, ricchezza di stimoli e giusto equilibrio fra toni ufficiali e informali, e si segnala per la sapiente intuizione di individuare un’originale tematica portante che fa da “filo rosso” e pretesto per l’inserimento di innumerevoli spunti e dati utili alla conoscenza del fenomeno della donazione di sangue in Italia.

SEZIONE WEB/CARTAL’articolo “Donatori di sangue immigrati”, di tommaso canetta e Pietro Pruneddu (Linkiesta.it, 11 marzo 2014), tratta con chiarezza un argomento di rilevante attualità mettendo in collegamento il tema del sangue con quello dell’immigrazione in modo intelligente e mai scontato. Ben documentato, fornisce statistiche di vari Paesi e si sofferma sulle varie culture che facilitano o ostacolano le donazioni offrendo anche un’interessante digressione sulle motivazioni religiose che spingono o meno gli immigrati in Italia alla donazione di sangue. Si tratta dunque di un approfondimento su di un tema molto specifico, ma che ha il merito di aprire un interessante dibattito sui probabili scenari futuri della donazione di sangue, riflessione che non può non tener conto sin da ora del peso della costante immigrazione nei confini del nostro paese.

la giuria della iV edizione

PRESIDENTE: Don Mauro Mantovani, decano della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Pontificia Salesianadi Roma

GIURATI: Benedetta Rinaldi, Giornalista e conduttrice RaiArturo Cantella, Direttore TVA AgrigentoDario Cravero, Presidente onorario FIDASPaola Tosi,Presidente Regionale FIDAS Lazio

motiVazioni dElla giuriai VinCitori

Tommaso Canetta e Pietro Pruneddu

Un momento della premiazione

Nicoletta Carbone e Debora Rosciani

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NOIinFIDAS 2/2014 15

tommaso Canetta / Pietro Pruneddu

Nella vita da giovane giornalista free-lan-ce (“precario”, per evitare eufemismi) ci

sono molte mail senza risposta, molte notti in piedi a scrivere quando il vento è favorevole e molti giorni a bighellonare in pigiama quando c’è bonaaccia. Raramente, ma per fortuna qual-che volta succede, ci sono belle soddisfazioni professionali e umane. La vittoria del premio FIDAS per noi è stato principalmente questo (anche se sarebbe ipocrita negare la soddisfa-zione economica che, anche visto quanto sopra detto, non è che sia stata per noi irrilevante).

Uno dei privilegi dell’attività del free-lance consiste nella libertà di poter scegliere – entro certi limiti – i propri ambiti di interesse. Vuoi scrivere di cronaca? Di esteri? Di temi sociali? Se trovi qualcuno disposto a pagare per i tuoi articoli, hai la possibilità di farlo. Nessun capo ti imporrà mai di scrivere 3 mila battute sulla fiera del coniglio. Appassionati di questioni so-ciali – immigrazione, carcere, droga, volonta-riato, malattie mentali etc – quando abbiamo

deciso di affrontare il tema della donazione del sangue abbiamo voluto scegliere un’angolazio-ne precisa: quella di analizzare l’apporto degli immigrati alla raccolta organizzata dalle asso-ciazioni, cercando di capire come mai alcune comunità straniere siano più facili da coinvol-gere e altre meno.

Eravamo soddisfatti del nostro articolo e l’abbiamo inviato per il premio giornalistico FIDAS. Alla notizia della vittoria eravamo ov-viamente euforici. Le nostre aspettative su quel che ci avrebbe atteso sono state ampiamente superate quando siamo arrivati ad Agrigento. L’accoglienza, la considerazione e il calore ri-servatoci valgono più degli squisiti manicaret-ti siciliani di cui pure abbiamo fatto incetta. Abbiamo avuto modo di approfondire meglio una realtà di cui avevamo solo una conoscenza superficiale e, dal confronto con i tanti volon-tari e dirigenti riuniti al Congresso nazionale, abbiamo tratto ulteriori spunti di indagine giornalistica e non solo. Sperando ovviamente che i nostri futuri sforzi letterari siano il prete-sto per avere altre occasioni di interagire con FIDAS, con i suoi uomini e le sue donne. ●

nicoletta Carbone/debora rosciani

Non capita spesso di ripetere un successo, ma quest’anno Nicoletta Carbone, per la

seconda volta, si è aggiudicata il premio gior-nalistico FIDAS-Isabella Sturvi.

Un merito che va condiviso con Debora Ro-sciani, sua compagna di viaggio in «Cuore e Denari», il programma di Radio24 che si oc-cupa del benessere fisico e mentale, con lo sguardo rivolto al portafoglio, ma anche a tutti i modi per vivere meglio. E se fare del bene, fa bene a chi lo riceve, è innegabile che faccia bene anche a chi dedica il proprio tempo agli altri.

Con questo tema e con il programma Il tem-po che dedichiamo agli altri le due giornali-ste di Radio 24 hanno convinto la giuria del premio non solo per l’estrema chiarezza nel fornire informazioni sulla donazione del san-

gue coinvolgendo ospiti e radioascoltatori, ma soprattutto per aver inserito il volontariato del dono all’interno del variegato orizzonte del Terzo Settore.

“Sono molto contenta di poter essere nuo-vamente con gli amici della FIDAS – ha sotto-lineato Nicoletta Carbone ricevendo il premio ad Agrigento dalle mani della dottoressa Maria Rita Tamburrini. – Il tempo che dedichiamo agli altri non è mai troppo e, come ho ricor-dato lo scorso anno, per me, per Debora e per tutti i collaboratori della redazione di «Cuore e Denari» è soprattutto un onore poter dar voce ai tanti volontari che quotidianamente garanti-scono l’autosufficienza nazionale del sangue e che rappresentano un volto del nostro paese di cui essere orgogliosi. In Italia il volontariato è una realtà che contribuisce in maniera sostan-ziale al soddisfacimento di tante necessità e il tempo che dedichiamo agli altri è anche tempo che dedichiamo a noi stessi.” ●

il messaggio del presidente di giuria www.youtube.com/watch?v=CA-vSDDQx2A” https://www.youtube.com/watch?v=CA-vSDDQx2A

Il presidente FIDAS, Aldo Ozino Caligaris con Maria Rita Tamburrini, Dirigente dell’ufficio VIII Sangue e Trapianti del Ministero della Salute, già stretta collaboratrice di Isabella Sturvi

PrEmio giornaliStiCo FidaS-SturVi

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16 NOIinFIDAS 2/2014la SFida di donarE

Nella splendida cornice della Sala Cri-stina del Monastero di Santa Chiara a Napoli, ha avuto luogo l’evento conclusivo del programma soste-

nuto dalla Fondazione con il Sud “La sfida di donare” con una manifestazione che ha gene-rato entusismo e ha promosso riflessioni, idee e progetti per il futuro della rete Fidas con il Sud.

Una manifestazione semplice e bella che si è articolata su quattro momenti:

1 – Il report del programma svolto con obiet-tivi, dati e risultati presentati dal Presidente Na-zionale, Aldo Ozino Caligaris, dal Coordinatore dl programma, Antonio Bronzino, e dal Respon-sabile della comunicazione, Cristiano Lena.

2 - L’approfondimento medico-scientifico con interventi di Nicola Scarpato, docente dell’Uni-versità Federico II e Direttore del Centro Regio-nale Sangue della Campania, Bruno Zuccarelli, Presidente dell’Ordine dei Medici e Primario del Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Monal-di di Napoli, Massmiliano Bonifacio, ematolo-go dell’Azienda Interuniversitaria di Verona e membro del Comitato medco-scientifico FIDAS.

3 – Il confronto tra “Volontariato, istituzio-ni e società” con importanti contributi di Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione con il

Sud, di Pietro Barbieri, portavoce del Forum del Terzo Settore, del Card. Crescenzo Sepe, Arcive-scovo Metropolita di Napoli, di Beatrice Loren-zin, Ministro della Salute, e Gianni Pittella, Vice Presidente vicario del Parlamento Europeo.

4 – La premiazione e la testimonianza di ami-ci e testimonial della FIDAS come Carmen La-sorella, giornalista e Presidente di RAInet, Giusy Versace, stilista di moda, atleta paralimpica e scrittrice e Stefano Scarpa, detto la “bandiera umana” e vincitore di Italia’s Got Talent.

Presenti le delegazioni FIDAS di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Il bilancio del programma, condiviso dalle 15 Federate FIDAS aderenti, si è dipanato lungo l’arco di 20 mesi avendo avuto inizio proprio a Napoli nel settembre 2012.

Gli obiettivi fondamentali delle azioni messe in atto sono essenzialmente il raggiungimento ed il mantenimento dell’autosufficienza di san-gue intero e plasma ed il superamento della do-nazione episodica e saltuaria a favore di quella peridiodica, associata e responsabile. Altro dato rilevante da cui parte LA SFIDA DI DONARE è costituito dal processo demografico in atto che è caratterizzato dall’invecchiamento della po-polazione che fa aumentare il bisogno di dispo-

Entusiamo e riflessioni a Napoli per l’ultima tappa dell’evento conclusivo del programma La Sfida di Donare

di Antonio

Bronzino

Giusi Versace 1.jpgGiusy Versace

Nicola Scarpato, Direttore del Centro Regionale Sangue Campania

Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione con il Sud

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NOIinFIDAS 2/2014 17

nibilità di sangue e fa diminuire il numero dei potenziali donatori.

Alla luce di queste considerazioni, il pro-gramma ha cercato, attraverso campagne di comunicazione mirate, a coinvolgere maggior-mente i giovani, le donne e i nuovi italiani che costituiscono i gruppi che percentualmente con-tribuiscono meno al raggiungimento dell’auto-sufficienza. Un’esperienza positiva e stimolante quella delle campagne di comunicazione che ci ha visto operare in partenariato con la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Salesiana di Roma, con stagisti e studenti che sono stati ideatori di e protagonisti, con la gui-da dei docenti, delle nostre campagne attraver-so manifesti, spot, brochure, totem che le Fede-rate hanno utilizzato per i loro eventi.

Non sono mancati l’attenzione a promuovere la formazione dei responsabili associativi con appositi seminari e l’impegno a promuovere conoscenze specifiche ed attività per favorire un’attenzione stringente per l’accreditamento di personale e unità di raccolta secondo i dettami della nuova normativa.

La Rete Fidas con il Sud ha fatto registrare, al termine di questo programma, positivi risultati con un incremento in tutte le regioni delle unità di sangue raccolte e con l’avvio di una signifi-cativa raccolta mirata di plasma e di piastrine. Anche il numero di giovani, donne e nuovi ita-liani, in percentuale, sta aumentando,

Non mancano le criticità, soprattutto nelle re-gioni in piano di rientro, dove il rapporto con le istituzioni è meno fecondo.

Parte da Napoli un appello a moltiplicare l’impegno ed a continuare le attività avviate per accrescere la disponibilità di plasma e di dona-zioni mirate, per donare cosa serve e quando serve, per accrescere qualità e sicurezza per do-natori e trasfusi. ●

Pietro Barbieri, portavoce del Forum del Terzo Settore

Il presidente FIDAS consegna le targhe di riconoscimento. Da sinistra, Carmen Lasorella, Giusy Versace e Stefano Scarpa.

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18 NOIinFIDAS 2/2014SPot - ogni Storia è un dono

Russia, Croazia, Cina, Lesotho, Perù, Rwanda, Slovenia. La nostra forma-zione è ormai al completo per partire in questa nuova avventura. La “sala

espressione” dell’Università Pontificia Salesia-na diventa così testimone di questo incontro tra culture. I ragazzi, dopo qualche esitazione cercano di trattenere la timidezza e fanno un grande cerchio in attesa di sapere qual è il ruo-lo in cui giocare. È il cerchio del mondo che li unisce come anche il progetto globale della donazione di sangue. La prof.ssa Blasi, docente di Teorie e tecniche della pubbilità, comincia così a spiegare cosa li attende per le riprese. Nessuno di loro è ancora donatore, ma questo non è un problema; riusciamo comunque a far fare loro qualche dichiarazione prima di scen-dere in campo.

Dings dal Lesotho: “Io non posso donare per motivi di salute anche se sono convinto che sia una cosa buona! Ma questo video mi ha dato il motivo in più per incoraggiare gli altri a far-lo. L’ho capito quando stavamo per iniziare le riprese, qual è il contributo di ciò che si può

fare a donare il sangue, di come può avere un impatto non solo come un fenomeno di salute, ma come un risparmio di vita che vada oltre il confine di colore della pelle, cultura, lingua, razza, ecc. Va bene, io non ho mai donato il sangue, ma sono consapevole che si deve fare. Sì, perché da noi nel Lesotho ogni tanto van-no nelle scuole a parlare ai giovani di questo, quindi ho visto che ha successo.”

Una sensibilizzazione al dono del sangue che riscontriamo anche in altre parti dell’Afri-ca, come ci racconta Armella dal Rwanda: “Io volevo donare il sangue, ma non l’ho mai fatto. Dove studiavo facevano un giro di tutti i col-legi per favorire la donazione del sangue, ma quando ho avuto l’età di potere anch’io dare il mio dono, le due volte che si sono presentati stavo facendo delle cure con farmaci e non ho più riprovato ... fare il video è stato un esperi-mento ... l’idea è geniale. Spero che ci sarà un feedback proporzionale al lavoro fatto da tutta la squadra”. Una squadra quella della FIDAS per lo spot “Ogni storia è un dono” dalle tinte forti in cui è difficile parlare di donazione di

dono senza frontieredi Giulia Angelucci, Facoltà di Scienze della Comunicazione – Università Pontificia Salesiana, Roma

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sangue soprattutto in un paese estero. La tra-sferta è dura, l’ingaggio di compagni stranieri anche, ma poi insieme scopriamo quel legame di sangue che lega la famiglia intera dell’uma-nità.

Nella donazione il sangue per lo più unisce chi non si conoscerà mai. Stavolta invece è occasione di conoscenza e di incontro. Avere persone della tua età con cui puoi confrontar-ti è qualcosa di diverso; così Franz dal Perù : “Un’esperienza molto bella dove si può com-prendere meglio l’importanza di donare san-gue e anche di trasmettere agli altri questo messaggio che donando sangue si può salvare una vita, e che donare sangue non è difficile. Ho conosciuto persone che studiano all’Ups e penso che sia stata una opportunità di arric-chirsi, di imparare e di ridere dopo ogni sba-glio che ho fatto. Grazie per questa giornata!”.

Sbagli, errori che durante le riprese posso-no essere rimediati senza troppe difficoltà, ma quando si dona non si sbaglia mai. Gli arbitri stavolta siamo stati noi, ma Armella promette che la prossima volta sarà lei dietro la tele-

camera e non davanti a sbagliare tutto. Non solo Armella sottolinea questo lato divertente delle riprese. Zvone dalla Croazia: “Non ho mai donato sangue...Ho avuto una bella espe-rienza durante le riprese del video perché ho conosciuto alcune persone che non ho mai vi-sto prima e alla fine è stato molto divertente, anche quando abbiamo sbagliato”. Chissà se saranno testimoni della donazione di sangue. Quale maglia indosseranno? Sonya dalla Rus-sia ci fa quasi una promessa: “È stata una bella esperienza, non ho mai donato il sangue, per adesso, ma in caso, so dove farlo e rispetto le persone che si impegnano in questa direzione. Grazie!”. Anche David dalla Slovenia è soddi-sfatto del lavoro e della giornata in generale. “Per me è un’esperienza bella e interessante; vi ringrazio per avermi invitato a collaborare..”. I ragazzi hanno così dato il loro contributo per questo progetto dello spot “Ogni storia è un dono” e si sono preparati ad una nuova stra-tegia di vita da mettere in campo nella partita del cuore. Quella della vita. ●

nella donazione il sangue per lo più unisce chi non si conoscerà mai. staVolta inVece è occasione di conoscenza e di incontro

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20 NOIinFIDAS 2/2014la nEk donation

I giovani FIDAS lanciano la sfida e rispon-dono ad un fenomeno che purtroppo sta spopolando in rete. Dalla nek-nomination,

alla Nek-Donation, una catena di video virali per promuovere la cultura della donazione del sangue tra i giovani.

La nek-nomination è una sorta di sfida tra pari (adolescenti o giovani adulti) che trami-te un video amatoriale invitano a bere grandi quantità di alcolici (dalla classica pinta di bir-ra alle più disparate varianti superalcoliche) nominando altri amici che dovranno a loro volta rispondere dimostrando di aver accetta-to l’invito pubblicando il video-testimonianza della bevuta su Facebook. Un “gioco” che si sta diffondendo a macchia d’olio sul social net-work grazie al sistema dei “tag” che attestano la nomination.

Nel tentativo di intercettare le nuove for-me di comunicazione giovanili, che vedono nello strumento video il principale mezzo di diffusione delle informazioni, il coordinamen-to nazionale Giovani FIDAS guidato dal coor-dinatore Andrea Grande rilancia proponendo l’alternativa Nek-Donation.

Di che si tratta? Semplicissimo: fare una donazione di sangue realizzando un video du-rante il prelievo e pubblicarlo su Facebook sfi-dando i propri amici a fare altrettanto entro 6 mesi.

La Nek-Donation, già presente in altri diven-terà così una catena di donazione virale che si diffonderà in rete con il motto: “Con l’alcol siam buoni tutti, proviamoci col sangue” per ricordare ai giovani che il vero coraggio e la vera maturità sono legati alle scelte di vita (propria, e degli altri che potranno sopravvive-re grazie alle nostre donazioni).

Le prime Nek-Donation sono già in rete, a partire dal video di Mattia Fussi (FIDAS Ra-venna) che ha lanciato ufficialmente l’iniziati-va il 9 Marzo, continuando con il filone partito dalla FPDS-FIDAS di Bari e il rilancio di Cinzia

Con l’alcol siam buoni tutti, proviamoci col sangue!a cura del Coordinamento Nazionale Giovani FIDAS

le prime NekDoNatioN già in rete

Mattia Fussi, FIDAS Ravenna www.youtube.com/watch?v=Vi5S0VYd4X8

FPDS-FIDAS di Bari www.youtube.com/watch?v=ZO4J3Sw_0LQ

Cinzia Guarnaccia, Adspem FIDAS Reggio Calabriawww.youtube.com/watch?v=52ZDb7RkA8k

L’immagine presentata da James Lucking e Will Wright, studenti della School of Communication Arts a Brixton che all’inizio del 2014 hanno lanciato l’iniziativa nel Regno Unito.

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NOIinFIDAS 2/2014 21

Guarnaccia (Adspem FIDAS Reggio Calabria). Cosa aspettate? Andate anche voi a donare

il sangue e pubblicate la vostra Nek-Donation! Taggate i Giovani FIDAS per condividere con

noi la vostra donazione e inserite gli hashtag #donazionevirale #conlalcolsiambuonitut-ti #proviamocicolsangue per diffondere in rete il messaggio!

I video delle Nek-Donation sono su FB nel profilo e nella pagina dei Giovani Fidas e su Youtube nel canale Giovani Fidas al link www.youtube.com/channel/UCizrUilPigg7nN_aufb5gXQ. ●

altre NekDoNatioN

www.youtube.com/watch?v=aWq562oabOs

www.youtube.com/watch?v=7KTPQ6YRhXk

www.youtube.com/watch?v=FxoMMMR1r14

www.youtube.com/watch?v=ltdlEkAxisI

i canali social di fidas gioVani doVe troVare i Video delle Nek-DoNatioN

canale Youtube Fidasgiovaniwww.youtube.com/channel/UCizrUilPigg7nN_aufb5gXQ

Pagina dei giovani Fidas

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22 NOIinFIDAS 2/2014antEPrima EVEnti

in thE watEr&

on thE road

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NOIinFIDAS 2/2014 23antEPrima EVEnti

24ore del donatoreObiettivo: quota 2500 a cura di FIDAS Verona

FIDAS Verona avrà l’onore di aprire le danze dell’estate Fidas per l’anno 2014. E lo farà con una scalata: no, non una

scalata ad una vera e propria vetta, ma alle 2500 vasche nella 24 ore del donatore. Il counter dello scorso anno infatti si era ferma-to a 2486 e l’obiettivo sembra assolutamente alla portata. Il presidente Massimiliano Boni-facio si lancia addirittura a ipotizzare “quota 3000”, convinto della possibilità di raggiun-gerlo anche dal supporto delle condizioni me-teo, grazie allo spostamento della data in un periodo statisticamente “bollente”.

Dopo le peripezie e i traslochi notturni dell’estate 2013 infatti si è deciso di seguire il sole e di lanciare l’evento dalle ore 20 di venerdì 4 luglio fino alla stessa ora del gior-no 5, sempre presso le Terme di Caldiero. Lo spostamento di data consentirà una maggiore visibilità alla manifestazione principe della nostra estate: da Verona, infatti, avrà inizio l’avventura dei camper per il FIDAS On the Road.

Una possibilità da non perdere e un’altra occasione per dimostrare la nostra ospitalità ai donatori da tutta Italia: saranno presenti, durante la 24 ore, gruppi da varie città ita-liane del Nord, del Centro, del Sud e anche dalle Isole.

Verona e le terme di Caldiero saranno quin-di figurativamente per un giorno il centro e cuore pulsante dei donatori FIDAS. Con questi numeri, pure quota 3000 sembra a portata di mano. ●

Per le iscrizioni:www.fidasverona.ito chiama il n° 346 8780965

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24 NOIinFIDAS 2/2014antEPrima EVEnti

Il 6 luglio partirà FIDAS On the Road, il tour estivo che abbraccerà l’Italia in nome della solidarietà, coinvolgendo 40 associa-

zioni Federate lungo tutto lo stivale.Sulla scia dell’ampio consenso registrato

nell’estate 2013 con il FIDAS Coast to Coast, FIDAS On the Road nel corso di 3 settimane toccherà 35 città in 18 Regioni italiane. Due camper targati FIDAS percorreranno comples-sivamente 8000km per sensibilizzare la popo-lazione sull’importanza del dono del sangue, in particolare nel corso dell’estate.

Incontri di approfondimento medico-scien-tifico, sensibilizzazione, momenti di festa, coinvolgimento dei giovani: sono questi alcuni degli appuntamenti in programma dal 6 al 26 luglio.

Prima tappa al Tempio del Donatore a Val-dobbiadene da dove attraverso percorsi paral-leli si partirà alla volta di Reggio Calabria.

L’iniziativa sarà presentata alla stampa ve-nerdì 4 luglio a palazzo Bra a Verona e sarà on line sul sito www.fidas.it e sui social www.fa-cebook.com/FIDASdonasangue, www.twitter.com/FIDASBloodDonor, www.youtube.com/Fidaschannel. ●

stateconfidase

2014

FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE

LA SOLIDARIETÀ SI FA STRADA

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NOIinFIDAS 2/2014 25antEPrima EVEnti

Giunge all’VIII edizione la Traversata della Solidarietà, staffetta a nuoto dello Stretto di Messina, ideata per

promuovere e ricordare l’importanza della do-nazione del sangue. Una manifestazione che coniuga lo sport al volontariato: mondi che condividono stile di vita sano, serietà e impe-gno responsabile.

L’iniziativa che si svolgerà sabato 26 e do-menica 27 Luglio, quest’anno avrà come sce-nario il lungomare di Reggio Calabria, dove si svolgeranno durante la giornata del sabato i tornei di beach volley e beach soccer.

Sempre sabato 26, si accoglieranno i due camper protagonisti, lungo il territorio ita-liano isole comprese, del Fidas on the Road. L’accoglienza sarà accompagnata da una festa animata dall’esibizione di artisti e musicisti di vario genere che faranno esplodere di gioia ed allegria tutti coloro che affolleranno lo splen-dido “il lungomare più bello d’Italia”.

Come consuetudine domenica 27 la Tra-versata a nuoto dello Stretto di Messina, con partenza da Punta Faro (ME) ed arrivo a Can-nitello (RC). A far da cornice la coreografia di barche e gli affezionati simpatizzanti sempre più numerosi in uno scenario unico al mondo che mira ad essere riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità. ●

Page 26: Noi in FIDAS / giugno-luglio 2014

Valle d’Aosta

fidas Valle d’[email protected] - 0165 552196

Piemonte / www.fidasadsp.it

ADS Michelin - Cuneowww.adsm.fidaspiemonte.it - 0171 315374

ADAS - Saluzzowww.adas-saluzzo.it - 0171 943497

AVAS - Mondovìwww.avas.fidaspiemonte.it

ANDVS - Novi Ligurewww.andvs.fidaspiemonte.it - 0143 746112

ADOS - Ovadawww.ados.fidaspiemonte.it - 0143 80520

ADSP FIDAS - Torinowww.fidasadsp.it - 011 531166

lombardia

ADS Fatebenefratelli - Milanowww.donatoridisangue.it - 02 63632563

FIDAS - Milanowww.fidas-milano.it - 02 86460424

FIDAS - Bergamo www.fidas.bergamo.it - 035 244555

ASDS - Cesano Bosconee-mail: [email protected] - 348 7645489

Friuli Venezia giulia

ADVS - Monfalcone [email protected] - 0481 487657

GADAS - [email protected] - 0431 928635

ADS - Triestewww.adstrieste.it - 040 764920

AFDS - Udinewww.afds.it - 0432 481818

ADVS - [email protected] - 0481 630848

AFDS - Pordenonewww.afdspn.it - 0427 51472

Veneto / www.fidasveneto.it

FIDAS POLESANA - [email protected] - 0426 23267

FIDAS - Trevisowww.fidastreviso.it - 0438 998360

FIDAS - Padovawww.fidaspadova.it - 049 8760266

FIDAS - Veneziawww.fidasvenezia.it - 333 1390880

FIDAS - Veronawww.fidasverona.it - 045 8202990

FIDAS - Vicenzawww.fidasvicenza.com - 800979000

AFDVS - [email protected] - 0439 883359

liguria

FIDAS - Genovawww.fidasgenova.it - 010 8314855

FIDAS - [email protected] - 0183 296395

ACDVS - Chiavarihttp://digilander.libero.it/acdvs - 0185 300008

ADS Val Bormida - Cairo [email protected]

Emilia romagna / www.fidas-emiliaromagna.it

ADVS FIDAS - Bolognawww.fidas-advs-bologna.org - 051 6350330

ADVS FIDAS - Ravennawww.advsravenna.it - 0544 404817

ADSA FIDAS - Parmawww.adas-parma.it - 0521 775044

ADVS FIDAS Ferrara - Renazzowww.advsfe.altervista.org - 051 900767

toscana

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