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1 •NEWSLETTER• n°6 - GIUGNO 2016 seguici su IN APERTURA APPROFONDIMENTO L’UE PUNTA ALLA REVISIONE DELLA DIRETTIVA SUGLI AGENTI CANCEROGENI PER DIFENDERE I LAVORATORI DAI TUMORI 2 L’INTERVISTA DALL’EUROPA 5 WEB, SOCIAL & TECH INTERNET OF THINGS, LA RIVOLUZIONE DEGLI OGGETTI CHE DIALOGANO TRA LORO è ARRIVATA 6 3 UN LINGUAGGIO UNICO PER I PROFILI PROFESSIONALI DELL’ICT PHILIPS, DALL’ELETTRONICA ALL’HEALTH TECHNOLOGY, LA TRASFORMAZIONE AZIENDALE PASSA DALLA VALORIZZAZIONE L’Unione europea si trova ad affrontare un rapido invecchiamento della sua popola- zione e una riduzione del tasso di natalità. Da qui nasce l’impegno da parte di tutti i Paesi Membri a sostenere l’invecchia- mento attivo in tutti gli aspetti della vita, dalle attività professionali, comunitarie e familiari fino alla capacità di invecchiare mantenendosi indipendenti e in buona sa- lute. Questa sarà la base per la solidarietà tra le generazioni negli anni a venire. Si assiste così ad un passaggio dalle politi- che basate sui bisogni delle persone più anziane, considerate come soggetti pas- sivi, a politiche che riconoscono a ogni persona il diritto e la responsabilità di ave- re un ruolo attivo e di partecipare alla vita della comunità in ogni fase della vita. L’invecchiamento attivo ha inizio nel mon- do del lavoro. Un terzo dei cittadini eu- ropei ha recentemente affermato in un sondaggio di Eurobarometro che vorreb- be continuare a lavorare fino al raggiungi- mento dell’età pensionabile, anche se non necessariamente a tempo pieno. Eppure oggi non molti europei hanno la possibilità di farlo. In questo contesto, si colloca in Italia il recente provvedimento del Ministro del lavoro che mira ad incen- tivare il ricorso al part-time da parte dei la- voratori prossimi alla pensione con l’obiet- tivo di consentire ai lavoratori più anziani di avere a disposizione maggior tempo libero da dedicare ai propri interessi. Il valore aggiunto della nuova misura con- siste nel poter alleggerire il carico di lavoro senza conseguenze negative sul versante pensionistico. Il part-time agevolato è una misura speri- mentale, prevista dalla Legge di Stabilità 2016, riservato ai lavoratori dipendenti del settore privato, con contratto a tempo pie- no e indeterminato, con almeno venti anni di contributi, a tre anni dalla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè ai lavoratori che maturano il requisito ana- grafico entro il 31 dicembre 2018. Al fine di promuovere le novità introdotte dalla misura, è stata avviata, a partire da fine maggio per 15 giorni, una campagna di comunicazione veicolata attraverso le maggiori emittenti radiofoniche e televisi- ve a livello nazionale e locale. IL MINISTERO DEL LAVORO PROMUOVE L’INVECCHIAMENTO ATTIVO CON IL PART TIME AGEVOLATO La misura prevista dalla Legge di Stabilità 2016 è rivolta ai lavoratori prossimi alla pensione

n°6 - GIUGNO 2016 · me potesse essere migliorato il modo in cui oggi si lavora in azienda. Il risultato è stato di grande impatto: la maggiore en-fasi, infatti, è stata data alla

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• N E W S L E T T E R •

n°6 - GIUGNO 2016

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L’Unione europea si trova ad affrontare un rapido invecchiamento della sua popola-zione e una riduzione del tasso di natalità. Da qui nasce l’impegno da parte di tutti i Paesi Membri a sostenere l’invecchia-mento attivo in tutti gli aspetti della vita, dalle attività professionali, comunitarie e familiari fino alla capacità di invecchiare mantenendosi indipendenti e in buona sa-lute. Questa sarà la base per la solidarietà tra le generazioni negli anni a venire. Si assiste così ad un passaggio dalle politi-che basate sui bisogni delle persone più anziane, considerate come soggetti pas-sivi, a politiche che riconoscono a ogni persona il diritto e la responsabilità di ave-re un ruolo attivo e di partecipare alla vita della comunità in ogni fase della vita.L’invecchiamento attivo ha inizio nel mon-

do del lavoro. Un terzo dei cittadini eu-ropei ha recentemente affermato in un sondaggio di Eurobarometro che vorreb-be continuare a lavorare fino al raggiungi-mento dell’età pensionabile, anche se non necessariamente a tempo pieno. Eppure oggi non molti europei hanno la possibilità di farlo. In questo contesto, si colloca in Italia il recente provvedimento del Ministro del lavoro che mira ad incen-tivare il ricorso al part-time da parte dei la-voratori prossimi alla pensione con l’obiet-tivo di consentire ai lavoratori più anziani di avere a disposizione maggior tempo libero da dedicare ai propri interessi. Il valore aggiunto della nuova misura con-siste nel poter alleggerire il carico di lavoro senza conseguenze negative sul versante pensionistico.

Il part-time agevolato è una misura speri-mentale, prevista dalla Legge di Stabilità 2016, riservato ai lavoratori dipendenti del settore privato, con contratto a tempo pie-no e indeterminato, con almeno venti anni di contributi, a tre anni dalla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè ai lavoratori che maturano il requisito ana-grafico entro il 31 dicembre 2018.Al fine di promuovere le novità introdotte dalla misura, è stata avviata, a partire da fine maggio per 15 giorni, una campagna di comunicazione veicolata attraverso le maggiori emittenti radiofoniche e televisi-ve a livello nazionale e locale.

IL MINIsTERO DEL LAvORO PROMUOvE L’INvEcchIAMENTO ATTIvO cON IL PART TIME AGEvOLATOLa misura prevista dalla Legge di stabilità 2016 è rivolta ai lavoratori prossimi alla pensione

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L’UE PROPONE LA REvIsIONE DELLA DIRETTIvA sUGLI AGENTI cANcEROGENI PER DIFENDERE I LAvORATORI DAI TUMORILa commissaria Tyssen: “L’impatto del cancro sui lavoratori, sulle loro famiglie, sul mondo del lavoro e sulla società è enorme. La proposta consentirà di salvare 100mila vite in 50 anni”

A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) individuando nel cancro la seconda causa di mortalità professionale nella maggior parte dei Pa-esi sviluppati e la prima causa di mortali-tà nell’Unione europea. Ogni anno infatti il 53% delle morti sul lavoro è dovuta al cancro, contro il 28% causato dalle ma-lattie del sistema circolatorio e il 6% per malattie respiratorie.Anche se il cancro è una patologia com-plessa, i cui fattori eziologici sono di diffi-cile individuazione, è chiaro che se corre-lato ad una specifica attività lavorativa è prevenibile attraverso la riduzione o l’eli-minazione delle esposizioni che determi-nano la malattia.Al fine di sostenere la protezione dei lavo-ratori dalle sostanze chimiche canceroge-ne, la Commissione europea ha proposto in questi giorni la revisione dell’ultima di-rettiva sugli agenti cancerogeni e muta-geni (2004/37/CE) per contrastare l’espo-sizione a 13 sostanze chimiche ritenute cancerogene.

“L’impatto del cancro sui lavoratori, sulle loro famiglie, sul mondo del lavoro e sulla società è enorme. Questa proposta - ha dichiarato Marianne Tyssen, Commissaria responsabile per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori - consentirà di salvare 100mila vite umane nei prossimi 50 anni. La pro-tezione dei lavoratori è al centro dell’impe-gno della Commissione a favore di un’Eu-ropa sociale forte”.La Commissione ha così avviato una va-lutazione scientifica ed economica di ol-tre 20 agenti chimici prioritari. Nei Paesi membri più di 20 milioni di lavoratori sono esposti ad almeno uno degli agenti chimi-ci contenuti nella lista dei cancerogeni. La proposta mira ad introdurre infatti nuovi valori limite o la modifica di quelli esistenti nella direttiva del 2014. Questi valori limite fissano la massima concentrazione nell’a-ria di una sostanza chimica cancerogena sul luogo di lavoro. Proposta che giunge a conclusione di un ampio dibattito che ha coinvolto ricercatori, datori di lavoro, la-

voratori, rappresentanti dei Paesi membri e ispettori del lavoro. La “silice cristallina respirabile” (SCR) è per esempio uno dei nuovi agenti chimici che la Commissione propone di includere nella direttiva quale sostanza “generata da un procedimento di lavorazione”, ossia polvere prodotta da processi di lavorazione come l’attività estrattiva di miniera e di cava, la perfora-zione di gallerie o il taglio, la frantumazio-ne, la macinazione o la polverizzazione di materiali contenenti silice, ad esempio, cemento, mattoni o rocce. Grazie a uno specifico accordo sottoscritto dalle parti sociali, alcune imprese tengono adegua-tamente sotto controllo la concentrazione nell’aria di questa sostanza chimica, che resta tuttavia una delle principali cause della silicosi (malattia polmonare) e del tumore polmonare professionale. La pro-posta della Commissione intende tutelare i lavoratori in tutta l’UE, compresi quelli del settore delle costruzioni nel quale è occu-pato quasi il 70% di tutti i lavoratori esposti alla silice cristallina respirabile.I valori limite stabiliti dall’UE servono an-che a promuovere la coerenza attraverso la realizzazione di pari condizioni di con-correnza per tutti gli utilizzatori e la defi-nizione di un obiettivo comune per datori di lavoro, lavoratori e autorità preposte ai controlli. La proposta si traduce pertanto in un sistema più efficiente di protezione della salute dei lavoratori e in un mercato unico più equo.

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TOLa commissione europea propone di rivedere l’ultima direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni (2004/37/cE) per contrastare l’esposizione a 13 sostanze chimiche ritenute cancerogene

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Ne parliamo con Livio Zingarelli, Head of HR & Business Transformation - Philips Italy, Israel and Greece.

Chi è Philips oggi? Quali le trasforma-zioni in atto?Philips, con headquarter in Olanda e con

vendite pari a 24,2 miliardi di euro nel 2015, ha circa 104.000 dipendenti in oltre 100 nazioni. Da brand riconosciuto come leader nell’elettronica di consumo, Philips oggi si presenta con una strategia indiriz-zata allo sviluppo della sua posizione dileader mondiale nell’Health Technology,

nel campo della salute e del benessere, per migliorare la vita delle persone e faci-litare l’intero iter terapeutico dalla preven-zione al sostegno di uno stile di vita sano, dalla diagnosi precoce al trattamento fino alle cure domiciliari. L’azienda sta viven-do un momento di profonda trasformazio-ne. Il suo management è chiamato quin-di a sviluppare nuove logiche di business per guidare il cambiamento e coglierne a pieno i benefici. Il cambiamento in corso all’interno di Philips si riflette sull’intera organizzazione aziendale: l’azienda ha, infatti, lanciato il programma “Accelera-te!”, con l’obiettivo di rinforzare una cul-tura della performance e della crescita e rendere l’azienda più imprenditoriale, vi-cina ai clienti e reattiva ai rapidi cambia-menti del mercato. Il programma pone il focus sulla motivazione delle persone e sullo sviluppo organizzativo.

Essere attenti e rispondere alle esi-genze espresse e inespresse dei di-pendenti è al centro della vostra po-litica di welfare aziendale indirizzata alla valorizzazione del capitale umano. Cos’è e con quali obiettivi nasce il “Bi-lancio del Capitale umano”?La consapevolezza che la trasformazio-ne in atto richieda la piena valorizzazione delle risorse a disposizione e il coinvolgi-mento dell’intera popolazione aziendale, ci ha spinto ad analizzare in dettaglio le competenze, le aspettative ed i bisogni all’interno della nostra organizzazione.

PhILIPs, DALL’ELETTRONIcA ALL’hEALTh TEchNOLOGy, LA TRAsFORMAzIONE AzIENDALE PAssA DALLA vALORIzzAzIONE DELLE sUE PERsONEcon il “bilancio del capitale Umano” la multinazionale olandese valorizza le competenze e migliora il modo di lavorare

Lanciato il programma “Accelerate!”, per rinforzare la cultura della crescita e rendere l’azienda più vicina ai clienti e reattiva ai rapidi cambiamenti del mercato, ponendo l’accento sulla motivazione delle persone e sullo sviluppo organizzativo

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Maggiore enfasi alla flessibilità, alla conciliazione vita-lavoro e al welfare aziendale, espressi sia come bisogni di tipo individuale, sia come interventi di facilitazione del cambiamento organizzativo

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Per questo abbiamo utilizzato lo strumen-to del “Bilancio del Capitale Umano“. La prima fase di costruzione del Bilancio ha previsto la somministrazione di una survey strutturata. Le domande iniziali ri-costruiscono il profilo anagrafico e lavo-rativo delle persone, mentre la parte suc-cessiva è orientata a comprendere nel dettaglio il rapporto che l’individuo ha con il proprio lavoro. Ci ha consentito di iden-tificare alcune priorità di intervento su co-me potesse essere migliorato il modo in cui oggi si lavora in azienda. Il risultato è stato di grande impatto: la maggiore en-fasi, infatti, è stata data alla flessibilità, alla conciliazione vita-lavoro e al welfare aziendale, espressi sia come bisogni di ti-po individuale, sia come interventi di faci-litazione del cambiamento organizzativo.

In che modo il “Bilancio del Capitale umano” si è concretizzato in azienda e con quali effetti?Il Bilancio del Capitale Umano di Philips S.p.A., è articolato in cinque sezioni, e per

ciascuna vengono poi definite delle aree specifiche d’intervento: Diversity age, Di-versity gender, Conciliazione, Welfare, Competenze/Crescita Professionale. So-no stati definiti diversi progetti di inter-vento tra cui l’eliminazione del sistema di timbratura dell’orario, il rinforzo del pro-gramma di gestione degli obiettivi, di mi-surazione della performance e di gestione del feedback, un programma per lo svilup-po della Leadeship al femminile, una serie di iniziative per lo sviluppo di competenze di vendita, marketing e digital attraverso la Philips University, l’introduzione di un si-stema di Flexible Benefits, lo sviluppo del progetto di Smart Working, l’introduzione di iniziative a supporto della salute e il be-nessere all’interno dell’azienda (councel-ling, palestra/wellness center, alimenta-zione), la decisione di trasferirci in spazi diversi e più vicini alle nostre modalità di lavoro.

Philips ha aderito per il terzo anno con-secutivo alla Giornata del Lavoro Agile

promossa dal Comune di Milano. In co-sa si è tradotta questa adesione?Dopo tre mesi di sperimentazione di un progetto pilota, monitorati attraverso sur-vey e canali social aziendali, abbiamo condotto alcuni focus group che hanno previsto il coinvolgimento di smartwor-ker, manager e colleghi che non avevano aderito al pilota per valorizzare l’esperien-za condotta da tutti e identificare le mo-dalità più efficaci per assicurare coordina-mento e produttività in Smart Working. In questo modo siamo arrivati alla definizio-ne di una policy, con l’adesione ad oggi di 250 persone. Un contributo importante nello sviluppo del progetto è inoltre impu-tabile all’attività di benchmarking condotta su altre aziende che hanno avviato inizia-tive analoghe, per cogliere best practice e criticità. Nella terza Giornata del Lavo-ro Agile organizzata dal Comune di Mila-no, abbiamo voluto accompagnare questa nuova modalità lavorativa “smart” ad una maggiore partecipazione civica della no-stra organizzazione per contribuire al be-nessere della società. 25 volontari Philips hanno investito simbolicamente due ore di “tempo guadagnato”, supportando le atti-vità svolte dal Settore dell’Arredo Urbano e Verde del Comune di Milano presso le serre e il Museo Botanico della Villa Lonati a Niguarda. Un’oasi di verde, aperta alla cittadinanza milanese, che accoglie studenti e associa-zioni a supporto di persone che stanno se-guendo un percorso di riabilitazione post-operatoria. L’esperienza ha permesso di rinforzare l’importanza e l’innovatività del percorso intrapreso, contributendo al rag-giungimento dei miglioramenti che stiamo riscontrando sia in termini di motivazione che di produttività della nostra organizza-zione.

Bilancio Capitale Umano Philips SpA 2014-2015

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Disponibile dal 6 aprile in tutta Europa, l’e-cF uniforma i profili professionali per aziende della domanda e dell’offerta, manager, risorse umane e istituti d’istruzione e formazione, osservatori di mercato e policy maker

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Fornire un linguaggio comune comprensi-bile in tutta Europa che definisce compe-tenze, capacità e livelli di preparazione dei profili professionali del settore dell’infor-mation and Communication Technology (ICT). È questo l’obiettivo dell’ “e-Competence Framework” (e-CF) – A common Europe-an Framework for ICT Professionals in all industry sectors – che fornisce un riferi-mento comune per 40 profili professionali nel settore ICT.Si tratta della prima implementazione del-lo European Qualifications Framework (EQF) per un settore specifico. Frutto di un processo di collaborazione tra esperti e stakeholder di differenti pa-esi sotto l’ombrello del CEN Workshop on ICT Skills, e-CF è parte della Strategia Europea per gli e-Skills nel 21mo Secolo supportata dalla Commissione Europea e dal Consiglio dei Ministri.Il Framework supporta gli obiettivi strate-gici della Grand Coalition for digital Jobs e offre una serie di vantaggi ad una comu-nità di utenti in forte crescita in Europa e nel mondo.

Disponibile dallo scorso 6 aprile in tutta Europa, l’e-CF è stato creato per essere applicato dai servizi ICT, aziende della domanda e dell’offerta, manager e diparti-menti delle risorse umane (HR), istituti d’i-struzione e organismi di formazione tra cui l’istruzione superiore, osservatori di mer-cato e policy maker, e altre organizzazioni del settore pubblico e privato.Il documento è strutturato in diverse parti, scaricabili separatamente. La prima è l’e-CF vero e proprio, che de-scrive le competenze e i vari indicatori di livello. Seguendo la tabella e i descrittori dovreb-be essere possibile creare il profilo profes-sionale ideale prima di avviare la ricerca professionale, oppure stilare un program-ma di formazione in ambito scolastico.La seconda parte è invece costituita dalle linee guida orientate all’applicazione dello European e-Competence Framework. Un documento forse ancora più importan-te, una sorta di “istruzioni per l’uso” diretto a chi vuole usare il nuovo documento. Che cosa cambia nel mondo del lavoro in ambiente ICT? Guardando alla storia del framework per le lingue, il cambiamento non sarà immediato né profondo.Alcune scuole cercheranno di tradurre l’e-CF nel loro programma scolastico, ma la maggior parte lo troveranno troppo com-plicato - almeno all’inizio. Le aziende, similmente, cercheranno di

adattarsi, ma sarà difficile adeguarsi al documento in tempi brevi.Il framework è però sicuramente un im-portante traguardo per il nostro Paese che per primo ha adottato l’e-CF come norma nazionale (UNI 11506) e ne ha promosso l’adozione a livello Europeo guidando i la-vori del Comitato Europeo di Normazione (CEN). L’Italia ha così anticipato molti Paesi euro-pei normando lo schema per la definizione di profili professionali ICT.Grazie alla normazione nazionale è stato possibile fornire un modello di riferimento (UNI 11621-1) e la regolamentazione di 23 profili ICT europei, oltre all’avvio di una normazione verticale per specifici settori che attualmente comprende 25 profili pro-fessionali per il web e 12 per la sicurezza in ambito delle tecnologie dell’informazio-ne e della comunicazione. Anche queste norme sono state recente-mente presentate dalla delegazione italia-na al comitato tecnico Comitato Europeo di Normazione (CEN).L’Agenzia per l’Italia Digitale presiede la commissione Attività Professionali Non Regolamentate (APNR) che opera all’in-terno dell’ente di normazione UNINFO. All’interno della commissione, AgID è at-tiva per lo sviluppo di ulteriori norme, in particolare per le figure professionali del settore ICT relative alla Privacy e all’infor-mazione geografica.

UN LINGUAGGIO UNIcO PER I PROFILI PROFEssIONALI DELL’IcTcon “e-competence Framework” (e-cF) un riferimento comune per 40 profili professionali del settore

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Scatole per le medicine che avvertono i familiari se un parente ha saltato l’orario di prescrizione; lampioni per strada che si accen-dono rilevando la presenza umana e adattando la quantità di luce emessa; automobili ed elmetti dei ciclisti che “parlano” tra loro segnalando la reciproca presenza in strada: l’era dell’Internet of Things (IoT) è arrivata. In casa, in ufficio o tra le strade delle no-stre città gli ambiti dell’Internet delle cose si diffondono miglioran-do la qualità dei servizi, velocizzando le operazioni di manuten-zione, controllo e gestione di un numero enorme di sistemi, dagli elettrodomestici ai comandi per le automobili, dalla regolazione dei termostati casalinghi al monitoraggio a distanza del trasporto pubblico. Il tutto in un’ottica di sostenibilità che pervade sempre

più le politiche nazionali e gli investimenti del settore privato.Il ricercatore del MIT Kevin Ashton è stato il primo a utilizzare l’e-spressione “Internet of Things” nel 1999 per indicare l’estensione della Rete internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti grazie a una tecnologia innovativa che ruota attorno alla connetti-vità universale di cose e persone. Mettere in Rete gli oggetti signi-fica farli comunicare tra loro grazie a un microprocessore, RFID o un Codice QR e appositi sensori per l’invio dei dati in rete o a dispositivi mobili. È così che si può semplificare la vita delle per-sone e delle aziende. Il suo sviluppo, dopo i primi timidi approcci e sperimentazioni pio-nieristiche, sta conoscendo una diffusione capillare anche in Eu-ropa. Il Rapporto della Commissione europea, “Definition of a Re-search and Innovation Policy Leveraging Cloud Computing and IoT Combination” prevede che nel 2020 saranno più di 6 miliardi gli oggetti intelligenti interconnessi, per un mercato che varrà il 7% del Pil di tutta l’Unione Europea.Anche il nostro Paese sta conoscendo un veloce sviluppo dell’IoT. L’ultimo studio dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha tratto conclusioni posi-tive dipingendo per l’Italia un futuro all’insegna dell’Internet delle cose. Il settore è cresciuto ogni anno del 30% e vale 2 miliardi di euro, così composti: il 27% da contatori elettrici intelligenti, mezzi per il trasporto pubblico o di merci, box assicurativi per automobili, ascensori e impianti fotovoltaici; il 73% da soluzioni che utilizzano tecnologie cellulari. Tra queste, i contatori del gas (sono 500.000 quelli installati per la misura dei consumi di gas delle utenze resi-denziali e industriali) e le Smart Car raggiungono da sole 1 miliar-do di euro di valore di mercato.Data la vastità della materia si distinguono, in generale, tre gruppi di tecnologie IoT: Smart Home, Smart Building e Smart Metering; Smart City, Smart Mobility e Smart Car; Smart Manufacturing, Smart Agriculture e Smart Grid.Le Smart Home e le Smart Cities sono quelle che più pervadono le attività quotidiane individuali e aziendali. In particolare, le “case intelligenti” soddisfano prevalentemente i bisogni di comfort, efficienza energetica e sicurezza. Già oggi in Italia il 20% delle abitazioni contiene oggetti connessi in Rete e il

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Nel 2020 più di 6 miliardi di oggetti intelligenti interconnessi per un mercato che varrà il 7% del Pil dell’Ue. In Italia il settore cresce del 30% l’anno e vale già 2 miliardi di euro. I contatori del gas e le smart car raggiungono da sole 1 miliardo di euro di valore di mercato

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INTERNET OF ThINGs, LA RIvOLUzIONE DEGLI OGGETTI chE DIALOGANO TRA LORO è ARRIvATANuovi scenari per lo sviluppo di città, cittadini e imprese con l’Internet delle cose

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cOLOPhONRedazione Cliclavoro

Direzione Generale dei sistemi Informativi, dell’Innovazione Tecnologica e della comunicazioneVia Fornovo, 8 - 00192 Roma

[email protected]

n°6 - GIUGNO 2016

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Dalla casa all’ufficio, per le strade delle città, l’Internet delle cose migliorerà la qualità dei servizi, velocizzando le operazioni di manutenzione, controllo e gestione di un numero enorme di sistemi

79% dei cittadini si dichiara interessato a potenziare il numero di dispositivi smart privati come telecamere e sensori anti-intrusione, elettrodomestici in grado di azionarsi e auto-regolarsi, termostati, sistemi di videosorveglianza e sensoristica per la sicurezza degli ambienti. L’Osservatorio Internet of Things registra un interesse sempre più forte dei cittadini nei confronti di prodotti connessi e di servizi per la Smart Home: dalle richieste del mercato nasco-no nuovi strumenti che garantiscono un maggiore controllo della casa per evitare e ridurre i rischi di incendio, allagamento e furto e di riduzione dei consumi energetici grazie al dialogo costante fra elettricità e dispositivi mobili. Con i primi sistemi di illuminazio-ne domestica LED regolabile direttamente dal web, i consuma-tori possono modificare e controllare l’illuminazione della propria abitazione dallo smartphone con conseguenze positive e sia sul qualità della vita che sui costi relativi alle utenze. Anche le innovazioni nel campo delle Smart Cities si stanno muo-vendo velocemente e in modo sempre più strutturato. In Italia sono le grandi città le più virtuose; c’è ancora molto da fare, in-vece, per stimolare iniziative e investimenti nelle realtà locali più piccole. Eppure, indipendentemente dal numero di abitanti, lo sce-

nario si evolve e stanno nascendo iniziative multi-servizio e reti di comunicazione dedicate all’Internet of Things. Gli ambiti prioritari nelle Smart Cities sono la gestione della mo-bilità e i sistemi di illuminazione intelligente (sono già 600.000 i lampioni connessi tramite PLC o radiofrequenza), che portano a una riduzione dei consumi energetici pubblici di oltre il 40% e a un taglio dei costi di manutenzione di circa il 25%. Tra i progetti che più interessano le amministrazioni comunali troviamo anche i sensori di inquinamento acustico e i sensori di occupazione dei parcheggi. Per intuire la rilevanza che avrà l’internet delle cose nei prossimi anni, basti pensare che si tratta dell’argomento principe dei mag-giori eventi mondiali dedicati al settore hi-tech, come il CES di Las Vegas, il CeBIT di Hannover,l’Ifa di Berlino e il Computex 2016 di Taipei. Proprio in quest’ultima manifestazione, conclusasi lo scor-so 4 giugno, T.H. Tung della TCA (Taipei Computer Association) ha dichiarato nel discorso inaugurale che IoT, Smart City e Smart Machine saranno le tre priorità dello sviluppo industriale futuro e che l’incontro tra il mondo fisico degli oggetti e delle persone con il mondo virtuale della Rete cambierà radicalmente il nostro modo di vivere. I Paesi che prima degli altri accetteranno questa sfida, po-tranno migliorare sensibilmente la vita dei cittadini, portare a una rivisitazione dei sistemi imprenditoriali e dare un nuovo slancio al sistema economico nazionale.