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Pratiche mental prima della gara Stefano Baldini Un destino chiamato maratona Come correre una 10 Born to run anche a tavola w w w. p a r m a m a r a t h o n . i t Atleti insuper Abili Gli sport paralimpici oltre a Bebe Vio e Alex Zanardi TRIMESTRALE DI SPORT, BENESSERE FISICO E MENTALE n.1 Aprile 2018 station PERIODICO GRATUITO

n.1 Aprile 2018 - Parma Marathon...Gigliotti, già allenatore di Gelindo Bordin, Alessandro Lambruschini e Maria Guida. Con lui Baldini ha vinto due campionati europei di maratona

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# R u n ! S t a t i o n | 1

Pratiche mentalprima della gara

Stefano Baldini

Un destino chiamato maratona

Come correre una 10

Born to run anche a tavola

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A t l e t ii n s u p e r A b i l iGli sport paralimpici oltre a Bebe Vio e Alex Zanardi

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14.10.18ti aspettiamo a Parma

SE NON SAI COME CHIAMARLA, VIVILA!È L’EMOZIONE GIUSTA

INFORMAZIONI E ISCRIZIONIwww.parmamarathon.it

LA MARATONA LA TRENTA2 LA VIGOROSA LA DESMÌLA

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Presentare un nuovo giornale in tempo di difficoltà editoriali è già di per sé una piccola impresa. Cosa ci

ha spinto a dare alla stampa questo magazine quando su Internet, ma anche su carta, si trova di tutto e di più? Semplice: questo è nostro. Un giornale sulla corsa nato a Parma e creato da uno staff tutto parmigiano. Non si tratta solo di campanilismo. È la (facile) constatazione che a Parma la gente corre: in Cittadella, al Parco Du-cale, per le vie della città e per i più svariati motivi. C’è chi lo fa per abbassare il colesterolo, chi per dimagri-re o semplicemente per sentirsi in forma, chi per staccare il cervello dai problemi, magari correndo in gruppo e facendo due chiacchiere, e chi per allenarsi alle gare. Cercheremo di rappresentarvi tutti, chi lo desidera potrà mettersi in contatto con noi (società sportive, sponsor, runner esordienti, appassionati e agonisti), vorremmo che ci mandaste le vostre storie, le foto (la mail la tro-vate a fondo pagina) , con la consapevolezza delle nostre risorse che ci auguriamo possano aumentare di trimestre in trimestre, che sarà la cadenza della pubblicazione di #Run! Station. Il perché di questo nome? Perché è un po’ un ossimoro una stazione “di” e “in” corsa. Una stazione è infatti per sua struttura statica, in realtà rappresenta un luogo di partenza, oppure una sosta o un arrivo. Meglio, un traguardo.

Siamo runner. Ci muoviamo e agiamo. E a noi di Parma Marathon l’azione piace. Stimolati dalla vostra

passione, dalle vostre richieste e dal vostro desiderio di essere, partecipare e condividere, abbiamo pensato di metterci in gioco e di realizzare questo prodotto che vuole essere un punto di contatto tra diversi elementi della vostra e nostra passione. Parleremo di corsa nei suoi aspetti mentali e fisici, avremo un occhio particolare per gli sportivi con disabilità, incontreremo runners per conoscere le loro storie di vita e le passioni. Proveremo a raccontare di gare, di organizzatori, di sponsor, di iniziative e di poten-ziali sviluppi futuri di questo sport che amiamo e col quale a volte ci confrontiamo duramente. Lo faremo col dovuto tempo e con il corretto allenamento. Perché solo cosi, con costanza, dedizione, conoscen-za, attenzione al corpo e alla mente, alla curiosità nel voler migliorare ogni giorno, alla consapevolezza del proprio limite e dei propri punti di forza è possibile raggiungere gli obiettivi. Nessuna scorciatoia. Parleremo di sudore. Cominciamo.

Comitato organizzatore parma marathonGabriele Barone, Luca Bozzini, Giuseppe Colonna, Luca Conti, Antonio Iamiglio, Michele Manara, Paolo Peschiera, Fabio Terzoni

Meglio, un traguardoUna stazione

Cesare Pastarini direttore #Run! Station

Paolo Peschierapresidente Parmarathon Asd

Nessuna scorciatoiaSiamo runner

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Testata giornalistica registrata presso il ROC ai sensi dell’art. 3 della L. 103/2012Editore: Edicta p.s.c.r.l. - via Torrente Termina, 3/b - PARMA N° iscrizione al ROC: 9980 - Registrazione ISSN: 1592-6230Redazione: via Torrente Termina, 3/b - PARMA - [email protected] responsabile: Cesare Pastarini - Vice direttrice: Laura UgolottiArt Director: Pietro Spagnulo - In redazione: Paolo Peschiera, presidente Parmarathon asdHanno collaborato: Federico Cioni, Andrea Del Bue, Andrea Devicenzi, Fabio Terzoni

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Stefano Baldini

“L’AGONISMO MI MANCA MOLTISSIMO, MA QUANDO HO DECISO DI INTERROMPERE L’ATTIVITÀ HO CHIUSO QUEL CAPITOLO E MI SONO DEDICATO AD ALTRO”

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“La maratona è il mio destino”.Così titolava, un bel po’ di tempo fa, l’articolo di un giovane Daniele Menarini (oggi condirettore del mensile “Correre”)

sulla rivista del Comitato Fidal Emilia Romagna. Dall’altro lato del taccuino c’era un altrettanto giovane Stefano Baldini, che nei giorni scorsi abbiamo intercettato a Milano, durante il primo raduno 2018 dei FrontRunner ASICS Italia.Per molti Baldini è ancora oggi “Il Dio di maratona”, come titolò la Gazzetta dello Sport all’indomani della medaglia d’oro all’Olimpiade di Atene. In realtà, da quel 2004 l’ex maratoneta di Castelnovo Sotto di progetti ne ha realizzati tanti.

“È stata una scelta – dice -. L’agonismo mi manca moltissimo, ma quando ho deciso di interrompere l’attività ho chiuso quel capitolo e mi sono dedicato ad altro. Non volevo essere uno di quegli sportivi che si esauriscono nelle medaglie che hanno vinto”.Oggi Stefano – tra le altre cose – è il direttore tecnico giovanile della Federazione di atletica leggera. Il suo compito è far crescere i nuovi talenti azzurri, così come all’epoca fece con lui “Il Prof”, Luciano Gigliotti.“È l’uomo che mi ha cambiato la vita. Mi ha sempre detto ‘Io ti posso insegnare ma certe esperienze devi maturarle da solo. Sono arrivato alla maratona quando avevo raggiunto il massimo delle mie possibil-

Laura UgolottiGiornalista e runner

della domenica

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Una vita per la corsa

Stefano Baldini è campione olimpico di maratona. Ha

conquistato la medaglia d’oro ad Atene, nel 2004, e molti di voi an-cora ricorderanno il suo ingresso in solitaria allo stadio Panathi-naiko. Sono dovuti passare 10 anni perché qualcun battesse il suo record (2h10’55’’) su quel percorso. Cresciuto in una famiglia numer-osa, ha seguito le orme di molti dei suoi dieci fratelli, che hanno iniziato da piccoli ad allenarsi in pista, a Rubiera.Poi sulla sua strada è arrivato “Il Professor Fatica”, Luciano Gigliotti, già allenatore di Gelindo Bordin, Alessandro Lambruschini

e Maria Guida.Con lui Baldini ha vinto due campionati europei di maratona (nel 1998 a Budapest e nel 2006 a Göteborg) e un campionato del mondo di mezza maratona, nel 1996 a Palma de Maiorca.Ancora oggi è primatista italiano sulla 42 km, con 2h07’22’’ ottenu-to a Londra nel 2006.Legato da sempre ad ASICS (che per farlo correre ad Atene realizzò una scarpa su misura), ora è tra le fila dei suoi FrontRunner, ambasciatori della passione per la corsa. “Sono tuti giovani, e spesso mi chiedono consigli – ha detto –, ma la verità è che anche io sto imparando tantissimo da loro”.

Un destino chiamato maratona

ità nelle distanze più brevi in pista. La mia prima maratona, a Venezia nel 1995, chiusa in 2h11’, fu un mezzo miracolo. Ero decisamente impreparato. La seconda andò anche peggio. Però sono tutte espe-rienze che mi hanno fatto maturare, come sportivo e come persona. Mi hanno fatto capire che quella era la mia distanza ma ance che, se volevo ottenere dei risultati, dovevo prendere una direzione diversa. La maratona per me è stata un viaggio: una maratona nella carriera di un maratoneta”.

Stefano non gareggia più ma non ha mai smesso di correre, “Perché mi piace, mi fa stare bene, perché correre in compagnia unisce le per-sone. Non è vero che lo sport di livello consuma: l’importante è farlo bene, senza improvvisare. Soprattutto in maratona la preparazione è fondamentale: significa volersi bene, proteggersi e avere un futuro. Quei 42,195 km sono un sogno bellissimo da coltivare, ma non è det-to che sia per tutti. Ci sono anche altre distanze, altrettanto sfidanti e stimolanti. L’importante è correre!”.

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Mentalcoach

Non perdo mai. A volte vinco, a volte imparo.

Nelson Mandela

Un suggerimento qua, una visita di tanti anni fa là, una tabella più o meno uffi-ciale su, una dritta alimentare fai da te

giu. Possiamo dire di essere tutti allenatori di noi stessi. Crediamo di avere tutte le risposte di cui il nostro fisico e la nostra preparazione hanno bisogno per allenarci, partecipare alle gare, e raggiungere i nostri obiettivi. Credia-mo, appunto. Sappiamo bene che non è così. E lo scopriamo una volta che ci permettiamo di affidarci ad esperti. E ciò vale ancora di più per la nostra mente. La trascuriamo, le diamo poca importanza. Lasciamo spazio tut-to al fisico. Invece la nostra mente gioca un ruolo fondamentale durante tutte le fasi del processo sportivo. Dalla scelta dello sport, dalla motivazione per i duri allenamenti, alle fasi di pre-gara, gara e post-gara fino alla fine del periodo sportivo dove quel senso di vuo-to (soprattutto per i professionisti) è forse il momento più duro. Affidarsi ad un mental trainer, un coach, che possa riequilibrare i pensieri del momento, che possa sviluppare il potenziale liberando risorse fino a quel momento sconosciute, che possa modificare i memi e comportamenti limitanti, che possa trovare nuove parole motivanti, che possa lavorare per cercare insieme il modo più eco-logico per raggiungere l’obiettivo rispettando tempi, desideri, valori, rispettando il Sè dell’atleta è un aspetto da non trascurare per chi desidera fare quel salto di qualità, di ricerca dell’eccellenza nello sport e anche nella vita in generale. Recenti studi hanno dimostrato che affidarsi a tali profession-isti ha permesso di aumentare fino al 50% la performance sportiva. L’invito è quindi quello di prendersi cura della propria mente che rappresenta la centralina principale del veicolo corpo senza la quale non potremmo avere alcun tipo di movimento.

Paolo PeschieraMental Trainer, Counsellor

Life & Sport Coach

10 veloci pratiche mentali utili prima e durante una gara

1. La sera prima dormire rilassati. Addormentarsi con un’immagine positiva che stimola ottime sensazioni.

2. Al risveglio sorridere. Pronti per affrontare una magnifica giornata.

3. Portare l’attenzione ai piccoli gesti preparatori. Mentre si fa colazione, ci si veste, si incontrano gli altri atleti, etc.

4. Prendere buoni respiri prima della partenza. Il respiro aiuta la concentrazione e riduce tensione.

5. Essere consapevoli di dare il meglio di Sè. Certezza nelle proprie capacità.

6. Suddividere la gara in microobiettivi e ringraziarsi sempre ad ogni microrisultato raggiunto. L’obiettivo finale sarà sempre più vicino.

7. Ascoltare il proprio corpo. Sempre.

8. In eventuali momenti di difficoltà riportare l’attenzione al respiro. Servirà a distogliere il pensiero da fatica e pensieri limitanti.

9. Visualizzare l’arrivo e sentire le sensazioni positive che si proveranno una voglia tagliato il traguardo.

10. Godere dell’arrivo, della medaglia e del risultato raggiunto.

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Santàl melograno carota è un connubio di gusto e salute. L’unione del melograno, frutto antico e ricchissimo

di antiossidanti, unito alla versatilità della carota e all’aggiunta di vitamina E, offre una bevanda che ha un valido aiuto

in ambito sportivo che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo dovuto all’esercizio fisico.

Santàl Benessere è disponibile nei gusti: Mirtillo, Melograno Carota,

Acqua di Cocco, Pera Sedano.

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Preparare una 10 Ho deciso! Tra 2 mesi gara obbiettivo,

una 10 km pianeggiante e veloce. Ho scelto una 10 con distanza omologata e ben organizzata, non dovrei trovare sorprese. Ora devo prepararmi bene, non voglio arrivare all’appuntamento con una condizione traballante. Naturalmente non comincio a correre oggi, corro da anni ed ho passato l’inverno correndo regolarmente. Sono tesserato per una società quindi visita medica agonistica fatta. Gestione degli impegni ottimizzata in modo da avere un paio di orette da dedicare all’al-lenamento, quindi nessun problema all’oriz-zonte. Ora dobbiamo solo programmare l’allenamento in funzione dell’obbiettivo, gestendo con cura ogni seduta. Ci sono due strade da percorrere, il fai da te affidandoci all’esperienza e a consigli estemporanei o seguire un tecnico. Eccomi! Sono la seconda soluzione. Da anni seguo gruppi di amatori e li accompagno passo passo verso gli ob-biettivi prefissati. Veniamo al nostro atleta con obbiettivo una 10 km.Dopo un rapido consulto capisco le condizioni di forma ed il carico sia di km che di ritmi svolto nell’ultimo periodo quindi si parte con la programmazione delle 10 settimane.Lo indirizzo su un ciclo di lavori con questo

schema (3/1/2/1/2/1-gara), dove 3 e 2 sono le settimane di carico ed 1 lo scarico. In pratica 3 cicli di carico complessivi.Ora non sto a dettagliare la quantità di km da fare ma solo il tipo di lavoro, consideran-do che la letteratura sportiva inquadra la 10 km come gara di mezzofondo e non di fon-do, ma per una certa categoria di amatori manterrei la vecchia qualifica di fondo.Altra considerazione che faccio nell’allenare l’amatore è la disponibilità del tempo incastrata negli altri impegni giornalieri, ritengo dannoso e non allenante obbligare l’atleta alle 6-7 sedute settimanali quando non sono affrontate in completa serenità e senza stress.Il nostro atleta rispetta questa condizione limitandosi a 4 allenamenti a settimana + garetta domenicale.Importante ricordare che lo stimolo al-lenante è ritenuto efficace ed adattivo solo se ripetuto entro le 48 ore, quindi allenarsi 1 giorno sì e 3 no produce risultati molto scarsi.A questo punto all’interno dei vari cicli di carico occorre distinguere gli allenamenti di qualità da quelli di supporto e scarico, la proposta settimanale è la seguente: scarico-carico-supporto-carico-domenica dove la domenica in genere è preceduta dal

Tabella settimanale tipo (4+1):• Lunedi 10-12km di corsa lenta

seguiti da 6x80m in allungo• Martedi riscaldamento +

tecnica + 7x1000 rec 2’• Mercoledi 5km a lento + 4km a

medio + 1km a lento + 2km in progressione

• Giovedi riposo• Venerdi riscaldamento +

tecnica + 12x400 rec 50 passo 50 corsetta

• Sabato riposo• Domenica garetta a ritmo

medio sui 12km

Fabio TerzoniTecnico di atletica

e triathlon, ex azzurro

riposo e può essere una garetta non obbiet-tivo o un collinare con lavoro di potenza o un lungo.I lavori di scarico sono la corsa lenta e poco altro, il lavoro di supporto va dal medio al fartlek al progressivo.I lavori di carico includono sempre ripetute, più lunghe ad inizio settimana e più brevi giovedì o venerdì.Nei cicli di recupero, dove in genere tolgo una seduta settimanale propongo tanta corsa lenta e progressiva e una sola seduta di ripetute combinate.Nota importante: in quasi tutte le sedute faccio eseguire esercizi di tecnica e in certi periodi tutta la seduta è di tecnica per la corsa.

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allenamento, nel pre-gara, durante la competizione e nel recupero (anche post-infortunio). Adesso, con la primavera alle porte e la voglia di correre che cresce, la raccomandazione principale è quella di curare l’alimentazione dando spazio a carboidrati a basso indice glicemico (cereali integrali soprattutto), verdura e frutta fresca e di stagione e fonti proteiche ad elevato valore biologico e di rapida digeribilità (albumi d’uovo, carni magre, pesce, Parmigiano Reggiano, prosciutto crudo, tofu, seitan, soia, ecc.). Utile anche arricchire la dieta di alimenti ad alto valore antiossidante come il the verde, le bacche di goji o il succo di bacche di acaj. Come condimento olio di oliva extravergine sempre consumato a crudo.Allenatevi, mangiate bene e proteggete il vostro corpo: correrete più a lungo e più veloce.

*Deputy Editor della Rivista “Progress in Nutrition”Fondatore e titolare dello Studio medico multidisciplinare di Scienza dell’Alimentazi-one Dott Federico Cioni [email protected]

Born to run

I consigli dell’esperto per una corretta alimentazione

Poco se per dieta intendiamo una ricetta magica buona per tutte le stagioni, magari scaricata genericamente dalla rete. Moltissimo se per dieta intendiamo un approccio nutrizionale integrato, cioè l’integrazione di un corretto regime alimentare in un percorso clinico di gestione del runner dal punto di vista dell’allenamento, della programmazione delle gare e dei recuperi e delle relative variazioni degli apporti nutrizionali che dovranno essere rigorosamente individualizzati in base alle caratteristiche

dell’atleta, ai suoi obbiettivi , alle sue problematiche e, soprattutto, in base ai risultati del regolare monitoraggio clinico dei suoi dati bio-antropometrici (peso, massa magra e grassa, livelli di idratazione assoluti e differenziati nei comparti intra- ed extracellulare, dati bio-impedenziometrici, esami del sangue, ecc).In futuro, in questa rubrica affronteremo temi specifici come l’idratazione e l’utilizzo di integratori e alimenti funzionali in

“Born to run” non è solo il titolo di una canzone

iconica di Bruce Springsteen o una frase simbolo per gli amanti della corsa, ma anche una realtà biologica che la moderna medicina evoluzionistica (o darwiniana) ha ampiamente messo in luce negli ultimi anni.Il corpo umano è una “macchina per correre” perfetta, sia dal punto di vista metabolico che da quello meccanico ed endocrinologico. Essere nati per correre non esclude però che la corsa abbia un costo per l’organismo, soprattutto per chi corre su lunghe distanze. Questo costo può essere ridotto, ma non azzerato, da un regolare allenamento, da una preparazione muscolare e cardiovascolare adeguata (che comprende, ma non si esaurisce, nell’allenamento “sul campo”), da un’attento dosaggio dei carichi di lavoro e da una gestione tempestiva dei recuperi e dei piccoli e grossi infortuni che questo tipo di attività può comportare.Su tutto questo quanto incide la dieta?

Federico Cionimedico specialista in Scienza

dell’Alimentazione*

Dieci regole d’oro• Una volta definito il tuo peso ideale,

cerca di contenere le variazioni entro il limite massimo del ± 3% mangiando di conseguenza

• Stabilisci con uno Specialista il tuo rapporto ideale fra massa magra e massa grassa e cerca di rispettarlo

• Mantieni un rapporto equilibrato fra i diversi nutrienti (carboidrati, proteine e grassi)

• Evita diete restrittive o di esclusione se non sotto controllo medico

• Tieni monitorati i tuoi parametri funzionali e bio-antropometrici

• Mangia ogni giorno almeno 2 porzioni abbondanti di verdura e 2 di frutta fresca, meglio cruda

• Utilizza fonti proteiche variate e di alta qualità

• Preferisci cereali integrali salvo che mentre corri, quando puoi usare miscele personalizzate di zuccheri a diversa velocità di assorbimento (zucchero, maltodestrine e fruttosio sciolte in acqua o the alla concentrazione massima del 10%)

• Controlla il peso prima e dopo la sessione di attività e idratati: il peso perso è acqua preziosa che devi presto recuperare, se possibile anche durante la corsa

• Usa con intelligenza e competenza gli integratori come supporto alla corretta alimentazione, non come alternativa alla stessa

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Allenamento e ironia: armi letaliNon ci sono solo Alex Zanardi e Bebe Vio.

Guai se non ci fossero, ma dietro c’è un movimento in continua crescita. Che non è solo medaglie e record, ma socialità, relazione, talvolta anche rinascita per chi lo pratica; esempio, emozioni e tifo per chi lo guarda. È il movimento dello sport paralimpico.Alex e Bebe hanno una marcia in più, per-ché oltre ai risultati, che inorgogliscono un intero Paese, hanno una qualità non da tutti: sanno comunicare. Per esempio, hanno l’ironia: un’arma letale per muri, barriere, pregiudizi, paure. Perché un sorriso può fare tanto. Per questo Bebe e Alex li conoscono tutti. Eppure c’è chi vince a valanga, tanto quanto loro. Pren-dete l’ultimo atleta salito alla ribalta della cronaca sportiva, per le sue imprese alle ultime Paralimpiadi invernali: Giacomo Bertagnolli, ipovedente, insieme alla guida e amico Fabrizio Casal ha vinto due ori, un argento e un bronzo a Pyongyang. Ne hanno parlato tutti, ma difficilmente lui diventerà una star, tanto che non lo è diventata nemmeno dopo le tre medaglie

dei Mondiali di casa, a Tarvisio, lo scorso anno. Siamo pronti a scommetterci: non lo ricorderete.Di solito, dietro a chi arriva a questi livelli, ci sono famiglie forti che hanno sempre cercato di non negare nulla ai propri figli, facendoli provare, rischiare, scontrare con la realtà, affrontare gli sguardi obliqui e l’ip-ocrisia. Facendoli uscire di casa. Per questo c’è bisogno come l’aria di gente come Alex e Bebe, giganti nel diffondere messaggi positi-vi. <La vita è una figata> e <Meglio pensare alla metà di corpo rimasta che a quella che non c’è più> portano la loro firma.

Oltre a Zanardi e Vio, sono tanti gli

atleti paralimpici che regalano vittorie

ed emozioni

esportAbile

Un territorio fertileIl parmense è un territorio fertile per chi vuole praticare sport paralimpico. Le discipline adattate sono una ventina e vanno dalla pallacanestro alle bocce, passando per il tennis tavolo, lo sci, la scherma e il ciclismo: sul sito abiliallosport.it è possibile trovare informazioni e contatti. Per volontà di Comune di Parma e Cip ([email protected]) è recentemente nato il Casp (Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico) all’interno del centro sportivo Ercole Negri: qui si trovano tecnici preparati e consigli su misura. Parma vanta anche una polisportiva storica, la Gioco ([email protected]), da 35 anni in prima linea sul fronte dell’integrazione. C’è poi un altro mondo, che è quello di Special Olympics ([email protected]), che permette la pratica sportiva a persone con disabilità intellettiva e relazionale.

a.d.b.

Andrea Del BueGiornalista,

uff. stampa Anmic Parma

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Il Progetto 22 raccontato ai ragazziNascita di un’idea vincente

Iniziare un Progetto dal nulla, senza rifer-imenti, dati, conferme, può spaventare e

portare le persone a rinunciare, ma se hai nella tua mente la visione di ciò che ti può dare e restituire, l’energia che si genera den-tro di te è tale, che può portarti a smuovere le montagne.Incontrare i ragazzi mi è sempre piaciuto.Su invito di alcune scuole del mio circondario, ad ogni chiamata c’era sempre il “si, accetto l’invito”.Incontri sporadici e casuali, fino a quando nel 2014, assieme ad amici, legati per varie ragioni ai giovani, si è deciso di farne un progetto programmato, con sintassi, valori, messaggi per dare ai giovani incontrati negli istituti, una visione diversa di quello che può essere già oggi la loro vita.Partiamo con la prima edizione del 1° Giro d’Italia Formativo ed oggi, dopo 300 incontri e oltre 50.000 giovani incontrati, siamo arrivati alla 5° edizione.Inizialmente vengono colpiti da questo ragazzone che con le sue due stampelle e la sua gamba, parla davanti a loro senza temere

nulla, senza temere i commenti o i sorrisi. Racconta la sua storia, di come è nato Proget-to 22, di come ha perso la gamba a 17 anni, delle medaglie che ha vinto nella sua carriera e questo li colpisce molto.Mi piace renderli protagonisti dell’incontro, trasmettergli di quanto per noi di Progetto 22 sia importante che dalla conferenza si portino a casa una diversa consapevolezza di quello che sono e vogliono diventare.L’aspetto più importante è l’interazione con loro, rispondere alle domande che molto timidamente hanno alcuni di loro il coraggio di esporre davanti ai loro coetanei.Ad esempio: “Come riesci a stare in equi-librio sulla bici?”, “Cosa ha di speciale, visto che la guidi con una gamba sola?”, “Cosa hai pensato l’indomani che ti sei svegliato senza una gamba in quel letto di ospedale?”, “Chi ti ha supportato in questo grande momento di difficoltà?” e tante altre.L’attenzione da parte loro a volte imbaraz-zante, da adulto e formatore, ti porta davvero a capire quanto abbiano voglia di sapere e conoscere, convinti che fuori ci sia comunque

una realtà diversa da quello che tanti vogliono fargli credere.Forse in una ora e mezza non si cambiano la vita delle persone, ma sicuramente, visti i feedback che riceviamo durante i pomeriggi, post incontri, ci fanno capire che il seme è stato piantato.Spieghiamo durante l’incontro che ognuno è responsabile delle proprie azioni e di ciò che raggiunge nella propria vita e loro, intelligenti quali sono, le capiscono benissimo.

www.progetto22.itwww.andreadevicenzi.it

Andrea DevicenziPersonal coach

e paralympic athlete

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PlaylistLÈGGERE e LEGGÈRE

“Quando la corsa diventa un momen-to di riflessione e di scoperta, arrivi

a comprendere che la serenità può essere costruita passo dopo passo, respiro dopo respiro: un’infusione di benessere che dai piedi arriva fino alle spalle e ancora più su, al viso e alla testa, dentro la testa”.Già la quarta di copertina è esaustiva per raccontare l’importanza della corsa e soprattutto a cosa può portare la corsa. “Mindful Running” è molto di più: sono 56 lezioni, 8 settimane di training, un unico allenamento per riconnettere la mente e il corpo. Scritto da Montse Rodrigues e Moi Gonzàlez, psicologa lei e laureato in diritto lui, gli autori sono entrambi coach e sportivi, ma soprattutto Montse è espe-rta nell’assistenza a chi desidera costruirsi una carriera o imprimere una svolta, e conta tra i suoi clienti numerosi atleti. Moi è insegnante di diverse discipline sportive, si interessa soprattutto dello sviluppo e della crescita dell’individuo a tutto tondo, anche attraverso il contatto con la natura. La prefazione è di Andrea Colombo, campione europeo juniores sui 200 metri nel ’93, campione italiano sui 100 nel ’99 e finalista a Sydney 2000. Mental coach di atleti professionisti è psicologo della Federazione di Atletica leggera.

Grazie a questo libro, passo dopo passo si imparerà a conoscere il proprio fisico e la propria mente, con un programma adatto a tutti. Basterà leggere e sapersi ascoltare.

MINDFUL RUNNING La corsa consapevoleMontse Rodrigues e Moi Gonzàlez

Editore DeAgostini€ 12.90

Mamma, perché corri?Corro, tesoro, perché mi fa stare molto bene, corro perché le mie gambe, ma so-prattutto la mia testa, me lo chiedono. Con la corsa è stato subito amore, passione, come quando ho visto voi: un’esplosione. Quando sono triste o di cattivo umore pen-so che una bella corsetta rimetterà a posto tutto. Così è o almeno la maggior parte delle volte. Come quando torno a casa e dico: “Ah! Finalmente prendo una boccata di energia positiva dalle mie bimbe!”.

Vi sarete accorte che dopo una corsa sono molto più brava ad ascoltarvi e a fare i compiti con voi. E quando corro sono ac-compagnata da un’altra grande passione: la musica. In questo caso il reaggetton. Ti dà il passo, allegria, alza la temperatura, perché come dice una delle mie canzoni preferite di Marc Anthony, Vivir la vida, “se duele una pena se olvida! Y para qua sufrir? Porque si asi es la vida hay que vivirla… reirendo y gozando…”

Giulia Arcari Mamma creativa, innamorata della vita, viaggiatrie, portatrice di sorrisi e di pensieri positivi. Ultramaratoneta. “Corro per res-pirare in ogni passo e in ogni battito”

Potrete trovare la playlist di Giulia e altre su Spotify cercando #Run!Station

Ƿ Hard to Concentrate Ƿ Havana Ƿ Galway Girl Ƿ Me Rehuso Ƿ Mi Gente Ƿ Wild Thoughts Ƿ La Gozadera Ƿ Get Lucky Ƿ Mama Ƿ Echame la Culpa Ƿ Ni Tu Ni Yo

MINDFUL RUNNING La corsa consapevole

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