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Periodico bimestrale della Parrocchia di Mirandola iscritto nel registro dei giornali del Tribunale di Modena al n. 641 del 31-1-80 inestra ANNO 33° - NUMERO 1/2012 l a “Tutta questa mia vita, oggi, è consegnata a te, Chiesa di Carpi, qui convenuta numerosa. La vostra presenza è per me motivo di grande consolazione ed incoraggiamento. Aiutatemi con il vostro amore ad essere ‘un pastore secondo il Cuore di Cristo’, capace di reale attenzione a tutti, specialmente a quanti ne han- no più bisogno e che il Cristo predilige, cioè gli ammalati nel corpo e nello spirito, i poveri, gli umiliati”. Queste le parole di monsignor Francesco Cavina alla diocesi di Carpi in occasione della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 22 gennaio nella Cattedrale di Imola. La solenne celebrazione è stata presiedu- ta dal segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, coconsacranti l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, e Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola. Hanno concelebrato il cardinale Carlo Caffarra, arcive- scovo di Bologna, e tanti altri vescovi. Molti anche i sacerdoti delle diocesi di Imola e Carpi, i diaconi e i seminaristi, insieme ai famigliari del neo vescovo, la mamma Maria, i quattro fratelli e i nipoti. Presente anche una delegazione della parrocchia di Mirandola. L’abbraccio di pace e comunione fraterna con mon- signor Elio Tinti, che dallo scorso agosto aveva rinunciato alla guida della diocesi per raggiunti limiti d’età, è stato rappresen- tativo di un passaggio di consegne vissuto in spirito di piena e reciproca fiducia. Un passaggio di consegne che ha avuto il suo momento culmi- nante domenica 5 febbraio con l’ingresso di monsignor Cavina a Carpi attraverso tre tappe ricche di significato. La prima con la visita alla Casa della Divina Provvidenza, luogo della carità e dell’accoglienza, per pregare presso il sacello della venerabile Mamma Nina Saltini. La seconda con i giovani della diocesi alla chiesa della Sagra, la più antica di Carpi, e la terza con le autorità civili e militari a Palazzo dei Pio. Per concludere in Cattedrale la concelebrazione per l’inizio del ministero episcopale. Domenica 12 febbraio il neo vescovo è stato inoltre accolto dalla nostra comunità parrocchiale presso cui ha presieduto la Santa Messa delle 12 in Duomo. Monsignor Francesco Cavina, originario di Faenza, è il 18° ve- scovo della diocesi di Carpi, dalla sua istituzione nel 1779. Il quarto negli ultimi 29 anni dopo monsignor Artemio Prati dal 1952 al 1983; Alessandro Maggiolini dal 1983 al 1989; Bassa- no Staffieri dal 1989 al 1999; Elio Tinti dal 2000 al 2011. Dal 1996 monsignor Cavina ha prestato servizio presso la Segreteria di Stato vaticana, alla Sezione per i rapporti con gli Stati. Qui, come lui stesso ha affermato, ha trascorso anni impegnativi ma molto ricchi per la sua formazione, durante i quali ha vissuto in prima persona il passaggio dal pontificato di Giovanni Paolo II a quello di Benedetto XVI, potendo sperimentare come “respira, lavora, ama e soffre la Chiesa universale”. Accogliamo il nuovo vescovo monsignor Francesco Cavina Un abbraccio di comunione Monsignor Elio Tinti ha ricevuto il saluto della diocesi di Carpi domenica 29 gennaio, prima con la presentazione del volume “Perché nulla vada perduto” dedicato al suo episco- pato e poi con la solenne concelebrazione in Cattedrale. “Vi porterò nel cuore - ha detto il vescovo Elio - e, se passerete da Bologna, potrete in ogni momento venirmi a trovare: la mia porta sarà sempre aperta per ciascuno di voi”.

N N O U M E R O a inestra - la tua diocesi sul web · 2012. 9. 16. · l AN N O 33° - NU M E R O 1/2012 a “Tutta questa mia vita, oggi, è consegnata a te, Chiesa di Carpi, qui

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  • Periodico bimestrale della Parrocchia di Mirandola iscritto nel registro dei giornali del Tribunale di Modena al n. 641 del 31-1-80

    inestraANNO 33° - NUMERO 1/2012la inestrainestrainestrainestraaa

    “Tutta questa mia vita, oggi, è consegnata a te, Chiesa di Carpi, qui convenuta numerosa. La vostra presenza è per me motivo di grande consolazione ed incoraggiamento. Aiutatemi con il vostro amore ad essere ‘un pastore secondo il Cuore di Cristo’, capace di reale attenzione a tutti, specialmente a quanti ne han-no più bisogno e che il Cristo predilige, cioè gli ammalati nel corpo e nello spirito, i poveri, gli umiliati”. Queste le parole di monsignor Francesco Cavina alla diocesi di Carpi in occasione della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 22 gennaio nella Cattedrale di Imola. La solenne celebrazione è stata presiedu-ta dal segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, coconsacranti l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, e Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola. Hanno concelebrato il cardinale Carlo Caff arra, arcive-scovo di Bologna, e tanti altri vescovi. Molti anche i sacerdoti delle diocesi di Imola e Carpi, i diaconi e i seminaristi, insieme ai famigliari del neo vescovo, la mamma Maria, i quattro fratelli e i nipoti. Presente anche una delegazione della parrocchia di Mirandola. L’abbraccio di pace e comunione fraterna con mon-signor Elio Tinti, che dallo scorso agosto aveva rinunciato alla guida della diocesi per raggiunti limiti d’età, è stato rappresen-tativo di un passaggio di consegne vissuto in spirito di piena e reciproca fi ducia.Un passaggio di consegne che ha avuto il suo momento culmi-nante domenica 5 febbraio con l’ingresso di monsignor Cavina a Carpi attraverso tre tappe ricche di signifi cato. La prima con la visita alla Casa della Divina Provvidenza, luogo della carità e dell’accoglienza, per pregare presso il sacello della venerabile

    Mamma Nina Saltini. La seconda con i giovani della diocesi alla chiesa della Sagra, la più antica di Carpi, e la terza con le autorità civili e militari a Palazzo dei Pio. Per concludere in Cattedrale la concelebrazione per l’inizio del ministero episcopale. Domenica 12 febbraio il neo vescovo è stato inoltre accolto dalla nostra comunità parrocchiale presso cui ha presieduto la Santa Messa delle 12 in Duomo.Monsignor Francesco Cavina, originario di Faenza, è il 18° ve-scovo della diocesi di Carpi, dalla sua istituzione nel 1779. Il quarto negli ultimi 29 anni dopo monsignor Artemio Prati dal 1952 al 1983; Alessandro Maggiolini dal 1983 al 1989; Bassa-no Staffi eri dal 1989 al 1999; Elio Tinti dal 2000 al 2011. Dal 1996 monsignor Cavina ha prestato servizio presso la Segreteria di Stato vaticana, alla Sezione per i rapporti con gli Stati. Qui, come lui stesso ha aff ermato, ha trascorso anni impegnativi ma molto ricchi per la sua formazione, durante i quali ha vissuto in prima persona il passaggio dal pontifi cato di Giovanni Paolo II a quello di Benedetto XVI, potendo sperimentare come “respira, lavora, ama e soff re la Chiesa universale”.

    Accogliamo il nuovo vescovo monsignor Francesco Cavina

    Un abbraccio di comunione

    Monsignor Elio Tinti ha ricevuto il saluto della diocesi di Carpi domenica 29 gennaio, prima con la presentazione del volume “Perché nulla vada perduto” dedicato al suo episco-pato e poi con la solenne concelebrazione in Cattedrale. “Vi porterò nel cuore - ha detto il vescovo Elio - e, se passerete da Bologna, potrete in ogni momento venirmi a trovare: la mia porta sarà sempre aperta per ciascuno di voi”.

    “Tutta questa mia vita, oggi, è consegnata a te, Chiesa di Carpi,

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    FEBBRAIOGiov. 16 ore 14.30 Carnevale ragazzi (Oratorio)Sab. 18 ore 20.00 Cena e carnevale per gli adulti (Oratorio)Dom. 19 ore 10.00 Cresima (Duomo, 1° turno)Merc. 22 Ceneri (nelle S. Messe in Duomo e San Francesco)Merc. 22 ore 16.30 Ceneri per i bambini del catechismo (Duomo)Ven. 24 - Dom. 26 Quarantore (San Francesco)Lun. 27 - Sab. 31 marzo Centri di ascoltoDom. 26 ore 10.00 Cresima (Duomo, 2° turno)

    MARZODom. 4 ore 10.00 Cresima (Duomo, 3° turno)Mart. 6 - Gio. 8 ore 16 Ritiro spirituale adulti a cura della S. Vincenzo (Sala del Sacramento)Dom. 11, 18 e 25 ore 9 e 10.30 S. Messa del fanciullo (Sala del Sacramento)Dom. 11 ore 9 Preparazione familiare alla 1ª confessione (Oratorio)Lun. 12 - Mer. 14 ore 7 e 17 Festa del Beato Cusmano (San Francesco)Lun. 12 - Sab. 17 Settimana del Crocifi sso (Chiesa del Gesù)Dom. 18 ore 15 e 16.30 Prima confessione (Duomo)Dom. 25 ore 9 Ritiro spirituale parrocchiale per famiglie (presso Santuario delle Budrie, San Giovanni in Persiceto)APRILEDom. 1 ore 10 Processione delle Palme Dom. 1 ore 15.30 Concerto di Pasqua (San Francesco)Mart. 3 ore 21 Concerto di Pasqua (Duomo)Mart. 4 ore 21 S. Messa crismale (Cattedrale - Carpi)Gio. 5 S. Messa in Coena Domini (ore 17 San Francesco; 18.30 Duomo) ore 15 Per i bambini del catechismo (Duomo)

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  • 3vita della parrocchia

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    “La Finestra” vive anche grazie al contributo dei lettori. Anche per il 2011 il bilancio del nostro giornale parrocchiale è in pas-sivo, rischiando così di non poter continuare la pubblicazione. Ti chiediamo di aiutarci a tenere in vita il nostro periodico, con un contributo minimo di euro 20,00 che potrai consegna-re recandoti presso la segreteria parrocchiale o utilizzando il bollettino che trovi allegato a questo numero de “La Finestra”. Grazie ancora per il sostegno che vorrai off rire al tuo giornale parrocchiale.

    “Un Carnevale Puffoso”Giovedì 16 febbraio - Oratorio ore 15.30

    Grande partecipazione all’ordinazione di don Gianni Zini

    Un nuovo sacerdote per la nostra comunità

    Domenica 8 gennaio il diacono Gianni Zini ha ricevuto l’ordinazione presbiterale per l’imposizione delle mani del vescovo Elio Tinti. Una lunga processione di sacerdoti, diaconi e ministranti, guidata dal Vescovo, insieme a monsignor Douglas Regattieri, ha accompagnato Gianni Zini nell’ingresso in Duomo. Ad attenderlo c’era un’assemblea festante e commossa, formata dai famigliari - i fi gli, i fratelli e i nipoti - da numerosi amici e parrocchiani e dalle autorità cittadine, fra cui il sindaco Maino Benatti. “Sii un sacerdote - ha detto monsignor Tinti a don Gianni - che contagia della gioia di Cristo chiunque incontri, particolarmente nel ministero agli ammalati nelle case, nell’ospedale, nella visita alle famiglie, nel confessionale, nella catechesi agli adulti e agli scout del Mirandola 2”. In tutto questo, ha aggiunto il Vescovo, “ti accompagnano l’aff etto e la preghiera di Lara, la tua carissima sposa che dal cielo gioisce di questa tua ordinazione sacerdotale, dei tuoi fi gli e famigliari, del tuo parroco don Carlo Truzzi e della tua comunità parrocchiale. Ti accompagna - ha concluso - l’aff etto e la stima del Vescovo che ti ordina, perché tu possa essere sempre un sacerdote zelante e gioioso, testimone di Cristo Risorto, speranza del mondo”. Proprio al Vescovo, ma anche a monsignor Regattieri, già vicario parrocchiale di Mirandola, ai confratelli sacerdoti e ai diaconi, don Gianni ha rivolto un sentito ringraziamento alla fi ne della liturgia, con un ricordo speciale, ha sottolineato, per i tanti amici, compagni nel cammino di fede, “che hanno pregato e pregano per me”. Dopo aver salutato i fi gli e i nipoti, cosa, questa, ha osservato, “insolita per un prete”, don Gianni ha invitato tutti a pregare Dio per il dono di “numerose vocazioni sacerdotali, in particolare fra i giovani”. Intenzioni di preghiera che don Gianni ha certamente portato all’altare nella sua prima messa domenica 15 gennaio alle 10.30 in Duomo, una celebrazione a cui tanti hanno voluto partecipare stringendosi intorno al novello sacerdote.

    V. P.

    Giovedì 16 febbraio - Oratorio ore 15.30

    PRESEPE DEL DUOMO

    Presepe allestito in Duomo dal gruppo Agesci Noviziato Mirandola 1. Le off erte raccolte sono state devolute a “Medici senza frontiere”.

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    Succursali: Bologna, Tel. 051 6199544 - Camposanto, Tel. 0535 87121- Carpi, Tel. 059 650938

    Croce di Casalecchio di Reno, Tel. 051 6196436 - Formigine, Tel. 059 5750540

    Gavello, Tel. 0535 31361 - Massa Finalese, Tel. 0535 99131 - Modena, Tel. 059 251709/251228

    Modena B, Tel. 059 443140 - Modena C, Tel. 059 225638 - Modena D, Tel. 059 370913

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    San Felice B, Tel. 0535 671231 - Vignola, Tel. 059 767056

    Sede Centrale e Direzione

    SAN FELICE SUL PANARO (MO) Tel. 0535 89811

    Mirandola, Viale Gramsci n. 35 Tel. 0535 611099

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    5 febbraio, giornata nazionale per la vita

    Custodire la vita

    Era la fi ne di giugno dello scorso anno quando ebbi un infarto che fu brillantemente curato e risolto allorché fu eseguita una radiografi a del torace per verifi care se il mio cuore era sempre al suo posto e avesse i contorni regolari. Tutto era in ordine tranne la comparsa di una stra-na immagine della pleura sinistra (membrana che ricopre il polmo-ne), che suscitò meraviglia e tanti dubbi che furono risolti in Chirur-gia Toracica al Policlinico di Modena, dove, prelevato un frammento di pleura, sentenziarono: mesotelioma. Avevo una vaga memoria di quel nome che suona anche facile, rotondo nella pronuncia e con la lingua che nel dirlo non incontra ostacoli ma che amichevole non è trattandosi di un tumore al contrario neppure tanto simpatico. Il suo maggiore luogo di produzione è a Casale Monferrato dove colpisce da anni, al punto che vi sono processi in corso, le persone che per lavoro sono venute a contatto con l’amianto. In verità io con questo materiale mai ho avuto rapporti. Ed allora è un mistero come questo soggetto subdolamente, pur non provocato, e senza dare alcun se-gnale di sé, si sia imbucato nel mio torace rappresentando un vero e proprio sgradito ospite intruso. Siamo naturalmente entrati in aperto

    La vita è un dono di Dio. Custodirla fedelmente è un segno di rispetto per il donatore, anche quando il dono diventa un mi-stero. In proposito riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera del dottor Carlo Lucchi.

    Essere contenti del dono dell’esistenza

    confl itto e lo tratto con la chemio ed altre cosucce essendo ormai una guerra dichiarata senza esclusione di colpi.Quando richiesto della mia salute ne parlo apertamente con amici e conoscenti cercando di attuare i toni con qualche spruzzatina di ironia. Come naturale, questo fulmine a ciel sereno in famiglia è stato un vero trauma, ma anche in casa non deve essere argomento quoti-diano, anche se è evidente che la sua presenza aleggia sempre sulle no-stre teste. È ormai tempo di concludere queste righe di realtà attuale e desidero farlo ricordando una locuzione che, nella Messa in latino, il sacerdote pronunciava e che ho fatto mia: SURSUM CORDA, in alto i cuori! SPERIAMO.

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    L’intruso

    Il messaggio dei vescovi italiani nella Giornata Nazionale per la vita 2012 si rivolge ai giovani, invitandoli ad essere “aperti alla vita”, ma è soprattutto un appello ai cristiani adulti, perché siano consapevoli della loro responsabilità educativa: “perché chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il futuro”.Il compito centrale è off rire testimonianze credibili di valorizzazione della vita, di rispetto e di cura per quel dono “a volte misterioso e deli-cato” che non può essere posseduto, ma solo accolto e tutelato.“Educare i giovani alla vita signifi ca off rire esempi, testimonianze e cul-tura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si ac-cende appena trovano adulti disposti a condividerlo. Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fi ne a se stesso…Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’aff ascinante avventura della vita”.Chi vive a contatto con i giovani sa quanto sia importante la coerenza tra il dire e il fare e quanto possa essere contagiosa la passione per la vita. L’invito dei vescovi mette in discussione il modo di proporsi di

    tutti, genitori, insegnanti, catechisti, educatori che a vario titolo si inseriscono nel quotidiano dei ragazzi. Non sempre essi incontrano in noi degli “adulti contenti del dono dell’esistenza”: questo sembra essere il primo e più forte segno che ci viene chiesto.

    “La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio”.

    Questa frase, che conclude il messaggio dei vescovi, rimanda il pensiero a quanti, pur nella giovinezza, sperimentano il dolore per la perdita della vita, dono supremo che si interrompe e che trova un senso più pieno solo attraverso la fede nell’abbraccio di Dio Padre. La comunità parrocchiale si sente particolarmente vi-cina alla famiglia di Paola Pisanelli scomparsa prematuramente nello scorso dicembre 2011, portando in grembo la vita nascen-te della sua piccola. Per loro rivolgiamo una speciale preghiera a Dio, perché accolga questa preziosa testimonianza di quanto sia impegnativo e grande il dono della maternità e perché sostenga con la sua forza coloro che continuano il cammino della vita.

    6 GENNAIO 2012, PRESEPE VIVENTE IN DUOMO

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    5 febbraio, giornata nazionale per la vita

    La dimensione che ricopre l’aborto volontario (IVG) nella nostra regione non è così conosciuta come sembra. Riportiamo qui alcuni dati essenziali tratti dalla nota di sintesi dell’assessorato per la salute della regione Emilia Romagna, ricavati nell’ottobre 2010 e che prendono in considerazione le interruzioni di gravidanza del 2009. Nel 2009, le IVG sono state 10.827 (-2.7%, rispetto al 2008). Nei 15 anni successivi all’applicazione della legge 194 del 1978, si è verifi cata una signifi cativa diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza, ed anche oggi i dati confermano questa tendenza, an-cora più rilevante a fronte della costante crescita, in particolare negli ultimi 6-7 anni, della popolazione femminile in Emilia-Romagna. Il tasso di abortività regionale (IVG per 1000 donne residenti in età 15-49) ha subito un trend in fl essione, arrivando nel 2009 ad un tasso del 9.2% (nel 1989 era del 12.9% e nel 1999 era del 10.2%). Il rapporto di abortività (IVG per 1000 nati resi-denti), è diminuito sia grazie al minor numero di aborti che all’aumento del numero dei nati. Prosegue il decremento delle IVG eff ettuate da donne resi-denti in regione (8.949 nel 2009, 9.018 l’anno precedente), che costituisco-no l’82.7% degli interventi, ed in particolare delle residenti con cittadinanza italiana (5.254, 120 casi in meno del 2008). Nel 2009, dopo anni di crescita, anche il numero di interruzioni eff ettuate da cittadine straniere è calato ri-spetto all’anno precedente (4.750 casi, nel 2008 erano 4.933), nonostante la crescita di quasi il 9% della popolazione femminile residente straniera. L’analisi delle caratteristiche socio-demografi che delle donne residenti in regione, che hanno fatto ricorso all’IVG nel 2009, evidenzia che:

    la distribuzione per classi di età è abbastanza stabile negli anni, con la 1. grande maggioranza dei casi concentrati nelle classi 25-29 anni (20.3%), 30-34 anni (24.5%) e 35-39 anni (21.1%); il 48.3% delle donne risulta nubile, il 43.6% coniugata, l’8.1% è sepa-2. rata, divorziata o vedova; il 61% delle donne risulta avere almeno un fi glio;il 49.5% ha una scolarità medio-bassa (7.6% licenza elementare o nessun 3. titolo e 41.9% diploma di scuola media inferiore), il 42.1% ha un diplo-ma di scuola media superiore, le laureate sono l’8.4%; il 57.8% delle donne risulta occupato, il 17.1% casalinga, l’8% studen-4. tessa e il restante 17.1% disoccupata o in cerca di prima occupazione (dato in aumento rispetto al 14.5%del 2008).

    Questi dati parlano da soli. Non servono troppi commenti. Forse ne bastano un paio. Li lasciamo alla vostra rifl essione.

    “L’amore di Dio non fa diff erenza tra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo o l’anziano. Non fa diff erenza perché in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza. Non fa diff erenza perché in tutti ravvisa rifl esso il volto del suo Figlio Unigenito. (...) All’uomo, infatti, è donata un’altissima dignità, che ha le sue radici nell’intimo legame che lo unisce al suo Creatore: nell’uomo, in ogni uomo, in qualunque stadio o condizione della sua vita, risplende un rifl esso della stessa realtà di Dio. Per questo il magistero della chiesa ha costantemente proclamato il carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fi ne naturale”. (Benedetto XVI, discorso ai partecipanti all’assemblea generale della Pontifi cia accademia per la vita, febbraio 2006).

    “Sei Tu che hai formato i miei reniE mi hai tessuto nel grembo di mia madre.Io ti rendo grazie:hai fatto di me una meraviglia stupenda;meravigliose sono le tue opere,le riconosce pienamente l’anima mia.Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto,ricamato nelle profondità delle terra.Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fi ssatiquando ancora non ne esisteva uno”

    (Salmo 139,13-16)

    Hai fatto di me una meravigliaAborto volontario, i dati regionali

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    Un tempo diventare “chierichetto” era un’aspirazione di molti bambini e quelli che erano scelti dal parroco per il servizio all’altare erano orgogliosi dell’onore e spesso invidiati dai coetanei. Potevano portare le ampolline, i candelieri, l’incenso e la croce, ma anche suonare le campane insieme al sagrestano e appendersi alle corde con tutto il peso del corpo. Era un premio riservato ai ragazzi più responsabili e diligenti, che svolgevano il loro servizio con continuità e impegno.Oggi le campane suonano da sole e i bambini scoprono il ruolo del “chierichetto” molto tardi, quando si preparano a ricevere la prima comunione. È un peccato che questa tradizione si stia perdendo, perché servire all’altare può essere molto importante per la formazione cristiana dei giovani.Il Concilio Vaticano II ha sostituito il termine “chierichetto” con “ministrante”, cioè “colui che serve”, secondo l’esempio di Gesù: “Chi vuol essere il primo fra voi sia il servo di tutti” (Mc 10,44).Quindi deve essere un servizio fatto con gioia e per amore di Gesù,

    perché il ministrante è un testimone di fronte alla comunità della fede e dell’ascolto della Parola. Ovviamente non è facile per un bambino raggiungere questa consapevolezza: ha bisogno di essere opportunamente guidato nella sua formazione, deve imparare non solo a svolgere delle funzioni, ma a capire il signifi cato dei gesti che compie e a credere a ciò che si celebra nella Messa. Inoltre va inserito in un gruppo di ragazzi coetanei, con cui instaurare rapporti di amicizia e di reciproco aiuto e rispetto.Il parroco ha affi dato questo importante incarico a Sandro Gozzi, che è disponibile ad aiutare con l’esempio, l’insegnamento e l’attenzione i ragazzi che desiderano iniziare questa esperienza. Non verranno imposti limiti di tempo alla partecipazione e saranno valorizzate soprattutto la spontaneità e la gratuità, perché un servizio cristiano non si impone e deve essere vissuto con entusiasmo e generosità.È possibile ricevere tutte le informazioni presso la segreteria parrocchiale.

    Un tutor per accogliere i ragazzi che aspirano a diventare ministranti

    La gioia di servire all’altare

    In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), la par-rocchia di Mirandola ha accolto il 14 gennaio un incontro ecumenico promosso insieme alla Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. La celebrazione si è svolta in Duomo ed è stata presieduta dal vescovo Elio Tinti, affi ancato da don Carlo Truzzi, da padre Andrej Messesan della co-munità greco-cattolica, padre Simion Mora-ru della parrocchia ortodossa di San Deme-trio di Mirandola, e il pastore Francis Cudjor Dajize della comunità pentecostale ghanese di Modena. Presenti numerosi fedeli cattolici e di altre confessioni cristiane in un clima di fraternità che ha reso più sentita la preghiera comune nel nome di Cristo. Molto coinvol-gente poi l’animazione della liturgia, con il contributo dei coristi del Ghana che hanno trasmesso il loro entusiasmo nell’elevare la lode al Signore. Tra i momenti più signifi ca-tivi la proclamazione del Vangelo in diverse lingue e le rifl essioni proposte dai celebranti.

    Monsignor Elio Tinti ha commentato il bra-no evangelico (Gv 12,23-26) sottolineando la necessità di amarci gli uni gli altri così come ci ha comandato Gesù. Padre Andrej, raccon-tando la sua vocazione in Romania durante la persecuzione comunista contro la Chiesa gre-co-cattolica, ha proposto quest’ultima come esempio di unità nel-la diversità. Il pastore Francis, che si è espres-so in inglese, ha ribadi-to il desiderio di Gesù, manifestato nell’ultima cena, affi nché i disce-poli siano “una cosa sola” così come Lui e il Padre sono “uno”. Sono seguite la proclamazio-ne del Credo niceno-costantinopolitano, la recita del Padre Nostro e la preghiera “dell’im-pegno” a vivere lo spiri-

    to dell’unità, lasciandosi “trasformare” ad im-magine di Cristo. Per concludere, nei locali della canonica è stato off erto a tutti i presenti un gustoso rinfresco, ulteriore momento di conoscenza e di condivisione.

    V.P.

    In Duomo cristiani di diverse confessioni hanno pregato insieme

    Chiamati all’unità

  • 7...oltre la fi nestra

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    Questo mio articolo vuole essere un tentati-vo di spiegare l’importanza che può avere lo yoga nella vita quotidiana delle persone che già lo stanno praticando. Il Cristianesimo è molto diverso dall’Induismo: l’Induismo non ha fondatore divino o umano ma, come re-ligione, ha nelle sue scritture sacre la fonte e l’autorità fi nale per tutte le questioni.La storia della spiritualità indiana si fonda tutta sull’intuizione del Sé da parte dei saggi dell’India fi n dai tempi più antichi del loro ri-sveglio spirituale. È un richiamo dal di dentro che può essere udito solo nell’interiorità. Per aiutare il genere umano a rispondere a quel-la chiamata, nel corso dei secoli, i veggenti dell’India hanno elaborato metodi spirituali (sādhanā), intesi a guidare il devoto nella sua ascesa interiore con più sicurezza rispetto ai riti e alle dottrine. Tali pratiche dovevano im-pedire a chi cerca Dio e sé stesso di inciam-pare o di smarrirsi e, soprattutto, dovevano stabilire quel silenzio totale, quell’assenza di ogni pensiero e di ogni desiderio, senza la quale è praticamente impossibile giungere alla percezione interiore del Sé. È ciò che, in senso lato, si chiama yoga ( unione, metodo o disciplina spirituale che unisce corpo e men-te). La meditazione dello yoga mira a ridurre il campo della coscienza a un punto indivisi-bile, ad acquistare un’attenzione unifi cata, al dominio o all’arresto del fl usso dei pensieri (per quanto degni), riducendo la mente al completo silenzio. Posture stabili (āsana) e disciplina del respiro (prānāyāma) hanno un valore meramente preparatorio e sono pre-scritte al fi ne di fare tacere la psiche. Il loro scopo immediato è quello di consentire a co-lui che pratica lo yoga (yogin) di dominare, di dare ritmo e poi immobilità ai muscoli per quanto sia possibile, soprattutto a quelli che governano i movimenti respiratori.

    Sacra sillaba dell’Induismo “OM”

    La contemplazione indiana del Saccidānanda (sat - cit - ananda: il Brahman Assoluto come Essere, Coscienza di Essere e Pienezza di Es-sere) si compie nel proferimento segreto del pranava, dell’OM, della sillaba sacra che esprime tutto il mistero dell’Essere, il movi-mento dalla pienezza alla pienezza, il riposo della pienezza nella pienezza (Swami Abhi-shiktanada).Lo yoga indica l’insieme delle tecniche che consentono il congiungimento del corpo, della mente e dell’anima con Dio (o Paramat-ma), l’unione tra Jivatman (energia indivi-duale) e Paramatman (energia universale). La prima grande opera indiana che descrive e sistema le tecniche dello yoga è lo yoga-su-tra (Aforismi sullo yoga), redatto da Patanjali, che raccoglie 185 aforismi. Lo yoga, è vero, è stato storicamente associato con l’India alle tre grandi tradizioni religiose-culturali: Induismo, Buddismo e Giainismo. Così nell’insegnamento dello yoga sono infusi molti concetti che hanno un sapore indù, buddista, giainista o ...Lo yoga è una disciplina: lo yoga integrale è un approccio alla vita che cerca di unire tut-ti gli aspetti del nostro vivere, ad esempio, la nostra vita interiore, spirituale e le nostre re-lazioni con gli altri. La diff usione di pratiche risalenti a quella tradizione in occidente, avvenuta tra il di-ciannovesimo e ventesimo secolo, come la meditazione (dhyana), gli esercizi di controllo del respiro (pranayama) o gli asana (le celebri “posizioni” con cui lo yoga viene comune-mente identifi cato tout-court), ha tralasciato quasi sempre gli altri livelli, ed in particolare i primi due iniziali e per questo fondamentali. Ciò è dovuto al fatto che nella società occi-dentale il rapporto con lo yoga non è mai sta-to strettamente relazionato alla religione (in particolare quindi all’unione dell’anima con Isvara, il Signore), ma è sempre stato inteso come una disciplina che mira al semplice rie-quilibrio psicofi sico dell’uomo e al raggiungi-mento di un generico stato di “benessere”.Ci sono tanti tipi diversi di yoga oggi. Per questo è importante riconoscere la diff eren-za tra lo yoga classico e quello che potrem-mo chiamare lo yoga contemporaneo. Yoga classico o l’8-membra percorso è nato da una codifi cazione dei principi fondamentali dello

    yoga o sutra di Patanjali. Yoga contemporaneo è tutto fi tness e utilizza lo yoga come una for-ma di esercizio. L’attenzione si concentra più sull’allenamento, il peso, la fi gura, la fl essibi-lità, la coordinazione, la postura, l’equilibrio, il rilassamento e tutte le prestazioni positive, ma nello schema classico delle cose seconda-rie. Molti di coloro che praticano yoga oggi conoscono solo il lato fi sico. Per noi che siamo cristiani, la preghiera è importante. Lo yoga può aiutarci a superare alcune delle nostre diffi coltà nella preghiera. Se una delle nostre maggiori diffi coltà nella preghiera è la mente inquieta o il corpo irre-quieto, lo stretching e la respirazione di yoga svuotano l’armadio da quelle cariche aff et-tive e permettono di sedersi con calma e in silenzio nella meditazione. Il nostro respiro è quello di avere il controllo dei nostri corpi e le menti, perché il respiro è il ponte tra il no-stro corpo e la nostra mente. C’è un sistema di nervi che fornisce una connessione diretta tra il cervello e il cuore. Questi nervi, che for-mano il sistema nervoso simpatico, stimolano i recettori nel cuore che lo fanno battere più veloce o più lento. Tecniche di respirazione diminuiscono la stimolazione del sistema nervoso simpatico e di conseguenza produco-no un eff etto calmante sulla mente e il corpo. Poiché il respiro è allineato a entrambi, è lo strumento che può portarli insieme in pace e tranquillità. Attenzione a tutti i cristiani che praticano lo yoga: durante la meditazione si può pregare sottovoce, invocare nella mente la Santissima Trinità, ascoltare i salmi della Sacra Scrittu-ra o pronunciare sottovoce il nome di Gesù e del Signore ma mai né sottovoce né nella mente dire la parola “OM”, di cui sopra ho specifi cato, perché questa sacra sillaba sim-bolizza Trimurti (Brahama, Vishnu e Shiva cioè i tre grandi Dei dell’Induismo). Bisogna inoltre evitare di dire le parole nella lingua sanscrito perché molti termini sono legati, per chi non li conosce, alle varie divinità delle religione indiane. Questo richiamo viene fat-to per valorizzare la tradizione indiana e per evidenziare che ogni religione ha un suo valo-re specifi co e la pratica dello yoga non obbliga a lasciarlo.

    Don Alex Sessayya

    Oggi lo yoga è una sfi da o una risorsa?

  • 8 cultura e società

    Brevi note storicheI Parroci di Mirandola. 6

    Tosatti mons. Luigi (1951-1963) era nato a Sorbara nel

    1887. Venne trasferito a Mi-randola da parroco di Con-cordia. Trovava un gruppo ben affi atato di collaboratori, ai quali dava ampia fi ducia per le attività di settore. Ave-va un portamento semplice e un’attenzione costante ai biso-gni della gente, che soccorreva con discrezione e senza distin-zioni in un periodo di forti contrapposizioni politiche e di una diff usa penuria economi-ca, che perdurò fi no agli anni Settanta, in cui si aff ermò una forte industrializzazione. Si faceva apprezzare anche per la predicazione chiara e grade-vole. Erano molto numerosi coloro che si rivolgevano a lui per consigli amministrativi e di vita pratica. Il vescovo Dalla Zuanna, a suo tempo, gli ave-va chiesto di mettere ordine nell’amministrazione di No-

    madelfi a, ma, preso atto della situazione, ritenne giusto desi-stere. Consolidò l’associazioni-smo cattolico, specialmente gli scout, che erano stati soppressi dal governo di Mussolini. Fu molto utile allo scopo l’adat-tamento interno dell’Oratorio San Domenico Savio, al quale veniva ad affi ancarsi il cinema Italia (ora Astoria). Erano atti-ve anche l’ACLI, l’Associazio-ne Italiana Maestri Cattolici, il Centro Sportivo Italiano, Il Centro Turistico Giovanile, il Centro Italiano Femmini-le, oltre alle associazioni più tradizionali: Azione Cattoli-ca, Apostolato della Preghie-ra, Terz’Ordine Francescano, Confraternita del Santissimo Sacramento, Conferenze di S. Vincenzo. Erano in forza alla parrocchia tre vicari parroc-chiali, tre frati francescani e 26 suore distribuite nelle due scuole materne, Ospedale e casa di Riposo. La parrocchia si era ingrandita, assorben-do l’ondata proveniente dalla campagna: nel 1958 contava poco più di 8.000 abitanti.Colpito da tumore alla gola, mons. Tosatti moriva nel 1963 il 5 giugno. Fu accompagnato al cimitero con un funerale imponente.

    Golinelli mons. Ruggero (1963-1982) era stato vicario parrocchiale a Mirandola per dieci anni. Per altri dieci anni diede il meglio di sé come padre spirituale nel seminario dioce-sano. Il tratto saliente della sua attività sacerdotale era proprio

    quello di consigliere spirituale, che esercitò largamente, anche da parroco, verso sacerdoti, re-ligiosi e laici appartenenti alle più varie correnti. Nell’azione pastorale dava particolare im-portanza alla preghiera e a una predicazione di taglio esisten-ziale, diretta.Aff rontò il lavoro della ristrut-turazione completa della ca-nonica, che comportò anche il temporaneo trasferimento degli uffi ci e degli altri locali. Nel settembre 1978 cominciò la pubblicazione del nuovo giornalino parrocchiale “La Finestra”. Il problema più im-pegnativo fu costituito dall’ir-rompere della riforma conci-liare in un ambiente diocesano che era ben poco preparato; per di più il vescovo, che si era unito con convinzione alla minoranza durante l’assise ecumenica, aderiva più per ob-bedienza che per convinzione ai nuovi orientamenti. Anche

    nella parrocchia di Mirandola si riscontrarono tenaci resi-stenze agli indirizzi del Con-cilio Vaticano II. Il parroco fu aiutato dal suo cristocentri-smo e dal suo tratto pastorale, trovandosi nella condizione di tanti sacerdoti italiani non più giovani. Alla fi ne del 1981 risultò colpito da un tumore al cervello, che lo portò alle dimissioni, ma soprattutto a una forte esperienza spirituale, dolorosa e allo stesso tempo riccamente positiva. Il timbro personale degli ultimi mesi di vita, come anche degli anni precedenti, si può cogliere nel libro da me curato nel 1984: “Don Ruggero Golinelli, pre-sbitero della chiesa di Carpi”.Lasciò l’eredità famigliare alla parrocchia, con la quale rac-comandò di costruire il nuovo altare del duomo. Morì a Mi-randola il 29 dicembre 1982 all’età di 72 anni.

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    Mons. Ruggero Golinelli nel giardino della canonica l’ultimo anno di vita

    Mons. Luigi Tosatti