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MORIRE DI PARTO LA CRISI DELL’ASSISTENZA ALLA SALUTE MATERNA NEGLI STATI UNITI LA SALUTE MATERNA È UN DIRITTO UMANO

MORIRE DI PARTO

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LA CRISI DELL’ASSISTENZA ALLA SALUTE MATERNA NEGLI STATI UNITI.

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LA SALUTE MATERNA È UN DIRITTO UMANO

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Amnesty International Marzo 2010 Index: AMR 51/019/2010

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Questa sintesi si basa sul rapporto “Deadly delivery:The maternal health care crisis in the USA” (AMR 51/007/2010), che contiene le citazionicomplete e può essere consultato per ulterioriinformazioni su www.amnesty.org

In copertina e sopra: Coperta prodotta nell’ambito del

progetto “Maternità sicura”, iniziativa nazionale creata

dall’ostetrica e artista Ina May Gaskin, per rendere onore

a tutte le donne morte per cause collegate alla gravidanza

e al parto dal 1982.

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Almeno due donne muoiono ogni giorno negli Usaper complicazioni collegate alla gravidanza e alparto. Circa la metà di questi decessi potrebbeessere evitata attraverso cure mediche di altaqualità, accessibili e tempestive.

Gli indici di mortalità materna sono cresciuti dalle 6,6morti ogni 100.000 nati vivi del 1987 alle 13,3 del2006. Se una parte dell’aumento si spiega grazie aiprogressi compiuti nella raccolta dei dati, resta il fattoche i livelli di mortalità materna sono cresciutisignificativamente.

Gli Usa spendono per la sanità più di ogni altro paese,e più per la salute materna che in ogni altro settore.Nonostante questo, qui le donne corrono rischimaggiori di morire per cause collegate alla gravidanzae al parto rispetto ad altri 40 paesi. Ad esempio, laprobabilità che una donna muoia di parto negli Usa ècinque volte maggiore che in Grecia, quattro voltemaggiore che in Germania e tre volte maggiore che inSpagna.

Le donne afroamericane sono quasi quattro volte più arischio di morire per complicazioni collegate al partorispetto alle donne caucasiche. In oltre 20 anni, questidati e queste disparità non hanno mostratomiglioramenti.

Nel 2004-2005, più di 68.000 donne hanno rischiatodi morire di parto negli Usa. Ogni anno, 1,7 milioni didonne vanno incontro a complicazioni che hannoconseguenze negative per la loro salute. Non è soloun’emergenza del sistema sanitario pubblico: è unacrisi dei diritti umani. Negli Usa le donne affrontanouna serie di ostacoli nell’accedere ai servizi di cuihanno bisogno. Il sistema sanitario presenta numerosecarenze: discriminazione, barriere di natura

economica, burocratica e linguistica; mancanza diinformazioni sulle cure per la salute materna e sullapianificazione familiare; assenza di partecipazioneattiva nelle decisioni riguardanti i trattamenti; personaleinadeguato e protocolli di scarsa qualità; mancanza diresponsabilità e disattenzione.

SALUTE MATERNA E DIRITTI UMANI

La salute materna è un problema di diritti umani. Lamortalità materna può essere l’effetto o il riflesso dimolteplici violazioni dei diritti umani tra cui il diritto allavita, alla libertà dalla discriminazione e ai miglioristandard di salute. I governi sono obbligati a rispettare,proteggere e realizzare questi e altri diritti umani ehanno, in ultima analisi, la responsabilità di garantireun sistema sanitario che tuteli questi diritti in modouniversale ed equo.

Gli Usa hanno ratificato due trattati chiave per laprotezione dei diritti umani, che garantiscono tali diritti:il Patto internazionale sui diritti civili e politici e laConvenzione internazionale sull’eliminazione di tutte leforme di discriminazione razziale. Sono stati inoltrefirmati due trattati internazionali che riguardano questidiritti – il Patto internazionale sui diritti economici,sociali e culturali e la Convenzione per l’eliminazione ditutte le forme di discriminazione contro le donne – cheobbligano gli Usa ad astenersi dal condurre azioni incontrasto con l’obiettivo e lo scopo degli stessi.

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“Di tutte le forme di diseguaglianza, l’ingiustizianell’accesso alle cure è la più scioccante e disumana.”Dr Martin Luther King Jr, 25 marzo 1966

Il governo Usa ha la responsabilità di assicurare unequo accesso a servizi sanitari di qualità per tutti,senza discriminazione. Ciononostante, fattori come ilgenere, l’origine etnica e razziale, lo status di migranteo di nativa possono influenzare l’accesso di una donnaa servizi sanitari adeguati. La discriminazione incideprofondamente sulla salute delle donne. Le afroamericane hanno meno possibilità di affrontareuna gravidanza senza problemi perché è più probabileche abbiano scarso accesso ai servizi sanitari di base.

Nonostante rappresentino soltanto il 32 per cento dellapopolazione femminile, le afroamericane costituisconoil 51 per cento del totale delle donne che non hannouna assicurazione. È anche meno probabile che ledonne afroamericane abbiano accesso a servizi disalute materna adeguati. Le native americane edell’Alaska sono 3,6 volte più a rischio di ricevere cureprenatali in ritardo o di non riceverne affatto rispetto aquelle caucasiche, le donne afroamericane lo sono 2,6volte e quelle latinoamericane 2,5. Le afroamericanesono più a rischio di morire durante la gravidanza e ilparto rispetto a quelle caucasiche.

Nelle gravidanze a rischio, le donne afroamericanesono 5,6 volte più in pericolo di morte rispetto alle altree hanno maggiori probabilità di ricevere trattamentidiscriminatori e inappropriati o cure di scarsa qualità.

Poiché le donne afroamericane rappresentano unapercentuale molto elevata di coloro che ricevono curepagate da fondi pubblici, sono le più colpite dallebarriere all’accesso ai servizi di cura attraverso questiprogrammi. Il servizio sanitario per i nativi americanisubisce da lungo tempo un grave mancanza di fondi,

risorse e personale. La spesa sanitaria federale per inativi americani e dell’Alaska è largamente inferiorerispetto a quella destinata agli altri gruppi. Un rapportodella Commissione Usa sui diritti civili rivelò che nel2003 la spesa pro capite per la sanità era di 5775dollari (circa 4700 euro), mentre lo stesso dato relativoal sistema sanitario per i nativi americani era di 1900dollari (circa 1500 euro).

OSTACOLI ALLE

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Nel giugno 2003, Inamarie Stith-Rouse, una donnaafroamericana di 33 anni, diede alla luce una bambinasana di nome Trinity, con parto cesareo, in un ospedale delMassachussets. Suo marito Andre Rouse disse che dopo ilparto Inamarie era angosciata e faceva fatica a respirare,ma il personale ignorò le loro richieste d’aiuto. AndreRouse ha raccontato ad Amnesty International chesecondo lui la loro origine etnica giocò un ruolo nelmancato intervento. Secondo i documenti per il tribunalecompilati dai familiari, ci vollero ore prima che Inamariefosse sottoposta a esami e interventi chirurgici appropriatima ormai era troppo tardi. Inamarie ebbe una gravissimaemorragia interna e andò in coma. Morì quattro giornidopo. Andre Rouse ha raccontato che le ultime parole disua moglie furono “Andre, ho paura”.

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“Sì, parlo spagnolo. Ma in questoospedale si parla solo inglese.”Una donna ricorda la risposta di un medico mentre chiedeva di essere sottopostaa un’ecografia in un ospedale privato nel distretto di Columbia nel 2008

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DISCRIMINAZIONENELLE CURE

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CURE PER LASALUTE MATERNA

“La paura per il conto che verrà loro presentato[ostacola la ricerca dei servizi]. Coloro che sisottopongono a un’ecografia e vedono un conto di1000 dollari sono terrorizzate.”Felicia Marboah, ostetrica di un centro per la salute materno-infantile, Washington DC

Le modalità di organizzazione e finanziamento delsistema sanitario nazionale non consentono diassicurare che tutte le donne possano fruire di serviziper la salute materna accessibili, tempestivi e adeguati.I costi per le cure mediche sono fuori dalla portata dimolte donne.

La metà dei parti è coperta da assicurazioni private.Tuttavia, sono frequenti polizze che escludono le cureper la salute materna e la maggior parte dellecompagnie assicurative non prevede una copertura peruna donna in gravidanza a meno che l’assicurazionefosse valida già prima del momento del concepimento.

“Non assicuriamo una casaincendiata.”Affermazione di un rappresentante di una compagnia assicurativa mentrerifiutava la richiesta di Tanya Blumstein. Secondo quanto riferito, nel lugliodel 2008 Tanya, che era incinta, non ha potuto stipulare una polizza privatacon alcuna compagnia statunitense

Circa il 42 per cento dei parti ha la coperturaassicurativa del Medicaid, il programma federalesanitario che fornisce aiuti alle persone con bassoreddito. Tuttavia, complessi requisiti burocraticicomportano il fatto che le donne che hanno i requisitiper accedere al sostegno ricevano spesso con ritardisignificativi le cure prenatali. Inoltre, le migrantisprovviste di documenti non possono accedere alprogramma Medicaid.

Oltre il 4 per cento delle donne partorisce senzacopertura da parte di un’assicurazione privata odell’assistenza medica pubblica.

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TRUDY LAGREW

Trudy LaGrew, una nativa americana residente nellariserva di Red Cliff in Wisconsin, è morta il 7 gennaio2008 a causa di un problema cardiaco non diagnosticato,alcuni mesi dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio.Sebbene il suo parto sia stato considerato a rischioelevato a causa delle complicazioni che aveva avutodurante la sua prima gravidanza e a causa dell’obesità,Trudy LaGrew non ha ricevuto nessuna assistenza né ditipo ostetrico né prenatale, dal momento che la strutturapiù vicina era a due ore di macchina.

“Se chiedi assistenza al sistemaMedicaid, ti occorre un certificato digravidanza, con la data presunta delparto, la data del tuo ultimo ciclo e ilperiodo di gestazione. Chi puòrilasciarti un certificato del genere? Unmedico. Se non hai supporto da parte diMedicaid, come troverai il medico cheti rilasci tale certificato?” Jennie Joseph, ostetrica professionale, Winter Garden, Florida

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ASSENZA DI COPERTURA MEDICA

Si stima che nel 2009 più di 52 milioni di persone negliUsa – oltre una persona su sei – fossero sprovviste diassicurazione medica e che fossero addirittura 87milioni negli ultimi due anni.

Le persone senza un’assicurazione che necessitano dicure mediche hanno poche alternative: le spesesostenute possono condurre le famiglie alla povertà.Sebbene in base alla legge federale a nessuna donnain fase di travaglio attivo possano essere negate le curemediche di emergenza in ospedale, successivamentele possono essere addebitati i costi di tale assistenza.

Le donne, in particolare quelle che percepiscono unreddito basso, possono incontrare numerosi ostacolinell’accesso alle cure per la salute materna, inparticolare nelle zone rurali e nei quartieri poveri dellacittà. I medici possono rifiutarsi o non essere in gradodi garantire i trattamenti per la salute materna, a causadi complessità burocratiche e dei modesti compensiche ricevono a fronte dell’assistenza prestata a donnecoperte dal programma Medicaid.

Le cliniche sanitarie pubbliche, inclusi i Centri sanitarifederali qualificati, rappresentano una risorsaimportante per le cure mediche delle persone a bassoreddito. Tali cliniche hanno trattato nel 2007 oltre 16milioni di pazienti, almeno tre quarti dei quali eranosprovvisti di assicurazione medica, ovvero assistiti daMedicaid. Tuttavia, i Centri sanitari federali sonopresenti soltanto nel 20 per cento delle aree con scarsapresenza di servizi medici, lasciando così moltepersone sprovviste della necessaria rete di sicurezza.

ULTERIORI BARRIERE

Un fattore essenziale del diritto alla salute è ladisponibilità di sufficienti strutture sanitarie e dipersonale qualificato. Negli Usa la scarsità di personalemedico rappresenta un serio ostacolo perun’assistenza tempestiva e adeguata, specialmentenelle zone rurali e nei quartieri poveri delle città.Trovare specialisti per donne che presentanocomplicazioni o fattori di rischio che ne minacciano lagravidanza è particolarmente difficile.

Le donne intervistate da Amnesty International hannoanche citato, tra le principali barriere all’accessoall’assistenza sanitaria, la mancanza di trasporti perraggiungere le cliniche, orari d’appuntamento nonflessibili, difficoltà a ottenere permessi al lavoro,mancanza di servizi a supporto della famiglia e assenzadi interpreti e informazioni in lingue differentidall’inglese.

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“Abbiamo incontrato donne che ci hannodetto di temere di sottrarre tempo allavoro per sottoporsi alle visite prenatali.Si trovano di fronte alla scelta di andarea lavorare oppure di assentarsi e perdereil loro impiego. Questa è la realtà.” Eleanor Hinton Hoytt, presidente di Black Women’s Health Imperative

TRINA BACHTEL

Trina Bachtel, una donna bianca di 35 anni, eraassicurata all’epoca della sua gravidanza, ma la clinicalocale le chiese un deposito di 100 dollari per visitarla, dalmomento che alcuni anni prima era incorsa in un debitosanitario e sebbene tale debito fosse stato saldato. TrinaBachtel ritardò le sue cure mediche, dal momento che nonera in grado di far fronte alla somma richiesta dallaclinica. Infine, ricevette assistenza medica in un ospedale,ma il bambino nacque morto; successivamente, vennetrasferita in un altro ospedale in Ohio, dove morìnell’agosto del 2007, due settimane dopo il parto.

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Nel 1998 le agenzie federali Usa hanno sviluppato il piano nazionale sulla salute “Healthy People 2010”.Gli obiettivi del piano puntavano a una riduzione dellamortalità materna al 4,3 su 100.000 nati vivi entro il 2010. I dati del 2006 (in base a statistiche nazionalipiù recenti) mostrano un livello di mortalità pari a 13,3donne morte ogni 100.000 nascite. Solo cinque statihanno raggiunto gli obiettivi fissati per il 2010: Indiana,Maine, Massachusetts, Minnesota e Vermont. In alcunezone del paese il rapporto è significativamente più alto:in Georgia è di 20,5; a Washington DC è di 34,9; e a New York il rapporto, per le donne afroamericane è di 83,6.

DISPARITÀ NELL’ACCESSOALLA PIANIFICAZIONE FAMILIARE

Negli Usa, quasi la metà delle gravidanze non sonopianificate. La percentuale è significativamente più altaper le donne con reddito basso e per quelleafroamericane. Coloro che affrontano gravidanze nonvolute hanno maggiori probabilità che si sviluppinocomplicazioni per loro stesse o per i loro figli.

La possibilità di accesso ai servizi di pianificazionefamiliare è vincolata alle restrizioni di budget nonché a misure politiche e legislative. Il governo federale nonriesce a garantire che i servizi di pianificazione familiaree la contraccezione siano adeguatamente coperti dallecompagnie assicurative private. Solo 27 stati prevedonopolizze assicurative che coprono prescrizioni di farmaciche comprendono anche i contraccettivi.

Si stima che negli Usa circa 17,5 milioni di donnenecessitino di servizi per la pianificazione familiare confinanziamenti pubblici. Tuttavia, il Medicaid e gli ospedaliche godono di finanziamenti pubblici (noti come

ospedali Title X) si fanno carico solo della metà di questedonne, lasciandone oltre 8 milioni senza accesso ainformazioni e servizi per la pianificazione familiare.

La madre e i figli di Diane Rizk McCabe tengono in manouna foto di Diane, morta nel settembre 2007 a causa diuna grave emorragia dopo aver partorito la sua bambina.

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Julie LeMoult tiene il suo bambino in braccio poco prima dimorire nell’aprile 2003. La meningite, provocata daun’infezione, le è stata diagnosticata troppo tardicausandole un danno cerebrale irreparabile. Da quelmomento l’ospedale ha reso più severe le misure permantenere sterile l’ambiente.

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LE CARENZE DELSISTEMA

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MANCANZA DI ASSISTENZA PRENATALE

Le donne che non ricevono assistenza prenatalehanno probabilità di morire per complicazionicollegate alla gravidanza tre/quattro volte superiorialle altre donne. Per le donne con gravidanze ad altorischio, in assenza di assistenza prenatale, il rischiodi morte sale a 5,3 volte.

L’“Healthy People 2010” include l’obiettivo diassicurare che almeno il 90 per cento delle donnericeva “un’assistenza prenatale adeguata”, ovvero 13visite prenatali a partire dal primo trimestre digravidanza. In realtà, il 25 per cento delle donneancora non riceve questa assistenza. La percentualesale al 32 per cento per quelle afroamericane e al 41per le donne native americane e dell’Alaska.

ASSISTENZA POSTNATALE INADEGUATA

Più della metà dei casi di mortalità materna avviene tra ilprimo e il 42° giorno dopo il parto. L’assistenzapostnatale negli Usa è inadeguata e consistegeneralmente in un’unica visita medica circa seisettimane dopo il parto. Sebbene le donne concomplicanze conclamate ricevano un’attenzionemaggiore, la mancanza di assistenza in quelle settimanein cui le donne hanno fatto ritorno a casa con il neonatopuò significare che tali complicanze non siano scoperte.

UNA DISEGUALE QUALITÀ DELLE CURE

Nel paese c’è una variabilità significativa nella praticaostetrica. Linee guida sull’assistenza perinatale sonostate prodotte sia da diversi stati e dalle agenziefederali, sia dal Congresso americano delle ostetriche e

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Maria e sua figlia di un anno, 3 febbraio 2009. Essendouna migrante, quando Maria è rimasta incinta, non hapotuto accedere ai fondi pubblici per l’assistenzasanitaria e non poteva affrontare i costi delle cureprenatali. Quando è entrata in travaglio nel 2008, il primoospedale l’ha mandata via perché non si era sottoposta anessuna cura prenatale. Più tardi è riuscita a partorire inun altro ospedale.

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TAMEKA MCFARQUHAR

Nel dicembre 2004, Tameka McFarquhar, 22 anni, è mortaper un emorragia nel suo appartamento a Watertown, NewYork. Aveva partorito la sua prima bambina, DanasiaElizabeth, il 14 dicembre ed era stata dimessa il giornodopo. Madre e figlia sono state trovate morte la mattina diNatale. Gli amici e la famiglia, che non riuscivano amettersi in contatto con lei, si sono rivolti alla polizia e alpadrone di casa, ma ci volle una settimana prima diriuscire a entrare nell’appartamento. Il medico dellacontea di Jefferson ha riferito che la morte era statacausata da alcune parti di placenta rimaste all’internodell’utero dopo il parto. Secondo un esperto, una visita dicontrollo post-partum avrebbe identificato i sintomi primadi mettere in pericolo la sua vita.

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dei ginecologi. Ciononostante, negli Usa non ci sonolinee guida o protocolli nazionali ufficiali e generali sullecure per la salute materna e sulla prevenzione,sull’individuazione e sulla gestione delle emergenzeostetriche. C’è urgente bisogno di un sistemacoordinato e generale di assistenza alla salute materna.

Secondo alcune stime, il miglioramento della qualitàdell’assistenza materna potrebbe prevenire dal 40 al50 per cento delle morti. Per esempio, studi condotti inaltri campi medici mostrano che le embolie chepossono prodursi a seguito di interventi chirurgici sonostate ridotte di circa il 70 per cento grazie all’uso dellacompressione meccanica o dei farmaci. Tuttavia,queste semplici misure non vengono adottate diroutine a seguito di parti cesarei, utilizzati per il 32 percento delle nascite.

CARENZA DI PERSONALE

“La politica dell’ospedale, a causa dei problemifinanziari, è di avere il minor numero possibile diinfermieri in ogni piano.” Infermiera di un reparto maternità in pensione, Minnesota

La carenza di personale causa fatica, stress, unmaggiore ricambio del personale in servizio e pocotempo per la formazione e l’aggiornamento. Questoimplica inoltre che gli infermieri debbano farestraordinari, tra l’altro poco regolamentati. I pazienti egli operatori sanitari hanno identificato nel numeroinadeguato degli infermieri una delle ragioni chiavedella scarsa qualità dei servizi e degli errori medici.

UNA LIMITATA PARTECIPAZIONE DEI PAZIENTI

A molte donne non viene data la possibilità di parteciparealle decisioni che riguardano la loro salute, oppure nonhanno abbastanza informazioni sui sintomi dellecomplicazioni e sui rischi che gli interventi, come iltravaglio indotto o il taglio cesareo, comportano. Negli

Usa, i tagli cesarei vengono praticati su circa un terzo deltotale dei parti – il doppio di quanto raccomandatodall’Organizzazione mondiale della sanità. Il rischio dimorte in caso di parto cesareo è tre volte maggiorerispetto al parto naturale.

Linda Coale, una donna di 35 anni in salute, il 27settembre 2007 diede alla luce suo figlio Benjamin, conparto cesareo. Una settimana dopo essere tornata a casa,morì a causa di un’embolia. Le erano state dateinformazioni su come far abituare gli animali allapresenza di un neonato, ma non sui sintomi chepermettono di identificare l’embolia, nonostante fosse arischio a causa dell’età e dell’intervento. Sua sorella Loriha detto: “Dato che Linda era stata un’autistasoccorritore, in fondo al mio cuore so che se quei fogli didimissioni avessero detto che poteva trattarsi di unsintomo di embolia, lei avrebbe potuto fare qualcosa”.

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“Spesso le donne nere non vengonoprese sul serio nelle strutture sanitarie;i nostri sintomi vengono ignorati.”Shafia Monroe, presidente del Centro internazionale per il parto tradizionale,Portland, Oregon

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LE RESPONSABILITÀ

“Dopo due episodi di emorragie post-partum chehanno coinvolto donne latinoamericane, c’è stato unincontro per capire cosa fosse andato storto. Ilprocesso di verifica, però, non era volto a scoprireperché ciò fosse accaduto a due donne che nonparlavano inglese. La domanda era ‘come possiamoevitare responsabilità in futuro’.” Jill Humphrey, infermiera specializzata addetta al travaglioe al parto, ospedale di Washington

Per quanto impressionanti, i dati sulla mortalità maternamostrano solo alcuni aspetti del problema. A livellofederale non ci sono richieste di denuncia per le mortimaterne e le autorità ammettono che il numero deidecessi potrebbe essere doppio (rispetto a quelloufficiale). La denuncia delle morti per cause collegatealla gravidanza e al parto è obbligatoria solo in sei stati e,nonostante gli sforzi volontari degli altri stati, il numero diquesti decessi continua a essere sottostimato.

“Quando c’è un problema e qualcunomuore, nessuno parla con la famiglia. È come se una cortina di ferro calassee l’unico modo che la famiglia ha a disposizione per avere una risposta è prendere un avvocato e fare causa.”Marsden Wagner, ex direttore del Programma sulla salute maternadell’Organizzazione mondiale della sanità

Un altro fattore importante che impedisce unmiglioramento riguardo alla salute materna è lamancanza di una raccolta di dati comprensiva e disistemi efficaci per analizzarli. Questo maschera la veragravità della mortalità materna e della percentuale di

donne colpite e mette a rischio gli sforzi di analisi e dirisoluzione del problema.

“Non c’è la capacità di indagare inprofondità su queste morti, a eccezioneche in Massachussets, in California eforse in Florida…In tutta sincerità, èun disastro.” Funzionario federale

I comitati di controllo sulla mortalità materna cercanodi identificare le tendenze nei decessi prevenibili erappresentano un elemento importante per l’analisi deiproblemi e per proporre possibili soluzioni per ilmiglioramento della situazione. Tuttavia, 29 stati e ildistretto della Columbia hanno dichiarato ad AmnestyInternational di non condurre alcun controllo sullamortalità materna. Nei 21 stati in cui i comitati sonoattivi, la loro efficacia è variabile. Non sono uniformi dalpunto di vista della struttura e del mandato e svolgonoil loro lavoro in modi diversi. Alcuni fanno affidamentosolo su risorse volontarie, altri solo su professionisti.Alcuni esaminano tutte le morti materne, altri solo uncampione. Inoltre, il lavoro dei comitati non ècoordinato a livello nazionale, cosa che può portare alladuplicazione degli sforzi.

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“Chi è responsabile della mancataattuazione di buone pratiche? Larisposta in breve è: ‘Tutti e nessuno’.”Carolyn Clancy, direttrice dell’Agenzia per la ricerca e la qualitàdell’assistenza sanitaria

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SPOSTARE IL DIBATTITO

Per oltre 20 anni, le autorità Usa non sono riuscitea migliorare la situazione e le disuguaglianzedell’assistenza alla salute materna. La maggior parte deldibattito sulla sanità Usa ruota attorno al miglioramentodell’accesso alle cure e alla riduzione della crescitadella spesa sanitaria. Tuttavia, focalizzarsi soltanto sullacopertura dei servizi sanitari significherebbe lasciareirrisolti i problemi della discriminazione, dei fallimenti alivello di sistema e delle responsabilità. È necessarioche il dibattito vada oltre il tema della copertura deiservizi sanitari e che si discuta, invece, di cure diqualità eque e senza discriminazioni.

“Madri, neonati e bambinirappresentano lo stato di salute di unasocietà e il suo potenziale per il futuro.I loro bisogni sanitari non possonoessere lasciati insoddisfatti senza chene derivi un danno per la societàintera.”Lee Jong-wook, Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità,2003-2006

Stati senza un comitato di controllo sulla mortalità materna

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Il governo Usa è tenuto a rispettare gli standard in materia di diritti

umani secondo cui servizi sanitari di buona qualità devono essere resi

disponibili, accessibili e accettabili, senza discriminazione.

Le seguenti azioni dovrebbero essere intraprese con particolare urgenza:

1. Il Congresso degli Stati Uniti dovrebbe stabilire che il

dipartimento per la Salute e i servizi sociali si doti di un ufficio per

la salute materna e farsi carico delle relative spese. Il mandato di

tale ufficio dovrebbe includere:

� il miglioramento della raccolta e dell’analisi dei dati sulla salute

materna, in collaborazione con agenzie come i Centri per la

prevenzione e il controllo delle malattie;

� la tutela del diritto a non essere discriminati nel settore della

salute materna, in collaborazione con l’ufficio diritti civili del

dipartimento per la Salute e i servizi sociali e con il dipartimento

di Giustizia;

� la preparazione di raccomandazioni per le necessarie modifiche

a regolamenti e leggi, per assicurare che tutte le donne abbiano

accesso a servizi per la salute materna di buona qualità.

2. Il Congresso degli Stati Uniti dovrebbe aumentare i finanziamenti

al programma per i Centri sanitari federali qualificati, così da

assicurare un numero adeguato di servizi e personale sanitario in

tutte le aree, particolarmente in quelle più scoperte dal punto di

vista medico.

3. In tutti gli stati i dipartimenti sanitari dovrebbero assicurare che

le donne incinte siano “presumibilmente eligibili” o abbiano

temporaneo accesso a Medicaid, nel periodo in cui la loro richiesta

per la copertura permanente è pendente.

4. In tutti gli stati i dipartimenti sanitari dovrebbero migliorare la

raccolta e l’analisi dei dati sulla salute materna attraverso:

� la costituzione di un comitato di controllo

sulla mortalità materna;

� l’inclusione di una casella nominata “morte materna” sui

certificati di morte;

� l’obbligatorietà della denuncia delle morti materne.

È NECESSARIO AGIRE IMMEDIATAMENTE

Raduno di donne a New York, nel 2004, per chiedere la riduzione del

numero dei tagli cesarei, a cui negli Usa si ricorre per un parto su tre.

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Amnesty International è un’organizzazione non governativa fondata nel 1961, presente in oltre 150 paesi e territori con

2,2 milioni di soci e sostenitori (80.000 in Italia). Attraverso campagne globali e altre attività, Amnesty International si

batte per un mondo in cui ogni persona goda di tutti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani

e da altri standard internazionali sui diritti umani. Amnesty International è indipendente da governi, ideologie politiche,

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