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Maurizio LUCIA Comandante VV.F. TARANTO 1 Ordine degli Ingegneri della provincia di Taranto Corso di specializzazione in prevenzione incendi ai sensi della Legge 818/1984 e del D.M. 25/3/1985 MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture VIE DI ESODO Taranto, 9 maggio 2008

MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture VIE DI ESODO · 2018. 11. 27. · MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture VIE DI ESODO Taranto, 9 maggio 2008

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  • Maurizio LUCIA Comandante VV.F. TARANTO

    1

    Ordine degli Ingegneri della provincia di TarantoCorso di specializzazione in prevenzione incendi ai sensi della Legge 818/1984 e del D.M. 25/3/1985

    MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture

    VIE DI ESODO

    Taranto, 9 maggio 2008

  • Maurizio LUCIA Comandante VV.F. TARANTO

    2

    MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture

    VIE DI ESODO

    ASPETTI GENERALI

  • 3

    COMPORTAMENTO UMANO

    FOLLA IN FUGA DA UNO SPAZIO CHIUSO

    PURTROPPO NON E’PROPRIO COSI’

    SEMPLICE

    MODELLO “IDRAULICO”

    LIQUIDO IN USCITA DA UN CONTENITORE

    UTILIZZA UGUALMENTE TUTTE

    LE APERTURE DISPONIBILI

  • 4

    ESODO DI UNA FOLLA

    LE PERSONE:

    - PENSANO;

    - INTERAGISCONO;

    - PRENDONO DECISIONI;

    - HANNO PREFERENZE DI MOVIMENTO;

    - CADONO ED OSTACOLANO GLI ALTRI;

    - POSSONO AVERE COMPORTAMENTI INDIVIDUALISTICI O GREGARI

    PROBLEMA INGEGNERISTICO

    PROBLEMA PSICOLOGICO

    PROBLEMA SOCIOLOGICO

    +

    +

  • 5

    IL PANICO

    - LE PERSONE SI TROVANO IN UNO SPAZIO CONFINATO (es. TEATRO);

    - HANNO LA CONVINZIONE CHE SE NON FUGGONO IN UN TEMPO BREVE SUBENTRA LA MORTE;

    - LO SPAZIO CONFINATO E’ DOTATO DI UNA O PIU’ VIE DI FUGA;

    - E’ CHIARO IL FATTO CHE NON CI SIA ABBASTANZA TEMPO PER TUTTI PER SCAPPARE;

    IN EMERGENZA LE PERSONE CERCANO DI SODDISFARE I PROPRI

    BISOGNI NON PRESTANDO INTERESSE A QUELLI DEGLI ALTRI SI VERIFICA SE:

  • 6

    COMPORTAMENTI LA MAGGIORANZA DELLE PERSONE TENDONO AD USCIRE DALLA PORTA DA CUI SONO ENTRATE. CIO’ ANCHE SE LE

    USCITE DI EMERGENZA SONO PRESENTI E BEN

    SEGNALATE

    PIU’ L’AMBIENTE E’CONOSCIUTO, MAGGIORE E’LA TENDENZA A RITARDARE

    LA EVACUAZIONE

    DIFFIDENZA VERSO DIFFIDENZA VERSO DIFFIDENZA VERSO DIFFIDENZA VERSO CIOCIOCIOCIO’’’’ CHE NON SI CHE NON SI CHE NON SI CHE NON SI CONOSCECONOSCECONOSCECONOSCE

    LLLL’’’’AMBIENTE AMBIENTE AMBIENTE AMBIENTE ““““FAMILIAREFAMILIAREFAMILIAREFAMILIARE””””INDUCE GARANZIA DI INDUCE GARANZIA DI INDUCE GARANZIA DI INDUCE GARANZIA DI

    SICUREZZA (SOTTOSTIMA SICUREZZA (SOTTOSTIMA SICUREZZA (SOTTOSTIMA SICUREZZA (SOTTOSTIMA DEL PERICOLO)DEL PERICOLO)DEL PERICOLO)DEL PERICOLO)

  • PROBLEMATICHE GENERALI DI ESODO DAGLI EDIFICI

    Un rapido ed ordinato sfollamento, in caso di pericolo, dipende da:

    -Evento (incendio, terremoto ecc);

    - Edificio;

    -Numero occupanti;

    -Distribuzione occupanti;

    -Condizioni di mobilità degli occupanti;

    -Comportamento delle persone coinvolte nell’evento;

    - Tempestività della segnalazione di pericolo;

    - Caratteristiche dei percorsi (distribuzione, lunghe zza, larghezza);

    - Protezione delle vie di esodo;

  • PROBLEMATICHE GENERALI DI ESODO DAGLI EDIFICI

    Se il fumo invade le vie di uscita, ostacola l’esodo

    delle persone a causa di:

    PRESENZA DI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE TOSSICI

    CALORE ELEVATO

    RIDUZIONE DELLA VISIBILITA’

  • PROBLEMATICHE GENERALI DI ESODO DAGLI EDIFICI

    UN IMPORTANTE OBIETTIVO FINALE CHE OCCORRE PERSEGUIRE NELLA PROGETTAZIONE DELLE VIE DI ESODO

    E’ QUELLO DI “GARANTIRE” L’USCITA ALL’APERTO DEI SOGGETTI OCCUPANTI UN EDIFICIO SENZA CHE GLI STESSI

    RISENTANO SENSIBILMENTE DEGLI EFFETTI DELL’INCENDIO

    SEMPLICE

    Per edifici di dimensioni limitate e con basso

    rischio

    COMPLESSO

    Per edifici di notevoli dimensioni e/o in presenza di molte

    persone

  • Maurizio LUCIA Comandante VV.F. TARANTO

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    MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture

    VIE DI ESODO

    DEFINIZIONI

  • Vie di esodo: definizioni (DM 30/11/1983 punto 3)

    Uscita:Apertura (h ≥ 2 m) atta a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro.

    Luogo sicuro:Spazio scoperto ovvero compartimento

    antincendio, separato da altri compartimenti mediante filtro a prova di fumo, avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico), ovvero a consentirne il movimento ordinato (luogo sicuro dinamico)

  • Filtro a prova di fumoVano delimitato da strutture con resistenza al fuoco (REI) predeterminata (e comunque non inferiore a 60) dotato di 2 o più porte munite di congegni di autochiusura con resistenza al fuoco (RE) predeterminata (e comunque non inferiore a RE60) areato a mezzo di:• camino di ventilazione (sfociante sopra copertura) S≥0,10 m2, ovvero• aperture libere (con esclusione condotti) S≥1 m2 ovvero•mantenuto in sovrapressione (anche in condizioni di emergenza) ad almeno 30 mbar

    (punto 1.5 - DM 30/11/1983 - “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”)

  • Aerazione forzata con grado di sovrappressione non inferiore a

    0.30 mbar

    Apertura libera non inferiore a 1 mq

    Camino di ventilazione di sezione non inferiore a 0.10 mq

  • Spazio CalmoREI

    REI

    Porte e pareti REI

    Spazio Calmo(D.M. 09/04/1994 – Norme per gli alberghi)

    Luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od inserito in essa.

    Lo spazio calmo non dovrà costituire intralcio alla fruibilità delle vie di esodo e dovrà possedere caratteristiche tali da garantire la permanenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa dei soccorsi

  • Vie di esodo: definizioni (DM 30/11/1983 punto 3)

    Sistema di vie di uscita:percorso senza ostacoli al deflusso che

    consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro

  • Vie di esodo: definizioni (DM 30/11/1983 punto 3)

    Capacità di deflusso (C d):Nmax persone che si assume possano defluire attraverso

    una uscita di larghezza pari ad 1 modulo (= 0,6 m).Cd = 50 pers/mod uscite in pianoCd = 37,5 pers/mod uscite in salita o discesaCd = 33 pers/mod uscite piani > 3° ft o 2° int.

    Densità affollamento (d):Nmax persone che si assume possano essere presenti

    per unità di superficie lorda di pavimento [pers/m2]

  • Vie di esodo: definizioni (DM 30/11/1983 punto 3)

    Massimo affollamento ipotizzabile

    (Npmax = Sl*d) con Sl = superficie

    Larghezza uscite di ciascun

    compartimento [n=Np max/Cd]

    (N° moduli uscita necessari allo sfollamento totale del compartimento)

  • Corridoio CiecoD.M. 18/09/2002 Regola Tecnica di prevenzione ince ndi per la costruzione e l’esercizio di ospedali

    Corridoio o porzione di corridoio dal quale è possibile l’esodo in un’unica direzione.

    La lunghezza del corridoio cieco va calcolata dall’inizio dello stesso fino all’incrocio con un corridoio dal quale sia possibile l’esodo in almeno due direzioni,o fino al più prossimo luogo sicuro o via di esodo verticale

  • Percorso di comunicazione orizzontale o suborizzontaleprotetto da elementi con caratteristiche di resistenza al fuoco adeguate, con funzione di collegamento tra compartimenti o di adduzione verso luogo sicuro

    Percorso Orizzontale ProtettoD.M. 18/09/2002 Regola Tecnica di prevenzione ince ndi per la costruzione e l’esercizio di ospedali

  • Maurizio LUCIA Comandante VV.F. TARANTO

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    MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle strutture

    VIE DI ESODO

    PROBLEMATICHE SPECIFICHE

  • 1.La riduzione al minimo delle occasioni di incendio.

    2.La stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti.

    3.La limitata produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine.

    4.La possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo.

    5.La possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.

    OBIETTIVI PRIMARI DELLA PREVENZIONE INCENDI

  • Vie di esodo – Obiettivo primario• consentire agli occupanti dell’edificio di

    raggiungere un’area sicura in tempi ragionevolmente brevi rispetto alla propagazione dell’incendio e dei suoi prodotti.

    • favorire l’opera di spegnimento o di soccorso facilitando l’accesso all’edificio da posizioni contrapposte e rapidamente raggiungibili in caso di necessità

  • Effetti del COT esposizione [min]CO

    [ppm] A riposo Sotto sforzoEffetti

    500 100 20 Trascurabile1.000 50 10 Sensibile2.500 20 4 Collasso5.000 10 2 Collasso

    10.000 5 1 Mortale

  • Curva temperatura/tempoper un incendio in un locale chiuso

    inizio espansioneincendio

    generalizzato estinzione

    (flash-over)

    TEMPERATURA

    TEMPO

  • TEMPO DI EVACUAZIONE DISPONIBILE E DURATA CRITICA DELL'INCENDIO

    Tempo di Evacuazione TevTermine temporale necessario per completare lo sgombero in emergenza di un edificio o compartimento

    Durata critica dell’incendio TcrTermine temporale compreso tra l’istante iniziale del processo di ignizione e l’istante dopo il quale le condizioni ambientali risultano pericolose per la vita umana

  • TEMPO DI EVACUAZIONE DISPONIBILE E DURATA CRITICA DELL'INCENDIO

    Inizio del processo

    di ignizione

    Incendiocritico

    Tempo di evacuazionedisponibile

    Durata critica dell’incendio

    Tempo

    Percezionedell'incendio

  • TEMPO DI EVACUAZIONE DISPONIBILE

    Inizio del processo

    di ignizione

    Luogo sicuro

    Tempo di percezione

    Tempo di evacuazione

    Tempo

    Percezionedell'incendio

    Inizioazioni

    Tempo di ricognizione

    Tempo di azionee trasferimento

  • TEMPO DI EVACUAZIONE DISPONIBILE

    Tempo di Evacuazione Tev

    Tempo di Percezione Tp

    Tempo di Ricognizione Tr

    Tempo di Azione Ta

    Tev Tp Tr Ta= + +

  • TEMPO DI EVACUAZIONE DISPONIBILE E DURATA CRITICA DELL'INCENDIO

    Tempo di Evacuazione Tev

    Durata critica dell’incendio Tcr

    Tev Tcr<

    Msic Tcr=Tev +

    MARGINE DI SICUREZZA

  • Tipico sviluppo di un incendio

    Fumo Fiamme

    Rivelatori di fumo

    Rivelatori di fiamma

    Rivelatori di calore

    Sprinklers

    FLASHOVER

    Tempo

  • Oscuramento indotto dal fumo

    Massima lunghezza percorsi esodo: 45 m

  • Vie di esodo

    Obiettivo:1. Raggiungimento di una zona sicura(es. scala

    protetta, corridoio protetto) T< Tc

    (Tc = 90 sec)

  • Vie di esodo

    Corpo ellisse

    Area mq 0.22

    60 cm

    45 c

    m

    82 c

    m

    Valutazione Lmax percorribile in Tc=90 secINGOMBRO DI 1 PERSONA

    Il corpo-ellisse può essere inscritto in un rettangolo 60x45cm che equivale ad un’area di 0,27 m2area occupata da una

    persona = 0,27 m2/pers (1/C)(C=3.7 pers/m2)

  • Vie di esodo1/C = [m2/pers]V = [m/min]

    F = V:1/C = V*C[pers/(m x min)]

    Valutazione LmaxorizzTc = 90 sec

    V(C=0,27m2/pers)=30m/1’

    Lmax=30x1,5=45m

  • Scale (vie esodo)Percorsi non orizzontali

    Vd(discesa)= 0,75 Vd(orizzontale)

    Vd(salita) = 0,67 Vd(orizzontale)

    Vd (orizzontale) = 30 m/1’

    Vd(discesa) = 22,5 m/1’

    Vd(salita) = 20 m/1’

    60

    50

    40

    30

    20

    10

    In o

    rizzo

    ntal

    e

    45

    30

    15

    Sca

    le in

    dis

    cesa

    40

    30

    20

    10

    Sca

    le in

    sal

    ita

    riduzione Vd

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    Ordine degli Ingegneri della provincia di TarantoCorso di specializzazione in prevenzione incendi ai sensi della Legge 818/1984 e del D.M. 25/3/1985

    MODULO C – Tecnologie dei materiali e delle struttur e

    VIE DI ESODO