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Corso di Strumentazione e Automazione Industriale
Laurea Magistrale
Modulo 3
Regolazione proporzionale, integrale, derivativa
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Dott. Ing. Marco Pellegrini
Dott. Ing. Michele Gambuti
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna
2/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
3/85
Regolazione proporzionale
La retta di lavoro esprime il comportamento dell’attuatore in funzione dell’andamento della
variabile controllata ed è caratterizzata da un coefficiente angolare K.
L’inclinazione della retta di lavoro dà la sensibilità dello strumento: se K’<K, basta una
variazione minore X’2 – X’1 < X2 – X1 per far compiere alla valvola regolatrice una escursione
completa da 0 a 100%, cioè per la stessa variazione X – X0 si ha una escursione più ampia
della valvola (maggiore sensibilità).
Uno strumento di regolazione proporzionale, fa
corrispondere una relazione biunivoca di proporzionalità tra
variabile misurata e segnale in uscita:
Y = Y0 ± K(X − X0)
X = valore istantaneo della variabile controllata (segnale
d’ingresso)
Y = segnale di uscita.
X0 = valore desiderato di X (Set point)
Y0 = valore che manterrebbe la variabile esattamente a X0
4/85
Poniamo: P = Y/100 , P0 = Y0/100
Definiamo l’errore relativo come la distanza che la variabile controllata ha rispetto al set point,
rapportata al campo di regolazione:
e =X − X0
X2 − X1
→ P = P0 +K
100∙ e ∙ X2 − X1
Per la retta con K=K’, per similitudine tra triangoli,
vale la relazione: K′ =Y′−Y0
X0−X=
100
X2′ −X1
′
→ P = P0 +K′
100∙ e ∙ X2 − X1 = P0 + e
X2−X1
X2′ −X1
′
Definiamo la banda proporzionale: 𝐛 =𝐗𝟐
′ −𝐗𝟏′
𝐗𝟐−𝐗𝟏
→ 𝐏 = 𝐏𝟎 +𝐞
𝐛
Regolazione proporzionale
5/85
Regolazione proporzionale
𝐛 =𝐗𝟐
′ − 𝐗𝟏′
𝐗𝟐 − 𝐗𝟏
La banda proporzionale rappresenta il rapporto tra la variazione della variabile controllata per
cui si ha lo 0-100% di apertura della valvola regolatrice, e la differenza tra i valori massimo e
minimo misurabili dallo strumento (X2 – X1).
Se b è maggiore di 1, allora la valvola regolatrice non raggiunge mai la completa apertura o
chiusura. Se b è molto elevato, a parità di ΔX si ha un minore ΔY e quindi una minore
sensibilità. La risposta del sistema di regolazione sarà inoltre più lenta ma anche più stabile.
Se b diminuisce la sensibilità aumenta. Per b→0 si cade nella regolazione a due posizioni.
La velocità di spostamento della valvola di regolazione dipende dalla velocità di variazione della
variabile secondo la seguente formula:
P = P0 +e
b →
dP
dt=
1
b∙de
dt
6/85
In figura è illustrato l’andamento della
curva di risposta di un regolatore
proporzionale per due diverse variazioni
della variabile controllata.
Con un segnale di ingresso (errore)
sinusoidale, l’uscita dello strumento risulta
direttamente proporzionale ed in fase con
l’errore.
Variazioni lineari dell’errore comportano
un andamento a gradini della velocità si
spostamento della valvola (fenomeno del
colpo d’ariete).
Regolazione proporzionale
7/85
La scelta della banda proporzionale è funzione della velocità di spostamento dell’attuatore.
Per esempio, nel caso di fluido incomprimibile non si possono avere elevate velocità di chiusura
della valvola o si danneggerebbero condotta e valvola (colpo d’ariete). Si potrebbe dover
rinunciare ad avere una banda proporzionale troppo piccola perché si avrebbero velocità di
intervento troppo elevate per quell’attuatore.
1) Quantificare le variazioni dell’errore caratteristiche del sistema;
2) Scelta di una opportuna valvola caratterizzata da una certa velocità di intervento (°di
apertura/min);
3) Si ricava il valore minimo che la banda differenziale dello strumento può avere, compatibile
con la massima velocità di intervento dell’attuatore: b =de
dP
Regolazione proporzionale
8/85
Esempio:
Uno strumento di misura ad azione proporzionale il cui campo di funzionamento va da 30°C a
130°C, viene impiegato per mantenere la temperatura di un liquido sul valore di set point di
80°C. L’apertura corrispondente della valvola regolatrice è del 50% mentre la banda
proporzionale dello strumento è posta al 20%. Si vuol sapere l’apertura della valvola
corrispondente a una temperatura del liquido di 74°C e la velocità di apertura della stessa per
una diminuzione lineare della temperatura del fluido di 6°C/min.
Prima di svolgere l’esercizio, ricordiamo i passi da seguire per determinare la scelta di una certa
valvola:
Bilancio di energia → definizione della potenza necessaria per mantenere il fluido nelle
condizioni di set point → scelta della modalità di regolazione con condizioni di simmetria di
intervento rispetto al set point (a valvola completamente aperta viene erogata una portata
superiore del 50% rispetto a quella riferita alle condizioni di set point) → calcolo del kv → scelta
della valvola e dell’otturatore.
Regolazione proporzionale
9/85
Regolazione proporzionale
1) apertura della valvola corrispondente a una temperatura del liquido di 74°C:
• Al set point la valvola è aperta la 50% → P0 = 0,5
• b = 0,2 =∆X′
130−30 → ∆X′= 20°C
( Il valore si set point di 80°C è al centro dell’intervallo di regolazione: → ∆X′= 70°C ÷ 90°C )
• Ad una temperatura di 74°C corrisponde un errore relativo di: e =X−X0
X2−X1=
74−80
130−30= 0,06
→ P = P0 +e
b= 0,5 +
0,06
0,2= 0,8
Ad una temperatura del liquido pari a 74°C, lo strumento di controllo fa corrispondere una
apertura della valvola regolatrice pari all’80%
Campo di regolazione che determina lo
spostamento dell’otturatore da 0% a 100%
P = P0 +e
b
10/85
Regolazione proporzionale
2) velocità di apertura della stessa per una diminuzione lineare della temperatura del fluido di
6°C/min
dP
dt=
1
b
de
dt=
1
0,2
0,06
1′ = 0,3 ∙ 100
30%/min
Per una diminuzione di temperatura di 6°C/min il regolatore comanda l’apertura della valvola
con una velocità pari al 30% della apertura totale, al minuto.
Per conoscere la derivata a secondo membro si dovrebbe conoscere l’andamento dell’errore
nel tempo. Poiché la regolazione lavora sempre in un intorno relativamente piccolo del valore di
set point, è possibile considerare lineare l’andamento della variabile controllata.
dP
dt=
1
b
de
dt
11/85
Regolazione proporzionale
Rispetto al regolatore per la regolazione a due
posizioni si è aggiunto un soffietto di retroazione B,
detto proporzionale.
Quando la paletta si avvicina all’ugello, la pressione
modulata aumenta e l’otturatore viene spinto dal
soffietto (come nella regolazione a due posizioni)
chiudendo completamente l’alimentazione
all’attuatore di processo. La pressione dell’attuatore
cala sfogandosi verso l’esterno.
La pressione così raggiunte si ha anche nel soffietto
di retroazione che, contraendosi, tende a spostare il
punto 3 e a riportare la paletta verso la posizione di
partenza.
Il sistema continua a regolarsi in questa maniera
attraverso una serie di equilibri instabili. La pressione
all’attuatore non è mai ad un valore fisso ma cambia
in continuazione fino a che il segnale di ingresso e la
retroazione raggiungono l’equilibrio.
Regolatore pneumatico ad azione proporzionale
12/85
Stabiliamo la relazione esistente tra la pressione di uscita e il segnale di ingresso rappresentato
dallo spostamento della paletta.
Lo spostamento del punto N è dato da due contributi:
1) rotazione attorno al punto C (determinata dall’elemento sensibile)
xNC
CN=
xI
CI → xNC =
CN
CIxI = γ xI
2) rotazione attorno al punto I (determinata dalla retroazione del soffietto proporzionale)
xC
CI=
xNI
NI → xNI =
NI
CIxC = δ xC
→ xN = xNC + xNI = γ xI + δ xC
La relazione che lega lo spostamento del punto N allo spostamento dei punti I e C è lineare
perché i coefficienti γ e δ sono costanti.
Avere γ e δ costanti vuol dire che le cerniere non si devono usurare e le posizioni non si devono
modificare.
Regolazione proporzionale
𝒑𝒖
13/85
Se la valvola di regolazione funziona nel campo di linearità della pressione all’ugello, la
pressione dell’ugello risulta proporzionale allo spostamento –xN del punto N.
m ed n sono caratteristiche del sistema:
m = pu xN= 0 n = coefficiente angolare della retta di regolazione
Regolazione proporzionale
calo di temperatura contrazione dell’elemento sensibile xN↑
La paletta apre l’ugello pu’↓ L’otturatore del relay sale
aumenta la pressione all’attuatore
(azione inversa)
(il soffietto proporzionale si oppone
allo spostamento della paletta)
pu = m − n xN
𝒑𝒖 Il segno negativo tiene conto del fatto che la pressione dell’ugello pu′ diminuisce quando lo spostamento XN aumenta:
14/85
Regolazione proporzionale
Ipotizzando per il soffietto di superficie A, una reazione elastica al
pari di una molla:
F = −k xC = A pu
Risulta allora:
pu = m − n xN = m − n γ xI + δ xC = m − n γ xI − δ A pu
k= m − n γ xI +
n δ A
k pu
𝐩𝐮 =m
1 −n δ A
k
− n γ
1 −n δ A
k
xI =m k
k − n δ A −
n γ k
k − n δ A 𝐱𝐈
𝒑𝒖
15/85
Regolazione proporzionale
𝐩𝐮 =𝐦 𝐤
𝐤 − 𝐧 𝛅 𝐀 −
𝐧 𝛄 𝐤
𝐤 − 𝐧 𝛅 𝐀 𝐱𝐈
Cambiando i due parametri γ e δ si riesce a modificare la banda proporzionale e quindi la
risposta del sistema:
se C si avvicina ad N → γ↓ e δ↓ → la banda proporzionale aumenta
se C si avvicina ad I → γ↑ e δ↑ → la banda proporzionale si restringe
𝒑𝒖
16/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
17/85
Comportamento di un sistema proporzionale
Controllo automatico della temperatura di un
fluido in uscita da uno scambiatore di calore
Si consideri lo scambiatore in figura (scambiatore
allagato) dove il fluido B scalda il fluido A.
Il regolatore C deve mantenere costante la
temperatura di A (variabile controllata) regolando
opportunamente la portata di B con la valvola
regolatrice.
TA < TB , GA = cost
Il bilancio termico in condizioni stazionarie si scrive:
cpAθAU
− θAIGA = cpB
θBI− θBU
GB
U = uscita
I = ingresso
18/85
Dal bilancio energetico, si ricava la curva
di carico del processo, rappresentata da
una retta.
Sia Θ1 la temperatura che viene raggiunta
a valvola completamente aperta e sia Θ2
quella raggiunta a valvola chiusa.
La retta di lavoro passa per i punti così
individuati.
Di solito si adotta una configurazione che
garantisca simmetria di regolazione, per
cui il set point si trovi al centro del campo
di regolazione e venga ottenuto con
valvola aperta al 50%:
θ0 = θ1 + θ2 /2 per p = 0,5
Se b=1 come in figura, allora la retta di lavoro e di carico si incontrano nel punto di
funzionamento H.
Comportamento di un sistema proporzionale
19/85
Comportamento di un sistema proporzionale
Supponiamo di voler cambiare il valore desiderato della variabile da Θ0 a Θ’ >Θ0.
Non essendo variato il carico, la retta di
carico rimane inalterata.
Si ricava il nuovo grado di apertura della
valvola necessario per mantenere la
temperatura di uscita del fluido riscaldato sul
nuovo valore Θ’.
La retta di lavoro ci dà inoltre la deviazione
fra indice e controindice necessaria per
ottenere il nuovo grado di apertura della
valvola. Per far sì che lo strumento di
controllo dia in uscita un segnale
corrispondente al nuovo grado di apertura
della valvola occorre portare il controindice
su un valore Θ’0 che differisca dal nuovo
valore desiderato della variabile della
quantità Θ0 – Θ’’.
Ciò equivale a una traslazione uniforme
della retta di lavoro, che dovrà inoltre
passare per il nuovo punto di equilibrio H’.
nuova posizione valvola
20/85
Comportamento di un sistema proporzionale
Lo spostamento della retta di lavoro
comporta una nuova corrispondenza fra
valore della variabile e apertura della
valvola regolatrice. Ciò viene ottenuto
spostando il controindice sulla scala
graduata.
Lo scarto Θ’0 – Θ’ fra indice e controindice
produce nello strumento un segnale di
uscita corrispondente all’apertura della
valvola richiesta dal nuovo punto H’.
Se si volesse riportare l’indice e il
controindice sul valore Θ’, occorrerebbe
spostare meccanicamente il controindice e
portarlo sul valore Θ’, senza interessare la
parte pneumatica dello strumento
(questione puramente estetica).
Il nuovo campo di funzionamento dello strumento è cambiato passando dai limiti Θ1 e Θ2 ai
nuovi limiti Θ’1 e Θ’2.
21/85
Esaminiamo il comportamento di un sistema proporzionale allorché interviene una variazione di
carico.
La portata U di un liquido uscente da un serbatoio viene regolata in modo da mantenere
costante il livello nel serbatoio nonostante l’ingresso I di nuovo liquido.
L’insieme del galleggiante A, del fulcro B e dei levismi relativi realizza una relazione di
proporzionalità diretta fra il livello del liquido nel recipiente e la luce di passaggio della valvola C.
Supponiamo che la portata di ingresso I sia di 50 litri/sec e che la capacità di efflusso della linea
di scarico sia di 50 litri/sec quando la valvola è aperta al 50%.
Riempito il serbatoio in maniera tale che il livello coincida con il valore desiderato quando la
valvola è a metà, le portate si equivalgono e il livello rimane costante.
Comportamento di un sistema proporzionale
I: portata in ingresso
U: portata in uscita
A: galleggiante
B: fulcro
C: valvola
22/85
1) Improvvisamente viene rovesciata nel serbatoio una quantità finita di liquido
Il livello del serbatoio sale momentaneamente. Ciò provoca l’innalzamento del galleggiante e
una maggiore apertura della valvola, con conseguente aumento della portata di uscita.
Smaltita la quantità di liquido introdotta bruscamente, il livello ritorna a coincidere con il valore
desiderato e si ristabiliscono le condizioni iniziali.
2) La portata di ingresso passa da 50 litri/sec al nuovo valore costante di 75 litri/sec
Inizialmente il livello inizia a salire e la valvola si apre sempre più finché non viene raggiunto un
grado di apertura tale da garantire una porta di uscita di 75 litri/sec. Il livello cessa di salire e
rimane ad un valore costante diverso da quello iniziale.
Il sistema regola mantenendo costante la variabile controllata, ma ad un valore diverso dal
valore desiderato: la differenza tra i due livelli è chiamata errore residuo ed è tale da garantire
un’apertura della valvola in grado di smaltire una portata di liquido pari a quella entrante.
Dal lato impiantistico l’errore residuo appare come differenza della variabile controllata dal
valore di set point, mentre dal lato regolazione l’errore residuo si concretizza nella non
coincidenza tra indice e controindice.
Comportamento di un sistema proporzionale
23/85
Variazione di carico
Torniamo alla regolazione di temperatura del
fluido in uscita dallo scambiatore di calore e
supponiamo che, a partire da un certo istante,
la temperatura di ingresso del fluido scaldante
B cali improvvisamente.
Per ottenere una certa temperatura di uscita
del fluido A è necessaria una portata maggiore
di B e quindi una apertura maggiore della
valvola regolatrice.
Ciò corrisponde a una traslazione della retta di
carico nella direzione delle aperture crescenti.
L’intersezione fra la nuova retta di carico e la
retta di lavoro porta il sistema a funzionare nel
nuovo punto di equilibrio H’, caratterizzato da
una temperatura Θ’ < Θ0.
Comportamento di un sistema proporzionale
24/85
Per effetto della variazione di carico,
l’apertura della valvola del 50% non è
più sufficiente a mantenere la variabile
controllata sul valore desiderato. La
temperatura del fluido A comincia
perciò a diminuire fino a raggiungere il
valore Θ’. L’indice dello strumento sulla
scala graduata si allontana dal
controindice della quantità Θ0 – Θ’.
Se si vuole eliminare l’errore (e cioè
riportare l’indice al valore di set point)
occorre traslare la retta di lavoro in
maniera tale da ottenere un nuovo
punto di equilibrio H’’ a temperatura
Θ0. Lo spostamento della retta di
lavoro viene ottenuto spostando il
controindice sulla scala graduata.
Comportamento di un sistema proporzionale
Comp. 1
Comp. 2
Una componente dello spostamento del controindice contrasta, ma non elimina, l’errore residuo;
la restante componente è quella necessaria per eliminare l’errore residuo.
25/85
Riassumendo:
1) Variazione della variabile controllata.
2) Determinazione di un errore residuo.
3) Determinazione di una nuova posizione del controindice per assorbire la variazione
corrispondente all’errore residuo.
4) Determinazione del nuovo punto di regolazione: a regime la posizione di indice e
controindice non sarà coincidente se non in condizioni di progetto (Θ0 ).
Comportamento di un sistema proporzionale
26/85
Variazione dell’errore residuo al variare della banda proporzionale
In figura si vede come, a seguito di
una variazione del carico, l’errore
residuo si riduce al diminuire della
banda differenziale (aumenta la
sensibilità del sistema)
Tuttavia una banda proporzionale
troppo piccola può comportare
problemi di colpi d’ariete o di
controllo in opposizione di fase.
Comportamento di un sistema proporzionale
27/85
Comportamento del sistema a variazioni di carico a gradino
Si consideri una riduzione a gradino del
carico.
Il tipo di risposta del sistema dipende
dall’ampiezza della banda proporzionale
dello strumento:
1) con banda ampia si ha una risposta
sottosmorzata, ma l’errore residuo è
piuttosto grande;
2) con banda stretta si ha un piccolo
scarto ma si evidenziano pendolazioni
della variabile controllata. Aumenta,
inoltre, il tempo che il sistema impiega
a raggiungere la condizione di regime.
Comportamento di un sistema proporzionale
28/85
Correzione manuale per una variazione di carico
In figura è rappresentata la curva di risposta di un processo in cui la variabile, dopo una
variazione di carico, viene riportata sul valore originario spostando opportunamente il
controindice sulla scala dello strumento.
Dall’istante t1 in cui interviene la variazione di carico, la variabile si porta ad un valore che
differisce dal valore desiderato della quantità m (scarto). Per riportare la variabile controllata al
valore originario, all’istante t1 si sposta manualmente il controindice sulla scala graduata di un
opportuno valore m’.
Questa correzione manuale è possibile quando le variazioni di carico del processo non sono
frequenti, altrimenti l’operatore dovrebbe continuamente intervenire sullo strumento.
Comportamento di un sistema proporzionale
29/85
Sfasamento fra variabile e azione correttiva
Lo sfasamento fra variabile ed azione
correttiva dipende dalle caratteristiche del
sistema e, in particolare, dalla frequenza di
oscillazione.
La presenza di ritardi notevoli limita
sensibilmente la possibilità di usare una
banda proporzionale stretta (il ritardo è una
caratteristica intrinseca del sistema).
Riducendo la banda proporzionale, può
accadere, infatti, che lo sfasamento
raggiunga i 180° e che, quindi, errore ed
azione correttiva vengano a trovarsi in
opposizione di fase.
Il problema interessa soprattutto sistemi
caratterizzati da oscillazioni frequenti, che
richiedono strumenti di regolazione sensibili
(cioè con piccola banda proporzionale).
Comportamento di un sistema proporzionale
30/85
La regolazione proporzionale è indicata nei processi caratterizzati da:
1) variazioni di carico piccole perché all’aumentare delle variazioni di carico si assiste ad un
errore residuo maggiore a parità di banda proporzionale;
2) variazioni di carico poco frequenti, in quanto all’aumentare della frequenza l’incidenza del
tempo morto è maggiore e si rischia, nel caso di banda proporzionale relativamente piccola,
di arrivare in opposizione di fase;
3) piccoli ritardi per evitare di arrivare in opposizione di fase;
4) velocità di risposta basse;
5) grande ricettività.
Comportamento di un sistema proporzionale
31/85
Ricettività di un sistema
Si considerino i due serbatoi A e B contenenti lo stesso volume di liquido. Per la stessa
variazione di carico, il livello aumenta di più in A che in B.
Il serbatoio B è più ricettivo rispetto al serbatoio A. Con ricettività si intende il rapporto tra la
quantità di massa/energia introdotta nel processo e la corrispondente variazione della variabile
controllata.
Unità di misura della ricettività:
1) Livello m3
m (variazione di volume contenuto per metro di variazione di livello)
2) Temperatura kJ
°C (variazione di energia termica per °C di variazione di temperatura)
3) Pressione m3
Pa (variazione di volume per Pa di variazione di pressione)
Comportamento di un sistema proporzionale
32/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
33/85
Se si vuole eliminare l’errore residuo si utilizza l’azione integrale.
Uno strumento di regolazione viene detto ad azione integrale quando fa corrispondere fra
l’apertura della valvola regolatrice e il valore istantaneo dell’errore una relazione espressa
dall’equazione:
𝐏 = 𝐏𝟎 + 𝐟 𝐞 𝐭 𝐝𝐭𝐭
𝟎
Occorre conoscere la legge di variazione dell’errore e, poiché si cerca di regolare sempre in un
intorno del set point, tale legge si può considerare lineare.
L’integrale a secondo membro è l’elemento che consente al regolatore di intervenire sull’errore.
La valvola può rimanere in una posizione diversa da quella iniziale anche dopo che la variabile
è tornata al valore desiderato e quindi e = 0.
Perché ciò avvenga occorre che sia f ≠ 0 e e dtt
0≠ 0.
Regolazione integrale
34/85
Velocità di regolazione
La velocità della valvola regolatrice è:
𝐝𝐏
𝐝𝐭= 𝐟 𝐞
La velocità di variazione della posizione dell’attuatore è proporzionale all’errore.
Con la regolazione proporzionale la velocità risultava proporzionale alla derivata dell’errore e si
potevano avere delle variazioni molto rapide dell’otturatore a fronte di variazioni modestissime
dell’errore.
Con la regolazione integrale ciò non avviene: anche con un errore a gradino, la velocità di
intervento rimane costante fino a che l’errore rimane costante.
Nello stesso istante in cui appare lo scostamento dalla variabile controllata, la valvola
regolatrice comincia a muoversi con una velocità pari a dP/dt = f e. Questa velocità rimane
costante per tutto il tempo in cui rimane costante l’errore.
La valvola regolatrice ritornerà nella sua posizione originale soltanto dopo che ci sarà stato un
altro errore di segno opposto al primo e di valore tale che l’area compresa fra l’asse dei tempi e
la curva errore-tempo sia uguale a quella corrispondente alla prima deviazione della variabile.
Regolazione integrale
35/85
1) Errore a gradino
L’errore a gradino determina una
variazione lineare dell’apertura
della valvola a velocità costante
fino a che l’errore non si annulla;
nel momento in cui l’errore si è
annullato la valvola si trova nella
posizione P ≠ P0.
2) Errore sinusoidale
Con un errore sinusoidale di tipo
seno, la velocità è ancora
sinusoidale di tipo seno, mentre la
posizione di apertura della valvola
è descritta dalla funzione –coseno.
Regolazione integrale
Risposta di uno strumento di regolazione ad azione integrale
36/85
L’integrale è una somma di termini che
mantiene traccia della storia dell’errore
fin dal tempo iniziale t0 = 0.
La comparsa di un errore a gradino,
comporta un’apertura continua di tipo
lineare della valvola fino all’annullamento
dell’errore.
Non essendo nullo il termine e(t)t
0dt la
valvola si trova una posizione diversa da
quella di partenza P0.
Nel caso in cui si verifichi negli istanti
successivi un errore come quello
proposto in figura, la valvola torna a
posizionarsi nella posizione di partenza.
Regolazione integrale Ritorno della valvola nella posizione originale
37/85
Regolazione integrale
Fattore di velocità
Si definisce fattore di velocità la percentuale dell’escursione della valvola al minuto P
t∙ 100 per
variazione percentuale della variabile e ∙ 100 rispetto al range dello strumento.
Azione integrale: P = P0 + f e dtt
0
se e = cost : P = P0 + f e t
se P0 = 0 : P = f e t
𝐟 =𝐏
𝐞 𝐭= fattore di velocità
38/85
Regolazione integrale
Risposta di un processo munito di regolazione integrale al variare del fattore di velocità
Si consideri il caso tipico di una variazione di
carico a gradino.
Quanto maggiore è il fattore di velocità dello
strumento, tanto più grande è la tendenza del
sistema a produrre oscillazioni.
Con l’aumentare del fattore di velocità, l’azione
correttiva si fa sempre più brusca e la
regolazione integrale si fa sempre più vicina ad
una regolazione a due posizioni. L’entità delle
oscillazioni per un dato valore del fattore di
velocità dipende dalle caratteristiche del
processo e dai ritardi del sistema. Un fattore
di velocità alto è vantaggioso e può essere
adottato quando la velocità di reazione del
processo è alta e i ritardi sono piccoli.
In genere è conveniente adottare un fattore di velocità tale per cui la curva di risposta risulti
leggermente sottosmorzata in modo che la variabile ritorni sul valore desiderato in un tempo
relativamente breve e senza troppe oscillazioni.
39/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
40/85
Regolazione proporzionale più integrale
Se si dovessero verificare variazioni di carico grandi e improvvise, l’azione correttiva di una
regolazione integrale potrebbe risultare troppo lenta e l’errore persisterebbe per un tempo
eccessivo. La velocitò di spostamento della valvola regolatrice risulta infatti direttamente
proporzionale all’entità dell’errore, per cui la sua azione correttiva diviene efficace solo dopo che
l’errore ha assunto una certa consistenza.
Per compensare tempestivamente squilibri improvvisi l’azione integrale viene usata in
combinazione con una azione regolatrice proporzionale, più rapida.
Nella regolazione proporzionale la velocità di spostamento della valvola regolatrice è
proporzionale alla velocità di variazione dell’errore dP
dt=
1
b
de
dt.
Se quindi se la deviazione della variabile dal valore desiderato avviene rapidamente, altrettanto
rapidamente interviene l’azione correttiva.
41/85
Regolazione proporzionale più integrale In una regolazione ad azione proporzionale più integrale (P.I.) la relazione fra errore e
correzione è la seguente:
𝐏 = 𝐏𝟎 +𝐞
𝐛+ 𝐡 𝐞 𝐝𝐭
𝐭
𝟎
Si definisce velocità di integrazione (reset rate) il rapporto r =P T
B=
P
T B
esprime di quante volte, nell’unità di tempo, la variazione nella posizione dell’elemento finale di
controllo dovuto all’azione integrale (P) ripete quella dovuta alla sola azione proporzionale (B).
La velocità di integrazione viene, perciò, generalmente espressa in ripetizioni al minuto.
La velocità di integrazione in uno strumento di regolazione ad azione P.I. viene predisposta al
valore desiderato con un aggiustamento manuale; essa determina la pendenza della curva del
segnale di uscita ed è indipendente sia dalla deviazione della variabile controllata che dalla
ampiezza della banda proporzionale.
42/85
Regolazione proporzionale più integrale
Con la sola regolazione proporzionale si
avrebbe una variazione a gradino della
posizione dell’elemento di controllo la cui
entità dipende dell’errore e della banda
proporzionale adottata.
Con la sola regolazione integrale si avrebbe
un andamento lineare dell’apertura.
Sommando i due effetti, immediatamente
alla comparsa dell’errore si ha il contributo
della regolazione proporzionale che porta
l’elemento di controllo in posizione P1; non
essendo nullo l’integrale e t dtt
0, la
regolazione integrale, fa si che la valvola
continui ad aprirsi fino alla scomparsa
dell’errore. Il contributo proporzionale viene meno nel momento in cui l’errore si annulla, mentre il
contributo integrale mantiene la valvola in una posizione diversa da quella originaria.
Risposta di uno strumento di regolazione ad azione proporzionale più integrale
43/85
Regolazione proporzionale più integrale Si dimostra facilmente che la costante h che compare nell’equazione dell’azione P.I. è data da:
𝐡 = 𝐫/𝐛
dove r è la velocità di integrazione in ripetizioni per unità di tempo e b è la banda proporzionale
dello strumento.
Riferendosi alla figura precedente in cui interviene un errore a gradino E, si ha infatti:
• regolaz. proporzionale → P1 = P0 +E
b
• regolaz. proporzionale + integrale → P2 = P0 +E
b+ h E dt
t
0
P2 = P1 + h E t
r =P2 − P1
P1 − Po t La velocità di integrazione, secondo la definizione che abbiamo dato, risulta:
Sostituendo i valori di P2 − P1 e P1 − P0 si ottiene: r =h E t
Eb
t= b h 𝐡 =
𝐫
𝐛
L’equazione di un regolatore ad azione P.I. risulta pertanto: 𝐏 = 𝐏𝟎 +𝐞
𝐛+
𝐫
𝐛 𝐞 𝐝𝐭
𝐭
𝟎
44/85
Regolazione proporzionale più integrale
Esercizio
In un sistema di regolazione P.I. la banda proporzionale e la velocità di integrazione
dello strumento di controllo sono rispettivamente del 20% e di 0,5 ripetizioni/minuto.
In condizioni progettuali di funzionamento l’apertura della valvola regolatrice è del
50%.
Determinare il grado di aperture della valvola regolatrice dopo che sono trascorsi 2
minuti dal momento in cui la variabile controllata ha subito una deviazione permanente
dal valore desiderato pari al 3% del campo di funzionamento dello strumento.
Se, per esempio, il segnale in uscita dovuto alla sola azione
proporzionale fosse uguale al 3% del valore di fondo scala (es. 15 psi),
con un’azione integrale pari a 1 ripetizione/minuto il segnale di uscita
aumenterà ancora ogni minuto del 3% del valore di fondo scala; con
un’azione integrale di 2 ripetizioni/minuto il segnale in uscita aumenterà
ancora ogni minuto del 6% del valore di fondo scala e così via.
45/85
Regolazione proporzionale più integrale
Dati:
b = 0,20
r = 0,5 ripetizioni/min
P0 = 0,5
e = 0,03
t = 2 min
Soluzione:
P = P0 +e
b+
r
b e dt
t
0
= P0 +e
b+
r
b e t
P = 0,5 +0,03
0,2+
0,5
0,2∙ 0,03 ∙ 2 = 0,8
( Con sola reg. proporzionale: P = 0,50 +0,03
0,2= 0,65 )
Si conclude perciò che per un errore pari al 3% del campo di funzionamento persistente per 2
minuti, lo strumento di regolazione fa variare il grado di apertura della valvola regolatrice dal
50% all’80%.
L’apertura della valvola dovuta alla sola azione proporzionale sarebbe stata del 65%.
46/85
Regolazione proporzionale più integrale
Sistema di regolazione pneumatico ad azione proporzionale più integrale
47/85
In un sistema di regolazione pneumatico ad azione P.I. sono presenti un soffietto ad azione
integrale (I) e un soffietto ad azione proporzionale (B).
Nelle normali condizioni di funzionamento la pressione dell’aria nei due soffietti è la stessa ed è
uguale alla pressione all’attuatore. Grazie alla presenza della valvola a spillo (R), il soffietto
integrale (I) non si accorge immediatamente di una eventuale variazione della variabile di
processo ed interviene in ritardo rispetto al soffietto proporzionale (B).
Supponiamo che ad un certo istante avvenga una variazione della variabile di processo tale da
provocare un allontanamento della paletta dall’ugello. Attraverso l’azione del relay la pressione
in uscita diretta all’attuatore aumenta. Il soffietto proporzionale (B), avvertendo un aumento di
pressione, agisce dilatandosi tentando di ravvicinare la paletta all’ugello.
Piano piano, attraverso la resistenza (R), l’aria comincia a passare gradualmente anche verso il
soffietto integrale (I), provocando un nuovo allontanamento della paletta dall’ugello.
Ciò comporta un nuovo aumento di pressione nel soffietto proporzionale (B) e, quindi, il ciclo si
ripete con continuità provocando un graduale aumento della pressione all’attuatore fino al
raggiungimento di una situazione di equilibrio.
La valvola regolatrice varia gradualmente il suo grado di apertura apportando al processo
l’azione correttiva per riportare la variabile di processo al valore desiderato.
Regolazione proporzionale più integrale
48/85
Quando la variabile torna a coincidere con il valore di set point, la paletta riassume la posizione
originaria e i soffietti si trovano entrambi alla pressione dell’attuatore. Tale pressione è quella
corrispondente all’apertura della valvola regolatrice necessaria a mantenere la variabile al
valore desiderato malgrado la nuova condizione di carico del processo
Il soffietto integrale consente all’azione proporzionale di ripetere se stessa.
L’intensità dell’azione integrale viene regolata variando opportunamente la resistenza variabile
(R). Di solito ciò avviene modificando la luce di passaggio di una valvola a spillo, agendo su una
manopola posizionata su una scala graduata. Generalmente la scala va da 0 a 50 ripetizioni al
minuto.
Se la valvola a spillo è completamente aperta, la resistenza variabile è nulla, le pressioni nei
due soffietti sono sempre equilibrate e ci si riduce ad una regolazione a due posizioni (infinite
ripetizioni al minuto).
Se la valvola a spillo è completamente chiusa, la linea di comunicazione tra i due soffietti è
chiusa e si torna ad una regolazione proporzionale (zero ripetizioni al minuto).
Regolazione proporzionale più integrale
49/85
Regolazione proporzionale più integrale Esercizio
Supponiamo che il sistema sia inizialmente in equilibrio con una pressione sulla valvola di
controllo di 7 psig. La stessa pressione agisce nei due soffietti proporzionale e integrale:
pI = pB = 7 psig.
Supponiamo che, in seguito ad una variazione di carico, la pressione sulla valvola regolatrice
necessaria a mantenere la variabile controllata sul valore desiderato divenga 11 psig.
La variazione di carico provoca una deviazione iniziale della variabile, che supponiamo pari al
6% del campo di funzionamento di uno strumento avente banda proporzionale del 30%.
La variazione corrispondente della pressione in uscita dovuta all’azione proporzionale è uguale
a:
Δpu =0,06
0,3= 0,2
ossia pari al 20% del campo di variazione della pressione in uscita.
Poiché la pressione in uscita varia da 3 a 15 psig, con una escursione di 12 psig, la variazione
di pressione dovuta all’azione proporzionale risulta:
Δpu = 0,2 ∙ 12 = 2,4 psig
50/85
Regolazione proporzionale più integrale
Per effetto dell’azione proporzionale, la pressione sulla valvola regolatrice passa quindi da 7 a
9,4 psig.
Anche la pressione nel soffietto proporzionale diviene uguale a 9,4 psig e, quindi, ai due lati
della resistenza (R) si viene a creare una differenza di pressione pari a 2,4 psig:
PB = 9,4 psig → ΔpR = 9,4 − 7 = 2,4 psig
Ciò provoca un flusso di aria dal soffietto proporzionale a quello integrale. La pressione nel
soffietto integrale comincia ad aumentare provocando un graduale allontanamento della paletta
dell’ugello. Ne consegue un ulteriore aumento della pressione di uscita e quindi il ripristinarsi
della differenza di pressione fra i due soffietti.
Il fenomeno si ripete con costante aumento della pressione di uscita e si arresta soltanto
quando vengono raggiunti gli 11 psig.
A questo punto la valvola regolatrice ha raggiunto l’apertura sufficiente a ristabilire nel processo
le condizioni iniziali per cui la variabile controllata torna a coincidere con il valore desiderato. La
paletta riassume la posizione iniziale davanti all’ugello mentre nei due soffietti si stabilisce la
stessa pressione di uscita che agisce anche sulla valvola regolatrice pu = pI = pB = 11 psig.
51/85
Regolazione proporzionale più integrale Risposta di un processo munito di regolazione proporzionale più integrale
52/85
I valori più alti della velocità di integrazione vengono usati generalmente in quei processi che
hanno una velocità di risposta elevata e piccoli ritardi, come il controllo della portata di un fluido.
Nei sistemi di controllo della temperatura e in altri processi a risposta lenta, vengono adottate
basse velocità di integrazione per evitare di produrre oscillazioni.
Per rallentare l’azione correttiva adeguandola alla velocità di reazione del processo, occorre
aumentare la banda proporzionale e ridurre la velocità di integrazione. Tuttavia, in questo modo
la variabile ritorna molto lentamente al valore desiderato.
Se la deviazione della variabile controllata dal valore desiderato persiste per molto tempo (es.
avviamento di un impianto), può accadere che la valvola regolatrice raggiunga una posizione
limite fermandosi in apertura totale o chiusura totale. Da questo momento in poi il sistema cessa
ogni azione di regolazione. Il segnale di uscita rimane invariato finché l’errore non cambia
segno, ossia finché la variabile controllata non è passata dall’altro lato del valore desiderato.
La regolazione P.I. è in grado di reagire efficacemente in processi con ampie e frequenti
variazioni del carico, mentre risulta meno indicata per processi caratterizzati da tempi morti e
ritardi rilevanti.
Regolazione proporzionale più integrale Effetto della velocità di integrazione e dell’ampiezza della banda proporzionale sulla
risposta di un sistema di regolazione ad azione proporzionale più integrale
53/85
Regolazione proporzionale più integrale
Effetto della velocità di integrazione
sulla risposta di un sistema di
regolazione ad azione proporzionale
più integrale
Effetto dell’ampiezza della banda
proporzionale sulla risposta di un sistema
di regolazione ad azione proporzionale
più integrale
54/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
55/85
Azione derivativa
Nel caso di processi in cui siano presenti tempi morti e ritardi notevoli, la regolazione ad azione
proporzionale più integrale risulta di difficile attuazione.
Uno strumento di regolazione ad azione derivativa, realizza una relazione lineare di
proporzionalità fra il segnale di uscita e la velocità di variazione del segnale errore di ingresso:
𝐏 = 𝐏𝟎 + 𝐦𝐝𝐞
𝐝𝐭
La regolazione derivativa non intraprende nessuna azione correttiva finché l’errore rimane
costante, a prescindere dalla sua entità. Con errori di piccola entità ma frequenza elevata
(rumore, vibrazioni, …) si possono avere interventi rilevanti, mentre con errori grandi ma
costanti nel tempo, l’azione di correzione è nulla. Pertanto, difficilmente si incontra una
regolazione puramente derivativa.
La velocità di spostamento dell’elemento finale di controllo si ottiene differenziando l’equazione
data:
dP
dt= m
d2e
dt2
Regolazione derivativa
56/85
Risposta di uno strumento di regolazione ad azione derivativa
Regolazione derivativa
57/85
Azione proporzionale più derivativa
L’azione derivativa da sola non viene mai adottata
negli strumenti di regolazione in quanto essa non
reagisce in nessun modo a una deviazione costante
della variabile comunque grande essa sia. Di solito
l’azione derivativa viene impiegata in combinazione
con quella proporzionale e integrale. L’equazione di
un regolatore ad azione proporzionale più derivativa
si ottiene combinando le rispettive relazioni:
𝐏 = 𝐏𝟎 +𝐞
𝐛+ 𝐦
𝐝𝐞
𝐝𝐭
Regolazione derivativa
L’azione derivativa provoca un rapido spostamento della valvola regolatrice di valore maggiore
rispetto a quello che si avrebbe con la sola azione proporzionale. Questa brusca apertura della
valvola apporta al processo una forte azione correttiva iniziale che contrasta immediatamente il
movimento di allontanamento della variabile dal valore desiderato.
Successivamente, man mano che la velocità di incremento dell’errore diminuisce, l’azione
derivativa si attenua sempre di più fino ad annullarsi completamente quando l’errore diventa
costante. A questo punto lo strumento di regolazione funziona con la sola azione proporzionale.
58/85
Nel caso di regolazione proporzionale: P − P0 =e t2
b
Nel caso di regolazione proporzionale più derivativa: P − P0 =e t1
b+ m
de
dt t1
Supponendo di approssimare la curva e(t) ad un tratto rettilineo (per un breve tratto è sempre
possibile) e t = k t
P − P0 =k t2
b=
k t1b
+ m k
Calcolo di m
Il coefficiente di proporzionalità m che esprime l’entità
dell’azione derivativa, viene generalmente scritto sotto
la forma:
m =q
b
b è la banda proporzionale dello strumento;
q è una grandezza caratteristica chiamata tempo di
derivazione ed espressa in unità di tempo; il suo
valore serve a indicare quantitativamente l’entità
dell’azione derivativa.
Regolazione derivativa
59/85
Per cui m =t2−t1
b
Essendo m =q
b si ha: q = t2 − t1
Regolazione derivativa
L’azione derivativa al tempo t1, corrisponde
alla stessa azione che si avrebbe con la sola
regolazione proporzionale ad un istante t2
successivo a t1.
L’azione derivativa è un’azione di previsione.
Si ha previsione perché si sostituisce la curva
dell’errore ad un certo istante con la sua
derivata (supponendo l’errore lineare). Più
l’errore ha andamento lineare nel tempo e più
è lecito prevedere per tempi lunghi.
Variazioni veloci → tempi di derivazione piccoli
Variazioni lente → tempi di derivazione anche
grandi
60/85
Effetto azione derivativa
L’azione derivativa tende a livellare la curva
secondo un andamento parallelo all’asse dei
tempi:
• quando la variabile controllata sale,
l’azione derivativa tende ad opporsi alla
salita. Tale opposizione è tanto più forte
quanto più si è vicini al valore di set point;
• se la variabile controllata scende, l’azione
derivativa tende a farla scendere più
lentamente.
Regolazione derivativa
All’azione derivativa non interessa l’entità dell’errore. Essa Interviene soltanto in caso di
variazione dell’errore e si oppone a tale variazione, stabilizzando la curva.
tende unicamente a stabilizzare la curva, opponendosi alle variazioni.
61/85
Consideriamo il caso in cui la variabile controllata
si stia allontanando dal valore desiderato,
diminuendo con velocità costante, tale da
passare dal punto A al punto B in 2 minuti. La
posizione della valvola regolatrice dovuta alla
sola azione proporzionale è determinata dal
punto corrispondente lungo la retta di lavoro.
Allo stesso istante, supponendo di predisporre il
tempo di derivazione a 2 minuti, l’apertura della
valvola regolatrice, per effetto dell’azione
proporzionale e derivativa combinate, risulta
uguale a quella che la sola azione proporzionale
avrebbe provocato due minuti più tardi, ossia
quando la temperatura fosse giunta in C.
Regolazione derivativa Effetto dell’azione derivativa quando la variabile controllata si allontana dal valore
desiderato
Il risultato complessivo delle due equazioni equivale a un’azione proporzionale immaginaria con
banda proporzionale più stretta di quella effettiva (retta di lavoro tratteggiata).
P − P0 =e
b+
q
b
de
dt
62/85
Consideriamo ora il caso in cui la variabile
controllata si stia avvicinando al valore
desiderato. Aumentando con velocità costante
essa passa dal punto A al punto B in 2 minuti.
Per effetto dell’azione derivativa l’apertura
complessiva della valvola in corrispondenza
del punto A è uguale a quella che la sola
azione proporzionale provocherebbe due
minuti più tardi, cioè quando la temperatura è
in B.
Regolazione derivativa Effetto dell’azione derivativa quando la variabile controllata si avvicina al valore
desiderato
Ne risulta pertanto che i punti di funzionamento dovuti all’azione proporzionale e derivativa
combinate, corrispondono a quelli di un’azione proporzionale immaginaria con una banda
proporzionale più ampia di quella effettiva (retta di lavoro tratteggiata).
P − P0 =e
b+
q
b
de
dt
63/85
Regolazione derivativa
Si può pertanto concludere dicendo che quando la
deviazione della variabile controllata dal valore
desiderato sta aumentando, l’azione derivativa
equivale a una diminuzione della banda
proporzionale dello strumento. L’azione di controllo
risulta pertanto più sensibile ed energica e le
deviazioni della variabile sono contenute entro limiti
più stretti
Quando invece la deviazione della variabile sta
diminuendo, l’azione derivativa equivale a un
allargamento della banda proporzionale. L’azione
correttiva viene attenuata e si riduce la possibilità
che la variabile oltrepassi il valore desiderato
provocando il nascere di oscillazioni.
Effetto dell’azione derivativa P − P0 =
e
b+
q
b
de
dt
64/85
Regolazione derivativa Banda proporzionale fittizia
L’azione proporzionale più derivativa è espressa come: P − P0 =e
b+ m
de
dt
E’ possibile scrivere:
e
b P − P0= 1 −
m
P − P0
de
dt
P − P0 =e
b 1 −m
P − P0
dedt
=e
b′
Si introduce la banda proporzionale fittizia b’ da confrontare con quella del regolatore
proporzionale b:
b′ = b 1 −m
p − p0
de
dt
65/85
Regolazione derivativa La banda proporzionale fittizia b’ è la banda proporzionale della sola regolazione proporzionale
corretta da tre fattori:
• m è il coefficiente che esprime l’azione diretta o inversa della correzione.
• m > 0 azione derivativa diretta
• m < 0 azione derivativa inversa
• P − P0 è la distanza fra la posizione attuale della valvola e la posizione di design.
•de
dt è la velocità di variazione dell’errore (può essere positiva o negativa).
Se:
1)m
p−p0
de
dt= 0 → banda fittizia pari alla banda proporzionale: b′ = b
2)m
p−p0
de
dt> 0 → banda fittizia più stretta della proporzionale: b′ > b
3)m
p−p0
de
dt< 0 → banda fittizia più larga della proporzionale: b′ > b
66/85
Regolazione derivativa
L’azione derivativa risulta vantaggiosa nella regolazione dei processi con elevata velocità di
risposta. In essi le deviazioni della variabile avvengono rapidamente e poiché il segnale
derivativo è proporzionale alle velocità di variazione dell’ errore, ne risulta un’azione
particolarmente efficace.
Generalmente negli strumenti di regolazione il tempo di derivazione arriva al massimo a circa
10 minuti. L’azione derivativa, pertanto, è efficace in quei casi in cui un anticipo massimo di 10
minuti nel posizionamento dell’elemento finale di controllo ha un effetto apprezzabile.
Ciò si verifica in pratica per i processi nei quali la costante di tempo non sia superiore alle 2 o 3
ore.
Nei processi in cui la costante di tempo è maggiore alle 2 o 3 ore, la velocità di variazione
dell’errore è troppo bassa per generare un segnale derivativo tale da agire efficacemente sul
processo. Esempi di processi di questo tipo sono rappresentati, per esempio, dai grandi forni
per i trattamenti metallici. In questi casi l’azione derivativa risulta praticamente inutile.
Ci sono inoltre alcuni casi in cui l’azione derivativa può risultare addirittura dannosa. Ciò si
verifica in quei processi molto disturbati nei quali i disturbi sono del tutto casuali e di brevissima
durata.
67/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
68/85
La relazione che lega l’errore al segnale in uscita è:
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Da notare che:
• con la regolazione proporzionale si ha
un’azione inversa e l’apertura della valvola ha
un andamento analogo a quello dell’errore,
scalato del coefficiente 1/b;
• Il contributo dell’azione integrale è tale da
mantenere una posizione della valvola diversa
da quella di partenza, anche quando il valore
della variabile torna al valore di set point;
• nell’azione derivativa i massimi si hanno in
corrispondenza dei flessi della curva dell’errore.
1) banda proporzionale, b
2) reset rate, r
3) tempo di derivazione, q
𝐏 = 𝐏𝟎 +𝐞
𝐛+
𝐫
𝐛 𝐞 𝐝𝐭
𝐭
𝟎
+𝐪
𝐛
𝐝𝐞
𝐝𝐭
Le variabili da settare sullo strumento sono 3:
69/85
Esempio numerico:
In un sistema di regolazione, i valori di predisposizione dello strumento sono: banda
proporzionale del 30%, velocità di integrazione pari a 0,5 ripetizioni al minuto, tempo di
derivazione di 0,3 minuti.
Partendo da un’apertura della valvola regolatrice del 50%, calcolare il grado di apertura della
stessa dopo che è trascorso 1 minuto dall’istante in cui la variabile ha cominciato a subire una
deviazione dal valore desiderato, espressa dall’equazione e t = 0,06 t .
(La variabile controllata si allontana dal valore desiderato; al termine dell’azione correttiva dello
strumento, la variabile ritorna peraltro a coincidere con esso per effetto dell’azione integrale che
fa assumere alla valvola regolatrice una apertura finale adeguata al nuovo valore di carico.)
Dati:
P0 = 0,5
q = 0,3 min
e = 0,06 t
b = 0,3
r = 0,5 ripetiz./min de
dt= 0,06
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
70/85
Soluzione:
P = P0 +e
b+
r
b e dt
t
0
+q
b
de
dt= 0,5 +
0,06 ∙ 1
0,3+
0,5
0,3∙ 0,06 ∙
1
2− 0 +
0,30
0,30× 0,06 = 0,81
Cioè dopo 1 minuto l’apertura della valvola è passata dal 50% all’81%.
Se la banda proporzionale fosse stata del 100% avremmo avuto:
P = P0 +e
b+
r
b e dt
t
0
+q
b
de
dt= 0,5 +
0,06 ∙ 1
1+
0,5
1∙ 0,06 ∙
1
2− 0 +
0,30
1× 0,06 = 0,593
Il grado di apertura corrispondente a ciascuna azione è, nei due casi:
Banda
proporzionale
apertura
iniziale
azione
proporzionale
azione
integrale
azione
derivativa
totale
b = 0,3 50% 20% 5% 6% 81%
b = 1 50% 6% 1,5% 1,8% 59,3%
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
71/85
Regolatore pneumatico PID
Il regolatore pneumatico PID ha una ulteriore
valvola a spillo R1.
Con R1 chiusa si torna alla regolazione a
due posizioni.
Con R1 leggermente aperta, le variazioni di
pressione all’uscita del relay, arrivano ai
soffietti B ed I ritardati dalla presenza di R1.
L’anticipo fornito dall’azione derivativa si
concretizza nel ritardare la retroazione dei
due soffietti. Il ritardo di flusso che fa sì che
in fase iniziale l’azione proporzionale e quella
integrale siano nulle e si regoli a due
posizioni.
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
72/85
Realizzazione di un regolatore proporzionale
Controllo di livello con galleggiante
Il sistema è di tipo proporzionale e ad azione inversa:
P = P0 +e
b
Y = −a
b X
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
73/85
Il sistema è costituito da una pompa ad
ingranaggi dotata di sfioro. Una valvola a due vie
con molla tarata garantisce la corretta pressione
di mandata (es: 200 bar). In caso di
sovrapressioni si apre e scarica il fluido nel
serbatoio. A valle si ha un distributore a cassetti,
con un entrata centrale per l’olio e due uscite,
una superiore ed una inferiore. Se il cassetto è
centrato le due uscite sono chiuse e l’olio
ricircola verso il serbatoio.
Realizzazione di un regolatore integrale
Centralina idraulica oleodinamica e cassetti di distribuzione (es: servocomando del freno)
Nel momento in cui il livello monitorato si alza, il cassetto si alza in maniera solidale.
Si apre la luce superiore di scarico che consente l’ingresso dell’olio nella parte superiore del
servomotore idraulico. L’otturatore della valvola viene spinto verso il basso e l’azione di chiusura
persiste fintanto che il livello non è tornato ad essere quello di set point, unica condizione per
cui la posizione del cassetto è centrata (l’azione integrale persiste finché persiste l’errore, anche
se piccolo).
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
74/85
La velocità del punto Y può essere scritta come:
dY
dt= K1Q
dove Q è la portata di olio.
Q = K2 X
Per cui, sostituendo e posto K =K1+K2:
dY
dt= −K X
→ Y = − K Xt
odt
P = P0 +r
b e dt
t
0
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
75/85
L’azione derivativa sfrutta forze di tipo viscoso.
Un cilindro tenuto da due molle è riempito di olio.
Se il livello si alza, il pistone tende a scendere.
L’olio trafila dalla camera inferiore alla camera
superiore. A causa della viscosità dell’olio il
passaggio non avviene immediatamente ma
richiede un certo tempo.
Ciò fa sì che appena il pistone si abbassa, tutto il
cilindro lo segue, non essendo l’olio ancora
trafilato. Le molle tendono poi a riporta il cilindro
alla posizione originaria, e l’olio si sposta da una
camera all’altra.
Y = −KdX
dt
Realizzazione di un regolatore derivativo
Controllo di livello con galleggiante:
P = P0 +e
b+
r
b e dt
t
0
+q
b
de
dt
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
76/85
Tabella riassuntiva
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
77/85
Regolazione proporzionale
Comportamento di un sistema proporzionale
Agenda
Regolazione integrale
Regolazione proporzionale più integrale
Regolazione proporzionale, integrale e derivativa
Regolazione derivativa
Messa a punto dei regolatori
78/85
1) Divisione secondo il tipo di funzionamento: formule empiriche di D.W. Pessen
È necessario individuare la banda proporzionale di pendolazione (BPp), cioè la banda
proporzionale corrispondente al sorgere delle oscillazioni permanenti.
Corrispondente, il tempo impiegato dalla variabile per compiere una oscillazione completa viene
definito periodo di pendolazione (Pp).
a. Impianti con preminente fase di avviamento
b = 5 BPp , r =3 ripetizioni
Pp , q =
Pp
2
b. Impianti a funzionamento prevalentemente continuo
b = 3 BPp , r =2 ripetizioni
Pp , q =
Pp
3
Messa a punto dei regolatori
79/85
Messa a punto dei regolatori
2) Divisione secondo il tipo di regolazione: formule empiriche Ziegler e Nichols
a) azione proporzionale: b =BPp
0,5= 2 BPp
b) azione proporzionale e integrale: b =BPp
0,45 , r =
1,2 ripetizioni
Pp
c) azione proporzionale, integrale e derivativa: b =BPp
0,6 , r =
2 ripetizioni
Pp , q =
Pp
8
Si noti come con la sola azione proporzionale si cerca di evitare la pendolazione con un
coefficiente di sicurezza pari a 2.
Passando all’azione proporzionale più integrale non deve sorprendere che la banda
proporzionale aumenti perché è presente anche il contributo integrale.
Nel caso PID si può ridurre la banda proporzionale perché l’azione derivativa rende più stabile
l’azione proporzionale.
È bene ripetere che tanto le formule di Pessen che quelle di Ziegler e Nichols, danno dei valori
orientativi i quali devono essere affinati in base ai risultati pratici ottenuti.
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Messa a punto dei regolatori
La maggioranza dei processi industriali rientra nella
categoria dei processi con autoequilibrio.
A seconda della durata e del grado di smorzamento
del periodo transitorio, i processi con autoequilibrio
possono poi suddividersi in:
• processi di ordine 0;
• processi di ordine 1;
• processi di ordine 2;
• processi con tempo morto;
• processi di ordine superiore.
L’ordine del processo corrisponde all’ordine dell’equazione differenziale che descrive
matematicamente la risposta transitoria del processo stesso. Così, un processo di ordine 2
presenta una risposta transitoria espressa da una equazione differenziale di 2° ordine.
La risposta transitoria risulta tanto più ’’rallentata’’ quanto maggiore è l’ordine che
contraddistingue il processo. Questo rallentamento può essere assimilato ad un tempo morto
tanto più quanto è alto l’ordine del processo.
Questa circostanza consente di sostituire, con buona approssimazione, la risposta transitoria di
un processo di ordine superiore con quella di un processo di ordine 1 con autoequilibrio e
tempo morto.
Risposta transitoria di un processo di
ordine1 con autoequilibrio e tempo morto:
Ordine di un processo
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Messa a punto dei regolatori
È così possibile semplificare la caratterizzazione
del comportamento di un processo di ordine
superiore con autoequilibrio, essendo infatti
sufficiente conoscere soltanto i seguenti tre fattori
caratteristici: il fattore di amplificazione Vs, la
costante di tempo Ts ed il tempo morto
equivalente Tt.
La determinazione di questi fattori si ricava dalla
risposta transitoria del processo.
Il tempo morto equivalente Tt è pari al segmento
intercettato sull’asse dei tempi dalla tangente alla
curva della risposta transitoria nel punto di flesso F.
Determinazione dei fattori caratteristici di un processo di ordine superiore sulla base
dell’andamento della risposta transitoria
La costante di tempo Tt risulta invece individuata dall’intersezione della stessa tangente con la
linea orizzontale corrispondente al nuovo stato di equilibrio.
La validità di questa approssimazione è tanto più grande quanto maggiore è l’ordine del
processo.
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Messa a punto dei regolatori 3) Criterio pratico per la valutazione del grado di difficoltà della regolazione
Partendo da tempo morto e costante di tempo, è possibile caratterizzare la difficoltà di
regolazione di un sistema:
a)𝑻𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒐
𝑪𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐<
𝟏
𝟏𝟎 : la regolazione del processo si può ritenere facile.
b)𝑻𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒐
𝑪𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐≃
𝟏
𝟔 : il processo si può considerare ancora sufficientemente regolabile.
c)𝑻𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒐
𝑪𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐>
𝟏
𝟑 : la regolazione del processo è difficile.
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Messa a punto dei regolatori 4) Metodo della curva di reazione (Ziegler-Nichols)
Una volta disegnata la curva di reazione che è la variazione libera del sistema (cioè escludendo
la regolazione) ad una variazione a gradino del carico o dell’alimentazione, si valuta se la
regolazione è più o meno semplice tramite il metodo di Ziegler-Nichols.
N = tangente massima (coeff. angolare
nel punto di flesso)
L = ritardo (tempo morto equivalente)
A = valore della variabile all’istante in cui è
stata prodotta la variazione di carico (o di
alimentazione)
∆P = Variazione percentuale del carico (o
del grado di apertura della valvola di
regolazione)
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• Regolazione proporzionale:
b =N L
∆P
• Regolazione proporzionale e integrale:
b =1,1 N L
∆P , r =
0,3
L ripetizioni minuto
Messa a punto dei regolatori
• Regolazione proporzionale, integrale e derivativa:
b =0,83 N L
∆P , r =
0,5
L ripetizioni minuto , q = 0,5 L minuti
Corso di Strumentazione e Automazione Industriale
Laurea Magistrale
Modulo 3
Regolazione proporzionale, integrale, derivativa
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Dott. Ing. Marco Pellegrini
Dott. Ing. Michele Gambuti
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna