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Allegato “D”
PROGETTO DI RICERCA MODELLO DI PRESENTAZIONE Ce.Mi.S.S. Premessa
Il progetto di ricerca si riferisce a una serie di attività correlate tra loro e
finalizzate alla scoperta, o alla produzione, di nuove conoscenze secondo i
canoni comunemente accettati dalle varie scienze e discipline.
Il progetto di ricerca deve essere aderente ai parametri della valutazione della
Qualità della Ricerca (VQR) adottati dall’Agenzia nazionale di valutazione del
sistema universitario e della ricerca (ANVUR).
La redazione di un progetto di ricerca deve esplicitare in maniera ben chiara la
“domanda della ricerca” (una sola e circoscritta all’analisi di un singolo
fenomeno), la metodologia di ricerca e quali risultati sono attesi dalla
committenza.
Si evidenzia, inoltre, che:
- la ricerca non è analisi né intelligence,
- i risultati derivanti dai dati raccolti e analizzati devono essere misurabili,
- la ricerca deve essere ripetibile
- la domanda della ricerca deve essere originale (non deve essere presente in
letteratura altro studio che risponda alla domanda della ricerca). In
alternativa, se in letteratura fosse già presente una ricerca rispondente alla
stessa domanda della ricerca, dovrà essere esplicitato perché si intende
procedere con un nuovo progetto di ricerca (aggiornamento, comparazione,
confutazione, ecc.);
- la ricerca può avere carattere “previsionale” (analisi predittiva) solo se
corredata di “modello di analisi previsionale” (Forecast Data Analysis).
Allegato “D”
Struttura della “Scheda per Progetto di Ricerca”
1. TITOLO del progetto di ricerca:
2. SOMMARIO del progetto di ricerca (Descrizione in breve del progetto (max
1 pagina):
3. DESCRIZIONE del progetto di ricerca (Progetto nel dettaglio):
3.1. Razionale. Deve evidenziare le motivazioni che supportano la scelta del
progetto: Ipotesi/Breve stato dell’arte/giustificazione
teorica/originalità.
3.2. Obiettivi e finalità del progetto di ricerca (molto schematico, da cui si
evinca chiaramente lo scopo, in modo che sia facile valutare poi se sarà
stato raggiunto)
3.3. Metodologia (devono essere chiari gli approcci metodologici e le fasi
della ricerca): Modalità di raccolta dei dati, descrizione del flusso dei
dati, modalità di indagine e tecniche d’analisi utilizzate
3.4. Descrizione della procedura
3.5. Presupposti scientifici e riferimenti bibliografici: Esporre la base di
partenza scientifica, illustrando in maniera sintetica la situazione
attuale in riferimento all’oggetto di ricerca trattato, con tanto di
riferimenti bibliografici del caso;
3.6. Durata del progetto di ricerca (Data di inizio/fine prevista)
3.7. Sintesi dei risultati attesi: descrizione dei risultati scientifici attesi, con
illustrazione sintetica del contributo che la ricerca potrebbe portare
alla materia trattata;
3.8. Soggetti coinvolti nel Progetto (soggetti oggetto di studio o soggetti
fonte di informazione, partner già identificati, ecc..)
Allegato “D”
Criteri ANVUR
“2.4. Risultati della ricerca”, p. 8,
Link al documento VQR -ANVUR:
https://www.anvur.it/wp-content/uploads/2019/03/High-Experts-Report-
on-VQR.pdf
2.4. Risultati della ricerca
2.4.1. Con i risultati della ricerca, indichiamo qualsiasi prodotto accademico
che fornisce un contributo originale e può assumere la forma di
monografie, capitoli di libri, articoli di ricerca, atti di convegni, software,
brevetti e altri prodotti specifici... Le pubblicazioni destinate a diffondere
informazioni basate sulla ricerca ad uso di professionisti o del pubblico in
generale, non sono considerate come prodotti di ricerca per il processo
condotto dall'ANVUR. Questo perché l'attuale procedura di valutazione
prende in considerazione solo l'ambito della qualità accademica e sceglie
di escludere elementi che mettono in relazione le misurazioni dei
contributi con la rilevanza sociale.
Gli output dovrebbero essere identificati dal loro DOI o ISBN, al fine di
facilitare l'identificazione e l'analisi di "usi multipli" della stessa
pubblicazione (altrimenti difficile da controllare, anche di più se
presentata da diverse istituzioni ospitanti).
2.4.2. (Omissis)
2.4.3. Le pubblicazioni di ricerca soddisfano le seguenti caratteristiche:
1. La generazione di informazioni sulla base di dati originali, che
rappresentano un contributo alla conoscenza.
2. Possibilità di verifica delle informazioni sui dati di ricerca, consentendo
la riproducibilità o la verifica delle fonti e delle procedure.
Allegato “D”
3. La pubblicazione avviene su canali specializzati in prodotti di ricerca
accademica, con comitati editoriali. Le pubblicazioni sono sottoposte a
revisione paritaria (peer review), (sebbene le pubblicazioni
accademiche senza referenza possano anche essere pubblicate sui canali
di pubblicazione accademica).
2.4.4. Tutti i risultati della ricerca sono valutati equamente tra i GEV senza dare
un valore di squilibrio ai risultati di diversa natura. La diversità e la
pluralità della ricerca sono una delle condizioni che favoriscono l'alta
qualità e la vitalità degli ambienti di ricerca scientifica.
La ricerca e la geopolitica Metodi di analisi applicata
15
1. LA RICERCA SCIENTIFICA1
La ricerca scientifica deve essere pubblica, controllabile e ripetibile.
Le fasi che l'attività di ricerca scientifica deve seguire sono cinque.
La prima è quella della teoria, la seconda quella dell'ipotesi: la deduzione
lega la prima alla seconda.
La terza fase è la raccolta dei dati, attraverso la trasformazione dell'ipotesi
in affermazioni empiricamente osservabili.
La quarta fase è quella dell'analisi dei dati, che spesso viene sviluppata
attraverso l'elaborazione di una matrice di dati (nella ricerca quantitativa, si
veda oltre).
La quinta e ultima fase è quella dei risultati, a cui si giunge attraverso un
processo di analisi, valutazione e interpretazione.
A conclusione del processo in cinque fasi, il ricercatore è chiamato a
tornare all'ipotesi iniziale e a confrontarla, tramite un processo di induzione,
con i risultati ottenuti per le conclusioni.
Al fine di una ricerca scientifica, e della definizione del disegno della
ricerca, è necessario identificare l'oggetto dello studio, detto unità di analisi;
esso può essere l'individuo, l'aggregato di individui, il gruppo-
organizzazione-istituzione, l'evento sociale o la rappresentazione simbolica –
prodotto culturale.
Inoltre, per la ricerca empirica e al fine di fondare in maniera scientifica e
oggettiva la ricerca, è fondamentale definire le variabili, che sono:
manipolabili e non manipolabili, dipendenti e indipendenti, latenti e osservate,
individuali e collettive.
Va posta particolare attenzione all'errore di rilevazione, ossia lo scarto tra
la teoria e la variabile empirica; in genere l'errore è di tipo sistematico o
accidentale. Il primo è di tipo costante e tende a sotto/sovra-stimare il vero
risultato; il secondo è invece variabile: se applicato a tutti i soggetti tende ad
annullarsi.
Infine, ma fattore essenziale, l'attendibilità e la validità dello studio.
L'attendibilità è in relazione alla ripetibilità del risultato attraverso l'utilizzo
dello stesso strumento di raccolta e analisi (stabilità) o con strumenti
equivalenti (equivalenza).
1 A cura di C. Bertolotti
Claudio Bertolotti, Francesca Citossi
16
Il lavoro scientifico2
Introduzione al paper: come scrivere un lavoro scientifico?3 Il fine di una pubblicazione scientifica è di consentire al lettore, in genere
uno studioso della materia trattata, di valutare i risultati della ricerca, di poterli
ripetere, di valutare se le conclusioni sono coerenti con i dati raccolti e
analizzati. La ricerca scientifica è un processo creativo che, come abbiamo
detto in premessa, deve essere di natura pubblica, ripetibile e controllabile.
La struttura di un lavoro scientifico, sia esso una ricerca completa o un
paper che illustri i principali risultati da presentare in occasione di un
convegno o di un workshop, può essere riassunta nell'acronimo IMRED:
- Introduzione (le domande poste a premessa della ricerca: perché si è
intrapreso lo studio?)
- Metodologia (metodo di raccolta dati, studio, lettura e analisi: come è stato
fatto lo studio?)
- Risultati (ciò che è stato trovato)
- E
- Discussione (cosa ci comunicano i dati raccolti e analizzati: cosa è stato
trovato?).
La struttura della ricerca scientifica La struttura di un documento di ricerca scientifica, come abbiamo
anticipato, segue il metodo stesso della ricerca e si compone di più sezioni
essenziali coerenti con le fasi della ricerca stessa: introduzione, metodologia,
risultati e discussione.
A queste si uniscono, in apertura, il “titolo del lavoro scientifico” (il
paper), l'abstract (la sintesi introduttiva alla ricerca) e l'elenco degli autori (in
genere in ordine di contributo dato alla realizzazione della ricerca).
In conclusione deve comparire la bibliografia.
Infine, quanto deve essere lungo un paper? Dipende
Vediamo, nel dettaglio.
2 A cura di C. Bertolotti
3 Questa sezione della Guida si basa sul testo di Hall George M., Come scrivere un lavoro
scientifico, Ed. Minerva Medica, Torino 2005, al quale si rimanda per ulteriori
approfondimenti.
La ricerca e la geopolitica Metodi di analisi applicata
17
Il titolo del lavoro scientifico
È forse la parte più importante, certamente per attirare l'attenzione del
potenziale lettore; deve pertanto essere esaustivo, conciso, stimolante e al
tempo stesso coerente con gli scopi dell'indexing al fine di trovare le parole
“chiave” rendendole raggiungibili attraverso i motori di ricerca online.
Il titolo descrive l'argomento dello studio e potrebbe essere l'unica parte
dello studio ad essere letta: deve invogliare il lettore a continuare nella lettura.
L'abstract
È l'elemento informativo dello studio completo; in genere è l'unica parte
liberamente disponibile sulle banche dati online. Per questo motivo è
importante riassumere il lavoro in un massimo di 3/400 parole.
In esso devono essere inseriti l'ambito di studio, gli obiettivi, il disegno, le
misurazioni, i risultati e le conclusioni, seguendo la struttura del lavoro
scientifico IMRED (sopra descritto); in genere gli abstract non strutturati sono
richiesti per le riviste che non si occupano di studi originali.
Gli Autori
Secondo alcuni, sono autori tutti i soggetti che abbiano contribuito alla
realizzazione dello studio, non necessariamente coloro che lo hanno
materialmente scritto. Anche chi ha avuto la prima intuizione, l'idea di base
andrebbe considerato autore. Per questo motivo è diffuso che gli articoli
abbiano più di un autore: la “paternità” di uno studio è in genere condivisa con
chi ha contribuito allo sviluppo delle idee, all'applicazione tecnica, alla lettura
dei dati e all'interpretazione dei risultati.
Le linee guida di Vancouver definiscono però che ogni autore dovrebbe
aver partecipato al lavoro in modo sufficiente a potersi prendere la
responsabilità pubblica dei suoi contenuti. Tutti i contributi che non siano di
concezione e disegno dell'analisi, stesura dell'articolo con importanti
contributi intellettuali e approvazione finale, andrebbero così collocati
all'interno dei ringraziamenti; anche chi ha effettuato la raccolta dei dati non
andrebbe inserito tra gli autori. Sono scelte che possono incidere sul peso e
sul futuro accademico di chi ha effettivamente contribuito, o meno, allo studio.
Infine, l'ordine dei nomi. Formalmente, sulla base delle linee guida di
Vancouver, l'ordine degli autori non dovrebbe determinare il ruolo degli stessi
Claudio Bertolotti, Francesca Citossi
18
nella condotta della ricerca, sebbene la prima posizione sia sempre la più
ambita. In genere, per convenzione non scritta, il primo è il soggetto che ha
scritto l'articolo, o la parte più rilevante, il secondo e il terzo coloro che hanno
fornito i contributi principali. L'ultimo, in genere un autore di rilievo, può
non aver dato un effettivo contributo ma può rappresentare la figura del
“garante” della serietà del lavoro.
L'Introduzione
L'Introduzione, definisce le domande, la metodologia e le vie utilizzate per
trovare le risposte.
Anticipata da una revisione della letteratura più importante, l'introduzione
deve essere il più breve possibile e andare direttamente al punto: definire la
domanda della ricerca a cui si vuole dare una risposta. Va inoltre indirizzata a
un'audience specifica: è dunque importante scegliere il settore della rivista alla
quale proporne la pubblicazione.
È fondamentale, in questa parte, dimostrare di essere a conoscenza degli
studi principali sullo stesso tema. Nella sostanza si deve dimostrare di
conoscere le ricerche e gli studi precedenti sulla stessa tematica, senza però
citarli tutti e limitandosi a quelli più rilevanti, e si deve annunciare il valore
aggiunto della propria ricerca; l'obiettivo è evitare la valutazione “risultato già
noto” o “studio non innovativo” da parte del revisore. Inoltre va evitato di
citare quanto descritto e sviluppato in altri studi analoghi, ma andare
direttamente al punto del “proprio” studio spiegando l'impostazione dello
studio ma facendo attenzione a non anticiparne le conclusioni.
Una critica dettagliata agli altri studi può essere inserita nella sezione
“Discussione”.
La Metodologia
La Metodologia rappresenta la parte più importante della ricerca poiché è
quella che determina ed esplicita il processo di scelta, raccolta, analisi e lettura
dei dati. Sottovalutare questa sezione può portare alla non accettazione di
paper di ricerca scientifica sottoposti a valutazione.
In questa sezione, l'autore deve in maniera efficace e credibile descrivere
e difendere il progetto sperimentale, in poche parole e ben scelte e, ancora,
descrivere in maniera logica come lo studio è stato effettuato e come è stata
La ricerca e la geopolitica Metodi di analisi applicata
19
svolta l'analisi dei dati raccolti. Questo al fine di rendere ripetibile lo studio,
poiché solo la ripetibilità di questo ne garantisce la base scientifica.
Inoltre, va posta cura particolare alla scelta dei soggetti e dei dati di analisi:
i lettori vogliono sapere il perché dell'inclusione o esclusione degli elementi
di analisi.
Un metodo semplificato per strutturare la sezione “metodologia” può
essere quello di dare una risposta alle domande: “chi, cosa, perché, quando,
dove?”. In questo modo sarà possibile rendere coerente, anche in sequenza
logica, la tesi a premessa dello studio con i dati raccolti e analizzati.
Un altro elemento importante da tenere in considerazione e da evidenziare
in questa sezione è la “validità” dello studio, che dipende dalla misura
dell'effetto, della variabilità dei dati raccolti e analizzati e dal numero delle
osservazioni che vengono fatte.
In particolare, per quanto riguarda l'analisi statistica dei dati utilizzati, è
necessario illustrare la tipologia di strumenti impiegati per lo studio:
l'elaboratore, il software (e quale versione), i questionari, ecc.. Se si tratta di
strumenti ampiamente utilizzati e noti, non saranno necessari descrizioni tropo
dettagliate; al contrario, sarà opportuno specificarne i dettagli tecnici, i dati il
nome del produttore, ecc.., integrando se possibile con un adeguato
riferimento bibliografico.
Si rimanda oltre per la descrizione delle principali metodologie di ricerca:
qualitativa, quantitativa e comparativa.
I Risultati
I Risultati devono essere presentati in maniera chiara, sintetica ed
esaustiva. Questa sezione deve rispondere alla domanda: “Cosa ha trovato lo
studio?”.
È bene precisare che non tutti i dati raccolti e analizzati devono essere
illustrati, bensì solamente quelli utili e più importanti, che vanno evidenziati
mettendoli all'inizio del paragrafo e mettendo in secondo piano le
informazioni meno importanti.
In questa sezione vanno descritti i risultati illustrati nella sezione
“Metodologia”, con una breve interpretazione discorsiva dei dati integrata
dall'illustrazione approfondita degli stessi attraverso le tabelle, i grafici, le
figure e le statistiche. È importante evitare di utilizzare le didascalie delle
tabelle o dei grafici come frasi di riferimento; al contrario, vanno esposti
Claudio Bertolotti, Francesca Citossi
20
direttamente i risultati e vanno citate le tabelle (tra parentesi dopo la prima
menzione).
Inoltre, va evidenziato che molti lettori sorvolano sul testo e si concentrano
sulle tabelle e sui grafici: ne deriva l'importanza di inserire tabelle e grafici
esaustivi, anche nelle didascalie, e dal forte impatto visivo. La presenza di
tabelle e grafici non dovrebbe essere eccessiva, sebbene ogni rivista abbia
proprie “norme per gli autori” che ne possono stabilire il numero massimo.
È importante separare i risultati dai dati: i dati sono elementi reali (numeri
in genere, ma anche risposte a domande) che discendono da misurazioni e
osservazioni; i risultati, invece, definiscono il significato dei dati.
I dati devono essere seguiti dall'analisi statistica: molti lavori subiscono
penalizzazioni o non vengono pubblicati a causa di una presentazione dei dati
non adeguata.
Va inoltre tenuto in considerazione il fatto che, a seconda della
metodologia utilizzata, i risultati possono essere analizzati da soggetti diversi.
Ad esempio, un'analisi statistica comporterà l'intervento di un revisore
statistico, in grado di valutare la validità dei test utilizzati. Per questa ragione
è importante illustrare in maniera dettagliata e coerente la metodologia
utilizzata, spiegandone le ragioni e i vantaggi (si veda sopra).
Altro fattore importante è la precisione: ciò che è stato trovato e ciò che,
invece, non è stato trovato. Ciò consentirà ad altri ricercatori di concentrarsi
su ciò che ancora manca o, in alternativa, ripetere lo studio al fine di
confermarlo o meno.
In estrema sintesi: il testo serve per descrivere la storia della vostra ricerca,
le tabelle per riassumere l'evidenza della stessa, le figure avranno lo scopo di
evidenziare i punti chiave mentre l'analisi statistica andrà a supporto delle
affermazioni.
La Discussione
È bene premettere che la discussione non deve includere dati già esposti
nella sezione “Risultati” così come è opportuno non citare solamente studi che
confermino i risultati ottenuti con la propria ricerca.
In questa sezione, l'autore deve prendere tutto ciò che ha raccolto e
interpretarlo in una risposta. È opportuno che la sezione inizi con un breve
riassunto dell'oggetto di studio in cui venga evidenziato il valore aggiunto del
La ricerca e la geopolitica Metodi di analisi applicata
21
vostro studio; ma fate attenzione a non ripetere quanto già detto
nell'introduzione.
A seguire, è importante porre in evidenza il valore aggiunto dei singoli
risultati (citati in questa sezione ma non riportati in dettaglio) illustrandone gli
effetti pratici della ricerca e le implicazioni sostanziali. Nella sostanza la
domanda alla quale questa sezione deve dare una risposta è: “Quale elemento
innovativo introduce questo studio?”. Se non introduce nulla, il lavoro non ha
rilevanza e dunque non sarà pubblicato.
Infine, la lunghezza indicativa della discussione: circa un terzo del lavoro
complessivo.
Claudio Bertolotti, Francesca Citossi
22
Metodologie della ricerca4
La raccolta dei dati, la definizione dei campioni di studio, e ancora la
lettura, l'elaborazione e l'analisi avvengono attraverso l'adozione di approcci
differenti a seconda del tema oggetto di studio, della preferenza dei ricercatori
e, ancora, in base alla dimensione del fenomeno da studiare e alla mole di dai
informativi che si intendono valutare.
I due principali approcci alla ricerca, dei quali ci occuperemo in questa
guida, si basano su due paradigmi, tra di loro molto diversi, che hanno
indirizzato la ricerca sociale nella sua evoluzione: il positivismo e
l'interpretativismo.
Due paradigmi che collocano su due piani differenti, ma non per questo
divergenti, la ricerca basata sul metodo qualitativo e quantitativo.
La ricerca quantitativa Il positivismo studia la realtà sociale attraverso gli apparati concettuali, le
tecniche di misurazione e di osservazione, l'analisi matematica e i
procedimenti di inferenza delle scienze sociali. Obiettivo del positivismo è di
spiegare e formulare leggi naturali e generali immutabili5.
Il positivismo è il paradigma della ricerca quantitativa, fatta di esperimenti
e statistica, che utilizza le variabili.
Al positivismo può essere affiancano il neopositivismo, che nasce in
relazione alle critiche avanzate nei confronti del positivismo; nella sostanza è
un approccio quantitativo che apre al metodo qualitativo.
La ricerca quantitativa prevede un rapporto strutturato in maniera logica e
sequenziale, sulla base di un approccio deduttivo (teoria dell'osservazione).
In relazione al rapporto con il tema oggetto di studio, l'approccio
quantitativo valuta come non significativa la possibilità che il soggetto
studiato possa essere influenzato dall'osservazione e, in parte, considera
ammissibile una minima manipolazione controllata dell'oggetto di studio.
In relazione al soggetto studiato, il ricercatore assume un punto di vista
esterno, neutro e distaccato. La tecnica più utilizzata è quella dell'esperimento.
4 A cura di C. Bertolotti
5 Corbetta P., Metodologia e tecniche della ricerca sociale.
La ricerca e la geopolitica Metodi di analisi applicata
23
Il contatto fisico tra studioso e soggetto della ricerca non è in genere una
precondizione; in questo caso il ruolo del soggetto della ricerca è passivo.
Il disegno della ricerca quantitativa. Il disegno della ricerca quantitativa,
ossia la rilevazione del fenomeno, viene definito a premessa della ricerca ed è
rigidamente strutturato. Lo strumento di rilevazione è uniforme (o
uniformante) al fine di consentire una validità statistica mentre la natura dei
dati utilizzati è basata sulla loro oggettività e standardizzazione (hard).
L'analisi dei dati. L'analisi quantitativa raccoglie i dati considerati rilevanti
(variabili) e si limita alla loro esclusiva lettura statistica; l'obiettivo dell'analisi
è trovare le cause che provocano la variazione delle variabili dipendenti (il
perché di un fenomeno). Tecniche matematiche e statistiche rappresentano la
base della ricerca quantitativa.
I risultati. La ricerca quantitativa utilizza tabelle per l'illustrazione dei dati
raccolti ed elaborati: chiare e sintetiche, ma con il rischio di eccessiva
semplificazione. L'obiettivo è di enunciare rapporti causali tra le variabili al
fine di spiegare i risultati.
La ricerca qualitativa L'interpretativismo è il paradigma che si pone all'opposto del positivismo
poiché si basa sull'intento di comprendere la realtà, anziché di spiegarla.
Questo approccio non riconosce una realtà oggettiva (esistono solo realtà
individuali) e si basa sul rapporto tra lo studioso e l'oggetto dello studio.
È il paradigma da cui deriva il metodo induttivo (dal particolare al generale)
che si sviluppa attraverso l'utilizzo di tecniche di raccolta, lettura e analisi dei
dati di tipo qualitative e soggettive.
La ricerca qualitativa vede il ricercatore impegnato contestualmente
nell'elaborazione teorica (tesi) e nella ricerca empirica.
In relazione al rapporto con il tema oggetto di studio, il ricercatore qualitativo
utilizza un approccio naturalistico, ossia non manipola minimamente la realtà
in esame. La tecnica più utilizzata è quella dell'osservazione partecipante
attraverso la quale si immerge nella realtà oggetto di studio sviluppando con i
soggetti una relazione di immedesimazione empatica (con ciò ponendo in
evidenza la questione dell'oggettività della ricerca).
Claudio Bertolotti, Francesca Citossi
24
In questo caso il contatto fisico tra studioso e oggetto studiato è precondizione
alla condotta della ricerca stessa e il ruolo del soggetto della ricerca è attivo.
Il disegno della ricerca qualitativa
Il disegno della ricerca qualitativa è destrutturato, aperto e flessibile: può
essere modificato o adattato con la progressione dell'attività di ricerca. Lo
strumento di rilevazione prevede che le informazioni siano adeguate a seconda
dell'opportunità del momento.
La natura dei dati utilizzati nella ricerca qualitativa è basata sulla loro
ricchezza e profondità soggettiva (soft).
L'analisi dei dati. L'analisi qualitativa considera i soggetti studiati nella loro
interezza, senza scomporli in variabili, con l'obiettivo di comprendere le
persone, interpretandone il punto di vista all'interno della società/gruppo di
cui sono parte. Le tecniche matematiche e statistiche sono a margine, quando
non addirittura inutili nell'analisi qualitativa6.
I risultati. La ricerca qualitativa utilizza la narrazione per illustrare i dati
raccolti ed elaborati, proponendo il punto di vista del soggetto osservato.
L'obiettivo consiste nell'individuare categorie concettuali (“tipi ideali”)
inesistenti in realtà ma che possono essere utilizzati come modelli
interpretativi7.
6 Corbetta P., Metodologia e tecniche della ricerca sociale.
7 Ibidem.