Mitchell B | Il taglio dell’indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è crudele e stupido

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Bill Mitchell,"Il taglio dell’indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è crudele e stupido"Da Cutting US unemployment benefits is cruel and stupid30 dic 2013(traduzione a cura di Stefano Sanna)

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    Il taglio dellindennit di disoccupazione negli Stati Uniti crudele e stupido di Bill Mitchell

    http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=26650 In Australia quando ero uno studente appena laureato e c'erano circa dieci disoccupati per ogni posto di lavoro disponibile, un docente presso la mia universit era solito fare dei panegirici sulla pigrizia dei disoccupati e su cosa avrebbero dovuto fare per uscire dalla lista di quelli che vivono con il sussidio di disoccupazione. Disse senza mezzi termini "se davvero vogliono lavorare possono andare nelle discariche comunali, costruire un carrello con gli scarti di legno e alcune vecchie ruote da carrozzina e poi seguire ogni mattina il lattaio nei suoi giri per raccogliere lo sterco del suo cavallo e iniziare unattivit con la raccolta di fertilizzante per giardini". Voleva eliminare l'indennit di disoccupazione perch "queste persone non fossero dei barboni". Ricordo chiaramente quella lezione. Quella era la sua cura per la pigrizia dei disoccupati. Allora sollevai la mia mano e dissi: vedo due problemi. In primo luogo, il consiglio comunale in genere non permette alle persone di frugare nelle discariche. In secondo luogo, cosa pi importante, i lattai hanno i camion. I lattai con cavallo e carretto sono spariti alcuni decenni fa ". Tutti risero e i miei rapporti con quel professore diventarono un poco pi acidi ma siccome la base di acidit era gi grande, laumento percentuale di acidit fu minimo. Lo stesso tipo di idiozia oggi sta guidando la politica degli Stati Uniti e del suo Congresso per cui pi di un milione di americani disoccupati (circa il 12 per cento del totale dei disoccupati ufficiali) perderanno il sussidio di disoccupazione il prossimo Sabato, perch i politici americani hanno sentenziato, nonostante tutte le prove contrarie disponibili, che queste persone sono pigre e che il sussidio di disoccupazione un ostacolo tra loro e i posti di lavoro. Ci sono due aspetti da evidenziare di questa idiozia. In primo luogo, vi una convinzione religiosa tra economisti mainstream che la disoccupazione sia in gran parte uno stato volontario e la scelta di diventare disoccupati sia influenzata (distorta) dalla disponibilit di un sussidio di disoccupazione. Toglierlo comporterebbe sicuramente una maggiore attivit di ricerca di lavoro e quindi i disoccupati troverebbero lavoro pi in fretta. In secondo luogo, gli economisti mainstream sostengono che i sussidi gravano su una spesa pubblica gi insostenibile e quindi meglio eliminarli. Ma oggi non voglio discutere di queste sciocchezze. chiaro a tutti che il governo federale degli Stati Uniti pu sempre permettersi di pagare i sussidi. L'unica cosa che non pu garantire che il valore nominale dei sussidi garantisca un determinato livello reale di vita, dato che il governo non pu essere sicuro che ci saranno abbastanza beni e servizi reali in qualsiasi momento della vita dei disoccupati. Ma il pagamento nominale non affatto un problema. Il primo taglio delle indennit di disoccupazione avr un impatto su quelli che ricevono i sussidi da cinque anni (vale a dire circa 1,3 milioni di disoccupati cosiddetti di lunga durata). In poco tempo, centinaia di migliaia di disoccupati entreranno nella schiera dei longevi puniti e perderanno di conseguenza il loro beneficio.

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    L'importo complessivo tagliato dalla spesa federale - non ci crederete sar di $1166 al mese, per un totale di circa 26 miliardi di dollari all'anno. Un misero sussidio. Mentre lo staff di Obama potrebbe sostenere che contro questi tagli, resta il fatto che ha accettato laccordo con il diavolo ovvero i maniacali e stupidi repubblicani ed i cosiddetti cani blu provenienti dai propri ranghi. Gli impatti saranno facilmente prevedibili: 1. La spesa totale negli Stati Uniti (a parit di altre condizioni) diminuir e questo metter a rischio lulteriormente crescita dell'occupazione. 2. Alcuni disoccupati che hanno competenze pi elevate potranno competere per dei posti di lavoro che richiedono un minore livello di competenze rispetto alle loro e quindi negare laccesso a quelle persone che normalmente potrebbero aspirare a quei posti. Questo si chiama "bumping down" e avviene quando vi una forte riduzione sul numero totale di posti di lavoro nell'economia. una situazione altamente inefficiente e significa ridurre drasticamente per chi ha basse competenze la possibilit di trovare un lavoro. 3. Per beneficiare del sussidio di disoccupazione attualmente necessario la ricerca attiva di un posto di lavoro. Togliere le persone da questa condizione rendendo inutile la loro ricerca di lavoro significa che decine di migliaia usciranno dalle liste dei disoccupati per entrare tra gli inattivi. Tutto questo avr l'effetto di ridurre il tasso ufficiale di disoccupazione, e se questo effetto sar consistente, i conservatori si rallegreranno e ci diranno che avevano ragione. Abbiamo gi visto alcuni risultati di queste azioni. Lo stato della North Carolina ha eliminato i benefici nel mese di luglio 2013 e il tasso di disoccupazione sceso dal 8,9 per cento al 7,4 per cento in novembre. I disoccupati si sono ridotti di 74.617 unit nel corso dello stesso periodo. Nello stesso periodo, la forza lavoro si ridotto da 4.696.880 a 4.658.113 persone, con un calo di 38.767, l'occupazione passato da 4.278.652 a 4.314.502, e la disoccupazione ufficiale sceso da 418.228 nel luglio 2013 a 343.611 persone nel mese di novembre. Quindi oltre il 50 per cento del calo della disoccupazione avvenuto perch i lavoratori hanno rinunciato a cercare lavoro in un mercato del lavoro stagnante. Ma questo giusto? Assolutamente NO! Dal gennaio 2003 (compresa la recessione), la forza lavoro in North Carolina cresciuta ad un tasso medio del 1,1 per cento annuo e la crescita dell'occupazione in media cresciuta dello 0,80 per cento annuo. Se si considera il periodo gennaio 2003 al dicembre 2006, i rispettivi tassi di crescita sono stati 1,7 per cento e del 2,3 per cento. Dall'eliminazione dei sussidi di disoccupazione (luglio 2013) la forza lavoro si ridotta ad un tasso annuo del 1,4 per cento mentre l'occupazione cresciuta appena di un 0,09 per cento (vale a dire niente). Con un calcolo approssimato, sulla base dello storico, se la forza lavoro fosse cresciuta come nella fase di pre-crisi il valore del tasso di disoccupazione sarebbe stato dell8,65 per cento nel mese di novembre 2013 anzich del 7,4 per cento. In altre parole, sarebbe scesa dall8,9 per cento all8,7 per cento (circa 9.266 persone).

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    Quindi, il calo della disoccupazione in North Carolina potrebbe sembrare determinato dall'eliminazione dei sussidi di disoccupazione, ma il problema di un insufficiente aumento di posti di lavoro non scomparso, stato in realt trasformato, cos da non conteggiare tra la forza lavoro ufficiale quelli che si sono scoraggiati nella ricerca di un posto. molto probabile che alcuni dei disoccupati che hanno trovato lavoro abbiano accettato lavori meno qualificati rispetto alle loro competenze. Ci sono due buone fonti di dati degli Stati Uniti che forniscono informazioni essenziali sullo stato del mercato del lavoro negli Stati Uniti. In primo luogo, l'US Bureau of Labor Statistics - US JOLTS database, che fornisce informazioni dettagliate sugli ingressi e sulle uscite dal lavoro e relativi indici , che consente una valutazione dei livelli di domanda e offerta di lavoro. In secondo luogo, fornisce un flusso complessivo di dati che ci permette di calcolare le variazioni nel mercato del lavoro - per esempio, da essere disoccupati a trovare un lavoro. Oggi non voglio prendere in considerazione questa fonte di dati, ma probabilmente lo far in seguito perch stato appena aggiornato. I dati JOLTS ci permettono di analizzare lassunto-base che "la disoccupazione un problema profondamente connesso allofferta di lavoro" e che la concessione di "sussidi ai disoccupati aumenta la disoccupazione". La sintesi delle prove che fornisco in questo blog semplice. Il punto di vista secondo cui ci sono un sacco di posti di lavoro disponibili negli Stati Uniti e che i sussidi di disoccupazione minano la determinazione della gente a occupare quei posti di lavoro del tutto falso ed teoricamente illogico oltre a non avere alcun riscontro nella pratica. Tale risposta non significa che io ignori o escluda problemi dal lato dell'offerta (mancanza di competenze ecc) come parte della soluzione. Ma tutte le politiche dal lato dell'offerta che funzionano lo fanno quando sono applicate nel contesto di pieno impiego. La riforma strutturale (come il miglioramento delle competenze, oppure favorire la mobilit verso le regioni in via di sviluppo, ecc) in gran parte inefficace quando il mercato del lavoro debole. Devono esserci specifici posti di lavoro transitori. Il mainstream richiama continuamente l'immaginario che in qualche modo la domanda e l'offerta del mercato del lavoro siano indipendenti l'una dall'altra. Questo concetto permette di definire soluzioni di equilibrio nette che portano a dire agli studenti di economia che i tagli dei salariali e il peggioramento dellergonomia nel lavoro servono a ridurre la disoccupazione di massa. Io adoro il database JOLTS perch in un modo semplice fornisce la prova incontrovertibile di quanto sia errata questa idea sulla disoccupazione di massa, e tutto questo in unanalisi temporale di breve periodo. Non esiste una teoria credibile che proponga la scarsit come maggiore stimolo per ottenere un impiego quando mancano alcuni milioni di posti di lavoro per arrivare al livello necessario che garantisca un lavoro a tutti coloro che lo desiderano.

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    Dimenticate il piccolissimo numero di disoccupati che non vogliono lavorare. Sono numericamente di un ordine insignificante che non merita attenzione. Infatti la stragrande maggioranza (composta da milioni di cittadini) ha voglia di lavorare, ma non riesce a trovare lavoro perch non c lavoro! Una buona politica non punisce le sorti del 99,5 per cento (o poco pi) dei disoccupati solo per preoccuparsi del recalcitrante 0,5 per cento. La politica conservatrice tipicamente costruita su un odio cieco per questo 0,5 per cento di disoccupati che non vogliono lavorare (dai livelli di reddito inferiori devo aggiungere) con interventi di politiche del lavoro che danneggiano la stragrande maggioranza dei disoccupati. Naturalmente, gli stessi conservatori non usano la stessa determinazione per risolvere il problema di quell1 per cento al vertice delle retribuzioni, che con ogni sorta di trucchi minano l'integrit del sistema economico. Ma il taglio ai sussidi di disoccupazione quando non c' altra alternativa molto stupido. La disoccupazione radicata negli Stati Uniti un chiaro segno di uninsufficiente spesa governativa complessiva per l'economia. Le imprese creano posti di lavoro in risposta alla domanda dei loro prodotti. Esse potrebbero dare occupazione a milioni di lavoratori disperati che hanno appena avuto il taglio dei loro sussidi, ma non li occuperanno perch non c' domanda sufficiente a giustificare un aumento della produzione e quindi laumento di posti di lavoro. Una domanda latente o fittizia per un tozzo di pane non una domanda sostenuta con il denaro! Gli economisti mainstream non lhanno mai veramente capito. Marx lo sapeva. Keynes e Kalecki lo sapevano. Clower e Leijonhufvud avevano nuovamente lavorato su questo nel 1960 ma gli economisti conservatori e fautori del libero mercato non potevano vedere oltre la legge di Say! Inoltre, il fatto che questi tagli sono ora a livello federale significa che se c' un taglio diffuso dei redditi da sussidio, allora le vendite si ridurranno e la disoccupazione aumenter anzich diminuire perch diminuisce la spesa aggregata. Poi dipender dalla differenza tra la diminuzione dellofferta della forza lavoro (quanti lavoratori rinunciano a cercare lavoro) e la riduzione della domanda di occupazione, se il tasso di disoccupazione aumenta o diminuisce. Ma qualunque sia il risultato entrambi i casi sono pessimi! Ecco alcune prove di ci che sta accadendo. In primo luogo, l'occupazione rimane molto debole. Il seguente grafico mostra la crescita occupazionale annua (in percentuale) nei mesi successivi alla recessione dopo il picco del 1981 e nei mesi successivi alla pi recente recessione.

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    I picchi prima dei rispettivi stop erano simili (2,1 per cento nel maggio 1981 ed al 2,3 per cento a dicembre 2006). Dopo la recessione del 1981 il picco di crescita occupazionale si ristabilito dopo 27 mesi e questo fu un periodo di recessione piuttosto lungo se si considera il ritmo di crescita dei livelli occupazionali. Si pu vedere che la crisi pi recente ha toccato il fondo molto pi tardi ed era molto pi profonda e la ripresa stata molto pi lenta. Inoltre, nonostante ci sia andato vicino nel 66 mese successivo e di nuovo 70 mesi dopo il picco (rispettivamente nel mese di giugno e ottobre 2012), il ciclo attuale non ancora tornato al picco pur modesto toccato nel dicembre 2006. E ora l'economia sta affrontando una contrazione che peggiorer ulteriormente per le conseguenze dovute ai tagli sui sussidi di disoccupazione. In secondo luogo, la disoccupazione non pu essere spiegata come leliminazione di un comportamento anticiclico. I libri di testo mainstream che sostengono le posizioni per cui i sussidi alla disoccupazione riducono la propensione alla ricerca di un posto di lavoro sono basati sullidea che il supporto del governo federale per la disoccupazione distrugga la gi debole iniziativa dei beneficiari e dovrebbe essere ridotto (o abbandonato del tutto). Questa narrativa promuove politiche socio-patologiche, che portano i disoccupati a vivere una vita materiale pi modesta, e vende queste teorie indecenti come strategie per incentivare i disoccupati a darsi maggiormente da fare per cercare lavoro. La storia vista dalla parte dellofferta inizia con un modello da manuale del mercato del lavoro che spiega come l'occupazione e il salario reale sono determinati in questo mercato del lavoro dall'incrocio tra la domanda e lofferta di lavoro. Il livello di occupazione di equilibrio preso in considerazione costruito come se ci fosse la

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    piena occupazione perch presuppone che ogni azienda che voglia impiegare del personale per un determinato salario reale pu trovare lavoratori che sono disposti a lavorare a quel prezzo ed inoltre presuppone che ogni lavoratore che disposto a lavorare a quel salario reale pu trovare un datore di lavoro disposto ad assumerlo a quel prezzo. La disoccupazione frizionale una facile conseguenza di questa rappresentazione classica del mercato del lavoro, in quanto costituita dalla disoccupazione volontaria. Fermo restando i fattori tecnologici nel lavoro, tutte le variazioni del livello di occupazione (e quindi di disoccupazione) sono guidati dalla scelta di cambiare lavoro. Ci sono stati molti articoli scritti da economisti mainstream chiave (come Milton Friedman), che sostengono che i cicli economici sono guidati dalla scelta di cambiare lavoro. Il concetto essenziale di queste teorie sul cambio di lavoro che sono costruite come anticicliche cio, aumenta loccupazione quando l'economia in declino e viceversa, nonostante tutte le evidenze dimostrino il contrario. Devono sostenere questa tesi perch i cambiamenti nel mondo del lavoro devono venire dal lato dell'offerta. Questa la teoria per cui le oscillazioni del ciclo economico sono caratterizzate dalle oscillazioni della disoccupazione volontaria. Quindi, una flessione dell'occupazione (o un aumento della disoccupazione) si verifica - presumibilmente - perch i lavoratori hanno una maggiore preferenza per pi tempo libero e meno lavoro e l'offerta di lavoro ad ogni livello reale dei salari si riduce (cio, i lavoratori sono ora meno disponibili a fornire le stesse ore di lavoro rispetto a prima a parit di salario reale). Cos i lavoratori preferiscono abbandonare il lavoro per andare in spiaggia e rilassarsi. I sussidi di disoccupazione - cos ci raccontano - aumentano l'attrattiva per il tempo libero, perch permettono di andare in spiaggia a sdraiarsi, sorseggiare dello champagne ed essere pagati per farlo (tutto grazie alla gentile concessione del sussidio di disoccupazione). Del resto chi non opterebbe per questa condizione? Ma la maggior parte di queste persone non ha fatto questa scelta perch in verit una realt scomoda. Anche lanalisi sociologica sbagliata visto che innumerevoli studi ci dicono come i disoccupati subiscono in realt alienazione, isolamento sociale e un crollo dell autostima. La ripresa dell'attivit economica cos ci raccontano - invece caratterizzata da lavoratori in cui cresce una nuova sete di lavoro e quindi sono disposti a fornire pi ore di lavoro rispetto a prima allo stesso livello dei salari reali. Evidentemente, si ammalano di relax e di poter disporre di automobili tipo BMW , grandi orologi, e vacanze sulla neve con tutte quello che ne consegue. E a livello empirico questa teoria ci dice che con il venir meno delloccupazione questo ammalarsi di relax nuovamente sparisce. Il modo pi semplice quindi, per dare sostegno a questa teoria basata sullofferta, dire che il tasso di abbandono del lavoro anticiclico. Cio aumenta quando loccupazione cresce e diminuisce quando il lavoro manca. Abbastanza semplice. Lester Thurow nel suo meraviglioso libro dal 1983 - Dangerous Currents affermava lopposto e ha contestato la visione tradizionale chiedendosi: Perch labbandono dal lavoro cresce nel boom economico e crolla in recessione? Se le recessioni sono dovute ad errori informativi, labbandono del lavoro dovrebbe aumentare in

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    recessione e diminuire nel boom, proprio il contrario di quanto accade nel mondo reale. Il riferimento a "errori informativi" un'altra versione del mainstream: il lavoro visto dalla parte dellofferta. La loro teoria sostiene ancora che la banca centrale/ministero del Tesoro possono temporaneamente determinare una riduzione della disoccupazione (portandola al di sotto di quello che i neo- liberali definiscono come il tasso naturale di disoccupazione - altro mito), gonfiando l'economia con la spesa. Questo sostegno alleconomia da parte dello stato fa crescere sia i salari sia i prezzi (tipica storia su troppi soldi a caccia di troppo pochi beni). Ma il trucco che affermano che il tasso di aumento dei salari monetari inferiore all'aumento dei prezzi, e cos crolla il salario reale. Le imprese reagiscono al salario reale in calo offrendo pi posti di lavoro - perch sanno che la produttivit marginale del lavoro pi bassa (un altro mito). Ma perch i lavoratori si impegnano offrire pi lavoro quando il salario reale in calo? Del resto il modello matematico del mercato del lavoro ci dice che la curva di offerta di lavoro inclinata allaumentare del salario reale perch i lavoratori forniscono pi lavoro se il prezzo relativo del tempo libero (che il salario reale) aumenta. Un altro trucco di questa teoria che lofferta di lavoro aumenti perch i lavoratori pensano che il salario reale aumentato, ingannati dalla crescita dei salari monetari, convinti di avere stipendi migliori rispetto a prima e quindi riducono le uscite dal lavoro generando un aumento dell'occupazione. Quindi, per un certo periodo (breve periodo), l'economia pu funzionare a livelli di disoccupazione pi bassa rispetto al tasso naturale. Ma questo per quanto pu funzionare? Quanto tempo ci vuole perch i lavoratori entrino nei negozi e si rendano conto che tutto pi costoso e quindi le condizioni sono peggio di prima (perch il salario reale diminuito)? La conseguenza che una volta che scoprono la verit, la curva di offerta di lavoro si sposta e i lavoratori abbandonano il loro lavoro in massa (il tasso di abbandono del lavoro ricresce nuovamente) e loccupazione e l'attivit economica ricade al livello "naturale". La lezione su cui gli studenti sono continuamente martellati che tutto questo dimostra come interventi politici che mirano a ridurre il tasso di disoccupazione sono del tutto inutili. L'unico modo in cui il tasso "naturale" pu essere abbassato (se non del tutto) attraverso le politiche progettate per ridurre gli ostacoli strutturali nel mercato del lavoro. Che cosa sono questi ostacoli? Ad esempio, tagliare l' indennit di disoccupazione, ma non solo. L'Ufficio di presidenza della banca dati del mercato del lavoro US JOLTS fornisce le stime del tasso di uscita dal lavoro. Il grafico seguente (per il periodo dal gennaio 2000 al novembre 2013) mostra in modo convincente che il tasso di uscita dal lavoro (nella percentuale non inclusa la manodopera agricola) si comporta in modo ciclico, come ci si aspetterebbe - cio, aumenta quando i tempi sono buoni e diminuisce quando i tempi sono cattivi.

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    Le barre grigie rappresentano i periodi di recessione (picco - valle). E' chiaro che quando il tasso di disoccupazione aumenta, il tasso di abbandono crolla. Esattamente l'opposto di quello previsto dalla teoria del lavoro vista dalla parte dellofferta e questo significa che la loro pretesa causalit tra aumento dei sussidi di disoccupazione e un aumento della disoccupazione una vera sciocchezza priva di senso. Molti studi hanno dimostrato il fenomeno raffigurato nel grafico. I lavoratori diventano molto prudenti quando la disoccupazione comincia a salire e rimandano eventuali cambiamenti (per cercare ad esempio un lavoro desiderato) per optare sulla sicurezza del loro lavoro attuale. Quando invece si creano pi posti di lavoro il tasso di assunzioni aumenta ed allora i lavoratori possono accettare un maggior rischio ed il tasso di uscita tende a salire . Terzo, ci sono un mucchio di persone che cercano lavoro in pi rispetto ai posti di lavoro disponibili. Il seguente grafico mostra il numero totale di disoccupati al variare dei posti disponibili (tenendo conto anche dei lavoratori non occupati nellindustria e dei stagionali) e ci d una chiara misura di quanto sia stretta la relazione tra la domanda di lavoro (lavoro offerto) e il numero di persone in cerca di lavoro (quindi i disoccupati). Si tratta di un modo alternativo di presentare i rapporti tra disoccupazione e posti disponibili.

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    Le aree ombreggiate indicano i periodi di recessione. Nel luglio 2010, il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti ha cos descritto i dati: "Quando iniziata la recessione nel dicembre 2007, ci sono stati 1,8 disoccupati per ogni posto disponibile. Il rapporto salito a un massimo di 6.2 disoccupati per posto di lavoro, pi del doppio del rapporto fino a quel momento registrato da quando iniziata la serie JOLTS. Dallelevato valore di 6,2 disoccupati per posto di lavoro disponibile del novembre 2009, il rapporto sceso a 5,0 nel giugno 2010. Dal 2010, il rapporto sta migliorando costantemente e la crescita dell'occupazione continua ma ha ancora una lunga strada da percorrere prima di raggiungere i livelli pre-crisi in cui, al suo punto pi basso (marzo 2007) ci sono stati 1,4 disoccupati per posto di lavoro disponibile. Il rapporto si ridotto al 2,9 dopo che per alcuni mesi rimasto fermo a 3. Questo significa che il mercato del lavoro migliorato molto lentamente, senza un evidente miglioramento per alcuni mesi. La ripresa sicuramente non robusta." Il mercato del lavoro in genere si comporta nel corso del ciclo economico in modo asimmetrico come si pu vedere dal grafico. Il peggioramento rapido e netto. La ripresa molto pi lenta ed tanto pi lenta quanto pi lenta la crescita dell'occupazione che non solo deve assorbire i nuovi ingressi tra la forza lavoro disponibile (dovuti alla crescita della popolazione), ma deve anche affrontare l'enorme bacino di disoccupati creato dalla recessione. Una delle cose che ripeto spesso che i disoccupati non possono cercare posti di lavoro che non ci sono! Questo quello che esattamente accade quando la domanda aggregata crolla e si riducono le opportunit di lavoro. Un altro modo di vedere come varia il lavoro e dirci in quale direzione cambia quello di confrontare i licenziamenti con le uscite volontarie. Il grafico seguente mostra i movimenti di assunzioni e uscite per l'economia statunitense, pubblicato dal BLS per il periodo da dicembre 2000 a ottobre 2013.

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    Il mercato del lavoro chiaramente dinamico, nel senso che anche in fase di recessione vengono continuamente creati e distrutti posti di lavoro e i relativi tassi variano in modo ciclico. Cos, anche se sono stati creati nuovi posti di lavoro, al culmine della crisi c' stata una grave carenza di nuovi posti di lavoro, come mostrato nel grafico. Le differenze inoltre crollano per le ragioni sopra annotate. Quando il mercato del lavoro fortemente limitato da una domanda aggregata bassa, la base di disoccupati si espande e il riordino dei diversi gruppi demografici nella base diventa significativo. I lavoratori con pi competenze sono in grado di cambiare lavoro durante una recessione pi facilmente di un lavoratore scarsamente qualificato, in quanto possono superare pi facilmente i pregiudizi e le discriminazioni da parte dei datori di lavoro.

    I dati pi recenti mostrano che, mentre assunzioni e uscite indicano che la ripresa procede, il miglioramento modesto. Questo un effetto scala. Gli indici sono statici. Il mercato del lavoro statunitense ora bloccato in una situazione in cui la modesta crescita dell'occupazione assorbe a malapena i nuovi lavoratori entrati nel mercato del lavoro mentre i lavoratori pi svantaggiati (con basse competenze) sono stati intrappolati nella disoccupazione di lunga durata. Di conseguenza, quando vi una generale carenza di posti di lavoro, i lavoratori pi qualificati (in genere i pi istruiti) tendono a prendere i lavori che sono stati precedentemente occupati da lavoratori meno qualificati. I lavoratori con una bassa qualifica sono poi costretti ad abbandonare aumentando la base dei disoccupati. Quindi ci sono due inefficienze: (a) la sottoccupazione delle competenze, e ( b) la disoccupazione. Il bumping down uno dei costi (inefficienze) della recessione, la parte dell'iceberg che si trova sotto l'acqua!

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    Vi invito a leggere il mio blog - Full employment apparently equals 12.2 per cent labour wastage and More fiscal stimulus needed in the US (La piena occupazione apparentemente pari al 12,2 per cento lavoro non utilizzato e necessita di un maggior stimolo fiscale negli Stati Uniti) - per ulteriori discussioni su questo punto. Infine, il grafico seguente mostra la serie BLS che considera il rapporto percentuale tra i disoccupati, pi tutti quelli che hanno temporaneamente smesso di cercare lavoro (lavoratori marginali), pi i lavoratori a tempo parziale per ragioni economiche (non volontarie ndr) ed esprime il numeratore come percentuale di tutta la forza lavoro civile oltre a tutti i lavoratori che hanno smesso di cercare lavoro. Il tasso attuale del 13,2 per cento e prima della crisi era 8,1 per cento. Il numero totale dei lavoratori occupati a tempo parziale per motivi economici un indicatore approssimativo (stima conservativa ) dei sottoccupati negli Stati Uniti. I lavoratori marginali ci dicono il numero di lavoratori che desiderano e sono disponibili a lavorare ma che non cercano attivamente lavoro nel periodo di censimento per il mese del sondaggio in questione. Nel loro insieme essi rappresentano un ampio spreco di lavoro negli Stati Uniti e comprende tutti i lavoratori che avrebbero lavorato se gli si fosse offerto un posto di lavoro o pi ore di lavoro.

    La tabella seguente si compone di due serie temporali (valori in percentuale). Si pu facilmente vedere come gli Stati Uniti nel confronto con lo stato di pre-crisi non hanno ancora una situazione molto buona.

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    CONCLUSIONE I dati JOLTS sono molto utili perch permettono di analizzare alcune delle pi semplici affermazioni fatte da un approccio mainstream sulla disoccupazione. Il risultato chiaro. Non vi alcuna validit nella visione del lavoro vista da parte dell'offerta cio che la disoccupazione di massa in qualche modo dovuta ai disoccupati attratti dal tempo libero a causa dei sussidi di disoccupazione eccessivi o per qualche altra ragione. L'evidenza consistente e forte che la disoccupazione di massa negli Stati Uniti il risultato di un fallimento di un sistema economia incapace di produrre un numero sufficiente di posti di lavoro, crollati all'inizio del 2008 a causa del crollo della domanda aggregata. Da allora l'economia in uno stato affamato di spesa perch il settore privato non disposto a correre dei rischi (deleveraging) ed il settore pubblico bloccato da una rete conservatrice di incoscienza dopo aver inizialmente, a fronte di un crollo totale nel 2008, fornito un buon stimolo fiscale per rilanciare l'economia. stata una spinta debole e gli impatti stanno scomparendo come si allargano i tagli alla spesa statale. L'eliminazione dei sussidi di disoccupazione favorir ulteriormente questo rallentamento. Quale potrebbe essere una politica ragionevole per chi ha proposta questi tagli? La presunzione di chi ha negoziato il taglio dei benefici che i disoccupati otterranno pi posti di lavoro (consentitemi di ignorare per il momento la questione della qualit del lavoro). Ebbene la politica potrebbe decidere l'eliminazione della retribuzione mensile per tutti i politici che votano per i tagli quando: 1 . La forza lavoro si riduce o rallenta rispetto al suo tasso di crescita pre-crisi. 2 . La crescita dell'occupazione non riesce a tenere il passo necessario per assorbire tutti i nuovi ingressi nella forza lavoro (scoraggiati o altro) pi le persone che sono state private dei sussidi. Per ogni mese in cui si verificano queste condizioni, i politici non devono essere pagati. Ho il sospetto che non tanti avrebbero votato per questo disegno di legge!

    da Cutting US unemployment benefits is cruel and stupid 30 dicembre 2013, blog di Bill Mitchell

    [traduzione a cura di Stefano Sanna]