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TREMARELLA CON FABIO ZENI FUJI Il SIGNORE DEGLI ANELLI SPINNING REAL WINNER E TROTE Quadrimestrale di informazione pubblicitaria - Marzo 2016 - N.1 Majora Intelligent Fishing - Via Molina 80/10 Vignate (Mi) 20060 - +39 02 95364376 - [email protected] CATFISHING SILURO A VERTICAL

Majora Magazine N°1

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Majora Magazine è un nuovo modo di dare informazioni sulla pesca sportiva. Non un semplice mezzo per veicolare pubblicità, bensì un contenitore di consigli, suggerimenti e trucchi per pescare a 360 gradi con le attrezzature migliori. Non uno sterile elenco di notizie sui prodotti diretto al negoziante, ma un vero e proprio magazine con servizi mirati ai pesci e alle tecniche più in voga nelle nostre acque. Il giornale si rivolge quindi alle due principali categorie del mondo della pesca sportiva: il negoziante al passo con i tempi e il pescatore che vuole migliorare il suo know how tecnico, naturalmente utilizzando i prodotti e le attrezzature distribuite da Majora Intelligent Fishing. I fedelissimi della pesca potranno così trovare gratuitamente, sul bancone del loro negozio preferito, informazioni dettagliate su pesci e sistemi di pesca che in Italia vanno per la maggiore, in acqua dolce e mare. Buona lettura!

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TREMARELLA CON FABIO ZENI

FUJIIl SIGNORE DEGLI ANELLI

SPINNING REAL WINNER E TROTE

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CATFISHINGSILURO A VERTICAL

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Majora Intelligent Fishing - Via Molina , 80/10 - 20060 Vignate (MI) Italy - Phone +39.0295364376 - Fax +39.0287181418 - [email protected]

Black Pearl e tutti i prodotti SPORTEX sono distribuiti in esclusiva da Majora Intelligent Fishing.Per scaricare il catalogo completo visita il nostro sito: www.majoraashing.com

https://www.facebook.com/majoraintelligentashing wwww.majoraashing.com/sportexitaly

NEW SPORTEX Black Pearl Forza, design e leggerezza

T H E B E N C H M A R K I N R O D B U I L D I N G

Il nome Black Pearl è ormai da diverso tempo, tra tutti i pescatori, sinonimo di pescate straordinarie e memorabili. I punti forti di questa serie sono sempre stati l’incredbile rapporto qualità/prezzo e la sua enorme capacità di resistere agli utilizzi più disparati, permettendo a pescatori da tutto il mondo di portare a guadino pesci impensabili con attrezzature così leggere. Da quest’anno Sportex ha deciso di superarsi, incrementando ulteriormente questo rapporto e rendendo questa serie perfetta sotto tutti i punti di vista: migliorando le azioni e la resistenza, utilizzando componenti di ultima genegenerazione e diminuendo nettamente il peso. Ha reso così possibile la sensazione che ogni pescatore sogna, quello di utilizzare una top di gamma ad un prezzo contenuto con garanzia sul grezzo di 10 anni. Il feeling sarà istantaneo, non appena la si prenderà in mano, anche solo per provarla in negozio, vi trasmetterà quella sicurezza che cercate ad ogni acquisto.

L’ampia scelta di azioni vi aiuterà ad innamorarvi di questa serie, che offre una gamma di 21 canne: partendo da una leggerissima 180cm da 4-15g, 2 modelli all-round con impugnatura da casting, arrivando ano a lunghe 3m capaci di scagliare esche da 90g. LLa serie comprende inoltre 2 modelli chiamati Black Pearl Shad, studiati per la pesca pesante e utilizzatissime nella pesca al siluro, lunghe 240 e 270cm e capaci digestire esche ano a 205g e 2 modelli Travel in 5 pezzi, ideali per portare semprecon se la propria passione.

Una serie perfetta alla portata di tutti!Sportex, sempre al top.

Tutti i prodotti Sportex offrono l’esclusiva garanzia

sul grezzo di 10 anni.

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IN QUESTO NUMERO2 IN VETRINA

8 HI-TECH Torzite, il Signore degli anelli

16 SPINNING LIGHT Minnow e trote in laghetto

24 CAT FISHING Vertical e siluri XXL

30 BASS LURES Gamberi e jig per Mr. Bass

36 TROTA LAGO Striscio e bombarde da campioni

42 SPINNING CLASSIC Apertura della trota in fiume

50 STRISCIO LAGHETTO Tremarella con Fabio Zeni

UN GIORNALE PER TUTTI

Majora Magazine è un nuovo modo di dare in-formazioni sulla pesca sportiva. Non un semplice mezzo per veicolare pubblicità, bensì un conteni-tore di consigli, suggerimenti e trucchi per pescare a 360 gradi con le attrezzature migliori. Non uno sterile elenco di notizie sui prodotti diret-to al negoziante, ma un vero e proprio magazi-ne con servizi mirati ai pesci e alle tecniche più in voga nelle nostre acque. Il giornale si rivolge quindi alle due principali ca-tegorie del mondo della pesca sportiva: il nego-ziante al passo con i tempi e il pescatore che vuole migliorare il suo know how tecnico, naturalmente utilizzando i prodotti e le attrezzature distribuite da Majora Intelligent Fishing. I fedelissimi della pesca potranno così trovare gratuitamente, sul bancone del loro negozio preferito o sfogliare in formato digitale, informazioni dettagliate su pesci e sistemi di pesca che in Italia vanno per la maggiore, in acqua dolce e mare.

Buona lettura!

Quadrimestrale di informazione pubblicitariaGrafica e impaginazione: Davide Valla

Testi: Renzo Della ValleFotografie: archivio Majora, Renzo Della Valle, Davide Valla

Stampa: Grafica F.B.M. s.r.l.Via C.Cattaneo, 3/5 – 20064 Gorgonzola

Distribuzione gratuita nei negozi di pesca sportiva

Majora Intelligent Fishing - Via Molina , 80/10 - 20060 Vignate (MI) Italy - Phone +39.0295364376 - Fax +39.0287181418 - [email protected]

Black Pearl e tutti i prodotti SPORTEX sono distribuiti in esclusiva da Majora Intelligent Fishing.Per scaricare il catalogo completo visita il nostro sito: www.majoraashing.com

https://www.facebook.com/majoraintelligentashing wwww.majoraashing.com/sportexitaly

NEW SPORTEX Black Pearl Forza, design e leggerezza

T H E B E N C H M A R K I N R O D B U I L D I N G

Il nome Black Pearl è ormai da diverso tempo, tra tutti i pescatori, sinonimo di pescate straordinarie e memorabili. I punti forti di questa serie sono sempre stati l’incredbile rapporto qualità/prezzo e la sua enorme capacità di resistere agli utilizzi più disparati, permettendo a pescatori da tutto il mondo di portare a guadino pesci impensabili con attrezzature così leggere. Da quest’anno Sportex ha deciso di superarsi, incrementando ulteriormente questo rapporto e rendendo questa serie perfetta sotto tutti i punti di vista: migliorando le azioni e la resistenza, utilizzando componenti di ultima genegenerazione e diminuendo nettamente il peso. Ha reso così possibile la sensazione che ogni pescatore sogna, quello di utilizzare una top di gamma ad un prezzo contenuto con garanzia sul grezzo di 10 anni. Il feeling sarà istantaneo, non appena la si prenderà in mano, anche solo per provarla in negozio, vi trasmetterà quella sicurezza che cercate ad ogni acquisto.

L’ampia scelta di azioni vi aiuterà ad innamorarvi di questa serie, che offre una gamma di 21 canne: partendo da una leggerissima 180cm da 4-15g, 2 modelli all-round con impugnatura da casting, arrivando ano a lunghe 3m capaci di scagliare esche da 90g. LLa serie comprende inoltre 2 modelli chiamati Black Pearl Shad, studiati per la pesca pesante e utilizzatissime nella pesca al siluro, lunghe 240 e 270cm e capaci digestire esche ano a 205g e 2 modelli Travel in 5 pezzi, ideali per portare semprecon se la propria passione.

Una serie perfetta alla portata di tutti!Sportex, sempre al top.

Tutti i prodotti Sportex offrono l’esclusiva garanzia

sul grezzo di 10 anni.

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La fortunata serie degli ondulanti Killer Trout by Real Winner ha una new entry: il modello più picco-lo da tre grammi. Si tratta di una versione apposita-mente studiata per la “trout area”, la disciplina di ori-gine giapponese che ha ri-scoperto la pesca alla trota con esche metalliche e che, anche da noi, sta letteral-mente spopolando nei la-ghetti per la pesca sporti-va. Secondo questa tecnica gli ondulanti devono avere peso e volume molto ri-dotti, oltre a una sagoma studiata per ondeggiare ed essere appetibili dalle trote anche su trazioni molto len-te. Il segreto del successo della trout area fishing sta infatti proprio nell’impiego

L’azienda tedesca Spor-tex è da sempre sinonimo di alta qualità nel mondo delle canne da pesca. La notevole varietà di model-li realizzati con materiali tecnologicamente avanzati e rifiniti nei minimi dettagli pone questo marchio tra i preferiti degli appassiona-ti sia in acqua dolce sia in mare. La serie Black Pearl

Le uova di salmone sono universalmente ricono-sciute tra le esche naturali migliori per insidiare tut-te le specie di salmonidi. Trote e salmoni, ma anche i salmerini non sanno resi-stere a questa esca che ne-gli USA viene usata molto spesso per affrontare tor-renti e fiumi. Non a caso Atlas, la principale azienda specializzata nella lavora-zione delle uova di salmo-ne uso pesca, ha sede pro-prio nello stato americano del Wisconsin. Da noi le uova di salmone vengo-no usate principalmente

Sic e con legature dure-voli e ineccepibili, trattate con vernici epox di ottima qualità; portamulinello VSS e impugnature in Duplon garantiscono giornate infi-nite di puro divertimento. Incredibilmente ampia la gamma dei modelli che spaziano dagli attrezzi più corti e sensibili per lo spin-ning leggero in torrente e fiume a quelli più lunghi e potenti per il lancio marino dalla costa. Per gli specia-listi del luccio e del siluro è

di questi mini ondulanti dai movimenti vivaci anche su trazioni molto lente. Abbi-nati a fili sottilissimi e can-ne corte e sensibili, questi piccoli artificiali metallici sanno smuovere anche le trote più apatiche e in Giappone vengono usati molto spesso in competi-zioni esclusive della trout area. I Killer Trout da tre grammi messi a punto dai fratelli Pasin rappresenta-no l’unica realtà italiana di costruzione di ondulanti di produzione made in Italy e, rispetto alla produzione giapponese, non hanno nulla da invidiare: leghe metalliche perfettamente lavorate, componenti di prima qualità e un’azione di nuoto unica.

è realizzata con fusti in carbonio alto modulo di diametro sottile che tengo no basso il peso del blank, ma estremamente rapi-do e veloce nella risposta a qualsiasi sollecitazione. Leggere e sensibili, queste canne dispongono di una notevole riserva di poten-za nella parte bassa vici-no al calcio per domare anche le prede più grosse e combattive. Le Black Pe-arl sono assemblate con componenti di prima scel-ta: passanti con interno in

nella pesca della trota in laghetto e possono fare miracoli quando tutti gli altri bocconi falliscono. Novità di quest’anno sono le Atlas Mike’s King Glitter, trattate con uno speciale procedimento che aumen-ta la visibilità dell’uovo con glitter a riflessi metallici. Naturalmente tutte le mi-gliori caratteristiche delle uova Atlas sono presenti in questa nuova gamma: di-mensioni large dell’uovo, consistenza ottimale per inneschi perfetti, aroma irresistibile, conservazione durevole.

stata messa a punto an-che una gamma di attrezzi extra heavy per il lancio e la perfetta gestione di ar-tificiali pesanti e volumi-nosi. Sobrio e raffinato, il look di queste canne è al passo con le esigenze e le mode della pesca sportiva attuale. Il rapporto quali-tà/prezzo è molto elevato, mentre la garanzia di dieci anni sui blank sottolinea l’estrema serietà costruttiva di questi attrezzi di conce-zione tedesca.

REAL WINNER KILLER TROUT 3g

SPORTEX BLACK PEARL

ATLAS MIKE’S KING GLITTER SALMON EGGS

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L’innesco è sempre abbi-nato a un amo che deve essere di qualità elevata, ma qualsiasi amo deve es-sere legato a un filo dalle ottime caratteristiche fisi-che. Il finale deve inoltre possedere il giusto grado di elasticità per resistere alle prime tirate del pe-sce, oltre a una notevole morbidezza per lasciare all’esca tutta la sua natu-ralezza nella delicata fase di presentazione al pesce. I fili giapponesi sono oggi

Un buon paio di wader ren-de poco se non è abbinato a calzature leggere, sensi-bili, drenanti e ben risuo-late. I nuovi scarponcini da wader della linea Cierre, progettati per il pescatore italiano e le sue esigenze specifiche nell’affrontare tutte le acque nazionali, è un ottimo esempio di alta qualità a buon prezzo. La struttura è stata realizzata con un basso numero di cuciture nella parte bassa

al top di tutte queste spe-cifiche e un’azienda giap-ponese specializzata in ami come Daikichi non poteva non essere insen-sibile a questo argomento. Novità di quest’anno è la sua gamma di monofili in nylon e fluorocarbon che permette ai suoi ami di for-nire il top delle prestazioni. Questi fili assicurano, inol-tre, costanza nei diametri e carico di rottura reale, secondo i rigorosi criteri di qualità giapponese.

che spesso si rivelano il punto debole della scarpa, rovinandosi contro sassi o legni durante il wading. Il drenaggio è assicurato dal particolare tessuto del-la calzatura e dai buchidi drenaggio, che evitano pericolosi ristagni d’acqua migliorando l’aderenza dello scarponcino al wa-der. È disponibile in due versioni con suola in fel-tro o in gomma, entrambe perfettamente chiodabili. Taglie: dal 40 al 46.

DAIKICHI PRO MATCHCIERRE WADING BOOTS

MAJORA PRESENTA

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CROWN LAVARELLO

Il marchio Crown è il ri-sultato di un attento studio condotto da Majora sulle canne da spinning e mo-sca per il mercato italiano. Attrezzi specifici per i pesci e le acque nazionali che hanno incontrato i favori di tantissimi appassionati, fino a spingere l’azienda italiana a ideare una gam-ma di canne telescopiche per la pesca lacustre del la-varello. Per questa specia-lità sono necessari attrezzi super sensibili per identi-ficare anche le tocche più delicate, tipiche di questo coregonide, a svariati metri di profondità. Il lavarello, o coregone, è infatti un pesce pelagico che spesso si spo-sta in branchi compatti sui fondali dei laghi a svariate decine di metri, in cerca di plancton e piccole larve di insetti. La sua pesca richie-de grande sensibilità ed attrezzi leggerissimi e per-fettamente bilanciati. L’ab-boccata del lavarello sulle micro imitazioni di chiro-nomidi è molto delicata e servono quindi cimini super sensibili montati su canne leggere. La Crown lavarello è una telescopica disponibile sia in versione montata con anelli Fuji sia in versione nuda ma fornita di impugnatura in sughero. Questa seconda versione permette di personalizzare l’attrezzo rendendolo, se necessario, teleregolabile, per adeguarlo alla monta-tura in uso o alle specifiche esigenze fisiche del pesca-tore.

prede di chi fa spinning in mare. I Tuna Lipless sono un made in Italy di altissi-ma qualità: rifiniti a mano con cura maniacale, im-piegano materiali robu-stissimi necessari a regge-re alle sfuriate del re dei pelagici. L’azione di nuoto molto efficace anche sulle trazioni veloci tipiche dello spinning marino li mette in primo piano quando si tratta di insidiare i tunnidi in superficie. Sono perfetti anche per tutte le specie di pesci predatori tropicali.

REAL WINNER TUNA LIPLESS

FUN FISHING MICRO BOILES

L’esperienza maturata in anni di pesca in acqua dol-ce e mare dai fratelli Pasin, ideatori della fortunata se-rie di minnow Real Winner, ha portato alla realizzazio-ne di una gamma di lipless appositamente studiata per la pesca ai tunnidi e al tonno rosso in particolare. Questo fantastico gamefi-sh è in netta ripresa nelle acque del Mediterraneo e dopo avere rischiato l’e-stinzione è oggi abba-stanza diffuso, tornando a far parte di diritto delle

La boilie come esca natu-rale conservata ha subìto una notevole evoluzione che in breve tempo l’ha portata ad adattarsi a tec-niche di pesca che vanno ben oltre il semplice car-pfishing, per il quale era stata inizialmente ideata. Oggi vengono confezio-nate boilies di dimensioni molto piccole e con ingre-dienti che attirano barbi, tinche ed altri ciprinidi, ol-tre naturalmente a carpe

di tutte le taglie. Le nuo-ve micro boilies da 8 mil-limetri sono perfette per la pesca a feeder e con la roubaisienne in carpo-dromo; le aromatizzazioni derivano da ingredienti na-turali a base di granchio, mais dolce, ver de vase e aglio. Ottima la consisten-za semi morbida che rende l’innesco molto naturale evitando di insospettire gli esemplari di taglia XL. Confezioni da 80 grammi.

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preferiscono montare sui loro artificiali ami singoli, meglio se privi di ardiglio-ne in quanto non lasciano ferite di sorta nella bocca del pesce. Questi ami sono ora disponibili in una serie dedicata della giapponese Daikichi, e sono perfet-ti per essere sostituiti alle ancorette su minnow, jerk, lipless etc etc.. Il meglio per chi ha fatto della pesca una pratica sportiva rispettosa di pesci e ambienti.

superficiale di silicone per aumentare la scorrevolez-za e garantire tenuta su tut-ta la lunghezza. Lunghezza che è stata portata a sei metri per ogni confezione. Disponibili nei colori verde, rosso, blu, viola e arancio per una visibilità perfetta in qualsiasi condizione di tempo, hanno un grado di morbidezza ideale per resistere alle sfuriate del-le grosse prede ed evitare la slamatura dei pesci più piccoli. Diametri da 1 a 3,2 millimetri.

invece rende i lanci veloci più precisi e delicati. Tutti questi accorgimenti dimi-nuiscono notevolmente il dragaggio della coda, permettendo al pescatore di rimanere in pesca più facilmente e più a lungo, rendendo anche i mendin molto più facili da esegui-re, grazie al galleggiamen-to migliorato.

Disponibile dalla WF2 alla WF6.

DAIKICHI 238BN NO KILL HOOKSELASTICI PIENI FUN FISHING

CORTLAND PRECISION FINESSE TROUT

Tra i pescatori a spinning è ormai comune il rispetto per il pesce catturato, con relativo rilascio secondo i dettami della pesca no kill. Segnale inequivocabile di crescita etica di questa grande categoria di lan-ciatori che, al pari dei loro colleghi moschisti, sento-no sempre più importante la necessità di rilasciare il pescato con ogni cura. Tolte le tradizionali anco-rette, sono perciò sempre più numerosi coloro che

Da più di venti anni Fun Fishing è il marchio di ri-ferimento per chi pesca a feeder, in carpodromo e al colpo. Esche, galleggianti, acces-sori e svariate minuterie sono perfettamente tarate su queste discipline. Per chi pesca a roubaisienne o a canna fissa gli elastici pie-ni sono una ghiotta novità che non mancherà di inte-ressare anche gli esperti. Prodotti in lattice di quali-tà ad alta resistenza, sono trattati con un sottile strato

La nostra innovativa Pre-cision Finesse Trout è stu-diata per pescare con piccolissime mosche a grandi distanze in correnti complesse. Le sue carat-teristiche comprendono una liscissima e particolare running line dal diametro incredibilmente ridotto, caratteristica che ci per-metterà di lanciare ancora più distante in situazioni di vento sostenuto. Il rivesti-mento morbido della testa

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montaggio canne, quando dovrete scegliere a chi affi-dare la durata e la bellezza della vostra canna da pe-sca. Disponibili in tre versioni: -Ultra, che rispecchia a pieno i classici fili da lega-ture, dai colori brillanti e accesi, da utilizzare con il color preserver. -NoCP, la serie che non ha bisogno di color preserver, e renderà molto più veloci e agevoli i vostri montaggi.Metal. la serie metallizza-ta, perfetta per dare piccoli tocchi di luce oppure ac-cendere totalmente le vo-stre legature.

Ci sono voluti due anni di studio alla celeberrima casa giapponese Fuji, per riuscire a portare al risul-tato voluto questo filo per legature.Presentato nel 2015, que-sto filo è già da un anno diventato parte integrante della vita di numerosissimi rod builder. La qualità dei filati rispet-ta a pieno il prestigio e la qualità da sempre offerta dal marchio giapponese e la ampia color chart vi guiderà in una scelta che già da un anno è diven-tata molto più semplice per moltissimi amanti del

sarà disponibilenella ver-sione ridotta da 3” ideale per la pesca a wacky rig nei laghetti! Una tecnica divertente e funzionale che regalerà ri-sultati sorprendenti duran-te tutto il periodo invernale! Naturalmente finita la sta-gione della trota lago si potranno utilizzare nuo-vamente sui Bass, che si-curamente non disdegne-ranno la versione ridotta della loro esca preferita.

FUJI THREAD ULTRA POLYYUM DINGER 3”

REAL WINNER RED LINE

Con l’iniziare della stagio-ne della trota lago, pre-sentiamo una delle esche più interessanti per questo periodo!Yum Dinger da 3 pollici, un’esca già ampiamen-te utilizzata nella versione da 4/5/6” per la pesca del black bass e consi-derata dai più una delle migliori in assoluto, per consistenza, scent, potere attrattivo e prezzo! Final-mente da questa stagione

Red Line, un fluorocoated dall’elevato carico di rottu-ra in relazione al diametro e una incredibile resistenza all’abrasione. Il colore è rosso, questo perché nella colonna d’acqua, il colore rosso è il primo tra i colori dello spettro a scomparire, facendo diventare il nostro filo pressoché invisibile. La copertura in fluoro, ol-tre ad eliminare parecchio fattore di allungamento tipico dei nylon, lo rende molto più resistente all’a-brasione e permette un miglior serraggio dei nodi, sia su nodi al moschettone che di congiunzione trec-cia-monofilo. L’assenza totale di memoria mecca-nica permette un perfet-to utilizzo in bobina, oltre che da terminale, evitan-do le classiche parrucche

Una novità assoluta per il brand italiano Real Winner, che da tempo cercava un monofilo da spinning che coprisse quasi a 360 gradi

le pesche possibili con i loro artificiali. E’ così, che in collaborazione con una azienda giapponese, è sta-to prodotto il Real Winner

che spesso ci costringono ad eliminare metri preziosi di filo. Il trattamento saltwater permette di utilizzare que-sto fluoro coated indistin-tamente in acqua dolce o salata, senza timore che il filo vada in decadimen-to, lasciandoci proprio nel momento del bisogno. I diametri disponibili sono 8, da 0,16mm a 0,35mm e le bobine sono da 250m, ideali per imbobinare più di una bobina e non avere avanzi inutilizzabili di filo. La linea rossa è di per sé la linea di confine tra una zona sicura e una rischio, è quella su cui piace viaggia-re ad ogni pescatore, ed è quella che spesso ci fa fare la differenza tra una di-screta ed una adrenalinica giornata di pesca.

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Cod. Pieces Lenght Coda Peso Impugnatura

24000280 2 6’3” 2/3 78 g A

24000284 3 7’2” 2/3 86 g A

24000288 3 7’6” 3/4 89 g A

24000291 3 8’0” 4/5 98 g A

24000296 3 9’0” 4/5 118 g B

24000300 4 9’6” 6 130 g C

24000306 3 10’0” 4 119 g B

24000309 3 10’0” 7/8 130 g B

24000314 4 11’0” 4 124 g B

Impugnatura A Impugnatura B Impugnatura C

La serie Diablo di Crown nasce per soddisfare le esigenze dei più evoluti Fly Fisherman’s che ricercano moderne e innovative azio-ni. I blank rimodulati in HM/IM12 differenziati nelle sezioni han-no dato origine a canne più leggere, più rapide e più resistenti. Grazie a queste azioni precise e veloci, con le canne Diablo si otterranno agevolmente lanci più lunghi e precisi, senza vibra-zioni e la conseguente perfetta distensione di coda e finale. Il portamulinello è in lega ERGAL, le impugnature in sughero AAA assottigliate e gli anelli single foot blacknikel. Il modello all round 9’6” #6 si differenzia dalle altre per l’impugnatura antiscivolo cork-composit.Tutti i modelli sono corredati di tubo rigido in cordura, per pro-teggere al meglio le canne.

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Da sempre il marchio giapponese Fuji è leader incontrastato nella costruzione di pas-santi per ogni genere di canna e di componentistica di alto livello. La novità più recente è rappresentata dagli anelli Torzite, il massimo per chi esige resistenza, leggerezza e ridotta frizione da un anello per il montaggio delle canne

FUJIIL SIGNORE DEGLI ANELLI

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HI TECH

Per chi apprezza i progres-si tecnologici applicati alla pesca sportiva Fuji è il mar-chio di riferimento per tutta la componentistica di montag-gio delle canne. L’azienda giapponese vanta decine di anni di esperienza in questo settore e continua a far appassionare migliaia di

pescatori con prodotti sempre all’avanguardia. La ricerca e sviluppo è per il marchio Fuji Kogyo Co., un punto di forza imprescindibile dal quale scaturiscono con-tinue innovazioni che anno dopo anno continuano a stu-pire il mondo dei pescatori sportivi.

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TRADIZIONE GLORIOSADAI PRIMI PASSANTI AL TORZITEChi vanta qualche decennio di attività di pesca ricorderà cer-tamente gli anelli in ossido di alluminio introdotti da Fuji alla fine degli anni ’70 che rivolu-zionarono il modo di assem-blare le canne da spinning. In quegli anni si usavano ancora passanti metallici monoblocco il cui anello era semplicemente trattato con materiali anti corro-sione, o composto da sostanze vetrose come l’agata. Ma nes-suno di questi passanti poteva resistere all’usura causata dai continui sfregamenti del nylon sulla parte interna dell’anello e, prima o poi, era giocoforza so-stituire tutta la serie dei passanti ed anche il puntale. Fuji, che in quegli anni esordiva in tutto il mondo con compo-nentistiche dalla progettazione innovativa, iniziò a studiare un anello resistente alle fessurazio-ni da sfregamento, abbinandolo

ceramica dell’anello al telaio. In breve, questi passanti sosti-tuirono tutti gli altri preesistenti, permettendo al marchio giap-ponese di diventare leader indi-scusso nel settore della compo-nentistica. Le migliori aziende specializzate nella produzione di canne da spinning e traina, soprattutto, cominciarono ad assemblare le loro serie con questi anelli, In breve, que-sti passanti sostituirono tutti gli

I Fuji SiC, in carburo di silicio, super resistenti all’usura e levigati a dia-mante, hanno rivoluzionato il mondo dei passanti.

I primi anelli prodotti da Fuji alla fine degli anni ’70 con anello interno in ossido di alluminio

a un telaio robusto ma legge-ro. Nacquero così i primi anel-li in ossido di alluminio color grigio, montati su telai mono ponte molto leggeri in acciaio inox. Tra l’anello e il telaio del ponte era inserito un secondo anello color verde fosfore-scente, che aveva la funzio-ne di ammortizzare gli shock meccanici provenienti dall’e-sterno e collegare in maniera più precisa e sicura la parte

Qualità al TopEsordi Leggendari

ANELLI LEGGENDARI

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Nonostante la forma molto sottile, il potere,di tenuta della pietra è la medesima del SiC

Assenza totale di angoli vivi

Lʼampia curva di Torzitegarantisce ottime performance

SiC TORZIT E

altri preesistenti, permettendo al marchio giapponese di di-ventare leader indiscusso nel settore della componentistica. Le migliori aziende specializza-te nella produzione di canne da spinning e traina, soprattutto, cominciarono ad assemblare le loro serie con questi anelli, mi-gliorando notevolmente le pre-stazioni dei loro prodotti.

Un primato da battereMa la Casa giapponese non poteva certo accontentarsi e, nella continua ricerca di mate-riali sempre più performanti, nel 1981 arrivò a creare gli anelli in SiC. Questa sostanza deriva-ta dal silicio (SiC - Silicon Car-bide - carburo di silicio) si era dimostrata perfetta per realiz-zare gli anelli dei passanti. Su-per resistente alle fessurazioni e abbastanza leggera, pote-va essere lucidata a diaman-te riducendo grandemente

anche in tutti i campi di impiego delle canne, da quelle da traina a quelle da vertical, passando da quelle da mosca.

Prestazioni al TopBisogna sottolineare che il suc-cesso dell’azienda Fuji non deriva soltanto dall’impiego di materiali innovativi per la costruzione degli anelli, come l’ossido di alluminio, il carburo di silicio o la più recente alco-nite, ma anche dallo studio di soluzioni per rendere le serie di passanti sempre più leggere, al fine di massimizzare le presta-zioni di una canna dal punto di vista della sua bilanciatura e per affaticare meno la nostra muscolatura, soprattutto nelle discipline che richiedono lanci e recuperi continui, come nel caso dello spinning. I passanti devono quindi rispondere, nella filosofia produttiva di Fuji, an-che ad altri requisiti, tra i qua-li la leggerezza è sicuramente tra i più importanti. Proprio lo studio sulla leggerezza dei ma-teriali ceramici ha portato Fuji alla produzione di un nuovo anello dalle caratteristiche uni-che: Torzite, la migliore “pietra” che si possa immaginare!

Nella foto abbiamo messo a con-fronto la serie completa degli anelli SiC in carburo di silicio con la nuo-va serie dei Torzite. È evidente una maggiore sottigliezza e leggerezza dei Torzite che tuttavia mantengono la stessa resistenza agli urti. I Torzi-te inoltre presentano una maggiore resistenza alla flessione.

le frizioni di qualsiasi lenza. La sua scoperta da parte di Fuji e l’impiego su molti nuo-vi tipi di telai, a ponte singolo e doppio, avvenne in conco-mitanza col boom di un altro materiale altamente innova-tivo, la fibra Spectra, con la quale si poterono creare le prime lenze multifilamento, i cosiddetti trecciati. Questi su-perfili dal carico di rottura in-credibile hanno ancora oggi il difetto di intaccare in maniera irreparabile gli anelli meno resistenti, fessurandoli con grande facilità. I passanti Fuji SiC si dimostrarono capaci di resistere all’usura causata dai trecciati grazie alla loro durezza e in breve vennero adottati da tutte le case co-struttrici di canne di alto livel-lo. Inoltre, la grande varietà di serie realizzate con vari tipi di telaio consentì all’azien-da giapponese di affermarsi

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TORZITEPIÙ DI UN ANELLO, UN CONCETTO RIVOLUZIONARIONel 2014 Fuji ha presentato alla popolazione mondiale dei pe-scatori la sua ultima “creatura”: gli anelli Torzite. Questa novità rappresenta il massimo della tecnologia applicata ai compo-nenti necessari per assemblare una canna. Rispetto ai passanti in SiC i nuovi Torzite sono in-credibilmente più leggeri, pur mantenendo inalterate le carat-teristiche di robustezza e resi-stenza alla frizione che ha reso i SiC famosi in tutto il globo. Torzite deriva da due parole: Torus per l’originale e innova-tiva forma dell’anello ceramico e Zite che dà l’immagine del minerale duro e brillante. Si tratta di un materiale cerami-co di sintesi che viene lucidato a diamante per offrire il minore attrito possibile al passaggio di qualsiasi tipo di lenza. Torzite è anche incredibilmente resi-stente: nonostante la struttura dell’anello risulti molto sotti-le, la sua tenuta è la stessa di quella degli anelli in SiC. La ro-bustezza di Torzite è dovuta al fatto che questo materiale, una volta lavorato ad anello, mo-stra di possedere una notevole tenacità. Questa caratteristica consente agli anelli in Torzite di reggere agli shock meccanici, come possono essere urti acci-dentali su superfici dure o colpi provenienti dal telaio esterno.

Leggerezza assolutaLa caratteristica più importante dei nuovi Torzite è la loro incre-dibile leggerezza: il peso speci-fico di questo materiale cerami-co è infatti inferiore al carburo

Torzite ha comportato un ulte-riore vantaggio che si traduce nella possibilità di ridurre lo spessore degli anelli. Rispetto agli anelli in Sic, quelli in Torzite appaiono più sottili. Per mante-nere la robustezza degli anelli in SiC, Fuji ha lavorato gli anelli Torzite con un diametro interno maggiore. Questo espediente, tuttavia, non toglie forza agli anelli in Torzite che sono sensi-bilmente più leggeri, ma ugual-mente robusti come quelli in Sic.Visto che i nuovi anelli Torzite hanno uno spessore minore dei SiC, si è ottenuto un ulteriore vantaggio: i nuovi Torzite per-mettono di scalare il montag-gio di una misura fino all’anello del 12 e grazie ciò è possibile ridurre il peso complessivo dei passanti. La canna risulta così più leggera, meglio bilanciata e più sensibile rispetto ai modelli

di silicio. Ma la vera innova-zione sta nella struttura del suo anello. I passanti in Tor-zite sono infatti più sottili e, se rapportati ai consimili in SiC, risultano del 40 per cento più leggeri. Inoltre, se abbinati a telai in titanio, permettono di ridurre il peso complessivo del 10 per cento.Quindi, anelli più sottili e leggeri, ma ugualmente re-sistenti anzi, resilienti per es-sere più precisi. La resilienza è, in fisica, la capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi. La superiore resistenza alla flessione e una notevole tenacità del materia-le permette ai Fuji Torzite di reggere agli urti e alle fessu-razioni da attrito.

Diametri ridottiLa maggiore resilienza dei Fuji

La genialità di Fuji nel realizzare i nuovi Torzite si vede anche nella struttura di questi anelli. Rispetto alle serie di passanti in SiC i Torzite sono più sottili, con una riduzione di peso del 40 per cento, pur avendo un diametro maggiore che contribuisce a mantenere inalterata la robustezza e la tenuta agli urti. L’abbinamento a telai in titanio strut-turati con un solo ponte ha inoltre permesso di scendere ulteriormente nel peso comples-sivo; oggi i passanti in Torzite con telaio in ti-tanio risultano del 10 per cento più leggeri rispetto ai loro consimili con anello in SiC.

RIDUZIONE DEL PESOLEGGEREZZA E DIAMETRI PIÙ GRANDI

COM’È FATTO

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montati con anelli in SiC con telaio in titanio. Come risultato si ottiene una canna dal peso complessivo ridotto del 20-30 per cento in meno rispetto a un uguale modello montato con passanti in SiC.

Sicurezza totaleUn buon passante, si sa, deve poter resistere all’usura causata dallo sfregamento continuo del-la lenza. Se un tempo gli anelli dovevano reggere il passaggio dei monofili di nylon, oggi de-vono resistere anche ai ben più abrasivi multifili trecciati la cui rigidità superficiale crea non pochi problemi di tenuta. Se il passante non è realizzato con materiali ultra resistenti e per-fettamente lavorato in maniera da ottenere una superficie liscia e inscalfibile, in breve dà luogo a micro solchi che rovinano irre-parabilmente tutta la lenza. Fuji è sempre stata attenta a questo particolare, e già con i primi anelli in ossido di alluminio svi-luppati alla fine degli anni ’70 riuscì a ridurre il problema delle fessurazioni superficiali, risolto poi definitivamente con l’intro-duzione degli anelli in carburo di silicio. Nei nuovi Torzite la su-perficie è ancora più liscia, con una presenza minima di micro cavità che potrebbero danneg-giare il filo. Ora il coefficiente di frizione è inferiore dell’80 per cento rispetto a quello degli anelli in carburo di silicio. Il filo

passa quindi sulla superficie dell’anello con minore resi-stenza, consentendo un recu-pero più fluido.I nuovi Torzite segnano un ulteriore passo verso la perfezione, anche per quanto concerne il coef-ficiente di frizione. Gli anelli in Torzite di Fuji hanno infatti una forma appiattita se visti in sezione trasversale che rad-doppia la superficie a contatto col filo rispetto ai SiC. Questo particolare consente di ridurre la pressione del filo del 50 per cento rispetto agli anelli in SiC.

Abbiamo messo a confronto due serie di passanti dello stesso tipo, i KR Concept con telaio monoponte in titanio, montate con anelli in Torzi-te e in SiC. Le due serie si adattano perfettamente a canne da spinning lunghe 2.70 metri. Alla pesatura, la serie KR con anelli in Torzite risulta circa il 20 più leggera!

DIAMETRI CONTENUTIMISURE RIDOTTE E MAGGIORE SENSIBILITÀ

FRIZIONE RIDOTTISSIMALA FORMA APPIATTITA RIDUCE LA PRESSIONE DEL FILO

Lo spessore inferiore degli anelli Torzite e il maggiore diametro rispetto agli anelli SiC comporta anelli, misurati al loro interno, inferiori nel diametro fino alla misura 12. Si tratta anche in questo caso di un notevole vantaggio poi-ché la serie completa di anelli Torzite montata su una canna risulta molto più leggera, a tutto vantaggio di una migliore bilanciatura della canna che, a sua volta, porta a migliorare la sensibilità nella gestione delle esche, come nel caso dello spinning in acqua dolce e mare o della pesca della trota a striscio in laghetto.

HI-TECH

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RESISTENZA ALL’ABRASIONEIL SECONDO PUNTO FORTE DI TORZITENel progettare passanti per canne da pesca Fuji ha sempre tenuto in massima considera-zione la tenuta degli anelli ai continui sfregamenti causati dai fili, in particolare i trecciati che, come abbiamo visto, essendo mediamente più sottili e rigi-di rispetto ai monofili di nylon possono causare pericolosissi-me fessurazioni o veri e propri solchi sulla superficie dell’anel-lo. Già con l’introduzione dei primi passanti in ossido di al-luminio, avvenuta alla fine de-gli anni ’70 del secolo scorso, questo problema venne gran-demente ridotto, per poi essere definitivamente scongiurato con l’introduzione degli anelli SiC in carburo di silicio. I nuovi Torzite assicurano una resistenza all’a-brasione è praticamente la stes-sa di quelli in SiC, nonostante il loro spessore risulti inferiore. La particolare tenuta a solchi e fessurazioni è dovuta all’elevata densità di cristalli contenuti

nei Torzite che massimizzano la durezza di questo straor-dinario materiale anche sulla superficie esterna. Durezza che risulta ben superiore al quarzo, il materiale più duro tra gli elementi sabbiosi.

Uno dei punti d forza dei passanti Fuji è sempre stata l’accuratezza della la-vorazione superficiale degli anelli, che nei nuovi Torzite ha raggiunto livelli di perfezione assoluti. Rispetto al SiC, Torzite presenta un quantitativo di mi-cro cavità superficiali davvero minimo. Il coefficiente di frizione risulta così inferiore dell’80 per cento rispetto a quello del SiC. Viene allungata la vita del filo ed anche il suo recupero risulta più fluido e silenzioso.

SUPERFICIE LEVIGATALAVORAZIONE A DIAMANTE PER SCORREVOLEZZA AL TOP

ANELLI E TELAI

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Nel progettare i nuovi Torzite, Fuji ha cercato di elevarne al massimo le qua-lità abbinandoli a telai super leggeri, compatti e con un design che impedi-sce la formazione di grovigli del filo. Sono così nati i Reverse Guides che, nella serie T-RV realizzata in titanio, mantiene immutate tutte le prestazioni fisico-meccaniche degli anelli Torzite.

REVERSE GUIDE: IL CONNUBIO IDEALE

Torzite e telaiPer ottenere il massimo delle prestazioni da un passante è importante non solo impiega-re materiali durissimi, leggeri e resistenti all’usura ma abbinar-li anche a telai che sappiano conservare e, se possibile, mi-gliorare queste prestazioni. Per questo Fuji ha pensato di abbi-nare i nuovi leggerissimi anel-li In Torzite con gli altrettanto leggeri telai in titanio. I passanti della serie T-RV hanno la sigla che indica, appunto, questo leggerissimo metallo (T = tita-nio) mentre RV sta per “reverse” ossia la particolare struttura in-versa del doppio ponte. I reverse guides della serie T-RV sono il risultato di una lunga se-rie di studi volti a massimizzare le prestazioni degli anelli in Tor-zite e dei ponti che li sorreggo-no. La struttura tridimensionale di questi passanti è stata stu-diata per sorreggere al meglio gli anelli in Torzite ed impedire eventuali problemi col filo che, passando attraverso gli anelli con le sue spire, potrebbe for-mare grovigli con i ponti del passante.

col proposito di migliorare le prestazioni dell’attrezzatura. Non soltanto si cerca di salva-guardare la tenuta dei fili, ma anche la canna che li lancia e li recupera può dare il massi-mo delle prestazioni secondo la serie di passanti che vengono montati. Il numero di passanti, la loro struttura e il loro ingom-bro sulla canna, il diametro in-terno di ciascun anello, il loro peso, sono tutte caratteristiche che, se ottimizzate a momento del montaggio della canna, ne migliorano le prestazioni. Da anni Fuji studia la migliore scel-ta e disposizione su ogni gene-re di canna da lancio; i risultati di tali progetti vengono poi resi disponibili per le aziende pro-duttrici di canne che intendono usare componentistica Fuji sui loro prodotti. I “Fuji Concept Guides” permettono così di al-lungare la gittata dei lanci, bi-lanciano meglio le canne, au-mentano la sensibilità sull’esca, esaltano la curvatura della can-na sotto flessione, oltre a ridur-re naturalmente gli attriti sugli anelli allungando la vita dei fili. Cosa pretendere di più?

Nella serie T-RV il passante si compone di tre ponti. Il primo ponte anteriore dritto accoglie per primo le spire del filo pro-veniente da mulinello mentre gli altri due ponti posterio-ri vanno ad unirsi nel piede che si lega alla canna e sono strutturati per consentire al filo in uscita dall’anello di scorre-re agevolmente. La parte del telaio contenente l’anello Torzite ha un’inclina-zione di 10 gradi per miglio-rare il passaggio del filo e ri-durre ulteriormente il rischio di grovigli. Lo studio tridimen-sionale di questi passanti ha inoltre permesso di ridurne l’ingombro. I T-RV guides sono molto compatti e leggeri, a tut-to vantaggio delle presta-zioni della canna che sotto flessione, mostra una cur-va più armoniosa con meno punti rigidi ed appare nel complesso meglio bilanciata.

Combinazioni idealiUno dei punti di forza del-la Casa giapponese è anche quello di progettare i passanti

HI-TECH

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Se c’è un artificiale che in laghetto ha sempre funzionato con trote di tutte le taglie, è il minnow. Affondante o suspending, munito di timone o “lipless”, questa hard bait non ha rivali in molte situazioni di pesca in cava e resta il riferimento principale per chi si cimenta con iridee, fario e salmerini dall’autunno alla primavera.

MINNOW E TROTEIN LAGHETTO

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Sin dagli albori della pesca a spinning in cava il minnow ha ricoperto un ruolo molto im-portante, spartendosi le prefe-renze di trote e pescatori con un’altra grande categoria di esche metalliche, i cucchiai-ni rotanti e ondulanti. Negli anni la sua efficacia è rima-sta immutata e anche oggi, con l’avvento di nuovi gruppi di artificiali e tecniche innova-tive, questa imitazione molto realistica di pesce foraggio continua a mietere vittime tra i salmonidi lanciati nei laghetti di tutta Italia.

A cosa è dovuto questo grande potere catturante? Sappiamo bene che tutte le specie di sal-monidi che finiscono nei laghet-ti provengono dagli allevamenti e, quindi la loro aggressività di pesci predatori nei confronti di prede naturali come il pesce fo-raggio (che i minnow vogliono imitare) è grandemente ridotta. Ma allora perché una trota di allevamento dovrebbe attacca-re un’imitazione di piccolo pe-sce che, forse, non ha mai visto in tutta la sua esistenza? Cer-chiamo di comprenderne i mo-tivi nelle pagine che seguono.

LIGHT SPINNING

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Iridea, fario o salmerino, ogni specie di salmonide immessa nei laghetti ha origini artificiali, con la fecondazione delle uova in laboratorio e l’accrescimento in vasca degli avannotti. Dopo molteplici generazioni di pesci nati e cresciuti in cattività, è na-turale che anche predatori spe-cializzati come questi salmonidi perdano progressivamente il loro istinto a cacciare e, forse, anche la capacità a distingue-re cosa è commestibile e cosa merita di essere inseguito ed at-taccato. Chi frequenta con una certa costanza i laghetti da trota avrà senz’altro osservato l’at-teggiamento indolente di questi pesci: le trote (iridee soprattutto) si aggirano spesso con gran-de lentezza, tutte imbrancate, lungo le sponde del laghetto, refrattarie a qualsiasi stimolo. Nelle situazioni di abulia estre-ma, esse se ne stanno ferme a

individuare potenziali prede tramite le vibrazioni che esse emettono spostandosi nell’e-lemento liquido. Le vibrazioni, sotto forma di onde sonore a bassa e alta frequenza, vengo-no in questo modo individuate e trasferite al cervello del pesce che decide se spostarsi e attac-care la potenziale preda. Un senso dell’udito così specializ-zato è utilissimo per localizzare fonti sonore utili all’alimenta-zione del pesce carnivoro an-che quando la potenziale fonte di cibo è molto distante. Il pesce è inoltre in grado di distingue-re la frequenza di tali vibrazioni nell’immensità di quelle presen-ti nell’acqua e di origine molto varia. Molte specie, inoltre, pos-sono sentire anche onde sono-re che entrano nel campo degli ultrasuoni.La vista, invece, nei pesci funzio-na meglio sulle corte distanze.

galla, con un atteggiamento tipico dei cavedani e delle car-pe nella stagione calda. Una trota ruspante non si compor-rebbe certamente così e, se sollecitata con un’esca sapien-temente presentata, non ci penserebbe due volte a scat-tare o, per lo meno, a iniziare un inseguimento deciso.Cosa fare, allora, se le nostre prede non sono più quei fieri cacciatori di una volta? Non resta che stimolarle facendo leva sui loro sensi di pesci car-nivori, in particolare sul sen-so dell’udito e della vista. Nei pesci, il senso dell’udito agi-sce attraverso gli organi della linea laterale e dell’orecchio interno, mentre la vista, molto simile dal punto di vista fun-zionale a quella di noi uma-ni, attraverso gli occhi. Linea laterale e orecchio interno permettono a tutti i pesci di

IMITAZIONI REALISTICHE... O QUASIRISVEGLIAMO L’AGGRESSIVITÀ DELLA TROTA

PERCHÉ FUNZIONANO

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Vi sono pesci che vedono bene anche a diversi metri (ma co-munque molto meno rispetto all’uomo) e sono in grado di di-stinguere molti colori nello spet-tro di luce. Alcuni, addirittura (è il caso del bass) possono distin-guere anche sfumature di uno stesso colore.

Cosa attira in un minnowOnde sonore e colori: sono que-ste le componenti di un’esca che possiamo impiegare per indur-re la trota “atipica” di laghetto ad attaccare. Componenti che caratterizzano l’azione di nuoto e la sagoma dei minnow con e senza paletta. Ecco: in definitiva questo è il motivo per cui una trota, seppure di allevamento, attacca un’imitazione realisti-ca di pesce foraggio. Proba-bilmente essa morde perché le componenti vibrazione e colore riescono ancora a stimolare la sua aggressività latente di pesce predatore. Ma ci sono minnow che, sotto questo aspetto, fun-zionano meglio in laghetto per-ché emettono il giusto ammon-tare di onde sonore ed hanno colori più interessanti di altri.

I minnow dotati di timone di nuoto sviluppano due differenti movimenti che possono influire sull’attacco del pesce carnivoro. Il movimento più evidente è il clas-sico scodinzolio caratterizzato da una cadenza a zig alternata. Tale azione di nuoto è generata dalla forma e dall’inclinazione del timo-ne, ma anche dalla sagoma e dal-la lunghezza del minnow. Il secon-do movimento, meno evidente nei minnow palettati ma ugualmente importante, è l’effetto rollio, ossia un ondeggiamento sull’asse del corpo che aumenta il realismo di nuoto dell’imitazione di pesce fo-raggio.

Minnow e trote in laghetto, un classico sempre attuale.

MINNOW CON PALETTADUE DIFFERENTI AZIONI DI NUOTO

UNA PESCA DIVERTENTE

LIGHT SPINNING

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AZIONE DI NUOTOLE DIFFERENZE CHE CONTANO

Le vibrazioni percepite dalla trota sono emesse dal partico-lare movimento in acqua del minnow, movimento che può essere impartito dal timone di nuoto o, nel caso dei minnow lipless, dal particolare posizio-namento di una zavorra all’in-terno del corpo. L’azione di nuoto è abbastanza diversa nei due gruppi di imitazioni: stretta e centrata sull’asse del corpo per quanto riguarda i minnow con timone e più ampia, con un “effetto rollio” più marcato nei minnow lipless ossia senza timone. Pescando nelle acque ferme dei laghetti è importante che tali azioni di nuoto, e rela-tive onde sonore emesse, siano facilmente percepibili dalle trote e che abbiano una lunghezza d’onda sufficiente a stimolare il loro interesse con conseguente attacco. Non è infatti detto che un pesce di allevamento come la trota di laghetto riconosca nel movimento del minnow una for-ma di vita commestibile e, forse,

conta di più stimolare la sua curiosità o altri istinti primor-diali, oltre ovviamente a quello predatorio che anche in questi pesci, seppur di allevamento, è sempre latente.

Minnow vivaciI minnow da trota in laghetto devono assolvere a una fun-zione importantissima: devo-no muoversi in maniera mol-to vivace anche nei recuperi lenti, fondamentali quando ci si trova dinanzi a trote che hanno poca voglia di insegui-re l’esca. Devono cioè esibire numerosi scarti laterali, di una certa ampiezza , in un breve spazio durante i recuperi mo-notoni e lineari e rispondere immediatamente a qualsiasi sollecitazione, comprese quel-le improvvise e veloci jerkate

Pescando vicino al fondo, col min-now sinking possono agganciarsi anche belle fario.

FARIO ALTERNATIVE

che a volte possono indurre la trota ad attaccare di riflesso. Nei minnow affondanti muniti di paletta, che sono i più usati in laghetto, questo movimento vivace non è facilissimo da ot-tenere e solo una progettazio-ne accurata e una costruzione certosina può portare ad ave-re questa azione particolare. Il dorso incurvato per tutta la lunghezza, la forma dritta del ventre e una posizione centra-ta della zavorra interna, oltre a una inclinazione ottimale del ti-mone, portano ad avere azioni di nuoto molto evidenti, reatti-ve a qualsiasi sollecitazione, in una parola: “vive”! È il caso di tutta la produzione dei minnow sinking Real Winner dotati di timone di nuoto, recentemente ristrutturati e rifiniti nei minimi dettagli.

COME FUNZIONANO

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Il nuoto dei liplessI minnow senza paletta devono anch’essi muoversi in maniera allegra nei recuperi lenti, ma la loro azione di nuoto appare dif-ferente rispetto ai modelli con timone. Il nuoto a zig zag è più sinuoso ed anche l’effetto rollio, ossia il movimento ondeggiante sul loro asse, è più pronunciato. Ne deriva un’azione di nuoto più morbida, che in certe situa-zioni risulta molto catturante ri-spetto agli ondeggiamenti stretti e vivaci dei minnow con timone. I lipless vengono spesso prefe-riti quando le trote stazionano al largo e negli strati d’acqua prossimi alla superficie. Essen-do privi di paletta, e mediamen-te più pesanti, bucano l’aria a meraviglia e ci permettono di raggiungere distanze notevoli. Hanno tuttavia il difetto di tene-re poco il fondo e nei recuperi veloci risalgono veloci mante-nendo la superficie.

Non dobbiamo avere timori nel pro-vare tinte accese o fluorescenti: in cava funzionano!

COLORI VIVACI

TROTE ATTIVERECUPERI ALLEGRI A MEZZ’ACQUA

di taglia medio piccola che morderan-no decisi anche a pochi metri da riva. È importante localizzare il branco di pesci e lanciare nella loro direzione di nuoto, facendo passare i minnow da-vanti ai primi soggetti del gruppo. Un buon paio di occhiali a lenti polariz-zanti, in questi casi, aiuta.

Se le trote mostrano una certa viva-cità, saltando a galla e inseguendo decise qualsiasi esca, col minnow possiamo divertirci parecchio. I modelli con e senza paletta interes-seranno soprattutto i salmonidi

LIGHT SPINNING

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Abbiamo stabilito che i minnow funzionano con le trote di la-ghetto che mostrano un minimo di attività nell’inseguire l’esca. I modelli con timone di nuoto, dai movimenti vivaci e variati anche su trazioni lente, posso-no dare belle sorprese con pe-sci che si trovano a mezz’acqua e che viaggiano in branchi vici-no a riva. Una situazione tipo è quella di trote in gruppo che si spostano lungo il perimetro seguendo un tragitto lento e monotono. Il branco è di soli-to composto da una trota più grossa (la femmina) seguita da pesci più piccoli (i maschi pron-ti per la frega). Se riusciamo a far passare il nostro minnow nel branco, facendogli fare la stes-sa traiettoria del branco in lento spostamento, avremo

abboccate decise. Altra situa-zione favorevole per provare i minnow palettati è con trote iridee di taglia maxi. Il min-now di dimensioni medie (7-9 centimetri) è sempre stato un castigatore di iridee over due chilogrammi che a volte sem-brano gradire un boccone sostanzioso e facile da ag-gredire. Recuperi medio lenti, con rare variazioni come brevi soste e tranquille ripartenze, possono invitare i trotoni che vivono nel laghetto già da un po’ di tempo e che sono so-pravvissuti alle mattanze di inizio lancio.

Alternativa liplessI minnow senza paletta sono in-superabili per raggiungere trote che stazionano o si spostano a centro laghetto. Si lanciano mol-to bene e raggiungono distanze equiparabili solo dai cucchiaini ondulanti di peso medio. Tuttavia, come abbiamo già sot-tolineato, non tengono bene il fondo e il loro uso è consiglia-to soprattutto con pesci che si trovano negli strati d’acqua su-perficiali. Recuperi lenti, tenen-do la canna di tre quarti verso l’alto, con qualche lieve jerkata senza pause successive, fun-zionano con trote mediamente attive. Sono un vero asso nella manica nelle giornate di vento forte, perché bucano bene l’a-ria arrivando su pesci che, con questa situazione, appaiono più aggressivi e disposti a seguire l’esca.

TROTE SVOGLIATERECUPERI LENTI MA ALTERNATI

Spesso, le trote più belle mangiano solo il minnow senza paletta.

Calma piatta. Proviamo con lanci lunghi e recuperi a galla molto va-riati.

BIG COL LIPLESS

ACQUE IMMOBILI

QUANDO SI USANO

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Il siluro è una realtà ittica ben consolidata nei nostri fiumi del piano. Dopo anni dalla sua immissione nelle acque italiane, ormai ha raggiunto taglie da capogiro che richie-dono tecniche ed attrezzature molto specialistiche. I pescatori più scaltri hanno saputo adeguare sistemi e metodi di innesco a questo super predatore e ne sono scaturite discipline micidiali. Il vertical è una di queste.

VERTICAL & SILURI XXL

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La comparsa del pesce più grande che oggi popola le acque dolci italiane ha creato non pochi problemi di ordine ecologico. Il siluro, con la sua presenza decisamente… in-gombrante, ha comportato un ridimensionamento di tutta la fauna ittica presente nei fiumi e canali di pianura. Per alcune specie nostrane il suo soprav-vento ha addirittura causato la sparizione, provocando malu-mori tra i pescatori di vecchia data, tanto che oggi il popo-lo degli sportivi è diviso tra

gli acerrimi denigratori e gli estimatori convinti di questo gigante con le pinne. Tra i so-stenitori più entusiasti, i gemelli mantovani Dario e Dino Ferrari hanno saputo elevare la sua pe-sca a una vera e propria arte, mettendo a frutto abilità ed esperienza per catturare i più grossi esemplari della specie. Una delle loro tecniche preferite è il vertical dalla barca, una pe-sca a saliscendi molto speciali-stica che in determinati periodi, e particolari condizioni del fiu-me, può fare miracoli.

CATFISHING

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A CACCIA DI MOSTRIIL FIUME E I SUOI SEGRETI

grosso ostacolo o sprofonda-to nel soffice limo. I soggetti che passano il mezzo quintale vanno in caccia solo in deter-minati orari, o quando il fiume presenta condizioni di caccia favorevoli. Le piene estive, per esempio, lo mettono in frene-sia alimentare e allora anche gli esemplari più grandi vanno in caccia, portandosi anche in superficie. Nei periodi di bas-sa pressione o con condizioni atmosferiche particolari, inve-ce, si sposta a mezz’acqua in fase di attesa.

Stimoliamoli sul fondoSituazioni particolari a parte, il siluro resta un pesce di fondo e qui bisognerà cercarlo, sti-molandolo con sistemi ed in-neschi particolari che dovran-no indurlo a mangiare anche quando attraversa fasi di apa-tia, che sono poi quelle che caratterizzano gran parte del-la sua esistenza. Ma trovare

i siluri posati sul fondo non è fa-cilissimo. Spesso i nostri amano sprofondarsi nella melma o nel morbido limo che si sedimenta nelle anse del fiume riparate dalla corrente, o alla base del-le grandi buche dove la forza dell’acqua si smorza. Incollati al fondo o affossati in esso, spesso non sono localizzabili nemme-no con un buon ecoscandaglio.

Chissà perché, tutte le volte che si parla di siluri il vespaio di po-lemiche è assicurato! Sarà per il fatto che questo pesce non si è creato una buona fama tra la massa dei pescatori italiani, sarà perché molti credono sia facile pescarlo, fatto sta che il “gigante coi baffi” è destinato a suscitare questioni a non finire. Ormai è presente nei nostri fiu-mi da più di quaranta anni ed è essendo un pesce longevo, può raggiungere taglie incredibili. Proprio questa sua capacità di superare il quintale di peso lo ha reso un temibile predatore e la sua pesca ha un che di leg-gendario. Ma il siluro, soprattut-to quello di taglia XXL, non si la-scia catturare facilmente. Come tutti i grandi pesci predatori al vertice della catena alimentare non mangia sempre anzi, ha abitudini di caccia particolari. Oltretutto passa gran parte del-la sua vita a stretto contatto del fondo, nascosto dietro a qualche

L’eco ha localizzato i siluri, sospesi di poco sul fondale. È ora di provare a vertical!

TROVATI!

AMBIENTE E SITUAZIONI

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-mento neutrale.Si tratta in pratica di una variante della nota pesca a “mort maniè” o pesca col pesce morto ma-novrato, ma tarata sulla ricer-ca dei siluri di taglia che non sono in caccia. Con l’aiuto di un natante, meglio se munito di motore elettrico ausiliario per fare correzioni di rotta, ci porteremo sulle traiettorie del fiume lasciandoci portare in deriva dalla corrente sui fon-dali più interessanti. Deriva che non andrà fatta in ma-niera estensiva (perderemmo solo tempo prezioso!) ma solo nei tratti che riterremo fre-quentati dai siluri. La tecnica migliore consiste nell’indivi-duare il fondale che si ritiene propizio, fare un sondaggio per trovare il pesce e solo in un terzo tempo tentare la posa dell’esca, passando in deriva

Questo strumento, infatti, utilis-simo nel rilevare la conforma-zione del fondale e l’eventuale posizione di pesci distanti da esso, non rileva presenze che si staccano per poche decine di centimetri dal fondo. Oltretutto sui fondoni più morbidi i siluri tendono a sprofondare quando non sono attivi, scomparendo letteralmente all’ecoscandaglio. Per trovare i pesci più belli serve quindi molta esperienza ed an-che l’uso dell’elettronica va fatto con criterio.

Vertical e derivaLa tecnica della pesca in verti-cale con barca in lenta deriva è senza dubbio quella che può dare maggiore divertimento sia in quantità sia in qualità delle catture. Con questa disciplina andremo a stimolare i siluri che giacciono sul fondo in atteggia-

col motore spento. Come esca useremo carassi, scardole, pic-cole brémes di peso variabile tra 200 e 400 grammi, ma in alternativa siliconici snodati.

Per zavorrare l’esca, a vertical si usa spesso la fireball, una testa piombata sferica con due occhielli posti a 90°. Il peso varia tra 60 e i 200 grammi, da cambiare durante l’azione di pesca in base alla corrente e alla profondità dell’acqua tramite l’utilizzo di due moschettoni, uno posto sulla lenza madre e uno che collega la fireball al terminale. Per la co-struzione del terminale si parte con il legare un filo di rame sull’amo di coda della misura 7-8/0 (oggi possiamo trovare in commercio gli ami singoli o doppi già armati con filo di rame), poi colleghiamo l’amo di coda con l’amo trainante tramite un bracciolo di trecciato dal diametro di 1-1,5 mm il quale può variare tra 8 e 12 cm e anche più in base alla dimensione delle esche. Il terminale con i due ami va collegato alla fireball tramite moschettone, poi applichiamo 4-5 cm di guaina siliconica a coprire e irrigidire il collegamento tra di essi; è possibile variare la montatura con un amo doppio o ancoretta sempre sulla coda.

FIREBALL CHE FUNZIONAMONTATURA FACILE FACILE

CATFISHING

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VERTICAL MIRACOLOSO:ANCHE IN CONDIZIONI DIFFICILILa presenza dei siluri sui fondali del fiume cambia ovviamente in funzione del livello dell’acqua e della sua temperatura, del-la pressione barometrica e, a volte, anche dalla pressione di pesca. Ma il vertical riesce ad adattarsi in maniera eccellente a tutte queste varianti, nono-stante la sua semplicità di ese-cuzione. In pratica consiste nel manovrare un pesce morto (ma anche una sua imitazione di gomma siliconica) sotto la bar-ca, richiamandolo a saliscendi a facendogli fare saltelli con brevi pause sul fondo. Il fine è quello di risvegliare l’in-teresse del grosso siluro ponen-dogli davanti al muso una facile preda. Con opportune correzioni di rotta della barca in deriva e un buon uso dell’ecoscandaglio ri-usciremo a mettere in atto una strategia di pesca micidiale. In sintesi, gli spot che possono dare gradite sorprese sono:

- rigiri di acqua formati dalle massicciate che si incontrano lungo il corso. Sonderemo bene il fondale all’interno di esse e tutti i suoi sbalzi di profondità;- punte di sabbia che si esten-dono lungo le sponde; dietro di esse troveremo un aumento di profondità ed un rallentamento della corrente;- curvoni e tratti di fiume con fondale profondo e regolare, meglio se la corrente del fiume non è troppo forte;- zone dietro strutture e ponti, qui generalmente troveremo acqua ferma o molto lenta; at-tenzione agli ostacoli sul fonda-le.

Il richiamoL’azione di pesca si svolge al-zando e abbassando il nostro innesco in modo costante e re-golare, cercando di accarez-zare il fondale senza sbattere in modo violento il piombo su di esso e in contemporanea correggere la discesa dell’im-barcazione tramite uno o me-glio due motori elettrici, posti a poppa e a prua della bar-ca. Questi servono anche per rallentare la deriva e far avan-zare i terminali 10 - 20 metri rispetto alla nostra posizione, pratica da effettuare quando i siluri vengono disturbati dal rumore della nostra imbarca-zione che possono essere pic-cole onde formate dal vento, oppure anche lo stesso eco-scandaglio. In barca comun-que dovremo essere il più si-lenziosi possibile.

La mangiataCon siluri apatici, l’abboccata si verifica di solito quando la

serie di strappetti verso l’alto raggiunge il suo apice. Se il siluro è un po’ più aggressivo sentiremo un colpo deciso, con la canna che punta forte verso il basso. Significa che il siluro ha attaccato staccandosi dal fondo e tende e tornarci con l’esca in bocca. Una sensazione diversa, invece, se il siluro dopo avere attaccato rimane sospeso con l’esca in bocca senza riscende-re; in questo caso perderemo il senso di pesantezza di tutta la montatura, lasciandoci dub-biosi se ferrare o meno. Se la taglia del predatore è un po’ scarsa l’abboccata si tradurrà in una serie di colpi più debo-li: sono i tentativi del pesce di ingoiare l’esca, ai quali rispon-deremo in ogni caso con una robusta ferrata. Altre volte an-cora, invece, il siluro tende ad aspirare le preda e poi la segue nella stessa direzione della bar-ca, obbligandoci a recuperare il filo in bando e a dare una bella stoccata finale.

ABC TECNICA

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Canne corte ad innesti robusti o monopezzo con anelli sopraele-vati per la pesca con il moltipli-catore.

Con un’ecoscandaglio sensibile possia-mo verificare la manovra della nostra esca sul fondo.

CANNE TOSTEAZIONE DI PESCA

MONTATURA INLINERSOSTITUZIONI VELOCI IN PESCA

leghiamo l’amo trainante sem-pre 8/0 tramite il classico nodo senza nodo utilizzato nel carpfi-shing, e per finire a circa 7 cm leghiamo una girella di circa 200 libbre alla quale va collegata la lenza madre, (l’utilizzo della gi-rella è indispensabile per annul-lare le rotazioni del terminale in fase di pesca e di recupero ). Nel primo tratto del terminale ap-plichiamo circa 6 cm di guaina siliconica per irrigidire il tratto di trecciato che collega girella e amo trainante, questo accor

Alternativa alla fireball è il piombo inli-ner, che offre il vantaggio di avere un taglio longitudinale per una sostituzione veloce durante l’azione di pesca. Questo piombo si utilizza sia in verticale sia a striscio, le grammature variano tra 90 e 250 grammi. L’innesco si inizia legando tramite trecciato della misura 1/1,5 mm l’amo di coda misura 7-8/0 già armato di filo di rame; poi a circa 7-8 cm (questa misura varia in base alle esche selezio-nate)gimento ci serve per evitare acca-vallamenti tra lenza madre e terminale.

CATFISHING

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In previsione della riapertura delle ostilità col boccalarga facciamo il punto sulle esche migliori per affrontare stagni e lanche con le armi migliori. Con pesci ancora rallentati nei riflessi e poco disposti a seguire gli artificiali bisogna fare una selezione delle esche che funzionano anche quasi ferme: è il momento delle imitazioni siliconiche di gambero e dei jig, con relativi abbinamenti.

ARTIFICIALI D’AUTOREGAMBERI E JIG PER MR. BASS

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Finito anche questo strano inverno, la primavera porta buone nuove a chi ha fatto dello spinning a 360 gradi la sua passione preferita. Nelle acque ferme di laghi, laghetti, stagni e lanche dei fiumi l’a-mico black bass esce dal semi letargo e comincia a guardar-si intorno. In aprile - maggio dovrà assolvere alle sue fun-

zioni riproduttive e col progredi-re della stagione il nostro amico deve quindi incamerare energie per attuare la frega in manie-ra ottimale. La fase di risveglio post invernale e la prima parte della primavera è quindi uno dei periodi migliori per pescare questo fantastico predatore, ma con quali esche? Lo vediamo nelle pagine che seguono.

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BASS LURES

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ESCHE E BASS AL RISVEGLIOMOVIMENTI LENTI SUL FONDO

Mr. Bass non è nel pieno della sua forma fisica: il freddo, an-che se breve, ha rallentato tutte le sue funzioni vitali e le scorte di grassi accumulati per vivere in acque gelide sono ormai al termine. Logico, quindi, vederlo lento nei primi spostamenti sul fondo, con reazioni letargiche che si trasformano però in fu-ghe veloci se noi, sulla riva, ci facciamo vedere troppo. Oltre-tutto, nell’acqua ancora limpida di gran parte dei laghi naturali e artificiali, stagni e laghetti il nostro avversario ha modo di distinguere tutto ciò che si spo-sta dentro e fuori, per cui anche le esche che andremo a sele-zionare dovranno essere molti simili nelle forme e nei colori al cibo reperibile in questo perio-do. In questa fase iniziale il suo potrebbe definirsi un atteggia-mento neutrale, con la tentazio-ne di mordere con franchezza un’esca che gli passa lenta-mente dinanzi al muso ma, più

Il “diavolo verde” si sgranchisce le… pinne e inizia una ricerca sempre più serrata di qualcosa di sostanzioso. A fine inverno

Il mese di marzo, ma anche pri-ma in certe acque del centro e sud Italia, vede il ritorno alla ri-balta dell’amico black bass.

Tronchi semi sommersi in acqua fonda: posto ideale per crostacei e… bass.

LO SPOT IDEALE

QUANDO USARLI

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gamberi e quando li tro-vano, ne fanno incetta.

Imitazioni quasi… realiAbbiamo detto che in questo periodo l’acqua è ancora lim-pida: la temperatura bassa non permette ad alghe e plan-kton di svilupparsi e quindi i bass iniziano a spostarsi dai loro ricoveri invernali in una situazione favorevole per il loro senso della vista, in quan-to possono distinguere qualsi-asi cosa che si trova sul fondo, gamberi compresi. Da parte nostra, quindi, c’è l’obbligo di presentare imitazioni di gam-bo molto realistiche nella for-ma e nei colori, cercando ov-viamente di selezionare quelli della specie predominante nel nostro lago o stagno preferi-to. È questa la prima regola da seguire e, a tale proposito, una perfetta conoscenza dello spot che andremo a sondare e dei gamberi che lo popolano, è fondamentale.

spesso, anche con una lentezza che gli deriva dal non avere an-cora ripreso tutti i comandi sui suoi organi sensoriali.

Pesce foraggio o… gamberi?A fine inverno la disponibilità di prede per il nostro amico non è molta. I pesci di piccola taglia (alborelle, scardole, gardon) nei laghi grandi e nelle cave si trovano ancora al largo e in profondità, fuori dalla portata dei bass che hanno svernato vicino alle rive; affinché i bass comincino a nutrirsi regolar-mente di questo foraggio biso-gnerà attendere il caldo tiepido di aprile, quando i banchi di minutaglia si porteranno defi-nitivamente sottoriva.. Per for-tuna del bass c’è un’alternativa che sottoriva non manca quasi mai, rappresentata da alcune-specie di gambero americano ormai reperibili quasi ovunque. Il noto gambero killer, o gam-bero rosso della Louisiana (Pro-cambarus clarkii), per esempio, è diffusissimo in tanti laghetti e lanche dei fiumi, mentre il gambero “americano” (Orco-nectes limosus), più piccolo e meno colorato del killer, ha da tempo ripopolato i grandi laghi prealpini. Entrambe le specie amano i sottoriva profondi con abbondanza di ostacoli vege-tali e molto spesso condivido-no lo stesso areale con i bass in fase letargica. Essendo molto nutrienti sotto l’aspetto protei-co, non passano inosservati e la facilità di essere catturati dal bass li rende un’ottima alterna-tiva al pesce foraggio. I gam-beri conducono vita appartata, all’interno di anfratti sul fondo o nell’intrico nella vegetazione acquatica, ed escono allo sco-perto solo con certe condizioni o di notte. Tuttavia i bass sono dei veri esperti nel cercare i

In gran parte dei laghi, stagni e lanche dei fiumi sono diffuse due specie di gamberi di provenienza americana: il Procambarus clarkii e l’Orconectes limosus. Il primo è forse più noto e facile da riconoscere per le maggiori di-mensioni delle chele e il colore di un rosso vivace. Lo troviamo in moltissimi laghi e laghetti naturali, nel Po e nelle lanche dei suoi affluenti. Il secondo è ormai diffuso nei grandi bacini subalpini e nei vicini laghetti collinari. Entram-bi sono un’importante fonte di proteine e per questo motivo vengono cacciati dal bass che, a fine inverno, spesso non ha altro cibo a disposizione.

LE PREDE DEL BASS A FINE INVERNOBOCCONCINI DELIZIOSI E SUPER PROTEICI

Un’imitazione realistica di gam-bero della Delalande. Le chele stilizzate han-no un movimento super vivace.

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DA SOLI O ABBINATI? SEGUIAMO I GUSTI DEL BASS

Abbiamo visto che per l’inizio di stagione le imitazioni di gam-beri sono senza dubbio migliori di quelle del pesce foraggio. Ci sono modelli che possono esse-re innescati da soli ed altri che richiedono l’abbinamento con i jigs da bass, altra categoria di esche altamente redditizia quando i nostri avversari si

spostano pigramente sul fon-do e puntano tutto sulla ricer-ca dei crostacei. Le imitazioni gommose molto realistiche, con tanto di chele perfetta-mente riprodotte, zampette mobili e telson (la coda dei gamberi) si innescano da sole su ami particolari dalla testa piombata, come per esempio i Pumpkin Head Jig dell’ame-ricana Yum. La particolare spi-rale metallica va avvitata nella parte posteriore del gambero e la punta dell’amo va inserita nel corpo dell’imitazione sili

Acque ancora fresche, limpide e con poco pesce foraggio in circolazione? Con queste condizioni il bass che si è da poco risvegliato dall’inverno punta tutto sui gamberi e l’abbina-mento di un crostaceo siliconico con un jig dai filamenti sinuosi è la solu-zione migliore per convincerlo all’at-tacco. L’abbinamento deve garantire una presentazione armoniosa nel volume e nei colori.

JIG & CRAW

conica e fatta uscire appena dal dorso; in questa maniera il nostro gambero può passa-re indenne tra gli ostacoli del fondo ed avvicinarsi moltissi-mo alle tane dei bass in atte-sa. In alternativa vanno bene anche ami di tipo offset, ossia con gambo piegato a L appe-na prima dell’occhiello, e di tipo wide gap, ossia con gambo a curva ampia. Per piombare questi ami possiamo ricorrere al classico innesco Texas che ri-chiede piombi forati a proiettile da fissare davanti all’amo, sul finale, con gli appositi stopper di gomma oppure con la pun-ta di uno stuzzicadenti spezzata entro il foro del piombo. I jigs abbinati alle imitazioni gom-mose di gambero svolgono tre importanti funzioni. Aggiungo-no peso all’intera montatura ed essendo disponibili in varie grammature (calcolate in once – 1 oncia = 28 grammi) ci permettono di sondare qualsi-asi fondale, da due fino a die-ci metri. Aumentano il volume dell’esca, con i filamenti gom-mosi che fluttuano nei recuperi a saltelli sul fondo rendendo il gambero abbinato più realisti-co. Infine rendono l’insieme col gambero anti incaglio, grazie alle fibre di nylon che vanno a coprire la punta dell’amo che esce dal dorso del crostaceo di gomma.

Pressione di pescaUna grossa differenza, in ter-mini quantitativi e qualitati-vi di catture, la fanno gli spot frequentati assiduamente dalla concorrenza piscatoria e quelli invece (pochi, purtroppo!) che vedono pescatori di rado. Ne-gli ambienti poco estesi e molto pressati i bass son sempre sul chi vive e anche a pochi gior-ni dal loro risveglio invernale

COME USARLI

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diventano molto sospettosi e difficili da convincere. In condi-zioni come questa dovrebbero essere le imitazioni molto rea-listiche, usate da sole, a dare qualche chance in più ma non è una regola ferrea e può capitare di catturare bass da record con modelli più fantasiosi e colora-ti. In zone super pressate, una regola da seguire è comunque quella di abbinare jig e gambe-ri di gomma con gli stessi co-lori e sfumature, a meno che non si peschi in acque torbide ove è più importante creare un contrasto di colorazioni per consentire ai bass di localizzare meglio la preda.

Gli ami piombati Pumpkin Head Jig della Yum presentano il gambero po-sato su fondo con le chele verso l’alto, una posizione di difesa tipica di questo crostaceo.

Il Money Craw della Yum, imitazione stilizzata per inneschi singoli o abbi-nati al jig.

INNESCO STAND UP

GAMBERO STILIZZATO

CRAW E OSTACOLITra gli ostacoli vegetali l’innesco Texas è insuperabile.

JIG SIMIL GAMBEROIl Pigskin Jig della Booyah è per-fetto per sondare i fondali roc-ciosi dove si nascono i gamberi e… i bass più belli.

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STRISCIO E BOMBARDE DA CAMPIONI

La pesca in laghetto con le esche naturali si identifica nell’uso delle bombarde, parti-colari zavorre ad assetto variabile che aiutano a portare l’esca al largo e a sondare con metodo gli strati d’acqua. Si tratta di una vera e propria tecnica che non delude mai, in continua evoluzione grazie all’impiego di attrezzature sempre più sofisticate.

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Per tanti appassionati, tentare la cattura delle trote in cava si-gnifica pescare a bombarda, una disciplina nata da più di trenta anni in occasione del-lo sviluppo dei laghetti come centri sportivi di pesca. Da al-lora questa tecnica dinamica e divertente ha fatto passi da gigante grazie alla bravura di alcuni campioni e allo svilup-po di attrezzature sempre più micidiali. La stessa bombarda, che a prima vista potrebbe ap-parire con un accessorio dal

funzionamento semplicissimo, si è evoluta per fornire prestazioni quasi… fantascientifiche. Oggi infatti questa particolare zavor-ra non solo consente di sondare fasce d’acqua prestabilite e di fare lanci stratosferici, ma aiu-ta anche ad attirare l’attenzio-ne delle trote con l’emissione di onde sonore, necessarie ad in-vitare i pesci sull’esca piazzata sul finale. La bombarda diventa così un attrezzo fondamentale nella dotazione dell’esperto di striscio. Vediamo come.

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TROTA LAGO

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SI FA PRESTO A PARLARE DI BOMBARDA! MA SI TRATTA DI UNO STRUMENTO SOFISTICATOUna volta appresa l’ABC del-la pesca a striscio bisogna far pratica con le varie attrezzature che compongono questa affa-scinante e dinamica disciplina. Le bombarde sono la compo-nente principale, zavorre spe-cialistiche che servono a portare la nostra esca tra le trote anche quando si trovano molto distan-ti da riva o in profondità. Ma hanno anche la funzione di presentare il boccone nel modo migliore, senza insospet-tire o spaventare i salmonidi. Le bombarde in commercio per la pesca a striscio della trota pos-sono essere di vari colori, forme e grammature, ma la domanda che un pescatore si pone sem-pre quando arriva sul posto di pesca è: «Che tipo di bombarda devo usare per catturare?». Per rispondere al quesito biso-gna considerare innanzitutto la stagione, poi le condizioni atmosferiche della giornata e infine osservare attentamente

il lago per individuare la pre-senza delle nostre prede. L’af-fondamento e la tenuta della profondità (si parla in questo caso di “corsia” in quanto la

bombarda nel recupero deve mantenere una certa fascia di fondo per gran parte della sua corsa) variano logicamente a seconda del peso.

In laghetto è la rainbow la preda preferita da chi pesca a striscio.IRIDEA DA... BOMBARDARE!

PESCA A BOMBARDA

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affondare più in fretta e a mantenersi più in profondità perché, a parità di zavorra, ha un volume minore rispetto al precedente. Per questo, alcuni produtto-ri hanno posto in commercio bombarde che, pur essendo dello stesso modello, hanno un diverso rapporto fra peso e volume: si possono trovare così modelli affondanti della stessa serie e dello stesso peso che, accanto alla gramma-tura, hanno indicato anche il grado di affondamento. Facciamo un esempio concre-to: una bombarda di trenta grammi con indicato G8 af-fonda con la stessa velocità di un peso da 8 grammi, men-tre lo stesso galleggiante nella versione G12 affonda come un peso da 12 grammi.

I modelli più leggeri sono an-che i più piccoli mentre quelli più pesanti, che arrivano anche a 40 grammi, possono avere dimensioni ragguardevoli.Questo perché per bilanciare un piombo di peso simile oc-corre un consistente volume di materiale galleggiante. Ma non è tutto. Osservando le differenze fra due bombarde affondan-ti possiamo già avere inte-ressanti indicazioni sul loro comportamento in acqua: se due modelli, entrambi di tren-ta grammi, hanno dimensio-ni diverse significa che quello più grande tenderà a stare in superficie, perché è maggiore la quantità di materiale gal-leggiante impiegata nella sua costruzione. Viceversa il mo-dello più piccolo tenderà ad

L’apparenza ingannaPrendiamo due bombarde di peso uguale ma di marchio dif-ferente: esse possono assumere azioni diverse anche in funzione di come è distribuita la zavorra all’interno. Di solito il peso viene dato da un cilindretto di piom-bo o di ottone che può avere dimensioni diverse a seconda dell’azione che si desidera otte-nere: se è abbastanza lungo e sottile, ben distribuito nel senso della lunghezza, la bombarda lavora in orizzontale mantenen-do una traiettoria più uniforme sempre alla stessa profondità, sia in superficie sia negli strati più bassi; se la zavorra è più concentrata dietro avremo una azione più discontinua che al-terna veloci affondamenti nelle soste a brusche risalite durante i recuperi.

Tutte le specie di trota amano acque fredde e molto ossigenate, e nemmeno le iridee o le fario immesse nei laghetti sfug-gono a questa vitale necessità. Il loro comportamento varia quindi a seconda del periodo dell’anno e, anche nelle piccole acque ferme dipende da queste due importanti caratteristiche fisico-chimiche dell’elemento liquido. Le bombarde, nella loro varietà di modelli e con la capacità di restare a galla o scendere a tutte le profondità, ci permettono di localizzare i branchi di trote con una certa facilità. La loro efficacia è determinante soprattutto nel periodo più freddo, quando i pesci stazionano sui fondali senza alcuna possibilità da parte nostra di individuarli a vista

PRIMO: TROVARE LE TROTECERCHIAMOLE SOTTO CON BOMBARDE CALIBRATE

TROTA LAGO

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EVOLUZIONE QUASI NATURALELE BOMBARDE CHE EMETTONO ONDE SONORESin qui abbiamo parlato delle principali caratteristiche della bombarda. Ci sono bombarde con un effetto “G” galleggiabili-tà differente, un diversa inclina-zione nell’affondamento, una maggiore aerodinamicità per ottenere lanci più lunghi, una superiore idrodinamicità per scendere in profondità. Ma non è tutto. Oggi esistono anche bombarde che emettono onde sonore attiranti per la trota. Da un po’ di tempo i migliori esperti di questa disciplina avevano no-tato che, nelle condizioni di pe-sca più difficili, con pesci apatici e poco disposti a seguire l’esca piazzata dietro la bombarda, è necessaria una sollecitazione di tipo sonoro. Del resto, gli inne-schi ad effetto rotante che, nel-la pesca a striscio, assieme alla bombarda rappresentano l’in-novazione più importante fon-dando la loro efficacia proprio sulle vibrazioni attiranti emesse dall’esca in rapida torsione sul proprio asse, avevano pensato di aggiungere ulteriori vibrazio-ni attiranti sulla montatura. E dove mettere tali onde sonore attiranti se non sulla bombarda che, in fondo, è la componente principale, se non unica, di tutto il finale da striscio?

Bombarde… sonoreUna legge dell’idrodinamica applicata a oggetti che naviga-no sott’acqua afferma che sono le forme a ogiva quelle che si muovono meglio, opponen-do poca resistenza all’acqua e sviluppando scarse turbolenze dietro ad esse. È il motivo per il quale i sommergibili hanno la loro struttura caratteristica,

e nemmeno le bombarde sfuggono a questa regola: la loro forma ogivale è più in-grossata verso la parte ante-riore e tende ad assottigliarsi verso quella inferiore, dove spunta l’astina forata entro la quale passa la lenza ma-dre che va al mulinello. La bombarda deve inoltre avere la funzione di passare quasi inosservata alle trote, in ma-niera tale che esse abbiamo modo di concentrarsi mag-giormente sull’esca trascina-ta poco dietro. Ma, come si diceva all’inizio, il bello della pesca a striscio sta nella sua continua evoluzione tecnica e qualcuno, dopo avere consta-tato che in laghetto le trote son sempre più restie ad inseguire e abboccare con franchezza, ha pensato di dare alle bom-barde una componente atti-rante.

Il bresciano Fabio Zeni, cam-pione della specialità trota lago, ha sviluppato queste innovative bombarde che nel recupero svi-luppano onde sonore attiran-ti. L’innovativa forma ondulata delle bombarde della serie Vir-tuosa, messe a punto da Zeni, sfrutta un principio dell’idrodi-namica per cui l’acqua, scor-rendo su una superficie ondula-ta crea un vero e proprio canale di turbolenza che sviluppa vi-brazioni. In questa maniera è possibile attivare anche le trote più apatiche, Inoltre questa par-ticolare turbolenza armoniz-za perfettamente il nuoto della bombarda. Così la bombarda non assolve più alle sole funzio-ni di portare l’esca al largo o in profondità, diventa essa stessa, come l’esca rotante che reca sul finale, fonte di attrazione per le trote, convogliando poi l’effetto attirante sull’esca.

Le scie vibrazionali di una bombarda Virtuosa; lo stesso effetto è ripetuto sott’acqua.

ONDE SONORE

BOMBARDE E VIBRAZIONI

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La serie delle bombarde Virtuosa è stata realizzata da Majora in colla-borazione col campione Fabio Zeni ed è caratterizzata da una sagoma ondulata che favorisce la formazione di onde sonore attiranti. Il materiale principale è poliuretano, robusto e della giusta densità. Ogni modello ha un affondamento e spostamento differente per adattarsi a qualsiasi situa-zione ed esigenza. La galleggiabilità da G1a G5 consente di sondare con metodo qualsiasi fascia d’acqua.

LE BOMBARDE DEL FUTUROASSETTO PERFETTO E VIBRAZIONI ATTIRANTI

G1 G2 G3 G4 G5

TROTA LAGO

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Per chi attende la ripresa delle ostilità con il più pregiato tra i salmonidi nostrani, la trota marmorata, la riapertura della pesca non riguarda i torrenti di montagna bensì le più ampie e tranquille acque dei fiumi di fondovalle e di pianura, dove e quando questo sempre più raro endemismo si mostra già disponibile ad ingaggiare emozionanti duelli con la nostra attrezzatura

TROTA DI FIUMEDAL FONDOVALLE AL PIANO

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SPINNING CLASSIC

Nessuna pesca risveglia voglia di antico e sapori di tradizioni come la ricerca della trota di fiume, la mitica trota marmo-rata. Dalla riapertura della pesca a fine febbraio e per tut-ta la fase primaverile è questo l’obbiettivo principale per chi affronta i fiumi di fondoval-le e i grandi corsi di pianura

dalle acque limpide, fresche e ossigenate. Se poi a fondo len-za ci si ritrovasse un incrocio con una fario, come quella di questa foto, oppure una vera fario, come può accadere in certi fiumi del centro e sud Ita-lia, pazienza. Sono pur sempre trote. E in quanto a stazza non avremmo certo da lamentarci!

SPINNING CLASSIC

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Tentare la trota nei grandi fiumi che attraversano le vallate alpi-ne, o i corsi d’acqua che solca-no la Pianura Padana caratteriz-zati da limpide e fresche linfe, non è mai stata cosa facile e oggi lo è ancora meno. I tempi d’oro sono finiti da un pezzo e il nostro preziosissimo endemi-smo si è fatto sempre più raro. L’inquinamento delle acque, la concorrenza alimentare prodot-ta da altri predatori alloctoni, la sconsideratezza di chi, ancora oggi, padella un pesce a rischio di estinzione, son tutte cause che hanno fatto della trota marmo-rata un pesce quasi fantoma-tico. Per contro, e per fortuna, in alcune realtà fluviali l’opera degli ittiologi coadiuvati da al-cune associazioni che, bando alle ciance, si danno davvero da fare, si è assistito a una timi-da ripresa della popolazione di marmorate. In Lombardia

Ancor prima di fare una radio-grafia delle zone più produtti-ve sarebbe auspicabile trovare, magari proprio il giorno dell’a-pertura, delle condizioni di tem-po e acqua favorevoli all’attivi-tà di caccia della nostra trota. Temperatura dell’aria, e quindi dell’acqua non proibitiva, lin-fe non eccessivamente limpide bensì opaline dopo un periodo discretamente piovoso, bassa pressione: sono tutte condizioni che inducono la marmorata a cercare qualcosa di sostanzio-so. Occhio, però: la trota può essere a brevissima distanza da riva! Non bisogna assolutamen-te credere che, trovandoci sul comodo greto di un grande tor-rente di fondovalle o di un fiume di pianura, ci si possa concedere di arrivare vicino all’acqua con la grazia di un elefante! Anzi, sarebbe cosa buona e giusta fare i primi lanci restando a de-

(Adda sub-lacuale) si è sentito soprattutto l’intervento dello Spinning Club Italia attraver-so l’attuazione del “Progetto Marmorata”. Ma anche da altre parti, come in Piemonte, in Trentino e in Friuli, si comin-cia ad avere qualche incorag-giante risultato. Insomma, se ci comportiamo con un mini-mo senso di responsabilità, non siamo ancora al punto di sentirci in colpa se le andiamo a pescare! Certo, dovremo ri-lasciarle tutte, toccandole il meno possibile e naturalmen-te schiacciare gli ardiglioni delle ancorette.

Hot spot di fine invernoUn fiume, si sa, presenta una molteplicità di ambienti che non è facile interpretare, so-prattutto se si è alle prime armi e si cerca la grossa trota con gli artificiali da spinning

UN PESCE DA RISPETTAREDIFENDIAMOLO CON OGNI MEZZO

TROTE QUANDO

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bita distanza dalla riva, per poi avvicinarci lancio dopo lancio e riservarci di esplorare solo in seguito gli altri spot situati verso il centro del corso d’ac-qua, come alberi sommersi o improvvise variazioni di livello. Ovviamente il discorso sfuma in maniera netta se il fiume scelto è piuttosto frequentato ed esiste la concreta possibilità di essere preceduti da altri pescatori.

Pochi lanci nei posti buoniLanci discreti e ben dosati, quin-di, ma dove? A fine inverno la regina del fiume non si trova molto distante dagli spot dove ha condotto la costruzione del nido per la deposizione delle uova che, in pianura, avviene tra novembre e dicembre. Di so-lito le trote fertili scelgono l’asta principale del fiume dove san-no per istinto che l’acqua non si abbasserà troppo nei mesi seguenti la frega. L’ambiente “tipo” è una corrente omoge-nea e medio bassa su fondali di

In molti fiumi la convivenza tra marmorate e fario genera ibridi come quello della foto: pesci ugualmente degni di essere insidiati e… rilasciati.

Con acqua ancora fredda, all’a-pertura in febbraio e in genere per tutto il mese di marzo, la trota del piano staziona in acque non troppo mosse, preferendo fonda-li abbastanza marcati ma vicino a tratti di sponda bassi dove può spostarsi velocemente per compie-re attività di caccia. La presenza di ostacoli voluminosi, quali massi e piante sommerse, è un altro fat-tore da tenere in considerazione: qui le trote si fermano in attesa del passaggio di pesce foraggio, subi-to dietro l’ostacolo e senza dover spendere energie nel contrastare la forza della corrente.

È uno spot da sondare quando il pesce foraggio comincia a spo-starsi in corrente alla ricerca di pa-stura. Può costituire la tana per le trote più grosse. Zona difficile col rischio di perdere molti artificiali.

Il salto d’acqua alla fine di una punta di sabbia e ghiaia con ac-qua fonda vicino a una discreta corrente induce la trota a portarsi nel sottoriva all’inseguimento del pesce foraggio che staziona nel fondale.

Zone magichePochi lanci ben calcolati

Corrente media e piante sommerse

Fra il vivo e il morto

ghiaia fine, a valle di una bella e profonda buca con-tornata da una massicciata e con ostacoli vegetali (alberi o ancora massi) nel bel mez-zo. In questi recessi la trota elegge la sua tana, lungo la lama a fine buca conduce la riproduzione e, in seguito, le prime scorribande alla ricerca del pesce foraggio. Evitiamo quindi i rami secondari con acqua bassa, come pure le correnti molto sostenute alla base di massicciate o rive in frana. Sono tutti posti che ver-ranno buoni più avanti nella stagione, con livelli alti e tem-perature aria/acqua più miti.Non è necessario mitragliare lo spot giusto con centinaia di lanci, molto meglio presenta-re l’esca con proiezioni preci-se e silenziose, centellinando i lanci e cercando di far fini-re la nostra esca in acqua in modo naturale, seguendo un approccio cauto tanto quanto l’avvicinamento alla sponda.

IBRIDO? VA BENE LO STESSO

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FONDALI E CORRENTISONDIAMO LE TANE GIUSTE

Nei pressi delle buche a ridosso delle prismate: ottima zona per tentare la marmorata a fine inverno.

HOT SPOT DI INIZIO STAGIONE

Con la trota di fiume in questo periodo dobbiamo fare scelte drastiche sugli spot da batte-re. I raschi, per esempio, non sono ancora luoghi redditizi, al massimo potremmo incro-ciare qualche giovane esem-plare. Un impegno maggiore va messo laddove la corrente si approfondisce nel blu cupo del fondale, allargandosi e ral-lentando. Il costante apporto di cibo contribuisce a raggruppare il pesce foraggio, ma in questo tipo di spot l’assoluta necessità di pescare a stretto contatto col fondo ed i suoi ostacoli, unico livello dove sperare di sollecita-re le abboccate di pesci anco-ra svogliati ed infreddoliti, non mancherà di produrre i primi vuoti nelle scatole degli artificia-li. Altra zona “magica” è la pri-smata lambita da una corrente medio fonda ma non cattiva. Se la marmorata non è in caccia, le sponde riparate da blocchi di cemento o massi rocciosi posso-

solito segue. In una massa d’ac-qua così abbondante, orientare i propri lanci con metodo risulta più difficile del previsto, perciò conviene fare i primi lanci al lar-go, quasi sull’altra sponda per poi trattenere a tratti la lenza con giudizio in modo da lascia-re alla corrente stessa il compito di condurla a sondare l’oscuro avvallamento. Il minnow sinking torna in questi frangenti a farla da padrone, nelle misure inter-medie da 8 e 10 centimetri. Lo faremo giocare nella corrente, recuperandolo quel tanto che basta a muoversi ma badando di farlo scendere verso il fondo, alla ricerca delle trote che sta-zionano dietro a qualche sas-so più corposo degli altri o nei pressi dei salti di profondità, an-che minimi, che possono varia-re gli avvallamenti omogenei a centro fiume.

Plastica, legno o… metallo?I veri appassionati di caccia alla marmorata si perdono spesso in lunghissime discussioni se sia meglio affrontare l’apertura e il periodo di pesca successivo con le imitazioni di pesci in plasti-ca e legno oppure puntare tut-to sulle esche metalliche, meno verosimili ma forse più adatte a restare sul fondo emettendo vi-brazioni attiranti. Non esistono regole da seguire al riguardo: mentre in alcuni fiumi la mag-gioranza degli attacchi avviene sugli artificiali con forma di pe-sce, in altri le preferenze della marmorata vanno ai rotanti e agli ondulanti. I rotanti dovran-no avere un alto peso specifico, non fosse altro che per la cor-rente presente e, cosa ancora più importante, che le trote in questo periodo stanno sul fondo e perciò è là che vanno cercate. Rotanti come gli Spinner della Lav, dotati di paletta allungata.

no fornire alla loro base sul fondo eccellenti tane per le trotone ma i rischi di seminare esche aumentano in maniera molto seria. Del resto spesso non c’è scelta: verificata la mancanza di soggetti attivi, occorre cercare le trote a filo di tana. In situazioni come queste è certamente meglio affrontare i fondali sotto spon-da con ondulanti massicci che reggano bene la corrente re-stando sul fondo, in sostituzio-ne dei classici minnow affon-danti di media misura.

Dove il fiume si allargaNei fiumi del piano, massic-ciate e prismate terminano spesso con uno slargo finale prodotto da una curva secca che costringe il corso d’acqua a farsi vasto, lento e profon-do, come a riprendere fiato un momento prima di affrontare il prolungato e veloce raschio con acqua medio bassa che di

TROTE DOVE

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Al termine degli avvallamenti, dove l’acqua torna ad abbassarsi riprendendo velocità, possiamo trovare trote in caccia molto aggressive.

Con livelli alti, le piane con una certa profondità possono ospitare trote attive che vanno affrontate con metodo e lanci lunghi.

FINE BUCA

SPIANATE PROFONDE

a foglia di salice e scelti nelle misure maggiori 4 e 5 pesanti rispettivamente 12 e 16 gram-mi, tengono molto bene il fon-do grazie alla rotazione della paletta aderente al corpo che oppone una minore resistenza alla corrente. In campo minnow, invece, nulla di meglio dei Real Winner affondanti nella versio-ne Super Sinking (cioè super af-fondante), meglio strutturati nel tenere il fondo anche in presen-za di discreta corrente, e scelti nelle misure da 7 e 10 centime-tri pesanti rispettivamente 13 e 24 grammi.

Con le acque ancora fredde tipi-che della riapertura a fine febbra-io e, in genere, per tutto il periodo di inizio primavera la trota dei tor-renti di fondovalle e dei fiumi del piano staziona ancora in acque tranquille, appostandosi nei pressi dei branchi di pesce foraggio che non hanno ancora affrontato la ri-cerca di pastura in corrente. Qui la cercheremo con esche metalliche di un certo peso e minnow sinking di media misura.

Trotoni in corrente:Sondiamo le zone piùtranquille

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SCEGLIAMO L’ATTREZZATURASTRUMENTI ROBUSTI E AFFIDABILI

Il nodo Peña, per unire il trecciato in fibra Spectra caricato sul mu-linello e il monofilo di un metro in fluorocarbon. Facile esecuzione e ottima tenuta.

NODO DI GIUNZIONE

Con la trota di fiume non c’è molto da scherzare: già le cat-ture si conteranno sulle dita di una mano, se poi affrontere-mo la situazione con un’attrez-zatura inadeguata rischieremo di non vedere nemmeno quei pochi pesci. La canna riveste un’importanza fondamentale poiché deve assolvere a nume-rose funzioni e deve sempre es-sere all’altezza della situazione. Deve innanzitutto poter gestire al meglio gli artificiali che, come abbiamo visto, hanno in media un peso superiore a quelli che rientrano nella categoria del lancio medio leggero. Stiamo parlando di esche che vanno ben oltre i 15 grammi e che in certi casi (vedi gli spinner con paletta di una certa misura) fan-no molta resistenza in acqua. Va da sé che un attrezzo che lanci e recuperi con scioltezza esche fino a 25 grammi è il minimo sindacabile. L’azione deve es-sere rigida, con una buona ri-serva di potenza verso il tallone. In pratica il cimino deve flettersi molto poco durante le azioni di recupero contro corrente e, in caso di abboccata da parte di un trotone, deve rispondere in maniera decisa, trasferendo al pesce tutta la potenza impressa da braccio e polso. Per gestire al meglio artificiali fino a tre quar-ti di oncia serve una certa lun-ghezza e non a caso i pescatori più esperti in questa disciplina si muovono lungo il fiume con canne sugli otto piedi (2,40 me-tri) dotate di impugnatura lunga per favorire i lanci a due mani. Attrezzi in fibra di carbonio con modulo medio alto assicurano il giusto grado di rigidità, sen-za “ballare” troppo in fase di

lancio o cedere nella lunghez-za durante i recuperi contro-corrente.

Mulinello al topAnche per il mulinello valgo-no le stesse regole di affida-bilità e robustezza. Scegliere-mo il meglio, perché in una sessione di pesca alla trota in fiume i lanci e recuperi si spre-cano e tutta l’ingranaggeria viene messa a dura prova, dal sistema di scatto dell’ar-chetto alla ruota di comando e al pignone che distribuisco no i movimenti alla girante e al saliscendi della bobina. Per

meglio bilanciare canne sugli otto piedi si dà la preferenza attrezzi di categoria 3000 o 4000, che contengano alme-no 150 metri di monofilo dello 0,28 millimetri o 200 metri di trecciato dello 0,25.

Nylon o trecciato?Rimaniamo in campo fili per-ché in questa disciplina occorre valutare i pro e i contro dei più usati, ossia il classico monofilo di nylon e il più moderno trec-ciato in Dyneema. Il trecciato, per il diametro più ridotto per-mette lanci più lunghi, ha mag-giore resistenza alla trazione.

TROTE COME

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L’attrezzo ideale per lo spinning medio pesante nelle acque dei grandi tor-renti di fondovalle e dei fiumi di pianura è un mix perfetto di robustezza, leg-gerezza, bilanciatura e sensibilità. Come la Crown Hermitage da 8 piedi con potenza di lancio fino a un’oncia e mezza (40 grammi), perfetta per gestire lenze fino a 20 libbre e con azione veloce ma progressiva. Oppure le Sportex serie Absolut, Styx e Black Pearl sempre da 8 piedi e con potenze di lancio di circa 10-30 per fiumi e torrenti dalla piccola portata, mentre 20-55 per i grandi fiumi di fondovalle dove è possibile agganciare le trote più importanti ed è necessario gestire esche particolarmente voluminose in forti correnti. Canne tutte montate con anelli top di gamma e superbamente rifinite con componentistica di alto livello.

A inizio stagione la grande trota del piano non ha ancora recuperato piena-mente le energie perse durante la riproduzione e un lungo inverno avaro di cibo. I suoi attacchi ai nostri artificiali andranno quindi favoriti da recuperi piuttosto blandi e le nostre imitazioni di pesce foraggio dovranno funzio-nare perfettamente anche con queste trazioni lente. Ottimi a tale proposito sono i Real Winner nelle versioni Super Sinking da 7, 10 e 12 centimetri che nonostante il peso maggiorato per tenere meglio il fondo, si muovono a me-raviglia. Colorazioni naturali in acque limpide e tendenti al giallo con acque opaline e giornate coperte.

Per contro, si sfibra facilmente a contatto con sassi e massi, questi ultimi molto frequenti nelle zone frequentate dalle forti e mae-stose trote marmorate. Nylon: l’unico vantaggio è quello di una maggiore resistenza allo sfregamento su superfici roccio-se. A sfavore abbiamo diametri proporzionalmente più alti, mi-nore carico di rottura, eccessiva elasticità. Quindi meglio il trec-ciato, ma per la scarsa tenuta su rocce e sassi dei fondali, o le prismate lungo la riva? Un buon rimedio consiste nell’an-teporre tra esca e trecciato un metro di fluorocarbon dello 0,28 millimetri collegato con un nodo speciale tipo il Peña. Quale diametro per il trecciato? Meglio stare abbondanti, per due buoni motivi. Primo: stia-mo parlando di una trota che, quando di buona stazza, ha un forza incredibile e, se per-dessimo il pesce della vita per aver sbagliato la scelta del filo, non ce lo perdoneremmo mai. Secondo: essendo di un pesce da trattare con tutte le cure che impone la sua rarità, con len-ze troppo sottili si correrebbe il rischio di prolungare inutilmen-te la durata del recupero della preda, con probabili gravi con-seguenze per la sua incolumità. È capitato più volte, purtroppo, che i buoni propositi di rilascio siano falliti perché, a seguito di un combattimento un po’ trop-po violento oltre che prolungato nel tempo, non si sia più riusci-ti a riossigenare conveniente-mente la trota, condannandola a morte sicura. Una lenza affi-dabile e robusta, quindi, ci per-metterà di accelerare nei limiti del possibile il duello e anche le fasi di rilascio saranno più sicure per la sopravvivenza del nostro avversario.

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Una disciplina che si è staccata dalla pesca classica alla trota lago è la tremarella, nome singolare che identifica il modo di recuperare esche naturali e artificiali con una cadenza particolarmente efficace quando i salmonidi si mostrano apatici e poco dinamici nell’ab-boccare. In compagnia di Fabio Zeni, campione e grande esperto di trota lago, abbiamo fatto un “ripasso” tecnico di questa specialità, con alcune importanti novità in campo attrezzature.

TREMARELLACON FABIO ZENI

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TROTA LAGO

Parlare di “tremarella” per chi è avvezzo di pesca alla trota in laghetto può apparire un argomento banale, data la grande risonanza che questa particolare disciplina ha otte-nuto in tutte le cave e i laghetti ove vengono immesse trote. Ma chi è alle prime armi non ha mai provato a “tremarella-re” in laghetto e di conseguen-za non ha mai apprezzato i vantaggi, in termini di catture, che questo modo particolare di recuperare l’esca compor-ta. La “tremarella” è una vera

e propria specialità che si è stac-cata dalla branca dello striscio in lago, è una tecnica ultraleg-gera che, al posto della classica bombarda, impiega piccole za-vorre abbinate a un attrezzatura ultralight necessaria a vincere la ritrosia delle trote. Alla tre-marella si ricorre infatti quando le nostre avversarie appaiono apatiche e poco interessate ad inseguire l’esca che si muove li-neare e veloce. È una disciplina che può ribaltare le sorti di una giornata di pesca e, non a caso, è praticata molto spesso in gara.

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Chi pesca a striscio in laghetto sa benissimo che, per ottenere un buon numero di abbocca-te, è fondamentale stimolare le trote a mangiare anche quando esse si mostrano indolenti . Pur essendo pesci di allevamento non è infatti certo che esse at-tacchino qualsiasi esca con la stessa disinvoltura esibita nel mangiare il cibo sintetico quan-do si trovavano nei vasconi di cemento. Anzi, una volta libera-te nei laghetti di pesca sportiva esse possono andare incontro a lunghe fasi di abulia dettate da comportamenti anomali. Rico-noscere una trota “apatica” in laghetto è facile: il pesce si ag-gira quasi a galla, molto spesso aggregandosi con i suoi simili in branchi compatti che si spo-stano pigramente. Con questi pesci avremo maggiori chances attuando una “tremarella” nelle loro vicinanze che potrà portare

da farsi con attrezzatura leg-gera, e visto che le catture av-verranno a buon ritmo, il di-vertimento sarà ugualmente assicurato.

a catture a ripetizione. Le trote catturate saranno spesso di taglia medio picco-la ma… pazienza: visto che la tremarella è una pesca

RECUPERI RITMATI:IL SEGRETO DELLA TREMARELLA

La particolare flessibilità del vettino che impartisce la cadenza dell’esca a tremarella.

AZIONE MIRATA

LE BASI

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L’importante è… stimolareLe trote restie a mangiare vanno stimolate nella giusta maniera e qui entra in gioco tutto il po-tenziale della tremarella. Con questa tecnica vengono infatti attuati dei sistemi di recupero ritmati che rendono l’esca mol-to appetibile, pur mantenendo trazioni molto lente. L’esca viag-gia in una precisa fascia d’ac-qua ma con una cadenza saltel-lante, con scatti e rilasci continui imposti dal pescatore. Attraver-so questo recupero “tremarel-lato” l’esca acquista un movi-mento irresistibile stimolando la trota più riluttante a tentare un assaggio. Ma per ottenere questi movimenti è importante disporre di un’attrezzatura ade-guata, leggera e sensibile, ed occorre che l’esca giri sempre su sé stessa anche nei recuperi più lenti.

Canne dedicateLe canne da tremarella messe a punto dal campione Fabio Zeni

moltissimo i lanci perché il filo vi striscia sopra.L’azione della canna da tre-marella è un’altra caratteristica molto importante: deve essere piuttosto morbida e il cimino, in particolare, deve essere estre-mamente sensibile sia per tra-smettere le vibrazioni all’esca nei recuperi tremarellati sia per meglio avvertire l’abboccata. Nelle sollecitazioni tipiche del recupero a tremarella il vettino deve flettersi per consentire alla zavorra, e quindi all’esca, di avanzare a saltelli ma restando il più possibile nelle vicinanze del gruppo delle trote.

fanno parte dell’attrezzatu-ra da striscio super leggero ed hanno perciò azione e di-mensioni diverse dalle canne classiche per lo striscio con la bombarda. Si tratta di stru-menti molto sensibili che van-no trattati con cura e usati con una certa abilità per ottenere il massimo delle prestazioni. Sono progettati per lanciare zavorre minime, piombini da pochi grammi e vetrini che ar-rivano al massimo a 8 gram-mi. La lunghezza ideale di una buona canna da tremarella si aggira sui quattro metri. Un attrezzo specifico per questa disciplina si riconosce anche dai numerosi passanti che servono a distribuire nel modo migliore lo sforzo del lancio sulla lunghezza complessiva della canna. Gli anelli migliori devono facilitare la fuoriusci-ta del nylon tenendolo lonta-no dal fusto che, soprattutto quando è bagnato, frena

CANNE STELLARSTRUMENTI SENSIBILI PER RICHIAMARE LE TROTE

SUPERLIGHT

Le canne della serie Stel-lar e Seven Star firmate da Fabio Zeni sono spe-cifiche per ogni disciplina dello striscio in laghetto. I modelli con azione 1, 2 e 3 per le Seven Star e 0, 1, 2, 3 e 4 per le Stellar sono tarati sulla trema-rella nelle varie tipologie di pesca: spaziano dal-la pesca di ricerca con i piombini più piccoli alla pesca veloce con piombi e vetrini. Parabolicità del fusto e sensibilità del vet-tino cambiano in funzione della tecnica di recupero e del livello di aggressivi-tà delle trote.

Azioni a bassa numerazio-ne per una pesca di ricerca e per trote diffidenti o apa-tiche.

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RECUPERI ROTANTI E RITMATI:IL SEGRETO DELLA TREMARELLA

Essenziali, i componenti per la trema-rella devono essere di alta qualità.

POCHI ED ESSENZIALI

Il movimento dell’esca a saltel-li è alla base della pesca a tre-marella, ma conta anche il mo-vimento rotatorio, come gran parte delle tecniche di pesca a striscio in laghetto. Le vibrazioni emesse da una camola vera, o da una piccola imitazione sin-tetica, mentre gira sul proprio asse sono già una fonte di at-trazione positiva per tutti salmo-nidi di laghetto; se, poi, questa rotazione è alternata dalle bre-vissime soste e ripartenze tipiche della cadenza “tremarellata”, il mix di onde sonore che scatu-rirà renderà l’innesco ancora più efficace. Tuttavia bisogna te-ner presente che gli inneschi da tremarella sono attuati con ami di piccole dimensioni poiché, per convincere le trote riluttan-ti, è importante anche scendere nella taglia dell’esca. Ottenere un innesco rotante con una mini esca non è semplicissimo, ma con un po’ di esperienza anche il meno abile dei pescatori

riuscirà a fare catture in serie e a divertirsi.

Montatura semplicissimaGrazie al recupero tremarella-to l’esca avanza e si ferma in rapide sequenze, a scatti con-tinui paragonabili a quelli di un gamberetto in fuga. Se a questo già invitante movi-mento si aggiunge la rotazione

e una certa variazione di veloci-tà degli scatti si capisce come l’i-stinto aggressivo della trota non sappia trattenersi. La tremarella si effettua con una montatura composta da una zavorra, una girella e un finale di lunghezza variabile dai 30 centimetri al metro emmezzo.Le zavorre più usate sono piom-bi di varie forme (i cosiddetti piombini o striscini) catenelle di piombini oppure i cosiddet-ti vetrini. Forma e peso speci-fico della zavorra influenzano il comportamento dell’esca sott’acqua.

Recuperi ad arteIl recupero si effettua con la sola canna: mentre questa si sposta su e giù bisogna far vibrare il vettino e tra un recupero e l’altro il filo in eccesso va recuperato con il mulinello. Tutti questi mo-vimenti servono a far proce-dere l’esca rotante alla stessa

ATTREZZATURA AL TOP

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profondità e a scatti. L’intensità delle vibrazioni e la velocità di spostamento della canna va-riano a seconda della distan za di lancio e della profondità di pesca. Dopo aver effettuato il lancio, non appena la lenza tocca l’acqua si chiude l’archet-to del mulinello e si mette il filo in tensione; poi si può iniziare a recuperare subito, se vogliamo tenere l’esca presso la superfi-cie, oppure iniziare a contare mentalmente fino a quando si inizia il recupero. Aumentando il conteggio dopo ogni lancio potremo sondare tutte le fasce d’acqua con metodo e fino alla mezz’acqua. Una volta avvertita una mangiata si smette di re-cuperare a tremarella e, muo-vendo la canna un poco verso l’alto per sostenere il piombo, si attende la partenza decisa della trota e poi si ferra, senza troppa potenza ma con velocità e deci-sione.

Componenti fondamentali per que-sta disciplina, i piombini forati e pla-stificati devono portare l’esca alla giusta profondità senza bloccarne i movimenti tremarellati. Lunghezza, peso e spessore vanno selezionati in base alla profondità, alla velocità di affondamento e all’azione che si vuole impartire all’innesco.

PIOMBI LIGHTLA ZAVORRA E’ TUTTA QUI

La sequenza perfetta dei passanti in una nuova Stellar da tremarella.

CERCHIAMO LA PERFEZIONE

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ALTERNATIVE IMPORTANTI:I COMPONENTI HI- TECHLa pesca a tremarella può ap-parire una tecnica elementare ma, come molto spesso accade nella pesca sportiva, sono spes-so i particolari tecnici e le alter-native dei componenti a rendere tutto più complesso ma anche redditizio, se vogliamo parlare di quantità di catture. A volte i semplici piombini non funzio-nano e, in sostituzione, possono rendere molto meglio i vetrini da striscio, anch’essi molto piccoli e leggeri. In acqua sono invisi-bili e danno maggiori garanzie in acque molto limpide o trote ultra sospettose. Hanno forma tozza o più allungata e si adat-tano a una pesca di ricerca me-todica e rapida dopo un veloce affondamento oppure per una pesca in superficie. Sono davve-ro leggerissimi: da pochi decimi di grammo sino a due grammi!

Fluorocarbon al top***Uno dei problemi più diffici-li da risolvere è la scelta del fluorocarbon, che da anni fa discutere tutti i pescatori e non solo gli agonisti della trota lago. Questo particolare mo-nofilo, oltre alla proverbia-le invisibilità, è mediamente più rigido e aiuta a percepire meglio le mangiate; la buona resistenza all’abrasione aiuta inoltre a salpare la preda con maggiore sicurezza nelle ulti-me fasi del recupero, quando madre lenza e finale possono strisciare pericolosamente sui fondali duri e spigolosi tipici di molti laghetti.

ATTACCHI INVISIBILI E LA ZAVORRA CHE NON C’E’I vetrini di tipo short a forma tozza e slim, più allungato, si usano nella tremarella come zavorre invisibili in acqua, con affondamento ridotto rispetto ai classici piombi, a causa del peso specifico minore tra i due materiali. Questi due fattori permet-tono di pescare con grammature più elevate, utili a raggiungere distanze maggiori pescando quasi appena sotto la superficie sfruttando anche le caratteristiche di invisibilità del vetro.

MONOFILI MADE IN JAPANI monofili marchiati Stellar sono dei top quality made in Japan, apprezzati in moltissime tecniche oltre alla trota lago.

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