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La rivista dei Soci di Maggio 2012

Maggio 2012 La rivista dei Soci di - Banca d'Alba€¦ · a varie risoluzioni, sia per il web che per la stampa, realizziamo foto e video a 360 gradi, statici e interattivi, rendendo

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La rivista dei Soci diMaggio 2012

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La rivista dei Soci di Banca d’AlbaAnno IV - n. 8 - Maggio 2012

Direttore responsabile:Roberto Fiori

Comitato editoriale:Dino Berardi, Riccardo Corino,Pietro Ramunno, Paolo Taricco

Hanno collaborato:Laura Avidano, Bruno Gambarotta, Sergio Miravalle, Guido Novaria

Direzione, redazione, segreteria:Banca d’AlbaVia Cavour, 4 - 12051 Alba (CN)Tel. 0173 659.303Fax 0173 [email protected]

Registrazione presso: la Cancelleriadel Tribunale di Alban° 3/97 del 6 marzo 1997Registro Periodici

Immagini di:Ferruccio Berti, DistributionRéunion Musées Nationaux et Grand Palais, Davide Dutto,Matteo Malusà, Alberto Peroli,Sergio Quarantini, Shutterstock,Tips Images, Andrea Vigliocco

Realizzazione editoriale:Well Com - Alba

Progettazione grafica:Partners - Torino

Dtp e Stampa:L’Artigiana - Alba

La rivista viene stampata in 40.000 copie e inviata omaggioa tutti i Soci di Banca d’Alba

Cento Torri lascia agli Autori la responsabilità delle opinioniespresse negli articoli firmati

Questo numero è stato chiuso in redazione il 13 aprile 2012

In copertina:Alcuni giovani Soci di Banca d’Alba

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Crescere insiemeper guardare al futuro

Soci & Territorio

“Una nuova alleanzaper servire meglio il territorio”

Viaggio nel Canavese

“Un Istituto con radici profonde e sane”

Saluti da Varigottidi Bruno Gambarotta

Piazza Duomo in festacon Banca d’Alba

Quando esser Socio vuol dire...di Felice Cerruti

La fiducia al quadrato

Il Tiziano restituito al suo splendore originario

Assemblea 2012:insieme per decidere

Il gusto della tradizione

Albenga e il “suo” Centro Medico

Prossima fermata:il divertimento

La mia AfricaIl taccuino di P. Passalacqua e M. Rava

L’altro Conte, la forza dell’ironiaIntervista a Giorgio Conte

Soci & Cultura

Lettere & Commenti

Stampata su carta prodottanel rispetto dell’ambiente

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ue grandi temi sono al centro di questo numero di Cento Torri: l’Assemblea dei Soci e il progetto di fusionetra Banca d’Alba e Banca del Canavese.L’Assemblea è convocata per il 27 maggio. Ancora una volta, sarà il momento in cui i 38mila Soci

della Banca potranno confrontarsi liberamente su bilanci e programmi,confermando tutta la vitalità dell’Istituto di Credito Cooperativo più grande in Italia per compagine sociale.Tra i progetti, sarà messa al voto la nuova alleanza con la Banca del Canavese. Una sinergia tra territori complementari, pensata per rafforzare la leadership del nostro Istituto tra le banche cooperativeche operano nel Nord Ovest, proponendo un modello virtuoso di gestione che dalle Langhe e dal Roero arriverà fino ai laghi d’Orta e Maggiore, passando per Torino e Ivrea.Ma le novità di Cento Torri non finiscono qui: sulle prossime paginetroverete un curioso viaggio tra le osterie di un tempo e un’intervista al chansonnier astigiano Giorgio Conte, fratello per nulla in ombra del grande Paolo. E poi i reportage di alcuni viaggi organizzatidall’attivissimo Ufficio Soci, oltre alle nuove proposte in programma e alle notizie dalla Fondazione. Infine, tante segnalazioni culturali,artistiche e sociali che ci giungono dalla sempre più vivace comunitàdei Soci di Banca d’Alba e che pubblichiamo con piacere.

Buona lettura.

DCrescere insieme per guardare al futuro

Paul Cézanne - “I giocatori di carte”1898, olio su tela 47,5×57 cm, Musée d'Orsay, Parigi

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S O C I & T E R R I T O R I O

ARTETORINO

ASTI

A scuola di creatività

Ingegneria al servizio dell’ambiente

vano Dagna, Socio diAlessandria, classe 1967,

laureato in Ingegneria, è da sempre attento aicambiamenti e agli sviluppidella tecnologia. Per questoha trovato un nuovo impiegoper i droni, velivoli un tempousati esclusivamente in campomilitare: con l’aggiunta di sensori e camere, ha ottenutouna nuova attrezzatura efficaceper la rilevazione dei dati.“Forniamo due tipi di servizi.Intanto, dotando il drone di telecamere a infrarossi, è possibile mappare lo stato di salute delle colture o ricercare sostanze inquinantinei corsi d’acqua. Inoltrepossiamo realizzare mappedigitali georeferenziate,

modelli tridimensionali di elevazione (DEM) e altriservizi legati a controllo e conservazione del territorio”,precisa Ivano. La parte più divertente è quella legata alla fotografia.“Oltre a mega panorami a varie risoluzioni, sia per il webche per la stampa, realizziamofoto e video a 360 gradi, staticie interattivi, rendendopossibile la creazione di tourvirtuali di grande effetto”.Intere città possono esseretrasportate sul web, dando la possibilità di interagire con ogni negozio o attività,oltre che di visitaremonumenti e musei, anche quelli normalmentechiusi al pubblico.

GOVONE

I

8851, tra giovani e adulti, molti dei quali Soci di Banca d’Alba: è il numero degli associati ai Ragazzidel Roero, realtà molto attiva sul territorio nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi. Ma non solo! Servizio di dopo-

Il droneprogettatoda IvanoDagna

na carriera iniziataprestissimo,

quella della torineseGiannina Di Prima. Assunta a 20 anni dal Comune comeeducatrice d’infanzia, passapoi all’attività di ispettoreigienico sanitario dell’Asl. Nel 2001 l’incontro conun’insegnante la fa tornare al primo amore. Oggi gestiscedue asili nido e una scuolamaterna: oltre 200 bambini in tutto. “Ho potuto contaresui finanziamenti regionali per l’imprenditoria femminile,ed ora eccomi qua!”.Attorniata da un’equipe di giovani insegnanti, ricercain loro passione e dedizione. I suoi sono asili creativi: dalla musica alla pittura, dalla psicomotricità

all’acquaticità, le attività che si possono svolgere sono molteplici. I pasti sonopreparati seguendo i consiglidi una pediatra, che personalizzai menù a seconda delleesigenze, in caso di allergie o intolleranze. Giannina è anche madre di trefigli, di cui due gemelli,

e commenta con semplicità:“I bambini mi divertono, da sempre”.La parte più bella del suolavoro? “Vedere i bambini che piangono quando la mamma viene a prenderli a fine giornata. Per noi questo significa che abbiamo lavorato bene!”.

UNATURALMENTEARRABITO

RAGAZZIDEL ROERO

ALESSANDRIA

La passione di AdrianaArrabito di Asti per la pitturasu tela e su ceramica èsbocciata all’età di 14 anni.Quando il padre comprò una cascina in campagna,nacque in lei il desiderio di immortalare paesaggi,boschi, campi e tutto ciò che la realtà le proponeva allo sguardo. Un lavoro da autodidatta, il suo,dedicando molto tempo

allo studio e al confronto conaltri pittori che le permettesserodi migliorare la tecnica e lo stile. Oggi Adriana predilige la pittura ad olio. “Realizzoquadri di tutte le dimensioni. A Natale adoro regalare i mieilavori alle persone che amo”.Ha allestito mostre collettivee personali e da qualcheanno ha intrapreso anche la pittura su ceramica.“Richiede molta tecnica,precisione e pazienza”. L’ultimoquadro a cui sta lavorando è un paesaggio innevato. “Traggo ispirazione dalla realtà che mi circonda; la natura offre una gammainfinita di splendidi soggetti”.Per chi volesse contattarla, il suo indirizzo e-mail è[email protected]

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Contattate Tingolo, sitointernet gratuito: un negoziovirtuale dove regalare oricevere gli oggetti inutilizzatidei bambini. Il costo? Soloquello per la spedizione!L’idea si è sviluppata grazie al lavoro di un gruppo di settecollaboratori, tra cui MonicaRomagnosi, Socia di Gallo: “Il sito è attivo da gennaio, con una media di 70 utenze al giorno. Per inserire unoggetto da regalare basta

registrarsi sul sito, andare nel menù principale,aggiungere foto e descrizionedel prodotto e il gioco è fatto!”. Quando l’oggetto vienescelto, il proprietario riceveun’e-mail per accordarsisull’orario di ritiro del pacco. A giovarne sono l’ambiente e il portafoglio: infatti siproduce e si inquina di menoperché si riutilizzano oggettiaccantonati destinati a esserebuttati; inoltre si evitano gli sprechi e gli acquisti di articoli che vengonoutilizzati solo per pochi mesi. “La nostra è un’associazioneno profit – precisa Monica –tutte le spese che i volontarihanno sostenuto vengonorecuperate con la vendita di spazi pubblicitari e con la ricerca di sponsor. Tutto qui!”.Tutto qui, su www.tingolo.it!

a vostra casa è piena di giocattoli e vestiti

che i vostri figli non usano più?

ALBENGA

Il riciclaggio incontrale decorazioni floreali

MONTELUPO ALBESE

Lupus in fabula Tingololibera tutti

a creazione di decorazionifloreali per Lucia Arcella

di Albenga era innanzitutto una passione, ma col tempo si è trasformata in professione.Circa vent’anni fa aprì unnegozio nel centro di Albenga,dove proporre al pubblico le sue creazioni: arnesi del tempopassato o di uso quotidianoreinventati e riproposti inunione a fiori secchi e in tessuto.

Il risultato: migliaia di oggettidecorativi di grande impatto e suggestione.“Trasformo i materiali poveri:pezzi di legno trovati sulla spiaggia, imbuti usati peril travaso del vino, mobili rotti,pigne; tutto può essere utilizzato”.Lucia ha iniziato da autodidatta,specializzandosi via via,attraverso l’esempio dei grandi maestri olandesi.

Da quando ha chiuso il negozio,nel 2008, la decorazionefloreale è tornata a essere solopiù una passione, che le hapermesso però di realizzare un grande sogno: una mostradelle sue creazioni, a scopo

benefico. “È stata davvero una grande soddisfazione, per me, poter unire la miapassione a una finalità nobilecome la beneficenza.Un’esperienza che spero di ripetere!”.

L

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dulti, molti nca d’Alba: ssociati ai Ragazziolto attiva

rganizzazione ed eventi. zio di dopo-

scuola, corsi di ginnastica,centri estivi e campussono solo alcune delleattività in cui si impegnanoanimatori e responsabili del gruppo. A partire dal 2007, l’associazione operasul territorio attraverso una duplicefinalità: coinvolgere bambini e ragazzi,ma allo stesso tempo proporsi comerealtà complementare ai vari progettirealizzati, supportando ad esempio

le Pro Loco per l’animazione delle feste popolari. Le attività vengono finanziateattraverso le quote associative,

le iscrizioni alle singole iniziative, i finanziamenti degli enti e delle società, ma anche grazie al sostegno di privati. Visitate il lorosito: www.ragazzidelroero.com. Se dovete organizzare un evento,rivolgetevi a loro: non vi deluderanno!

GALLO D’ALBA

In altoLucia Arcellanel suolaboratorioSottoFranco Moraal lavorosu uno dei murales

per i prossimi mesi. Il gruppo di lavoro è compostodal pittore lequiese LuigiCarbone, dal titolare del ristorante-albergo Ca’ del Lupo Stefano Drocco,da Giuseppina Lanza,dall’insegnante Patrizia Passalacqua, dalla professoressa MiriamAlbarello e dalla studentessaJessica Macario, dietro la supervisione dell’assessoratoalla Cultura del Comune. I murales rappresenterannole fiabe che hanno tra i protagonisti il lupo; il testo, presentato a parte,verrà riprodotto anche in inglese e tedesco.

Montelupo Albese è in fase di elaborazione

un originale progettodenominato “Lupus in fabula”,ideato dal professor OresteCavallo, montelupese Doc e uomo di cultura: sui muri di alcune abitazioni del paese,messe volontariamentea disposizione dagli abitanti,sono in via di realizzazione una serie di murales cheavranno come soggetto il lupo, per rafforzare e renderevisibile a tutti il legame tra il paese e l’animale che,secondo la leggenda, abitavaquesti luoghi. Ne sono già stati realizzati tredici e unaseconda tornata è prevista

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n progetto che guardaal futuro, muovendosinel solco della tradizione.“Quindici anni fa,quando le tre casse ruralidi Vezza, Diano d’Alba

e Gallo Grinzane decisero di unire le proprie forze per dare vita a Bancad’Alba, riuscirono a creare un Istituto in grado di soddisfare le esigenze di Langhe e Roero e di allargare presto il proprio sguardo verso il territorioastigiano, l’Alessandrino e la Liguria,diventando la più importante realtàdella cooperazione di credito italiana.Oggi – riflette Cerruti –, con questaoperazione strategica le due bancheriunite in una sola gestione saranno in grado di rafforzare ulteriormentequesta leadership nel Nord Ovest,proponendo un modello positivo che dalle nostre colline del vinoraggiungerà i laghi d’Orta e Maggiore,passando per una grande città comeTorino, che si trova strategicamente

al centro, e per Ivrea e Vische, dove la Banca del Canavese ha la sua sede”.Nessuna sovrapposizione di aree,nessun conflitto tra interessi comuni:“L’obiettivo è creare un orizzonted’azione più vasto, dove l’affermazionedi un Istituto e le peculiarità dell’altropossano diventare le basi per un nuovosuccesso di entrambi”.Il progetto di fusione non nasce né da obblighi, né da necessità: “È unascelta condivisa, un’opportunità che intendiamo cogliere per crescere e presentarci sempre più da protagonistidel territorio piemontese. Poter contaresu volumi più consistenti, poter metterea disposizione più filiali e più operatori,significa poter giocare un ruolomaggiore per Soci e clienti, offrire loropiù professionalità e strumenti”.Il tutto, esercitando la massimademocrazia e trasparenza. “Ci siamogià confrontati con i dipendenti, sia quelli albesi, sia quelli del Canavese:abbiamo registrato un grande

Uper servire meglionuova

UnaBanca d’Alba e Bancadel Canavese sono pronte a unire le forze per diventareancora più leader tra gli Istituti di CreditoCooperativo italiani. Un modello positivo di gestione che dalle Langhe e dal Roero arriveràfino ai laghi d’Orta e Maggiore, passandoper Torino e Ivrea. “Una nuova sinergiache non sarà un puntod’arrivo, ma una base di partenza per crearepiù ricchezza e servizi a favore della collettività”

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coinvolgimento, un’adesione ricca di speranza. Anche le istituzioni localiguardano con interesse a questaoperazione, fiduciose in un esitopositivo anche perché ha già iniziato a portare i primi buoni frutti”.Basti pensare che Banca d’Alba ha già iniziato a replicare nella zona di Vische alcune di quelle iniziativeche l’hanno resa differente nelpanorama bancario italiano, offrendoattraverso la sua Fondazione prezioseterapie riabilitative e servizi per la salute. Si è iniziato con il progetto Un minutoche vale una vita e con quello dedicatoalla prevenzione dell’osteoporosi, altri servizi e agevolazioni arriverannopresto, seguendo il modello delle propostecosì apprezzate dai Soci di Banca d’Alba.“L’Istituto che nascerà dalla fusionedelle due realtà attuali – aggiunge il Direttore Generale di Banca d’Alba, Riccardo Corino – darà un risultato ben superiore alla somma dei dueelementi che la compongono.

Ci saranno vantaggi per i Soci, perché potranno usufruire di maggioriservizi e agevolazioni. Anche i clientiavranno nuove opportunità, potendoutilizzare un numero più ampio di filialie offerte commerciali più complete.Infine, ci saranno benefici anche per tutti i nostri collaboratori, che avranno a disposizione più attivitàformative e maggiori strumenti per realizzare le proprie ambizioniprofessionali. Per tutte queste ragionisono convinto che la fusione porteràvantaggi e nuove opportunità per tutti i nostri territori”.Dunque, un’alleanza che si ponel’obiettivo di offrire un solidosostegno bancario e finanziario alle famiglie e alle imprese di tutti i territori coinvolti. “Lo spirito vincentedi Banca d’Alba non muterà affatto, la persona resterà al centro della nostramission – dice il presidente Cerruti –continueremo a essere vicini alle aspettative e ai desideri dei nostri

Soci e clienti. Anzi, una dimensione più vasta ci consentirà di essere ancorapiù attenti e puntuali nel rispondere a ogni esigenza”.E poiché entrambe le realtà possonocontare su numeri positivi di gestione, la fusione apre la strada a un’ulteriore crescita, basata su efficienza e concretezza. “Non consideriamo affatto questa nuova sinergia un puntod’arrivo, ma una base di partenza per creare più ricchezza e servizi a favore della collettività. In un momento in cui tutto sembraessere rivolto al contenimento,crediamo importante dare un segnalein controtendenza, progettando il nostro futuro con dinamismo e desiderio di rilancio. Ce lo chiede il nostro territorio, mai fermo sulle posizioni del passato e sempre pronto a nuove sfide, e il nostro stesso DNA: quello che noichiamiamo con orgoglio DNAlba”.

COSÌ IL PRESIDENTE DI BANCAD’ALBA, FELICE CERRUTI, PRESENTAIL PROGETTO DI FUSIONE CON LABANCA DEL CANAVESE CHE VERRÀVOTATO DAI SOCI NEL CORSO DELLAPROSSIMA ASSEMBLEA GENERALEglio il territorio

alleanzavaUn paesaggio tipicodel Canavese:il profilo della Serrasullo sfondo del lago di Candia

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Viaggio nel CanaveseIN CERCA DI UN’IDENTITÀ ECONOMICA NUOVA, TRA INDUSTRIA E TURISMO

di Guido Novaria*

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artiamo dall’ultimaindagine congiunturale di Confindustria Canavese,uno strumento di lavoroimportante per capire il clima della realtà

imprenditoriale di una regione chedeve fare i conti con un certo grado di isolamento geo-politico, fino ad oggi difficile da superare. La crisi è ancora presente, ma i datioccupazionali stanno migliorando: la conferma arriva da un minorericorso alla cassa integrazione. Da Ivreaa Cuorgnè gli industriali auspicano un rapporto nuovo con il sistemabancario, indicato come il partner

P privilegiato per superare  questoperiodo di stagnazione. La fotografiadel Canavese industriale dice che oggile imprese sono circa 500, di dimensionimolto diverse fra loro. Non sono mancate,in questi ultimi anni, cessazioni di attivitào chiusure anche di realtà di grandeprestigio internazionale: si pensi al lento, ma costante, smembramentodell’Olivetti, fenomeno sul quale le analisi si sono sprecate. Ma un elemento non va dimenticato:proprio dall’Olivetti, agli inizi degli anniOttanta, erano usciti decine e decine di imprenditori, autori di quella re-industrializzazione del territoriolegata all’informatica, fenomenorimasto senza precedenti nel panoramaindustriale del nostro Paese. Un boom durato una decina d’anni e poi imploso, quasi com’era avvenutonegli anni Settanta, con le industriedello stampaggio a caldo dell’acciaio,concentrate nell’Alto Canavese.Quell’isola felice chiamata Canavese ha saputo, sin da allora, reinventarsi:percorso difficile, ricco di ostacoli, primofra tutti la mancanza di una leadershippolitica in grado di dare risposteconvincenti e soprattutto soluzionirapide, ma – alla fine – vincente.Le imprese industriali manifatturiere o di servizio all’impresa occupano circa 18.500 persone, di cui circa13.500 inserite in piccole e medieimprese. Va evidenziato come si sia invertito il rapporto tra grande e piccola impresa. Negli anni Settanta infatti il 70%dell’occupazione industriale derivavadalla grande impresa. Oggi, in un quadro di occupazioneindustriale ridotta, il 65% degli occupati opera in piccole e medie aziende, mentre la parterestante fa riferimento a grandi gruppi.Nel Canavese oltre il 90% delle impreserisulta essere di piccole o mediedimensioni. Ma a fronte di alcunepresenze di media industria, sonole piccole e piccolissime aziende a prevalere, confermando quella vitalitàimprenditoriale mai venuta meno. E c’è un aspetto che non puòessere ignorato: l’isolamentoinfrastrutturale, frutto delle non sceltedel passato. Basti pensare a quelcollegamento autostradale fra Ivrea

e Biella, già arrivato in una faseprogettuale avanzatissima, rimastosulla carta. Il sistema dei trasportipubblici continua a fornire risposteinadeguate: andare in treno da Ivrea a Torino continua ad essere una veraimpresa per quell’esercito di pendolariche reclama servizi migliori. A questo punto, molti si chiederannoche cosa c’è dietro l’angolo per il Canavese del Terzo millennio?Nel futuro prossimo venturo c’è il progetto di Mediapolis, il parcotematico che dovrebbe nascere nella piana di Albiano d’Ivrea: una scommessa imprenditoriale che deve però fare i conti con il movimento ambientalista,scettico sull’opera, ritenuta “devastanteper il paesaggio”. Al contrario, RegionePiemonte, Provincia di Torino e numerosi enti locali ritengono che Mediapolis “possa rappresentarequel nuovo volano di sviluppo che ilterritorio canavesano aspetta da tempo”.C’è poi la sfida del turismo che puòcontare su poli d’eccellenza, in quellostraordinario mix di natura e culturarisultato vincente in altre parti del nostro Paese. Una sintesi di turismoecocompatibile che si può trovare nel Parco Nazionale Gran Paradiso, il decano delle aree protette italiane,che quest’anno compie 90 anni. Molti imprenditori del settore turisticohanno individuato nella risorsa Parco– con il suo indotto – uno dei motori di sviluppo in grado di generareoccupazione in territori marginali, madi straordinario interesse ambientale.Da tempo i ricercatori indicano nel “modello Langhe” l’esempio per il rilancio – o il lancio – del Canavese turistico. Un’occasioneper far nascere un’imprenditorianuova, aperta ai mercati stranieri, in grado soprattutto di cancellare quel turismo “mordi e fuggi” che finoraha caratterizzato questo settore.  Un “modello Langhe” che inizia ad affacciarsi con l’arrivo da Alba di una banca di grande tradizione e capacità. Forse è il primo segnale di quell’alleanza fra Canavese e Langhe sognata dagli esperti di marketing turistico.

* Guido Novaria, giornalista de La Stampa di Torino

Da sinistra:Ivrea e la Dora Baltea,a spasso nel centrostorico eporediese,Castello di Masinoe il rifugio Mila nel Parco del Gran Paradiso

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E C O N O M I A & T E R R I T O R I O

VischeStrambinoCaravino* Tonengo TorinoCalusoSettimoValstrona*OmegnaVolpianoChivassoIvrea

189619811990 1993 19982000200120022002200320052008

“Un Istituto con radiciprofonde e sane”LA BANCA DEL CANAVESE OPERA SIN DAL 1896SEGUENDO I PRINCIPI COOPERATIVI DELLA MUTUALITÀ PER MIGLIORARE LE CONDIZIONISOCIO-ECONOMICHE DEL TERRITORIO

ra il 1891 quando PapaLeone XIII, attraversol’enciclica Rerum Novarum,invitò i cattolici a dare vita a forme di solidarietà e associazionismo tese

a favorire lo sviluppo dei ceti rurali e del proletariato urbano. Fu quellol’impulso che, nell’arco di breve tempo,portò alla nascita di più di 900 casserurali in Italia, e con lo stesso spirito, il 6 febbraio 1896, nacque la CassaRurale di Prestiti di Vische. A ispirarla, oggi come 116 anni fa, i principi cooperativi della mutualitàsenza fini di speculazione privata, con lo scopo di favorire i Soci nelleoperazioni e nei servizi di banca,perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche dei Soci stessi.La Banca del Canavese, il cui nomecompleto è Banca di CreditoCooperativo di Vische e del VerbanoCusio Ossola, annovera 62 dipendenti.Gli sportelli sul territorio sono 10 (cuivanno aggiunte 2 Tesorerie Comunali), localizzati nelle province di Torino e VCO.Dal 1982, con l’apertura del secondosportello, a Strambino, ha gradualmenteaumentato il proprio inserimento nel territorio. Nel 1998 ha inaugurato la sede distaccata di Torino, dandosuccessivamente continuità geograficaalla propria operatività dal capoluogopiemontese sino ad Ivrea attraversol’apertura delle filiali di Chivasso,Settimo e Volpiano. Dal 2002 i confinioperativi hanno raggiunto anche la provincia di Verbania e i territori del Cusio e dell’Ossola grazie

Nato a Vische - dove risiede tuttora -nel 1959, consulenteinformaticospecializzato in gestione aziendale. La sua attività gravitaintorno al mondodell’informationtechnology. Nel 1999 è entratocome consigliere nel CdA della Banca del Canavese e VCO, ed è stato nominatoPresidente nel maggiodello scorso anno

Quarantasettenne,ragioniere, da 27 annisvolge attivitàprofessionale in ambito bancario. Nel 2007 è statochiamato a ricoprire il ruolo di DirettoreCommerciale presso la Banca del Canavese, di cui è divenutoDirettore Generale nel gennaio del 2010,dando un forteimpulso allaristrutturazionedell’Istituto di Credito

alla fusione con la ex Cassa Rurale ed Artigiana di Valstrona, che ha portatoin dote la filiale di Omegna, sul lago d’Orta.“La fusione con Banca d’Alba – afferma il Presidente della Banca del Canavese,Gianni Cucco – è una scelta condivisa,alla base della quale vi è un reciprocointeresse: essere sempre più protagonistiin Piemonte. La nostra alleanza poggiasulle solide basi di valori comuni: il fortelegame con il territorio e con le nostreradici, partendo sempre dal presuppostoche al centro di tutto ci sono i nostri Soci.Questa è l’ultima tappa di un percorso

E

Le filialisul territorio

Gianni CuccoPresidente

Pierpaolo TomaDirettore Generale

TORINO

Settimo Torinese

Volpiano Chivasso

Caluso

Vische

Strambino

PIEMONTE

Caravino

Ivrea

Tonengo

Torino e il Canavese

*Tesorerie Comunali

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che da sempre ci vede accanto alle famiglie e alle piccole imprese, a partire dal 1919, quando avvennel’evento che segnò una svolta decisivanella vita della comunità vischese,prettamente contadina: l’acquisto e la ripartizione tra gli agricoltori della Cascina Savoia, di proprietà dei Marchesi Birago, operazione resapossibile dal finanziamento concessodalla Cassa Rurale per un valore di 1,8 milioni di lire, prestati con tassi di interesse decisamente bassi”.Le condizioni sociali ed economiche

della comunità cambiaronoradicalmente: tutte le famiglie ebbero,da quel momento, una casa propria e, cosa ancor più importante, tuttidiventarono piccoli proprietaricoltivatori diretti, disponendo di almeno 7 giornate di terreno. Quasi quarant’anni dopo, un nuovoavvenimento legato alla vita ruralerinsaldò il legame fra la Banca del Canavese e la comunità locale.“Negli anni Sessanta – riprende Cucco –la Banca effettuò un altro investimentoche si rivelò utilissimo: l’acquisto di un trattore Landini testa calda, affidato in comodato d’uso ai Soci per la coltivazione della terra”.Ma il Canavese non vive di solaagricoltura: nel frattempo, infatti, il territorio si giovava della nascita di due colossi come Olivetti e Fiat, che favorirono la crescita, secondo le modalità spiegate dal Presidente: “Il terreno del Canavese è moltoperformante e la coltivazione del maisnon richiede particolari interventi di irrigazione, per cui gli agricoltoriaccumularono piccole fortune con il doppiolavoro, in campagna e in fabbrica. Una grande liquidità che quasi nonsapevano come investire e alla quale negli anni ha provveduto, a beneficiodell’intero territorio, la Banca del Canavese”.

“Ora ci presentiamo pronti per l’aggregazionecon la consorella Banca d’Alba, forti di numeri importanti – dichiara quindi il Direttore Generale della Banca del Canavese, Pierpaolo Toma –. I Soci sono 3.600 (nel 2011 +17% rispetto al 2010) e i clienti oltre 11.500 (+ 5,5%),con un’incidenza dei privati superiore al 78% rispetto alla residua quota adappannaggio di artigiani e piccole medieimprese. Gli impieghi – nel 2011 pari a 148,5 milioni di euro – confermano il sostegno al territorio con numeri pari a quelli del precedente anno, con 27 milionidi euro di nuove erogazioni a supportodelle esigenze di famiglie, artigiani e Pmi”.A testimoniare la buona salute di cui gode la Banca fondata a Vische, gli obiettivi del 2012 prevedono un sostegno finanziario rafforzato nel Canavese e nel Verbano Cusio Ossola,con una volontà di crescita annua pari al 3,3%nonostante il previsto calo dell’economia.Continua Toma: “Con 500 milioni di euroin termini di volumi complessivi la Bancadel Canavese vanta un patrimonioche ha ormai superato i 17 milioni di euro”. “Oggi – conclude il Presidente Cucco –il progetto di fusione ci consente di guardare al futuro con maggiorefiducia, con la certezza che le esigenze di famiglie e imprese sarannosoddisfatte sempre meglio”.

La Bancain numeriLa Banca del Canavese, fondata nel 1896 a Vische, conta oggi 10 filiali ( cui vanno aggiunte 2 TesorerieComunali), localizzate nelle province di Torino e Verbano Cusio Ossola. Al suo interno operano 62 dipendenti. Nel 2011 ha superato 3.600 Soci (dato in crescita del 17% rispetto all’anno precedente),potendo contare anche su più di 11.500 clienti (con un incremento del 5,5% rispetto all’anno scorso),con un’incidenza dei privati superiore al 78% del totale. Lo scorso anno la Banca ha fatto registrare 500 milioni di euro in termini di volumi complessiviraggiungendo un patrimonio superiore ai 17 milioni di euro, con 148,5 milioni di euro di impieghi e 27 milioni di euro di nuove erogazioni a supporto delle esigenze di famiglie, artigiani e piccole medieimprese del territorio.

Omegna

Valstrona

VerbanoCusio Ossola

Sopra:

la sede della Banca del Canavesea Vische

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A S S E M B L E A 2 0 1 2

Appuntamento il27maggioalle9in piazza Medford

Assemblea 2012: insieme per deciderenno dopo anno, continuaa crescere la compaginesociale di Banca d’Alba,arrivata a 38.000 Soci. Un numero che consolidasempre più il suo primato

fra le Banche di Credito Cooperativo.Anche nel 2012, quindi, ecco che giunge il clou della vita associativa,con l’Assemblea annuale dei Soci.Migliaia di persone che torneranno a riempire le strutture predispostein piazza Medford e piazza Sarti,accanto al Tribunale e al Palazzo Mostree Congressi, proprio alle porte di Alba,per consentire più agevolmentel’accesso e il deflusso, specie a chi arriva da fuori città.Domenica 27 maggio saretenuovamente chiamati a partecipareall’evento nel quale si decideranno le scelte future di Banca d’Alba:all’ordine del giorno dell’Assembleaordinaria spicca l’approvazione del Bilancio, dal quale anche quest’annotraspare una banca decisamente in salute, nonostante la congiunturaeconomica sfavorevole. Evento straordinario, invece, saràquello in virtù del quale si voterà per la fusione con la Banca del Canavese,Istituto di Credito Cooperativo per storiae ideali assimilabile a Banca d’Alba.Confermato, rispetto all’edizione 2011,sarà l’orario di convocazione:l’appuntamento è fissato a partire dalle 9.00, quando apriranno le portedell’accoglienza, con l’accredito dei Soci(che dovranno presentarsi muniti di un documento di riconoscimento),che chiuderà alle 12.00.Oltre al padiglione principale dove si svolgerà l’Assemblea, l’area saràdotata di uno spazio che accoglierà trestand distinti, al servizio di tutti i Soci: il primo sarà dedicato alla FondazioneBanca d’Alba Onlus (che, attraverso i suoi centri, eroga prestazioni medichee fisioterapiche), il secondo all’UfficioSoci (nato per organizzare gite ed eventi e gestire le prenotazioni delle visite mediche specialistiche), e il terzo a tutti i giovani Soci di età

compresa tra i 18 e i 30 anni.Quest’ultimo, novità assoluta, nel corsodell’Assemblea verrà presentatoufficialmente dal Presidente Felice Cerruti e comincerà quindi la sua attività proponendo iniziative per i giovani, che potranno partecipare

ed essere coinvolti in prima persona.Sul lato opposto rispetto all’ingressotroveranno invece posto i punti di ristoro, presso i quali è previsto un pranzo a buffet. L’uscita dall’area dell’Assemblea, una volta ritirato il tradizionaleomaggio (non previsto per le deleghe),sarà possibile su corso Torino.Durante l’Assemblea, per i Soci presenti,avverrà inoltre la consueta estrazione a sorte: quest’anno saranno in palio 40 Tv Lcd da 32’’ e 2 iPad per i giovaniSoci di età compresa tra i 18 e i 30 anni.Conclusa l’Assemblea, la festacontinuerà con la musica in piazzaDuomo e con l’arte presso PalazzoBanca d’Alba (vedi pagine seguenti).

A

TRIBUNALE

PALAZZO MOSTRE E CONGRESSI

PADIGLIONE ASSEMBLEA

L’AREA DELL’ASSEMBLEA

I SOCI TORNANOPROTAGONISTI PER CONDIVIDERE I NUOVI PROGETTI DI BANCA D’ALBA

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1. Presentazione del Bilancio al 31 dicembre 2011, proposta di destinazione dell’utile d’esercizio e di distribuzione del dividendo

2. Presentazione del Bilancioconsolidato al 31 dicembre 2011

3. Politiche di remunerazione.Informative all’Assemblea

4. Regolamento assembleare,elettorale e limiti al cumulo degliincarichi degli esponenti aziendali, in adeguamento alle nuove normestatutarie adottate

1. Approvazione del progetto di fusione per incorporazione della Banca del Canavese CreditoCooperativo di Vische e del VerbanoCusio Ossola sc nella Banca di CreditoCooperativo di Alba, Langhe e Roero sc

2. Modifiche dello statuto socialeall’articolo 1 (Denominazione. Scopomutualistico) e articolo 3 (Sede ecompetenza territoriale)

3. Conferimento al Presidente, nonchéa chi lo sostituisce a norma di Statuto,dei poteri afferenti il perfezionamentodelle deliberazioni assunte

ASSEMBLEASTRAORDINARIA

VADEMECUM DEL SOCIO

DOVEAd Alba, in piazza Medford e piazza Sarti

ACCETTAZIONESi comincia alle 9.00.L’area dedicataall’accreditamento saràubicata ai lati del PalazzoMostre e Congressi

DOCUMENTII partecipanti dovrannoessere muniti di un documento di riconoscimento per l’identificazione

DELEGHEOgni Socio con diritto di voto può ricevere 1 sola delega perl’Assemblea Ordinaria e non più di 5 per quellaStraordinaria. Chi intende conferiredelega deve individuare il Socio da delegare e consegnarglipersonalmentela delegacompletamentecompilata e autenticata. Il modello da compilareè disponibile presso tutte le filiali

SOCIETÀEnti e società devono designare per iscritto la persona autorizzata a rappresentarli, scelta tra i propri Amministratori, se diversa da quella precedentemente segnalata

OMAGGIA tutti i presenti verrà consegnato un omaggio al termine dell’Assemblea.Durante lo svolgimentodella stessa sarà effettuataper i Soci presenti un’estrazionea sorte di 40 Tv Lcd da 32’’e 2 iPad per i giovani Socidi età compresa tra i 18 e i 30 anni

OdgASSEMBLEAORDINARIA

PalazzoBanca d’Alba

Piazza Medford

ALBA (centro città)

PUNTI DI RISTORO

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F E S TA 2 0 1 2

omenica 27 maggio, per i Soci di Bancad’Alba che lodesiderino, la giornatanon si concluderà con le votazioni

durante l’Assemblea. Con lo spirito che da sempre contraddistinguequesto appuntamento, che è quello di consentire ai Soci di trascorrere un pomeriggio all’insegna della spensieratezza, facendo festa e rinsaldando il legame fra loro e quello con il territorio, anchequest’anno ci sarà spazio per musica ed enogastronomia.Nel cuore di Alba, in piazza Risorgimento(nota ai più come piazza del Duomo, a due passi da Palazzo Banca d’Alba, la casa di tutti i Soci), alle ore 15 verrà replicato il consuetoappuntamento con Chorus 2000, la corale diretta dal maestro Guido Battaglio, che proporràesecuzioni rigorosamente dal vivo, con arrangiamenti originali. I giovanidel gruppo musicale di Vezza d’Albaoffriranno al pubblico uno spettacoloallegro e frizzante, cantando i successidella musica leggera italiana e internazionale dagli anni ’60 ai giorni nostri, oltre ai brani tratti dalle colonne sonore dei film più celebri della storia del cinema.Ad accompagnare questo momentomusicale, torta di nocciole e Moscato d’Asti in degustazionegratuita per tutti, negli spazi allestiti nel Centro storico di Alba.A completare il programma delle proposte ai Soci per il pomeriggio,ci sarà la possibilità di ammirareil capolavoro del Tiziano intitolatoIl martirio di San Lorenzo,pienamente recuperato al terminedi un complesso restauro(vedi box a destra).

D

Piazza Duomo in festa con Banca d’Alba

ARTE, MUSICA ED ENOGASTRONOMIAPER RALLEGRARE IL POMERIGGIO DEI SOCI

Musica leggeraitaliana e internazionale,ore 15 in piazza Duomo

CHORUS 2000

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1 7

opo un’attesa durata mesi,dovuta a un restaurodavvero complesso, tornafinalmente a PalazzoBanca d’Alba Il Martirio di San Lorenzo, il capolavoro

firmato dal maestro di Pieve di CadoreTiziano Vecellio. Nonostante l’ultimointervento sulla tela, dipinta fra il 1546e il 1559, fosse stato ultimato solo nel 1989, l’incarico affidato ad AnnaRosa Nicola, direttore tecnico del progetto presso lo Studio NicolaRestauri di Aramengo, è statodecisamente impegnativo, viste le travagliate vicende conservative cuil’opera era andata incontro nei secoli.“Il dipinto aveva manifestato una certainstabilità a livello della pellicolacromatica che tendeva a staccarsi dal supporto e si era scurita così tanto da richiedere un primo restauro già a metà del Settecento – afferma la

dottoressa Nicola –. La superficie dipintafu sottoposta a ripetute sommarie puliture,seguite ogni volta da pesanti rifacimenti.Al momento del nostro intervento i contrasti, le trasparenze, i passaggi di luce,le pennellate vibranti tipiche dell’artistarisultavano gravemente compromessi e stravolti dalla sovrapposizione delle varie patinature e riprese pittorichearbitrarie non rimosse o solo parzialmenteasportate nei restauri precedenti. L’intera superficie appariva fastidiosamenteed eterogeneamente macchiata daalterazioni cromatiche, squilibri di vernice,colature e prosciughi; alcune zone eranomolto ossidate, sbiancate, opache e aride,altre invece avevano un tono gialloambrato ed erano lucidissime”.

Grazie alle più moderne tecniche di restauro, una volta effettuate una serie di indagini strumentali non invasive a luce ultravioletta,all’infrarosso digitale, all’infrarosso a falso colore, eseguiti ancheriflettografie, analisi con fluorescenzaa raggi X, osservazioni con videomicroscopio e un esameradiografico digitale ad alta definizione,si è quindi arrivati a restituire all’operail suo splendore originario.Da maggio a dicembre, dunque,l’opera sarà visitabile presso PalazzoBanca d’Alba, accessibile tutti i lunedì, giovedì, venerdì e sabatodalle ore 15 alle ore 19, la domenicadalle ore 10 alle ore 18.

L’OPERA D’ARTE TORNA IN ESPOSIZIONENELLA SEDE DI VIA CAVOUR DOPOIL RESTAURO FINANZIATO DA BANCA D’ALBADIl Tiziano restituitoal suo splendoreoriginario

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nche quest’anno si rinnova l’appuntamento con l’Assemblea,nel corso della quale i Soci di Banca d’Alba saranno chiamatiad approvare il Bilancio al 31 dicembre 2011. Nella massimatrasparenza, introdotti dalle parole del Direttore GeneraleRiccardo Corino, ecco quindi i numeri principali relativi allarendicontazione dello scorso anno, raccontati in queste pagine.

“Banca d'Alba svolge da sempre il ruolo di Banca locale di riferimento. In quantotale, in un contesto economico difficile e complesso come quello che stiamovivendo, continua con impegno a supportare le famiglie e le piccole imprese locali.L'espressione che meglio definisce il rapporto virtuoso che Banca d’Alba ha creato in questi anni con il territorio è certamente ‘fiducia al quadrato’.

B I L A N C I O 2 0 1 1

LaIMPIEGHILa nostra Banca anche nel 2011ha confermato il suo importante ruolo di sostegno al territorio e all’economia locale,registrando un aumento del 5% degli Impieghi rispetto all’esercizio precedente.Le pratiche di finanziamento deliberate sono9.865, i mutui erogati 4.289 (per un totale di 310 milioni di euro) e i mutui prima casa 679(per una cifra complessiva di 83,3 milioni di euro)

RACCOLTA DIRETTALa parola chiave del 2011 è stata “Fiducia”.L’operato del nostro istituto si è concentratoper sostenere famiglie e PMI del territorio,che hanno risposto riponendo sempremaggiore fiducia nella nostra Banca locale.L’aumento della raccolta, in crescita dell’8%rispetto al 2010, è infatti 7 volte superiore alla media nazionale di sistema (+1%)

MARGINE DI INTERMEDIAZIONESi riscontrano maggiori produttività e marginalità, che hanno portato a un aumento di oltre 7 milioni di euro del Margine di intermediazione (+9%). La Banca ha deciso di accantonareprudenzialmente questo maggioremargine a sostegno del portafoglio crediti

TOTALE VOLUMIL’ esercizio 2011 si chiude con un aumento sostanziale dei Volumi totali (+5%), che certifica la crescita e l’espansione della Banca. Si consolida così la secondaposizione nazionale nell’ambito del Credito Cooperativo(la prima rimane la BCC di Roma)

2,72,83

84,56.898

Amiliardi

milioni

milioni

miliardi

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Fiducia che la Banca riconosce al territorio moltiplicata per la fiducia che la Banca raccoglie sul territorio. Esprime da una parte il sostegno che la Banca garantisce alle famiglie e alle imprese locali (gli Impieghisono aumentati del 5%), dall’altra la fiducia che il territorio ripone in Banca d’Alba, dato testimoniato anche dalla Raccolta, che nel 2011 è aumentata dell’8%”.

1 9

fiduciaal quadratoI NUMERI DEL BILANCIO 2011 SI CONFERMANO DI NUOVO STRAORDINARI

ZIONEuttività ato

ni di euro ne (+9%). nare

ggiorefoglio crediti

UTILEBanca d’Alba nel 2011 ha fatto registrare un Utile d’esercizio tra i primi in Italia nelle BCC. L’utile lordo ante imposte di 14,8 milioni di euro è pari a quello registrato nell’esercizio precedente

FILIALICresce il numero totale –con leaperture a Torino in via Balbis e aOrbassano in piazza Umberto 1° –che vede la nostra Banca radicatain 6 province di Piemonte e Liguria

DIPENDENTIIl personale conta 420 unità, di cui il 49% donne e il 51% uomini.Sono oltre 1.700 le ore di formazioneriservate al personale, nella convinzioneche le persone siano una risorsafondamentale per la Banca nel rapporto con il cliente

SOCIBanca d’Alba consolida il primato nazionale per numerodi Soci fra le Banche di Credito Cooperativo, anchegrazie a 2.900 nuovi ingressi nell’anno 2011, di cui 786 con meno di 24 anni, ad indicare che la nuovagenerazione riconosce nella banca un partner non solosicuro, ma anche innovativo e al passo coi tempi. I clientisono invece oltre 100.000, e 4.500 sono i nuovi rapporti

9,2 56

59,3

37.405

420

milioni

COST INCOMEMisura il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione. È uno dei principali indicatoridell’efficienza gestionale della Banca: minore è il valore espresso da tale indicatore, maggiorel’efficienza della Banca.Nonostante la grandeespansione, i costi non sono aumentati, anzi:l’obiettivo di rendere Banca d’Alba semprepiù solida, virtuosa ed efficiente ha portato il cost income da 65,9a 59,3, risultato eccellente raggiunto in soli 12 mesi

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Croce, Installazione di Aganahuei nella chiesa di San Domenico ad Alba (v. articolo a pag.33)

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2 1

VOGLIAMO CHE I NOSTRI SOCI SI SENTANOPARTECIPI E ORGOGLIOSI DI FAR PARTE DI UNAGRANDE FAMIGLIACHE CONTRIBUISCEAL BENESSERE DELLA ZONA

a nostra Banca di CreditoCooperativo esiste perché ha dei Soci. Per Statuto, CodiceCivile e per disposizioni di Banca d’Italia, ma per noi

tutti questo vuol dire molto di più, perchésenza Soci non andremmo avanti, perchésenza Soci saremmo inutili e senza valori.Abbiamo sempre presente questaimportanza del Socio, ci guida nel nostrooperare quotidiano, ci stimola e ci spronasempre di più nel fornire servizi, nel concedere credito, nel migliorare la nostra professionalità, nel partecipareallo sviluppo della nostra zona, nel sostenere e cercare soluzioni per le aziende che si trovano in difficoltà, per le persone in cassa integrazione o chenon ricevono regolarmente gli stipendi. Siamo diventati punto di riferimento per tutta l’economia del nostro territorio,ma vorremmo esserlo ancora di più.Vorremmo che i nostri Soci, tutti i Soci di Banca d’Alba, si sentissero partecipi e orgogliosi di far parte di una grandefamiglia, la loro Banca, che contribuisceal benessere della zona, Alba, Langhe e Roero, oltre a Torino, Astigiano,Monferrato, Liguria e Alessandrino,territorio che vogliamo lasciare ai nostrifigli e nipoti più bello e più prospero di comel’abbiamo ereditato dai nostri padri.

l’accredito del vostro stipendio o dellapensione, con l’utilizzo della carta dicredito o la domiciliazione delle utenze(luce, telefono, gas) date lavoro alla Banca e ai giovani del nostro territorio.Sicuri, insomma, che il successo non è solo della vostra Banca, ma è di tuttoil territorio, e ognuno di voi ne è al contempo artefice e fruitore.È con questi obiettivi, dello sviluppo del territorio, che abbiamo finanziato il restauro del quadro del Tiziano, per partecipare all’incremento turistico del territorio. E con questi principi e conquesti intendimenti ci siamo avvicinati alla Banca del Canavese, con la proposta di fusione che verrà presentata perl’approvazione all’Assemblea del 27 maggio. La Banca del Canavese è sana, consegueutili, e ha un’ottima liquidità. Vogliamoportare la nostra mentalità, il nostro mododi operare, i nostri valori, e, con la fusione,numeri ancora più solidi, per avere ancora più possibilità e professionalità a disposizione della loro e della nostra zona,nell’interesse di tutti noi Soci.Vogliamo, in definitiva, essere sempre più riconosciuti, in tutta Italia, come esempio di partecipazione alla nostra Banca e alla nostra terra.Un modello di cui essere orgogliosi, tutti insieme.

Questo è lo spirito che ci guida, questo è lo stimolo e l’orgoglio che vorremmoentrasse nel DNA di ogni Socio, perchéquesto è quello che ci piace definire il DNAlba che ha sempre contraddistinto i nostri genitori e che vogliamotrasmettere ai nostri figli. Banca d’Alba, la nostra Banca, vuol partecipare, con le altre Istituzioni, a questo obiettivo,naturalmente con il contributo,determinante, di ogni Socio.Ecco perché per tutti voi Soci diventaimportante lavorare in modo significativocon la vostra Banca, sapendo che con i vostri risparmi partecipate allo sviluppodella nostra zona, sicuri che con

L

Quandoesser Sociovuol dire...

di Felice CerrutiPresidente di Banca d’Alba

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S O C I & T E R R I T O R I OS O C I & T E R R I T O R I OS O C I & T E R R I T O R I OT R A D I Z I O N I & T E R R I T O R I O

Oster

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e tovaglie aquadretti spiegatesui tavoli rustici,nell’aria il fumodelle sigarette che si mescola

ai profumi della cucina, i giocatori di carte con l’immancabile bicchieredi Barbera, bambiniarrampicati su una cassa di bottiglie vuota, girata al contrario, a lavare piatti e bicchieri: rapide pennellateche rievocano l’atmosferadelle osterie di una volta,spazi senza troppe pretese,senza stagioni e senza orari.C’era sempre un motivo per fermarsi, per bere un bicchiere o per giocare a biliardo, o anche solo per riscaldarsi al calore della stufa. Clima rilassato e cordiale, ambienteaccogliente, un po’ come a casa propria, o meglio comequando si è ospiti graditi a casa di un amico. Tajarinal ragù di coniglio, finanziera,acciughe al verde: sono soloalcune delle specialità della casa. Cucina semplice,porzioni generose e prezzipiù che onesti: cose d’altritempi, verrebbe da dire.La vita delle osterie perdecenni si è intrecciata a doppio filo con quella degli italiani, marcando il tempo delle gite domenicalidei forestieri, così come la quotidianità dei

compaesani, per i quali eranouno dei luoghi che contendevail primato alla chiesa, al mercato e alla piazza dovesi giocava a pallapugno.A Roddi, ad esempio, nellastrada davanti alla TrattoriaItalia si giocava a balon, o meglio, alla pantalera,

e succedeva spesso che la palla si fermasse sui tetti. Chi l’aveva lanciata, allora,passando per la camera da letto della casa più vicina, si arrampicava fra i coppi e la recuperava.L’ osteria oggi non c’è più, ma rimane viva nella memoriadel roddese Gerolamo Sardo,per tutti più semplicementeGiot. Alpino e Cavaliere del Lavoro, è il Socio piùanziano di Banca d’Alba: il 15maggio taglierà il traguardodei suoi primi 99 anni. Era la primavera del 1948quando arrivò in paese dal Toetto, frazione

del comune langarolo, dovecontinuò a coltivare la terra e ad allevare i conigli equalche mucca. “Perché non si sa mai… Così, se fosseandata male, avremmocomunque avuto qualcosa”.Quando rilevò il locale, chenon aveva neppure l’acqua

corrente, c’era una grandesala al piano di sopracollegata con una scala a duestanze al piano terreno, una con un tavolo da biliardo,l’altra per giocare a carte: “Ma non rendeva tanto… Gliuomini del paese passavano lì le giornate, ma magariconsumavano solo un caffè o una bottiglia di vino”.La svolta giunse con l’ingressoin cucina della moglie, Emma Marino, anche leiSocia di Banca d’Alba, classe1922: memorabile il suovitello tonnato, capace di conquistare i primiforestieri, arrivati in paese

Uno spaccato sulle osterie di una volta, attraverso le parole di Gerolamo Sardo, il Socio più anziano di Banca d’Alba

Il gusto della tradizione

LGiot, ovveroGerolamoSardo, per annititolare della storicaTrattoriaItaliadi Roddi

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quasi per caso. Li ricordaancora per nome: “Erano duefamiglie di Torino: i Fumero e i Vecchioni… Tornarono moltevolte, e il passaparola portòqui molti altri clienti da fuori”.La Trattoria Italia era un luogod’aggregazione: la primatelevisione in paese arrivònella canonica del parroco, ma nessuno mai la vide lì.Venivano tutti da noi: al pianodi sopra sembrava di essere al cinema… Le file di sedie eranosempre piene, tutti insieme a guardare Il Musichiere, o Lascia o Raddoppia: le piccole

Vanna e Bruna passavano con le caramelle e i preferiti (i classici boeri di una volta,contenenti una ciliegia almaraschino, ndr), e io dietro,con la pila perché eravamo al buio, a raccogliere i soldi”.Un altro momento in cuitutto il paese si stringevaattorno alla piccola piola eraCapodanno: non c’eraroddese che non sipresentasse per la china di fine anno, a festeggiare in compagnia.E non c’è festa che si rispettisenza che qualcuno intoni

un canto. A Roddi, quelqualcuno era sempre il signorGerolamo, ancora oggidotato di una bellissima vocetenorile. Quando gestival’osteria, verso la fine del pranzo si cominciava a cantare. Con o senzafisarmonica, non c’era pastoche non finisse con Giotseduto al tavolo degliavventori, bicchieri in mano,intonando cori degli alpini o i moderni successi della musica leggera. Volacolomba, portata al successodel Festival di Sanremo

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S O C I & T E R R I T O R I OT R A D I Z I O N I & T E R R I T O R I O

da Nilla Pizzi nel 1952, rimaneancora oggi il suo cavallo di battaglia, anche se già ai tempidella Seconda Guerra Mondialeaveva dato prova del suo talento,oltre che del suo gran cuore.“Prima di partire per la Greciaavevano organizzato una garadi canto fra i vari gruppi: iofacevo parte della Brigata Julia,e nel nostro gruppo eravamocinque, tutti di Roddi. A giudicare l’esibizione era don Francesco Testa, cappellanomilitare del battaglione Borgo

San Dalmazzo, e in palio c’eranocinque giorni di licenza per chiguidava la corale migliore.Vincemmo noi, ma io eroancora da sposare, per cuirinunciai al premio per cederloa Carlo Cavallotto, che avevagià moglie e tre figli piccoli…Poi venne la guerra, di cui iovidi la fine, lui no: il 24 agostodel ’44, dopo il ferimento di un militare tedesco nei pressidi Cantina di Roddi, vennefucilato dai nazisti perrappresaglia, insieme

ad Agostino Morando e don Demetrio Castelli, tutticompletamente estraneiall’agguato”.Tornando a ricordi più gioiosi,non sempre i pasti finivanocantando. “Per battere iltempo… In più di un’occasioneho ‘accompagnato’ a forza di braccia qualche avventorenella strada che conduce alla vecchia chiesetta orasconsacrata, adagiandolonell’erbetta che all’epocaricopriva quella salita. Le donnepoi andavano a recuperare gli uomini, smaltita la sbornia,e tornavano da me arrabbiate,chiedendo che non dessi piùda bere ai mariti”.Difficile da immaginare oggi.Anche se, recentemente, il cuore antico dei locali d’untempo sembra essere tornatoa pulsare. Essenzialmente,grazie ai prezzi contenuti,all’attenzione riservata ai prodotti e ai vini locali e – soprattutto – al rapportodiretto con le persone.Osterie, piole, taverne, bistrot:chiamatele come volete.Sono luoghi della memoria,custo di di una tradizionedelle nostre terre che si perdenel passato, di tempi in cui non c’era il fois gras mac’era il perru, di pranzi in cui non si bevevaChampagne, ma non mancavamai una buona bottiglia di Dolcetto. E la gente havoglia di recuperare il gustodello stare a tavola in compagnia,senza esagerazioni, ma con il piacere di assaporarepiatti e atmosfere genuine.Come quella che si respira a casa Sardo, dove la nostraintervista si chiude coibicchieri di vino levati per un brindisi, il sorriso di Emma e la voce di Giotche intona un canto.

A destra:in una foto

d’epoca,l’ingresso della

Trattoria ItaliaSotto:

Giot dietro al bancone, con

un cliente che festeggiava

il suo matrimonio

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dura spiegare a chi non è dellenostre parti checos’è una piola.Però possiamocercare di definire

un modello ideale di piola,elencandone i tratticaratteristici. Gli arredi sonodi legno. Sul ripiano dei tavoli troviamo i cerchiprodotti dai bicchieri e dalle bottiglie di vino.Il lungo bancone di legnouna volta era protetto da una barra di ottone, ma se non c’è pazienza. Un punto imprescindibile è che si serva vino sfuso, in quartini, mezzi litri e litri.Del resto l’abitudine di vendere vino sfuso statornando alla grande. Una o più pareti sono occupateda scaffalature con bottigliedi vini che devono esserepiemontesi o, tutt’al più,dell’Oltre Po pavese. Ci commuoviamo se c’èanche una nicchia con bottiglie impolverateprotette dal cartello “non in vendita”. Su quei ripianiritroviamo le etichette della nostra infanzia: il BiancoSarti, il Millefiori Cucchicon i rametti ornati di cristallidi zucchero, il Rosso Antico, il liquore Galliano, l’Alkermes,l’Hermite, l’Alpestre, il Fiamma Verde (90 gradi!).Nella nostra piola ideale si deve poter mangiarequalcosa a tutte le ore,anche solo standoappoggiati al bancone.

di Bruno Gambarotta

ÈTOVAGLIE A

QUADRETTI, MENÙDETTO A VOCE

E LA SOLITA DOMANDAAGLI AVVENTORI:

“BIANCO O ROSSO?”

Alcuni piatti sono facoltativi,altri di rigore. I piattiobbligati sono le uova sodeancora da sgusciare con la saliera a portata di mano, le acciughe al verdee almeno un paio di frittatea scelta, con le erbe, le ortiche,le cipolle, le patate o le verdure. Facoltativi, mameritevoli di una menzioned’onore, sono le milanesi e le zucchine in carpione, i peperoni con la bagna caoda,il cotechino con la purea e la lingua salmistrata. Alle pareti vecchi calendari,pubblicità di prodotti fuorimercato da trent’anni;infilate negli interstizi fra il vetro e la scanalaturatroviamo le cartoline inviatedai clienti che sono andati

in vacanza in località termalio tutt’al più a Varigotti. I clienti: qui tocchiamo il punto centrale del nostroidentikit, perché la pioladeve essere un punto di ritrovo, un club senzatessere, frequentato da un certo numero di clientiche nel corso del tempohanno acquisito il diritto di arrivare e di sedersi ai tavolisenza essere importunatidal padrone che viene aprendere l’ordinazione. Ci sono anche gli avventoridi passaggio, ci mancherebbe,ma questi devono sentirsiun tantino fuori posto.Infine, il nome sull’insegna,rigorosamente in italiano (Il caffè del Ponte, la Trattoriad’Oriente, la Cantina deiPasseggeri) o in piemontese(la Ciabota). Che cosadifferenzia la piola dalla trattoria? Pochi dettagliin verità: la tovaglia a quadretti sulle tavole, il padrone o il gestore cheelenca a memoria il menù e domanda agli avventoriprima ancora che abbianoordinato: “Bianco o rosso?”.Complementi meritevoli di elogio: la stufa in ceramica,il gioco da bocce e la topia o pergolato di uva fragola.Tanto basta per chiedereall’Unesco che piole e trattorie siano dichiaratepatrimonio culturaledell’umanità in modo chenessuno possa piùcancellarle dal nostro viverequotidiano.

Salutida Varigotti

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CHI È

F O N D A Z I O N E B A N C A D ’A L B A

un giovane Socio, ma può giàvantare una lunga esperienza.Giampaolo Brichetto è il responsabile del Centro Medico di Albenga.Lo abbiamo incontrato

per conoscere a fondo la sua attività al servizio dei sempre più numerosiSoci liguri.

Quando è stato aperto il Centro medico di Albenga?

Il Centro è attivo dalla fine del 2009.Principalmente eroghiamo prestazioni di terapia riabilitativa, dunquefisioterapia, terapie manuali o attraversol’utilizzo di apparecchiature come la magnetoterapia o la stimolazione con le onde d’urto. Inoltre sono stateorganizzate lezioni di ginnastica dolce di gruppo due volte alla settimana.

Quanti pazienti hanno usufruito di questo servizio?

Da quando il Centro è aperto, il trend è in continua crescita. Visitiamo circa 30-40 Soci a settimana, quindi circa 1.500-2.000 Soci all’anno.

La sua attività non si esaurisce perònel Centro Medico di Banca d’Alba.

No, infatti. La mia principale attività è quella del ricercatore. Dopo la specialità e il dottorato di ricerca in Neuroscienze, mi sono dedicato

Giampaolo Brichettoè nato a Loano nel 1974, si laurea in Medicina e Chirurgianel 2000 all’Universitàdi Genova e si specializza nel 2004in Medicina Fisica e Riabilitazione.Dal 2008 è Dottore di Neuroscienze pressoil Dipartimentodi Neuroscienze,Oftalmologia eGenetica all’Universitàdi Genova. Numerosele sue esperienze clinichee la partecipazione a progetti di ricerca.Coordina l’attivitàdell’AISM nazionale di Genova.Nel 2010 a San Antonio,nel Texas, durante il Congresso mondialesulla sclerosi multipla,riceve il premio per la miglior ricercaper la “Riabilitazionedei disturbi urinari nei pazienti affetti da sclerosi multipla”.

allo studio dei disturbi neurologici nei pazienti affetti da sclerosi multipla,concentrandomi principalmente sullenuove tecnologie in campo riabilitativo.Coordino l’attività di ricerca dell’AISMnazionale (Associazione Italiana SclerosiMultipla), che ha sede a Genova.

Di quali nuove tecnologie parla?In particolare mi riferisco all’utilizzo della robotica e della realtà virtuale in campo riabilitativo.

Ci racconti…Un progetto in cui crediamo moltoprevede l’utilizzo della tecnicadell’osservazione visiva in camporiabilitativo. Ci sono già stati ottimirisultati nel recupero delle funzioni

motorie di pazienti colpiti da ictus e per ora le sperimentazioni nel campodella sclerosi multipla stanno dandobuoni risultati. Presenteremo questaterapia al Congresso Europeo di Amburgo, a maggio, e al Festival della Scienza di Genova.

In cosa consiste la terapiadell’Osservazione Visiva?

Si stimola la corteccia cerebrale dei pazienti affetti da deficit neurologicoattraverso l’osservazione ripetuta (due visualizzazioni al secondo) di un movimento semplice come il tagliare la carne col coltello o portareun bicchiere alla bocca. Movimenti che per chi ha subito un trauma o è affettoda sclerosi multipla sono difficoltosi. È stato verificato che la sempliceosservazione del movimento attraversodiversi punti di vista stimola la cortecciacerebrale del paziente nella riproduzionefisica del movimento, aiutando la sua riabilitazione. Ovviamente questa è una terapia che da sola non è risolutiva, ma deve essereaffiancata ai trattamenti tradizionali.

Cos’è per lei il suo lavoro?È una grande passione. Non c’èriconoscimento più grande del sapereche il tuo lavoro solleva la sofferenzafisica e psicologica delle persone.

Albenga e il “suo”Centro MedicoGIAMPAOLOBRICHETTO, 37 ANNI,SPECIALISTA IN MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE, È IL RESPONSABILEDEL CENTRO MEDICOFISIOTERAPICO DI BANCA D’ALBA AD ALBENGA

È

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2 7U F F I C I O S O C I

Capodanno in Turchia

ISTANBUL (TR)

29 -1dic - gen

Al sole della Costa del Maresme

SANTA SUSANNA (ESP)

1- 8settembre

1- 15settembre

Mare e montiper l’estate

DOLOMITI - CALABRIA

1- 8luglio

1- 8settembre

Dalle preghiere dei müezzindella Moschea Blu ai colori del tramonto sul Bosforo,dall’architettura bizantina della chiesa di Chora alle piroettedei dervisci danzanti, dai fasti di Palazzo Topkapi all’ippodromodi Costantinopoli: è il fascinodella Turchia, ponte tra Oriente e Occidente. L’Ufficio Soci proponedi festeggiare il Capodanno 2013 a Istanbul, con partenza il 29 dicembre dall’aeroporto di Torino e rientro il 1° gennaio, 4 giorni e 3 notti presso un hotel 4 stelle della capitale turca. Il viaggio è in fase di organizzazione,con prenotazione richiesta entroil 30 settembre. La quotaindicativa (che include viaggio,soggiorno con trattamento di mezza pensione e cenone di Capodanno con spettacolo)dovrebbe essere di 550 euro per i Soci e di 600 euro per i non Soci.

Per gli amanti del mare, la proposta è Santa Susanna,splendida località sulla Costa del Maresme. La cittadina offrelunghe passeggiate sulla spiaggiao fantastiche nuotate nellatranquillità del Mar Mediterraneo:luogo di eccellenza per il turismo famigliare, garantisceservizi per tutte le età. L’Hotel Caprici Verd, 4 stellesuperior, non deluderà le vostreaspettative. A soli 40 km da Santa Susanna,Barcellona, la grande metropolicatalana, offre la vivacità delle ramblas, l’arte di Gaudì e il fascino della sua atmosferamediterranea.Il costo riservato ai Soci per il trattamento di pensionecompleta è di 410 euro per unasettimana, 730 euro per due; per i non Soci, rispettivamente460 e 780 euro.

La perla delle Dolomiti: così è definita Madonna di Campiglio,paese discreto ed elegante a 1.550metri di quota. L’Hotel 4 stelleOberosler mette a disposizionesala giochi per bimbi, internetpoint, american bar e unafantastica Wellness & Spa dotata di saune, bagno turco, massaggi e trattamenti viso e corpo. La quotaè di 480 euro a persona in cameradoppia per i Soci, 530 euro per i non Soci. Periodo 1-8 luglio,prenotazioni entro il 30 maggio.Fra le proposte di soggiorni estivic’è anche la splendida Sibari.La settimana di vacanza nella località balneare calabreseprevede la sistemazione in doppiapresso l’Hotel 4 stelle MareGolf,con trattamento di pensionecompleta. La quota è di 620 europer i Soci e 670 euro per i non Soci.Periodo 1-8 settembre,prenotazioni entro il 30 giugno.

n’atmosfera senzatempo e la magia dei personaggi creatida Walt Disney: tuttoquesto verrà offerto ai partecipanti

al viaggioa Disneyland Paris, in programma dal 22 al 25 giugno,con partenza in pullman da Alba.Dopo il primo giorno di viaggio, con cena libera e sistemazione in hotel,il sabato l’intera giornata sarà dedicataalla visita dei due parchi Disneyland

e Walt Disney Studio; la domenica,stesso programma con partenza in serata alla volta di Alba, sempre in pullman, con arrivo previsto nellamattinata del 25 giugno. La quotacomprende il viaggio, la sistemazionein hotel 3 stelle, trattamento B/B,assicurazione e gli ingressi a Disneyland,mentre non sono compresi i pasti. I costi variano a seconda del numero di persone in camera, tra i 309 e i 633 euro per i Soci (da 1 a 4 persone) e i 329 e i 653 euro per i non Soci. Per ogni bambino dai 2 ai 6 anni, la quotaè invece di 87 euro, che salgono a 188 per i bambini dai 7 agli 11 anni.Prenotazioni entro il 30 maggio.Per gli amanti del divertimento,un’altra possibilità che l’Ufficio Soci offreè quella della gita a Gardaland, con piùdate possibili tra maggio e novembre,con partenza in pullman da diversecittà del Piemonte. Il prezzo riservatoai Soci per il viaggio più l’ingresso al parco è di 51 euro, 57 euro per i non Soci, mentre per i bambini al di sotto di un metro di altezza il prezzoè di 29 euro. Per chi raggiungesseGardaland autonomamente, il biglietto d’ingresso (da ritirarepresso l’Ufficio Soci) costerà 26 euro per i Soci, 30 euro per i non Soci, gratis per i bambini sotto il metro.

Prossima fermata:il divertimentoVIAGGIO A DISNEYLAND DAL 22 AL 25 GIUGNO E, DA MAGGIO A NOVEMBRE, GITE A GARDALAND

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T A C C U I N O D I V I A G G I O D I PAT R I Z I A PA S S A L A C Q UA E M A R I S A R AVA

La mia Africa

i si sente veramenteliberi quando si puòcamminareattraverso pianure,raggiungere il fiume

al tramonto, montare la tenda.E l’indomani dormire sottoaltre piante”. Le parole di Karen Blixen esprimonoperfettamente quel che si prova in Africa: i profumiintensi e dolciastri delle caldenotti africane, i rumori del silenzio della savana, il leggendario tramonto, la sconfinata meraviglia del cielo stellato dell’altroemisfero. A pensarcinuovamente vieni assalito da una profonda nostalgia,un forte desiderio di tornarci,per riassaporare quelleintense emozioni che soloquesta terra sa darti. È forse questo il “Mal d’Africa”?Probabile; per questo non

è semplice raccontare e descrivere le sensazioniprovate in questo mondo a parte, difficile da capire, ma che ti lascia nella mente e nel cuore sensazioni uniche.Siamo partiti per il Kenya in una gelida mattina, con sciarpe e piumini, perritrovarci dopo una manciatadi ore su una spiaggia di bianca e soffice sabbia,simile al borotalco. Ottima la struttura alberghiera, con uno staff cordiale,simpatico ed efficiente. Le nostre giornate eranoricche di proposte, a cui si poteva aderire oppure no,scegliendo di rilassarsi ai bordidella piscina, nel centrobenessere o in riva all’oceano,godendo dello spettacolomeraviglioso dell’alta e bassamarea. Tra la escursioniproposte, interessante

è stata la visita a Malindi: i suoi colorati mercatini,l’affascinante vecchia città e la singolare fabbrica

della lavorazione del legno,da cui le abili mani degli artigiani ricavano i tipicioggetti della manifatturalocale: animali, maschere,riproduzioni dei guerrieriMasai e altri souvenir.

Piacevole esperienza quelladel Safari Blu, escursione in barca nel parco marino di Watamu, dove è stato

possibile praticare lo snorkeling, nuotando tra pesci colorati e colonie di corallo. Ma l’avventura più emozionante è statasenza ombra di dubbio il safari al Kudu Camp:

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IL DIARIO DI DUE SOCIECON I RICORDIDEL VIAGGIO IN KENYA,ACCOMPAGNATODALLE FOTO DI CLAUDIOMAININI

U F F I C I O S O C I

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un evento straordinario,unico e irripetibile. Siamo arrivati al Kudu Camp nella bellissima cornicenaturalistica dello Tsavo EastNational Park, accolti dai festosi “Jambo! Jambo!”degli operatori, che sono riuscitia trasmetterci l’amore perquesta terra e per la sua gente.Con l’arrivo del buio, dopo aver ammirato il meraviglioso tramontoafricano, abbiamo iniziatoil safari notturno:un’esperienza davveroemozionante, resa ancor

più affascinante da unasplendida luna piena che illuminava la savana. La notte passata nelle tende,protetti e rassicurati dalla costante sorveglianzadei Masai, è stata

indimenticabile; ne abbiamoassorbito ogni particolare,ogni rumore, ogni odore.Purtroppo l’Africa non è fattasolo di paesaggi incantevoli. Esiste un profondo contrasto con la realtà dei suoi abitanti,quella che soffre nella miseria, nella malattia, nella solitudine dei bambiniabbandonati, nella difficoltàdi trovare un lavoro,nell’impossibilità di un futurodiverso, con la sensazione,senon la certezza, che il domanisarà sempre uguale a ieri.

AA Watamu – racconta Sergio Tibaldi, Socio di Alba –abbiamo visitato due orfanotrofi. Eravamo già a conoscenzadella triste condizione dei bambini qui ospitati, ma il contattocon questa realtà ci ha profondamente toccati. La prima struttura accoglie 125 bambini i cui genitori sonostati colpiti dall’Aids, è decorosa e organizzata nei variambienti: scuola, dormitorio, cucina, spazi ricreativi.

Nel secondo istituto trovano posto 200 bambini, orfani o provenienti da famiglie non in grado di provvedere al loro sostentamento. La struttura è fatiscente: i lettini non sono sufficienti e moltibambini dormono per terra, i servizi igienici sono inesistenti, la cucina è sistemata all’aperto sottouna tettoia, con alcune pietre per appoggiare le pentole sul fuoco. Il direttore ci ha presentato il progettoper costruire un dispensario dove curare gli ospiti, la cui spesa ammonta a circa 10.000 euro. Oltre all’acquisto di generi alimentari e materiale scolastico, che abbiamo prontamenteconsegnato alle strutture, abbiamo deciso di raccogliere fondi da inviare per questa causa.Chiunque volesse aderire può chiedere informazioni all’Ufficio Soci della Banca d’Alba.

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Due

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con.

..Intervista di:Sergio Miravalle,astigiano,giornalista, per oltre 30 anni a La Stampa. È consiglieredell’Ordine deiGiornalisti delPiemonte. Ha un blog: Giro di vitesuLa Stampa.it

con un vecchio organo elettrico. Fu suquella tastiera che Paolo compose Azzurro.Con il senno di poi, fu un bello scambio”.

rima domanda, come da copione. Signor GiorgioConte, ci racconta il rapportoumano e artistico con suo fratello Paolo? Rispostapronta e meditata dopo

centinaia di interviste: “Tutti mi chiedonodel rapporto con mio fratello, ma non mi risulta che quando intervistano luiqualcuno si preoccupi del rapporto che Paolo ha con me”.Roso dall’invidia? Acido? Permaloso?Macché. Giorgio Conte vive con ironia e un pizzico di bonarietà all’ombra del suo “grande fratello”, condividendoneda sempre la passione per la musica.Fratelli avvocati in una famiglia di notai.Astigiani Doc, entrambi cantautori di successo. Il primogenito (classe 1937)riconosciuto tra i grandi della musicainternazionale. Giorgio, più giovane di 4 anni, apprezzato da un pubblico più di nicchia, ma non per questo menovalutato dalla critica. La musica è il marchio di famiglia.

C’entra il Dna?“C’entrano nostro padre Gigi,ottimo pianista, e nostramadre Tina, che loaccompagnava aquattro mani. Alla finedella guerra, durantele feste in casa, lorosuonavano quelle chedefinivano ‘le canzonette’.Spostavano i tappeti e gli ospiti ballavano. Noiragazzi sbirciavamo dalleporte socchiuse quella checi pareva una azzardatatrasgressione. La musica,per dirla alla Ivano Fossati,ci ha sempre ‘girato intorno’”.

Nei progetti di famiglia ai Conte si imponevano gli studi giuridici.

“Paolo frequentò Giurisprudenza a Parma, io tentati Medicina, ma alle prime lezioni di anatomia sui cadaveri,capii di non avere lo stomaco e così andaia Parma anch’io. Dura lex”.

Però avevate già la vostra band di musica jazz…

“Come tutti i ragazzi guardavamolontano. Io suonavo la batteria e Paolo il vibrafono. Mingo Chiodo, unastigiano grande conoscitoredel genere, ci fece partecipare alla Coppa del Jazz con una band dal nome rigorosamente inglese, Lazyriver band society. Il river per noi era ilTanaro, altro che il Mississippi.Poco tempo dopopermutai labatteria

PCONTEla forza dell’ironia

L’altro

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Vi eravate già fatti conoscerenell’ambiente.

“Il primo successo fu Deborahdel 1968.Era una canzone che il parolierePallavicini volle con riferimenti alla guerraisraelo-palestinese dell’anno prima. Una storia d’amore contrastata.Le ‘lunghe ali di fuoco’citate nel testoerano i bombardamenti. Ma non se neaccorse nessuno, piacquero soprattutto la musica e il ritmo. La lanciò Fausto Leali,ma la volle incidere anche Mina, che mi telefonò per complimentarsi”.

Voi ragazzi di provincia nel mondodella musica leggera. Come eravate?

“Sprovveduti e un po’ incoscienti. Del primo contratto con una casadiscografica, mio padre disse chesolo due fessi come noiavrebbero potutoaccettare quelleclausole

capestro, ma lo firmammo lo stesso.Ricordo quel Capodanno passato a Romaa cercare un contatto con Fred Bongusto,che doveva suonare in un locale doveinvece arrivò Bruno Martino. Tornai a casain treno dicendo che avevo avuto‘interessanti contatti’. Io ero il pratico del duo, diciamo l’ispiratore della ditta”.

E intanto la vita è andata avanti. Per anni avete fatto gli avvocati e gli autori di canzoni.

“C’erano giudici e clienti che apprezzavanola cosa, altri storcevano il naso come se i due mondi non avessero avuto nullada spartire. Paolo decise prima di me di dedicarsi solo alla musica. Ricordo che era curatore del fallimento di una fornace e l’ultima sua pratica fu vendere un muletto. Chiusa quellavicenda, chiuse anche lo studio. Io invecetentennai, fino a quando mi capitòaddosso una cosa che mi fece decidere”.

Era il 1990 e nella sua vita da avvocato arrivò una bruttasentenza…

“Senza metafore. Quando midiagnosticarono un cancro mi dissi che non avevo più tempo da perdere. Mi venne il coraggio che non avevo avutofino ad allora e decisi di fare ciò che mipiaceva fare: scrivere canzoni. Avevo 49

anni. Mia moglie Michela mi capì e incoraggiò. Da allora

affrontola vita in manieradiversa e non per niente feci un

disco intitolato Zona Cesarini,quella che nel calcio indica gli

ultimi minuti per fare gol”.E la sua partita continua…

“A 71 anni, sto bene. Scrivo, canto, bevo e giro mezzo mondo con i miei concerti”.

Sale spesso sul palcoscenico anchecon suo figlio Tommaso, che suonabenissimo la chitarra.

“Anche lui ha studiato Legge, come sua sorella Lucilla, che è costituzionalistaall’Università di Ferrara. Ha la musica nel sangue: dalla chitarra al pianoforte, ma per ora dice che vuol fare l’avvocato… vedremo”.

E i fratelli Conte?“Ci siamo. Nel mio ultimo disco CQFP, che vuol dire ‘Come quando fuori piove’,la filastrocca per ricordare l’ordine dei seminelle carte da gioco, c’è una canzoneinterpretata da me e firmata da miofratello: si intitola Monticoneed è la storia

di un contadino piemonteseche, da una Torino attraversata dai tram, ricorda la sua gioventùal paese. È un testo che ha cantato anche Farassino e Paolo avrebbe voluto dare a Jean Gabin, in versionemonsieur Dupont. Ora la canto io a nome di tutti i Monticone del mondo”.

A proposito di mondocontadino, ora è in libreriaanche il suo Trattorearancio, un romanzo che racconta di estati in campagna e personaggi curiosi.

“Erano le vacanze nelle grandecascina di via Tosto di mio nonnomaterno. Aveva i cavalli e i trattori.Ricordi vivissimi e colorati”.

Dunque niente invidia per il fratello maggiorepiù famoso?

“Mi diverte il confronto. Una volta in Toscana, dopo un concerto, al bar ho sentitoche parlavano di me. ‘È il figliodi Paolo Conte’,ha detto uno.La cassiera, che la voleva saperlunga, ha aggiunto: ‘Sì, l’haavuto da una relazionesegreta con la Vanoni’.Un perverso effetto gossip. Li guardai e non smentii”.

Giorgio Conte e il denaro. “Lo rispetto e lo temo.Soprattutto con l’euro. Ai mieitempi le monetine valevanoqualcosa di concreto: 10 lireper un ghiacciolo e 50 per ungiornale. Oggi ti riempiono letasche inutilmente. E ancheavere, raramente, un 500 euronel portafogli mi mette l’ansia:sono un milione di vecchie lire,un’esagerazione. Ogni tantomi faccio un regalo. L’ultimo in Francia: un giaccone di pelle comperatoper far piacere alla commessa, che era cosìgentile”.

A 71 anni vale ancora cantar l’amore…“Assolutamente sì, fino a quando – cometemeva mia mamma quando ci mettevain guarda dai pericoli di una professioneartistica – non si seccherà la vena. Finoranon è accaduto. Basta una giornata

Giorgio Conte è nato ad Asti il 23 aprile 1941.Ama il jazz, la musicapopolare, la canzonefrancese e le filastrocche.Laureato in legge, all’attivitàforense abbina la musica,cominciando con i primicontatti negli Anni Sessantacon il clan di Celentano.Scrive a quattro mani con il fratello Paolo branidivenuti celebri come Una giornata al maree La topolino amaranto. Più tardi le loro stradeartistiche si separano:Giorgio continua a firmarecanzoni di successointerpretate, tra gli altri, da Fausto Leali , Mina,Milva, Ornella Vanoni e Francesco Baccini, e siesibisce in Italia e all’estero.Ha condotto rubricheradiofoniche, collaboratocon La Stampa di Torino e scritto testi per il teatro in collarorazione con Bruno Gambarotta. Il suo ultimo disco è CQFP (Come quandofuori piove) e ha pubblicatonel novembre 2011 il suo primo romanzo Un trattore arancio.

CHI ÈGIORGIO CONTE,FRATELLO DI PAOLO, ANCH’EGLI AVVOCATOE CANTAUTORE. LA STRAORDINARIASTORIA DI UNAFAMIGLIA DOVE LA MUSICA È SEMPRESTATA DI CASA

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ppassionato di archeologia,farmacista, partigiano,filantropo e, soprattutto,grande artista.In ogni sua opera c’è,innanzitutto, l’uomo, Pinot.

Ma nella sua arte convivono i tanti aspettidella sua personalità poliedrica. C’è un po’del farmacista, professione che portòavanti, dopo essersi laureato nel 1924,fino al 1941. C’è l’alchimista: lo si ricordaspesso chiuso nel suo laboratorio,impegnato a trafficare con erbe officinali,medicinali e aromatiche. C’è anche il cittadino impegnato: dopo aver fatto la Resistenza nella Divisione Alpi, nel dopoguerra fu membro del CLN. C’è il filantropo: proprio il suo amore per gli zingari, che lo vide impegnato

Alba celebra

Pinot Gallizio

S O C I & C U LT U R A

TANGENTOPOLI, VENT’ANNI DOPO

Alla fine della fiera arriva a 20 anni di distanza dal primoarresto, quello di Mario Chiesa,invischiato in una questione di tangenti che finì per travolgerel’intero sistema politico e amministrativo nazionale.Federico Ferrero, classe 1976,di Alba, da sempre interessatoai fatti di cronaca giudiziariaitaliana, ha dato voce alle storiedi diversi personaggi coinvoltidirettamente o indirettamente

nell’inchiesta di Tangentopoli.Attraverso le interviste, Ferrero ha saputo capire e ricrearel’atmosfera dell’epoca, per rifletteresu ciò che è stato e su cosa sarebbepotuta essere l’Italia, oggi. Luca Magni,Luca Leoni Orsenigo, RobertoMongini, Alberto Mario Zamorani,Chiara Moroni, Primo Greganti e Alessandro Patelli, i protagonisti di un romanzo corale, scorrevole e di piacevole lettura.

CLANDESTINA A DAMASCO: REPORTAGE DALLA SIRIAUn popolo travolto dalla storia:questa la sensazione che ha avuto Antonella Appiano,giornalista astigiana, per quattro mesi “clandestina a Damasco”, spacciandosi per turista, mimetizzandosi tra la gente e cambiandocontinuamente identità pernon essere cacciata. Dalla sua

esperienza nasce l’omonimo libro-reportage, ricco dell’atmosfera,dei profumi, dei sapori di una popolazione colta di sorpresadalla rivoluzione. Storie e testimonianzediverse, dall’ingegnere al taxista,dalla suora cristiana all’imam sunnita,dal cuoco iracheno al soldato di leva:tutti trovano spazio in un raccontoche dà voce alla complessità di unarealtà per molti aspetti sconosciuta.La Appiano, unica giornalista italianain Siria durante le rivolte, rispondecosì a chi le chiede se ha avuto paura:“Solo che mi cacciassero via, che non mi permettessero di scrivere su quel che stava accadendo”.

Entrato ormai didiritto nel panoramadei grandi festivalinternazionali,Collisioni – tra

musica e letteratura – si appresta avivere la sua quarta edizione, incalendario dal 13 al 15 luglioprossimi. La grande novità saràcostituita dal cambio di location:sempre radicata nelle colline delleLanghe, la rassegna saluta Novelloper approdare a Barolo.Banca d’Alba fin dal principio hacreduto nella manifestazione, e ilsuo impegno continua anche

ASPETTANDO

Libri

DALLE LANGHE ALLA TATE GALLERY DI LONDRA, UN OMAGGIO ALLA SUA PITTURAINDUSTRIALE

A

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in accese arringhe in difesa dei loro dirittimentre era Consigliere comunale, lo portò all’acquisto di un terreno sulle rivedel Tanaro, che mise a disposizione dei nomadi per il loro accampamento.Questo terreno chiamò anche l’interessedell’amico architetto olandese Constant, il quale progettò una struttura apertafinalizzata alla costruzione di un insediamento – che oggi porta il suonome – per l’intera comunità nomade.In poche pennellate, ecco il ritratto di Giuseppe Pinot Gallizio, langarolo Docche la città di Alba ha voluto omaggiarecon una serie di iniziative a lui dedicate. Il primo appuntamento con i capolavoridell’istrionico artista dall’inconfondibilebaffetto è quello con la sua opera più famosa, il Rotolo di Pittura Industrialelungo 74 metri, esposto dal 31 marzonella splendida chiesa medievale di San Domenico, dove resterà visitabilefino al 10 giugno prossimo. La mostra è sponsorizzata dal Gruppo Miroglio, i cui tessuti Gallizio utilizzò per alcuni dei suoi lavori. L’ opera esposta risale al 1958, tre anni dopo l’incontro “fatale”con il pittore danese Asger Jorn, chesegnò profondamente l’arte di Pinot e chesfociò nella fondazione dell’InternazionaleSituazionista. In virtù delle ideologie di questo movimento, Gallizio iniziò a servirsi di lunghe porzioni di telafacendole scorrere su lastre di vetrodipinte e ottenendo, grazie anche allasovrapposizione di colori, rotoli di pitturaindustriale che venivano poi fatti essiccare.La pittura industriale era, per Gallizio,

un’invenzione perfetta: l’estensione della pittura in lunghi rotoli destinati ad essere acquistati al metro aveva l’effettodi rompere gli schemi con il “sistema arte”.Venduta al metro nel mercato di Alba così come nelle gallerie d’arte delle grandi città europee, la pitturaindustriale era concepita per essereapplicabile alla moda come vestiario, alla costruzione di ambienti, fino a rivestire idealmente le autostrade. A sottolineare la dimensione internazionaledell’artista, la notizia che l’opera,abbandonato il San Domenico, sbarcheràa Londra, dove sarà esposta presso la prestigiosissima Tate Gallery.La stima di cui gode all’estero, comunque,nulla toglie al profondo legame fra il pittore e la sua terra, che nella sua arteemerge con forza. Idealmente a ricambiare questo affetto, l’omaggio a Gallizio e alle sue mille personalitàcontinuerà ad Alba con diversi eventi:archiviati gli appuntamenti degli scorsimesi, a partire dal 12 maggio, nei locali del Centro Studi Beppe Fenoglio, saràaperto lo Spazio Gallizio, nel quale verràpresentata l’opera ambientale L’ anticamera della morte, realizzatadall’artista nel 1963, pochi mesi primadella sua morte, in cui ricoprì con unastesura monocroma di nero un mobile a scaffale del suo studio. Sempre il 12maggio, in occasione della Notte biancadelle Librerie, il San Domenico ospiterà la lettura del Manifesto della Pittura Industriale, impreziosita da un accompagnamento musicale.

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quest’anno, attraverso AspettandoCollisioni, divenuta ormai una verae propria rassegna nella rassegna.Ad aprire la kermesseartistica, lo scorso14 marzo, nella capitale delle Langhe,la scrittrice Dacia Maraini, che hapresentato il suo La grande festa.Quindi il testimone è passato a MarcAugé, a Bra il 28 marzo, con il suoDiscorso per il futuro. L’incontroseguente è stato quello con lacantante Ornella Vanoni, ospite adAlba il 15 aprile. Quindi, il 27 aprile,presso il palazzo Mostre eCongressi di Alba, un altrocantante, Pupo, anche se nelle

vesti di autore di un romanzogiallo dal titolo La confessione, ambientato aSanremo. L’11 maggio è incalendario la presentazione de L’ autorità perduta, che vedrà il gradito ritorno ad Alba dellopsichiatra Paolo Crepet, tornato ad occuparsi di educazione e difamiglia, stavolta con un taglio più“arrabbiato” nei confronti delladeriva accondiscendente econsumistica del rapportogenitori-figli. Il tutto in attesa direcuperare l’incontro con loscrittore Luis Sepulveda, annullato

nel novembre scorso a causa di problemi di salute dell’autore.Palcoscenico della chiacchierataletteraria con il romanziere cilenonon sarà più il Teatro Sociale Buscadi Alba, ma il set di Collisioni, a Barolo, il 14 luglio.Infine, il festival ideato da FilippoTaricco, sensibile alla partecipazionegiovanile, sarà arricchito a partireda quest’anno dalla collaborazionecon una nuova associazione,costituita da giovani Soci di Bancad’Alba di età compresa fra i 18 e i 30 anni, che avrà un suospazio all’interno dell’evento.

Una grande croce, rossa, campeggia sospesanell’abside della Chiesa di San Domenico ad Alba. Porta la firma di Aganahuei, una sortadi concept store, una vetrina dove il pubblicopuò ammirare e acquistare opere d’arte eoggetti di design e fashion design, quali borsee abiti in cotone e seta, realizzati con motivigrafici ispirati a grandi capolavori. È frutto di un sodalizio che dura da 25 anni fraPietro De Carolis e Bruno Sacchetto,rispettivamente promoter e art director, e deveil suo nome al tormentone pronunciato nelsuo inglese maccheronico da Alberto Sordi,nel celebre film del 1954 Un americano aRoma. Oggi può contare su un team didesigner, artisti, architetti e creativi impegnatinel proporre e diffondere l’arte che si creaattraverso il lavoro di precisione dellemacchine. A De Carolis e Sacchetto si sonoaggiunti Raffaele Fontanone, DaniloManassero e Luigi Ferrando, tutti Soci di Bancad’Alba, protagonisti nella ricerca di un nuovo emoderno concetto d’arte.“L’arte industriale non è più il parto di un singoloartista, ma il risultato di un lavoro di squadra.Artisti, architetti, designer, lavorano in modosinergico e coordinato con il supporto ditecnologie sofisticate per inventare e creareprima e produrre in seguito opere d’arte. È il tentativo riuscito di utilizzare la tecnologia ela macchina per la produzione artistica e harisolto il problema del rapporto fra la creazioneindividuale e la produzione in serie. La nostraazienda sperimenta, inventa, crea emozioni:sogna contro corrente”.Le opere di Aganahuei si possono ammirare a Torino, in via Sant’Anselmo 13, presso il nuovissimo spazio espositivo.

AGANAHUEI E LA CROCE DI SAN DOMENICO

TANDO COLLISIONI 2012

Arte

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L E T T E R E & C O M M E N T I

POTETE SCRIVERE:per posta: Banca d’Alba - Redazione Cento TorriVia Cavour 4, 12051 Alba (CN) per e-mail: [email protected] redazione si riserva di ridurre la lunghezza delle lettere per esigenze di spazio

Provate ad immaginare migliaia di persone,provenienti da tutto il mondo, di diverse età,diversa estrazione sociale, diverso livelloculturale, ma tutte identiche per quantoriguarda l’obbiettivo da raggiungere.Provate ad immaginare una città preda di un’invasione pacifica che trasforma una giornata di sport in un evento mondialeche coinvolge non solo chi lo vive da protagonista, ma anche tutti coloro che per questo si impegnano e lavorano tanto.Provate ad immaginare di correre con un corocontinuo di persone che incitano, fanno il tifoper te, ti dicono di non mollare, organizzanoconcerti ai lati delle strade o dai balconi,grandi e piccole mani che sporgono dalle recinzioni solo per ricevere un tocco e leggere in tutti quegli occhi la sincera vogliadi spingerti alla fine.Provate ad immaginare tutto questo, poimoltiplicatelo per 10, 100, 1000… e capiretecome sia possibile correre per 42 Km e 195metri e concludere la Maratona di New York!Non trovo modo migliore per descriverel’avventura che abbiamo vissuto, ma la consiglio a chiunque, perché ciò che si leggesopra non è che una piccola parte del fiume di parole che si potrebbero spendere e l’unicomodo per capire appieno è provarlo sulla propria pelle, perché di questo si tratta, di qualcosa che si attacca alla pelle e come un tatuaggio lascia il segno per sempre.

Matteo CornagliaAsti

Caro Matteo,ci fa davvero piacere ricevere e pubblicare il racconto della vostra avventura sportivavissuta a New York. Innanzitutto, perché è bello pensare che voi Soci abbiate sceltoproprio Cento Torri per condividere le vostresensazioni relative a quella che è senza dubbio una grande esperienza umana, oltre che sportiva.E, soprattutto, perché nelle tue parole ritroviamo lo stesso spirito che è alla base della vita quotidiana della compagine sociale di Banca d’Alba: migliaia di persone diverse fra loro, accomunate però da valori condivisi. E accompagnate da persone preparate che lavorano seriamente e con entusiasmo per il raggiungimento di un obiettivo comune: la vostra soddisfazione, e lo sviluppo dei territori dove la nostra comunità vive e continua a crescere.

Da Astia Central Park

Caro presidente,la scorsa estate mia moglie ed io siamo venutiin visita in Italia nella speranza di acquistareuna casa adatta alle nostre esigenze. Dopo aver visto numerose proprietà, abbiamodeciso di comprare la nostra nuova casa nei pressi di Santo Stefano Belbo, dove ci siamo trasferiti nel mese di ottobre. Ci hannopresentato il direttore della locale filiale di Banca d’Alba, il sig. Grasso, e con il suo aiutoabbiamo deciso di aprire un conto e trasferirei nostri risparmi in Banca d’Alba.Noi siamo scozzesi e, siccome il sig. Grasso parla fluentemente inglese, il fatto di non averedifficoltà di comunicazione ha reso le nostrevite meno complicate. […] Abbiamoriscontrato in tutti i membri dello staff della filiale una grande gentilezza ed educazione.Tutte le nostre richieste di natura bancaria sonostate trattate in modo efficiente e professionale.Ci siamo sempre sentiti i benvenuti nella filiale e consideriamo il sig. Grasso e i suoi collaboratori i nostri primi amici italiani.In conclusione, mia moglie ed io abbiamovissuto e lavorato in molti Paesi nel mondo,ma mai in nessun posto ci siamo sentiti a casacome in Italia. Con questa lettera vogliamoesprimere la nostra più sincera gratitudine ai dipendenti della filiale di Banca d’Alba

In Banca d’Albacome a casa

Matteo Cornaglia assieme ai fratelliGiovanni, Andrea e Matteo Bocchino,tutti Soci di Banca d’Alba, alla Maratona di New York

di Santo Stefano Belbo, che rappresentano in modo eccelso Banca d’Alba e sono unimportante riferimento per la comunità locale.Cordialmente,

Ken & Lisa McIntoshSanto Stefano Belbo (CN)

Carissimi coniugi McIntosh,siamo felici che abbiate trovato in Banca d’Albadegli amici: instaurare relazioni fondate sulle fiducia è alla base del nostro lavoroquotidiano, e la vostra lettera conferma che la direzione scelta è quella giusta. Fungere da riferimento per la comunità locale è la vera essenza dell’operato di ogni Banca di Credito Cooperativo. Sapere, poi, che i nostriterritori sono quelli nei quali vi siete sentiti come a casa, ci riempie di orgoglio.

Felice Cerruti

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