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2 A1 Cos’è l’economia? 1 La scienza economica 2 Il modello economico 3 Gli operatori economici 4 I beni economici 5 I problemi economici fondamentali 6 I sistemi economici 7 La new economy INTRODUZIONE ALL’ECONOMIA A1 Cos’è l’economia? A2 Storia del pensiero economico Prerequisiti Per affrontare l’unità A1 non è necessaria la conoscenza di particolari nozioni economiche, ma devi essere in grado di leggere e comprendere agevolmente il testo. Conoscenze Alla fine dell’unità A1 devi conoscere: • gli operatori del sistema economico • la nozione di modello economico • i caratteri dei bisogni economici • la nozione di bene economico • la classificazione dei beni economici • la legge della scarsità • i problemi economici fondamentali • la differenza fra new economy e old economy • le principali imprese della new economy Abilità Alla fine dell’unità A1 devi: • riconoscere l’esistenza di numerose teorie economiche • cogliere la differenza fra metodo deduttivo e metodo induttivo • distinguere fra microeconomia e macroeconomia • mettere in relazione i bisogni economici coi beni economici • riconoscere i diversi sistemi economici • spiegare perché l’Italia è un Paese a economia mista • valutare in modo critico l’avvento della new economy TEMA A 1 La scienza economica L’economia è… «Economia» è un termine di origine greca, che significa «oc- cuparsi della gestione della casa». Un po’ poco? Con calma. Il sistema economico. Ogni giorno viviamo, spesso senza farci caso, tantissi- mi rapporti economici: le famiglie comprano i beni che sono prodotti dalle impre- se, lo Stato ci obbliga a pagare i tributi, molti migranti da tutto il mondo vengono a lavorare nel nostro Paese. Per sintetizzare, possiamo definire il sistema economico come l’insieme degli operatori economici e dei rapporti economici che si instaurano fra di loro. Gli «occhiali» dell’economista. Ognuno di noi percepisce i fatti che vede, in base agli «occhiali teorici» che indossa in quel momento. Gli economisti non fanno eccezione, perché sono «vittime» dei loro preconcetti teorici. Come provarlo? Basta un disegno. Cosa è riportato nella figura 1 in alto della pagina seguente? Un uccello che guarda verso sinistra? Oppure un’antilope che guarda verso destra? Entrambe le risposte potrebbero essere esatte. Il sistema economico è formato sia dagli operatori economici sia dai loro rapporti

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A1 Cos’è l’economia?

1 La scienza economica

2 Il modello economico

3 Gli operatori economici

4 I beni economici

5 I problemi economici fondamentali

6 I sistemi economici

7 La new economy

INTRODUZIONE

ALL’ECONOMIA

A1 Cos’è l’economia?

A2 Storia del pensiero

economico

Prerequisiti

Per affrontare l’unità A1 non ènecessaria la conoscenza di particolarinozioni economiche, ma devi esserein grado di leggere e comprendereagevolmente il testo.

Conoscenze

Alla fine dell’unità A1 devi conoscere:• gli operatori del sistema economico• la nozione di modello economico• i caratteri dei bisogni economici• la nozione di bene economico• la classificazione dei beni economici• la legge della scarsità• i problemi economici fondamentali• la differenza fra new economy

e old economy• le principali imprese della

new economy

Abilità

Alla fine dell’unità A1 devi:• riconoscere l’esistenza di numerose

teorie economiche• cogliere la differenza fra metodo

deduttivo e metodo induttivo• distinguere fra microeconomia

e macroeconomia• mettere in relazione i bisogni

economici coi beni economici• riconoscere i diversi sistemi

economici• spiegare perché l’Italia è un Paese

a economia mista• valutare in modo critico l’avvento

della new economy

TEMA

A

1 La scienza economica

■ L’economia è… «Economia» è un termine di origine greca, che significa «oc-cuparsi della gestione della casa». Un po’ poco? Con calma.

■ Il sistema economico. Ogni giorno viviamo, spesso senza farci caso, tantissi-mi rapporti economici: le famiglie comprano i beni che sono prodotti dalle impre-se, lo Stato ci obbliga a pagare i tributi, molti migranti da tutto il mondo vengonoa lavorare nel nostro Paese.

Per sintetizzare, possiamo definire il sistema economico come l’insieme deglioperatori economici e dei rapporti economici che si instaurano fra di loro.

■ Gli «occhiali» dell’economista. Ognuno di noi percepisce i fatti che vede, inbase agli «occhiali teorici» che indossa in quel momento.

Gli economisti non fanno eccezione, perché sono «vittime» dei loro preconcettiteorici. Come provarlo? Basta un disegno.

Cosa è riportato nella figura 1 in alto della pagina seguente? Un uccello cheguarda verso sinistra? Oppure un’antilope che guarda verso destra? Entrambe lerisposte potrebbero essere esatte.

Il sistema economico è formato

sia dagli operatori economici

sia dai loro rapporti

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Mettiti alla provacon gli esercizi interattivi

CONTENUTI MULTIMEDIALI

economia

EconomicsSchedeCLILeconomia

1

Guardiamo adesso la figura 1 assieme a un’altra (figura 2):

1 2

Stavolta non abbiamo dubbi: la figura 1 ritrae un uccello che guarda verso sinistra.Riproviamo unendo la figura 1 a un’altra ancora (figura 3):

1 3

Anche stavolta non ci sono dubbi: la figura 1 ritrae un’antilope che guarda versodestra.

Non esistono quindi una risposta giusta e una risposta sbagliata. Entrambe pos-sono essere corrette, a seconda del contesto. Abbiamo, di fatto, ripreso il vecchioesempio del bicchiere riempito a metà: è «mezzo vuoto» oppure «mezzo pieno»?

La stessa soggettività vale anche per l’economia. Due bravissimi economisti, inperfetta buona fede, possono vedere lo stesso evento in due modi diversi.

Questi esempi spiegano perché le persone (non solo gli economisti) che vivonosullo stesso pianeta hanno idee economiche completamente diverse: alcuni riten-gono che, per far funzionare il sistema economico, il miglior modo sia quello dilasciare il mercato assolutamente libero, altri ribattono che è lo Stato che deve con-trollare il mercato.

Chi ha ragione? Se leggi questo libro… No. Non troverai una risposta, ma avraiqualche strumento in più per mettere a fuoco i tuoi «occhiali teorici»!

■ Di economia non ce n’è una sola! Nel secolo scorso, alcuni studiosi sosten-nero che l’economia non deve dare valutazioni morali sul comportamento deglioperatori economici.

In seguito questa tesi venne considerata illusoria, perché nessuna persona puòsepararsi, neppure per un attimo, dalla propria ideologia: l’economista, mentreelabora le sue teorie, è sempre influenzato dalla propria impostazione morale ereligiosa, dall’ambiente e dal sistema politico. Questo condizionamento può esse-re anche inconscio (un economista potrebbe tralasciare determinati aspetti, senzarendersene conto) ma, comunque, esiste: l’economista è sempre condizionato dallamorale. Ne consegue che nessun economista ha la «verità in tasca».

Non è quindi vero che «di economia ce n’è una sola»; si pensi che, durante gli ul-timi decenni del XX secolo, negli Stati Uniti si fronteggiarono la scuola monetarista,guidata da Milton Friedman (1912-2006) e la scuola neokeynesiana, guidata da PaulSamuelson (1915-2009), che proponevano soluzioni diametralmente opposte per l’e-

Milton Friedman, in alto, e PaulSamuelson, in basso.

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Introduzione all’economiaA

conomia statunitense: i monetaristi pensavano che il problema principale fosse l’in-flazione, mentre i neokeynesiani mettevano in primo piano la lotta alla disoccupazio-ne. È interessante notare che sia Friedman sia Samuelson hanno ottenuto il PremioNobel (rispettivamente nel 1976 e nel 1970): non esiste né un’«economia giusta» néun’«economia sbagliata», quando questa si basa su un’analisi rigorosa e approfondita.

A ulteriore prova di quanto detto, basta pensare alle centinaia di economisti che,nei secoli scorsi, hanno scritto e riscritto la storia del pensiero economico (comevedremo nelle unità che seguono).

■ L’economia è una scienza? Il mondo scientifico distingue fra scienze natu-rali (chimica, fisica) e scienze sociali (filosofia, psicologia), a cui appartiene anchel’economia.

Esistono notevoli differenze fra l’economia e le scienze naturali. Nell’ambitodelle scienze naturali, è possibile ripetere più volte in laboratorio un determinatofenomeno (la legge di gravità può essere dimostrata all’infinito), mentre questonon è possibile per l’economia, che studia il comportamento umano in un sistemasociale in continuo mutamento; si pensi all’incremento demografico, al migliora-mento delle tecnologie produttive, alla scoperta di nuovi metodi per l’utilizzo dellematerie prime e così via. In conseguenza di ciò, la validità nel tempo di una teoriaeconomica è inferiore a quella di una legge chimica o fisica.

Secondo alcuni studiosi, l’economia non potrebbe essere considerata una scien-za, perché non è in grado di scoprire «leggi» valide sempre e ovunque. La maggio-ranza degli economisti ribatte che ciò è dovuto alla natura della scienza economica, enon a una sua inferiorità rispetto alle altre scienze: l’economia è una scienza sociale.

A questo proposito, va sottolineato che anche le leggi scientifiche non sono vali-de in eterno. Per esempio, nell’antichità si credeva alla teoria tolemaica, in base allaquale la Terra era al centro dell’universo e il Sole ruotava attorno a essa, ma fra ilXVI e il XVII secolo gli studi di Nicola Copernico (1473-1543) e di Galileo Galilei(1564-1642) hanno rivoluzionato questa teoria, e nel XX secolo Albert Einstein(1879-1955) ha elaborato una nuova interpretazione della teoria copernicana.

■ L’economia e le altre scienze sociali. L’economia affronta problemi di na-tura sociale e politica (disoccupazione, livello dei salari e dei profitti, sfruttamento

L’economia è una scienza sociale

interpellare gli specialisti, ponendo loro ledomande cruciali.

2 Ma per Fuà un ulteriore ampliamento delmercato non serve per vivere più a lungo oper sentirsi più uguali. Quindi oltre al metodol’economista politico oggi deve anche cam-biare oggetto d’indagine, perché il mercatonon è più il punto strategico.Quali sono i campi nuovi da esplorare? «Per

esempio – risponde Fuà – le fondazioni e ilvolontariato, che non valutano il loro prodot-to in base alla vendibilità».

3 Per questo, secondo Fuà, la società deveimpegnarsi a rafforzare le motivazioni non-pecuniarie (e da qui discende il ruolo dell’e-conomista). […] Insomma, affermare l’essereanziché l’apparire è una delle missioni dell’e-conomia politica del post-sviluppo.

Il ruolodell’economista

1 2 3

UN ARTICOLO

Qual è il ruolo dell’economista?Come risulta dall’articolo riprodotto (LucaPaolazzi, Il Sole-24 Ore, 12 aprile 1994), lostudioso Giorgio Fuà (1919-2000) affermache l’economista deve analizzare l’asset-to sociale nella sua globalità, superandol’ambito strettamente economico del mer-cato.

1 La risposta di Fuà a come debba svol-gersi in futuro il mestiere degli economistisi può racchiudere in una brutta parola:despecializzazione. «Se il fine degli econo-misti politici è di fare qualcosa di utile perla società allora devono trasformarsi in unaspecie di medico condotto, che guardi alpaziente-società nel suo insieme […]». [L’e-conomista] deve saper essere un po’ storico,giurista, filosofo, tecnologo. E alla bisogna

La legge di gravità può esseredimostrata all’infinito. Ciò valein generale per i fenomeni propridelle scienze naturali, ma nonper quelli delle scienze sociali,come l’economia.

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Cos’è l’economia?

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A1

dei Paesi poveri, globalizzazione), ed è quindi collegata alle altre scienze sociali. Inparticolare, l’economia è in relazione con la storia, con la statistica e con il diritto.

È impossibile comprendere i fatti economici separandoli dalla storia; per esem-pio, trattando dell’inflazione bisogna affrontare l’iperinflazione che colpì la Ger-mania degli anni Venti del secolo scorso (in pochi mesi, il prezzo di un giornalepassò da 1 marco a 1000 miliardi di marchi!) e che, nel 1933, agevolò l’ascesa alpotere di Adolf Hitler (1889-1945).

Un contributo essenziale all’analisi economica è fornito dalla statistica, che rac-coglie e rielabora dati (sull’inflazione, sulla disoccupazione, sul debito pubblico),che sono di fondamentale importanza per la costruzione delle teorie economiche.

L’attività economica deve svolgersi all’interno di un ordinamento giuridico, chevaria a seconda del sistema economico: il diritto regola tutti gli aspetti della vitasociale, e influenza anche la struttura economica.

2 Il modello economico

■ Come nasce una teoria economica? Come ogni scienziato, l’economistadeve effettuare la propria ricerca utilizzando un modello. Il modello economicoguida in ogni momento il lavoro dello studioso, che deve fare molta attenzione,perché i fenomeni economici interagiscono fra di loro. Mentre costruisce il suomodello, l’economista deve considerare gli aspetti fondamentali, senza farsi con-dizionare dai dettagli.

Chiariamo con un esempio: quante automobili hanno acquistato gli italiani nel2017? La Domanda di automobili in Italia nel 2017 dipende dal prezzo delle au-tomobili stesse, dal prezzo della benzina, dal reddito delle famiglie italiane, dalprezzo dei generi alimentari e così via. Se l’economista vuole studiare una variabile(per esempio, come varia la Domanda di automobili al variare del prezzo) devemantenere costanti tutte le altre (nell’esempio, deve supporre che il prezzo dellabenzina resti fisso, che i redditi degli italiani non cambino e così via).

Per questo, nel corso del nostro studio, utilizzeremo frequentemente espressionicome «a parità di altre condizioni», «per semplificare» o «supponiamo che restiinvariato».

■ Il metodo deduttivo. Per costruire una teoria economica, lo studioso devebasarsi su un metodo di ricerca, che può essere deduttivo o induttivo.

Va premesso che un postulato è un principio che si presume vero, senza bisognodi dimostrazione; per esempio, un postulato della geometria euclidea è che «duerette parallele non si incontrano mai».

Se utilizza il metodo deduttivo, l’economista parte da alcuni princìpi cardine,chiamati appunto postulati, e, attraverso un ragionamento logico, arriva all’ela-borazione della teoria economica: col metodo deduttivo si fissano dei postulati sulcomportamento dei soggetti economici e, su questi, si costruisce poi la teoria eco-nomica.

E se i postulati fossero sbagliati? L’economista avrebbe costruito un castello sufondamenta d’argilla! La difficoltà maggiore del metodo deduttivo sta proprio nelfissare i postulati iniziali con correttezza; se i postulati sono errati, il modello eco-nomico porta a conclusioni inattendibili.

Il metodo deduttivo fu utilizzato dagli economisti fino all’inizio del Novecento(come vedremo nell’unità B1).

■ Il metodo induttivo. Quando usa il metodo induttivo, l’economista partedall’osservazione della realtà, e su questa costruisce poi la sua teoria economica.Secondo i sostenitori del metodo induttivo una teoria economica è valida solo seè accompagnata da dati statistici che dimostrano la sua fondatezza: l’economistadeve partire dai fatti, e costruire su questi le proprie teorie.

L’economia è in relazione con la storia,

con la statistica e con il diritto

Un modello economico prende

in esame le condizioni fondamentali

e tralascia i particolari

Per analizzare un fenomeno

economico è necessario mantenere

costanti tutte le altre variabili

Il metodo deduttivo elabora la teoria

economica partendo dai postulati

Il metodo induttivo costruisce la teoria

economica partendo dall’osservazione

della realtà

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Introduzione all’economiaA

Il metodo induttivo sembrerebbe più efficace di quello deduttivo. Non è detto.Non sempre tutti vediamo allo stesso modo i fatti, come abbiamo appena dimo-strato, e per questo anche il metodo induttivo potrebbe creare problemi. Che fare?

■ Il rifiuto del metodo unico. Poiché sia il metodo deduttivo sia quello indut-tivo hanno dei limiti, la maggioranza degli economisti afferma che non è possibiledeterminare a priori il metodo da seguire nella costruzione di un modello econo-mico. Secondo questa impostazione è opportuno elaborare una teoria economicapartendo sia da postulati iniziali sia dall’osservazione della realtà.

L’economista può usare

Un metodo deduttivo Un metodo induttivo

Tende a usare un metodosia deduttivo sia induttivo

■ Microeconomia e macroeconomia. Facendo riferimento al livello dell’anali-si economica, bisogna distinguere fra microeconomia e macroeconomia.

La microeconomia (dal termine greco micron = piccolo) studia il comportamentodi un singolo soggetto (per esempio il consumatore Mario Rossi), e presume che tuttii soggetti (nell’esempio tutti i consumatori italiani) si comportino nello stesso modo.

Se si utilizza un modello microeconomico, basta studiare il singolo per analiz-zare il comportamento di tutta la società; nell’esempio, si parte dal consumatoreRossi per determinare il consumo di tutta l’Italia.

La macroeconomia (dal termine greco macros = grande) si occupa dell’intero siste-ma economico, e non dei singoli. L’analisi macroeconomica utilizza il procedimentodi «aggregazione»; per esempio, il «consumo aggregato» è costituito dall’insieme ditutti i consumatori e di tutti i beni. La macroeconomia si occupa dell’inflazione, delladisoccupazione, della politica monetaria, del commercio con l’estero e così via.

Nel brano che segue, Mankiw sintetizza inmodo efficace come si deve costruire un mo-dello economico.

«Gli economisti cercano di comprendere il si-stema economico mediante l’utilizzo di teoriesemplificate, chiamate modelli. I modelli riassu-mono, spesso in termini matematici, le relazioniche intercorrono fra le variabili economiche.Essi sono utili perché ci aiutano a tralasciare idettagli irrilevanti e a visualizzare più chiara-mente le connessioni economiche importanti.I modelli contengono due tipi di variabili:variabili esogene e variabili endogene. Le va-riabili esogene sono determinate al di fuoridel modello, del quale rappresentano gliinput. Le variabili endogene sono interne almodello, ne rappresentano cioè l’output. Inaltre parole, le variabili esogene sono fisse nelmomento in cui entrano nel modello, mentrele variabili endogene sono determinate all’in-terno del modello. […]Nella scienza economica, l’abilità sta nel valu-tare quando un’ipotesi è illuminante e quan-do risulta invece fuorviante. Qualsiasi modellocostruito per essere completamente realisti-co sarebbe troppo complicato e difficilmentecomprensibile. La semplificazione è un aspet-

to necessario della costruzione di un modelloche sia utile. Tuttavia i modelli conducono aconclusioni erronee quando ignorano aspetticruciali del sistema economico. Valutare cosaè cruciale talvolta risulta difficile, perché un’i-potesi che è ragionevole rispetto ad alcunequestioni può essere fuorviante rispetto adaltre. La costruzione di modelli economici ri-chiede perciò attenzione e buon senso.»

[N.G. Mankiw, Macroeconomia, Zanichelli, Bologna,1994, pp. 5-6.]

L’uso dei modellieconomici secondoN. Gregory Mankiw

«Nella scienza economical’abilità sta nel valutarequando un’ipotesiè illuminante e quandorisulta invece fuorviante»

UNA LETTURA

N. Gregory Mankiw (n. 1958) è professore diEconomia alla Harvard University dal 1985. Èstato a capo del Comitato dei consiglieri eco-nomici del Presidente degli Stati Uniti Geor-ge W. Bush dal 2003 al 2005. Va sottolineatoche le sue pubblicazioni sono state classifi-cate al 22° posto per importanza, fra quelledegli oltre 18 000 economisti registrati.Mankiw nasce con un’impostazione neo-keynesiana, ma negli anni modifica le sueconvinzioni, tanto che oggi le sue idee sonovicine a quelle dei monetaristi.

Gli economisti utilizzano un metodo

che unisce il procedimento deduttivo

e quello induttivo

La microeconomia parte dall’analisi

del singolo soggetto, per studiare

l’intero sistema economico

La macroeconomia analizza

il funzionamento del sistema

economico nel suo complesso

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Cos’è l’economia?

7

A1

A livello di analisi economica si distingue fra

Microeconomia Macroeconomia

Parte dal singoloper studiare l’intero sistema

Analizza il sistema economiconel suo complesso

Attenzione. Non è vero che «la microeconomia analizza il singolo, mentre lamacroeconomia analizza tutta la società»: anche la microeconomia analizza tuttala società, solo che, per farlo, parte dal singolo. Microeconomia e macroeconomianon sono quindi due rami separati e contrapposti dell’economia, ma sono due di-verse impostazioni che si integrano a vicenda, e concorrono insieme a elaborareconoscenze sempre più approfondite dei fenomeni economici.

3 Gli operatori economici

■ Gli operatori economici… Chi sono gli attori del sistema economico? Glioperatori presenti nel sistema economico sono:■ la famiglia;■ l’impresa;■ lo Stato;■ le attività non profit;■ il resto del mondo.

■ …la famiglia… I consumatori, presenti nel sistema economico, formano l’o­peratore famiglia. Va chiarito che per «famiglia» si intende non solo la tipica fa-miglia Rossi (il padre Mario Rossi, la madre Luisa Rossi, i figli Luca Rossi e GiuliaRossi), ma anche Marco Bianchi che è single, ma che, dal punto di vista economico,è una famiglia come i Rossi.

Partendo dai bisogni (di cui ci occupiamo nel prossimo paragrafo), la famigliadecide quali beni consumare e in quale misura; queste decisioni compongono poila Domanda di beni e servizi che, a sua volta, orienta l’Offerta delle imprese: lafamiglia determina il consumo, costituito dalla spesa per beni e servizi finali (abbi-gliamento, elettrodomestici, alimentari, servizi).

Per acquistare i beni di consumo, la famiglia deve procurarsi un reddito. Peresempio, Mario Rossi lavora come operaio nell’impresa di Marco Bianchi, in cam-bio di 2000 euro al mese; va detto che la famiglia può ottenere un reddito anchecon attività autonome, o col godimento di beni propri; nell’esempio, Rossi puòprocurarsi quei 2000 euro mensili esercitando la professione di avvocato o dandoun suo appartamento in locazione (nel linguaggio corrente «in affitto»).

L’operatore famiglia è formato da tutti

i consumatori presenti nel sistema

economico

«Ho deciso di affittare il mio appartamento!»e così via.In realtà, quasi sempre, il termine giusto èlocazione, perché l’affitto è una forma parti-colare di locazione che ha per oggetto il go-dimento di un bene produttivo.È quindi corretto dire:• Mario Rossi ha dato in locazione il suo

appartamento a Marco Bianchi (l’apparta-mento non è un bene produttivo);

• Mario Rossi ha dato in affitto il suo magaz-zino a Marco Bianchi (il magazzino è unbene produttivo).

Locazione o affitto?

Facciamo chiarezza su duetermini spesso confusi:ÇlocazioneÈ e ÇaffittoÈ

PER SAPERNE DI PIÙ…

È corretto parlare di «locazione» o di «affitto»?Nel linguaggio corrente si usa raramente iltermine locazione e si parla solitamente di af-fitto: «Ho preso in affitto un bell’appartamen-to!»; «Quanto paghi di affitto ogni mese?»;

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Introduzione all’economiaA

In Italia circa l’85% del reddito viene destinato al consumo (negli altri Paesi in-dustrializzati il dato è più alto); ne consegue che il restante 15% viene risparmiato:

Consumo = Reddito – Risparmio

■ …l’impresa… L’operatore impresa produce i beni e i servizi, che saranno poivenduti sul mercato, e che formano l’Offerta. L’imprenditore Marco Bianchi vuolerealizzare un profitto e, quindi, dovrà produrre in modo che i ricavi superino i costi:

Ricavi > Costi → Profitto

Le imprese, per produrre, effettuano degli investimenti (macchinari, impianti), edanno un reddito alle famiglie, in cambio dell’attività lavorativa che queste offro-no; nell’esempio, l’imprenditore Bianchi paga 2000 euro al mese a Rossi, in cambiodel suo lavoro.

In ogni sistema produttivo convivono piccole imprese e grandi imprese. Si trattadi una distinzione che si basa su criteri essenzialmente quantitativi: il fatturato, ilvolume della produzione e delle vendite, l’entità del capitale investito, il numerodei dipendenti, l’estensione geografica e così via.

■ …lo Stato… L’operatore Stato fornisce alla collettività i servizi pubblici (sani-tà, giustizia, istruzione, ordine pubblico), attraverso la Pubblica Amministrazione.

Per pagare la spesa pubblica, la Pubblica Amministrazione ricorre soprattuttoal prelievo tributario, cioè deve far pagare i tributi (tasse e imposte) sia alle fami-glie che alle imprese. La politica economica dello Stato non è mai neutrale, ma hasempre precisi obiettivi politici; nell’esempio, se il sistema tributario è progressivo(cioè i tributi gravano maggiormente sui più ricchi) si ha un trasferimento di red-dito dalle classi più abbienti a quelle più povere.

L’intervento statale nell’economia può essere esteso o ridotto; è proprio la misu-ra di questo intervento a caratterizzare i diversi sistemi economici.

■ …le attività non profit… Da alcuni anni si sta affermando un nuovo ope-ratore economico: il non profit, o terzo settore, a cui appartengono quelle impreseche non hanno come fine il profitto, e che operano in difesa delle fasce più deboli.

Quali sono le attività del terzo settore? Il mondo del non profit è decisamente am-pio: dall’assistenza sociale alla formazione, dal rispetto dell’ambiente alla tutela deidiritti civili. Come vedremo nell’unità C4, le imprese del non profit possono fareprofitti, non possono però distribuire gli utili, che devono essere reinvestiti.

■ …il resto del mondo e la globalizzazione. Fa parte dell’operatore resto delmondo qualsiasi soggetto straniero, singolo o impresa, che instaura rapporti eco-nomici col nostro Paese (scambi di beni e servizi, flussi di lavoratori e di capitali).Si pensi all’imprenditore tessile cinese Chen che vende stoffa a una sartoria di Mi-

L’operatore impresa produce i beni

e i servizi destinati alla vendita

sul mercato, allo scopo di realizzare

un profitto

L’operatore Stato fornisce alla

collettività i servizi pubblici

Le imprese non profit devono svolgere

un’attività basata sulla solidarietà

sociale

Nell’industria automobilistical’introduzione della catena dimontaggio, dovuta a Henry Fordagli inizi del secolo scorso,ha rivoluzionato le modalitàdi produzione, permettendouna drastica riduzione dei tempi dilavorazione. L’immagine, datata 1958,mostra la catena di montaggio dellaFiat «Cinquecento» nello stabilimentodi Mirafiori (Torino).Con il boom economico che nascein quegli anni e attraverserài «favolosi anni Sessanta», la mitica«Cinquecento» permetterà alle classimeno agiate di acquistare finalmentel’automobile.

L’operatore resto del mondo

è rappresentato da tutti i soggetti

stranieri che hanno relazioni

economiche con l’Italia

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Cos’è l’economia?

9

A1

lano, all’inglese George Wilson che acquista un’automobile Fiat, all’artigiano CarloVerdi che produce scarpe per alcuni clienti russi e così via.

Trattando del commercio internazionale, ci occuperemo di:■ importazioni, cioè i beni e i servizi che l’Italia acquista dall’estero;■ esportazioni, cioè i beni e i servizi che l’Italia vende all’estero.Negli ultimi anni, il commercio internazionale si è talmente intensificato, da portareal fenomeno della globalizzazione. Con questo termine si fa riferimento al fatto cheoggi che non esistono più i mercati nazionali, perché tutto confluisce in un unicomercato globale, dominato dai Paesi economicamente più sviluppati. Si pensi che,nel 2012, una famosa automobile da corsa era finanziata in Giappone, disegnata inItalia, montata in Messico, con componenti elettronici provenienti dal New Jerseynegli Stati Uniti. Ci occuperemo ampiamente della globalizzazione nell’unità G1.

La famiglia che determinala Domanda

Gli operatori economici sono

Il resto del mondo che agiscenel mercato globale

L’impresa che determinal’Offerta

Le attività non profit che hannofini di solidarietà

Lo Stato che fornisceservizi pubblici

4 I beni economici

Mario Rossi, ogni giorno, avverte tanti bisogni. Approfondiamone due:■ Mario Rossi si sente solo, e vorrebbe un amico per parlare;■ Mario Rossi ha sete, e vorrebbe dell’acqua.Il primo bisogno (la solitudine) è di natura affettiva, e non riguarda l’economia;invece il secondo (la sete) è un bisogno economico, ed è di questo che ci occupiamo.

■ I bisogni economici: illimitati… Come sappiamo, le scelte delle famigliesono determinate dai bisogni economici. Avvertire un bisogno economico signifi-ca «desiderare qualcosa», che ci farebbe superare un disagio di natura economica;nell’esempio, il bisogno economico è la sete di Mario Rossi.

I bisogni economici, d’ora in poi «bisogni», sono illimitati, saziabili e soggettivi.Perché i bisogni sono illimitati? Non è possibile quantificare i bisogni umani,

perché questi aumentano in continuazione, grazie ai mutamenti sociali (o, forse, acausa dei mutamenti sociali): trenta anni fa, Mario Rossi non avrebbe certamenteavvertito il bisogno di navigare su Internet. In questo campo, un ruolo fondamen-tale è svolto dalla pubblicità, che spesso «crea» bisogni che le persone non avverti-rebbero naturalmente.

■ …saziabili… Il bisogno, mentre viene soddisfatto, diminuisce d’intensità, finoad arrivare a un punto in cui l’individuo non lo sente più, perché ha raggiunto unostato di sazietà; si tratta, però, di una sazietà specifica, che riguarda solo quel biso-gno, mentre altri restano insoddisfatti e altri se ne creano.

Nell’esempio, il bisogno di bere di Mario Rossi è gradualmente soddisfattodall’acqua, fino ad arrivare a un punto in cui Rossi non ha più voglia di bere; nelfrattempo, però, Rossi inizia a sentire il bisogno di mangiare.

■ …soggettivi. Ognuno di noi avverte bisogni diversi, perché questi dipendonodall’età, dall’ambiente, dalle condizioni sociali. Anche in questo ambito, la pub-blicità ha una notevole influenza, perché spesso le persone modificano i propri

Il bisogno economico è il desiderio

di «qualcosa» che fa superare

un’insoddisfazione economica

I bisogni economici sono illimitati,

saziabili e soggettivi

Il bisogno di tatuarsi era menoavvertito qualche anno faÉ

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Introduzione all’economiaA

bisogni, in base alle mode. Per esempio, il sedicenne Luca Rossi avverte il bisognodello scooter anche perché tutti i suoi amici sono «motorizzati».

■ Bisogni primari e bisogni secondari. A seconda della loro importanza, i bi-sogni si dividono in primari e secondari.

I bisogni primari devono essere soddisfatti per garantire la sopravvivenza (man-giare, bere, vestirsi), mentre i bisogni secondari migliorano la qualità della vita (leg-gere, andare al cinema, ascoltare musica, navigare su Internet). È evidente che lepersone soddisfano dapprima i bisogni primari e poi i bisogni secondari.

Anche la distinzione fra bisogni primari e secondari varia nel tempo (oggi ilbisogno di informazione è primario, mentre qualche secolo fa era secondario). Vaanche sottolineato che i bisogni, essendo soggettivi, sono considerati primari osecondari a seconda dei gusti di ognuno; per esempio, Mario Rossi considera ilbisogno di leggere più importante di quello di andare al cinema, mentre MarcoBianchi la pensa in modo contrario.

■ Bisogni individuali e bisogni collettivi. I bisogni possono essere individualio collettivi, a seconda di chi li avverte.

I bisogni individuali sono sentiti dalle varie persone, che cercano di soddisfarlisingolarmente (mangiare, vestirsi, leggere).

I bisogni collettivi sono percepiti dai singoli, ma in quanto membri di una so-cietà, e possono essere soddisfatti solo dallo Stato (istruzione, assistenza sanitaria,difesa, ordine pubblico, giustizia).

■ I beni economici… I bisogni sono soddisfatti dai beni economici. Riprenden-do il nostro esempio, è l’acqua quel bene economico che soddisfa la sete di MarioRossi.

I beni economici devono essere utili e scarsi.

■ …utili… Nel linguaggio corrente, un bene è utile quando procura benessere;invece in economia non conta l’utilità del bene in quanto tale, ma il fatto che que-sto sia desiderato dai consumatori. Per esempio, la droga è dannosa per la salute(tutti pensiamo che «la droga fa male») ma, poiché esistono individui disposti apagare un prezzo per averla, anche la droga possiede il requisito dell’utilità, ed èquindi un bene economico. L’esempio della droga mostra come l’utilità, in sensoeconomico, sia lontana da qualsiasi considerazione morale.

■ …scarsi. Un bene è scarso quando è disponibile in quantità limitata, e l’indi-viduo deve fare un sacrificio per procurarselo. Per esempio, se Mario Rossi ha 50euro e decide di spenderli al ristorante, ha fatto il sacrificio di rinunciare ad acqui-stare una camicia che gli piaceva.

Lo stesso bene può essere economico, o meno, a seconda dei casi; per esempio,l’aria non è un bene economico in campagna (perché non è scarsa), ma lo diventain una bombola d’ossigeno.

■ Servizi e beni materiali. I beni economici, d’ora in poi «beni», si dividono inservizi e beni materiali.

I servizi sono prestazioni fornite dalle singole persone: l’arringa dell’avvocatoStefano Neri, la visita del dottor Marco Bianchi, la lezione del professor Carlo Verdi.

I beni materiali sono tutti gli oggetti che si vedono e si toccano. Si dividono inbeni di consumo e beni strumentali.

■ Beni di consumo e beni strumentali. I beni di consumo soddisfano diretta-mente un bisogno (il pane soddisfa immediatamente il bisogno di mangiare).

I beni strumentali servono per produrre altri beni, e non vengono usati per ungodimento diretto; a loro volta, i beni strumentali si dividono in capitale circolantee capitale fisso:

I bisogni primari devono essere

soddisfatti per garantire

la sopravvivenza, mentre i bisogni

secondari migliorano la qualità

della vita

I bisogni individuali sono sentiti

dalle varie persone, mentre i bisogni

collettivi sono percepiti dai singoli,

in quanto membri di una società

Un bene economico è qualsiasi cosa

in grado di soddisfare un bisogno

Un bene è utile quando ci sono

individui che vogliono acquistarlo

Un bene è scarso quando non è

immediatamente disponibile in natura

I beni economici si dividono in servizi

e beni materiali

I beni di consumo soddisfano

direttamente un bisogno, mentre

i beni strumentali servono per

produrre altri beni

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Cos’è l’economia?

11

A1

■ si ha il capitale circolante quando i beni strumentali sono utilizzati una solavolta nel processo produttivo (per esempio il combustibile di un impianto in-dustriale);

■ si ha il capitale fisso quando i beni strumentali sono utilizzati più volte nel pro-cesso produttivo (per esempio un magazzino).

■ Beni complementari e beni succedanei. I beni economici si dividono anchein complementari e succedanei.

Due beni sono complementari quando devono essere impiegati insieme, persoddisfare un bisogno: zucchero/caffè, automobile/benzina, compact disc/impian-to stereofonico.

Due beni sono succedanei quando soddisfano lo stesso bisogno, e possonoquindi sostituirsi: tè/caffè, automobile/treno, compact disc/mp3. Attenzione.Sarebbe un errore dire che «viaggiare in automobile è uguale a viaggiare in tre-no», ma se Mario Rossi vuole spostarsi da Milano a Torino può farlo sia col tre-no sia con l’automobile; per questo automobile e treno sono succedanei (non«uguali»).

■ Beni intermedi e beni finali. I beni intermedi sono acquistati dalle impreseper effettuare la produzione, mentre i beni finali vengono comprati e utilizzati di-rettamente dai consumatori; per esempio, la carta è un bene intermedio che serveper produrre il bene finale libro.

Alcuni beni possono essere utilizzati sia come beni intermedi sia come beni fi-nali; si pensi all’energia elettrica, che in alcuni casi è un bene intermedio (quandoserve ad azionare gli impianti di un’azienda), e in altri casi è un bene finale (quandoviene utilizzata per illuminare le nostre case).

Bisogni economici (illimitati, saziabili e soggettivi)

Sono soddisfatti daibeni economici (utili e scarsi),

che si distinguono in

Si distinguono in

Bisogni primarie secondari

Bisogni individualie collettivi

Servizi

Beni materiali

Beni di consumo

Beni strumentali

Capitalecircolante

Capitalefisso

Beni complementari e succedanei

Beni intermedi e finali

■ Ricchezza, patrimonio e reddito. È necessario precisare il significato che, ineconomia, si attribuisce ai termini ricchezza, patrimonio e reddito.

La ricchezza è l’insieme di beni posseduto da uno o più soggetti economici.Il patrimonio prende in esame la ricchezza detenuta in un preciso momento;

per esempio, Mario Rossi il 5 marzo 2017 possiede un patrimonio di 20 milioni dieuro.

Per reddito si intende la ricchezza percepita in un determinato arco di tempo(un mese, un anno); nell’esempio, Mario Rossi nel 2016 ha percepito un reddito di500 000 euro.

La ricchezza può quindi essere analizzata sia sotto l’aspetto statico (patrimonio)sia come flusso (reddito).

I beni complementari soddisfano

insieme un bisogno, mentre

i beni succedanei rappresentano

un’alternativa per uno stesso bisogno

I beni intermedi servono per la

produzione, mentre i beni finali

sono destinati ai consumatori

Un chiosco in cui si vendono pallonie gelati.

Il patrimonio è la ricchezza valutata

in un determinato momento, mentre

il reddito è la ricchezza percepita

in un certo intervallo temporale

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Introduzione all’economiaA

5 I problemi economici fondamentali

■ La legge della scarsità. Se fosse possibile soddisfare tutti i bisogni dell’u-manità, non esisterebbero problemi: ognuno potrebbe consumare tutti i beniche desidera; in questo caso, i beni non sarebbero più «beni economici» ma«beni liberi» (come la sabbia nel deserto), perché non sarebbero più scarsi. Que-sto obiettivo è purtroppo un’utopia, perché nessun sistema economico è riuscitoa raggiungerlo: in ogni società si hanno beni limitati, per soddisfare bisogni in-finiti.

A causa della legge della scarsità, ogni sistema economico deve partire dalle ri-sorse disponibili e, in base a queste, effettuare delle scelte.

Partendo da queste considerazioni, Paul Samuelson afferma che ogni sistemaeconomico deve rispondere a tre domande fondamentali:

1. Quali beni produrre e in quale quantità?2. Come produrre questi beni?3. Per chi produrre questi beni?

■ Cosa e quanto produrre? Una volta individuate le risorse disponibili, è ne-cessario decidere quali beni produrre e, di conseguenza, quali beni non produrre.

Samuelson si domanda «cosa si deve produrre e in che quantità? Cioè, quan-ti e quali beni e servizi il sistema economico deve produrre, tra quelli che puòprodurre? E quando dovrà produrli? Oggi dovremmo produrre pizze oppu-re camicie? Una piccola quantità di camicie di alta qualità oppure una grandequantità di camicie di basso prezzo? Dovremmo produrre molti beni di con-sumo (come pizze e concerti), oppure pochi beni di consumo e molti beni diinvestimento (come pizzerie e sale da concerto), assicurando maggiori consumidomani?».

■ Come produrre? «Come si devono produrre i beni?» si chiede Samuelson,e prosegue «chi deve produrli, quali risorse si devono usare, quali procedimentitecnici si devono applicare? Chi deve coltivare la terra e chi deve insegnare? Pergenerare l’energia elettrica, è meglio usare il petrolio o il carbon fossile? Inqui-nando l’aria molto o poco? I beni si devono produrre a mano o a macchina? Inimprese capitalistiche di proprietà privata o in imprese socialiste di proprietà del-lo Stato?».

■ Per chi produrre? La ricchezza nazionale, una volta che è stata prodotta, comedeve essere distribuita?

In particolare Samuelson si domanda «per chi dovranno essere prodotti i beni?A chi devono andare i frutti degli sforzi del sistema economico?». E prosegue«come si deve distribuire il prodotto nazionale tra le famiglie? Dobbiamo avereuna società in cui soltanto alcuni sono ricchi e molti sono poveri? Dovranno gode-re di alti redditi i dirigenti o gli operai o i proprietari terrieri? Dovranno essere gliegoisti a ereditare la terra? Si dovranno fornire lauti pasti ai pigri?».

È interessante che anche Milton Friedman, in perenne contrasto con Samuel-son, ne conferma in questo caso le tesi, e sintetizza la ferrea legge della scarsità conuna frase: «Non ci sono pasti gratuiti!».

■ La produzione. Riprendendo quanto sostenuto da Samuelson, possiamo af-fermare che i problemi economici fondamentali sono due: la produzione e la di-stribuzione.

La produzione è ogni trasformazione che rende i beni più idonei a soddisfare ibisogni.

Analizzare la produzione vuol dire studiare come vengono scelti i beni da pro-durre, le tecnologie produttive, l’organizzazione del lavoro all’interno delle impre-se e così via.

Nessuna società possiede risorse

sufficienti per produrre tutti i beni

che le persone vogliono consumare

(legge della scarsità)

Le domande fondamentali alle quali,

secondo Samuelson, deve rispondere

ogni sistema economico

CLIL ECONOMICS

Funny Economics

La produzione e la distribuzione sono

i problemi economici fondamentali

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Cos’è l’economia?

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A1

■ La distribuzione. La distribuzione analizza come avviene la divisione dei beninella società.

La ricchezza presente all’interno del Paese si chiama Reddito Nazionale e vienecosì distribuita:■ i lavoratori vengono remunerati coi salari;■ gli imprenditori realizzano i profitti;■ i proprietari (terrieri e urbani) percepiscono le rendite;■ i finanziatori guadagnano gli interessi.Come si è visto, anche lo Stato può influire sulla distribuzione della ricchezza; peresempio, un sistema tributario progressivo avvantaggia le classi più povere e pena-lizza quelle più ricche.

I problemi economici fondamentali sono

La produzione La distribuzione

6 I sistemi economici

Alle tre domande di Samuelson vengono date risposte diverse, a seconda di comeè organizzato il sistema economico.

I sistemi economici possono essere raggruppati in tre categorie: l’economia cen-tralizzata, l’economia di mercato e l’economia mista.

■ L’economia centralizzata. Nell’economia centralizzata, o sistema collettivi­sta, è lo Stato a decidere sia sulla produzione che sulla distribuzione dei beni: è loStato che risponde alle tre domande di Samuelson.

Lo Stato è l’unico proprietario dei mezzi di produzione (macchinari, impianti,stabilimenti), mentre i privati possiedono solo beni di consumo.

È lo Stato a stabilire quali sono i beni da produrre, come deve essere organizzatoil processo produttivo, e come deve essere distribuita la ricchezza prodotta (sono leautorità statali a fissare il livello dei salari e dei prezzi).

Il sistema collettivista ha, quindi, bisogno di una struttura gerarchica, al cui ver-tice sta un’autorità politica, che deve elaborare un piano economico.

L’economia centralizzata caratterizza gli Stati socialisti. Fino agli anni Ottan-ta del secolo scorso, il simbolo del collettivismo era l’Unione Sovietica coi cosid-detti «Paesi satellite» (Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria); inquesti Paesi il controllo statale, pur essendo molto diffuso, non si estendeva peròall’intero sistema economico, perché l’iniziativa privata si ritagliava dei picco-li spazi in alcuni settori (artigianato, commercio al dettaglio, piccola produzioneagricola).

Dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, la situazione è cambiata radi-calmente, perché i Paesi socialisti hanno subìto profondi cambiamenti politici.Questi eventi hanno avuto effetti anche sull’economia: i Paesi dell’Europa orien-tale hanno abbandonato il collettivismo e si sono spostati verso un’economia dimercato.

L’economia centralizzata è ancora presente in alcuni Stati, fra cui il Vietnam,Cuba e, soprattutto, la Cina, che sta però avviando un processo di privatizzazionedell’economia.

■ L’economia di mercato. All’opposto dell’economia centralizzata sta l’eco­nomia di mercato, o liberismo economico.

Nei Paesi a economia centralizzata

l’iniziativa statale prevale su quella

privata

Nei Paesi a economia di mercato

l’iniziativa privata prevale su quella

statale

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Introduzione all’economiaA

Il liberismo economico, chiamato anche laissez faire, si basa sull’iniziativa priva-ta, e lo Stato non interviene nel sistema economico. Ogni cittadino è proprietariodei mezzi di produzione, e decide liberamente i beni da produrre, le tecnologieproduttive, i prezzi dei beni e così via.

I sostenitori del laissez faire pensano che lo Stato deve limitarsi a coprire i costidei servizi istituzionali (difesa dall’esterno, giustizia, ordine pubblico) e delle infra-strutture (viabilità, trasporti). In base alle teorie liberiste, gli squilibri che si veri-ficano nel sistema economico (sovrapproduzione, disoccupazione, cattivo utilizzodi risorse) sono temporanei, e il mercato può superarli da solo, senza bisogno dialcun intervento statale.

Nella zona d’occupazione sovietica, il 7 otto-bre 1949 si creò la Repubblica DemocraticaTedesca (RDT), con capitale Pankow (una lo-calità situata nella parte orientale di Berlino).Il 5 maggio 1949 anche Berlino fu divisa indue settori (Berlino ovest e Berlino est): la di-visione di Berlino rappresentò il simbolo delladivisione dell’intera Germania.Nel 1960, mentre la RDT versava in una gravecrisi economica, cominciò una massiccia emi-grazione verso la RFT: quasi 2000 persone algiorno si trasferivano da Berlino est a Berlinoovest. Per bloccare questa emorragia, nellanotte fra il 12 e il 13 agosto 1961, il governo

tedesco-orientale divise con un reticolato lacittà e, nei giorni seguenti, costruì il «Muro diBerlino», che separò anche fisicamente la città,e rappresentò il simbolo della Guerra fredda.Il Muro di Berlino venne abbattuto il 9 no-vembre 1989 (dopo 28 anni!). Stava intanto fi-nendo anche la separazione della Germania:la riunificazione avvenne il 3 ottobre 1990, e il2 dicembre 1990 si tennero le prime elezionipolitiche della Germania unita.Nell’articolo riportato (famigliacristiana.it, 3marzo 2013) si parla di un progetto per de-molire una parte di ciò che resta del Muro diBerlino.

Berlino demolisceun pezzo di storia

Demolire ciò che restadel Muro di Berlinovuol dire cancellarela memoria?

Particolare del

Muro di Berlino

con il famoso

bacio tra Breznev

e Honecker.

UN ARTICOLO ONLINE

Alla fine della Seconda guerra mondiale laGermania fu divisa in quattro zone di occu-pazione militare, controllate da francesi, bri-tannici, statunitensi e sovietici.A causa della «Guerra fredda» fra Stati Unitie Unione Sovietica, la situazione si aggravò eportò alla divisione politica della Germania;nacquero infatti la Repubblica Federale Tede-sca (Germania ovest) e la Repubblica Demo-cratica Tedesca (Germania est).Nelle tre zone occupate da Francia, Gran Bre-tagna e Stati Uniti, nell’aprile 1949, fu istitui-ta la Repubblica Federale Tedesca (RFT), concapitale Bonn.

FC FAMIGLIA CRISTIANA.it

«Berlino mette da parte la sua storia, o un pezzo di essa, in nome del profitto. Il progetto è già in corso (o almeno lo sarebbe se non fosseper i 300 manifestanti che hanno bloccato l’avvio dei lavori): una parte di ciò che resta del Muro di Berlino sarà demolita per lasciare ilposto alla costruzione di un condominio residenziale di lusso affacciato sul fiume Sprea. La porzione di muro interessata fa parte della Eastside gallery, il tracciato di muro più lungo – complessivamente 1,3 chilometri – rimasto intatto nella sua posizione originale, così come erastato eretto nel 1961.Questo tratto di muro, restaurato di recente per un costo di più di 2 milioni di euro per l’amministrazione comunale, è diventato una delleprincipali attrazioni turistiche di Berlino. Dopo l’abbattimento della barriera tra Berlino est e ovest, nel 1989, questa sezione rimasta intatta èstata ridisegnata dall’estro di 120 artisti che l’hanno ricoperta di graffiti e murales, trasformandola in una galleria a cielo aperto. Tra i muralespiù celebri, quello dell’artista russo Vrubel che ritrae il bacio fra il leader sovietico Breznev e il leader della Germania est Honecker (vedi foto).In pratica, il progetto dell’amministrazione è di staccare una parte del muro e ricollocarla in qualche altro sito per far passare al suo postouna strada di accesso al nuovo condominio. “La cultura non ha più alcun valore?”, recitavano i cartelli innalzati dai manifestanti che hannocercato di fermare i lavori. Ciò che rimane intatto del Muro di Berlino è il simbolo forte, visibile, tangibile dell’assurda, dolorosa frattura fradue città, due Germanie, due visioni politiche, due mondi che ha segnato quarant’anni della nostra storia. Il Muro è un monumento. Tede-sco certo, ma anche europeo e mondiale. Possibile che i berlinesi, e i tedeschi, accettino di rimuovere un pezzo della loro sofferta memoriaper lasciare spazio a un grattacielo di lusso?».

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Cos’è l’economia?

15

A1

Nel XXI secolo l’economia di mercato caratterizza i Paesi occidentali, soprat-tutto gli Stati Uniti, che ne rappresentano il simbolo. In questi Paesi la libertà diiniziativa economica non può comunque oltrepassare certi limiti, posti dallo Statoper tutelare la collettività: garanzia di un livello minimo dei salari, difesa delle fascesociali più deboli, regolamentazione delle situazioni monopolistiche, lotta al de-grado ambientale.

■ L’economia mista. L’economia mista si trova in una posizione intermedia frail collettivismo e il liberismo. Nell’economia mista sono presenti sia imprese pub-bliche, gestite direttamente dallo Stato, sia imprese private: nell’economia mistala risposta alle tre domande di Samuelson è fornita sia dallo Stato che dai privati.

L’Italia è un Paese a economia mista, perché l’articolo 41 della Costituzione dellaRepubblica italiana (d’ora in poi art. 41 Cost.) incoraggia e tutela l’iniziativa priva-ta, ma prevede che lo Stato deve intervenire per rimuovere gli eventuali squilibri.

Va anche sottolineato che, nel sistema produttivo italiano, il «pubblico» convivecol «privato»; per esempio, nel settore televisivo, il gruppo privato Mediaset si af-fianca alla Rai (impresa pubblica).

I sistemi economici

Economia centralizzata,che è controllata dallo Stato

Economia mista, in cui coesistonoiniziativa privata e statale

Economia di mercato,che è basata sull’iniziativa privata

7 La new economy

■ Old economy e new economy. L’incessante innovazione tecnologica di questiultimi anni non poteva non coinvolgere l’economia: è nata la new economy. Si trat-ta di un fenomeno legato alle nuove tecnologie (informatiche e non solo), che hamodificato profondamente (o meglio, sconvolto) i comportamenti e le abitudinidei consumatori di tutto il mondo.

Le imprese della new economy si sono costituite per rispondere in modo precisoe veloce alla richiesta di prodotti tecnologici all’avanguardia; basta pensare aglihardware e ai software per i computer, alle nuove generazioni di telefoni cellulari ecosì via.

La new economy deve anche essere in grado di offrire quei servizi indispensabiliper impiegare questi prodotti: dalla telefonia mobile ai collegamenti a Internet.Queste imprese sono impegnate in una ricerca continua di nuovi strumenti tecno-logici e di nuove metodologie applicative, per utilizzarli al meglio.

La new economy si contrappone alle imprese già esistenti, che svolgono attivitàtradizionali, e che, per contrapposizione, vengono ora collocate nella old economy.

■ Le imprese della new economy. Le imprese della new economy possono esse-re classificate a seconda delle attività che svolgono. In particolare, distinguiamo fra:■ le imprese di base per la produzione di strumenti informatici e per le telecomu-

nicazioni, che forniscono sia le strutture materiali (le parti componenti i com-puter, i cavi di fibre ottiche, le antenne trasmittenti) sia quelle immateriali, comei software per utilizzare Internet;

■ le imprese che producono software applicativo, e che realizzano e gestisconoquei siti per operare in rete, senza i quali non sarebbe possibile la gestione di datie contatti di chi si collega con la rete stessa;

■ le imprese che producono servizi di intermediazione tra i soggetti che operanoin rete, per facilitare la comunicazione e lo scambio di informazioni. Questo

Nei Paesi a economia mista coesistono

l’iniziativa statale e quella privata

La new economy è formata da un vasto

insieme di imprese, che sono collegate

alle nuove tecnologie

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Introduzione all’economiaA

fatto può avvenire, per esempio, con la creazione di portali (siti specializzatinell’offerta di collegamenti con un considerevole numero di altri siti, per rece-pire informazioni specifiche) o di banner (piccoli spazi pubblicitari inseriti nellepagine dei siti commerciali);

■ le imprese dell’e­commerce, che si sono specializzate nel commercio elettronicoe hanno rivoluzionato la catena distributiva a livello mondiale (come vedremonell’unità B2).

Imprese di base

La new economy è formata da

Imprese dell’e-commerce

Imprese che produconosoftware applicativo

Imprese che produconoservizi di intermediazione

■ La riduzione dei costi. Le nuove tecnologie e il mercato in rete riducono icosti di produzione e, di conseguenza, i prezzi. Infatti:■ diminuiscono notevolmente i costi di intermediazione e di distribuzione, e ten-

dono a sparire gli agenti, gli intermediari e i grossisti;■ è possibile la produzione just in time (produzione snella), grazie alla quale gli or-

dini ricevuti via Internet vengono inviati direttamente sul luogo di produzione,riducendo al minimo le giacenze di magazzino;

■ viene completamente riorganizzato il processo produttivo, perché le nuove tec-nologie consentono un aumento dell’efficienza sia degli impianti che degli uf-fici, e questo porta a far sì che il lavoro svolto in precedenza da molti lavoratoripossa essere adesso svolto da poche persone: in tutti settori si ha una contrazio-ne dei costi del personale;

■ le tecnologie collegate a Internet permettono il telelavoro, e aumenta il numerodei lavoratori che operano in un «ufficio virtuale», rappresentato da una stanzadel loro appartamento.

■ Non solo luci… Qualche riflessione.La new economy crea nuovi posti di lavoro, ma ne rende inutili altri. Un’ope-

razione bancaria effettuata via Internet costa alla banca l’80% in meno della stessaoperazione fatta allo sportello: molti impiegati di quella banca dovranno trovareun altro lavoro!

Un altro «mito da sfatare» è quello della professionalità richiesta per lavorare inrete. In molti casi la new economy richiede una manodopera che effettua un lavoronoioso e ripetitivo, anche se i «non addetti ai lavori» lo considerano spesso creativoed entusiasmante.

I magazzini di Zalando, società tedescadi e-commerce specializzatanella vendita online di scarpe,vestiti e accessori.

La new economy permette

una drastica riduzione dei costi

di produzione

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Cos’è l’economia?

17

A1

Il sistema economico ▶ §1 è formato sia daglioperatori economici sia dai loro rapporti.

L’economia politica ▶ §1 non è formatada leggi universalmente accettate, ma èun insieme di teorie economiche, che possonoessere in contrasto fra di loro.

Il modello economico ▶ §2 prende in esamele condizioni fondamentali e tralascia i particolari.

L’economista può usare

Un metodo deduttivo Un metodo induttivo

Tende a usare un metodosia deduttivo sia induttivo

La microeconomia ▶ §2 parte dall’analisidel singolo soggetto per studiare l’intero sistemaeconomico, invece la macroeconomia ▶ §2analizza il sistema economico nel suo complesso.

Gli operatori economici ▶ §3 presentinel sistema sono: la famiglia, l’impresa, lo Stato,il non profit e il resto del mondo.

L’operatore famiglia ▶ §3 è formato da tuttii consumatori presenti nel sistema economico.

Consumo = Reddito – Risparmio

L’operatore impresa ▶ §3 produce i benie i servizi destinati alla vendita sul mercato,per realizzare un profitto.

Ricavi > Costi = Profitto

L’operatore Stato ▶ §3 fornisce alla collettivitài servizi pubblici.

Le imprese non profit ▶ §3 devono svolgereun’attività basata sulla solidarietà sociale.

L’operatore resto del mondo ▶ §3è rappresentato da tutti i soggetti stranieriche hanno relazioni economiche con l’Italia.

I bisogni economici ▶ §4 (che sono illimitati,saziabili e soggettivi) si dividono in primarie secondari. I bisogni sono soddisfatti dai benieconomici.

I beni economici ▶ §4, che devono essereutili e scarsi, si dividono in servizi (prestazionifornite dai singoli individui) e beni materiali(tutti gli oggetti che si vedono e si toccano).

I beni si dividono in beni di consumo e beni

strumentali ▶ §4. I beni di consumo soddisfanodirettamente un bisogno, mentre i benistrumentali servono per produrre altri beni(e non vengono usati per un godimento diretto).

Si distingue fra beni complementari e beni

succedanei ▶ §4. Due beni sono complementariquando devono essere impiegati insiemeper soddisfare un bisogno, mentre due benisono succedanei quando soddisfano lo stessobisogno, e possono quindi sostituirsi.

Si distingue fra beni intermedi e beni finali

▶ §4. I beni intermedi sono acquistatidalle imprese per effettuare la produzione,mentre i beni finali vengono comprati e utilizzatidirettamente dai consumatori.

In base alla legge della scarsità ▶ §5, nessunasocietà possiede risorse sufficienti per produrretutti i beni che le persone vogliono consumare.

I problemi economici fondamentali ▶ §5sono la produzione e la distribuzione.

Nei Paesi a economia centralizzata ▶ §6l’iniziativa statale prevale su quella privata.

Nei Paesi a economia di mercato ▶ §6 l’iniziativaprivata prevale su quella statale.

Nei Paesi a economia mista ▶ §6 coesistonol’iniziativa statale e quella privata.

L’incessante innovazione tecnologica ha portatoalla nascita della new economy ▶ §7, che hasconvolto i comportamenti dei produttorie dei consumatori di tutto il mondo. La new

economy permette una drastica riduzionedei costi di produzione e, quindi, dei prezzi.

SINTESI

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Introduzione all’economiaA

Le teorie economiche sono sempre valide

VERO □ FALSO □

PERCHÉ

2

Per analizzare i problemi economici fondamentali

bisogna studiare

a la produzioneb la distribuzionec la produzione e la distribuzioned l’intervento statale nell’economia

La macroeconomia analizza

a il funzionamento del sistema economico partendodal singolo operatore

b il funzionamento del sistema economico aggregatoc il comportamento del singolo operatore economicod il sistema economico negli Stati più ricchi

Le imprese non profit

a non possono realizzare profittib devono realizzare profittic possono realizzare profitti e distribuire gli utilid possono realizzare profitti ma non distribuire gli utili

4

5

6

Il metodo deduttivo si basa

a sui postulatib sull’osservazione della realtàc sia sui postulati sia sull’osservazione della realtàd sulle deduzioni degli economisti

Due beni si dicono complementari quando

a soddisfano lo stesso bisognob devono essere impiegati insieme per soddisfare

un bisognoc devono essere impiegati insieme nel processo

produttivod un bene è usato per produrre l’altro bene

Nei Paesi a economia di mercato

a l’iniziativa statale prevale su quella privatab l’iniziativa privata prevale su quella statalec l’iniziativa privata si svolge senza alcuna interferenza

stataled coesistono l’iniziativa statale e quella privata, senza che

nessuna prevalga

1

2

3

Risolvi le seguenti scelte multiple indicando la risposta esatta fra quelle possibili.

procura benesserele persone vogliono

acquistarlonon è immediatamente

disponibile in natura

1 2 3

AUn bene economico è utile quando

dalle famiglie dalle imprese dallo Stato

1 2 3

BI beni finali sono acquistati

La famiglia è un operatore economico

VERO □ FALSO □

PERCHÉ

1

VERIFICA LE TUE CONOSCENZE

Risolvi i seguenti quesiti vero o falso e motiva la tua risposta.

MISURA LE TUE ABILITË

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Cos’è l’economia?

19

A1

▶ Quale settore dell’economia cinese hai analizzato?

Analizzare nell’economia italiana un compartodove convivono il sistema centralizzato e il liberismoeconomico.

Nell’industria televisiva italiana convivono l’iniziativa

pubblica e quella privata. Approfondisci:

• se il «pubblico» e il «privato» hanno la stessa

importanza;

• in quale anno nasce questa compresenza;

• quali sono le prospettive future per l’industria televisiva

italiana;

• la situazione negli altri Paesi dell’Unione europea.

▶ Per i consumatori questa convivenza è un vantaggio

o uno svantaggio?

Individuare alcuni beni della new economy fra quellipresenti nella tua camera.

Osserva i seguenti beni della tua camera: un letto,

una scrivania, un personal computer, un telefono

e una sveglia digitale.

▶ Quali di questi beni fanno parte della new economy?

4

5

La new economy è legata all’innovazione tecnologica

VERO □ FALSO □

PERCHÉ

Un bene strumentale è in grado di soddisfare

direttamente un bisogno

VERO □ FALSO □

PERCHÉ

3

4

Ascoltando un politico che parla di economia,comprendere se svolge un’analisi microeconomicao macroeconomica.

Al telegiornale un politico spiega una manovra

economica: «Vogliamo diminuire le tasse per aumentare

i consumi degli italiani!».

▶ Il politico sta svolgendo un’analisi microeconomica

o macroeconomica?

Convincere un’amica che «la droga è un bene utile»(in economia).

Provoca una tua amica, dicendole che «la droga

è un bene utile». Dopo la sua reazione sdegnata,

spiegale il senso di questa affermazione in economia.

▶ La tua amica si è convinta?

Riconoscere nell’economia cinese almeno un aspettodell’economia di mercato, grazie all’aiuto di una tuacompagna cinese.

Nella tua classe c’è una ragazza cinese. Grazie al suo

aiuto, cerca su Internet un settore dell’economia cinese

in cui è evidente il passaggio dall’economia centralizzata

all’economia di mercato.

1

2

3

La macroeconomia parte dal comportamento

del singolo

VERO □ FALSO □

PERCHÉ

Le attività non profit hanno scopo di lucro

VERO □ FALSO □

PERCHÉ

5

6

Completa la tabella che segue.

Attività Operatore economico

Consumo (1)

Produzione a scopo di lucro (2)

Produzione senza scopo di lucro (3)

Importazioni (4)

Servizi pubblici (5)

VALUTA LE TUE COMPETENZE

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20

Funny Economics

Listen, there is something more about Economicsthat you need to know. When Economics makes funof itself, it can even make you laugh

Accountant dismal fine to apply for

a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A sum imposed as punishment for an offense.

b . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Causing unhappiness or sad feelings.

c . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Someone who is in charge of public or private accounts.

d . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . To ask formally for something (such as a job, an admission

to a school, etc.).

WARM UP

PAIR WORK

Answer the following questions.

KEYWORDS

Associate the following keywords

with their definitions.

READING

1 In the following text you

will learn read two jokes about

Economics. Complete the text

with the keywords.

You surely have already heard quite a lot about Economics, haven’t you? They always

talk about it on Tv, on the Web, on newspapers and magazines, and it looks like there’s

always some kind of trouble that goes with it. Then, leafing through this textbook,

you might have noticed that Economics involves some Mathematics, which doesn’t

look very promising at first glance. And you might have heard that Economics is the

«. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . science», a derogatory definition created by British historian Thomas

Carlyle, in 1849. As a matter of fact, Economics can also show a lighter side, as the fol-

lowing jokes will prove. So, let’s have a laugh together.

1 A mathematician, an . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . and an economist . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . the same

job. The interviewer calls in the mathematician and asks «What do two plus two

equal?». The mathematician replies «Four». The interviewer asks «Four, exactly?». The

mathematician looks at the interviewer incredulously and says «Yes, four, exactly».

Then the interviewer calls in the accountant and asks the same question, «What do

two plus two equal?». The accountant says «On average, four – give or take ten percent,

but on average, four». Then the interviewer calls in the economist and poses the same

question, «What do two plus two equal?». The economist gets up, locks the door, closes

the shade, sits down next to the interviewer and says «What do you want it to equal?».

CLIL Economics

IN THIS MODULE YOU WILL

• Learn some funny jokes about Economics.

• Look at Economics from a different perspective.

• Practice your English through oral and written exercises.

• Try and tell a joke you know in English.

• Say one thing you like and one you don’t like about Economics.

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2 Three economists and three mathematicians were going for a trip by train. Be-

fore the journey, the mathematicians bought three tickets but the economists only

bought one. The mathematicians were glad their silly colleagues were going to pay a

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . However, when the conductor was approaching their compartment,

all three economists went to the nearest toilet. The conductor, noticing that some-

body was in the toilet, knocked on the door. In reply he saw a hand with one ticket. He

checked it and the economists saved 2/3 of the ticket price. The next day, the mathe-

maticians decided to use the same strategy – they bought only one ticket, but econo-

mists did not buy tickets at all! When the mathematicians saw the conductor, they hid

in the toilet, and when they heard knocking they handed in the ticket. They did not get

it back. Why? The economists took it and went to the other toilet.

2 Mark the following sentences

as true or false.

LISTENING

TRACK 1

In the following audio file,

you will listen to one more joke

about Economics. Listen to the file

and then complete the following

sentences.

SPEAKING

PAIR WORK

Answer the following questions.

a In the first joke, the economist is seen as someone who’s ready to change his

opinion, if he can gain from it.

b In the first joke, the most rigorous answer is given by the accountant.

c In the second joke, economists are seen as guided only by their self-interest.

d In the second joke, the economists didn’t buy a ticket because they hoped that

the conductor wouldn’t show up.

a A boy was crossing the road when a frog . . . . . . . . . . . . . . . . . . to him.

b The boy . . . . . . . . . . . . . . . . . . , picked up the frog and put it in his . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

c The frog asks the boy to . . . . . . . . . . . . . . . . . . her . . . . . . . . . . . . . . . . . . into a princess.

d The boy is an economist and doesn’t have time for a . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

a Which joke was the most entertaining?

b What do you expect from this Economics course?

c Try to give a definition of what an economist does.

d Do you think that Economics is just theory or there’s a practical side to it?

e Why did Thomas Carlyle call Economics «the dismal science»?

INTERESTING FACT

Another way to witness the lighter side of economics is to read «Freakonomics, the

hidden side of everything», published in 2005 by University of Chicago economist

Steven Levitt and New York Times journalist Stephen Dubner. The book is a collec-

tion of articles showing how economics can solve everyday-life riddles such as:

Which is more dangerous, a gun or a swimming pool? What do schoolteachers and

sumo wrestlers have in common? Why do drug dealers still live with their moms? In

2014, Freakonomis had sold 7 million copies around the world.