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Periodico mensile di Roma Nord a diffusione gratuita Anno 2 • n. 4 LUGLIO 2015 XIV II III XV I I MUNICIPIO TAVOLINO SELVAGGIO II MUNICIPIO SALVIAMO VILLA ADA III MUNICIPIO COMMERCIO IN RIPRESA XV MUNICIPIO CASALE SAN NICOLA TEVERE Un fiume abbandonato GALLERIA CORSINI Collezione gioiello STELLA AZZURRA fucina di talenti

Lungotevere n. 4 luglio 2015

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Periodico mensile a diffusione gratuita di Roma nord

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Page 1: Lungotevere n. 4 luglio 2015

Periodico mensile di Roma Nord a diffusione gratuita

Anno 2 • n. 4luglio 2015

XIVII III XVI

I MUNICIPIO Tavolino selvaggio

I I MUNICIPIOsalviamo villa ada

I I I MUNICIPIOCommerCio

in ripresa

XV MUNICIPIOCasale

san niCola

TEVEREUn fiume abbandonato

GallERIa CORsINI Collezione gioiello

sTElla aZZURRa fucina di talenti

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Dal 25 Giugno al 10 Luglio 2015 si possono presentare le domande di partecipazione ai Punti BLU

I Punti Blu sono soggiorni al mare, comprensivi di trasporto e pranzo, con partenza la mattina e rientro la sera, organizzati in turni di sei giorni tra luglio e ed agosto, domenica esclusa. Possono partecipare tutti gli anziani residenti nel Municipio Roma I. Per la partecipazione si richiedono indicazioni sul reddito e la composi-zione del nucleo familiare allo scopo di individuare i requisiti di accesso prioritario. È previsto un contributo di 2 euro giornalieri a carico dei partecipanti

Documenti richiesti:reddito del 2014 - documento di riconoscimento

Le domande si consegnano al Segretariato Sociale P.U.A. Via Petroselli,50 Tel.06.69601665 nei giorni di

Lunedì/Venerdì ore 9-12 Martedi e Giovedì ore 9/12 pom.14,30-16

Mercoledì chiuso

www.comune.roma.it/municipio/01

chiusura iscrizione prorogata fino a esaurimento posti!

oasi 2015

insieme è meglio

punti BLu 2015

chiusura iscrizione prorogata fino a esaurimento posti!

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Tevere, gli argini gridano vergogna .....2 I furbetti del tavolino ..........................8Salviamo Villa Ada ..........................10Pietrosante, più regole e basta favori .................................. 12Commercio in III, c’è cauto ottimismo ......................... 14Casal del Marmo, speranze per il Parco ....................... 16Casale San Nicola, il quartiere si ribella ....................... 18Antoniozzi, no alla politica dei talk show ..................................20Paccione, la sinistra può cambiare a Roma ....................21Ce ne dobbiamo andare? ................22Moravia, uno scrittore romano ........24Galleria Corsini, collezione storica e promozione culturale ...................26Leonardo ai Musei Capitolini ...........28Stella Azzurra, fucina di talenti .......30

EditoreSara Mechelli

SedeVia Ghisalba 160 – 00188 Roma

Direttore Responsabile Sara Mechelli

[email protected]/4204141

Direttore Editoriale Filippo Ferrari Bellisario

[email protected]

Redazione Alberto Rossi, Barbara Polidori, Greta

Varani, Ilenia Melis, Iole Esposito, Silvia Sarli, Valerio Valeri, Veronica De Michelis

[email protected]

Pubblicità [email protected]

GraficaMarco Valeriani

[email protected]

Stampa Stamperia Lampo

via Adda, 129/a – 00198 Roma tel: 39 06 8554312email: [email protected]

www.stamperialampo.it

Ha collaborato a questo numero:Luca Pelosi

Numero chiuso il 15 luglio 2015

Copertina diGian Marco Sanna

Fotografie diAlberto Delli Ficorelli, Alessandro Frasca,

Alessandro Camelie, Andrea Navacci, Antonella De Chellis, Stefano Di Noi

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SOMMARIOAnno 2 - n. 4

LUGLIO 2015

www.lungotevere.netSiamo anche online!

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di Barbara Polidori

Uno scenario desolante e abbrutito per-corre tutta Roma. Quel serpentone az-zurro che nelle cartine geografiche taglia in due la Capitale è in realtà un fiume di rifiuti, un bivacco continuo, lo spec-chio fedele di una città abbandonata a se stessa.Chi decide d’incamminarsi lungo quelle banchine desolate, lo fa a suo rischio e pericolo: nessuna for-ma di vigilanza, i sentieri che fian-cheggiano il Tevere sono un vero e proprio percorso ad ostacoli fra transenne, fanghiglia che inghiot-te panchine e tutto quel che trova, vetri rotti e altri resti di chi ha preso dimora in quel degrado. Ci sono sedie e tavolini allestiti, divani, lampade: potrebbe risul-tare addirittura uno scenario romantico, con tanto di barconi attraccati sul fiume, se non fossero abusivi e contornati di ri-fiuti galleggianti.

Alcuni turisti provano ad avventurarsi lungo le banchine, ma con che corag-gio, quando c’è il rischio di ferirsi per i sanpietrini divelti o d’inciampare fra le sterpaglie? Anche i binari per far scen-dere le bici sulla strada sono rotti, così come i giganteschi riquadri in vetro che racchiudevano versi e brani di scrittori e

poeti ispirati al nostro fiume, ora in fran-tumi, implosi per il carico d’acqua del-le piene. A chi si deve la colpa di tutto questo?Secondo l’Assessore al Decoro, Am-biente, Parchi e Ville del II Municipio, Emanuele Gisci, il tratto che va da Ponte Milvio ad Isola Tiberina “merita una tute-

la condivisa fra il I ed il II Municipio. Per

quanto riguarda il nostro tratto, ci siamo

già rivolti al Dipartimento tutela ambien-

tale segnalando loro un piano d’interventi

fra sgomberi degli accampamenti abusi-

vi, bonifiche e presidi dell’inter-force, del

personale AMA e dei servizi operativi so-

ciali”. Invece, secondo l’Assessore Poli-tiche dell’ambiente e Rapporti con A.M.A , Anna Vincenzoni, “L’A-

MA ormai non ha più competenza in

materia, bisogna rivolgersi diretta-

mente alla Regione per ottenere del-

le risposte. Ci troviamo di fronte ad

argomento estremamente complesso

su cui si pronuncia proprio in questi giorni

il Comune di Roma, intervenendo con delle

assemblee in Campidoglio e proponendo

un nuovo programma d’interventi”.A fine aprile si è tenuta in Campidoglio un’assemblea con all’ordine del giorno il degrado del Lungotevere. Athos De Luca, Presidente della Commissione

urbe

Tevere, quegli argini gridano vergogna

Il percorso del Tevere dentro al Comune di Roma è lungo 56 km

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Il Tevere viene gestito dall’Autorità di bacino del Fiume Tevere, con sede a roma. Questo ente coordina la conservazione e la valorizzazione del territorio e delle acque dell’intero bacino idrografico

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urbe

Ambiente capitolina, ha indicato un elenco di provvedimenti, tra cui: l’istituzione d’un ufficio del Tevere con specifiche compe-tenze, che diventi punto di riferimento istituzionale di tutte le problematiche rela-tive; favorire la raccolta di tutti i progetti e gli studi relativi al Tevere, giacenti presso Roma Capitale commissionati a vari enti; chiedere alla Regione l’immediato rinnovo di tutte le concessioni dei galleggianti (cosìddetti “barconi”), non più rinnovate dal 2001, che espongono i titolari ad una situazione di abusivismo; depositare entro il 2015 il pro-getto per la navigabilità, il risanamento e la valorizzazio-ne del Tevere, da finanziare con i fondi europei.“È essenziale che la Regione, anche alla luce delle nuove

competenze sul Tevere previste dal decreto di Roma Capi-

tale, ceda al Comune la competenza sulle concessioni de-

maniali – sostiene in un suo comunicato l›Assessore De Luca - “il che contribuirebbe anche a riunire le numerose

competenze sul fiume attualmente disperse in varie istituzio-

ni”. La sede naturale per l’Ufficio Tevere potrebbe quin-di trovare ospitalità all’Isola Tiberina, luogo simbolo della nascita di Roma, nell’immobile demaniale insieme alla Polizia di Stato, oppure presso la Casina dell’Ardis a Ponte Milvio non più utilizzata. “Il risanamento del Teve-

re”, conclude De Luca, “fornirebbe anche un importante

contributo al miglioramento delle acque per la balneabilità

sul litorale romano, essendo noto a tutti l’attuale apporto di

inquinanti del fiume sulla fascia costiera”.

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uno degli aspetti più drammatici dell’inquinamento del Tevere è rappresentato dalla grande quantità di plastica scaricata in mare a Fiumicino.L’università di Siena dal luglio 2014 monitora la presenza di microparticelle di plastica nel fiume romano, nell’ambito del progetto di ricerca “Plastic buster”.

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urbe

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I

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La Città EtErna attira visitatori da tutto iL mondo, non soLo pEr LE suE bELLEzzE storiCo-artistiChE, ma anChE pEr gLi sCorCi E i “postiCini” da favoLa ChE CarattErizzano LE viE dEL CEntro. immaginatE aLLora di EssErE uno di quEsti visitatori, un turista ChE dECidE di farE un giro a roma CEntro tra piazza navona, iL panthEon, Campo dE’ fiori, piazza barbErini, via dEL Corso. vi rEndErEtE Conto ChE iL sEmpLiCE CamminarE è un’imprEsa. iL motivo? tavoLini. tavoLini ovunquE.

MuNICIPIO

di Barbara Polidori Il Centro Storico è sempre più cam-po di battaglia tra esercenti del settore della ristorazione e forze dell’ordine. La situazione si sta rivelando proprio in questi giorni in tutta la sua dramma-ticità, con gestori di bar e ristoranti del I Municipio quotidianamente multati o chiusi dagli agenti della Polizia Locale. In queste settimane, infatti, il minisin-daco Sabrina Alfonsi sta procedendo insieme ai vigili a sgomberare tendo-ni, gazebi e strutture non a norma, la maggior parte delle quali affollano prepotentemente le piazze più impor-tanti di Roma, come Campo de’ Fiori e Piazza Navona.Pensiamo ad esempio a quanto suc-

cesso a via di Panico, dove una grande struttura in metallo di un ristorante-pizzeria, che occupava una vasta por-zione di suolo pubblico proprio di fronte al Ponte dell’Angelo, è stata finalmente rimossa liberando il pas-saggio. Nonostante le melliflue musiche del film “La vita è bella” che si diffondo-no dai localini o i soavi mandolini del-le osterie tipiche che fanno impazzire i giapponesi, camminare per le vie del centro di Roma richiede ugualmente uno sforzo fisico. Non tanto per il cal-do asfissiante dell’estate, ma piuttosto per lo stress di riuscire a destreggiarsi fra tavoli e tavolini, sgabelli, botti, ven-tilatori, cartelloni che recitano i menú,

biciclette e vespini.Uno zig zag a cui si aggiunono di fre-quente auto e motorini, che hanno tutto il diritto di transitare nelle strade spesso occupate, invece, dai ristorato-ri. Senza dimenticare gli ambulanti da cui si viene letteralmente invasi, otter-remo cosí lo “scorcio” reale di come un turista viva la città in questo pe-riodo. Non vi sentite mancare l’aria a questo punto?A maggior ragione le numerose e quasi quotidiane operazioni anti-abusivismo dell’amministrazione locale vanno ac-colte con un sospiro di sollievo: basti pensare che solo lo scorso 17 giugno sono stati rimossi da Piazza della Can-celleria ben 35 tavolini, che si aggiun-

Roma Centro, tour tra i “furbetti del tavolino”

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gono ai 12 tendoni sequestrati nei mesi scorsi nei pressi di via del Corso e ai tanti richiami amministra-tivi che da mesi fioccano nelle zone più turistiche.Le semplici multe ai gestori dei locali ormai sono inutili: i proprietari non si sono lasciati scoraggia-re da una contravvenzione, attrezzandosi ognuno come poteva, pur di garantirsi la propria clientela ed il “proprio” marciapiede. Chi più e chi meno lo ha fatto sfacciatamente.C’è chi sistema i tavolini e il menù sotto un segnale di divieto di sosta, chi allestisce gazebo e tavoli sulle strisce bianche adibite al parcheggio degli scooter o su quelle gialle per i disabili. In via dell’Umiltà, per esempio, turisti e passanti sono quasi costretti ad at-traversare la via a turno, perché esattamente metà del-la strada in larghezza è occupata da tavolini.La medaglia d’oro alle “Olimpiadi dell’illegalità”,

però, lo vincono i locali più rinomati della vita nottur-na romana che, dopo il rifacimento delle segnaletiche orizzontali che teoricamente impedirebbero loro di occupare la strada, hanno pensato bene di camuffare le strisce dei parcheggi con delle bombolette, oppu-re le hanno ignorate totalmente riallestendo l’esterno del locale come se nulla fosse successo.Magari di notte, come qualche cittadino ha docu-mentato sulla famigerata pagina Facebook “Roma Fa Schifo”.Il nostro tour per il centro di Roma finisce qui, ma la Presidente Alfonsi conferma in una sua nota che nei prossimi giorni “l’azione del Municipio nel terri-

torio per il ripristino della legalità continuerà in modo

sistematico”. A questo punto sorge spontanea la do-manda: Roma rimarrà la “città eterna” o delle eterne violazioni?

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Dal 10 luglio scorso il Colosseo e altre zone monumentali del Centro Storico sono state inibite ai camion bar, proprio per liberare il paesaggio artistico dal pullulare di micro attività economiche legate al turismo. La presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi ha vivamente appoggiato questa iniziativa.

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

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abbattuti in primavEra 40 aLbEri. aLtri 100 vErranno ContinuamEntE monitorati pErChé a risChio. L’apErtura dELLa zona rECintata Era prEvista pEr finE giugno

ma non è anCora avvEnuta

Villa AdaUna petizione per salvaguardare

il parco abbandonato

MuNICIPIOII

di Barbara Polidori

“Riaprite Villa Ada”. Sono circa mille le firme raccolte dai romani affezionati al parco di via Salaria, da sei mesi chiuso ai visitatori, a causa del rischio caduta dei pini al suo interno. Alla petizione, porta-

ta avanti dagli abitanti di zona, è seguito un Flash mob lo scorso 26 aprile per ri-chiamare l’attenzione del Dipartimento Tutela ambientale di Roma Capitale, del Servizio Giardini e della Sovrintendenza Capitolina-Ufficio Ville storiche, a cui

viene chiesta una data certa per la riaper-tura del parco e della sua manutenzione.All’interno di Villa Ada sono molti i pini che rischiano il crollo e necessitano delle cure urgenti, come l’albero di 10 metri crollato lo scorso febbraio sul parco gio-

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chi dell’area, costringendo alla chiusura repentina del parco e senza alcun preav-viso, con tanto di visitatori all’interno. “Gli alberi sono

stati piantati in una zona tufacea, le radici non si sono svi-

luppate in profondità ma solo per due-tre metri, dunque non

sono state in grado di sorreggere un pino di tali dimensio-

ni”, sostiene Barbara Invernizzi, agronoma forestale, “inoltre molti alberi del parco sono attaccati dai funghi

che ne corrodono il tronco, hanno ormai 90 anni e vanno

sostituiti subito, prima che cedino ulteriormente”. I rilievi eseguiti su 300 piante hanno portato alla decisione di abbatterne 40, che verranno poi sostituite.“Stiamo portando avanti una verifica congiunta delle essen-

ze arboree con l’Assessorato ambientale e il Dipartimento

Capitolino – sostiene l’Assessore al Decoro, Ambiente, Parchi e Ville del II Municipio, Emanuele Gisci, inoltre – “tramite il bilancio capitolino l’Assessorato comunale ha

disposto delle risorse da utilizzare per la salvaguardia del-

le ville storiche di zona”. Come anticipato dall’Assessore all’ambiente e rifiuti di Roma Capitale Estella Marino durante l’emergenza dello scorso febbraio, il Comune di Roma ha programmato un piano potature prioritarie per oltre 2.500 alberi su tutto il territorio della Capita-le. “Le risorse disposte dall’Assessorato – prosegue l’Ass. Gisci – verranno utilizzate per monitorare il patrimonio

boschivo e i lavori di potatura

nei periodi più adatti, ovvero

in autunno”.Per quanto riguarda invece il parco giochi, demolito

dalla caduta di un pino e sottoposto al rischio degli altri, “la zona è stata delimitata da transenne – prosegue Gisci - ovviamente l’area andrà ripulita e attrezzata nuovamente

con altri giochi”. Interventi che richiederanno certamente una cospicua spesa, che andrà razionalizzata in base alle risorse stan-ziate dal bilancio capitolino del 2015. “Il II Municipio di-

spone di circa 29.000 euro da investire nel verde pubblico,

un tema che tuttavia non è ancora decentrato nell’ammini-

strazione, per cui la tutela dei parchi e delle ville di zona

attinge a delle risorse esigue, troppo poche per salvaguar-

dare 7 ettari di parco”.Per sostenere dunque la salvaguardia ambientale, il Cam-pidoglio sta lavorando ad un maxi bando da 5 milioni di euro per il monitoraggio degli alberi in tutta la città ed un servizio di pronto intervento 24h. Il bando, diviso per lotti, prevede un’attenzione particolare per le ville storiche tra cui Villa Ada, a cui dedicherà un’iniziativa specifica con la quale verrano piantumati nuovi alberi, dopo un attento studio di quelli presenti e del suolo su cui hanno le radici.

L’area recintata copre 30 dei 160 ettari del parco. Da tempo ormai la rete viene ripetutamente violata e appaiono scritte di protesta contro il prolungamento dei lavori

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

L’area chiusa al pubblico dovrebbe finalmente essere riaperta

il 21 luglio.

Villa AdaUna petizione per salvaguardare

il parco abbandonato

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L’assEssorE aL CommErCio E aLLE attività produttivE, usCito indEnnE ad apriLE da una mozionE di sfiduCia dEL CEntrodEstra, raCConta La sua idEa di tErritorio: “più assoCiazioni di CatEgoria, più rEgoLE, mEno favori. E Con LE domEniChE sotto Casa ho Convinto anChE i più sCEttiC”.

Vittorio Pietrosante:

“un nuovo corso per il commercio: più regole e basta favori”

MuNICIPIOIII

di Valerio Valeri

Due anni da segretario Pd nell’ex IV municipio dopo una lunga esperienza nella militanza politica territoriale, poi il salto di qualità a 54 anni: la delega in materia di Commercio e Attività Pro-duttive nella squadra creata dal minisin-daco Paolo Marchionne, eletto a giugno di due anni fa. E’ questo, in sintesi dav-vero estrema, il cammino recente di Vit-torio Pietrosante, in ordine cronologico l’ultimo bersaglio delle opposizioni mu-nicipali – in particolare dei consiglieri di centrodestra Cristiano Bonelli (capo-gruppo NCD) e della collega di partito Jessica De Napoli – che hanno tentato di sfiduciarlo ad aprile scorso. Motivo? Un mercatino svoltosi senza permessi nell’ultimo week end di mar-

zo, a piazza Primoli, quartiere Talenti. “Quel mercato si trova in area privata – spiega a Lungotevere l’assessore – e

risponde quindi a determinate regole edi-

lizie. Detto ciò, il nostro ufficio tecnico lo

aveva autorizzato solo fino al 22 febbraio

scorso. E poteva farlo. Dopodiché cosa

dovrei fare? Andare lì e sparargli? Hanno

ricevuto delle visite, sono stati multati, ma

evidentemente non gliene importa nulla”. Tre giorni di fuoco quelli da mercoledì 15 a venerdì 17 aprile: prima la presen-tazione della mozione di sfiducia, poi il rinvio del consiglio per mancanza di numero legale causata dall’assenza delle opposizioni, con voto segreto riman-dato al venerdì. Inspiegabilmente, della minoranza di Piazza Sempione erano presenti solo l’ex minisindaco Bonelli,

Fabrizio Cascapera (Centro Democrati-co), Massimo Moretti (M5S) e Manuel Bartolomeo (Ncd). Tredici voti a favore di Pietrosante, quattro contrari e giunta Marchionne salva. Assessore, lei non ha mai voluto commentare la mozione di sfiducia nei suoi confronti.Non sono cose che mi appartengono, io

parlo con gli atti amministrativi. Quello

che c’era da sapere sulla questione l’ho

detto ed è tutto scritto e consultabile.

Allora parliamo di questi due anni di amministrazione, iniziando dalle Domeniche sotto casa. Come è nato il progetto?Ho sempre sostenuto che gli spazi cittadi-

ni vadano vissuti diversamente. I residenti

si appropriano delle piazze e delle strade

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“Domenica sotto casa” è un’iniziativa partita nel 2014 che

fa incontrare cittadini e commercianti nelle piazze dei quartieri,

promuovendo l’appropriazione del territorio da parte di chi lo abita

del loro quartiere ed entrano

in contatto con gli esercenti.

In ogni caso non mi sono in-

ventato nulla, perché l’idea

originaria la sviluppammo

vent’anni fa quando Legambiente organizzò ‘Centro strade

per giocare’. Abbiamo iniziato a Talenti e devo dire che

come esordio è stato complicato, i commercianti sembrava-

no non comprendere a fondo lo spirito dell’iniziativa, tan-

to che in molti la prima domenica sono rimasti chiusi. Poi

però le cose sono cambiate e lì siamo tornati altre quattro

volte, un vero successo. Lo abbiamo fatto anche a Vimerca-

ti, piazza dei Vocazionisti, Piazzale degli Euganei, via Val

d’Ossola, via Franco Sacchetti, via Val Padana.

Qual è l’obiettivo politico di questa iniziativa?Invogliare la rinascita o la costituzione ex novo delle asso-

ciazioni di categoria. Un modo per rendere più indipenden-

te e qualificato il commercio locale, che si affrancherebbe

dalle solite logiche di appartenenza politica e si rendereb-

be interlocutore ancor più credibile e forte nei confronti

dell’amministrazione, di qualsiasi colore essa sia.

Abusivismo, occupazione di suolo pubblico, bandi trasparenti: lei sembra avere le idee chiare a riguar-do.Roma Capitale ci sta dando una grossa mano, perché ha

dichiarato guerra all’illegalità. Nel nostro piccolo, pur con

tante difficoltà, stiamo facendo lo stesso nel III Municipio.

Regole chiare per tutti. L’occupazione di suolo pubblico si

paga, sempre, senza eccezioni. A Natale c’è chi mi accu-

sava di voler dissanguare i commercianti con i mercatini,

invece credo di aver dato un’opportunità e c’è chi l’ha col-

ta raccogliendo i suoi frutti. Era un avviso pubblico tra-

sparente, con le tariffe esplicitate per evitare antipatiche

zone grigie

Piccolo commercio contro centro commerciale: è ancora aspra - e impari - la battaglia? Da qualche tempo noto una ripresa nei commercianti di

quartiere, anche in quelli della zona Porta di Roma-Casale

Nei, quindi vicini al colosso Porta di Roma. Perché hanno

sviluppato una consapevolezza importante, cioè quella del

loro ruolo di riferimenti sociali per i cittadini. Hanno ca-

pito, inoltre, che competere sui prezzi non si può e allora

vogliono competere sulla qualità del servizio da offrire ai

clienti.

La Stazione Jonio della Metro B1 porterà delle novità, tra queste strisce blu e corsie preferenzia-li. Come reagiranno i commercianti della zona?Io sono favorevole alla sosta a pagamento, anzi, la am-

plierei il più possibile. E sa perché? Perché una volta

tutelati i residenti, coloro che vengono da fuori inizie-

rebbero a porsi il problema e gradualmente opterebbe-

ro per mezzi alternativi, che ovviamente andranno po-

tenziati e migliorati. Questo

comporterebbe un aumento

dei parcheggi e per il com-

mercio sarebbe sicuramente

positivo.

A distanza di ormai due anni dal suo insedia-mento, può dirci che situazione ha trovato nel suo settore di competenza?Cosa ho trovato? Una situazione di non-gestione, ecco

tutto. Non c’era indirizzo politico, facevano tutto i diri-

genti, se i commercianti avevano problemi l’unica solu-

zione era presentarsi e parlarne, ma nessuno andava da

loro per capire,diventava una questione di singoli favori.

Adesso stiamo invertendo la rotta e per esempio riguardo

ai mercati rionali posso dire che abbiamo messo mano

quasi a tutti. Stiamo riqualificando quello di piazza Me-

nenio Agrippa e stiamo ripensando la collocazione di

via Val d’Ossola, considerando che in quest’ultimo caso

manca una corretta delimitazione dell’area mercatale,

motivo per cui le macchine vengono parcheggiate ovun-

que ma non multate. Per quello di viale Adriatico stiamo

lanciando bandi per nuove assegnazioni mentre ad Eu-

ganei è prossima l’apertura fisica di uno sportello Ana-

grafe. A Via Conti siamo in trattativa con l’Inps proprie-

taria della struttura per avere un’area in affidamento.

Il 15 aprile scorso il Nuovo Centro Destra ha presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Dopo tre giorni di discussioni, la maggioranza l’ha respinta con 13 voti contrar.

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

Vittorio Pietrosante, classe 1961, è stato Segretario del Pd in III Municipio dal 2011 al 2013.

E’ un grande appassionato di rugby

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LE bottEghE di quartiErE Combattono La grandE distribuzionE soprattutto rEinvEntandosi. dovE ha apErto La mEtro C’è vogLia di spErarE. ma su viabiLità, trasporti E siCurEzza iL Coro è quasi unanimE: “va fatto di più E mEgLio”.

MuNICIPIOIII

di Veronica De Michelis e Alberto Rossi

Inutile sottolinearlo, per il commercio questo è un periodo tutt’altro che sem-plice che va avanti da almeno 8 anni: sa-racinesche abbassate, negozi che aprono e chiudono più volte, cambi di gestione. Lungotevere è andato a chiedere un pa-rere a molti commercianti del III Muni-cipio, soprattutto nelle zone interessate dalle nuove stazioni della Metro B1 (Conca d’Oro, Jonio, Val Melaina) e nei paraggi del centro commerciale Porta di Roma (Casale Nei). Le voci sono varie-gate, emergono dati anche contrastanti. Ci si aspetterebbe grossa sofferenza per le piccolissime imprese all’ombra della galleria commerciale e invece non è così. Ci sono poi temi su cui il consenso è pressoché unanime: no alle strisce blu, intensificazione del trasporto pubblico, più controlli serali da parte delle forze dell’ordine, maggiore operatività da par-te di Ama.

Jonio E vaL mELaina: Cauto ottimismo

Il viaggio di Lungotevere inizia dal qua-drante di Val Melaina e Viale Jonio, dove l’apertura della nuova stazione della me-tro B1 avvenuta il 21 aprile interessa non poco i commercianti della zona anche se, almeno inizialmente, la situazione non sembra aver avuto grandi stravolgimen-ti. “Il lavoro per ora è sempre lo stesso ed

il movimento è rimasto tale anche dopo l’a-

pertura della metro” , afferma la titolare di un negozio di abbigliamento a pochi passi dalla stazione. Ma c’è ancora tempo. In piazza Val Melaina sembra però regi-strarsi un maggior via vai durante la matti-na. “Si comincia a vedere più gente e speria-

mo che aumenti ulteriormente - spiegano da una pasticceria storica della piazza - perché

fino ad ora diversi negozi hanno avuto diffi-

coltà o hanno proprio chiuso”. “Gli autobus

sono comunque già ben collegati con il centro

e con la metro lo dovrebbero essere ancora di

più”, puntualizza un altro commerciante.

I residenti di viale Jonio guardano con attenzione anche i possibili sviluppi lega-ti ad una futura introduzione delle strisce blu e delle corsie preferenziali. Qui il coro dei commercianti sembra unanime: “Le

strisce blu sarebbero solamente un’ulteriore

spesa a carico dei cittadini - spiegano tra gli altri i titolari di un’ottica e di un bar - e

non agevolerebbero in alcun modo il flusso

di clienti”.ConCa d’oro - vaLLi:

sosta sELvaggia E (in)siCurEzza

A Conca d’Oro tengono banco soprattut-to i temi legati alla sicurezza e agli insedia-menti abusivi all’interno del Parco delle Valli, il giudizio non è sempre negativo ma qualcosa di più se lo aspettano tutti. “Pro-

blemi legati alla criminalità o simili non ne

abbiamo mai avuti ad eccezione di un episo-

dio di furto un anno fa “, ammette il titolare di un negozio proprio nei pressi del tanto discusso parco. Punta tutto sul decoro ur-bano il proprietario di una pizzeria su via

Jonio, val Melaina, ConCa d’oro e CaSale nei:il CauTo oTTiMiSMo dei CoMMerCianTi

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Conca d’Oro. “Ogni giorno ci ritroviamo rifiuti e altri ogget-

ti lasciati a terra da chi vive in questi accampamenti - le pa-role del commerciante - e l’Ama non garantisce un servizio

adeguato di pulizia dal momento che passa di rado a rimuove-

re questi scarti”. La mancanza di controlli la sera è un altro “must”. “Già dalle 19/20, quando chiudono i negozi, qui non

c’è più nessuno - continua - la sera questa via è deserta e si

vedono solo i nomadi fare avanti e indietro”. Altre questioni delicate sono rappresentate dalla sosta selvaggia dei veicoli. “Mi piacerebbe vedere automobili parcheggiate solo dove è

autorizzato, così si crea un problema per i marciapiedi e di

conseguenza per i commercianti” , dichiara il titolare di un negozio di biciclette. Anche il senso di marcia reso unico nel tratto adiacente alla stazione non fa impazzire. “Ha inci-

so negativamente sull’afflusso di persone in questa via”. Sosta selvaggia e mancati presidi sono al centro delle la-mentele anche sul lato di via Val D’Ala, dove il transito per i veicoli di grandi dimensioni diventa difficoltoso creando non pochi disagi. Un altro nodo ancora irrisolto è il ripristi-no della stazione della linea FL1, aperta tre anni fa con fre-quenza molto bassa e poi chiusa. Come evidenziato anche da alcuni commercianti in Largo Val Sabbia, “la stazione

avrebbe un ruolo fondamentale per tutti coloro che da Conca

’Oro vogliano dirigersi verso il centro” con conseguenti rica-dute positive per le attività commerciali. Ci sono poi altre due aree ormai molto rilevanti del III Mu-nicipio, ridisegnate strutturalmente a seguito delle nascenti realtà che le hanno interessate, che non potevano non fi-nire sotto la nostra lente d’ingrandimento. Casale Nei , che dieci anni fa si presentava sostanzialmente incompleta, sia per l’assenza di attività, sia per la scarsità degli abitanti e Piazza Conca d’Oro, gradualmente rifiorita dopo 6 anni di lavori per l’apertura della metro, avvenuta nel 2012.

porta di roma non fa piu’ paura

Con l’apertura del centro commerciale Porta di Roma otto anni fa, punto nevralgico per i residenti del quartiere e delle zone limitrofe, e con i nuovi numerosi palazzi, la situazione di Casale Nei ha cambiato volto, soprattutto dal punto di vista dei commercianti. Alcuni di coloro che possedevano negozi di abbigliamento, vista la concorrenza del colosso, sono stati costretti a chiudere per reinventarsi in un’attivi-tà diversa. Adesso si punta soprattutto sulla qualità e sul servizio al cliente, come ci spiega Luca, proprietario di un ortofrutticolo da circa sette mesi. “Ho potuto constatare un

incremento di persone soprattutto dallo scorso inverno - am-mette - non so se chi vive qui sceglie il centro commerciale o

noi, ma le voci che mi sono arrivate dicono che preferiscono

acquistare frutta e verdura nel nostro negozio, anche perché

a fare la differenza è la qualità dei prodotti che può trovare”. Tra i commercianti più soddisfatti c’è chi ha deciso di aprire una gelateria, un’idea vincente in una zona in crescita e ric-ca di famiglie, come ci spiega la proprietaria de I Golosoni.

“Di lavoro ce n’è tanto - ammette la signora - soprattutto per-

ché ci sono più famiglie con bambini, il confronto con il centro

commerciale non lo accuso, chi pensa di prendere un gelato di

certo preferisce farlo all’aperto, non crede?”. La testimonianza più incisiva è sicuramente quella di Vin-cenza. “Sono stata la prima licenza di Casale Nei - racconta - . All’inizio ero proprietaria di una pizzeria, ora quell’attività la

gestisce mio marito ed io mi occupo di una tintoria. La pizzeria

è stata un po’ oscurata a causa della liberalizzazione di eser-

cizi commerciali, ci sono troppe attività uguali in questa zona,

anche Porta di Roma abbonda di pizzerie, per questo abbiamo

puntato sulla qualità e sul prezzo. La tintoria non soffre la con-

correnza con il centro commerciale, che seppur ne abbia una,

ha dei modi diversi di eseguire i lavaggi. Per il cliente applico

promozioni vantaggiose con prezzi concorrenziali”.

no aLLE strisCE bLu

Di tutt’altro tipo è l’aria che si respira a Conca d’Oro, luogo di arrivi e partenze quotidiane legate alla fermata, prima ca-polinea, della stazione metropolitana B1. Proprio l’apertura della metro, nel maggio 2012, ha significato da una parte un impulso per alcuni esercenti, che hanno deciso di aprire nuove attività tutt’intorno al piazzale, dall’altra ha portato a cambiamenti della viabilità - gli ultimi in vigore da pochi giorni - che hanno condizionato gli esercizi stessi. L’idea comune è quella dell’inefficacia delle strisce blu, come ci confessa il nuovo edicolante: “I parcheggi a pagamento sono

la macchia nera di questa zona - risponde senza indugio - noi

come edicola non siamo toccati molto dalla viabilità dell’area,

ma le strisce blu limitano il flusso di persone, ci aspettavamo

molta più gente”.Le ultime due testimonianze sono state raccolte in un bar, presente dal 1997, e in una pizzeria fresca di inau-gurazione. “Da quando siamo arrivati - spiega la barista - il maggior profitto c’è stato negli ultimi tre anni, an-

che se l’apertura del nuovo capolinea Jonio ha causato

un leggero calo. Il neo di Conca d’Oro sono i parcheggi:

ce ne vorrebbero di più e soprattutto non a pagamento”. Pizza e Sfizi, la pizzeria aperta da pochi mesi in via Conca d’Oro, ha un ottimo via vai quotidiano, ma la titolare si sfoga: “ho già preso due multe da 40 euro in

un mese - racconta - ma io non posso pagare il ticket per

lasciare l’auto ogni giorno per più di 8 ore”.15

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

Page 18: Lungotevere n. 4 luglio 2015

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iL muniCipio Xiv, insiEmE Con assoCiazioni LoCaLi E istituzioni univErsitariE intErnazionaLi, sta studiando LE moLtE possibiLità di riLanCio dEL parCo. graziE aL finanziamEnto da partE dEL progEtto EuropEo turas

MuNICIPIOXIV

di Sara Mechelli

Quattrocentoventi ettari di terreno nel quadrante nord ovest della città. Un Par-co Agricolo, quello di Casal del Marmo, dal grande valore ambientale e storico. Il suo nome deriva infatti dalla grande quantità di marmi antichi ed altri resti di età romana che si trovano sot-to terra in quella zona. Fino alla fine dell’800 era parte del Vaticano, prima di essere venduto a privati. Oggi è in gran parte proprietà della famiglia Massara, che nel ‘900 ge-stiva l’azienda agricola, attiva fino al 1974, che forniva derrate alimen-tari anche al vicino manicomio di Santa Maria della Pietà. Nel 1974 come detto la fattoria venne dismessa, ne rimane an-cora il rudere, e l’area venne abbandona-ta. Furono lasciate a se stesse perfino le

tombe di epoca etrusca e romana.Da allora Casal del Marmo è teatro di una battaglia condotta da cittadini ed as-sociazioni ambientaliste, per difenderlo dal cemento e per valorizzarlo.Una rinascita che potrebbe arrivare gra-zie all’insolito, per Roma e l’Italia, con-

nubio tra territorio e Unione Europea. Tra il 18 e il 20 giugno scorsi infatti - nell’ambito del Progetto TURaS (Progetto finanziato dalla Commissione Europea all’interno del VII Programma Quadro

di Ricerca) - si è tenuto, proprio all’inter-no del Parco Agricolo, un interessante e partecipato Workshop Europeo.Un’idea nata nel 2014 da una collabora-zione tra l’Université Libre de Bruxelles, il Municipio XIV di Roma e il 100 Resi-

lient Cities, con il fine di organizzare uno studio di pre-fattibilità sui possibili sviluppi dei quasi 400 ettari di area periurbana del Parco Agricolo di Casal del Marmo.Esperti di tutta Europa, residenti, Associazioni, aziende e liberi citta-dini si sono così ritrovati nella sede della cooperativa agricola Co.Br.

Ag.Or., realtà che si trova all’interno dell’area del Parco Agricolo di Casal del Marmo, per due giorni di co-creazione di idee per la protezione ed il futuro svi-luppo dell’area.

Casal del Marmo,un nuovo futuro con il sostegno della UE

Il progetto TURaS è iniziato nel 2011 e terminerà nel 2016.

www.turas-cities.org

Page 19: Lungotevere n. 4 luglio 2015

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Anno 2 n. 4 • LUGLIo 2015

Cinque i gruppi di lavoro: Paesaggio e urbanistica: la dimensione spaziale, vinco-listica, il contesto sociale e storico; Potenzialità agricola: organizzazione, produzio-ne e condizioni ambientali; Valorizzazione economica (filiera corta, prodotti del posto, mercati di prossimità); Recupero e riuso degli immobili: trasformazione di im-mobili ad uso di attività di start-up agricole e di forma-zione; Energia: la produzione e l’uso sostenibile dell’e-nergia in agricoltura.Obiettivo immediato la realiz-zazione dello studio di fattibi-lità di un incubatore agricolo, per il futuro la possibilità invece di mettere a disposizione delle realtà locali e delle istituzioni di prossimità una “visione co-mune” dell’area gettando così le basi per il recupero e la va-lorizzazione del Parco magari proprio attraverso l’individua-zione di canali di finanziamento comunitari.Giorni importanti che hanno permesso dunque l’armoniz-zazione e il coordinamento di quanto fatto in merito in que-sti decenni di impegno da parte delle realtà locali.Aprire le strade interpoderali del Parco agricolo di Casal del Marmo, costruire un accordo con i privati per poterlo attra-versare e vivere, formalizzare gli esiti del lavoro di cittadini e associazioni: gli obiettivi che si sono prefissi a margine l’Asses-sore alla Trasformazione Urba-na di Roma Capitale, Giovanni Caudo, e il presidente del Muni-cipio XIV, Valerio Barletta.“Ora dopo il Turas attendiamo la

risposta positiva della Comunità

Europea che dovrà fungere anche

da stimolo e sollecitazione per le

nostre istituzioni cittadine e regionali” - ha commentato il consigliere del PD in XIV, Julian Colabello, sottoline-ando l’importanza del lavoro svolto a Casal del Marmo.“A Roma non era mai accaduto nulla di simile: ossia l’arri-

vo dell’Europa nei territori. Auspichiamo che questo esem-

pio si possa diffondere in tutta la Capitale che spesso per-

de tanti fondi perchè i lavori

preliminari alla progettazio-

ne non vengono effettuati.

Per il Parco Agricolo invece - conclude Colabello - l’augurio è quello che venga tenuto

in grande considerazione: bisogna dare risalto ad uno dei

pochi, se non unici, pregi urbanistici e ambientali della Cit-

tà il cui sviluppo è pronto per essere finanziato”.

Il Quattordicesimo, in attesa dell’Europa, pensa adesso in grande: 500 i posti di lavoro diretti che la rinascita del Parco Agricolo potrebbe assicurare; creazione di coo-

perative agricole ma anche sociali che possano rivelarsi utili pure e soprattutto per il vicino carcere minorile. Previsto poi, pure da questa parte, il prolungamento del Parco Lineare affinché il Parco Agricolo di Casal del Marmo torni ad essere importante, integro e fruibile per il territorio e per la Città.

TURaS è l’acronimo di Transitioning towards Urban Resilience and Sustainability

resilienza è la parola chiave e l’obiettivo per il Parco Agricolo di Casal del Marmo. Ovvero la capacità di un sistema ecologico di tornare al suo stato iniziale

Page 20: Lungotevere n. 4 luglio 2015

un CEntro di aCCogLiEnza nELLa EX sCuoLa privata soCratE. iL prEfEtto: “sarà iL più bELLo d’itaLia”. rEsidEnti in prEsidio: “struttura E zona non idonEE. no aL businEss dEi profughi”

MuNICIPIOXV

di Sara Mechelli

Cento migranti in arrivo a Casale San Nicola, quartiere sulla via Bracciane-se tra La Storta e Olgiata. Qui, nella ex scuola privata Socrate, un bando della Prefettura ha individuato uno dei centri di accoglienza della Capitale utili a ri-spondere all’emergenza sbarchi.Una notizia di cui gli abitanti sono ve-nuti a conoscenza per caso chiedendo che cosa stessero realizzando gli operai a lavoro in quel casale immerso nel verde che un tempo ospitava alunni e docenti. Immediata la mobilitazione con un pre-sidio all’ingresso del quartiere e il Comi-tato a sollevare perplessità circa l’oppor-

tunità di porre un numero così elevato di richiedenti asilo in una zona con 400 abitanti circa.“Il rapporto – spiegano dal presidio – sa-

rebbe di 1 a 4: un dato che dovrebbe far

riflettere chi ha effettuato tale scelta”.

siCurEzza

A preoccupare, oltre all’aspetto sa-nitario, pure l’identità di coloro che arriveranno“muniti solo di una mera au-

tocertificazione che non dà alcuna certez-

za in ambito sicurezza”, timore poi an-che sulla compatibilità etnica e religiosa dei migranti ospitati negli stessi centri e sui tempi di permanenza in attesa che

venga loro dato o rifiutato lo status di “rifugiati”.

struttura inadEguata

Oltre a questo grandi i dubbi circa l’i-doneità della ex Socrate: “Una struttura

che sorge nell’Agro Romano e che pre-

senta problematiche relative all’impianto

antincendi, una costruzione vecchia con

la struttura portante del tetto in legno che

probabilmente non ha l’idoneità statica per

garantire la piena abitabilità” – ha sotto-lineato la presidente del Comitato di San Nicola, Avv. Gloria Conti, ricordando come lo stabile non abbia nemmeno le fosse biologiche idonee.“Requisiti richie-

MigranTi a CaSale San niCola, il quarTiere Si ribella

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Page 21: Lungotevere n. 4 luglio 2015

sti dal bando ma inesistenti” – tuonano i residenti.

quartiErE sEnza sErvizi

Che dire poi del contesto generale: la strada che porta al casale è disseminata di buche e radici che sbucano sulla superficie, l’illuminazione è scarsa e dei servizi nemme-no l’ombra. La prima stazione ferroviaria è a 4km circa, il primo bar a 6 e la farmacia più vicina a 8.

sEquEstro E dissEquEstro dEL CantiErE

Il 27 maggio scorso il sequestro al cantiere che aveva gettato incertezza sul futuro centro di accoglienza, ma la ex Socrate è stata restituita alla Cooperativa poco più di un mese dopo. Tolti i sigilli a Casale San Nicola è ar-rivato il Prefetto Gabrielli accolto da una veemente ma civile contestazione: auto bloccata dopo il sopralluogo, colpi su cofano e finestrini e urla “vergogna, vergogna!” anche nei confronti del Presidente del XIV Municipio Barletta.

iL piu’ bELLo d’itaLia

“Ci ha detto che il sito è perfetto e che questo sarà il cen-

tro di accoglienza più bello d’Italia e che rispecchierà il

modello del Paese. Vorremmo capire però da dove nasce

questo suo parere” - ha detto all’uscita dalla Socrate la

delegazione del Comitato di San Nicola che è potuta entrare. Quel casale piace dunque a Gabrielli ma la

decisione sul centro di accoglienza arriverà - come tra le altre cose già annunciato tempo fa in occasione della visita in Municipio XV - solo dopo lo studio di tutta la documentazione procedendo solo nel caso in cui questa sarà pienamente in ordine.

tra inCudinE E martELLo

“Noi aspettiamo. Non ci ha detto questa decisione entro

quando arriverà: quindi siamo costretti a stare ancora tra

l’incudine e il martello, in una situazione di incertezza nella

quale stiamo da oltre due mesi: e già questo - ha detto Ila-ria Murichelli D’Altemps del Presidio - non è giusto per dei cittadini onesti”.

nEssuna rEsa

Intanto non smobilita il Presidio a Casale San Nicola. Qui di arrendersi proprio non se ne parla: “La decisione

ancora non è stata presa. Siamo coscienti della concretezza

e della verità delle nostre argomentazioni, vogliamo che le

irregolarità che abbiamo constatato vengano prese in con-

siderazione e per questo - assicurano - non ci arrenderemo

prima che la partita sia finita”.

19

A Casale San Nicola il primo campo “profughi” per italiani.Tende da campeggio e automobili come dormitori davanti alla ex scuola Socrate di Casale San Nicola: alcune famiglie in emergenza abitativa, da anni in attesa di un alloggio popolare, chiedono che la struttura venga destinata a loro.“Non vogliamo una guerra fra poveri. Chiediamo rispetto dei diritti ed equità di trattamento: questo è un casale che potrebbe ospitarci tranquillamente non capiamo però perché prima di noi vengano i migranti”.

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

Nel 2014 oltre 170mila i migranti arrivati in Italia: circa 63mila i

richiedenti asilo

AmmonTA Ad oLTRE 27 mILIonI dI EURo L’APPALTo PER ASSICURARE I SERvIzI dI ACCoGLIEnzA AI 3185 mIGRAnTI: 1626 persone a Roma, mentre in 1559 su tutto il territorio provinciale dove alcuni sono già ospitati. 7 i lotti territoriali in cui è stata divisa la Capitale e nei quali arriveranno finanziamenti in proporzione ai profughi che ciascuno ospiterà.

Municipi i,ii, iii: 508 migranti € €€4.356.100 Municipi iv, v, vi, vii, viii, iX: 89 migranti € 763.175Municipi X, Xi, Xii: 787 migranti € 6.748.525Municipi Xii, Xiv, Xv: 242 migranti € 2.075.150

Page 22: Lungotevere n. 4 luglio 2015

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un ConsigLio pEr La sinistra? sbarazzarsi di marino. un ConsigLio pEr La dEstra? riCostruirE una CLassE dirigEntE

MuNICIPIOXV

di Sara Mechelli

Classe 1984, una Laurea in Economia a la Sapienza e la passione innata per la politica. Lungotevere ha incontrato Dario Antoniozzi, consigliere del NCD in Municipio XV: il territorio dove è cresciuto e nel quale è stato eletto per la prima volta nel 2006, poi nel 2008 e ancora nel 2013 sfiorando i mille voti di preferenza. Uno sguardo a Roma Nord e alla Città passando per il futuro del cen-trodestra.Come giudica l’operato della Giunta Torquati a due anni dal suo insedia-mento?L’amministrazione Torquati doveva essere

quella del cambiamento: ma cosi non è sta-

to dimostrando arroganza ed inconsistenza

d’iniziativa . Il Presidente a mio avviso ha

fatto l’errore di preferire l’amore incondi-

zionato nei confronti del Sindaco Marino a

quello verso i propri cittadini.

Se potesse indicare tre questioni pri-oritarie da affrontare nel territorio del Municipio XV quali sarebbero? E come le risolverebbe?Le problematiche che riscontriamo mag-

giormente sul territorio sono la sicurezza,

il decoro urbano e la gestione rifiuti. Ma ce

ne sarebbero molte altre.

L’amministrazione Torquati fin dall’inizio

non ha dimostrato alcuna sensibilità verso

questi temi, sopprimendo la Commissione

Sicurezza, che era stata istituita nella pas-

sata consiliatura appositamente per avere

un contatto costante con la Polizia Loca-

le, le forze dell’ordine e gli stessi cittadini.

Il problema del decoro e della inefficiente

raccolta rifiuti è sempre più preoccupan-

te e sotto gli occhi di tutti, nonostante gli

accertatori Ama. Vistosa e inaccettabile

anche la presenza dei rovistatori che ope-

rano indisturbati notte e giorno su tutto

il Municipio. La soluzione per migliorare

il servizio è quello di aumentare i giri dei

vettori senza utilizzare le solite scuse sul-

la mancanza di risorse: i cittadini pagano

profumatamente per avere servizi efficienti.

Come giudica l’operato del Sindaco Marino? Pensa che si dovrebbe di-mettere dopo lo scandalo di Mafia Capitale e perché?Credo che abbia instaurato un pessimo

rapporto con la città già dai primi giorni

del proprio mandato. Sono sempre più con-

vinto che sia un ruolo che non gli compete,

non avendo dimostrato nessun tipo di atti-

tudine alle gestione di una cosa cosi com-

plessa come Roma. Oltre all’incompetenza

si aggiunge la totale inopportunità: esem-

plare quando andò a Prima Porta dagli

alluvionati a dire che erano degli abusivi,

nonostante si fosse da poco consumata una

tragedia.

Mafia Capitale, se cosi la vogliamo chia-

mare, rappresenta per questa amministra-

zione la cosiddetta ciliegina sulla torta.

Ad oggi la città di Roma è a tutti gli effetti

commissariata da un Perfetto, che giusta-

mente o non, gira e fa riunioni con i comi-

tati di quartiere in tutti i Municipi romani ,

mentre il Sindaco va in giro con la sua bici.

Se fossi in Marino per dignità mi dimetterei

subito.

Parliamo del futuro del centrodestra romano. Pensa che la frammentazio-ne abbia indebolito lo schieramento? Favorevole alle primarie per scegliere l’eventuale futuro candidato Sindaco? Che cosa si augura per il futuro del

centrodestra di Roma e Nazionale?Il vero problema resta l’offerta che viene

presentata, quindi ben vengano le primarie

rispetto alle segreterie dei partiti. La gente

capisce chi si impegna seriamente e sa sce-

gliere. In questi ultimi anni abbiamo subito

dei personalismi che non hanno portato a

nulla di concreto, facendo solamente il gio-

co delle sinistre. Il futuro lo vedo insieme

ma con le persone giuste, che sappiano fare

politica vicina alle esigenze della gente.

Che cosa spinge un giovane oggi ad entrare ed impegnarsi in politica?Mi piace molto questa domanda perché e la

stessa che feci a me stesso quando decisi di

candidarmi, poco più che ventenne, per la

prima volta . Certamente nasce dalla voglia

di rappresentare un qualcosa che altri non

riescono a rappresentare in modo compiuto.

Come prima cosa gli consiglierei di non

prendere come riferimento la politica che

si vede in tv, i cosidetti talk-show: sicu-

ramente d’effetto ed in grado anche di

orientare i più deboli, mo non risolutivi.

Consiglierei invece di vivere di più il suo

quartiere ed analizzare con i suoi abitanti

le problematiche che si riscontrano nella

quotidianità. E poi direi ovviamente di fare

politica insieme a me e al mio gruppo.

Concludiamo con due suggerimenti: uno alla maggioranza di centrosini-stra che governa il Municipio XV, l’altro allo schieramento di centrode-stra di cui lei fa parte.Alla maggioranza di centrosinistra consi-

glierei di mandare a casa questo Sindaco

per recuperare un minimo di credibilità nei

confronti della città. Al centrodestra con-

siglierei di selezionare una nuova classe

dirigente giovane e preparata.

dario anToniozzi, i giovani non prendano eSeMpio

dalla poliTiCa dei Talk Show

Page 23: Lungotevere n. 4 luglio 2015

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Anno 2 n. 4 • LUGLIo 2015

di Filippo Ferrari Bellisario

Potremmo considerarlo un enfant prodige della politica. Di sicuro a 24 anni Marco Paccione è probabilmente il più giovane capogruppo di un consiglio municipale che si ri-cordi. Esponente di spicco del PD in Municipio XV, studia scienze politiche e sembra avere le idee molto chiare sugli obiettivi e le strategie che il suo partito deve seguire a livello locale e nazionalePaccione, il PD è ormai a metà del suo percorso nella amministrazione del Municipio XV. Quali sono le si-tuazioni più delicate che avete dovuto affrontare?In questi due anni ci siamo trovati ad affrontare soprattutto le

emergenze legate al bilancio; avevamo milioni di euro di debi-

ti, col rischio di dover chiudere i servizi sociali, e in pochi mesi

abbiamo rimesso in sesto la situazione. Un lavoro importante

che però forse non siamo riusciti a comunicare in modo cor-

retto ai cittadini. In più abbiamo avuto le frane, gli alluvioni; è

diverso tempo che siamo colpiti da continue emergenze.

I cittadini si lamentano per i rifiuti, i parchi poco curati, per la

mancanza di sicurezza, e per il malfunzionamento della mo-

bilità. Per il verde stiamo portando avanti una serie di inizia-

tive come le isole ecologiche, abbiamo concordato con AMA

la pulizia dei parchi, coinvolgendo in questa attività anche i

cittadini. Anche l’associazionismo può fare molto.

E’ un tema interessante, questo. Secondo Lei c’è an-cora voglia di partecipare da parte dei cittadini? Credo ci sia da una parte un senso di allontanamento dalla

politica, ma dall’altra la voglia di partecipare alle scelte po-

litiche. Dobbiamo riaccendere quello spirito. Tante persone

magari hanno voglia di investire un’ora del loro tempo libero

per andare a curare il parco dove portano a giocare i figli, e

noi dobbiamo dare ai cittadini gli strumenti per collaborare,

per esprimere quella voglia.

Vi trovate oggi in una situazione molto particolare. Non esiste più una opposizione compatta, a Roma, alla maggioranza del centrosinistra. E’ un impoveri-mento per la politica? è una opportunità per voi?Governare l’Italia, la Regione Lazio, Roma, tutti i Municipi, è

una grandissima opportunità, non per imporre le proprie scel-

te, ma per mettere le basi per i prossimi anni. Dobbiamo oggi

fare sacrifici per avere domani una città, una regione e un pae-

se diversi. Dobbiamo portare avanti un progetto e raccontarlo

nel miglior modo possibile.

Il PD ha il controllo di tutti i Municipi di Roma. C’è una rete di comunicazione tra gli amministratori delle varie zone?Ci sono delle riunioni periodiche che coinvolgono il Sindaco,

la Giunta, il commissario Orfini e i consiglieri municipali del

PD. C’è un nuovo rapporto tra l’amministrazione capitolina

centrale e chi gestisce i singoli territori. Io sono favorevole al

decentramento vero. Bisogna passare all’istituzione di veri co-

muni metropolitani. Abbiamo bisogno di un governo diffuso

sul territorio.

Quindi finalmente siamo arrivati a una fase in cui si ha una percezione più esatta di quello che devono es-sere i Municipi?Sì. E’ stato votato dalla commissione Bilancio una nuova de-

libera che va nella direzione di dare maggiori poteri ai muni-

cipi. La cosa importante è iniziare ad avere una autonomia di

bilancio per i municipi. Oggi i nostri bilanci sono subordinati

a quello comunale. La linea attuale del Campidoglio è andare

verso un vero decentramento, sul modello di Londra o Parigi.

Secondo molti il decentramento spezzerebbe i sistemi di corruzione che sono facilitati da una gestione ac-centrata della pubblica amministrazione.Più i centri decisionali sono diffusi e più sono vicini ai cittadini,

più i cittadini possono controllare cosa succede. Se si spostasse-

ro più poteri ai municipi sarebbe molto più facile che controllare

ciò che avviene nei dipartimenti comunali. Nella confusione la

corruzione prolifera meglio. Ma anche le nuove tecnologie con-

sentiranno una maggior trasparenza e aiuteranno a combattere

la corruzione. Nel nostro municipio stiamo lavorando per met-

tere online i verbali delle commissioni. Pensate che ancora nel

recente passato i documenti di Comune e Municipi non venivano

copiati in formato digitale e tra traslochi e alluvioni, ad esempio,

molti documenti del Municipio XV sono andati persi.

Se Lei fosse sindaco di Roma cosa farebbe?Roma ha bisogno di sapere dove sta andando. Ma-

rino non riesce a comunicare il suo disegno di città,

non dico fino alle prossime elezioni, ma da qui al

2020 o al 2025. Bisogna cambiare la mobilità, chiu-

dendo l’anello ferroviario, aprendo le nuove linee

della metropolitana. Bisogna far capire ai cittadi-

ni che servono degli sforzi per cambiare. E’ inutile

progettare percorsi di cambiamenti strutturali senza

coinvolgere gli abitanti di Roma, perché così il pro-

getto viene sprecato. Ad esempio chiudere Malagrot-

ta significa molti dover affrontare molti disagi, ma

con l’obiettivo in pochi anni di riorganizzare AMA,

chiudere il ciclo dei rifiuti, creare le isole ecologiche,

avere la raccolta differenziata unica ed omogenea

per tutta la città. Non puoi fare queste scelte da solo

ma insieme alla cittadinanza per non farle sentire come una

imposizione.

maggiori potEri ai muniCipi E spazio aLLE nuovE tECnoLogiE pEr CombattErE La CorruzionE E CoinvoLgErE i Cittadini nELLE sCELtE poLitiChE

MarCo paCCione, la SiniSTra può CaMbiare roMa e l’iTalia

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22

La spLEndida raCCoLta naCquE pEr iniziativa di papa CLEmEntE Xii, amantE dELLE arti E CommittEntE dELLa fontana di trEvi. nEL ‘900 furono aggiuntE opErE provEniEnti da CoLLEzioni dELLE famigLiE nobiLi romanE

Galleria Corsini,collezione storica e promozione culturale

ArTe

di Silvia Sarli

Palazzo Corsini è una delle sedi della Gal-leria Nazionale d’Arte Antica di Roma e deve la sua struttura attuale, architettonica ed espositiva, al lavoro nei secoli di molti specialisti.Nato nel Cinquecento come residenza fuori porta del cardinale Raffaele Riario,

ha presto dimostrato il suo rango elitario tra i palazzi cittadini ospitando la regina Maria Cristina di Svezia, da poco conver-tita al cattolicesimo, al suo arrivo a Roma nel 1655. L’edifcio, i suoi magnifici giardi-ni e le vigne, ancora fruibili oggi nell’Orto botanico di Largo Cristina di Svezia, ven-gono acquistati nel Settecento dalla fami-glia Corsini, dopo l’elezione pontificia di uno dei suoi membri, il cardinale Lorenzo, col nome di Clemente XII (1730-1740). A quel tempo la via lastricata della Lungara era una tranquilla stradina di campagna, sulla quale, grazie all’intervento dell’archi-tetto Ferdinando Fuga, venne ricostruita la facciata del palazzo Corsini secondo la moda settecentesca, splendido esempio di palazzo nobiliare cittadino.Il palazzo è prezioso per le forme architet-toniche, per la sua storia, ma anche per ciò che accoglie. Vi ha sede infatti al secondo piano l’Accademia dei Lincei e al primo la Galleria Corsini, unico esempio romano di una raccolta settecentesca integra. La col-

lezione è nata dalla donazione di Clemente XII delle sue opere ai nipoti Bartolomeo e Neri Maria, e si è ampliata con altre do-nazioni e acquisti che manifestano il tipico gusto neoclassico settecentesco. Nel 1883 ha avuto luogo la vendita al neonato Stato italiano del palazzo e dei beni ivi contenu-ti da parte del principe Tommaso Corsi-ni, permettendo la creazione della prima galleria nazionale d’arte della capitale. Se-condo le idee del famoso storico dell’arte Adolfo Venturi, sarebbe stato possibile mostrare nel museo l’evoluzione dell’arte italiana dal medioevo al contemporaneo, divisa in scuole geografiche, ma espressio-ne di una sensibilità nazionale precedente all’unificazione territoriale risorgimentale. Al fondo Corsini si sono poi uniti quelli provenienti da altre famiglie romane, come i Torlonia o i Boncompagni Ludovisi, con una conseguente mescolanza delle opere di diversa origine, alcune delle quali spo-state in sedi di rappresentanza o nella se-conda sede della galleria nazionale, Palazzo

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Barberini, acquisito nel 1949. Nel tentativo di recuperare e ricostituire l’originaria composizione e disposizione della collezione Corsini dalla seconda metà del Novecento molti storici dell’arte si sono dedicati, e continuano ancora oggi, allo studio degli inventari dei beni della famiglia. Grazie a questi studi è possibile oggi fare un viaggio indietro nel tempo e visitare l’unica collezione romana settecentesca ancora intatta e conservata nel suo luogo d’origine.Nonostante il carattere storico della collezione e l’atten-zione per la sua tutela, non manca l’adesione all’utilizzo di

nuove tecnologie. È stato ad esempio realizzato un proget-to di visita immersiva, che dà cioè la possibilità di compiere gratuitamente online, dal sito del museo, un tour virtua-le delle sale. È inoltre in corso l’allestimento di una spe-ciale mostra con la riproduzione delle opere esposte con fotografie digitali in 3D. Queste costituiscono una nuova frontiera nella presentazione delle sculture. Riproducendo nei particolari le opere d’arte e la loro percezione tridimen-sionale, facilitando la diffusione di una modalità alternativa di prestiti tra musei senza mettere a rischio l’integrità mate-riale dei beni artistici con la necessità di spostamenti tra le diverse sedi museali.L’offerta culturale di Palazzo Corsini è inoltre animata da giornate di studio e convegni specialistici, come l’ultimo su Marcello Venusti organizzato in collaborazione con l’uni-versità di Tor Vergata, a cui hanno partecipato molti giova-ni studiosi, e dalla realizzazione di progetti come “Libri in Corsini”, una rassegna che prevede in una serie di incontri la presentazione di libri di elevata rilevanza, con la presenza degli autori e di selezionati personaggi dell’ambiente cul-turale italiano. La Galleria Corsini non è quindi solo uno scrigno prezioso, ma si presenta anche come un vivace centro culturale, promotore di iniziative dai diversi livelli di approfondimento per un pubblico diversificato, esempio delle eccellenze di Roma.

La collezione abbraccia il periodo dalla fine del Medioevo al Seicento pieno, ospitando opere di beato Angelico, Andrea del Sarto e Fra’ bartolomeo, Caravaggio, Orazio Gentileschi, Guido reni, Lanfranco, Murillo, Salvator rosa e Poussin.

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

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di Filippo Ferrari Bellisario

Ce ne dobbiamo andare, dunque, dalle nostre città, dal-la nostra società nella quale non sappiamo più neanche godere di tutte le ricchezze che abbiamo a disposizione perché troppo impegnati a produrre e a consumare. Un allontanamento fisico e spirituale, una fuga immaginaria verso altri mondi.Sembra questo il pensiero di fondo di un romanzo scrit-to da un giovane artista romano, che davvero ha abban-donato la frenesia compulsiva della città, trasferendosi ad abitare in Maremma, in una zona disabitata per nove mesi l’anno, dove si sente solo il rumore del vento e del mare, il profumo del lentisco e della salsedine.Filippo Muneghina, dopo una brillante carriera di chef in giro per il mondo, invece di ritornare nel suo quartiere natale, a Montesacro, ha deciso di ritirarsi a vivere all’Ar-gentario, dove si dedica alla pittura, alla musica – discreto successo ha avuto il suo primo album “Una notte via su Marte a piantare tulipani” - e alla scrittura.Filo conduttore della sua espressione artistica è la fuga dalla realtà, la ricerca della gioia, la poesia, la bellezza del-le piccole cose. “Quando 12 anni fa me ne sono andato da Roma trasferen-

domi ad Ansedonia, ho iniziato ad avere molto tempo per ri-

flettere, e mi sono accorto di quanto tutti si prendano troppo

sul serio, trasformando il lavoro in una religione e il denaro

in un feticcio, dimenticando che ci sono cose molto più im-

portanti come la serenità personale”.In “Ce ne dobbiamo andare”, di fatto storia autobiogra-fica, l’autore racconta le vicende di due ragazzi di Roma, Saverio e Gavino, gli anni della scuola, le vacanze esti-ve, Sperlonga, Ventotene, tanto alcol, tanta droga e un perenne vagabondare dell’anima alla ricerca di se stessi, alla ricerca di un affetto vero, di compagnia. E’ forte la percezione, sfogliando le pagine del libro, di un senso di solitudine disperata, il non sentirsi compresi ed ama-ti, rifiutati da un contesto materialista ed ottuso; come spiega Muneghina: “trovo molto dura Roma con i suoi 3

- 4 milioni di abitanti che egoisticamente sono sempre pronti

a sopraffarsi l’un l’altro per arrivare primi al semaforo, la

trovo malinconica con vicini di casa che litigano e le urla

della gente che non ce la fa più, la trovo piena di solitudine

con ragazzi che vivono sullo stesso pianerottolo magari han-

no la stessa età e non si rivolgono la parola, o con le varie

categorie suddivise in fazioni calcistiche o politiche piuttosto

che mode del momento”.Romanzo di formazione che sicuramente piacerà ai gio-vani, questa opera prima può essere una lettura facile e veloce sotto l’ombrellone ma anche spunto di riflessioni profonde sull’animo umano, sul senso della vita e sulla necessità di avere un obiettivo più alto, infinito, che supe-ri la caducità delle cose terrene.

Ce ne dobbiamo andare

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MuNICIPIOXV

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ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

Mad RestaurantPer l’estate si raddoppia!

Cucina romana e non solo, prodotti freschi di giornata, le migliori tra le etichette meno “alla moda” provenien-ti da tutta Italia, birre artigianali. In questi mesi avete imparato a conoscere il “Mad Restaurant”, ristorante di Vigne Nuove (via Gino Cervi 14), perché vi abbiamo snocciolato tutte le sue peculiarità e qualità. Se anco-ra non avete fatto in tempo ad andarci a mangiare, per provare i primi dello chef Attilio o i semifreddi artigia-nali - come i tartufi di Pizzo- adesso siamo proprio nella stagione giusta. Perché? È molto semplice: il “Mad Restaurant” raddoppia! In-fatti da questo mese, visto il sopraggiungere delle piace-voli serate tipicamente romane, oltre ai 30 coperti della sala interna (con aria condizionata), ci sono anche altri 30 “coperti” dell’area esterna al ristorante, ampliabili in base alle necessità della clientela - per esempio per feste di compleanno particolarmente numerose. Il locale di Danilo, infatti, è l’ideale per eventi di qualsiasi genere, dai diciottesimi alle lauree passando per cene aziendali, avendo da proporre le più svariate tipologie di menù. Il pezzo forte dell’Estate 2015, la seconda del “Mad Re-

staurant” di Vigne Nuove, è la carne alla brace sempre di prima qualità, cotta a vista. Assaggiando i sapori della carne pugliese, presa ogni settimana da un produttore di Martina Franca, vi sem-brerà di stare in giardino, davanti al barbecue. Non per-dete l’occasione di sorseggiare dell’ottimo vino rosso, consigliato dal padrone del “Mad Restaurant”, che nei fine settimana si divide tra il bancone e i tavoli, acco-gliendo i clienti e suggerendo abbinamenti e piatti. Il “Mad Restaurant” nel giro di due anni ha raggiunto livelli eccezionali, facendo breccia nel cuore - ma so-prattutto nei palati - di tantissimi affezionati frequen-tatori. Ben recensito su Squisitalia, ha superato le 150 recensioni su TripAdvisor, di cui oltre il 90% da positive ad eccellenti. La sua amatriciana è quasi leggenda e la carbonara è tra le più famose e apprezzate a Roma. Insomma, non vi resta che conservare questa copia del giornale, recarvi a via Gino Cervi 14 a Vigne Nuove e farvi trasportare in un emozionante tour di sapori tradi-zionali, ricordando di chiedere il vostro 10% di sconto (dal lunedì al giovedì, bevande escluse).

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tutta La produzionE dEL grandE intELLEttuaLE è LEgata aLLa CapitaLE, sCEnografia dEi suoi romanzi più famosi, da gLi indiffErEnti a La noia

Moravia,uno scrittore romano

CuLTurA

di G.B.

Nel tranquillo, e un tempo silenzioso, Lungotevere della Vittoria si affaccia-no le finestre dell’appartamento, ora casa museo, di uno dei più conosciuti scrittori romani che vi abitò a partire dal 1962, fino alla morte avvenuta nel 1990. Alberto Moravia. Narratore nato,

artigiano della narrativa dotato di gran-de capacità di intreccio, fu anche attivo giornalista, autore di reportage dall’Asia e dall’Africa e, in particolare dalla fine degli anni ’50, soprattutto nei decenni ’60 e ’70, ascoltato e ricercato maitre

à penser (una specie di Sartre italiano) sempre pronto a partecipare al dibat-

tito culturale su temi politici e socia-li, avendo come strumenti di analisi il marxismo e la psicanalisi, mantenendo sempre una sua indipendenza di giudi-zio. Il suo esordio nella narrativa si era avuto nel 1929, quando, appena venti-dueenne – era nato nel 1907 – guarito da una lunga malattia durante la quale

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si era dedicato appassionatamente alla lettura, pub-blicò Gli indifferenti, romanzo che al suo apparire, in pieno fascismo, suscitò scalpore e interesse, poiché, pur inserendosi nel filone tardo-ottocentesco e primo-novecentesco spesso incentrato sulla figura dell’inetto, (vedi Tozzi e Svevo), rappresentava un quadro moral-mente desolante della borghesia romana, del tutto in contrasto con l’ideologia perbenista ed efficientista del regime, contro il quale nel 1941 Moravia scrisse La ma-scherata, satira fin troppo evidente della dittatura a cui divenne sempre più sospetto. E il tema si ripresenta ancora ne Il conformista (1951) quando, a dittatura fi-nita, Moravia sembra evidenziare nel comportamento del protagonista il persistere di certi modelli.Gli Indifferenti sono lo specchio di una società bor-ghese priva di veri ideali, che passivamente accetta uno squallido conformismo, dominato dai feticci del dena-ro e del sesso, temi che l’autore affronta con distacco e realismo amari, e che saranno sempre presenti anche nella produzione successiva. I personaggi moraviani, spesso costruiti partendo da una categoria morale, Il disprezzo, L’attenzione, La noia, La disobbedienza, eccetto il filone neorealista degli anni ’40 e ’50 a cui si ispirerà anche il cinema ( La Romana, La Ciociara, I Racconti-Premio Strega 1952 e I Racconti Romani, felice rappresentazione del sottoproletariato della Capitale) sono caratterizzati dall’incapacità di stabilire tra sé e le cose un rapporto reale, tra sé e le persone relazioni autentiche. Si tratta

di quella situazione esistenziale, tema ricorrente negli anni ’60, definita alienazione, che Caratterizza l’indi-viduo della società neo-capitalistica, estraniato da se stesso, privo di coscienza, dominato dalle cose, morti i rapporti umani autentici. E, del 1960, è La Noia ( Premio Viareggio ), forse il suo più famoso romanzo, scandaloso per quegli anni, il cui protagonista, Dino, con studio in via Margutta e ricca madre alle spalle, vive questa situazione di estraneità e incomunicabilità, la noia appunto, anche nei rapporti con la giovanissi-ma modella di cui è l’amante. In questo caso, tuttavia, dopo un fallito tentativo di suicidio, il protagonista ri-uscirà a riprendere il gusto della vita e della pittura.Nell’ultimo ventennio della vita, morirà nel 1990, l’in-venzione narrativa di Moravia si affievolisce: possiamo ricordare, oltre all’attività giornalistica che prosegue anche con le cronache dei suoi lunghi viaggi, il roman-zo Io e lui, storia quasi grottesca di un intellettuale os-sessionato dal sesso. Moravia è stato un intellettuale impegnato, ma anche un grande comunicatore che ha saputo cogliere i mu-tamenti della società contemporanea, osservata, come è stato più volte notato, con occhio di moralista, con uno sguardo completamente distaccato in cui emergo-no il pessimismo e la sfiducia nei confronti dell’uomo e della società.

Via Margutta. Nel romanzo “La Noia” (1960), il protagonista Dino trasferisce qui il suo studio di pittore.

Il ritratto di Moravia realizzato da renato Guttuso nel 1982.

Villa balestra, quartiere Parioli. Qui furono girate alcune scene della trasposizione cinematografica de “Gli Indifferenti”. Il film, del 1964, fu girato da Francesco Maselli ed è considerato il miglior film tratto da un romanzo di Moravia.

Il palazzo che ospita la casa-museo di Moravia

ANNO 2 N. 4 • LuGLIO 2015

la casa museo di Moravia, a lungotevere della vittoria 1, è stata inaugurata nel 2010. Vi ha sede l’Associazione Fondo Alberto Moravia. Le visite guidate sono organizzate ogni primo sabato del mese, a cura dell’associazione Bell’Italia 88. Le prossime visite saranno sabato 5 settembre e sabato 3 ottobre 2015. Per informazioni www.casaalbertomoravia.it

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La Locanda Rossovino promuove le tipicità agroalimentari del territorioproponendo piatti e vini a km zero, rispettando la stagionalità

ed utilizzando esclusivamente prodotti freschi.Un’ampia ed elegante sala accoglie banchetti e ricevimenti per oltre 150 ospiti.

La struttura dispone di ottto camere con servizi privati, grande piscina con idromassaggio, sauna.

Il giardino con migliaia di fiori e piante aromatiche ha un’areaattrezzata con giochi per bambini.

pEr La prima voLta a roma L’autoritratto di LEonardo da vinCi. disEgno tanto famoso quanto dELiCato. mai prima d’ora Era usCito daLLa bibLiotECa rEaLE di torino

Leonardo ai MuseiCapitolini

ArTe

di Ilenia Maria Melis

Dal 23 giugno, per sei settimane, l’Autori-tratto di Leonardo da Vinci è gradito ospite dei Musei Capitolini, per una irripetibile esposizione al pubblico della Capitale di quella che viene considerata una “sindone laica”. Una mostra unica nel suo genere, per le difficili condizioni di conservazione del disegno, a cui si è giunti, con grande emozione, grazie all’importante collabora-zione tra gli enti.Un’impresa audace e coraggiosa che in-frange un tabù: il parere negativo ricevuto già negli anni Novanta. Giovanni Saccani, direttore della Biblioteca Reale di Torino, sottolinea come l’ardita idea sia nata con l’intento di portare all’attenzione mondiale i dettagli della ricerca diagnostica sul manu-fatto ed i processi di degrado in corso sullo stesso. Si è quindi lavorato, grazie alla di-sponibilità della Biblioteca Reale di Torino, sull’opera affinché fosse conosciuta e rac-contata attraverso i dati scientifici e gli im-portanti interventi conservativi. Un’iniziati-va molto apprezzata dal Capo dello Stato, in quanto finalizzata a mantenere sempre viva la storia dell’opera. La sinergia di in-tenti ha lavorato moltiplicando le consuete attenzioni applicate agli eventi espositivi,

tentando di ridurre al minimo i rischi di un complicato e delicato trasporto.La storia dell’Autoritratto è sempre stata ricca ed affascinate; questo fa parte, assie-me ad altri 12 disegni autografi di Leonar-do, della collezione della Biblioteca Reale di Torino acquistata da re Carlo Alberto nel 1839 dall’antiquario Giovanni Volpato. Successivamente fu portata in Quirinale, prima di varcare le porte di Torino. L’estre-ma delicatezza dell’opera è dovuta all’erro-nea conservazione nella Torino sabauda, dove, a causa dell’assenza dei conservatori, per lungo tempo rimase esposta ai raggi so-lari con conseguente formazione del foxing (il processo di degradazione della carta) che ormai la tempesta. A tre anni dalle prece-denti misurazioni diagnostiche si è potuto comparare i dati che hanno evidenziato il degrado della cellulosa del foglio; sarà necessario, quindi, valutare altre ipotesi di conservazione di natura prettamente chi-mica. Ci si pone ancora molte domande sull’originalità del disegno, se sia realmente un autoritratto di Leonardo od un sempli-ce ritratto di filosofo. È certo, però, che nell’immaginario collettivo questo rappre-senta l’unico esempio conosciuto del volto dell’artista. Il percorso espositivo è suddivi-

so in tre sezioni: una parte introduttiva, che permette ai visitatori di conoscere l’Autori-tratto e la sua collocazione nella Biblioteca di Torino; l’approfondimento diagnostico realizzato dall’Istituto di Restauro del libro (ICRCPAL), diretto da Maria Cristina Mi-siti, ed infine la visione del manufatto. In un’ala dedicata, nella penombra, spicca, de-licatamente illuminata, una delle immagini maggiormente conosciute al mondo, un piccolo foglio di 33 x 21 cm circa, indifeso, delicato, un’icona che proietta l’incanto di uno stato emotivo. La sanguigna traccia-ta velocemente dal maestro nel 1516 con tratti sicuri ma leggeri, si fonde con il colore della carta ingiallita e mostra il volto di un anziano, un non finito, che per l’intensità dello sguardo cattura il visitatore, che non è più spettatore, ma è scrutato da quegli occhi magnetici che lo imprigionano in un dialogo senza tempo. Forte l’emozione di trovarsi di fronte ad un’immagine evocativa che rende familiare il volto dell’anziano maestro; una sensazione di contemporaneità frutto della capacità espressiva e creativa di Leonardo, della sua attenzione a scavare nella perso-nalità dei personaggi rappresentati. Un tur-bamento a cui nessuno dovrebbe sottrarsi anche solo per l’irripetibilità dell’evento.

28Leonardo da Vinci - L’autoritratto Musei capitoLini - paLazzo caffareLLi fino al 3 agosto 2015

tutti i giorni 9.30 - 19.30 ingrEsso 5 Euro Tel. 060608 (tutti i giorni 9.00 - 21.00) www.museicapitolini.org • www.museiincomune.it

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La Locanda Rossovino promuove le tipicità agroalimentari del territorioproponendo piatti e vini a km zero, rispettando la stagionalità

ed utilizzando esclusivamente prodotti freschi.Un’ampia ed elegante sala accoglie banchetti e ricevimenti per oltre 150 ospiti.

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La squadra romana di paLLaCanEstro ha rECEntEmEntE vinto Lo sCudEtto undEr 19 masChiLE, Ed è ormai una dELLE soCiEtà più quotatE a LivELLo intErnazionaLE pEr iL sEttorE giovaniLE

SPOrT

di Luca Pelosi

Non si vince più tanto spesso, nello sport romano. E già questo è un motivo suf-ficiente per celebrare lo scudetto under 19 della pallacanestro vinto dalla Stella Azzurra lo scorso 31 maggio a Torino. Se non fosse che... ce ne sono tanti altri che rendono questo titolo speciale. Intanto perché l’ultimo titolo della categoria più prestigiosa a livello giovanile risaliva addi-rittura al 1979, con l’Algida in cui militava il futuro campione d’Italia col Bancoroma Stefano Sbarra (e oggi nei quadri tecni-ci proprio della Stella Azzurra), e ancora prima al 1975 col Basket Roma allenato da Giancarlo Asteo e con un altro futuro campione d’Italia “dei grandi” come En-rico Gilardi e tanti ragazzi romani come Tassi, Cirotti, Manzotti, Ciaralli. Quel ti-tolo fu il frutto di un vero e proprio la-boratorio cestistico tutto romano, di qua-rant’anni fa. Questo, altro motivo per cui

è speciale, invece è uno scudetto figlio di questi tempi.Il Basket Roma di allora era una famiglia tradizionale, dove la città era la grande madre che partoriva e accudiva i suoi fi-gli e il papà era un romano d’altri tempi come Giancarlo Asteo. Questa Stella Az-zurra è una famiglia allargata e multietni-ca, che ha la sua casa accogliente: si chia-ma Stella Azzurra Basketball Academy, è praticamente un piccolo college con la sua foresteria che consente il recluta-mento di giovani fuori da Roma e fuori dall’Italia. E così nel roster campione d’I-talia ci puoi trovare sia il più importante talento romano, Andrea La Torre, guardia classe 1997 su cui ha già messo gli occhi Milano e ben noto anche negli USA, sia Lorenzo Bucarelli, che dopo l’implosione della Mens Sana Siena ha scelto proprio la Stella Azzurra per proseguire nella sua crescita. E poi il montenegrino Todor

Radonjic, l’islandese Kristinn Palsson o il bosniaco Njegos Sikiras, classe 1999, che ha partecipato al Jordan Brand Classic, la partita che raduna i migliori giovani ta-lenti americani e dove, con 16 punti e 8 rimbalzi, è stato nominato miglior gioca-tore assieme al francese Jaylen Hoard. E’ il terzo anno consecutivo che uno stellino vi partecipa, l’anno prima era toccato pro-prio al già citato Andrea La Torre. Durante l’anno in squadra si sono visti anche due ragazzi serbi, un senegalese, un romeno e un macedone. Non è l’in-cipit di una barzelletta, quelle si fanno per far ridere. Questa invece è una cosa seria, naturalmente anche per gli altri ita-liani campioni d’Italia: Guariglia, 17 punti in finale, Cacace, Antonaci, Masciarelli, Trapani, Da Campo, Savoldelli, Ulaneo. Non è una stella solo azzurra, ma di tutti i colori. Ancora più bello, quindi, l’abbrac-cio finale, anche per uno degli altri motivi

STella azzurraFuCina di TalenTi

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UN ITALIANO DI NOME KOBE

che rendono questo scudetto speciale. La vittoria infatti è arrivata al termine di una finale sempre equilibrata e tesis-sima, con la Stella capace di arrivare sul 61-58 nell’ultimo minuto su schiacciata di Guariglia. Pistoia cerca il tiro da tre, ma il provvidenziale fallo dei nerostellati arriva prima. I due tiri liberi vanno a segno, 61-60 a 5” dal termine. Lì però la Stella riesce a evitare il fallo dei pistoiesi che cerca-vano di bloccare il cronometro, con una serie di passaggi magistrali che dimostrano come questi ragazzi sappiano già gestire i momenti più difficili di una partita come dei professionisti. Frutto evidentemente dell’attenzione ai dettagli di Germano D’Arcangeli, che sarebbe riduttivo definire solo “coach”. D’Arcangeli è infatti la vera e pro-pria architrave di una società dal passato glorioso (due quarti posti in Serie A negli anni 70) alla quale ha prima ridato dignità e che ora sta facendo apprezzare in tutta Europa per il suo lavoro a livello giovanile.Sì, in tutta Europa: quest’anno infatti la società romana ha partecipato anche alle Final Eight dell’Adidas Next Generation Tournament organizzate dall’Eurolega a Ma-drid proprio nei giorni in cui si disputavano le Final Four della massima competizione continentale. In altri termini, ciò significa stare tra le migliori 8 squadre d’Europa under 19. C’erano anche Real Madrid, VEF Riga, INSEP Parigi, Stella Rossa Belgrado, Zalgiris Kaunas, Spars Sarajevo e Unicaja Malaga. La Stella vi ha partecipato, unica italia-na ad esserci mai riuscita, in quanto vincitrice del torneo Città di Roma, che proprio all’Arena Altero Felici, la casa nerostellata, ospita a dicembre il meglio del basket eu-ropeo ed è diventato un appuntamento che ogni Natale strappa alle loro famiglie gli addetti ai lavori più attenti e tanti appassionati.Ma su Via Flaminia non ci sono solo gli occhi dell’Eu-ropa, ma anche dell’America. Nel 2011 sul parquet della Stella s’è esibito addirittura Kobe Bryant. Un anno fa l’Arena Altero Felici ha ospitato l’unica tappa euroepa del “Basketball Without Borders”, evento che ha riunito

gente tipo Al Horford, Andrea Bargnani (che proprio alla Stella Azzurra è cresciuto), Gigi Datome, Danilo Gallinari e i migliori talenti europei classe ‘97. Poi può anche capitare d’incontrare una star della musica come Justin Bieber, che quest’anno ha fatto una visita a sor-presa. E tanto per confermare che la società di D’Arcangeli ha capito che bisogna saper guardare al di là dei pro-pri confini, ha partecipato anche – unica italiana – alla European Youth Basketball League con le formazioni Under 17 (che è arrivata alle “superfinal”), under 15 e under 14. Ecco un altro motivo per cui questo scudetto under 19 è speciale: non è frutto del caso o di una generazione fortunata, ma di un lavoro capillare iniziato già da tempo (e che lo scorso anno aveva già portato allo scudetto under 15). Germano D’Arcangeli, giustamente, se la gode: “Viaggi, aeroporti, usi e costumi tanti e tutti diversi,

hanno esaltato il nostro essere “multicultural” e di

questo sono molto orgoglioso. Tre finali europee e

sette finali nazionali in una stagione sono un record

difficilmente battibile. in funzione dei nostri ragaz-

zi. Vogliamo essere sempre di più, uno strumento

per il loro successo . E questo ci basta”. E lo scu-detto under 19? “La vittoria è sostanzialmente

il coronamento di tutta una stagione, del gran

lavoro fatto ogni giorno e per questi ragazzi è

anche la conclusione di un percorso di crescita

straordinario. Mi sento di dedicare questa vittoria

alle persone che alla Stella Azzurra non ci sono più”.Ecco perché è ancora più speciale questo scudetto: per chi, partito dalla Stella color del cielo, oggi è una stella in cielo. Per tutti, Mario Delle Cave: quattro anni fa un terribile incidente stradale se l’è portato via. Aveva 18 anni, quindi era ancora under 19 e siccome il destino ha fermato il suo percorso a quell’età, lo sarà sempre. E’ campione d’Italia anche lui.

La Stella Azzurra è nata nel 1938, su iniziativa di studenti e insegnanti del San Giuseppe De Merode. A metà degli anni ‘70, guidata da Valerio bianchini, la formazione romana giocò alcune stagioni in A1 e raggiunse la semifinale del torneo europeo di Coppa Korac

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S’è esibito al campo della Stella Azzurra, per un anno ha vissuto a Pistoia. In un certo senso, la finale del campionato under 19 è stata anche la partita di Kobe Bryant. Un italiano e non solo perché ancora oggi la star dei Los Angeles Lakers parla fluentemente la nostra lingua. Lo spiega bene “Un italiano di nome Kobe”, il libro di Andrea Barocci (Absolutely free editore, 16 euro) che per la prima volta ricostruisce l’infanzia italiana di quel ragazzino che a 7 anni già ballava la breakdance e che seguì il padre Joe Bryant a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. “Fammi entrare, io fo’ canestro!” urlava con cadenza toscana all’allenatore di Reggio Emilia che lo teneva in panchina. Ma questo è solo uno dei tantissimi aneddoti raccolti da Barocci attraverso le testimonianze dirette di chi ha conosciuto il piccolo Kobe: da quando dava spettacolo durante gli intervalli delle partite del padre, a quando si arrampicava sul canestro, fino ai racconti dei compagni di squadra e degli amici. Non solo cu-riosità, però, ma anche tanto basket. Che fa giungere a una conclusione che stupisce, sì, ma fino a un certo punto: se Kobe Bryant è diventato una stella, è anche, se non soprattutto, perché è cresciuto in Italia, dove ha imparato i fondamenta-li. Il primo a dirlo è lui. In italiano. Un italiano di nome Kobe.

STella azzurraFuCina di TalenTi

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SPORT

STella azzurra, TrionFo anChe per l’under 15. a guidarla il giganTe roberTino

di Luca Pelosi

Non si vince per caso, alla Stella Azzurra. Si vince perché c’è tutto un settore gio-vanile che funziona. E così, dopo il titolo under 19, il 4 luglio a Desio è arrivato anche lo scudetto under 15, conquistato dai ragazzi allenati di coach Claudio Car-ducci al termine di una fase finale trion-fale che ha avuto l’apice nella finale vinta 67-51 contro la Benetton Treviso. Non inganni il punteggio finale, però: per gli stellini è stata proprio quella la prova più dura, dato che la squadra ha do-vuto recuperare un divario di 12 punti per poi scattare avanti nel terzo quarto e non farsi riprendere più. Gioia dop-pia per Mattia Palumbo e Dorde Pazin, eletti nel quintetto ideale delle finali, anche se gli occhi erano tutti su Robert

Bobroczkyi. Detto “Robertino”, per-ché questo quattordicenne romeno è alto “appena” 2 metri e 26 centimetri. Proprio così. Figlio di due ex cestisti, entrambi sopra i 2 metri, ha scelto la Stella Azzurra nonostante avesse offer-te da tutta Europa proprio per il carat-tere multinazionale della società roma-na. “Mi ispiro a Yao Ming (l’ex pivot ci-nese degli Houston Rockets di 229 cm, ndr) – dice – e sogno di vincere il titolo Nba”. La strada è ancora lunga, perché il ragazzo sta seguendo un programma personalizzato per lavorare sulla coor-dinazione e per evitare i problemi su muscoli e articolazioni che una crescita così repentina può dare. Alla Stella vie-ne seguito con attenzione perché se ne vuole fare un giocatore e non un feno

meno da baraccone. E la strada è quella giusta. Segna anche da tre e una volta ha messo 10 tiri liberi consecutivi. So-gnando la Nba e festeggiando il titolo under 15 con gli altri campioni d’Italia. Oltre ai già citati Palumbo (16 punti in finale) e Pazin (15 punti), ci sono anche Rinaldi, Grillo, Di Noi, Ugolini, Lafitte, Donadio, Cupellini, Adem Panopio e Castronovo.

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Via Flaminia Vecchia, 593 00191 Roma • dal lunedì al venerdì ore 8.30-12.30 / 16.00-19.30; sabato su appuntamento Tel 06.3338726 - Fax 06.3338734

• Pratiche automobilistiche • Patenti

• Pratiche Nautiche • ACI Automobile Club Italia

• Assicurazioni

Page 35: Lungotevere n. 4 luglio 2015

Dal 25 Giugno al 10 Luglio 2015 si possono presentare le domande di partecipazione ai Punti BLU

I Punti Blu sono soggiorni al mare, comprensivi di trasporto e pranzo, con partenza la mattina e rientro la sera, organizzati in turni di sei giorni tra luglio e ed agosto, domenica esclusa. Possono partecipare tutti gli anziani residenti nel Municipio Roma I. Per la partecipazione si richiedono indicazioni sul reddito e la composi-zione del nucleo familiare allo scopo di individuare i requisiti di accesso prioritario. È previsto un contributo di 2 euro giornalieri a carico dei partecipanti

Documenti richiesti:reddito del 2014 - documento di riconoscimento

Le domande si consegnano al Segretariato Sociale P.U.A. Via Petroselli,50 Tel.06.69601665 nei giorni di

Lunedì/Venerdì ore 9-12 Martedi e Giovedì ore 9/12 pom.14,30-16

Mercoledì chiuso

www.comune.roma.it/municipio/01

chiusura iscrizione prorogata fino a esaurimento posti!

oasi 2015

insieme è meglio

punti BLu 2015

chiusura iscrizione prorogata fino a esaurimento posti!