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Periodico mensile di Roma Nord a diffusione gratuita Anno 3 • n. 2 MAGGIo 2016 XIV II III I I MUNICIPIO ALFONSI VA AVANTI II MUNICIPIO RI-SCOSSA TOR FIORENZA III MUNICIPIO PARCO DELLE SABINE XIV MUNICIPIO PROBA PETRONIA QUESTIONE MORALE Vera ossessione EQUITAZIONE Cavalcare a Roma Nord VIRTUS ROMA Salva con fatica

Lungotevere n. 2 maggio 2016

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Periodico mensile a diffusione gratuita di Roma nord

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Periodico mensile di Roma Nord a diffusione gratuita

Anno 3 • n. 2MAGGIo 2016

XIVII IIII

I MUNICIPIOAlfonsi

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I I MUNICIPIORi-scossA

toR fioRenzA

I I I MUNICIPIOPARco

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XIV MUNICIPIOPRobA

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QUESTIONE MORALEVera ossessione

EQUITAZIONE Cavalcare a Roma Nord

VIRTUS ROMA Salva con fatica

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Vota Marco Aurelio ..............................2Ossessione questione morale ...............4Il pasticcio di SEL .................................6I candidati sindaci ...............................7Cascapera, accelerare il cambiamento 8Alfonsi, vado avanti ........................ 10Il cimitero dei motorini .................... 12Cicerchia, salviamo il II Municipio! .. 13Di Gianvito, più trasparenza in Municipio .................................... 14Tor Fiorenza alla Ri-Scossa .............. 15Parco delle Sabine, lo scempio continua? ....................... 16Gianna Le Donne, alternativa in III .............................. 18Bonificata Proba Petronia ...............20XIV, laboratorio di buona amministrazione .............................21Līlā, il gioco della creazione ...........22Rosmini, la scuola multietnica ........23MAME, medioevo a Roma ................24I romani e il cavallo ........................26Piazza di Siena 2016 ......................28Cavalcare a Roma Nord ...................30Virtus salva, ma che umiliazione! ....32

Editore

Sara Mechelli

Sede

Via Ghisalba 160 – 00188 Roma

Direttore Responsabile

Sara [email protected]

333/4204141

Direttore Editoriale

Filippo Ferrari [email protected]

Redazione

Luca Asterri, Davide Cirotti, Ludovica Leonardi, Ilenia Melis,

Alessandro Pilosu, Valerio Valeri, Veronica De Michelis

[email protected]

Pubblicità

[email protected]

Grafica

Marco Valeriani [email protected]

Stampa

Stamperia Lampovia Adda, 129/a – 00198 Roma tel: 39 06 8554312

email: [email protected] www.stamperialampo.it

Numero chiuso il 26 maggio 2016

Copertina di

Francesca Giordano

Fotografie di

Stefano Di Noi, Gian Marco Sanna

26SOMMARIOAnno 3 - n. 2MAGGIO 2016

www.lungotevere.netSiamo anche online!

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Marco AurelioIl condottiero filosofo che ci manca

EDITORIALE

di Filippo Ferrari Bellisario

Vegliando su Roma, nella sua posa iera-tica e possente al tempo stesso, Marco Aurelio, posto come fu da Michelange-lo al centro di quel mirabile comples-so architettonico – urbanistico che è la piazza del Campidoglio nel 1539, si sarà turbato non poco assistendo agli iste-rismi e alle nefandezze accadute nelle stanze comunali negli ultimi anni. Non che ai suoi tempi gli uomini di potere e con incarichi pubblici fossero tutti esempi di morale e di ingegno politico. Ma di sicuro, pensando all’imperatore filosofo, uomo di potere ma anche di riflessione, non si può non notare lo stacco tra la figura di governante che gli storici dell’epoca imperiale ci traman-dano e gli amministratori pubblici dei nostri giorni.Perfetta incarnazione della gravitas – ov-vero la serietà, il dovere – che le clas-si colte di Roma si erano poste come ideale di comportamento, Marco Au-relio cercò di interpretare nella vita privata ed in quella pubblica l’essenza dello stoicismo, la dottrina filosofica di derivazione greca poi divenuta simbo-lo stesso della storia dell’antica Roma; come è stato più volte osservato l’im-magine tipologica del romano è quella dello stoico. Lo stoicismo, nella sua de-clinazione romana, imponeva di unire l’etica individuale all’etica del cittadino. La disciplina, l’abnegazione, la resisten-za al dolore, al rinuncia ai vizi, la visione razionale dell’esistenza, dovevano dare forma anche all’esperienza pubblica e, nel caso dell’imperatore autore dei “Pensieri” (i colloqui con se stesso), all’arte del governo. Se l’epicureismo indicava la via dell’astensione dell’attività civile e la completa apatia del saggio, lo stoici-smo ingiungeva di intraprendere il sen-

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tiero opposto; non a caso la figura di riferimento per gli stoici era Eracle, il dio che aveva compiuto le sue fatiche a beneficio dell’umanità. Ecco, Marco Aurelio, che il potere non l’aveva conquistato ma ereditato dal padre adottivo Antonino Pio, sentì sempre il peso del potere, l’altissimo obbligo morale che ve ne derivava. Soffriva questo peso, la solitudine nella quale si trova-va, ma non rinunciò mai ai suoi obblighi, diventando quello che resterà un fulgido esempio di, potremmo dire, tiranno illuminato. Con i distinguo che dobbiamo fare, in relazione a secoli lontani nei quali il comune sentire era infinitamente lontano dal nostro, Marco Aurelio pur essendo un conservatore, e costretto dagli eventi a combattere per quasi tutta la durata del suo impero, fu politico progressista e lungimirante, attento a alla conservazione dello Stato e del potere costituito, ma anche al benessere dei suoi cittadini.Rispettoso oltre ogni modo delle istituzioni e delle leg-gi, l’imperatore antepose materialmente il benessere della res publica alla sua ricchezza personale: consape-vole della crisi economica che già attanagliava Roma, e degli ingenti costi militari richiesti dalle campagne con-tro i barbari, arrivò a vendere gli oggetti di valore della sua casa, le opere d’arte, perfino i vestiti della moglie defunta, Faustina, per rimpolpare le casse pubbliche.Si distinse per le misure a favore dei poveri e degli or-fani, con una attenzione per l’infanzia che per i tempi appare inconsueta, ordinò che fosse tesa una rete sotto gli acrobati e che i gladiatori si battessero con armi spuntate, impose l’obbligo per i figli di passare gli ali-menti ai genitori, emise diversi decreti che tutelavano gli schiavi, come il divieto di compravendita di uno schiavo per usarlo nel circo con le belve feroci; anche

se, d’altra parte, impose la massima severità nel cat-turare gli schiavi fuggitivi. Umanità, compassione, ma

anche una visione del mondo che lo portava a una in-terpretazione rigida delle regole. La sua attività legisla-tiva cercò di rispettare quelli che erano i suoi principi morali. E indubbiamente, il suo periodo di imperium fu contraddistinto dalle molte vittorie militari che riman-darono probabilmente di due secoli la caduta di Roma e, sebbene la seconda metà del II secolo dopo Cristo sia stata un’età di crisi economica, morale e spirituale, proprio come oggi, i suoi sforzi furono tutti diretti a migliorare la vita dei suoi sudditi, a mettere ordine là dove iniziava a regnare il caos.Un esempio di guida, di comando, che stride con le pallide figure che l’arena politica romana e nazionale attuale ci propone. Chi oggi rinuncia agli onori e ai guadagni dell’incarico pubblico, anteponendo il benes-sere della collettività al proprio tornaconto persona-le? Chi arriverebbe all’estremo sacrificio per salvare la Patria? Chi infine riuscirebbe a coniugare l’attività di amministrazione con una visione politica completa e razionale, imponendo a se stesso, e alla società civile che dovrebbe guidare, regole e principi certi? Per governare Roma servirebbe davvero un politico temprato dallo stoicismo, resistente al peso dell’impe-gno, impermeabile agli eventi, coraggioso nell’azione, razionale nelle scelte, compassionevole verso i deboli e gli indifesi, duro con i trasgressori della legge.Ma sulla scheda elettorale, purtroppo, il nome di Mar-co Aurelio non lo troveremo. Speriamo solo che, passando tutte le mattine sotto la statua equestre di bronzo, il futuro sindaco di Roma ne tragga ispirazione.

3

Marco Aurelio fu imperatore dal 161 al 180 d.C., succedendo ad Antonino Pio. Il successore di Marco Aurelio fu il figlio Commodo.foto di Luca Damario

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Marco Aurelio, campione dello stoicismo, coniugò l’etica individuale

con l’etica del governante

La statua equestre di Marco Au-relio, realizzata probabilmente nel 176 d.C., per celebrare una delle campagna vittoriose con-

dotte contro i barbari, forse le vittorie sui Marcomanni e sui Sarmati, fu trasporta-ta in Campidoglio nel 1538 per volere di papa Paolo III. La sistemazione dell’enor-me complesso bronzeo fu affidata a Mi-chelangelo. Il genio toscano pare tuttavia non fosse d’accordo con il progetto; forse per que-stioni architettoniche, in quanto la statua non era stata pensata per essere il centro assiale di quella piazza; o forse per motivi

politici, essendo Michelangelo sostenitore della repubblica e contrario agli imperato-ri.Dove fosse precedentemente il bronzo equestre in realtà non è chiaro. Come det-to fu eretta per celebrare una vittoria sui barbari. Le statue equestri erano infatti un ono-re massimo, riservato in età imperiale, di fatto, solo agli stessi imperatori. Inoltre, ulteriore indizio che collega quest’opera alle guerre condotte contro i barbari è la toppa presente sullo zoccolo anteriore destro. Segno evidente che il complesso monumentale era più articolato e presen-

tava, ai piedi del cavallo, probabilmente un barbaro accosciato, sottomesso. Figura del barbaro peraltro richiamata da fonti medievali. Fonti che però non hanno fat-to chiarezza su dove fosse posta la statua. Sicuramente in uno spazio pubblico, sul Celio verso il Laterano. C’è anche chi ha ipotizzato che l’opera di bronzo fosse stata donata dall’imperatore Costantino al Papa, insieme ai possessi lateranensi. Forse, proprio questo collega-mento con il primo imperatore cristiano, credendo nel medioevo che la statua rap-presentasse Costantino, ha salvato il Mar-co Aurelio dalla distruzione.

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di Giovanni F. Accolla

Mentre a parole siamo diventati tutti ga-rantisti (compresi coloro che del giustizia-lismo per decenni ne fecero uno strumen-to di lotta politica), la giustizia sembra una cosa che attiene più all’opinione pubblica e alle varie rappresentazioni mediatiche (social media, compresi) che alle aule dei tribunali. Alcuni, per esempio, inneggiano all’one-stà, come se questa fosse una garanzia di riuscita e non un pre-requisito morale che dovrebbe investire (certo soprattutto i politici) tutti i cittadini degni di questo nome. Così, tra le formazioni politiche è scattata la gara a chi ha più (o meno) in-dagati tra le proprie file e a chi formula i più acrobatici distinguo tra le motivazioni di un avviso di garanzia e un altro. Tutto questo quando, nel frattempo, la magi-stratura ha talmente superato il proprio alveo istituzionale, da non riuscire più a distinguere nelle interviste ai giornali un togato da un esponente di un partito poli-tico e viceversa. Senza scomodare Monte-squieu, la cosa appare di per sé pericolosa in tutta la sua evidenza.C’è, al fondo, un grande equivoco: ora tutti piangono la scomparsa di un vero garantista come Marco Pannella (tale fu, al di là di ogni giudizio politico e soprat-tutto al di là di certo sciovinismo che contraddistingueva la sua azione politica), tutti commemorano il perseguitato Enzo

Tortora, ma nessuno sul tema della giu-stizia (e su quella giusta) pare davvero in grado di esercitare fino in fondo un senti-mento genuino. Un sentimento che nasca dalla propria coscienza e non dal proprio torna conto. In politica soprattutto. Atti dovuti quelli contro i tuoi avversari, atti politici quelli contro la tua parte politica: così, ad onor del vero, certo garantismo dell’ultima ora sembra piuttosto la difesa delle proprie ra-gioni e soprattutto delle proprie posizioni di privilegio. Certo, fino a prova contraria; ma nel nostro paese si parla di “questione morale” da oltre trent’anni senza un’idea chiara di morale pubblica. Mi sembra che l’arretratezza del nostro sistema giudizia-rio sia uno dei simboli dell’arretratezza del nostro Paese, tanto da diventare un buon alibi per tutti. E dico tutti. L’assurdo, l’opinione personale, l’alibi morale sembrano essere diventati fatali, la fatalità, quindi, ha assunto il senso della logica, della giustizia, dell’onestà intellet-tuale. Il peggio è assicurato e noi ne sia-mo complici. Perché pensiamo, ognuno di noi in cuor suo pensa, di aver ragione e, così, finiamo un po’ tutti per rende-re tutto lecito. Accade che in ufficio, alla macchinetta del caffè trovi quel collega che s’indigna per il malaffare dei politici, dimenticando che poco prima ti ha offer-to in affitto la sua casa al mare, ovviamen-te, in nero.

La morale - in fin dei conti, almeno nei nostri tempi - non è mai imparziale ed è sempre soggettiva, tanto più in politica, visto che ciò di cui la politica si occupa, è di favorire certi interessi piuttosto che al-tri ... Da un politico ci si attenderebbe un quoziente di moralità superiore alla media degli elettori, certo, ma del resto non si può chiedere “alla politica” di esercitarne - denaturandosi - il magistero. Di essere, insomma, il luogo stesso dell’esercizio della moralità. Quest’aderenza stretta, tale consequenzialità crea - la storia insegna - “grandi timonieri” o capi popolo che fi-niscono giustiziati a causa dei loro stessi principi. Aspirazione sia l’una sia l’altra - quella del timoniere e quella del capo popolo - che non cessano di esercitare un certo fascino nei politici nostrani. Che fare? Bisognerebbe avere la consa-pevolezza che la corruzione si vince solo rendendo più semplice e realmente tra-sparenti gli ingranaggi della vita ammini-strativa del Paese e con una nuova selezio-ne della classe dirigente, specie locale, che sia dotata di reali capacità tecniche, gente che il giustizialismo di moda tiene lontani dagli impegni pubblici, in modo da con-trastare ogni deriva giustizialista restituen-do per davvero dignità al garantismo. Perché, per essere garantisti non è ab-bastanza essere o dirsi liberali, bisogna innanzi tutto essere liberi. Liberi dal pregiudizio.

4

uRbE

L’ossessione della questione morale segno dell’arretratezza politica italiana

Puoi leggere il programma e i risultati raggiunti da Riccardo Corbucci assessore del III Municipio sui siti

www.corbucci.it www.scelgoroma.it

#ScelgoRoma

Con Roberto Giachetti sindaco

Sulla scheda per il Comune barra il simbolo del PD e scrivi:

È possibile esprimere due preferenze (un uomo e una donna)

corbucci

Mandatario elettorale Silvia Di Stefano

Corbucci_Pubb31x22.indd 1 05/05/16 09:05

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Puoi leggere il programma e i risultati raggiunti da Riccardo Corbucci assessore del III Municipio sui siti

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#ScelgoRoma

Con Roberto Giachetti sindaco

Sulla scheda per il Comune barra il simbolo del PD e scrivi:

È possibile esprimere due preferenze (un uomo e una donna)

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Mandatario elettorale Silvia Di Stefano

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6

In pochI gIornI la candIdatura dI Stefano faSSIna e delle lISte che lo SoStenevano è Stata prIma bloccata dalla commISSIone elettorale e poI dal tar del lazIo, InfIne rIammeSSa dal conSIglIo dI Stato. ma nel frattempo abbIamo aSSIStIto a un feroce ScambIo dI accuSe tra I due gruppI dI Sel e dI SInIStra ItalIana.

Disattenzione, o un clamoroso traDimento?

il pasticcio che ha spaccato la sinistra romana

uRbE

di Filippo Ferrari Bellisario

Quando la sera di sabato 7 maggio al comitato elettora-le di Stefano Fassina ci si è resi conto del pasticcio, non erano trascorse che poche ore dal lancio della campagna elettorale dell’ex viceministro, avvenuta in pompa magna a piazza Re di Roma davanti a parecchie centinaia di persone. Dall’entusiasmo allo sconforto in un attimo. Andando a ricontrollare tutti i documenti, infatti, la commissione elet-torale di Roma Capitale si è accorta che nei moduli per la raccolta firme a sostegno della lista civica mancavano le date. Mentre, ancor più grave se vogliamo, i moduli uti-lizzati per la lista politica “Sinistra X Roma” erano vecchi. Vecchi perché mancanti dell’aggiornamento della cosid-detta Legge Severino, quella anti-corruzione e per la tra-sparenza nella pubblica amministrazione. Di conseguenza, anche tutte le liste presentate nei 14 municipi che andran-no al voto (a Ostia non ci saranno consultazioni, rimane commissariato dopo i fatti di Mafia Capitale) sono risultate “inammissibili”. Per diversi giorni, quindi, Stefano Fassina e tutti i quasi 500 candidati di Sel e Sinistra Italiana (eccezion fatta per Andrea Catarci, candidato minisindaco a Garbatella, che le firme se l’è raccolte autonomamente sui moduli giusti) sono stati di fatto estromessi dalla competizione elettorale: prima dalla commissione capitolina che si occupa di accettare le candi-dature, poi dal Tribunale Amministrativo di Roma presso il quale gli avvocati dell’ex Pd avevano presentato imme-diatamente ricorso. A quel punto, apriti cielo: una parte di Sel, mai convinta della candidatura di Fassina, ha puntato

il dito contro l’entourage del deputato di Nettu-no. Gli altri - come per esempio quelli prove-nienti dall’Altra Europa - , si sono stretti attorno al “leader” provando a cercare un capro espia-torio. C’è anche chi ha sommessamente parlato di complotto: qualcu-no ha fatto accordi con Giachetti, mettendoci lo

zampino? Un’ipotesi del tutto fantasiosa, ma che è circola-ta parecchio negli ambienti della Sinistra romana. Facendo infuriare i due riferimenti romani di Sel, ovvero il vicepresi-dente della Regione Massimiliano Smeriglio e il consigliere comunale uscente Gianluca Peciola. Riunioni carbonare, incontri privati, telefonate: per oltre una settimana quella che vorrebbe essere l’alternativa al Partito Democratico non solo a Roma ma in tutta Italia è stata in fermento, di fatto spaccandosi. E ricorderemo a lungo le parole dure di Gianluca Peciola, nuovamente candidato, contro Fassina, reo di aver scaricato la responsabilità di quanto accaduto sulle spalle di Sel: “Nessuno può permettersi una cosa del genere - aveva tuonato Peciola - , soprattutto se non ha ammesso la gravità dell’errore. Sel è una comunità che ha sempre saputo aggregare consensi e che ha espresso ge-nerosità nei confronti di Fassina e di tutti coloro che dal Pd sono usciti da pochi mesi”. E tutto ciò accadeva il 16 maggio, quando il Consiglio di Stato inaspettatamente ha ammesso il ricorso di Sinistra Italiana, facendo tornare in corsa l’ex viceministro e tutta la squadra di aspiranti presi-denti e consiglieri. La campagna elettorale è quindi ripartita anche per loro, anche se la durata è stata ridotta all’osso. Per due settimane scarse l’ascia è stata nuovamente sotter-rata - anche se con il manico in bella vista - e si è andati a caccia di voti nei quartieri, in piazza, casa per casa, sui social network. Gli elettori di sinistra hanno tirato un sospiro di sollievo: “Almeno non saremo costretti a votare Giachetti”. Tutto questo entusiasmo per Fassina, alla fin fine, non c’è.

Stefano Fassina, laureato alla bocconi, ha lavorato

al Fondo Monetario Internazionale ed è stato

viceministro dell’economia durante il governo Letta.

Eletto nel 2013 alla Camera dei Deputati per il PD, partito dal quale è

uscito, in polemica con la linea di governo di Renzi,

nell’estate del 2015, confluendo in Sinistra

Italiana.

Cresciuto nelle fila di movimenti di estrema

sinistra, quali Autonomia Operaia, e il Movimento

della Pantera, laureato in Lettere e Filosofia,

Peciola è stato assessore alle politiche giovanili,

alla casa e alla cultura in Municipio XI. nel 2013

è stato eletto consigliere comunale nelle file di

Sinistra Ecologia e Libertà

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Anno 3 n. 2 • MAGGIo 2016

Disattenzione, o un clamoroso traDimento?

il pasticcio che ha spaccato la sinistra romanaelezioni 2016

N. NOME E COGNOME N. NOME LISTA1 FRATELLI D'ITALIA ALLEANZA NAZIONALE MELONI SINDACO2 LEGA NOI CON SALVINI3 CON GIORGIA MELONI SINDACO

2 ALFONSO GALDI 4 PARTITO COMUNISTA3 MARIA GIUSEPPINA CAMPANINI 5 MOVIMENTO 5 STELLE4 VALENTINA TORRESI 6 IORIO SINDACO5 FABRIZIO LASTEI 7 IL POPOLO DELLA FAMIGLIA6 DENISE DOSSONI 8 MOVIMENTO PER ROMA

9 PARTITO DEMOCRATICO GIACHETTI SINDACO10 DEMOCRATICI E POPOLARI PIù ROMA GIACHETTI11 ITALIA DEI VALORI PER GIACHETTI SINDACO12 RADICALI FEDERALISTI LAICI ECOLOGISTI13 NOI PER SABRINA ALFONSI14 #ROMA TORNA ROMA GIACHETTI SINDACO15 LAICI CIVICI SOCIALISTI UNA ROSA PER ROMA GIACHETTI SINDACO16 SINISTRA X ROMA FASSINA SINDACO17 CIVICA PER FASSINA SINDACO

9 MARCO CASASANTA 18 CASAPOUND ITALIA19 FORZA ITALIA20 ROMA POPOLARE PER MARCHINI SINDACO21 MOVIMENTO CANTIERE ITALIA22 ALFIO MARCHINI SINDACO23 LISTA STORACE MARCHINI SINDACO

10

CANDIDATO PRESIDENTE LISTE

ELEZIONI 2016 - MUNICIPIO ROMA I

STEFANO TOZZI 1

SABRINA ALFONSI 7

ADRIANO LABBUCCI 8

MAURIZIO ESPOSITO

N. NOME E COGNOME N. NOME LISTA1 FABIO FOIS 1 MOVIMENTO 5 STELLE2 GIOVANNA MARIA SEDDAIU 2 SINISTRA X ROMA FASSINA SINDACO3 ROBERTO CAPPIELLO 3 CASAPOUND ITALIA4 ANGELO GIZZI 4 IL POPOLO DELLA FAMIGLIA5 RAFFAELE TIMPERI 5 PARTITO COMUNISTA

6 FRATELLI D'ITALIA ALLEANZA NAZIONALE MELONI SINDACO7 CON GIORGIA MELONI SINDACO8 LEGA NOI CON SALVINI9 #ROMA TORNA ROMA GIACHETTI SINDACO

10 RADICALI FEDERALISTI LAICI ECOLOGISTI11 PARTITO DEMOCRATICO GIACHETTI SINDACO12 DEMOCRATICI E POPOLARI PIù ROMA GIACHETTI

8 FLAVIO PALUMBO 13 IORIO SINDACO14 LISTA STORACE MARCHINI SINDACO15 ROMA POPOLARE PER MARCHINI SINDACO16 FORZA ITALIA17 MOVIMENTO CANTIERE ITALIA18 ALFIO MARCHINI SINDACO

ELEZIONI 2016 - MUNICIPIO ROMA II

CANDIDATO PRESIDENTE LISTE

ANDREA SIGNORINI 6

FRANCESCA DEL BELLO 7

PATRIZIO DI TURSI 9

N. NOME E COGNOME N. NOME LISTA1 #ROMA TORNA ROMA GIACHETTI SINDACO2 DEMOCRATICI E POPOLARI PIù ROMA GIACHETTI3 PARTITO DEMOCRATICO GIACHETTI SINDACO4 RADICALI FEDERALISTI LAICI ECOLOGISTI5 ITALIA DEI VALORI PER GIACHETTI SINDACO6 INSIEME PER MARCHIONNE PRESIDENTE7 LISTA DEL GRILLO PARLANTE NO EURO8 LEGA CENTRO CON GIOVANNI SALVINI9 MOVIMENTO PER ROMA

10 VIVA L'ITALIA CON TIZIANA MELONI11 UNIONE PENSIONATI

3 FRANCESCO AMATO 12 CASAPOUND ITALIA4 FLAVIO SCUTI 13 PARTITO COMUNISTA

14 CON GIORGIA MELONI SINDACO15 LEGA NOI CON SALVINI16 FRATELLI D'ITALIA ALLEANZA NAZIONALE MELONI SINDACO17 LISTA STORACE MARCHINI SINDACO18 ROMA POPOLARE PER MARCHINI SINDACO19 ALFIO MARCHINI SINDACO20 FORZA ITALIA

7 ROBERTA CAPOCCIONI 21 MOVIMENTO 5 STELLE22 CIVICA PER FASSINA SINDACO23 SINISTRA X ROMA FASSINA SINDACO

9 LUCA EUFEMI 24 IL POPOLO DELLA FAMIGLIA

5

CRISTIANO BONELLI 6

GIANNA LE DONNE 8

ELEZIONI 2016 - MUNICIPIO ROMA III

CANDIDATO PRESIDENTE LISTE

PAOLO EMILIO MARCHIONNE 1

MASSIMILIANO TOTI 2

VINCENZO DI GIAMBERARDINO

N. NOME E COGNOME N. NOME LISTA1 CARLO MARIA BRESCHI 1 CASAPOUND ITALIA2 FABRIZIO MODONI 2 SINISTRA X ROMA FASSINA SINDACO3 MASSIMO MARRONI 3 IL POPOLO DELLA FAMIGLIA4 ALFREDO CAMPAGNA 4 MOVIMENTO 5 STELLE

5 LISTA STORACE MARCHINI SINDACO6 FORZA ITALIA7 ALFIO MARCHINI SINDACO8 MOVIMENTO CANTIERE ITALIA9 ROMA POPOLARE PER MARCHINI SINDACO

10 MOVIMENTO PER ROMA11 VIVA L'ITALIA CON TIZIANA MELONI12 LISTA DEL GRILLO PARLANTE NO EURO13 UNIONE PENSIONATI14 LEGA CENTRO CON GIOVANNI SALVINI15 FRATELLI D'ITALIA ALLEANZA NAZIONALE MELONI SINDACO16 LEGA NOI CON SALVINI17 CON GIORGIA MELONI SINDACO

8 ALESSANDRO PETROCELLI 18 PARTITO COMUNISTA19 DEMOCRATICI E POPOLARI PIù ROMA GIACHETTI20 ITALIA DEI VALORI PER GIACHETTI SINDACO21 LAICI CIVICI SOCIALISTI UNA ROSA PER ROMA GIACHETTI SINDACO22 #ROMA TORNA ROMA GIACHETTI SINDACO23 LISTA CIVICA BARLETTA PRESIDENTE24 PARTITO DEMOCRATICO GIACHETTI SINDACO

9

FULVIO ACCORINTI 7

ELEZIONI 2016 - MUNICIPIO ROMA XIV

CANDIDATO PRESIDENTE LISTE

MASSIMILIANO PIRANDOLA 5

MIRKO BUCCI 6

VALERIO BARLETTA

N. NOME E COGNOME N. NOME LISTA1 ALESSANDRO MUSTILLO 1 PARTITO COMUNISTA2 VIRGINIA RAGGI 2 MOVIMENTO 5 STELLE3 FABRIZIO VERDUCHI 3 ITALIA CRISTIANA

4 FEDERAZIONE POPOLARE PER LA LIBERTA'5 PARTITO LIBERALE ITALIANO MELONI SINDACO6 FRATELLI D'ITALIA ALLEANZA NAZIONALE MELONI SINDACO7 CON GIORGIA MELONI SINDACO8 LEGA NOI CON SALVINI

5 CARLO RIENZI 9 CARLO RIENZI CODACONS X ROMA6 MICHEL EMI MARITATO 10 ASSOTUTELA LISTA CIVICA PER IL GOVERNO CITTADINO DI ROMA7 ALFREDO IORIO 11 IORIO SINDACO

12 LAICI CIVICI SOCIALISTI UNA ROSA PER ROMA GIACHETTI SINDACO13 #ROMA TORNA ROMA GIACHETTI SINDACO14 VERDI15 DEMOCRATICI E POPOLARI PIù ROMA GIACHETTI16 ITALIA DEI VALORI PER GIACHETTI SINDACO17 RADICALI FEDERALISTI LAICI ECOLOGISTI18 PARTITO DEMOCRATICO GIACHETTI SINDACO

9 SIMONE DI STEFANO 19 CASAPOUND ITALIA20 SINISTRA X ROMA FASSINA SINDACO21 CIVICA PER FASSINA SINDACO22 UNIONE PENSIONATI23 LEGA CENTRO CON GIOVANNI SALVINI24 VIVA L'ITALIA CON TIZIANA MELONI25 LISTA DEL GRILLO PARLANTE NO EURO26 MOVIMENTO PER ROMA27 RIVOLUZIONE CRISTIANA28 LISTA STORACE MARCHINI SINDACO29 ALFIO MARCHINI SINDACO30 RETE LIBERALE ALFIO MARCHINI SINDACO31 FORZA ITALIA32 ROMA POPOLARE PER MARCHINI SINDACO33 MOVIMENTO CANTIERE ITALIA

13 MARIO ADINOLFI 34 IL POPOLO DELLA FAMIGLIA

11

ALFIO MARCHINI 12

ELEZIONI 2016 - ROMA CAPITALE

CANDIDATO SINDACO LISTE

GIORGIA MELONI 4

ROBERTO GIACHETTI 8

DARIO DI FRANCESCO

STEFANO FASSINA 10

7

Page 10: Lungotevere n. 2 maggio 2016

di Filippo Ferrari Bellisario

Fabrizio Cascapera, laureato in filosofia alla Sapienza, anche se di famiglia di tra-dizione artigianale nel settore della pellet-teria, dopo vari anni spesi nel promuovere movimenti civici e cercare di cambiare la politica cittadina, è stato eletto nel 2013 in III Municipio come consigliere della Lista Marchini, gruppo per il quale ora si candi-da a consigliere comunale

Fabrizio Cascapera, dopo essere stato eletto come consigliere in III Munici-pio nella Lista Marchini nel 2013, ed esserne poi uscito durante il mandato, ora nuovamente riabbraccia l’impren-ditore e candidato sindaco romano. Ci racconti i motivi di questo percorso tortuosoNel 2013 ero coordinatore del Movimento

per Roma, legato alla figura di Michele Bal-

di, movimento politico che aveva un accordo

con Marchini, e dunque in III Municipio ven-

ni presentato nella lista civica che sosteneva

Marchini come candidato sindaco. Durante

la consiliatura ci sono stati dei problemi più

organizzativi che politici, sono rimasto da

solo in consiglio, come un corpo estraneo

all’interno della Lista, e quindi ho preferito

proseguire la consiliatura in altro gruppo.

Ma ci siamo lasciati in buoni rapporti e ab-

biamo ritrovato una nuova intesa, conclu-

dendo che avesse senso associare il progetto

politico che seguo insieme a molti altri ami-

ci, “Cittadini Politica Sociale” alla proposta

di Marchini. Anche perché, essendo stato già

consiliere con altro gruppo politico, mi era

precluso il Movimento 5 Stelle, nel quale for-

se mi sarei anche ritrovato.

Ma non è rimasto spiazzato dall’im-provvisa alleanza di Marchini con Berlusconi?Certo, Berlusconi mi ha creato qualche pro-

blema, anche di fronte a miei amici e soste-

nitori storici. Ma ho deciso di andare avanti

in base a questo ragionamento: avevamo de-

ciso di proseguire il nostro cammino insieme

con Marchini, convinti del nostro e del suo

programma, e se mi fossi tirato indietro avrei

lasciato ulteriore spazio alla vecchia politica

che invece vogliamo combattere e sostituire.

Chi come me crede nell’importanza dei co-

mitati di cittadini e dei movimenti civici per

dare nuova linfa alla politica, se molla aiuta

il sistema a rimanere esattamente com’è.

Pensa che un ragionamento simile al suo abbia spinto Marchini ad accettare il sostegno del leader di Forza Italia?Sì. Come detto non ho fatto salti di gioia per

questa alleanza, ma il gruppo di Marchini

aveva due scelte. O continuare da solo, ot-

tenendo un buon risultato, ma che avrebbe

permesso solo di fare una valida opposi-

zione, perché non si sarebbe mai riusciti a

vincere. Oppure provare ad arrivare subito

al governo della città. E vista come è ridotta

Roma non c’è tempo da perdere.

Quali sono i punti programmatici in comune che avete ritrovato tra “Citta-dini Politica e Sociale” ed Alfio Mar-chini?Penso ad esempio all’ottimizzazione dell’e-

sistente. Diciamo no a piani fantastici, con

grandi idee, anche belle per carità, ma che

non sono realizzabili perché cozzano con

la realtà. Quando tu hai AMA con 8000 di-

pendenti, di cui solo 4000 per strada, ma di

cui la metà di questi 4000 godono di condi-

zioni di lavoro speciali, non devi ragionare

su nuovi progetti, ma su come ristrutturare

l’azienda dalle fondamenta. Quando lancia-

no la novità della raccolta porta a porta in

8

rIvItalIzzare Il teSSuto economIco locale, far rISpettare le regole, rIorganIzzare Il traSporto pubblIco. per roma bISogna rIpartIre dalle baSI.

uRbE

Fabrizio Cascapera

Con Marchini per accelerare il cambiamento

Page 11: Lungotevere n. 2 maggio 2016

un Municipio, che richiede molti operai, automaticamente

devono scoprire altre zone, dove la spazzatura inizia ad ac-

cumularsi nei cassonetti abbandonati. E lo stesso discorso si

può fare con ATAC. E questo atteggiamento di fondo è anche

proprio di Marchini, che ad esempio, nel campo dell’edilizia,

già da molti anni punta sulla ristrutturazione di ciò che già

esiste, e non sulla realizzazione di nuove cubature.

Ma anche sul problema dei campi rom abbiamo idee uguali.

Con una città al collasso, spendere 25 milioni l’anno per i

rom, mi sembra un insulto verso i cittadini romani. L’inclu-

sione è fondamentale, e ci sono moltissime etnie che si sono

fuse nel tessuto sociale (filippini, ucraini, ecc), quindi non solo

è giusto, ma anche possibile, includere gruppi allogeni nella

nostra città. Ma purtroppo ci sono persone che non si voglio-

no integrare. Non capisco perché dovremmo dare case o soldi

a persone che hanno conti in banca e hanno una cultura che

cozza con la nostra civiltà, perché non mandano i bambini a

scuola o mandano le donne a rubare. Senza contare i danni

che causano quotidianamente: i furti di rame, ad esempio, che

provocano i blocchi alle centraline. Ad esempio a Porte di

Roma è mesi che non c’è più la luce: ma ogni volta che met-

tono i cavi vengono rubati. La società che gestisce la zona ha

decretato che se il Comune non è grado di vigilare non hanno

più intenzione di spendere per nuovi cavi.

Scusi Cascapera, ma allora quale sarebbe la soluzio-ne della Lista Marchini per i campi rom?Una soluzione molto semplice: sono individui qualunque,

vanno trattati come persone normali, che devono cercare la-

voro, rispettare la legge, non godere di alcun sussidio specia-

le. Non capisco perché un italiano deve vedersi scavalcato dai

rom. E’ razzismo al contrario. Vi pulite, lavorate, date una

istruzione ai vostri figli, vi mettete in regola. Roma non deve

dare nulla a queste persone che vogliono continuare a vivere

al di fuori del contesto sociale.

Scelga tre temi che sente più urgenti per risollevare la Capitale.Primo punto la legalità. Roma è un porto franco, dove vige

uno strano razzismo al contrario. Se tu sei un cittadino medio,

e non sei super ricco o molto povero ed emarginato dal tes-

suto sociale, paghi tutto e subisci mille controlli. Ma appunto

la buracrazia affligge solo alcuni cittadini, non tutti. Vengono

aperte frutterie senza controlli, oggettistiche cinesi, parruc-

chieri cinesi, sale gioco, ci sono attività che godono di qual-

siasi immunità. Invece tutti devono partire dallo stesso punto

di partenza. Tutti devono essere in grado di fare. Ed anche

per questo le forze di polizia devono essere riallocate verso le

periferie. Le stazioni periferiche sono senza controllo mentre

al centro il controllo è estremo. Bisogna tornare ad avere il

controllo del territorio anche nelle periferie.

Secondo punto sono i mezzi pubblici. Si fa presto a dire di-

sincentiviamo l’auto. Ma quest’anno hanno tagliato sui mezzi

pubblici, perché mancano i fondi. E questo buco milionario

è dovuto anche all’evasione sui biglietti. Tempo fa ho fatto e

pubblicato su youtube un filmato che ho realizzato alla fer-

mata della metropolitana di Piazza di Spagna: in 20 minuti

115 persone sono entrate senza biglietto. Poi è ovvio che non

riesci a portare avanti una azienda come Atac.

Terzo punto secondo me deve essere rivitalizzare il tessuto

commerciale della città. Non è vero che l’amministrazione

non può creare nuovi posti di lavoro. Si può far lavorare i

municipi su piccoli bandi, non su bandi grandi (che indiretta-

mente incentivano la corruzione), per far lavorare le persone

nel loro quartiere. Se c’è una scuola che ha un qualsiasi pic-

colo guasto, oggi dovrei chiamare una ditta accreditata che

probabilmente deve venire da fuori con un furgone mandando

almeno un paio di dipendenti, mentre se faccio un protocollo

di intesa con gli artigiani del quartiere risparmio sui costi e

li faccio lavorare.

Qual è la sua previsione in vista della sfida elettorale del 5 giugno?Fare previsioni oggi è molto complicato. Ci sarà una batta-

glia molto aperta fino all’ultimo. E ci potremmo trovare in

una amministrazione centrale diversa dalle amministrazioni

municipali. Io spero che, se non dovessimo vincere noi, vinca-

no i 5 Stelle, che trovo essere il minor male possibile. Anche

se non credo che riuscirebbero a governare per 5 anni. Quello

che spero che non succeda, sinceramente, è che vinca il PD.

Se dovesse vincere il PD la voglia di smettere con la politica

sarebbe forte, perché vorrebbe dire che i cittadini non hanno

discernimento di ciò che è successo. Il PD una volta andato

al governo ha fatto peggio di chi c’era prima, e in più nella

gestione del caso Marino è stato scandaloso.

Marino non mi è mai piaciuto, ma credo che un sindaco eletto

non doveva essere trattato come è stato trattato. Non hanno

avuto il coraggio di sfiduciarlo in aula, e hanno fatto un golpe

morbido, ordinato e organizzato da Renzi. Che tra l’altro è

un precedente gravissimo. Domani Renzi potrebbe di nuovo

decidere che non va più bene il sindaco di sinistra di qualche

altra città, e decide di farlo sostituire.

Forse molti non si rendono conto che il popolo italiano subi-

sce un momento di sospensione democratica. In generale la

sinistra ha molto deluso a Roma. Anche un partito come

SEL, penso in questo caso al mio Municipio, si è sempre

speso per campagne ideali e di principi, ma che non ave-

vano nulla a che fare con l’amministrazione della città, e

sulle questioni importanti non si sono mai fatti sentire. In

III Municipio i consiglieri di SEL nell’80% dei casi hanno

presentato atti che riguardavano il sostegno a movimenti

stranieri, ad organizzazioni internazionali, ai diritti per

le coppie omosessuali. Ma sulla gestione quotidiana della

città? Vivono al di fuori della realtà.

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AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Page 12: Lungotevere n. 2 maggio 2016

I

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la preSIdente e Il vIcepreSIdente Jacopo emIlIanI peScetellI SIntetIzzano Il lavoro Svolto e I futurI obIettIvI: contInuare la lotta all’abuSIvISmo commercIale, reStaurare campo teStaccIo, rIbadIre pIazza navona Senza ambulantI

I Municipio,

Sabrina AlfonsiRilancia puntando ad un nuovo mandato

MunICIPIO

di Alessandro Pilosu

Il Municipio I, risultato della fusione de-gli ex Municipi I e XVII, in seguito alla riforma organizzativa del 2013, è decisa-mente un Municipio fuori dal comune, in senso letterale e metaforico. Impossibile confrontare un territorio che custodisce il cosiddetto “Centro Storico” , decreta-to Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco già nel 1980, con le altre zone di Roma, e che di fatto costituisce una città a sé: spesso ciò che accade nel Municipio I, nel bene e nel male, non ha rilievo solo locale, cittadino, ma italiano o addirittura internazionale. Arduo dunque il compi-to dei suoi amministratori, come peral-tro dimostrato dai molti problemi, gravi, emersi in questi anni, alcuni rimasti irri-solti. Cosa dire in particolare degli ulti-mi tre anni, quelli tormentati dell’epoca Marino, che nel primo Municipio hanno

visto protagonista la giunta di centrosi-nistra guidata da Sabrina Alfonsi ?Abbiamo voluto incontrare dunque la presidente uscente, insieme al suo vice-presidente, Jacopo Emiliani Pescetelli, che ha ricoperto anche, e soprattutto, il delicato ruolo di Assessore al Commer-cio, in un territorio più degli altri esposto alla piaga dell’abusivismo commerciale

Presidente, è soddisfatta dell’operato svolto in questi anni?Il nostro lavoro non è terminato. La scelta

di ricandidarsi proviene infatti da un senso

di responsabilità: non possiamo lasciare

le cose a metà. I nostri progetti erano stati

approntati per un incarico di cinque anni

istituzionali: purtroppo le cose sono andate

diversamente e le urne chiamano i cittadini

circa a metà della teorica durata del nostro

mandato. E’ ovvio quindi che ci ripresen-

tiamo con lo stesso progetto di governo di

due anni e mezzo fa, forti delle iniziative

condotte con successo fino ad ora, come

la Rete Comune in tutto il Centro Storico.

Quindi quale sarebbe l’indirizzo ge-stionale di una nuova ipotetica Presi-denza Alfonsi?Portare avanti la seconda parte del nostro

progetto iniziale, dedicata alla creazio-

ne di una Consulta per il Commercio con

particolare attenzione all’abusivismo. Uno

sguardo poi alla manutenzione stradale,

alla cultura e anche e soprattutto alla cura

per il Verde. Volevo precisare che i risul-

tati ottenuti fino ad oggi sono anche merito

dei miei collaboratori. Il mio slogan è in-

fatti “Noi Andiamo Avanti”.

Ci ricandidiamo come squadra. Le idee

sono le stesse ma lo spirito possiede una

nuova carica.

Page 13: Lungotevere n. 2 maggio 2016

Una domanda per l’Assessore Pescetelli. Lei è sta-to molto impegnato nella spinosa questione riguar-dante il mercatino natalizio di Piazza Navona. La vicenda sembra essere giunta ad una conclusione soddisfacente?L’obiettivo che ci siamo proposti, cioè restituire ai turisti ma

anche e soprattutto ai romani una festa importante all’inse-

gna della qualità e della legalità, sembra essere in effetti in

fase di completamento. Sono

stati fatti considerevoli pas-

si avanti, l’unico ostacolo è

rappresentato da alcune leggi

a caratura regionale che non

danno margine d’intervento

al Municipio. Il nostro im-

pegno sarà infatti quello di

chiedere al nuovo sindaco di Roma una particolare atten-

zione al problema per poter finalmente mettere fine ad una

battaglia fondamentale.

Torno a Lei, Presidente. Le chiedo un parere sull’o-perato dei Vigili Urbani.Tante amministrazioni non sono riuscite a rivedere una mac-

china amministrativa divenuta inadeguata e insufficiente

per la gestione cittadina. Da troppi anni non ci sono nuove

assunzioni e l’organizzazione settorializzata del personale è

a dir poco folle. Sicuramente il nuovo sindaco dovrà impe-

gnarsi per una revisione ed una riorganizzazione del sistema

anche per fornire ai Municipi le giuste risorse d’intervento.

Campo Testaccio, lo storico stadio della A.S. Roma delle origini, è in uno stato di completo abbandono. Che progetti ha in serbo per la zona nel caso di una rielezione?Durante le amministrazioni precedenti era stato lanciato un

Project Financing per lo stadio che però si era arenato in

mezzo ad infiniti contenziosi tra i privati e lo stesso munici-

pio. In questi due anni e mezzo siamo riusciti con molta fatica

ad avere la possibilità di sbloccare questa situazione.

Le intenzioni sono quelle di restituire immediatamente al suo

antico splendore il Campo, un vero e proprio simbolo di un

quartiere ma anche di una città, per poi concentrarsi sulle

zone limitrofe di proprietà del municipio, dove intendiamo

realizzare strutture di sostegno allo Stadio quali palestre,

campi di atletica, spogliatoi. L’obiettivo finale è quello di

creare una vera e propria città sportiva ad uso e consumo

dei cittadini di Roma.

Lo scorso 5 Maggio ha avuto fine l’operazione dei Carabinieri denominata “Pizza Ciro”, volta a contra-stare le attività illegali nel Centro Storico. Il bilancio è di quattro arresti e più di trenta esercizi commer-ciali sequestrati. Che ruolo ha avuto il Primo Muni-cipio in questa vicenda?Una volta eletti, due anni fa, avevamo subito segnalato alle

autorità competenti il fatto

che circa il 70% delle attività

commerciali del Centro Sto-

rico fosse di natura illegale.

Il dato era preso da una co-

noscenza reale del territorio

e non si trattava solo di teo-

ria. Noi ci siamo occupati di

legalità a tutti i livelli, e sentiamo di poter affermare che

è stato anche grazie alle nostre segnalazioni che le Forze

dell’Ordine siano riuscite a condurre un’operazione così

importante e così ben strutturata. Siamo molto soddisfatti

di come siano andate le cose.

Un’ultima domanda, di nuovo all’Assessore. Alcune settimane fa aveva lasciato al sottoscritto una di-chiarazione sulla delibera del Commissario Tronca riguardo lo stop all’apertura di locali dedicati alla vendita alimentare all’interno del Centro Storico. Il Primo Municipio ha approvato il provvedimento? La giunta si è riunita e ha approvato la delibera 36. Rimania-

mo in attesa di sapere se e quando verrà effettivamente messa

in pratica. Abbiamo però fatto presente a chi di dovere le no-

stre perplessità, espresse nelle mie precedenti dichiarazioni:

bisognerebbe pensare ad un provvedimento più flessibile che

consenta sia di contrastare le attività “low cost” sia però di

valorizzare un commercio di qualità.

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Sabrina Alfonsi, laureata in antropologia culturale, dal 2006 al 2009 è stata Assessore alla Scuola e alle Pari Opportunità in Municipio I, diventando poi negli successivi responsabile del PD di Roma nel settore Scuola. nel 2013 è stata eletta Presidente del “nuovo” Municipio I (Centro Storico + ex XVII municipio)

Jacopo Emiliani Pescetelli è cresciuto con la politica, già Segretario di Sinistra Giovanile a Roma, dal 2006 è stato consigliere municipale nel XVII, nominato poi nel 2013 Vice- Presidente nella giunta Alfonsi, ed Assessore al Commercio

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Due anni fa abbiamo segnalato che il 70% delle attività commerciali del

Centro Storico erano illegali

Page 14: Lungotevere n. 2 maggio 2016

I

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da annI SI accumulano carcaSSe dI moto nella zona dI vIa della lungara. vIvacI le SegnalazIonI deI cIttadInI, ma neSSuno è maI Intervenuto a rImuovere I veIcolI

Vicolo del Cedro, il cimitero dei motorini

MunICIPIO

di Alessandro Pilosu

Siamo a Trastevere, in Vicolo del Ce-dro. A due passi c’è la piazza di Santa Maria con la sua chiesa millenaria e la sua splendida fontana. Una scalinata ci separa dall’Ambasciata Spagnola, arroccata sul Gianicolo, che ogni giorno proietta la sua ombra nel Fontanone. A duecento metri, infine, il Comando dell’Arma dei Cara-

binieri, situato in via Garibaldi. Nemme-no a dirlo, la zona è protetta da ZTL: e come non potrebbe, dato l’insindacabile fascino delle sue vie secolari. E’ proprio a causa di questa premessa che quello che stiamo per raccontare ha dell’assurdo. E’ sorto qui, infatti, quello che tutti in zona chiamano “Il Cimitero dei Motori-ni”: una vera e propria discarica abusiva di

motocicli abbandona-ti, alcuni recentemen-te, altri sicuramente da diversi anni. I segni del tempo non men-tono mai. L’indigna-zione degli abitanti si fa sentire grazie a diversi cartelli affissi sui veicoli, rovina-ti dalle piogge ma per fortuna ancora leggibili: “Questa è Trastevere”, “Grazie di questo cimitero di

motorini”. Messaggi di protesta contro una situazione che in quartieri storici e turistici come questo ha del paradossa-le. Un ostacolo alla viabilità già com-promessa dalla conformazione stradale, e soprattutto un ostacolo alla vivibilità: già, perché a tarda notte, come era pre-vedibile, questo cimitero di relitti si tra-sforma in una comoda base per chi ha voglia di bere, fumare ed alzare la voce, con buona pace di chi in quelle vie ci abita. Questo è tristemente dimostrato dal-le bottiglie vuote e i mozziconi ab-bandonati qua e là tra i motorini. A causa della scarsa larghezza delle stra-de, sarebbe impossibile per un carro at-trezzi giungere sul posto e rimuovere le carcasse. Occorrerebbe intervenire “a mano” e spostare ad uno ad uno i vecchi motociclii. Ma nessuno sembra mai essersi posto il problema. I mesi passano, i motorini si accumulano. Fino a quando?

Page 15: Lungotevere n. 2 maggio 2016

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AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Si affaccia per la prima volta nell’agone politico, Simo-ne Cicerchia, quarantenne avvocato romano, candidato nelle fila di Forza Italia per il Consiglio del Municipio II.

Cosa è migliorato negli ultimi tre anni in II Muni-cipio è cosa invece è peggiorato ?Migliorato direi nulla. Come peraltro in tutta la città. Si è

invece finiti in una situazione di degrado insostenibile. An-

cora più inaccettabile in quartieri come i nostri. Una zona

che conta numerosi musei e quasi tutte le ville storiche e

i parchi di Roma. Abbiamo un patrimonio da restaurare,

bonificare e valorizzare. Patrimonio che invece è abbando-

nato e vandalizzato.

Per non parlare di San Lorenzo, un quartiere che vive nel-

la più totale anarchia. A parte i numerosi locali notturni

mascherati da associazioni culturali, ci sono strade dove

venditori ambulanti, artisti di strada e gioventù varia cre-

ano confusione e chiasso fino alle tre di notte. Come si fa a

lasciare un quartiere in queste condizioni? Vorrei portare

i consiglieri della maggioranza uscente in Erasmus a San

Lorenzo, ad abitare in via degli Ausoni. Vediamo se accet-

terebbero di vivere in quel marasma!

Quali possono essere le soluzioni?Per la manutenzione del verde e dei marciapiedi lancio

una idea. Idea che parte dalla constatazione che il 90%

delle ambasciate e degli istituti culturali stranieri a Roma

ha sede in II Municipio. Perché non cercare di stabilire

dei protocolli di intesa tra le ambasciate e il Municipio,

coinvolgendo le rappresentanze straniere nella gestione

del territorio?

Inoltre è indubbio che i Municipi debbano avere maggiori

poteri. Serve più decentramento e la possibilità per i citta-

dini di entrare in contatto con chi amministra il quartiere.

Bisogna far si che i cittadini possano segnalare al Munici-

pio ciò che non va ed avere un veloce riscontro.

Quindi quali sono per Cicerchia le priorità per Roma?Il punto fondamentale è riuscire a ristabilire il rispetto

delle regole. La mancanza di sicurezza, il degrado urbano,

il malfunzionamento dei trasporti e della nettezza urbana,

tutti i problemi di Roma hanno un minimo comun deno-

minatore che è l’illegalità diffusa. Nessuno rispetta più le

regole, neanche le più piccole ed elementari. Si parcheg-

gia con noncuranza l’auto in seconda fila, non si rispet-

ta la raccolta differenziata, non si rispettano le regole sul

commercio, non si paga il biglietto in autobus. Bisogna fare

come fece Rudolph Giuliani a New York: tolleranza zero

partendo soprattutto dalle piccole illegalità. Bisogna aiuta-

re i romani a cambiare mentalità, a migliorare i comporta-

menti quotidiani, e ovviamente colpire le grandi illegalità.

per roma Serve una geStIone come quella che fu a new York con rudolph gIulIanI. In II munIcIpIo potremmo coInvolgere le ambaScIate e glI IStItutI culturalI nella geStIone del terrItorIo.

Simone Cicerchia:

“Salviamo il II Municipio!”

Simone Cicerchia, candidato al consiglio del II Municipio nella lista Forza Italia, che sostiene, per la presidenza del Municipio, il candidato Fabrizio Di Tursi

MunICIPIOII

Page 16: Lungotevere n. 2 maggio 2016

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e’ neceSSarIo che la pubblIca ammInIStrazIone, Soprattutto quella locale, comunIchI In modo effIcace al cIttadIno Scelte e propoSte, bandI dI gara e delIbere dI SpeSa

Silvia Di Gianvito:

Il Municipio diventi una casa di vetro!

MunICIPIOII

Silvia Di Gianvito, 50 anni, è uno dei volti nuovi pro-posti per il II Municipio dalla lista “Più Roma per Giachetti”, formazione allestita principalmente dall’UDC, che conta tra le sue fila i nomi di Ma-ria Fida Moro, capolista al Comune, Rocco Belfronte, già consigliere comunale UDC ai tempi della giunta Alemanno, e Davide Rossi, sottosegretario alla Difesa dell’attuale governo Renzi, ed esponente di Centro De-mocratico (Tabacci).

Di Gianvito, nata e cresciu-ta in II Municipio, conosce dunque a fondo il territorio e ha accettato volentieri di metter-si a disposizione di questo progetto po-litico che vorrebbe inserire nel tessuto amministrativo dei municipi forze nuo-ve, scelte tra persone che rispondano ai criteri di trasparenza ed onestà annun-ciati con grande enfasi da Giachetti fin dal lancio della sua candidatura a sinda-co di Roma.

Di Gianvito, negli ultimi anni se-condo lei cosa è stato fatto di buono in II Municipio, e su quali fronti si sarebbe potuto fare di più e meglio?

I quartieri del II Municipio sono diventati

molto più sporchi. L’accumulo ovunque di

immondizia, al di là del decoro, rappre-

senta un grave problema di igiene, perché

è la principale causa di proliferazione dei

ratti. Penso invece che nel nostro muni-

cipio sia migliorata la gestione ammini-

strativa e l’offerta di servizi al pubblico,

con la possibilità di prenotazioni online e

gli sportelli pubblici aperti tutto il giorno.

Cosa si dovrebbe fare per risolvere i gravi problemi che molti cittadini del II Municipio denunciano?

La sporcizia, il traffico, la mancanza di si-

curezza, l’abusivismo commerciale, e mol-

ti altri problemi sono in realtà comuni a

tutta Roma, ma in effetti sono molto sentiti

anche nel nostro Municipio. Credo serva

innanzitutto un piano straordinario di col-

laborazione tra il Municipio ed AMA, per

la pulizia e la disinfestazione delle strade,

nonché per un controllo accurato dello

stato dei nostri parchi. Poi ovviamente bi-

sogna ripensare la viabilità dei quartieri,

intervenendo anche e subito per coprire le

buche stradali. Tuttavia, alla base di ogni

progetto futuro, dovrebbe esserci una ri-

forma dei Municipi, confe-

rendogli più funzioni e più

risorse economiche, con un

bilancio autonomo, e con

una redistribuzione delle

tasse comunali nei singoli

raggruppamenti ammini-

strativi: ogni Municipio

dovrebbe poter beneficia-

re di una parte delle tasse

comunali pagate dai suoi

residenti.

Inoltre, e questo vale sia

per i Municipi che per la

macchina gestionale del

Comune, la pubblica am-

ministrazione locale deve

essere il più possibile tra-

sparente, deve fare la mas-

sima pubblicità sulle gare e

i bandi di concorso. In real-

tà, anche a livello municipale, dove

in teoria c’è meno distanza tra il cittadino

e l’istituzione pubblica, molto spesso non

si sa nulla delle scelte e delle proposte che

vengono fatte. Serve quindi anche un pia-

no di comunicazione efficace. Il Municipio

deve essere trasparente, deve essere una

casa di vetro.

Quali sono le sue impressioni in vista della sfida elettorale? Chi so-sterrebbe al ballottaggio nel caso Giachetti non arrivasse al secondo turno?

La battaglia è molto aperta, ma sono con-

vinta che Giachetti arriverà abbastanza

facilmente al ballottaggio. Ed in ogni

caso non vedo una alternativa valida al

candidato Giachetti. Davvero non riesco

a pensare a chi potrebbe essere, nel caso,

il “male minore”.

Page 17: Lungotevere n. 2 maggio 2016

di Filippo Ferrari Bellisario

Via di Tor Fiorenza è una elegante via che dalle catacombe di Santa Priscilla porta a piazza Vescovio, palazzi anni ’50-’60 con apparta-menti signorili e di ampia metra-tura. Appartamenti dal milione di euro in su, per intenderci. Un milione di euro per poi scendere sotto casa e ritrovarsi in mezzo ai cassonetti ricolmi di immondizia ma, soprattutto, alle deiezioni cani-ne sparse ovunque sui marciapiedi. Perché, come tutti i marciapiedi delle zone residenziali e vicine ai parchi, anche quelli di via di Tor Fiorenza sono molto battuti dai cani e dai loro accompagnatori. Perché sono loro, gli accompagna-tori, il vero problema, anche se gli escrementi li deposita l’incolpevole animale. Evidentemente però, an-che in via di Tor Fiorenza, qualcu-no si è stancato di tanta inciviltà, chissà se più colpito dal disgusto visivo od olfattivo. Così, prima di passare alla polpetta avvelenata (quanti di voi ci avranno pensato ogni volta che avete pestato inav-vertitamente la cacca di un cane), o all’aggressione fisica del vicino di casa, che notoriamente lascia libero il cagnolino di farla proprio a due metri dal portone, qualcuno dotato di spirito ha deciso di adot-tare una strategia più morbida, quella che verrebbe definita in ambito diplomatico, una moral suasion: una serie di iro-nici cartelli plastificati, legati agli alberi della via, che invita-no i padroni dei quattro zampe a raccogliere i bisogni dei loro amici pelosi. Abbiamo però scoperto che l’idea non è un copyright di Tor Fiorenza, benché nata in II Municipio. Infatti le intimazioni riportano la firma “Ri-Scossa”. Firma al quale è ricollegato anche un gruppo Facebook. L’idea è della signora Alberta Riccardi che ci spiega come “L’ini-

ziativa sia nata come ultimo disperato tentativo di risolvere

una situazione inaccettabile. Prima dei cartelli ho attaccato

qualche sermone, sempre agli alberi, sempre ironico, senza

ottenere alcun risultato. All’ennesimo pestamento ho soffocato

la rabbia e ho pensato di provare a

far parlare i cani”. Una iniziativa che ha davvero avuto successo, sia perché via via altri residenti hanno stampato i cartelli appendendoli nelle loro strade, come successo a via di Tor Fiorenza, sia perché il risultato è stato ottenuto, con una diminuzione della sporcizia a terra, come ci racconta la stessa ideatrice dell’operazione: “Ho appeso i car-

telli agli alberi della mia strada e di

quelle vicine certa che non avrebbe-

ro passato la notte. E invece no! Sono

rimasti lì fino a quando non li ho

sostituiti per usura. Non solo.... nel

giro di un paio di giorni i marciapie-

di erano puliti. Ero stupefatta”. Un ottimo esempio dunque di come anche il singolo cittadino pos-sa incidere sull’ambiente urbano portando addirittura a dei cambia-menti diffusi di comportamento. Un esempio che, come detto, sta trovando molti sostenitori. La pa-gina Facebook è stata creata pro-prio per condividere le immagini e i messaggi da stampare e attaccare agli alberi, e sta raccogliendo mol-ti “like”, ovvero molti apprezza-menti dai frequentatori del social

network. Nota finale. La signora Riccardi, che dimostra l’esistenza di persone ancora affezionate a una idea di civiltà e di coscienza

civile, anche nella Capitale del degrado e della cafonaggine, in uno slancio di correttezza davvero fuori moda, il primo giorno in cui decise di attaccare agli alberi i cartelli, si è recata dai vigili urbani per chiedere l’autorizzazione: “sono

andata in Municipio per avere l’autorizzazione. Me l’hanno

data “informale”, non sapendo come classificarli”. Aggiugia-mo; cari vigili, le norme comunali prevedono una sanzione per chi non raccoglie le feci del proprio cane. Completate l’opera di “Ri-Scossa”: andate a multare gli imperterriti tra-sgressori; e se avete carenza di personale, perché tutti im-pegnati col traffico, scavate nelle stanze del Municipio, che qualche dipendente volenteroso ma senza molto lavoro da fare, utile per sostituirvi, lo trovate di sicuro.

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Alcuni dei cartelli apparsi legati agli alberi di via di Tor Fiorenza. Trovate tutti i cartelli nella pagina Facebook del gruppo Ri-Scossa

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Via Di tor Fiorenza, la riscossa contro gli inciVili

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di Davide Cirotti

“Fare luce” su un caso come quello del Parco delle Sabine sembra un gioco di pa-role: il quartiere del III Municipio è stato al buio per quasi un anno e se n’è discus-so a lungo.In molti ora si cullano sull’accordo ar-rivato il 30 marzo tra Acea e Consorzio Porta di Roma per il “click” sull’in-terruttore dell’illuminazione; tutta-via, questo risultato rischia di creare solo illusioni.Secondo il progetto iniziale il parco sarebbe stato ceduto dai privati al Comune nel momento in cui Por-te di Roma lo avesse completato; tutt’ora, invece ,la zona si presenta sprov-vista dei ponti necessari, e mai costruiti, e di circa 15.000 alberi promessi ma mai piantati.Ma I fondi per il completamento del par-co non sono stati spesi.Eppure si persevera nell’investimento di denaro nella costruzione di nuovi immo-

bili residenziali, a dispetto di un elevato tasso d’ invenduto.In contrapposizione ad una definitiva privatizzazione dell’area ed alle colate di cemento, sono nati alcuni comitati e as-sociazioni.Giuseppe Zollo, presidente dell’Associa-zione per la Tutela del Parco delle Sabine:

“La società Porte di Roma ha unilateral-

mente interrotto l’attività di manutenzione

ordinaria e straordinaria da circa un anno

e mezzo senza che dalla commissione di Vi-

gilanza e Controllo del Comune di Roma

venisse sollevata alcuna voce di censura. E’

importante capire che di fronte alla manca-

ta erogazione di un servizio dovuto da parte

di Porte di Roma (previsto da un contratto

di convenzione) si determina un danno per

la collettività che il Comune ha l’obbligo di

contrastare.”La Commissione citata da Zollo, presie-duta al tempo dall’ingegner Paradisi, ha chiuso un occhio sullo stop della ma-nutenzione e dell’irrigazione, ma anche

sull’illuminazione e sulle recinzioni private che, in alcuni tratti, chiudo-no il parco al pubblico. I motivi di tali negligenze rimangono purtrop-po ancora ignoti.Manutenzione, decoro, raccolta dei rifiuti e perfino la piantumazione: tutti atti compiuti dall’unione di vo-

lontari autofinanziati. Non dal Comune. Non da Porte di Roma.La situazione non migliora quando si par-la di siti archeologici. Numerosi i reperti rinvenuti,catalogati e risotterrati. Per-ché questa pratica assurda? Perché non ci sono fondi per prendersene cura e si pensa che non possano essere sfruttati

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progettI IncompletI, InfraStrutture dI baSe aSSentI, e Il cemento che deturpa Il verde. comItatI e aSSocIazIonI dI reSIdentI fanno da SentInelle e provano a reagIre

parco Delle sabine, lo scempio continua?

MunICIPIOIII

L’Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine si oppone a nuove

concessioni edlizie

Page 19: Lungotevere n. 2 maggio 2016

economicamente. Anche in questo caso le associazioni e i comitati stanno combattendo per creare un parco arche-ologico e fermare la costruzione di nuovi edifici.Un braccio di ferro nel nord della Capitale, tra associazio-ni e privati, con le istituzioni pubbliche che non interven-gono. Dunque tirando le somme, trovare la via di fuga da questo ginepraio appare piuttosto complicato.“La via d’uscita esiste a patto che il Comune di Roma si ri-

appropri delle prerogative che gli competono esercitando il

proprio ruolo di vigilanza, controllo e sanzione nei confronti

della società Porte di Roma -suggerisce Zollo a Lungo-tevere - Ad esempio, sarebbe normale non rilasciare altre

concessioni edilizie ad un operatore economico che non ha

rispettato un contratto sottoscritto con il Comune di Roma.”

Ciononostante, nella zona le voci dei cittadini si sentono forti e chiare: manifestazioni di protesta che bloccano in-tere strade,presenze in trasmissioni TV e raccolte firme.La petizione depositata il 7 luglio 2015, addirittura, van-tava 2100 firmatari, cifre che hanno catturato l’attenzione del Comune inducendolo a rivedere il progetto di svilup-po urbanistico che rischia a questo punto di rovinare un polmone verde e che sembra non avere più nulla di soste-nibile da un punto di vista ambientale. La zona più disastrata è probabilmente quella di Largo Labia, rimasta anche isolata dal resto del parco per la mai avvenuta realizzazione del ponte di collegamento. Un oblio pagato a caro prezzo: tra rifiuti,incuria e ospiti poco graditi, rischia di tramutarsi in una discarica a cielo aperto.Lo scenario a ridosso del G.R.A. potrebbe cercare la svol-ta nelle elezioni amministrative le 5 giugno. Arriveranno una giunta comunale e municipale capaci di un intervento risolutivo?“Il tema del completamento e della manutenzione del Par-

co è in capo al Comune di Roma. Il Municipio ha un ruolo

secondario che, tuttavia, può essere molto importante per

sostenere l’azione delle realtà territoriali come la nostra e

spingere il comune ad adottare le scelte che noi sosteniamo.

Auspichiamo che il nuovo presidente del municipio condi-

vida le idee che abbiamo sul parco cioè l’idea di un grande

parco pubblico senza colate di cemento ,nel quale il ruolo

che potrà essere affidato a privati dovrà essere rigorosamen-

te senza scopo di lucro.-dichiara il portavoce dell’associa-zione - Pensiamo, inoltre, che il Parco delle Sabine, essendo

adiacente al Parco della Marcigliana, dovrebbe essere inse-

rito nell’ambito paesaggistico regionale con i relativi vincoli

di edificabilità. Chi condividerà questi punti e s’impegnerà,

con maggiore determinazione rispetto al passato, per la rea-

lizzazione del Parco mostrando disponibilità a dialogare con

la nostra associazione avrà il nostro sostegno.”

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Porte di Roma è un progetto urbanistico nato nell’area a cavallo tra Castel Giubileo e Casal boccone, all’interno del quale si trova l’omonimo centro commerciale, che è uno dei più grandi d’Europa, con più di 200 negozi.

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Page 20: Lungotevere n. 2 maggio 2016

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ex vIcepreSIdente e aSSeSSore della gIunta marchIonne, l’eSponente dI Sel rItIene

concluSa l’avventura In tandem col pd: “tra mafIa capItale e la defeneStrazIone

dI marIno, l’unIca coSa da fare era SalutarSI”. trentacInque annI, dIecI deI

qualI paSSatI In legambIente e glI ultImI tre a conoScere le problematIche del terrItorIo: “Sul tmb vIa SalarIa non SI è detto tutto: Il tonnellaggIo dI rIfIutI

conferIto è Stato draStIcamente rIdotto. e Se non foSSe caduto Il SIndaco”

Gianna Le Donne

“Mi candido per dare un’alternativa di sinistra:

ambiente, differenziata, mobilità sono tra i punti cardine del mio

programma”

MunICIPIOIII

di Valerio Valeri

“L’esperienza di Roma Bene Comune è

stato un passaggio politico importante, che

ha portato a un risultato straordinario nel

2013 e ha avuto un impatto positivo sul

nostro territorio in tema di progettualità e

obiettivi raggiunti, ma dopo Mafia Capitale

e soprattutto dopo l’inammissibile modali-

tà di estromissione dell’ex sindaco Marino

dalla sua carica non era più praticabile”. Gianna Le Donne, candidata per Sinistra X Roma alla carica di presidente del III Municipio, spiega così i motivi della se-parazione del cammino di Sel rispetto a quello del Pd e le conseguenti dimissioni dalla giunta Marchionne formalizzate a fine aprile. Una scelta “sicuramente non

facile, perché Paolo è una bravissima per-

sona che stimo e che ringrazierò sempre

per la fiducia accordatami nell’affidarmi

la vicepresidenza e le deleghe ad ambien-

te, cultura e politiche comunitarie”. Il 5 maggio, con l’inaugurazione del comi-

tato elettorale di via Capraia al Tufello, l’esponente di Sel ed ex Legambiente ha ufficializzato la sua corsa a Piazza Sem-pione, una corsa che a un certo punto ha rischiato di interrompersi clamoro-samente, dopo l’iniziale esclusione delle liste collegate alla candidatura di Stefano Fassina a sindaco di Roma da parte della Commissione Elettorale e del Tar.

Le Donne, cosa avrebbe comportato l’estromissione di Sinistra X Roma dalla competizione?E’ stato un brutto momento, che ci ha fat-

to prima di tutto perdere tempo prezioso.

Questa verrà ricordata come la campagna

elettorale più breve della storia e per noi

lo è ancora di più, perché per oltre una

settimana siamo rimasti sospesi, anche se

la campagna elettorale non si è mai dav-

vero fermata. L’assenza della Sinistra alle

amministrative romane avrebbe comporta-

to un grave vuoto e moltissimi avrebbero

trovato ulteriori difficoltà nell’esprimere

il proprio voto, venendo meno una valida

alternativa a Pd, Cinque Stelle e alla de-

stra, seppur quest’ultima appaia divisa e

sgangherata.

Come ha reagito il suo elettorato alla decisione di candidarsi in contrap-posizione a Marchionne, col quale ha lavorato gomito a gomito per tre anni?Paolo è una persona che stimo e lo ringra-

zierò sempre per avermi dato fiducia affi-

dandomi la vicepresidenza e l’assessorato

ad Ambiente, Cultura e politiche comuni-

tarie. Quando ho deciso di candidarmi ho

spiegato che lo faccio per dare un’alterna-

tiva, per non lasciare vuoto lo spazio a si-

nistra, perché ci sono valori che la cultura

politica alla quale da sempre appartengo

non può abbandonare. La lotta alla pover-

tà e alla precarietà, quella per la casa, la

tutela ambientale e lo sviluppo della mobi-

Page 21: Lungotevere n. 2 maggio 2016

lità sostenibile sono temi alla base del mio modo di immagi-

nare la società e il territorio che mi candido ad amministra-

re per i prossimi cinque anni. In tanti condividono questa

visione, hanno capito perché ho iniziato questa avventura

e mi sostengono. Anche chi non avrei mai immaginato po-

tesse farlo.

Lei ha lavorato dieci anni in Legambiente: come utilizzerà questa esperienza nella gestione del Mu-nicipio III?Già ho avuto modo di mettere in pratica la mia formazio-

ne ambientalista negli ultimi tre anni. Penso per esempio

a quanto ho cercato di fare in materia di tutela delle due

grandi riserve naturali del nostro Municipio, anche se la

strada è ancora lunga. Oppure all’attivazione della raccol-

ta differenziata porta a porta in un quartiere come Cinqui-

na, una piccola rivoluzione se penso ai risultati ottenuti fino

ad oggi. A questo si collega il tema relativo al Tmb di via

Salaria, che se non fosse stato per la defenestrazione di Ma-

rino oggi con ogni probabilità sarebbe chiuso, alla fine di

un percorso partecipativo con i comitati di quartiere e Ama,

unito al porta a porta spinto, che ha portato, tanto per dirne

una, alla riduzione da 750 a 150 delle tonnellate di rifiuti

conferiti. Da presidente continuerò su questa falsariga.

Pochi giorni fa è andato a buon fine un progetto che ha seguito direttamente per alcuni mesi, ovvero l’adozione del parco Jonio da parte di un’associa-zione di volontari. Ce ne parla?Il parco Jonio si trova sopra la stazione B1, sono giardini

che attualmente versano in

condizioni non ottimali e sono

scarsamente frequentati dai

cittadini. Ma da qualche gior-

no il Nucleo Salvaguardia

Ambientale Roma Nord ha

firmato la presa in gestione

per un anno e si occuperà di

restituire dignità a una risorsa fondamentale per la zona.

Apriranno e chiuderanno i cancelli, riqualificheranno i

muri di cinta con progetti di street art nei quali saranno

coinvolte anche le scuole del quartiere, organizzeranno

turni di vigilanza all’interno dei giardini per scoraggia-

re vandalismo e malcostume. Ci ho messo l’anima come

assessore, credo molto nei bandi di adozione e ringrazio

l’NSA e in particolare il vicepresidente Franco Galvano

per il suo impegno.

Una mobilità alternativa è possibile nel III Municipio?È possibile e auspicabile ovunque. Da anni aspettiamo lo

sblocco definitivo del progetto per la ciclabile Nomentana,

tanto per dirne una. Sul nostro territorio insistono due sta-

zioni metro della linea B1 a Conca d’Oro e Jonio, abbiamo

le stazioni FL1 Nomentana, Fidene, Settebagni e Nuovo

Salario e la FL2 Val d’Ala che è rimasta attiva per pochi

mesi con orari ridotti e attualmente è chiusa, con la spe-

ranza che riapra a fine anno. Sono tutti snodi cruciali che

vanno avvicinati ai pendolari e agli studenti, dando loro

la possibilità di raggiungerli per esempio in bicicletta.

Senza dimenticare che la rete TPL necessita di un’otti-

mizzazione e razionalizzazione che non facciano rima con

riduzione: ci sono zone periferiche del nostro Municipio

che ancora oggi sono mal collegate con la metro o le sta-

zioni ferroviarie.

Cosa le sta più a cuore in questo Municipio?L’immenso patrimonio verde, uno dei più ricchi nella Ca-

pitale. Ma anche il patrimonio umano costituito da asso-

ciazioni che quotidianamente si battono per un territorio

più sostenibile, anche socialmente. Le criticità sono molte,

i fondi mai sufficienti e l’au-

tonomia municipale - finché il

decentramento amministrati-

vo non diverrà realtà - mol-

to limitata. Per questi motivi

come ente locale avremo bi-

sogno, come successo fino ad

oggi, dell’aiuto di tutti. Non

è un modo per delegare o togliersi responsabilità, ma per

portare a termine progetti condivisi, partecipati, che i cit-

tadini e le realtà attive nel Municipio sentano propri fino

in fondo. E quando qualcosa non si riuscirà a farla, potete

stare certi che spiegherò per filo e per segno i motivi.

Che risultato si aspetta il 5 giugno?E’ difficile dirlo, soprattutto alla luce di quanto accaduto

con l’iniziale esclusione. Posso però affermare che ci sono

tante e tanti, non solo militanti di Sel, che non vedono l’ora

di votarmi. Perché mi conoscono, sanno come sono fatta,

sanno cosa posso fare e hanno apprezzato quanto realizzato

come assessore in 3 anni. Sono fiduciosa, ma preferisco non

sbilanciarmi oltre.

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Gianna Le Donne ha 35 anni, è specializzata in “Restauro dell’Arte contemporanea” presso l’Accademia di brera a Milano. Per dieci anni ha lavorato nell’ufficio campagne di Legambiente.

Il 5 maggio ha

ufficializzato la sua candidatura, inaugurando il comitato al Tufello: circa 250 le persone che hanno partecipato alla serata, oltre a esponenti regionali e nazionali di SEL

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Nel giugno 2013 è stata nominata vicepresidente del III Municipio, nonché

assessore all’ambiente e alla cultura

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Grandi lavori al parco di Proba Petronia. La parte di Parco del Pineto che costeg-gia via di Proba Petronia, per molti anni è stata al centro delle battaglie dei cittadini della zona (molto attiva da esempio l’as-sociazione Balduina per il Pineto), deside-rosi di salvare il verde ma anche di vederlo mantenuto in modo decoroso. Ancora nel 2015 la zona era quasi inaccessibile a causa dell’erba non più tagliata da ben due anni, e l’area giochi per bambini giaceva

abbandonata, inutilizzata, e vittima di con-tinui atti vandalici. In questi ultimi mesi il Municipio XIV è riuscito a convincere la Regione ad intervenire, perché il Parco è sotto tutela dell’ente regionale (Parco Re-gionale Urbano del Pineto).In questi giorni di fine maggio si sta pro-cedendo allo sfalcio dell’erba, per rendere di nuovo fruibile l’area riservata ai cani, ed anche i sentieri ormai quasi non più percorribili. Prossimo passo, atteso, spe-

riamo, a breve, il ripristino dell’area giochi per bambini.Una rinascita, dunque, per un’area che, ol-tretutto, rappresenta una preziosa riserva naturalistica. Basti pensare che sono state rinvenute negli anni ben 600 specie vege-tali diverse e 71 specie di uccelli. Un’area verde che nei decenni passati è stata salva-ta da mire edilizie, ma che poi si è ritrovata abbandonata a se stessa e di fatto imprati-cabile per i tanti romani amanti del verde.

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Proba Petronia

Finalmente iniziati i lavori di bonifica

MunICIPIOXIV

Page 23: Lungotevere n. 2 maggio 2016

Al netto dei molti problemi rimasti irrisolti, i campi nomadi, gli insediamenti abusivi in alcune aree ver-di, il traffico strozzato nella zona del Gemelli, non si può certo dire che l’amministrazione che ha guidato il Municipio XIV da metà 2013 ad oggi sia stata con le mani in mano. Una squadra di governo di età molto giovane, piena di idee che, anche attraverso momenti di crisi politica interna, ha portato a termine progetti che languivano semi abbandonati da anni, e ne ha lanciati di nuovi. Tutti all’insegna della trasformazione del territo-rio. Come spiega il consigliere municipale uscente Julian Colabello, nome storico del circolo PD di Balduina: “la

nostra azione politica la vedo divisa in due fasi. La fase

di concretizzazione e la fase di propulsione. Normalmente

viene prima la seconda, la fase di propulsione, ma in questi

tre anni di governo è successo esattamente il contrario”. Quello a cui si riferisce Colabello, in questi ultimi giorni di campagna elettorale impegnato al fianco e a soste-gno della sodale Sara Di Blasi, giovane esponente PD candidata per la prima volta al consiglio municipale nel suo quartiere, è l’intenso lavoro iniziale, che ha portato la giunta guidata da Valerio Barletta a raccogliere l’e-redità delle precedenti gestioni, concretizzando alcuni progetti rimasti sulla carta o mai completati. La giunta di centro sinistra è dunque riuscita a trasformare velleità e insuccessi del passato, sia dell’epoca di Alemanno che dell’epoca veltroniana, recuperando importanti valori urbanistici. La maggior parte degli interventi ha infat-ti visto la riqualificazione di aree verdi, la destinazione di fabbricati semi abbandonati ad usi sociali e culturali, e soprattutto il completamento e l’apertura del Parco Lineare, la pista ciclabile che da Monte Mario scende verso la zona di San Pietro: “ il Parco Lineare è un’opera

di livello internazionale, già pensata negli anni ’90, iniziata

nel 2006 ma poi mai terminata tra mille difficoltà”. Effet-tivamente quello che colpisce della gestione uscente del Municipio è proprio l’essere riuscita a concretizzare in poco tempo (considerati i tempi di realizzazione delle opere pubbliche a Roma…) tanti interventi che hanno cambiato il volto del territorio. E’ stato trovato un gros-so potenziale appena accennato, che invece i ragazzi del-la Balduina hanno saputo sviluppare.Questi successi sono stati possibili anche a un approc-cio sperimentale di gestione amministrativa. Sottolinea la candidata Sara Di Blasi: “è stato dimostrato che volendo

anche l’ente municipale può fare qualcosa. Certo i poteri

sono limitati ma il XIV è stato davvero un laboratorio di

buona amministrazione”. Un laboratorio che, ad esem-

pio, ha significato la manutenzione del verde del Par-co Lineare gestita direttamente dal Municipio, che ha scelto di destinare metà di tutto il suo budget annuo per la cura del verde (150 mila euro) alla cura del Parco. Certo, come riflette Colabello, “aver destinato uno sforzo

economico così intenso al Parco ha significato ad esempio

tagliare meno spesso l’erba in altre zone del Municipio. E

sicuramente qualcuno si sarà sentito penalizzato. Ma resta

il risultato di aver cambiato volto al nostro quartiere e di

essere riusciti a mantenere in uno stato più che decoroso il

nostro Parco”.La fase di propulsione, se l’avventura al governo del Municipio continuerà, riguarderà lo sforzo di avviamen-to del Parco Agricolo di Casal del Marmo (anche qui, vincente l’idea di recuperare fondi europei destinati al progetto Turas per la salvaguardia delle zone agricole in territorio urbano), il prolungamento della pista ciclabile fino a San Pietro, la completa rivitalizzazione del Forte Trionfale, dove a breve saranno trasferiti anche gli uffici municipali.Certo, una grossa sfida rimarrà anche la chiusura del campo nomadi di Casal Lombroso, al posto del quale ci si augura sorga uno spazio a destinazione pubblica. Non sarà facile ma se lo spirito e la buona sorte saran-no dalla loro parte, il gruppo di giovani amministratori continuerà la sua crescita politica ma soprattutto prose-guirà il cammino del Municipio XIV verso una migliore qualità della vita.

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nella pagina affianco: Il Parco Regionale del Pineto occupa un’area di 240 ettari a cavallo dei quartieri Aurelio, Primavalle e Trionfale

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

Municipio XIV Un laboratorio di buona amministrazione

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Il progetto LīLā - Il gIoco della creazIone Sta coInvolgendo anche IStItutI ScolaStIcI del munIcIpIo xIv. recentemente, Il 12 maggIo ScorSo, nell’ambIto dI queSto progetto educatIvo SperImentale

MunICIPIOXIV

Rispondendo all’ “emergenza appren-dimento” che manifesta l’insufficienza della fruizione passiva dei contenuti, in rete con scuole, biblioteche, municipi e realtà associative del territorio, nasce Līlā - il gioco della Creazione, pro-gramma per l’espressione condivisa del pensiero creativo, un progetto che van-ta anche l’appoggio del dipartimento Nuove Tecnologie – ARSSUP dell’Uni-versità La Sapienza di Roma.Dopo il successo dell’esperienza fran-cese, negli ultimi anni il pensiero cre-ativo viene introdotto nelle scuole allo scopo di sostituire all’apprendimento passivo la stimolazione del pensiero originale del bambino. Līlā è un gran-de laboratorio di pensiero laterale ap-plicato: scrittura creativa, giornalismo,

fotografia, disegno/illustrazione/vi-gnetta, musica e montaggio. I ragazzi sono incoraggiati ed accompagnati dai professionisti alla scoperta della propria modalità espressiva e relativo linguag-gio e seguiti nella gestione di uno spa-zio giornalistico ove pubblicare i loro contenuti. I percorsi già avviati in ora-rio scolastico prevedono l’esplorazione creativa e la rielaborazione attiva della didattica mediante le discipline artisti-che - e percorsi educativi sulle dinami-che del bullismo e cyber bullismo - nelle classi scolastiche e nelle Biblioteche di Roma che aderiscono al progetto.Differentemente, i corsi pomeridiani si concentrano sulla la scelta di un mez-zo, per l’acquisizione di una particolare competenza.

Inoltre, laboratori ed eventi vengono offerti al territorio come esperienze di promozione sociale.Līlā Municipi coinvolge i ragazzi in un progetto di cittadinanza attiva accom-pagnandoli nell’elaborazione di conte-nuti creativi sugli spazi urbani, con la-boratori di scrittura musica e immagine pensati su e nel territorio, finalizzati alla produzione di articoli giornalistici, ras-segne fotografiche, graphic novel, cor-tometraggi e quant’altro, sullo sfondo comune del municipio di appartenenza.A tal fine, all’interno del percorso sco-lastico e/o degli appuntamenti pomeri-diani, i ragazzi verranno accompagnati dai docenti alla scoperta del territorio e guidati nella riflessione sulle aree urba-ne e le loro infinite possibilità.

di Luca Asterri

Le classi della terza elementare della Scuola Cle-mentina Perone (via Cardinale Oreglia, zona Boc-cea) hanno partecipato al laboratorio organizzato nella biblioteca del parco Pineta Sacchetti. Gli educatori che hanno ideato e che gestiscono il progetto hanno fatto leggere ai bambini un artico-lo del nostro giornale, Lungotevere, riguardante il parco di Pineta Sacchetti. E’ stato poi chiesto agli alunni di provare ad elaborare con parole ed imma-gini i loro suggerimenti per bonificare il parco e risolvere il problema degli insediamenti abusivi che spuntano spesso nella fitta vegetazione.

le terze elementariDella clementina perrone a conFronto con il parco Di pineta sacchetti

LīLā - Il gIoco della creazIone

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L’interessante iniziativa si è svolta durante la settimana della lettura, nel pomeriggio di giovedì 21 Aprile, dalle ore 17.00 alle ore 19.00 circa. La Rosmini è una scuola secondaria pubblica situata in via Giorgio del Vecchio, davanti ad un istituto superiore professionale.L’evento è iniziato nell’androne della scuola con il vario-pinto mercatino dei libri de “Il giro del mondo in 80 li-bri”, presentato dalla famiglia Barbini: Donatella, Danilo, Gaia e Emma. Poi l’iniziativa si è spostata nella biblioteca piena di storie e fantasia.Numerosa la partecipazione: il vicepreside Bonadies e il preside Fusacchia, che ha spiegato la grande importanza di una biblioteca scolastica, le professoresse, il coro, gli alunni e gli ospiti (scrittori e professori dell’Università). Dopo una breve attesa, il coro della scuola ha cantato delle canzoni che parlavano di pace e solidarietà. L’ultima canzone, che parlava di solidarietà, è stata la più applaudi-ta perché era molto commovente: ogni bambino può ave-re una mano anche dal bambino che sembra più lontano. Poi è iniziata la presentazione dello scaffale multicultu-rale. Nella “librosa” stanza ci sono tante storie scritte in lingue diverse, come il Piccolo Principe, scritto persino in Arabo, Cenerentola e mille altre storie. Ben 1.500 libri!I libri viaggiano come immigrati: si traducono in diver-se lingue e aggiungono cose diverse in ogni posto che raggiungono. Ci sono diverse famiglie che amano diversi libri. E sotto tanti libri c’è una grande famiglia. Claudia Dos Santos: “È bello sentire la propria lingua. Mi

sento onorata! Io ho 10 anni e sono di origine capoverdiana,

di Saniclau. Quest’anno ci andrò. Mi mancano i miei nonni,

mio fratello, i miei cugini e non vedo l’ora di fare il bagno

nel mare così pulito e brillante!” Tutti siamo diversi, ma nessuno deve essere escluso per la sua diversità!

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AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

LīLā E IL COnFROnTO SuLLA MuLTICuLTuRA

CuLTuRA

l’istituto rosmini ha inaugurato uno scaFFale multiculturaleper una scuola multietnica!

Rispondendo agli stimoli della Settimana della Lettura, i bambini si sono confrontati sulla multicultura, proponendo tante e diverse variazioni sul tema secondo la sensibilità e il linguaggio espressivo di ognuno. Secondo i principi base della creazione consapevole, i bambini, accompagnati dai professionisti, hanno lavorato in autogestione, indicendo riunioni di redazione, portando i propri contenuti, discutendone e scegliendo cosa pubblicare, come e perché, nella piena responsabilità creativa.

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MAME: inaspettato medioevo a Roma

MOSTRE

di Silvia Sarli

Inaspettato è davvero la parola giu-sta per il MAME (Museo Nazionale dell’Alto Medioevo) di Roma. Nella cit-tà eterna, dove abbondano le testimo-nianze dell’arte romana antica e i fasti di Rinascimento e Barocco ci si dimen-tica facilmente dei medievali “secoli di mezzo”. Ad accendere le luci sulle testi-monianze di questo periodo del-la nostra storia ci pensa questo piccolo museo di una decina di sale, ospitato negli edifici espo-sitivi del quartiere EUR e posto sotto la direzione del Polo Muse-ale del Lazio in base alla recente riorganizzazione amministrativa regionale. Reperti di diverse epoche e provenienze, realizzati con differenti tecniche e materiali, illustrano aspetti della vita quotidiana di popolazioni di culture diverse trovatesi a vivere nello stesso territorio, come romani, longo-bardi e carolingi.Incredibili gli oggetti provenienti dalle

necropoli longobarde di Nocera Um-bra e Castel Trosino ritrovate alla fine dell’Ottocento con scarpe, cofanetti, pettini, fibule e gioielli per le donne e lance, scudi, elmi, corazze e pregiate fibbie per cavalli per gli uomini. La peri-zia nella realizzazione dei dettagli, l’uso della tecnica dello sbalzo, la presenza di gemme e paste vitree usate nei penden-

ti insieme alle ricostruzioni figurate dei personaggi dell’epoca contribuiscono a portare il visitatore indietro nel tempo.All’epoca della dinastia di Carlo Ma-gno appartengono invece bassorilievi e plutei in marmo che decoravano chiese e cappelle, insieme al meraviglioso te-soretto di Montecassino costituito da

monete d’oro e da una preziosa fibula aurea.Rari e pregiati sono i tessuti copti con frammenti di abiti e arredi liturgici pro-venienti dal Mediterraneo orientale, che testimoniano gli scambi ancora attivi tra i diversi settori dell’ex impero romano.L’immagine della vita quotidiana nel territorio rurale intorno a Roma è of-

ferta dai reperti rinvenuti negli insediamenti di Santa Rufina sulla Via Boccea e Santa Cornelia pres-so Veio. I due siti sono stati uti-lizzati come centri agricoli di pro-duzione degli alimenti necessari per il sostentamento della Roma papale, per poi svolgere la fun-zione di aree cimiteriali collegate

alla passio delle due sante martiri del III secolo. Vero gioiello, infine, è la sala con la ricostruzione dell’aula della do-mus di Porta Marina scoperta a Ostia e decorata con sorprendenti marmi in-tarsiati nella tecnica ad opus sectile.Lo staff del museo, recettivo alle novi-tà del XXI secolo, si occupa di tenere

Con Alto Medioevo (V-XI d.C. ) si intende il periodo tra la fine della tarda antichità e la formazione dei

primi stati a base etnica

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aggiornata la pagina face book, tramite la quale stanno dando vita a un progetto molto vivace di valorizza-zione museale. I canali social permettono al MAME di partecipare a progetti di sviluppo nazionale e euro-peo come la campagna #MuseumWeek su twitter. Il MAME ospita spesso iniziative a cura di associazioni culturali esterne, come visite guidate o aperitivi arche-ologici, volte a incrementare l’afflusso del pubblico di non addetti ai lavori; il museo al tempo stesso riserva i suoi spazi per l’organizzazione di seminari e attività didattiche come il ciclo di incontri tematici dal titolo “I venerdì del museo” con cadenza mensile organiz-zati dalla direttrice Stefania Panella in collaborazione con la cattedra di Archeologia Medievale dell’Univer-sità La Sapienza. Le molte iniziative promosse (tra cui

l’apertura prolungata il sabato sera dalle 20 alle 23), la cura nell’allestimento e nella conservazione dei reperti fanno del MAME un piccolo, brillante museo che at-tende solo i suoi visitatori. Sarete voi i prossimi?

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La fibula è un’antica tipologia di spilla. Le decorazioni sull’arco (la parte superiore) variano a seconda di datazione, provenienza e tecnica esecutiva

Foto realizzate da Roberto Galasso. Per gentile concessione del Museo nazionale dell’Alto Medioevo

AnnO 3 n. 2 • MAGGIO 2016

mame - museo nazionale Dell’alto meDioeVoViale Lincoln, 3 - fermata Metro B Eur MarconiMartedì, venerdì e sabato ore 9.00-14.00 Mercoledì, giovedì e domenica ore 9.00-19.30

IngRESSo 4 EuRo, RIdotto 2 EuRotELEfono: 06/54228199www.poLoMuSEaLELazIo.BEnIcuLtuRaLI.It

sabato 11 giugno “luoghi meDieVali a roma: il colle aVentino”nell’ambito del progetto di valorizzazione delle testimonianze medievali a Roma, l’associazione culturale RomatreperRoma organizza la visita guidata sul colle aventino: le luci si accendono sui cosiddetti “secoli bui”. È l’occasione per una passeggiata tra chiese e luoghi nascosti, che si concluderà al roseto comunale. per prenotazioni e ulteriori informazioni contattare tramite email:

[email protected]

TR

E

PER

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I romani e il cavalloUn amore lungo duemila anni

CuLTuRA

di Lidia Di Giuseppe

Il cavallo è sempre stato un animale mol-to amato, considerato nobile in tutte le civiltà antiche, che lo hanno associato a sovrani, eroi o addirittura divinità, so-prattutto -in origine almeno- per una ra-gione pratica: per lungo tempo esso ha rappresentato il mezzo di trasporto più agile, più veloce e anche, bisogna dirlo,

più elegante. Gli antichi Romani non fa-cevano eccezione: presso di loro, oltre a poter fungere all’occorrenza da animale da traino, il cavallo era utilizzato in batta-glia, anche se la cavalleria non era, come si potrebbe credere, il nerbo dell’esercito. Quest’ultimo fondava infatti la propria capacità di impatto sulla forza devastante delle legioni e cioè della fanteria; ai suoi

lati veniva schierata la cavalleria, disposta in due alae (“ali”), alle quali poi, nel cor-so della battaglia, spettava il compito di svolgere azioni di accerchiamento dell’e-sercito avversario, che avrebbero potuto rivelarsi più o meno risolutive: cavalli e cavalieri insieme formavano una sorta di “divisione corazzata”. Non meraviglia, dunque, che, nella Roma

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della prima età re-pubblicana, gli equi-

tes (i cavalieri), seb-bene pochi rispetto ai fanti nelle singole legioni (300 a fronte di circa 5000), fossero parti-colarmente orgogliosi del loro ruolo, testimonianza del loro rango sociale e della loro ricchezza. In un’epoca in cui per andare in guerra ci si armava a proprie spese, coloro che erano abbastanza ricchi da equipaggiare non solo se stessi, ma anche un cavallo, dimostravano di essere be-nestanti. Dunque, il cavallo poteva costituire uno status

symbol, come ai tempi nostri una berlina di lusso! Del resto, già Alessandro Magno aveva amato il suo destriero Bucefalo tanto da volerlo commemorare dedi-candogli una città nel cuore dell’Asia (Alessandria Bu-cefala); così, anche nella Roma degli imperatori i cavalli svolsero un ruolo “politico” di primo piano: uno di loro avrebbe potuto addirittura far carriera come senatore! Se-condo il biografo Svetonio, infatti, pur di umiliare i sena-tori, l’imperatore Caligola avrebbe avuto intenzione di far entrare in senato il proprio cavallo. Marco Aurelio, poi, come ben sanno i Romani di oggi, troneggia al centro della piazza del Campidoglio in groppa al suo cavallo: l’a-nimale condivide la gloria del suo illustre cavaliere, di cui rappresenta quasi un’estensione, perché, sotto la zampa che tiene sollevata, doveva probabilmente trovarsi la figu-ra di un barbaro sottomesso, come in altre raffigurazioni dell’epoca.Ma non tutti i cavalli imperiali erano tanto fortunati: il de-striero dell’imperatore Valeriano II, infatti, sarà ricordato perché immortalato in un cameo con il suo padrone men-tre quest’ultimo viene sconfitto in battaglia dal sovrano persiano Shapur, alla metà del III secolo.Altri cavalli della Roma antica hanno fatto una carriera differente. Allora come oggi, infatti, si poteva diventare un idolo delle folle per meriti sportivi: l’equivalente delle nostre partite di calcio, o, meglio ancora, delle corse di Formula Uno erano per gli antichi le gare delle quadrighe, per le quali i Romani costruirono dei grandi circhi; oggi, a Roma, possiamo vedere ancora nettamente il tracciato del famosissimo Circo Massimo, dove tuttora si svolge una serie di manifestazioni o di eventi pubblici di varia natura. Era di forma ellittica: alle due estremità (i fuo-chi dell’ellisse) si trovavano due pietre (le mete), intorno a cui giravano più volte cocchi trainati da quattro cavalli,

le quadrighe. A Roma c’erano quattro squa-dre che si affronta-vano nelle gare del

circo, i bianchi, i rossi, i verdi e gli azzurri, che

vediamo rappresentati da quattro cavalieri che sfilano nel

pannello del console Giunio Basso: ogni Romano tifava per uno di questi team. Que-

ste corse dovevano essere appassionanti: ce le possiamo immaginare pensando alla celebre, avvincente sequenza del film “Ben Hur” in cui il protagonista compete con l’ex-amico Messalla, entrambi alla guida di quadriglie di

magnifici destrieri. Appunto per le importanti funzioni che svolgeva (come mezzo di trasporto e di rap-presentanza, arma e stru-mento di gara), il cavallo è stato associato già dai Greci con divinità di maggiore o

minore rilievo, in primis con Poseidone, dio del mare, ma anche dio dei terremoti, il che sta a indicare la grande for-za vitale che si associava all’animale: non dimentichiamo che esso è tuttora simbolo di particolare potenza sessuale e di fecondità. Inoltre, il cavallo era associato anche a altre due divinità, che noi oggi definiremmo minori: Ca-store e Polluce, i Dioscuri, i figli di Zeus e Leda, fratelli della famigerata Elena di Sparta, che a Sparta appunto erano dèi associati all’allevamento dei cavalli e che nell’antichità in ge-nerale erano invocati in soccorso dai combattenti e dai naviganti in caso di tempesta. I due gemelli divini vengono perciò di solito raffigurati in compagnia dei loro cavalli: insieme a loro sono po-sti a guardia delle piazze del Qui-rinale e del Campidoglio a Roma. Insomma, da questa breve ras-segna, si può evincere come nel suo piccolo, seppur non al livello dei g l ad ia tor i , anche il ca-vallo fu, a suo modo, una vera e propria star della Roma antica!

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Cameo raffigurante re persiano Shapur I che cattura e sottomette l’imperatore Valeriano, nella battaglia di Edessa (260 d.C.) – foto di Marie Lan nguyen, tratta dal sito wikipedia.it

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I cavalli erano mezzo di trasporto, arma, strumento di gara, simbolo

di ricchezza e prestigio

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un cocktaIl InImItabIle dI Sport, arte e glamour nel cuore dI roma. anche queSt’anno SI è rInnovato Il rIto del concorSo IppIco

Piazza di Siena Il meglio dell’ippica internazionale a Villa Borghese

SPORT

di Ludovica Leonardi

Come ogni fine maggio anche quest’anno Piazza di Siena ospita la celebre kermesse ippica: il Concorso Ippico Internazionale intitolato ai fratelli d’Inzeo, gli invincibili cavalieri, Piero e Raimondo, che parte-ciparono a ben 8 Olimpiadi dal 1956 in avanti collezionando una serie infinita di

medaglie, giunge dunque all’edizione nu-mero 84. La competizione di Piazza di Siena, istituita nel 1922, accoglie i miglio-ri cavalieri provenienti da tutto il mondo, che daranno spettacolo nello storico ova-le in sabbia prima di partire per i Giochi Olimpici di Rio 2016, che si svolgeranno ad agosto. Evento davvero unico, quello di Piazza di Siena, perché avvicina all’ip-pica il grande pubblico, e perché nessuna competizione sportiva internazionale può vantare una cornice come quella di Villa Borghese. Tra le tante gare si segnala la 90^ edizione della Coppa delle Nazioni - Furusiyya FEI Nations Cup™ presented by Longines, dove oltre all’Italia, gareg-geranno anche Germania, Francia, Olan-da, Gran Bretagna, USA, Canada e Svezia, il Premio Intesa Sanpaolo e lo spettacola-re Gran Premio Loro Piana Città di Roma. Presente anche la kermesse equestre con il consueto Carosello di Villa Buon Respi-ro, eseguito anche da cavalieri disabili, il Carosello dei Lancieri di Montebello e il Carosello del 4° Reggimento dei Carabi-nieri a Cavallo, emblema della tradizione

equestre italiana. Inoltre Piazza di Siena, organizzato da Integer, divisione eventi e retail marketing del gruppo TBWA\Ita-lia con la supervisione tecnica della FISE, permette al pubblico e agli appassionati di poter accedere gratuitamente: gli spet-tatori possono sedersi sui verdi prati del parco di Villa Borghese sul lato della Ca-sina di Raffaello o sulla balconata naturale del lato della Casina dell’Orologio. L’orga-nizzazione di quest’anno si è impegnata, per limitare l’impatto ambientale, a posi-zionarne le tribune nell’anello basso della piazza e a realizzare le sedute sui gradoni naturali del parco: questa soluzione per-mette di vivere Villa Borghese nella sua naturale essenza, di tutelare il parco evi-tando di danneggiarlo, e di coinvolgere e avvicinare gli spettatori al campo gara con uno scenario che emoziona ancora di più. Nella manifestazione del 2009, nel Gran Premio di Potenza, il cavaliere inglese Mi-chael Whitaker, con il suo cavallo Cyber Space II, è riuscito a saltare un’altezza di ben 225 cm, ma dal 2015 la gara di poten-za, cioè di salto in alto a quattro zampe,

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è stata volutamente abolita dal cavaliere Vittorio Orlandi, presidente della Federazione Italiana Sport Equestri, per tutelare l’animale e la sicurezza del cavaliere. A sostituire tale gara, è stata inserita la “sei barriere”: una prova che prevede sei ostacoli in ordine consecutivo con progressivo aumento di altezza. L’ultimo ostacolo si aggira comunque sui 200 cm, dunque Piazza di Siena regala ai suoi spettatori momenti davvero entusiasmanti. Ma c’è una nota che ren-de questa 84^ edizione particolarmente speciale; in vista della candidatura di Roma come città ospitante dei Giochi Olimpici nel 2024, il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) Giovanni Malagò ha destina-to Piazza di Siena come sito olimpico per le discipline del dressage e del salto ostacoli, inserendo il famoso ovale in sabbia nel dossier di candidatura olimpica. #WeWantRoma Una attesa e un entusiasmo testimoniato anche da Ema-nuela Maria Mafrolla, consigliera della Federazione Ita-liana Sport Equestri: “E’ davvero entusiasmante percepire

questo spirito verso le Olimpiadi. Siamo convinti di dover

dimostrare ai nostri stessi cittadini e al mondo intero che ab-

biamo qualità e requisiti da poter usare e sfruttare. Piazza di

Siena è simbolo di un rapporto solido tra storia e spettacolo, e

tra tradizione e modernità che non va perso né dimenticato”.

Anche quest’anno non mancheranno i big del jumping, quali il francese Simon Delestre, i tedeschi Christian Ahl-mann e Marcus Ehning, entrambi protagonisti della finale di World Cup di Göteborg, l’americana Beezie Madden e il candese Eric Lamaze. Emilio Bicocchi (attuale campione italiano in sella ad Ares), Antonio Alfonso (argento con Redskin de Riverland) e Gianni Govoni (medaglia di bron-zo con Antonio) sono i tre italiani che si sono qualificati al Campionato Italiano Assoluto di salto ostacoli. Come sempre, tutto questo è stato reso possibile grazie alla col-laborazione e alla costruzione di sinergie tra le istituzioni politiche, militari e sportive, quali Roma Capitale, Regione Lazio, Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Comitato Italiano Paralimpico e Camera di Commercio di Roma, che di fronte a una manifestazione così significativa si sono unite, per poter raggiungere il comune obiettivo di condivisione dei valori sportivi.Villa Borghese ospita anche un’area commerciale (tanti stand di gastronomia, street food, abbigliamento ed at-trezzature equestri), una vip area, palchi autorità e spon-sor, e uno spazio riservato al battesimo della sella, per far avvicinare anche i più piccoli e i più inesperti all’affasci-nante mondo dell’equitazione.

nel Concorso Ippico di Piazza di Siena il cavaliere che ha conquistato più titoli in assoluto è stato Piero d’Inzeo, con ben 7 vittorie. Il cavallo più vincente invece è stato Flambeau C.

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organizzati dal comitato Regionale fise Lazio in collaborazione con il Reggimento dei Lancieri di Montebello (8°).Dal 3 al 5 giugno 2016, nella splendida cornice dell’Ippodromo Militare “generale giannattasio”, in viale di tor di Quinto.

oltre 500 tra cavalli e pony

Ingresso libero tutti i giorni, dalle ore 9.00

campionati regionali salto ostacoli 2016

caValli e pony

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Cavalcare a Roma NordSPORT

SS LazIo EQuItazIonE dI VILLa gLoRI: Immerso nel verde del parco di Villa Glori di Roma, in via Maresciallo Pilsudski 25, il circolo ippico bianco azzurro, propone corsi di equitazione per i più piccoli (dai 4 anni in su), seguiti dall’istruttore Gaetano De Angelis, e lezioni e stage con i cavalli con Stefano Falzini e Paolo Pomponi. Nato come ippodromo durante i XVII Giochi Olimpici di Roma nel 1960, dopo essere stato abbandonato per dieci anni circa, alla fine degli anni ’70 il cavaliere Duccio Bartalucci ridiede allo spazio le sembianze di un circolo ippico. Inoltre, durante le prime edizioni di Piazza di Siena i cavalli venivano scuderizzati a Villa Glori e raggiungevano il campo gara di Villa Borghese a cavallo. Il campo del circolo è stato costruito da Graziano Mancinelli, un cavaliere che si rese celebre per essere uno dei protagonisti, insieme a Piero e Raimondo d’Inzeo, della scena equestre del secondo dopoguerra. Il circolo ippico di Villa Glori, nel II Municipio, offre agli iscritti anche la possibilità di poter fare delle passeggiate a cavallo all’interno del parco.

Viale Maresciallo Pilsudski, 25

caScIanESE countRY cuLB dI VILLa adaSituato nella splendida Villa Ada, antica residenza sabauda dal 1872 (il maneggio confina con le scuderie che furono fatte costruire dal Re Vittorio Emanuele II), il circolo ippico di Villa Ada, prevede una scuola pony e una scuola cavalli, dove giovani e adulti vengono seguiti ogni giorno durante gli allenamenti da istruttori qualificati quali Giulio Marini Agostini, Andrea Marini Agostini e Paola D’Angelo, che li accompagnano poi durante i weekend a gareggiare in concorsi nazionali ed internazionali. Aperto nel 1982, il Ca-scianese Country Club vanta dell’esclusiva posizione centrale e privilegiata: per arrivare al circolo bisogna parcheggiare macchine e motorini in Via Salaria, fuori dalle porte del parco di Villa Ada, e fare un percorso a piedi immersi nella natura. Qui lo stacco dalla vita stressata e caotica della città è assicurato. Il circolo da poco offre anche un servizio di ippoterapia per aiutare i meno fortunati.

Via Salaria, 267

di Ludovica Leonardi

Secondo la rivista statunitense Wired, i quattro sport più praticati dagli italiani sono - forse ovviamente - calcio, pallavo-lo, basket e tennis: tutti prevedono uno sforzo muscolare concentrando le ener-gie dietro una palla o una pallina, guida-ti dai valori intrinsechi dello sport quali sana competizione, gioco di squadra e lealtà, ma nessuno di questi regala emo-zioni e sensazioni così particolari come quelle che si percepiscono praticando l’equitazione. Questo sport infatti, per-mette di instaurare un sensibile dialogo con l’animale, di prendersi cura di lui, di

crescere e imparare insieme, creando un binomio vincente.L’arte equestre è sempre stata particolar-mente importante: fin dall’antica Grecia e dall’antica Roma il titolo di cavaliere era necessario per intraprendere una carriera politica e militare, anche se il cavallo ve-niva visto solo come uno strumento utili-taristico e indispensabile all’uomo per gli spostamenti e per le battaglie. Ma quando nella seconda metà dell’800 fu brevettato il motore a scoppio, che diede l’impulso alla costruzione di auto-mobili, le carrozze e i carri da trasporto diminuirono, e il cavallo iniziò ad essere

amico dell’uomo, accompagnandolo in attività ludico-sportive. Tra le varie disci-pline dell’equitazione (dressage, comple-to, cross country, volteggio, reining, ecc.), la più diffusa e praticata è sicuramente quella del salto ostacoli. E anche la Capitale, alla quale si attribui-scono 10 mila tesserati su un totale di 100 mila in tutta Italia, è ricca di centri ippici che praticano questa disciplina, attirando a se non solo atleti e agonisti che par-tecipano a concorsi di livello, ma anche appassionati di tutte le età. Scopriamo insieme quali sono i cinque circoli ippici di Roma Nord.

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ponY cLuB RoMaAl ridosso del fiume Tevere, nei pressi di Via dell’Ac-qua Acetosa, l’area romana con più concentrazione di circoli sportivi, dal 1960 si trova il CIRCOLO IPPI-CO PONY CLUB ROMA, vicino di casa del presti-gioso Polo Club, dove ogni anno si svolge la famosa Coppa Duca d’Aosta, la più importante manifestazio-ne di Polo in Italia. Il maneggio presenta due campi in sabbia e uno coperto per l’equitazione indoor, una giostra, una club house, un bar ristorante e un par-

cheggio interno. Oltre alla scuola pony per i bambini dai 3 ai 16 anni, seguita dalle istruttrici di primo livello Giulia di Cesare e Valeria Di Fazio, l’agonismo dei pony e dei cavalli è coordinato e supervisionato da Anton Giulio Pieraccini, Francesco Cerulli Pirelli e Alessandro Di Marco, che hanno visto i loro giovani allievi partecipare a concorsi di rilievo quali la Coppa delle Nazioni e i Campionati Italiani di Salto Ostacoli. 54 i cavalli scuderizzati, di cui alcuni privati ed altri a disposizione della scuola. Il circolo prevede per i più piccoli gli incontri domenicali della “Domenica col pony”, le tra-sferte in stages estivi (giugno e luglio) e l’organizzazione di feste sociali.

Via dei Campi Sportivi, 43

cIRcoLo IppIco InSugHERataAll’interno della riserva naturale dell’Insugherata di Roma, dal 2003 è diventato operativo un circolo ippico, la cui presidenza e direzione tecnica sono affidati a Raffaele Tagliamonte, cavaliere, istruttore Federale di III livello e Master in salto ostacoli. In precedenza il terreno era un allevamento della famiglia Cicognani, che si dedicava soprattutto alle corse dei cavalli. Possiamo dire che il maneggio preserva una tradizione familiare in quanto tutte e tre le figlie di Raffele montano a cavallo, e tra queste Raffella, insieme a Flaminia Muzio e Francesca Manca, gestisce la scuola pony, la scuola junior e gli Young Riders. Il maneggio ha a disposizione, oltre ai moderni campi, 55 box coibentati e strutture eleganti e moderni, ben 50 ettari di terreno per fare delle passeggiate a cavallo. Il circolo organizza spesso i pony day, giornate ricche di attività divertenti e formative dedicate alla conoscenza e alla gestione dei pony (equitazione, grooming, pranzo e laboratorio pomeridiano), aperto anche ai non tesserati FISE. Inoltre, al termine dell’anno scolastico (giugno e luglio) il Circolo organizza set-timane che offrono una full immersion nello sport equestre e nel divertimento: si alternano attività di equitazione a laboratori d’arte, attività all’aperto e piscina.

Via dell’Acqua Traversa, 143

duE pontI Il CIRCOLO IPPICO DUE PONTI, emblema di ordine, decoro e pulizia, ristrutturato e con una nuova gestione dal 2009, si trova nel XV Municipio nei pressi di Via Flaminia Nuova. Il maneggio propone una scuola pony, distinta in un settore ludico per i bambini dai 3 anni in su e in un settore di discipline olimpiche per i giovani pronti a partecipare ai concorsi ippici, oltre a una scuola cavalli di base gestita da Nicolas Marini, mentre agonismo e preagonismo sono seguiti dallo stesso Presidente del Circolo, Matteo Sorgoni. L’agonismo per i ragazzi che hanno ottenuto il II grado e partecipano a categorie superiori a 1.25 m prevede anche la consulenza tecnica del cavaliere dell’aeronautica militare Luca Marziani. “Al due ponti siamo sempre attivi”, dice lo stesso Matteo a Lungotevere.org: “Una struttura coperta permette ai bambini di non fargli saltare mai le lezioni anche quando piove, e i cavalli dell’agonismo lavorano sempre”. Il circolo dispone anche di una piacevole club house a disposizione per allievi e non: si possono organizzare feste per bambini, aperitivi per adulti, cene ed eventi sia d’estate che d’inverno. Dal 9 giugno al 1 luglio ci sarà il centro estivo per i bambini appassionati di equitazione.

Via Del Casale Della Crescenza, 23

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una StagIone paradoSSale, quella della Squadra romana dI pallacaneStro, che Solo neglI SpareggI tra le peggIorI Squadre della SerIe a2 ha evItato la retroceSSIone In SerIe b

SPORT

di Luca Pelosi

Festeggia per essere rimasta là dove non avrebbe mai dovuto trovarsi. La stagione della Virtus Roma si è chiusa varcando l’ultima frontiera del paradosso. La glo-riosa società romana ha evitato solo all’ul-timo turno dei play-out la retrocessione in Serie B, la terza serie del basket, che non frequentava dalla stagione 1977-78, anno in cui fu promossa in A2. Quella serie A2 non meritata sul campo, dato che è frutto della scelta del presidente Toti di autoretroceder-si (una settimana dopo aver dichiarato che non l’avrebbe mai fatto), e difesa sul cam-po battendo 3-0 la Fulgor Omegna. Cioè la squadra di un paesino di 15mila abitanti che non ha neanche un Palazzetto adegua-to, infatti deve giocare a Castelletto Ticino, e che ha affrontato la serie finale senza un americano (Smith) e uno dei suoi migliori italiani (Zanelli). Al punto più basso della sua storia, o comunque degli ultimi 38 anni, la Virtus è arrivata attraverso altri paradossi e altre scelte sbagliate. L’accordo messo in piedi faticosamente con altre due società romane, Eurobasket e Stella Azzurra, è sal-tato dopo pochi giorni a causa della scelta del presidente Toti di affidare la panchina a Guido Saibene. Scelta che era naturalmente legittimato a compiere, essendo pur sempre colui che paga, ma che si è rivelata sbaglia-ta. Non era difficile da prevedere, dato che Saibene, in passato assistente di Bucchi, Pe-sic e Repesa, era da tempo fuori dal giro che

conta. Le 5 sconfitte nelle prime 5 partite (decisive, dato che con soli 2 punti in più si poteva evitare l’inferno dei play-out) han-no reso necessario un cambiamento, che ha portato a un altro paradosso. Toti, che spesso in passato si era rifiutato di riportare a Roma Attilio Caja, al quale è legato il ri-cordo di belle stagioni e anche dell’ultimo trofeo vinto, la Supercoppa del 2000, ha scelto proprio lui. Il coach pavese ha ini-ziato bene, restituendo fiducia alla squadra. Un gruppo di giocatori non certo di primo piano, com’era inevitabile che fosse dato che la squadra è stata costruita in ritardo e con pochi soldi, ma con qualità che poteva-no garantire alla Virtus la salvezza. E forse così sarebbe stato, se alla lunga lo stesso Caja non avesse iniziato a perdere la bus-sola, logorando rapporti interni e togliendo la fiducia a molti giocatori, iniziando a far giocare praticamente sempre gli stessi. Fino agli ultimi paradossi: nonostante 13 vittorie la squadra finisce ai play-out perché crolla nell’ultima giornata a Casale Monferrato (mentre a Reggio Calabria, dove il risultato della Virtus era molto atteso, si spengono le luci e si gioca già sapendo cosa è accaduto a Casale...). E durante la serie con Reca-nati cambia il coach, sospendendo Caja e affidando la squadra al suo vice Riccardo Esposito. Per rintracciare un altro cambio di allenatore a post-season in corso abbia-mo dovuto scovare la storia della squadra di Gaeta nei play-out di A2 di pallamano...

È’ finita comunque bene. Esposito, che conosceva i problemi, ha saputo risolverli o comunque fare in modo che la squadra canalizzasse le energie rimaste per battere Omegna. Il tutto di fronte a simboli del-la gloriosa storia della Virtus, che hanno risposto alla chiamata della società. A so-stenere Voskuil e compagni, al Palazzetto, c’era il Bancoroma (Enrico Gilardi, Stefano Sbarra, Roberto Castellano, Valerio Bian-chini), il Messaggero (Donato Avenia), l’era Corbelli (Emiliano Busca) e il passato più recente (Marco Calvani). Una chiamata alle armi cui ha risposto bene anche il pubblico: quasi tremila persone per gara1 con Ome-gna, un giorno che ha ricordato a tutti che se il presente era il punto più basso degli ultimi 38 anni, la Virtus ha un passato e an-che un futuro. L’ultimo paradosso, infatti, è quello che lascia ben sperare. Anche in A2, lo zoccolo duro di tifosi non ha mai abbandonato la squadra. Questa è la prima garanzia. L’altra è più “materiale”: per l’an-no prossimo la Virtus ha già uno sponsor, l’università Unicusano, pronta anche a im-pegnarsi oltre il 2017, Acea come secondo sponsor, e quindi potrà programmare la prossima stagione avendo un tempo suffi-ciente per farlo e sapendo già quale sarà il budget da poter spendere. Forse non sarà sufficiente per risalire subito in A1, ma di sicuro per non far vivere mai più alla Vir-tus Roma una stagione come questa. Il suo nome e i suoi tifosi non lo meritano.

Virtus roma salVa,ma che umiliazione!

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