Upload
nguyendiep
View
218
Download
1
Embed Size (px)
Citation preview
Lo sviluppo cognitivo oltre Piaget
Le origini culturali della cognizione umana
Michael Tomasello
Tomasello
�Homo sapiens ha imparato a conservare molte scoperte dei singoli
�La trasmissione culturale permette che le acquisizioni avvenute non vadano perse
�Patrimonio cumulativo � le nuove generazioni possiedono un patrimonio culturale maggiore della generazione precedente
Tomasello
� Meccanismo biologico (innato) che dà la capacità di comprendere i conspecifici come essere simili a se stessi con vite intenzionali e mentali
� L’identificazione e la comprensione delle intenzioni altrui permette la collaborazione sociale � trasmissione culturale
�Quale meccanismo biologico ha permesso all’uomo questo salto di qualità rispetto agli altri
animali?
Tomasello
�9-12 mesi�Per Piaget questo è il periodo di:
�Coordinazione delle reazioni circolari secondarie
�Consapevolezza di mezzi e fini delle azione
�Prime parole
�Comparsa dell’atto di indicare
�Qual è il periodo critico per il manifestarsi di questo meccanismo innato?
Tomasello
�Aspetti in comune dei b. di 18 mesi con i primati:�Ricordare dove sono certi oggetti �Trovare nuove vie alternative a livello
spaziale�Categorizzare oggetti sulla base di
somiglianze percettive�Comprendere e confrontare insieme di
oggetti di piccola numerosità�Seguire i movimenti anche invisibili di
oggetti
Tomasello
�Differenza dei b. di 18 mesi con i primati:�Comprendere i conspecifici come essere
simili a se stessi �Per questo motivo nei primati non c’è
trasmissione culturale
≠
Tomasello
� Tra i 9-12 mesi:� Comparsa del gesto di indicare� Comportamenti triadici : interazione bambino-adulto-aggetto� Prestare attenzione ad un oggetto perché l’adulto vi presti
attenzione� Agire su un oggetto guardando un adulto
� Gesto deittico � indicare un oggetto perché un adulto lo guardi
� Gesto dichiarativo � mostrare un oggetto perché un adulto lo guardi
� Gesto imperativo � mostrare un oggetto perché un adulto ci faccia qualcosa
Tomasello
� I gesti dichiarativi servono a condividere l’attenzione con l’adulto su un oggetto
�Questi comportamenti mancano ai primati e ai bambini autistici
�Problema dell’autismo � mancanza del meccanismo biologico che permette la comprensione dell’intenzionalità altrui e quindi di mettersi nei panni degli altri
Tomasello: il linguaggio
� Il linguaggio è un’istituzione sociale di natura simbolica
� Le carenze linguistiche nell’autismo sono dovute alle carenze nell’ attenzione congiunta e nella comprensione degli altri come esseri intenzionali
� Il linguaggio è reso possibile:� dalle attività comunicative di attenzione congiunta�dalla comprensione delle intenzioni comunicative�dall’imitazione
Tomasello
� Verso i 4 anni compare la capacità di comprendere che gli altri possono avere convinzioni diverse dalle nostre
� Grazie a simulazione e capacità di “mettersi nei panni dell’altro”
� Comprensione che il comportamento altrui èregolato da desideri, pensieri e credenze diverse dalle proprie
Lo sviluppo della teoria della mente
Lo sviluppo della teoria della mente
�Critica a Piaget� il bambino in interazione esclusivamente con gli oggetti, la realtàfisica, le leggi…
�Come costruisce il bambino la propria conoscenza del mondo psicologico?
14
Desideri
Comprensione
Il bambino costruisce la propria conoscenza del mondo psicologico, arrivando a comprendere sé stesso e gli altri, sulla base di una Teoria della mente delle altre persone
Motivazioni
Credenze
Intenzioni
Teoria della mente: teoria su come funzionano gli esseri umani in
quanto diversi dagli oggetti inanimati
Lo sviluppo della teoria della mente
15
Emozioni primarieStati fisiologici•amore, odio, paura, disgusto, sorpresa, felicità• fame, sete• dolore, eccitazione
Percezione
• vedere, udire, gustare • odorare, toccare
Desiderio
• volere, desiderare• augurare, sperare• “potrebbe”• “dovrebbe”
Credenza
• credere, supporre• sapere, anticipare• dubitare, sospettare
Lo sviluppo della teoria della mente
16
Azione• colpire• afferrare• cercare• seguire con
attenzione
Reazione• felicità• tristezza• rabbia• sorpresa• sconcerto
RISULTATO
Lo sviluppo della teoria della mente
DESIDERIO AZIONE
RISULTATOPOSITIVO
FELICITA’
CREDENZA AZIONE
RISULTATOCONFERMA CREDENZA
SODDISFAZIONE
Il desiderio è uno stato mentale più semplice della credenza
Lui vuole una mela
relazione diretta uomo-oggetto
Lui pensa che questa sia una mela
METARAPPRESENTAZIONE
Il desiderio è uno stato mentale più semplice della credenza
Il desiderio è uno stato mentale più semplice della credenza
� Capacità del soggetto di attribuire stati mentali a sé e ad altri e di predire il comportamento proprio e altrui sulla base di tali stati
Lo sviluppo della teoria della mente
� … di attribuire ad altri stati mentali come credente, emozioni, intenzioni etc.
� … di intraprendere e prevedere le azioni degli altri sulla base di tali attribuzioni.
Lo sviluppo della teoria della mente Evoluzione nella Teoria della mente
� 2 anni � psicologia del desiderio� 3 anni � psicologia della credenza –desiderio � le azioni sono guidate non solo dai desideri ma anche dalle credenze
� Credenze possono essere sia vere che false
� 4-5 anni �Comprensione della falsa credenza
Il compito di Sally & Anne
� Domanda test: Dove andrà Sally a cercare la pallina?
� Domanda Controllo: Dove ha messo la pallina Sally?
� Domanda Controllo 2: Dov’è ora la pallina?
Per rispondere correttamente alla domanda…
� Rappresentazione di ciò che è stato raccontato nella storia
� Rappresentazione di quello che Sally ha in mente
Risultati
� 92% dei bambini di 6 anni rispondono correttamente
� 33% dei bambini di 4 anni rispondono correttamente
� Problemi metodologici:� Forse i bambini più piccoli non rispondono
correttamente perché la domanda è troppo complessa?
� O perché devono tenere in mente troppe informazioni contemporaneamente?
Compito degli Smarties
Compito degli Smarties
Si mostra al b. una scatola di Smarties chiusa e gli si chiede cosa pensa contenga. Dopo che il b. ha risposto,dicendo Smarties o simili, gli si mostra che dentro c’èuna matita e si richiude la scatola. Si informa poi il b, che sta per arrivare una persona a cui verrà mostrata la scatola chiusa. Si chiede quindi al b. di dire cosa risponderà la persona, quando gli verrà posta la domanda sul contenuto della scatola.
In questo compito anche b. di 4 anni rispondono correttamenteI bambini di 3 anni sbagliano.
Nel compito di Sally e Anne cambiando la domanda in:
Dove andrà prima di tutto Sally a cercare la pallina?60% di bambini di 3 anni rispondono correttamente
C’è accordo unanime sul fatto che a 4 anni un b. possiede la teoria della mente.Per bambini di età inferiori ci sono dati discordanti.
Precursori della teoria della mente
�Gioco simbolico � capacità di rappresentare una realtà diversa da quella percepita
� Intenzione dichiarativa comunicativa �richiamare l’attenzione dell’adulto per condividere l’interesse per l’oggetto �intenzione di influenzare lo stato mentale dell’altro
Come si sviluppa la teoria della mente?
Prevalgono componenti innate o apprese?
Posizione innatistaBoron-Cohen
� Il fenomeno dipende da meccanismi dello sviluppo cognitivo che sono altamente specializzati e modulari
� Meccanismi innati e specializzati, riconducibili a particolari aree del cervello
� Moduli deputati a elaborare informazioni ogni modulo dominio- specifico
Posizione costruttivista
� La comprensione della mente propria e altrui si costruisce a partire dall’attività del bambino e dalla sua esperienza con il mondo sociale.
� E’ il risultato delle interconnessioni tra competenze ed esperienze
Baron-Cohen (1995) prevede 4 MODULI:
1. EDD, Eye-Direction Detector : deputato all’elaborazione della direzione dello sguardo
2. ID, Intentionality Detector : specializzato nel cogliere l’intenzionalità e nelrappresentare gli stati volitivi
3. SAM, Shared Attention Mechanism: idoneo a permettere l’interazione triadica necessaria per condividere con altre persone l’attenzione sul medesimo oggetto
4. ToMM, Theory of Mind Mechanism : consente metarappresentazioni, vale a dire le elaborazioni di dati particolari sulla rappresentazione di un’altra persona
La sindrome dell’Autismo
� È stata descritta per la prima volta dallo psichiatra Kanner nel 1943
� Incidenza: circa 10 bambini su 10.000, con una prevalenza di maschi (3-4:1)
� E’ spesso associato a ritardo mentale: circa il 70% dei bambini autistici presentano un QI < 70
� Mancata acquisizione del linguaggio nel 50% dei casi � Nucleo della sindrome individuabile prima dei 36 mesi e
perdura nel corso dell’infanzia e dell’età adulta� Deficit
� Interazione sociale� Comunicazione� Attività e interessi
Peter (Frith, 2005. L’autismo)
� Peter è il figlio molto amato di una famiglia benestante di Londra. Durante il suo primo anno di vita Peter non sembrava diverso dagli altri bambini. Vi era stato qualche lieve segno dei problemi successivi però nessuno se ne era accorto. Non alzava gli occhi quando lo si chiamava per nome, non indicava le cose e non guardava gli oggetti su cui gli altri cercavano di richiamare la sua attenzione […]. Quando sua madre veniva a prenderlo non allargava mai le braccia […]. Dapprima nessuno pensò che Peter fosse qualcosa di diverso da un bambino molto volitivo e autosufficiente che tardava a parlare. Peter era sordo? Forse la sorditàpoteva spiegare non solo perché non parlava ma anche perché sembrava vivere così bene in un mondo tutto suo.
Peter (Frith, 2005. L’autismo)
� La sorella maggiore di Peter era notevolmente diversa da lui. A 18 mesi si divertiva a giocare a fare la spesa, a mettere a letto le bambole. Peter non faceva mai niente del genere. Aveva una collezione di automobili ma sembrava interessato solo a metterle in fila e ad osservare da vicino le ruote che giravano. […] Per molti aspetti rimaneva indietro rispetto ai bambini della sua etàanche se sembrava precocemente interessato ad alcuni campi. Amava la musica, ascoltava di continuo le Quattro stagioni di Vivaldi ed era in grado di riprodurne il motivo alla perfezione. I rituali per farsi il bagno o andare a letto dovevano essere seguiti secondo un ordine particolare, altrimenti l’intera procedura doveva essere ripetuta daccapo.
Peter (Frith, 2005. L’autismo)
� Peter cominciò a parlare tardi, ma il linguaggio non gli aprì le porte della comunicazione, come tutti avevano sperato. Peter faceva eco a ciò che dicevano le altre persone, ripetendo la stessa frase più e più volte. Spesso i familiari avevano come la sensazione che esistesse un muro invisibile che non permetteva loro di avere un rapporto appropriato con lui […]. Peter non si univa mai ai giochi degli altri bambini. Sembrava non guardasse le persone ma che il suo sguardo passasse attraverso di loro. Talvolta per la strada o in un negozio faceva un rumore acutissimo e saltellava selvaggiamente in su e in giù senza alcuna ragione apparente. Quando Peter compì 3 anni gli fu diagnosticato l’autismo […].
Bambini con autismo
LA LETTURA DELLA MENTE CONSENTE DICOMPRENDERE LA COMUNICAZIONE
Quando cerchiamo di dare un significato a ciò che qualcuno ha detto, immaginiamo quale
possa essere il suo intento comunicativo
Lo sviluppo cognitivo: l’approccio dell’elaborazione
dell’informazione (HIP)
�Piaget � scarsa informazione sui procedimenti seguiti dai bambini per risolvere i problemi
�HIP � descrizione dei procedimenti seguiti per la risoluzione dei problemi
Human Information Processing (HIP)
41
COGNITIVISMOLa mente funziona come un sistema per elaborare
informazioni (metafora del computer) che provengono dall’ambiente
Le operazioni sono eseguite in
successione come operazioni singole e
spesso indipendenti tra loro
Human Information Processing (HIP) Human Information Processing (HIP)
�Processi di elaborazione: �codificare�ri-codificare, confrontare
e combinare�ritenere o memorizzare
(dalla STM alla LTM)�recuperare
La focalizzazione è sulla prestazione cognitiva
(non la competenza)
Ogni compito cognitivo deve essere analizzato sulla base delle operazioni che servono ad eseguirlo e
delle unità d’informazione che il soggetto è in grado di avere presenti (memoria di lavoro):
Analisi del compito
Human Information Processing (HIP)
• Si evolve la prestazione
• I cambiamenti sono:
�quantitativi : accumulo di esperienza�qualitativi: si acquisiscono strategie più complesse che
vengono generalizzate a compiti diversi e usate con maggiore flessibilità
• Prevale la continuità
• I processi di elaborazione sono “dominio-specifici”
Human Information Processing (HIP)
45
Regola1 : il bambino elabora l’informazione usando la regola “quantità di pioli su ogni braccio”Regola 2 : il bambino elabora l’informazione usando la regola “stessa quantità di pioli su entrambi i bracci” e “distanza dal fulcro”Regola 3 : il bambino elabora l’informazione usando la regola “stessa quantità di pioli sui bracci” e “distanza dal fulcro”, ma in caso di eccessiva complessitàrisponde cercando di indovinareRegola 4 : il bambino elabora l’informazione usando la regola corretta “quantità di pioli
sui bracci” per “distanza dal fulcro”
Esempio di sviluppo cognitivo. La bilancia e la regola dell’equilibrio: informazioni (pioli sui bracci, numero dei pesi,
posizione del peso sui bracci)
Human Information Processing (HIP)il compito della bilancia di Siegler
HumanInformation Processing (HIP)il compito della bilancia di Siegler
Lo sviluppo cognitivo si perfeziona con le prestazioni di
METACONOSCENZA e METAMEMORIA
L’ESPERIENZA E L’ESERCIZIO (AMBIENTE) SONO ALLA BASE DELLO SVILUPPO DELLA CAPACITÀ DI RISOLVERE
PROBLEMI E AFFRONTARE COMPITI: L’ETÀ NON È LA VARIABILE PIÙ IMPORTANTE
Sistema esecutivo centrale
Human Information Processing (HIP) Confronto tra l’approccio piagetiano e l’approccio HIP
APPROCCIO PIAGETIANO
� Enfasi sulla “competenza”� Cambiamenti qualitativi� Discontinuità (stadi)� Processi “dominio-
generali”� Enfasi sul “che cosa” si
sviluppa
APPROCCIO HIP
� Enfasi sulla “prestazione”� Cambiamenti quantitativi� Continuità� Processi “dominio-
specifici”� Enfasi sul “come” si
sviluppa