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liberazione Sam Rainsy, leader dell’opposizione parlamentare della Cambogia la nuova A volte i fratelli di una stessa famiglia che non condividono gli stessi valori sono lontani gli uni dagli altri, ma all'interno del Partito Radicale ci si sente come in una grande famiglia... Siamo una grande famiglia che condivide gli stessi valori, gli stessi principi ed è questa la nostra felicità, il nostro orgoglio. ... Vorrei cogliere quest’occasione per lanciare un appello ad iscriversi al Partito radicale... in modo da potenziare questa forza, questa organizzazione unica, un partito transnazionale che trascende tutti i confini, non ci sono diversità tra i paesi, perché sono valori che trascendono i confini. La mia ambizione è far sì che il Partito Radicale diventi un partito mondiale..., ma dobbiamo organizzarci per avere questa forza che deve essere mondiale perché la nostra lotta è mondiale, quindi non possiamo contare solamente sugli italiani, l’organizzazione non può essere basata unicamente a Roma, bisogna che il prossimo Congresso si tenga in altri paesi dove ci sono persone che condividono gli stessi valori, in modo che il Partito Radicale possa diffondersi. Io conto non sui 3000 iscritti, ma su trecentomila iscritti in un prossimo futuro. 594 iscritti * entro il 31 dicembre, subito le preiscrizioni per il 2018 per rafforzare le lotte e convocare il Congresso del Partito Radicale nuovo * per raggiungere l’biettivo dei 3.000 iscritti nel 2017.

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liberazione

Sam Rainsy, leader dell’opposizione parlamentare della Cambogia

la nuova

A volte i fratelli di una stessa famiglia che non condividono gli stessi valori sono lontani gliuni dagli altri, ma all'interno del Partito Radicale ci si sente come in una grande famiglia...

Siamo una grande famiglia che condivide gli stessi valori, gli stessi principi ed è questa la nostra felicità, il nostro orgoglio. ... Vorrei cogliere quest’occasione per lanciare un appello ad iscriversi al Partito radicale... in modo da potenziare questa forza, questa organizzazione unica, un partito transnazionaleche trascende tutti i confini, non ci sono diversità tra i paesi, perché sono valori che trascendono i confini. La mia ambizione è far sì che il Partito Radicale diventi un partitomondiale..., ma dobbiamo organizzarci per avere questa forza che deve essere mondialeperché la nostra lotta è mondiale, quindi non possiamo contare solamente sugli italiani,l’organizzazione non può essere basata unicamente a Roma, bisogna che il prossimoCongresso si tenga in altri paesi dove ci sono persone che condividono gli stessi valori, in modo che il Partito Radicale possa diffondersi.Io conto non sui 3000 iscritti, ma su trecentomila iscritti in un prossimo futuro.

594 iscritti* entro il 31 dicembre, subito le preiscrizioni per il 2018 per

rafforzare le lotte e convocare il Congresso del Partito Radicale nuovo

* per raggiungere l’biettivo dei 3.000 iscritti nel 2017.

2 STATI UNITI D’EUROPA

L a Consulta delle Regioni per gliStati Uniti d'Europa,associazione radicale che hafatto propria e intende farsi

parte diligente per l'attuazione dellaparte della mozione di Rebibbiarelativa agli “Stati Uniti d'Europa”approvata il 3/9/2016 dal XL Congressodel Partito Radicale NonviolentoTransnazionale Transpartito (cfr “... IlCongresso ribadisce la scelta federalistae per gli Stati Uniti d'Europa, unicaalternativa ai nazionalismiantifederalisti e alla deriva burocraticadell'Unione Europea. ...”), hacome obiettivo principale “...l'elezione di una assembleaeuropea costituente che realizzigli Stati Uniti d'Europa, sulmodello già sperimentato efunzionante, e per l'affermazionedella democrazia e dello STATO DI

DIRITTO in Europa. ...” come recita lamozione di Racalmuto approvata il4 agosto 2017.

Come il Partito Radicale, laConsulta delle Regioni per gli StatiUniti d'Europa ha scelto di guardareall'obiettivo di una vera unionefederale, sul modello esistente degliStati Uniti d'America, evitandosoluzioni non sperimentate o chehanno già dimostrato di esserefallimentari e richiamando la lucidaanalisi compiuta da Alexis DeTocqueville nel celebre libro “LaDemocrazia in America” ove esamina ifattori “vincenti” del modellofederalista americano di recenteintroduzione (il libro viene pubblicatonella prima metà del 1800) rispetto allesoluzioni che si sperimentavano nellostesso momento in Europa.

La Consulta delle Regioni per gliStati Uniti d'Europa, oltre all'obiettivoprincipale suindicato, sempre nellamozione approvata a Racalmuto il 4agosto 2017, si pone una serie diobiettivi ulteriori e complementari, diseguito elencati, senza valoreesaustivo: “...* [di] una effettiva ed efficacediplomazia federale per una politicaestera della federazione, nella qualefar convergere e non confliggerel'azione delle diplomazie nazionali;

* [di] una difesa ed un esercito federaleper avere uno strumento funzionale,efficiente ed efficace per la difesacomune, ed economicamentesostenibile;

* [di] un ministero del tesoro federale,per la gestione delle entrate ed uscitedel bilancio federale e la gestione deldebito pubblico europeo, tramiteeurobond, che risponda airappresentanti democraticamenteeletti dal popolo europeo, cioè il

Parlamento europeo, esotto il controllo della giustiziafederale;

* [del] l'abolizione del meccanismoeuropeo di stabilità, attualmenteprivo di controlli e posto al di sopradella legge, in favore di un sistemarispettoso dei principi di democrazia eSTATO DI DIRITTO da un lato ealtrettanto rispettoso dell'autonomiadegli Stati nazionali all'interno degliStati Uniti d'Europa;

* [di] una diversa politica di aiuti allosviluppo, interna ed esterna qualestrumento per la soluzione diproblemi che affliggono lafederazione e come stimolo perfavorire la democrazia e lo STATO DI

DIRITTO negli stati nazionali sia quellidella federazione che quelli esternialla federazione;

* [del] l'abolizione delle misureprotezioniste, sia quelle interne allafederazione che quelle esterne neiconfronti degli altri Stati, in quantoinutili e perciò dannose per gliinteressi dei cittadini europei. ...”.L'elencazione degli obiettivi

funzionali alla realizzazione degliStati Uniti d'Europa prende le mosseda recenti studi formulati per ilParlamento Europeo sul cosidetto“Costo della non Europa”, senzaesaurire gli argomenti, sotto unprofilo squisitamente politicoladdove, invece, gli studiesaminano le questioni da unpunto di vista economico -finanziario.

In questi studi, sia settorialiche generali di sintesi, vengonoanalizzati, divisi per materie eraggruppati in aree di macrointerventi, i costi che vengonosostenuti per la mancataattuazione di un modellofederativo più integrato.Sono dunque sprechi espese ingiustificati dovuti alfatto di parcellizzare icentri di costo pervent'otto (ed in futuro

ventisette) diversi stati nazionaliche agiscono ognuno geloso dellapropria sovranità ed indipendenza.Per fare un esempio pratico è come seogni nazione europea avesse, nellapropria rete ferroviaria, unoscartamento diverso (la distanza tra leruote). Ogni volta che si raggiunge lafrontiera occorre trasbordare davagone ferroviario a vagoneferroviario. Questo genera costi che, setutta la rete avesse lo stessoscartamento, non dovrebbero gravaresul commercio e sul trasporto dipersone.

La questione è rilevante soprattuttoperchè, sia che il finanziamentodell'Unione Europea venga fornitodagli Stati nazionali o direttamente daicittadini (vedasi ad es. la percentualedell'IVA riconosciuta all'UnioneEuropea), detti costi sono comunqueposti a carico dei contribuenti, deicittadini (singoli od associati inimpresa) europei. E' dunqueimportante far uscire dagli archivi edai siti internet ove tali studi sononascosti per verificare la possibilità diindirizzare la spesa pubblica (la spesadel denaro dei contribuenti) in modo

più produttivo, evitando che il mantraripetuto ossessivamente della carenzadi risorse sia un comodo espedienteper non fare.

La questione dei “Costi della nonEuropa” rileva anche come evidenzadella necessità, anche sotto il profiloeconomico, di dare attuazione alconcetto di Europa unita. I “Costi dellanon Europa”, insieme al Manifesto diVentotene, al Manifesto dei federalistieuropei del 1957 (ancor più rilevantepoliticamente e, per cio, soventeomesso dal ricordo), alle ragionipolitiche, sociali, di contrasto ainazionalismi e sovranismi cheportarono alle due guerre mondiali,sono uno dei pilasti su cui poggia lanecessità della scelta e dell'obiettivofederale per l'Europa.

Una necessità, quella della unionefederale, che il Partito RadicaleNonviolento TransnazionaleTranspartito e la Consulta delleRegioni per gli Stati Uniti d'Europaindividuano nel modello americano,democratico (vedasi le attualilimitazioni alla sovranità delParlamento europeo privo, per fare unesempio, del diritto di iniziativalegislativa e parte, ma non esclusivotitolare, della funzione legislativa, perfare un altro esempio), soggetto alleregole dello stato di diritto, con unpotere giudiziario federale, gelosocustode della Costituzione, non inquanto “pezzo di carta” ma come fontee tutela dei diritti fondamentaliindividuali, dell'uomo (o megliodell'individuo) contro l'abuso da partedegli stati nazionali e della stessaUnione Europea.

L'ultimo rapporto generale, la terzaedizione pubblicata ad aprile 2015,indica in € 1.597.000.000.000(millecinquecentonovantasettemiliardi di euro) il “Costo della nonEuropa”.Questa è la cifra raggiunta nel2015 rispetto al precedente rapporto,pubblicato nel 2014, che prevedeva lapossibilità di risparmiare solo, si fa perdire, € 800.000.000.000 (ottocentomiliardi di euro). Nella tabellariassuntiva finale contenuta neldocumento relativo alla terza edizionedell'aprile 2015 l'indicazione del“Costo della non Europa” diviso peranni.

Dal 2015 non risultano piùpubblicati rapporti generali,riassuntivi degli studi settoriali, sui“Costi della non Europa”. Risultanopubblicati invece diversi ulteriorirapporti settoriali.

E' naturale porsi la domanda: “Incaso venisse redatto lo studio sui“Costi della non Europa”, per il 2016,la cifra a quanto sarebbe arrivata ?”. E

I COSTI DELLA Nel 2015 il Parlamento Europeo ha calcolatoche l’Unione Europa così com’è con politiche più efficaci potrebbe risparmiaremillecinquecentonovantasette miliardi di euro. Risparmio che aumenterebbeulteriormente se l’Europa fosse federale, se ci fossero gli Stati Uniti d’Europa.

possiamo solo immaginare a quantoarriverà al 31 dicembre prossimoventuro, quando potranno tirarsi lesomme dell'intero 2017.

La mancata realizzazione, inUnione Europea ed attraverso leIstituzioni Europee, costa in termini dispreco di risorse ed in termini dimancato risparmio, dati rilevati al2015, € 1.597.000.000.000(millecinquecentonovantasettemiliardi di euro). Tale somma,ovviamente ripartita tra gli stati chepartecipano all'Unione Europea, sitraduce in debito pubblico. Almeno loè per quanto riguarda la Repubblicaitaliana che ricorre al debito pubblicoquando non è in grado di far frontealle spese con i mezzi forniti daicontribuenti. Ma che sia debitopubblico o risorse recuperate daicittadini italiani, sempre denaro delcontribuente è ! Non si tratta, comeapparentemente possa sembrare, diun semplice spostamento di risorsedagli stati nazionali, attuali centri dispesa, all'Unione Europea, trasferendoa quest'ultima, oltre alla competenza,anche i mezzi per farvi fronte,piuttosto trattasi di una economia discala, poiché accentrando sull'UnioneEuropea la spesa essa risulta essereinferiore, sensibilmente inferiore, allasomma delle singole spese che – oggi –i singoli stati europei affrontano. Diqui la riduzione dei costi in caso dimaggior “integrazione”, leggasitrasferimento di competenzeall'Unione Europea affinchè questesiano gestite centralmente e non daisingoli stati nazionali.

Esaminando alcui dei punti dellarelazione sui “Costi della non Europa”l'occhio cade sulla “Common securityand defence policy”, ovvero “Politicadella sicurezza e della difesa comune” apag. 77 e seg. del documento“Mapping the Cost of Non-Europe,2014-2019: Third edition (April 2015)”.Si prevede, ai valori del 2011, unrisparmio sui costi - prudenzialmente- di € 26.400.000.000 (ventisei miliardie quattrocento milioni di euro). Ilpotenziale possibile risparmioraggiungerebbe i € 130.000.000.000(centotrenta miliardi di euro).

E' facilmente intuibile che se vifosse un esercito federale, sempre sulmodello degli Stati Uniti d'America, afianco e senza negare agli statinazionali un proprio esercito, comesuccede oltreoceano con le guardienazionali dei singoli stati dell'Unione, siavrebbe una centralizzazione dellespese, a livello federale, conconseguente diminuzione delle speseper i singoli stati nazionali, appunto divent'otto (o ventisette) volte, e

risparmio sulla spesa accentrata. Lacreazione di un esercito federaleconsentirebbe, oltre alla riduzionequantitativa della spesa miliatare, laconcentrazione di risorse per ottenerebeni e servizi migliori a costi inferiori.In una epoca in cui la tecnologia èsempre più sofisticata, e dunque i costisono proporzionalmente più alti, poterunitariamente fare acquisti significarisparmiare. Significa minori costi, perl'Unione Europea, per gli Stati nazionalie, soprattutto, per i cittadini europeiche – alla fine – sono i veri contribuentie si fanno carico di queste spese.

Della necessità di una “Commonsecurity and defence policy”, ovvero“Politica della sicurezza e della difesacomune”, non appare dubitabile,anche da un punto di vista politico, incollegamento ed attuazione con gliimpegni di natura internazionaledell'Unione Europea. Senza, infatti, glistati nazionali continueranno ad agirecon interventi singoli, non coordinati,dispersivi e, in ultima analisi,inefficaci. Costi maggiori del dovuto erisultati inferiori al necessario. Non èun caso che la Consulta delle Regioniper gli Stati Uniti d'Europa abbiamesso insieme ed in sequenza, tra isuoi obiettivi ulteriori, la diplomaziaeuropea e la difesa comune,sottoforma di esercito federale.

Altro settore balzato all'onore dellecronache recenti sia per ilprocedimento di infrazione che hacolpito la Repubblica d'Irlanda(l'Unione Europea ha infilitto unasanzione allo stato membro perchè sirifiuta di recuperare il mancato gettitofiscale, conseguente alle bassealiquote applicate dallo stato membro,dovuto dalle multinazionali cheoperano nel settore del mercatodigitale e che hanno sede legale efiscale proprio nella Repubblicairlandese), sia per la recente riunionedel Consiglio europeo al cui ordine delgiorno era posta la questione dellacosidetta “webtax”, è quello della“Digital economy” ovvero del “Mercatounico digitale”.

Trattasi della possibilità potenzialedell'eliminazione di un “Costo per lanon Europa” di € 520.000.000.000(cinquecentoventi miliardi di euro) incaso di completa realizzazione delmercato unico digitale. Mentre lastima prudenziale del recupero diquesto costo è di soli – si fa per dire – €260.000.000.000 (duecentosessantamiliardi di euro) da ottenere neiprossimi anni. Infatti occorrerà unalunga azione legislativa perl'armonizzazione dei mercatinazionali onde pervenire al mercatounico europeo digitale, la stima

prudenziale riguarda obiettivi parzialiraggiungibili in un tempo accettabile.

Questo della “Digital economy”ovvero del “Mercato unico digitale”evidenzia i limiti dell'attualecostruzione europea, i limiti dellamancata integrazione europeaattraverso una costruzione veramentefederale e che non sia, invece, un meroaccordo intergovernativo. Sempreprendendo ad esempio gli Stati Unitid'America, a fronte dell'autonomiaimpositiva degli stati che compongonol'Unione, vi è la tassazione federale.Essa è uniforme per ognuno degli statidella federazione americana econsente al governo federale un operadi parziale redistribuzione dei proventiallo scopo di sostenere quegli stati chesiano economicamente svantaggiati.L'autonomia fiscale degli stati checompongono gli USA riguarda unaparte del gettito, non tutto.

Nell'unione Europea, per unesempio concreto, la politica fiscaledella Repubblica irlandese (ma ci sonoanche altre realtà come questa balzataall'onore delle cronache) non prevedené redistribuzione del prelievo direttao mediata attraverso l'Unione Europeaa favore degli altri stati nazionali. Ilguadagno operato dalle multinazionaliche operano sul mercato digitaleeuropeo (quindi oltre i confini dellaRepubblica d'Irlanda) viene tassatodallo stato nazionale ove hanno lasede legale e fiscale, e rimane li, aDublino, senza che gli altri statinazionali, sul cui territorio (virtuale) siè realizzato parte del reddito,partecipino del gettito fiscale.

Questi sono due esempi dei settori,ma in tutto sono venticinque, chefanno levitare il “Costo della nonEuropa” alla cifra di €1.597.000.000.000=(millecinquecentonovantasettemiliardi di euro). Se questi studirafforzano – attraverso l'indicazionedei costi della mancata integrazioneper i vari settori di indagine – lanecessità dell'integrazione europea,con un trasferimento di competenze alivello centrale, pongono altresì lanecessità degli Stati Uniti d'Europa. Lanecessità cioè che tutte questecompetenze vengano date ad unsoggetto federale – veramente federalee non meramente intergovernativo –quindi con un assetto democratico eche sia soggetto alle regole dello statodi diritto.

L'integrazione non può e non deveessere realizzata “al rovescio”. Dando,cioè, maggiori poteri e possibilità diintervento in assenza di democrazia estato di diritto in Unione Europea (noncarenza ma assenza di democrazia e

stato di diritto). Chi affiderebbe ad unPresidente della Commissioneeuropea un esercito federale senza unpotere legislativo democratico cioèeletto – tutto e non solo una delle“camere” - dal popolo ? Chiaffiderebbe anche solo una forzamilitare di pronto intervento (si parladi 180.000 soldati) in assenza di unsistema di controllo e bilanciamento ?Dov'è, nell'Unione Europea, il giudicefederale che, come successo negli StatiUniti d'America, annulla unprovvedimento del suo Presidentericordandogli che, sebbenedemocraticamente eletto alla carica,sopra di lui c'è e ci sarà sempre laCostituzione e i diritti fondamentalidell'uomo (dell'individuo) cheprevalgono su tutto? Anche sulPresidente degli Stati Unitidemocraticamente appena eletto.Nell'attuale assetto intergovernativoche caratterizza l'Unione Europea,sono i giudici nazionali ad essere gliinterpreti e custodi del diritto europeo,lasciando alla Corte di Giustiziadell'Unione Europea esclusivamentele funzioni connaturate all'istituto del“rinvio pregiudiziale”. Una sorta diincidente di percorso, facoltativo per igiudici di merito, ed obbligatorio soloper i giudici di ultima istanza.

La Consulta delle Regioni per gliStati Uniti d'Europa, sulla scorta dellamozione del Partito RadicaleNonviolento TransnazionaleTranspartito approvata al XL Congressotenutosi a Rebibbia dal 1 al 3 settembre2016, afferma la necessità dellarealizzazione degli Stati Uniti d'Europa,sul modello esistente, realizzato etutt'ora funzionante, degli Stati Unitid'America, al fine di contrastare sia laderiva nazionalista che quellaburocratica. Quest'ultima persino piùpericolosa della prima poiché sottomentite spoglie, dietro la formalespinta all'integrazione europea, spingeper una Europa con meno democraziaanche rispetto a quella poca possedutadagli Stati nazionali.

È, dunque, con questa attenzioneche la Consulta delle Regioni per gliStati Uniti d'Europa, sulla scorta dellamozione del Partito RadicaleNonviolento TransnazionaleTranspartito approvata al XLCongresso tenutosi a Rebibbia dal 1 al3 settembre 2016, richiamal'attenzione sui “Costi della nonEuropa” ed intende adoprarsi perchèessi siano ridotti ed eliminati.

Aldo A. PazzagliaTesoriere della Consulta delle Regioniper gli Stati Uniti d'Europa

3STATI UNITI D’EUROPA

NON EUROPA

4 CHI SIAMO“No non dovevo intervenire, infatti, intervengo perchémi dispiace star zitto, no, perché sono entrato e sonostato ad ascoltare questa assemblea e mi sembrabrutto non dire almeno cosa mi è sembrata. Fra l’altromi è sembrata molto bella. Devo dire che ho imparatomoltissime cose. Dice - no ma alla tua età c’hai ancorada imparare? - Eh, si c’ho ancora da imparare tantecose. E la mia età mi porta solo a essere ormai… a nonsopportare le perdite di tempo. Non sopporto più iluoghi, dove si chiacchiera, si chiacchiera e non sicombina niente; non sopporto più le trasmissionitelevisive, dove si chiacchiera… il conformismo, lecose più inutili, proprio la sensazione è che c’ho lamorte dietro l’angolo e - Dio bono! - mi fate star qui aperder tempo! Ecco, oggi, in queste due ore che sonoqui, io ho detto: no, ha senso passare il tempo qui,perché le cose che sono state dette sono tutte digrandissima importanza. Io sono, come sicuramentesapete, persona abbastanza poliforme e poliedrica.Sono iscritto da sempre a quello che era il PCI, che orasi chiama… dai, dai, dai, ci chiamiamo PD, e non honessuna intenzione di andarmene, anche se ho moltiproblemi con l’attuale segretario. Sono però iscrittoanche all’UAAR, perché sono ateo e mi è sembratogiusto essere iscritto all’organizzazione che difende lalaicità dello Stato anche contro le prevaricazionireligiose; mi sento molto anarchico, non sono iscrittoagli anarchici perché non credo che non mi vogliano,però nel cuore… Faccio la vignetta per l’Avvenire…nel coso… e sono iscritto al Partito radicale.Mi sono iscritto al Partito radicale con grandeconvinzione e devo dire che ho anche la capacità,proprio per le esperienze che faccio, di confrontarepoi come ci si muove in tutti questi.Io vengo da una storia tradizionale, una storia legataal partito comunista; sonostato – lo racconto sempre –la prima bandiera rossaavevo tre anni: il 25 lugliodel ’43 mio nonno mi haportato in piazza amanifestare per la cadutadel fascismo con labandierina rossa. Quindi cen’ho di storia da raccontare,che però è una storia,naturalmente com’era caratterizzata nel secolo scorsola politica: questi partiti della sinistra erano partitifortemente ideologici, insomma, l’ideologia era tutto,l’ideologia era il Verbo, l’ideologia era quello che ciorientava poi a capire e a muoverci nella realtà.Attraverso questa ideologia abbiamo fatto cosemeravigliose e abbiamo contribuito a fare dei criminimostruosi che non pensavamo mai di raggiungere;molto spesso nei paesi in cui il comunismo hatrionfato siamo riusciti a fare dei regimi forse peggioridi quelli che avevamo combattuto, non sappiamoinsomma la situazione com’è … E questa me la sonoportata dietro in varie forme, sempre più estreme, finoa che, molto tardi purtroppo, ho capito cheprobabilmente c’era un modo diverso di affrontare larealtà, di affrontare quei sentimenti, quegli obiettivi,quella voglia di giustizia sociale che ci hanno sempremosso. Non sono mai stato in un partito, in unaassociazione, per degli interessi personali o perdegli interessi di categoria o di gruppi, è semprestata una visione molto generosa, molto aperta alprossimo, di giustizia sociale; il sole dell’avveniredoveva portarci verso questa splendida immaginedi comunione e di solidarietà. Sono arrivato al Partito radicale e qui ho,finalmente, dopo averli conosciuti per lungo tempoe esser stato spesso al loro fianco in alcunecampagne, ma sempre con un atteggiamento un po’di superiorità, perché i radicali si sapevano, eranoquelli che, sì, chiacchieravano di tante belle idee,invocano queste cose dei referendum, ma poi eranoincapaci in qualunque maniera di costruire una

precisa forma di “presa del potere” e quindi digestione dello Stato in prima persona, non se loponevano nemmeno come… Però si sono posti un’altra cosa: si sono posti di partiredalla realtà. Io credo che questo sia l’unico partito inItalia che ha sempre avuto ben presente chel’ideologia se c’è arriva molto dopo, quello che conta èlo spazio reale in cui ti muovi. Poi i radicali hannodetto addirittura quello che conta è il corpo dell’uomoche si muove in questo spazio e quindi i diritti chenascono da questo. Attraverso questo atteggiamentonon c’è stato più un angolo della realtà dell’Italia e delmondo e un angolo di conoscenza in cui non si sonoinseriti. Io mi commuovo oggi, ancora oggi, quandoascolto Radio Radicale, l’ascolterei 24 ore su 24, non sipuò fare, ma lì veramente non è perdere tempo, cioè lìsi ha una capacità di parlare dell’ultimo conflitto inuna situazione, in una sperduta parte del mondo, cis’hanno rassegne stampa importanti di vari luoghiche non conosciamo. Quale altro strumento mi offre,giorno per giorno, alla mia richiesta di intelligenzaoperativa, quel materiale di cui ho bisogno se non unaradio come questa? E chi in questa riesce a portarmisul fronte della sofferenza e ad agire in questo fronte,come state agendo qui? Io sto a Scandicci, sopra Scandicci a San Martino laPalma, non sono molto lontano da qui; il mio lavorolo svolgo soprattutto nel mio studio davanti alcomputer, sono cieco, ho difficoltà forti dimovimento, ma poi anche il lavoro che faccio è unlavoro sui media più direttamente, non è fra la gente,ormai anche le stesse, a parte che non ci sono più lecase del popolo di una volta, ma mi manca spessoquesto contatto, che ritrovo attraverso i radicali.

* * *

Ecco, qual è l’elemento, invece? Allora, un piccoloaneddoto mio personale. Quando sono stato… una volta eravamo… la prima volta in cui Arezzopassò alle destre. Fu una domenica, dal momentoche le elezioni si tengono di domenica, noi eravamoa Sinalunga, io la mia famiglia i miei amici, eccetera,c’era una cena di Slow Food in piazza, c’erano tre,quattro, cinquecento persone nelle piazze e nelle strade di Sinalunga… Alle dieci di sera, quando stavamo iniziando a mangiare, è arrivata la notizia: s’è persa Arezzo! “Come, s’è persa Arezzo?”“Eh, s’è persa Arezzo, s’è persa Arezzo. È andata alla destra, a Forza Italia e affini.” “Ma come?” Tragedia, la cena sciupata, tutti tristi, tutti conquesta situazione… Dopo un quarto d’ora. “Beh, però c’era da aspettarselo, guarda, con quelle scelte che s’è fatto, con tutte le volte che s’è messo quello, quell’altro, ma che si sa,veramente stronzi siamo, s’è sbagliato tutto tutto,guarda, questo e quello… Altro quarto d’ora.“Sai, sai che ti dico? Guarda che ci s’è meritata, ci s’è meritata, anzi ti dico di più”.Un altro quarto d’ora, “ti dico di più: so’ contentod’averla persa, no, so’ contento di averla persaperché così s’impara, ci fa da lezione, porco… Dai, dai, mangia, arriva il secondo, cazzo ce ne fregaa noi se s’è persa Arezzo!” Capito? Questa è la cosa. La settimana dopo - la settimana dopo! – sono in carcere ad Arezzo, in carcere!, invitato da Gianfranco Pedullà, dove aveva fatto un grosso lavoro e messo in scena

con i carcerati di Arezzo LaTempesta di Shakespearenell’adattamento diEduardo De Filippo. Una cosa bellissima! E abbiamo passato ilpomeriggio. E le assistentisociali, meravigliosefanciulle, ci hanno detto:“Guardate, non andate viaappena finito lo spettacolo,

rimanete, se voi andate via questi rientrano in cella,rimanete qui, fate domande, cercate diintrattenerli.” E, certo, eravamo anche interessati e quindi siamorimasti, come no? E le domande, Shakespeare,Calibano, le cose… e a un certo punto : “Ma leelezioni di domenica scorsa?” Le lacrime, la tragedia, la morte civile! L’assessorealle politiche sociali sarebbe stato uno del Mis cheaveva già annunciato che in caso di vittoria perprima cosa chiudeva tutti i finanziamenti e gliinterventi nei confronti del carcere. Questi eranodisperati. Ecco, lì mi sono sentito veramente al disopra della realtà, al di fuori della realtà. Cioè noieravamo lì, perdevamo Arezzo e non sapevamo leconseguenze concrete di quello che stava

succedendo e di come ci fossero state personeche stavano lavorando proprio grazie anche aquesta nostra presenza e che quindi non erasolo una cosa superficiale averla persa, eramettere in crisi tutto questo. E quindi nonvoglio che questo continui di più.

* * *Io voglio che questa operatività, questaintelligenza operativa che i radicali hanno

sempre dimostrato in questa loro storia infici ematuri e cresca anche all’interno di ognuno dinoi. E per quello che io posso anche all’internodel PD. Grazie!

intervento pronunciato il 4 novembrea Firenze e non rivisto dall’autore

Voglio che questa intelligenza operativa infici e maturi e cresca anche

all’interno di ognuno di noi

Nicola Ciracì, Deputato, Presidente del Gruppo di Amicizia Inter-Parlamentare Italia – Marocco (Italia)In questo momento non esiste uno Stato di Diritto se non c’èuna sicurezza interna. Lo Stato di diritto è stato una conquistaper tutti i Paesi europei e deve essere una conquista anche perl'Africa, non può essere un regalo perché un regalo nonavrebbe le fondamenta, mentre una conquista è una cosaimportante che diventerebbe patrimonio culturale dei paesidell'Africa. In passato la voglia di sicurezza giustificava i regimi,gli abusi nei confronti del dissenso, la sicurezza non è questo,ma significa che chi vuole esprimere il proprio dissenso devepoterlo fare in termini di sicurezza, perché la sicurezza vale pertutti non vale per alcuni. (...) Se non ci fosse stata in Maroccouna sicurezza, come la intendiamo noi, non poteva essercistabilità, senza stabilità non potevano esserci riformeinnovative, come il Codice della famiglia.

Najima Thay Thay Rhozali, già Segretario di Stato perl’Istruzione non-formale (Marocco)757 milioni di adulti nel mondo nonsanno né leggere né scrivere, 493milioni sono donne e 115 milioni sonogiovani tra i 15 e 24 anni. Tra essi, 76milioni sono ragazze. Vale a dire che 2analfabeti su 3 sono donne. Ritengo chesi tratti di una situazione catastrofica, ildiritto alla conoscenza, al sapere,all’informazione fanno parte dei dirittiinalienabili dell'essere umano ecostituiscono i fondamenti di una buonagovernance necessaria allo sviluppoglobale. Nei fatti la libertà di espressionee l'ottenimento delle informazioni sonoindispensabili per lottare contro lapovertà.

5CHI SIAMO

Dolkun Isa, Segretario del Congresso Mondiale Uiguro"Sono molto felice di essere qui oggi perpartecipare alla conferenza del PartitoRadicale Nonviolento e sono felice edonorato di essere membro del PartitoRadicale Nonviolento perché questopartito e il suo fondatore Marco Pannella

sono grandi sostenitori degli Uiguri.Pannella era un grande sostenitore delTibet, era un grande sostenitore dellepopolazioni non rappresentate eoppresse. Si è battuto tutta la vita per lagiustizia, per lo stato di diritto e per lademocrazia. Il suo parere, i suoi ideali, isuoi valori sono molto importanti,soprattutto per gli Uiguri, per i Tibetani ealtri popoli non rappresentati. Eccoperché è molto importante per meaderire al Partito Radicale ed èimportante partecipare a questaconferenza, per raccontare l'esperienzadegli Uiguri e raccogliere anche leesperienze di altri esperti, politici eattivisti. Sono molto felice.”

Sid Ahmed Ghozali, già Primo Ministro dell'Algeria"Quando ho avuto la fortuna e l'onoredi essere messo in contatto daElisabetta (Zamparutti) con MarcoPannella, c'è stato un colpo di fulminetra me e il Partito Radicale. Perché?Perché non c'è niente di più chiaro cheil credo del Partito Radicale: lo stato didiritto, la trasparenza, latransnazionalità e la nonviolenza.Aderisco al 100% e considero questoDNA, questa identità è l'unica via sevogliamo conquistare un mondo piùfelice, più giusto, un mondo pacifico, lostato di diritto, la nonviolenza. Eccoperché ho preso la tessera e sonoorgoglioso di essere militante delPartito Radicale. Vi invito a iscriverviperché i valori difesi da questo partitosono valori universali. Non sono di unpaese, di una nazione o di un gruppopolitico. Sono comuni a tutte lesensibilità, sono universali e meritanodi essere difesi e sostenutidall'universalità."

Thubten Wangchen, monaco, membro del parlamento tibetano in esilioSono un monaco buddista tibetano, il mionome è Thubten Wangchen e vivo aBarcellona. Ho deciso di diventare un

membro del Partito Radicale Nonviolentoperché ho conosciuto personalmentequalcuno molto importante: MarcoPannella, la sua visione, il suo cuore e il suoprogetto per la nonviolenza. Mi ha ispiratoad essere un Tibetano e un praticantebuddista, così ho deciso di sostenere eseguire il suo percorso, le sue idee e le suevisioni. Perciò ho deciso di diventare unmembro del Partito Radicale. Tutte lepersone, indipendentemente dalla religione,dalla tradizione e dalla razza, tutti coloroche amano la nonviolenza dovrebberoiscriversi al Partito Radicale. Questa è lamia richiesta e il mio consiglio a chiunqueami la pace e la nonviolenza. Grazie mille!"

Sam Rainsy, deputato, ex Presidente Partitodi Salvezza NazionaleCambogiano (Cambogia)"Mi chiamo Sam Rainsy, deputatodella Cambogia. Sono moltoorgoglioso di essere membro delPartito Radicale NonviolentoTransnazionale Transpartito e sono quicon me alcuni cambogiani provenientidalla Cambogia ma anchedall'Europa. Sono iscritti al PartitoRadicale e invito tutti, tutte le personedi tutte le nazionalità ad aderire alPartito Radicale. È un partito aperto, èun partito che combatte per i dirittiumani, per la dignità umana, per lelibertà fondamentali che tutti noivogliamo per ogni essere umano, perla democrazia, per lo Stato di diritto. Il mondo ha bisogno che gli uomini e le donne vivano felicemente insiemein dignità e fraternità. È una causa che trascende le nazioni, i credoreligiosi e le politiche. E' una causa che deve unire tutti.

Quindi invito ancora una volta tutti coloro che condividono questeidee a unirsi, diventando membri attivie militanti del Partito Radicale."

Mahmoud CherifBassiouniIl 25 settembre 2017 si èspento a Chicago ilprofessore emerito MahmoudCherif Bassiouni. Uomo estudioso straordinario,abbiamo avuto l’enormepiacere e onore di collaborareavendo trovato in lui unentusiasta compagno distrada per la promozionedello Stato di Diritto e deldiritto alla conoscenza. Nelnovembre 2016 il professorBassiouni aveva infattiaccolto la proposta dicollaborare con il ComitatoMondiale per lo stato diDiritto “Marco Pannella”divenendo Presidente delConsiglio Scientifico.Compagno di strada già inpassato quando, con il PartitoRadicale, si è occupato moltoautorevolmente dellacreazione della Corte Penale

Internazionale, CherifBassiouni si è dedicato finoagli ultimi giorni al diritto,all’insegnamento e all’IstitutoInternazionale di Siracusa perla Giustizia Penale e i DirittiUmani, da lui stesso fondato.E’ una perdita enorme, la suavoce e conoscenzamancheranno a tutti coloroche difendono l’umanità e lapersona nei suoi valori piùprofondi.Vogliamo ricordarlo con le

sagge parole da luipronunciate in occasionedella presentazione deldocumento per il diritto allaconoscenza, presentazioneche abbiamo avuto la gioia diorganizzare e tenere insiemea lui e all'avvocato EzechiaPaolo Reale il 29 maggio2017 a Siracusa:“[…] ci troviamo su unastrada radicalmente diversada quella sulla qualeeravamo nel 1948 […]

questo [il diritto allaconoscenza] è un passo inavanti importante, è un passodi principio; ma la battagliasarà lunga, perché ogni passosarà combattuto dagli Stati[…] ma ovviamente nonabbiamo scelta, nonpossiamo rimanereindifferenti. E’ sufficientericordare nel 1939, quandosiamo stati indifferenti, cosaè successo: un Olocausto di 6milioni di ebrei e 20 milionidi slavi dovuto in largamisura all’indifferenza.”Dopo Marco Pannella, con lascomparsa di CherifBassiouni se ne va un altrogrande saggio e per questodovremo moltiplicare gli sforzi per essere degnidella loro visione e di averliconosciuti, per nostra fortunae privilegio. Addio e grazie, Cherif.

Niccolò Rinaldi, Presidente di LiberaItalia e Liberi Cittadini, già Deputato europeo (Italia)Il tema dell'universalità dei diritti umani è difficilissimo. Si tratta di unacomunità mondiale di persone con dei diritti che dovrebbero esserecondivisi e conosciuti da tutti, ma si comincia con le specificità culturali:l'eccezione cinese, la cultura del tale continente, ecc. Comincia così daparte delle istituzioni un percorso labirintico che porta molto spesso aduna situazione di schizofrenia. (...) La versa sfida è con l'opinionepubblica. Da liberale credo che il problema risieda nella cittadinanza. Lapolitica, le istituzioni non si muoveranno mai finché non ci sarà unaconsapevolezza e un allarme nelle coscienze dei cittadini e il fatto diavere Radio Radicale, che questa sede sia aperta e che questo dibattitosia ascoltato è importantissimo. è esattamente questo ciò che occorreperché bisogna fare in modo che l'opinione pubblica sia consapevole eche sia un elemento di pressione nei confronti delle istanze politiche eistituzionali. Quindi, essenzialmente, è una battaglia culturale.

Mona Silawi, Rappresentante UNPO per lalibertà di religione o credo (Iran)Purtroppo quando uno Stato membrodell'ONU come l'Iran compie le stesseesecuzioni che compie ISIS, allora si usala carta della "sovranità". ISIS uccide lepersone per strada e negli stadi, l'Iran faaltrettanto. Normalmente alle donne èvietato l'accesso negli stadi in Iran, manon quando si tratta di assistere adun'impiccagione. Lo accettiamo perché èuno stato sovrano e perché si dice che sia uno stato di diritto. Ma qualediritto? Un diritto che toglie a noicittadini ogni possibilità di partecipare ecambiare le cose.

Saumura Tioulong, Deputata del Partito di Salvezza NazionaleCambogiano (Cambogia)La Cambogia non interessa nessuno. Imedia non ne parlano perché c'èsempre qualcosa di più interessante.Siamo piccolo paese senza alcun ruologeopolitico, senza petrolio. Abbiaomun po' di gas, ma irrilevante. Perfortuna abbiamo avuto MarcoPannella e il Partito Radicale. Nonricorderò tutto quello che abbiamofatto con lui a partire dal 2002 perchéè stato già ricordato. Quello che miimporta sono i problemi relativi atroppo diritto alla conoscenza otroppo poco. (...) L'assenza totale diconoscenza in cui il governocambogiano mantiene i nostriconcittadini li trasforma in bambini,anzi in schiavi, per i quali il governosa tutto, vede e provvede.

André Gattolin, Senatore La République En Marche! (Francia)Andiamo verso una società in cui laconoscenza avrà forme sempre più diffusema sempre più degradate e volgari. Saràistantanea, senza limiti, sarà talmentemolteplice che il cervello umano nonriuscirà ad assimilarla e soprattutto saràplanetaria. Ciascuno potrà sapere, avereelementi di quello che succede all'altroangolo del mondo, porrà problemi di presadi coscienza o rifiuto di presa di coscienzadella disuguaglianza. Il Partito Radicale inquesto campo è importante, in quantoorganizzazione non governativatransnazionale.

Norman Baker, già Sottosegretario agli Interni e Deputato alla Camera dei Comuni (Regno Unito)Lo Stato di Diritto, anche quando esiste, èinefficace se non è accompagnato dal dirittoalla conoscenza. Quanti sarebbero i politiciche si comportano con giudizio, se potesserolavorare in completa segretezza, senzaalcuna conseguenza per le decisioni prese?

Quanti rifiuterebbero le tangenti? Quanti sicomporterebbero correttamente?Non pochi, ma molti di loro lo fanno soloperché sanno che altrimenti rischierebbero. Ildiritto alla conoscenza è uno strumento perfar sì che i politici si agiscano correttamentee per contrastare la corruzione. Nelparlamento britannico abbiamo avuto loscandalo dei rimborsi e ho l'onore di essere ilprimo deputato ad aver fatto una richiesta diinformazioni che ha rivelato il tutto.

Nei giorni scorsi, insieme al consiglierecomunale Tommaso Grassi abbiamo deciso dimettere per iscritto una lista di “urgenze” delcarcere di Sollicciano su cui, a nostro parere,la città di Firenze e la sua amministrazionepotrebbero e dovrebbero intervenire. Loabbiamo volutamente intitolato “Un veroponte per Sollicciano” per evidenziare lanecessità di stabilire un ponte, che diventipercorribile con fiducia nei due sensi dimarcia, per restituire dignità a chi nel carcere

6 CHI SIAMO

Luca Bisori, Presidente della Camera Penale di Firenze... e siamo stati bene insieme perchésiamo fortemente radicati entrambi, noiavvocati penalisti e voi radicali – oradevo dire anch’io noi radicali, perché hoceduto alla affettuosa violenza e dunquesono anch’io un iscritto – e, dicevo,siamo radicati sugli stessi principi che

Massimo Parisi, deputatoMi sono iscritto al Partito radicale perchéc’è una storia straordinaria che si puòcondividere o meno, ma che non si puònemmeno per un attimo immaginare chepossa cessare di esistere, è la storia delPartito radicale.

Massimo Lensi,associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi”Don Vincenzo Russo,cappellanodel carcere diSollicciano

Mukuna SamulombaMalaku, professore di dirittoeuropeo all’universitàdell’Aquila e diKisangani, (Repubblica Democratica del Congo).Mi sono iscritto al PartitoRadicale nonviolento trans-nazionale e trans-partitoperché i suoi militanti, iscritti,

sostenitori e dirigenti sono icontinuatori delle lotte diMarco Pannella per laGiustizia Giusta, per lo Statodi Diritto e il Diritto universalealla conoscenza. Sonobattaglie dei Paesi con unalunga storia che sono riusciti aridurre la violenza fra personee fra Stati e, ecco la grandezzadi Marco Pannella, soprattuttodi ogni popolo e nazione,indipendentemente da unastoria statale omogenea.

Connettere Diritti e Giustizianon è un processoautomatico: ogni cittadino hail dovere ed il diritto divigilare, protestare o, meglio,Proporre, come diceva MarcoPannella, affinché ogni classedirigente, in ogni ambito ed inogni Nazione, sia aiutata arispettare i diritti per ognunoed, ora anche, un dirittofondamentale come quello delDiritto alla Conoscenza da farriconoscere dall’ONU.

Siid Sefaf Negash Idris, portavoce in Italia del CoordinamentoEritrea Democratica.Nonviolenza e Stato di Diritto,Giustizia e diritto allaconoscenza, sono i pilastri dinoi eritrei della diaspora; dal1997 nel nostro travagliatoPaese la Costituzione, frutto dilotte di indipendenza, è stata

sospesa. La conoscenza che siha di noi sono i “morti diLampedusa”, la conoscenzache abbiamo noi è “la mortedella nostra cittadinanza”. Unadittatura feroce ed inesorabileè il prezzo che il popolo eritreoè costretto a pagare. Il Partito radicale nonviolentotransnazionale e transpartito diMarco Pannella è unlaboratorio di metodi eprogettualità per un futuroumano per le persone che

nascono e vivono Eritrea. Lelotte ed i metodi di MarcoPannella li stiamo ritrovandonel Partito Radicale, nei suoimilitanti e sostenitori, perquesto ci siamo iscritti.Vogliamo sapere e che sisappia di noi, non solo per imorti di Lampedusa, ma ancheper le nostre lotte pacifiche epacifiste, perché i diritti deipopoli, nazioni e persone sonoDiritti di chiunque e dovunquee comunque.

Abdelbasset Ben Hassen, Presidente Istituto Arabo per iDiritti Umani (Tunisia)Lo Stato di Diritto è la risposta principaleal deterioramento della situazione disviluppo dei nostri paesi, alle questionidella povertà, della violenza edell’insicurezza. Un altro fattore

Jianli Yang, Fondatore e presidente di Initiatives for China (Cina)La Charter 08 è stata pubblicata in concomitanza col 60° anniversariodella Dichiarazione dei Diritti Umani con l’obiettivo di produrre le riformenecessarie per porre fine alla dittatura monopartitica e stabilire unademocrazia costituzionale in Cina. Dalla sua pubblicazione, questomanifesto è stato firmato, con grande rischio personale, da oltre 14.000cittadini cinesi. Il mondo piange ancora la morte dell’autore principaledella Charter 08, il Premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, morto damartire 110 giorni fa, dopo 9 anni di prigionia. Grazie all’arduo lavoro eenorme sacrificio di persone come lui, il concetto di Diritti Umani e didemocrazia sta avanzando nelle menti del pubblico cinese.

Martinho Mateus Da Silva, filosofo, presidente della Comunità Mozambicana in Italia.Il diritto alla conoscenza come dirittoumano riconosciuto dall’ONU potrà essereuno strumento potente per ogni nazioneed ogni persona per poter accedere adogni altro diritto, a partire da quellodell’accesso al cibo. attualmenteproduciamo cibo per 7 miliardi, eppure

Mu Sochua Deputata, Vice Presidente del Partito di Salvezza NazionaleCambogiano (Cambogia)Sono in esilio oggi, assieme ai mieicolleghi e compatrioti, perché nel nostropaese i diritti umani non sono rispettati.è fondamentale che come leader locali,nazionali o internazionali riconosciamoche spesso tradiamo i nostri popoli. è un fallimento che non dipendedirettamente da noi ma dalle potenzeglobali, come in Cambogia dove la Cina investe rapidamente. Quando una forza così grande investe inun paese così piccolo sappiamo cheperderemo molto più che la nostra terra.Perderemo i nostri diritti, la democrazia.Perciò è importante che usciamo daquesta Convention con un messaggioforte e un piano d'azione che soabbiamo ed è al centro della nostraconferenza: la protezione della libertà,dei diritti umani individuali e dello statodi diritto.

lavora o vi è ristretto, per risvegliarel’umanità pragmatica che ha semprecontraddistinto Firenze e i fiorentini.Da anni ci occupiamo di problemi legati alcarcere e scriviamo appelli per sollecitarel’attenzione di istituzioni e cittadinanza.Ora però c’è un’occasione che la città nondeve perdere: un Consiglio comunale diprossima convocazione si svolgeràall’interno del carcere di Sollicciano. Conquesto documento intendiamo offrire aGiunta e Consiglio la possibilità didiscutere con concretezza, affrontando iproblemi veri del carcere fiorentino,allontanando il rischio di ridurre questaimportante iniziativa del Consiglio a unapasserella natalizia a uso e consumo deiprofessionisti della politica.Quando si parla di problemi carcerari, ilrischio di dimenarsi a vuoto tra

compassioni buoniste e ottusità securitarieè molto alto. Una città come Firenze puòperò ambire a far meglio, riappropriandosidi quella capacità di affrontare i problemie tendere mani operose a chi è indifficoltà. E di difficoltà il carcere diSollicciano ne ha talmente tante dadivenire ostacoli insormontabili se la cittàlo espelle: da quelle di un’area educativache deve fare un salto di qualitàadeguandosi alla complessità dei percorsidi reinserimento sociale del detenuto, aquelle dell’area sanitaria, carente sottomolti aspetti. E poi ci sono i problemilegati al sovraffollamento, al caldo torridoe al freddo insopportabile, alle cucine, o ledocce, che non funzionano, ai muri di cintainagibili, ai passeggi in attesa diristrutturazione, alle carenze di organico ealla annosa mancanza di una Direzionestabile. Questi problemi devono essere pernoi la base di discussione del Consigliocomunale in carcere. Per modificare lasituazione attuale, perché Sollicciano oggiè una discarica sociale abbandonata asentimenti di vendetta sociale, o diignavia, instillati e alimentati da chi diquesti sentimenti e paure si serve persoffocare la parte migliore della polis,corrompendone il sentimento di giustizia erendendola complice nel trasformarel’esecuzione della pena in tortura e scuoladel crimine, a discapito, oltretutto, dellasicurezza della città.

1000 milioni di essi muoiono di fame omal-nutrizione o sotto-nutrizione, eppuresprechiamo una tale quantità di cibo chepotrebbe sfamarne 1500 milioni. Entrol’anno 2050 saremo 10 miliardi dipersone ed anche realizzando l’utopicagiustizia distributiva non ci sarà cibo pertutti. Marco Pannella già 30 anni fa avevaallertato il mondo. Oggi, assieme ad altri20 mozambicani di Maputo e Chimoio, misono iscritto al partito radicalenonviolento trans-nazionale e trans-partito perché i suoi dirigenti e militantied ogni persona iscritta e sostenitricesono rimasti i soli a portare avanti le lottedi Marco Pannella. È un onore far partedel Partito Radicale che, come volevaMarco Pannella, è il partito di non-violento di ognuno, indipendentementedalla nazionalità, di ogni essere umano suquesto nostro pianeta, trans-nazionale etrans-partito.

importante è la guerra e l'investimentonella guerra, il terrorismo. Questa,nonostante alcuni successi innegabili, inalcuni Paesi, è stata l'origine di attentati aidiritti umani, con limitazioni profonde aldiritto alla vita, alla libera circolazione,all'espressione (...). Siamo quindi di frontea un dilemma: da un lato il terrorismo, chenega i diritti umani e la giustizia, dall'altrolo Stato, che si contrappone al terrorismo,ma che in molti casi non ha rispettato asua volta i diritti umani. In Tunisia stiamocercando di ricondurre la lotta alterrorismo a dei principi elementari, ilprimo dei quali è: non è possibilecombattere la cultura della morte e delterrore, con un'altra cultura della morte.

dovrebbero reggere, e per i quale noi cibattiamo, un sistema penale moderno.Principi di rispetto della dignità dellepersone, degli imputati e delle personedetenute. ... sono felice di essere quiperché mi sento davvero a casa.

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C hissà, magari Marco Pannella avrebbe detto che le coincidenzesuccedono soltanto perché esiste un comune desiderio di co-incideresu determinate questioni. Difficile leggere diversamente l'articolo di

Robert D. Kaplan, pubblicato sul New York Times il 3 novembre 2017, proprioquando volgevano al termine i dieci giorni di mobilitazione straordinariaindetti per la sopravvivenza e il rilancio delle lotte del Partito RadicaleNonviolento Transnazionale e Transpartito.

Kaplan parla del desiderio cinese di dominare il continente eurasiatico,attraverso una politica espansiva di natura apparentemente economica, ma inrealtà piena di valori e principi attraverso i quali cerca di imporre un nuovoparadigma di “stato di diritto”. Coscienti delle decisioni prese – e dunque degliobblighi derivanti – anche dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che hadefinito lo stato di diritto come “un principio di governo nel quale tutte lepersone, istituzioni, entità pubbliche e private, incluso lo Stato stesso, devonorispondere a leggi che sono promulgate pubblicamente, applicate in ugualmodo, giudicate in maniera indipendente e coerenti con le norme e i principiinternazionali sui diritti umani”, il Partito Comunista Cinese usa con semprepiù insistenza la stessa terminologia per quello che in realtà non è niente menodi Diritto del Partito Unico, o Diritto del Popolo. Quel popolo non includeovviamente chiunque dissenta delle politiche stabilite da Pechino, siano esse leforze democratiche dell'etnia dominante, o le minoranze oppresse sempre piùnella morsa del progetto della nuova via della seta il cui sviluppo corre lungoimportanti regioni abitate da popoli non-rappresentati e di cui si occupatradizionalmente il Partito Radicale insieme all'UNPO: dall'East Turkestandegli Uiguri musulmani, al Balochistan in Pakistan, per arrivare in Iran.

Perfino la Russia finisce nel mirino cinese. Benché ufficialmente alleata, sitrova nella sponda perdente nella lotta per il controllo e il rifornimentoenergetico del continente asiatico. Le politiche espansionistiche sul continenteeuropeo hanno spinto l'Unione europea a privilegiare il partenariatoeconomico con la Cina, mentre le politiche interne dell'UE spingono i paesirimasti a margine, a causa della mancata gestione della crisi economica, aguardare sempre più verso est. Non a caso il punto d'arrivo della nuova viadella seta sarà il porto di Piraeus in Grecia. Inoltre, dopo aver già portato a casacontratti per nuove infrastrutture di impianti nucleari nel Regno Unito, la Cinaè uno dei principali competitors per nuovi impianti energetici in Bulgaria,Romania, Polonia e Repubblica Ceca, paesi che sulla scala dell'effettivaimplementazione dei principi fondanti dell'Unione europea – cioè Stato diDiritto, democrazia e diritti umani – si trovano a competere infelicemente perl'ultimo posto.

Fa specie quel ruolo dedicato da Kaplan all'Unione europea: un continente,un'Unione intergovernativa di Stati rilegata ad accettare supinamente lepolitiche messe in atto da Pechino. Unica potenza in grado di contestare ilcrescente impatto di Pechino? Gli Stati Uniti d'America, i quali però hannodeciso, attraverso l'elezione del Presidente Donald Trump, di abbandonare ilpiù possibile la scena internazionale. Almeno formalmente. E' interessantevedere come Trump, non certo una stella polare per i diritti civili nel suo stessopaese, abbia deciso di contrastare il rinnovo degli accordi nucleari con Tehran,sulla base delle multiple violazioni dei diritti umani nel paese. Stesso discorsoper quanto riguarda i rapporti degli USA con l'Egitto. E' esattamente l'approccioche Kaplan propone: non avendo un interesse economico diretto – a differenzadi tutti gli altri attori geopolitici menzionati finora – gli USA possono giocare unruolo dirompente nel piano di Xi Jinping. Basta affermare con forza i principi e ivalori dello Stato di Diritto – quello vero – e la democrazia per aiutare lepopolazioni in Cina e nelle sue varie e crescenti regioni d'influenza acontrastare l'imposizione autoritaria del cosiddetto diritto del popolo.

Sono proprio i temi identificati e le ricette proposte dal Partito RadicaleNonviolento Transnazionale Transpartito nei dieci giorni di mobilitazione. Iprotagonisti della Convention radicale del 27-29 ottobre, tra cui il Senatoreamericano Paul Strauss, il Senatore francese André Gattolin, l'Amb. Giulio Terzidi Sant'Agata, l'uiguro Dolkun Isa, il leader cambogiano Sam Rainsy, ilparlamentare tibetano in esilio Thubten Wangchen, l'ex Primo Ministroalgerino Sid Ahmed Ghozali, l'iraniana in esilio Mona Silawi, e molti altri eranotutti mobilitati con una unica voce per lo Stato di Diritto Democratico,Federalista e Laico; per gli Stati Uniti d'Europa; contro lo sterminio per fame,sete e guerra nel mondo; per una giustizia giusta; per il diritto umano allaconoscenza.

Già, a proposito del diritto alla conoscenza: è curioso che un giornale comeil New York Times pubblichi l'opinione di una singola persona, assolutamentein linea con la nostra Convention, mentre in Italia i mezzi d'informazione, RAIin primis, non l'abbiano ritenuta minimamente rilevante. Più interessantesenza dubbio seguire i movimenti elettoralistici di partitoni e partitini che sioffrono per accaparrarsi una manciata di voti qua e là.

Laura Harth

Le nostre ragioni, le nostre speranze.

Intervento di apertura della mobilitazionestraordinaria per la vita del Partito Radicale di Giulio Terzi di Sant’Agata, Ambasciatore e giàMinistro degli Esteri. Roma, 27 ottobre.

S ono particolarmente lieto di aprirequesti tre giorni di Convention delPartito Radicale, un’iniziativa di vitale

importanza per quanti credono alla grandemissione di questo Partito NonviolentoTransnazionale e Transpartito nella sua piùprofonda essenza, e al posto che gli deve esseresempre più autorevolmente riconosciuto nellasocietà italiana, europea e globale.I temi in discussione in questi tre giorni sono lastoria, il presente e il futuro dell’impegnoRadicale: Stato di Diritto e Diritto allaConoscenza, fame, sete, guerra e povertà nelmondo, giustizia, carceri e libertà, Diritti delpopolo e Diritti umani, libertà di religione e dicredo, Europa. Per questo motivo ritengo che ilsenso di questa Convention debba essere altempo stesso Nazionale e Transnazionale.L’articolazione dei lavori lo dimostraperfettamente, le personalità che partecipanoiscritti o simpatizzanti al Partito Radicale,provengono dai cinque Continenti.Per riflettere al futuro e all’impegno concretoche ci si prospetta, credo sia difficile sfuggire alpessimismo che pervade la situazioneinternazionale: l’invasione Russa della Crimea,conflitti congelati e minacce contro gli interessidi sicurezza dell’Alleanza Atlantica e la legalitàinternazionale, crisi nell’Unione Europea conBrexit e spinte disgregative come la Catalogna;

un Medioriente insanguinato e sconvolto dallacatastrofe siriana e da uno Stato Islamicosconfitto ma non distrutto; una Corea del Norde una Iran con capacità nucleari e Cybersempre più sorprendenti; sfide globali come lemigrazioni e il clima. La stessa democrazialiberale sembra sfilacciarsi mentre si assiste aun risorgente autoritarismo, all’indebolimentodei valori delle democrazie liberali e ad unilliberalismo contagioso. Le preoccupazioni sull’arretramento dello Statodi Diritto a livello globale non sono certonuove, ma si manifestano in misura ancora piùdiffusa. Freedom House ha documentato nelsuo ultimo Rapporto, riferito al 2016, che èstato quello l’undicesimo anno consecutivo dideclino a livello globale delle Libertà.Ci sono stati arretramenti nei Diritti politici,nelle libertà civili, anche nei Paesi sino ad oraconsiderati “democrazie liberali”, come Brasile,Repubblica Ceca, Danimarca, Francia,Ungheria, Polonia, Serbia, Sud Africa, Corea delSud, Spagna, Tunisia e Stati Uniti.Su 195 Paesi considerati, 87, corrispondenti al45% sono stati valutati al di sopra deiparametri necessari per essere considerati –democrazie liberali, mentre 118 – il 55% deltotale – come parzialmente o completamenteal di sotto di tali parametri: 59 Partly Free, e 49Not Free. Vorrei menzionare perciò un episodioche riguarda la Russia.Appena uscito il 22 ottobre scorso di prigione,dove era stato rinchiuso per la terza volta in un

DECLINA A LIVELLO GLOBALELA LIBERTÀ.

Strane coincidenze?

continua a pagina 8

Oggi il tasso di fertilità in Maroccoè uguale a quello italiano, questosignifica che nel Nord Africa,purtroppo, nei prossimi 25 anni lapopolazione sarà invecchiata, conun tenore di vita 9 volte inferiore aquello dell’Europa, quindi unapopolazione vecchia e povera,concentrata sulla sponda delmediterraneo, l’80-85% della

popolazione sarà infatti sul mare.(…) Quando si prende inconsiderazione la situazione inAfrica e nel Medio Oriente, lastragrande maggioranza di questiflussi migratori sono dovuti adinstabilità politica e insicurezzaumana, cioè l’insicurezzaall’interno di uno Stato che non èpiù uno Stato.

In una democrazia, la qualifica più importante non è senatore opresidente o deputato, ma cittadino. Ed è obbligo di ogni cittadinopartecipare e contribuire alla vita democratica. Ovviamente non èpossibile senza accesso alle informazioni che mettono i cittadiniresponsabili in grado di partecipare, per cui il diritto alla conoscenza èfondamentale. Ciò che il pubblico deve sapere e quando costituisce laparte difficile della codificazione di questo diritto. E' significativo chenella preparazione della guerra in Iraq i governi coinvolti abbianofornito cattive informazioni al pubblico. Ed è altrettanto spaventoso cheinformazioni riservate sull'identità di un agente segreto siano filtratealla stampa mettendo in pericolo l'agente e altri membri dei servizi.

In questa kermesse di tre giorniandiamo ad affrontare argomentidi cui purtroppo si parla

pochissimo, in qualche modoanche noi giornalisti siamoresponsabili, noi cerchiamo diparlarne, ma dovremo parlarne dipiù. Mi riferisco a quelli che sono idiritti e i principi fondamentali,democrazia, libertà individuali,rispetto dei diritti umani e rispettodei diritti civili, il diritto allaconoscenza, il diritto ad avereun'alimentazione corretta il dirittoa vivere in pace (...) Mi sembrache il mondo stia seguendo unacurva in cui principi, i valori siano

messi in un angolo il nomedell'economia, che ha presosopravvento sulla politica (...) e cisiamo un po' dimenticati dellapolitica con la P maiuscola.(...)Questa tre giorni organizzata dalPartito Radicale è moltoimportante perché proveremo aparlare di tutto questo per provarea dare qualche risposta, masoprattutto a conservare lamemoria di quei principi e queivalori che sono alla base dellanostra civiltà.

Hassan Abouyoub, Ambasciatore del Marocco in Italia

Paul Strauss, Senatore Washington D.C. (USA)

Stefano Polli vicedirettore dell’ANSA

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anno, Alexei Navalny si è precipitato a guidareuna manifestazione di protesta contro ilGoverno, sprezzante dei rischi per la sua libertàed evidentemente anche per la sua vita.Ha spiegato il perché con queste parole: “potreiaspettare, fare il coniglio.” Mostrando dei graficimolto eloquenti che paragonano la crescitadella Russia a quella di altri Paesi come India,Cina e Uzbekistan, Navalny ha detto ancora:“Putin ci ha rubato dieci anni di crescitapotenziale. In dieci anni noi abbiamo fattomeno bene del resto del mondo, meno benepersino di quelli che non hanno né petrolio négas. Se voi restate silenziosi, otterrete lo stessorisultato del Presidente dello Zimbabwe, 37anni al potere con una popolarità al 93% e unPaese completamente devastato e in ritardo.Protestare, fare riunioni o qualsiasi altra cosa èla scelta più razionale e la più ragionevole.” La Storia della dissidenza russa dallarivoluzione bolscevica a oggi è ricca dipersonalità straordinarie che hanno lottato adurissimo prezzo per la libertà, la dignitàdell’individuo, lo spirito di verità e il Diritto allaConoscenza. Senza di loro non sarebbe finito lostalinismo né sarebbe stato avviato il processoche ha portato all’Atto Finale di Helsinki, esuccessivamente alla Perestroika e alla caduta

T re giorni di dibattiti e approfondimenti,venti nazionalità e quaranta nuoviiscritti al Partito Radicale Nonviolento

Transnazionale Transpartito. E’ questo l'esitodella Convention radicale organizzata dal 27 al29 ottobre 2017 a Roma nello storico salone diVia di Torre Argentina 76, rinnovato perl’occasione con l’affissione di un nuovo fondaleche ricopre l’intera parete della presidenza inonore della storia e delle lotte di MarcoPannella. Il leader radicale è ritratto in alcunimomenti chiave: ad un comizio, durante unosciopero della sete, in uniforme croata e conl’amico di sempre il Dalai Lama.

La discussione si è aperta con gli interventidel vice direttore dell’Ansa Stefano Polli, l’exMinistro degli Esteri Amb. Giulio Terzi diSant’Agata, il Presidente della CommissioneAffari Esteri della Camera Fabrizio Cicchitto el’ex presidente in esilio del principale partito diopposizione cambogiana Sam Rainsy. L’accentoè stato posto sull’urgenza di operare per unatransizione globale verso lo stato di dirittoattraverso il rispetto universale dei diritti umanie il riconoscimento del diritto umano alaconoscenza da parte delle Nazioni Unite.

La partecipazione alla sessione di aperturadel leader cambogiano ha assunto un valoreparticolare per due fondamentali ragioni. Laprima è l’interlocuzione diretta con ilPresidente Cicchitto, il quale ha potutoprendere consapevolezza della questione distato di diritto sollevata dal leader cambogianoper le implicazioni relative al pericoloso ruolo einfluenza crescente che la Cina sta avendonella regione asiatica e in tutto il mondo. La

seconda è l’azione messa in campo daidirigenti e sostenitori cambogiani delCambodia National Rescue Party (CNRP) persalvare il Partito Radicale. La volontà dei nuoviiscritti cambogiani di fare del Partito Radicaleuno strumento di lotta è testimoniata dallapresenza di Mu Sochua, vice presidente delCNRP costretta a fuggire dal suo paese in tuttafretta il 3 ottobre 2017 per evitare unimminente arresto politicamente motivato.Altrettanto significativo è stato lo svolgimentodi una riunione di membri cambogiani nellasede del Partito Radicale nel pomeriggio del 28ottobre.

Oltre agli amici cambogiani, sonointervenuti esponenti e attivisti politiciprovenienti da paesi come Etiopia, Iran, Tunisia,Marocco, Algeria, Mozambico, Cina, Stati Uniti,Regno Unito, Francia, ecc e i rappresentanti diminoranze e popoli non rappresentati, cheanimano l’organizzazione UNPO che da annicollabora con il Partito Radicale.

“Dobbiamo andare avanti, come dice ilDalai Lama, sulla via dello Stato di Diritto edelle libertà individuali. Questo è il verosignificato di questi tre giorni d’incontri”, conqueste parole l’Ambasciatore Giulio Terzi diSant’Agata ha aperto la Convention per salvarecon la nonviolenza le lotte per l'universalità deidiritti umani, per il diritto alla conoscenza, pergli Stati Uniti d'Europa, per combattere losterminio per fame, sete, guerra e povertà nelmondo. “Proprio grazie a questa sua vocazionetransnazionale e transpartitica e grazie al suopatrimonio di valori imperniati sulla dignitàdell’uomo e sulla libertà, un grandissimo

insostituibile contributo alla lotta perconsolidare ed espandere la dimensione dellalegalità, della giustizia e della responsabilità.”ha spiegato Terzi.

“Veniamo tutti da diversi luoghi e paesi,ma siamo uniti dalla stessa risolutezza di volerdifendere i nostri principi. Una comunità ètenuta insieme dai suoi valori” afferma SamRainsy. Questo è stato lo spirito che ha guidatole tre giornate volte al dialogo, e alla creazionedi un'azione comune. A Rainsy fa eco suamoglie e membro dell'Assemblea NazionaleSaumura Tioulong: “La Cambogia non interessanessuno. Siamo un piccolo paese senza alcunruolo geopolitico. Per fortuna abbiamo avutoMarco Pannella e il Partito Radicale. Nonricorderò tutto quello che abbiamo fatto con luia partire dal 2002 perché è stato già ricordato.Quello che mi importa sono i problemi relativia troppo diritto alla conoscenza”.

Come ha sottolineato anche Norman Baker,ex sottosegretario agli Affari interni del RegnoUnito: “Oggi abbiamo esempi di paesi potentima inefficaci sullo Stato di Diritto e sul campodei Diritti Umani (…) ma lo Stato di Diritto,anche quando esiste, è inefficace se non èaccompagnato dal diritto alla conoscenza”. Eproprio sul tema del Diritto alla conoscenza, ilsenatore francese di République En MarcheAndré Gattolin ha detto: “andiamo verso unasocietà in cui la conoscenza avrà forme semprepiù diffuse ma sempre più degradate e volgari,sarà istantanea, senza limiti, sarà talmentemolteplice che il cervello umano non riuscirà adassimilarla e soprattutto sarà planetariaciascuno potrà sapere, avere elementi di quello

che succede all'altro angolo del mondo, porràproblemi di presa di coscienza o rifiuto di presadi coscienza della disuguaglianza”. "Il PartitoRadicale – prosegue Gattolin – in questocampo è importante, in quanto organizzazionenon governativa transnazionale.”

“Un altro aspetto relativo alla diffusione deldiritto all’informazione – afferma Najima ThayThay Rhozali, ex Segretario di Stato perl’educazione in Marocco – è legato alla povertàe alla mancanza di istruzione che definiamoanalfabetismo, è inimmaginabile che qualcunoche non sa ne leggere ne scrivere possa esigeredi essere informato, possa chiedere dipartecipare ai programmi di sviluppo”. “Perquanto riguarda l’analfabetismo – prosegueRhozali – 757 milioni di adulti nel mondo nonsanno né leggere né scrivere, 493 milioni sonodonne, 115 milioni di giovani tra i 15 e 24anni, di cui 76 milioni sono donne. Vale a direche 2 analfabeti su 3 sono donne. Ritengo chesi tratti di una situazione catastrofica, il dirittoalla conoscenza, al sapere, all’informazione,che fanno parte dei diritti inalienabilidell'essere umano, costituiscono i fondamentidi una buona governance, necessaria ancheallo sviluppo globale. Nei fatti la libertà diespressione e l'ottenimento delle informazionisono indispensabili per lottare contro lapovertà.

Profondo e ricco di spunti di riflessionel'intervento dell'ex Primo Ministro dell'AlgeriaSid Ahmed Ghozali, convinto dell'urgenza di unlavoro di promozione e affermazione dellostrato di diritto che ha affermato di aderire “al100% e considero questo DNA, questa identità

continua da pagina 7. Declina a livello globale La libertà.

del Muro di Berlino e alla dissoluzionedell’Unione Sovietica. Sarebbe quindi improprio e forse persinoirriguardoso fare paragoni fra quella dissidenzae la lotta portata avanti in realtà almenoparzialmente libere come quelle nelle qualiabbiamo la fortuna di vivere, lontani dallerepressioni della dittatura sovietica, o dalleattuali “democrature” che non sono piùdemocrazie.Tuttavia, mi sembra che si possa ravvisare uncomune DNA tra quanti nel mondo lottano per ivalori che sosteniamo noi, del mondo RadicaleNonviolento Transnazionale e Transpartito. Inquesti ultimi mesi il Partito Radicale, il GlobalCommittee for the Rule of Law – MarcoPannella e Nessuno Tocchi Caino, sono staticostantemente vicini a Sam Rainsy nella lottapolitica per riportare il suo paese, la Cambogianell’alveo dello Stato di Diritto, nel rispettodelle Libertà Fondamentali e dei Diritti Umani. Siamo particolarmente lieti di avere tra noianche Mu Sochua Vicepresidente del Partito diSalvezza Nazionale della Cambogia, Jianli YangFondatore e Presidente di “Initiative for China”,Thubten Wangchen Rappresentante del DalaiLama, Ismail Mohades, scrittore e attivistairaniano, e di essere qui in tanti, insieme ainumerosi ascoltatori di Radio Radicale, persostenerli, incoraggiarli in una missione chesentiamo la nostra. Abbiamo svolto un’azione

quotidiana per mobilitare le Forze politiche e lasocietà civile in Italia e in Europa affinché iGoverni agiscano nei confronti dei responsabilidei crimini contro l’umanità perpetrati in Siria,delle violazioni e repressioni drammatiche deiDiritti Umani in Iran. Ci siamo schierati con quanti combattonocontro il sovvertimento delle

istituzioni democratiche in Venezuela, ci siamobattuti e continueremo a farlo per tanti casiindividuali di dissidenti, perseguitati,condannati, al di fuori di qualsiasiconsiderazione per lo Stato di Diritto; ci siamomossi con tanti amici e organizzazioni a livelloglobale in sostegno di minoranze etniche,religiose, politiche, perseguitate per il fattostesso che rivendicano una loro identità. Due grandi cause di dimensione globale sonostate al centro dell’azione radicale in questiultimi mesi e intendiamo accrescere in ognimodo possibile gli sforzi per farle ulteriormenteprogredire: libertà di religione, di credere e dinon credere; i diritti LGBTI. Il Partito Radicale eil Global Committee hanno promosso iniziativerecenti e intendono proseguire nei prossimimesi in una direzione che è profondamenteradicata nella storia e nella cultura del PartitoRadicale; una visione della societàcontemporanea che viene da lontano e che haanticipato da decenni con grande chiarezza

quanto questi due aspetti tendessero adassumere rilevanza fondamentale nelqualificare gli Stati di Diritto degni di tale nomedagli altri.Le grandi campagne radicali a dimensioneTransnazionale sui Diritti affondano le lororadici nell’intera legacy di Marco Pannella. Tratutte credo vada oggi particolarmente ricordata,perché riemerge dopo 36 anni con unadrammaticità inattesa, la campagna contro losterminio per fame, sete e guerra nel mondo. Il24 giugno 1981, su iniziativa del PartitoRadicale, veniva diffuso il Manifesto Appello deiPremi Nobel. Era la risposta degli uomini discienza all’indifferenza dei Governi, alla sicuramorte di persone per fame nel Sud del mondo.Attuare gli obiettivi del manifesto divennepriorità del Partito Radicale, un impegno che haconsiderevolmente contribuito nel Decenniosuccessivo ad alimentare una nuova politicaglobale per lo sviluppo sostenibile, la lotta allapovertà e il sostegno alla salute. Tuttaviaassistiamo attualmente, anche su questoterreno, a una involuzione causata da conflitti,rimescolamenti geopolitici, corruzioneendemica, devastante spreco e distrazione dirisorse, insieme a una sempre crescentetendenza di concentrazione dellaricchezzaanziché ad una sua più equa distribuzione. Unapolitica razionale e un sano sistema alimentareglobale potrebbero far fronte sia agli effetti

Le nostre ragioni, le nostre

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è l'unica via se vogliamo conquistare unmondo più felice, più giusto, un mondopacifico, lo stato di diritto, la nonviolenza. Eccoperché ho preso la tessera e sono orgoglioso diessere militante del Partito Radicale.”

Hassan Abouyoub, Ambasciatore delMarocco in Italia, affrontando il temadell'immigrazione come problematica centralein Europa, parla di “(…) diritto naturale, quelloalla mobilità, da secoli un diritto consacrato,spesso trattato sotto la minaccia e la pressionedel populismo fino ad arrivare al suo nongoverno. Schengen non ha ridotto i flussi, maha creato meccanismi alternativi dicontrapposizione di questi candidati allalibertà, i migranti, che hanno trovato soluzionial di fuori della legalità, utilizzando metodi chenon sono quelli dello Stato di Diritto (…). Nel1950, la popolazione attiva europea era dicirca 120 milioni, nel 2050 questa cifra andràa salire a1 miliardo e 220 milioni (…) dunquec’è un'Europa che tra 10-20 anni avràdifficoltà a gestire il suo spazio, il suo territorioquotidianamente”

“La storia dell'immigrazione- prosegue -da sempre ha creato diaspore, lo sbaglio èstato anche da parte nostra pensare che questimigranti sarebbero tornati nel nostro paese, e lìè nata un’altra realtà molto più complicata.Cioè, non abbiamo mai pensato che il calodemografico non era solo un privilegiodell’Europa. Oggi il tasso di fertilità in Maroccoè uguale a quello italiano, questo significa chenel Nord Africa, purtroppo, nei prossimi 25 annila popolazione sarà invecchiata, con un tenoredi vita 9 volte inferiore a quello dell’Europa,

quindi unapopolazionevecchia e povera,concentrata sullasponda, l’80-85%della popolazionesarà infatti sul mare.(…) Quando si prendein considerazione lasituazione in Africa e nelMedio Oriente, lastragrande maggioranzadi questi flussi migratorisono dovuti ad instabilitàpolitica e insicurezzaumana, cioè l’insicurezzaall’interno di uno Stato chenon è più uno Stato”.

Analizzando le ragioni diquesta instabilità, "laresponsabilità dei paesimembri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU condiritto di veto, sulla fame e sul flusso diprofughi, è del 100%. (…) il diritto e lo Statodi Diritto sono l’alfa e l’omega di ogniiniziativa. (…) quello che mi piace dell’Europaè la la sua facoltà e capacitàdemocraticamente, di trasferire sovranità ad unesecutivo europeo, questo è un atto di fiduciaincredibile (…) c’è questo presuppostodemocratico per autorizzare un trasferimentolegittimo, ma questo nella nostra regione non èancora possibile perché lo Stato di Diritto non ègarantito, manca la regola sacra dello Stato diDiritto”.

Un importante sentimento che è scaturito

da questitre giorni è stato dunque

quello della volontà di unire le forze, quello divoler affrontare insieme la sfidadell’affermazione dello Stato di Diritto,attraverso lo strumento transnazionale etranspartito che è il Partito Radicale. Comesappiamo, tra gli obiettivi principali diquest'anno vi è il raggiungimento di 3000iscritti entro il 31 dicembre 2017.

In conclusione, non possiamo non tornare aSam Rainsy e al suo prezioso appello: “A volte ifratelli di una stessa famiglia che noncondividono gli stessi valori sono lontani gli unidagli altri, ma all'interno del Partito Radicale cisi sente come in una grande famiglia (…)Siamo una grande famiglia radicale checondivide gli stessi valori, gli stessi principi ed è

questa la nostrafelicità, il nostro orgoglio. (…) Vorrei

cogliere quest’occasione per lanciare unappello ad iscriversi al Partito Radicale in mododa potenziare questa forza, questaorganizzazione unica. Un partito transnazionaleche trascende tutti i confini. La mia ambizioneè far sì che il Partito Radicale diventi un partitomondiale (…), ma dobbiamo organizzarci peravere questa forza che deve essere mondialeperché la nostra lotta è mondiale, quindi nonpossiamo contare solamente sugli italiani,l’organizzazione non può essere basataunicamente a Roma, bisogna che il prossimoCongresso si tenga in altri paesi dove ci sonopersone che condividono gli stessi valori , inmodo che il Partito Radicale possa diffondersi.Io conto non sui tremila iscritti, ma sutrecentomila iscritti in un prossimo futuro”.

Matteo Angioli, Irene Guidarelli

straordinario “saggio”. Il Dibattito qui hadimostrato quanto sia prezioso la riflessione sulrapporto – dialettici, altri direbbero – fralegittimità, illegalità, motivi propri dellaconsapevolezza, in termini di diritti e di leggi,dell’importanza di rispettare la conoscenza, dirispettare la storicità, che è fondamento deldestino del mondo e di ciascuno, non solo come“destino” spagnolo, cioè destinazione. Qualchevolta viene però, il dubbio che siamo in unasituazione compromessa.L’Italia ormai da decenni si trova tecnicamentein una condizione di flagranza rispetto aimassimi reati della giurisdizione europea.La nostra ricerca sul valore della giurisdizionerispetto al legislativo è interessantissima. Non èciò che auspica nessuno di noi, ma dobbiamopure prendere atto che nel momento dellagiurisdizione forse i regimi antiliberali,autoritari, reazionali e conservatori trovanodelle possibilità costruttive. Come Radicalivogliamo dare atto alla Corte Europea deiDiritti dell’Uomo (CEDU), in modo particolare,di avere raccolto quello che a livello legislativoera diretto e classico.” Marco si riferiva soprattutto alla giustizia e allasituazione nelle carceri. In questi mesi il PartitoRadicale ha fatto uno sforzo enorme con le suecarovane in diverse regioni d’Italia, guidata daMaurizio Turco e da Rita Bernardini perproseguire questa fondamentale opera di

civiltà. E’ innegabile che i risultati conseguitisiano stati assai importanti sul piano dellaconsapevolezza capillare e diffusa che, dalCongresso di Rebibbia in poi, l’iniziativaradicale ha ottenuto, in moltissimi ambiti dellasocietà italiana. Giustizia e situazione nelle carceri devonoessere la priorità delle priorità per il nostroPaese. Ma dobbiamo essere ben attenti a nontrascurare la condizione difficilissima dei quasicinquemila connazionali detenuti all’astero. Traquesti voglio ricordare con affetto e amiciziaspeciale Chico Forti. Da diciassette anni Chicoattende, da condannato all’ergastolo in Florida,una revisione equa di un frettolosissimoprocesso indiziario, le cui prove sono stateampiamente mostrate infondate da elementiraccolti in questi ultimi anni. E’ questo il tipicocaso di un’attenzione specifica e pressante cheil Governo deve riporre nella soluzione diquesto caso .Molto resta da fare per ottenere dalGoverno l’attuazione di molte anticipatepromesse, e che, obiettivo altrettantoimportante, l’informazione nazionalecominci ad accendere in modo sistematico isuoi riflettori su questa realtà. E qui non sipuò sottacere quanto la libertà diespressione e di informazione nel nostroPaese -centrale per il Diritto allaConoscenza e fondamentale per una

democrazia compiuta - sia invece carente inItalia. Sul fronte della libertà di stampa il nostro Paeseha perso ancora lo scorso anno quattroposizioni nella graduatoria internazionale che lovede ora al 77° posto su un totale di 180Paesi, ultimo nell’Unione Europea insieme aCipro, Grecia e Bulgaria. Secondo “Reporterssans Frontières” il condizionamento esercitatodai partiti di Governo e dai gruppi di potereeconomico che controllano la quasi totalità deimedia nazionali, avviene non soltantodirettamente, ma – ed è questo ancora piùgrave – attraverso l’ormai radicata e diffusapropensione dei giornalisti ad “autolimitarsi”ogni volta che dovrebbero toccare questionisensibili per i poteri forti. Tra questi, sicuramente, vanno annoverati ipoteri della criminalità organizzata, delle mafie,dei gruppi organizzati a fini corruttivi e disottrazione di risorse pubbliche. Anche sottoquesto profilo, la voce del Partito Radicale vuoleessere sempre più decisa e mirata affinchél’Italia esca dell’obbrobrio di trovarsi nelleclassifiche internazionali – come quella diTransparency International, nei CorruptionPerception Index (CPI) - al 47° postonell’Unione Europea, penultima rispetto allaGrecia.

Giulio Terzi di Sant’AgataAmbasciatore

della siccità che ai cambiamenti climatici e adaltre cause dovute all’azione umana. La storia si ripete e continuerà a farlo fino aquando non affronteremo le debolezzefondamentali che mantengono un miliardo dipersone costantemente affamate. Dobbiamofermare l’osceno spreco di alimenti, comeaccade quando si brucia cibo sotto forma dibiodiesel nei nostri camion e automobili.Abbiamo bisogno di affrontare i cambiamenticlimatici, il land grabbing e la speculazionedannosa. Dobbiamo costruire le nostre scortealimentari e dare nuovo impulso agliinvestimenti a favore dei piccoli agricoltori edell’agricoltura sostenibile.L’impegno di queste giornate riguarda tanto ladimensione Transnazionale tanto quella internaal nostro Paese.Il 18 – 19 febbraio 2014 a Bruxelles MarcoPannella diceva: “Ci si ripropongono schemivecchi. Già torna la “peste italiana”, della qualespesso ci siamo occupati per cercare di trovare,se non una guarigione, almeno una riduzionedella capacità deflagrante per tutto il mondo.Abbiamo diffuso la peste fascista e nazistaall’inizio degli anni Venti con un Paese senzanessuna autorità vera, nessuna forza.Il Presidente della Repubblica italiana, dicevaancora Marco in quel febbraio 2014,nell’esercizio di una facoltà, di una prerogativaha mandato alle Camere un piccolo

speranze.

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Q uando, lo scorso 18 ottobre, sisono aperti a Pechino i lavoridel 19° Congresso del Partito

Comunista, il termine rule of law –stato di diritto – è stato pronunciato19 volte nella relazione delpresidente cinese Xi Jinping.L’obiettivo di «promuovere ungoverno basato sulla legge»compariva anche tra i 14 punti concui il leader della Repubblicapopolare ha voluto declinare ilsignificato del «socialismo concaratteristiche cinesi per una nuovaera»: il contributo ideologico di XiJinping che è stato inserito nellaCostituzione del Partito comunista.

È dalla metà degli anni ’90 chenelle stanze del potere di Pechinoriecheggia il concetto di yifa zhiguo:letteralmente «guidare il paeseattraverso la legge», che neidocumenti ufficiali viene tradottomalamente con il termine rule oflaw. L’idea alla base di questo tipo diretorica è che un’economiadinamica e una società vibrantecome quella cinese abbiano bisognodi un sistema legale affidabile etrasparente. Allo stesso tempo, però,le autorità cinesi non sono dispostea rinunciare al controllo politico sutribunali, apparati della sicurezza eamministrazione della giustizia.Insomma, lo stato di diritto «concaratteristiche cinesi» non significa– come vuole la tradizione liberale –andare a creare uno strumentoindipendente, con cui si limita econtrolla il potere della politica. «Larule of law dovrebbe avanzare soloattraverso la rule of party», chiarivail Global Times lo scorso 17 ottobre.In Cina, insomma, il Partitocomunista rimane al di sopra dellalegge.

Nell’autunno del 2014, per laprima volta nella storia dellaRepubblica popolare, un plenum delComitato centrale del Partitocomunista è stato dedicato ai temidella rule of law e dell’applicazionedella legge. È stata quellal’occasione per Pechino per megliodescrivere quello che si intende conyifa zhiguo. Dai documenti usciti dalplenum, l’obiettivo delle autoritàcentrali cinesi è stato enfatizzare lanecessità di applicare norme eregolamenti in modo omogeneosull’intero territorio dellaRepubblica popolare. In queglistessi mesi la stampa cinese avevadedicato ampio spazio nelraccontare casi di clamorosi errorigiudiziari: cittadini cinesicondannati a decine di anni dicarcere – a volte persino alla pena dimorte – al termine di processi dovela legge era stata applicata in modoarbitrario.

Quando si preparavano a scriverele linee guida della riforma legale, leautorità cinesi avevano chiari dueobiettivi: innanzitutto formare unaclasse di operatori della giustizia –giudici, procuratori, avvocati – piùpreparati e competenti, ma anchesottrarre i tribunali al controllo delleautorità locali. Si spiegano così iprogetti pilota per l’istituzione ditribunali circondariali: la cuigiurisdizione supera i confini delleprovince e limita quindi il potered’intervento dei governi locali nelledecisioni delle corti. Una mossa cheda un lato limita gli abusi di poterecompiuti nelle province e che inpassato sono stati al centro di più diun malcontento tra la popolazione,ma che allo stesso tempo aiutaPechino ad accentrare nelle sue

mani il controllodell’amministrazione della giustizia.

Esistono anche ragioni per uncauto ottimismo. Negli ultimi anni, inumeri di sentenze capitali in Cinasono dimezzati, anche se il numerocomplessivo delle condanne amorte rimane un segreto di Stato.Pechino ha poi approvatoregolamenti interni per limitare le«pratiche illegali» – soprattutto l’usodella tortura – nel corso degli

interrogatori di polizia e ha abolitol’odioso sistema della rieducazioneattraverso il lavoro, con cui unapersona poteva essere privata dellalibertà senza passare un tribunale.Tuttavia, nel dizionario di Pechino larule of law è innanzitutto fonte dilegittimazione del potere per ilPartito comunista e strumento dicontrollo e di «stabilità sociale».

Francesco Radicioni

Lo Stato di Diritto socialista con caratteristiche cinesi

I l docu-film “Spes contra spem –Liberi dentro” di Ambrogio Crespiè arrivato a Strasburgo dove è

stato presentato, nella primasettimana di novembre, al Cine Clubdella Corte Europea per di dirittidell’uomo in una visione aperta alpubblico a cui hanno partecipatogiuristi e giudici della Corte a titolopersonale. E’ innanzitutto da questasede che si può far vivere quel dirittoalla speranza, codificato nello spaziodel Consiglio d’Europa dallagiurisprudenza della Corte europea edagli standard del CPT, negato inItalia da quello sbarramentoautomatico alla concessione dibenefici penitenziari per chi siaimputato o condannato per i reati dicui al 4-bis, fintanto che non decidadi collaborare alle indagini. Unosbarramento automatico che, in altreparole, trasforma l’apparatodetentivo in un apparatoinvestigativo. Un apparatoinvestigativo di inaudita violenza sepensiamo che al detenutoall’ergastolo ostativo è, nella gran

Le nostre ragioni, le nostre speranze.

In nome del diritto alla speranzaparte dei casi, comminato insentenza l’isolamento diurno, comese l’isolamento fosse una dellesanzioni che si possono scegliere dalcatalogo delle pene quando invece èprincipio generalmente riconosciutoche si va in carcere per punizione nonper riceverne delle altre e che non sipossono infliggere in sentenza formeaggravate di detenzione. Tant’è che ilCPT, dal 2004 richiama l’Italia amettere fine a questa “anomalia” checonsidera configurare un trattamentoinumano e degradante.Raccomandazioni rimaste peròinascoltate. Senza contare chel’ergastolano ostativo, in isolamentodiurno, può essere anche in 41-bisvale a dire in quello speciale regimedi isolamento deciso dal Ministrodella Giustizia che, in virtù delleproroghe, può tradursi in unisolamento senza fine in assenza dicollaborazione. Per il CPT,l’argomento avanzato dalle autoritàitaliane, quello per cui le ulteriorirestrizioni introdotte nel 2009 sononecessarie per contrastare conmaggior efficacia il fenomeno dellacriminalità organizzata cosìmigliorando la protezione dellasocietà, è poco convincente.Il CPT è quindi andato dritto al cuoredel problema quando ha detto che,“stando così le cose, si può ritenereche l’obiettivo di fondo sia piuttostoquello di utilizzare le ulteriorirestrizioni come strumento peraumentare la pressione suiprigionieri in questione, al fine diindurli a collaborare con la giustizia”.Insomma, come ha affermato nel suoultimo Rapporto sull’Italia pubblicatonel settembre 2017, mina lo Stato diDiritto.E allora davvero ci troviamo davantiad un armamentario fatto diergastolo ostativo, vale a dire penafino alla morte, 41-bis, vale a direisolamento prolungato e a tempoindeterminato ed “isolamentodiurno” da sgretolare quanto primain nome del diritto alla speranza cheappartiene ad ogni essere umano.

Elisabetta Zamparutti

Mentre sta perscattare il 25°giorno di sciopero

della fame che con DeborahCianfanelli abbiamo iniziato loscorso 16 ottobre, mi giunge lanotizia dell'ennesimascomposta reazione del capodel SAPPE (uno dei sindacati diPolizia Penitenziaria) a quantoho affermato nell'intervista alDubbio a proposito dei verticisindacali dei Baschi Blu.

In quell'intervista diDamiano Aliprandi che michiedeva come mai il Sappe cel'avesse con il Partito Radicale,ci ho tenuto a puntualizzare cheoccorreva distinguere i verticidei sindacati penitenziari dallaplatea dei 35.000 agenti molti deiquali senza tessera o stufi deifavoritismi dei dirigenti, dei loroprivilegi, delle loro chiacchiere senzacostrutto, del loro seminare odio. Giàperché più volte il Capo del SappeDonato Capece (da vent'anniinamovibile dalla carica di presidentepersino dopo che è andato inpensione) ha avuto modo diprendersela con le nostre visite incarcere volte a verificare le condizionidi detenzione. Il problema, dicevonell'intervista, è che i vertici deisindacati anziché svolgere il ruoloistituzionale che gli è assegnato, che èquello di salvaguardare i diritti degliagenti (stipendi, qualità e quantità dilavoro), fanno tutt'altro. Non è uncaso che gli agenti aspettano da oltredieci anni il rinnovo del lorocontratto. Insomma Capece non sirende conto che la massa deitrentacinquemila agenti, compresi icommissari e i vice-commissari (cheancora ci ringraziano per averfinalmente ottenuto il riallineamentocon le altre forze di polizia), si è nelcorso degli anni notevolmenteevoluta e, tranne le eccezioninegative che ci sono in ognicategoria, vuole fare un lavoro piùappagante che veda anche gli agentiartefici della parte trattamentale chepunta al reinserimento sociale deldetenuto piuttosto che quellaesclusivamente securitaria epunitiva.

Ci pare giusto pubblicarecomunque la replica di DonatoCapece a quanto ho affermato su IlDubbio. L'ha inviata a RistrettiOrizzonti anziché a Il Dubbio, matant'è.

Rita Bernardini

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Spettabile Redazione,Chiedo la cortesia di replicare a

quanto ha dichiarato Rita Bernardininella intervista pubblicata da Il Dubbiodi martedì 7 novembre e ripreso daRistretti Orizzonti. E’ noto a tutti che ilmembro coordinatore della Presidenzadel Partito Radicale, ex segretario deiRadicali italiani ed ex deputato RitaBernardini aspira da tempo, per altro eper ora senza successo, ad una poltronadi garante dei detenuti regionale, e forseper questo cerca di accreditarsiovunque come esperto di temi, quellipenitenziari, rispetto ai quali ha unavisione manichea. Da quando èMinistro Andrea Orlando, poi,Bernardini sembra essere diventata unSottosegretario ombra del Ministerodella Giustizia, autorizzata come pochiad entrare nelle carceri, a riceveredirettamente – per fax e mail - dalleDirezioni degli Istituti penitenziari datisulle singole realtà detentive…

Questo, però, non l’autorizza a direcose senza senso (sarà forse unaconseguenza dei reiterati scioperi dellafame a cui ci ha abituati…). Bernardiniha molto da imparare da MarcoPannella, uomo ed esponente politicotra i pochi veramente vicini alle criticitàdiffuse delle carceri italiane e delpersonale di Polizia Penitenziaria che inesse lavorano. Di lui, ho ammirato latenacia e la caparbietà dell’uomopolitico che alle chiacchiere, almenorispetto ai problemi delle carceri, hasempre preferito fatti e atti concreti.

Bernardini dice che seminiamoodio: non so a cosa si riferisce, ma èevidente che è l’ennesima confermadella strategia comune messa in atto daBernardini & co. , ossia quella di tentaredi screditare l’interlocutore quandoquesti dice cose scomode ma vere. E

questo è evidentementeindicativo dellamancanza di argomenti.Mi dispiace per Lei ma,quando si parla dicarcere, il Sappe è, erimarrà, un interlocutorequalificato dal qualenessuno puòprescindere, perché ilSappe rappresenta chi

nel carcere lavora ventiquattr’ore suventiquattro. Anche quando la signoraBernardini è in tutt’altre faccendeaffaccendata, a casa sua o a coordinaretavoli al partito Radicale. Il SAPPE nonpermetterà mai che la politicapenitenziaria italiana sia condizionatada movimenti politici e ideologici(peraltro significativamente diminoranza). Il Sappe rappresenta chinel carcere ci lavora ventiquattr’ore suventiquattro e, perciò, ha tuttol’interesse a che la detenzione (e quindiil lavoro di chi ne assicura l’esecuzione)si svolga nel miglior modo possibile. Manon solo per chi sconta la pena …anche, e soprattutto, per chi lavora lìdentro. Realismo, concretezza edesperienza … questo è il faro cheillumina la strada del Sappe. Altro cheodio!

Lo abbiamo già detto e loribadiamo: chi entra in un penitenziarioa Natale, Pasqua, Ferragosto e inqualche altra circostanza occasionale, èsoltanto un conoscitore “casuale edoccasionale” del carcere. E far credereche un delinquente abituale,professionale o per tendenza sicomporterà bene perché noi cicomportiamo bene con lui è come farintendere che un leone non ci mangeràperché noi non mangiamo lui.

Pur tuttavia, il Sappe non si è maisottratto alle polemiche e al confronto,anche quando questo è diventatoscontro, e ha sempre avutoconsapevolezza della diversità delleopinioni, così come ha semprericonosciuto il diritto di ciascuno amanifestarle.

Un conto, però, è manifestare leproprie opinioni e un altro è pretenderedi far valere, con presunzione edarroganza, le proprie ragioni soprattutto

nei confronti di chi difende erappresenta i legittimi diritti di coloroche in carcere ci lavorano mattina, serae notte.

Che ne sanno, Bernardini & C,sempre attenti ai disagi dei detenuti, dicosa davvero fa la Polizia Penitenziaria?Che ne sanno di cosa può voler direessere costantemente aggrediti, feriti,contusi da una parte di detenutidelinquenti e criminali anche tra lesbarre della cella, favoriti in ciò da unacervellotica vigilanza dinamica e unregime penitenziario aperto che fa starei detenuti tutto il giorno nei corridoidelle carceri a fare nulla? Che ne sa dicosa può voler dire essere oggetto dilanci di escrementi ed urina, dibombolette di gas trasformate inmolotov? E che ne sanno dellasoddisfazione di salvare la vita ad undetenuto che ha tentato il suicidio o chesi è tagliato il corpo e le braccia con unalametta correndo di rischio di moriredissanguato se non ci fosse l’interventotempestivo delle donne e degli uominidella Polizia Penitenziaria, senza unadeguato riconoscimento istituzionalee sociale e malpagati, con leresponsabilità anche dei radicaliquando erano in Parlamento che nullahanno fatto per migliorare le nostrebuste paga?

O, ancora, che ne sanno, loro, dicosa possa voler dire per un poliziottopenitenziario andare in mensa, durantei turni di servizio, e trovarvi solamenteuna scatoletta di tonno o del vittoscadente in qualità e quantità?

Loro parlano di carcere, sentendosiraccontare le cose dagli altri. Noi perchérappresentiamo chi in prima linea nellesezioni detentive ci lavora 24 ore algiorno.

Per cui, come già detto tempo fa:cara Bernardini, tu continua pure arappresentare Caino, ma nonpretendere di prevaricare e maltrattaredi nuovo Abele!

Noi non te lo permetteremo.Cordialissimi saluti,

Donato CapeceSegretario Generale

Sappe - Sindacato AutonomoPolizia Penitenziaria

Dal 16 ottobre Rita Bernardini e Deborah Cianfanellisono in sciopero della fame per aiutare il MinistroOrlando a emanare il nuovo ordinamento penitenziario.

E c’è chi ne approfittaper fare la facciaferoce.

L’informazione interdittiva antimafia.

12 ATTUALITÀ

L e cosiddette “informazioniantimafia”, sono unostrumento di grande impatto

sulla vita delle imprese e sullepersone degli imprenditori e deilavoratori, essendo in grado dimacchiarne la reputazione primaancora che di determinarnel’espulsione dal mercato.Nella pratica delle prefetture, leinformazioni antimafiaprescindono dalla esistenza diprovvedimenti giudiziari o propostedi misure di prevenzione,valorizzando elementi i piùdisparati che consentano diipotizzare, su di un piano del tuttoastratto, la mera possibilità chel’attività imprenditoriale siacondizionata da soggetti legati adorganizzazioni criminali.Vengono così ad assumere rilievosituazioni oggettivamente “neutre”,quali relazioni di parentela o diaffinità; contatti con soggetticonsiderati “controindicati”;condanne, o anche sempliciimputazioni per “reati-spia” (es.turbata libertà degli incanti);omessa denuncia, effettiva opresunta, di taluni delitti; vicenderitenute “anomale” nella formalestruttura dell’Impresa o nella suagestione.Oggetto del provvedimentointerdittivo, non è la prova dellaintervenuta infiltrazione mafiosa,ma solo la sussistenza di elementidai quali sia deducibile il pericolo diingerenza nella gestionedell’impresa. La misura interdittivanon necessita di dimostrazionenell'attualità delle infiltrazionimafiose bensì l’attualità dellasituazione atta a sorreggere ilgiudizio di una possibileinfiltrazione mafiosa, sicché essa sipuò fondare su un quadro indiziariobasato anche su fatti risalenti neltempo.Il perimetro delle situazioniattenzionate dall’attuale prassiapplicativa è talmente ampio, daricomprendere migliaia di imprese,senza nessun reale discrimine trasoggetti sani e situazioni di effettivoinquinamento. Le Prefetture non rendono noto ilnumero delle informazioniinterdittive: per approssimazione, èpossibile farne una stima risalendodal numero dei ricorsi presentati aiTribunali amministrativi. In quellodi Reggio Calabria, negli ultimi 10

F inita la stagione più eclatante dellarepressione penale, delle indagini e deiprocessi giudiziari, la lotta senza fine

alla mafia in Sicilia ha inaugurato una nuovastagione, meno eclatante ma altrettantoterribile: quella della prevenzione patrimoniale,dei sequestri e delle confische dei beni deifamigerati indiziati di appartenere, non si sabene a che titolo, al crimine organizzato. Ilproblema non è tanto che fine poi fanno i beniche vengono amministrati dalla figura“evangelica” dell’Amministratore Giudiziario, mache fine fanno le garanzie costituzionali di cuidovrebbe godere il cittadino di fronte all’arbitriodel potere assoluto.Nel nostro ordinamento giuridico, in forza delprincipio di legalità penale, le pene possonoessere applicate solo nei confronti di chi hacommesso un reato accertato con sentenzadefinitiva, all’esito di un giusto procedimentosvoltosi innanzi ad un giudice terzo edimparziale, nel quale è stata data alla personala possibilità di difendersi. La confisca di

prevenzione, al di là delle fraudolenteetichettature, è una sanzione, motivo per ilquale non potrebbe essere applicata in assenzadi una condanna penale. La prevenzione non previene alcunché mentreaffligge la persona che la subisce. È unascorciatoia attraverso la quale, eludendo iprincipi garantistici propri della materia penale,si perseguono intenti punitivi e afflittivi. È menoinfrequente di quanto si possa pensare che gliassolti nel parallelo (ed eventuale) processopenale – si pensi ai casi Cavallotti, Lena, DiVincenzo ecc. – siano privati di tutto ilpatrimonio in sede di procedimento diprevenzione. Togliere ad una persona tutto ilpatrimonio, finanche la casa familiare, significaprivare lei e la sua famiglia di ogni mezzo disostentamento; significa travolgere il suopassato (il patrimonio, solitamente, è uncomplesso di beni in cui si identificano interegenerazioni) e distruggere il suo futuro. Laprevenzione patrimoniale è la morte civile diuna persona.

La confisca è preceduta dal sequestro. Lo stessogiudice che ha disposto il sequestro, decideràsenza contraddittorio se revocare il sequestro odisporre la confisca, in ciò rivalutando i medesimielementi indiziari. Il decreto di sequestro non hauna durata predeterminata e, a differenza di ciòche è previsto per il procedimento penale, èrichiesto l’indizio e non la prova. L’indizio, inoltre,non deve essere né grave, né preciso, néconcordante. È sufficiente la dichiarazione di uncollaboratore di giustizia, non riscontrata, perasserire giudizialmente la contiguità dell’indiziatoalla mafia. Più che di “indizio” è più realisticoparlare di semplice sospetto. Nel procedimento di prevenzione si assiste aun’inversione dell’onere della prova: non èl’accusa a dovere fornire la provadell’appartenenza dell’indiziato alla mafia, ma èil proposto a dover fornire la prova negativa(diabolica) di tale appartenenza. Anchenell’ipotesi nella quale il proposto riesca, adesempio, attraverso consulenza tecnica di parte,a fornire la prova della congruità tra il valore

La confisca di prevenzione.

antimafia? TRABIA (PA)sabato 2 dicembre ore 10.00

Hotel Residence Torre Artale

antimafia? Stato di DirittoAvv. GIAMPAOLO CATANZARITI | PIETR

O CAVALLOTTI, imprenditore

ANDREA CUZZOCREA, imprenditore | Avv.

SALVATORE GALLUZZO

Avv. BALDASSARRE LAURIA, Fondazione Gi

useppe Gulotta

PINO MANIACI, direttore di Tele Jato

MASSIMO NICETA, imprenditore

Prof. ANDREA SACCUCCI | SALVO VITALE, giornalista

anni, ne sono stati iscritti più di 300:se si considera che le vicendeportate all’attenzione del Giudiceamministrativo non esauriscono lacasistica, si può ipotizzare in oltre500 il numero delle interdittiveemesse fin qui dalla sola Prefetturareggina. Se si estende il datoall’intero territorio dell’Italiameridionale, non è peregrinoipotizzare in diverse migliaia ilnumero delle imprese attinte dalprovvedimento.Il sistema delle interdittive, cosìcome è concepito attualmente, ènaturalmente destinato ad“autoalimentarsi”, dal momento chel’Impresa attinta da informazioneinterdittiva viene a sua voltaritenuta possibile fonte di contagio.Così procedendo, una parte sempremaggiore dell’imprenditoriameridionale vive di fatto sotto unaspada di Damocle.L'informazione antimafiainterdittiva per "infiltrazionimafiose", all’esito di unprocedimento che non prevedecontraddittorio né difesa,determina effetti immediatamentelesivi della libertà dei soggettidestinatari - l’inibitoria a stipularecontratti con la pubblicaamministrazione – senza il filtrodella giurisdizione.

Si tratta di un provvedimento che,per la sua natura di misura dipolizia, dovrebbe avere effettilimitati nel tempo, e contenutoanticipatorio, servente rispetto allatutela di esigenze previste dallaCostituzione, tra cui in primo luogoquelle connesse al perseguimentodelle finalità del procedimentopenale e di prevenzione, tali dagiustificare, nel bilanciamento trainteressi meritevoli di tutela, iltemporaneo sacrificio della libertàd'impresa in vista dell'interventodell'autorità giudiziaria.L’efficacia dell’informazioneinterdittiva, invece, non conoscelimitazioni temporali. Secondol’efficace espressione utilizzata dalPresidente del TAR di ReggioCalabria in un convegno,l’informazione antimafia a carattereinterdittivo “è come un diamante, èper sempre”.In materia di informazioni

antimafia, la provincia di ReggioCalabria è un vero e propriolaboratorio. Provengono dalla localePrefettura le applicazioni più“spinte”, che sono progressivamentediventate patrimonio delle altrePrefetture prima di trovarericonoscimento da parte degliOrgani di giustizia amministrativa.Il laboratorio reggino ha acceleratola capacità produttiva ed invasiva aseguito dello scioglimento delconsiglio comunale della città-capoluogo. In pratica, tutte leimprese della provincia vivono unasituazione di assoluta incertezza edi paura del futuro, dal momentoche neanche il rilascio di unainformazione “liberatoria” è ingrado di sottrarle al rischio di unsuccessivo provvedimentoespulsivo: il recente caso delPresidente dell’AssociazioneIndustriali è lì a testimoniarlo.

Salvatore Galluzzo, avvocato

13ATTUALITÀ

Stato di Diritto!

dei beni e la sua attività economica o i redditileciti dichiarati, il Tribunale farà fede alleosservazioni dei periti nominati dallo stessoTribunale. Il processo di prevenzione si avvicinaa quello inquisitorio: il Tribunale dispone ilsequestro; il Tribunale nomina i periti peraccertare la congruenza tra i beni e la capacitàfinanziaria del proposto; la perizia disposta dalTribunale diventa lo strumento stesso attraversoil quale il giudice ricerca elementi nuovi suiquali fondare la sua decisione. In altre parole, ilTribunale si spoglia della sua terzietà,determinando esso stesso la prova!La persona che subisce una misura diprevenzione, qualora sia imprenditore, subiscela violazione del diritto di proprietà o diiniziativa economica, la violazione del diritto allavoro, considerato il fondamento dellaRepubblica Italiana. Nel momento stesso dellaapplicazione del sequestro la persona, con i suoifamiliari, viene allontanata dalla sua azienda.Difficile, inoltre, che il proposto possa trovare unqualunque tipo di occupazione a causa degli

effetti di stigmatizzazione sociale chel’applicazione di un provvedimento antimafiaproduce. Chi mai assumerebbe un uomo a cuihanno sequestrato l’azienda per mafia? Siregistrano casi di soggetti a cui hannosequestrato l’azienda per avere dato lavorodipendente a soggetti attinti da misure diprevenzione. Il risultato di tutto ciò è scontato:perdita dei posti di lavoro delle aziende inamministrazione giudiziaria; crollo del fatturatodelle medesime; devastazione dell’indotto;danni che subisce l’erario.Bisognerebbe rimettere al centro dellaquestione la persona con i suoi diritti,bisognerebbe esaminare gli effetti prodotti dallemisure di prevenzione, la loro compatibilità conla Costituzione e con la Convenzione Europea.In poche parole, bisognerebbe affrontare ilproblema della mafia, come diceva LeonardoSciascia, non con la “terribilità” ma con il Diritto.

Pietro Cavallotti e Massimo Niceta,imprenditori

Squarci di luce sulla minacciadi uno Stato di Polizia.

procedimenti di infrazione perviolazione di diritti inviolabiligarantiti dal diritto comunitario edinternazionale”, il Consiglio diGiustizia Amministrativa per laRegione Siciliana (CGA, giudiceamministrativo che svolge le funzionidel Consiglio di Stato per quellaregione) ha pubblicato unarecentissima sentenza che ha avuto ilmerito di ancorare le misureinterdittive ai principi costituzionalidello Stato di Diritto, fissando alcunipunti fermi messi in discussione,purtroppo, ancora da svariatepronunzie giudiziali. Primo fra tutti,l'assurdità e la sostanziale abnormitàdella proprietà transitiva o del“contagio” delle interdittive. Si tratta diun perverso ed assurdo meccanismodi trasmissione delle informazioniostative antimafia in base al quale“allorquando una società viene colpitada interdittiva antimafia, gli effetti ditale provvedimento si estendonoautomaticamente” anche a ciascunsocio pur esente dalle “stimmate dipericolosità mafiosa” e così, suotramite, altrettanto automaticamentea tutte le altre società nelle quali ilsocio “contro-indicato” detengapartecipazioni o nelle quali occupicariche. Insomma, “un processo acatena di distruzione del patrimonioaziendale di un numero pressoché

infinito di società, oltreché didanneggiamento dell'immagine edella reputazione giuridica e morale diun numero infinto di cittadini (e, indefinitiva, di un contesto sociale oetnoantropologico) basatoesclusivamente su semplicipresunzioni senza indicazionespecifica di concreta ed obiettivarilevanza delle condotte dei soggetticoinvolti”. Per spiegare gli effettiparadossali, i giudici si domandanocosa “accadrebbe o cosa potrebbeaccadere se si scoprisse che unqualsiasi socio di una società dicapitali come la Fiat o la Pirelli fossetitolare oltreché delle azioni di questeultime anche di azioni o dipartecipazioni in una società chevenisse (o fosse stata) colpita daun'interdittiva?” Se ne cagionerebbecon ogni probabilità il fallimento acausa della subentrata paralisireputazionale ostativa alla liberaattività nel mercato. Il tutto senzaalcun “indice presuntivo dipericolosità mafiosa concretamentepercepibile” e/o in assenza di qualsiasicondotta comprovante un effettivotentativo di infiltrazione mafiosa.Secondo il CGA non ci si può limitarea fotografare la mera possibilità diinfiltrazione mafiosa dovendorivolgere le attenzioni verso elementisintomatici di una “concreta capacitàdi controllo” aziendale quantomenoprobabile. Fatti concreti, quindi,sintomatici di tentativi di infiltrazionee non certo congetture. Ma propriol'anticipato intervento dei pubblicipoteri al fine di prevenire l'inizio diun'azione criminosa fondato,appunto, su “accertamenti induttivibasati su indici presuntivi e su giudiziprobabilistici, impone – a maggiorragione – e per evitare che si possascadere nell'arbitrio (o che i cittadinipossano ritenere che ciò accade)” unastringente ed adeguata motivazionerappresentativa delle ragionidell'afflittiva applicazione di unostrumento dalla “potenza dirompente”come l'interdittiva antimafia. Quantopoi all'individuazione dei soggetti c.d.“mandanti” ovvero quelli a cui puòessere attribuito il tentativo diinfiltrazione, i giudici sicilianiribadiscono concetti talmente ovvi, inuno Stato di Diritto, anche se pernulla scontati, ricorrendo adun'analitica esposizione circa glielementi sintomatici della mafiositàdi un soggetto. Non basta, infatti, “peressere considerato mafioso” averesubito un procedimento penale permafia conclusosi poi con unproscioglimento o con unaassoluzione; o un procedimento diprevenzione conclusosi magari anniprima con formula liberatoria;

neppure condannato in passato puravendo ormai scontato la pena edottenuto la riabilitazione; men chemeno far parte di una famiglia o diuna società o di un'associazione o diun raggruppamento di imprese cheabbia tra i suoi componenti uno o piùsoggetti che abbiano avutoprocedimenti con esiti assolutori oliberatori. Così come non può essereconsiderata “mafiosa” una famiglia alcui interno vi sia anagraficamente unsoggetto mafioso non essendosostenibile che “il mero rapporto diparentela costituisca di per sé,indipendentemente dalla condotta,indice sintomatico di pericolositàsociale”. “Se così non fosse”,sostengono i giudici amministrativi,“se prevalesse una nozione meramentesociologica del fenomeno associativomafioso, si finirebbe per giungere aduna estensione incontrollata edincontrollabile del concetto dipericolosità sociale” con il rischio diinnescare pericolosi meccanismiabnormi e perversi digeneralizzazione di cui potrebberobeneficiare, paradossalmente, glistessi gruppi criminali. In buonasostanza, qualificare mafioso unsoggetto sulla scorta di meri sospetti,prescindendo dall'esame concretodella sua condotta penale e della suastoria giudiziaria, rischia di innescare“un meccanismo di estensione acatena della pericolosità” degno dellanon più recente inquisizionemedievale, meccanismo didistruzione di soggetti scomodi e nongià di delinquenti. Basarsi sul merosospetto di appartenenza a famigliaritenuta mafiosa ovvero sulla merafrequentazione di un mafioso,presunto o acclarato, per ritenerecontagiato un soggetto in termini dipericolosità “determinerebbe unacatena infinita di presunzioni”negative. “E l'effetto sarebbel'instaurazione di un regime di polizianel quale la compressione dei dirittidei cittadini finirebbe per dipenderedagli orientamenti culturali e dallesuggestioni ideologiche (quand'anchenon dalle idee politiche) dei funzionario, peggio, degli organi dai quali essidipendono”. Infine, una tiratinad'orecchie ai Prefetti. Le normeantimafia sulle interdittive se da unlato “conferiscono estesi poteri diaccertamento ai Prefetti al fine diconsentire loro di svolgere indaginiefficaci ed a vasto raggio”, dall'altronon consentono di estendere adlibitum la categoria dei “presuntimafiosi”sino a ritenere chiunque sitrovi a negoziare con un imprenditore“controindicato” perciostesso – esenza alcun'altra ragione –considerato mafioso o presunto tale etrascinato in una spirale atta adeterminare la totale ablazione delsuo diritto di esercitare un'impresa ouna professione. Squarci di luce sulloStato di Diritto offuscato dai nembiminacciosi di uno Stato di Polizia.

Gianpaolo Catanzariti, avvocato

I l sistema delle interdittive, ultimafrontiera delle misure diprevenzione antimafia, costituisce

un “buco nero” del diritto italiano cherisucchia violentemente tutto e tutti.Un mistero nazionale, su cui,finalmente, si aprono spiragli didiscussione, rafforzato dalla assenzadi trasparenza sui numeri sfornatidalle singole prefetture.Un'interrogazione parlamentare sulpunto, scaturita propriodall'Assemblea degli iscritti al PartitoRadicale di Reggio Calabria del 30settembre e dell'1 ottobre scorso,intende squarciare il muro di gommae svelare il “segreto mondo” delleinterdittive dove le buone intenzionispesso sono foriere di coseestremamente negative e sospette.Alcuni settori della magistratura, perora solo amministrativa, iniziano apercepire i rischi di una applicazionesmodata di strumenti di prevenzionecosì drastici e risolutivi per laesistenza di un'azienda, con effetti adalto impatto per le condizionieconomiche e sociali di larga parte delterritorio nazionale, speciemeridionale.Ed infatti, consapevole che unosfrenato allargamento applicativodelle interdittive rischia di esporre lanormativa di settore “a censure diincostituzionalità o determini

N egli ultimi anni, grazieall'impegno del PartitoRadicale e ad una serie di

misure tampone adottate dalministro Orlando si è potutoregistrare un cambio di rotta che havisto in primo luogo la riduzionedella popolazione carceraria. Sipotrebbe vedere il bicchiere mezzopieno, se non fosse che il non averaffiancato a queste misure una seriariforma della giustizia, capace diridurre i milioni di processi pendenti- come da tempo il Partito Radicalerilancia facendosi tra l'altro latore diuna richiesta di amnistia - rischia inbreve tempo di vanificare il lavorosvolto finora. Non è un caso infattiche i dati della popolazionecarceraria ritornano inevitabilmentea lievitare e insieme i miliardi spesidallo Stato per gestire quelli checontinuano ad essere luoghi senzadiritti.Senza un'informazione adeguata,solo chi conosce le prigioni puòcomprendere lo stato del Diritto diquesti luoghi, mentrenell’immaginario collettivo il carcereviene spesso considerato come una“pensione” in cui gli “ospiti” sidedicano all’ozio a spese deicontribuenti. Una percezione distortaconseguenza di un’informazione nonsolo discontinua, ma per lo piùtotalmente mancante. Se da un lato èvero che i cittadini hanno il diritto-dovere di informarsi, dall’altro è purvero che la possibilità di accedere acerte informazioni da parte delservizio pubblico viene di fattoostacolata, com'è ormai un dato difatto, per esempio, che si cancelli daipalinsesti di queste emittenti ognitema trattato con l'azione el'immagine stessa del PartitoRadicale.Quelle che vengono celate sonoverità di diritti negati, di dignitàcalpestate, di uno Stato che assistepassivamente allo sgretolamento ditutte quelle regole e principi atti agarantire e difendere i dirittifondamentali di ogni individuo."Dove c'è strage di diritto, c'è stragedi popoli" ammoniva spesso MarcoPannella, e questo accade purtropposempre troppo spesso anche nellecarceri italiane, da cui con cadenzaquasi quotidiana c'è chi evadetogliendosi la vita. Si tratta spesso di

14 ATTUALITÀ

L’incertezza Dalle carceri...

giovani vite che non riescono asopravvivere alla brutturadel sistema,o di persone malate che non ricevonocure adeguate e tempestive. Nonesiste metallo che regga alla forzadella disperazione di chi si vedecostretto tra quattro mura incondizioni disumane, così nel corsodella propria detenzione questiuomini ideano e attuano quanto puòservire a raggiungere l’obiettivofinale: togliersi la vita. In carcere cipossono riuscire in vari modi:inalando il gas direttamente dallebombolette di butano che i detenutiutilizzano per cucinare i pasti; ci sipuò avvelenare con i farmaci o idetersivi; c’è chi sceglie di togliersi lavita soffocandosi con un sacco intesta o chi utilizza il laccio della felpacome cappio da stringersi al collo.L'istruzione e il lavoro sono unachimera per la maggior parte di chi èristretto. Ma di questo e di molto altropochi sono a conoscenza. In questoquadro nazionale è bene peròevidenziare quelle realtà che riesconoad essere produttive, ne sono unesempio alcune colonie agricole,come quella di Isili in Sardegna, leproduzioni del carcere di Lecce con ilmarchio Made in carcere. Comeraccontava Rosella Santoro, direttricedella casa circondariale nuovocomplesso di Rebibbia, nel corsodelle due giornate sulla GiustiziaGiusta promosse dal Partito Radicaleil 30 e 31 ottobre scorso: "Il lavoro èfondamentale per i detenuti.Abbiamo lavori domestici, e sonostati avviati anche corsi di sartoriagrazie ad imprenditori che portano illavoro all'esterno. Il lavoro che faparte della rieducazione e deltrattamento, il carcere che rieduca etratta la persona per poi reinserirlanella società: questo è il lavoro chedobbiamo fare noi amministratori".Quello che accade oggi nelle carceriitaliane non è altro che il riflesso diun Paese in cui non c’è più riscontrotra previsione normativa edattuazione pratica. Un ruolo decisivoè stato giocato dalla politica che,

ritenendo di ben interpretare ilmalessere del popolo, intervienespesso con provvedimenti nati più dafortuite e passeggere necessità -spesso artificiosamente conclamateda un'informazione all'uopoorchestrata - che da una concretavisione strategica finalizzata all’utilitàsociale. L’aver ignorato il patrimonioideale di principi e garanzie dellelibertà e dei diritti di ogni individuo -la cui maggiore effettività èsupportata dai numerosi strumentiforniti dai sistemi giuridici nazionali einternazionali - ha portato il nostroPaese a rinunciare tacitamente alloStato di Diritto per rispondere adun’esigenza che si è tradotta nellaformula “più sicurezza = più carcere”.Sebbene non sia possibile stabilirescientificamente la relazione di causa– effetto tra il sovraffollamento dellecarceri e la frequenza dei suicidi, ècerto che il disagio grave conseguenteal sovrappopolamento carcerario,sommato alla tipologia di detenuti(altissima la percentuale ditossicodipendenti e di malati psichicigravi) a cui si sommano le carenzeorganizzative e i servizi inefficienti,contribuisce ad aggravare unasituazione di totale negazione deidiritti fondamentali dell’individuo. Ilrischio di suicidio aumentaparallelamente all’inasprimento dellelimitazioni nella quotidianità dellavita carceraria, più della metà deisuicidi avviene nei reparti e nelle celledi coloro che hanno minoripossibilità di trascorrere la penacostruttivamente.Le nostre carceri quando nonesprimono dolore e paure, almassimo appaiono invisibili,indifferenti ai ben pensanti, mentre leprigioni schiacciano con il loro pesodi sofferenza sia gli operatoripenitenziari che le vite di quanti sonodetenuti, e lo ha raccontatol'Ispettore di polizia penitenziariaLuigi Giannelli, in servizio nel carceredi Rebibbia, che ha raccontato nelcorso delle due giornate su carcere egiustizia promosse dal Partito

Radicale di come "il carcere siadiventato una discarica sociale, nelquale vengono scaricati molti casidisperati tra cui i malati psichiatrici.Persone difficili da gestire non soloper la mancanza di personaleesperto, ma per il numero esiguodelle forze di polizia penitenziaria".Le carenze di personale sanitariosono un dramma quotidiano negliistituti di pena. Educatori, psicologi epsichiatri sono in percentuale innumero bassissimo mentre la loropresenza dovrebbe essere partefondante della rieducazione per lamaggior parte dei detenuti, senzaparlare di chi, malato psichico, incarcere non dovrebbe neppureentrare.Il carcere diventa così uno di queiluoghi in cui la contemporaneitàitaliana riflette tutta se stessa con lasua tendenza al provvisorio, allostereotipato, all'anonimità. Spaziprivi di identità, in cui non vi è tracciadi relazioni sociali né di un passatocondiviso, e dove il presente è eternoe non muta, non si evolve.Gian Domenico Caiazza, giàPresidente dell'unione CamerePenali, al tavolo del dibattito sulcarcere ha sottolineato come: "I temidei diritti di libertà legatiall'esecuzione della pena sonoabbandonati e lo sarebbero molto dipiù se non vi fossero da una parte ilPartito Radicale e dall'altra i penalistiitaliani."Come dare torto all'avvocatoCaiazza? Mentre mi accingo achiudere questo mio scritto, RitaBernardini e Deborah Cianfanellisono giunte al 25° giorno di scioperodella fame, l'ennesimo nel corso del2017, per chiedere l'attuazioneurgente dei decreti delegati alministro Orlando sulla riformadell'esecuzione penale, cherappresentano finalmenteun'importante evoluzione, si speranella direzione auspicata, di questobuco nero del diritto rappresentatodalle nostre carceri.

Irene Testa

15ATTUALITÀ

Il "caso Italia" - in cui lo Stato di diritto èridotto a pallido simulacro della Costituzionedel 1948 - registra un contagio, dalla praticapartitocratica alla legislazione statale, che vasempre più a discapito degli istituti formalidella democrazia rappresentativa.

La Seconda Repubblica ha consacrato ladittatura dei grandi partiti sulla volontàdell'elettorato, incidendo pesantemente sulladisciplina elettorale. Il caso dei "senatorinominati e non eletti" è stato solo l'inizio didegenerazioni progressive: come avvenuto sindalla legge ribattezzata "porcata", ilLegislatore ha preso l'abitudine di interveniresulle regole del gioco a gioco praticamente giàiniziato. Non è un caso che dal 2002 laCommissione Venezia richieda che modifichesostanziali alla normativa elettorale precedanodi almeno un anno la scadenza delle elezioni;anche la stampa generalista è addivenuta, direcente, alla proposta di "Un anno bianco perle leggi elettorali" (L. Labruna, La Repubblica,6/11/2017), convergendo su un'attenzione alCodice di buona condotta elettorale delConsiglio d'Europa sin qui prestata, nel nostroPaese, soltanto dal Partito Radicale.

Ma il Codice rileva su molte altre criticitàdella nuova legge elettorale detta Rosatellum:per la Commissione Venezia il disegno deicollegi elettorali uninominali, al fine digarantire l’eguaglianza del voto, dovrebberispettare uno scarto massimo non superiore al10-15% in eccesso o difetto rispetto allamedia dei collegi (salvo che siano previstedelle circostanze speciali). Qui, invece, lo scartopuò essere fino al 20% e, cosa ancor piùpreoccupante, il ridisegno è nella pienadisponibilità del Governo, con un sempliceparere parlamentare e nessun altrocoinvolgimento di istanze elettive.

La stessa Corte europea dei dirittidell'uomo - che nella sentenza Ekoglastnostrichiamava il Codice della CommissioneVenezia - segnalava l'importanzadell'approfondimento parlamentare, senza ilquale l'elaborazione delle regole elettorali sipriva dell'apporto della dialettica tra le forzepolitiche. Esso, se non sottoposto a stringentivincoli di schieramento, è la migliore garanziadi una legislazione redatta "sotto il velodell'ignoranza": l'impudicizia dei redattori delleleggi nostrane, invece, è sotto gli occhi di tutti.

Il DDL governativo n. 4302 per ilriordino del sistema delle concessionidemaniali marittime, lacuali e fluvialiad uso turistico ricreativo dovrebbeservire innanzitutto a superare ilcontrasto tra l’attuale assetto el’ordinamento comunitario - cosìcome evidenziato anche dallasentenza della Corte di Giustizia del14 Luglio 2016. Il DDL invece introduce regole che –anziché conformarsi alle normeeuropee – mirano soltanto allaprotezione degli attualiconcessionari.La Corte di Giustizia ha ben espressonella sentenza del 14 Luglio 2016come la direttiva Bolkestein sia giàimmediatamente e direttamenteapplicabile, sicché devono disporsisubito i bandi di gara che presentinogaranzie di imparzialità e trasparenzaper l’assegnazione delle concessioni.Si rischia altrimenti che venganoaperte le ennesime procedured’infrazione. Il DDL infatti prevede un ulterioreperiodo transitorio che non potràessere tollerato da Bruxelles, dalmomento che già era dichiaratoincompatibile il rinnovogeneralizzato fino al 2015 e poi al2020. Precisamente il DDL prevede ilsistema del doppio binario: unperiodo transitorio per iconcessionari già operanti e evidenzepubbliche per le spiagge libereancora non assegnate.La sentenza della CGUE chiariva chenon sono compatibili proroghegeneralizzate, comunque chiamate(rinnovo automatico, periodotransitorio): contrasta cioè col dirittoeuropeo consentire che le attualiattività continuino ad essereesercitate da soggetti che non hannoottenuto la concessione a seguito diuna gara con i requisiti diimparzialità e trasparenza perché ciòlede l’interesse transfrontaliero certo.Il DDL prevede tra i criteri diselezione l’esperienza pregressa alloscopo di favorire con punteggipremiali i concessionari uscenti,pratica vietata dalla direttivaBolkestein.Il DDL si propone la tutela dellegittimo affidamento, cioè il

riconoscimento per i concessionariuscenti di un compenso per gliinvestimenti effettuati. La Corte diGiustizia è stata chiara su questopunto: l’applicazione del principiodella trasparenza in materia diconcessioni era già costante nellagiurisprudenza europea e iconcessionari ne erano quindi aconoscenza, per cui può tutelarsi illegittimo affidamento soltanto diquei concessionari che hannoricevuto la concessione a seguito diun bando pubblico di gara e la cuidurata iniziale della concessione nonsia ancora scaduta e costoro provinocon scritture contabili certe, l’entitàdegli investimenti ancora daammortizzare.I concessionari italiani non hannoricevuto la concessione a seguito digara pubblica e per la maggior partesono sempre gli stessi da oltrevent’anni in regime di proroga, percui agli stessi non spetta alcuncompenso.Per questi motivi, riteniamo che ilDDL governativo debba essereadeguato al precetto europeo, mentresembra proprio che si stia cercandodi perdere tempo in inutili trattativecon Bruxelles, proponendo un DDLche sarà giudicato incompatibile,inadeguato e darà adito all’aperturadi una procedura d’infrazione per lapresa in giro che l’Italia si permetteverso l’Europa, se la Commissionegiudicherà in base alla legge europea.La direttiva Bolkestein è direttamenteapplicabile dal 2009 e le attualiconcessioni sono illegali in base allenorme europee e a quelle di buonaamministrazione.Gli amministratori locali sonoinadempienti perché avrebberodovuto organizzare ed indireimmediatamente dal 2009 bandi digara per l’assegnazione di tutte leconcessioni scadute.Si profila la possibilità di un ricorsoper danno erariale nei loro confrontianche per rivalsa delle multe chel’Europa dovesse infliggerci.Rileviamo che non occorre unanuova legge occorre applicare lenorme europee già esistenti edirettamente applicabili.

Maria Laura Turco, avvocato

del Diritto...alle leggi elettorali...

...per finire alle spiagge.

In Italia abbiamo l'anomalia di un testoapprovato in meno di un mese, sotto l'imperiodi voti di fiducia vissuti esplicitamente comeforzature dallo stesso Presidente di una delledue Camere. I competitori sono giàdiscriminati, a partire dal dato cronico dellaraccolta delle sottoscrizioni oggetto di norme-fotografia, proseguendo con le disposizioni cheimpongono un’unica espressione di votoall’elettore: alcuni elettori (quelli che hannoscelto una lista che appoggia un certocandidato del collegio uninominale) contano dipiù degli altri (quelli che non hanno espressouna preferenza per un voto a una delle listeche appoggia il candidato uninominale).

In una situazione complessivacaratterizzata dalla mancata attuazione degliarticoli 49 (disciplina dei partiti) e 39 (deisindacati) della Costituzione, le anomalìetipiche del nostro ordinamento vengonoaddirittura esaltate: il dislivello informativorisente dell'irreggimentazione dellacomunicazione politica, ad opera dellapartitocrazia e per mezzo della Commissione divigilanza. Ma tutto ciò non ci coglie disorpresa: fu di Pannella la denuncia che leregole da sole non bastano ad autoimporsi,ma, soprattutto nel nostro Paese, esserichiedono un'iniziativa volta ad affermareanzitutto lo spirito della legalità.

Giampiero Buonomo

Dedicando la vita in difesa dellalibertà e battendosi contro ogni forma disopruso Marco Pannella ha segnato unconfine. Sì. Quest’uomo amato dallagente comune, detestato daibenpensanti, condiviso da pochi,avversato da molti, temuto dagli ipocriti,prediletto dagli umili, indifferente allelusinghe del potere, ha tracciato lafrontiera che divide il “Diritto” dallasopraffazione, la “Giustizia” dalla legge,la “Libertà” dalla tirannia. Ha creato unacomunità dove ci si riunisce per lottarecontro l’oppressione, per contrastare leschiavitù, per dare voce agli emarginati,dove il cittadino si rifugia per trovareprotezione, dove tutti possono operareaffinché la Giustizia imponga il suoprimato sulla legge.

Per più di mezzo secolo il “libertario”Pannella ha combattuto per tutelare idiritti fondamentali della personaagendo sempre senza paura e senzatornaconto individuale contro violenze,ipocrisie, malcostume e falsità. Halasciato in eredità questo immensopatrimonio di storia e di ideali che oggi ènecessario conservare e che, se vogliamosperare in una società che garantisca atutti e a ciascuno una migliore qualitàdella vita, è indispensabile far diventarestrumento potente di tutela dei valoriessenziali della democrazia. Ed è laragione che dovrebbe spingere tutticoloro che amano la libertà, la giustizia ela verità a unirsi al Partito RadicaleNonviolento Transnazionale eTranspartito, sostenendone l’azione epartecipando alle sue battaglie.

Viviamo un momento storicodrammatico. Gli equilibri politici,economici e sociali sono sconvolti daguerre devastanti, da un terrorismo follee incessante, dal rischio incombente diconflitti atomici, da drammatiche einarrestabili emigrazioni, da crescentiinstabilità istituzionali, da continue crisifinanziarie, da antiche angosce e danuove paure. Tutto questo sta

inesorabilmente spingendo i governi e ipoteri forti a compromettere sempre piùle garanzie democratiche, violando idiritti alla libertà, all’equa giustizia, allasicurezza sociale, alla tutela della vita,alla conoscenza della verità. E l’Italia nonè immune. Anzi. L’aumento inesorabiledell’immenso debito pubblico, la vastitàdei disagi e delle fragilità sociali, lapercentuale smisurata didisoccupazione, soprattutto delle nuovegenerazioni, la paralisi amministrativa,la malagiustizia e la malapolitica stannogià provocando continue e pericoloseviolazioni ai diritti democratici epersonali.

Viviamo ogni giorno il dramma deinuovi e dei vecchi poveri, dei milioni diitaliani privi di lavoro e di prospettive,spesso così disperati da preferire ilsuicidio all’emarginazione. Tragediesociali provocate dall’incapacità edall’arroganza dello Stato. Il PartitoRadicale Nonviolento Transnazionale eTranspartito fu voluto e creato daPannella proprio per questo: perdifendere i diritti fondamentali dellapersona contro ogni forma di ingiustiziae per promuovere le grandi battagliecontro la fame, contro la guerra, controle antiche e le nuove schiavitù.

Già alla fine del “secolo breve”, comedefinisce il novecento Eric Hobsbawm,in una visione quasi messianica, ilfondatore del partito aveva previsto lecrescenti minacce alle libertà individualie collettive celate nella crisi del sistemademocratico occidentale. Laconsapevolezza dei pericoli chesarebbero stati causati dal predominiosempre più incontrollato del poterefinanziario internazionale nelle sceltepolitiche e nello sviluppo della società“globalizzata” lo spinse a costruire unarete transnazionale e transpartitica chepotesse proteggere la democrazia e i suoivalori, che potesse reagire contro unnuovo ordine socio-economico illiberalee oligarchico. Aveva ragione. In pochi

decenni sono diventate sempre piùevidenti le restrizioni alle libertàsostanziali; vengono sempre piùutilizzate le limitazioni alla sovranitàpopolare, sono sempre più devastanti leviolazioni al diritto a un’equa giustizia,alla dignità sociale, alla conoscenza.

L’azione invasiva dello Stato nella vitadei cittadini provocata da miriadi di leggicontradditorie, da una burocrazia tantoinefficiente quanto arrogante, da unapressione fiscale insopportabile, da unsistema giudiziario inadeguato, dapermanenti ingiustizie sociali e dall’inaccettabile esproprio delle potestàelettorali, sta rendendo la vita deicittadini un permanente precariato, unasottomissione politica, sociale edeconomica priva di futuro.

Come difenderci? Come intervenire?Come può la comunità delle personelibere arginare questa deriva cheimprigiona sempre più il cittadino nelruolo di suddito? Nell’attesa e nellasperanza che provvidenziali governi disaggi, centri di potere avveduti egenerosi, circoli economici e culturaliilluminati, spinti dall’esempio di MarcoPannella e della comunità radicale,dimostrino la volontà di operare negliinteressi dei cittadini e delle generazionifuture, il Partito Radicale NonviolentoTransnazionale e Transpartitorappresenta l’unica realtà politica, liberada steccati ideologici e da interessi diparte, impegnata a costruire una societàdove siano inviolabili i diritti,indiscutibili i doveri, trasparente lagestione della “res publica” e garantita ladifesa della dignità della vita. Iscriversi epartecipare non serve a salvare unpartito: serve a salvare il futuro dellademocrazia e ad affermare i principiinviolabili della libertà.

Loris Facchinetti

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Quello che stiamotentando di fare ha uncosto altissimo da tutti ipunti di vista. Politicicerto, ma per tantissimianche personali. 200euro è comunque unacifra importante per unadecisione importantecome quella di iscriversial Partito Radicale.Una iscrizione percontinuare aorganizzare lotte su temisui quali lamaggioranza è indottaad accettare in silenzio esenza saperlo, anzicredendo che decide.Se in questo giornale hailetto cose che non sapeviperché gli organi diinformazione non tihanno messo incondizione di conoscereper decidere e seicostretto a decidere solosulle cose che decidonodi farti conoscere, alloraadesso sai quanto èimportante l’iscrizioneal Partito Radicale.

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