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1 PERCORSO E Il reddito nazionale N S O E Percorso E Il reddito nazionale Lezione 3 La distribuzione del reddito nazionale Cosa studieremo Nella Lezione precedente abbiamo visto che tutto ciò che viene prodotto e ven- duto in un dato paese genera un certo reddito monetario, reddito che viene poi distribuito fra tutti coloro che hanno contribuito a produrlo. In questa Lezione studieremo le modalità di distribuzione del reddito, al fine di misurare il grado di distribuzione individuale della ricchezza nazionale e di conoscere quali sono le quote di reddito assegnate a ciascun fattore produttivo impiegato per produrre beni e servizi, nonché di comprendere le ragioni che determinano tale ripartizione. Il problema che questo tipo di analisi si pone, dunque, non è soltanto di tipo eco- nomico ma implica considerazioni di carattere sociale e politico che sono da sempre al centro del dibattito fra le diverse scuole di pensiero economiche. Prerequisiti • Conoscere le diverse configurazioni del reddito nazionale. • Sapere quali sono i fattori della produzione. Conoscenze e abilità Distinguere tra distribuzione funzionale e distribuzione personale del reddito. Conoscere le differenti modalità di remunerazione dei fattori produttivi.

Lezione 3 La distribuzione del - Simone per la Scuola · la coltivazione (perché ad esempio non esistono altre terre coltivabili), il prezzo del grano sarà maggiore di e ... La

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1percorso e • Il reddito nazionale

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Percorso eIl reddito nazionale

Lezione 3La distribuzione delreddito nazionale

Cosa studieremoNella Lezione precedente abbiamo visto che tutto ciò che viene prodotto e ven-duto in un dato paese genera un certo reddito monetario, reddito che viene poi distribuito fra tutti coloro che hanno contribuito a produrlo. In questa Lezione studieremo le modalità di distribuzione del reddito, al fine di misurare il grado di distribuzione individuale della ricchezza nazionale e di conoscere quali sono le quote di reddito assegnate a ciascun fattore produttivo impiegato per produrre beni e servizi, nonché di comprendere le ragioni che determinano tale ripartizione.Il problema che questo tipo di analisi si pone, dunque, non è soltanto di tipo eco-nomico ma implica considerazioni di carattere sociale e politico che sono da sempre al centro del dibattito fra le diverse scuole di pensiero economiche.

Prerequisiti• Conoscerelediverseconfigurazionidelredditonazionale.• Saperequalisonoifattoridellaproduzione.

Conoscenze e abilità• Distingueretradistribuzionefunzionaleedistribuzionepersonaledelreddito.• Conoscereledifferentimodalitàdiremunerazionedeifattoriproduttivi.

2 percorso e • Il reddito nazionale

Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale

1 La distribuzione del redditoTuttociòchevieneprodottoevendutoinundatoPaesegenera,comeabbiamovisto,uncertoredditomonetariochevienepoidistribuitotraifattoridellaproduzione,cioèfratutticolorochehannocontribu-itoaprodurlo.Ladistribuzione funzionale delredditostudia,appunto,comevengonoremuneratiifattoriproduttivi(la-voro, terra, capitale, capacità organizzativa),valeadirecomevienedeterminatoilprezzodovutoperilloroutilizzo(salario, rendita, interesse, profitto).

question time | Che differenza c’è tra distribuzione funzionale e distribu-zione personale del reddito?

La distribuzione funzionale del reddito non va confusa con la distribuzione personale del reddito: quest’ultima, infatti, prescinde dalla considerazione delle categorie sociali tra cui il reddito è ripartito (operai, imprenditori, proprietari terrieri, capitalisti) ma fa riferimento, invece, al singolo individuo, o alla singola fami-glia. Questo tipo di analisi risulta molto importante qualora si intenda procedere a una quantificazione del grado di equidistribuzione della ricchezza nazionale, nonché per porre in evidenza le differenze retributive che sussistono tra i diversi membri della collettività.

2 La remunerazione del lavoro: il salarioInprecedenzaabbiamovistocheilsalarioèlaremunerazione spettante al lavoratore dipendente che abbia prestato all’imprenditore le proprie capacità fisiche e intellettuali.Abbiamoinoltredistintofrasalario mo-netario,che corrispondeallaquantità di moneta cheillavoratorericevequalecorrispettivodelsuolavoro,esalario reale, equivalenteallaquantitàdibenieservizicheillavoratorepuòacquistareconilsalariomonetario(siparla,infatti,dipotere d’acquisto).Piùprecisamente,ilsalariorealeèugualealrapportotrailsalariomonetarioW eillivellogeneraledeiprezzip,ovveroaW/p,edindicaquantibenisipossonocomprareavendoadisposizioneunacertasomma,datouncertolivellodeiprezzi.Lemodalitàdideterminazionedelsalariodipendonodallecaratteristichespecifichedelmercato del lavo-ro,cioèdiquelmercatoincuisiincontranoladomandael’offertadilavoroechepresenta,comesappia-mo,caratteristichedeltuttoparticolarichelodifferenzianodalmercatodeglialtrifattoriproduttivi.

3 La remunerazione del fattore natura: la renditaLarenditavienegeneralmentedefinitacomeil guadagno del proprietario di un fattoreproduttivo non riproducibile.Iprimiadoccuparsidellarenditafuronoglieconomisticlassi-ci(Ricardo),iquali,datal’importanzachenell’economiadeltempoaveval’agricoltura,definironolarenditacomelaremu-nerazionedelproprietariodiunterreno agricolo o di un’area edificabile(rendita fondiaria).Sesitienecontocheesistonoanchealtreformedirendita(adesempiomineraria),apparepiùrazionaleconsiderarelarendi-tacomelaremunerazionedelfattore natura(fattore,appunto,scarsamenteriproducibile).Per rendita fondiaria s’intende la remunerazioneottenutadalproprietarioterrieroinseguitoallosfruttamentodelfattoreterra;essapuòesseredistintainrendita assolutaerendita differenziale.Larendita assolutahaoriginese,enellamisuraincui,laterracomplessivamentedisponibileinundeterminatosistemaeco-

in pratica

Si consideri, quale esempio di produzione agricola tipica, la coltivazione del grano e si immagini un im-provviso aumento nella domanda di questo prodotto. Se altre terre sono poste a coltivazione, ben presto l’eccesso di domanda sarà assorbito grazie all’aumen-tata offerta di grano. Ma se non è possibile estendere la coltivazione (perché ad esempio non esistono altre terre coltivabili), il prezzo del grano sarà maggiore di quello che si sarebbe avuto nel caso di offerta elastica e la differenza fra il reddito percepito dal fattore irripro-ducibile e la sua remunerazione normale costituirà, appunto, la rendita dei proprietari terrieri.

3percorso e • Il reddito nazionale

Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale

nomicoesisteinquantitàinferiorealfabbisogno:essaè,quindi,originatadall’anelasticitàdell’offertadiquestofattoreproduttivo.La rendita differenzialeèilredditoche alcuniproprietaripercepisconoin aggiuntaallarenditaassoluta.IlconcettodirenditadifferenzialeèstatoelaboratodaRicardonellasuaoperapiùimportante,Principi di economia politica e tassazione,pubblicatanel1817.

4 La remunerazione dell’imprenditore: il profittoLadeterminazionedellaquotadiprofittohacostituitodasempreunproblemaperglieconomistiinquan-to,adifferenzadelsalario,dellarenditaodell’interesse,nonsipuòindividuareunospecificofattorepro-duttivochegiustifichil’esistenzadiunprofitto.Approssimativamente,sipuòdirecheilprofittorappresentalaretribuzione dell’imprenditore per il suo ruolo nel processoproduttivoe,inparticolare,perlasuacapacità di organizzare gli altri fattori produttivi.Importanteè,atalproposito,ladistin-zionetraprofittonormaleedextraprofitto.Ilprofitto normaleèquellaparte del costo di produzione che spetta all’imprenditoreperlasuaoperanelprocessoproduttivoedè,quindi,unaquotanonresidualedelcostodiproduzionestesso.Siha,invece,extraprofittoseilricavoaddizionalechel’im-presa percepisce dalla vendita dei suoi beni è superiore al costo di produzione (incluso ilprofitto normale); inquestocaso,infatti,l’imprenditorepercepisceunprofittoaggiuntivonondirettamentelegatoallasuacapacitàorganizzativamaaparticolaricondizionideterminatesisulmercato(adesempio,

in pratica

La teoria ricardiana della rendita può essere esemplificata nella Fig. 1, dove in ascissa sono riportate unità successive di terra (1, 2, 3, fino a n) e in ordinata la quantità di grano prodotta. Così l’appezzamento 1 produce G1 quantità di grano, l’appezzamento 2 ne rende G2 e così via. Come si vede, la quantità di grano prodotta non è uguale per tutti i suoli, poiché questi hanno una diversa fertilità: il terreno n, infatti, produce solo una quantità pari a Gn. In questa situazione, i proprietari terrieri chiedono ai fittavoli, a titolo appunto di affitto, una somma che corrisponde alla differenza tra il maggior prodotto ottenuto da tutti gli appezzamenti e il prodotto ottenuto dall’appezzamento marginale (l’ultimo messo a coltura): sul grafico, la rendita differenziale che spetta al proprietario se gli appezzamenti coltivati sono 2 (e, dunque, l’appezzamento marginale è 2) è pari al segmento G1A; se gli appezzamenti coltivati sono n, la rendita differenziale è pari a G1 E1 + G2 E2 + G3 E3 ...... + Gn-1 En-1.

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TerraT

A

GnE2E1

1 2 3 n

G

Grano

E3 En-1

Gn-1

G3

G2

G1

Fig. 1La rendita differenziale

in pratica

Supponiamo che i costi di produzione di uno smartpho-ne (acquisto delle materie prime, retribuzione dei lavora-tori impiegati, utilizzo dei macchinari ecc.) ammontino a 500 euro e che l’imprenditore intenda conseguire, come compenso per la sua capacità organizzativa, 100 euro per ogni apparecchio venduto. In questo caso, dunque, i costi di produzione complessivi sono pari a 600 euro. Se il prezzo di vendita è di 600 euro, il profitto dell’im-prenditore equivale proprio a quei 100 euro ed è defi-nito profitto normale. Se, invece, il prezzo di vendita è pari a 650, l’imprenditore ottiene un ulteriore profitto (detto, appunto, extraprofitto) pari a 50 euro.

1 La distribuzione del redditoTuttociòchevieneprodottoevendutoinundatoPaesegenera,comeabbiamovisto,uncertoredditomonetariochevienepoidistribuitotraifattoridellaproduzione,cioèfratutticolorochehannocontribu-itoaprodurlo.Ladistribuzione funzionale delredditostudia,appunto,comevengonoremuneratiifattoriproduttivi(la-voro, terra, capitale, capacità organizzativa),valeadirecomevienedeterminatoilprezzodovutoperilloroutilizzo(salario, rendita, interesse, profitto).

question time | Che differenza c’è tra distribuzione funzionale e distribu-zione personale del reddito?

La distribuzione funzionale del reddito non va confusa con la distribuzione personale del reddito: quest’ultima, infatti, prescinde dalla considerazione delle categorie sociali tra cui il reddito è ripartito (operai, imprenditori, proprietari terrieri, capitalisti) ma fa riferimento, invece, al singolo individuo, o alla singola fami-glia. Questo tipo di analisi risulta molto importante qualora si intenda procedere a una quantificazione del grado di equidistribuzione della ricchezza nazionale, nonché per porre in evidenza le differenze retributive che sussistono tra i diversi membri della collettività.

2 La remunerazione del lavoro: il salarioInprecedenzaabbiamovistocheilsalarioèlaremunerazione spettante al lavoratore dipendente che abbia prestato all’imprenditore le proprie capacità fisiche e intellettuali.Abbiamoinoltredistintofrasalario mo-netario,che corrispondeallaquantità di moneta cheillavoratorericevequalecorrispettivodelsuolavoro,esalario reale, equivalenteallaquantitàdibenieservizicheillavoratorepuòacquistareconilsalariomonetario(siparla,infatti,dipotere d’acquisto).Piùprecisamente,ilsalariorealeèugualealrapportotrailsalariomonetarioW eillivellogeneraledeiprezzip,ovveroaW/p,edindicaquantibenisipossonocomprareavendoadisposizioneunacertasomma,datouncertolivellodeiprezzi.Lemodalitàdideterminazionedelsalariodipendonodallecaratteristichespecifichedelmercato del lavo-ro,cioèdiquelmercatoincuisiincontranoladomandael’offertadilavoroechepresenta,comesappia-mo,caratteristichedeltuttoparticolarichelodifferenzianodalmercatodeglialtrifattoriproduttivi.

3 La remunerazione del fattore natura: la renditaLarenditavienegeneralmentedefinitacomeil guadagno del proprietario di un fattoreproduttivo non riproducibile.Iprimiadoccuparsidellarenditafuronoglieconomisticlassi-ci(Ricardo),iquali,datal’importanzachenell’economiadeltempoaveval’agricoltura,definironolarenditacomelaremu-nerazionedelproprietariodiunterreno agricolo o di un’area edificabile(rendita fondiaria).Sesitienecontocheesistonoanchealtreformedirendita(adesempiomineraria),apparepiùrazionaleconsiderarelarendi-tacomelaremunerazionedelfattore natura(fattore,appunto,scarsamenteriproducibile).Per rendita fondiaria s’intende la remunerazioneottenutadalproprietarioterrieroinseguitoallosfruttamentodelfattoreterra;essapuòesseredistintainrendita assolutaerendita differenziale.Larendita assolutahaoriginese,enellamisuraincui,laterracomplessivamentedisponibileinundeterminatosistemaeco-

in pratica

Si consideri, quale esempio di produzione agricola tipica, la coltivazione del grano e si immagini un im-provviso aumento nella domanda di questo prodotto. Se altre terre sono poste a coltivazione, ben presto l’eccesso di domanda sarà assorbito grazie all’aumen-tata offerta di grano. Ma se non è possibile estendere la coltivazione (perché ad esempio non esistono altre terre coltivabili), il prezzo del grano sarà maggiore di quello che si sarebbe avuto nel caso di offerta elastica e la differenza fra il reddito percepito dal fattore irripro-ducibile e la sua remunerazione normale costituirà, appunto, la rendita dei proprietari terrieri.

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Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale

prodottoinnovativo,aumentodelladomandaglobale)checonsentonoall’impresadifissareunprezzodivenditapiùelevato.Lagiustificazionedelprofittocomeretribuzionedellavoroimprenditorialehageneratounampiodibattitotraglieconomisti,soprattuttoperquantoriguardal’aspetto distributivodelredditonazionale.Laripartizio-nediquest’ultimotracapitalistieoperaiha,infatti,risvoltisocialiepoliticienonsoltantoeconomici.

La teoria classica del profittoGlieconomisticlassici,soprattuttoSmitheRicardo,sostenevanocheilprofittocostituiscelaremunerazio-nederivantedallaproprietàdelfattore capitaleedallacapacità di direzionedell’imprenditore.Ilprofittoè,dunque,laparte residuale della produzione,valeadirequellocherimanedopoaversottrattoicostidiproduzione(essenzialmentesalariematerieprime).Leanalisideglieconomisticlassicisiriferivanoperòaun’economiacapitalisticaincuinoneraancorabendefinitaladistinzione tra capitalista attivo e capitalista passivo.Ilprimoècoluicheoperadirettamentenelprocessoproduttivo,organizzandoedirigendoillavorodell’azienda,mentreilsecondoforniscesoltantoilcapitalefinanziarioperavviareilprocessoproduttivostesso.

Il profitto nell’analisi di MarxSecondoMarxilprofittoèunalogicaconseguenzadelfunzio-namentodelsistemacapitalistico,chetende,appunto,aotte-nereilmassimoprofittopossibile.Laquotadiprofittodicuisiappropriailcapitalistaèrappre-sentatadalplusvalore,ovverodaquellapartedellavorodeglioperaichenonvieneretribuitaattraversoilsalario(disussisten-za)pagatodall’imprenditore.

La teoria neoclassicaSecondoquestateoriaognifattoreproduttivoriceveunasuaspecificaremunerazioneeilprofittocostitui-sce la remunerazione del fattore capacità imprenditoriale. Il ragionamento neoclassico nega la criticamarxistadellateoriadelplusvalore,considerandoilprofittononpiùcomel’appropriazionedapartedelcapitalistadellavoroaltrui,malagiustaricompensadellesuecapacità.

La teoria di SchumpeterUnapiùmodernateoriadelprofittoèdovutaall’analisidiSchumpeter(1883-1950),chepartedalladefi-nizionedellarealtàeconomicadelcapitalismocomeflusso continuo di mutamenti.Questivengonoindi-caticomplessivamentecome«innovazioni»esonocosìclassificati:

— introduzionediunnuovobene;— scopertadiunnuovomercato;—conquistadiunanuovafontedimaterieprime;—adozionediunanuovaformadiorganizzazioneinunacertaindustria.

L’introduzionediun’innovazionecomportaunariduzionedeicostie,dunque,laformazionedelprofitto imprenditoriale.SecondoSchumpeter,dunque,ilprofittoèilpremiochespettaall’imprenditorecomericompensaperilsuocoraggio(elasuaintuizione)nell’averintrodottoun’innovazionenelprocessoproduttivo.Taleprofittotende,però,aridursiperchéaltriimprenditori,richiamatidalleoccasionidiguadagno,imiterannoquestainnovazioneel’accresciutaconcorrenzafaràdiminuireiprofitti.L’imprenditorecheinnovadeve,quindi,acquisirequantepiùinformazionipossibiliecercaredidelineareifuturiscenaridelnuovomercatoincuiopera,cosìdamassimizzareiprofittinelbreveperiodonellacon-sapevolezzachetalesituazioneinizialedivantaggiohaunaduratatemporalelimitata.

in pratica

Marx sosteneva che gli operai producono una quanti-tà di beni che è notevolmente superiore al salario da loro percepito; questa quota di prodotti aggiuntiva forma, dopo essere stata venduta, la quota di profitti di cui si appropria il capitalista che opera in tal modo uno sfruttamento del lavoro operaio.

5percorso e • Il reddito nazionale

Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale

5 La remunerazione del fattore capitale: l’interesseL’interessepuòesseredefinitocomeilcompenso che spetta a coloro che hanno dato in prestito una somma di denaroerap-presenta,dunque, la remunerazione del fattore capitale.Essodipendedall’ammontaredelcapitaleprestato,daltassod’inte-resseedalladuratadelprestito.

La teoria neoclassicaPermoltotempocondannatodallamoraleedallereligioni(inquantoassimilatoall’usura),l’interesseèstatooggettodiappro-fonditeanalisidapartedellascuolaneoclassica.Nellasuaformulazionepiùsemplicistica,l’interesseèdetermi-natodalleattivitàreali(investimentierisparmi).Colorochedomandanofondidainvestire,gliimprendito-ri,sonodispostiapagareunprezzo(iltassod’interesse,appunto)purdiavereladisponibilitàdiquestifondi;quellicheinveceoffronofondi,irisparmiatori,devonoesserericompensatiperaverprocrastinatoilloroconsumo.

La scuola austriacaPiùraffinataèl’analisidellascuola austriaca:secondoBöhm-Bawerkilsaggiodiinteresseèl’espressione del grado di preferenza dei beni presenti rispetto a quelli futuri.Questapreferenzadipendedalfattocheilbenepresenteèsicuroetangibilementrequellofuturoèincerto.Sigiustificainquestomodolapre-senzadiuntassod’interessepositivocheuguagliibenifuturiaquelliattuali.

Taletassoètantopiùelevatoquantomaggioreèilcapitaledatoaprestito;daquestaaffermazionederivailfattocheilcapitaleèfunzionecrescentedeltassod’interesse.Alcontrario,ladomandadicapitalirisultaesserefunzioneinversadell’interesse;unaumentodellerichie-stedicapitali, inobbedienzaalla legge dei rendimenti decrescenti,comporta, infatti,uncalodel tassod’interesse.L’intersezionetradomandaeoffertadicapitaledeterminailtasso d’interesse naturale.

KeynesSecondoKeynesl’esistenzadelsaggiod’interesseègiustificabileconsiderandochesel’individuononfos-sericompensato(conilsaggiod’interesse),preferirebbedeteneredenaroinformaliquidapiuttostocheprestarlo.Lacaratteristicaprincipaledeldenaroè,infatti,lasualiquidità,lacapacitàcioèditrasformarsiimmedia-tamenteesenzacostiaggiuntiviinunaltrobene.

Coluichepossiedecapitalimonetari,secondoKeynes,apprezzaquestacaratteristicae,dunque,haunapreferenza per la liquidità,pertrediversimotivi:

—perchéilpossessodimonetaglipermettediacquistareibenidicuinecessitaognigiorno(motivo delle transazioni);

—perchéilpossessodimonetapermettedifarfronteaspeseimpreviste(motivo precauzionale);—perchélamonetapuòessereimpiegataimmediatamentequalorasipresentiunaoccasionefavorevole

diinvestimento(motivo speculativo).

Poichégliindividuipreferisconodeteneremonetaliquida,ilsaggiod’interessesecondoKeynesrappresen-talaricompensaperlarinunciaallaliquidità.

in pratica

Ad esempio, se il capitale prestato ammonta a 100 euro e il tasso d’interesse annuo è pari al 5%, allora ciò vuol dire che colui che ha preso in prestito tale capitale deve corrispondere ogni anno al finanziatore una quota pari a 5 euro, che rappresenta, appunto, l’interesse. Al termine del prestito egli dovrà naturalmente restituire anche i 100 euro, cioè il capitale iniziale.

Scuola austriaca: gruppo di economi-sti che, verso la fine del XIX secolo, operarono presso l’Università di Vienna e svilupparono una particolare tecnica di analisi economica.

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Percorso eIl reddito nazionale

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O E riePilogo

Distribuzione del Funzionale:salari,rendite,profitti,interessi reddito Personale:individui,famiglieogruppi

Il salario Èlaremunerazionedellavoroprestatodaunindividuopressoun’impresa

Salario nominale Quantitàdimonetacheillavoratorericevecomecorrispettivodelsuolavoro

Salario reale Quantitàdibenieservizicheillavoratorepuòacquistareconilsuosalariomonetario

La rendita Derivadall’anelasticitàdell’offertadiunfattoreproduttivo

Rendita fondiaria

Rendita«assoluta»:èladifferenzapositivafrailprezzod’usodiunfattoreirriproducibileel’interes-sesullaquantitàdirisparmiooccorrenteaprocurarequelfattore

Rendita differenziale: è il compenso che alcuni proprietari di terre percepiscono in aggiunta allarenditaassoluta

Altri tipi di rendita Minerariaediposizione

Il profitto Èlaretribuzionedell’imprenditoreperl’operacheesplicanelprocessoproduttivo

Extra profitto Ricavoaddizionalerispettoalcostodiproduzione(comprensivodelprofittonormale)chel’impren-ditorepercepiscedallavenditadeisuoiprodotti

Teorie sul profitto

Classica:ilprofittoèlaparteresidualedellaproduzione Marxiana:ilprofittoèlapartediorelavorodeglioperaichenonvieneretribuita Neoclassica:remunerazionedelfattoreproduttivo«capacitàimprenditoriale» Schumpeteriana:ilprofittoèlaremunerazionedelrischioconseguenteall’innovazione

L’interesse Èilcompensochespettaacolorochefornisconoilfattorecapitale

Tasso d’interesse Perineoclassicièiltassod’interessecheeguaglialadomandadicapitali(investimenti)all’offertadi naturale capitali(risparmio)

Teorie sul saggio Böhm-Bawerk:èl’espressionedelgradodipreferenzadeibenipresentirispettoaquellifuturi d’interesse Keynes:èlaricompensaperlarinunciaallaliquidità

7percorso e • Il reddito nazionale

Lezione 3La distribuzione del reddito nazionale

Percorso eIl reddito nazionale

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O E riePilogo Per la didattica inclusiva

1 La distribuzione del reddito

Tutto ciò che viene prodotto, una volta venduto, genera un certo reddito mone-tario. Studiare la distribuzione del reddito significa cercare di comprendere qua-li sono le cause che determinano una certa ripartizione del reddito stesso tra i vari fattori che hanno concorso alla produzione dei beni e dei servizi e tra le differenti categorie sociali.

La distribuzione funzionale studia come vengono remunerati i fattori produttivi, cioè come viene determinato il prezzo che occorre pagare per il loro utilizzo:

– la remunerazione del lavoro è chiamata salario;– la remunerazione del fattore terra è detta rendita;– la remunerazione del capitale è rappresentata dall’interesse;– la remunerazione della capacità imprenditoriale è detta profitto.

La distribuzione personale, invece, non considera le categorie sociali (operai, imprenditori, capitalisti, proprietari terrieri) ma i singoli individui ed evidenzia il maggiore o minore grado di equidistribuzione della ricchezza nazionale, for-nendo spunti importanti per le politiche attuate dallo Stato al fine di accrescere il benessere sociale.

2 La remunerazione del lavoro: il salario

Il salario è il compenso che spetta al lavoratore dipendente per aver prestato all’imprenditore le proprie capacità fisiche e intellettuali.Ad esempio, l’addetto al carico e allo scarico delle merci dal magazzino presta all’impresa le proprie capacità fisiche, mentre il responsabile del marketing offre le proprie capacità intellettuali. Ciò che conta, però, non è il salario nominale (cioè la quantità di moneta che il lavoratore riceve) ma il salario reale (cioè la quantità di beni e servizi che egli può acquistare con il salario monetario).Ad esempio, Giulio vive a Roma e percepisce un salario mensile pari a 1.200 euro, mentre sua cugina Maria lavora a Berlino e guadagna 1.500 euro al mese. Se un chilo di pane costa 2 euro nella capitale italiana e 3 euro in quella tedesca, il salario reale di Giulio, misurato in chili di pane acquistabili, è superiore (1.200/2=600) a quello della cugina (1.500/3=500), nonostante il suo salario mo-netario sia inferiore.

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Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale riepilogo per la didattica inclusivaN

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3 La remunerazione del fattore natura: la rendita

La rendita è il guadagno che va riconosciuto al proprietario di un fattore produt-tivo non riproducibile, quindi scarso e per questo considerato appetibile dalle imprese.Un caso tipico di rendita è la rendita fondiaria, cioè la remunerazione che oc-corre riconoscere al proprietario terriero se si vuole sfruttare la sua proprietà. Tale rendita può essere assoluta o differenziale.La rendita assoluta ha origine quando la terra complessivamente disponibile in un determinato sistema economico è inferiore al fabbisogno.Ad esempio, in una Nazione caratterizzata da suoli particolarmente aridi i ter-reni adatti alla coltivazione della frutta sono molto rari, per cui le aziende che vogliono sfruttarli dovranno riconoscere ai loro proprietari una rendita elevata. La rendita differenziale è la rendita che alcuni proprietari percepiscono in ag-giunta alla rendita assoluta e deriva dal fatto che i diversi appezzamenti di ter-ra hanno un diverso grado di fertilità o si trovano in posizione più o meno fa-vorita rispetto agli acquirenti.

4 La remunerazione dell’imprenditore: il profitto

Il profitto è la remunerazione che spetta all’imprenditore per la sua capacità di organizzare gli altri fattori produttivi (lavoro, terra e capitale).Il profitto normale è quella parte del costo di produzione che spetta all’impren-ditore per il suo contributo al processo produttivo.Ad esempio, il costo di vendita di un prodotto (ad esempio uno smartphone) è già comprensivo del profitto normale, oltre che di tutti gli altri costi di produzione (come l’acquisto delle materie prime e la retribuzione dei lavoratori).L’extraprofitto è il ricavo addizionale che l’impresa percepisce quando il prezzo di vendita dei suoi beni è superiore al costo di produzione (incluso il profitto normale); questo profitto aggiuntivo non è direttamente legato alla capacità or-ganizzativa dell’imprenditore ma a particolari condizioni determinatesi sul mer-cato (ad esempio, prodotto innovativo, aumento della domanda globale) che con-sentono all’impresa di fissare un prezzo di vendita più elevato.Ad esempio, se il prezzo di vendita di uno smartphone è superiore al suo costo di produzione, la differenza viene intascata dall’imprenditore ed è detta extraprofitto.

Le differenti scuole di pensiero economiche hanno elaborato diverse teorie per giustificare il profitto:

– classica: gli economisti classici, soprattutto Smith e Ricardo, sostenevano che il profitto costituisce la remunerazione della proprietà del fattore capitale e della capacità di direzione dell’imprenditore. Il profitto è, dunque, la parte residuale della produzione, vale a dire quello che rimane dopo aver dedotto i costi di produzione (essenzialmente salari e materie prime);

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Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale riepilogo per la didattica inclusivaN

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– marxiana: secondo Marx il profitto è una logica conseguenza del funziona-mento del sistema capitalistico, che tende, appunto, ad ottenere il massimo profitto possibile.

La quota di profitto di cui si appropria il capitalista è rappresentata dal plu-svalore, ovvero quella parte del lavoro degli operai che non viene retribuita attraverso il salario (di sussistenza) pagato dall’imprenditore;

– neoclassica: secondo questa teoria ogni fattore produttivo riceve una sua spe-cifica remunerazione; nel caso del profitto esso costituisce la remunerazione del fattore capacità imprenditoriale. Accettando il ragionamento neoclassico si nega la critica marxista della teoria del plusvalore, in quanto il profitto non è più l’appropriazione da parte del capitalista del lavoro altrui, ma la giusta ricompensa delle sue capacità;

– schumpeteriana: secondo Schumpeter, il profitto è il premio che spetta all’im-prenditore come ricompensa per il coraggio e l’intuizione nell’aver introdotto un’innovazione nel processo produttivo. Tale profitto tende però a ridursi per-ché altri imprenditori, richiamati dalle occasioni di guadagno, imiteranno l’innovazione e l’accresciuta concorrenza farà diminuire i profitti.

5 La remunerazione del fattore capitale: l’interesse

L’interesse è il compenso che spetta a colui che presta una somma di denaro. Esso dipende dall’ammontare del capitale prestato, dal tasso d’interesse e dalla dura-ta del prestito.Secondo la teoria neoclassica il tasso d’interesse è determinato dalla domanda e dall’offerta di capitali. Esso rappresenta, cioè, il prezzo che coloro che hanno bisogno di capitali devono corrispondere a coloro che hanno tali capitali a di-sposizione.Ad esempio, come il prezzo di un bene dipende dalla domanda e dall’offerta di quel bene, allo stesso modo il prezzo del capitale (cioè, appunto, il tasso d’inte-resse) è legato alla domanda e all’offerta di capitali.Secondo la Scuola austriaca (Bohm-Bawerk), il tasso d’interesse esprime il grado di preferenza dei beni presenti rispetto a quelli futuri.Ad esempio, se Giulio ha urgentemente bisogno di un motorino nuovo per recar-si al lavoro, egli sarà disposto a rinunciarvi (cioè a rinviare al futuro l’acquisto) e a dare in prestito la somma necessaria solo in cambio di un tasso d’interesse sufficientemente elevato, che compensi in modo adeguato la sua rinuncia. Secondo Keynes, colui che possiede capitali ha una preferenza per la liquidità, nel senso che preferisce detenere moneta liquida per acquistare subito beni e servizi o per motivi precauzionali (per far fronte a spese future impreviste) o speculativi (per poterla investire quando si presenta l’occasione giusta). Se non esistesse il tasso d’interesse, quindi, egli non sarebbe mai disposto a prestare il proprio capitale.

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Lezione 3La distribuzione del reddito nazionale

Percorso eIl reddito nazionale

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O E area oPerativa

verifiche sommative

a) Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere o false, spiegandone il motivo:

1 • Laripartizionedelredditofraifattoriproduttivivienedettapersonale (V) (F)perché

2 • L’analisidelladistribuzione funzionaledel redditopuòaiutareacomprenderese la ripartizionedellaricchezzanazionaleèequa (V) (F)

perché

3 • Ilsalariomonetariorappresentailpotered’acquistodellavoratore (V) (F)perché

4 • Ilsalariorealeèugualealrapportofrailsalariomonetarioeillivellodeiprezziregistra- toinundeterminatoperiododitempo (V) (F)

perché

5 • Larenditaèlaricompensachespettaall’imprenditoreperl’attivitàprestataall’impresa (V) (F)perché

6 • Larenditaassolutahaoriginese,enellamisuraincui,laterradisponibileèinferiore alfabbisogno (V) (F)

perché

7 • Larenditadifferenzialeèpercepitadaquelleimpresecheriesconoaprodurreacosti mediinferioririspettoallaconcorrenza (V) (F)

perché

8 • L’extra-profittoèilricavo,comprensivodelprofittonormale,cheunimprenditorepuò conseguire (V) (F)

perché

9 • SecondoSchumpeterlaformazionedelprofittoèunfenomenotipicodellosviluppo economico (V) (F)

perché

10 • L’interesseèilcompensospettanteacolorochehannodatoinprestitounasommadi denaro (V) (F)

perché

11 • SecondoMarxilprofittodell’imprenditorecorrispondeaquellapartedellavorodegli operaichenonvieneretribuitaattraversoilsalariodisussistenza (V) (F)

perché

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O E Lezione 3 • La distribuzione del reddito nazionale area operativa verifiche

11percorso e • Il reddito nazionale

12 • SecondoBöhm-Bawerkladomandadicapitalicrescealcresceredelsaggiod’interesse delmercato (V) (F)

perché

13 • SecondoKeynesillivellodeltassod’interesseèdeterminatodall’incontrotraladoman- dael’offertadirisparmio (V) (F)

perché

b) Poni nella giusta correlazione i termini affini delle due colonne:

1 • Interesse a) Lavoro

2 • Profitto b) Terra

3 • Salario c) Capacitàimprenditoriale

4 • Rendita d) Capitale

c) Rispondi alle seguenti domande:

1 • Cosas’intendecondistribuzionefunzionaledelreddito(in3righe)?

2 • Perchéècosìimportanteperunlavoratorel’entitàdelsalariorealeanzichéquelladelsalariomone-tario(in5righe)?

2 • Checos’èlarenditaassoluta(in3righe)?

verifiche d’ecceLLenza

La nascita del proletariato

Intornoal1840nellasto-riaeuropeailproletariatosimanifestòcomeproble-ma pratico e politico inquantoclasse,movimen-toeinultimaanalisipo-tenza capace di rovescia-re l’ordine sociale.Ilseco-lareantagonismofraric-chiepoverisipalesònel-lasocietàindustrialenel-lapolarizzazione fra capi-tale e lavorocioèfraide-tentorideimezzidipro-duzione(capitalistieda-toridilavoro)eiposses-soridellasolaforzalavoro(glioperaidell’industria,iproletari).Daquestaten-sionenacqueuncontra-sto lecuidimensionidi-vennerosemprepiùnote-

voli,inconcomitanzadelproporzionale aumentodella popolazione indu-striale.Nel1848lapub-blicazionedelManifesto del partito comunistaaprìuna nuova prospettivanellastoriadelriscattoso-cialedellemassericono-scendocosìallaborghe-siailruolo«sommamen-te rivoluzionario» avutonellastoriadell’umanità.Esso aveva anche profe-tizzatolamortedellabor-ghesiapermanodelpro-letariato nell’ottica del-lastoriaintesacomelot-tadiclasse.«Perproletariatosiinten-de la classe degli operaisalariatimoderni,chenon

possedendonessunmez-zo di produzione, sonocostrettiavenderelaloroforza-lavoro per vivere»(MARx-ENGELS).Losviluppodellacoscien-zadi classe edella con-trapposizione politica alpoteredellaclassedomi-nantesaràdiversoneicon-testisocialideidiversipa-esi industrializzati d’Eu-ropaanchesecomunisa-rannolemiserabilicondi-zionidivitanelloslumin-glesecomenellandtede-scoenellabanlieufrance-sediunamassaenormedipersoneaccomunatedal-lacontinuaricercadiunaoccupazione dignitosa espessoinlottatraloroper

l’accaparramento di unmiserosalario.ConlaRivoluzioneindu-striale i cambiamenti nelcaratteredelprocessode-cisionaleinciserononsolosullasceltadiinnovazionitecnologiche e sulla uti-lizzazionedicombustibi-li e formedi energia piùconvenienti,ma soprat-tuttosullaristrutturazioneriguardantei«modellila-vorativi» tradizionali del-lamanodopera industria-le. L’inserimentonelpro-cessoproduttivodioperainonspecializzati,lasosti-tuzionedeimaschiadulticapifamigliaconmanodo-perafemminile,giovanileoinfantile,costituironole

11percorso e • Il reddito nazionale

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12 percorso e • Il reddito nazionale

misureadottateperridur-re al massimo i costi e re-alizzare la ristrutturazione tipologica della forza-la-voro impiegata.Dal1790al1850lecondizionidelproletariato urbano peg-giorarono.Laproduzionedifabbricaandòsoggettaadunpiùrigidocontrolloeconildiffondersidell’il-luminazioneagasillavoroallemacchinefucontinuoanche di notte. La situa-zionesociale fu inconti-nuofermentoefrail1811e il1813scoppiaronori-voltecontroildiffondersidellemacchineindustria-liorganizzatedailuddisti.Veriepropriattidisabo-taggiodistrusseroimac-chinaridimolti lanificiecotonifici delloYorkshiree del Lancashire.Questaestremaformadiprotestaebbe ripercussioni ancheinFranciae inGermaniae rappresentò unaoppo-sizioneviolentadeisetto-rilegatiall’artigianatoealsistemadilavoroadomi-cilio,alprogressotecnolo-gicochesegnòilpassag-giodall’opificioallagran-deindustria.Contempora-

neamente ladisponibilitàdimanodopera crescevaacausadiunamolteplici-tàdifattoriquali:l’aumen-todemografico;l’affluenzadalle campagne di brac-ciantiepiccoliproprietarivittimedellerecinzioni;lasmobilitazionedelleforzearmateallafinedelleguer-renapoleonichenel1815;l’introduzionesemprepiùmassiccia dellemacchi-nenelprocessoprodutti-vocherendeva lamano-valanzadisoccupata.Inquestecondizionilari-cercadiunlavorodiventa-vapiùdifficile:idatoridilavoro imponevano i ter-mini del contratto salaria-letrattandolamanodope-racomeunarisorsaabas-socostochepotevaessereassuntaelicenziatasenzalaminima considerazio-ne per le persone coin-volte.Questa situazionepermise agli imprendito-ridiingigantireiprofittiaspese di unamanodope-ra che lavorava dalle 12alle16orealgiorno,sog-getta allaminaccia con-tinua del licenziamento.Trail1815eil1850ilsa-

larionominalesceseper-ché«ladiscesadeiprezzicomporta…unariduzionedeisalari…Suquestipesaladisoccupazione:disoc-cupazione delle depres-sionicicliche,disoccupa-zione tecnologica dovu-ta all’introduzione dellemacchine,allaconcentra-zione,all’aumentatapos-sibilità di utilizzare don-ne, fanciulli,manodope-ranonqualificata;disoc-cupazionedovuta all’au-mentodellapopolazione(10milioninel1811,17nel1841)soprattuttoope-raiailcuisaggiodinata-lità è superiore al saggiomedio…disoccupazionedovuta alla concorrenzadellamanodopera irlan-dese…»(MAURo).Ilmancatointerventodel-loStato,l’abolizionedellalegislazione elisabettianacheavevaconferitoaima-gistratiilpoteredifissareeimporredeisalariminimi,una coscienza sindacalepocodiffusarappresentanoleragionistrutturalichede-terminaronouna riduzio-nedelsalariorealemedioalungotermine.

L’andamentodeisalari inGran Bretagna coincisecon i cicli congiunturalimainsostanzasipuòaffer-marecheessi«aumentaro-nonelle«industrienuove»mentre si contrassero inquelleantiche(lana),datalasopravvivenzadelregi-medomesticosparsonel-le campagne. In genera-leisalariindustrialieranopiùaltidiquelli agricoli.AllafinedelsecoloxVIIIall’aumentodeisalariagri-colicorrisposeunpiùra-pidoaumentodiquelliin-dustriali.Cosìnel1840dauncon-frontoeffettuatonelset-tore della tessitura aglioperai delle fabbricheeranocorrisposti12scel-linilasettimana;imaestriartigiani che continua-vano ad adoperare nel-lecampagneivecchiat-trezzi,nepercepivano81/2; i lavoratoriadomi-cilio,ossiaivecchicon-tadini, soltanto 5» (AS-SANTE).

(Fonte:R. Falco,Storia economica,Edizioni

Simone,2012)

a) Che cos’è il proletariato?b) Perché la nascita della società industriale acuì la contrapposizione fra capitale e lavoro?c) Contro cosa combattevano i luddisti?

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12 percorso e • Il reddito nazionale

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13percorso e • Il reddito nazionale

verifiche di recupero

Rispondi alle seguenti domande:1 • Chedifferenzac’ètrasalariorealeesalarionominale?

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2 • Checos’èilprofittonormale?

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3 • Checosaaffermalateoriaricardiana dellarendita?

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4 • Acosaserveiltassod’interessesecondolacd.scuola austriaca?

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13percorso e • Il reddito nazionale