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1 Novara, 20/3/2015 EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI Letture: Sapienza 2, 1.12-22 Salmo 34 (33) Vangelo: Giovanni 10, 31-42 NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN! Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per il dono di essere qui, questa sera. A te la lode e la gloria per il bene che sei e per il bene che dai, questo bene, che si effonde nella nostra vita, cambiandola in meglio. Ti lodiamo, Signore Gesù, ti ringraziamo per questa Messa, che precede la Giornata di Effusione dello Spirito, dove chiederemo doni, guarigioni, carismi. Ti ringraziamo anche per questa Messa, che capita nella prima “Giornata Mondiale per la Felicità”. Tu, Signore, sei la felicità! Vogliamo invocare il tuo Spirito, che ci introduce nella felicità, che nei Vangeli si chiama Beatitudine, l’essere felici in te. Signore Gesù, il tuo Spirito ci introduca in questa felicità divina, in questa Eucaristia, che diventa esperienza d’Amore felice con te! Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù!

Letture: Vangelo: Giovanni - nostrasignoradelsacrocuore.it · di notte. (Esodo 13, 20-22) 3.Pi-Hairoth Qui Israele ha attraversato il Mar Rosso. (Esodo 14; Numeri 33, 8) 4.Mara Il

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Novara, 20/3/2015

EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI

Letture: Sapienza 2, 1.12-22 Salmo 34 (33) Vangelo: Giovanni 10, 31-42

NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN!

Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per il dono di essere qui, questa sera. A te la lode e la gloria per il bene che sei e per il bene che dai, questo bene, che si effonde nella nostra vita, cambiandola in meglio. Ti lodiamo, Signore Gesù, ti ringraziamo per questa Messa, che precede la Giornata di Effusione dello Spirito, dove chiederemo doni, guarigioni, carismi. Ti ringraziamo anche per questa Messa, che capita nella prima “Giornata Mondiale per la Felicità”. Tu, Signore, sei la felicità! Vogliamo invocare il tuo Spirito, che ci introduce nella felicità, che nei Vangeli si chiama Beatitudine, l’essere felici in te. Signore Gesù, il tuo Spirito ci introduca in questa felicità divina, in questa Eucaristia, che diventa esperienza d’Amore felice con te! Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù!

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Matteo 5, 14-16: “ Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per

metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.” Grazie, Signore Gesù!

Grazie, Signore, per questa sera di trapianti. Ancora ci dici: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo!”

Confermi con 1 Corinzi 12, 13: “E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito, per formare un solo corpo, Giudei o Greci,

schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.”

Avevo l’immagine di Giona nel ventre del pesce. Il Signore viene a dare il coraggio a qualcuno di noi di prendere la forza della lode, della gratitudine, della riconoscenza verso di Lui, per cambiare rotta, direzione. Il Signore aspetta questo. Lasciamo da parte ogni orgoglio e paura. Grazie, Gesù!

ATTO PENITENZIALE

Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo. Vogliamo considerare la Parola che ci hai dato: “Voi siete la luce del mondo… perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.” Tu, Signore, ci inviti ad essere persone splendide, persone di luce. Le persone illuminate ti danno gloria. È il caso di lasciar perdere tutte quelle eclissi che abbiamo. Vogliamo lasciar andare le nostre tenebre, le nostre tristezze, le nostre oscurità e vogliamo essere persone di luce, persone felici. Così diamo gloria al Padre.

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Passa in mezzo a noi e toglici dal ventre del pesce. Basta con le tenebre! Quando Pinocchio esce dal ventre del pescecane, finalmente diventa uomo. Signore Gesù, vogliamo diventare donne e uomini liberi, pieni d’Amore! Grazie, Gesù! Grazie, Grazie!

OMELIA

Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Oltre gli orizzonti dello Spirito

Dopodomani, 170 persone riceveranno la Preghiera di Effusione, a conclusione del Seminario per l’Effusione dello Spirito. Ancora una volta, tante persone, che vengono in questa Comunità, rispolverano la potenza del Battesimo. Il Seminario per l’Effusione dello Spirito Santo serve per rimettere in luce il Battesimo. Sono passati tanti anni da quando è iniziata

questa avventura. Nel 1996 abbiamo iniziato il primo Corso a Lozio. La prima Catechesi si intitolava: “Oltre gli orizzonti dello Spirito.” È stata un po’ come la prima canzone, come quando un cantante tiene un concerto e non può non cantare la canzone che lo ha contraddistinto. Ho pensato, quindi di riprendere questa Catechesi con l’aggiunta delle “Affermazioni”. Questa Omelia ha segnato la vita della nostra Comunità e il suo messaggio è attuale anche oggi. In pratica è quello che abbiamo sentito nella prima lettura: è la storia di Mosè, che è stato adottato dalla figlia del Faraone, studia nell’Università più famosa del mondo di allora; diventato giovane, non sopporta le angherie che gli Egiziani adottano nei confronti degli Ebrei e uccide un Egiziano. Ha paura e fugge all’estero. Incontra la figlia di Ietro, sacerdote di Madian, di un’altra religione, si sposa con lei e ha dei figli.

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1.Ramses Israele è stato scacciato dall’Egitto. (Esodo 12; Numeri 33, 5) 2.Succoth Dopo che gli Ebrei hanno lasciato questo primo accampamento, il Signore li ha accompagnati in una nuvola di giorno e in una colonna di fuoco di notte. (Esodo 13, 20-22) 3.Pi-Hairoth Qui Israele ha attraversato il Mar Rosso. (Esodo 14; Numeri 33, 8) 4.Mara Il Signore ha risanato le acque di Mara. (Esodo 15, 23-26) 5.Elim Israele si è accampato qui presso dodici sorgenti. (Esodo 15, 27) 6.Deserto di Sin Il Signore ha mandato qui la manna e le quaglie per nutrire Israele. (Esodo 16) 7.Refidim Israele ha combattuto contro Amalek. (Esodo 17, 8-16) 8.Monte Sinai (Oreb) Qui il Signore ha rivelato i Dieci Comandamenti. (Esodo 19;20) 9.Deserto del Sinai Israele ha costruito il Tabernacolo. (Esodo da 25 a 30) 10.Accampamenti nel deserto Mosè ha chiamato settanta anziani per aiutarlo a governare il popolo. (Numeri 11, 16-17) 11.Etsion-Gheber Israele ha attraversato in pace le terre di Esaù ed Ammon. (Deuteronomio 2) 12.Kades-Barnea Da qui Mosè ha inviato spie nella Terra Promessa; Israele si è ribellato e non ha potuto entrare nel Paese; Kades è stato il principale accampamento di Israele per molti anni. (Numeri 13, 1-3.17-33; 14; 32,8: Deuteronomio 2, 14)

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13.Deserto Orientale In questa area Israele ha evitato il conflitto con Edom e Moab. (Numeri 20, 14-21; da 22 a 24) 14.Fiume Arnon Qui gli Israeliti hanno distrutto gli Amorrei che combattevano contro di loro. (Deuteronomio 2, 24-37) 15.Monte Nebo Da questo monte Mosè ha potuto guardare la Terra Promessa (Deuteronomio 34, 1-4) e qui ha pronunciato i suoi ultimi tre sermoni. (Deuteronomio) 16.Pianure di Moab Il Signore ha detto ad Israele di spartirsi il paese e di spodestarne gli abitanti. (Numeri 33, 50-56) 17.Fiume Giordano Israele ha attraversato il Giordano su terreno asciutto. Delle pietre prese dal fondo del fiume sono state poste vicino a Ghilgal, come monumento alla spartizione delle acque del Giordano. (Giosuè 3; 4; 5,1) 18.Gerico I figli di Israele hanno catturato e distrutto questa città. (Giosuè 6) Oltre il deserto. Oreb e Sinai Un giorno, Mosè decide di superare le solite abitudini e si spinge oltre. Ahab midbar. Va oltre il deserto e giunge all’Oreb: lì ha un’esperienza di Dio. Dio lo chiama e Mosè comincia la sua vera vita. Questo vale anche per noi. Tante volte, seguiamo le solite abitudini, poi proviamo delusioni e decidiamo di non pensare più a determinati eventi. Geremia 20, 9: “Mi dicevo:-Non penserò più al Signore, non parlerò più in suo Nome!- Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa, mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.” Così è stato per Mosè: si allontana verso l’ignoto e incontra Dio. Noi siamo stati programmati per non avventurarci, per seguire le nostre abitudini e stare bloccati. Il Signore, invece, è un pungolo, che ci spinge ad andare oltre. Varcando l’ignoto, Mosè arriva al Monte di Dio: l’Oreb. È lo stesso Monte che verrà chiamato Sinai. Siani e Oreb coincidono.

Questo Monte si chiama Oreb, quando facciamo l’esperienza dello Spirito, quando facciamo l’esperienza di Dio. Sull’Oreb, Mosè vede il roveto ardente, questo fuoco che arde, senza bruciare. Lo stesso farà Elia, quando fugge dalla regina Gezabele. Arriva all’Oreb, dove ha una rivelazione nuova di Dio.

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Sul Sinai, Mosè riceve le Tavole della Legge. Quando l’amore si raffredda, quando non è più un fuoco, abbiamo bisogno di leggi, norme. Dove ci troviamo noi: sull’Oreb o sul Sinai? L’esperienza che Mosè fa di Dio non è l’esperienza di una norma, di un precetto. L’esperienza che fa Mosè è quella di un fuoco divorante, che brucia, senza consumarsi: questo è l’Amore di Dio. L’Amore è eterno e, quando è vero, brucia, senza consumarsi. Quando si consuma è una passione. La passione è a tempo. Ahab contiene le iniziali: uomo, donna, Dio. Questo è l’Amore. Se togliamo la lettera “h”, che è la lettera di Dio, rimane aab, che si legge esc che significa passione. Quando dall’Amore togliamo Dio, è solo una passione, che brucia e si consuma. Mosè vede un cespuglio, che brucia. Dio non vuole grandi alberi; per far bruciare il nostro cuore d’Amore, ha bisogno delle nostre spine. Il rovo è pieno di spine, è una siepe spinosa. Lo spostamento di Mosè Mosè si sposta, per vedere meglio. Dio vede che Mosè si è spostato e lo chiama. Questo spostare fa riferimento al coprirsi il viso: Mosè si è velato il viso, quando ha capito di essere davanti a Dio.

Il nostro cammino è duplice; esteriore: da casa noi abbiamo fatto un viaggio per venire qui. Arrivati qui, non possiamo portare con noi tutto quello che abbiamo lasciato a casa, dobbiamo spostarci e intraprendere un cammino interiore. Dio dice ad Abramo: “Lek Lekà!”, cioè esci ed entra in te stesso. Lo spostarsi e il velarsi il viso, per non guardare con la mente, ma con il cuore, è il cammino interiore, che viene chiamato meditazione, Preghiera del

cuore.

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MENTE COSCIENTE MENTE INCONSCIA La nostra mente cosciente è appena il 5% della nostra vita. A volte, enfatizziamo la razionalità, crediamo di incontrare Dio, perché sappiamo qualche cosa in più su di Lui. Dio non è una realtà da sapere, ma da esperire, è un’esperienza da fare e deve entrare nel nostro mondo inconscio, che è il 95% ed influisce sulle nostre decisioni, sulla nostra vita, su tutte le nostre azioni. Leggevo che il 90% delle malattie non deriva da un deterioramento degli organi, ma dall’ansia, dalla paura, che ci mettono in posizione di difesa. Così il sangue va alle gambe, perché dobbiamo scappare, e nelle braccia, perché dobbiamo difenderci. Se viviamo perennemente in ansia, in angoscia, la circolazione del sangue manca agli organi principali e quello più debole si ammala. La meditazione, la Preghiera del cuore disattivano la mente e ci portano al rilassamento, al vedere oltre la razionalità.

Io sono convinto che la formula della Fraternità sia vincente: è costituita da un aereo, il cui corpo è la Parola di Dio, e da due ali. Un’ala è quella della lode, il “Grazie, Gesù!”, l’altra è quella della Preghiera del cuore, della discesa nel profondo, del “Gesù, grazie!” Tutto questo permette di volare, perché le parole di gratitudine non rimangono solo sulle labbra, ma sono nel cuore. Bisogna cambiare coscienza, mentalità. Mosè: “Ora mi sposto per vedere.” “Dio vide che si era sposato per vedere.”

5%

95%

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Mosè: “Perché il roveto non brucia?” Mosè si interroga. Il fallimento delle Catechesi ai bambini o agli adulti consiste nel fornire risposte a chi non ha domande. Gesù non dava risposte, provocava domande, interrogava. L’uomo può vivere senza risposte, ma non senza domande. La missione di Mosè “Dio lo chiamò dal mezzo del roveto… Mosè, Mosè!” e gli consegna una missione. Anche noi siamo qui, sulla Terra, per realizzare una missione da parte di Dio.

Il primo avvertimento che Dio dà a Mosè è questo: “Togliti i sandali, perché il luogo, in cui stai in piedi, è una terra santa.” È un invito a togliere i sandali, un invito a stare in piedi, un invito a recuperare la dignità di figlio di Dio, dignità di uomo, dignità di essere divino in noi. Quando si parla di Crocifissione, non si dice che la Madonna sta sotto la Croce, ma presso la Croce, accanto alla Croce. Maria vede suo Figlio

torturato, che sta per morire, vede il fallimento di tutta la sua vita, ma non si lascia schiacciare, sta lì in piedi, crocifissa con suo Figlio. Per questo è importante recuperare una dignità e stare in piedi. “Togliere i sandali (naal)” significa togliere ciò che blocca. Dobbiamo cercare di capire quello che ci blocca, per poter essere liberi e camminare. La suola dei sandali era fatta di pelle di capretto, quindi di pelle morta, che rende impuri. Quando il Signore ci invita a togliere i sandali, significa che dobbiamo togliere dalla nostra vita le realtà morte. Tante volte abbiamo cantato: “Perché cercate fra i morti Colui che è vivo?” Dobbiamo lasciar andare quello che è passato, per vivere questo presente, fatto di vita. Togliersi i sandali significa anche accettare le nostre fragilità, le nostre debolezze e camminare in profondità.

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Per realizzare questo, non basta riferirsi alla nostra mente, ma scendere nel profondo, velarci il viso e cominciare a vivere con il cuore. Mosè è complessato, si sente a disagio: “Chi sono io, per andare dal Faraone?” I ruoli ci danneggiano. Il Signore non risolve la situazione a Mosè, ma gli dice: “Io sarò con te!” Il Signore è la soluzione a ogni problema, ma noi dobbiamo attraversare le nostre difficoltà. Non dobbiamo fuggire, perché i nostri problemi ci inseguono. Gesù ci segue nei nostri problemi e ci dà la forza di attraversarli insieme a Lui. Mosè: “Ecco non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore!” Il Signore: “Che cosa hai in mano?” Mosè: “Un bastone.” Il Signore: “Gettalo a terra.” “Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire.” Il Signore: “Stendi la mano e prendilo per la coda!” “Mosè stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone nella sua mano.” Il Signore: “Questo perché credano che ti è apparso il Signore.”

Il bastone diventa un serpente. Opera di Federico Barocci

Si tratta del bastone dei carismi. Usiamo i nostri carismi, i nostri talenti, quello che il Signore ci ha dato, perché non usati diventano serpenti. Noi abbiamo bisogno di una Comunità, dove riversare il nostro veleno e i nostri talenti. Se gettiamo i nostri talenti, diventano serpenti e ci autoavveleniamo. In un determinato momento storico, siamo noi a dover compiere un determinato servizio. Se non lo svolgiamo, diventiamo lebbrosi, morti viventi. Quando serviamo, non ci batteranno le mani, ma

avremo la Croce, la persecuzione soprattutto all’interno della nostra casa. Dobbiamo attraversare il conflitto, ma dobbiamo usare i nostri carismi, per realizzare noi stessi. L’unico modo, per realizzare noi stessi, è metterci al servizio degli altri.

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Mosè chiama Aronne al Ministero

Mosè: “Mio Signore, io non sono un buon parlatore… sono impacciato di bocca e di lingua.” Il Signore sceglie Mosè, che deve andare a parlare con il Faraone, pur sapendo che balbetta. Il Signore: “Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. Tu gli dirai quanto io ti ordinerò e parlerà al Faraone.” Il Signore sceglie e noi ci domandiamo quali siano i suoi criteri di scelta. Dobbiamo cercare di capire chi il Signore chiama. Non sempre chiama i migliori, ma “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto, per confondere i sapienti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole, per confondere i forti.” 1 Corinzi 1, 27. Dobbiamo riconoscere la chiamata del Signore nei fratelli e lasciarci servire da loro. Mosè si abbandona a quello che dice il Signore. Torna a casa e riferisce a Ietro, suo suocero, che era di un’altra religione: “Lascia che io parta e torni dai miei fratelli, che sono in Egitto, per vedere se sono ancora vivi!” Ietro risponde: “Vai pure in pace!” Questo è l’Amore. Quando il Faraone sente che Mosè se ne vuole andare, glielo impedisce, perché Mosè serviva il Faraone. Ci sarà la lotta fra Dio e il Faraone: “Io indurirò il cuore del Faraone!”

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Dopo le dieci piaghe d’Egitto, il Faraone lascerà partire Mosè, ma sarà travolto per la sua superbia. A conclusione leggiamo Romani 9, 18: “Dio usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole.” Chi serve l’altro ha un cuore di misericordia e sarà sempre libero nelle scelte. Questo è quello che fa Ietro, che serviva la figlia e i nipoti: il suo cuore si riempie di misericordia. Il Faraone si serviva di Mosè, di tutto il popolo: il suo cuore si indurisce. Fra poco inizieremo “l’Anno della Misericordia”. Per aver un cuore di misericordia, dobbiamo passare dal servirsi degli altri a servire i fratelli. AMEN!

Ho avuto l’immagine di Pietro

vicino al fuoco, mentre rinnega Gesù per la terza volta e sente il gallo cantare. Gesù guarda Pietro e Pietro piange amaramente. Lasciamoci guardare da Gesù.

Giovanni 10, 2-6: “Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli

chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.” Grazie, Signore Gesù!

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PREGHIERA DI INTERCESSIONE/GUARIGIONE

Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per la tua Presenza viva nel Sacramento dell’Eucaristia. Ti ringraziamo, perché ci hai introdotto

nella Preghiera di guarigione con le Parole, che ci hai dato alla Comunione: una è l’invito a lasciarci guardare da te. Pietro è davanti alla porta, non riesce a compiere il passaggio, non riesce ad entrare e sceglierti. È ancora immerso nelle tenebre, nella gloria degli uomini, nella paura di quello che gli possano fare. Non varca la porta. Solo chi attraversa la porta, che sei tu, può trovare pascolo, può ascoltare la tua voce.

Si sente con le orecchie, si ascolta con il cuore. Ascoltare la tua Voce, sentirsi chiamare per nome è uscire dai recinti, come Mosè è uscito dai recinti delle azioni svolte ogni giorno, avventurandosi verso l’ignoto. Questa sera, Signore, noi vogliamo varcare la porta, vogliamo farci forza, non avere paura della vecchierella, di chi ci riconosce come tuoi discepoli, per non restare fuori. Pietro resta fuori, sente freddo e lì c’è il fuoco, ma ci sono anche i soldati e le tenebre. Soltanto varcando la porta e lasciando andare tutto, noi possiamo fare esperienza di te, come fuoco d’Amore. Signore, abbiamo bisogno di ritornare sull’Oreb, dove l’esperienza di te non è un tranquillante, non è una norma da ottemperare, ma un fuoco divorante, che non possiamo contenere, un fuoco, che brucia, senza consumarsi.

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Ti ringraziamo, Signore, perché questo fuoco, che brucia, ci spinge. L’Amore di Cristo ci spinge ad andare oltre. Vogliamo lasciare andare le nostre paure, per guarire, per non essere più sulla difensiva. Noi vogliamo attraversare la porta ed essere condotti da te oltre, fuori. Mosè fa il cammino da solo. Tu, Signore, ci porti fuori dalle nostre malattie, dalle nostre paure, dai nostri problemi ovvero tu entri nei nostri problemi e insieme andiamo fuori verso la soluzione, verso la guarigione, verso la liberazione. Passa, Signore Gesù, in mezzo al tuo popolo, che ti riconosce unico Signore della sua Vita! Passa in mezzo a noi e si realizzi la tua volontà, che è volontà di bene, di guarigione. PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.

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OLTRE GLI ORIZZONTI DELLO SPIRITO

PAROLA DEL SIGNORE CONFESSIONI/AFFERMAZIONI 1 EEssooddoo 33,, 11:: “Portò il gregge oltre il deserto

e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.”

IO VOGLIO varcare l’ignoto.

2 EEssooddoo 33,, 22: “Gli apparve l’Angelo di Dio in una fiamma di fuoco.”

IO VOGLIO vivere il fuoco dell’Amore di Dio.

3 EEssooddoo 33,, 22:: “… dal mezzo del roveto.” IO VOGLIO valorizzare le mie debolezze.

4 EEssooddoo 33,, 22:: “Il roveto bruciava, ma non si consumava.”

IO VOGLIO scegliere le realtà eterne.

5 EEssooddoo 33,, 33:: “Ora mi sposto, per vedere.” EEssooddoo 33,, 44:: “Dio vide che si era spostato, per vedere.”

IO VOGLIO cambiare lo schema della mia coscienza.

6 EEssooddoo 33,, 33:: “Perché il roveto non brucia?” IO VOGLIO recuperare la capacità di interrogare me stesso.

7 EEssooddoo 33,, 44:: “Dio lo chiamò dal mezzo del roveto… Mosè, Mosè… - Eccomi!”-

IO VOGLIO rispondere al Signore, che mi chiama per nome, e mi affida una missione.

8 EEssooddoo 33,, 55:: “Il luogo, in cui stai in piedi, è una terra santa.”

IO VOGLIO autorità sulla mia vita.

9 EEssooddoo 33,, 55:: “Togliti i sandali!” a) IO VOGLIO eliminare ciò che blocca il mio cammino. b) IO VOGLIO lasciar andare le realtà morte della mia vita. c) IO VOGLIO accettare le mie povertà. d) IO VOGLIO scendere nel profondo della mia anima.

10 EEssooddoo 33,, 66:: “Mosè si coprì il volto.” IO VOGLIO vedere con il cuore.

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11 EEssooddoo 33,, 1111:: “Chi sono io, per andare dal Faraone?”

IO VOGLIO andare oltre i ruoli.

12 EEssooddoo 33,, 1122:: “Io sarò con te.” IO VOGLIO vincere le mie paure, insieme a Gesù.

13 EEssooddoo 44,, 11:: “Ecco, non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore!”

IO VOGLIO liberarmi dalle ferite del passato.

14 EEssooddoo 44,, 22--55:: “Il Signore gli disse: - Che hai in mano?- Rispose:- Un bastone.- Riprese: - Gettalo a terra.- Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire…-Stendi la mano…questo, perché credano che ti è apparso il Signore.”-

IO VOGLIO prendere e usare il bastone dei carismi.

15 EEssooddoo 44,, 1100:: “Mio Signore, io non sono un buon parlatore… sono impacciato di bocca e di lingua.” EEssooddoo 77,, 11--22:: “Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. Tu gli dirai quanto io ti ordinerò e parlerà al Faraone.”

IO VOGLIO collaborare con le persone, che il Signore mi mette accanto.

16 EEssooddoo 44,, 1188:: “Vai pure in pace!” EEssooddoo 44,, 2211:: “Io indurirò il cuore del Faraone.” EEssooddoo 99,, 1166 // RRoommaannii 99,, 1166--1177:: “Ti ho lasciato vivere, per dimostrarti la mia potenza e per manifestare il mio Nome su tutta la terra.” RRoommaannii 99,, 1188:: “Dio usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole.”

IO VOGLIO celebrare la MMiisseerriiccoorrddiiaa del Signore in ogni circostanza.