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L'attività sportiva nel pensiero di
Joseph Ratzinger / Benedetto XVI
di mons. Josef Clemens,
Segretario del Pontificio Consiglio
per i Laici - Città del Vaticano
I. I fondamenti filosofici del fenomeno sportivo
1. L'attrazione di sport
2. Lo sport come "gioco"
3. Lo sport come una "scuola di vita"
4. Alcuni pericoli che minacciano le attività sportive
II. Le osservazioni di Papa Benedetto XVI per quanto riguarda lo sport
1. Virtù e valori inerenti all'attività sportiva
2. Atleti come "modelli"
3. Lo sport come risposta alla "emergenza educativa"
4. La dimensione "unificante" e "pacificante" dello sport
5. Il contributo della Chiesa e degli gli atleti cattolici
(traduzione italiana di Maurizio Monego)
Appendice
Allocuzione del capo delegazione della Santa Sede al
XIII Congresso Olimpico di Copenhagen (3 Ottobre 2009)
2
L'attività sportiva nel pensiero di
Joseph Ratzinger / Benedetto XVI
"Possa il gioco del calcio essere sempre più un mezzo per insegnare i valori di onestà,
solidarietà e fraternità, specialmente tra le generazioni più giovani. "
(Benedetto XVI, Udienza generale Mercoledì, 9 gennaio 2008)
Più di trenta anni fa, il 1 ° giugno 1978, all'inizio della Coppa del Mondo che si
sarebbe tenuta in Argentina (1 - 25giugno 1978) e che fu segnato dalla amara
sconfitta per i tedeschi, il cinquantenne Cardinale Joseph Ratzinger , Arcivescovo di
Monaco-Frisinga da un anno, spiegò il nucleo del suo pensiero sul calcio e lo sport in
generale, in una intervista andata in onda nel programma della Radio Bavarese "Zum
Sonntag" 1.
I. I fondamenti filosofici del fenomeno sportivo
Questa sera, vorrei come nostro litemotifs questa profonda e originale intervista, in
cui il Cardinale teologo offre una breve analisi filosofica del moderno fenomeno
dello sport, e del calcio in particolare. Questo ci aiuterà a comprendere meglio le
osservazioni generalmente brevi ma numerose che Papa Benedetto XVI ha fatto sullo
sport in tutto il suo Pontificato.
[Non troviamo interviste o conferenze dedicate al fenomeno del calcio o di sport in
generale del cardinale Ratzinger, quand’era capo della Congregazione per la Dottrina
della Fede (1981-2005), ma egli ha fatto inserire questa intervista del 1978 in
un'antologia di testi pubblicati nel 1985, e come Papa ha permesso che fossero inseriti
in una pubblicazione di meditazioni stampata nel 20052. Tutto questo indica il valore
perenne di queste riflessioni fondamentali in materia di sport moderno].
1 Questa intervista è stata pubblicata in tedesco nel Bollettino Ordinariats-Korrespondenz dell'Arcidiocesi di München-
Freising (ok 03 -15/78) n.19 del 3 giugno 1978; cfr. P. Pfister, Joseph Ratzinger und das Erzbistum München und
Freising, Dokumente und Bilder (Documento e Foglio) dagli Archivi ecclesiastici, Contributi e Memorie, nella
collezione: Schriften des Archivs des Erzbistum München und Freising, vol. 10, Schnell & Steiner, Regensburg 2006,
313 s; Si noti anche la sua rapida pubblicazione nella Gazzetta cattolica Deutsche Tagespost, 7 giugno 1978. Una
traduzione parziale in inglese si trova in J. Ratzinger, Collaboratori della Verità: Meditazioni per ogni giorno dell'anno,
Ignatius Press, San Francisco 1992, 262-263. Una traduzione completa in lingua inglese è di Teresa Benedetta in:
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=354533 . 2 Cf. Joseph Kardinal Ratzinger, Suchen, was ist droben. Meditationen das Jahr hindurch, Press Herder, Freiburg i.Br.
1985, 107-111; Benedikt XVI / Joseph Ratzinger, Gottes Glanz in unserer Zeit. Meditationen zum Kirchenjahr, Press
Herder, Freiburg i.Br. 2005, 188-190; Mitarbeiter der Wahrheit, Gedanken für jeden Tag, I. Grassl. (a cura di),
Naumann Press, 31992 Würzburg, pag. 266 s,. Cfr. anche la bibliografia generale a cura di suoi ex allievi: Joseph
Ratzinger / Papst Benedikt XVI, Das Werk: Bibliographisches Hilfsmittel zur Erschließung des literarisch-
theologischen Werkes von Joseph Ratzinger bis zur Papstwahl a cura di V. Pfnür, Sankt Ulrich Press, Augsburg 2009,
191 .
3
1. L'attrazione dello sport
Il primo aspetto che vorrei portare alla nostra attenzione è che il Cardinale parla di
calcio come di "un 'evento globale' che, a prescindere dai confini, unisce l’umanità in
tutto il mondo in un unico ed eguale stato di tensione: nelle sue speranze, nelle sue
paure, nelle sue emozioni e gioie" 3. Questa osservazione, fatta trent'anni fa, è oggi
tanto più valida data l'enorme espansione della popolarità del calcio in tutto il mondo!
Nessun altro evento sul pianeta è in grado di coinvolgere così tante persone in una
simile maniera quanto un evento sportivo professionistico e in particolare quello del
calcio. Secondo il cardinale Ratzinger, "questo ci dice che un istinto primordiale
umano è in gioco" e solleva la questione dell’origine dell'attrazione che questo gioco
esercita.
[Papa Benedetto XVI vuole mostrare il suo apprezzamento per questa dimensione
universale del fenomeno sportivo con il suo potenziale di unire pacificamente diverse
nazioni e razze della terra.]
2. Lo sport come "gioco"
Alla domanda del perché lo sport è un fenomeno universale, il pessimista risponderà
dicendo che è lo stesso di ciò che avveniva nell'antica Roma, dove panem et
circenses, - "pane e giochi del circo" -, costituiva "l'unico significato della vita per
una società decadente, che non conosceva alcuna aspirazione superiore"4.
Ma, anche accettando questa spiegazione, rimarrebbe ancora in sospeso la domanda:
"perché questo gioco è così affascinante da avere la stessa importanza del pane?". Per
rispondere a questo secondo quesito, si potrebbe guardare di nuovo al passato e
vedere che il grido di pane e giochi era in realtà l'espressione di "un desiderio per la
vita paradisiaca" – “una vita di sazietà senza sforzo, il compimento della libertà".
In questo contesto, il Cardinale pone in rilievo come il giocare, in un senso profondo,
è una attività, che è completamente gratuita, senza limiti o costrizioni, coinvolgente e
che richiede tutte le energie di un essere umano. Di conseguenza, il gioco potrebbe
essere interpretato come una sorta di tentativo di tornare in paradiso: come una fuga
dalla "schiavitù faticosa della vita quotidiana" (fuori dalla serietà di tutti i giorni che
ci fa schiavi), al fine di soddisfare il nostro bisogno di 'serietà libera’ (freien Ernst ) di
qualcosa che non è necessario e proprio per questo è bello. In questo modo, lo sport,
in un certo senso, va oltre (überschreitet) la vita quotidiana.
3 Cf. i lavori in inglese citati sotto: Joseph Ratzinger, Co-Workers of the Truth: Meditations for every day of the year,
Ignatius Press, San Francisco 1992, pp. 262-263. 4 L’espressione “panem et circenses” fu coniata dal poeta romano Decimus Iunius Iuvenalis (cir. 55-127) nell’opera
Satire (10, 81). Il significato originale si riferisce alle corse di cavalli che si tenevano nei circhi (circenses) o ippodromi.
4
Oltre a questo la capacità di superare la vita ordinaria, il gioco è - come si può vedere
nei bambini - un'altra caratteristica: quella di essere una scuola di vita. Il gioco
simboleggia la vita stessa e la precede dando liberamente forma ad essa.
3. Lo sport come una "scuola di vita"
Secondo questa riflessione molto originale del Cardinale Ratzinger, il fascino del
calcio consiste nel fatto che esso unisce in modo persuasivo i seguenti due aspetti.
Prima di tutto, "costringe la persona umana a esercitare l’auto-disciplina", così da
poter ottenere il controllo su se stessa, e attraverso questo controllo, raggiungere
padronanza di sé. A sua volta, questa padronanza di sé porta alla libertà. Il calcio può
anche insegnare a impegnarsi in una cooperazione disciplinata con gli altri
(diszipliniertes Miteinander). Nel gioco di squadra, impariamo a inserire la nostra
individualità al servizio di tutto il gruppo. Lo sport unisce le persone in un obiettivo
comune: il successo e il fallimento di ciascuno coincide con il successo e il fallimento
di tutti.
Il calcio può anche insegnare il fair play. Le regole del gioco, a cui tutti obbediscono,
uniscono tra loro i concorrenti con un legame comune. La libertà di giocare, quando
le regole sono rispettate, guadagna una certa serietà e questa tensione che dirige il
gioco si risolve solo quando il gioco è finito.
Nel guardare una partita, gli spettatori si identificano con il gioco e i giocatori. In
questo modo, si sentono parte sia del gioco di squadra che della partita, partecipando
alla serietà dei giocatori e alla loro libertà di azione. I giocatori diventano un simbolo
della vita dello spettatore e ciò funziona anche viceversa. I giocatori sanno che gli
spettatori si vedono rappresentati in loro e si sentono affermati in loro.
4. Alcuni pericoli che minacciano le attività sportive
Alla fine di questa intervista, ricca e densa di contenuti, il Cardinale Ratzinger
discusse le tentazioni e i pericoli che minacciano il mondo dello sport. La bontà del
gioco può essere facilmente rovinata dal mercantilismo, che getta la cappa cupa del
denaro su tutto, e trasforma lo sport in una industria che può produrre un mondo
irreale di dimensioni spaventose.
Ma questo mondo illusorio non può esistere quando lo sport si basa su valori positivi:
come un allenamento per la vita (Vorübung) e come un passo oltre (Überschreitung)
la nostra vita quotidiana in direzione del nostro Paradiso perduto. Entrambi gli aspetti
richiedono la disciplina della libertà. Il rispetto delle regole implica lavoro di squadra
5
(Miteinander), concorrenza (Gegeneinander) e armonia con se stessi (mit sich selbst
Auskommen).
Dopo aver considerato tutto questo, possiamo concludere che attraverso lo sport si
può giungere a qualcosa di nuovo su come imparare a vivere. Questo perché lo sport
sottolinea alcuni fondamenti della vita: l'uomo non vive di solo pane. Sì, il mondo
materiale è solo la fase preliminare (Vorstufe) per l’essere veramente umano, per il
mondo di libertà. Ma quella libertà si basa su regole, sulla disciplina del lavoro di
squadra (Miteinander) e sulla concorrenza (Gegeneinander) leale, è indipendente dal
successo esteriore o dall'arbitrio, ed è per queste caratteristiche che è veramente tale.
Lo sport come la vita ... se lo guardiamo più in profondità, è il fenomeno di un mondo
pazzo per il calcio ci può dare di più del puro intrattenimento.
II. Le osservazioni di Papa Benedetto XVI per quanto riguarda lo sport
Possiamo ora prendere in considerazione alcune osservazioni che Papa Benedetto
XVI ha fatto riguardo al calcio e all'attività sportiva in generale che hanno come
presupposti e fondamento le sue riflessioni di trenta anni prima.
Oltre alle numerose osservazioni sullo sport che il Santo Padre ha fatto nel suo saluto
ai pellegrini al termine delle Udienze Generali del Mercoledì e nei suoi messaggi
all’Angelus, ci sono due discorsi che ha pronunciato durante udienze speciali: uno
davanti alla Squadra Nazionale Austriaca di Sci (6 ottobre 2007)5 e l'altro ai
partecipanti dei Campionati Mondiali di Nuoto (1° agosto 2009)6. Poiché entrambi i
discorsi sono stati indirizzati agli atleti stessi da lui ricevuti, hanno offerto al Santo
Padre l'occasione per affrontare il tema dello sport più ampiamente. Per facilitare la
nostra analisi, io suddividerò le sue riflessioni in cinque punti.
1. Virtù e valori inerenti all'attività sportiva
A voler considerare i valori inerenti alla attività sportiva, il discorso del Santo Padre
alla squadra di sci austriaca ci offre un eccellente programma. Papa Benedetto XVI
ricorda che lo sport può contribuire a promuovere la virtù e i valori fondamentali.
Egli offre alcuni esempi: "la perseveranza, determinazione, spirito di sacrificio, la
disciplina interna ed esterna, l'attenzione per gli altri, il lavoro di gruppo, la
solidarietà, la giustizia, la cortesia, e il riconoscimento dei propri limiti, e altri.
5 Cf. Benedetto XVI, Speech to the Austrian National Ski Team, October 6, 2007. [Nostra traduzione in Inglese]. Il
discorso originale, pronunciato in tedesco è rintracciabile in Insegnamenti di Benedetto XVI, vol. III/2, 422-23; non c’è
una traduzione in inglese di questo discorso nell’edizione settimanale inglese de “L’Osservatore Romano”. 6 Cf. Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti del Camiponato Mondiale di Nuoto come pubblicato in “L’Osservatore
Romano”, Edizione settimanale inglese n. 31, Agosto 5, 2009, p.12, sotto il titolo “Uno spettacolo di umanità e tenacia
che insegna importanti lezioni per la vita”.
6
Queste stesse virtù entrano in gioco in modo significativo anche nella vita di tutti i
giorni e hanno bisogno di essere continuamente esercitate e praticate."7
Durante l’udienza con i partecipanti del Campionato del mondo di nuoto nell’Agosto
del 2009 a Roma, il Santo Padre sottolineò ancora una volta i valori potenziali
inerenti alle attività sportive, questa volta presentandoli da un punto di vista
complementare:
"Con le vostre gare offrite al mondo un avvincente spettacolo di disciplina e di
umanità, di bellezza artistica e di tenace determinazione. Voi mostrate quali obiettivi
la vitalità della giovinezza può ottenere quando i giovani si sottopongono alla fatica
di duri allenamenti e sono disposti ad accettare tanti sacrifici e privazioni. Tutto ciò è
anche una lezione di vita per i vostri coetanei .... Lo sport, praticato con passione e
un acuto senso etico, specialmente per la gioventù, diventa palestra di sano agonismo
e di perfezionamento fisico, scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo
privilegiato di crescita personale e di relazione con la società".8
2. Atleti nel "ruolo di modelli "
Parlando agli sciatori austriaci di alto livello, il Santo Padre accennò al fatto che essi
sono dei modelli, in particolare per i giovani. "In effetti, voi, cari atleti, vi fate carico
della responsabilità - non meno significativa - di testimoniare questi atteggiamenti e
convinzioni e di incarnarli oltre la vostra attività sportiva nel tessuto della famiglia,
nella cultura, e nella religione. Così facendo, sarete di grande aiuto per gli altri,
soprattutto per i giovani, che sono immersi nel rapido sviluppo della società in cui vi
è una diffusa perdita di valori e di crescente disorientamento".9
7 Cf. Benedetto XVI, Speech to the Austrian National Ski Team, 6 Ottobre 2007; cf. anche Wednesday General
Audience del 5 Ottobre 2005 (“Insegnamenti” I, 2005, 636): dove il Santo Padre indirizza queste parole ai partecipanti
alla“Festa dello sportivo”: “Questa manifestazione suscita in voi un grande amore per quei valori, come ad esempio una
sana pratica dello sport, che contribuiscono alla costruzione di una società in cui regnano l'accettazione reciproca e
fraterna ", Saluto ai rappresentanti della Associazione Calcio Venarotta:" Cari amici, siete messaggeri non solo della
gioia serena del gioco, ma anche quella che viene dalla partecipazione in fraternità e solidarietà ". (sta in
“Insegnamenti” II, 2006/2, 624); cf salute ai partecipanti alla terza “Festa dello sportivo”: “Cari giovani, … possiate
sempre sapere come unire lo sport, l’amicizia e la vita spirituale” (sta in “Insegnamenti” III, 2007/2, 426); cf. Saluto
all’Udienza Generale del Mercoledì agli atleti del Campionato Europeo di Taekwondo, 9 Aprile 2008 (“Insegnamenti”
IV, 2008/1, 546), dove il Santo Padre li incoraggia a “promuovere il rispetto per l'altro e l'equità attraverso la pratica di
questa disciplina sportiva”; cf. Messaggio in occasione del Tour de France, in “L’Osservatore Romano” quotidiano in
edizione italiana, n. 166, del 22luglio 2009, p.1. 8 Benedetto XVI, Speech to the participants of the World Swimming Championship, si trova in “L’Osservatore
Romano”, weekly English edition n. 31, August 5, 2009, p.12.
7
Nel discorso sopra citato ai campioni del nuoto, egli affermò similmente: "Cari atleti,
voi siete modelli per i vostri coetanei ed il vostro esempio può essere per loro
determinante nel costruire positivamente il loro avvenire. Siate allora campioni nello
sport e nella vita! "10
Il Santo Padre ricorda a questi atleti che il loro "ruolo di campioni" va a di là dei
confini del loro sport, perché la loro attività sportiva diventa per molti giovani un
modello di vita, di realizzazione e di successo. Questo porta con sé una grande
responsabilità, perché può essere un fattore determinante nello stesso progetto di vita.
In un momento in cui vi è una mancanza di personalità esemplari che i giovani
possano rispettare, gli atleti campioni diventano indirettamente "educatori", in quanto
i giovani guardano a loro per orientarsi. Per questo, gli ideali sportivi devono
permeare non solo lo sport, ma la vita stessa, perché essa sia autentica e credibile.
Queste considerazioni ci portano a esaminare più da vicino un aspetto che il Pontefice
considera molto importante: il potenziale educativo dello sport e come esso può
contribuire nel confronto con la crescente "emergenza educativa" che viene
testimoniata sempre più nel nostro tempo.11
3. Lo sport come risposta alla "emergenza educativa"
Il tema dell'incontro di oggi è tratto dal saluto del Santo Padre ai direttori e ai
calciatori italiani della seri D al termine di una Udienza Generale del Mercoledì in
data 9 gennaio 2008: "Il gioco del calcio può sempre più essere un mezzo per
insegnare i valori di onestà, solidarietà e fraternità, specialmente tra le generazioni
più giovani".12
9 Benedetto XVI, Speech to the Austrian National Ski Team, October 6, 2007 in “Insegnamenti” III/2, 422.
10 Beneetto XVI, Speech to the participants of the World Swimming Championship, sta in “L’Osservatore Romano”,
weekly English edition n. 31, 5 Agosto 2009, p.12. Al termine di questo discorso egli ripeté un messaggio simile, in
Tedesco: “Cari amici, come concorrenti sportive voi offrite prestazioni di livello veramente alto e siete un esempio per
molti giovani.” 11
Cf. Benedetto XVI, Lettera alla Diocesi di Roma, 21 Gennaio 2008; sta in “L’Osservatore Romano” edizione
settimanale in inglese, n. 6, del 6 Febbraio 2008, p. 10: Educare però non è mai stato un compito facile e oggi sembra
diventare sempre più difficile. ... Diventa quindi difficile trasmettere da una generazione all'altra qualcosa di valido e di
certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la vita stessa. ... In realtà, nessuna di queste
difficoltà è insormontabile. Essi sono, per così dire, l'altro lato della medaglia di quel dono grande e prezioso che è la
nostra libertà, con la responsabilità che giustamente l'accompagna. ... Nemmeno i più grandi valori del passato possono
essere semplicemente ereditati; si richiede che noi li rinnoviamo attraverso una scelta personale spesso angosciante ",
cfr. anche Discorso all'Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, 29 maggio 2008 in: "L'Osservatore
Romano" settimanale edizione inglese, n.23 del 4 giugno 2008, p.5: "Quando, infatti, in una società e in una cultura
segnate da un relativismo pervasivo e non di rado da aggressività, le certezze fondamentali, i valori e le speranze che
danno un senso alla vita sembrano indebolirsi, la tentazione è facilmente quella del diffondersi tra i genitori e gli
insegnanti di rinunciare al proprio dovere, ed è anche preceduta dal rischio di non comprendere chiaramente il proprio
ruolo e la missione". 12
Cf. Benedict XVI, Greeting, Wednesday General Audience, January 9, 2008, in “Insegnamenti” IV, 2008/1, 48.
8
Dal momento che abbiamo con noi oggi, esponenti di spicco del calcio italiano,
vorrei citare altre parole del Santo Padre che erano rivolte ad allievi di calcio in un
club di formazione che fa parte del settore giovanile scolastico della Federazione
Italiana Giuoco Calcio (FIGC). Al termine dell'Angelus domenicale, Papa Benedetto
XVI ha lanciato questo appello: "lo sport può essere una palestra di vera preparazione
per la vita".13
Con l’occasione del più recente seminario del Consiglio Pontificio per lo sport dei
laici ("Sport, educazione, fede: verso una nuova stagione del movimento sportivo
cattolico", 6-7 novembre 2009), il Santo Padre ha fortemente accentuato nel suo
messaggio il valore educativo della attività sportiva: "Lo sport possiede un notevole
potenziale educativo soprattutto in ambito giovanile e, per questo motivo, una grande
importanza non solo per l'uso del tempo libero, ma anche nella formazione della
persona." 14
Nella attuale emergenza educativa, causata da una domanda unilaterale ed esagerata
di libertà personale, lo sport può assumere un ruolo importante come mezzo per
educare tanti giovani. Lo sport può dimostrare - per mezzo delle sue regole e del
gioco di squadra - che vi è una necessità innegabile di disciplina e di responsabilità
condivisa.
A questo proposito, il Santo Padre, nella sua lettera alla Diocesi di Roma sul tema
dell'educazione ha ricordato che: "Se non si applicano anche nelle piccole cose
quotidiane alcuno standard di comportamento e alcuna regola di vita, l’individuo non
si forma e la persona non sarà pronta ad affrontare le prove che verranno in futuro. Il
rapporto educativo è però anzitutto l'incontro di due tipi di libertà, e l'educazione ben
riuscita è quella che insegna l'uso corretto della libertà." 15
13
Cf. Benedetto XVI, Saluto all’Angelus del 18 Dicembre 2005 in: “Insegnamenti” I, 2005, 1004; Cf. Saluto Saluto
agli arbitri di calcio professionisti in Udienza Generale, Mercoledì 25 January 2006, in “Insegnamenti” I, 2006, 105:
“Cari amici, ad una necessaria preparazione tecnica ed atletica aggiungete un'adeguata formazione umana e spirituale
che vi farà persone sempre più mature e responsabili". 14
Cf. Benedetto XVI, Messaggio al Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Consiglio Pontificio per i Laici, in
occasione del Seminario Internazionale degli Studi: “Sport, educazione, fede: una nuova stagione per il movimento
sportive cattolico”, 3 Novembre 2009, in: “L’Osservatore Romano” edizione settimanale inglese, n. 46, 18 Novembre
2009, p.5; Cf. anche Discorso ai partecipanti ai Campionati Mondiali di Nuoto in “L’Osservatore Romano”, edizione
settimanale inglese, n. 31, 5 Agosto 2009, p.12; Cf. anche il Suo Indirizzo di saluto alle autorità civili e politiche a
Praga, 26 Settembre 2009, in: “L’Osservatore Romano” edizione quotidiana in italiano, n. 224, 18-29Settembre 2009,
p. 5: “Nello sport, nelle arti creative e nella ricerca accademica, i giovani colgono con favore l'opportunità di eccellere.
Non è altrettanto vero che quando si offrono con alti ideali, essi aspireranno anche alla virtù morale e ad una vita di
compassione e di bontà? Incoraggio vivamente quei genitori, i leader e le autorità delle comunità, a promuovere i valori
che integrano le dimensioni intellettuali, umana e spirituale di una solida formazione, degna delle aspirazioni dei nostri
giovani ". 15
Cf. Benedetto XVI, Lettera alla Diocesi di Roma, 21Gennaio 2008 come citato nella nota 11.
9
Lo sport rappresenta un campo appropriato per trovare il giusto equilibrio tra libertà e
disciplina, che è forse il punto più delicato, oggi, nel compito di educare. Molti
giovani considerano lo sport come qualcosa di positivo nella loro vita e volentieri si
sottopongono al rigore e alla fatica che comporta e anche a seguire le sue regole.
Soprattutto nel caso del calcio, vediamo come il lavoro di squadra unisce la libertà di
ogni individuo e la necessità di rispettare le norme a favore del "bene comune".
Come abbiamo visto, nel contesto di questo processo formativo, il Santo Padre conta
molto sull’essere gli uomini e le donne sportivi "testimoni credibili" delle virtù e dei
valori dello sport. In questo senso, parlando all'Assemblea Generale della Conferenza
dei Vescovi Italiani (29 maggio 2008), dove ha fatto esplicito riferimento ai centri
parrocchiali ricreativi, il Santo Padre ha osservato: "... proprio l'attuale emergenza
educativa aumenta la domanda di un'educazione che sia davvero tale: quindi,
concretamente parlando, che ci siano educatori che sappiano essere testimoni
credibili di queste realtà e di questi valori sui quali sia possibile costruire sia la
propria personale esistenza che un progetto comune e condiviso della vita".16
4. La dimensione "unificante" e "pacificante" dello sport
Un quarto aspetto da considerare è la capacità dello sport di unire persone di
differenti paesi e razze in competizione amichevole come è spesso attestato con
particolare retorica durante le Olimpiadi o la Coppa del Mondo.
Al termine di una Udienza Generale il 22 settembre 2005, il Santo Padre pronunciò
queste parole a una delegazione della UEFA e della Federazione Italiana Giuoco
Calcio, con numerosi bambini presenti da sedici paesi: "Cari amici, ... la
manifestazione di oggi può essere l'occasione per voi di rinnovare i vostri sforzi in
modo che lo sport possa contribuire alla costruzione di una società che si distingua
per il rispetto reciproco, la correttezza nei comportamenti, e la solidarietà tra tutte le
razze e le culture."17
Ancora una volta, dopo la preghiera dell'Angelus di Domenica 12 febbraio 2006,
pochi giorni prima delle Olimpiadi invernali di Torino, il Papa espresse il suo
desiderio che "questa grande competizione sportiva sia imbevuta dei valori olimpici
di lealtà, gioia e relazioni fraterne e così facendo, contribuisca a promuovere la pace
tra i popoli".18
16
Benedetto XVI, Indirizzo all’Assemblea Generale della Conferenza dei Vescovi italiani, 29 Maggio 2008 in:
“L’Osservatore Romano” (edizione settimanale inglese, n.23 del 4 Giugno 2008, p.5). 17
Benedetto XVI, Saluto, Udienza Generale del Mercoledì, 21Settembre 2005 in: “Insegnamenti” I, 2005, 567. 18
Benedetto XVI, Saluto all'Angelus, 12 febbraio 2006 in: "Insegnamenti" II, 2006/1, 180, cfr. anche Saluto
all’Angelus dell'8 luglio 2007 Coppa del Mondo Interamnia (http://www.interamniaworldcup.com/) di pallamano ai
partecipanti che si sono riuniti da più di cento paesi diversi, alcuni dei quali in conflitto tra di loro: "Ma questa
manifestazione pacifica di atleti è un esempio di come lo sport può portarci insieme in uno spirito di fratellanza tra i
10
Anche nel suo saluto ai partecipanti alla XXIX edizione dei Giochi Olimpici di
Pechino, il Santo Padre ha sottolineato la dimensione pacificante dello sport: "Sto
seguendo con grande interesse questo grande evento sportivo - il più importante e
atteso nel mondo - e auguro di cuore che possa offrire alla comunità internazionale un
valido esempio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto
della loro comune dignità. Lo sport torni ad essere pegno di fraternità e di pace tra i
popoli!"19
Queste considerazioni del Santo Padre richiamano [il concetto ] che l’eccessivo
nazionalismo e il razzismo sono contrari agli ideali dello sport (vale a dire ai "valori
olimpici"), in quanto distruggono questa capacità unificante e di pace. I Giochi
Olimpici e gli altri eventi sportivi globali, in particolare, possono facilmente perdere
questa opportunità e diventare un’occasione, come è avvenuto in passato, per esibire
la potenza o la superiorità del sistema politico di una nazione rispetto alle altre. In
questi casi, lo sport non è occasione di unione, ma pone intere nazioni nonché singoli
atleti in conflitto tra loro.
Il Santo Padre non chiede questo solo agli "altri", ma dirige anche questo appello in
modo particolare ai gruppi all'interno della Chiesa, specialmente alle associazioni
sportive cattoliche. Benedetto XVI chiede loro di essere attivi nella promozione di
una equilibrata valutazione dell’attività sportiva in conformità con l'ideale sportivo e
una visione cristiana della persona umana.
popoli e le culture. Lo sport è senz'altro un segno che la pace è possibile "(" Insegnamenti "III, 2007/2, 32), cfr. Udienza
Generale del mercoledì, 7 maggio 2008, le sue parole ai dirigenti e ai giocatori dell’Inter: "Colgo l'occasione per
sottolineare ancora una volta l'importanza dei valori morali dello sport nell'educazione delle nuove generazioni" e il suo
saluto ad una delegazione austriaca della Federazione Calcio Austriaca: "Saluto, inoltre, la delegazione della
federazione di calcio austriaco. Oggi è un giorno per il calcio, come anche noi siamo felici di avere qui con noi, una
delle migliori squadre di calcio italiane, l'Inter. Che lo Spirito Santo vi aiuti come cristiani a dare testimonianza agli altri
nel fare il bene "(" Insegnamenti "IV, 2008/1, 732-734). Anche significative sono le parole di Papa Benedetto XVI al
termine dell'Udienza Generale Mercoledì 1 ° agosto 2007, dopo la vittoria di calcio dell'Iraq nella finale della Coppa
d'Asia. La squadra irachena, che è stata formata da giocatori di diverse confessioni religiose ed etnie, ha giocato con una
fascia nera al braccio in segno di lutto per le persone uccise pochi giorni fa in un bombardamento. Al 71’ di gioco, un
colpo di testa da calcio d’angolo scoccato dal capitano Younis Mahmoud, ha dato all'Iraq un vantaggio inaspettato. Al
fischio finale, i giocatori e i tifosi iracheni hanno esultato di gioia per la vittoria. Il Santo Padre ha commentato la
vittoria con queste parole: "... Mi piacerebbe ricordare una buona notizia per l'Iraq, che ha scatenato un'esplosione di
gioia popolare in tutto il Paese. Mi riferisco alla vittoria della squadra di calcio irachena, che ha vinto la Coppa d'Asia e
per la prima volta è diventata la squadra di calcio campione d'Asia. Sono rimasto felicemente impressionato
dall'entusiasmo che ha contagiato tutti gli abitanti, spingendoli nelle strade per festeggiare l'evento. Così come tante
volte ho pianto con gli iracheni, in questa occasione mi rallegro con loro. Questa esperienza di lieta condivisione rivela
il desiderio di un popolo di avere una vita normale e tranquilla. Mi auguro che l'evento possa contribuire a costruire in
Iraq un futuro di autentica pace con il contributo di tutti, nella libertà e nel rispetto reciproco. Congratulazioni!" Sta in
"L'Osservatore Romano "settimanale edizione inglese, n.32/33 dell'8/15 agosto 2007, p. 4. 19
Benedetto, Angelus, greeting with occasion of the forthcoming Olympic Games in Beijing, August 3, 2008 in:
“L’Osservatore Romano” weekly English edition, n.32 of August 6, 2008, p. 1.
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5. Il contributo della Chiesa e degli atleti cattolici
Il più grande contributo che la Chiesa ha da offrire al mondo dello sport consiste nelle
intuizioni che provengono da una riflessione complessiva sullo sport, che si
arricchisce di una visione della persona umana radicata nella antropologia cristiana,
che considera anche il fenomeno sportivo alla luce della fede.20
Per il Papa, lo sport non è semplicemente l'esercizio delle proprie qualità fisiche, ma
piuttosto qualcosa che riguarda tutta la persona. In questa stessa linea, nel suo
discorso agli sciatori austriaci già citati in precedenza, egli afferma: "Corpo, spirito e
anima formano una singola unità e ogni componente deve essere in armonia con
l'altra. Si sa quanto l'armonia interiore sia necessaria al fine di raggiungere gli
obiettivi sportivi ai massimi livelli. Di conseguenza, anche gli sport più esigenti
devono essere radicati in una visione olistica della persona umana, riconoscendole la
sua dignità profonda e favorendo uno sviluppo integrale e la piena maturità della
persona. In caso contrario, se lo sport è concentrato unicamente sulle mere
prestazioni materiali, esso non riuscirà a realizzare la sua necessaria dimensione
sociale. Alla fine, l'attività sportiva deve aiutare gli atleti a riconoscere i propri talenti
e le proprie capacità, i loro sforzi e la loro vita autentica, come doni che vengono da
Dio. Per questo motivo, lo sport dovrebbe sempre avere Dio, nostro Creatore, come
punto di riferimento ultimo. E 'in questo senso che l'Apostolo fa riferimento alla
competizione sportiva, al fine di richiamare più alta vocazione dell'uomo: "Non
sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono in gara, ma uno solo conquista il
premio? Correte dunque come per vincere. Ogni atleta si contiene in tutto. Essi lo
fanno per vincere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile " (1Cor. 9: 24-
25).21
Nel suo discorso ai partecipanti al campionato mondiale di nuoto, il Santo Padre ha
riflettuto sulla dimensione trascendente della persona umana, mettendo in evidenza
gli aspetti più nobili della nostra condizione di creatura e concludendo con quella che
potrebbe essere quasi considerata una preghiera di ringraziamento a Dio: "Guardando
questi campionati di nuoto e ammirando i risultati conseguiti è facile comprendere il
grande potenziale di cui Dio ha dotato il corpo umano e gli obiettivi interessanti di
perfezione che è in grado di raggiungere. Si pensi allora allo stupore del Salmista che,
contemplando l'universo, canta la gloria di Dio e la grandezza dell'uomo: 'Quando
20
Benedetto XVI, Messaggio al Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo di Torino in occasione dei prossimi Giochi
Olimpici Invernali, 29 novembre 2005, in: "L'Osservatore Romano" settimanale edizione inglese, n.6 dell'8 febbraio
2006, p. 2:. "Per i cristiani, faccio riferimento alle chiare indicazioni del Verbo incarnato, luce del mondo che illumina
l'uomo in tutte le sue dimensioni, tra cui quella dello sport. Non vi è nulla di umano - eccetto il peccato – a cui il Figlio
di Dio, facendosi uomo non abbia dato valore. ... Tra le varie attività umane lo sport è esso stesso in attesa di essere
illuminato da Dio mediante Cristo perché i valori che esprime siano purificati ed elevati sia a livello individuale che
collettivo ". 21
Benedict XVI, Speech to the Austrian National Ski Team, October 6, 2007.
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vedo i tuoi cieli', si legge nel Salmo 8, ‘opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu
hai fissato, che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te
ne curi?' (vv. 3-4). Quindi, come si può non ringraziare il Signore per aver dotato il
corpo umano di una tale perfezione, per averlo arricchito di una bellezza e di una
armonia, che può essere espressa in così tanti modi?" 22
Per quanto riguarda l'emergenza educativa spesso citata, il Santo Padre ha
sottolineato i compiti che appartengono alla Chiesa, in particolare per i suoi pastori e
le istituzioni educative e le associazioni sportive. È significativo che Papa Benedetto
XVI, nel corso di un incontro con il clero di Roma, per quanto riguarda il tema del
centro parrocchiale ricreativo, ebbe a dire: "Certo, un centro dopo-scuola, dove si
giochi soltanto e si forniscano rinfreschi sarebbe assolutamente superfluo. La qualità
essenziale di un centro dopo-scuola catechistico e ricreativo deve essere [quella di
realizzare] una formazione culturale, umana e cristiana per una personalità matura. ...
Direi che è proprio questo il ruolo di un tale centro: che non solo trova la possibilità
di impiegare il tempo libero dei ragazzi, ma soprattutto offre una formazione umana
integrale che completa la loro personalità. Quindi, ovviamente, il sacerdote come
educatore deve egli stesso aver ricevuto una buona formazione e deve inserirsi nella
cultura di oggi, ed essere profondamente colto, se deve aiutare i giovani a entrare in
una cultura ispirata dalla fede. Vorrei aggiungere che, naturalmente, alla fine, il punto
centrale di orientamento di ogni cultura è Dio, Dio presente in Cristo."23
Lungo questa stessa linea di pensiero, nel suo messaggio per il nostro recente
seminario (novembre 6-7, 2009), ha sottolineato questo punto: "Attraverso lo sport, la
comunità ecclesiale contribuisce alla formazione della gioventù, fornendo un ambito
adatto per la sua crescita umana e spirituale. Infatti, quando le iniziative sportive
puntano allo sviluppo integrale della persona e sono gestite da personale qualificato e
competente, esse forniscono un'utile opportunità per sacerdoti, religiosi e laici di
diventare veri e propri educatori e maestri di vita per i giovani.
Nel nostro tempo in cui l'urgente necessità di educare le nuove generazioni è
evidente, è pertanto necessario che la Chiesa continui a sostenere lo sport per i
giovani, costruendo la maggior parte dei loro aspetti positivi, anche ai livelli
competitivi, come la loro capacità di stimolare la competitività, il coraggio e la
tenacia nel perseguire gli obiettivi. Tuttavia, è necessario evitare ogni tendenza che
ne snaturi la natura stessa con il ricorso a pratiche persino dannose per l'organismo,
come il doping. Come parte di uno sforzo coordinato di formazione, i dirigenti
cattolici, il personale e gli operatori devono considerarsi essi stessi guide esperte per i
giovani, aiutando ciascuno di loro a sviluppare il proprio potenziale atletico senza 22
Benedict XVI, Speech to the participants of the World Swimming Championship , sta in “L’Osservatore Romano”,
weekly English edition n. 31, 5 Agosto 2009, p.12. 23
Benedict XVI, Meeting with Clergy of Rome, February 29, 2009 in “L’Osservatore Romano”, weekly English edition
n. 10, March 11, 2009, p.4.
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oscurare le qualità umane e le virtù cristiane che rendono la persona completamente
matura."24
Pur riconoscendo che non tutti gli atleti condividono la stessa visione della persona
umana fino al suo minimo dettaglio, la Chiesa vuole offrire il suo aiuto nel
promuovere una visione più profonda e integrante del fenomeno sportivo, al fine di
evitare l'errore di valorizzare questa bella, ma penultima, realtà come il fine ultimo e
supremo dell’attività dell'uomo. Questo servizio potrebbe contribuire a ridurre la
tentazione di usare modi inappropriati (gioco scorretto, corruzione) o mezzi (doping)
che contraddicono l'essenza stessa della natura dello sport.
Forse alcuni potrebbero essere sorpresi da questo tema, come la loro prima
impressione potrebbe essere quella di considerare il Papa Benedetto XVI lontano dal
mondo dello sport e dal calcio in particolare.25
Tuttavia, come abbiamo potuto vedere, già da giovane l'Arcivescovo di Monaco si è
dedicato a questo tema con una profonda riflessione filosofica, sottolineando le
potenzialità dello sport per lo sviluppo integrale della persona a livello individuale e
le sue possibilità ai livelli nazionale e globale.26
Il Cardinale Ratzinger - e anche come Papa Benedetto XVI -, con l'inserimento
dell’attività sportiva in un contesto antropologico più ampio, ha cercato di portarla
fuori da un percorso senza uscita come sarebbe considerandola solo come mero
intrattenimento o contrassegnato da una sterile autoreferenzialità. Io stesso sono stato
sorpreso di scoprire che il Santo Padre, nei primi due anni e mezzo del suo
pontificato (2005-2008) ha toccato il tema dello sport in vari modi in non meno di 50
volte.27
24
Cf. Benedict XVI, Message to Cardinal Stanislaw Rylko, President of the Pontifical Council for the Laity, on
occasion of the International Seminar of Study: “Sport, education, faith: a new season for the Catholic sports
movement”, November 3, 2009, in: “L’Osservatore Romano” weekly English edition, n. 46, November 18, 2009, p.5. 25
Cf. J. Ratzinger, Milestones: Memoirs 1927-1977, Ignatius Press, San Francisco 1998, p. 25-26. 26
Cf. l’indice dei temi che si trova nei sette volumi, pubblicati fra il 2005 e il 2008 di “Insegnamenti di Benedetto
XVI”. 27
Cf. Pontificium Consilium pro Laicis (ed.), The world of sport today: field of Christian mission, Libreria Editrice
Vaticana, Vaticano 2006; Pontificium Consilium pro Laicis (ed.), Sport: an educational and pastoral challenge,
Libreria Editrice Vaticana, Vaticano 2008.
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L’allocuzione della Santa Sede su “Valori olimpici”
al XIII Congresso olimpico di Copenhagen, Danimarca
3 Ottobre 2009
Caro presidente e partecipanti,
E 'un onore per la Santa Sede essere presenti a questo 13 ° Congresso Olimpico nella
città di Copenaghen. Questo è un momento storico per noi, in quanto è la prima volta
che una delegazione Vaticana frequenta un congresso del de CIO. Eppure, abbiamo
condiviso un obiettivo comune da quando Coubertin fondò il movimento olimpico
moderno - quello di promuovere l'unità e la pace attraverso lo sport.
" O Sport, tu sei pace!" - scrive Coubertin -." Attraverso di voi i giovani imparano a
rispettarsi l'un l'altro, e, quindi, la diversità dei tratti distintivi delle nazioni, diventa
una fonte di emulazione generosa e pacifica" (Ode allo Sport, in Olimpismo, p .630).
Questa convinzione fondamentale che lo sport "aiuta a stabilire rapporti fraterni tra le
persone di tutte le condizioni, le nazioni e le razze" è stata espressa dai presidenti
olimpici così come dai papi, ed è anche scritto nei documenti stessi del Concilio
Vaticano II (cfr Concilio Vaticano II : Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo, Gaudium et spes, n. 61).
Prima delle Olimpiadi di Pechino, Papa Benedetto XVI ha affermato: "Sto seguendo
con grande interesse questo grande evento sportivo - il più importante e atteso nel
mondo. E auspico di cuore che offrirà alla comunità internazionale un valido esempio
di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto della loro
comune dignità. "(Benedetto XVI, 3 agosto 2008).
Naturalmente, sappiamo che questa capacità di favorire la pace non è mai
automaticamente garantita e dipende dal modo in cui gli uomini e le donne che si
impegnano nello sport promuovono i suoi valori positivi intrinseci, senza farlo
degenerare attraverso la eccessiva preoccupazione per vantaggi materiali o ideologie
di parte. (Cfr. Giovanni Paolo II, 15 maggio 1986).
Per questo, vorrei ribadire la volontà, da parte della Santa Sede a collaborare con il
CIO e le sue associazioni affiliate a tutela dei valori dello sport in modo che le attività
sportive possono essere - in particolare per i giovani - un mezzo per promuovere la
pace e l'unità in tutto il mondo.
Josef Clemens
Segretario del Pontificio Consiglio
per i Laici - Città del Vaticano