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A LASOLANO Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola Anno 3 N°5 Settembre - Ottobre 2008 €. 2,00 (copie arretrate €. 2,50) Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale -70% DCB Mantova all’interno, a pag . 16 e 17: COME ERAVAMO Estate Castelnovese

L'Asolano N°5-08

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Estate Castelnovese all’interno, a pag . 16 e 17: COME ERAVAMO Anno 3 N°5 Settembre - Ottobre 2008 €. 2,00 (copie arretrate €. 2,50) Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale -70% DCB Mantova

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Page 1: L'Asolano N°5-08

AL’ASOLANO Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola Anno 3 N°5 Settembre - Ottobre 2008 €. 2,00 (copie arretrate €. 2,50)

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale -70% DCB Mantova

all’interno, a pag . 16 e 17: COME ERAVAMO

Estate Castelnovese

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Quando ci siamo imbarcati in questa av-ventura avevamo molti dubbi e forse una sola certezza. La determinazione di essere puntuali e di far trovare l’Asolano in edico-la giusto a metà di ogni mese dispari. E que-sto è quello che siamo riusciti a fare fino al numero 2 di marzo-aprile 2008. Dal nume-ro di maggio, purtroppo, le nostre buone intenzioni si sono infrante contro le esigen-ze, ben più importanti, della Ditta Rongo-ni. Un periodo di enorme carico di lavoro ha impedito all’amico Giulio Azzini ed al suo staff di mantenere i tempi di consegna entro le scadenze che ci eravamo prefissa-ti. Tutto ciò ci ha creato non pochi disagi e ci ha imposto una scelta doppiamente dolorosa che abbiamo voluto chiamare “il salto della quaglia”. Dolorosa da un pun-to di vista umano, perchè la tipolitografia Rongoni ci ha permesso di muovere i primi passi, praticamente senza alcun rischio, ac-collandosi parte delle spese e rinunciando ai propri guadagni. Dolorosa anche sotto l’aspetto economico perchè, d’ora in poi, nessuno ci regalerà più nulla e la strada che dovremo percorrere la dovremo fare esclusivamente con le nostre forze. “Il sal-to della quaglia”, gioco che veniva pratica-to dai ragazzi dell’antica Roma, nel gergo popolare, è un modo di dire che si usa, ad esempio, quando un politico passa da uno schieramento ad un altro, per interesse, senza farsi troppi scrupoli. Il detto ha an-che altri significati ma lasciamo sia il lettore a documentarsi. Il nostro “salto della qua-glia” non è dettato da alcun interesse, se non quello di offrire ai nostri lettori una ga-ranzia di puntualità in più, che vuol far rima

con serietà e che, soprattutto, vuol dimo-strare il nostro impegno e il nostro rispetto per chi, ogni due mesi, attende con ansia di leggere un nuovo numero de L’Asolano. Come avrete potuto constatare, la nuova situazione ci ha imposto dei cambiamenti che, si riflettono direttamente sul giornale. Innanzitutto, il prezzo, che abbiamo dovuto aumentare di 50 centesimi, ma che credia-mo sia, almeno parzialmente, compensato dall’aumento del numero di pagine, che sono passate da 28 a 32. Anche il formato, per soddisfare le esigenze dei collezionisti, torna ad essere uguale a quello di prima. Non così come la carta, che è leggermente più leggera. Nel complesso, ci auguriamo che, anche questa nuova edizione pos-sa incontrare il Vostro consenso. La scelta dell’azienda a cui ci siamo rivolti è il frutto di una ricerca che abbiamo effettuato in internet. Si tratta della Gescom di Viterbo che è una delle più grandi realtà, in Italia, nel settore della stampa digitale. Qualcu-no, siamo certi, si chiederà se era proprio necessario andare fino a Viterbo per far stampare l’Asolano. Questa è, secondo noi, la dimostrazione di come internet, abbia av-vicinato clienti e fornitori nel mercato glo-bale, offrendo ai primi maggiori possibilità di scelta ed, ai secondi, molte più opportu-nità di lavoro. La Gescom di Viterbo è, fra le aziende contattate, quella che più di ogni altra ci ha garantito qualità, puntualità e prezzo. Collaborando con essa contiamo di tornare ad essere puntuali e, addirittura, di poter stabilire, fin d’ora, un giorno preciso, sempre quello, per l’uscita in edicola del nostro giornale. Ma le novità non sono fi-

nite qui! In passato abbiamo avuto non pochi problemi con internet tanto che, a volte, ci è stato impossibile rispondere alle e-mail dei nostri lettori. Ora, con il nuovo computer e il nuovo gestore della rete, abbiamo ripristinato il vecchio indirizzo: [email protected] e stiamo progettan-do un sito del giornale www.asolano.it che ci consenta di colmare lo spazio di tempo fra un’uscita e l’altra e, grazie al giornale cartaceo, ed a quello virtuale, di poter of-frire ai lettori più opportunità di contatti e di dialogo. L’asolano virtuale non sarà un doppione del cartaceo ma, secondo le nostre intenzioni, si affiancherà ad esso anche per integrarlo. L’Asolano on line si sostituirà a quello cartaceo soprattutto per i residenti all’estero, che con internet potranno sentire la redazione più vicina e, forse, in futuro, potranno scaricare la propria copia, senza dover sostenere le pesanti spese postali. Da questa nuova ini-ziativa ci attendiamo molto, soprattutto in termini di dialogo con chi ci segue. Da par-te nostra stiamo facendo il possibile per ottenere ulteriori fonti di notizie e conso-lidare il rapporto di fiducia con i lettori.

L’Asolano 5 / 08 Editoriale 2

“Il salto della quaglia”La redazione chiede scusa per il ritardo e per lo strano

formato con cui è uscito lo scorso numero di luglio.Guido Baguzzi

L’Asolanobimestrale

Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola

ANNO 3 - N° 5Settembre / Ottobre 2008

Autorizzazione Tribunale di Mantova N° 2 / 06 del 16 / Giugno 2006

Direttore Responsabile: Guido Baguzzi

Albo Giornalisti N° 110821 e-mail: [email protected]

Direzione e Redazione: Asola (Mantova)

Via Cantarane, 39 - Tel. 338.1516966Sito internet: www.asolano.it

Raccolta pubblicitaria: Dario Compagnoni

Via Garibaldi, 10 - Tel. 340.5958842e-mail: [email protected]

Pubblicità: inferiore al 45%

Stampa: Gescom - Viterbo

Editore: Associazione Culturale “L’Asolano”

Asola, via Pignole, 24Registrata l’11 agosto 2005

Uff. Reg. Castiglione Stiv. N° 3119 / 3

Collaboratori:Annalisa Antonini, Eros Aroldi,

Cristiana Azzali, Marco PeriChiara Bergamaschi, Leonardo Bugada,

Ester Cauzzi, Dario Compagnoni, Egizio Fabbrici, Elia Favalli,

Don Riccardo Gobbi, EOS Piubega,Rosalba Le Favi, Anna Sbalchiero

William Rizzieri, Massimiliano Todeschi,Romano Zucchelli

Attuale Zona di Diffusione:

Asola, Acquanegra, Casalmoro, Casalromano, Castelnuovo,

Casaloldo, Ceresara, Piubega.Tiratura attuale: 1.000 copie

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Ad Asola è arrivato un nuovo ecografo al Pronto Soccorso donato da Mantovabanca. Lo strumento è stato presentato il 25 giugno mattina verso le 11 circa alla presenza delle au-torità comunali e mediche del presidio ospedaliero nella sala del Pronto Soccorso di Asola. Il nuovo ecografo è un My Lab 25 della ditta italiana Esaote tra le migliori del mondo, ed è munito di due sonde (lineare e convex), carrello e stampante, dal costo di 20 mila euro circa, elargito da Mantovabanca. Ha il vantaggio di essere portatile, plurifunzionale, è compatto e soprattutto può aumentare le potenzialità per ogni sonda che si vuole usare. Può individuare patologie vascolari, pleu-riche, addominali, cardiache (infarti o versamenti), lesioni emorragiche d’organo e recentemente anche ossa ad esempio sterno e costole. Il vantaggio sta nell’avere le informazio-ni immediate del paziente che arriva in pronto soccorso, per comunicarle agli specialisti come al cardiologo, al chirurgo, l’internista, al chirurgo vascolare, quello toracico, l’urologo per intervenire con una tempistica più veloce, una procedura insomma, moderna, innocua, ripetibile e a basso costo. Fi-nalmente una buona opportunità, per il Pronto Soccorso, che è stata esaudita grazie all’iniziativa del presidente Romano Solazzi di Mantovabanca che ha saputo accogliere le richie-ste dei medici e metterle in pratica. Purtroppo, Solazzi per ulteriori impegni è mancato alla presentazione dell’apparec-chio, ma è stato rappresentato a suo nome il vice Piero Emi-lio Sbarra con i dirigenti della banca, il sindaco Giovanni Calcina, il Direttore Sanitario di Asola e Bozzolo dott. Raf-faello Stradoni, il responsabile locale ospedaliero del pronto soccorso dott. Pier Angelo Marzi e il personale medico pre-sente dello staff ospedaliero. Tutti concordi nel ringraziare Mantovabanca anche a nome del direttore del pronto soccor-so dott. Mario Luppi (assente per impegni a Mantova), del dono prezioso, non solo per il valore economico e per l’uso che è indispensabile, ma soprattutto perché testimonia il col-legamento e la collaborazione tra la società civile e l’azienda ospedaliera. Mantovabanca infatti da alcuni anni, è entrata nello spirito di soddisfare le richieste di tali iniziative perché crede molto nel localismo che va valorizzato e aiutato per il bene dei cittadini. “Sono felice dell’opportunità che è stata data al Pronto Soccorso di Asola in cui sentivo la necessità quando c’ero anch’io” – ha detto il sindaco dott. Calcina. Il primo cittadino è convinto che la donazione dell’ecografo sarà un passo avanti per quel che riguarda l’ospedale che ha delle potenzialità sia territoriali che di personale competente che sa seguire in modo egregio i cittadini di Asola e del com-prensorio. “Mi auguro però che non succeda” – ha concluso Calcina – “che si mettano primari di Mantova a scavalco e che ad Asola vengano a farsi vedere una volta ogni tanto”. Rosalba Le Favi

L’Asolano 5 / 08 Sanità 3

Donato da Mantovabanca

Un nuovo ecografo per il Pronto Soccorso

Il Sindaco di Asola Dott. Giovanni Calcina durante il suo inter-vento, in occasione della presentazione del nuovo ecografo dona-to da Mantovabanca al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Asola.

Sopra, il test di prova effettuato con il nuovo ecografo. Nella foto sotto un primo piano della nuova apparecchiatura

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L’intera popolazione della zona (circa 70.000 utenti) e, non solo gli asolani, nel febbraio 2004 aveva accolto con grande disappunto, il trasferimento del Reparto Ortopedia a Castiglione. Chiunque intui-va che si era trattata di una scelta politica che, ancora una volta, penalizzava pesan-temente l’Ospedale di Asola, privandolo di un reparto economicamente strategico. (nel 2002 è stato l’unico reparto in attivo di tutta l’Azienda Carlo Poma) Un taglio ingiustificato perchè ha privato il territo-rio che fa riferimento alla struttura sani-taria asolana di un servizio strategico ed ha esposto l’Ospedale ad un forte rischio chiusura, ridimensionamento o privatizza-zione: in tutti i casi una vera jattura per Asola e per l’utenza. Tantomeno, l’ambi-gua ed ondivaga politica aziendale diffi-cilmente consente di essere ottimisti sul futuro riservato al nostro Ospedale. Poi-chè, recentemente, quasi per caso, si è saputo che ad Asola è di nuovo operativo un reparto di Ortopedia, diretto dal Dott. Ettore Mazzei, abbiamo colto l’occasio-ne per intervistarlo. Il sanitario si è pre-stato con molta disponibilità e simpatia a rispondere alle nostre domande. Poichè questo gradito ritorno è inspiegabilmente passato sotto silenzio, crediamo sia utile, attraverso il giornale, informare i nostri molti lettori. D) Dottor Mazzei, quando è tornato ad Asola il reparto? R) A dire il vero il servizio non è mai stato inter-rotto. Si può solo dire che sia proseguito, seppur ridimensionato, sia nel personale

che nel numero di letti. Attualmente, no-nostante esista molto spazio inutilizzato,il reparto dispone di 4 letti ordinari e 2 per il day hospital, mentre il personale è limitato a due chirurghi, oltre al sotto-scritto, il Dott. Danio Ferrarini, bozzole-se, ma proveniente da Volta Mantovana e la caposala Sig.ra Luzzara. Per il resto il reparto si avvale di personale, medico e paramedico dell’Ospedale. D) Quale tipo di attività svolge il reparto? R) A li-vello ambulatoriale facciamo 6.000 pre-stazioni all’anno, tra visite e consulenze al prontosoccorso, con orario: 7, 30-16. Poi vi è l’attività operatoria che occu-pa 4 giorni alla settimana di cui 2 con anestesia totale e 2 locale per comples-sivi 700 interventi l’anno. D) Oggi cosa Vi servirebbe per tornare ad essere un reparto a pieno titolo? R) Certamente sarebbe utile avere in organico un nuovo chirurgo che, nel rispetto delle normati-ve, ci permetterebbe di continuare l’at-tività chirurgica anche quando uno di noi è in ferie e non sarebbe male poter avere l’accreditamento per qualche letto in più. D) Dottor Mazzei cosa si sente di dire agli asolani che nemmeno erano a conoscenza dell’esistenza del servizio di ortopedia? R) La ringrazio per avermi dato l’opportunità di spezzare una lancia in favore del nostro reparto che, pur di dimensioni ridotte, ritengo possa essere considerato un esempio di efficienza e di qualità. 700 interventi all’anno divisi fra due chirurghi lo stanno a dimostrare.

Vorrei, quindi tranquillizzare gli utenti che il nostro reparto, anche per l’espe-rienza del personale è in grado di affron-tare, con sicurezza, diverse tipologie di interventi: Protesi all’anca, ginocchio, spalla, polso, mani. Artroscopia di tut-te le articolazioni: ginocchia, caviglie, polsi. Chirurgia della mano, non solo tunnel carpale, ma anche microchirur-gia, per reimpianti di segmenti minori che richiedano un’equipe adeguata. Ul-timamente ci siamo specializzati anche nell’uso di materiali per sostituire parti di ossa, su misura (custom made) D) Dot-tor Mazzei, qual’è il suo auspicio per il futuro del Suo reparto e dell’Ospeda-le? R) A dire il vero, gradirei un pò più di attenzione per gli ospedali periferici, sua dal punto di vista tecnico scientifico che dal punto di vista economico. Non è detto che le eccellenze esistano solo nei grandi ospedali, ad esempio, qui da noi si potrebbe fare un’attività quali-tativamente valida, in grado di attirare molta utenza anche da fuori provincia. Auspico una maggior collaborazione all’interno di una stessa Azienda, sen-za alcuna sovrapposizione di ruoli e di attività. D) Può spiegare ai nostri let-tori, in forma molto sintetica, in cosa si differenzia l’Ortopedia dalla Trau-matologia? R) L’Ortopedia si occupa di tutte le patologie dell’apparato muscolo scheletrico che comportino un deficit funzionale, mentre la Traumatologia di occupa essenzialmente dell’infortu-nistica, dalle fratture di minor entità, curabili con una semplice ingessatura, a quelle più gravi che richiedono l’in-tervento chirurgico. Prima di conclu-dere, colgo l’occasione che Lei mi of-fre per salutare e ringraziare colui che ha voluto che venissi ad Asola, il Dott. Francesco Piccinini, che stimo come amico e come grande professionista. Dott. Mazzei, la ringrazio a mia volta, anche a nome dei nostri lettori, per la cor-tese disponibilità dimostrata nel rispon-dere alle domande poste da L’Asolano.

L’Asolano 5 / 08 Sanità 4

L’Ortopedia di Asola: un reparto che funziona!

Intervista al Dott. Mazzei

Il Dott. Ettore Mazzei, responsabile del Reparto Ortopedia dell’Ospedale di Aso-la, in sala gessi, con la sua caposala Sig.ra Maria Romana Luzzara, dal 1992 in ortopedia e dal 2000 coordinatrice del reparto.

Dott. Ettore Mazzei, 54 anni, nato a Milano, specialista in ortopedia e chirurgia della mano. Si laurea a Milano nel 1980, conseguendo la specializzazione nel 1985. Ha la-vorato per 15 anni a Paderno Du-gnano come responsabile del ser-vizio di fisioterapia. Ha insegnato per 5 anni alla Scuola di Speciali-tà di Milano, diretta dal compian-to Prof. Edoardo carlo Marinoni. E’ giunto ad Asola nel giugno del 1997 e dal 2004 è responsabile del reparto di Ortopedia. Nel Dicem-bre 2003 ha conseguito presso l’Università degli Studi di Verona un Master di 2° livello in chirur-gia della mano. Coltiva l’hobby delle immersioni subacquee. E’ sposato e vive a Mantova.

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Asola è sede del Gruppo Alpini sin dal lontano 1958, da quando l’indimenticabi-le Franco Galeotti, (sergente alpino, che aveva conosciuto gli orrori della guerra e che, tra mille peripezie era riuscito a “tor-nare a baita”) si era dato da fare per unire un primo gruppo di alpini della zona ed aveva dato vita al Gruppo che il 5 e 6 Lu-glio scorsi ha concluso i festeggiamenti per il 50° di fondazione e quelli per la Sezione di Cremona, nel quale è inquadrato. Oggi conta una novantina di Soci residenti pure nei comuni vicini. Anche se il fiume Chie-se li collega idealmente all’Adamello, essi amano definirsi “Alpini di pianura” senza che ciò faccia ombra ai valori ed alle tra-dizioni del Corpo nel quale, con orgoglio, hanno militato. Laddove il cappello con la penna è abbastanza raro sopperisce l’entu-siasmo, lo spirito di sacrificio, l’intrapren-denza, l’organizzazione ed il lavoro serio:

elementi caratteristici degli Alpini a tuttele latitudini ma che si esaltano tanto più quanto le difficoltà dell’impresa aumentano. Le manifestazioni sono incominciate il 16 Maggio scorso con l’apertura della mostra fotografica “Nulla per apparire, tutto per essere”, mirabilmente curata da Rosanna Viapiana, che ha ripercorso con immagi-ni e documenti i cinquant’anni di vita del Gruppo, squarci della naja alpina, della vita della Sezione e dell’Associazione Nazio-nale Alpini, con particolare riferimento alle Adunate Nazionali. I festeggiamenti sono continuati con il concerto del Coro A.N.A. di Cremona il 17 Maggio tenutosi ad Asola, con notevole successo, nella prestigiosa Sala Consigliare. Sono proseguiti il 2 Giugno a Canneto sull’Oglio, Teatro Mauro Pagano, con il concerto dei Cori A.N.A. di Cremona e “Alte Cime” di Brescia, che si sono meri-tati il “tutto esaurito” e applausi a non finire.

L’incasso di questa serata è stato inte-ramente devoluto in beneficenza. Ed, infine, il clou della Festa: Sabato sera 5 Luglio, nella magnifica cornice di Piazza XX Settembre ad Asola si è tenuto il con-certo della Fanfara Alpina “Valchiese” di Gavardo, che ha richiamato un pub-blico folto ed entusiasta. Il concerto si è concluso con l’Inno Nazionale cantato da tutti i presenti. Domenica 6 Luglio di buon mattino, “ammassamento” presso la Casa degli Alpini. Alle 8.30 cerimonia dell’alzabandiera seguita dalla scoperta della targa che dedica il Piazzale agli Al-pini. Alle 9.00 precise inquadramento ed inizio della sfilata, accompagnata dalla Fanfara Alpina “Star of Alps” di Villa-nuova sul Clisi, presenti i Gonfaloni dei comuni di Asola e Ceresara, con i Sinda-ci di Asola, Ceresara e Piubega, oltre al Cap. Pillitteri, Comandante della Com-pagnia di Castiglione delle Stiviere, e al Maresciallo Comandante della Stazione di Asola. Significativa la presenza delle Crocerossine in divisa, oltre a quella di un Alpino proveniente dalla missione in Af-ghanistan; di Autorità e di una folta rap-presentanza di Associazioni d’arma e di Volontariato, oltre a cinque Labari di Se-zioni e più di 30 Gagliardetti di Gruppo, con numerosi alpini al seguito. Due jeep hanno trasportato i “Veci” non in grado di affrontare il percorso. Hanno completato il corteo lo striscione storico del Gruppo di Asola (Alpini + Amore = Patria) ed il grande Tricolore portato da sei alpini. La sfilata ha percorso le vie della città, inondate dalle bandiere e dai “pavesi” tricolori. Lungo il percorso è stato reso onore ai Caduti presso il loro Monumen-to ed all’80° Fanteria nella piazza dedi-cata a questo glorioso reggimento “man-tovano”. La manifestazione si è conclusa nella centralissima Piazza XX Settembre dove sono stati tenuti i discorsi celebrati-vi e la fanfara si è esibita in un applaudito ed ammirato carosello. Ha fatto seguito la S. Messa in Cattedrale, celebrata dal Cappellano della Sezione Don Pietro Bonometti ed accompagnata da un Coro misto che ha eseguito struggenti e sa-cre canzoni alpine. Alle ore 13 il pranzo presso gli stands della Pro-Loco ed alle 17.30 un commovente ammainabandie-ra sulle note del “Silenzio” impeccabil-mente eseguito dalla tromba del maestro alpino Mauro Sereni che ha concluso una Celebrazione che rimarrà nel cuore e nel ricordo degli Alpini e dei Cittadini di Asola. Il successo della Festa è anche me-rito della grande collaborazione prestata dall’Amministrazione Comunale, in par-ticolare dal Sindaco e dall’Assessore alla Cultura, che hanno mobilitato gli Uffici necessari, Polizia Comunale, Carabinieri, Protezione Civile, Pro-Loco, Autorità ed Associazioni partecipanti, sponsors, tra i quali spicca la Bcc Mantovabanca. A Tutti il sentito ringraziamento del Grup-po Alpini di Asola. Capogruppo Giuseppe Borzi

L’Asolano 5 / 08 Attualità 5

50° Gruppo Alpini di Asolae cerimonia per la dedica del Piazzale agli Alpini

Nella prima fotografia sopra, un momento della cerimonia con la quale il Comune di Asola ha dedicato un piazzale agli Alpini. Nella foto sotto, lo stri-scione che esprime il sentimento che gli alpini asolani nutrono per la Patria.

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Qualche tempo fa ha chiuso, sotto i portici di via Mazzini, per aver am-piamente raggiunto l’età della pen-sione il barbiere Diego Cerutti. Poco prima che ciò avvenisse, L’Asolano ha voluto fotografare l’interno del negozio perchè il suo arredamento rappresenta una bella testimonianza dello stile anni ‘50, che sta diven-tando sempre più raro. Finisce così un’ epoca. Diego Cerutti, classe 1928

aveva iniziato a lavorare nel 1942 da Biancardi a Castelnuovo. Dopo 65 anni di attività, il 31 dicembre 2007 chiude per l’ultima volta il negozio e si ritira. Con il suo negozio scompa-re un altro angolo del ‘900 asolano e forse l’ultima barberia della nostra tradizione, lentamente, ma inesora-bilmente, sostituita dai più sofisti-cati “coiffeur”. Questo ultimo servi-zio è dedicato a chi vuole ricordare.

Il seggiolone che Diego Cerutti usava per tagliare i capelli ai bambini.

Un’altra veduta del negozio evidenzia un altro particolare dell’ arredamento.

L’Asolano 5 / 08 Attualità 6

Con la chiusura, per cessata attività, della barberìa di Diego Cerutti scompare

un altro angolo di novecento.

Castelnuovo di Asola - Via Mantova, 129 - Telefono e Fax 0376 - 74241

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Dopo la prima edizione dello scorso anno, prosegue l’ini-ziativa, promossa dal Lion’s Club “Chiese Mantovano” di Asola, nell’ambito del programma triennale del “Pianeta Giovani”, con il quale questo Club si è impegnato a pre-miare, con una borsa di studio, trenta alunni (dieci ogni anno) delle locali scuole medie. Il tema proposto quest’an-no aveva un titolo invitante: “Come sarò tra vent’anni?- Speranze, timori, prospettive” e nello svolgimento dei ra-gazzi che, numerosi, hanno partecipato alla prova, non ha certo fatto difetto la fantasia. E’ emerso un quadro ricco di idee di una gioventù figlia del proprio tempo, forse un po’ condizionata dagli stereotipi dei media ma, in buona parte, anche con i piedi saldamente a terra, espressione di una concretezza ben augurante per i futuro di questi gio-vani. La cerimonia è stata introdotta da Dario Galliera, Cerimoniere del Club, che ha subito dato il benvenuto ai giovani protagonisti, ai loro genitori, ed ai loro insegnan-ti, senza la cui fondamentale collaborazione non avrebbe potuto aver luogo il concorso. Un particolare benvenuto ha salutato la prof. Francesca Zaltieri che, nella veste di As-sessore alla Cultura, ha portato il saluto dell’Amministra-zione ed ha garantito una maggior ufficialità alla manife-stazione. Un particolare saluto anche alla Sig.ra Antonella Grillo, neo Presidente dell’A.Ge., l’Associazione Genitori,

che ha patrocinato l’iniziativa, ed ai rappresentanti della stampa locale che, con sensibilità, contribuiscono a dare visibilità a queste iniziative. Una Commissione ha letto e giudicato tutti i temi partecipanti, stilando la classifica, alla quale il Presidente dei Lions, Sig. Carlo Carasi si è attenuto per effettuare le premiazioni che hanno visto 1° Classificata Francesca Ongarini: Premio €. 225 - 2° Classificata Vittoria Scaglioni: Premio €. 175 - 3° Clas-sificata Federica Davolio: Premio €. 125. Seguono, poi, tutti a pari merito, con un premio di €. 60 ciascuno, i seguenti ragazzi: Andrea Mutti, Simona Compagnoni, Alessandra Sherchuk, Marco Chiari, Valentina Da-niel, Giacomo Biondelli ed Alessandra Varone.

L’Asolano 5 / 08 Attualità 7

Lions Club: premiati i dieci migliori temi degli alunni

delle scuole medie di Asola

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Pochi giorni prima di finire l’impagina-zione del giornale è giunta in redazione una e-mail il cui mittente ci invitava alla divulgazione, come per una sorta di cate-na di Sant’Antonio. Questa e-mail trat-tava un argomento sorprendente di cui, evidentemente, ci era sfuggita la notizia, quando fu pubblicizzato, qualche anno fa. Così, dopo aver effettuato una breve ricerca in rete, è subito emersa una verità inquietante ed interessante al tempo stesso.Da alcuni anni, ormai, un ingegnere fran-cese, Guy Negre, già progettista di moto-ri da Formula Uno, che ha lavorato anche per la Scuderia Williams, ha inventato un motore ad Aria compressa che consentiva al grossolano prototipo su cui era stato montato di raggiungere i 110 Km ora-ri con una autonomia di 200 km, ad un costo di soli 0,77 Euro per 100 km. Ma, quel che più conta, dagli scarichi di questo motore, assolutamente silenzioso e senza alcuna vibrazione, usciva esclusivamen-te aria ad una temperatura di -20°C. Aria fredda che, in parte potrebbe essere utiliz-zata per il climatizzatore ma, comunque solo aria e non monossido di carbonio, polveri sottili o altri veleni di questo gene-re che, invece caratterizzano le emissioni inquinanti degli attuali motori a scoppio.

automobilisti, obbligati a pagare per un li-tro di benzina poco meno di 3.000 lire, e di milioni persone, in tutto il mondo, condan-nate a respirare le schifezze che escono da-gli scarichi degli attuali motori a scoppio. Ma volete vedere che qualcuno non vuole che si abbandoni l’uso del petro-lio? Chi avrà interesse a lasciare tutto come stà e a far credere che il petrolio è indispensabile quanto l’acqua?E l’inventore Guy Negre? Ne parla il sito vinnux.worldpress.com <Il nostro uomo è stato intervistato recentemente, ma ha risposto in modo molto evasivo, dice che, in termini di sicurezza, l’auto lasciava un pò a desiderare...> eppure, il progetto era talmente avanzato che era già stato fissato nel 2006 il lancio ufficiale della vettura ad aria compressa sul mercato.

Una lettera davvero speciale

Quando il proprio lavoro è apprezzato da chi se ne intende fa sempre piacere anche se, a pubblicare una lettera di elogi, si ri-schia di apparire vanitosi. Non è per vani-tà che mi sento di farlo con questa lettera, ma per rendere omaggio al suo autore, il giornalista, scrittore, Gherardo Gentili, ex Redattore di “TV Sorrisi e Canzoni” e per nove anni direttore del mensile “Tutto”, un personaggio di spicco del giornalismo milanese, fino al 2000, ed autore, fra l’al-tro, del romanzo “La favola di Narciso”. Per conoscere meglio il romanzo ed il suo autore: www.gherardogentili.comL’Asolano lo ringrazia e si onora di poterlo annoverare fra i suoi lettori ed estimatori.

Milano, 28 agosto 2008

Caro Collega, da tempo volevo e dovevo scriverti per ringraziarti... Ringraziarti per più ra-gioni. Hai dato modo di collaborare ad Egizio e i suoi ricordi sono dei piccoli gioielli. Mi hai dato modo di conoscere “l’Asolano” ed è un grande gioiello. La rivista è bella, ricca, completa, ottimi ar-ticoli, ottime notizie, rievocazioni, ricordi, informazioni. Ci si sente la vita di una pic-cola città, con i suoi abitanti, le attività, i problemi, le imprese, i personaggi del presente, del passato e anche dell’avve-nire. Penso alla piccola città di Thorton Wilder. Là un cimitero, qui la vita! Là i morti, sia pure poeticamente espressi; qui i vivi poeticamente e realisticamente vis-suti. Tu sei il “regista” e il tessitore. Tu interpreti, coordini, dirigi proprio come il conduttore di una grande orchestra. Sei bravissimo. E hai il dono di rendere ogni cosa chiara, cordiale, accessibile a tutti. Sai, quel grandissimo giornalista ame-ricano diceva: “Se non si riesce a farsi intendere anche dal lattaio dell’Ohio non si è veri giornalisti!” Il lattaio dopo una giornata di lavoro, deve poter prendere in mano il suo giornale, leggere e capire tutto, proprio tutto, dalla prima all’ultima riga. Così è “L’Asolano” Ti ringrazio an-cora e ti abbraccio. Tieni duro! Gherardo Gentili

L’Asolano 5 / 08 Attualità 8

A proposito di caro petrolio...

Che fine ha fatto Eolo, l’auto ad aria compressa?

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Asola (MN) - Viale Belfiore, 3 -Tel. 338 - 2903995

Il prototipo di questa straordinaria vettura fu presentato al Motor Show di Bologna del 2001 ed, in quell’occasione, suscitò gran-de scalpore perchè “Eolo” era davvero una vettura rivoluzionaria. In seguito, grazie alla sperimentazione ed ai successivi migliora-menti meccanici e stilistici, avrebbe potuto svincolare il mondo dalla attuale dipenden-za dal petrolio ed, in pochi anni, anche i valori di inquinamento nelle nostre città, si sarebbero potuti ridurre drasticamente.A dimostrazione che il progetto era già molto avanzato, nel 2003 avrebbe dovuto iniziare la produzione, in Italia, la fabbri-ca di queste vetture. Erano già stati assun-ti 70 dipendenti, ma, improvvisamente, ed inspiegabilmente, tutto fu sospeso. Ad oggi, della fabbrica non si sa più niente, salvo che tutti i dipendenti sono finiti in cassa integrazione, insieme ai sogni di tanti

L’ingegner Guy Negre fotografato a fianco di un altro prototipo di auto ad aria com-pressa, dalla linea più definita e accattivante

Chi volesse farsi male, ed approfondi-re l’argomento, può cercare su internet “Guy Negre”, oppure, oppure “Eolo”.Se è risaputo che sono il Potere e gli in-teressi economici a governare il mondo, almeno, ci venga risparmiata l’ipocrisia!

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Fabiana Luperini, la toscana campionessa d’Italia, mentre si lascia fotografare dal no-stro direttore prima del via. Il sorriso della Luperini e la scelta del direttore di fotogra-fare solo Lei in primo piano sembrano essere i segnali premonitori di quella vittoria fina-le che, dopo nove tappe molto combattute, Fabiana riuscirà ad aggiudicarsi con ampio margine sulle sue avversarie. (foto L’Asolano)

L’Asolano 5 / 08 Attualità 9

Le foto di un’evento per nulla pubblicizzato

Dalla piazza di Asola la partenza del Giro d’Italia femminile

Distributore automatico di latte crudo in cascina

Asola - Azienda Agricola dei fratelli Brignani - Cascina San Francesco Ziacchi Via Bonincontri Longure (a circa 300 metri dopo il Cimitero)

SICURO: per vendere il latte crudo l’azienda deve superare i rigidi e frequenti controlli dell’ASL

Il latte crudo è più NUTRIENTE del pastorizzato in quanto senza questo processo rimangono intatti tutti i principi nutritivi

E naturalmente il latte appena munto è molto più BUONO!

1 euro per 1 litro

Per apprezzarne tutto il suo antico sapore

Non dovete bol lir lo!

3° anno di attività

Nella foto a destra il Sig. Redini mentreporge un dono a Marta Bastianelli, lacampionessa mondiale, recentemente al centro di una strana vicenda di doping che le ha impedito di partecipare alle Olimpiadi di Pechino.Nell’immagine a sinistra è fotografato il momento della partenza.

Sotto, Ggli assessori Giovanni Sarzi Amadè e Francesca Zaltieri sul palcocon l’olandese Van Poppell, in magliarosa, dopo il cronoprologo in notturnadi Mantova, della sera prima.

La foto sotto ritrae la signora “Cily”,intenta ad osservare il passaggio delle cicliste, dal suo balcone di casa,subito dopo la partenza, mentre il gruppo sta percorrendo via Libertà, diretto in provincia di Rovigo, per l’arrivo della prima tappa.

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Il pane è l’alimento antico della nostra ci-viltà. Il cibo che più di ogni altro ha segna-to la storia dell’uomo e che rappresenta la base della sua alimentazione. Purtroppo l’industrializzazione ha tolto al pane molti dei suoi valori nutrizionali e, addirittura, ne ha modificato anche il gusto. Vi sono però ancora dei forni artigiani, come quel-lo dei Guarneri, ad Asola, in via Toti, 7/9 Tel. 0376-720420 che ripropongono alla propria clientela il buon pane della tradi-zione (non solo locale), prodotto nel rispet-to delle antiche ricette e con ingredienti caratteristici di qualità superiore. Nulla a che vedere con il pane standardizzato che si trova al supermarket e ad un prezzo che non giustifica la rinuncia a mangiar sano, con il gusto di una volta. In questa pagina vi presentiamo solo alcuni dei tanti tipi di pane prodotti da questo forno.

Il pane tipo Toscano, che si differenzia dall’originale per la presenza di sale nella ricetta. Questo lo rende più adatto al gusto locale. Buona la sua durata di conserva-zione, senza condimenti nè grassi.

I Nidi d’ape sono un pane morbido di fa-rina di semola rimacinata proveniente da Altamura, che va consumato fresco.

L’ Etrusco è un tipo di pane dal gusto ca-ratteristico, prodotto con 5 diverse farine: semola, orzo, frumento, farro, avena più la giusta quantità di latte che serve per am-morbidirlo

La Ciabatta naturale è un pane prodotto con lievito naturale, molto friabile e dige-ribile, dal gusto antico.

La Tartaruga è un pane morbido, prodot-to con farine di frumento, mais e avena di tipo 0. Presenta una crosta friabile dal ca-ratteristico disegno che ricorda il guscio di una tartaruga.

I Semi dolci sono piccoli panini mono dose morbidi, al latte e zucchero, indicati nelle prime colazioni, merende. E’ un pane che può anche essere utilizzato come stuz-zichino nei rinfreschi o nelle cerimonie. Si abbina sia con i gusti dolci che salati.

Gli Sfilatini sono un pane comune di for-ma allungata, molto apprezzato dalle pa-ninoteche perchè, avendo la proprietà di esaltarne i sapori, si sposa ottimamente con gli affettati, dal salame a prosciutto, dallo speck alla mortadella, ecc. Lo sfilati-no è il classico panino da pick nick, giusto nelle dimensioni e nel sapore.

La Baguette è il classico pane della tra-dizione francese, pur senza raggiungerne la lunghezza, con poca mollica. Il for-no Guarneri lo presenta con la variante dell’aggiunta di semi di vario tipo per ca-ratterizzarne il sapore.

I Ferraresi sono un pane all’olio dalle forme diverse e divertenti, caratteristica che lo fa divenire un pane ornamentale, particolarmente adatto e richiesto per im-bandire le tavole nei giorni di festa. la sua forma può variare anche a seconda delle festività. Per Natale, ad esempio, lo si può trovare a forma di pino, ecc. E’ un pane che può essere consumato anche il giorno dopo senza che il gusto ne risenta.

Per ultimo, ma non per importanza, ab-biamo lasciato il pane Integrale, di vari tipi, tutti prodotti con farina di crusca. Questo genere di pane, che può favorire la buona funzionalità intestinale, a buon ragione, può essere definito un alimento dietetico. fra gli integrali, in prima fila il tipo ai cinque cereali preparato con farine di soia, sesamo, miglio, lino ed orzo che racchiudono in sè le stesse caratteristiche alimentari di quei cereali e si distinguono per l’alto tenore di fibre e per il gusto pie-no e gradevole. Altro pane, sempre della famiglia degli integrali è quello ai semi di girasole che presenta le stesse caratteristi-che dietetiche dell’integrale ma si diffe-renzia per un gusto ancor più gradevole. Potrete trovare questo ed altro pane dal Forno Guarneri, ad Asola, in via Toti, 7/9

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Il pane del forno Guarneri

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Per i più giovani, il nome Massimo Ge-nevini dice poco. I quaranta-cinquantenni ricordano per lo più il Genevini commer-ciante. Per chi, invece, ha superato i sessan-ta il nome di Massimo Genevini è stretta-mente legato all’epopea motociclistica, che negli anni ‘50 aveva stregato gli asolani e aveva fatto di Asola, “una terra di cam-pioni”. Ernesto Genevini, il padre, Renzo Genevini, il fratello, ma anche Gaetano Biondelli, Francesco Nosari, Enzo Tor-reggiani, furono i nomi più in vista di quel-lo sport motociclistico che non era ancora uscito dal pionierismo. Fra tutti, Massimo Genevini fu il campionissimo, secondo in provincia solo ad un certo Tazio Nuvola-ri. Pilota ufficiale della MV Agusta, corse per quasi dieci anni sui circuiti di tutto il mondo, fino a quando, per raggiunti limiti d’età, lasciò il posto ad un altro giovane

emergente che non ha bisogno di presen-tazioni, il fuoriclasse di Lovere, Giacomo Agostini. Fu allora che, lasciati i bolidi da 200 Km/h tornò a gestire il negozio che, al pari dei motori fu, tradizione di famiglia e l’altra sua grande passione. La storia di Massimo Genevini inizia quando, da gio-vane, insieme alla barba, sentiva crescere dentro di sè la vocazione per il rischio e la velocità. A quei tempi, con quelle moto, era forse il rischio a prevalere sulla veloci-tà. Ma il nostro campione non si tirò certo indietro, nemmeno quando, agli inizi della carriera, furono più le delusioni a segnare le sue tappe verso il successo. Poi, però, dopo aver concesso alla “gavetta” tutto ciò che fu umanamente possibile, iniziò ad imporsi all’attenzione di appassionati e tecnici, fino a quando, nel 1955, firmò il contratto ufficiale con la MV Agusta che

lo consacrò fra i grandi centauri italiani, il più grande mantovano di sempre, dopoTazio Nuvolari. In questo articolo non vogliamo ricordare le tappe della sua pre-stigiosa carriera ma, più semplicemente, la sua figura di sportivo, di uomo, di padre affettuoso che l’8 ottobre 1981, 27 anni fa, con la sua morte prematura, ha lasciato un grande vuoto nella sua famiglia, ma anche in tutti coloro che lo avevano ammirato come grande centauro.

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A 27 anni dalla scomparsa, avvenuta l’ 8 ottobre 1981

“L’Asolano” ricorda Massimo Genevini l’ultimo dei grandi centauri mantovani

Merceria di Corina Casali

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ASOLA(A fianco del Teatro Sociale)

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psicologa e psicoterapeuta

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Nella foto più grande Massimo Genevini è alla partenza del Gran Premio di Spa-gna, valido per il Campionato Mondia-le, dove si classificò IV°; Nella foto in alto, un passaggio da Piazza xx Settem-bre, nel 3° Circuito di Asola del 1951. Qui sopra, Massimo Genevini in sella ad una moto ufficiale della MV Agusta.

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attrezzature e della sensibilità tecnica indispensabile: tutte doti che caratterizzano lo storico marchio Tartarotti il cui titolare, Omar Clemente, valido esponente della quarta generazione di questa famiglia di bravi fotografi, da tempo produce ottime foto di moda. Occorre poi fare un’altra considerazione di tipo logistico,perchè disporre di simili eccellenze

Le capacità creative di due giovani e bravi professionisti hanno convinto una multinazionale del calibro di Schwarzkopf Professional a realizzare un importante servizio

fotografico proprio ad Asola. Set fotografico in via Mazzini, una bella modella; l’hairstylist Stefano, Selfy ed Omar Clemente

sono state le componenti di questo servizio fotografico le cui immagini migliori saranno pubblicate da prestigiose

riviste internazionali del settore. Grazie alla gentile concessione dell’Azienda tedesca siamo in grado di proporvi,

in esclusiva un’anteprima riservata ai lettori de L’Asolano.Ma, a questo punto resta da capire come sia stato possibile

Malcisi Coiffeur per Schwarzkopf Professional

Importante servizio fotografico realizzato grazie alla collaborazione

fra l’equipe dei Malcisi ed il fotografo asolano Omar Clemente

che dalla piccola realtà asolana, sia stato possibile ottenere risultati di rilievo interna-

zionale. Lo abbiamo chiesto a Stefano Malcisi coordinatore del progetto. < Le aziende sono alla continua ricerca di nuove immagini moda

capelli. Le riviste del settore sono sempre più selettive nella scelta delle immagini.

Per ottenere delle foto “pubblicabili” non basta fare delle buone acconciature ma è

indispensabile essere affiancati da uno studio fotografico specializzato in servizi

professionali, dotato delle necessarie

in Asola, ci ha consentito di sfruttare al meglio anche il nostro logico affiatamento, che si è concretizzato in un ottimo lavoro, interamente “made in Asola! “. Infine, occorre ricordare che il salone Malcisi Coiffeur è inserito nella top hair stylists Italia (i migliori 350 saloni italiani) e, per questo motivo, è frequentato da numerose modelle professioniste che, quan-do possibile, si prestano volentieri a queste brevi sedute fotografiche che, senza dover sostenere i lunghi e faticosi spostamenti in città, sono del tutto rilassanti.>

L’Asolano 5 / 08 Moda 12

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S.Remo 1961. Mina partecipa al Festival con la canzone “Mille bolle blù” in coppia con Jenny Luna. Mina arriva a S.Remo con la fama della diva, e da diva si comporta. Bella alta e altera, non parla con nessuno che non sia del suo seguito, snobba i fo-tografi. Lei ha già il suo fotografo personale, ma i fotografi non snobbano Lei, anzi non la mollano un momento e ogni volta che esce dall’albergo sono inseguimenti che regolarmente finiscono a Bordighera, dove si reca ogni giorno per far visita all’atelier del mitico Baldan, il coiffeur della Milano bene con “atelier” in via Montenapoleone, venuto apposta da Milano per lei. E quando c’è Lei l’atelier resta chiuso al pubblico e tutti sono al suo servi-zio. Fare foto all’interno era praticamente impossibile... se non si hanno amiche nello staff del celebre parrucchiere. Ma, si dà il caso che, quel “diavolo” d’un Egizio, conoscesse proprio una ra-gazza di quello staff. Così, seppur un pò sfuocata, ma alla faccia di chi sottovalutava le mie infinite risorse, una foto ci scappò lo stesso! Ah, quel S.Remo! Mina non ebbe molta fortuna, anzi ar-rivò dietro alla sua rivale (?) Milva. E al Festival non ci tornò più.

* * *Clinica Mangiagalli di Milano. Un esercito di “paparazzi”era in attesa del lieto evento. Stava per nascere il figlio della “tigre” di Cremona, Massimiliano detto “Paciughino”. Mina era già rico-verata da alcuni giorni. L’esclusiva l’aveva il suo fotografo per-sonale, perciò niente fare. Allora con un mio collega ci siamo ve-stiti da infermieri (con la complicità di un vero infermiere che ci ha fornito i camici) abbiamo bussato alla stanza dove c’era Mina, io con un mazzo di fiori in mano, il mio collega dietro, con la macchina fotografica pronta a scattare, quando si sarebbe aperta la porta. La porta si è aperta ma dietro c’era un “marcantonio” che faceva la guardia del corpo: attimo di panico… e fuga precipito-sa. Comunque, di foto ne abbiamo fatte tante, tutti i giorni, pur-troppo non a Mina, ma a…Corrado Pani, il futuro papà, (attore, compagno di Mina e padre di Massimiliano) mentre entrava in clinica con grandi mazzi di fiori! Però prima del ricovero di Mina ho fotografato la stanza dove sarebbe stata ricoverata escogitando un trucco. Ho convinto una mia amica a legarsi un cuscino sulla pancia e a mettersi un vestito largo, per sembrare incinta. Siamo entrati alla Mangiagalli come marito e moglie, chiedendo di ve-dere una stanza per il ricovero, poi con una mancia all’infermie-ra che ci accompagnava abbiamo chiesto qual’era la stanza che avrebbe ospitato Mina in attesa del lieto evento. Siamo entrati, ho fatto mettere la mia amica in diversi punti, vicino al letto, sedutain poltrona e persino in bagno. Ho incominciato a scattare foto. Poi siamo usciti con indifferenza, ringraziando. Avevo fotogra-fato solo la stanza ma, come si usa dire dalle mie parti, pütòst de gnènt l’è mei pütòst! Così, ho venduto quelle foto (pagate bene)! ad un settimanale che le ha pubblicate come un’esclusiva! Sei anni più tardi mi sono rifatto fotografando Mina, che accompagnava “Paciughino” al suo primo giorno di scuola a Lugano. Avevo sa-puto che in Svizzera le scuole cominciavano 15 giorni prima che in Italia; cosi partii per Lugano, convinto di trovare il solito nugo-lo di fotografi, invece mi ritrovai solo con un fotografo svizzero. I fotografi italiani arrivarono solo 15 giorni dopo, quando apri-vano le scuole… ma in Italia. Era come avessi avuto l’esclusiva.

Mina si lasciò fotografare tranquillamente, in mezzo alle altre mamme e ai bambini che facevano un baccano infernale. Massi-miliano spaesato e… terrorizzato si aggrappava alle gambe di sua madre. Al termine Mina, molto gentilmente, mi chiese se potevo farle avere qualche foto con il bambino (in quel momento ho pen-sato che anche lei era una mamma e non più la Diva). Così “ruffia-namente” le regalai una ventina di foto 24x30 per attirarmi le sue simpatie. Fu un buon investimento perché mi fruttò un servizio fotografico alla famosa “Bussola” di Viareggio dove Lei, in una memorabile e indimenticabile serata, cantò per l’ultima volta in pubblico, prima di ritirarsi dalle scene. Correva l’anno 1978 !

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Quando una nasce diva: MINA!Aneddoti tratti dai ricordi del fotoreporter asolano

Egizio Fabbrici nel mondo dei VIP

Egizio Fabbrici

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Correva, anzi, danzava l’anno 2006 quan-do, grazie alla passione trascinante di Pao-la Treccani, si è costituito il primo nucleo di quella che, in seguito sarebbe diventata la “Compagnia asolana di danze etniche”. All’inizio, nessuna delle aspiranti danza-trici aveva un’idea precisa di cosa avrebbe dovuto fare. Solo la grande professionalità dell’insegnante che, con pazienza, ha sa-puto plasmare ed entusiasmare il gruppo, ha fatto in modo che le nostre “signore” superassero le inevitabili difficoltà di un percorso non sempre facile. Sotto la sua sapiente guida il gruppo è cresciuto, si è modificato ed è maturato in affiatamento e...complicità. Conoscere ed imparare tan-te danze, tanto diverse fra loro, originarie dei più svariati paesi del mondo (l’attuale repertorio della Compagnia include circa 50 danze tradizionali di Russia, Romania,

Francia, Irlanda, Scozia, Turchia, Croazia, Macedonia, Moldavia, Messico, Israele, e così via) ha, sicuramente, contribuito ad arricchire culturalmente le nostre danzatri-ci, consentendo loro di comprendere me-glio le tradizioni di quei popoli. La prima esibizione pubblica risale al giugno 2006. Superata la prova, non senza emozione, al gruppo sono arrivate le prime richieste di esibizioni, accolte con entusiasmo, maanche con qualche comprensibile timore. Una festa del Lion’s Club; il carnevale in piazza; una festa country alle Colom-bare; un’esibizione alla Casa di Riposo, un’altra per la fiera dei morti e succes-si- vamente in occasione del Mercatino di Natale. Più recentemente, le tournée fuori paese, a Canneto, per la lunga not-te dei musei e a Vescovato, per la festadell’Oratorio. Ormai, rotto il ghiaccio,

le nostre danzatrici si considerano ormai delle veterane (!!) soprattutto dopo aver avuto l’imprimatur dai “Ritminfolk”, un affermato gruppo di danze folclori-stiche di Rezzato, che hanno accettato di danzare con noi a Canneto. Ormaila Compagnia asolana di danze etni-che “Semplicemente danzando” è lan-ciata e, conoscendo la serietà con cui si preparano le nostre amiche, siamo certi che proseguirà il suo cammino in un crescendo di impegni e di sod-disfazioni. In conclusione, un appel-lo per invitare altre persone ad unirsi al gruppo, sia per puro divertimen-to che per sperimentare il benessere psico fisico che questa attività ga-rantisce a chi la pratica. A chi fosse interessato, il gruppo si ritrova ogni lunedì sera, al n°4 di via Virgilio. Per ulteriori informazioni: 347-4111064

L’Asolano 5 / 08 Attualità 14

La Compagnia di danze etniche“semplicemente danzando”

festeggia i primi due anni di attività

El dutur

Eugenio Ziachi l’erǻ l nòst dùture quant a olte endae a fam visità,che me piasiǻ de pö l’erǻ la portǻbiancǻ, smaltadǻ, coi veder smerigliàt.

Miǻ cume al Löch che ghiem le cadenaserösne e le porte tote scantunade,coi surighì che andaǻ aanti e ‘ndrée, dele olte, i te pasaǻ ‘n söi pé

Al Löch el gniǻ con de na Topolinoquant gherǻ bel con de nǻ bicicletǻ,le done ‘ncontrǻ le ghe ‘ndaǻ en sö l’erǻ“Prego dutur fo stradǻ sö de surǻ”.

E apenǻ ‘l nono ‘l ghe sintiǻ la uspariǻ per verǻ che ‘l stàes za benulì,che ‘n urǻ primǻ siem squase za decìsde ciamà ‘l pret a purtà l’Estremǻ Unsiù.

E ‘n banda al let gherà ‘l portacadì con la salvietǻ, chelǻ delǻ dotǻ,e la saunetǻ, miǻ chel de bugadǻ “Dutur se comude sel völ laas le ma”.

E po là ‘n stalǻ töti i sé ‘nmuciaǻZiachi, me pader, i zii e pó i malghes,e là de ache e de tera i discuriǻe dopo ‘n pès “Ma Dio che go de endà”.

E ‘ntant che lü ‘l partia lonch al stradèlamò là töti i_erǻ ‘n sö ‘l restèl.“Che braǻ persunǻ, le amó n’agriculturel ga studiat sensǻ muntà sö ‘n scragnǻ”.

“Va be ma adess püdomi ‘ndà a senà?L’è umenti scür e pó go na gran fam,vardé che’ l nono urmai l’è za guaritl’è belǻ a taulǻ chel tastǻ ‘l cudighì”.

Adés l’Eugenio l’è là con la so Theǻchel girǻ en ciel col spulvirì maròn,e ‘l vardà ‘n z”ó, i camp e le sò stale i sò pütei e töti i sò malàt.

Eros Aroldi Asola, Febbraio 2005

Terme in CittàAsola, via Libertà, 51Telefono: 0376 720777

€. 10,50

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OCCASIONI IN SALOTTO

Forti sconti su tutti i salotti esposti

più o meno impegnative. Ogni anno, infine, senza esserne obbli-gata, la nostra Società Sportiva, poichè partecipa a cicloraduni o gare promosse da altri Sodalizi, si sente in dovere di ricambiare organizzando, anch’essa, manifestazioni simili. Questo è lo spi-rito che anima il mondo cicloamatoriale e sul quale si basa la sua continuità. Per assolvere a questo impegno morale, sin dai primi anni, abbiamo proposto alcuni cicloraduni tra cui il più importan-te Cicloraduno Nazionale (2° settore), svoltosi il 27/5/1979 che, malgrado la pioggia incessante, ha visto la partecipazione, di ol-tre 650 concorrenti. Per il settore agonismo, ai primi di settem-bre, si organizza il “Gran Premio Città di Asola”, manifestazio-ne su strada, giunta alla 30^ edizione, che da 27 anni associa il “Memorial Ivanoe Moscati” in ricordo di uno dei più generosi e disinteressati collaboratori che il Ciclo Club abbia mai avuto. Ogni anno, inoltre, nel nome del nostro Sodalizio, si svolgono, con la nostra collaborazione, anche manifestazioni in località vicine, come la gara di Mountain Bike, ai Barchi, “Su e Giù dagli Argini del Chiese”, giunta ormai alla sua decima edizione. Il Consiglio Direttivo, in carica sino al 25/10/2011, è composto da: Presiden-te: Afro Lorenzin - Vice Presidente: Giuseppe Cerini Segreta-rio: Marco Ongarini - Consiglieri: Piero Battisti; Mauro Cat-tani; Gianni Pezzini; Lino Rossi; Andrea Sandrini; Pierluigi Saporito; Vito Sergi; Bruno Simoni; Graziano Visini; Direttore Sportivo: Claudio De Letteriis; Revisori dei Conti: Cesare Ga-varini e Alessandro Verdi; Resp. Magazzino: Giorgio Ongarini.

Narrano le cronache specializzate che alle ore 21 del 15 Aprile 1977 nasceva, presso il Circolo ACLI di via Garibaldi, il Ciclo Club Asola, una società ciclistica amatoriale, con lo scopo di dare un tetto a tutti gli appassionati delle due ruote. Inizialmen-te, il Gruppo Ciclistico prese il nome dagli sponsor, “Trasporti Ferrari”, e poi “Trasporti Ferrari e Mobili Zucchelli”. Suc-cessivamente, e per lunghi anni, grazie alla appassionata genero-sità della pluripresidente Antonella Zucchelli, il gruppo adottò il nome “Mobili Zucchelli”, denominazione con la quale si fece conoscere, ammirare e talvolta invidiare, sia in campo turistico che agonistico. Dal 20 Gennaio 2001, con l’ingresso nel sodalizio di nuove leve, si adottò Statuto, adeguato alle nuove normative e regolarmente registrato, a norma del D.L. 460/1997. Ciò permise di trasformare il gruppo in A.S.D. (Associazione Sportiva Di-lettantistica) che assunse la nuova denominazione di “ASD Ci-clo Club Asola”, con affiliazione all’UDACE - CSAIN (Unione degli Amatori Ciclismo Europeo - Centri Sportivi Aziendali ed Industriali) le cui finalità di promozione sportiva e sociale sono riconosciute dal Ministero dell’Interno e dal C.O.N.I. Fra i fon-datori del Gruppo Ciclistico originario vanno ricordati, Angelo Bellini, Franco Merlo, Giovanni Giacobbi, Afro Lorenzin, tutti “atleti” della categoria “merenderi”, che riuscivano a per-correre fino a tre/quattro chilometri con un solo bicchiere di vino per compensare le damigiane di sudore versato durante ore di “intensa” fatica. Per il rinato ciclismo asolano non mancarono le pessimistiche previsioni di breve e tribolata vita, delle solite Cas-sandre, smentite dagli oltre 31 anni di serena e tenace coesistenza associativa. Dall’iniziale dozzina di tesserati che, in 24 anni di at-tività, non superò mai i 30 iscritti, con la trasformazione in “ASD Ciclo Club Asola” il contributo di più sponsor e, grazie all’ap-passionato impegno del Presidente Mauro Cattani, il numero di iscritti al Club è salito fino a raggiungere e, talvolta a superare, le attuali 70 unità. Per un certo periodo, il gruppo sportivo ebbe an-che una doppia affiliazione, all’Udace e alla FCI. Con quest’ul-tima iscrizione si voleva avviare al ciclismo “maggiore” alcuni giovanissimi di belle speranze. Tra questi Matteo Laurenzi, ar-rivato tra i dilettanti, col Pedale Castelnovese e Roberto Gan-dellini, con la Cerealcoop Cremona, mentre Maurizio Piafrini scelse di ritornare cicloamatore Udace, dopo esser stato un buon Junior FCI, con il GS Casaloldo. Ricordiamo che i nostri “atleti” si sono sempre preparati in maniera seria, tanto da poter affron-tare, nel corso degli anni percorsi assai impegnativi, come la vi-cina salita sul Monte Maddalena, a Brescia; o quelle ancor più famose del Ghisallo, Cima Rest, Capo Mele, Capo Cervo, Capo Berta, San Marino. Con la coppia Paolo Alampi e Francesco Cottarelli, sono state affrontate anche alcune trasferte a lungo raggio, come quelle di Capo Passero, in Sicilia; di Lourdes, in Francia; di Santiago de Compostela, in Spagna e di Fatima, in Portogallo. Francesco Cottarelli, inoltre, si è reso protagonista di un’impresa fuori dal comune, pedalando in solitaria fino al Circolo Polare Artico. Attratti dall’esperienza nelle “Gran fon-do”, i più allenati ed avventurosi tra i nostri portacolori, hanno affrontato le fatiche della Nove Colli, o della Matildica ed alcuni altri percorsi di questo genere, sempre con risultati lusinghieri, se si considera che, in questi casi non è importante vincere o classi-ficarsi, ma partecipare e portare a termine la prova! Fra le attività del Club, sono diventate, ormai, una tradizio-ne, le escursioni sociali che si ripropongono la “conquista” di alcune delle cime famose delle nostre Alpi come i Quattro Passi, il Gavia, lo Stelvio, ma anche altre cime di buon nome

L’Asolano 5 / 08 Sport 15

Il Ciclo Club Asola:31 anni senza sentirli

ASOLA - MN - Viale Stazione, 33Tel. 0376 - 710410

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Dall’Archivio del Sig. Franco Merlo proviene invece quest’altra foto davvero suggestiva che abbiamo intitolato “sgaletà”. Dalla Signora Silvia Morbio Gaiola provengono, invece, le due belle foto sotto e a destra, che ritraggono una fase della lavorazione del tabacco.

Dedichiamo questo numero della rubrica “Come eravamo” non alle persone ma al loro lavoro. Grazie alla preziosa colla-borazione di molti lettori siamo in grado di offrirvi le immagini più suggestive di alcuni dei lavori e delle attività che carat-terizzarono l’economia dell’asolano negli anni fra le due guerre. Le immagini che abbiamo avuto il privilegio di presentarVi avrebbero potuto essere dei fotogrammi tratti dai films, “L’albero degli zoccoli”, di Ermanno Olmi o “Novecento” di Ber-nardo Bertolucci, tanto sono suggestive e rappresentative della loro epoca. Deci-samente degli anni trenta le prime due; precisamente del 1947 (timbro foto Tarta-rotti), le ultime. La signora Silvia Morbio è la prima a sinistra nella foto verticale. Guardando queste immagini sembra di vedere un mondo lontanissimo dove il la-voro era totalmente manuale e la vita dura e difficile. Era, però, anche quello di Aso-la, un mondo governato dai valori solidi di gente che aveva i piedi ben piantati in terra e che traeva dalla terra quasi tutte le risorse necessarie per vivere, accontentan-dosi di quello che c’era. Le persone erano affratellate dalla povertà che rendeva sem-plice e serena la loro vita. Al contrario di oggi, epoca nella quale le persone credono di vivere bene, ma sono divise dal denaro, dagli interessi e dalla frenesia della com-petizione che fa perdere il senso della vita e dei veri valori a cui dovrebbe ispirarsi la nostra pacifica coesistenza. La sere-na visione delle cose ha lasciato il posto allo stress che uccide il corpo e l’anima. Chi, fra i personaggi ritratti nelle foto, do-vesse riconoscere qualche volto familiare, è invitato ad arricchire il comune patri-monio di conoscenze, fornendoci i nomi.Coloro che avessero nei propri album foto simili, sono pregati di prestarle all’Asola-no che in tal modo potrà ampliare il comu-ne patrimonio di testimonianze storiche.

L’Asolano 5 / 08 Come eravamo 16

Il realismo delle immagini esprime tutta la poesia dei lavori di ieri

Questa splendida foto degli anni ‘30 che ritrae un gruppo di zappatrici, nell’azienda agri-cola Guarneri, proviene dall’archivio del Sig. Gianfranco Favalli.

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Anche da noi il calcio è sempre stato lo sport più diffuso e praticato. Della pas-sione calcistica degli asolani esistono numerose fotografie che ci ricordano le squadre ed i campioni che, nelle varie epoche, si imposero nei rispettivi cam-pionati a cui parteciparono. Rilevante è stata anche la passione degli asolani per lo sport motoristico ed anche di questo conserviamo immagini di even-ti e di personaggi di grande rilievo nel panorama nazionale. Ai personaggi del calcio e a quelli degli sport motoristici dedicheremo, di volta in volta, un’inte-ra edizione di questa rubrica. In questa pagina Vi presentiamo, invece, tre im-magini di un’Asola sportiva che, sicu-ramente, pochi conoscono. La prima foto ritrae, negli anni ‘30, una formazione della squadra asola-na di ginnastica artistica, sport molto praticato in epoca fascista. Questa foto ci è stata prestata dal sig. Gio-vanni Gazzotti dei Barchi. Il perso-naggio in nero, in essa ritratto, che da solo meriterebbe più di una pagina de L’Asolano, è il Sig. Nino Gramatica, padre del nostro caro amico e collabo-ratore Giorgio. La seconda immagine mostra un campo di pallacanestro che da quanto ci sembra di scorgere do-veva essere collocato all’interno del-le mura, indicativamente all’altezza dell’attuale ex consorzio agrario, in viale Brescia. Questa fotografia è inte-ressante sia sotto l’aspetto sportivo e di costume, ma anche come testimonianza di una zona urbana che, nel corso degli anni ha subito profonde trasformazio-ni. Molto più recente, (anni ‘50-’60) è, invece, la terza ed ultima fotografia di proprietà dell’ing. Franco Zappavi-gna, nipote di Oreste Zappavigna (al centro della foto in tenuta da ciclista). Questa immagine che, sullo sfondo mo-stra il faro di Desenzano, ci permette di ricordare numerosi personaggi asolani, appassionati di ciclismo. Riconosciamo da sinistra, con la bandierina, Fran-cesco Milan, che gestì una ricevitoria del totocalcio in via Libertà; Enzo Tor-reggiani, il terzo con la tuta; Pasquale Gazzina; Giuseppe Monteverdi (in gi-nocchio); “Luigino” Piazza, Umberto Ferrari (con i fiori); dopo Zappavigna, Aldo Comucci; Giacomo Mutti; Dino Cobelli e ultimo, dopo il signore con il basco, Cesare Sacchi, residente in via Mazzini, nella villetta liberty che attual-mente è abitata dalla famiglia Cavinato.

L’Asolano 5 / 08 Come eravamo 17

Anche lo sport è testimone e interpretedella Società del proprio tempo

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Spesso, i tempi tecnici di uscita de L’Asolano non coincidono con quelli delle manifestazioni programmate dal Comune. Poichè non è colpa di nessu-no, nè si possono cambiare le program-mazioni, talvolta, al nostro giornale non resta che pubblicare i programmi a fatto compiuto. Questa volta lo fac-ciamo riproducendo le stesse locandine utilizzate dagli organizzatori che, in tal modo potranno verificare la loro leggi-bilità e migliorare l’impaginazione del-le prossime edizioni, per renderle più leggibili ed immediate. Non è una cri-tica ma solo un benevolo suggerimento.

Rachid Ezzarrouki nasce nel 1970 a Beni mellal, città del Marocco occidentale. Dopo aver compiuto studi lettereri ed ave-re imparato ad amare la pittura dal padre, lascia il proprio Paese per aprirsi a nuove conoscenze. Prima in Spagna, poi giunge in Italia, dove lavora in diverse località del Nord, fino a quando giunge in un posto che gli ricorda il verde della sua pianura. Decide, così, di fermarsi a Castelnuovo di Asola per dedicarsi solo alla pittura. La sua tecnica è frutto di una costante speri-mentazione (ai colori abbina sabbia, cuo-io, metalli, ecc.) che fa appello a memo-

rie arcaiche dove il colore non è più il mezzo per descrivere una sensazione ma è sostanza indipendente, originaria che se-para la forma dall’informe. Zaroki, que-sto è il nome con cui si firma, è ben inseri-to nella vita sociale e culturale del nostro Paese. Fa parte della AAB (Associazione Artisti Bresciani). Alcune sue opere sono state inserite in diversi cataloghi naziona-li. Ha al suo attivo diverse mostre perso-nali e collettive, sia in Spagna che in Ita-lia. Rachid ha raggiunto uno stile di vita ed una maturità artistica che lo rendono un elemento prezioso per la Società. La sua è una personalità di forte rilievo per la sua straordinaria sensibilità. I tocchi lineari creati dal pennello di questo arti-sta devono essere valutati oggettivamen-te, sia per il contenuto spirituale che per la spontaneità e le vibranti armonie che delineano un insieme cromatico dall’evi-dente spessore artistico. Per questa sinte-tica critica ringraziamo Patrizia Conti (maestra e critica d’arte) e ci scusia-mo con Lei per i tagli fatti al suo testo.

L’Asolano 5 / 08 Attualità 18

Due mesi di eventi nelle locandine del Comune e...

Un artista con i colori della sua Africa

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Salti Circo equestre. Questo perché il circo che si esibiva nelle borgate, prima di diventare “equestre” cioè fornito di cavalli appositamente addestrati, era esclusiva-mente formato da qualche povero saltimbanco.

Sbesàt Di persona stizzosa, incoerente e, tutto som-mato, infantile. Con chiaro riferimento ai ragazzini cui le mamme devono ancora pulire gli occhi dalle sbese, quei re-sidui solidi del secreto lacrimale dette in italiano, cispe. In italiano esiste la parola moccioso che sta ad indicare un ra-gazzetto cui la madre deve ancora togliere il moccio dal naso

Scalinpertech Persona alta e magra: in Val di Scalve veniva chiamata “scalinpertech o calimperteche” la lunga scala a pioli che serviva ai boscaioli per introdurre la legna nel camino del “poiàt” la catasta di legna che bruciando len-tamente si sarebbe trasformata in carbone (la carbonella).

Sciapà, sciapì, sciapadèl Schiattare, spaccare la legna da ardere fendendola con opportuni cunei a colpi di mazza fino ad operare una fenditura. Dalla medesima radice pro-viene “sciapì”, sia nel senso di buono a nulla, quindi del va-lore di una stoviglia “sciapadǻ”, fessa, crepata sia in quel-lo di screpolatura sia si forma sulla cute delle mani nella stagione fredda. Infine “sciapadèl” per indicare la patta, la fenditura sul davanti dei pantaloni.

Scüt, palancǻ, marengh Scudo, moneta d’argento del valore di cinque lire, perché riprendeva sul retro lo scudo con lo stemma dei Savoia. E’ interessante notare come la moneta corrente abbia assunto dizioni che risentono delle varie dominazioni che si sono susseguite nei secoli, mol-te delle quali erano ancora in uso fino alla seconda guerra mondiale e alcune sono sopravvissute fino ai nostri gior-ni. Abbiamo così avuto “el Fènech” che corrispondeva sia ad un centesimo sia ad un centimetro dal tedesco pfenning scellino. Il centesimo (come pure il centimetro) veniva anche denominato ghel, forse dal tedesco gelt denaro. Da una moneta spagnola denominata blanca abbiamo ricavato “la palancǻ” da cinque centesimi ed “el palancù” da dieci centesimi. I francesi ci hanno lasciato “el franch” il fran-co del valore di una lira come pure “el marengh d’or” del valore di venti lire, dal nome della famosa moneta d’oro napoleonica coniata a partire dal 1800 per commemorare la battaglia di Marengo. Sempre dalla medesima radice tro-viamo pure “bagà”, l’ingoiare acqua tipico di chi sta anne-gando, con riferimento al fatto che in tal modo si provve-de, nostro malgrado, a riempire il ventre (l’otre) d’acqua.

Seriölå Ceraiola oppure ruscello: l’omoni-mia tra i due vocaboli ha fatto sorgere un curioso equi-voco, e perciò la gente suppone che la Festa della Purifi-cazione di Maria Santissima, che cade il 2 febbraio, detta anche della Madonna Ceraiola poiché in tale occasione si benedicono le candele, sia, in effetti, la festa della Madon-na protettrice dei ruscelli. A conferma di tale ipotesi ricor-diamo che un tempo si raccomandava di non cogliere erba lungo le prode dei fossi in tal giorno, per non ritrovarsi le bisce in casa. Voglio infine ricordare che con il termine Seriölå si indicano normalmente tutti i corsi d’acqua, li-mitatamente al tratto che attraversa un centro abitato, dove queste acque, un tempo, venivano utilizzate per gli usi più svariati: mulini, lavatoi, guadi per l’abbeverata degli ani-mali. Quando poi “el curènt” si allontanava dal paese ve-niva denominato con un nome diverso e più specifico.

El zio Cico

Mé, col zio Cico, ‘ndòm a girà en machinå e quant fa bèl endom en bicicletå, se va a nasà en töti i tanabùs cume sè fösem du grand negusiadùr. En sö la machinå ghe ‘n qual bertaèl na qual bursinå, e po’ ghe ‘n maràss; pöl capità de igå de catà argot chel sepe sul de Dio e dei Sant.

I ciamå isé amó dal checo ü totå la robå che cres en meså i camp. I agricultur per verå i ga za dit de chel prüerbe, che l’é dé tirà iå.

E fom pasà le Ciese e i ustarie e i semitere per véder se ‘n qual dü ghe föss sutràt che lü’la cunusiå, envece en Cieså l’impiså ‘n muculì.

Però lü ‘n Cieså l’é üss a stagå póch, el fa ‘ngirì e po’ l’anfilså l’ös e de büstöme se ghen scapå argöne speróm che baste almén i muculì. E po’ ‘l Signùr sens’àter el la sa che lü ‘l ià dis, ma miå con catieriå e quand ghe dise - Vardå chel tè sent. - Ma prope a mé garàl de ardàm a dré.

I NOMI: Ovvero come venivano storpiati i nomi di battesimo dal nostro dialetto MASCHILIAchille Chile; Alessandro Sànder; Amedeo Medeo;Amilcare Mìlcher; Angelo Angilì; Annibale Nìbel;Antonio Tone, Tunì, Nino; Attilio Tilio; Battista TitǻDomenico Mènech; Eugenio Genio; Francesco Ceco, Cico, Checo; Giacomo Iàcom; Gaetano Tano; Giovanni Giuàn, Gia-ni; Giuseppe Usèp, Pepino, Pepo, Pino; Gregorio Gorio; Ippolito Pòlech; Ludovico ChicoLuigi Luis, Bigio, Gino; Stefano Steen FEMMINILIAdele Dele; Amelia Meliǻ; Anna Nanǻ; Annetta NetǻAnnunciata Nunsiadǻ; Antonia Tognǻ; Clementina Mentǻ; Clotilde Tilde; Elisabetta Betǻ; Francesca Cecǻ; Giuseppina Pinǻ, Pepǻ, Pepinǻ; Lucia Ciǻ; Natalina Taliǻ; Prassede Persede; Rosa Rosǻ, Rösǻ, Rosi, Rusinǻ, Rusetǻ

L’Asolano 5 / 08 Dialettando 19

Etimologiedei termini dialettali che iniziano con la

lettera “S”

Eros Aroldi

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Dopo gli “800 km di emozioni” da Ceresara a Santiago di Compostela, di cui abbiamo parlato nel numero 5/2007 de L’Asolano, abbiamo il piacere di raccontare l’ultima tappa del percorso spiritual-sportivo dei ce-resaresi Walter Ghizzi, Gian Paolo Oneda e Lino Giuradei. Questa volta gli indomi-ti ciclisti hanno ripercorso parte della via

nessuna grazia particolare da chiedere”. I nostri compaesani sono partiti la mattina del 7 giugno da Piazza Castello, e la loro prima destinazione era Berceto. Dopo aver fatto tappa a Casalmaggiore e a Parma è iniziata, in corrispondenza con la Cisa, la “vera” via Francigena che, come ci ricor-da Walter, “è ancora decisamente sentita,

potuto ammirare alcuni borghi incantevo-li, come quello di Filetto”, si è concluso a Lucca. Nei dintorni della città toscana si è scatenato un violento temporale, “dal quale ci siamo riparati sotto la pensilina di un bar”. Dopo Lucca il pellegrino entra sulla Via Cassia, il cui percorso originale sarebbe su un ciottolato, strada fin troppo accidentata per le ruote di una bicicletta, sorride Walter: “abbiamo quindi optato per percorsi alternativi, ma non per que-sto meno suggestivi. Basti pensare alla tappa successiva, San Gimignano, che avevo già visitato in modo più tradizio-nale, ovvero arrivando in automobile. Ma in bicicletta la sensazione è ben diversa: il cosiddetto borgo del tufo è semplicemente un luogo magico”. Ma la fatica non ave-va ancora del tutto abbandonato i nostri pellegrini, che si sono diretti immedia-tamente a Siena, “sotto un sole cocente, affrontando salite con grado di pendenza dal 6 al 10%. Se non altro, abbiamo potuto attraversare in bicicletta Piazza del Cam-po, senza incorrere in nessun richiamo da parte dei vigili”. Dopo essere passati per altri numerosi centri (San Quirico d’Or-cia, Buonconvento e Radicofani) nei pressi della famosa Abbazia di Sant’An-timo, “abbiamo passato il confine tra To-scana e Lazio, su un tratto di Francigena in terra battuta che conduceva al lago di Bolsena, per poi fare rotta verso Viterbo”. Le condizioni meteorologiche non hanno permesso a Walter, Gian Paolo e Lino di concludere interamente il loro percorso ci-clistico, e hanno dovuto infine ripiegare su un’ultima tratta in treno. Una volta giunti nella capitale, il giorno 12 giugno, dopo la foto di rito davanti a San Pietro sono stati ospiti di Padre Marani, gesuita ceresarese che cura i rapporti tra il Vaticano e le Chie-se bizantine presso la Santa Sede. “Siamo stati presentati alla congregazione di Padre Marani” ricorda Walter “e una volta che i suoi confratelli hanno capito che eravamo pellegrini recatisi da Mantova a Roma, ci hanno tributato un lungo applauso. Ecco, questo è stata la nostra vera vittoria”. Dopo il ritiro del meritato attestato presso l’Ufficio del Pellegrino in Vaticano, i no-stri tre eroi hanno preso la via del ritorno, consapevoli di aver raggiunto un nuovo traguardo. Così come aveva fatto parlando del pellegrinaggio a Compostela, Walter consiglia vivamente ad altri cicloamatori di seguirli nelle prossime tappe. Per ogni informazione in merito si può contattare il numero 0376.87450. La prossima im-presa celebrata sulle pagine de L’Aso-lano potrebbe essere proprio la vostra!...

L’Asolano 5 / 08 Ceresara 20

In bici, sulle orme dei pellegrini,da Ceresara a Roma

dal nostro corrispondente Massimiliano Todeschi

dato che, dopo il Giubileo del 2000, al per-corso sono stati apportati diversi migliora-menti. Ad esempio, la nostra prima siste-mazione per la notte è stata in una casa cantoniera, adibita a ostello, proprio dal periodo del Giubileo”. Il tratto successivo del percorso, “durante il quale abbiamo

Francigena, attraversando l’Emilia e la To-scana, fino ad arrivare a Roma, in un’ide-ale continuazione, sulle orme dei cavalieri templari, di un’avventura che Walter dipin-ge come “un’occasione unica, un pellegri-naggio autentico, una fatica che abbiamoaffrontato con il sorriso anche senza avere

Proseguono senza sosta i prepara-tivi del primo Palio di Ceresara, evento in stile rinascimentale, che si terrà il 13 e 14 settembre prossimi, presso il Palazzo Secco-Pastore di San Martino Gusnago. Nel prossi-mo numero de L’Asolano, che usci-rà a novembre, informeremo i let-tori sull’esito della manifestazione.

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Come spesso accade, anche l’idea del cen-tro sociale nasce per caso. Un colloquio informale, la necessità di fare qualcosa di utile, un “si può fare”, un “pensiamoci” e, nel febbraio 2005, comincia la nuova av-ventura. Fondamentale, trovare le persone adatte e disponibili, poi stabilire delle re-gole e degli scopi che definiscano l’inizia-tiva e, infine, darsi da fare per far partire l’attività. Tra il volontariato puro e la pro-mozione sociale, disponendo già di una buona struttura di base, la scelta cade sul-la seconda ipotesi. Nessuno si nasconde la necessità di lavorare di più ma l’obiettivo è di rendersi economicamente autonomi, senza dover cercare contributi a destra e a manca... se poi arrivano delle donazioni, ben vengano! La scelta di iscriversi all’Au-ser, sicuramente l’associazione di volon-tariato più radicata in provincia, si rivela subito azzeccata. Da questa organizzazio-ne si attinge l’esperienza necessaria, arri-vano i primi consigli: niente politica, nes-suna “bega” interna, massima trasparenza nei bilanci. L’invito a regolarizzare tutte le attività, anche dal lato fiscale e da quello delle autorizzazioni è una perla di saggez-za, come saggio è il consiglio di prestare attenzione a non danneggiare le attività di coloro che con certi lavori ci vivono. Il Centro Sociale di Casalmoro opera in tre settori: quello delle attività socio ricrea-tive, intese come opportunità di aggrega-zione; quello delle attività socio cultura-li, come momento di approfondimento e conoscenza, in generale e del territorio; quello di assistenza alla persona che si esplica, principalmente, con il servizio di trasporto protetto delle persone in diffi-coltà. Nessuna discriminazione fra poveri o ricchi; fra vecchi o giovani; bianchi o rossi o verdi: l’unica condizione è che sia-no in difficoltà. Naturalmente, per la loro condizione, gli anziani, le persone sole ed alcuni bambini portatori di handicap sono i primi a fruire di questo servizio. A que-sto punto, è necessario aprire una peren-tesi per ringraziare Mantovabanca 1896 che, regalando uno splendido furgone Fiat Doblò, attrezzato per questo genere di tra-sporto, ha consentito all’Associazione di iniziare subito la propria attività rivolta alla persona, oltre che di collaborare con i servizi sociali del Comune. Quasi con-temporaneamente ha inizio anche l’attivi-tà ricreativa. Vengono ripristinati i giochi delle bocce, abbelliti i locali, creati spazi esterni più accoglienti. Con l’aiuto di un pittore locale, viene risistemata una statua di cemento del Sacro Cuore e costruita una piccola cappella: Viene messa a norma la

cucina, arricchita con nuovi elementi, che servirà per preparare i pranzi sociali o di particolari ricorrenze. Nel frattempo, con una miglior organizzazione, aumentano in modo esponenziale anche le richieste di tesseramento che, in breve, raggiungono la soglia delle duecentocinquanta. Per le attività socio culturali, lo sbocco naturale è rappresentato dalle gite brevi, a sfondo educativo; dalle visite guidate a mostre di pittura; dalla rappresentazione di comme-die dialettali, molto inserite nella cultura popolare, ma anche la partecipazione a spettacoli musicali sempre, di grande ri-chiamo, come opere, operette e musical. Fra queste attività aggregative, trova una collocazione di rilievo la nuova tradizione della “grigliata al Gandino”, una cascina di Remedello, con chiesetta ricca di sug-gestioni e di storia religiosa: una simpa-tica occasione per passare una giornata in compagnia e per scoprire il bello del nostro territorio. La vocazione goderec-cia del sodalizio ha trovato, invece, la sua massima espressione nel pranzo di pesce a Portovenere e con quello in program-mazione a Chioggia. Da due anni, sono iniziati anche, con risultati soddisfacenti, i soggiorni estivi per adulti a Cattolica ed a Pesaro. Per la richiesta culturale vera e propria, il Centro Sociale casalmorese ha promosso diversi incontri-dibattito, con oratori molto qualificati, su vari argomen-ti di attualità, come quello sulla feconda-zione assistita; accanimento terapeutico; le cellule staminali; la convivenza fra cat-tolicesimo, ebraismo ed islamismo; le dif-ferenti medicine alternative, come omeo-patia e fitoterapia. In tutti i casi la risposta del pubblico è andata oltre le più ottimi-stiche previsioni, a conferma che la gen-te sa distinguere ed apprezzare. Anche il prossimo doppio incontro, nel rispetto del massimo rigore scientifico, tratterà della memoria, un tema molto sentito, che avrà per titolo “Mai più nodi al fazzoletto”. La relatrice delle serate sarà la dott.ssa Chiara Fiaccadori, psicologa presso il reparto di oncologia dell’Ospedale di Mantova. Gli incontri, come al solito, si terranno nella sala convegni di Mantovabanca 1896 nei i giorni di venerdì 19 e 26 settembre, alle ore 21,00. In questi ultimi tempi, è ritorna-ta in auge la tombola, che evidentemente sta rivivendo un periodo di grande popo-larità, soprattutto, fra gli adulti. Così, per assecondare il desiderio di molti, c’è chi si è rivolto ai cugini castellani di “El Castel” per imparare come si organizza, seriamen-te, una serata di tombola. Il Centro Sociale non guarda solo al passato, perchè, metten-

do l’ufficio “on line” ha scoperto l’utilità del computer tant’è che uno dei prossimi obiettivi sarà un corso di alfabetizzazio-ne informatica per adulti. Non bisogna dimenticare che, dietro tutte queste ini-ziative ci sono persone che, ogni giorno, si impegnano al solo scopo di aiutare gli altri. Praticare la solidarietà in un mondo dominato dal venale interesse non è cosa facile e si potrebbe definire utopia se non avessimo l’esempio quotidiano di queste persone ammirevoli. le cose da realizza-re sono ancora tante. C’è, ad esempio, la necessità di trovare un garage per due au-tomezzi perchè, con il dono della famiglia Peverada, il parco veicoli si è raddop-piato. Servirebbe una sala polifunziona-le per la comunità, della cui costruzione dovrebbe farsi direttamente carico l’Am-ministrazione Comunale. C’è la necessità di potenziare il servizio assistenziale alla persona; la necessità di coinvolgere altre Associazioni presenti in paese, con il solo ambizioso obiettivo di migliorare la qua-lità della vita ai cittadini di Casalmoro. Vi sembra poco? Massimo Fornari

L’Asolano 5 / 08 Casalmoro 21

Alle origini del Centro Sociale, fra aggregazione, cultura, divertimento

e impegno assistenziale.

La Dott.ssa Chiara Fiaccadori relatrice degli incontri in tema di memoria: “Mai più nodi al fazzoletto”. Psicologa dal 2004, si occupa di riabilitazione neuropsicologica e di psicologia gerontologica a Lonato, presso il Centro di Ria-bilitazione e svolge un servizio di stimolazione cognitiva, a Mantova, per persone con Alzhei-mer. Dal 2007 è volontaria presso l’Auser, Rete di Mantova. Specializzata in psicologia geron-tolodica con Master all’Università di Padova.

“Mai più nodi al fazzoletto”è un corso per potenziare la memoria, pro-posto in via sperimentale dall’Auser Man-tova in provincia. Il successo riscontrato ha suggerito di proporlo su larga scala. Gli in-contri non sono conferenze ma veri e propri laboratori pratici dove il pubblico se vuole può partecipare attivamente per confrontar-si con la propria memoria, sperimentando le indicazioni pratiche del corso. Gli obiettivi principali sono: favorire la conoscenza del funzionamento della memoria, corregge-re i luoghi comuni, stimolare una maggior fiducia nelle proprie capacità cognitive. Il primo incontro è più discorsivo, il secon-do introduce le tecniche mnemoniche che favoriscono l’apprendimento e consente di metterle in pratica.

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L’Asolano 5 / 08 Castelnuovo 22

Estate castelnovese di Dario Compagnoni

Bar Milano di Erika e Cristian

PANINI - TOAST PIADINE Serie A e Champions League

CHIUSO IL LUNEDI’

Castelnuovo di Asola - Tel. 0376 / 74192

Concedetemi un po’ di sano campanilismo. Quando a Castelnuovo ci si muove tutti insieme, quando ognuno mette almeno un pizzico del proprio tempo per la comuni-tà, i risultati sono sempre positivi. Così è stato per il torneo di calcio delle vie, orga-nizzato quest’anno col prezioso sostegno

delle ditte Andaloni, Agrigarden, Saldo Tecnica Canicossa, Tabaccheria Giuffredi, Bar Milano, Bar La Botte, Tintoria Moreni, Edilmec. Ognuna delle quattro squadre, composte da ragazzi d’ogni età, future stelle del pallone, promesse mancate e soprattutto grandi competitori a tavola, si è aggiudicata una coppa dalle simpatiche intestazioni. Ma l’obbiettivo, come ricordato dal messaggio sulle magliette, era di trovarsi tutti insieme nel ricordo dei nostri amici Fabiana e Simone. Altra bellissima iniziativa è stata la realizzazione del musical “Reality Sciò”, messo in scena per la prima volta proprio a Castelnuovo. Anche in questo caso la mobilitazione è stata generale: sotto i riflettori c’è chi recita, chi canta, balla o suona. Nell’ombra tutto lo staff per la scenografia, gli impianti, la regia, i costumi. Solo il maltempo ha provato a guastare lo spettacolo, ridotto nella parte finale causa il temporale.

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L’Asolano 5 / 08 Castelnuovo S. Margherita 23

Tutti i giorni: Pasta fresca fatta a mano, come a casa vostra: Ravioli, tortelli, crespelle, ecc.

Piatti pronti di carne e pesce.Al venerdì: Pesce fritto, rane e“bertagnì”Al sabato: Arrosti, stinchi e polli allo spiedo

Alla sera: Pizza al taglio

Castelnuovo di Asola, Via Solferino, 6 - Tel. 0376 / 730056

di Marisa Broglia e Nadia Artoni & C.

Gastronomia

Arrivederci al prossimo anno!

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Da Casalromano Rosalba Le Favi

Sconcerto e profondo cordoglio a Casal-romano per la scomparsa, avvenuta lunedì 28 luglio verso le 14,00 della dott.ssa Sil-via Santini, titolare della farmacia del pa-ese. Fino all’ultimo tutta Casalromano ha sperato in un miracolo, ma purtroppo il suo cuore ha cessato di battere al Carlo Poma di Mantova nel reparto di rianimazione, in terapia intensiva, a soli 49 anni, compiuti a maggio. I familiari hanno acconsenti-to all’espianto degli organi: è stata fatta la donazione delle cornee. Due paesi in lutto Casalromano e Calvatone (Cr), di cui la farmacista era originaria.

Lascia nello sconforto e dolore più tota-le il marito Fabio Aliatis, i giovani figli Carlo di 22 anni e Chiara che il mese scorso aveva meritevolmente superato la maturità al Liceo Scientifico Giovanni Falcone di Asola; la piangono anche il fra-tello Giovanni, la sorella Luisa, la mam-ma Lucia, la nonna Vanda e i parenti. La dott.ssa Silvia mercoledì 23 luglio era en-trata nella clinica Salus di Reggio Emilia per un intervento di angioplastica. L’ope-razione era andata bene tanto è vero che il giorno dopo, giovedì si stava già pensando ad un rientro a casa. Fino alle 20,00 aveva comunicato telefonicamente con il mari-to, ma verso le 22,00 la situazione è pre-cipitata in una improvvisa emorragia e la situazione disperata non ha dato scampo.

Venerdì mattina 25 luglio era stata trasfe-rita al Poma di Mantova e tutto il paese si era unito in preghiera. Una donna eccezio-nale in tutti i sensi, come madre, moglie. In paese la dott.ssa Silvia era un punto di riferimento non solo come farmacista, ma anche come amica, attiva parrocchiana e aveva sempre una buona parola per tutti. Durante la giornata di lunedì 28 luglio la salma è stata portata a Casalromano e alle ore 21 i familiari si sono uniti in pre-ghiera, così come martedì 29 e mercoledì 30 luglio, fino alle 17 ora in cui sono sta-ti celebrati i funerali nella Chiesa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista. Una moltitudine di gente mercoledì 30 luglio,

alle ore 17, ha dato l’ultimo saluto alla cara salma della dott.ssa Silvia Santini, farma-cista del paese che si è spenta lunedì 28 luglio all’Ospedale Carlo Poma di Man-tova per le complicazioni sopraggiunte dopo un intervento di angioplastica, pres-so la clinica Salus di Reggio Emilia. Sette i sacerdoti che hanno celebrato la Santa Messa tra cui don Giovanni Tosoni e don Mauro Inzoli di Crema dell’Associazio-ne Fraternità che ha ricordato Silvia con una toccante omelia. Il rito ha commosso l’intera chiesa, di San Giovanni Apostolo di Casalromano, gremita dentro e fuori il sagrato e nei locali dell’oratorio da per-sone giunte dai paesi limitrofi e dove la dott.ssa era conosciuta: Asola, Calvato-ne, Piadena, Crema e dintorni. Presente

l’Associazione Aido di Asola tra le centi-naia di persone che hanno partecipato alla mesta cerimonia, in profondo silenzio per ringraziare di tutto cuore Silvia che ha la-sciato un segno indelebile alla comunità di Casalromano con il suo sorriso e sem-pre una parola buona per tutti. L’ultimo suo regalo è stato la donazione delle cor-nee. Quindici anni fa si era trasferita con la famiglia da Piadena e da subito aveva instaurato un ottimo rapporto con gli abi-tanti e la realtà sociale di Casalromano. La classe dei ragazzi del ’94 la ricorda particolarmente perché lei stessa li aveva preparati alla Santa Comunione ed era sta-ta vicino a loro lo scorso anno nel Sacra-mento della Cresima. “Una testimonianza di vita e di fede esemplari”- ha detto don Giovanni Tosoni di Casalromano – “Sil-via faceva parte del Consiglio Pastorale della Parrocchia e veniva a pregare il Si-gnore ogni giorno in Chiesa, una fede vera, genuina che le dava la forza di vivere e la gioia di trasmetterla agli altri”. Struggenti le parole del figlio Carlo che ha salutato la sua mamma, parola dal dolce suono e che lui non potrà pronunciare mai più ma che porterà sempre nel suo cuore, come con profondo amore e dolore la piangono la figlia Chiara il marito Fabio Aliatis, la mamma Lucia, i fratelli Luisa e Giovan-ni, la nonna Vanda e tutti i famigliari a lei cari. Dopo la cerimonia la salma è stata sepolta al cimitero Vho di Piadena (Cr).

L’Asolano 5 / 08 Casalromano 24

Sconcerto e profondo cordoglioper la scomparsa della farmacista

dott.ssa Silvia Santini

La pubblicità su L’Asolano non passa inosservata: dura due mesi ed, essendo essa stessa parte integrante del giornale, è testimone della propria epoca e, perciò, è

anche lei destinata ad essere conservata e collezionata. Scopri, inoltre, quanto è

conveniente! Per un pre-ventivo chiama il numero:

338.1516966

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Sono rimasto colpito dall’attenzione che diversi ragazzi hanno messo nel recente campo-scuola estivo sull’uso del linguaggio, al quale continuavo a riferirmi con raccomandazioni a non esage-rare con parole grossolane e volgari. “Benedetto cielo” era l’in-vocazione con la quale reagivo ai momenti di tensione o di nor-male richiamo, per far capire che non è necessario sboccare, per sfogarsi, in frasari irripetibili. Ho colto da questa situazione, cui se ne possono aggiungere altre figlie di un esibizionismo sempre più accentuato, l’opportunità di riflettere sul comune senso del pudore che risulta oggi essere sempre più labile ed evanescente. Pur senza drammatizzare, il diffuso scadimento del pudore è un problema da considerare con molta attenzione, non solo in ter-mini religiosi. Perchè anzitutto si tratta di un problema culturale. Oggi la moda, i costumi e i consumi, i comportamenti, i modelli di vita registrano un mutamento radicale nel modo di rapportarsi della persona con se stesso e con gli altri. Basti considerare oltre alla smodatezza del linguaggio, il modo di vestire o di svestirsi, l’esposizione del corpo, la degenerazione degli affetti, il consu-mismo del sesso, l’uso dei mezzi di comunicazione… Contro il ben pensare della trasparenza ad ogni costo, contro i facili slo-gan del “tutto è possibile” o del “cosa c’è di male”, ripensare al «comune senso del pudore» ed alla sua salvaguardia, significa vigilare su uno spazio fragile ma indispensabile, nel quale le per-sone possano riconoscersi e ritrovarsi. Il pudore infatti traccia un confine, alza dei paletti, non attorno a ciò di cui si ha vergo-gna, bensì attorno a tutto quello che ancora, conserva qualcosa di sacro, di fondante, di senso. Mi sento ribattere, spesso, che è una questione di libertà. E’ vero, ma come ricorda il catechismo della Chiesa cattolica «la cosiddetta permissività dei costumi si basa su una erronea concezione della libertà umana. La libertà, per costruirsi, ha bisogno di lasciarsi educare preliminarmente dalla legge morale. E’ necessario prima di tutto partire da una valutazione rispettosa della verità, della dignità morale e spiri-tuale dell’uomo» (2526). Facciamo qualche esempio. Abbiamo già detto del pudore nel linguaggio: è una tristezza sinceramente adeguarsi ad un modo di comunicare scurrile, volgare, spesso blasfemo (bestemmia), smodato e gratuito, semplicemente atto ad atteggiarsi in forme di falsa sicurezza e determinazione. Il parlare tranquillo, chiaro, pulito crea legami molto più profondi e saldi, non ancorati alla improvvisazione e alla superficialità.Ancora, il pudore del corpo e della sua esposizione: bisogna su-perare il limite delle forme esteriori (che oggi hanno pur un peso molto forte) per riscoprire la bellezza e la profondità umana della morale scongiurando il moralismo, palesemente inefficace. Mol-te persone, soprattutto di una certa età, mi spronano ad arginare gli eccessi e ristabilire un adeguato decoro durante le celebrazio-ni in chiesa, richiamando con nostalgia gli interventi dal pulpito dei parroci negli anni 50/60, oggi impensabili. Necessita, è vero, un rispettoso parlar chiaro, come ho cercato di fare negli avvisi domenicali d’inizio estate, in cui raccomandavo un adeguato ab-bigliamento durante i riti sacri. Ma credo ancor più importante saper motivare questo tipo di scelta: «...esiste non soltanto un pudore dei sentimenti – scrive il catechismo della Chiesa cattoli-ca -, ma anche del corpo. Il pudore insorge contro l’esposizione del corpo umano in funzione di una curiosità morbosa in certe pubblicità, o contro la sollecitazione di certi mass media a spin-gersi troppo in là nella rivelazione di confidenze intime. Il pudore

detta un modo di vivere che consente di resistere alle suggestioni della moda e alle pressioni delle ideologie dominanti» (2523)... Il pudore definisce la sacralità del corpo umano. Il pudore nella sessualità e nei sentimenti infine pone in gioco un modo nuovo di considerare il piacere e la soddisfazione edonistica. La malizia e la seduzione sono conseguenze di una morale egoistica e liberta-ria del ‘giusto desiderio’ posto nel cuore dell’uomo e della donna. La Bibbia racconta che “Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden erano nudi e non ne provavano vergogna” (Gen 2,23). E questo perché non ancora condizionati dalla malizia del peccato e dal senso egoistico del vivere; solo dopo aver disobbedito, sentono il bisogno di coprirsi. Potremmo continuare con altri riferimenti ai facili costumi, alle relazioni soprattutto problematiche…, ma le valutazioni non cambierebbero. Il pudore è la virtù che delimita e trattiene, impedendo l’esplosione emotiva e istintiva. Il pudore difende la bellezza come la spina, la rosa. «Il pudore appare come il presentimento di una dignità spirituale propria dell’uo-mo. Nasce con il risveglio della coscienza del soggetto. Insegna-re il pudore al fanciulli e agli adolescenti è risvegliare in essi il rispetto della persona umana» (idem 2524). Il pudore dunque è una garanzia di libertà, e di maturità. Soprattutto oggi, in una società come la nostra improntata a uno sfrenata corsa all’esibi-zione, dove tutto viene messo in mostra per stimolare il desiderio di possesso, dove gli individui sono spesso ridotti all’unica fun-zione di consumatori e lo spazio intimo del singolo è un inutile, anacronistico lusso. Perdonate la franchezza.

Don Riccardo Gobbi

L’Asolano 5 / 08 Religione 25

Il pudore Garanzia di Libertà

Don Riccardo Gobbi

Sono un ex asolano che torna al paesello abbastanza spesso e, quando posso, mi piace partecipare alla S. Mes-sa. In diverse occasioni ho avuto modo di apprezzare le omelie di Don Riccardo. Poichè non mi è possibile ascol-tarle tutte, mi piacerebbe trovare qualche assiduo fedele disposto a registrarle e a farmele duplicare. In tal modo avrei l’opportunità di collezionarle e di riascoltarle ogni qual volta il mio spirito ne faccia richiesta. Chi si è abi-tuato a sentire don Riccardo, forse si è fatto il palato alle Sue omelie e, forse, non riesce più a gustarne il profondo significato morale e religioso, come chi può sentirlo di rado. Forse non tutti gli asolani hanno idea della fortuna di avere un prete come don Riccardo A.C.

41° ConvegnoFilatelico-Numismatico e Cartofilo

ASOLA - 1° Novembre 2008Scuole Elementari, Viale Brescia, N°4

Orario continuato: 9.00 - 18.00Per informazioni: 0376.719069 - 333.7228093

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Introduzione Nell’articolo precedente ho parlato di attività motoria, come indispensabile metodo di prevenzione alle problematiche più o meno gravi della schiena. Attenzione però a distinguere attività motoria e sport. Troppo spesso ci si avvicina alla pratica sporti-va, dopo aver saputo di avere un problema del rachide, o peggio ancora, convinti che essa sia metodo di cura. Ahimé tale convin-zione a volte proviene dai consigli del medico che ci ha visitato!! Intendiamoci, lo sport fa bene, ma deve essere affrontato in piena efficienza fisica e con adeguata preparazione. Inoltre la pratica sportiva presenta anche qualche effetto collaterale causato, prin-cipalmente, dalla ciclicità dei movimenti, che hanno effetto usu-rante su determinate parti del nostro corpo. In sostanza lo sport non può e non deve curare o compensare una disfunzione artico-lare. L’attività motoria mirata, è fattore preventivo e compensan-te una problematica rachidea, dandoci la possibilità di preparare il nostro “sistema corpo”, sia alla quotidianità degli sforzi lavo-rativi che ad una sana attività sportiva.

La posizione in piedi La posizione in piedi diventa estremamente faticosa se mantenuta a lungo senza la possibilità di muoversi. Quando, per esempio, ci si trova in fila in posta o si attende il proprio turno in un negozio, è utile alternare una serie di posizioni, tra le quali quella con gli arti inferiori leggermente divaricati, distribuendo il proprio cari-co in modo uniforme su entrambi, o quella su un piede solo con l’altro arto flesso. Quando è possibile, si devono trovare degli appoggi: per esempio, per lavare i piatti ci si può appoggiare con il bacino al lavabo, con i piedi leggermente arretrati; al telefono, si può appoggiare tutta la schiena ad un muro con le anche e le gi-nocchia leggermente flesse o il bacino ad una scrivania. Un’altra posizione spesso consigliata, ma da assumere solo quando il bu-sto è bene eretto e non inclinato in avanti, è quella con un piede in appoggio in avanti su uno sgabellino. La posizione corretta al lavandino per lavarsi è molto simile alla posizione per sollevare oggetti pesanti: si tratta di divaricare gli arti, piegare leggermente le ginocchia e inclinare il busto in avanti flettendosi a livello delle anche. Per lavare i denti, si può appoggiare una mano al lavandi-no o alla parete in modo di scaricare in parte il peso del corpo. E’ decisamente sconsigliato lavare i capelli nel lavandino: meglio farlo sotto la doccia o eventualmente inginocchiarsi al suolo e lavarli nella vasca da bagno. Per infilare le calze o pantaloni, ci si può sedere e sollevare un arto, cercando sempre di flettere il meno possibile il rachide lombare. In casi estremi, di fronte ad un dolore molto intenso, ci si deve distendere a letto e flettere un arto alla volta verso il busto. Per allacciare le scarpe, infine, è consigliabile accovacciarsi mantenendo il busto bene eretto.

La posizione a letto Se misuriamo la nostra statura nelle diverse ore della giornata, ci accorgiamo che alla sera siamo più bassi rispetto al mattino, perché nelle ore diurne, a causa del costante carico, lo spessore del disco si riduce. E’ perciò fondamentale dormire un nume-ro sufficiente di ore su un letto valido per permettere ai nostri dischi di riacquistare il loro spessore originario e mantenere la

loro efficienza ed elasticità. E’ importante che il piano del lettosia sufficientemente rigido, possibilmente con una rete a doghe di legno, che costituisce la superficie ideale per sostenere il ma-terasso. In alternativa si può inserire una tavola di legno sotto il materasso. Quest’ultimo deve essere concepito in modo da adat- tarsi alle nostre curve fisiologiche e da opporre ai rilievi del cor-po la giusta pressione. Deve quindi essere non troppo rigido (il letto cosiddetto ortopedico nella maggior parte dei casi respinge il corpo, non lo accoglie) né troppo cedevole, in modo da non provocare una cifosi lombare quando si dorme supini e l’atteg-giamento scoliotico quando si è sul fianco. Non ci sono posizioni a letto ideali e cambiare la propria posizione notturna abituale (escluso nel caso di dolore) è francamente tra le cose più difficili da fare, salvo ricorrere a strane forme di tortura medievale (punti d’appoggio dolorosi). In ogni caso, per modificare la postura del rachide lombare a letto, provocando un incremento o una ridu-zione della lordosi in base a quanto si intende ricercare, si deve agire su tre punti: l. il capo; 2. gli arti inferiori; 3. direttamente la zona lombare In queste zone si possono interporre cuscini o punti d’appoggio diversi adattando completamente la posizione e trovando quella più confortevole. Questo è importante soprattutto in caso di dolo-re in corso e di necessità di mettersi a letto per trovare un sollievo momentaneo. Anche in questo caso però si scoprirà che qualun-que postura antalgica dura pochi minuti, per poi richiedere di essere modificata. Se ci sono dolori notturni, invece, secondo lo stesso principio, nel dormire supino può risultare utile inserire un cuscinetto sotto il tratto lombare, in modo da aumentare la lordo si lombare, oppure elevare leggermente le gambe posandole so-pra un cuscino all’altezza delle ginocchia, in modo da ridurre la lordosi. Se il paziente ha l’abitudine di dormire sul fianco, si può provare ad inserire un cuscinetto cilindrico all’ altezza della vita riducendo la possibile flessione laterale del rachide o inducen-done una in senso opposto. Può essere utile evitare di chiudersi nella posizione fetale, che comporta una cifosi totale. A volte è utile anche introdurre un cuscino sotto la gamba controlaterale al fianco in appoggio, che viene flessa a livello dell’anca e del ginocchio. Se, invece, si preferisce dormire proni, si può posi-zionare al bisogno un cuscino sotto l’addome. In ogni caso, non esiste una posizione ideale per tutti: sarà il dolore a guidare il soggetto nella scelta della postura più adatta alle proprie esigenze in quel momento. Per il rachide cervicale, poi, è necessario adat-tare l’altezza del cuscino sia da proni che da supini per mantenere la testa allineata alla colonna, quindi non in flessione anteriore o posteriore o laterale; questo è vero in posizione supina e sul fianco, mentre in postura prona il cuscino spesso è contropro-ducente, fatta eccezione nel caso in cui lo si usa come appoggio laterale per il capo semi-flesso lateralmente. Per chi ha una cifosi dorsale un po’ accentuata, poi, e dorme in postura supina, è bene utilizzare un cuscino un po’ più alto. Per leggere a letto, infine, può risultare utile sovrapporre dei cuscini, in modo da sorreggere tutto il rachide, creando un piano inclinato che mantenga inalte-rate le curve fisiologiche.

L’Asolano 5 / 08 Salute 26

Le attività della vita quotidiana (parte terza) LE POSIZIONI

Prof. Gianni Zanotti

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Vi chiederete, cari lettori, cosa centri con Asola Giacomo Puccini. Probabilmente nulla! Ma, Anna Sbalchiero è nata ad Asola e, oltre ad essere una musicista di talento, è un’appassionata ammiratrice del grande Maestro toscano.

<Ultimo di una dinastia di musicisti da cinque generazioni, nacque a Lucca il 22 dicembre 1858. Dopo gli studi musicali nella sua città natale, frequentò il Conser-vatorio di Milano dove studiò composi-zione con Antonio Bazzini ed Amilcare Ponchielli, diplomandosi nel 1883. Nel 1885 a Lucca conobbe Elvira Bonturi, moglie dell’amico droghiere Gemignani e madre di Renato e Fosca. Fu il gran-de amore della sua vita e dopo che Elvi-ra ebbe lasciato il marito nel 1886, seguì Puccini portando con sé la figlia Fosca. In quello stesso anno a Monza nacque il loro figlio Antonio. Puccini sposerà El-vira solo dopo la morte del marito di lei, nel 1904. Dal trionfo della prima opera “Le Villi” (1884) l’editore Giulio Ricordi ripose fiducia in Puccini, malgrado l’in-successo di “Edgar” (1889), e finalmente con “Manon Lescaut” nel 1893 arrivaro-no il successo ed il benessere economi-co. Stabilitosi a Torre del Lago frazione di Viareggio nel 1891, compose nella sua villa la maggior parte della produzione operistica: “La Bohème” (1896), “Tosca” (1900), “Madama Butterfly” (1904), “La fanciulla del west” (1910), “La rondine” (1917) e “Il trittico”(1918). Di quel “pan-tano”, come il maestro era solito chiama-re il lago di Massaciuccoli, se ne era in-namorato nel 1886. L’ultimo capolavoro

un vero e meritato omaggio alla figura di Puccini, l’ultimo grande operista roman-tico di levatura, che con le sue melodie sentimentali fatte di sfumature delicate ed intrise di passioni ha saputo ammaliare per una serata l’animo delle tante perso-ne presenti. Molte le iniziative promos-se dal Comitato nazionale Celebrazioni Pucciniane www.comitatopuccini.it per onorare la figura del grande compositore toscano nel 150° anniversario dalla nasci-ta, con mostre, concerti, convegni di stu-dio e l’annullo di un francobollo. La Rai, infine, ha realizzato una fiction sulla vita di Puccini che sarà trasmessa su Raiuno a dicembre, con Alessio Boni protagonista.

L’Asolano 5 / 08 Attualità 27

150° anniversario della nascita di

Giacomo PucciniRicordo e celebrazioni

Anna Sbalchiero

Il maestro Giacomo Puccini

L’attore Alessio Boni

“Turandot”, è una fiaba cinese; l’opera ri-mase incompiuta per la morte del maestro, malato di cancro, avvenuta il 29 novembre 1924 a Bruxelles, nella clinica dove aveva subito l’operazione alla gola. “Turandot” venne terminata da Franco Alfano su ap-punti lasciati dal maestro. La rappresenta-zione postuma al Teatro alla Scala di Mi-lano il 25 aprile 1926 con direttore Arturo Toscanini, fu interrotta esattamente nel punto in cui Puccini l’aveva lasciata e ri-volto al pubblico disse con la voce chiusa dalle lacrime: ”Qui finisce l’opera, rima-sta incompiuta per la morte del maestro”. “… Io vado sempre qui davanti e poi con la barca vado a cacciare i beccaccini…ma una volta vorrei andare qui davanti ad ascoltare una mia opera all’aperto…” disse Puccini nel novembre 1924 prima di partire per Bruxelles. È proprio sulla sponda del suo adorato “pantano” davan-tialla sua villa, che nelle magiche sere d’estate dal 1930, si svolge il noto “Festi-val Puccini” e dove, a seguito dei recenti lavori di ampliamento, il 15 giugno 2008 è stato inaugurato il nuovo Teatro all’Aper-to con un concerto della Filarmonica e del Coro del Teatro alla Scala di Milano. Per l’edizione 2008 del festival, sono state rappresentate le opere “Turandot”, “To-sca”, “Madama Butterfly” ed “Edgar”, per un totale complessivo di 17 recite.Anche il “Musica Riva Festival” di Riva del Garda ha voluto ricordare l’an-niversario pucciniano e nella serata del 2 agosto ha allestito il Gala Puccini “Ilgiardino del maestro”, un affascinante edentusiasmante spettacolo di arie d’opera mescolato alla prosa, con la partecipazio-ne dell’attore Alessio Boni, nella sublime interpretazione dell’immaginario giardi-niere del maestro. Lo spettacolo ha coin-volto il pubblico che è rimasto letteral-mente incantato ed estasiato, dal talento, dalla drammaticità ma, soprattutto, dalla carica espressiva dell’interpretazione di Alessio Boni, perfettamente in sintonia con le emozioni suscitate dalla musica di Puccini. L’attore ha accompagnato per mano gli spettatori nell’universo evocati-vo dei ricordi del maestro, trasmettendo-ne appassionatamente l’essenza umana. Molto meritevole l’orchestra Junge Phil-harmonie Salzburg diretta dal M° Marco Boemi che ha sostenuto con delicatezza d’esecuzione le struggenti arie liriche del“Sor Giacomo” eseguite con maestria dai cantanti dei corsi di perfezionamento del festival. Un evento che ha saputo rendere

Maturità da 100 e lode per Lucia Ressi

Davvero tanti complimenti a questa studentessa modello che, oltre al 100, che già identifica l’eccellenza, ha sapu-to meritarsi la lode. In questa sessione d’esami solo Tommaso Gagliardi ha saputo imitarla ma, al Falcone di Aso-la, almeno un’altra decina di studenti ha raggiunto il fatidico 100. Per Lucia si apre così una brillante carriera univer-sitaria a Verona, nella facoltà di Lin-gue per il Commercio Internazionale.

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Dalle “poesie delle tenebre” di Ian Cur-tis alla tragica notte del 17 maggio 1980, l’ascesa e la caduta di una delle band più venerate del dark-punk. In una carriera così folgorante durata lo spazio di due anni e poche decine di concerti, i due unici Lp, “Unknow pleasures” e “Clo-ser” rappresentano per i Joy Division, più ancora che pietre miliari, due colos-sali macigni, due poli magnetici, da qua-si 30 anni, per vecchi e nuovi adepti.E la sintesi di tanta sostanza musicale è il dramma umano del vocalist Jan Curtis, che canta la propria lucida disperazione in “Unknow pleasures” e le sue stesse esequie in “Closer”, consegnandoci un testamento di inaudita potenza. Il luogo dove ci traghetta il suono dei Joy Divi-sion prevede un biglietto, quello di sola andata. Nonostante la loro “stagione” fu brevissima, tracciarono un solco in-delebile nella storia della musica, come riuscì a pochi altri. La musica dei Joy Division esprime una sorta di dispera-zione interiore, l’incapacità di dare ri-sposte agli interrogativi umani, il loro suono esprime la volontà di scavare in profondità nell’animo umano e nel mi-stero dell’ignoto, senza però giungere ad una consolazione. I Joy Division era-no una band inglese formata nel 1977. Il nome del gruppo deriva da quello delle baracche femminili nei campi di concen-tramento nazisti. La storia dei Joy Divi-sion inizia come quella di decine di altri gruppi nati in Inghilterra nel periodo dell’esplosione del “Punk”. Inizia con tre ragazzi che quasi nemmeno sapeva-no suonare. Terminerà lontanissima da queste premesse, nel giro di nemmeno quattro anni, tragicamente, nella leggen-da. I quattro fondatori iniziarono la loro avventura musicale a Manchester, pren-dendo il nome di “Warsaw”, che si riface-va al titolo di un brano di David Bowie e successivamente cambiandolo con “Joy Division”. Pubblicarono i loro album con la casa discografica indipendente “Factory records. Il contesto sociale in cui si sviluppò la loro musica è quello dell’Inghilterra di fine anni ’70, l’epo-ca della Thatcher, caratterizzato da una profonda crisi economica, da un disagio materiale ed esistenziale che i Joy Divi-sion riuscirono perfettamente a rendere con le note della loro musica. Possiamo

definire la sonorità dei Joy Division col-legata ai generi New Wave, Dark, Post Punk. Il loro sound, come già accennato, mette in musica la desolazione della civil-tà industriale, da un punto di vista tecni-co, spostando l’enfasi del suono sulle at-mosfere invece che sulla semplice rabbia imposta dal Punk. Assorbendo un minimo di elettronica e conferendo più enfasi alla timbrica degli strumenti, i Joy Division di fatto abbandonarono l’ethos del Punk e funsero da ponte con il Synth-pop che sarebbe esploso pochi mesi dopo. La voce robotica ipnotica malata di Ian Curtis sem-bra giungere inesorabilmente da un freddo marmo sepolcrale, da una dimensione

irreale, onirica, dimensione in cui l’animo umano non riesce a trovare una fede, una consolazione, alla condizione della “di-sperazione umana” possiamo dire una tra-sposizione in musica dei movimenti lette-rari e poetici romantico decadente che si sviluppò in Europa nell’800. Il 2 maggio 1980 i Joy Division tengono il loro ultimo concerto alla High Hall di Birmingham.

L’Asolano 5 / 08 Spazio giovani 28

The Joy DivisionL’ascesa e la caduta di una band del “dark-punk”

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Il 18 maggio 1980, all’alba dello sbarco del gruppo negli Stati Uniti per il primo tour oltre oceano e per la firma di un con-tratto di distribuzione americana con la Wea del valore di un milione di dollari. Ian Curtis viene trovato impiccato nella sua casa di Macclesfield. E’ la fine del gruppo ed inevitabilmente l’inizio del loro mito. Nel luglio del 1980 precedu-to dalla struggente melodia del singolo “Love will tear us apart” che con la sua dolente immediatezza Pop divente-rà il brano manifesto del gruppo, anche grazie a numerosi omaggi, esce l’album “Closer”. Marco Peri

Da Sinistra a Destra: Stephen Morris, Ian Curtis, Bernard Sumner e Peter Hook.

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collaborato alla realizzazione del progetto. Fra di esse il pittore

marocchino Rachid Zaroki, autore delle illustrazioni ed il fotografo

galiziano Jorge Ventosa.Gli asolani hanno risposto con

entusiasmo, partecipando numerosi, e gli artisti non hanno di certo tradito le

attese, proponendo un repertorio originale, con pezzi di puro rock e altri

melodici, con testi impegnati e mai banali. Per l’occasione i due artistisono stati accompagnati dalla band

Il 7 maggio 2008, al teatro S.Carlo, in occasione del ventennale della sezione femminile della CRI di Asola, si è tenuto il concerto dei GioomArabika del cantautore asolano Giovanni Martarelli e del vocalist bresciano Cristian Chiesa, Il ricavato della serata è stato devoluto all’associazione, per scopi socio-sanitari e per la futura realizzazione della nuova sede. Il duo ha così potuto presentare ufficialmente “Identità”, il suo album d’esordio, frutto di un grande lavoro, ma di una ancor più grande gratificazioneper i due artisti, e per tutte le persone che hanno

Studio Rubes srl; Eurocave srl;Termoidraulica Cortellini; Gidue abbigliamento; Tannura Viaggi;Orange abbigliamento; Calzature Macry; Farmacia Bresciani; SEA; Bergamaschi serramenti; Forno Piacentini; Bieffe; Forno Perazzolo;Autoscuola Asolana; Mail Boxes;Belcart; Centro Studi 54; Gb Studio;Foto Tartarotti; Dalla Lana Fiori;Parrocchia di Asola per la disponibilità del Teatro S.Carlo.

L’Asolano 5 / 08 Spazio Giovani 29

In occasione del concerto per i 20 anni della C.R.I.Presentato IDENTITA’,

il primo album dei GioomArabika.

formata da Bruno Bonarrigo, al contrabbasso; da Nakia Perini, alla batteria; da Michele Bianchi, alla chi-

tarra e da Stefano Vaccari, alla tastiera.Il cd “Identità” contiene 11 brani

inediti, ed è in vendita presso Simpaty Record’s di Asola oppure può

essere richiesto, inviando una e-mail a [email protected]

Il concerto è stato realizzato grazie al contributo di Mantovabanca 1896

e dei seguenti sonsors:

Page 30: L'Asolano N°5-08

Tutti i cittadini hanno apprezzato l’impe-gno dell’Amministrazione per ripristinare il manto stradale delle vie urbane. Pur-troppo, a lavori di asfaltatura da poco ul-timati, dobbiamo denunciare i primi tagli alle sedi stradali. Come è accaduto in via Giovanni da Asola, il cui manto stradale, finito da circa un mese, è già stato tagliato per tutta la sua larghezza, al fine di con-sentire i lavori di collegamento di un’abi-tazione alle utenze, i cui punti di erogazio-ne si trovano sempre dall’altra parte della strada. E’ possibile che non si riesca mai a coordinare i tempi degli allacciamenti con quelli di asfaltatura?

* * *L’Ospedale, a seguito del forzato riposo di Gaetano Parisio, a cui facciamo i nostri più sinceri auguri di pronta guarigione, è rimasto senza il servizio di distribuzione dei giornali nei reparti. Una carenza che penalizza non poco i degenti a cui viene a mancare un importante passatempo.

* * *Notizie Tristi,

nel mese di agosto sono morti:

Guglielmo Piazza Noto imprenditore, titolare con il fra-tello Ermes dell’Azienda “Piazza mac-chine Agricole”, è deceduto improvvi-samente, all’età di 82 anni.

Dott. Angelo Testoricannetese, era conosciuto e stimato per essere stato il primo responsabile del servizio dialisi dell’Ospedale di Asola. E’ deceduto all’età di 61 anni.Alle famiglie le più sentite condoglianze de L’Asolano, per il grave lutto che le ha colpite.

L’Associazione per stare insieme Asola, con sede in via IV novembre, ha organizza-to, in Sala dei Dieci, un incontro sul tema “La chirurgia possibile nell’anziano”. Re-latori il Prof. Ottavio Bruni, Primario chi-rurgia generale; il Prof. Marco Maffiolini, Primario ostetricia e ginecologia; il dr. Lui-gi Troiano, Responsabile dell’endoscopia; il dr. Corrado Asteria, chirurgo specialista nei problemi dell’incontinenza e la sig.ra Graziella Losi, coordinatrice del reparto di ostetricia e ginecologia, hanno presentato alla cittadinanza il progetto di prevenzio-ne, cura e riabilitazione in un settore molto delicato nella vita delle persone anziane: l’ambulatorio delle patologie del pavi-mento pelvico. Progetto che è diventato un punto di eccellenza per l’Ospedale di Asola e che nasce da un accordo multidisciplina-re. Al termine dell’incontro l’Associazione “ Per stare insieme Asola “ ha donato agli “Amici dell’Ospedale di Asola “ la som-ma di € 1.000 per sostenere i progetti di miglioramento e potenziamento delle strut-ture e della strumentazione dell’Ospedale di Asola.

* * *Forse pochi lo sanno ma, ad Asola, sta compiendo un anno di vita una nuova casa discografica specializzata nella mu-sica jazz. Si tratta della trj records del patron Roberto Tiranti, già proprietario, con Emanuela Ravenoldi, di Sympaty Record’s, con sede in Largo Chiese, 25. Per festeggiare la ricorrenza, giovedì 25 settembre, alle ore 21, è stato program-mato nel Teatro Comunale di Castiglione delle Stiviere, in via Teatro 13, il 1° EXIB DAY al quale interverranno i migliori mu-sicisti della scuderia. Per prenotare e per ogni altra informazione, contattare Ema-nuela Barozzi al numero 346 50 10 320

Nel giugno scorso, a Casatico di Marcaria si sono girate alcune riprese di “Mal’aria” una miniserie Rai, del regista Paolo Bian-chini, ambientata nelle valli di Comacchio. Fra le comparse in costume anche alcuni bimbi di Asola con le loro mamme. Anto-nio Ghisleri, con mamma Simona Zaltie-ri e Marco Usmigli, con mamma Moni-ca Cestari, dopo aver superato i provini a Sabbioneta, compariranno in TV, la prossi-ma primavera, quando verrà messa in onda la mini serie televisiva a contenuto storico.

* * *Dal 12 al 14 settembre si è svolta ad Isola Dovarese la 42esima edizione del famoso Palio, de lo recitarcantar-ballando, ispirato alla tradizione me-dievale. In quei tre giorni il Borgo gonzaghesco, ha abbandonato il XXI° secolo, per ritornare nel XV°, con i co-stumi, le tradizioni, la cucina e gli sva-ghi di quei tempi, secondo il seguente programma. Venerdì 12: A la ora 19ma, clausura de lo borgo, inci, riscossion de la gabel-la onde aver la permissione de intrare per lo principio de lo mercato ed de le taverne. A la ora 21ma la consegna de le chiavi de la Sindachessa a lo Priore. Indi spegnimento de li lumi artificiosi et allumaggio de le torce. A la ora 22ma, presentatìo de le contrade dell’Isola, ne lo burlesco et dissennato modo.Sabato 13: A la ora 21ma, “Lo Con-vivio” Magnum Miraculum est homo, cum le spettacolazioni de nova fattura, in dove se puote ardire ne la presenta-tìo de le cogitazioni de l’epoca. Domenica 14: a la ora 17ma, il clou della manifestazione, con “Lo palio de le contrade” con jochi e jocatori, danze et danzatori, bandiere et sbandieratori, musica et musicanti, et multo altro an-cora. A la ora 21ma, ... alfin se narra una fantasiosa istoria, cun machine teatrali, cstumi arditi et abundanzia de Jochi pirici.

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Ci scrive il Consigliere Comunale di “Asola nel cuore” Gianluca Duretti.

In un periodo di prezzi alle stelle, che mor-tificano il potere d’acquisto di stipendi e pensioni, l’idea dell’amministrazione co-munale di Asola di rispolverare il secondo, antico mercato del mercoledì, per offrire ai cittadini l’opportunità di aquistare generi alimentari di prima necessità, direttamente dai produttori è, di per sè, un fatto positivo. Si è parlato molto dei modi di calmierare i prezzi, e ridurre il numero dei passaggi del-la cosiddetta filiera, per abbassare il ricari-co fra prezzi all’origine e prezzi alla ven-dita è, fra tutti, il sistema apparentemente più logico. In effetti, se consideriamo le lamentele dei produttori agricoli che, in rapporto ai prezzi praticati nei negozi o nei supermercati, dichiarano di incassare solo briciole dalla vendita dei loro prodotti, dare loro la possibilità di vendere direttamente i propri articoli dovrebbe avere un impatto benefico sia sulle tasche dei cittadini che su quelle degli stessi produttori. Così, anch’io, come tanti, ho creduto alla storia della filie-ra e mi sono detto perchè non comperare fi-nalmente un bel pollo ruspante? Detto, fat-to! Sono andato al mercato e, girando fra i banchi, subito mi sono accorto, ripensando anche ai prezzi che normalmente pago in negozio, che non c’era poi tutta questa con-venienza. Ma allora dove è finita la logica della filiera, l’interesse per i consumatori e tutte le belle teorie annesse e connesse? Mi sono detto, probabilmente è la qualità che è diversa e così, fiducioso, ma con riserva, mi sono portato a casa il mio bel pollo “ru-spante”. Ma anche qui una nuova delusio-ne. Il mio bel pollo aveva ruspato si, ma solo nelle gabbie di qualche allevamento! Poi, parlando con la gente, ho saputo che non ero stato il solo ad aver avuto esperien-ze di questo genere. Anche per la frutta e la verdura differenze minime! La morale è che non è sufficiente avere le belle idee ma, se davvero si desidera che restino tali, è sempre buona cosa verificarle, anche per-chè il costo del posteggio pagato da questi produttori commercianti mi risulta essere ben più conveniente, non solo delle tasse pagate dai negozi, ma anche degli stessi posteggi del mercato del sabato. Almeno fino ad ora, questo mercatino del mercole-dì da potenziale bella idea si è trasformato in un’iniziativa utile solo ad aggravare la già precaria situazione dei negozi di vici-nato, che subiscono una nuova concor-renza sleale senza, per contro, offrire ai cittadini il modo per risparmiare davvero.Ancora una volta, sono i piccoli commer-cianti a pagare per questa politica delle bel-le idee. Chi crede ancora nella favola che i grandi supermercati sono più convenienti? E, intanto, in Italia sono ormai decine di migliaia i piccoli negozi costretti a chiu-dere e, anche ad Asola, di questo passo, saranno in molti a chiudere per mai più ria-prire. Poi vedremo dove sta la convenienza!

Che ne sarà allora dei cittadini e dei cen-tri storici quando rimarranno senza i loro negozi? Quale sarà la condizione di vita, soprattutto degli anziani, quando non sarà più possibile acquistare ciò che serve sotto casa e verrà meno anche il punto di riferi-mento del bottegaio di fiducia che ti consi-glia, ti fa credito e con il quale si potevano scambiare quattro parole? Asola, 5 agosto 2008

* * *Il 6 luglio scorso, in concomitanza con la manifestazione degli alpini si è tenu-ta in piazza XX settembre la partenza del Giro d’Italia femminile. Un’evento di straordinaria importanza per una cittadina come Asola, ripreso anche da Rai 3 Sport. Non so come abbia fatto il Comune di Asola ad essere sede della partenza di questa corsa ciclistica ma, devo dire che, se non fossi andato dal barbiere nemmeno l’avrei saputo. E’ vero che una volta i barbieri erano la principale fonte di divulgazione delle notizie ma pensare che, in piena era della comunicazione, ci si possa anco-ra affidare ai barbieri per informare i cittadini, mi sembra assurdo. Eppure il Comune di Asola che ha saputo accap-parrarsi un simile evento, nulla o quasi ha fatto per pubblicizzarlo come avreb-be dovuto. Chi sapeva che domenica 6 luglio sarebbe partita dalla piazza la prima tappa del Giro d’Italia femmi-nile? Evidentemente nessuno, tranne i barbieri e pochi intimi e, se non fossestato per i barbieri che hanno sparso

la voce, tra un taglio e uno shampoo, chi avrebbe saputo di questo evento? Non un manifesto, nessuna locandina... solo i barbieri! Mi chiedo allora, ma se uno è pelato deve rimanere ignorante?

Asola, 8 luglio Lettera firmata

* * *Caro direttore,Sono Paolo Crema (nipote di Cesare “del Gallo”). E’ con piacere che Ti scrivo que-sta email per assicurarti la ricezione del 3° nr. de L’Asolano. Non puoi immaginare quanto sia emozionante ricevere notizie e quant’altro in merito al Paese in cui sono nato e vissuto per vent’ anni, sopra tutto per chi, come me, si è dovuto allontanare per motivi di lavoro. Asola rimane e ri-marrà sempre nel mio cuore. Ho saputo della morte del caro Don Anselmo, che ri-cordo con tanto affetto. Ricordo di quan-do insegnava alle scuole elementari.... un Prete disponibile, pronto ad ascoltare tut-to e tutti.... come si suol dire..... un prete “vecchio stampo” che oggi difficilmente trovi.Ora guardavo le pagine 14 e 15, de-dicate a “come eravamo”; ho riconosciu-to una donna, ovvero nella foto di gruppo in basso, a pag. 15, la prima a destra in seconda fila è la mamma di un mio com-pagno di classe elementare (Andrea Ron-goni di Giovanni), abitanti in una cascina sita in Via Circonvallazione Ovest. Legge-vo la storia del teatro sociale..... credo che per tutti gli Asolani sarebbe la “chicca“, un fiore all‘occhiello averlo ancora in uso!!!!!! Con la speranza di rivederci pre-sto un caloroso saluto, ricordando sempre che “prima e dop de Asula ghè Asula”.

Cav. Paolo Crema

L’Asolano 5 / 08 Lettere al direttore 31

E’ tanto che volevo scrivere all’Asolano perchè tutte le volte che, aprendo la Gaz-zetta di Mantova, mi capita di aprire la pagina dell’agenda, mi viene il nervoso. E’ vero che i mantovani non hanno mai avuto un gran feeling con Asola ma arrivare fino ad eliminarla dalla cartina della Provincia, mi sembra davvero troppo. Non me ne vogliano gli amici di Canneto s/O., cittadina che ha sostituito Asola nella con-siderazione dei redattori del quotidiano mantovano ma, se qualcuno voleva avere un’ennesima dimostrazione di faziosità, è servito. (lettera firmata)

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