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1 A.P. E . FOTO MOLTO BELLA DEL LAVORO IN STUDIO L’APICOLTURA: STUDIO ORGANIZZATIVO, IDENTIFICAZIONE GENERALE DEI RISCHI, PREVALUTAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO MEDIANTE UN NUOVO STRUMENTO DI SEMPLICE APPLICAZIONE Angela Ruschioni, Simona Montesi Loreta Maria Spagnuolo, Lucia Rinaldi ASUR MARCHE Michele Fanti Lucia Fantozzi CENTRO ITALIANO ERGONIMIA

L’APICOLTURA: STUDIO ORGANIZZATIVO, IDENTIFICAZIONE ... · loro prodotto: miele, cera d’api, propoli e pappa reale. 5 A.P. E . I NUMERI DELL’APICOLTURA ... 4.417 apiarii dei

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A.P.

E

.

FOTO MOLTO BELLA

DEL LAVORO IN STUDIO

L’APICOLTURA: STUDIO ORGANIZZATIVO, IDENTIFICAZIONE

GENERALE DEI RISCHI, PREVALUTAZIONE DEL RISCHIO DA

SOVRACCARICO BIOMECCANICO MEDIANTE UN NUOVO

STRUMENTO DI SEMPLICE APPLICAZIONE

Angela Ruschioni, Simona Montesi

Loreta Maria Spagnuolo,

Lucia Rinaldi

ASUR MARCHE

Michele Fanti

Lucia Fantozzi

CENTRO ITALIANO ERGONIMIA

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.

1. INTRODUZIONE principali dati di produzione e forza lavoro

in Italia e nel mondo

2. ANALISI ORGANIZZATIVA descrizione delle fasi lavorative e delle tipologie di

imprese analizzate

3. METODI DI INDAGINE descrizione del piano di analisi e indicazione degli

strumenti utilizzati

4. RISULTATI DELLA PREMAPPATURA descrizione degli indicatori di rischio e delle priorità di

intervento per tutti i fattori di rischio

5. IL SOVRACCARICO BIOMECCANICO

Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di

primo livello: arti superiori e/o rachide e/o posture in

generale

6. IL RISCHIO CHIMICO Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di

primo livello

7. CONCLUSIONI

INDICE

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L'apicoltura è l'allevamento di api allo

scopo di sfruttare i prodotti dell'alveare

dove per tale si intenda un'arnia

popolata da una famiglia di api.

1. Introduzione

Il mestiere dell’apicoltore consiste

sostanzialmente nel procurare alle

api ricovero e cure, e vegliare sul

loro sviluppo; in cambio egli

raccoglie una quota discreta del

loro prodotto: miele, cera d’api,

propoli e pappa reale.

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I NUMERI DELL’APICOLTURA

Alveari in Italia: 1.157.385 (stagione 2007)

Api in Italia: 57 miliardi e 860 milioni (stagione 2007)

Apicoltori: 72 mila (di cui 7.500 professionisti)

Produzione miele in Italia: circa 20.000 ton. – media annua

(fonte: Osservatorio nazionale della produzione e del mercato del miele - Castel San Pietro Terme,

Bologna)

1. Introduzione

Da: www.midisegni.it

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Nella Regione Marche sono stati censiti 1457

apicoltori che gestiscono 40.620 alveari da cui

si producono 1200 tonnellate di miele all’anno.

Gli apicoltori professionisti che dispongono di

almeno 150-200 alveari e che si dedicano

esclusivamente all’apicoltura sono il 2% dei

censiti, ma producono il 40% del miele

marchigiano.

Da: Censimento apistico 2008 dell’Assessorato

Agricoltura Regione Marche

1. Introduzione

Nella Regione Toscana sono stati

censiti 3800 apicoltori che gestiscono

4.417 apiarii dei quali 617 nomadi e

99.377 alveari.

Da: Regione Toscana – Settore Sistema

Statistico Regionale 2005

PRODUZIONE REGIONALE DI MIELE

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LE MARCHE: 2/3 mieli Millefiori: più

d’altri, sono legati alla multiforme

composizione botanica e all’andamento

climatico regionale, cambiando aroma e

gusto ogni stagione.

1/3 mieli Monoflora: derivati da una sola

tipologia di pianta nettarifera, quali il miele

d’acacia, di girasole, di castagno, di

melata (ricavato per lo più da melate di

quercia e ricchissimo di minerali e

potassio) e ultimamente di coriandolo.

1. Introduzione

LA TOSCANA è un esteso campo dove

si producono quasi tutti i tipi di miele

italiano. La macchia mediterranea

consente anche la produzione di mieli

rari come quello di corbezzolo e quello

di marruca, un arbusto spinoso della

Maremma da cui si ricava il miele.

l’unico miele italiano ad aver ottenuto il

marchio DOP è il miele della Lunigiana

PRODUZIONE REGIONALE DI MIELE

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I PRINCIPALI PRODOTTI DELLE API

PAPPA REALE: E' un alimento completo, un vero e proprio concentrato di

salute. E’ il nutrimento dell’ape regina.

MIELE: Il miele è la sostanza alimentare che le api producono partendo dal

nettare dei fiori o dalle secrezioni di parti vive di piante, che esse raccolgono, che

successivamente trasformano.

PROPOLI: La propoli è una miscela resinosa che le api raccolgono sulle

gemme di alcune piante e che modificano con l’apporto di secrezioni salivari e

di cera. Le api utilizzano questo prodotto per rivestire le superfici interne

dell’arnia e per chiudere eventuali fessure o fori, per rendere immune la

famiglia dalle malattie e per imbalsamare i piccoli predatori che si sono

introdotti nell’alveare.

CERA D’API: La cera d’api è prodotta dalle ghiandole situate sotto l’addome

delle api operaie. La cera secreta dai pori è in forma liquida, ma a contatto

con l’aria solidifica.

1. Introduzione

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L'arnia è la casa delle api.

E’ composta dal:

-fondo con il predellino di volo,

- nido ove vive la famiglia d'api,

- melario nel quale viene

immagazzinato il miele,

- coprifavo,

- tetto.

Essa è costruita preferibilmente con

legno di abete ben stagionato

perché è leggero, fa respirare ed è

poco costoso.

1. Introduzione

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1. INTRODUZIONE principali dati di produzione e forza lavoro in Italia e

nel mondo

2. ANALISI ORGANIZZATIVA descrizione delle fasi lavorative e delle

tipologie di imprese analizzate

3. METODI DI INDAGINE descrizione del piano di analisi e

indicazione degli strumenti utilizzati

4. RISULTATI DELLA

PREMAPPATURA

descrizione degli indicatori di

rischio e delle priorità di intervento

per tutti i fattori di rischio

5. IL SOVRACCARICO BIOMECCANICO

Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di

primo livello: arti superiori e/o rachide e/o posture in

generale

6. IL RISCHIO CHIMICO Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di

primo livello

7. CONCLUSIONI

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APICOLTORE “GRANDE”:

Allevatore di api e produttore di

miele

-500 Arnie

-200 Quintali di miele anno

-1 addetto + 2 persone saltuarie

-2700 Ore persona di lavoro

annue (proprietario)

-Il proprietario lavora in media 10

ore al giorno circa, su 6 giorni per

settimana

APICOLTORE “PICCOLO”

Azienda agricola con agriturismo

-40 Arnie

-10 Quintali di miele anno

-2 addetti

-140 Ore persona di lavoro annue

(proprietari)

LE AZIENDE PRESE IN ANALISI

2. Analisi organizzativa

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IL CICLO DELL’APICOLTURA E L’INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO

2. Analisi organizzativa

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2. Analisi organizzativa

GENNAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

FEBBRAIO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

IL CALENDARIO DELL’APICOLTORE: UN CICLO ANNUALE

2. Analisi organizzativa

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LE FASI LAVORATIVE

NELL’ANNO E’ POSSIBILE DISTINGUERE 3 PERIODI:

Autunno-Inverno Primavera Estate

da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre

da Ottobre a Dicembre

Le fasi di lavoro principali in

Autunno-Inverno

Le fasi di lavoro principali in

Primavera Le fasi di lavoro principali in

Estate

REVISIONE ARNIE IMMAGAZZINATE

CONTROLLO DELL’ALVEARE

CONTROLLO DELLA SCIAMATURA

CONTROLLO DELLO STATO DELLA

FAMIGLIA SMIELATURA

INVASETTAMENTO E CONFEZIONAMENTO

TRATTAMENTO ESTIVO ANTI VARROA

SPOSTAMENTO ALVEARI NOMADI TRATTAMENTO AUTUNNALE ANTI VARROA

2. Analisi organizzativa

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PRINCIPALI LE FASI LAVORATIVE

Autunno-Inverno Primavera Estate

da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre

da Ottobre a Dicembre

Le fasi di lavoro principali in

Autunno-Inverno

REVISIONE ARNIE IMMAGAZZINATE

CONTROLLO DELL’ALVEARE

TRATTAMENTO AUTUNNALE ANTI VARROA

2. Analisi organizzativa

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REVISIONE ARNIE IMMAGAZZINATE

costruzione dei telaini

Armatura

Applicazione del foglio cereo

riparazioni

REVISIONE DEI TELAINI

Nei mesi invernali le operazioni dell’apicoltore sono concentrate alla revisione

delle parti delle arnie e dei suoi costituenti (telaini, fogli cerei) per renderle

pronte alla prossima stagione quando riprenderà intensa l’attività delle api.

Sceratore solare

Pane di cera depurata

2. Analisi organizzativa

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L’apicoltore non è mai a riposo: in questi mesi “tranquilli” deve periodicamente

effettuare delle viste alle api per effettuare il controllo visivo della situazione

complessiva. Il controllo va effettuato soprattutto per evidenziare in tempo utili

eventuali danni causati dal maltempo.

CONTROLLO STATO APIARIO

2. Analisi organizzativa

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La preparazione del prodotto avviene

diluendo 100 grammi di acido ossalico in

un litro di acqua preparata a caldo con 1

chilogrammo di zucchero; le singole

quantità possono subire “aggiustamenti”

a seconda dell’apicoltore interessato

(della zona dove è situato l’apiario, del

modo di utilizzo e della temperatura

esterna – comunque sempre superiore a

8-10°C).

Trattamento con ACIDO OSSALICO

Preparazione prodotto

Somministrazione alla famiglia

TRATTAMENTO AUTUNNALE ANTIVARROA

La somministrazione può avvenire per

“gocciolamento” intertelaino (5 ml/telaino

coperto di api) oppure per inserimento di

striscette di pioppo imbevute ed

appoggiate sopra i bordi dei telaini (una

striscetta/famiglia). La preparazione

della soluzione è seguita da prelievo con

siringa o deposito in vaschetta delle

strisce di legno di faggio sino a completo

assorbimento -100 striscette per 1 lt.

preparato).

2. Analisi organizzativa

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GENNAIO FEBBRAIO MARZO OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE

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COMPITI SVOLTI PER MESE

AZIENDA GRANDETotale ore anno solo proprietario

2700Fiore di nocciolo Fiore di biancospino

Nespolo giapponeseFiore di rosmarino

Fiore di corbezzoloFiore di pesco

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GENNAIO FEBBRAIO MARZO OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE

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COMPITI SVOLTI IN CIASCUN MESE

AZIENDA PICCOLATotale ore anno per persona

140Fiore di nocciolo Fiore di biancospino

Nespolo giapponeseFiore di rosmarino

Fiore di corbezzoloFiore di pesco

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A.P.

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Uno strumento di screening rapido ed efficace per individuare

I DISAGI ED I PERICOLI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI NEL SETTORE ARTIGIANALE

si è dimostrata la scheda di PREMAPPATURA che attraverso

le KEY-ENTER e le QUCK EVALUATION

è in grado di mostrare quali approfondimenti siano necessari per una corretta individuazione dei

rischi presenti nelle lavorazioni Artigianali, dando la possibilità di intervenire correttamente

per ridurli e/o eliminarli

LA PREMAPPATURA DEL RISCHIO

A cura di Daniela Colombini, Michele Fanti, Marco Cerbai, Sofia Pressiani

Gruppo di lavoro A:P:E dellunità di ricerca EPM (Ergonomia della Postura e del Movimento)

Azienda

Settore produttivo N. Addetti M

F

indirizzo

altre informazioni anagrafiche

Breve descrizione della

lavorazione

SCHEDA DI PREMAPPATURA

PER L'IDENTIFICAZIONE

DEI DISAGI E PERICOLI PER LA SALUTE

NEL LAVORO ARTIGIANALE :

SCHEDA 1: Inquadramento dei principali rischi lavorativi

lavorazioneaz.agricola BENADDUCI & TAGLIARINI PRODUZIONE MIELE

1

1 coll. Familiare

APICOLTURA

DATI ANAGRAFICI DELL'IMPRESA E DEL/I COMPITI SVOLTI

A.P.E

E.

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A.P.

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. QUANTIFICAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AI RISCHI DEI DIVERSI COMPITI ANNUALI DAL

RISULTATO DI PREMAPPATURA:

Serie1

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MESI INVERNALI Azienda Piccola

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LE FASI LAVORATIVE

Autunno-Inverno Primavera Estate

da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre

da Ottobre a Dicembre

Le fasi di lavoro principali in

Primavera

CONTROLLO DELLA SCIAMATURA

CONTROLLO DELLO STATO DELLA

FAMIGLIA

2. Analisi organizzativa

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A.P.

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CONTROLLO DELL’ALVEARE

Ogni singola arnia deve essere aperta ed “ispezionata”; l’apicoltore estrae tutti i telaini con un

attrezzatura a punta ripiegata; il telaio viene ispezionato visivamente mentre è mantenuto alle due

estremità. L’estrazione con attrezzo comporta numerose inclinazioni e rotazioni del polso ma il peso

del singolo telaino è modesto (inferiore a 1 chilo)

CONTROLLO DELLO STATO DELLA

FAMIGLIA

Controllo visivo

Unione di famiglie deboli o orfane

inserimento di telaini con covata e api

Inserimento di regine in famiglie orfane senza covata

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A.P.

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Nelle situazioni in cui la famiglia è molto grande, può accadere che una parte di essa si

costituisca in sciame e che quindi migri. Per evitare questa situazione, l’apicoltore

agisce in vari modi per cercare di non perdere api con la sciamatura. Può, ad esempio,

formare sciami artificiali anticipando la sciamatura naturale prendendo dei telaini pieni

di covata e di api dalla famiglia di origine divenuta esageratamente grande. Subito li

passerà in una arnia da nucleo, a cinque telaini; potrà inserire una regina nuova con il

metodo della gabbietta oppure usare la cella reale, se presente nei telaini spostati.

FORMAZIONE SCIAMI ARTIFICIALI

CONTROLLO DELL’ALVEARE

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APRILE MAGGIO

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COMPITI SVOLTI PER MESE

AZIENDA GRANDETotale ore anno solo proprietario

2700Fiore di Melo

Fiore di Robinia

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28

0

1

2

3

4

5

6

7

OPERAZIONI ESTERNE ALL'ALVEARE

CONTROLLO DELLA SCIAMATURA

CONTROLLO DELLA SCIAMATURA

SMIELATURA

APRILE MAGGIO

OR

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MP

ITO

COMPITI SVOLTI PER MESE

AZIENDA PICCOLATotale ore anno persona

140Fiore di Melo Fiore di Robinia

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29 29

A.P.

E

. QUANTIFICAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AI RISCHI DEI DIVERSI COMPITI ANNUALI DAL

RISULTATO DI PREMAPPATURA

Serie1

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

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90%

100%

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MESI PRIMAVERILI Azienda Grande

Serie1

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20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

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RIP

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RO

MESI PRIMAVERILI Azienda Piccola

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30

LE PRINCIPALI FASI LAVORATIVE

Autunno-Inverno Primavera Estate

da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre

da Ottobre a Dicembre

Le fasi di lavoro principali in

Estate

SMIELATURA

INVASETTAMENTO E CONFEZIONAMENTO

TRATTAMENTO ESTIVO ANTI VARROA

SPOSTAMENTO ALVEARI NOMADI

2. Analisi organizzativa

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31

A.P.

E

.

films

E’ una delle operazioni più faticose per l’apicoltore; il melario pieno di miele può

pesare dai 16 ai 20-25 Kg ed ogni singolo telaino pesa da 1,8 a 3,0 Kg. La

distanza dal sito dove è collocato l’apiario al laboratorio può essere notevole.

L’apicoltore marchigiano si è dotato di un carro autotrainante per agevolare il

trasporto.

L’apicoltore toscano non ha ausili: preleva i melari e li trasporta fino al furgone che

colloca nei pressi degli alveari

Giunti al laboratorio, il carro/furgone viene scaricato manualmente dei melari nella

stanza dove avviene la disopercolatura ed estrazione miele.

CARICO E TRASPORTO MELARI

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32

A.P.

E

.

La disopercolatura può essere effettuata con due modalità: con coltello o con con forchetta

films films

disopercolatura con coltello disopercolatura con forchetta

LA DISOPERCOLATURA consiste nel rimuovere la cera degli opercoli da sopra le cellette che

contengono il miele. L’attività si svolge in postura eretta e l’asportazione della cera effettuata, sia

con coltello che con forchetta, richiede forza manuale e precisione.

SMIELATURA

Smielatura

Estrazione dei telaini

Disopercolatura

Estrazione del miele

Immissione nei maturatori e decantazione (eliminazione impurità)

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33

A.P.

E

.

LA SMIELATURA - Il miele si estrae inserendo i telaini nello smielatore (una centrifuga apposita)

che può essere manuale o automatico.

Azionando lo smielatore, il miele ad opera della forza centrifuga fuoriesce dalle cellette e si

raccoglie sul fondo. L’operazione dura sino a quando il miele cessa di fuoriuscire dal rubinetto

posto in basso, quasi a pavimento.

SMIELATURA MANUALE E AUTOMATICA

Smielatore manuale Smielatore automatico

Il miele così estratto viene travasato – a mano, tramite pompa o per

caduta- nei maturatori (cisterne in genere in acciaio inox) dove permane

minimo 10 giorni per consentire l’evaporazione dell’acqua in eccesso ed

eliminare le impurità che salgono in superficie.

Il peso del contenitore di raccolta nel travaso a mano è variabile dai

10 ai 20 Kg

Il miele riempie i maturatori per caduta

Il miele viene immesso nei maturatori manualmente

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34

A.P.

E

.

2. Analisi organizzativa

INVASETTAMENTO E CONFEZIONAMENTO

INVASETTAMENTO- Il miele viene imbarattolato manualmente in contenitori di varie misure. Una

parte del miele viene messo in secchielli da 25 Kg (95%) e da 5 kg (5%) - max 100 secchielli-Circa

20 quintali di miele vengono imbarattolati in contenitori di vetro di vario peso- 40 gr (10%), 250 gr

(10%), 500 gr (40%), 1kg (40%).

CONFEZIONAMENTO – Il nostro apicoltore applica a ciascun contenitore un’etichetta specifica, la

quale a secondo del tipo di miele avrà un diverso colore. L’operazione è completamente manuale,

dalla stampa alla separazione all’applicazione.

Separazione manuale etichette Applicazione manuale etichette

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35

A.P.

E

.

Dopo aver tolto il coprifavo ed aver spruzzato fumo, le quattro parti di tavoletta

vengono posizionate ai quattro angoli del nido.

Trattamento con APILIFE VAR

Preparazione prodotto

Somministrazione alla famiglia

Pulizia e preparazione fondo

TRATTAMENTO ESTIVO ANTIVARRO

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36

SPOSTAMENTO DEGLI ALVEARI

NOMADI – Ogni settimana il nostro

apicoltore dell’azienda grande sposta, in

zone dove avvengono le fioriture, 20 arnie

da 50 Kg ciascuna.

Questa operazione viene effettuata da 2

operatori.

Alla sera, quando tutte le api sono rientrate

nell’alveare, l’apicoltore chiude l’ingresso e

carica gli alveari sul suo furgone

trasferendo le arnie nella zona prescelta.

Una volta arrivati con il furgone raggiunge

l’area di nuova collocazione e scaricherà gli

alveari

SPOSTAMENTO DEGLI ALVEARI NOMADI

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GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE

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COMPITI PER MESE

AZIENDA GRANDETotale ore anno proprietario

2700

Fiore di erba medicagirasole

fiore di sullaFiore di meliloto

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38

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GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE

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COMPITI PER MESE

AZIENDA PICCOLATotale ore anno persona

140

Fiore di erba medicagirasole

fiore di sullaFiore di meliloto

Page 37: L’APICOLTURA: STUDIO ORGANIZZATIVO, IDENTIFICAZIONE ... · loro prodotto: miele, cera d’api, propoli e pappa reale. 5 A.P. E . I NUMERI DELL’APICOLTURA ... 4.417 apiarii dei

39 39

A.P.

E

. QUANTIFICAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AI RISCHI DEI DIVERSI COMPITI ANNUALI DAL

RISULTATO DI PREMAPPATURA:

Serie1

0%

10%

20%

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Serie1

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MESI ESTIVI Azienda Grande

MESI ESTIVI Azienda Piccola

Page 38: L’APICOLTURA: STUDIO ORGANIZZATIVO, IDENTIFICAZIONE ... · loro prodotto: miele, cera d’api, propoli e pappa reale. 5 A.P. E . I NUMERI DELL’APICOLTURA ... 4.417 apiarii dei

40

SCHEDA 1

COMPILATORE DATA COMPILAZIONE

DENOMINAZIONE DEL COMPITO

DESCRIZIONE MINUTI

ufficiale 480

effettivo

PAUSE UFFICIALI da contratto 20ALTRE PAUSE (oltre alle

ufficiali)ufficiale 30

effettiva

LAVORI NON RIPETITIVI ufficiale FILM

(es:pulizia, rifornimento,ecc) effettiva

430

programmati 60,0 pz/h

effettivi

60,0 1,0 minuti

59 MOLTIPLICATORE TEMPO NETTO LAVORO RIPETITIVO 1,00

1,7% 7,2 minuti nel turno derivanti dalla differenza fra tempi netti lavorati e tempi osservati

MODALITA’ DI INTERRUZIONE DEL LAVORO A CICLI CON PAUSE O CON ALTRI LAVORI DI CONTROLLO VISIVO

RECUPERO 2

DX SX

SUB-TAREA - SMIELATURA MANUALE

TEMPO NETTO DI LAVORO RIPETITIVO

INDICE DI RISCHIO DELLA POSTAZIONE

BREVE DESCRIZIONE DEL POSTO

DI LAVORO:

CHECKLIST OCRA

19,5 2,0

430

MARZO 2010Centro Italiano di Ergonomia

PROCEDURA BREVE PER L’IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO DEGLI ARTI SUPERIORI DA LAVORO RIPETITIVO

INSERIMENTO DEI TELAI NELLO SMIELATORE E AZIONAMENTO MANOVELLA MANUALMENTE

N.PEZZI (o cicli)

DURATA TURNO

PAUSA MENSA

TEMPO NETTO DI CICLO (sec.)

TEMPO DI CICLO OSSERVATO o PERIODO

OSSERVATO (sec)

DIFFERENZA IN % FRA T. NETTO DI CICLO E CICLO

OSSERVATO

IL RISCHIO PER GLI ARTI SUPERIORI NEL COMPITO DI ESTRAZIONE MANUALE DEL MIELE

SCHEDA 1

COMPILATORE DATA COMPILAZIONE

DENOMINAZIONE DEL COMPITO

DESCRIZIONE MINUTI

ufficiale 480

effettivo

PAUSE UFFICIALI da contratto 20ALTRE PAUSE (oltre alle

ufficiali)ufficiale 30

effettiva

LAVORI NON RIPETITIVI ufficiale FILM

(es:pulizia, rifornimento,ecc) effettiva

430

programmati 60,0 pz/h

effettivi

60,0 1,0 minuti

59 MOLTIPLICATORE TEMPO NETTO LAVORO RIPETITIVO 1,00

1,7% 7,2 minuti nel turno derivanti dalla differenza fra tempi netti lavorati e tempi osservati

MODALITA’ DI INTERRUZIONE DEL LAVORO A CICLI CON PAUSE O CON ALTRI LAVORI DI CONTROLLO VISIVO

RECUPERO 2

DX SX

DIFFERENZA IN % FRA T. NETTO DI CICLO E CICLO

OSSERVATO

TEMPO NETTO DI CICLO (sec.)

TEMPO DI CICLO OSSERVATO o PERIODO

OSSERVATO (sec)

INSERIMENTO DEI TELAI NELLO SMIELATORE E AZIONAMENTO PULSANTE PER AVVIO AUTOMATICO

N.PEZZI (o cicli)

DURATA TURNO

PAUSA MENSA

CHECKLIST OCRA

3,0 2,0

430

MARZO 2010Centro Italiano di Ergonomia

PROCEDURA BREVE PER L’IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO DEGLI ARTI SUPERIORI DA LAVORO RIPETITIVO

BREVE DESCRIZIONE DEL POSTO

DI LAVORO:

SUB-TAREA - SMIELATURA AUTOMATICA

TEMPO NETTO DI LAVORO RIPETITIVO

INDICE DI RISCHIO DELLA POSTAZIONE

IL RISCHIO PER GLI ARTI SUPERIORI NEL COMPITO DI ESTRAZIONE AUTOMATICA DEL MIELE

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41

IL RISCHIO PER LA COLONNA VERTEBRALE PER IL SOLLEVAMENTO DELL’ARNIA (50Kg.)

2

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42

CONCLUSIONI

L’apicoltura è attività solitamente complementare ad altre attività agricole e quindi i

rischi per l’apicoltore vanno considerati per ciascuna attività e nel loro insieme.

Il rischio da sovraccarico biomeccanico è elevato nel periodo estivo quando l’attività

di produzione richiede il trasporto degli alveari e dei melari.

L’entità del rischio per ciascun compito può risultare simile per la grande e piccola

impresa: ciò che le differenzia è l’organizzazione del lavoro. Infatti nella piccola

impresa le ore dedicato a questa attività durante l’anno sono molto più limitate

Si sono rilevate altre differenze organizzative non solo dovute all’orario di lavoro.

L’apicoltore “grande” è ben organizzato nella fase di smielatura dove il rischio è

minimo mentre tutti i trasporti vengono effettuati manualmente comportando un

elevato rischio per il rachide.

Per l’apicoltore “piccolo” il rischio è elevato nella fase di smielatura (manualità della

fase) mentre è modesto durante i trasporti dei melari per l’automazione delle

operazioni.

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43

CONCLUSIONI

Altri rischi, seppure presenti, non sono stati presi in considerazione. Ne è un

esempio la possibilità di reazioni allergiche alla puntura delle api anche in soggetti

inizialmente immuni.

Il rischio chimico necessita di approfondimento sia per i numerosi prodotti usati che

per la variabilità delle composizioni che ciascun apicoltore determina

autonomamente.

Alcuni prodotti, usati dai due apicoltori studiati – es. ac. ossalico, sono attualmente

in fase di revisione ministeriale in quanto l’utilizzo non è autorizzato (possono

contenere metalli se impuri).

Altri prodotti, non usati dai due apicoltori studiati, possono avere tossicità elevata

(es. ac. Formico)

Il rischio da esposizione a U.V. è presente ma ben controllato dall’uso di idoneo

vestiario di protezione dalle punture delle api.