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A.P.
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FOTO MOLTO BELLA
DEL LAVORO IN STUDIO
L’APICOLTURA: STUDIO ORGANIZZATIVO, IDENTIFICAZIONE
GENERALE DEI RISCHI, PREVALUTAZIONE DEL RISCHIO DA
SOVRACCARICO BIOMECCANICO MEDIANTE UN NUOVO
STRUMENTO DI SEMPLICE APPLICAZIONE
Angela Ruschioni, Simona Montesi
Loreta Maria Spagnuolo,
Lucia Rinaldi
ASUR MARCHE
Michele Fanti
Lucia Fantozzi
CENTRO ITALIANO ERGONIMIA
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A.P.
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1. INTRODUZIONE principali dati di produzione e forza lavoro
in Italia e nel mondo
2. ANALISI ORGANIZZATIVA descrizione delle fasi lavorative e delle tipologie di
imprese analizzate
3. METODI DI INDAGINE descrizione del piano di analisi e indicazione degli
strumenti utilizzati
4. RISULTATI DELLA PREMAPPATURA descrizione degli indicatori di rischio e delle priorità di
intervento per tutti i fattori di rischio
5. IL SOVRACCARICO BIOMECCANICO
Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di
primo livello: arti superiori e/o rachide e/o posture in
generale
6. IL RISCHIO CHIMICO Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di
primo livello
7. CONCLUSIONI
INDICE
3
A.P.
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L'apicoltura è l'allevamento di api allo
scopo di sfruttare i prodotti dell'alveare
dove per tale si intenda un'arnia
popolata da una famiglia di api.
1. Introduzione
Il mestiere dell’apicoltore consiste
sostanzialmente nel procurare alle
api ricovero e cure, e vegliare sul
loro sviluppo; in cambio egli
raccoglie una quota discreta del
loro prodotto: miele, cera d’api,
propoli e pappa reale.
5
A.P.
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.
I NUMERI DELL’APICOLTURA
Alveari in Italia: 1.157.385 (stagione 2007)
Api in Italia: 57 miliardi e 860 milioni (stagione 2007)
Apicoltori: 72 mila (di cui 7.500 professionisti)
Produzione miele in Italia: circa 20.000 ton. – media annua
(fonte: Osservatorio nazionale della produzione e del mercato del miele - Castel San Pietro Terme,
Bologna)
1. Introduzione
Da: www.midisegni.it
6
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Nella Regione Marche sono stati censiti 1457
apicoltori che gestiscono 40.620 alveari da cui
si producono 1200 tonnellate di miele all’anno.
Gli apicoltori professionisti che dispongono di
almeno 150-200 alveari e che si dedicano
esclusivamente all’apicoltura sono il 2% dei
censiti, ma producono il 40% del miele
marchigiano.
Da: Censimento apistico 2008 dell’Assessorato
Agricoltura Regione Marche
1. Introduzione
Nella Regione Toscana sono stati
censiti 3800 apicoltori che gestiscono
4.417 apiarii dei quali 617 nomadi e
99.377 alveari.
Da: Regione Toscana – Settore Sistema
Statistico Regionale 2005
PRODUZIONE REGIONALE DI MIELE
7
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LE MARCHE: 2/3 mieli Millefiori: più
d’altri, sono legati alla multiforme
composizione botanica e all’andamento
climatico regionale, cambiando aroma e
gusto ogni stagione.
1/3 mieli Monoflora: derivati da una sola
tipologia di pianta nettarifera, quali il miele
d’acacia, di girasole, di castagno, di
melata (ricavato per lo più da melate di
quercia e ricchissimo di minerali e
potassio) e ultimamente di coriandolo.
1. Introduzione
LA TOSCANA è un esteso campo dove
si producono quasi tutti i tipi di miele
italiano. La macchia mediterranea
consente anche la produzione di mieli
rari come quello di corbezzolo e quello
di marruca, un arbusto spinoso della
Maremma da cui si ricava il miele.
l’unico miele italiano ad aver ottenuto il
marchio DOP è il miele della Lunigiana
PRODUZIONE REGIONALE DI MIELE
8 8
I PRINCIPALI PRODOTTI DELLE API
PAPPA REALE: E' un alimento completo, un vero e proprio concentrato di
salute. E’ il nutrimento dell’ape regina.
MIELE: Il miele è la sostanza alimentare che le api producono partendo dal
nettare dei fiori o dalle secrezioni di parti vive di piante, che esse raccolgono, che
successivamente trasformano.
PROPOLI: La propoli è una miscela resinosa che le api raccolgono sulle
gemme di alcune piante e che modificano con l’apporto di secrezioni salivari e
di cera. Le api utilizzano questo prodotto per rivestire le superfici interne
dell’arnia e per chiudere eventuali fessure o fori, per rendere immune la
famiglia dalle malattie e per imbalsamare i piccoli predatori che si sono
introdotti nell’alveare.
CERA D’API: La cera d’api è prodotta dalle ghiandole situate sotto l’addome
delle api operaie. La cera secreta dai pori è in forma liquida, ma a contatto
con l’aria solidifica.
1. Introduzione
9
A.P.
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L'arnia è la casa delle api.
E’ composta dal:
-fondo con il predellino di volo,
- nido ove vive la famiglia d'api,
- melario nel quale viene
immagazzinato il miele,
- coprifavo,
- tetto.
Essa è costruita preferibilmente con
legno di abete ben stagionato
perché è leggero, fa respirare ed è
poco costoso.
1. Introduzione
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A.P.
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1. INTRODUZIONE principali dati di produzione e forza lavoro in Italia e
nel mondo
2. ANALISI ORGANIZZATIVA descrizione delle fasi lavorative e delle
tipologie di imprese analizzate
3. METODI DI INDAGINE descrizione del piano di analisi e
indicazione degli strumenti utilizzati
4. RISULTATI DELLA
PREMAPPATURA
descrizione degli indicatori di
rischio e delle priorità di intervento
per tutti i fattori di rischio
5. IL SOVRACCARICO BIOMECCANICO
Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di
primo livello: arti superiori e/o rachide e/o posture in
generale
6. IL RISCHIO CHIMICO Descrizione dei risultati di analisi con strumenti di
primo livello
7. CONCLUSIONI
12
APICOLTORE “GRANDE”:
Allevatore di api e produttore di
miele
-500 Arnie
-200 Quintali di miele anno
-1 addetto + 2 persone saltuarie
-2700 Ore persona di lavoro
annue (proprietario)
-Il proprietario lavora in media 10
ore al giorno circa, su 6 giorni per
settimana
APICOLTORE “PICCOLO”
Azienda agricola con agriturismo
-40 Arnie
-10 Quintali di miele anno
-2 addetti
-140 Ore persona di lavoro annue
(proprietari)
LE AZIENDE PRESE IN ANALISI
2. Analisi organizzativa
13
IL CICLO DELL’APICOLTURA E L’INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO
2. Analisi organizzativa
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2. Analisi organizzativa
GENNAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
FEBBRAIO
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
IL CALENDARIO DELL’APICOLTORE: UN CICLO ANNUALE
2. Analisi organizzativa
15
LE FASI LAVORATIVE
NELL’ANNO E’ POSSIBILE DISTINGUERE 3 PERIODI:
Autunno-Inverno Primavera Estate
da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre
da Ottobre a Dicembre
Le fasi di lavoro principali in
Autunno-Inverno
Le fasi di lavoro principali in
Primavera Le fasi di lavoro principali in
Estate
REVISIONE ARNIE IMMAGAZZINATE
CONTROLLO DELL’ALVEARE
CONTROLLO DELLA SCIAMATURA
CONTROLLO DELLO STATO DELLA
FAMIGLIA SMIELATURA
INVASETTAMENTO E CONFEZIONAMENTO
TRATTAMENTO ESTIVO ANTI VARROA
SPOSTAMENTO ALVEARI NOMADI TRATTAMENTO AUTUNNALE ANTI VARROA
2. Analisi organizzativa
16
PRINCIPALI LE FASI LAVORATIVE
Autunno-Inverno Primavera Estate
da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre
da Ottobre a Dicembre
Le fasi di lavoro principali in
Autunno-Inverno
REVISIONE ARNIE IMMAGAZZINATE
CONTROLLO DELL’ALVEARE
TRATTAMENTO AUTUNNALE ANTI VARROA
2. Analisi organizzativa
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REVISIONE ARNIE IMMAGAZZINATE
costruzione dei telaini
Armatura
Applicazione del foglio cereo
riparazioni
REVISIONE DEI TELAINI
Nei mesi invernali le operazioni dell’apicoltore sono concentrate alla revisione
delle parti delle arnie e dei suoi costituenti (telaini, fogli cerei) per renderle
pronte alla prossima stagione quando riprenderà intensa l’attività delle api.
Sceratore solare
Pane di cera depurata
2. Analisi organizzativa
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L’apicoltore non è mai a riposo: in questi mesi “tranquilli” deve periodicamente
effettuare delle viste alle api per effettuare il controllo visivo della situazione
complessiva. Il controllo va effettuato soprattutto per evidenziare in tempo utili
eventuali danni causati dal maltempo.
CONTROLLO STATO APIARIO
2. Analisi organizzativa
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A.P.
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La preparazione del prodotto avviene
diluendo 100 grammi di acido ossalico in
un litro di acqua preparata a caldo con 1
chilogrammo di zucchero; le singole
quantità possono subire “aggiustamenti”
a seconda dell’apicoltore interessato
(della zona dove è situato l’apiario, del
modo di utilizzo e della temperatura
esterna – comunque sempre superiore a
8-10°C).
Trattamento con ACIDO OSSALICO
Preparazione prodotto
Somministrazione alla famiglia
TRATTAMENTO AUTUNNALE ANTIVARROA
La somministrazione può avvenire per
“gocciolamento” intertelaino (5 ml/telaino
coperto di api) oppure per inserimento di
striscette di pioppo imbevute ed
appoggiate sopra i bordi dei telaini (una
striscetta/famiglia). La preparazione
della soluzione è seguita da prelievo con
siringa o deposito in vaschetta delle
strisce di legno di faggio sino a completo
assorbimento -100 striscette per 1 lt.
preparato).
2. Analisi organizzativa
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GENNAIO FEBBRAIO MARZO OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE
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COMPITI SVOLTI PER MESE
AZIENDA GRANDETotale ore anno solo proprietario
2700Fiore di nocciolo Fiore di biancospino
Nespolo giapponeseFiore di rosmarino
Fiore di corbezzoloFiore di pesco
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GENNAIO FEBBRAIO MARZO OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE
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COMPITI SVOLTI IN CIASCUN MESE
AZIENDA PICCOLATotale ore anno per persona
140Fiore di nocciolo Fiore di biancospino
Nespolo giapponeseFiore di rosmarino
Fiore di corbezzoloFiore di pesco
22
A.P.
E
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Uno strumento di screening rapido ed efficace per individuare
I DISAGI ED I PERICOLI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI NEL SETTORE ARTIGIANALE
si è dimostrata la scheda di PREMAPPATURA che attraverso
le KEY-ENTER e le QUCK EVALUATION
è in grado di mostrare quali approfondimenti siano necessari per una corretta individuazione dei
rischi presenti nelle lavorazioni Artigianali, dando la possibilità di intervenire correttamente
per ridurli e/o eliminarli
LA PREMAPPATURA DEL RISCHIO
A cura di Daniela Colombini, Michele Fanti, Marco Cerbai, Sofia Pressiani
Gruppo di lavoro A:P:E dellunità di ricerca EPM (Ergonomia della Postura e del Movimento)
Azienda
Settore produttivo N. Addetti M
F
indirizzo
altre informazioni anagrafiche
Breve descrizione della
lavorazione
SCHEDA DI PREMAPPATURA
PER L'IDENTIFICAZIONE
DEI DISAGI E PERICOLI PER LA SALUTE
NEL LAVORO ARTIGIANALE :
SCHEDA 1: Inquadramento dei principali rischi lavorativi
lavorazioneaz.agricola BENADDUCI & TAGLIARINI PRODUZIONE MIELE
1
1 coll. Familiare
APICOLTURA
DATI ANAGRAFICI DELL'IMPRESA E DEL/I COMPITI SVOLTI
A.P.E
E.
23 23
A.P.
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. QUANTIFICAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AI RISCHI DEI DIVERSI COMPITI ANNUALI DAL
RISULTATO DI PREMAPPATURA:
Serie1
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
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MESI INVERNALI Azienda Grande
Serie1
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MESI INVERNALI Azienda Piccola
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LE FASI LAVORATIVE
Autunno-Inverno Primavera Estate
da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre
da Ottobre a Dicembre
Le fasi di lavoro principali in
Primavera
CONTROLLO DELLA SCIAMATURA
CONTROLLO DELLO STATO DELLA
FAMIGLIA
2. Analisi organizzativa
25
A.P.
E
.
CONTROLLO DELL’ALVEARE
Ogni singola arnia deve essere aperta ed “ispezionata”; l’apicoltore estrae tutti i telaini con un
attrezzatura a punta ripiegata; il telaio viene ispezionato visivamente mentre è mantenuto alle due
estremità. L’estrazione con attrezzo comporta numerose inclinazioni e rotazioni del polso ma il peso
del singolo telaino è modesto (inferiore a 1 chilo)
CONTROLLO DELLO STATO DELLA
FAMIGLIA
Controllo visivo
Unione di famiglie deboli o orfane
inserimento di telaini con covata e api
Inserimento di regine in famiglie orfane senza covata
26
A.P.
E
.
Nelle situazioni in cui la famiglia è molto grande, può accadere che una parte di essa si
costituisca in sciame e che quindi migri. Per evitare questa situazione, l’apicoltore
agisce in vari modi per cercare di non perdere api con la sciamatura. Può, ad esempio,
formare sciami artificiali anticipando la sciamatura naturale prendendo dei telaini pieni
di covata e di api dalla famiglia di origine divenuta esageratamente grande. Subito li
passerà in una arnia da nucleo, a cinque telaini; potrà inserire una regina nuova con il
metodo della gabbietta oppure usare la cella reale, se presente nei telaini spostati.
FORMAZIONE SCIAMI ARTIFICIALI
CONTROLLO DELL’ALVEARE
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COMPITI SVOLTI PER MESE
AZIENDA GRANDETotale ore anno solo proprietario
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OPERAZIONI ESTERNE ALL'ALVEARE
CONTROLLO DELLA SCIAMATURA
CONTROLLO DELLA SCIAMATURA
SMIELATURA
APRILE MAGGIO
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COMPITI SVOLTI PER MESE
AZIENDA PICCOLATotale ore anno persona
140Fiore di Melo Fiore di Robinia
29 29
A.P.
E
. QUANTIFICAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AI RISCHI DEI DIVERSI COMPITI ANNUALI DAL
RISULTATO DI PREMAPPATURA
Serie1
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40%
50%
60%
70%
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MESI PRIMAVERILI Azienda Grande
Serie1
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
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MESI PRIMAVERILI Azienda Piccola
30
LE PRINCIPALI FASI LAVORATIVE
Autunno-Inverno Primavera Estate
da Gennaio a Marzo Aprile e Maggio da Giugno a Settembre
da Ottobre a Dicembre
Le fasi di lavoro principali in
Estate
SMIELATURA
INVASETTAMENTO E CONFEZIONAMENTO
TRATTAMENTO ESTIVO ANTI VARROA
SPOSTAMENTO ALVEARI NOMADI
2. Analisi organizzativa
31
A.P.
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.
films
E’ una delle operazioni più faticose per l’apicoltore; il melario pieno di miele può
pesare dai 16 ai 20-25 Kg ed ogni singolo telaino pesa da 1,8 a 3,0 Kg. La
distanza dal sito dove è collocato l’apiario al laboratorio può essere notevole.
L’apicoltore marchigiano si è dotato di un carro autotrainante per agevolare il
trasporto.
L’apicoltore toscano non ha ausili: preleva i melari e li trasporta fino al furgone che
colloca nei pressi degli alveari
Giunti al laboratorio, il carro/furgone viene scaricato manualmente dei melari nella
stanza dove avviene la disopercolatura ed estrazione miele.
CARICO E TRASPORTO MELARI
32
A.P.
E
.
La disopercolatura può essere effettuata con due modalità: con coltello o con con forchetta
films films
disopercolatura con coltello disopercolatura con forchetta
LA DISOPERCOLATURA consiste nel rimuovere la cera degli opercoli da sopra le cellette che
contengono il miele. L’attività si svolge in postura eretta e l’asportazione della cera effettuata, sia
con coltello che con forchetta, richiede forza manuale e precisione.
SMIELATURA
Smielatura
Estrazione dei telaini
Disopercolatura
Estrazione del miele
Immissione nei maturatori e decantazione (eliminazione impurità)
33
A.P.
E
.
LA SMIELATURA - Il miele si estrae inserendo i telaini nello smielatore (una centrifuga apposita)
che può essere manuale o automatico.
Azionando lo smielatore, il miele ad opera della forza centrifuga fuoriesce dalle cellette e si
raccoglie sul fondo. L’operazione dura sino a quando il miele cessa di fuoriuscire dal rubinetto
posto in basso, quasi a pavimento.
SMIELATURA MANUALE E AUTOMATICA
Smielatore manuale Smielatore automatico
Il miele così estratto viene travasato – a mano, tramite pompa o per
caduta- nei maturatori (cisterne in genere in acciaio inox) dove permane
minimo 10 giorni per consentire l’evaporazione dell’acqua in eccesso ed
eliminare le impurità che salgono in superficie.
Il peso del contenitore di raccolta nel travaso a mano è variabile dai
10 ai 20 Kg
Il miele riempie i maturatori per caduta
Il miele viene immesso nei maturatori manualmente
34
A.P.
E
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2. Analisi organizzativa
INVASETTAMENTO E CONFEZIONAMENTO
INVASETTAMENTO- Il miele viene imbarattolato manualmente in contenitori di varie misure. Una
parte del miele viene messo in secchielli da 25 Kg (95%) e da 5 kg (5%) - max 100 secchielli-Circa
20 quintali di miele vengono imbarattolati in contenitori di vetro di vario peso- 40 gr (10%), 250 gr
(10%), 500 gr (40%), 1kg (40%).
CONFEZIONAMENTO – Il nostro apicoltore applica a ciascun contenitore un’etichetta specifica, la
quale a secondo del tipo di miele avrà un diverso colore. L’operazione è completamente manuale,
dalla stampa alla separazione all’applicazione.
Separazione manuale etichette Applicazione manuale etichette
35
A.P.
E
.
Dopo aver tolto il coprifavo ed aver spruzzato fumo, le quattro parti di tavoletta
vengono posizionate ai quattro angoli del nido.
Trattamento con APILIFE VAR
Preparazione prodotto
Somministrazione alla famiglia
Pulizia e preparazione fondo
TRATTAMENTO ESTIVO ANTIVARRO
36
SPOSTAMENTO DEGLI ALVEARI
NOMADI – Ogni settimana il nostro
apicoltore dell’azienda grande sposta, in
zone dove avvengono le fioriture, 20 arnie
da 50 Kg ciascuna.
Questa operazione viene effettuata da 2
operatori.
Alla sera, quando tutte le api sono rientrate
nell’alveare, l’apicoltore chiude l’ingresso e
carica gli alveari sul suo furgone
trasferendo le arnie nella zona prescelta.
Una volta arrivati con il furgone raggiunge
l’area di nuova collocazione e scaricherà gli
alveari
SPOSTAMENTO DEGLI ALVEARI NOMADI
37
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180C
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GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE
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COMPITI PER MESE
AZIENDA GRANDETotale ore anno proprietario
2700
Fiore di erba medicagirasole
fiore di sullaFiore di meliloto
38
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GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE
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COMPITI PER MESE
AZIENDA PICCOLATotale ore anno persona
140
Fiore di erba medicagirasole
fiore di sullaFiore di meliloto
39 39
A.P.
E
. QUANTIFICAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AI RISCHI DEI DIVERSI COMPITI ANNUALI DAL
RISULTATO DI PREMAPPATURA:
Serie1
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
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MESI ESTIVI Azienda Grande
MESI ESTIVI Azienda Piccola
40
SCHEDA 1
COMPILATORE DATA COMPILAZIONE
DENOMINAZIONE DEL COMPITO
DESCRIZIONE MINUTI
ufficiale 480
effettivo
PAUSE UFFICIALI da contratto 20ALTRE PAUSE (oltre alle
ufficiali)ufficiale 30
effettiva
LAVORI NON RIPETITIVI ufficiale FILM
(es:pulizia, rifornimento,ecc) effettiva
430
programmati 60,0 pz/h
effettivi
60,0 1,0 minuti
59 MOLTIPLICATORE TEMPO NETTO LAVORO RIPETITIVO 1,00
1,7% 7,2 minuti nel turno derivanti dalla differenza fra tempi netti lavorati e tempi osservati
MODALITA’ DI INTERRUZIONE DEL LAVORO A CICLI CON PAUSE O CON ALTRI LAVORI DI CONTROLLO VISIVO
RECUPERO 2
DX SX
SUB-TAREA - SMIELATURA MANUALE
TEMPO NETTO DI LAVORO RIPETITIVO
INDICE DI RISCHIO DELLA POSTAZIONE
BREVE DESCRIZIONE DEL POSTO
DI LAVORO:
CHECKLIST OCRA
19,5 2,0
430
MARZO 2010Centro Italiano di Ergonomia
PROCEDURA BREVE PER L’IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO DEGLI ARTI SUPERIORI DA LAVORO RIPETITIVO
INSERIMENTO DEI TELAI NELLO SMIELATORE E AZIONAMENTO MANOVELLA MANUALMENTE
N.PEZZI (o cicli)
DURATA TURNO
PAUSA MENSA
TEMPO NETTO DI CICLO (sec.)
TEMPO DI CICLO OSSERVATO o PERIODO
OSSERVATO (sec)
DIFFERENZA IN % FRA T. NETTO DI CICLO E CICLO
OSSERVATO
IL RISCHIO PER GLI ARTI SUPERIORI NEL COMPITO DI ESTRAZIONE MANUALE DEL MIELE
SCHEDA 1
COMPILATORE DATA COMPILAZIONE
DENOMINAZIONE DEL COMPITO
DESCRIZIONE MINUTI
ufficiale 480
effettivo
PAUSE UFFICIALI da contratto 20ALTRE PAUSE (oltre alle
ufficiali)ufficiale 30
effettiva
LAVORI NON RIPETITIVI ufficiale FILM
(es:pulizia, rifornimento,ecc) effettiva
430
programmati 60,0 pz/h
effettivi
60,0 1,0 minuti
59 MOLTIPLICATORE TEMPO NETTO LAVORO RIPETITIVO 1,00
1,7% 7,2 minuti nel turno derivanti dalla differenza fra tempi netti lavorati e tempi osservati
MODALITA’ DI INTERRUZIONE DEL LAVORO A CICLI CON PAUSE O CON ALTRI LAVORI DI CONTROLLO VISIVO
RECUPERO 2
DX SX
DIFFERENZA IN % FRA T. NETTO DI CICLO E CICLO
OSSERVATO
TEMPO NETTO DI CICLO (sec.)
TEMPO DI CICLO OSSERVATO o PERIODO
OSSERVATO (sec)
INSERIMENTO DEI TELAI NELLO SMIELATORE E AZIONAMENTO PULSANTE PER AVVIO AUTOMATICO
N.PEZZI (o cicli)
DURATA TURNO
PAUSA MENSA
CHECKLIST OCRA
3,0 2,0
430
MARZO 2010Centro Italiano di Ergonomia
PROCEDURA BREVE PER L’IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO DEGLI ARTI SUPERIORI DA LAVORO RIPETITIVO
BREVE DESCRIZIONE DEL POSTO
DI LAVORO:
SUB-TAREA - SMIELATURA AUTOMATICA
TEMPO NETTO DI LAVORO RIPETITIVO
INDICE DI RISCHIO DELLA POSTAZIONE
IL RISCHIO PER GLI ARTI SUPERIORI NEL COMPITO DI ESTRAZIONE AUTOMATICA DEL MIELE
41
IL RISCHIO PER LA COLONNA VERTEBRALE PER IL SOLLEVAMENTO DELL’ARNIA (50Kg.)
2
42
CONCLUSIONI
L’apicoltura è attività solitamente complementare ad altre attività agricole e quindi i
rischi per l’apicoltore vanno considerati per ciascuna attività e nel loro insieme.
Il rischio da sovraccarico biomeccanico è elevato nel periodo estivo quando l’attività
di produzione richiede il trasporto degli alveari e dei melari.
L’entità del rischio per ciascun compito può risultare simile per la grande e piccola
impresa: ciò che le differenzia è l’organizzazione del lavoro. Infatti nella piccola
impresa le ore dedicato a questa attività durante l’anno sono molto più limitate
Si sono rilevate altre differenze organizzative non solo dovute all’orario di lavoro.
L’apicoltore “grande” è ben organizzato nella fase di smielatura dove il rischio è
minimo mentre tutti i trasporti vengono effettuati manualmente comportando un
elevato rischio per il rachide.
Per l’apicoltore “piccolo” il rischio è elevato nella fase di smielatura (manualità della
fase) mentre è modesto durante i trasporti dei melari per l’automazione delle
operazioni.
43
CONCLUSIONI
Altri rischi, seppure presenti, non sono stati presi in considerazione. Ne è un
esempio la possibilità di reazioni allergiche alla puntura delle api anche in soggetti
inizialmente immuni.
Il rischio chimico necessita di approfondimento sia per i numerosi prodotti usati che
per la variabilità delle composizioni che ciascun apicoltore determina
autonomamente.
Alcuni prodotti, usati dai due apicoltori studiati – es. ac. ossalico, sono attualmente
in fase di revisione ministeriale in quanto l’utilizzo non è autorizzato (possono
contenere metalli se impuri).
Altri prodotti, non usati dai due apicoltori studiati, possono avere tossicità elevata
(es. ac. Formico)
Il rischio da esposizione a U.V. è presente ma ben controllato dall’uso di idoneo
vestiario di protezione dalle punture delle api.