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La casa editrice Marsilio nasce il 23 febbraio 1961 (il nome è un omaggio a Marsilio da Padova, il filosofo del XIV secolo, pensato- re e giurista ghibellino). Un gruppo di amici appena laureati decide di continuare a svolgere attività culturali con il comune intento di individuare e offrire gli strumenti necessari a definire quel progetto politico di riforme che l’Italia sembrava allora – ma sembra anche oggi – decisa ad affrontare. Gli ex-studenti resta- no legati all’università e si rita- gliano un loro campo di indagine nella saggistica, inizialmente oc- cupandosi di architettura. La vocazione della Marsilio nei riguardi dell’architettura si con- solida dapprima attraverso l’ac- quisizione, nel 2005, del catalogo della casa editrice torinese Testo & Immagine, nota soprattutto per la collana «Universale di architet- tura» fondata da Bruno Zevi; poi in virtù di un rapporto privilegia- to, ancorché non esclusivo, con alcune istituzioni culturali di ri- lievo: prima fra tutte la Biennale di Venezia, di cui Marsilio è l’e- ditore per i settori arte, architettu- ra, musica, danza e teatro; poi, entr’autres, i Musei civici vene- ziani, veronesi e vicentini, il Cen- tro Palladio di Vicenza e il Comi- tato nazionale Carlo Scarpa, la Pi- nacoteca Nazionale di Bologna, la Fondazione Pitti Immagine Di- scovery (con la collana Mode), la Fondazione Giorgio Cini, la Fon- dazione Palazzo Zabarella. L’innamoramento di questo edito- re per tutto per ciò che è bello, e tangibilmente bello, traspare dal lustro e dalla cura accordata a talu- ne collane e riviste la cui rinoman- za varca, oggi, gli angusti confini dell’italico mondo dell’arte. Fra queste sono gli Annali di architet- tura, pubblicazione annuale fon- data dal mitico André Chastel (1912-1990), forse il più serio e apprezzato studioso francese del nostro Rinascimento, oggi diretta da Fernando Marias, organo del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. Fra i progetti di ricerca che il Centro finanzia e promuove vi è quello finalizzato alla creazione di una banca dati dell’intero cor- pus a oggi conosciuto di fonti do- cumentarie riguardanti Andrea Palladio, l’artefice per eccellenza della villa veneta e della rinata classicità nella Repubblica Sere- nissima. Un altro progetto di fi- nanziamento è tutto incentrato sull’acquisizione, la catalogazio- ne e la valorizzazione degli scrit- ti e delle idee del grande architet- to Carlo Scarpa, quello al quale l’ultimo Luigi Nono aveva dedi- cato una tra le sue composizioni per orchestra in assoluto più bel- le. Il progetto forse di maggiore interesse ha un respiro interna- zionale, mirando a una partner- ship con realtà museali d’oltreo- ceano: «Palladio and His Le- gacy: A Transatlantic Journey» è la ricerca storico-iconografica che, in preparazione della mostra itinerante omonima, sviluppa si- nergie con, a Londra, il Royal In- stitute of British Architects, a New York la Morgan Library e, a Washington D.C., il National Building Museum. Nel numero in edicola, a tutt’oggi il 22 del 2010, il lettore si con- fronta con un importante saggio di Sergio Bettini che ha per oggetto la luce nelle architetture di Vitru- vio e Alberti (pp. 21-44); uno di Douglas Lewis sulla Villa Giusti- nian a Roncade (pp. 45-62); uno di James S. Ackerman sull’idea di publica magnificentia in Palladio e Michelangelo; uno di Tracy E. Cooper sul rapporto fra Palladio e i suoi committenti (patrons, in in- glese); uno di Francesca Mattei dedicato alla Regola di Vignola postillata dall’architetto ferrarese Giambattista Aleotti, com’era prassi all’epoca (pp. 101-124); un altro che esamina, a firma di Pao- la Zampa, i giardini del Quirinale e le trasformazioni da questi subiti tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo; un altro, infine, a fir- ma di Franco Barbieri, nel quale si illustrano le bellezze della chie- sa e del convento di San Gaetano a Padova, coi miracoli operati da un illusionismo scenografico de- gno già del Barocco tardo. Chiudono l’annuario due pagine di abstracts, quasi venti di recen- sioni librarie (la sezione è pluri- lingue, i contributors scrivono in inglese, in italiano, in francese) e RIVISTE & RIVISTE Il Bello incarnato nell’architettura 146 Landini-febbraio 2012.qxp 07/02/2012 11.29 Pagina 146

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La casa editrice Marsilio nasce il23 febbraio 1961 (il nome è unomaggio a Marsilio da Padova, ilfilosofo del XIV secolo, pensato-re e giurista ghibellino). Ungruppo di amici appena laureatidecide di continuare a svolgereattività culturali con il comuneintento di individuare e offrire glistrumenti necessari a definirequel progetto politico di riformeche l’Italia sembrava allora – masembra anche oggi – decisa adaffrontare. Gli ex-studenti resta-no legati all’università e si rita-gliano un loro campo di indaginenella saggistica, inizialmente oc-cupandosi di architettura.La vocazione della Marsilio neiriguardi dell’architettura si con-solida dapprima attraverso l’ac-quisizione, nel 2005, del catalogodella casa editrice torinese Testo& Immagine, nota soprattutto perla collana «Universale di architet-tura» fondata da Bruno Zevi; poiin virtù di un rapporto privilegia-to, ancorché non esclusivo, conalcune istituzioni culturali di ri-lievo: prima fra tutte la Biennaledi Venezia, di cui Marsilio è l’e-ditore per i settori arte, architettu-ra, musica, danza e teatro; poi,entr’autres, i Musei civici vene-ziani, veronesi e vicentini, il Cen-tro Palladio di Vicenza e il Comi-tato nazionale Carlo Scarpa, la Pi-nacoteca Nazionale di Bologna,la Fondazione Pitti Immagine Di-scovery (con la collana Mode), laFondazione Giorgio Cini, la Fon-dazione Palazzo Zabarella.L’innamoramento di questo edito-re per tutto per ciò che è bello, etangibilmente bello, traspare dallustro e dalla cura accordata a talu-ne collane e riviste la cui rinoman-

za varca, oggi, gli angusti confinidell’italico mondo dell’arte. Fraqueste sono gli Annali di architet-tura, pubblicazione annuale fon-data dal mitico André Chastel(1912-1990), forse il più serio eapprezzato studioso francese delnostro Rinascimento, oggi direttada Fernando Marias, organo delCentro Internazionale di Studi diArchitettura Andrea Palladio.Fra i progetti di ricerca che ilCentro finanzia e promuove vi èquello finalizzato alla creazionedi una banca dati dell’intero cor-pus a oggi conosciuto di fonti do-cumentarie riguardanti AndreaPalladio, l’artefice per eccellenzadella villa veneta e della rinataclassicità nella Repubblica Sere-nissima. Un altro progetto di fi-nanziamento è tutto incentratosull’acquisizione, la catalogazio-ne e la valorizzazione degli scrit-ti e delle idee del grande architet-to Carlo Scarpa, quello al qualel’ultimo Luigi Nono aveva dedi-cato una tra le sue composizioniper orchestra in assoluto più bel-le. Il progetto forse di maggiore

interesse ha un respiro interna-zionale, mirando a una partner-ship con realtà museali d’oltreo-ceano: «Palladio and His Le-gacy: A Transatlantic Journey» èla ricerca storico-iconograficache, in preparazione della mostraitinerante omonima, sviluppa si-nergie con, a Londra, il Royal In-stitute of British Architects, aNew York la Morgan Library e, aWashington D.C., il NationalBuilding Museum.Nel numero in edicola, a tutt’oggiil 22 del 2010, il lettore si con-fronta con un importante saggio diSergio Bettini che ha per oggettola luce nelle architetture di Vitru-vio e Alberti (pp. 21-44); uno diDouglas Lewis sulla Villa Giusti-nian a Roncade (pp. 45-62); unodi James S. Ackerman sull’idea dipublica magnificentia in Palladioe Michelangelo; uno di Tracy E.Cooper sul rapporto fra Palladio ei suoi committenti (patrons, in in-glese); uno di Francesca Matteidedicato alla Regola di Vignolapostillata dall’architetto ferrareseGiambattista Aleotti, com’eraprassi all’epoca (pp. 101-124); unaltro che esamina, a firma di Pao-la Zampa, i giardini del Quirinalee le trasformazioni da questi subititra la fine del XVI e l’inizio delXVII secolo; un altro, infine, a fir-ma di Franco Barbieri, nel qualesi illustrano le bellezze della chie-sa e del convento di San Gaetanoa Padova, coi miracoli operati daun illusionismo scenografico de-gno già del Barocco tardo.Chiudono l’annuario due paginedi abstracts, quasi venti di recen-sioni librarie (la sezione è pluri-lingue, i contributors scrivono ininglese, in italiano, in francese) e

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due in cui si segnalano eventi no-tevoli, come mostre, seminari distudio, convegni.Un segno del grande interesseche la Marsilio da sempre, non daoggi solamente, riserva alla di-mensione antropologica di quella«vera misura della terra» che siincarna, secondo Proust, nell’ar-chitettura è la pubblicazione diun saggio di grande spessore,non solo accademico: quello cheRoberto Favaro, docente pressol’Accademia di architettura diMendrisio, ha licenziato allestampe col titolo Spazio sonoro ecol suggestivo sottotitolo Musicae architettura tra analogie, ri-flessi, complicità (Marsilio, Ve-nezia 2011, pp. 304, € 28). Dopola lettura di Spazio sonoro, osser-va Mario Botta nella sua prefa-zione, si ricava l’impressionefondata, convincente, che «l’ar-chitetto, come qualsiasi indivi-duo, possa considerare l’esito so-noro dei propri manufatti, o delleproprie azioni nel vivere quoti-diano, come progetto compositi-vo, come gestualità esecutiva»(ivi, p. 11). L’ambiguità è voluta:non solo di un «progetto compo-sitivo» si può parlare, infatti, perquasi tutti i campi dello scibile,in quelli, almeno, implicanti l’ap-porto di un’ideazione astratta eformalmente aperta all’interven-to del progettista; ma è con l’in-trodurre il termine di «gestuali-tà», cara agli artisti di ogni rismaed estrazione, che si sfiora l’àm-bito spettacolare del teatro.Questa vocazione all’interdisci-plinarità e alla fecondazione in-crociata di àmbiti del sapere soloin apparenza separati e distintisembra esser stata alla base dellascelta a suo tempo effettuata dal-la Marsilio, scelta alla quale i suoiattuali dirigenti sono tuttora fede-li, quella di un’attenzione partico-lare ai valori plastici e scultoreidel Bello. Valori che si possonoapplicare con grande facilità, ap-plicare o estendere, anche ad àm-biti limitrofi come la musica, lapoesia, il teatro, la danza. È anchevero che la bellezza sensibile,

mediterranea, che tanto piaceva aHegel in quanto incarnazione piùdiretta di tante altre dello Spiritoe che non dispiaceva a Nietzschein quanto incarnazione perfettadella categoria del dionisiaco,trova il suo limite superiore nellospirito greco-romano (ne parlaHölderlin in una pagina memora-bile di Hyperion), un limite e unvantaggio al tempo stesso. Se, inaltre parole, la Marsilio avessegettato le sue radici a Berlino, po-niamo, o a Stoccolma anziché aVenezia, molte più energie sareb-bero state spese e devolute, noipensiamo, da questa grande casaeditrice alla musica. E sarebbe, lanostra, tutta un’altra storia. Masiamo in Italia, e dell’Italia Goe-the apprezzava soprattutto «dasSehenswürdige», ciò che a queltempo valeva la pena di esser vi-sto (e non ascoltato).

Oltre agli Annali di architettura,e oltre a pubblicare titoli intrigan-ti di àmbito artistico-visivo e mu-seale, la Marsilio pubblica, sem-pre con cadenza annuale, i Qua-derni della Procuratoria, direttida Irene Favaretto, nei quali il di-scorso cade sull’arte, sulla storia,sui restauri effettuati nei secolidella Basilica di San Marco a Ve-nezia; e il sempre vario e infor-mato Bollettino dei Musei CiviciVeneziani, diretto da Giandome-nico Romanelli, dedicato alla sto-ria e urbanistica di Venezia e delterritorio. Il numero ultimo, usci-to nel 2011, è dedicato alla me-moria di Giorgio Bellavitis, archi-tetto e storico dell’architetturadella città lagunare, il cui appor-to, parola del direttore, è al tempostesso «inconfondibile e origina-le», come tale restando «tutto leg-gibile, autonomo e luminoso» perstudiosi e curiosi. Questo numerodel Bollettino, spiega Romanelli,«raccoglie letture puntigliose eoriginali, spunti di ricerca, sco-perte, riflessioni civili, dall’urba-

nistica alla pianificazione del ter-ritorio, da antiche mappe ad ar-chitetture rinascimentali». Le pa-gine che il lettore con piacere sfo-glia sono, per così dire, il lascitodi uno studioso, Bellavitis appun-to, «inesauribile affabulatore, ge-neroso di consigli e di pareri, ric-co di umanità, affettuoso, tene-ro», così come, noi pensiamo,ogni uomo di cultura, ogni artista,ogni studioso dovrebbe sempreessere. Perché il Bello non è soloqualcosa di morto che si apprezzaper via del suo statuto immortale,ma è anche, e soprattutto, qualco-sa di ben vivo che si ama per viadell’esempio di dirittura morale eaffettiva che esso, come un indicepuntato sulle cose del mondo,comporta o dovrebbe comportare.

Carlo Alessandro Landini

Un numero degli Annali di architetturacosta € 45,00 (bisogna dire che li valetutti). Per riceverlo, si può contattare ilCisa (Centro Internazionale di Studi diArchitettura) Andrea Palladio, ContràPorti 11, 36100 Vicenza (tel. 0444-323014) anche scrivendo una mail all’in-dirizzo di posta elettronica [email protected]. Un numero del Bollettinodei Musei Civici Veneziani costa € 20,00.Per riceverlo, contattare la FondazioneMusei Civici di Venezia al numero 041-2405211. Meglio ancora sarà, per en-trambe le riviste, bussare direttamente al-la porta dell’editore: Marsilio Editori,Marittima, Fabbricato 205, 30135 Vene-zia (tel. 041-2406511) oppure ordinarlepresso qualunque libreria nei modi e tem-pi che sono di prassi in casi come questo.

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Non solo gli «Annali»

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