22
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea Triennale in Chimica CORSO DI: LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA Docente: Dr. Alessandro Caselli Anno Accademico 2009-2010

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICAfiles.ccdchim.unimi.it/docenza/materiale/materiale922933.pdf · Cioè, se chiamiamo G la grandezza da misurare e U G ... Tavola periodica

Embed Size (px)

Citation preview

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Corso di Laurea Triennale in Chimica

CORSO DI:

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE

E INORGANICA

Docente:

Dr. Alessandro Caselli

Anno Accademico 2009-2010

Capitolo 1 . Introduzione

1

INTRODUZIONE

Non hai veramente capito qualcosa

fino a quando non sei in grado di

spiegarlo a tua nonna.

Albert Einstein

Capitolo 1 . Introduzione

2

Introduzione

Libri di testo:

1) Esercitazioni di chimica. La chimica attraverso gli esercizi

Autori: Clerici Angelo, Morrocchi Sergio

Editore: Schonenfeld & Ziegler

Pagine: 744

ISBN: 8888412018

Data pubblicazione: 2002

2) Stechiometria

Autori: M. Freni, A. Sacco

Editore: CEA

Pagine: 592

ISBN: 88-408-0732-2

Data pubblicazione: 1992

3) Esercizi svolti sull'equilibrio chimico

Autori: A. Ceriotti, F. Porta

Editore: cusl

Pagine: 127

4) Stechiometria (Un avvio allo studio della chimica) 5° edizione

Autori: I. Bertini, C. Luchinat, F. Mani

Editore: CEA

Pagine: 304

ISBN: 978-88-08-18354-5

Data pubblicazione: 2009

5) Fondamenti di chimica (seconda edizione)

Autori: Brown, Lemay, Bursten, Murphy

Editore: EdiSES

Pagine: 1200

ISBN: 978-88-7959-479-0

Data pubblicazione: 2009

Capitolo 1 . Introduzione

3

Stechiometria: dal greco “misura delle sostanze elementari”.

(TUTTO CON MISURA NUMERO E PESO)

Libro della Sapienza (XI, 20)

Gli esercizi, numerici o pratici, rappresentano la parte sostanziale della chimica.

Servono non solo a dare una capacità di operare, ma contribuiscono anche

all’acquisizione e alla fissazione di concetti altrimenti difficilmente assimilabili.

Grandezze fisiche e unità di misura

Si chiamano grandezze fisiche tutte quelle entità con cui vengono descritti i

fenomeni fisici e che sono suscettibili di una definizione quantitativa, ossia che

sono misurabili.

Cioè, se chiamiamo G la grandezza da misurare e UG la sua unità di misura deve

essere possibile esprimere la misurazione eseguita con un’espressione del tipo:

G = nUG

Ogni grandezza fisica ha una sua unità di misura. La misura di una grandezza

fisica è data dal rapporto tra la grandezza fisica ed un campione di quella

grandezza scelto come unità di misura. Le grandezze fisiche si dividono in

fondamentali e derivate. (Per esempio, la lunghezza l è una grandezza

fondamentale, mentre il volume è una grandezza derivata dal prodotto di 3

lunghezze. Si dice che la grandezza derivata volume ha le dimensioni di una

lunghezza al cubo (l3).

Numeri puri. Il numero puro rappresenta una quantità che non ha dimensioni.

Nella maggior parte dei casi esso è uguale al rapporto tra due valori di una stessa

grandezza. Esempio: greco.

Le grandezze fisiche sono tra loro collegate da equazioni definitrici.

Capitolo 1 . Introduzione

4

Il sistema internazionale di unità di misure (sistema S.I., in vigore in Italia dal 1979,

a oggi solo gli Stati Uniti, il Myanmar e la Liberia non lo hanno adottato

ufficialmente) prevede sette grandezze fisiche fondamentali che sono definite e

considerate dimensionalmente in modo del tutto indipendente.

Grandezze fisiche

fondamentali

Simbolo Nome unità di

misura

Simbolo

unità di misura

Lunghezza l metro m

Massa m chilogrammo kg

Tempo t secondo s

Temperatura

termodinamica

T kelvin K

Intensità corrente

elettrica

I, i ampere A

Intensità luminosa Iv candela cd

Quantità di materia n mole mol

Tutte le grandezze fisiche meccaniche possono essere definite in funzione delle

prime tre. Per definire alcune grandezze fisiche termodinamiche viene introdotta la

temperatura e per definire le grandezze fisiche elettromagnetiche viene introdotta

l’ intensità di corrente.

La misura di una grandezza, misurata in una certa unità di misura, può risultare un

numero troppo grande o troppo piccolo: agli scopi pratici risulta pertanto

conveniente sostituire l'unità di misura prescelta con un suo multiplo o

sotomultiplo.

Tra le grandezze che useremo, un cenno particolare merita l’atmosfera, unità di

misura tradizionale della pressione. Nel 1964 essa è stata definita come la

pressione che corrisponde a 101325 pascal (prima del 1964 era definita come la

pressione esercitata sulla base di un cilindro di mercurio alto 76,0 cm, alla

temperatura di 0°C, essendo l’accelerazione gravitazionale 980,665 cm s2).

Siccome la pressione di un’atmosfera corrisponde approssimativamente alla

Capitolo 1 . Introduzione

5

pressione dell’aria al livello del mare, molte costanti e risultati di misure

termodinamiche sono stati riferiti alla pressione di 1 atmosfera. La misura della

pressione adottata nel sistema SI è il pascal. La scelta di 101325 come standard

di riferimento termodinamico della pressione comporta alcune complicazioni nei

calcoli che riguardano le costanti di equilibrio di reazioni in cui compaiono

sostanze gassose. Per ovviare a ciò è stata una nuova unità di misura della

pressione, il bar = 105 pascal.

1 bar = 0.98692 atm ; 1 atm = 1,01325 bar

Quando si devono eseguire dei calcoli numerici sulle misure si devono osservare

le seguenti regole:

1) Tutte le grandezze devono essere espresse in unità basate sullo stesso

sistema e tutte le misure delle grandezze della stessa specie devono

essere espresse in identiche unità di misura.

2) Si possono addizionare o sottrarre solo le grandezze della stessa specie

essere espresse in identiche unità di misura.

3) Le moltiplicazioni, le divisioni e l'elevamento a potenza delle misure di

grandezze di specie diverse devono essere effettuate sui numeri e sulle

unità di misura.

4) L'uguaglianza tra due membri di un'equazione deve essere soddisfatta sia

per i valori numerici, sia per l'unità di misura.

Sensibilità, Accuratezza e Precisione:

Ogni strumento è caratterizzato da una propria sensibilità, accuratezza e

precisione.

Sensibilità: minima differenza che lo strumento è in grado di distinguere tra due

misure della grandezza (scala dello strumento).

Accuratezza: capacità dello strumento di dare una misura della grandezza quanto

più vicina al valore reale (taratura dello strumento).

Capitolo 1 . Introduzione

6

Precisione: capacità dello strumento di dare valori quanto più possibile vicini tra

loro in una serie di misure effettuate sullo stesso campione della grandezza in

esame.

Figura 1. Differenza tra precisione e accuratezza (da Stoker – Principi di chimica)

(Stabilità: si o no; capacità di ripetere la misura: ottengo un valore con

un'oscillazione minore di 2 volte la sensibilità).

Qualsiasi misura è affetta da errori. Possiamo distinguere tra: errori sistematici

(agiscono secondo leggi definite e possono quindi essere corretti) ed errori

casuali (non possono essere eliminati). Errore assoluto: differenza tra il valore

assoluto di ogni singola misura ed il valore medio delle misure. Errore relativo: si

esprime in % ed è dato dal rapporto, moltiplicato per cento, tra il valore assoluto

del'errore assoluto ed il valore della misura.

Cifre significative: quando l'errore assoluto di una misura non è superiore alla

variazione in più o in meno di una sola unità dell'ultima cifra del valore numerico,

diciamo che tutte le cifre di quel valore sono corrette (significative). La prima cifra

significativa di un numero non può essere 0. Sono invece significativi tutti gli 0 che

seguono l'ultima cifra diversa da 0.

Ciascun risultato di una misura sperimentale fornisce le informazioni necessarie

per la sua corretta utilizzazione:

1) L'unità di misura

2) Il numero che indica quante volte l'unità di misura è contenuta nella

grandezza in esame.

3) La precisione con cui la misurazione è stata effettuata.

Capitolo 1 . Introduzione

7

Figura 2. Regole per determinare quali sono le cifre significative in un numero (da Stoker – Principi

di chimica)

Il valore numerico di ogni misura sperimentale è un'approssimazione (ultima cifra).

Arrotondamento: quando si sommano o si sottraggono due numeri approssimati,

il risultato non può avere una precisione assoluta maggiore del numero meno

preciso. Le regole per arrotondare un numero sono:

1) Quando la prima cifra non significativa che si elimina è < 5 si mantiene

inalterata l’ultima cifra significativa.

2) Quando è > di 5 si aumenta di un unità l’ultima cifra significativa.

3) Quando è 5, si aumenta di un unità l’ultima cifra se questa è dispari, si

lascia inalterata se è pari.

Nelle operazioni di divisione e di moltiplicazione fra numeri non esatti il risultato si

riporta con tante cifre significative quante ne ha il fattore che ne contiene meno (a

volte se ne tiene una in più). I numeri esatti non seguono questa regola!

Capitolo 1 . Introduzione

8

I Logaritmi

Nelle equazioni relative ai calcoli stechiometrici spesso compaiono i logaritmi. Il

logaritmo in base 10 di un numero A (log A) è l’esponente B della base 10 per il

quale si ha:

log10A = B 10B = A

Un logaritmo è costituito da una parte intera (caratteristica) e da una decimale

(mantissa). Il logaritmo di un numero maggiore di 1 è positivo e la sua

caratteristica è uguale al numero delle cifre a sinistra della virgola, diminuito di

un’unità. La mantissa di un logaritmo ha tante cifre significative quante ne ha il

numero A. Il logaritmo di 1 è uguale a 0. I logaritmi dei numeri compresi fra 0 e 1

sono negativi

A B caratteristica mantissa

3450 3,5378 3 5378

34,50 1,5378 1 5378

3,450 0,5378 0 5378

1 0 0 0

0,350 -0,462 462

0,0350 -1,462 462

0,00350 -2,462 462

Non esistono i logaritmi dei numeri minori di 0.

Problema inverso: dato il logaritmo di un numero, trovare il numero stesso. La

caratteristica del logaritmo serve a localizzare la virgola nel numero, le cifre

significative sono quelle della mantissa!

Proprietà dei logaritmi:

log (A*B) = log A + log B

log (A/B) = log A – log B

log Ab = b log A

Capitolo 1 . Introduzione

9

Tavola periodica degli elementi

La tavola periodica degli elementi, così come oggi la conosciamo, è il risultato di

un'analisi razionale delle proprietà degli elementi chimici risalente a

centocinquanta anni fa.

La tavola periodica presenta una suddivisione in periodi (scorrendo

orizzontalmente una riga da sinistra verso destra) e gruppi (muovendosi

verticalmente su una colonna, dall'alto verso il basso). Tutti gli elementi che

appartengono ad una stessa riga hanno come caratteristica comune di avere una

configurazione elettronica non completa nello stesso livello energetico. Un

elemento si distingue dal precedente per la presenza di un protone e

conseguentemente di un elettrone in più rispetto al precedente. Gli elementi di uno

stesso gruppo, invece, hanno lo stesso numero di elettroni nel livello energetico

più esterno.

La tavola periodica può essere suddivisa in blocchi di colonne. Il blocco di sinistra

(blocco s, per la presenza di elettroni esterni in orbitali s) è costituito dal gruppo IA

(metalli alcalini) e dal gruppo IIA (metalli alcalino-terrosi). Segue un blocco

centrale formato da dieci colonne (blocco d, i cui elettroni esterni si trovano in

orbitali d). Questi atomi sono tutti metalli e sono chiamati elementi di transizione o

Capitolo 1 . Introduzione

10

metalli del blocco d. Si trova quindi un blocco formato da sei colonne (blocco p,

per la presenza di elettroni esterni in orbitali p). L'ultima colonna di questo blocco è

costituita dai gas nobili, che presentano la struttura elettronica esterna completa e

pertanto hanno una reattività molto bassa e scarsissima propensione a formare

composti.

Il blocco inferiore della tavola è costituito da due periodi di quattordici colonne. Si

tratta dei Lantanidi e degli Attinidi, anche noti come elementi di transizione interna,

i cui elettroni esterni occupano orbitali di tipo f.

Totale 120 elementi di cui 90 naturali.

Proprietà della tavola periodica degli elementi

Il numero atomico Z definisce il numero di protoni (e conseguentemente di

elettroni) presenti nell'atomo.

Il numero di massa A rappresenta il numero di nucleoni (protoni e neutroni)

costituenti il nucleo.

La massa atomica, è la massa media, calcolata considerando l'abbondanza

naturale degli isotopi dell'elemento presenti sulla terra. Essa è riportata in u.m.a.

ed è riferita ad 1/12 della massa dell'isotopo del carbonio 12, che per convenzione

ha massa 12.

L'elettronegatività è una grandezza che esprime la tendenza di un elemento

neutro ad attrarre un elettrone. Questa proprietà permette di definire il tipo di

legame che l'elemento forma con un altro. L'elettronegatività tende a diminuire con

regolarità lungo un gruppo mentre aumenta lungo un periodo.

Il raggio atomico è il raggio dell'atomo neutro. Lungo un gruppo il raggio di un

atomo aumenta e gli elettroni occupano livelli energetici via via più distanti dal

nucleo. Il raggio atomico, invece, diminuisce lungo un periodo, in quanto, per

effetto dell'aumento del numero di protoni, gli elettroni presenti in un livello

energetico risentono maggiormente della forza di attrazione del nucleo.

La configurazione elettronica descrive la disposizione degli elettroni

dell'elemento negli orbitali atomici. Gli elettroni tendono ad occupare i livelli e i

sotto livelli a più bassa energia, mentre, quando i livelli sono degeneri (cioè

Capitolo 1 . Introduzione

11

possiedono la stessa energia), gli elettroni si vanno a disporre preferenzialmente

in orbitali vuoti, secondo la regola della massima molteplicità (regola di Hund).

Gli stati di ossidazione, o numeri di ossidazione, rappresentano la carica che un

elemento assume in un composto di tipo ionico, oppure, in presenza di un legame

covalente, la carica che l'elemento assumerebbe qualora gli elettroni fossero

assegnati all'elemento più elettronegativo.

Il punto di fusione è la temperatura alla quale si verifica il passaggio dallo stato

solido allo stato liquido.

Il punto di ebollizione è la temperatura alla quale si verifica il passaggio dallo

stato liquido allo stato gassoso.

La resistività elettrica, misurata a 20 °C, è la capacità degli elementi di opporre

resistenza al passaggio di corrente elettrica. Non è misurabile per gli elementi in

fase gassosa.

La conducibilità termica, misurata a 25 °C, è indice della capacità degli elementi

di condurre il calore.

La densità fornisce la massa dell'unità di volume. È misurata per i solidi ed i liquidi

a 20 °C, per i gas a 0 °C e 1,00 atm.

L'affinità elettronica è l'ammontare di energia assorbita quando un elettrone è

acquistato da un atomo neutro isolato in fase gassosa per formare uno ione

gassoso con una carica -1. La maggior parte degli elementi ha affinità elettronica

negativa: questo significa che non necessitano di energia per acquistare un

elettrone, al contrario la rilasciano.

L'energia di prima ionizzazione di un atomo è l'energia minima richiesta per

strappare un elettrone dall'atomo neutro e portarlo a distanza infinita.

Capitolo 1 . Introduzione

12

Stechiometria I

Materia: atomi.

La materia, cioè tutto quello che possiede massa, è formato da atomi.

Gli atomi sono le più piccole particelle di materia che possono prendere parte ad

una reazione chimica. Ciascun atomo risulta costituito da tre tipi fondamentali di

particelle: protoni (p), neutroni (n) e elettroni (e-).

elettrone protone neutrone

Carica assoluta (u.e.s.) 4,80 x 10-10 4,80 x 10-10 0

Carica assegnata -1 +1 0

Massa assoluta (g) 9.10 x 10-28 1.67 x 10-24 1.67 x 10-24

Massa (u.m.a.) 0,00055 1,007825 1,008665

Le dimensioni di un atomo sono dell’ordine di 10-8 cm

(quelle del nucleo 10-12 - 10-13 )cm

Ogni atomo risulta univocamente individuato quando è noto il suo numero

atomico Z e il suo numero di massa A.

Il numero atomico Z rappresenta il numero di protoni (e quindi anche di elettroni)

contenuti in un atomo: è la carica nucleare.

Il numero di massa A rappresenta il numero di nucleoni (protoni + neutroni)

costituenti il nucleo.

Atomi con ugual numero atomico Z ma diverso numero di massa A sono chiamati

isotopi.

Poiché le reazioni chimiche usuali non alterano il nucleo degli atomi, le proprietà

chimiche di un atomo dipendono esclusivamente dal numero di elettroni presenti:

gli isotopi hanno proprietà chimiche uguali ma masse differenti.

Capitolo 1 . Introduzione

13

Esempio:

atomo dell’elemento carbonio avente 6 protoni; 6 elettroni carica

nucleare +6

12 nucleoni: 6 protoni e 6 neutroni

atomo dell’elemento carbonio avente 6 protoni; 6 elettroni carica

nucleare +6

13 nucleoni: 6 protoni e 7 neutroni

Gli elementi sono generalmente costituiti da miscele di isotopi.

Il peso atomico venne originariamente definito come il rapporto tra il peso

dell'atomo considerato ed il peso di un atomo di riferimento al quale si assegna un

peso arbitrario. Attualmente il peso di riferimento corrisponde a 1/12 del peso

dell'atomo di carbonio di numero di massa 12.

Così definito si chiama peso atomico relativo (più correttamente: massa

atomica relativa) ed è un numero puro!

Conoscendo il numero di atomi di carbonio contenuti in un determinato peso di

tale elemento è possibile calcolare il peso di un singolo atomo di carbonio:

prendendo 1/12 di tale peso come unità di misura il peso atomico relativo di un

elemento diventa uguale al suo peso atomico assoluto espresso in tale unità di

misura.

L'unità di misura delle masse atomiche è il dalton (u.m.a.) = 1.66 10-24 g

Elementi e composti.

La materia è costituita da sostanze che possono essere elementari o composte.

Le sostanze elementari (elementi) sono quelle costituita da atomi aventi tutti lo

stesso numero atomico Z. Possono essere costituiti da atomi isolati (i.e. gas nobili)

oppure da aggregati discreti di atomi (cioè unità distinte e separate le une dalle

altre, ciascuna delle quali formata da due o più atomi legati fra loro (i.e. ossigeno

O2, lo zolfo S8, etc.) oppure da un insieme continuo di atomi legati fra loro da

legami covalenti (i.e. boro, silicio, etc.) o da legami di tipo metallico (i.e. sodio,

zinco, rame, etc.).

Capitolo 1 . Introduzione

14

Le sostanze composte (composti) sono invece quelle formate da atomi di almeno

due elementi differenti combinati in diversi rapporti atomici.

Le unità distinte, siano esse monoatomiche (elementi) o poliatomiche (composti) si

dicono molecole. I composti possono essere formati da molecole (i.e. diossido di

carbonio CO2, acqua H2O, etc.), da concatenazioni di atomi (diossido di silicio

SiO2, etc.) oppure da ioni (atomi o gruppi di atomi che hanno ceduto elettroni,

come Na+, Ca2+, NH4+, o ne hanno acquistati, come Cl-, CO32-, NO3

-) tenuti insieme

dalla forza di attrazione elettrostatica fra le loro cariche di segno opposto (i.e.

cloruro di sodio NaCl, nitrato di ammonio NH4NO3, etc).

Modi di rappresentare le formule

Formule: 1) minima o empirica: indica da quali elementi è composta una

sostanza e in quale rapporto numerico minimo intero gli atomi di

ciascuna specie elementare sono in essa contenuti. A tale formula si

perviene tramite l’analisi chimica del composto.

(i.e. perossido di idrogeno HO)

2) molecolare: esprime l’esatto numero di atomi di ciascuna specie

elementare presente nella molecola di un composto.

(i.e. perossido di idrogeno H2O2)

La formula molecolare di un composto può coincidere con la sua

formula minima oppure può essere un multiplo intero di questa. Si

ricava dalla forma minima una volta noto il peso molecolare (vedi

dopo). N.B. attenzione all’acqua di idratazione!

3) di struttura: Descrive esattamente come i vari atomi costituenti la

molecola di un composto sono legati tra loro e come sono disposti

nello spazio. La formula di struttura è la più informativa:

composizione, tipo di legami, distanze interatomiche, angoli di

legame, etc.).

Capitolo 1 . Introduzione

15

Peso molecolare e peso formula

La scala dei pesi atomici degli elementi permette di calcolare la massa relativa al

12C delle molecole di una sostanza. Si definisce peso molecolare di una sostanza

la somma di tutti gli atomi costituenti la molecola.

PMH2O = 2 x p.a.H + 1 x p.a.O = 2 x 1.008 + 1 x 15,999 = 18,015

La massa di una molecola di H2O corrisponde a 18,015 u.m.a.

Mole

Esempio: in 32,06 g di zolfo, in 18,015 g di acqua, in 142,036 g di solfato di sodio

sono contenuti tanti atomi di S, tante molecole di H2O, tante unità formula Na2SO4

quanti atomi di 12C sono contenuti in 12 g esatti di carbonio 12.

Il numero di atomi N contenuti in 12 g esatti di 12C è stato determinato

sperimentalmente: Numero di Avogadro

Se consideriamo qualsiasi elemento o composto di cui prendiamo una quantità in

grammi pari al suo PA o PM, conterrà sempre lo stesso numero (6,022 1023) di

unità elementari (atomi, molecole, etc…).

Definizione della mole SI: “ è una quantità di sostanza che contiene un numero di

entità elementari uguale al numero di atomi contenuti in 12 g esatti di carbonio-12.

L’unità elementare deve essere specificata (può essere un atomo, una molecola,

uno ione, un elettrone, un fotone… etc.)

Definizione di mole: "un numero di grammi di una sostanza pari al peso

molecolare della sostanza stessa".

u.m.a. = 1.66058782 (83) 10-24 g

Capitolo 1 . Introduzione

16

La massa in grammi di una sostanza che risulta uguale a 1 mole è chiamata

massa molare (M) (PM = peso molare) ed è espressa in g/mol.

Volume Molare

Volume molare dei gas = 22.414 L in condizioni normali (1 atm e 0 °C).

Sottomultipli e multipli della mole: mmol, kmol, tonmol

Figura 3. Alcuni esempi di unità di misura standard che usiamo nel quotidiano (da Stoker – Principi

di chimica)

Se 6,022 1023 fiocchi di neve cadessero uniformemente sugli Stati Uniti, la neve

ricoprirebbe completamente ogni edificio, compresi i grattaceli più alti.

6,022 1023 di persone sarebbero sufficienti per popolare 100mila miliardi di pianeti

come la terra, al attuale livello di popolazione.

Capitolo 1 . Introduzione

17

Esercizio (Es. 19 pag 37 - Clerici – Morocchi)

Calcolare il numero di moli contenute in :

a) 32,0 g di Cu

b) 1 kg esatto di H2SO4

La relazione tra massa e numero di moli è data da:

a) Peso atomico Cu = 63,54

MCu = massa molare = 63,54 g mol-1

In 32, 0 g di rame sono contenute:

b) Peso molecolare H2SO4 = 98,0

MH2SO4 = massa molare = 98,0 g mol-1

In 1 kg di H2SO4 sono contenute:

Esercizio:

Calcolare il numero di moli contenute in 1 L H2O (considerando 1 L H2O = 1 kg

H2O; dH2O = 1 kg/L)

Relazione tra massa e numero di moli:

Capitolo 1 . Introduzione

18

MH2O = massa molare = 18,0 g mol-1

In 1 kg di H2SO4 sono contenute:

Esercizio (Es. 21 pag 38 - Clerici – Morocchi)

Calcolare quante moli di atomi di zolfo e di atomi di ossigeno sono contenute in

100 g di solfato di sodio Na2SO4:

Dalla formula di Na2SO4 si ricava:

1 mol Na2SO4 = 2 mol Na + 1 mol S + 4 mol O

PMNa2SO4 = 2 x 23 + 1 x 32 + 16 x 2 = 142

Si ha:

Proviamo a farlo con 3 cifre significative:

PMNa2SO4 = 2 x 23,0 + 1 x 32,1 + 16,0 x 2 = 142,1

Si ha:

Capitolo 1 . Introduzione

19

Esercizio (Es. 24 pag 40 - Clerici – Morocchi)

Quaranta chicchi di riso occupo un volume di 1,0 cm3 e pesano 1,0 g. Calcolare:

a) L’altezza di un silos cilindrico di raggio 1 km necessario per immagazzinare

una mole di riso;

b) La massa in tonnellate di riso.

Il numero di entità elementari (chicchi di riso) contenuti in una mole è pari al

numero di Avogadro N = 6,022 10-23.

Il volume occupato da una mole di chicchi, poiché 40 chicchi occupano 1 cm3, è

dato da:

1 km3 = 1015 cm3

a) Altezza:

Come confronto, la distanza terra-luna al perigeo è uguale a 363.104 km,

all’apogeo 405.696 km.

b) Massa di una mole di riso:

Capitolo 1 . Introduzione

20

Esercizio (Es. 26 pag 42 - Clerici – Morocchi)

Il solfato di ammonio (NH4)2SO4 e il nitrato di ammonio NH4NO3 sono usati come

fertilizzanti chimici. Calcolare le moli di NH3 contenute in 100 g di ciascun

composto.

(PAN = 14,0; PAH = 1,01; PAS = 32,1; PAO = 16,0)

Dalle formule si ricava:

M(NH4)2SO4 = 132 g mol-1 MNH4NO3 = 80,0 g mol-1

Dalla formula di (NH4)2SO4 si deduce che 1 mol di composto contiene 2 mol di

NH3, quindi il numero di moli di NH3 contenute in 100 g di (NH4)2SO4 è dato da:

Dalla formula di NH4NO3 si deduce che 1 mol di composto contiene 1 mol di NH3,

quindi il numero di moli di NH3 contenute in 100 g di NH4NO3 è dato da:

Esercizio (Es. 4.1.6, pag 41 – Bertini-Luchinat-Mani)

Determinare le moli di CuSO4·5H2O che corrispondono a 15,00 g di solfato di

rame pentaidrato.

Questo composto chimico è formato da ioni Cu2+, ioni SO42- e molecole di H2O nei

rapporti espressi dalla formula. Il peso molecolare è:

PMCuSO4·5H2O = 63,55 (Cu) + 32.07 (S) + 9 x 16,00 (O) + 10 x 1,01 (H) = 249,7

Per determinare quante moli corrispondono a 15,0 g del sale basta dividere la

massa del sale per la sua massa molare:

Capitolo 1 . Introduzione

21

Determinare anche quanti grammi di acqua sono contenuti nella stessa quantità di

composto:

MH2O

= 16,00 (O) + 2 x 1,01 (H) = 18,02 g/mol