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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 17 gennaio 2010 Voi sarete testimoni In vista dell’assemblea del Progetto culturale e della Settimana della vita l tema che ispira la riflessione e la preghiera per l’unità dei cristiani quest’anno è la comune testimonianza cristiana come condizione per l’efficacia della missione: «Voi sarete testimoni di tutto ciò» (Lc 24, 48). La scelta è determinata dal fatto che ricorre in questo 2010 il centenario della Conferenza Missionaria, tenuta ad Edimburgo nel 1910. Allora, in quella conferenza delle Società Missionarie protestanti, si pose il problema della divisione fra cristiani nel contesto della missione. Come poter annunciare con efficacia che Cristo ci ha riconciliati, se noi cristiani ci presentiamo divisi alle frontiere della Chiesa? Per coloro che celebreranno l’intera settimana, il tema verrà proposto suddiviso in varie parti per ciascuno degli otto giorni. Il sussidio pone la seguente domanda: come migliorare la testimonianza dei cristiani nel nostro tempo? E suggerisce una modalità per ciascun giorno: - lodando l’Unico Dio che dà il dono della vita e della resurrezione (primo giorno); - comprendendo come poter condividere la nostra storia di fede con gli altri (secondo giorno); - riconoscendo che Dio opera continuamente nelle nostre vite (terzo giorno); - rendendo grazie per la fede che abbiamo ricevuto (quarto giorno); - proclamando la vittoria di Cristo su ogni sofferenza (quinto giorno); - cercando di essere sempre più fedeli alla parola di Dio (sesto giorno); - crescendo nella fede, nella speranza, nell’amore (settimo giorno); - offrendo ospitalità e sapendo riceverla a nostra volta (ottavo giorno). L’anno scorso, durante la Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani, Papa Benedetto XVI ha affermato che la condizione-chiave dalla quale dipende l’intero progresso del movimento ecumenico è la nostra conversione personale, una conversione seria, profonda, dalla quale nessuno può esimersi. La Settimana di preghiera ci invita a riflettere pertanto sulla nostra conversione: quanto siamo aperti, quanto siamo testimoni del Cristo Unico Pastore e quanta imperfezione umana ancora è presente all’interno delle nostre chiese, quanto imperfetto e confuso ancora è il suo gregge. L’orgoglio e l’egoismo, o peggio ancora la convinzione di aver raggiunto la perfezione quasi assoluta (certa mancanza di apertura alla conversione), stanno alla radice delle separazioni tra le chiese nel corso dei secoli. La mancanza di sensibilità e attenzione ci ha portato ad essere sordi dinnanzi alla voce dell’altro nel suo contesto socio-culturale, per forza di cose diverso dal mio. In passato, chiusure di fronte al soffio dello Spirito di Dio, universale e immenso, hanno portato la nostra Chiesa sulla via di dolorose divisioni. Per questo motivo oggi nessuno può vantarsi di fronte all’altro, ma dobbiamo, come diceva Papa Giovanni Paolo II, vergognarci nel XXI secolo del fatto che ancora sia esistente tra i cristiani una divisione e cercare insieme, in un mondo sempre più sordo di fronte al messaggio di Cristo Gesù, di «essere una voce sola». Anche quest’anno a Livorno, l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo, il CeDoMei, le chiese protestanti e ortodosse, hanno lavorato insieme per offrire alle proprie comunità di fedeli un’ulteriore occasione di scambio spirituale. La Settimana ecumenica è sempre frutto di preghiera e intenso lavoro, svolti nei mesi che la precedono. Possiamo vedere così come il frutto dello Spirito che ci unisce in Cristo, e nei diversi percorsi, ci unisce in un’unica preghiera. Alleghiamo la locandina con gli avvenimenti, le preghiere, le conferenze, i concerti previsti durante la settimana, nella speranza che rispondiamo tutti assieme al desiderio di Cristo: «perché siano una cosa sola». La presenza a Livorno durante quest’anno della Chiesa Armena e della Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca) è significativa e ci fa capire quanto non soltanto noi (opinione molto popolare e diffusa) bussiamo alle porte dell’«altro» chiedendo il dono dell’unità, ma tutti quanti desiderano e compiono passi e sforzi personali nel nome di Cristo per superare i limiti e le frontiere venutesi a creare in passato, talvolta causati da pregiudizi. Essi compiono sforzi perché ci credono, pregano affinché possiamo dare un’unica testimonianza della salvezza, quella desiderata da Cristo: «un Pastore con un solo gregge». Don Piotr Kownacki, Ufficio pastorale diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso Nella foto un momento degli auguri natalizi del Vescovo alle confessioni religiose del- la città, avvenuti proprio nel giorno dell’inaugurazione del secondo lotto del museo diocesano, I DAL 18 AL 25 GENNAIO Il programma delle iniziative LUNEDÌ 18 GENNAIO - ore 18.30 presso il Duomo di Livorno Apertura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani MARTEDÌ 19 GENNAIO - ore 17.00 presso Chiesa Greco- Cattolica (chiesa s. Francesco nella Fortezza Vecchia) Vespro MERCOLEDÌ 20 GENNAIO - ore 18.30 presso la Chiesa Valdese (Via G.Verdi, 15) Conferenza del prof. Germano Marani dal titolo «La figura ecumenica del dott. Hass» - ore 21.15 presso la Chiesa della Purificazione (Greci Uniti) Concerto degli studenti del Patriarcato russo GIOVEDÌ 21 GENNAIO - ore 16.00 presso la Chiesa Ortodossa Romena (Chiesa della Misericordia in Via Verdi, 57) Vespro VENERDÌ 22 GENNAIO - ore 18.30 presso la Comunità S. Egidio (chiesa S. Giovanni Battista) Preghiera Ecumenica per i giovani organizzata dalla Comunitàdi Sant’Egidio e dalla Chiesa Armena SABATO 23 GENNAIO - ore 19.00 presso la chiesa Avventista (Piazza del Luogo Pio) Preghiera Ecumenica DOMENICA 24 GENNAIO - ore 10.30 presso la Chiesa Valdese (Via G. Verdi, 15) Culto Ecumenico e a seguire Agape comunitaria IL VESCOVO E L’ECOLOGIA UMANA La bellezza ci salverà! ccorre salvaguardare la bellezza del creato» è questo l’appello forte che il Vescovo Simone ha lanciato in occasione della sua prima omelia dell’anno, quella tradizionalmente ispirata al Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace. In questa occasione monsignor Giusti affronta temi sociali fondamentali come è successo nel 2009 quando propose una riflessione approfondita sulla crisi economica che si stava manifestando in quei mesi e tracciò le linee di fondo del Progetto Culturale della Chiesa livornese che sintetizzò efficacemente nello slogan «Verso Livorno città ideale». Nel 2010 ha fatto riferimento alla preziosa enciclica sociale «Caritas in veritate», pubblicata nei mesi precedenti da Benedetto XVI; l’ha citata nella parte che esprime il concetto di ecologia umana: «Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana – ha scritto il Papa -: quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae benefico». «Occorre salvaguardare un’autentica «ecologia umana» - ha detto monsignor Giusti - che affermi con rinnovata convinzione l’inviolabilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione, la dignità della persona e l’insostituibile missione della famiglia, nella quale si educa all’amore per il prossimo e al rispetto della natura». Valori forti che la Chiesa deve saper testimoniare nella cultura del nostro tempo con convinzione ed entusiasmo. Quell’entusiasmo che traspare dalle parole con cui il vescovo Simone ha commentato la domanda di Dostoevskij «La bellezza salverà il mondo ?» dicendo «è vero che l’incontro con una bellezza traboccante è ciò che aiuta ad incamminarsi verso la redenzione. Tanti – ha proseguito - trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l’armonia della natura. Prima che il vero e il bene, gli uomini percepiscono il bello. Vi è una sorta di reciprocità: nel contemplare il creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato si prende cura di noi, eppure nonostante questa sensibilità umana, con quanta avidità e stoltezza altrettanto umane, sciupiamo ogni giorno le bellezze che ci circondano!» Fondando la sua riflessione sul magistero della Chiesa che da anni richiama l’attenzione sulla relazione tra il Creatore, l’essere umano e il creato, il Vescovo ha fatto un esplicito riferimento alle scelte politiche della nostra città in tema di energia, auspicando «che si lasci spazio al nuovo, ma senza dimenticare la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente: si dovrà mettere in campo tutta l’intelligenza e la cura possibili perché certe decisioni come l’installazione di un rigassificatore siano veramente un beneficio per Livorno e non una cambiale a scadenza». Su questi temi sociali certamente il Vescovo ritornerà nel corso del 2010, già a partire della prossima assemblea del Progetto Culturale del 18 gennaio, a cui ha invitato numerosi intellettuali livornesi allo scopo di approfondire questi argomenti anche alla luce della recente enciclica “Caritas in veritate”. Una linea, già inaugurata nel 2009, che trova una conferma immediata nelle prime settimane del 2010 e si svilupperà in modo ancora più ampio in occasione della Settimana della Vita programmata in febbraio e di cui daremo ampia notizia nel prossimo numero. n.s. O « Domenica 17 gennaio alle 16 La giornata dei Migranti l tema della Giornata Mondiale delle Migrazioni per il 2010 si concentra sulla figura del minore come speranza per il futuro. Per questo è importante sottolineare che i bambini hanno un diritto fon- damentale: hanno il diritto di vivere il proprio futuro e di guardare a questo con fiducia e speranza. Questo è ancora più sentito se il mi- nore è migrante e quindi vive in si- tuazione di precarietà, e aggravato se il suo passato è segnato dalla fuga come avviene per il rifugiato. Su questo tema la diocesi di Livorno celebrerà la giornata mondiale delle migrazioni DOMENICA 17 GENNAIO ALLE 16.00 con una celebrazione presieduta dal Vescovo nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo e aperta a tutti gli immigrati di Livorno. L’ufficio diocesano Migrantes invita i sacerdoti e i diaconi della Diocesi a partecipare alla celebrazione. I La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

La Settimana - n. 2 del 17 gennaio 2010

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

17 gennaio 2010

Voi sarete testimoni

In vista dell’assemblea del Progettoculturale e della Settimana della vita

l tema che ispira lariflessione e la preghieraper l’unità dei cristianiquest’anno è la comune

testimonianza cristiana comecondizione per l’efficacia dellamissione: «Voi saretetestimoni di tutto ciò» (Lc 24,48).La scelta è determinata dalfatto che ricorre in questo 2010il centenario della ConferenzaMissionaria, tenuta adEdimburgo nel 1910. Allora, inquella conferenza delle SocietàMissionarie protestanti, sipose il problema delladivisione fra cristiani nelcontesto della missione. Comepoter annunciare con efficaciache Cristo ci ha riconciliati, senoi cristiani ci presentiamodivisi alle frontiere dellaChiesa?Per coloro che celebrerannol’intera settimana, il temaverrà proposto suddiviso invarie parti per ciascuno degliotto giorni. Il sussidio pone la seguentedomanda: come migliorare latestimonianza dei cristiani nelnostro tempo? E suggerisceuna modalità per ciascungiorno:- lodando l’Unico Dio che dàil dono della vita e dellaresurrezione (primo giorno);- comprendendo come potercondividere la nostra storia difede con gli altri (secondogiorno);- riconoscendo che Dio operacontinuamente nelle nostrevite (terzo giorno);- rendendo grazie per la fedeche abbiamo ricevuto (quartogiorno);- proclamando la vittoria diCristo su ogni sofferenza(quinto giorno);- cercando di essere semprepiù fedeli alla parola di Dio(sesto giorno);- crescendo nella fede, nellasperanza, nell’amore (settimogiorno);- offrendo ospitalità e sapendoriceverla a nostra volta (ottavogiorno).

L’anno scorso, durante laSettimana di preghiera perl’unità dei Cristiani, PapaBenedetto XVI ha affermatoche la condizione-chiave dallaquale dipende l’intero

progresso del movimentoecumenico è la nostraconversione personale, unaconversione seria, profonda,dalla quale nessuno puòesimersi.La Settimana di preghiera ciinvita a riflettere pertanto sullanostra conversione: quantosiamo aperti, quanto siamotestimoni del Cristo UnicoPastore e quanta imperfezioneumana ancora è presenteall’interno delle nostre chiese,quanto imperfetto e confusoancora è il suo gregge. L’orgoglio e l’egoismo, opeggio ancora la convinzionedi aver raggiunto la perfezionequasi assoluta (certamancanza di apertura allaconversione), stanno alla

radice delle separazioni tra lechiese nel corso dei secoli. Lamancanza di sensibilità eattenzione ci ha portato adessere sordi dinnanzi alla vocedell’altro nel suo contestosocio-culturale, per forza dicose diverso dal mio.In passato, chiusure di fronteal soffio dello Spirito di Dio,universale e immenso, hannoportato la nostra Chiesa sullavia di dolorose divisioni. Perquesto motivo oggi nessunopuò vantarsi di fronte all’altro,ma dobbiamo, come dicevaPapa Giovanni Paolo II,vergognarci nel XXI secolo delfatto che ancora sia esistentetra i cristiani una divisione ecercare insieme, in un mondosempre più sordo di fronte al

messaggio di Cristo Gesù, di«essere una voce sola».

Anche quest’anno a Livorno,l’Ufficio per l’ecumenismo e ildialogo, il CeDoMei, le chieseprotestanti e ortodosse, hannolavorato insieme per offrirealle proprie comunità di fedeliun’ulteriore occasione discambio spirituale.La Settimanaecumenica è semprefrutto di preghiera eintenso lavoro, svoltinei mesi che laprecedono. Possiamovedere così come ilfrutto dello Spirito checi unisce in Cristo, e neidiversi percorsi, ciunisce in un’unicapreghiera.Alleghiamo lalocandina con gliavvenimenti, lepreghiere, leconferenze, i concertiprevisti durante la settimana,nella speranza cherispondiamo tutti assieme aldesiderio di Cristo: «perchésiano una cosa sola».La presenza a Livorno durantequest’anno della ChiesaArmena e della ChiesaOrtodossa Russa (Patriarcatodi Mosca) è significativa e ci facapire quanto non soltantonoi (opinione molto popolaree diffusa) bussiamo alle portedell’«altro» chiedendo il donodell’unità, ma tutti quantidesiderano e compiono passi esforzi personali nel nome diCristo per superare i limiti e lefrontiere venutesi a creare inpassato, talvolta causati dapregiudizi. Essi compionosforzi perché ci credono,pregano affinché possiamodare un’unica testimonianzadella salvezza, quelladesiderata da Cristo: «unPastore con un solo gregge». Don Piotr Kownacki, Ufficio

pastorale diocesano perl’ecumenismo e il dialogo

interreligioso

Nella foto un momento degliauguri natalizi del Vescovoalle confessioni religiose del-la città, avvenuti proprio nelgiorno dell’inaugurazionedel secondo lotto del museodiocesano,

I DAL 18 AL 25 GENNAIO

Il programma delle iniziative

LUNEDÌ 18 GENNAIO- ore 18.30 presso il Duomo di LivornoApertura della Settimana di Preghiera per l’Unità deiCristiani

MARTEDÌ 19 GENNAIO- ore 17.00 presso Chiesa Greco- Cattolica (chiesa s.Francesco nella Fortezza Vecchia)Vespro

MERCOLEDÌ 20 GENNAIO- ore 18.30 presso la Chiesa Valdese (Via G.Verdi, 15)Conferenza del prof. Germano Marani dal titolo «Lafigura ecumenica del dott. Hass»- ore 21.15 presso la Chiesa della Purificazione (GreciUniti)Concerto degli studenti del Patriarcato russo

GIOVEDÌ 21 GENNAIO- ore 16.00 presso la Chiesa Ortodossa Romena (Chiesadella Misericordia in Via Verdi, 57)Vespro

VENERDÌ 22 GENNAIO- ore 18.30 presso la Comunità S. Egidio (chiesa S.Giovanni Battista)Preghiera Ecumenica per i giovani organizzata dallaComunitàdi Sant’Egidio e dalla Chiesa Armena

SABATO 23 GENNAIO- ore 19.00 presso la chiesa Avventista (Piazza del LuogoPio)Preghiera Ecumenica

DOMENICA 24 GENNAIO- ore 10.30 presso la Chiesa Valdese (Via G. Verdi, 15) Culto Ecumenico e a seguire Agape comunitaria

IL VESCOVO E L’ECOLOGIA UMANA

La bellezzaci salverà!

ccorre salvaguardare la bellezza del creato»è questo l’appello forte che il Vescovo

Simone ha lanciato in occasione della sua primaomelia dell’anno, quella tradizionalmenteispirata al Messaggio del Papa per la GiornataMondiale della Pace.In questa occasione monsignor Giusti affrontatemi sociali fondamentali come è successo nel2009 quando propose una riflessioneapprofondita sulla crisi economica che si stavamanifestando in quei mesi e tracciò le linee difondo del Progetto Culturale della Chiesalivornese che sintetizzò efficacemente nelloslogan «Verso Livorno città ideale».Nel 2010 ha fatto riferimento alla preziosaenciclica sociale «Caritas in veritate», pubblicatanei mesi precedenti da Benedetto XVI; l’ha citatanella parte che esprime il concetto di ecologiaumana: «Il degrado della natura è infattistrettamente connesso alla cultura che modella laconvivenza umana – ha scritto il Papa -: quandol’ecologia umana è rispettata dentro la società,anche l’ecologia ambientale ne trae benefico».«Occorre salvaguardare un’autentica «ecologiaumana» - ha detto monsignor Giusti - che affermicon rinnovata convinzione l’inviolabilità dellavita umana in ogni sua fase e in ogni suacondizione, la dignità della persona el’insostituibile missione della famiglia, nellaquale si educa all’amore per il prossimo e alrispetto della natura». Valori forti che la Chiesa

deve sapertestimoniare nellacultura del nostrotempo conconvinzione edentusiasmo.Quell’entusiasmoche traspare dalleparole con cui ilvescovo Simone hacommentato ladomanda diDostoevskij «Labellezza salverà ilmondo ?» dicendo«è vero chel’incontro con una

bellezza traboccante è ciò che aiuta adincamminarsi verso la redenzione. Tanti – haproseguito - trovano tranquillità e pace, sisentono rinnovati e rinvigoriti quando sono astretto contatto con la bellezza e l’armonia dellanatura. Prima che il vero e il bene, gli uominipercepiscono il bello. Vi è una sorta di reciprocità:nel contemplare il creato, noi constatiamo cheDio, tramite il creato si prende cura di noi, eppurenonostante questa sensibilità umana, con quantaavidità e stoltezza altrettanto umane, sciupiamoogni giorno le bellezze che ci circondano!»Fondando la sua riflessione sul magistero dellaChiesa che da anni richiama l’attenzione sullarelazione tra il Creatore, l’essere umano e ilcreato, il Vescovo ha fatto un esplicito riferimentoalle scelte politiche della nostra città in tema dienergia, auspicando «che si lasci spazio al nuovo,ma senza dimenticare la sicurezza dei cittadini ela salvaguardia dell’ambiente: si dovrà mettere incampo tutta l’intelligenza e la cura possibiliperché certe decisioni come l’installazione di unrigassificatore siano veramente un beneficio perLivorno e non una cambiale a scadenza».Su questi temi sociali certamente il Vescovoritornerà nel corso del 2010, già a partire dellaprossima assemblea del Progetto Culturale del 18gennaio, a cui ha invitato numerosi intellettualilivornesi allo scopo di approfondire questiargomenti anche alla luce della recente enciclica“Caritas in veritate”. Una linea, già inaugurata nel2009, che trova una conferma immediata nelleprime settimane del 2010 e si svilupperà in modoancora più ampio in occasione della Settimanadella Vita programmata in febbraio e di cuidaremo ampia notizia nel prossimo numero.

n.s.

Domenica 17 gennaio alle 16

La giornata dei Migrantil tema della Giornata Mondialedelle Migrazioni per il 2010 siconcentra sulla figura del minorecome speranza per il futuro. Per

questo è importante sottolineareche i bambini hanno un diritto fon-damentale: hanno il diritto di vivereil proprio futuro e di guardare aquesto con fiducia e speranza.Questo è ancora più sentito se il mi-nore è migrante e quindi vive in si-tuazione di precarietà, e aggravato

se il suo passato è segnato dalla fugacome avviene per il rifugiato.Su questo tema la diocesi di Livornocelebrerà la giornata mondiale dellemigrazioni DOMENICA 17 GENNAIOALLE 16.00 con una celebrazionepresieduta dal Vescovo nella chiesadei Santi Pietro e Paolo e aperta atutti gli immigrati di Livorno.L’ufficio diocesano Migrantes invitai sacerdoti e i diaconi della Diocesi apartecipare alla celebrazione.

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La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 gennaio 2010II

Gli eventi e la storia della città racchiusinei documenti dell’archivio diocesano

Vita e memoriatra gli scaffaliA colloquio con la signora Maria Luisa Fogolari

DI BENEDETTA AGRETTI

archiviodiocesano è unambienteluminoso, nel

quale è gelosamentecustodita la storia dellanostra Diocesi. Le chiavidi questa cassaforte checontiene gli eventi, lamemoria e la vita vissutadella città di Livorno, lepossiede la signora MariaLuisa Fogolari che da 30anni lavora comevolontaria, con passione ecompetenza perrecuperare i frammentidella nostra identità.I preziosi documentiriguardanti la curia e ifondi aggregati, daleggersi parrocchie,seminario, fondazioni eaffini, vengono custoditiin bell’ordine all’internodi cartelle in pH neutro edetichettate con un colorediverso per serie. Ad oggi ilsignor Tullio, marito dellasignora, che la aiuta inquesta impresa, haetichettato 10.000 pezzi.È un lavoro condotto conuna pazienza certosina,ma che non manca digratificazioni, le qualiarrivano principalmenteper la ricostruzione dialberi genealogici.Le ragioni che portano lepersone a ricercare leproprie origini sono le piùdisparate. Ci sono quellemeramente utilitaristichedi chi, nato da emigrati inun altro continente comel’America, cerca didimostrare le sue originiitaliane, che devonorisalire come minimo a150 anni, per poterottenere un passaporto. Cisono persone affermateche sono mosse da ragionipuramente affettive e c’èchi si diletta di storia,soprattutto pensionati.Risalire alle origini di una

’L

persona non è sempre cosafacile, basti pensare a tuttele varianti in cuidocumenti di vecchissimadata possono incappare:dalla storpiatura dei nomi,alla mancata registrazionein caso di famiglie nonregolari, alla guerra checon i suoi bombardamentiha distrutto buona partedella documentazione.Non solo: ladocumentazione cheproviene dalle parrocchienon è sempre in buonostato a causa dell’umidità edi altri fattori. E nonsempre le parrocchieconsegnano all’archiviodiocesano il materiale chedeve essere conservato.Se ne deduce che questolavoro di ricerca siatutt’altro che un grigiolavoro di routine. In questa ricerca l’archiviodiocesano è di unaimportanza fondamentale,basti pensare che lo StatoCivile che attualmentepossiede il duplicato deidocumenti che si trovanonelle parrocchie, è nato

soltanto dopo l’Unitàd’Italia. Prima, a custodirela memoria della vitavissuta dalla città, c’erasoltanto la Chiesa.Da qui il senso diimportanza del propriolavoro, dell’utilità che sipuò ricavarne. Svariatisono gli esempi che lasignora Fogolari, dall’altodella sua trentennaleesperienza, puòraccontare.Dalla ricerca dell’identitàdi un uomo trovatocadavere, che aveva al dito

una fede nellaquale erano incisiun nome e unadata, elementi da

cui si è potuti risalire alnome dello sventurato,alle ricerche, sicuramentemeno macabre, condottedall’Università di Pisa sullecondizioni di vita dellepersone nei due secoliscorsi.In quest’ultimo caso ci si èpotuti basare suidocumenti dei matrimoniche, a differenza di quelliodierni, contenevano inmaniera dettagliata ladescrizione della vita che idue futuri sposi avevanocondotto fino a quel

momento, dal tipo dilavoro svolto al cetosociale di appartenenza.È facile allora capire comequesti vecchi documentiacquistino vita e comequesto lavoro ottengamanifestazioni diriconoscenza che scaldanoil cuore, oltre ad arricchiresul piano culturale grazieal contatto con persone divalore a livello nazionaleed europeo.A tutt’oggi l’archiviodiocesano è in evoluzionee l’inventario è totalmentecomputerizzato grazie aun programma creatoappositamente edistribuito alle diocesidalla ConferenzaEpiscopale Italiana.La stessa CEI contribuisceper gli oneri riguardanti ilrecupero e la custodia deidocumenti, in modo danon aggravare leparrocchie con spese diimporto non indifferente.L’auspicio è che si accrescae si diffonda la sensibilitàper la custodia didocumenti che non sonosolo «scartoffie» spessoilleggibili, ma sonoframmenti di vita che èanche nostra.

L’anniversario dimonsignor Guano

IL XIIIVESCOVO

icorre quest’anno il quaran-tesimo anniversario della

morte del nostro 13° vescovo diLivorno monsignor Emilio Gua-no morto all’età di 70 anni, do-po 5 anni di malattia in solo 8 dimagistero .È opportuno farne memoria sul-le pagine di questo giornale dio-cesano che è nato con lui nelgennaio 1966. Per questo ognimese riproporremo un suo scrit-to o un ricordo di quegli anni incui fu pastore della Chiesa livor-nese.Fu un Vescovo teologo, che haavuto molta parte nel ConcilioVaticano II. Quando furonochiamati come uditori alcunilaici al Concilio, il Papa volleche un Vescovo li assistesse neilavori e chiamò lui.Per parlare di lui mi sono docu-mentata con le testimonianzerese da coloro che lo hanno co-nosciuto fin dai tempi della suagiovinezza o che hanno collabo-rato con lui. (don Viola , donTintori in E. Guano: uomo dellaParola. Ed Studium).Scorrerò isuoi scritti apparsi su questogiornale diocesano, sulla Vita,sul Bollettino diocesano e useròle sue parole per ricordarlo convoi.Certamente il ricordo più auto-revole ce lo fornisce il suo vesco-vo ausiliare monsignor Ablondi,che osserva: «Per capire quantomonsignor Guano preceda ilnostro cammino bisognerebbedire, con una caratteristicaespressione livornese, propriocon riferimento alla sua vocazio-ne conciliare, che don Guano siè avviato e che noi siamo rima-sti indietro. Si è avviato innamo-rato della Lumen Gentium, per lachiarezza sull’identità dellaChiesa che aveva sempre cercataanche negli anni giovanili, e, nelsuo precederci,…ci richiama la Dei Verbum, la Sacrosantum Con-cilium ed il Decreto sull’Ecume-nismo». Sono questi i decreti se-gnati dal suo forte impegno alConcilio Vaticano II.Chi allora era ragazzo ne ricordala sollecitudine con la quale te-neva la corrispondenza con igiovani: quante letterine di bam-bini sono conservate in archi-vio! Altri lo ricordano come Pa-store per aver ricevuto da lui ilsacramento della Cresima, o peraver inaugurato Chiese: ad unadi queste fui presente. Era la pri-ma parrocchia della Rosa, chedopo essere stata ospitata in unangusto locale, al piano terrenodi un condominio, venne collo-cata in una baracca, in attesa del-l’edificio definitivo che sorgeràmolti anni più tardi. Cronaca a parte, mi sembra im-portante tratteggiare, per farnememoria, il suo carattere e le suedoti.Una delle caratteristiche del suocarattere fu lo spirito di libertà.Ha detto di lui il cardinale Pelle-grino: Monsignor Guano fu liberoda ogni preoccupazione ed interessepersonale,libero di fronte al giudiziodegli uomini,libero dai luoghi co-muni. Impegnato a difendere la li-bertà sua e degli altri egli stessoscriveva «Il senso della libertà è unadelle caratteristiche che più essen-zialmente appartengono al cristia-no. La libertà va intesa come indi-pendenza da tutto ciò che ostacolalo sviluppo sano del pensiero, indi-pendenza dai tradizionalismi edalla moda del momento».Per la teologia del laicato fu unprecursore. Aveva dei laici ungrandissimo concetto e li vollespesso nelle commissioni a col-laborare con il clero. Scriveva: «Ilaici da una parte portano allaChiesa esperienze temporali edall’altra portano al mondo ilmessaggio della Chiesa. Essihanno per missione di trasfor-mare il mondo in un mondo cri-stiano, ma nello stesso tempocontribuiscono a fare la Chiesa(Boll.dioc.196)

A cura di M.L. Fogolari

R

Ogni mese un flash

Il racconto di chi era presente al congresso nazionale AIMC

Per «educare a vivere».I maestri cattolici si interroganoer educare a vivere. L’A.I. M.C. scommette sulprofessionista di scuo-la», questo il titolo del

XIX Congresso Nazionale dell’As-sociazione Italiana Maestri Catto-lici che si è svolta a Roma.In questi anni l’impegno associa-tivo ha svolto un percorso riflessi-vo sulla sfida educativa delle gio-vani generazioni, sulla tensioneetica della professione, sulla for-mazione del professionista dell’e-ducativo, pensato in grado di«abitare» le pur cangianti realtàcon identità sicura, relazionalitàpositiva, finalità non individuali-stiche. L’Associazione ha imple-mentato significativamente il suoruolo associativo interagendo insede diocesana locale e nazionale(CEI) con la Pastorale per laScuola, le Aggregazioni Laicali, ilTavolo Interassociativo, il Comi-tato per il Progetto Culturale dellaCEI. Si è resa disponibile, a livellonazionale , anche progettualmen-te, nelle Audizioni concesse dalMinistro Gelmini. In sede localesi è fatta portavoce di istanze edurgenze formative in collabora-zione con Assessorati e altre agen-zie educative.

P«Prendendo avvio dal messaggio disaluto di Benedetto XVI, affidatoal cardinale Tarcisio Bertone, icongressisti hanno a lungo dibat-tuto nelle Sezioni di approfondi-mento il ruolo del professionistacome soggetto etico e testimonedi valori evangelici nel quotidia-no, in una scuola dell’inclusione edell’eccellenza come meta forma-tiva per tutti perseguita attraversouna varietà selezionata di oppor-tunità di apprendimento. Si è di-battuto sulla necessità di unascuola qualitativamente pronta adaccogliere disabilità e disturbi diapprendimento, capace di attivarestrategie non solo organizzativeperché ciascuno, nella sua diver-sità anche culturale, possa essereeducato attraverso l’istruzione edessere istruito attraverso un nonsuperficiale percorso educativo).L’Associazione intende vivere peril prossimo quadriennio la fina-lità educativa a vantaggio del sin-golo e della polis, consolidare laconvinzione che secondo il suoproprio può concorrere alla mi-gliorabilità delle situazioni; ricon-ferma con forza creativa la suaidentità di soggetto laicale impe-gnato a servire, attraverso le per-

sone, la novità dell’Evangelo, «al-zando lo sguardo» dalle moltepli-ci preoccupazioni quotidiane,procedendo con fermezza e com-petenze rinnovate verso quelle ur-genze educative che sono ormaiimpegno ecclesiale e civile trasver-sale.È necessario allora «guardare aGesù come modello della nostraumanità e sorgente di sempre rin-novata umanizzazione» . Conqueste parole dell’arcivescovo Ma-riano Crociata, segretario generaledella Cei, ha inteso ribadire che«il nostro essere credenti attingealla sapienza cristiana la coscien-za che l’opera di educatori inqualche modo realizza e serve l’o-pera creatrice di Dio» . E propriosul bisogno di una formazionecristiana adeguata e permanente,ha insistito Crociata, che «l’atti-vità di un educatore cattolico habisogno di una spiritualità specifi-ca, teologicamente fondata, per laquale uno dei punti di riferimen-to è l’umanità di Gesù come pre-senza personale del Maestro divi-no». Proprio in riferimento a una«visione dell’educazione ispirataalla fede», ha ribadito - « un pro-fessionista cristiano dell’educa-

zione nella scuola –non può esse-re solo un tecnico, ma il portatoredi una visione dell’uomo che sariconoscere il posto giusto allecompetenze tecniche, nel quadrodi un personalismo aperto allatrascendenza».Ecco dunque chiarirsi la missionedell’Aimc, che «deve poter offrireun supporto molteplice alle esi-genze di formazione cristiana deisuoi membri, che accompagni icammini spirituali personali», chesia «all’altezza delle attese e dellacultura della scuola di oggi» econtemporaneamente favorisca«la conoscenza e la pratica di unavisione cristiana dell’educazionenella scuola e nella società», traMemoria, anche delle proprie ra-dici associative e Profezia di no-vità educative.

Enrica Talà, presidente A.I.M.C. diLivorno, Consigliere Regionale

In occasione del Congresso na-zionale la dottoressa Sandra Ca-vallini, segretaria della Consultadiocesana per le AggregazioniLaicali, è stata eletta sindaco re-visore nel collegio nazionaleAIMC.

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 gennaio 2010 III

AGENDA DIOCESANASABATO 16 GENNAIO- 8.00 pellegrinaggio mensile al San-tuario di Montenero (9.00 S.Messa)- 11.00 il Vescovo è allo Studio teolo-gico interdiocesano a Camaiore- 21.00 in cattedrale celebrazione diammissione di Francesco Morosi alsacramento dell’Ordine

DOMENICA 17 GENNAIO- 12.00 il Vescovo celebra la Messa ele Cresime alla parrocchia S. Maria diMontenero- 15.00 all’Istituto S. Spirito (CorsoMazzini)Giornata Missionaria Ragaz-zi- 16.00 Chiesa Santi Pietro e PaoloSanta Messa per la Giornata dei mi-granti presieduta dal Vescovo

LUNEDÌ 18 GENNAIO- 18.30 apertura della Settimana diPreghiera per l’Unità dei Cristiani inDuomo (Programma della SettimanaEcumenica a pag. 1)- 21.00 in vescovado incontro con ireferenti del Progetto Culturale

MARTEDÌ 19 GENNAIO - 18.00 il Vescovo partecipa al tavolodell’oggettività con i primari dell’o-spedale (ospedale)

MERCOLEDÌ 20 GENNAIO- 18.30 il Vescovo partecipa alla Con-ferenza del prof. Germano Maranipresso la chiesa dei Valdesi (Via Verdi15) nell’ambito della Settimana diPreghiera per l’Unità dei Cristiani- 21.00 concerto degli studenti orto-dossi del patriarcato di Mosca pressola Chiesa della Purificazione

GIOVEDÌ 21 GENNAIO- 9.30 il Vescovo incontra i giovani sa-cerdoti (anno di ordinazione 1996-2008) presso la casa S. Giuseppe diQuercianella

VENERDÌ 22 GENNAIO- 15.30 presso il Centro Culturale diVia delle galere, incontro promossodalle Acli sul tema «L’economia nelsociale, lo sviluppo sostenibile e leopportunità di avanzamento cultura-le grazie al no profit».- 21.00 presso la parrocchia di S. An-drea il Vescovo incontra i consigli pa-storali parrocchiali del II vicariato

SABATO 23 GENNAIO- 18.00 il Vescovo celebra le Cresimenella parrocchia di San Giovanni Bat-tista Ilario di Rosignano Marittimo

DOMENICA 24 GENNAIO- 9.30 il Vescovo celebra la Messa al-l’istituto delle suore Paoline (ViaCorcos) in occasione del patrono deigiornalisti San Francesco di Sales- 11.00 il Vescovo celebra le Cresimenella parrocchia di San Benedetto- 14.30 il Vescovo celebra la Messa alconvegno regionale di pastorale gio-vanile a Quercianella

Viaggio nelle parrocchie

Tra gli edifici di cultopiù estesi e antichidella città, la chiesa di San Giuseppe sipresenta in tutta la suaimponenza in Piazza 2 Giugno. Alla guidadella comunità, donMario Sorbi, raccontal’attività pastorale

Parrocchia di San Giuseppe

DI SIMONE MARCIS

uestasettimana, nelviaggio tra leparrocchie della

Diocesi, siamo andati adincontrare la comunità diSan Giuseppe.Per conoscerla meglio,abbiamo scambiatoquattro chiacchiere con ilparroco don Mario Sorbi.Don Mario, qual è il suorapporto con lacomunità?«Dobbiamo vedere finoa che punto leparrocchie sonocomunità. Sembra diessere in un porto dovela gente ricerca laconsumazione delsacro, consumando ilproprio bisognoreligioso e tutto tornacome prima, non c’è unsupporto religioso peruna vita cristiana ideale.Allora il problema sucui riflettere è questo:siviene in chiesa per ilminimo indispensabile,al supermarket delsacro, oppure si devepensare a formare unacomunità cristianavera?»Qual è la frequenza allamessa«Purtroppo non vienemolta gente nonostantela parrocchia sianumerosa perchécomprende diversiquartieri storici condiverse migliaia dipersone.»Quali sono le

Qproblematiche maggioriche ha incontrato? «Esiste una povertà cheha diverse connotazionisociali, morale,intellettuale, culturale,che si richiamano l’unacon l’altra. Le aree interessate sonozone storicamentedifficili conproblematiche legate altessuto sociale e aldegrado che troviamo.»Ci sono gruppi dicatechesi?«La catechesi è moltopovera con un primogruppo di 10-12bambini delleelementari. Ci sono una

ventina di ragazzi chesaltuariamente vengonoanche da altreparrocchie, animati da3 ragazzi più grandisoprattutto nel cantodella messadomenicale.C’era un gruppo per lacatechesi delle famiglieche oggi non c’è più.Ho mandato l’invitoper la catechesi a tutti ibambini che sono statibattezzati qui inparrocchia negli annipassati, con un risultatomodesto»Come vengonopreparati i sacramenti?«Ci rifacciamo

all’indifferentismoreligioso che emerge inquesta ma anche inaltre realtà. Il battesimoper esempio vienechiesto per il propriofiglio/a da genitori nonsposati e questo sarebbeun problema daaffrontare mentre il

matrimonio cristianonon viene vissuto dachi si sposa in chiesa epoi sparisce. Laconfessione si praticapoco e c’è ignoranzareligiosa sulle lettureanche per chi frequentala parrocchia. Siamo inun’epoca scristianizzatae non c’è una coerenzamorale».Quali sono le attivitàpastorali, gruppi omovimenti presenti inparrocchia?«La caritas parrocchialeè molto viva con localie persone che prestanomolto del loro temponell’organizzare l’arrivo, il magazzino e ladistribuzione di cibo,vestiario, fare anche laspesa per chi habisogno.Tutti i giovedì dalle15,30 alle 17,30 neilocali adiacenti allachiesa la signora Ingridcon tre aiutanti gestiscequesto centro diascolto.Purtroppo inparrocchia non ci sonomovimenti,associazioni ed altri tipidi gruppo.

IL PARROCOon Mario Sorbi (nella foto) ha quasi 60anni e quest’anno festeggerà il

trentacinquesimo di sacerdozio.Livornese di nascita , comincia la sua carrieracome viceparroco a Rosignano Solvay, poi adAntignano e San Giuseppe per la primavolta, dal 1982 al 1989.Il destino lo ha riportato nella chiesa dipiazza 2 giugno come parroco dopo leesperienze di Collinaia (10 anni) e ParranaSan Martino.Il diacono Mauro Giolli, infermiere pressol’ospedale civile di Livorno, lo assiste nellecelebrazioni in parrocchia.Don Mario è inoltre docente presso lo StudioTeologico Interdiocesano di Camaiore (LU).

I NUMERI DELLA PARROCCHIAa parrocchia di San Giuseppe appartieneal secondo vicariato.

Si trova in Piazza 2 giugno , 14 c.a.p.57122. Telefono 0586 -404029.Parroco don Mario SorbiOrario messe: feriale ore 18, festivo ore 11

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D Una chiesa grande e anticaAlcuni cenni storici sull’edificio

a città di Livorno conobbe un periodo di forte espansione agli inizi del1800 con la realizzazione di numerose opere pubbliche, nuovi quar-tieri ed un miglioramento delle strutture esterne con la costruzionedella cinta doganale ed il completamento dell’Acquedotto Leopoldi-

no.Inoltre venne avviato un progetto di costruzione di luoghi adibiti al cultoche vide tra gli altri la fondazione di una chiesa parrocchiale dentro la cintamuraria in una piazza denominata San Giuseppe oggi conosciuta comepiazza 2 giugno e che si collocasse tra il Cisternone e Porta San Marco.Un esperto architetto fiorentino progettò quella che oggi risulta essere unodegli edifici di culto più estesi in città : Giuseppe Puini era un uomo di gran-de esperienza nel Granducato con studi all’Accademia Delle Belle Arti di Fi-renze ed un curriculum di spessore.La prima pietra fu posta il 22 giugno 1839 dal vescovo Cubbe , la consacra-zione tre anni dopo, il 21 giugno.La chiesa ha subito danni strutturali , prima durante l’invasione austriaca del1849 e successivamente dopo i due grandi conflitti mondiali a causa deibombardamenti ma ha sempre resistito .Tanti sono stati gli interventi di restauro, l’ultimo negli anni ’20.

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GIOVANI ON AIR

l 24 GENNAIO si svolgerà a Livorno presso laCasa san Giuseppe a Quercianella il Conve-

gno Regionale di Pastorale Giovanile.La pastorale giovanile della Toscana quest’an-no ha incentrato la sua attenzione su una te-matica estremamente attuale come quella del-la comunicazione e del rapporto che i giovanihanno con questo argomento. Il titolo delconvegno è «Gio-vani On Air»: tuttiI PARTECIPANTIsaranno divisi in12 gruppi, chesarà possibile vi-sionare sul sitowww.giovanio-nair.it e si artico-lerà su tutta lagiornata di do-menica 24 gen-naio e vedrà lapresenza di esper-ti nel settore e ditutti i responsabi-li della pastoralegiovanile regio-nale.La Diocesi di Livorno, oltre a partecipare alconvegno, contribuirà con un gruppo di ado-lescenti che farà parte di un progetto di ascol-to/intervento che si interfaccerà con gli espertientrando nel merito della tematica del conve-gno andando oltre gli schemi degli ambiti pre-definiti.Tutti coloro che fossero interessati a partecipa-re al convegno possono contattare la pastoralegiovanile diocesana all’indirizzo di posta elet-tronica: [email protected]

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Convegno di Pastorale giovanile

SPIRITUALITÀTOSCANA OGGI17 gennaio 2010IV

I PIÙ VENDUTI NELLE LIBRERIE CATTOLICHE

1 P. Brosio A UN PASSO DAL BARATRO Piemme2 P. Curtaz DOVE’E’COLUI CHE E’NATO? San Paolo3 MESSALE QUOTIDIANO San Paolo4 C. M. Martini QUALCOSA DI COSI’PERSONALE Mondadori5 J. Lanford IL FUOCO SEGRETO DI MADRE TERESA Rizzoli6 V. Mancuso LA VITA AUTENTICA Cortina Editore7 E. De Luca IL PESO DELLA FARFALLA Feltrinelli8 R. Burigana LA DOVE TUTTI SIAMO NATI Sef9 B.Tobagi COME BATTE FORTE IL TUO CUORE Einaudi10 G. Ravasi 500 CURIOSITA’SULLA FEDE Mondadori

uesta classifica è la primadel 2010 e comprende due

settimane, dal28 dicembre al9 gennaio. Ri-spetto alla pre-cedente vededue novità: al nono gradino latestimonianza della figlia delgiornalista Walter Tobagi, assas-sinato da mano terroristica nel

1980 e al terzo posto il messalequotidiano con le nuove letture

del lezionarioCei. Le librerieinteressate aquesta rileva-zione sono sta-

te Salesiana di Pisa, La Parola diFigline, Ecclesiastica di Pontre-moli e San Paolo di Firenze

A cura di Stefano Zecchi

QIn classifica le memoriedella figlia di Tobagi

Risponde padre GiovanniRoncari, docente di storia della Chiesa

on mi sembra possibilerispondere con unsecco «si», «no» alledomande della gentile

lettrice. Il problema è molto piùcomplesso e una tale rispostanon renderebbe ragione diquestacontroversa eaffascinantestoria.La bibliografiasulla sindone èdavvero lunghissima: Bastacliccare su internet il terminesindone, per trovare di tutto unpò: da chi la considera la prova«scientifica» della risurrezionedel Signore, a chi, senza appellola considera un falso medievale efacile anche da riprodurre(anche se non mi sembra chealcuno lo abbia fatto), a chiaddirittura, con tutta serietà, lapresenta come un autoritratto diLeonardo da Vinci!!L’ultimo libro, in ordine ditempo (almeno a me risulta) èun robusto volume di quasiquattrocento pagine, di una notastudiosa, Barbara Frale, intitolatoLa Sindone di Gesù Nazareno (ed:Il Mulino, Bologna 2009).Questo titolo è emblematico,come nota l’Autrice (pag. 8) epone bene in luce il «casosindone»: la sindone di Gesùnazareno, non la sindone diGesù Cristo. la distinzione non èda poco e aiuta a manteneredistinti gli ambiti di lettura diquesto celeberrimo lenzuolofunerario.Ambiti di lettura chesono almeno tre.Che cosa è la sindone? A questadomanda rispondono gliscienziati: Qui non possiamonemmeno accennare allaenorme quantità di studiprodotti da questa domandadivenuta ricerca tutt’altro cheterminata. Possiamo solo direche il famoso esame, quello delcarbonio 14, eseguito nel 1988,secondo il quale la data diorigine della sindone andrebbecollocata tra il 1260 e il 1390(quindi un falso medievale) nonha convinto più di tanto. Perciòle ricerche continuano. Adesempio nel libro Sindone o no(Torino 1990) Pierluigi BaimaBollone, celebre studioso edocente di medicina legaleall’università di Torino, esprime isuoi ragionati dubbi sullavalidità di quell’esame. I dubbi

Nrimangono tutti e la tradizioneche vi vede un lenzuolo in cui èstato rinvolto un cadavere, cheha lasciato evidenti tracceematiche e impronte di variogenere e che risale ai primidecenni del primo secolodell’era volgare non è statasmentita.Da dove viene la sindone? Come

è arrivata aTorino? A questedomanderispondono glistorici cheattraverso tutta

una serie di indizi e documentiricostruiscono il suo accidentatopercorso fino ai nostri giorni.Non tutto è certo, non tutto èsicuro, tuttavia la sindone noncompare all’improvviso sullascena senza avere una storiaprecedente: anche quidobbiamo rimandare a studistorici specifici che nonmancano.Queste due domande esuccessive piste di ricerca, ciportano all’interrogativocentrale: «chi è l’uomo dellasindone?» Una ininterrottatradizione storico-religiosa diceche sia il lenzuolo funebre cheavvolse il corpo di Gesù diNazareth dopo la sua morte incroce, che fu sepolto con lui,(Giov.19,40) che fu ritrovato daidiscepoli la mattina della primapasqua nel sepolcro vuoto

(Giov.20,5-7). È storicamentesostenibile tutto questo? Èragionevole questa ipotesi?Nonostante tutte le critiche eobbiezioni, peraltro molto utiliper il progresso degli studisindonici, si può rispondereaffermativamente: è ragionevolesostenere quello che latradizione storico-religiosa dicesulla sindone: l’uomo dellasindone è con ogni probabiltàstorica-scientifica Gesù di

Nazareth.Con due precisazioniimportanti. È molto utilemettere da parte posizionipreconcette da entrambi le parti:da una posizione fideista chenella sindone «vuol» vedere ciòche vuol vedere respingendo apriori qualsiasi obiezione, el’altra, non meno preconcetta,anzi forse di più, che respingecome assolutamente impossibilel’ipotesi che possa trattarsi dellenzuolo funebre di Gesù. Giàun accademico di Francia, che didefiniva agnostico, Yves Delage,scriveva: «Se si trattasse diSargon, di Achille, o di uno deifaraoni, nessuno troverebbenulla da eccepire...io consideroGesù Cristo come unpersonaggio storico e non vedocosa ci sia da spaventarsicimentandosi con una provatangibile della sua esistenza..»La seconda precisazioneriprende la distinzione delladott. Frale sopra ricordata. Lasindone non è un dogma di fede,ma un documento storico dellacrocifissione di un uomo chetutto lascia intendere che siaGesù nazareno, ma nonpossiamo chiedere alla sindonedi dirci che è il Figlio di Dio. Peri cristiani, però, Gesù diNazareth e il Cristo di Dio sonola stessa persona, possiamoallora «venerare» la sindonecome «reliquia» di quellapassione che la fede ci insegnaessere la fonte della nostraredenzione.

iovedì 7 gennaio Papa Benedetto XVI haricevuto, per la presentazione delle lette-re credenziali, Kenan Gürsoy nuovo Am-basciatore di Turchia presso la Santa Se-

de. Il Papa ha osservato che ci si avvicina rapida-mente al cinquantesimo anniversario dell’instau-razione delle relazioni diplomatiche fra la Turchiae la Santa Sede, un frutto del pontificato del BeatoGiovanni XXIII, che fu Delegato Apostolico aIstanbul e il cui affetto per il popolo turco è bennoto. Negli ultimi cinquant’anni - ha proseguito ilPontefice - si è ottenuto molto nelle aree d’interes-se comune e confido nel fatto che questi rapporticordiali divengano più profondi e più solidi. Hapoi voluto ricordare, con grande piacere, la visitacompiuta nel 2006. In Turchia - ha continuato Be-nedetto XVI - i cattolici apprezzano la libertà diculto che è garantita dalla Costituzione e sono lietidi poter collaborare al benessere dei loro concitta-dini in particolare attraverso l’impegno nell’attivitàcaritativa e nella sanità. Affinché queste degne ope-re possano prosperare, sono certo - ha osservato il

Papa - che il Governo continuerà a fare il possibileperché esse ricevano il sostegno necessario. Inoltre- ha aggiunto il Pontefice - la Chiesa cattolica inTurchia attende il riconoscimento giuridico civile,ciò le permetterebbe di godere della piena libertàreligiosa e di apportare un contributo maggiore al-la società. In quanto stato democratico laico, ta-gliato in due dal confine fra Europa ed Asia - ha os-servato Benedetto XVI - la Turchia è nella posizio-ne giusta per fungere da ponte fra l’Islam e l’Occi-dente e per rendere un aiuto importante alla pace ealla stabilità in Medio Oriente. La Santa Sede ap-prezza le numerose iniziative che la Turchia ha giàintrapreso a questo proposito ed è orgogliosa disostenere sforzi ulteriori per porre fine a conflittiannosi nella regione. Come la storia ha spesso di-mostrato, le dispute territoriali e le rivalità etnichesi possono risolvere in maniera soddisfacente - haconcluso il Papa - soltanto quando le legittimeaspirazioni di ciascuna parte sono doverosamenteprese in considerazione, le ingiustizie riconosciutee, se possibile, riparate.

GIL VINO BUONO

17 gennaio, 2ª domenica del tempo ordinario: Is62,1-5; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-12

Colui che all’Epifania si èmanifestato alle genti e nel Battesimo

del Giordano a Israele ora, alle Nozze diCana, si manifesta ai suoi discepoli:«Questo,a Cana di Galilea, fu l’inizio deisegni compiuti da Gesù; egli manifestòla sua gloria e i suoi discepoli credetteroin lui». Segno compiuto «tre giornidopo» i quattro che li precedono (Gv1,28.29.35.43), vale a dire il «settimogiorno» che conclude la settimanainiziale di Gesù culminata nella suamanifestazione a Cana, rievocazionedella settimana iniziale della creazioneculminata nel settimo giorno.

Siamo a una festa di nozze a cuiviene a mancare il vino. Questo il

fatto che spinge la madre di Gesù a direa Gesù: «Non hanno più vino», e Gesù asua madre: «Donna, che vuoi da me?», esua madre ai servitori: «Qualsiasi cosa vidica, fatela», e Gesù trasforma l’acqua invino buono. Questo era ciò che volevasua madre in sintonia con Gesù nelsapere che alla tavola dell’uomo puòvenire a mancare il vino dell’allegrezza,nel sapere che solo la parola di Gesùpuò trasformare la tristezza in esultanzae nel sapere che là ove c’è bisogno lì èsempre ora di intervento. È vero, «non èancora giunta la mia ora», il momentocioè della croce come pienamanifestazione della ragione per cuiGesù è venuto, ma ove incombe ilpericolo tale ragione è semprecomunque spendibile come segnoanticipatore di quell’amore che là avrà lasua definitiva epifania e esegesi: «e ful’inizio dei segni», frase che rievoca il«fu» della prima creazione e sottintendeche è in atto una nuova creazione, fraseindicativa di come il tutto vada letto allaluce della categoria del «segno». Tutto èin funzione della manifestazione delle«gloria» di Gesù, vale a dire della suaspessa e splendida verità di Sposomessianico della Chiesa, di Venuto allatavola della vita carente del vino dellagioia a portarlo quale suo dono nuzialee tale vino, detto in estrema sintesi, è larivelazione del Padre come passioned’amore incondizionata per l’uomo,rivelazione che ove accolta dà inizio aun modo di essere radicalmente nuovo,il regime di una filialità, fraternità esperanza di futuro oltre ogniimmaginazione, così come lo è lacontentezza che ne scaturisce. Da questovino non in vendita, assolutamentegratuito, dipende la gioia dell’uomo enel Cristo, nella sua parola - nei suoigesti - nella sua croce, il Padre diventacommensale della tristezza dell’uomodovuta all’ignoranza del suo vero «se»dischiudendolo alla conoscenza di sécome figlio amato senza misura e senzamerito, non più «città abbandonata» e«terra devastata» «ma sarai chiamata miagioia e la tua terra sposata» (Is 62,4).Vino che arreca gioia è nell’essere amaticosì da un Dio così in uno Sposo così.Gioia che niente e nessuno può rapire.

«I suoi discepoli credettero in lui»contemplandone la gloria di Sposo

venuto a offrire un calice di vinocostantemente buono, non artefatto, labontà di un Dio felice di rendere felici idevastati, gli abbandonati, i falliti, inbreve i senza vino nella vita, nelmatrimonio e no. E questo in Cristo nelquale l’acqua , la cosa buona del Diodelle Scritture di Israele, diventa vino, lacosa buona del Dio di Israelecompiutamente svelato in lui.

*Eremo delle Stinche - Panzano in Chianti

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i parla molto della prossima ostensione della Sindone, che sarà inprimavera. Mi piacerebbe andarci, per vedere questa immagine che

evoca in maniera così potente le sofferenze di Gesù e la sua resurrezio-ne. Se non ricordo male, però, gli scienziati avrebbero dimostrato chesarebbe un’immagine realizzata nel medioevo. È davvero così? O è leci-to pensare che possa davvero trattarsi del telo di lino che ha avvolto Cri-sto dopo la morte?

Silvia Righi

SQuando teologia e poesia si incontrano

all’inizio del 2009, Antonio Staglianò è Vescovo di No-to. E proprio nel 2009 egli ha pure festeggiato il 25° an-

niversario della sua ordinazione sacerdotale. Venticinqueanni spesi senza risparmio per testimoniare Cristo sia comeparroco nella diocesi di Crotone-Santa Severina, sia cometeologo e docente tra i più ascoltati e stimati. Autore di nu-merosi saggi e ricerche - da ricordare, in particolare, sono ilavori su Antonio Rosmini e sul rapporto tra fede e cultura -, Staglianò ha offerto notevoli prove anche nelle vesti dipoeta. E un bel volume di poesie è pure il recente È nuovo ilgiorno. Da Nazareth a Gerusalemme con gli occhi di Maria(Edizioni Pubblisfera, pp. 80, euro 13), dedicato al Presbi-terio della Diocesi di Noto e al fratello Pino, prematura-mente scomparso. Fede e bellezza, teologia e poesia, lungidall’opporsi, si illuminano e si completano a vicenda: losottolinea Carmelo Mezzasalma nella intelligente Prefazio-ne che apre il libro e che fa comprendere al lettore che loStaglianò teologo e lo Staglianò poeta elevano il medesimorendimento di grazie al Signore. Egli ha scelto di esprimeretale gratitudine conformandosi all’altissimo esempio dellaMadonna che sempre fu vicina al Figlio e che viene seguitalungo le strade della Terra Santa, da Nazareth a Betlemme,da Cafarnao a Gerusalemme. Muovendosi al seguito di Ma-ria, Monsignor Staglianò, pellegrino alle sorgenti della Ri-velazione, percorre il cammino tipico del cristiano che simette alla sequela del Signore e si incammina verso la luceche conosce tramonto.

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Ogni facciaè simbolodella vita, e ogni vita merita rispetto. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggioalla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diversoe di inatteso.

Tahar Ben Jelloun

Scrivere a: [email protected]

La Turchia, un ponte tra Islame Occidente: ma la Chiesaattende il riconoscimento civile

di Giancarlo Bruni*leggere LA PAROLA la parola del

PAPAdi Andrea Drigani

È ragionevole dire che la Sindoneabbia avvolto il corpo di Gesù?

di Maurizio Schoepflinlo SCAFFALE

a cura della Fraternità di RomenaPENSIERI scelti

AGENDA liturgicaLunedì 18 gennaio - Feria. Inizia la settimana dipreghiera per l’unità dei cristiani«L’obbedire è meglio del sacrificio. Poiché hai rigettatola parola del Signore, egli ti ha rigettato come re»(1Sam 15,16-23); «Lo sposo è con loro» (Mc 2,18-22) Martedì 19 gennaio - Feria«Samuèle unse Davide in mezzo ai suoi fratelli, e lo spi-rito del Signore irruppe su di lui» (1Sam 16,1-13); «Ilsabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sa-bato!» (Mc 2,23-28)Mercoledì 20 gennaio - San Sebastiano; San Fa-biano«Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con lafionda e con la pietra» (1Sam 17,32-33.37.40-51); «Èlecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?»(Mc 3,1-6)Giovedì 21 gennaio - Sant’Agnese«Saul, mio padre, cerca di ucciderti» (1Sam 18,6-9;19,1-7); «Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio diDio!» (Mc 3,7-12)Venerdì 22 gennaio - San Vincenzo.A OrbetelloSanti Vincenzo e Anastasio; a Pisa Beata MariaMancini«Non stenderò la mano su di lui, perché egli èil consacrato del Signore» (1Sam 24,3-21); «Chiamò asé quelli che voleva perché stessero con lui» (Mc 3,13-19)Sabato 23 gennaio - Beata Vergine Maria in Saba-to«Come son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia?»(2Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27); «I suoi dicevano:E’ fuori di sé» (Mc 3,20-21)

risponde il TEOLOGOdi a cura della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale

DALLE DIOCESI TOSCANA OGGI17 gennaio 2010 V

AREZZO,MONSIGNORFONTANAPROPONEUN GEMELLAGGIOAL PATRIARCADI GERUSALEMME

DI GIACOMO GAMBASSI

o aveva annunciato all’inizio del suoministero episcopale nell’Aretino. «Seme ne date mandato – aveva dettol’arcivescovo Riccardo Fontana durante

l’omelia nella Concattedrale di Sansepolcroil 27 settembre – chiederò al patriarca latinodi Gerusalemme di avviare un gemellaggiofra quella comunità cristiana e questaChiesa diocesana». A fare da spunto all’ideadi Fontana il nome della diocesi che il Papagli aveva affidato due mesi prima, quella diArezzo-Cortona-Sansepolcro, che porta nelsuo stesso titolo la «tomba nuova» diGerusalemme in cui Cristo è stato deposto.Sabato 9 gennaio il gemellaggio è statoaccettato dal patriarca latino Fouad Twal, inun incontro a Gerusalemme fra Twal e unadelegazione aretina guidata proprio daFontana. «Il progetto – spiega l’arcivescovo– sarà perfezionato quando il patriarcavisiterà la nostra diocesi». Diocesi che hachiari legami con la Terra Santa se siconsidera che, secondo la tradizione,Sansepolcro è stata fondata dai santipellegrini Arcano ed Egidio di ritorno dallaterra di Cristo. «Guardando a radici cosìprofonde e precise – afferma l’arcivescovo –tutto ciò che riguarda la Terra Santa ci devecoinvolgere in prima persona». Ecco lascelta di lanciare un «ponte» fra la diocesi eil Patriarcato latino che «si esprimerà congesti di carità verso i più poveri e in unimpegno a favore della cultura dellariconciliazione», sottolinea Fontana. E ilvescovo indica le quattro "P" suggerite daTwal che faranno da comune denominatoreal gemellaggio: «La preghiera, ilpellegrinaggio e i progetti cherappresentano le colonne portanti su cuiedificare la quarta "P", quella della pace». Ladelegazione aretina che è giunta in TerraSanta giovedì 7 gennaio e che è ripartita allavolta dell’Italia domenica 10 era compostadai rappresentanti della diocesi (con ilvicario generale monsignor GiovacchinoDallara), ma anche da esponenti delleistituzioni locali, delle categorieeconomiche e dell’associazionismo. Fra loroil presidente della Provincia di Arezzo,Roberto Vasai, il presidente della Camera diCommercio, Giovanni Tricca, e irappresentanti dei Comuni di Arezzo eCortona. Ha fatto parte del gruppo aretinoanche la delegazione di Arezzo dell’Ordineequestre del Santo Sepolcro diGerusalemme guidata dal nuovo delegato, ilcavaliere Renato Brunetti, insieme al nuovoluogotenente per l’Italia centraleappenninica, il barone Giovanni RicasoliFiridolfi. «Questo dimostra – sostienel’arcivescovo – come un intero territoriopossa farsi interprete dei forti disagi maanche delle speranza e delle attese deicristiani latini che vivono in questa regionedel Medio Oriente». Da qui l’inizio di uncammino sotto il segno della carità. Tre lepriorità: la costruzione di un complessocristiano lungo il fiume Giordano, nel luogoin cui è stato battezzato Gesù; il progetto diuna nuova università in Terra Santa; larealizzazione di settantadue appartamentinella zona di Beth Safafa, alla periferia diGerusalemme, per arrestare la fuga dellefamiglie cattoliche. «Almeno una delleabitazioni – annuncia Fontana – saràcostruita dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro». E poi c’è la sfida culturale.L’associazione «Rondine-Cittadella dellapace» promuoverà una serie di borse distudio per «favorire la crescita del dialogo edella comprensione fra le parti». Da partedelle istituzioni del territorio aretino èemersa la disponibilità a collaborare con ilPatriarcato latino per la formazioneprofessionale, la valorizzazione dei prodottiagricoli, l’utilizzo delle energie alternative einterventi di credito a favore delle piccoleimprese. Durante il colloquio con ilpatriarca, la diocesi ha donato a Twal unacroce che riproduce il Volto Santoconservato nella Concattedrale diSansepolcro. Nel corso della sosta in TerraSanta, la delegazione aretina ha incontratoanche l’arcivescovo Antonio Franco, nunzioapostolico a Gerusalemme, e ha visitato ilcantiere delle nuove abitazioni aGerusalemme promosso dal Patriarcato e lacasa di accoglienza dei «Gesù bambini» diBetlemme tenuta dalle Suore del VerboIncarnato.

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Pisa, verso un centro d’ascoltoper gli immigrati cristiani

DI SILVIA NANNIPIERI

a comunicazionedel Vangelo e lacomunione tracristiani sono due

dimensioni che chiedono diessere vissute in maniera piùresponsabile da tutti i cristianianche in Italia»: da questeparole della presentazionecongiunta della Settimana(firmata da rappresentanti dellaCei, della Federazione dellechiese evangeliche in Italia edella Sacra arcidiocesiortodossa d’Italia e di Malta edEsarcato per l’Europameridionale) ha presoispirazione il gruppo diimpegno ecumenico di Pisa peraprire al suo interno momentidi discussione, di riflessione edi preghiera. Così è statoaffrontato il tema dellatestimonianza, declinandolosecondo i titoli proposti per gliotto giorni di gennaio e perciascuno si è cercato dirispondere alle domandecollegate.Primo giorno: «Testimoniarecelebrando la vita» («Perchécercate tra i morti colui che èvivo?» Lc 24, 5).Secondo giorno: «Testimoniarecondividendo le nostre storie»(«Di che cosa state discutendotra voi mentre camminate?» Lc24, 17)Terzo giorno: «Testimoniareconsapevolmente» («Sei tul’unico a Gerusalemme a nonsapere quello che è successo inquesti ultimi giorni?» Lc 24, 18)Quarto giorno: «Testimoniarecelebrando la fede che abbiamoricevuto» («Che cosa?» «Il casodi Gesù il Nazareno» Lc 24, 19)Quinto giorno: «Testimoniarenella sofferenza» («Il Messianon doveva forse soffrire questecose prima di entrare nella suagloria?» Lc 24, 26).Sesto giorno: «Testimoniarenella fedeltà alle Scritture»(«Non ci sentivamo come unfuoco nel cuore, quando egli ciparlava e ci spiegava la Bibbia?»Lc 24, 32). Settimo giorno: «Testimoniarenella speranza e nella fiducia»(«Perché avete tanti dubbidentro di voi?» Lc 24, 38)

Ottavo giorno: «Testimoniarenell’ospitalità» («Avete qualcosada mangiare?» Lc 24, 41)Quest’ultimo punto è statooggetto di maggiorediscussione ed è quindi statoscelto per l’approfondimentonegli incontri pubbliciorganizzati, durante laSettimana, alla Scuola diformazione teologica nelle sedidi Pisa e Pontedera. Si cercheràdi rispondere insieme alle tantedomande che il Vangelo di Lucaprovoca dentro di noi: comeaccogliamo glistranieri? Per uncristiano esistono «stranieri»?Come vengono accolti i nuovinati con genitori senzapermesso di soggiorno? Lechiese cristiane che non sonoriconosciute dallo stato, hannolibertà di culto? E così via. IlGruppo di impegno ecumenicoè consapevole che il temadell’immmigrazione è variegatoe complesso: per questo, senzadimenticare tutti gli altri aspetti,pone l’accento sull’accoglienzamateriale e spirituale cui uncristiano è chiamato in virtù delsuo battesimo. La Caritas perparte cattolica e il ServizioMigranti per parte valdese ciaiuteranno ad affrontare questo

tema. A tale proposito diceancora la presentazione dellaSettimana: «Il materialismodella nostra società allontanasempre più dal Vangelo uominie donne, giovani e adulti, edanche adolescenti e bambini.L’attitudine egocentrica che neconsegue spinge a ripiegarsi suse stessi privilegiando i propriinteressi e dimenticando quellidei poveri, dei deboli, degliimmigrati, degli zingari e dicoloro che non hanno né vocené posto nella società. Nonpossiamo non guardarepreoccupati questa involuzioneche avvelena le radici stessedella convivenza nel nostroPaese. Vi è poi un altrofenomeno che ci riguarda davicino e che chiede a noi tuttiuna rinnovata generosità. Ciriferiamo alla immigrazionecristiana nel nostro Paese. Sitratta di centinaia di migliaia difratelli e sorelle sia ortodossiche evangelici, oltre checattolici di rito orientale, chesono approdati in Italia percercare una vita migliore. Laloro venuta è come unapreghiera rivolta anche a noiperché ricevano una risposta diamore. Anche l’ecumenismo

italiano deve ascoltare questogrido: dobbiamo affinare leorecchie del nostro cuore,allargare la nostra mente eunire le nostre braccia peraccogliere questi nostri fratelli eaiutarli a crescere anche nellafede».Le iniziative a Pisa siconcluderanno il 25 gennaiocon una serata di preghiera inmusica nella parrocchia diS.Maria Madre della Chiesa acui parteciperanno il coro dellachiesa valdese, i cori di alcuneparrocchie cittadine e delRinnovamento nello Spirito.Parrocchie, famiglie e singolicristiani sono invitati a trovare ea moltiplicare, almeno inquesto periodo, momenti dipreghiera per l’unità.Il gruppo di impegnoecumenico presenterà, durantela settimana, il progetto di unosportello di ascolto per icristiani immigrati appartenentia Chiese diverse che cercano dimantenere una vita di fedeanche qui da noi e ilprogramma degli incontri,aperti a tutti, cheriprenderanno, a martedìalterni, da febbraio, nella chiesavaldese, a Pisa in via Derna 13.

Fiesole, la santità come pienezza di umanitànella Settimana di aggiornamento a Loppiano

DI ALESSANDRO ANDREINI

ono in molti a ritenere che uno degliorientamenti spirituali che più profonda-

mente incidono nel panorama esistenzialedel nostro tempo sia quello dello gnostici-smo, il fatto, cioè, di concepire il mondo e lavita in modo dualistico: da una parte il male,irredimibile, e che ha a che fare con la nostravita di ogni giorno. Dall’altra, il bene, rag-giungibile solo attraverso delle “ascensioni”molto spiritualistiche e, proprio per questo,del tutto disincarnate. La stessa tecnologia,per altro, non farebbe che favorire questamentalità, dal momento che essa dà spessol’illusione di poter vivere in un mondo in cui«non ci si sporca le mani», in cui ogni povertàe fragilità è cancellata e superata per sempre.È a partire da questo quadro, illustrato conefficacia e anche con una capacità espositivache ha immediatamente coinvolto le nume-rose persone presenti, che il gesuita padreGermano Marani ha introdotto la sua rela-zione, dedicata, appunto alla santità cristianavista come pienezza di umanità. In effetti, hasubito chiarito p. Marani, i Padri della Chiesaavevano perfettamente compreso la cosa:proprio sant’Ireneo, che scriveva per confuta-re gli gnostici del suo tempo, affermava che èil corpo la via della salvezza: è il corpo nellasua debolezza il luogo in cui si compie il mi-racolo della grazia. La santità non è una pre-stazione, ma un dono, una santificazioneoperata in noi dallo Spirito santo, una tra-

sformazione della persona piuttosto che unsuo darsi da fare. Per dirlo in un modo diret-to, ha spiegato Marani, non si tratta tanto di«fare» opere di misericordia, ma di «essere»misericordiosi. E c’è una profonda differen-za.Ed è proprio la santità compresa nella suarealtà di vita santa, di vita che si rende ricono-scibile come tale, che diventa via di evange-lizzazione e di convincente testimonianza.Nell’enciclica Redemptoris missio – ha ricor-dato ancora p. Marani – Giovanni Paolo II haparlato della santità nell’orizzonte della mis-sione: il vero missionario, in altri termini, è ilsanto, che annuncia e comunica il vangeloper mezzo dell’attrazione e del contagio.Questo è davvero convincente! La santità, in-somma, è visibile, sperimentabile: lo stessopercorso che la Chiesa ha elaborato per la ca-nonizzazione delle sue figure più eminentirichiede che, di ogni candidato, venga rico-nosciuta la fama di santità: una santità, dun-que, che non rimane nascosta, ed ha, anzi,una visibilità indiscussa e indiscutibile.Se la santità è un dono, ha continuato p. Ma-rani, il nostro compito è quello di custodirlocon sapienza e con grande cura. Si tratta, hacontinuato, di riorientare tutta la nostra vita apartire dalla logica del dono, così come ci in-vita a fare, per altro, il nostro piano pastoraledi quest’anno. I cristiani sono dei salvati, deisantificati, dei redenti. E il loro primo compi-to è quello di celebrare questo dono, di cele-brare la vita in tutto il suo svolgimento. Da

qui, dunque, il primato della liturgia e dellamistagogia, il fare, cioè, proprio della liturgiail momento fondante di tutta la vita della co-munità, dove si impara a vivere la fede, doveci si nutre di Parola e di Eucaristia, dove sisperimenta la comunione fraterna. Anche isacramenti chiedono di essere riscoperti nellaloro dimensione di celebrazione, appunto,della vita, in tutti i suoi passaggi.Soprattutto, la prospettiva del dono ci mettenelle condizioni di vivere il nostro cristianesi-mo nel clima della gioia e della gratitudine,disposizioni che sembrano spesso così assen-ti nelle nostre parrocchie. Si tratta – ha con-cluso Marani offrendo anche una serie di in-dicazioni molto concrete e pratiche per le no-stre parrocchie – di scommettere radicalmen-te su Dio, affidandoci totalmente a lui: e que-sta scelta porta con sé anche un nuovo stileecclesiale, un immergerci in quella vita eccle-siale che è il grembo nel quale Dio ci propo-ne di abitare, e dove “si fa sul serio” con ilVangelo, dove giorno per giorno si vive facen-do la volontà di Dio e dove si è certi di esserenella pace di Dio perché giorno dopo giornoci mettiamo in cammino verso di lui. Non èuna bestemmia sperimentare la certezza diessere nella volontà di Dio: è quello che è ac-caduto a Maria, quando si è recata da Elisa-betta dove ha trovato conferma dell’annun-cio dell’angelo. In fondo, è questo il vero do-no di Dio grazie al quale la nostra vita puòdiventare, nella gioia e nella speranza, un do-no fecondo per gli altri.

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SPECIALETOSCANA OGGI17 gennaio 2010VI

DI ANDREA BERNARDINI

Castelnuovo diGarfagnana un centro

trasfusionale di sangueesiste da più diquarant’anni: esattamentedal 1 aprile del 1977. Alloravi lavoravano un tecnico dilaboratorio, Giustino Berti,una infermiera ed unmedico. Giustino Berti èancora in servizio (soloquest’anno andrà inpensione) e rappresentadunque la «memoria storica»del Centro. «Insiemeall’allora capogruppo dellaFratres di Castelnuovo, ilcompianto Almiro Lupi -racconta - ci recavamo neipaesi della Garfagnana, nellescuole e nei circoli ricreativi,per diffondere la culturadella donazione e reclutarenuovi donatori».

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a Fratres aveva acquistatoun pulmino, con cui ognimattina i donatorivenivano portati dal loro

paese al centro trasfusionale. Ilprimo autista? «AntonioMartinelli, anche lui donatoreper molti anni». I «pionieri»della donazione in Garfagnanaacquistarono ancheun’autoemoteca, che venivautilizzata la domenica per laraccolta nei vari paesi dellaGarfagnana.Dal 2005 il Centrotrasfusionale è stato trasferitoin locali di nuova costruzione.Si trovano al suo interno unasala di attesa, l’ambulatorioper la selezione dei donatori, e

Lquello per i pazienti, una saladove le unità di sangue sonofrazionate e lavorate, ed ilaboratori per l’esecuzionedegli esami.Nel nuovo centro diCastelnuovo Garfagnanalavorano tre tecnici (conGiustino Berti anche MichelaAngelini e Filippo Bonaldi),due infermiere (Claudia Ferrarie Gabriella Giorgi), cheoperano anche nella sezione

trasfusionale di Barga ed ilmedico Anna Moretti.La dottoressa Rosaria Bonini èdirettrice del nuovo centrotrasfusionale. È lei a fornirci idati sull’attività della struttura.Il centro ha raccolto nel 20082367 donazioni (1161 disangue intero, 625 diplasmaferesi, 581 dimulticomponente); donazionileggermente «calate» nel 2009:2323 le donazioni ricevute(1189 di sangue intero, 582 diplasmaferesi e 552 dimulticomponente).«La donazionemulticomponente - diceBonini - è stata introdotta nel2002, ben accolta ed anzigradita dai donatori. La riprovasi è avuta negli anni successivi,quando questo tipo didonazione è aumentata, tantoche dal 2006 al 2008 ledonazioni in aferesi hannosuperato quelle di sangueintero. Questo ha permesso diaumentare la produzione diplasma da inviare all’industriadi frazionamento per laproduzione diplasmaderivati».

IL POPOLO DEI DONATORIla Fratres a fare la parte delleone tra i donatori di

Castelnuovo di Garfagnana:sono iscritti a questaassociazione, infatti, il 92% deidonatori che fanno riferimentoa quel centro trasfusionale, (inquesto territorio esistono ben28 gruppi Fratres), mentre il6,2% hanno in tasca unatessera dell’Avis, e solo l’1,8%dei donatori non fa parte dialcuna associazione. Renato Tolaini, coordinatore

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dei Fratres della Garfagnana hauna parola di ringraziamentoper tutti: «il lavoro dei nostrigruppi è eccezionale, se è verocome è vero che riusciamo a“portare” al centro donatoriche abitano anche a settantakm di distanza dall’ospedale.Con l’apertura della nuovasede in CastelnuovoGarfagnana, poi, i gruppipossono ritrovarsi, discutere,trovare nuove idee percoinvolgere ancora piùpersone ed organizzare nelmodo migliore l’attività difidelizzazione dei propridonatori, ai quali va il mio edil nostro grazie».Tra i donatori iscritti allaFratres, anche numerosisindaci ed amministratori deivari comuni della Garfagnana.«L’ospedale di Castelnuovo -spiega la direttrice del Centrotrasfusionale - è sede delPronto Soccorso, dellachirurgia, dell’ortopedia, dellacardiologia e della medicina. Il60% delle unità raccolte,dunque, vengono utilizzate insede. L’eccedenza viene inviataa Lucca e da qui agli altriospedali della Toscanaattraverso la compensazioneregionale».

I SERVIZI DEL «CENTRO»rmai da molti annivengono effettuate le

procedure di predeposito perquei pazienti che devonoessere sottoposti ad interventidi chirurgia ortopedica elettiva(protesi di anca e diginocchio). «Da noi - diceRosaria Bonini - si effettuano icolloqui per la selezione deidonatori di midollo osseo (lasezione provinciale di Luccadell’Admo ha sede aCastelnuovo di Garfagnanapresso il “Progetto Donna”) ela selezione delle potenzialidonatrici di sangue di cordoneombelicale».

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A Castelnuovoun centrotrasfusionaleesiste da più di quarant’anni.L’esperienza dei «pionieri»della donazionedel sangue ed il preziososervizio deigruppi Fratresdel territorio

I donatori della GarfagnanaMASSAROSA: FRATRES E MISERICORDIA INSIEMENELL’EMERGENZAALLUVIONEMASSAROSA - Da sedici anni lavoranofianco a fianco al servizio dellapopolazione. In questi tre lustri i volontaridel gruppo Fratres di Bozzano e dellaMisericordia di Massarosa hanno«coperto» emergenze un po’ in tutta Italia:dalle alluvioni di Cardoso,Pontestazzemese e di Camaiore, aiterremoti di San Giuliano di Puglia e,quello più recente, dell’Abruzzo. Passandoda tutte le situazioni critiche locali.L’ultima, in ordine di tempo, si è verificatatra Natale e il 2 gennaio, quando laProtezione civile di Massarosa dapprima siè recata a Santa Maria a Colle e a Nodica,dove il Serchio era esondato; e poi si èmessa a disposizione del comune diMassarosa per «organizzare» la difesa delleabitazioni e predisporre un piano dievacuazione in caso di tracimazione dellago di Massaciuccoli. «Mentre il Consorzio di bonifica delVersilia-Massaciuccoli pensava a proteggereil lago, noi abbiamo distribuito centinaiadi sacchi di sabbia alla gente che abitavanella zona che avrebbe potuto essereinteressata all’alluvione - dicono i Fratres diBozzano. Abbiamo fatto il censimentodella popolazione ed allertato quellestrutture pubbliche che, in caso dievacuazione, avrebbero dovuto accoglieregli sfollati». Alla fine, per fortuna, tutto si èrisolto per il meglio: nessuna casa è stataevacuata «ed abbiamo dovuto portare insalvo solo alcuni cavalli». Il lago, però,continua a preoccupare: le idrovore messea disposizione dal Consorzio vi espellonol’acqua in eccesso tracimata dal Serchiomolto lentamente, per evitare un «collasso»degli argini del Massaciuccoli.

ASSOCIAZIONI SUL «FRONTE»

CHIESE TOSCANE TOSCANA OGGI17 gennaio 2010 VII

L’urna con le reliquiedi S.Teresa di Lisieuxal Carmelo di Careggi

l monastero delle Carmelitane diSanta Maria Maddalena de’ Pazzi

sulle colline di Careggi, a Firenze, haospitato nei giorni scorsi l’urna con iresti di SantaTeresa di Lisieux. Unacuriosità: in un suo viaggio versoRoma, la giovanissima Teresa vollefermarsi a pregare nella chiesa diSanta Maria Maddalena de’ Pazzi, aFirenze, in omaggio a un’altra santacarmelitana il cui corpo è adessoconservato proprio nel Carmelo diCareggi.

I novant’annidi mons. D’Ascenzi,vescovo emerito di Arezzo,Cortona e Sansepolcro

o scorso 6 gennaio GiovanniD’Ascenzi, vescovo emerito di

Arezzo-Cortona-Sansepolcro, hafesteggiato il novantesimocompleanno. Nato il 6 gennaio 1920a Montefiascone, in provincia diViterbo, fu nominato vescovo diPitigliano-Sovana-Orbetello nel 1975.Qui rimase sino all’11 aprile 1983,data del suo trasferimento alle sedi,allora unite «in persona episcopi», diArezzo, Sansepolcro e Cortona. Èstato il Pastore dell’unificazione delletre diocesi, che ha governato fino all’8giugno 1996. Attualmente è ospitedella casa di riposo diocesana SantaMaria Maddalena a Gargonza.

La diocesi di Pesciain festa per i centoanni di don Magrini

i appresta a raggiungere il traguardodei cento anni il canonico Nello

Magrini, della diocesi di Pescia:l’anno passato aveva celebrato 75anni di ordinazione. La parrocchia diMonsummano festeggerà don Nellomercoledì 20 gennaio alle 18.30 conla Messa e gli auguri da parte deiparrocchiani e del sindaco. I sacerdotidella Diocesi, approfittando del loroincontro mensile, vivranno unmomento di festa e di comunionecon don Nello giovedì 21 gennaionella parrocchia della Fontenuova incui don Nello continua ancora aprestare il suo servizio.

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DI STEFANO LICCIOLI

iamo venuti peradorarlo»: questeparole dei Magidiretti a Betlemme

per incontrare Gesù Bambino,si addicono bene a tutte quellepersone che ogni giorno sifermano nella chiesetta di SanPierino, a Firenze (via di Badiaa Ripoli, 3) per adorare GesùEucarestia. Infatti dal 1999anche questa chiesa, collocatanel territorio della parrocchiadi San Bartolomeo nella Badiaa Ripoli, è diventata unapiccola «Casa del Pane», doveil Pane è quello disceso dalCielo e che dà la vita almondo: Cristo. Teresa D’Alessandro,consacrata dell’OrdoVirginum, ha fortementevoluto questa oasi di silenzioed adorazione al SantissimoSacramento, soprattuttoperché rispondente al progettodel «Cenacolo EucaristicoMadonna di Fatima», di cuiella è responsabile: «IlCenacolo è nato da una miaesperienza del 1978 - diceTeresa - quando mi furonochiari la solitudine el’abbandono doloroso in cui èlasciato il Signore nella suapresenza nell’Eucarestia,mentre intorno conferenze ediscussioni si moltiplicano percercare di riaccendere lafiamma di una fede che inmolti si va spegnendo. Comedisse Santa Maria Maddalenade’ Pazzi, “l’Amore non èamato”: se davvero crediamoche Gesù è presente nell’OstiaConsacrata, è assurdo nonadorarlo, non rispondere conamore al Suo infinito amore».Dal 1996 ad oggi gli aderential «Cenacolo EucaristicoMadonna di Fatima» sonodiventati oltre quattrocento intutta Italia, persone di ogni etàe appartenenza sociale che si

sono impegnate a fareadorazione eucaristicaquotidiana ed a offriredonazioni ai poveri, ognunoper conto suo, in base alleproprie disponibilità:«L’adorazione è intimitàd’amicizia con Dio - continuaancora Teresa D’Alessandro -,viene considerata la vetta dellapreghiera; ciò che èimportante è sostare davanti alSignore, perché è il rapportocon Lui che conta».

Ed ecco ora le voci di alcunedelle tante persone chefrequentano questa piccolachiesa per adorare ilSantissimo Sacramento:«Credo che sia una realtà divera Grazia - afferma Wanda -.Oltre a coloro che coprono deiturni settimanali, sono tante lepersone che, da varie parti diFirenze, si recano a SanPierino per trovare uno spazio,sempre accessibile, di silenzio,raccoglimento e preghiera».

Dal primo ottobre 2009l’adorazione è perpetua,dunque anche notturna, pertre giorni la settimana (dagiovedì alle 7 a domenica alle7). Antonio ha fatto questaesperienza di «passare la nottecon Gesù» e la descrive così: «Èun momento di grandeintensità, in cui sei da solo a tuper tu con il Signore, senzadistrazioni. Si ha più tempoper pregare e per meditare:personalmente mi aiutoleggendo dei libri, ad esempioalcuni scritti di Sant’Agostino,capaci di mettermi nella viadella contemplazione». L’adorazione rispetta iseguenti orari: nei giorniferiali dalle ore 7 alle 22 e neifestivi dalle 12 alle 22. Perinformazioni o percomunicare la propriadisponibilità a coprire deiturni di adorazione contattareTeresa D’Alessandro al numerotelefonico 055/6530607 (orepasti) oppure mandare unamail a [email protected] .Il sito Internet è: cenacolo.wikispaces.com

omenica 24 gennaio si terrà a Quer-cianella l’annuale Convegno Regio-nale di Pastorale Giovanile. Il titolo,«Giovani on air alle prese con i mass-

media», è già indicativo del tema che verràaffrontato, quello della comunicazione nelmondo dei giovani, ritenuto significativo estimolante in questo anno di passaggio fra laconclusione dell’Agorà dei Giovani italiani el’inizio del decennio che la Cei dedicherà al-la sfida educativa. L’invito a partecipare è rivolto in particolareai membri delle Consulte Diocesane di pa-storale giovanile, oltre che a tutti coloro chesono interessati all’argomento. L’obiettivodichiarato del convegno è quello di riuscire araggiungere una maggior conoscenza del te-ma, in generale e nelle sue articolazioni (inmodo particolare quelle individuate comeambiti per la discussione nei gruppi), met-tendo anche in comune quelle che sono leesperienze e gli approcci pastorali già in attoe ad esso relativi.L’accoglienza dei partecipanti comincerà alle9 del mattino, in vista dell’apertura del Con-vegno, prevista per le 9.30 con la celebrazio-ne delle Lodi, presiedute da mons. GiovanniDe Vivo, Vescovo di Pescia e Delegato Cet perla pastorale giovanile. Alle 10 la presentazio-ne della giornata con i suoi contenuti sarà af-fidata all’animazione di Giacomo Guerrini eAlessandro Masti di Radio Toscana, alla qua-le seguiranno gruppi di studio sui seguentiambiti: corpo come arte, web e telefonia, ci-nema, pubblicità e fotografia, carta stampata(giornali e riviste), radio e musica, reality tv etalk show, teatro, videogames e carte. Al ter-

mine della mattinata, alle 12.30, mons. Si-mone Giusti, Vescovo di Livorno, presiederàl’Eucaristia domenicale. Dopo pranzo, ilConvegno affronterà il suo momento di sin-tesi con l’intervento di un esperto.Per informazioni e iscrizioni è possibile con-sultare il sito www.giovanionair.it, attivato perl’occasione. Entrando nella pagina web èpossibile anche iscriversi al forum, che almomento ha la semplice funzione di lancia-

re l’evento e coordinarne la preparazione,ma che in futuro sarà proposto come unasorta di casa comune per i giovani della To-scana che vorranno incontrarsi e dialogaresul tema dei linguaggi e della comunicazio-ne. La sede dell’incontro è Villa Maris Stelladelle Figlie della Carità, via Mario Puccini,Loc. Quercianella, Livorno (tel.0586491229).

Elena Verdiani

D È dedicato al rapporto con i mass mediail convegnoregionale dipastorale giovanileche si svolge a Quercianella il 24 gennaio. La presentazionedella giornataaffidata allo speaker di Radio ToscanaAlessandro Masti.Tra i gruppi di studio uno sui reality show

I giovani tra internet, telefonini,musica e tv

La lettera: «Ricambiare l’Amore»reati dall’Amore, salvati dall’Amore, perdonati dal-l’Amore, abbiamo una sola risposta da dare, giorno

dopo giorno, ora dopo ora: ricambiare quanto più possi-bile con immensa gratitudine. Una vita non ci basta perpoterlo fare, non disperdiamo l’oro del tempo in inutiliprogetti fatti di niente, poiché tutto è "non essere" se nonsi vive di Lui». Così scrive Teresa D’Alessandro, fondatricedel Cenacolo eucaristico «Madonna di Fatima», nella let-tera che ha inviato, in preparazione al Natale, a tutte lepersone vicine a questa realtà ecclesiale. Ogni anno infatti,nei «momenti forti» dell’anno liturgico, Teresa fa giungerela sua voce e il suo invito. «Facciamo nostra - scrive nellalettera di quest’anno - la trepidante ansia della Vergine dipoter stringere tra le braccia Gesù, col desiderio di comin-ciare ancora una nuova vita nella preghiera e nella genero-sità. Come si può non amare un Bambino che lascia ilCielo per immergersi nella storia terrena, che si farà ucci-dere per salvarci, che si farà povera e silenziosa Cosa tra lemani dei sacerdoti e sugli altari di tutto il mondo?» L’au-gurio dunque quello di «tendere le braccia e tutto il no-stro vivere verso la Luce che si avvicina sempre di più, di-menticare ogni turbamento e inquietudine nella paceprofonda di una Certezza che non inganna mai».

Il Cenacolo eucaristico:«Non lasciamo solo Gesù»Da una consacrata,Teresa D’Alessandro, è nata un’esperienza di adorazione che ha il suo centro nella chiesadi San Pierino, a Firenze

in BREVE

FACOLTÀ TEOLOGICADELL’ITALIA CENTRALE:È DON TAROCCHIIL NUOVO PRESIDE

don StefanoTarocchi il

nuovo Presidedella FacoltàTeologica perl’Italia Centrale:prende il postodi don Andrea Bellandi che già daalcuni mesi aveva concluso il suosecondo mandato. Don Tarocchi,docente di Sacra Scrittura, copriva giàl’incarico di Vicepreside della Facoltà.Nato nel 1956 e ordinato sacerdotenel 1981, ha ottenuto la Licenza in S.Scrittura presso Pontificio IstitutoBiblico di Roma e il Dottorato pressoPontificia Università Lateranense conuna tesi sulle lettere di San Paolo.Canonico della basilica di SanLorenzo a Firenze, è anche parroco diSanta Maria alla Romola. Al suo attivonumerose pubblicazioni, tra cui moltiarticoli scritti per Toscana Oggi: la suacollaborazione con il settimanale èiniziata nel 1986, e tuttora è uno deicuratori della rubrica «Risponde ilteologo».

È

INFORMAZIONE RELIGIOSA/DOSSIERTOSCANA OGGI17 gennaio 2010VIII

SETTEGIORNInella Chiesa

di Riccardo Bigi

Anno europeo di lottaalla povertà: il Papavisita le opere Caritas

n invito a tutte le diocesi europee acompiere «un gesto significativo e

simbolico» il 14 febbraio prossimo, onel corso della stessa settimana, quandoil Papa visiterà alcune opere dellaCaritas di Roma e in occasione dellacelebrazione dell’Anno che l’Unioneeuropea dedica alla lotta alla povertà eall’esclusione sociale. Lo hanno rivoltomons. Adriano H. van Luyn, vescovo diRotterdam e presidente della Comece(Commissione degli episcopatidell’Unione europea) e padre ErnyGillen, presidente di Caritas Europa, inuna lettera datata 10 dicembre eindirizzata ai vari vescovi e referentieuropei. In Italia l’invito della Comece èstato raccolto da mons. MarianoCrociata, segretario generale della Cei,che ha inviato in questi giorni unalettera a tutti i vescovi italiani,chiedendo che «nel corso della stessagiornata o settimana, un gesto analogosia compiuto in ciascuna diocesieuropea dai rispettivi vescovi, comesegno concreto di vicinanza e adesioneal gesto del Papa, in sintonia con lacampagna europea di lotta alla povertà».

Anno sacerdotale, Ruiniall’Unitalsi: i pretisiano credenti sul serio

l fenomeno della secolarizzazione èindubbiamente presente e negli

ultimi 50 anni ha prodotto anche unacerta crisi del sacerdozio ministeriale,ma la stessa secolarizzazione non ètutto. Anzi oggi si può dire che lareligione non solo non è tramontata,ma anzi conta forse più che in passato»:lo ha detto oggi a Roma, intervenendoal convegno nazionale degli assistentidell’Unitalsi (Unione Nazionale ItalianaTrasporto Ammalati a Lourdes eSantuari Internazionali) il card. CamilloRuini, che ha proposto agli oltre 100assistenti presenti una relazione su«Gesù Cristo, sorgente e centro della vitasacerdotale». Ruini ha affermato che «da150 anni si è assistito a un notevolecambiamento nell’atteggiamentoreligioso, e tra queste trasformazionibisogna ammettere anche una crisi dellavisione del sacerdozio ministeriale, lecui radici sono sia remote, legate allariforma luterana, sia più prossime,connesse a una inadeguata assunzionedel messaggio conciliare». «Tuttavia – haproseguito – una risposta a tale crisideve partire dagli stessi presbiteri, chesono chiamati ad essere loro per primidei “credenti sul serio”. A differenza chein passato dove il trend di massa eracredere in Dio come un dato assodato,in realtà oggi il credere e il non credere èpossibile a tutti. Quindi la missione delprete consiste nell’annunciare conserietà e fiducia senza farsi prendere dalpessimismo».

Iraq: Shimoun Nonanuovo vescovo di Mosuldopo l’uccisione di Rahho

i è svolta nel monastero di Dair alSayida, ad Alqosh, la cerimonia di

ordinazione del nuovo vescovo caldeodi Mosul, mons. Shimoun Nona. Laconsacrazione è avvenuta per le manidel patriarca caldeo, il card. EmmanuelIII Delly, alla presenza di numerosifedeli, dell’episcopato del Paese e delnunzio apostolico in Iraq e Giordania,mons. Francis Assisi Chullikat. Pergarantire il tranquillo svolgimento dellacerimonia la polizia ha messo in attosevere misure di sicurezza. «Provo unagrande gioia – ha dichiarato al Sir ilnuovo vescovo, che succede a mons.Paulos F. Rahho, nel 2008 rapito eritrovato morto - Il Signore mi ha sceltoper servire nella sua chiesa ma c’è d’altraparte anche la consapevolezza che lamissione che mi attende non sarà facile.La diocesi di Mosul sta vivendo, ormaida tempo, momenti difficili. Abbiamodavanti un duro lavoro». Mons. Nonaha ricordato che «la violenza hadistrutto molte strutture dell’arcidiocesi,le chiese e la cattedrale sonodanneggiate. Ci sono quartieri dellacittà, una volta pieni di famigliecristiane, oggi vuoti. Cercheremo – èstata la conclusione – di ricostruire iltutto, materialmente e spiritualmente.Sarà importante continuare il dialogocon i nostri fratelli musulmani emantenere le buone relazioni che pureesistono tra le persone. Solo così si potràdisinnescare la violenza integralista».

S

U

DI MICHELLE SPIKE E TIMOTHY VERDON*

uest’anno, il tema dellaSettimana di Preghiera perl’Unità dei Cristiani, «Voi saretetestimoni…», riguarda, appunto,

la testimonianza che i credenti in Cristooffrono mediante la loro fede. E tra leforme di testimonianza, quella tradizionaledel racconto di singoli atti di fede - di atti,anche modesti, offerti al Signore pertestimoniare la sua presenza nel mondo -rimane utile. Così,per inaugurare laSettimana del 2010,offriamo unracconto cheriguarda laSettimana del 2009.È la storia, vera mainsolita, di unaraccolta di fondi organizzata in un contestoecumenico e trasformatasi poi in fattivacollaborazione, non solo tra le chiesecristiane di Firenze, ma anche tra lecomunità ebraica e mussulmana di questacittà. Nel 2009 la Settimana, che ogni anno sisviluppa nei giorni 18-25 gennaio, avvennenel bel mezzo di un’escalation militareisraeliana, la cosiddetta «Operation LeadCast». Già il 27 dicembre del 2008 la ForzaDifensiva dello Stato d’Israele avevainiziato una campagna di attacchi aereisulla Striscia di Gaza allo scopo di por finealla pioggia di razzi diretta contro Israeledal territorio, nonché d’impedire ilcontrabbando di armi belliche.L’Operation terminò il 18 gennaio 2009con un cessate-il-fuoco, e l’esercito

israeliano abbandonò la Striscia entro il 21dello stesso mese. Ma, durante le tresettimane intercorse dall’inizio della finedell’episodio, morirono più di 1500palestinesi e il numero di feriti fu ancoramaggiore. Vennero inoltre seriamentedanneggiate - praticamente distrutte - leinfrastrutture della Striscia di Gaza, tra cuigli ospedali.Per questi motivi, le chiese cristianefiorentine concordarono di devolvere ildenaro raccolto durante la Settimana di

Preghiera a scopiumanitari all’ AlAhli Arab Hospitaldi Gaza. Nel cuoredella Città di Gaza,l’ospedale fufondato più di 100anni fa dalla ChiesaBattista ed è

amministrato oggi dalla Diocesigerosolimitana della Chiesa Episcopalestatunitense, con il sostegno economicodell’Onu e della stessa Chiesa EpiscopaleUsa. Durante Operation Cast Lead,quest’ospedale aveva gestito fino a 40nuovi casi al giorno, tra feriti ed ustionati,molti dei quali non solo nel repartod’emergenza ma come pazienti a lungotermine richiedenti interventi chirurgici.Accolse anche numerosi pazienti,soprattutto bambini e minorenni,sofferenti di trauma psicologico. Nelmedesimo periodo i necessari rifornimentidi medicinali e i rimpiazzi di macchinaritecnici non arrivarono, causa i rigidicontrolli imposti ai varchi del territorio nelnome della sicurezza; mancava addiritturala corrente elettrica. Nell’invero palestinese

erano in frantumi anche i vetri delle porte edelle finestre, e scarseggiavano le provviste,lasciando tutti infreddoliti, affamati edisperati-donne e bambini inclusi.La Settimana di Preghiera del 2009 raccolseallora fondi allo scopo di contribuire asollevare questa situazione, e -nell’occasione dell’incontro con laComunità Mussulmana che segue a brevela Settimana cristiana - aumentò ancora lacifra destinata all’Al Ahli Hospital,consegnando la somma globale di 1.910dollari alla Chiesa Episcopale statunitense(che amministra l’ospedale), attraverso il«Fondo Episcopale per lo Sviluppo el’Aiuto d’Emergenza». Ma non finisce lì il «racconto» di questopiccolo atto di fede. Qualche settimanadopo, a un incontro inter-religiosopromosso dalla Comunità di Sant’Egidio,l’Imam di Firenze, Izzadin Elzir, ringraziòcalorosamente le chiese cristiane per il loroaiuto. Era presente anche la presidentedella Comunità Ebraica fiorentina, DanielaMisul, e la conversazione sviluppatasi poitra i due - tra l’Imam Mussulmano e laPresidente della Comunità Ebraica, portò auno sforzo condiviso di queste duecomunità, con la collaborazione dellaRegione Toscana, a favore di un altronosocomio della Striscia di Gaza, l’Al DorraPediatric Hospital. Ecco allora unatestimonianza di fede tradottasi in azionecondivisa da cristiani, musulmani ed ebrei- un «dialogo» concreto esprimentel’amore.

* Michelle Spike da molti anni anima iniziativeecumeniche e inter-religiose a Firenze; monsignorTimothy Verdon è Presidente della Commissione

Diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo.

Q

Dagli incontri ecumenici che sisono svolti l’anno scorso a Firenzeè nato il sostegno a un ospedalegestito dalla Chiesa Episcopalenella striscia di Gaza

Cristiani uniti nella carità: una testimonianza concretala STORIA

oi saretetestimoni di tuttociò»: il versettodel Vangelo di

Luca offre il tema dellaSettimana di preghiera perl’unità dei cristiani che ognianno per iniziativa congiuntadel Pontificio Consiglio perl’unità dei cristiani e delConsiglio mondiale delle Chiesesi celebra dal 18 al 25 gennaio. Iltema del 2010 si collega alricordo della Conferenzamissionaria internazionale diEdimburgo che vienericonosciuta come l’inizioufficiale del Movimentoecumenico moderno. Nei giorni14-23 del giugno 1910, oltremille delegati, appartenenti aidiversi rami del protestantesimoe dell’anglicanesimo, a cui si unìanche un ortodosso, siincontrarono nella città scozzeseper riflettere insieme sullanecessità di giungere all’unità alfine di annunciare credibilmenteil Vangelo di Gesù. Come ogni anno irappresentanti delle Chiesecristiane in Italia rivolgono allediocesi e alle comunità unmessaggio comune. Il testo portala firma di mons. VincenzoPaglia, presidente dellaCommissione Cei perl’ecumenismo e il dialogo; per laFederazione delle Chieseevangeliche in Italia, delpresidente Domenico Maselli, eper la sacra Arcidiocesi ortodossad’Italia del MetropolitaGennadios. La Settimana dipreghiera è anche un momentodi bilancio: «Abbiamoringraziato il Signore - scrivonoPaglia, Maselli e Gennadios - peril cammino ecumenico che leChiese e le Comunità ecclesialihanno compiuto in Italiasoprattutto a partire dal ConcilioVaticano II». Ed aggiungono:«Certo, a noi viene chiesto di

non lasciare nulla di intentatoper compiere quei passi che ciportano verso l’unità. Abbiamo,infatti, riconosciuto il pericolo dicadere nella sottile tentazione diassuefarci alla divisione,ritenendola una condizioneinsuperabile. Se così facessimo,

saremmo responsabili di unagrave colpa. Tanto più cheabbiamo davanti a noi nuovesfide che chiedono invece unimpegno più comune».Tra queste viene indicato ancheil fenomeno della immigrazionecristiana nel nostro Paese: «Si

tratta di centinaia di migliaia difratelli e sorelle sia ortodossi cheevangelici, oltre che cattolici, chesono approdati in Italia percercare una vita migliore. La lorovenuta è come una preghierarivolta anche a noi perchéricevano una risposta di amore».

olti gli appuntamenti che segneranno, an-che in Toscana, la Settimana di preghiera

per l’unità dei cristiani: ne segnaliamo alcuni. Per la diocesi di Fiesole, è previsto un incontroecumenico lunedì 25 gennaio alle 21 all’audito-rium di Loppiano, con la presenza del vescovoLuciano Giovannetti. A Lucca, si inzia domeni-ca 17 gennaio con una preghiera nella chiesaOrtodossa Romena; giovedì 21 gennaio alle 21incontro ecumenico nella chiesa di Lunata, conla partecipazione dell’Arcivescovo Castellani.Venerdì 22 gennaio, incontro di conoscenza re-ciproca presso il tempio valdese. A Pisa, sonoprevisti una veglia di preghiera per la pace ve-nerdì 22 gennaio a Fossabanda; un incontroecumenico di preghiera sabato 23 gennaio aPietrasanta; un incontro, con la presenza del-l’Arcivescovo Benotto, domenica 24 gennaionella chiesa di San Paolo a Ripadarno; e lunedì25, nella chiesa di Santa Maria Madre dellaChiesa, una rassegna di cori dal titolo «Pregarecantando». A Volterra, nella chiesa di San Mi-chele, ogni sera viene celebrata una Messa con

intenzioni di preghiera per l’unità dei cristiani;mercoledì 20 incontro con il pope ortodosso.A Livorno è previsto un fitto calendario di in-contri, che si apre lunedì 18 alle 18,30 in Duo-mo e prosegue presso le varie comunità cristia-ne (Greco-cattolica, Valdese, Ortodossa rome-na, Avventista. Tra i vari incontri, venerdì 22gennaio anche una preghiera ecumenica per igiovani promossa dalla comunità di Sant’Egi-dio. Molti anche gli appuntamenti ecumenici a Firenze. Tra gli altri, segnaliamo la tavola roton-da di martedì 19 gennaio all’Istituto Stensen,dedicata a Pier Valdo e Francesco d’Assisi. Altriincontri si terranno nel tempio Valdese, nellachiesa Luterana, nella chiesa Ortodossa Russa,nella chiesa Ortodossa greca, nella chiesa Angli-cana e nella chiesa Episcopale americana. A Prato, lunedì 25 gennaio alle 21 nella chiesadella Regina Pacis a Santa Lucia sarà il VescovoGastone Simoni a presiedere il momento dipreghiera al quale parteciperanno i pastorievangelici Mario Affuso e Ruben Bulleri e il sa-cerdote ortodosso rumeno Saghin Dioan.

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TANTI GLI APPUNTAMENTI IN TOSCANA: A PISAUNA RASSEGNA DI CORI PER «PREGARE CANTANDO»

Un secolo di ecumenismoLunedì inizia lasettimana di preghieraper l’unità dei cristiani.Nel 1910 si svolgeval’incontro che ha datoil via al movimentoecumenico moderno