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SABATO 22 MAGGIO 2010 - ANNO 0 N.0 - GRATIS AL PREZZO PROMOZIONALE DI UN PUGNO NELLO STOMACO QUOTIDIANO MAI FONDATO LA SBUSIARDA LA SBUSIARDA LA SBUSIARDA O M O O M O ! a v e n e s a i h c c a m a l e e n o d n i s a v a l l i a i r a n e l l i m a i z n a r a g O M O O M O ! a v e n e s a i h c c a m a l e e n o d n i s a v a l l i a i r a n e l l i m a i z n a r a g Specchio dei Templi Chi vuole dio se lo preghi e se lo paghi! Il centro di Torino è stato sotto assedio per due mesi. Poliziot- ti, carabinieri e militari ad ogni angolo, piazza Castello paraliz- zata, i giardini (ir)reali privatiz- zati da pellegrini. È stata l’ennesima kermesse del circo Chiamparino, l’ultimo spetta- colo totale della Torino “always on the move”. CONTINUA A PAGINA 3 CRISI GLOBALE MARIA GORETTI MADONNA NERA UNA PAPESSA SOTTO LA MOLE Torino, 2 maggio. Piazza No Ratzinger C’era anche la papessa. Pochi giornali hanno riportato la notizia scandalosa che il 2 maggio, oltre a Joseph Ratzinger, in arte Benedet- to XVI, c’era anche lei: tacchi a spillo, rossetto blu cobalto, abito bianco e lungo, parrucca biondo platino. Aveva già fatto la sua comparsa il giorno precedente al corteo del Primo Maggio, assisa CONTINUA A PAG. 3 Buongiorno MASO GRANELLINI ATTENZIONE Il fortunato 3milionesimo pellegrino in visita alla sindone riceverà la preziosissima sacra icona (in edizione superlimitata) del buon Mosè, con tanto di firma autografa!!! Affrettatevi: è un offerta valida solo fino al 23 maggio 2010. Cota:“Più uomini di polizia e carabinieri. Nuove caserme e commissariati.” Il pericolo e’ la sicurezza Il questore invita al controllo: “Il cittadino dev’ essere una sentinella sul territorio” Il lenzuolo che lava via le macchie Un saluto e un arrivederci al “nostro” Severino Cyborg Mary Maddalena A PAGINA 5 Primo Maggio Vietato Sfilare E' stato un primo maggio “spostato” per non dare fasdio all'industria del pellegrino e ai suoi commerci Sant’Agata ALLA PAG. 4 Trionfo a New York Premio Nebula a Massimo Numa Incredulo dichiara: “Ora non è più passione. La fantascienza è il mio mesere” Shevek ALLA PAG. 6 Allarme alle Porte Palane Due arres per aver esposto uno striscione Il fao è di una gravità non comune perché si connota come un momento di soppressione violenta della più elementare libertà: quella di espressione. D’Angelo ALLA PAG. 2 E' andata in scena - e si è finalmente conclusa - l'enne- sima spettacolarizzazione della fede e della religione, la reale “ostentazione” pubblica di un fatto privato. Una sfilata di politici, imprenditori, militari e vip vari hanno concorso alla creazione di questo clima di devozione totale e assoluta, interdetto ad ogni critica, al quale nessuno avrebbe dovuto sottrarsi. I mezzi di comunicazione di massa, prostrati dinnanzi ai poteri forti come sempre in occasione dei grandi eventi cittadini, non ci hanno risparmiato un quotidiano aggiornamento dei (falsi) numeri di pellegrini colonizzatori fluiti in città. Per esempio, tutti i giornali ci hanno deliziato con il faccione sorriden- te del "milionesimo visitatore", una donna con i suoi 5 figli e tutti i premi vinti per l’occasione. Facile raggiungere tali traguardi quando nessuno si sottrae al gioco di chi la spara più alta e quando si orga- nizzano scientifiche raccolte di masse di scolare- sche - ignare ovviamente di essere un mero strumen- to mediatico - da portare in processione davanti al sacro velo, alle telecamere o ai teleobiettivi. Si è trattato di un imponente processo d'indottrinamento di minori, spesso mascherato da gita scolastica d'insegnamento storico. Ratzinger ci ha fatto anche l'onore di venirci a trovare, in qualità di “umile operaio nella vigna del signore”, come ha ripetuto in piazza S. Carlo, il cuore della storica città operaia: luogo che però, in vista della visita papale, è stato precluso proprio ai/lle lavoratori e lavoratrici che componevano il corteo del Primo maggio. Del resto, per ospitare questo "papa dei poveri" è stata necessaria la ripulitura di Torino da tutto ciò che potesse turbare l'estetica e l'etica dei pellegrini: la militarizzazione del territo- rio e la criminalizzazione del dissenso sono giunti al parossismo con le provoca- zioni poliziesche allo spezzone anticlericale del 1° maggio e alla censura violenta con arresti di chi aveva osato esporre uno striscione di libertà alle Porte Palatine. Ma oggi si è già aperta la caccia al nuovo vescovo, a valle dell'imminente pensionamento di Poletto: il fido Chiamparino si è già espresso in favore di quello più a “sinistra” dei tre papabili, magari più “sinistra” di lui - cosa che non ci appare certo granché impegnativa. Poletto, arcivescovo di Torino, si è sempre battuto in prima persona contro l'autodeterminazione delle donne. Si è sempre pronunciato in dichiarazioni antiabortiste puntando il dito contro le donne “assassine”. Durante l'ostentazione della sindone ha deciso di cancel- lare la scomunica per le donne cattoliche ree di aver interrotto la gravidanza. Scomunica che avvie- ne solitamente in default! Inutile dire che i preti pedofili al massimo vengono trasferiti e possono continuare a perpetuare le loro violenze lontano dagli occhi e lontano dal cuore, magari in comunità più piccole, fino a quando non esplode nuovamente il caso. Stella della Senna CONTINUA A PAG. 2 sabato 15 maggio - Ecco compari- re sullo schermo le note della sigla d’apertura: inizia il telegiornale regionale del Piemonte. Oggi non si tratta di una giornata qualsiasi: oggi si festeggiano i 158 anni della polizia in tutte le province piemontesi. E ieri sotto gli occhi delle orde di pellegrini, armati di portafoglio più che di fede, si è materializzato il pericolo: alcuni anarchici hanno portato un “Attacco alla Sindone”. Bisogna quindi rimettere subito le cose al giusto posto, compattare l’opinione pubblica in difesa del vecchio lenzuolo e delle possibi- lità di arricchimento che questo - miracolosamente – starebbe offrendo alla città in crisi. Fra gli altri media, il Tgr ovviamente non manca l’occasione. La voce inizia a gracchiare i titoli d’apertura: «Sicurezza pubblica migliorata dice il questore di Torino. Da Novara il presidente Cota annuncia: accordo con il ministero, più poteri alle regioni per coordinare le forze». Poi la voce rassicurante, di chi sa di avere davanti un pubblico fedele, ammaestrato e abituato a prendere come “notizie” i servizi dalle sagre del formaggio e della miassa, ci sorride: «Buonasera dal telegiornale del Piemonte». Poi, senza indugiare oltre, si va “a bomba” sul tema scottante della sicurezza, che tutto giusti- fica e tutto determina: «Dunque “Torino è più sicura”, l’ha detto stamane il questore Faraoni alla festa per i 158 anni della polizia. Da Novara il presidente Cota annuncia “tra regione e ministe- ro un accordo sulla sicurezza”. Ancora qualche tensione oggi nel capoluogo dopo i due fermi di anarchici di ieri. Un presidio e un corteo a Porta Palazzo. I servizi». E i servizi iniziano prima che si possa avere il tempo per assimilare ciò che si è sentito. Qui però possiamo stoppare un attimo e ragionare. Se qualcuno lo facesse, si renderebbe conto che già l’accostare in questo modo le notizie suggerisce l’interpretazione generale: UNA GIORNATa DA ROCKSTAR Giornali riempiti con titoli a quattro colonne sui pellegrini: “Sindone, il primo giorno volano le prenotazioni”, “Troppe prenotazioni, l’Ostensione allunga l’orario”, “Con il Papa è record di pelle- grini: 2 milioni” e “In 100 mila per il Papa”. Affermazioni surreali: «Un evento eccezionale sul piano della grazia» dice il cardinale Poletto. Fa sponda Chiamparino: «La visita del Papa e l’ostensione sono eventi che obbligano alla riflessione credenti e non credenti». CONTINUA A PAGINA 3 BLOODY MARY

LA SBUSIARDA 1-6 definitivo - sindone.noblogs.org 2.0.pdfsabato 22 maggio 2010 - anno 0 n.0 - gratis al prezzo promozionale di un pugno nello stomaco quotidiano mai fondato om o la

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SABATO 22 MAGGIO 2010 - ANNO 0 N.0 - GRATIS AL PREZZO PROMOZIONALE DI UN PUGNO NELLO STOMACOQUOTIDIANO MAI FONDATO

LA SBUSIARDALA SBUSIARDALA SBUSIARDAOMO OMO !av en es aihccam al e

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OMO OMO !av en es aihccam al e

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Specchio dei Templi

Chi vuole dio se lo preghi e se lo

paghi!Il centro di Torino è stato sotto assedio per due mesi. Poliziot-ti, carabinieri e militari ad ogni angolo, piazza Castello paraliz-zata, i giardini (ir)reali privatiz-zati da pellegrini. È stata l’ennesima kermesse del circo Chiamparino, l’ultimo spetta-colo totale della Torino “always on the move”.

CONTINUA A PAGINA 3

CRISI GLOBALEMARIA

GORETTI

MADONNANERA

UNA PAPESSA SOTTO LA

MOLETorino, 2 maggio.Piazza No Ratzinger

C’era anche la papessa. Pochi giornali hanno riportato la notizia scandalosa che il 2 maggio, oltre a Joseph Ratzinger, in arte Benedet-to XVI, c’era anche lei: tacchi a spillo, rossetto blu cobalto, abito bianco e lungo, parrucca biondo platino. Aveva già fatto la sua comparsa il giorno precedente al corteo del Primo Maggio, assisa

CONTINUA A PAG. 3

Poletto, arcivescovo di Torino, si è sempre battuto in prima persona contro l'autodeterminazione delle donne. Si è sempre pronunciato in dichiarazioni antiabortiste puntan-do il dito contro le donne “assassi-ne”.

BuongiornoMASO GRANELLINI

E tu che Gesù sei?

ATTENZIONEIl fortunato 3milionesimo pellegrino in visita alla sindone riceverà la preziosissima sacra icona (in edizione superlimitata) del buon Mosè, con tanto di firma autografa!!! Affrettatevi: è un offerta

valida solo fino al 23 maggio 2010.

Cota:“Più uomini di polizia e carabinieri. Nuove caserme e commissariati.”

Il pericolo e’ la sicurezzaIl questore invita al controllo: “Il cittadino dev’ essere una sentinella sul territorio”

Il lenzuolo che lava via le macchie

Un saluto e un arrivederci al “nostro” Severino

Cyborg Mary Maddalena A PAGINA 5

Primo MaggioVietato SfilareE' stato un primo maggio “spostato” per non dare fas�dio all'industria del pellegrino e ai suoi commerciSant’Agata ALLA PAG. 4

Trionfo a New YorkPremio Nebula a Massimo NumaIncredulo dichiara: “Ora non è più passione. La fantascienza è il mio mes�ere”Shevek ALLA PAG. 6

Allarme alle Porte Pala�neDue arres� per aver esposto uno striscioneIl fa�o è di una gravità non comune perché si connota come un momento di soppressione violenta della più elementare libertà: quella di espressione. D’Angelo ALLA PAG. 2

E' andata in scena - e si è finalmente conclusa - l'enne-sima spettacolarizzazione della fede e della religione, la reale “ostentazione” pubblica di un fatto privato. Una sfilata di politici, imprenditori, militari e vip vari hanno concorso alla creazione di questo clima di devozione totale e assoluta, interdetto ad ogni critica, al quale nessuno avrebbe dovuto sottrarsi.I mezzi di comunicazione di massa, prostrati dinnanzi ai poteri forti come sempre in occasione dei grandi eventi cittadini, non ci hanno risparmiato un quotidiano aggiornamento dei (falsi) numeri di pellegrini colonizzatori fluiti in città. Per esempio, tutti i giornali ci hanno deliziato con il faccione sorriden-te del "milionesimo visitatore", una donna con i suoi 5 figli e tutti i premi vinti per l’occasione. Facile raggiungere tali traguardi quando nessuno si sottrae al gioco di chi la spara più alta e quando si orga-nizzano scientifiche raccolte di masse di scolare-sche - ignare ovviamente di essere un mero strumen-to mediatico - da portare in processione davanti al sacro velo, alle telecamere o ai teleobiettivi. Si è trattato di un imponente processo d'indottrinamento di minori,

spesso mascherato da gita scolastica d'insegnamento storico. Ratzinger ci ha fatto anche l'onore di venirci a trovare, in qualità di “umile operaio nella vigna del signore”,

come ha ripetuto in piazza S. Carlo, il cuore della storica città operaia: luogo che però, in

vista della visita papale, è stato precluso proprio ai/lle lavoratori e lavoratrici che componevano il corteo del Primo maggio. Del resto, per ospitare questo "papa dei poveri" è stata necessaria la ripulitura di Torino da tutto ciò che potesse turbare l'estetica e l'etica dei pellegrini: la militarizzazione del territo-

rio e la criminalizzazione del dissenso sono giunti al parossismo con le provoca-

zioni poliziesche allo spezzone anticlericale del 1° maggio e alla censura violenta con

arresti di chi aveva osato esporre uno striscione di libertà alle Porte Palatine.

Ma oggi si è già aperta la caccia al nuovo vescovo, a valle dell'imminente pensionamento di Poletto: il

fido Chiamparino si è già espresso in favore di quello più a “sinistra” dei tre papabili, magari più “sinistra” di lui - cosa che non ci appare certo granché impegnativa.

Poletto, arcivescovo di Torino, si è sempre battuto in prima persona contro l'autodeterminazione delle donne. Si è sempre pronunciato in dichiarazioni antiabortiste puntando il dito contro le donne “assassine”. Durante l'ostentazione

della sindone ha deciso di cancel-lare la scomunica per le donne cattoliche ree di aver interrotto la gravidanza. Scomunica che avvie-ne solitamente in default! Inutile dire che i preti pedofili al massimo vengono trasferiti e possono

continuare a perpetuare le loro violenze lontano dagli occhi e lontano dal cuore, magari in comunità più piccole, fino a quando non esplode nuovamente il caso.

Stella della Senna CONTINUA A PAG. 2

sabato 15 maggio - Ecco compari-re sullo schermo le note della sigla d’apertura: inizia il telegiornale regionale del Piemonte. Oggi non si tratta di una giornata qualsiasi: oggi si festeggiano i 158 anni della polizia in tutte le province piemontesi. E ieri sotto gli occhi delle orde di pellegrini, armati di portafoglio più che di fede, si è materializzato il pericolo: alcuni anarchici hanno portato un

“Attacco alla Sindone”. Bisogna quindi rimettere subito le cose al giusto posto, compattare l’opinione pubblica in difesa del vecchio lenzuolo e delle possibi-lità di arricchimento che questo - miracolosamente – starebbe offrendo alla città in crisi. Fra gli altri media, il Tgr ovviamente non manca l’occasione. La voce inizia a gracchiare i titoli d’apertura: «Sicurezza pubblica migliorata dice il questore di Torino. Da Novara il presidente Cota annuncia: accordo con il ministero, più poteri alle regioni

per coordinare le forze». Poi la voce rassicurante, di chi sa di avere davanti un pubblico fedele, ammaestrato e abituato a prendere come “notizie” i servizi dalle sagre del formaggio e della miassa, ci sorride: «Buonasera dal telegiornale del Piemonte». Poi, senza indugiare oltre, si va “a bomba” sul tema scottante della sicurezza, che tutto giusti-fica e tutto determina: «Dunque “Torino è più sicura”, l’ha detto stamane il questore Faraoni alla festa per i 158 anni della polizia. Da Novara il presidente Cota

annuncia “tra regione e ministe-ro un accordo sulla sicurezza”. Ancora qualche tensione oggi nel capoluogo dopo i due fermi di anarchici di ieri. Un presidio e un corteo a Porta Palazzo. I servizi». E i servizi iniziano prima che si possa avere il tempo per assimilare ciò che si è sentito. Qui però possiamo stoppare un attimo e ragionare. Se qualcuno lo facesse, si renderebbe conto che già l’accostare in questo modo le notizie suggerisce l’interpretazione generale:

UNA GIORNATa DA ROCKSTAR

Giornali riempiti con titoli a quattro colonne sui pellegrini: “Sindone, il primo giorno volano le prenotazioni”, “Troppe prenotazioni, l’Ostensione allunga l’orario”, “Con il Papa è record di pelle-grini: 2 milioni” e “In 100 mila per il Papa”. Affermazioni surreali: «Un evento eccezionale sul piano della grazia» dice il cardinale Poletto. Fa sponda Chiamparino: «La visita del Papa e l’ostensione sono eventi che obbligano alla riflessione credenti e non credenti».

CONTINUA A PAGINA 3

BLOODY MARY

Cultura & Spettacoli

2 Primo PianoPrimo Piano SABATO 22 MAGGIO 2010

IL PERICOLO è LA SICUREZZAVIETATO OSTENDERE STRISCIONI

STELLA DELLA SENNATORINO

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

1) Torino è più sicura grazie al lavoro svolto dalla polizia e dalle altre forze del disordine; 2) Il novel-lo duca regionale porta in dote ai suoi sudditi ancora più “sicurezza”; 3) L’ostensione di un lenzuolo che non sia quello che fa i miracoli è un pericolo per la sicurezza, così come lo sono i presidi e gli insidiosissimi cortei. Ne discende come corollario che: 1) Chi ha a cuore la sicurezza è il bene; 2) Chi non si conforma al nuovo clima, chi non abbassa la testa e espone pubblicamente il proprio pensiero è il nemico. E se non è davvero una minaccia? Beh, le minacce si costruiscono. E i colpe-voli anche. Risintonizziamoci, ora. Dalla festa della polizia nella “sua” Novara, si affaccia il sorriso ammiccante di Cota che spiega che presto verrà sottoscritto un accordo con il mini-stero dell’interno con il fine di garantire alle regioni nuove compe-tenze per quanto riguarda la presen-za di agenti: questa intesa garantirà infatti al neopresidente un maggiore potere nel «coordinamento delle presenze di uomini e mezzi della polizia sul territorio della regione e anche dei carabinieri e anche dell’insediamento di nuove caserme e di nuovi commissariati», come spiega allargando il sorriso beffardo e snocciolando uno dopo l’altro tutti quegli “anche” per rendere ancora più enfatico il discorso.Dopo aver sottolineato che Cota è stato accolto dall’abbraccio caloroso dei novaresi (chiaramente per dovere di cronaca, mica per sempli-ce piaggeria), la commentatrice ci trasporta alla festa della polizia a Torino, ospitata - caso strano -

« E sempre in materia di sicurezza...» continua il servizio introducendo l’ospite d’onore della festa di Torino, Michelino Davico, sottosegretario agli interni, che con voce annoiata e paternalistica commenta gli «scontri» delle Porte Palatine. Infatti, dopo aver indica-to la via ai cittadini che vogliono il “bene”, manca solo più il nemico cui le solerti sentinelle della sicurezza partecipata dovranno prestare attenzione.«Ennesimo episodio increscioso» dice turbato «di un gruppo, di gruppi ormai fuori dalla storia e fuori dalla socie-tà che non si rendono conto che i tempi sono cambiati e che le istitu-zioni collaborano e che proprio in questa città e in questa regione è stata coordinata un’azione per far sì che gli avvenimenti importanti, nazionali ed internazionali, che si svolgono in questo nostro territo-rio, si svolgano nella più serena tranquillità». Quello che è certo è che c’è la volontà di qualcuno di porre “fuori dalla storia e fuori dalla società” le pratiche solidali di resistenza, le contestazioni e le lotte. Quello che è certo è che qualcuno non vuole che il dissenso possa diffondersi ed essere pratica-to. La linea non ritorna allo studio: il filo che lega queste notizie è così sottile che bisogna fare attenzione a non spezzarlo.

naggi e i ruoli erano già stati delineati e costruiti nei servizi precedenti. E se ci fosse per caso qualcuno ancora in grado di sottrar-si alla stringente logica della costru-zione mediatica, se ci fosse ancora qualcuno in grado di domandarsi perché due ragazzi che chiedono libertà per i compagni arrestati debbano essere malmenati e rinchiusi in galera solo per tutelare il passeggio dei turisti religiosi e perché ci debba essere una “griglia di sicurezza rigidissima” a protegge-re un vecchio lenzuolo, ecco inter-venire a chiudere ogni possibile obiezione la suggestione della ricaduta economica sulla città. La “grande icona della sofferenza” ha infatti fatto il miracolo più impor-tante: «In cinque settimane ha già attirato a Torino quasi due milioni di persone». E con questa precisa-zione fondamentale ai fini della comprensione dei fatti, finalmente si torna in studio, perché ci sono altri interessi forti da servire e riveri-re, altri nemici da costruire e imma-ginare, altre voci da soffocare.Assolutamente un’edizione da brivi-do quella del tgr di oggi per la quan-tità di affermazioni raccapriccianti e mistificatorie che è riuscito a condensare in quei cinque minuti in cui va in onda.

All'alba di mercoledì 12 maggio la digos sfonda la porta dell'Asilo squat, contemporaneamente entra-no anche al Mezcal squat, al Baroc-chio squat, al csoa Askatusuna ed in una dozzina di case private. 3 arresti, 5 ai domiciliari e 9 obblighi di firma. I birri si disegnano le piantine e filmano gli interni degli squat.Una pesante botta repressiva volta a tastare il polso al movimento che, come succede in queste contingen-ze, si riunisce. Decidendo una serie di risposte.Giovedì 13 il prefetto Padoin che si vanta di aver sgomberato tutto dopo aver arrestato tutti a Padova, viene contestato all'inaugurazione del salone del libro da una cinquan-tina di manifestanti che esponevano lo striscione TUTTI LIBERI. Insie-me a Padoin i magistrati Caselli e Maddalena, l'inamovibile procura-tore generale, protettore di Mauri-zio Laudi il boia di Sole e Baleno.Il giorno seguente i contestatori scendono dal tram davanti al Duomo, due si arrampicano sulle mura romane e vi appendono lo stesso grande striscione. Quando scendono dalle mura, un birro in borghese esagitato e urlante parte di corsa attraversando il prato circo-stante al loro inseguimento senza raggiungerli.I manifestanti passavano davanti al Duomo gridando TUTTI LIBERI e stavano per risalire su un tram quando un gruppo di energumeni piombano su Andrea per ammanet-tarlo come avesse commesso chissà quale terribile delitto, fra botte e calci nei coglioni.

E' la zona dove si svolge la festa comandata della Chiesa, imposta e fatta pagare cara a tutta la comunità; dove gli adoratori del falso lenzuolo si recano in mesta processione condotti dai loro pastori. Nessun'al-tra forma di vita non conforme vi è ammessa, e se vi compare dev'essere stroncata.Ancora una volta la “festa” totalizzan-te calata dall'alto è solo il pretesto per la repressione più bestiale, che non esita a calpestare i più elementari principi di libertà sbandierati dallo stesso regime democratico, che ci allieta con i suoi picchiatori impuniti con e senza divisa. Se prima dell'ostensione si percepiva nettamente l'odiosa incombente minaccia, i fatti accaduti alle Porte Palatine, un luogo pubblico dove è stato esposto uno striscione che non poteva offendere nessuno se non i nemici della libertà, hanno dimostra-to che non si tratta di minacce ma di un piano che prevede vere e proprie aggressioni fisiche ed incarcerazioni per coloro che osano praticare la libertà di espressione, là dove dall'al-to si è deciso di abolirla, per agevola-re il fluire dei poveri di spirito davan-ti al loro idolo. Alcune arroganti dichiarazioni di politicanti, burocra-ti, sbirri e giornalisti ora lo conferma-no. Se ci sono interessi superiori -divini- l'apparato statale non esita a calpestare i sacrosanti diritti di cui giura di essere baluardo. Lo vediamo anche in altre situazioni dove il conflitto sociale si manifesta, per esempio nei pestaggi inflitti ai No-Tav a Susa quest'inverno.Il pestaggio e l'arresto di Andrea e Gabriele alle Porte Palatine si sono conclusi con il rilascio quasi imme-diato dei due giovani. La magistratu-ra non se l'è sentita di tener bordone ai compari in uniforme. Ad un dibat-timento si sarebbe rivelato il carattere di autentica provocazione sbirresca dell'aggressione di venerdì, condotta da un preciso gruppo di sbirri in borghese che non si sono identificati se non come picchiatori vigliacchi. Un gruppo che è già stato al centro di vicende raccapriccianti, il cui operato sarà denunciato pubblicamente.Ma in carcere da mercoledì rimango-no DAVIDINO, LUIGI e LUCA. Che devono uscire subito! A loro va la nostra solidarietà incondizionata.

Attacco Frontale alla libertà di espressioneArrestati due manifestanti per aver esposto uno striscione alle Porte PalatineNINO D’ANGELOTORINO

LA SBUSIARDA Primo Piano

Ne scaturisce un momento di confusione tra manifestanti e picchiatori in borghese, raggiunti da altri agenti in divisa e dalla celere, che imprigionano anche un altro ragazzo, Gabriele. Anche 2 ragazze venivano fermate ma poi rilasciate.

Secondo il peggiore copione degli sbirri i 2 ragazzi aggrediti vengono denunciati dagli aggres-sori per violenza, resistenza e lesioni. Una vergognosa consue-tudine italiana che abbiamo visto già troppe volte.Il fatto è di una gravità non

comune perché si connota come un momento di soppressione violenta della più elementare libertà: quella di espressione. Una violenza gratuita e unilatera-le che si ambienta in una specie di zona rossa non dichiarata ufficialmente, ma dove di fatto vige il codice militare di guerra.

dall’auditorium rai. Ed ecco compa-rire sulla scena il questore Aldo Faraoni. Ma, dopo le rassicurazioni dei titoli iniziali del tgr (“Torino è più sicura”) e dopo il discorso davvero “confortante” di Cota, si inserisce ora un nuovo elemento nella costruzione del discorso mediatico. Emerge, nelle parole del questore, la necessità di indicare ai cittadini, quelli onesti e perbene, quelli che adorano i reportage delle gite di Gianfranco Bianco a Macu-gnaga e che credono di essere sotto costante pericolo e attacco (ma chiaramente non si tratta di paranoia, bensì del “problema sicurezza”), che l’impegno per la sicurezza non può essere delegato solo alle forze del disordine: è la nuova frontiera della “sicurezza partecipata dal cittadino” perché “c’è più sicurezza insieme”. «Il cittadino» spiega il questore «deve solamente essere consapevole dei propri diritti e deve essere consape-vole di quello che è il suo ruolo, cioè quello di essere vicino alle istituzio-ni, di partecipare, di osservare, di essere una sentinella sul territorio». Ecco che si svela nelle metodologie pratiche il concetto elegantemente sfuggente di sicurezza partecipata. I tempi cambiano. Una volta le chiamavano camice nere. La commentatrice prende fiato solo un istante.

Così si inserisce nel montaggio una semplice transizione: dall’auditorium rai si volta pagina ed eccoci nella galassia squatter. Le immagini che vengono mostrate non si riferi-scono ai fatti: le telecamere, si sa, pesano e le troupe del tgr sono sempre impegnate a documenta-re le scenette di pellegrini entu-siasti intenti nello shopping post-devozionale. Ma poi a cosa servono le immagini? Se non ci sono, è ancora più facile stravol-gere la realtà. «Anarchici in movimento, brividi attorno alla sindone» annuncia il commenta-tore del servizio calcando su “brividi”. «A Torino ieri in una quindicina si avvicinano al duomo per lasciare uno striscio-ne che chiede la liberazione dei sei arrestati per i disordini, tipo guerriglia urbana, di quattro mesi fa di corso Vercelli. Un blitz ad effetto secondo i protagonisti. Nient’altro. Ma in piazza san giovanni pellegrini, polizia e carabinieri hanno pensato a qualcos’altro. Scatta l’intervento. Scappano tutti eccetto due. Lo scontro con gli antagonisti si sposta alle Porte Palatine: volano calci e pugni. Tre agenti feriti e i due fermati, portati in questura e poi denunciati. È il primo tenta-tivo di sfondamento della griglia di sicurezza rigidissima che protegge la grande icona della sofferenza». Si assiste così alla quadratura del cerchio. Non è importante chiarire che i due fermati sono stati trasportati al carcere delle Vallette solamente per aver espo-sto in un luogo pubblico il sovversivo messaggio “Tutti liberi”.Non è necessario chiedersi quale sia stato il comportamento reale delle forze del disordine. I perso-

Primo PianoPrimo Piano

Sopra Lo striscione esposto alle Porte Palatine. Sotto il corteo spontaneo del 2 maggio per le strade di San Salvario

Primo PianoDUE PESI DUE MISURE

SABATO 22 MAGGIO 2010 3 Primo PianoPrimo Piano LA SBUSIARDA

Primo Piano

SEGUE DA PAGINA 1

[...] sul camion che apriva lo spezzone anticle-ricale, su una vagina gigante. La polizia che non gradiva ha provato inutilmente a fermar-la: un vicequestore ci ha guadagnato una bandierata in testa e un anarchico tre giorni di carcere.Il 2 maggio Torino si è svegliata con il fragore degli elicotteri che sorvolavano la città. Una città sotto assedio. Migliaia di poliziotti e carabinieri, decine di mezzi, cecchini armati nei punti strategici, strade bloccate per la performance del pastore tedesco, venuto in città a discutere con il sindaco il nome del prossimo vescovo subalpino. Una volta queste cose le facevano sotto banco: oggi ci sono le foto dei candidati sui maggiori quotidiani.Ma c’è un’altra Torino. Laica, anticlericale, senza religione.Sin dalle prime ore del pomeriggio piazza Madama Cristina si riempie. La Rete No Sindone, che riunisce gruppi ed individui diversi, accomunati dalla volontà di dar voce alla Torino dei/lle senza religione, aveva lanciato una sfida difficile ma affascinante: aprire uno spazio di libertà e autodetermina-zione in città proprio nel giorno della visita del papa. La grande partecipazione alla giornata No Ratzinger è il segno che, nono-stante la propaganda martellante, univoca e soffocante fatta da tutti i media, sono tant@ quell@ della Torino che non si inginocchia,

che vuole vivere la propria vita liberamente, decidendo chi amare e desiderare, se e quando avere figli e quando, con serenità, concludere la propria vita. È stata una grande festa. Mentre i cattolici celebravano i loro lugubri riti, molti/e anticlericali hanno riempito per ore ed ore la piazza di musica, teatro, balli e allegria.In corteo per le strade della città.Intorno alle 16, sfidando la pioggia, dalla piazza è partito un corteo spontaneo aperto dalla Torino Samba Band che, attraverso la sua frivolezza tattica, lo stare insieme "politica-mente" in maniera performativa e creativa, ha dato il tempo e i ritmi a tutto il serpentone. Immancabile, ovviamente, la papessa e i suoi bodyguard. Il corteo ha attraversato le vie del quartiere San Salvario: il grido di colore, gioia, danza e teatro della Samba band e di tutt* i/le presenti si è moltiplicato lungo il percorso, raccogliendo le simpatie di tanti e tante. “Fuori i preti dalle mutande!” e “Il vaticano chi l’ha invitato?” gli slogan più urlati. La polizia, presente in forze con qualche decina di camio-nette e uomini in assetto antisommossa, ha seguito il tutto senza intervenire. Un sosia di Ratzinger, o forse di un cardinale in abiti talari, ha raggiunto la papessa ed hanno improvvisato un walzer per la strada, tra gli applausi e le risate della gente che si affacciava da finestre e balconi.Il canzoniere anticlericale di Donato Landini è stato accolto con applausi dal migliaio di

persone che si erano a quel punto radunate in piazza, sotto la tettoia del mercato. Tutti gli spettacoli sono stati seguiti con parteci-pazione ed entusiasmo. Salvatore Corvaio ha presentato un testo su Giovanna D’Arco oltre ad un’improvvisata performance satiri-ca nei panni di un prete pedofilo. Il duo Senso D’Oppio, coppia di mimi cabaretisti accompagnati da collage di pezzi musicali, ha riscosso ampio successo. Spettacolare è stata l’esibizione di Claudio con i suoi giochi di fuoco. Il tutto accompagnato dalla musica di Bluto selecter, Nik alien e le Elettrosciocchine che si sono scatenati sul palco. A lato della piazza, il gazebo dove erano proiettati i video satirici delle Badhole e il videogioco a tema “operazione pretofi-lia”. Non sono mancati brevi interventi dal palco e la solidarietà a Saverio, il ragazzo arrestato durante il corteo del giorno prima. Infine un piccolo Drag Show con Miss Frutty, la Papessa e suor Germania, ha presentato alla piazza le reliquie: in un crescendo di allegria sono apparsi il prepu-zio di Gesù, le spine della corona, il set di tasselli della croce, la madonna mestruata e il bestemmiatoio.In piazza sono passate tante persone, curiose ma soprattutto contente di poter trovare un’oasi di libertà in una città sotto assedio religioso: in definitiva, proprio una bella giornata.

2 maggio in festa

Una Papessa sotto la MoleLa piazza di chi non si inginocchia MADONNA NERATORINO

SEGUE DA PAGINA 1

E così, fra statue che vengono velate perché non distraggano i fedeli, altoparlanti che diffondono canti religiosi e cavalieri – improvvisati - della sindone che attraversano le Alpi, il clima da integralismo religioso e la propaganda autocelebrativa montano sempre più con l’avvicinarsi del grande evento nell’Evento: la visita del signor Ratzinger, in programma per il 2 maggio. «La meditazione del santo padre davanti alla sindone sarà il dono più bello che rimarrà di questa ostensio-ne. Sono certo che farà riflessioni importanti, profonde» annuncia Poletto due giorni prima. Ma poi emergono preoccupazioni più stringenti. L’orologio della chiesa di san Carlo, fermo da mesi, deve essere riparato in extremis: “Figuraccia evitata prima della messa papale”, sospira di sollievo La Stampa. Non è finita: le previsioni meteo annunciano pioggia. Di conseguenza sui giornali com-paiono articoli che si occupano di questo grave problema e il cardinale si spinge fino a chiedere al suo dio che non faccia piovere…così come dono personale.Arriva il giorno tanto atteso. Il momento più alto, più spirituale. Gli elicotteri che ronzano sul centro città danno il buongiorno. La rock-star benedetta è arrivata. Da Caselle si fa trasportare fino alla papa-mobile da una limousine, di cui le cronache riportano anche il colore: è nera. Un palco di 35 metri lo aspetta in piazza san Carlo, luogo centrale dello show. Per segnare l’eccezionalità dell’evento, non possono mancare i cecchini sui tetti, le unità cinofile a caccia sotto i porti-ci e centinaia di agenti in borghese mischiati alla folla. Ratzinger raggiunge la piazza e alle 9,45 riceve i primi regalini da alcuni dei fan più sfegatati: un certo severino gli porge “un’immagine della sindone in bronzo dorato custodita in un cofanetto di pelle bianca”. Poi ricordandosi che il suo alterego, il cardinal Poletto, aveva tuonato «è e deve rimanere soprattutto un’occasione di arricchimento spirituale», ecco spuntare la bustarella, il “contributo della diocesi per i poveri del mondo”. Anche la città ha preparato un dono, scelto a nostre spese dal Chiampa: una stilografica aurora, un pezzo unico in radica bianca con lo stemma papale in oro e argento. I gioiellieri dell’Ascom non sono da meno: portano un pensierino al papa, una croce in oro e argento; il conservatorio un Dvd. Fra le autorità che assistono alla messa siedono anche i Savoia, che ad esibizione finita espri-mono tutta la loro emozione: «E’ stato magnifico» gongola Vittorio Emanuele, «Una meraviglia, mi sono commossa» gli fa eco Marina Doria.Non si può indugiare oltre: sono le 12,15 e il signor Ratzinger, stremato, si deve rifocillare.

Tra limousine, bagni di folla e vini esclusivi

Una giornata da rockstarIl vangelo del lusso secondo BenedettoBLOODY MARYTORINO

Pranzo all’arcivescovado per lui, i vescovi e il seguito di groupie papali. Il pranzo è offerto dall’Ascom che, come ha spiegato Poletto a La Stampa, è stata di «una gentilezza commovente. Per il menù sono state fatte diverse proposte per offrire qualcosa di adeguato rispettando i tempi: il santo padre desidera restare a tavola non più di un’ora». Menù rigorosamente piemontese, servi-zio del ristorante Marco Polo di Carlo Nebiolo. Entrano i pasticcini salati: bacio di dama al patè d’olive, chantilly al rafano e bignole al formag-gio. Poi la sottilissima di polipo con erbetta cappuccina e pomodori pachino e gli intramon-tabili agnolotti del plin al sugo d’arrosto. Sotto-piatti e posate d’argento e bicchieri in cristallo di Boemia. Un cameriere a disposizione esclusiva del sovrano vaticano. Ratzinger “sta molto atten-to a non macchiarsi tanto da mangiare con il tovagliolo al collo e da scostarsi ad ogni arrivo del vassoio”: uno showman consumato come lui sa che l’immagine è tutto. Rimane “entusiasta”, ma rifiuta le cipolline brasate non disdegnando il bue al Barolo che le accompagnava. Infine i dolci, “apprezzati fino all’ultimo cucchiaino” chiudono il banchetto: le ganache di cioccolato su cialda croccante di mandorle, la meringa con fragoline fresche e lo zabajone tiepido al mosca-to. Ratzinger si disseta con la sua bevanda prefe-rita, l’aranciata, ma per accompagnare i dessert sceglie il Moscato d’Asti. Per gli altri convitati, Barbaresco Gaja del 2005 in edizione limitata con retro-etichetta ricordo e autografo del produttore langarolo. E come un chitarrista lancia al suo pubblico il plettro, così il papa distribuisce rosari ai cuochi e ai camerieri finito di pranzare per dimostrare il suo apprezzamen-to. Il ristorante del signor Nebiolo ha superato la prova più difficile e viene quindi magnificato da La Stampa in un trafiletto apposito intitolato a “I Fornitori”. Situato alla Crocetta, si narra che sia il luogo di ritrovo di “tutto l’establishment politico-finanziario torinese”. Ma, cercando di attirare anche una clientela più giovane e modaiola, si aggiunge che ha anche servito modelle del calibro di Cindy Crawford e star della tv come la Colombari e l’Incontrada; per i patiti sportivi si richiamano gli All Blacks e lo schermidore Aldo Montano. Non vi attira nessuna di queste suggestioni? E allora, si aggiunge anche Benigni, che tanto piace a tutti. Per chiudere poi con un tocco di velata arrogan-za: pur essendo così prestigioso, non ha mai voluto la stella Michelin perché «qui si servono piatti di qualità, non si fanno esperimenti». Il signor Carlo Nebiolo deve essersi davvero arric-chito, spiritualmente si intende, grazie a questo evento religioso. Talmente è cresciuto dal punto di vista umano che da presidente dell’Epat (esercizi pubblici associati di Torino e provincia) e vicepresidente di Ascom-Confcommercio Torino, proprio all’indomani della visita papale è stato nominato vicepresidente nazionale Fipe-Confcommercio (federazione pubblici esercizi).

Riposino per il papa nell’appartamento «più bello dell’Arcivescovado, quello per gli ospiti di riguardo. Ha un grande studio, una camera» come aveva spiegato Poletto. Poi iniziano gli incontri privati. Nel “camerino” papale sfilano gli ospiti vip: Roberto Cota, i Savoia, i vertici Fiat (questi ultimi invitati, ha detto Poletto, «in quanto sono tra i nostri sponsor»), il presidente della Fondazione Crt, il presidente della Camera di Commer-cio, i vertici Ascom (e torna il buon Nebiolo) e “i vivandieri del vaticano” Angelo e Luisa Gaja. Poi via di nuovo: questa volta è la folla dei giovani che lo aspetta in trepida attesa. Poi di corsa davanti alla sindone. Il papa medita. Ha voluto espressamente con sé le suore di clausura del Piemonte, che compaiono sulla scena nel ruolo inedito di “Sindonine”. Dopo le profonde elaborazioni sulla soffe-renza umana scaturite dalla visione del consunto lino medievale, si passa alla promo-zione dell’immagine. Il vestito infatti, sopravvissuto indenne agli attacchi del bue al barolo e alle insidie del sugo d’arrosto, deve ora comparire in tutto il suo splendore inamidato davanti ai poveretti della città. Visita al Cottolengo per incontrare la soffe-renza autentica. Ma il fine è riaggiustare un’immagine un po’ ammaccata dagli ultimi scandali di preti pedofili e coperture dei vertici ecclesiastici. Persino lui ne è rimasto toccato. E allora via libera alle lacrime negli incontri con le vittime. E via libera ai baci e agli abbracci al Cottolengo. Anche qui riceve doni: una tovaglia realizzata dalle disabili ospiti della famiglia santa Elisabetta e due stole ricamate dalle suore di clausura in Kenya e in Italia. Che ovviamente non hanno altro di meglio da fare che ricamare stole e tovaglie per il papa. E poi sono donne: chiaramente devono svolgere le tradizionali attività femminili. Gli uomini, molto scorte-si, non hanno preparato neanche un pensie-rino per il papa. A Ratzinger piace così: tutto deve essere fatto in puro stile medievale.Intorno alle 20, distrutto e appesantito dalla fatica dell’esibizione, Ratzi sale sulla sua limousine. E’ ora di tornare ai palazzi romani. Lascia Torino e la sindone dietro di sé, il pubblico deliziato dai suoi eccessi, i sorrisi e le lacrime. «La verità è che non siamo di moda» dice sconsolata Giulia, 18 anni. Concorda Giorgio, studente di Scienze Gastronomiche: «A essere religiosi a volte ci si sente diversi». La folla non demorde e chiede un altro bis. Ma Ratzinger è già oltre, mentre sfreccia nei cieli a bordo del suo aereo, scarabocchiando con la sua nuova penna aurora sul tovagliolino che sta sotto ad un bel bloody mary. Prova gi autografi per la prossima tappa della tournée. Ratzinger, la rockstar.

CONTINUA DA PAGINA 1

Chi vuole dio se lo preghi e se lo paghi!

MARIA GORETTI

I preti hanno messo in mostra la sindone, il comune ha offerto piazze e supporto logisti-co, il governo ha prestato gratuitamente le sue guardie. Provate, per un breve momento, ad immagi-nare… che l’Italia sia un paese laico. I preti avrebbero organizzato la loro mostra da soli, scucendo di tasca propria. Raccattare i soldi non dovrebbe essere un problema per chi aspetta due milioni di pellegrini. O la fede non arriva sino al portafoglio?Provate, per un breve momento, ad immagi-nare… che l’Italia sia un paese laico. I soldi risparmiati dal governo e dal comune sareb-bero stati spesi per le scuole dei vostri figli, per gli ospedali, il trasporto pubblico. O magari per fare corsi sull’uso dei contraccet-tivi e sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. Provate, per un breve momento, ad immagi-nare… che l’Italia sia un paese laico. Senza insegnanti di religione cattolica, pagati con i soldi di tutti, che entrano liberamente nelle scuole pubbliche ad indottrinare bambini e ragazzi. Un paese dove a scuola insegnino la libertà. Di credere o di non credere alle religioni.

Provate, per un breve momento, ad immagi-nare… che l’Italia sia un paese laico. Il corteo del Primo Maggio a Torino non sarebbe stato deviato per lo show del boss di un’organizzazione privata, il papa arrivato in città il 2 maggio. Un uomo che non esita a fare propaganda sessista e discriminatoria, un uomo che ha detto e scritto che le perso-ne omosessuali sono “cattive”. Un uomo che nega la libertà delle donne di scegliere liberamente la maternità, che è complice attivo del genocidio per AIDS che sta falcidiando l’Africa. Un uomo che nega ai morenti la libertà di lasciare dignitosamente la vita. Un uomo che, se potesse, erigerebbe ancora i roghi per streghe, eretici e omoses-suali. Un uomo che in nome della “vita” fa propaganda di morte. Ratzinger nel catechi-smo ha scritto che la chiesa cattolica approva la pena di morte. Benedetto XVI, come tutti i papi moderni, predica contro le guerre, tranne quelle “giuste e sante”, tuona contro le dittature, tranne quelle “amiche”. D’altra parte i cappellani hanno sempre seguito gli eserciti, benedetto le bandiere e i plotoni di esecuzione. In un paese laico la polizia non avrebbe cercato di impedire l’ingresso in piazza dello spezzone anticlericale. Provate, per un breve momento, ad immaginare… di vivere in un mondo laico. Una qualunque organizzazio-ne educativa, che coprisse le violenze sistematiche verso i bambini che le sono affidati da parte di numerosissimi suoi aderenti, verrebbe messa al bando, messa in condizione di non nuocere ulteriormente. Ma il nostro è un paese in ginocchio. Inten-diamoci. Noi rispettiamo anche se non capiamo chi si inginocchia liberamente, chi accetta una dottrina che nega la libertà degli individui, che impone una morale gerarchi-ca ed oppressiva. Ma ai preti e ai politici amici loro tutto questo non basta, perché la loro “verità” deve essere imposta a tutti e a tutte. Ecco quindi le leggi che regolamenta-no la scelta di essere o meno madri, quelle che discriminano gli omossessuali, quelle che impongono l’immagine orrenda di un uomo torturato a morte su una croce in tutte le aule dove entrano ogni giorno bam-bini e ragazzi. Un corpo straziato non è osceno, i corpi vivi di ognuno di noi vanno nascosti come fossero indegni e vergognosi. Indegna e vergognosa è la pretesa di imporre a tutt@ le scelte di qualcuno.Per fortuna sono sempre più quell@ che non ci stanno, che non chinano la testa, che lottano per la dignità di tutti. In questo mese a mezzo di kermesse clericale le voci e i corpi negati dei/lle senza religione, senza dio si sono levate forti, irridenti e senza paura. Perché quella dell’autonomia degli uomini e delle donne è una storia che ha ormai solide radici. C’è un’altra Torino. Libera e anticlericale.

4 Primo PianoPrimo Piano SABATO 22 MAGGIO 2010

PRIMO MAGGIO PAPALE

Per questo siamo scesi in piazza, per contestare questo ennesimo grossolano tentativo di togliere la libertà a chi non si unisce al coro ossequiante dei voleri del potere. Un particolare benvenuto è stato rivolto al Papa che si è degnato di farci visita il 2 maggio, per omag-giare della sua presenza il Sacro lino.Ci è sembrato che il primo maggio fosse una buona giornata per difen-dere la libertà di espressione e di azione.Si comincia con il ritrovo dello spezzone anticlericale promosso da Torino squatter spostato sotto la statua di Garibaldi. Arriva il Carro Papale con un'immensa vagina dorata (idea femminile) in cui si innesta la figura carismatica della Papessa, in arte Casta d'Avorio, recentemente folgorata sulla strada di Damasco.

Vietata Piazza San Carlo: “Domani c’è Messa”

Stendiamo un velo pietosoLiber* di sfilare: lo spezzone anticlericale riesce a proseguire dopo il tentativo di blocco in piazza CastelloTONI SANT’AGATATORINO

LA SBUSIARDA Primo Piano

v

che si ingrossa a dismisura, avan-zando come Cristo nella domenica delle palme fra due ali di folla plaudente. La gente ti strappa i volantini dalle mani. Gli adesivi del pericolo generico dei preti acchiappabambini vanno a ruba e vengono appiccicati ovunque in

Torino, always on the move, città laboratorio dei grandi eventi, ripropone un'altra Kermesse Totalizzante. Ieri gli imponenti festeggiamenti per Punto, Bravo&Brava e 500 (festa del padrone), l'ostensione del '98 e del 2000 (festa della chiesa), le Olimpiadi dello spreco dell'inganno e della deva-stazione (festa del potere).Oggi la chiesa ci impone una nuova ostensione del sacro lino che si presenta come festa “comandata” a tutt@, anche a chi non crede o crede in altri dei e dee. Si scomoderà a gratificarci con la sua presenza persino il papa, che sarà a Torino il 2 maggio. Chi non è d'accordo può anche andare a nascondersi.Almeno così vorrebbero chiesa, stato e capitale, una democratica imposizione di una presunta maggioranza. Sono sempre più quell@ che non hanno nessuna intenzione di chinare la testa. Dall’incontro di diverse realtà è nata la Rete No Sindone, per coordinare iniziative e costruir-ne di nuove, rendendo visibile e

E' stato un primo maggio “sposta-to” per non dare fastidio all'indu-stria del pellegrino e ai suoi commerci. Per non turbare lo svolgimento di un'altra festa comandata, imposta dall'alto alle masse obbedienti.Stavolta festa della Chiesa, altre volte era la festa del padrone (Punto, Bravo e Brava, 500) o la festa dello Stato in versione sporti-va (Olimpiadi invernali): così Torino è diventata la città più indebitata d'Italia oltre che la più inquinata. Chi non condivide l'imposizione diventa straniero nella sua città. E si può anche andare a nascondere.Siamo scesi in piazza per dimostra-re che il progetto di espulsione dei corpi estranei alla totale omologa-zione è fallito.Chi non è d'accordo si permette di esistere e addirittura manifesta il suo dissenso in una città militariz-zata per difendere i preti ed i loro fedeli.In questi giorni si è festeggiato un clamoroso falso storico, che mette alla prova la fede delle sue vittime, la Sindone, il lenzuolo dipinto e spacciato verso il 1300 da una banda di truffatori che avrebbe avvolto il corpo del figlio di Dio, aggregando le masse accecate dalla fede, portando a pascolare il gregge fra negozi e alberghi di Torino. Sarebbe tutta da ridere se la città non fosse invasa da migliaia di pellegrini attorno a cui si schierano protettive e invadenti le forze repressive e le istituzioni dello Stato italiano. Qualunque altra iniziativa in Torino diventa proble-matica e dipende dalla serenità del consumatore di reliquie.

Ma anche sotto il carro abbonda-no i travestimenti a sfondamento religioso: preti pedofili, monache di Monza, monaci di Baviera, Ku Klux Klan, inquisitori, esorcisti, preti operai, frattacchioni godurio-si, santi sociali, sorelle sadomaso, pastori protestanti, popi e poppe e

migliaia di copie.La Papessa ci parla dal suo trono-mobile evitando con la tiara i fili del tram, inneggiando all'8 per mille, all' AIDS e alla pedofilia, le folle dei fedeli del 1 Maggio porgono i loro bimbi alla Papessa. Ma arriva l'ordine divino: “Con quella figa non devono entrare in piazza Castello!”.Mentre i digos recitano le loro consuete litanie compromissorie, i carabinieri interpretano il messag-gio divino da integralisti. Un siparietto di CC si spiega per impedire al corteo papale di entra-re trionfalmente in piazza, destan-do le accese proteste dei fedeli del 1 Maggio. Ma anche con i digos, i birri sono troppo pochi e vengono spalanca-ti, come le acque del Mar Rosso, dall' inarrestabile incedere delle Papessa e del suo gregge dionisia-co, sempre più numeroso.La provocazione sbirresca contro la vera fede si conclude con l'arre-sto di un ragazzo (liberato lunedì) che ha colpito con una bandierina di plastica un vice questore, che non si è fatto nulla ma che finge il fallo da rigore e vuole l'espulsione pensando di essere allo stadio. Viste le dimensioni raggiunte dallo spezzone anticlericale, si decide di raggiungere la sede di Radio Black Out in processione, ostendendo lo striscione STEN-DIAMO UN VELO PIETOSO fra benedizioni, inni e canti religiosi.

How to...

Dio in persona col suo lenzuolo preferito – quello vero. Grande agitazione della polizia politica. Concitato dialogo ai telefonini con il Supremo, interpretato stavolta dal prefetto Padoin. Travolgente successo e partecipa-zione allo spezzone anticlericale

SABATO 10 APRILEInizia l’ostentazione della sindone. Nasce la Rete No sindone

GIOVEDÌ 29 APRILEConferenza stampa della Rete No sindone sotto la Mole in compagnia della piovra vaticana

SABATO 1 MAGGIOSacra processione guidata da La Papessa (s)travolge gli sbirri. Un arresto

DOMENICA 2 MAGGIOPiazza No Ratzinger No sindone perchè non tutt* oggi sono in ginocchio davanti al papa

VENERDÌ 14 MAGGIODue arresti per aver espo-sto lo striscione “Liberi tutti” alle Porte Palatine

SABATO 22 MAGGIOFesta della bugia davanti alla sede de La Busiarda

DOMENICA 23 MAGGIOFinalmente si chiudono le porte del duomo. La sindone torna nella sua teca spaziale (progetto Alenia)

CronologiaCronologia

nasce la rete no sindonediffondendo il nostro dissenso sul territorio. Per l'ostensione della sindone non baderanno alle spese. Fiumi di denaro pubblico sottratto a tutt@ noi affluiranno nelle tasche degli organizzatori di questa apoteosi del turismo di massa mordi e fuggi. E intanto noi fatichiamo per salari da fame a condizioni di lavoro durissime... quando ci fanno il favore di offrirci un lavoro.I preti giocano consapevolmen-te con la fede dei pellegrini: non possono dire che è vera, non vogliono dire che è falsa, ma usano il lenzuolo per mettere su il loro show. La Chiesa si impone su tutta la città: espro-priando gli spazi pubblici tocca-ti dalle masse di fedeli, militariz-zando interi quartieri in funzio-ne del circo clerical-mediatico.

La stessa chiesa di Roma che sceglie quali guerre e quali dittatori benedire o condanna-re, che fa affari con le mafie, che gestisce una banca che finanzia i commerci d’armi, che approva la pena di morte, pretende di normare e controllare le nostre coscienze e i nostri corpi.Ratzinger impone i suoi diktat sulla vita e sulla morte, non trascurando nessun momento dell’esistenza. Si va dalla contraccezione all’eutanasia. Nel mirino del pastore tedesco la libertà di scegliere come vivere la propria vita.Ma le vite concrete di tant@, anche in quest’Italia bigotta, travalicano le prescrizioni della chiesa, esprimendo un deside-rio di libertà incontenibile.

CONTINUA A PAGINA 5

Primo Piano

” Severino Polettocardinale di Torino

“Concedo a tutti i sacerdoti nell'intero territorio della città di Torino la facoltà di rimettere nell'atto della confessione la Scomunica non dichiarata rela-tiva all'aborto senza l'onere del ricorso.”

“Noi diremo sempre che l’aborto è un delitto abo-minevole. Noi diciamo no a qualunque forma di aborto sia che si parli della pillola del giorno dopo, di quella dei cinque giorni dopo, della Ru486 o d e l l ’ i n t e r ve n t o chirurgico. Noi a f f e r m i a m o d e t e r m i n a t i valori e d i r e m o sempre che l’aborto è un abomi-n e v o l e d e l i t t o .

Purtroppo è stato introdotto con una legge dello Stato che c’è. Per noi la difesa della vita è tout court e affermiamo l’intangibilità della vita umana.”

CYBER MARY MADDALENATORINO

SABATO 22 MAGGIO 2010 5 Primo PianoPrimo Piano LA SBUSIARDA

10 APRILE 2010

14 MAGGIO 2010

Un saluto e un arrivederci al “nostro” SeverinoIl lenzuolo che lava via le macchie

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Le donne secondo il nostro SeveriSSimo Polet-to dovrebbero confessarsi e grazie a questo atto di pentimento (offerta valida solo durante questo periodo di libera uscita del lenzuolo-reliquia) potranno essere ri-accettate nella comunità cattolica. Non c'è nulla e nessuno a cui dobbiamo chiedere scusa, che siamo catto-liche o meno. I nostri diritti ci spettano, non c'è cardinale o papa che possa pensare di giudi-care una nostra scelta.Nel 2010 l'ostentazione della sindone al grande pubblico abituato ai grandi eventi (eventi dietro cui spesso loschi figuri riescono a speculare: vedi cricca Bertolaso & Co.) diventa l'occasione per un'altrettanta pubblica ammenda che le donne dovrebbero pagare per poter essere considerate degne. Ma degne di cosa? Di una chiesa cattolica sessista, omofoba e patriarcale?Questo messaggio non è rivolto solo alle fedeli, ci riguarda tutte e tutti, noi non dobbiamo chiedere scusa a nessuno, non dobbiamo confessare nulla. Loro ci vogliono assoggettate, col capo chino, pronte a procreare a tutti i costi. Loro ci vogliono subalterne e prostrate e incapaci di effettuare ogni libera scelta: dall'orientamento sessuale, alla contraccezio-ne, all'aborto sono abituati a pontificare su tutto.Anche i cristiani delle comunità di base hanno risposto a Poletto in un comunicato, schierandosi contro la strumentalizzazio-ne di una questione delicata e complessa come l'aborto. Salutiamo dunque questo arcivescovo che finalmente (ci) lascia Torino. E non si preoccupi perché sia lui, benché lontano (probabilmente in Vaticano), sia il suo successo-re continueranno a sentire le voci delle donne che decido-no di ascoltare ed esprime-re i propri desideri, le proprie esigenze, senza bisogno di avere alcun maschio (tantomeno un porporato) che dica loro cosa fare o cosa non fare, di cosa andare fiere e di cosa pentirsi. Noi non siamo donne che si confessano e l’unica cosa che abbiamo da dire a preti, vescovi e papi è: state fuori dalle nostre mutande e dalle nostre vite!

How to...How to...Q u e s t ’ o g g i scopriamo come fare con semplici oggetti di uso quo-tidiano una sindo-ne su misura.Tutto ciò di cui avete bisogno sono un lenzuolo (meglio se un po’ sdrucito), vernice del colore che preferite (in questo periodo marrone e viola vanno per la maggiore) e un comune pennello. Vi consigliamo di realizzare la sindo-ne insieme a un/a amic*, vi tornerà utile per il vostro lato B.Toglietevi i vestiti e pitturatevi il corpo, non tralasciate le parti intime e, mi raccomando, sorri-dete!

Cronologia

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SEGUE DALLA PAGINA 4

La chiesa, sin troppo spesso, trova sponda sia a destra sia a sinistra, sfociando ad esempio nella retori-ca delle radici cristiane, negando legittimità ad ogni altra visione del mondo. Ne derivano i privilegi concessi agli insegnanti di religio-ne cattolica, le agevolazioni fiscali alle imprese dei preti, l’otto per mille, i finanziamenti alle scuole e ospedali cattolici.Dulcis in fundo la "nobile" batta-glia dello stato italiano per l'impo-sizione del crocifisso in tutte le aule. Il tutto condito da patriarca-to, omofobia, transfobia e misogi-nia sponsorizzate direttamente dall'emissario di dio in terra: Ratzinger. Noi non ci stiamo. Vogliamo liberarci dalle imposi-zioni intollerabili delle religioni e delle chiese.

No sindone, no papa.In secula seculorum.

Rete No Sindone

Premio Nebula a Massimo Numa SHEVEK CORRISPONDENTE DA NEW YORK

E tu che Gesù sei?E tu che Gesù sei?

A Massimo Numa, noto giornalista subalpino, è stato assegnato il premio annuale Nebula per il miglior racconto di fantascienza. Il testo dal titolo evocativo “Gli squatter all’assalto tra i pellegrini” è comparso su “La Stampa” il 15 maggio. È la prima volta che il prestigioso riconosci-mento dell’American Science Fiction Writer Association va ad un italiano. È un narrare ormai emancipato da ogni residua tentazione realistica, sebbene la cifra stilistica di Numa si sostanzi nella rielaborazione di fatti reali. La cronaca – cui pure Numa si ispira – è ormai com-pletamente trasfigurata all’interno di un universo parallelo, che assume contorni da incubo, alludendo così al narrare di segno dickiano. Geniale è l’utilizzo capovolto degli spunti offerti dalla cronaca, dove uno striscione con “liberi tutti” appeso in un giardino pubblico offre il destro per questa prosa: “Gli squatter tentano un aggua-

to alla polizia proprio davanti al duomo e così, centinaia di pellegrini della Sindone hanno potuto vedere in diretta un frammento di guerriglia metropolitana”.Il racconto di Numa, che si articola in un crescendo di fuochi immaginari, si conclude con un tocco di pura inven-zione: notevole esempio di creatività visionaria. La papessa, in carne, ossa, tacchi a spillo e rossetto blu cobalto che apriva lo spezzone anticlericale al corteo del Primo Maggio, momenta-neamente bloccato dalla polizia in piazza Castello, diviene un “pupazzo blasfemo”, che punta alla vietatissima piazza S. Carlo. La lezione di Asimov sui robot umanoidi si fa sentire come eco felice e feconda in questa chiusa invero geniale.È un orgoglio per la nostra città ospita-re un cavallo di razza della penna come Massimo Numa.

DELINQUENTI QUOTIDIANI

MADONNA NERA

Ci sono palle e palle. Ci sono le palle di neve tirate quest’inverno ai poliziotti di guardia alle trivel-le in Val Susa e le solenni palle che racconta, giorno dopo giorno, senza un briciolo di vergogna, senza neppure una punta di bon ton, di ipocrita eleganza subalpina, “La Stampa”. Sul quotidiano, che i torinesi chiamano “bugiarda”, le palle di neve diventano sassi, i manife-stanti che finiscono all’ospedale sono sempre pericolosi estremi-sti, una bomba del racket l’hanno piazzata i No Tav, una contestazione in un parco pub-blico diventa “guerriglia”, uno striscione sulle Porte Palatine si trasforma in “attacco alla Sindo-ne”. Chi si oppone alla devasta-zione del territorio, al razzismo, ai militari in strada, all’invadenza clericale entra nel mirino della polizia. I giornali, con solerzia preparano il terreno alle opera-zioni repressive. Anzi, peggio. Le rendono possibili, indicando in anticipo i cattivi da colpire. Nella “busiarda” in versione Calabresi si fa notare per zelo Massimo Numa, ma anche altri non hanno mancato di distinguersi.Si sa che i giornalisti lavorano sotto padrone e che, a fine mese, il padrone deve essere contento.

Nessuno pretende che chi fa questo lavoro sia un eroe ma un minimo di decenza, beh… quella non guasterebbe. In fondo ci sono tanti mestieri onesti tra cui scegliere… panet-tiere, giardiniere, tornitore… Da mesi e mesi La Stampa, peraltro ben affiancata da Repubblica e Cronacaqui, getta fango su No Tav, antirazzist@, anarchic@, squatter, antagonist@, anticlericali…Numa ha scritto che i No Tav hanno colpito gli operai della ferrovia durante il presidio contro i sondaggi a Collegno, che hanno ferito la polizia alla stazione di Condove, dove quelli in divisa hanno rotto il braccio a un uomo. A Coldi-mosso di Susa un manifestante le ha prese così secche che stava per lasciarci la pelle, ad una No Tav la polizia ha spaccato il naso, uno zigomo, l’orbita di un occhio, a calci le hanno sfonda-to un’ovaia. Ma i violenti, a leggere “La Stampa”, sono sempre quelli che manifestano. Mentono sapendo di mentire.Niente di nuovo sotto il sole, se non fosse che il livore, gli espli-citi riferimenti personali, le calunnie, hanno ormai raggiun-to il parossismo.Dallo scorso maggio, quando il timone de “La Stampa” è passa-to a Mario Calabresi, la disin-formazione e la calunnia sono diventati pane quotidiano.

Verso ogni forma di dissenso radicale si è scatenata una vera campagna di criminalizzazione. Ossessiva, martellante, maniaca-le. Il direttore sta forse cercando di essere all’altezza dell’eredità paterna?L’informazione svolge un ruolo nevralgico nella nostra società. Chi controlla i flussi informativi, chi è in grado di sapere quanto di questo o di quello è stato vendu-to, quali e quanti i siti internet consultati può piazzare la merce giusta al momento giusto.Ma non solo. Chi ha le leve dei mezzi di comunicazione più importanti può rendere “vero” o “falso” un fatto, costruirlo di sana pianta, condannare o assol-vere prima dei tribunali, a volte al posto dei tribunali. E senza neppure quello straccio di garanzie che le aule di “giusti-zia” sono tenute a usare. E non stiamo parlando di “opinioni”, ché, anzi, le “opinioni libere” sono l’alibi che copre tutto, anche la costruzione di vere e proprie campagne di criminaliz-zazione. Talora i media sono palesemente impudichi nella loro esagerazione, ma infine efficaci, poiché tanti, stretti dalla fretta delle nostre vite sotto il ricatto del lavoro, delle bollette da pagare, del tempo che non basta mai leggono di corsa, magari solo i titoli, magari solo le frasi ad effetto.Quando si tratta di movimenti

di opposizione sociale basta un veloce richiamo alla vulgata che li vuole sempre “pericolosi” e intrin-secamente “violenti”, per dare l’incipit. Poi basta usare lo scalpello più grossolano: l’accenno agli stili di vita, all’abito, al cane. Se si è troppo “normali” allora questa normalità diviene segno di diaboli-ca astuzia: si sa che il Maligno ama assumere le vesti del bene per meglio colpire. Se hai preso la laurea a pieni voti e fai l’insegnante di liceo non puoi essere anche antirazzista, attivo nei movimenti sociali. Se rubi il tempo al sonno per stare in un presidio No Tav, non puoi essere anche un contadi-no. Un’occupazione simbolica diventa un “attacco”, la solidarietà a chi lotta nei CIE “blitz”, un sit-in viene descritto come “guerriglia urbana”. Ogni giorno su “La Stampa” e “La Repubblica” solerti “giornalisti” creano il mostro, descrivono come delinquente chi si oppone alle leggi e alle politiche razziste, chi occupa e autogestisce spazi abbandonati e chi si oppone alla devastazione ambientale e alle grandi opere di speculazione. Le inchieste della procura sono “anti-cipate”, preparate e rese possibili da questi questurini con mouse e tastiera. Il 24 marzo del 2009 – un anno fa - sulle pagine de “La Stampa”, Massimo Numa, megafono delle inchieste, avviso di garanzia infor-male, annunciava la “nuova strate-gia giudiziaria: riunificare i fascico-

li più recenti, per non rischiare di indebolire e vanificare le indagini ora divise in mille rivoli”. Un anno dopo infatti, puntuali all’appuntamento, preparato e costruito dai media, i PM Padalino e Pedrotta hanno lanciato la loro offensiva contro una settantina di antirazzisti, in buona parte anarchici, accusan-doli di associazione a delinque-re. I quotidiani cittadini hanno plaudito. In questo modo manifestazioni, occupazioni, contestazioni pub-bliche, presidi solidali si sono trasformati in un reato che potrebbe privare della libertà chi si è macchiato della colpa di mettersi in mezzo, di non accet-tare retate e deportazioni.In questo paese ad essere clan-destina e sotto attacco è la libera informazione.Con buona pace dei delinquenti “quotidiani”, che, ogni giorno, spacciano per informazione le veline della questura, degli uffici stampa dei maggiorenti della città, non ultima la chiesa catto-lica.

6 Cultura & Spettacoli Cultura & Spettacoli SABATO 22 MAGGIO 2010LA SBUSIARDA

Un gruppo di facinorosi impedisce la consegna del premio Nebula a Massimo Numa