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Auletta, un paese e un pallone SETTEMBRE 2012 ANNO I, numero 8 Sommario: Auletta, un paese e un pallone 1-3 La febbre della ragione 1-4 Lettera di M. Marsico 2 Se son rose, fioriranno 3 Il Bastiancontrario 4 LA NOSTRA VOCE Il giornale del di Gianluca Addesso Diretto da Giuseppe Opromolla La febbre della ragione una finestra sui giovani Lo scorso 20 agosto presso il Palazzo Jesus di Auletta si è svolta la presentazione del libro “Auletta, un paese e un pallone” scritto da Antonio Gagliardi primo presidente e socio fondatore della ASD Aulettese, nonché presidente dell’Associazione Auletta Ter- ra Nostra. All’evento hanno partecipato: Felice Pessolano, uno dei simboli del calcio aulettese degli anni Sessanta, l’Avv. Raffaele Boninfante, giocatore degli anni ‘80 e l’Avv. Gaetano Del Chierico che ha ricoperto il ruolo di allenatore, calciatore e diri- gente nell’arco degli ultimi otto anni. Moderatore il gior- nalista sportivo Gerardo Lo Bosco. In seguito c’è stato anche l’intervento del Prof. Michele Marsico. Il libro rap- presenta una cavalcata nel mondo del calcio aulettese a partire dagli anni Trenta ad oggi. Ripercorre tutta la storia dello sport più amato dagli italiani nella nostra comunità, con riferimenti a fatti e per- sone (in primis il ricordo di Roberto Tiri a cui è intitolato il campo sportivo fino ad arri- vare alla tragedia che ha coin- volto Donato Opromolla e Francesco Lupo). Non manca- no gli aneddoti che sono uno pezzo di storia della nostra Auletta. Tutti gli intervenuti hanno speso parole di elogio per Antonio Gagliardi che da quasi quarant’anni è sempre presente in tutto ciò che ha a che fare con lo sport e con la cultura nel nostro paese, una persona che ha il gusto di fare cose per gli altri senza secondi fini”. Una persona che, molte volte, ha speso la sua vita a favore della comu- nità promuovendo sport e cultura riducendo il tempo per i propri affetti. Il libro è frutto di una ricerca molto minuziosa da parte dell’autore che ha raccolto diverse testimonianze e, in alcuni casi, porta alla luce eventi del tutto sconosciuti ai più giovani. Il testo ripercorre la storia degli otto presidenti del calcio*…+ Continua pag. 3 mia infanzia. L’innocenza e la creatività sono soppiantati da un mondo artefatto in cui i bambini sembrano delle marionette insensibili. Provo pena per quei bambini vio- lentemente impacchettati nel loro corredo di diritti che devono essere accompagnati e ritirati da scuola, non de- vono essere sovraccaricati di compiti, zaini leggeri per l’amor del cielo. Archiviate le storiche bacchettate, i ceci sotto le ginocchia. Anche il ceffone di marsicanamemoria sembra aver fatto il suo tempo: i bambini non devono essere sfiorati che se no ti becchi una denuncia. Attenti poi alle dimostrazioni di affetto, cari maestri: ab- bracci, carezze e quant’altro sono banditi: rischiate di met- tervi in guai seri con le facili storie di pedofilia che girano ultimamente in tv. Insegnanti affabili pronti a scendere a compromessi con mamme apprensive e petulanti non- ché con pile di principi che costipano il mondo scolastico possono rivelarsi uno strano esperimento. Ció che può apparire un sintomo di civiltà e di vitalità altro non è, a mio avviso, se non la spia di un disagio dilagante. [...] Continua a pag.4 di Giuseppe Oprmolla Comune di Auletta Politiche Territoriali Giovanili Riposti gli allettanti entusi- asmi estivi, come da copione, ognuno per la sua strada. Ma, in attesa che la dolorosa trasfigurazione da centro di aggregazione a casa di riposo estiva per gente logorata dagli estenuanti ritmi citta- dini si compia definiti- vamente, Auletta riguadagna l’amata quiete a bassi regimi: bar trafficati, quelli si, solito girotondo di automobili, qual- che lavoratore e molti non, giornate vuote e solenni. Ri- corre, però, nell’arco delle giornate un rito che dovrebbe far ben sperare. E’ il momento di andare a riti- rare i bambini da scuola. Mi capita spesso di passare da- vanti al complesso scolastico prima di pranzo e di assistere all'immagine poco rassicur- ante di queste mamme ap- postate all’uscita delle scuole anche mezz’ora prima dello squillo della campanella. Al- larmate si chiederanno: "e se la maestra ha un malore?", "Se la campanella suona in anticipo per errore?". Un clima di frenesia generale insomma. Non posso nas- condere il senso di sconforto che mi trasmette questa im- magine se penso a quanto sia lontano questo mondo ris- petto a quella che è stata la Se vuoi collaborare CONTATTA: [email protected] [email protected] facebook: Forumgiovani Auletta; Non è da considerarsi una Testata Giornalistica/Prodotto ai sensi dell’art. 1 della legge n°62/2001.

La Nostra Voce - Numero Settembre 2012

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Il Giornale del Forum dei Giovani di Auletta In questo numero de “La Nostra Voce”

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Page 1: La Nostra Voce - Numero Settembre 2012

Auletta, un paese e un

pallone

SETTEMBRE 2012 ANNO I, numero 8

Sommario:

Auletta, un paese e un pallone

1-3

La febbre della ragione 1-4

Lettera di M. Marsico 2

Se son rose, fioriranno 3

Il Bastiancontrario 4

LA NOSTRA VOCE

Il giornale del

di Gianluca Addesso

Diretto da Giuseppe Opromolla

La febbre della ragione una finestra sui giovani

Lo scorso 20 agosto presso il

Palazzo Jesus di Auletta si è

svolta la presentazione del

libro “Auletta, un paese e un

pallone” scritto da Antonio

Gagliardi primo presidente e

socio fondatore della ASD

Aulettese, nonché presidente

dell’Associazione Auletta Ter-

ra Nostra. All’evento hanno

partecipato: Felice Pessolano,

uno dei simboli del calcio

aulettese degli anni Sessanta,

l’Avv. Raffaele Boninfante,

giocatore degli anni ‘80 e

l’Avv. Gaetano Del Chierico

che ha ricoperto il ruolo di

allenatore, calciatore e diri-

gente nell’arco degli ultimi

otto anni. Moderatore il gior-

nalista sportivo Gerardo Lo

Bosco. In seguito c’è stato

anche l’intervento del Prof.

Michele Marsico. Il libro rap-

presenta una cavalcata nel

mondo del calcio aulettese a

partire dagli anni Trenta ad

oggi. Ripercorre tutta la storia

dello sport più amato dagli

italiani nella nostra comunità,

con riferimenti a fatti e per-

sone (in primis il ricordo di

Roberto Tiri a cui è intitolato

il campo sportivo fino ad arri-

vare alla tragedia che ha coin-

volto Donato Opromolla e

Francesco Lupo). Non manca-

no gli aneddoti che sono uno

pezzo di storia della nostra

Auletta. Tutti gli intervenuti

hanno speso parole di elogio

per Antonio Gagliardi che da

quasi quarant’anni è sempre

presente in tutto ciò che ha a

che fare con lo sport e con la

cultura nel nostro paese,

“una persona che ha il gusto

di fare cose per gli altri senza

secondi fini”. Una persona

che, molte volte, ha speso la

sua vita a favore della comu-

nità promuovendo sport e

cultura riducendo il tempo

per i propri affetti. Il libro è

frutto di una ricerca molto

minuziosa da parte

dell’autore che ha raccolto

diverse testimonianze e, in

alcuni casi, porta alla luce

eventi del tutto sconosciuti ai

più giovani. Il testo ripercorre

la storia degli otto presidenti

del calcio*…+ Continua pag. 3

mia infanzia. L’innocenza e la

creatività sono soppiantati

da un mondo artefatto in cui

i bambini sembrano delle

marionette insensibili. Provo

pena per quei bambini vio-

lentemente impacchettati nel

loro corredo di diritti che

devono essere accompagnati

e ritirati da scuola, non de-

vono essere sovraccaricati di

compiti, zaini leggeri per

l’amor del cielo. Archiviate le

storiche bacchettate, i ceci

sotto le ginocchia. Anche il

ceffone di “marsicana”

memoria sembra aver fatto il

suo tempo: i bambini non

devono essere sfiorati che se

no ti becchi una denuncia.

Attenti poi alle dimostrazioni

di affetto, cari maestri: ab-

bracci, carezze e quant’altro

sono banditi: rischiate di met-

tervi in guai seri con le facili

storie di pedofilia che girano

ultimamente in tv. Insegnanti

affabili pronti a scendere a

compromessi con mamme

apprensive e petulanti non-

ché con pile di principi che

costipano il mondo scolastico

possono rivelarsi uno strano

esperimento. Ció che può

apparire un sintomo di civiltà

e di vitalità altro non è, a

mio avviso, se non la spia di

un disagio dilagante. [...]

Continua a pag.4

di Giuseppe Oprmolla

Comune di Auletta

Politiche Territoriali Giovanili

Riposti gli allettanti entusi-

asmi estivi, come da copione,

ognuno per la sua strada. Ma,

in attesa che la dolorosa

trasfigurazione da centro di

aggregazione a casa di riposo

estiva per gente logorata

dagli estenuanti ritmi citta-

dini si compia definiti-

vamente, Auletta riguadagna

l’amata quiete a bassi regimi:

bar trafficati, quelli si, solito

girotondo di automobili, qual-

che lavoratore e molti non,

giornate vuote e solenni. Ri-

corre, però, nell’arco delle

giornate un rito che

dovrebbe far ben sperare. E’

il momento di andare a riti-

rare i bambini da scuola. Mi

capita spesso di passare da-

vanti al complesso scolastico

prima di pranzo e di assistere

all'immagine poco rassicur-

ante di queste mamme ap-

postate all’uscita delle scuole

anche mezz’ora prima dello

squillo della campanella. Al-

larmate si chiederanno: "e se

la maestra ha un malore?",

"Se la campanella suona in

anticipo per errore?". Un

clima di frenesia generale

insomma. Non posso nas-

condere il senso di sconforto

che mi trasmette questa im-

magine se penso a quanto sia

lontano questo mondo ris-

petto a quella che è stata la

Se vuoi collaborare CONTATTA: [email protected] [email protected] facebook: Forumgiovani Auletta; Non è da considerarsi una Testata Giornalistica/Prodotto ai sensi dell’art. 1 della legge n°62/2001.

Page 2: La Nostra Voce - Numero Settembre 2012

Lettera per la partenza di Don Angelo

Pagina 2 Settembre 2012 “La Nostra Voce”

-tro con Dio. Ma rimane il fiore

all’occhiello dell’oratorio

l’operare nella “vigna del Si-

gnore” col provvedere a quan-

to c’è di bisogno senza scon-

forto e sempre fiduciosi

nell’aiuto di Dio. E’ con questo

intento, volute e da voi soste-

nute, che sono nate le iniziati-

ve, dopo quella del “Natale

Insieme”, il “Carnevale in ma-

schera all’oratorio” e le tante

rappresentazioni, la “Festa del

papà”, la “Pesca di beneficen-

za”, la “Festa degli anziani”, la

intensificazione della

“Ricorrenza della madonna

della Pace”, la “Festa della

mamma”, la “Festa del fiume o

della vita”, “Tanagrando degu-

stando”, la “Festa del Creato” ,

la festa di “Puliamo il mondo:

preserviamo il fiume”, la

“Festa dell’accoglienza”, la

“Festa della fraternità”. Ci si è

mossi come parrocchia e come

oratorio in relazione alla natu-

ra da proteggere e da valoriz-

zare come opera di Dio. Ricor-

re come si evince dal mio dire

la parola festa e questa è la

chiave di lettura di un modo di

approcciare la realtà con lo

stare insieme in armonia, in

famiglia per condividere la

logica dell’essere. Le manife-

stazioni elencate sopra, penso,

sono tutte tese al rinnovato

impegno a partecipare, come

figli di un unico Dio,

all’esaltazione della umana

concordia. Rimane questo di

voi don Angelo e non è poco.

Noi come aulettesi resteremo

vigili perché il lavoro di tanti

anni non si disperda e forti

come siamo andremo avanti

nell’appoggiare la missione del

nuovo parroco per il bene spi-

rituale della nostra comunità.

Avete scritto una pagina eroica

nella storia del nostro paese e

ve ne siamo grati. Auguri per la

nuova missione tra gente di-

versa. Non vi dimenticheremo!

Michele Marsico.

Il giorno 19 agosto 2012, sul

sagrato della chiesa madre di

Auletta, si è tenuto un incontro

voluto dall’Amministrazione,

con un Consiglio comunale

all’aperto e con un solo punto

all’ordine del giorno: cittadi-

nanza onoraria a don Angelo

Barra. In concomitanza, per

salutare don Angelo Barra che

da diciannove anni ha diretto

la parrocchia di S. Nicola di

Myra, è stato presentato il

libro a firma congiunta del

Prof. Michele Marsico e del

sacerdote Angelo Barra “Un

tratto significativo del cammi-

no di una comunità” l’oratorio

del Sacro Cuore di Auletta. Il

Prof. Michele Marsico, alla fine

della presentazione del libro

fatta dall’Avvocato Raffaele

Buoninfante, ha salutato così il

prelato. ”Mi corre l’obbligo di

rivolgere a nome mio e di tutta

la comunità parrocchiale un

saluto ed un augurio al nostro

don Angelo. Quindi mi unisco

al coro di quanti soffrono que-

sto momento, con grande com-

mozione, perché tutti siamo

stati parte integrante della

storia nel bene vissuta in par-

rocchia in questi diciannove

anni. Tra tanta malinconia mi

sorregge la convinzione che ”

Dio non turba mai la gioia dei

suoi figli se non per prepararne

loro una più grande”. Sicura-

mente una gioia più grande è

preparata per voi don Angelo e

noi dobbiamo consolarci per

questo in quanto la Provviden-

za agisce in modo imperscruta-

bile e accadono allora cose che

mai ci aspetteremmo, ma se

accadono significa che il buon

Dio ha preparato per voi un

cammino diverso da quello che

noi avevamo ipotizzato fin dal-

la vostra venuta ad Auletta .

Tutto ciò ci da la forza nell’

accettare i segni del tempo e di

gioire per quanto abbiamo

remo capaci di dare umiltà

nelle nostre azioni per un rap-

porto con l’altro fatto di accet-

tazione e condivisione. Si è

rinvigorita la coscienza civile e

morale che spesso è sembrata

smarrita per quel relativismo

imperante che attanaglia an-

che le piccole comunità come

la nostra. Dal 1993 al 1996 c’è

stato tutto un movimento di

giovani e di intere famiglie

pronte a collaborare con voi e

nel 1997 l’attività dell’oratorio

ha preso nuovo e più incisivo

impulso incentrata intorno alla

vostra figura e a quella di tanti

altri giovani. Sono stati anima-

ti, questi ultimi, da uno spirito

di appartenenza che ha

dell’eroico e ricalca molto da

vicino quanto fatto dalle gene-

razioni precedenti con l’unica

variante: la visibilità che voi

avete dato ad ognuno. Si sono

animati in questi anni i labora-

tori di recitazione, di giochi in

generale per i bambini e si è

riscoperta la voglia di rimanere

con gli adulti nelle attività ludi-

che della musica, nell’imparare

a suonare la chitarra, nel ballo

e di prepararsi in modo con-

vincente alla preghiera. Sono

stati gli anni durante i quali si è

evidenziato uno spirito nuovo

anche nella liturgia col dare

risalto ad un modo di fare di-

verso nell’ascolto composto in

chiesa e nel procedere durante

le processioni. Si sono costi-

tuiti i primi gruppi di preghiera

nelle famiglie, si è intensificato

il catechismo per i ragazzi e la

catechesi per gli adulti, si sono

costituiti i gruppi di addetti alle

letture per la Santa Messa, si è

creato il primo nucleo per il

“Rinnovamento della Spirito”:

è un gruppo numeroso e dello

stesso fanno parte giovani e

anziani accomunati

dall’esercizio della preghiera e

dal piacere mistico dell’incon-

ricevuto da voi in questi lunghi

anni di impegno certi che il

lavoro che vi aspetta, perché di

lavoro si tratta, anche se con-

nesso ad una carica più presti-

giosa, sarà il viatico che vi ac-

compagnerà. Ce lo dovevamo

aspettare perché la bravura

vostra e la considerazione che

viene fatta di voi, fuori dalle

nostra terra e nell’ambito della

chiesa salernitana, è tale che si

disegnasse in vostro favore un

percorso di tutt’altra levatura.

La mente va alla vostra prima

venuta ad Auletta, in occasione

della consacrazione a parroco

della nostra comunità. Erava-

mo fuori sul sagrato della chie-

sa non ancora ricostruita e sul

palco, per l’occasione allestito,

c’ero anch’io, tra i tanti, a rap-

presentare la scuola. Giunsero

alla vostra attenzione molte di

quelle mie impressioni sul da

farsi per costruire una coscien-

za civile e una moralità smarri-

ta nel disagio di un evento na-

turale che dopo tredici anni

aveva cambiato e di molto

l’atteggiamento dei nostri con-

cittadini negletti sul piano spi-

rituale. Rappresentavo una

serie di problematiche che si

sarebbero dovute affrontare e

tra queste il lavoro, una mag-

giore coesione tra la nostra

gente, una maggiore attenzio-

ne ai giovani e alle loro proble-

matiche ed in fondo il rifaci-

mento della chiesa. Quanto

cammino è stato percorso!

Oggi con piacere annoveriamo

un buon numero di ragazzi che

frequenta l’oratorio, una buo-

na Associazione di giovani e

adulti dell’ANSPI che, in siner-

gia con altre Associazioni, cer-

ca di far progredire la nostra

comunità. L’attività pastorale è

cresciuta in questi anni e molto

si è recuperato sul piano della

aggregazione che naturalmen-

te sarà sempre maggiore se sa-

Prof. M. Marsico

Page 3: La Nostra Voce - Numero Settembre 2012

Pagina 3

Se son rose, fioriranno!!!

Settembre 2012 “La Nostra Voce”

2012, anno bisestile, previsioni

Maya, crisi economica e chi più

ne ha più ne metta! Un antido-

to naturale, semplice e puro, la

giusta cura a ogni tipo di prono-

stico, superstizione e difficoltà:

l’amore! E si, quel sentimento

che fin dalla notte dei tempi

muove il mondo e le genti!

“L’amore comincia con un lam-

po di deliziosa simpatia, si nutre

di tenerezza infinita e si sinte-

tizza nell’adorazione suprema.

Un matrimonio perfetto è

l’unione di due esseri che si

adorano in modo assoluto.

Nell’amore non esistono pro-

getti o conti in banca. Se tu stai

facendo progetti e calcoli è per-

ché non sei innamora-

to.” (Samael aun Weor, estratto

dal “Matrimonio perfetto, cap.

“L’Amor”). Insomma, è proprio

il caso di dirlo: se son rose fiori-

ranno! E il nostro paese ha visto

fiorire, testimoniare e consoli-

dare tanti amori quest’anno.

sicuramente, ognuna col pro-

prio contributo, permetterà

l’avvenire di un ricambio gene-

razionale sempre nuovo e quin-

di allungare il filo del’esistenza

stessa. D’altronde, come spesso

si dice, l’amore è il sale della

vita, quindi forse non sarebbe

male abbracciare dei sani con-

dimenti migliorando lo sciapo

gusto che rende insoddisfatti

molti giovani d’oggi. Quindi,

abbandonando serenamente

ogni luogo comune che sgretola

il sentimento amoroso, auguro

a tutti i giovani di trovare il giu-

sto alleato di vita! Non importa

quando, non importa dove. Se

esiste una persona destinata

all’altra sarà la vita stessa ad

incrociare le loro strade. Calo-

rosi auguri ai giovani sposini

aulettesi, sperando per loro in

un futuro roseo ricco di tra-

guardi e soddisfazioni! Ma an-

che a tutti i single e lupi solitari

alla ricerca dell’anima gemella.

Tanti giovani, otto coppie che

sulla base e sulla fiducia di un

sentimento sincero e duraturo

hanno deciso, contro ogni pre-

giudizio, difficoltà e dicerie po-

polari di camminare mano a

mano verso il fatidico “SI”, quel

SI che cambia la vita, che gene-

ra nuova famiglia e che soprat-

tutto in questi periodi in cui il

sentimento amoroso viene lar-

gamente esorcizzato tra i gio-

vani, regala spiragli di luce, di

gioia e che nonostante tutto,

permette ancora di far sognare.

Negli ultimi tempi, infatti, que-

sta grande emozione non ri-

scuote gran successo tra le nuo-

ve generazioni. Ha assunto

un’immagine frivola, priva di

passione, scarna di rispetto,

un’emozione da rendere facile

con le parole e le belle frasi

architettate, ma difficile da

coltivare, sostenere e far dura-

re nel tempo. Se oggi credi

nell’amore vali meno, sei

considerato un povero disgra-

ziato, vieni deriso, perché oggi

purtroppo ogni qual cosa richie-

de rispetto e sacrificio viene a

tratti anche detestato. Merito

della vita facile? Del mal costu-

me? Di ideali di libertà persona-

li propagandati senza una base

solida? Di uno spietato egocen-

trismo? Ognuno avrà i suoi buo-

ni motivi e suoi punti di vista

per screditare la realtà amoro-

sa. Eppure vi sono ancora chi,

come i ragazzi sopra citati,

nell’amore hanno investito tut-

to, c’hanno creduto, l’hanno

desiderato. In fondo la vita è

questa, un nascere per morire,

un intervallo che ognuno riem-

pie come meglio crede, un inte-

ragire con gli altri, facendo pro-

messe o meno, promesse

d’amore in questo caso, che

regaleranno al mondo il frutto

di nuove vite, vite destinate a

far parte di questo stesso pro-

cesso esistenziale e che

[...] aulettese ma fa anche pre-

cisi riferimenti ai diversi perso-

naggi che, nel corso degli anni,

si sono impegnati da soli per

poter portare avanti il calcio

nella nostra comunità. Un libro

che rappresenta uno spaccato

della nostra storia, anche socia-

le e civile che, come evidenzia-

to nei diversi interventi, ha su-

bito diversi cambiamenti. Come

sottolineato l’avv. Boninfante

“quando era ragazzo il calcio

rappresentava una forma di

aggregazione, di unione, di di-

vertimento. Lo scopo era stare

insieme. Oggi questo spirito

manca e anzi si punta a divide-

re”. Testimonianza evidente in

questo senso è stata la forma-

zione di due squadre di calcio

nella passata stagione, troppe

per un paese di due mila anime

di Lucia Morrone

come Auletta. Il grado di felicità

di un popolo si può misurare

recuperando la serenità perdu-

ta “mettendo da parte qualche

tensione, mettendo da parte

qualche personalismo” e proce-

dere per una via comune. Il

libro, che ognuno può leggere

in poco tempo, scorre via in

modo veloce e senza intoppi-

spingendo a andare alla pagina

successiva. Libro molto interes-

sante e molto bello. Ci illumina

sulla storia del calcio aulettese,

una storia che tutti dovremmo

conoscere. Dalla storia passata,

dalle testimonianze e dallo spi-

rito che animava lo sport aulet-

tese fino al millennio scorso

dobbiamo trovare lo spunto

necessario per ripartire come

comunità solida e coesa e per

far ripartire il calcio aulettese.

Auletta, un paese e un pallone Continua da pag 1

Page 4: La Nostra Voce - Numero Settembre 2012

“La Nostra Voce” Settembre 2012

quest’ultime (per le più sva-

riate ragioni) sono molteplici

e consistenti (come nel no-

stro caso), il prezzo (la quota

d’iscrizione) inevitabilmente

lievita. Ben intesi, anch’io

penso che la quota

d’iscrizione si possa ridurre,

ma a che pro cimentarsi in

ardite dietrologie su presunti

occulti “tesoretti”? Si ragioni,

più seriamente, sulle cause e

sugli eventuali margini di in-

tervento. Perché, per ipotesi,

non ritornare ai vecchi arbitri

“in borghese” (rispolveriamo i

vecchi cari Pasquale e Vincen-

zo tanto per intenderci) sot-

traendoci cosi a quella sorta

di monopolio o duopolio co-

stituito degli arbitri c.d.

“federali” del circondario, le

cui tariffe/rapine lievitano di

anno in anno. Esistono perso-

ne disponibili a sostituirli? Vi

è sufficiente maturità fra i

giovani e meno giovani per

accettare decisioni

(naturalmente imparziali ma

non infallibili) di un arbitro

“senza divisa”? Nulla osta alla

possibilità di ridurre la quota

d’iscrizione, a partire dal

prossimo anno, in presenza di

tali condizioni. Quanto alle

altre questioni, a me pare si

tratta di “dettagli” che atten-

gono alla sfera “politica” del-

le decisioni e, quindi, è gioco-

forza che i pareri divergano.

Noi pensiamo, che il premio

finale debba continuare ad

essere contenuto, e non per

malvagia taccagneria, ma

essenzialmente per salva-

guardare quel dato positivo

che Tonio opportunamente

sottolinea: il “fair play”. Si

capisce che se il premio è

alto, è maggiore il pericolo

che una competizione leale

degradi in una lotta fra

bande. Cosi come crediamo

che il limite (di tre) alla parte-

c i p a z i o n e d e i c . d .

“stranieri”se da un lato ri-

schia di penalizzare la compe-

titività e la spettacolarità

dell’evento, dall’altro inibisce

un rischio ancora maggiore,

ossia che gli “aulettesi” resti-

no ai margini della competi-

zione o, ancor peggio, che

l’evento assuma connotati

mercantilistici, nella forma di

un’antipatica chiamata alle

armi di calciatori/mercenari

estranei allo spirito

“goliardico” che dovrebbe

animare il torneo. Si tratta

ovviamente di argomenti

opinabili, di scelte che spesso

costituiscono prassi sedimen-

tate più che decisioni ponde-

rate e pertanto la Pro Loco è

quanto mai disponibile al

confronto. Al contrario, get-

t a r e d i s c r e d i t o

sull’associazione, anziché

aprirsi al confronto, sembra

essere diventato lo sport pre-

ferito dei nostri detrattori.

Assume il sapore della diso-

nestà non riconoscere che se

il torneo esiste, ed è possibile

gettarvi fango, lo si deve ad

un certo numero di persone

che ogni anno lo organizza e,

in fin dei conti, contribuisce

ad alleviare la noia mortale

delle estati aulettesi. In una

comunità sempre più apatica,

in cui domina l’idea che “se

non faccio io, c’è sempre

qualcuno che fa’, quindi per-

ché fare?”, limitarsi a

“registrare” che qualcuno

ancora ha voglia di fare, cre-

do sia una base necessaria

per andare oltre questo pate-

tico clima di guerra.

Grafica: Giuseppe Opromolla Stampato da: Grafica Martino

"Il Bastiancontrario" Nessun economista, pochi umili volontari

La ricerca del sensazionale,

costi quel che costi, in luogo

di una lettura obiettiva dei

fatti, diventa un bisogno qua-

si fisiologico quando si affron-

tano questioni di importanza

“relativa”. Alla presumibile

carenza di argomenti suppli-

sce la polemica e la qualità

dell’informazione finisce per

essere surclassata dalla spa-

smodica ricerca del clamore.

Simile impeto sembra avvol-

gere l’amico Tonio Caggiano

nell’articolo apparso su que-

ste colonne, nel sentenziare

che “trarre un profitto” costi-

tuirebbe “l’unico scopo” del

torneo di calcetto (neanche

fosse il torneo di Viareggio).

Pur cosciente di aver falsifica-

to il reale, non resiste di fron-

te alla ghiotta chance di crea-

re un nuovo casus belli, una

nuova questione intorno alla

quale dividere la comunità.

Altrettanto risonante, ma

similmente disancorata dalla

realtà è la definizione della

quota d’iscrizione come

“troppo elevata”. Ma rispetto

a cosa? E’chiaro che qualsiasi

valore, preso in astratto, può

apparire “troppo elevato”, se

si omettono, come egli fa, gli

opportuni parametri di riferi-

mento. La comparazione con

altri tornei appare un espe-

diente efficace ai fini polemi-

ci, eppure chiunque è in gra-

do di percepirne l’assoluta

insufficienza: appunto un

altro torneo, altre regole, altri

costi. Senza necessità di sco-

modare economisti o impren-

ditori, la verità è che un ren-

diconto, da quello più ele-

mentare che i nostri genitori

redigono in famiglia a quello

più complesso di un associa-

zione, si compone di voci di

entrata ed uscita e che se

di Mario Addesso (da pag.1) Le scene esilaranti

che si vedono davanti alle no-

stre scuole sono la summa

della cultura moderna, fatta di

pochi sacrifici e benessere ga-

rantito, intrisa di una visione

dell’infanzia fobica e malata di

cui i bambini sono solo vittime.

Un pessimo modello di educa-

zione che da i suoi frutti in età

adolescenziale, quando la real-

tà emerge in tutta la sua cru-

dezza: ragazzi che pensano

solo a vestiti e ad acconciature

brillanti non sono che il pro-

dotto di un’educazione spieta-

ta, votata alle futilità, per geni-

tori distratti e affaccendati.

Consiglio a tutti noi di correre

al cinema a vedere il film

"Monsieur Lazhar" in cui si

racconta la cecità di un mani-

polo di insegnanti e genitori

alle prese col suicidio di

un’insegnante accusata di pe-

dofilia. La circostanza attiva un

protocollo di condotta a prote-

zione dei bambini. L'artificiosi-

tà e la tragicità della reazione,

frutto di un modo distorto di

rapportarsi con l’infanzia, sa-

ranno smascherati dal nuovo

professore, il Signor Lazhar,

che dimostrerà come metodi

antichi di apprendimento uniti

a una maggiore intimità e a

qualche scappellotto siano solo

il modo più naturale e conge-

niale di gestire i rapporti tra

adulti e bambini. Non un capo-

lavoro cinematografico ma

certo un'importante testimo-

nianza di come il progresso di

una civiltà non si misuri solo

sul benessere ma anche e so-

prattutto sulla capacità degli

esseri umani di solidarizzare e

di mantenere vivo lo spirito

comunitario. Se non lo trovate

nelle sale cinematografiche,

non disperate potreste trovar-

lo nella prossima edizione di

“Cin&state”, chi lo sa?

La febbre della ragione

una finestra sui giovani