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“Venite a me voi tutti che siete stanchi ed affati- cati e troverete ristoro per le vostre anime!”. Ed eccoci qui Signore, con i pastori nella grotta di Betlemme a contemplare ciò che veramente ci dona un po’ di pace: la tua tenerezza. Siamo qui a guardarti sperando di strapparti un sorriso o uno sguardo che dica che per te siamo importanti. Ti immaginiamo lì con le braccine alzate per avvolgerci tutti come un papà che torna a casa dal lavoro, dimentichiamo tutto ciò che ci affan- na per guardare te ed ecco, tutto diventa più leggero, il cuore si riposa e viene quasi natura- le volersi bene e stare uniti. Signore, dopo anni di parole e alleanze tradite dagli uomini ricominci tutto da capo presentan- doti come sei: onnipotente con il cuore di un bambino capace di credere nel Padre e in noi. Aiutaci ad imitarti, a specchiarci su di te per ritrovare in noi la parte buona che abbiamo dimenticato e che non trasmettiamo più. Signore, aiutaci a credere nel prossimo, a risve- gliare la sua bontà come tu hai fatto con noi. Le nostre parole siano di tenerezza e rivelino l’amore che tanti discorsi fatti male, incompren- sioni e cattiverie hanno ormai offuscato. Gesù bambino che hai mosso i cuori di pastori rudi rendendoli generosi, fa' che la nostra mano si apra alla povertà, che in essa vediamo la fra- gilità di un bimbo, di una mamma e un papà abbandonati in una grotta; Signore che sei così buono, accendi i nostri cuori perché in mezzo a tante difficoltà possiamo portare la tua pace e il tuo respiro a tutte le persone che con le loro grida chiedono solo di essere amate. Gesù, con la tua nascita la tenerezza entra nel mondo: dona pace, finalmente riposo ai nostri cuori inquieti. Ci vuoi bene e questo solo conta, questo solo salva! Cari parrocchiani, buon Natale, in questa radio- sa notte lasciatevi prendere dalle emozioni, dal sentire qualche cosa... sarà il lieve tocco di Dio... tenetelo stretto, proteggete con le mani quella debole fiamma che si è accesa e vi invi- ta a camminare nella fede perché il mondo si trasformi con l’amore di Dio che si rivela attra- verso i vostri cuori. Buon Natale, cari amici! Don Filippo LA LETTERA DEL PARROCO È Natale È Natale ogni volta che sorridi ad un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. Beata Teresa di Calcutta 1

LA LETTERA DEL PARROCO - parrocchiasanpaolobiella.itparrocchiasanpaolobiella.it/pdf/bollettino_dicembre_2012.pdf · gilità di un bimbo, di una mamma e un papà abbandonati in una

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“Venite a me voi tutti che siete stanchi ed affati-cati e troverete ristoro per le vostre anime!”.Ed eccoci qui Signore, con i pastori nella grottadi Betlemme a contemplare ciò che veramenteci dona un po’ di pace: la tua tenerezza.Siamo qui a guardarti sperando di strapparti unsorriso o uno sguardo che dica che per tesiamo importanti.Ti immaginiamo lì con le braccine alzate peravvolgerci tutti come un papà che torna a casadal lavoro, dimentichiamo tutto ciò che ci affan-na per guardare te ed ecco, tutto diventa piùleggero, il cuore si riposa e viene quasi natura-le volersi bene e stare uniti.Signore, dopo anni di parole e alleanze traditedagli uomini ricominci tutto da capo presentan-doti come sei: onnipotente con il cuore di unbambino capace di credere nel Padre e in noi.Aiutaci ad imitarti, a specchiarci su di te perritrovare in noi la parte buona che abbiamodimenticato e che non trasmettiamo più.Signore, aiutaci a credere nel prossimo, a risve-gliare la sua bontà come tu hai fatto con noi.Le nostre parole siano di tenerezza e rivelinol’amore che tanti discorsi fatti male, incompren-sioni e cattiverie hanno ormai offuscato.Gesù bambino che hai mosso i cuori di pastorirudi rendendoli generosi, fa' che la nostra manosi apra alla povertà, che in essa vediamo la fra-gilità di un bimbo, di una mamma e un papàabbandonati in una grotta; Signore che sei cosìbuono, accendi i nostri cuori perché in mezzo atante difficoltà possiamo portare la tua pace e iltuo respiro a tutte le persone che con le lorogrida chiedono solo di essere amate.Gesù, con la tua nascita la tenerezza entra nelmondo: dona pace, finalmente riposo ai nostricuori inquieti. Ci vuoi bene e questo solo conta,questo solo salva! Cari parrocchiani, buon Natale, in questa radio-sa notte lasciatevi prendere dalle emozioni, dalsentire qualche cosa... sarà il lieve tocco diDio... tenetelo stretto, proteggete con le maniquella debole fiamma che si è accesa e vi invi-ta a camminare nella fede perché il mondo sitrasformi con l’amore di Dio che si rivela attra-verso i vostri cuori.

Buon Natale, cari amici!Don Filippo

LA LETTERA DEL PARROCO

È NataleÈ Natale ogni voltache sorridiad un fratello e gli tendi la mano.

È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.

È Natale ogni voltache riconoscicon umiltà i tuoi limitie la tua debolezza.

È Natale ogni voltache permetti al Signoredi rinascere per donarlo agli altri.

Beata Teresa di Calcutta

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Le nostre festività

DICEMBRE 2012DA DOMENICA 16 A LUNEDÌ 24: NOVENA DI NATALE

Alle ore 16,30 nella Cappella S. Pio X in via Lazio e a S. Paolo il 16 alle ore 17,30 - il 17 e 18 alle ore 18il 19 alle ore 21 - il 20 alle ore 18 - il 21 alle ore 21 - il 22 alle ore 18- il 23 alle ore 17,30 - il 24 alle ore 18

VENERDÌ 21Alle ore 21 novena di Natale con i ragazzi, i giovani e le famiglie

LUNEDÌ 24 - VIGILIA DI NATALEAlle ore 24 inizia la Santa Messa della Natività del Signore

MARTEDÌ 25 - NATALE DI GESÙ CRISTOSante Messe con orario festivo: ore 8,30 - (9 nella Cappella di Via Lazio) -10 - 11,30 - 18

Alle ore 17,30 Canto dei Vespri

MERCOLEDÌ 26 - SANTO STEFANO - PATRONO DI BIELLA E DELLA DIOCESISante Messe con orario feriale

LUNEDÌ 31 – ULTIMO GIORNO DELL’ANNOAlle ore 18 Rosario, Santa Messa e Te Deum di ringraziamento

GENNAIO 2013MARTEDÌ 1 - SANTA MARIA MADRE DI DIO - CAPODANNO CIVILESante Messe con orario festivo: Alle ore 17,30: Rosario e invocazione per la pace

DOMENICA 6 - EPIFANIA DEL SIGNORES. Messe con orario festivo. Alle ore 14,30 Adorazione Eucaristica fino alle ore 18

Ore 17,30 Canto dei Vespri e Benedizione Eucaristica

DOMENICA 13Dalle ore 14,30 alle ore 18 in chiesa: solenne Adorazione Eucaristica

DOMENICA 20Alle ore 16 in chiesa Celebrazione dell’Unzione degli Infermi

Inizia la settimana di preghiera in preparazione della Festa Patronale

DOMENICA 27 - FESTA PATRONALE NELLA CONVERSIONE DI SAN PAOLOS. Messe alle ore 8,30 - (9 nella Cappella S. Pio X) - 10,30 - (quella delle 11,30 è sospesa) - 18

Alle ore 17,30 Canto dei Vespri

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CONCILIO VATICANO II BUSSOLA SICURA PER LA CHIESA D'OGGI

Papa Benedetto XVI ha celebrato il grande evento di cinquant'anni fa

Alla vigilia dell’avvio dell’Anno della fede, in coincidenza con la ricor-renza dell’inizio del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962), di cui sicelebra il cinquantesimo anniversario, il Papa ha espresso il suo pensie-ro sul grande evento di cui è stato testimone diretto: “Esso ci apparecome un affresco dipinto nella sua grande molteplicità e varietà di ele-menti, sotto la guida dello Spirito Santo. E come di fronte a un grandequadro, di quel momento di grazia continuiamo anche oggi a cogliere lastraordinaria ricchezza, a riscoprirne particolari passaggi, frammenti,tasselli”.

Papa Benedetto XVI ha proseguito ricordando le parole del suo prede-cessore, il beato Giovanni Paolo II, pronunciate alle soglie del terzo mil-lennio: “Sento più che mai il dovere di additare il Concilio come la gran-de grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX; in esso ci è offer-ta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre”.

Un po’ di storia - “Penso che questa immagine sia eloquente - ha pro-seguito Benedetto XVI -. I documenti del Concilio Vaticano II, a cui bisogna ritornare, liberandoli da una massadi pubblicazioni che spesso invece di farli conoscere li hanno nascosti, sono, anche per il nostro tempo, una bus-sola che permette alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme etranquille, per navigare sicura e arrivare alla meta”....

“Nella storia della Chiesa- ha proseguito il Papa - vari Concili hanno preceduto il Vaticano II. Di solito questegrandi Assemblee ecclesiali sono state convocate per definire elementi fondamentali della fede, soprattutto cor-reggendo errori che la mettevano in pericolo. Pensiamo al Concilio di Nicea nel 325, per contrastare l’eresiaariana e ribadire con chiarezza la divinità di Gesù Figlio Unigenito di Dio Padre, o a quello di Efeso del 431 chedefinì Maria come Madre di Dio; a quello di Calcedonia del 451 che affermò l’unica persona di Cristo in duenature, la natura divina e quella umana. Per venire più vicino a noi, dobbiamo nominare il Concilio di Trento,nel XVI secolo, che ha chiarito punti essenziali della dottrina cattolica di fronte alla Riforma protestante... ;oppure il Vaticano I, che iniziò a riflettere su varie tematiche, ma ebbe il tempo di produrre solo due documenti- uno sulla conoscenza di Dio, la rivelazione, la fede e i rapporti con la ragione, e l’altro sul primato del Papa esull’infallibilità - perché fu interrotto per l’occupazione di Roma nel settembre del 1870”.

Cinquant’anni fa - “Se guardiamo al Concilio Ecumenico Vaticano II - è sempre il Papa a parlare - vediamoche in quel momento del cammino della Chiesa non c’erano particolari errori di fede da correggere o condanna-re, né vi erano specifiche questioni di dottrina o di disciplina da chiarire. Si può capire allora la sorpresa del pic-colo gruppo di cardinali presenti nella sala capitolare del monastero benedettino a San Paolo Fuori le Mura,quando, il 25 gennaio 1959, il beato Giovanni XXIII annunciò il Sinodo diocesano per Roma e il Concilio perla Chiesa Universale... Nel discorso di apertura, l’11 ottobre di cinquant’anni fa, Giovanni XXIII diede un’indi-cazione generale: la fede doveva parlare in un modo “rinnovato”, più incisivo - perché il mondo stava rapida-mente cambiando - mantenendo però intatti i suoi contenuti perenni , senza cedimenti o compromessi. Il Papadesiderava che la Chiesa riflettesse sulla sua fede, sulle verità che la guidano. Ma da questa seria, approfonditariflessione sulla fede, doveva essere delineato in modo nuovo il rapporto tra la Chiesa e l’età moderna, tra ilCristianesimo e certi elementi essenziali del pensiero moderno, non per conformarsi ad esso, ma per presentarea questo nostro mondo, che tende ad allontanarsi da Dio, l’esigenza del Vangelo in tutta la sua grandezza e intutta la sua purezza...”.

Riscoprire la bellezza della fede- “...Il Concilio Vaticano II - ha concluso il Papa - è per noi un forte appello ariscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un più intenso rapportocon il Signore, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristiana. La Vergine Maria, Madre di Cristo e di tuttala Chiesa, ci aiuti a realizzare e a portare a compimento quanto i Padri conciliari, animati dallo Spirito Santo,custodivano nel cuore: il desiderio che tutti possano conoscere il Vangelo e incontrare il Signore Gesù come via,verità e vita”.

cp

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CONOSCERE IL CATECHISMO E' proprio vero che noi cristiani di oggi sappiamo tutto

della nostra fede?

“Io Credo” frase estremamente semplice, ma talmente coinvolgente la persona umana nella sua interezza che èanche estremamente ricca. Semplicità/ricchezza che nel caso della nostra fede

aumenta ancor di più perché per un cristiano la frase “Io Credo” vuol direrisposta all’intervento di Dio nella storia, che «volendo aprire la via di

una salvezza superiore, fin dal principio manifestò se stesso ai progeni-tori» fino a mandarci il suo Figlio fatto Uomo, che «col fatto stessodella sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parolee con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con lasua morte e la sua risurrezione, e infine con l'invio dello Spirito diverità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testi-monianza divina», come ha insegnato nella costituzione dogmaticaDei Verbum il Concilio Vaticano II (a proposito: tanti auguri

Concilio, sono 50… e sembra ieri!). E se lo “Io Credo” di 2000 anni fa inserisce la persona nel mistero di

Dio esattamente come lo “Io Credo” che diciamo oggi, il contenuto diquesta fede si è andato man mano chiarendo e specificando, come va

chiarendosi e specificandosi un embrione che pian piano diventa feto e poineonato e poi bambino e poi adolescente ecc. Ma è proprio vero che noi cristiani

del 2012 conosciamo così bene la nostra fede?! Pensiamo che basti il catechismo fatto da piccoli per conoscer-la?! Ecco appunto il catechismo…La catechesi è sempre stata un aspetto essenziale dell’opera evangelizzatrice della Chiesa, volto all’approfondi-mento del mistero cristiano con parole e testi, a cui si affiancavano i misteri celebrati (la liturgia), vissuti (la fan-tasia dei santi) e culturalmente tradotti da vari artisti con i loro dipinti, sculture, musiche e quant’altro riuscissea dire le stesse verità in modi diversi. Fino ai primi del ‘900 ogni diocesi (o raggruppamenti di diocesi) si scri-veva il proprio catechismo, ma poi Pio X decise di scriverne uno che facesse da base per tutti gli altri: era tal-mente carino che molte diocesi decisero (per pigrizia?!) di usare quello senza adattamenti. Nel frattempo dal 1962 al 1965 la Chiesa, con il Concilio Vaticano II, da un lato ha approfondito la sua fede edall'altro ha posto le basi per cercare di dirla all’uomo “moderno” che ha una sensibilità culturale leggermentediversa da quello “antico”. Ecco allora che molte diocesi si sono messe a riaggiornare i loro catechismi, comenel caso di quelle italiane, che in maniera congiunta editarono catechismi per ogni fascia di età (bambini, fan-ciulli, ragazzi, giovani e adulti; vedasi www.educat.it), fino a che in una riunione mondiale (alias Sinodo) divescovi del 1985 si decise che era bene avere un testo unico di riferimento su cui basarsi. Così nel 1986 è partitala macchina organizzativa che ha coinvolto le realtà ecclesiali di tutto il mondo e che ha portato l’11 ottobre1992 alla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (chiamato dagli amici CCC).Come è strutturato questo catechismo? Ve lo dico con le parole di Giovanni Paolo II: «Le quattro parti sonolegate le une alle altre: il mistero cristiano è l’oggetto della fede (prima parte); è celebrato e comunicato nelleazioni liturgiche (seconda parte); è presente per illuminare e sostenere i figli di Dio nel loro agire (terza parte);fonda la nostra preghiera, la cui espressione privilegiata è il “Padre nostro”, e costituisce l’oggetto della nostrasupplica, della nostra lode, della nostra intercessione (quarta parte)».Cosa resta da dire? Che non resti un bel libro da ornamento, come ce ne sono tanti nelle nostre case, ma chediventi sempre più uno strumento di consultazione, un fedele compagno di viaggio nel nostro cammino di fede.

Don Gabriele Leone

INCONTRI DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO PER FIDANZATI

«Il modello originario della famiglia va ricercato in Dio stesso, nel mistero trinitario della sua vita. Il “Noi” divi-no costituisce il modello eterno del “Noi” umano; di quel “Noi” innanzitutto che è formato dall'uomo e dalladonna, creati ad immagine e somiglianza divina»

Giovanni Paolo II

Gli incontri per fidanzati in preparazione al matrimonio inizieranno sabato 2 febbraio alle ore 21 in parroc-chia in via Zara 16. Per l’iscrizione telefonare al numero 015 23512

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Il vescovo emerito Massimo mancato improvvisamente lo scorso 4 dicembre

ADDIO A MONSIGNOR GIUSTETTI PASTORE MITE E BUONO

“Il dovere di una Diocesi, quandoaccompagna la salma del vescovoalla sepoltura e presenta al Signorela sua vita, è di accogliere l’ereditàche ci lascia. E l’eredità non è sol-tanto la sua dottrina profonda - frut-to di preparazione, di studio, dimeditazione e di preghiera - maanche la sua cordialità e capacità dicreare fraternità e guida pastoralenelle varie Chiese dove è stato pasto-re. Quando un vescovo muore unaDiocesi ha il dovere di ricordarequanto questo uomo ha dato, nonsolo come insegnamento, ma anchecome sacrificio nell’offerta della suavita, del suo tempo, delle sue energieper annunciarvi il Vangelo e indicar-vi le vie del Cielo...”. Queste le paro-le vibranti di commozione del cardi-nale Severino Poletto, arcivescovo diTorino, nel ricordare monsignorMassimo Giustetti durante le solenniesequie svoltesi nel pomeriggio di giovedì 6 dicembre nella chiesa di San Sebastiano, alla presenza di una gran-de folla di persone accorse a dare l’ultimo saluto a “padre Massimo”. Erano presenti quasi tutti i vescovi pie-montesi, in mezzo ad una fittissima rappresentanza del clero biellese.

Mancherà anche fra di noi, a San Paolo, il sorriso mite e la grande disponibilità del vescovo emerito MassimoGiustetti, che univa alla spontanea semplicità del tratto una dottrina profonda, da “innamorato della parola diDio” , come ha ricordato il nostro vescovo mons. Gabriele Mana nella sua commossa commemorazione.

Colpito da grave emorragia cerebrale all’alba di lunedì 3 dicembre nella sua abitazione di Muzzano,mons. Giustetti è mancato il giorno successivo all’ospedale di Biella. La notizia rapidamente diffusa hasuscitato grande cordoglio in tutta la Diocesi. Nato a Rive di Pinerolo il 26 febbraio 1926, venne ordinatosacerdote nel 1950, fu chiamato presto a prestigiosi incarichi a livello locale e nazionale e divenne nel1972 vescovo della sua stessa diocesi di Pinerolo. Fu anche vescovo di Mondovì. Fece il suo ingresso comevescovo a Biella l’8 febbraio 1987 e si dimise nel 2001 per raggiunti limiti di età. Proprio quest’anno erastato ricordato il suo 40° anniversario di ordinazione episcopale. Tutti conoscevano padre Massimo, comeamava essere chiamato, tutti amavano la sua semplice spontaneità e la sua sincera attenzione verso chiun-que incontrasse. Le sue omelie erano semplici e profonde allo stesso tempo, attentamente meditate e inci-sive. Sintetiche, chiare, andavano diritte al cuore.

Nella sua omelia alle solenni esequie mons. Mana ha ricordato ancora “come indicazioni della grandezza delsuo cuore e della sua fede”, la frequente celebrazione del sacramento della penitenza, la visite settimanali invescovado, gli incontri frequenti con i sacerdoti infermi e, ancora, “la salita settimanale a Oropa, quasi sempreal sabato, per celebrare, per pregare, per passeggiare”. Padre Massimo, ha dichiarato il vescovo di Biella, hacontribuito enormemente alla fede della nostra comunità diocesana. E’ stato il “pastore saggio, mite e buono”che ha posato il suo sguardo non sul peccato o sul limite, ma sulle persone e sul loro bisogno di essere aiutate edi essere salvate. “Il suo è stato come lo sguardo di Gesù”. E ancora vanno ricordate le parole del cardinal Poletto: “Il paradiso non è un luogo, ma una condizione e cioèessere con Dio. Dio è dappertutto, anche qui. Il vostro vescovo Massimo è qui con noi e prega per noi, mentrenoi preghiamo per lui”.

cp

Mons. Massimo Giustetti con don Tullio Vitale(Foto Fighera)

UN ORGANO DA RESTAURARE: DONO TRA PASSATO E FUTURO

“MI PRESENTOSalve a tutti, sono l’organo dellaChiesa di San Paolo.Sono nato sotto squilli di trombanella Pasqua del 1961 con circametà pezzi di un organo del 1861ed altri nuovi, ma ora sono piut-tosto vecchio e malconcio, solosoletto su quella bella balconatain legno che decora la nostrachiesa, e soprattutto stonato!Chi ha avuto la gioia di sentirmida “giovane” sa che avevo dadire la mia, ma ora? Che cos’hoancora da donare alla Chiesa diSan Paolo, alla mia famiglia par-rocchiale?!Ho bisogno di un restauro urgen-te piuttosto complesso. Ed è perquesto motivo che, comunitariamente, il parroco, la Confraternita di SS. Paolo ed Elisabetta e il Consigliopastorale della nostra parrocchia, hanno deciso di fare un regalo al Signore e alla nostra amata chiesa, primaancora che a me. Basta sentirmi suonare (suono anche da solo, fischiando, sibilando e rumoreggiando!) percapire che ho bisogno di aiuto. Ed ecco che in occasione del Centenario della posa della prima pietra della Chiesatornerò a suonare, impo-nente, dolce e melodioso, trionfale per santificare il nome di Gesù e della Sua chiesa” .

QUALCHE DATO TECNICOSappiamo che il momento storico di crisi che tutti i giorni viviamo potrebbe non suggerire questo importantepasso, volto al recupero di un organo che presenta gravi problematiche foniche e di funzionamento dello stru-mento stesso. Esso è composto da canne storiche molto pregevoli ma anche da canne in zinco di minore qualità. L’intervento è volto al rifacimento architettonico della struttura, ad una variazione nella disposizione dellecanne in facciata ed indirizzato alla realizzazione di nuove casse foniche in legno che andranno a modificare lafacciata del nostro organo. Era stato realizzato dalla Ditta Marzi & figli nel 1961 a seguito di un lascito impor-tante di 8 milioni di Lire, ma purtroppo da qualche anno volge in pessimo stato di deterioramento. Ed è proprio da allora che la nostra parrocchia non fa un dono al Signore! Ecco quindi che è arrivato il tempodi regalare qualcosa di bello e importante a Dioper dirgli grazie e onorarlo nei secoli a venire.

L’organo esistente è stato smontato nelle settimane scorse da tecnici competenti della Ditta Vegezzi-Bossi –Antica bottega artigiana di Brondino Vegezzi-Bossie subirà i restauri di cui ha bisogno per poi tornare a suonarenella Notte di Natale del 2014. Tanto è il tempo che serve per restaurare un organo! Pensate che solamente per accordare le canne (nuove e vecchie) da cui è composto, che da Cuneo – sede dellaDitta – torneranno a Biella solo nel 2014, ci vorranno un paio di mesi.Dopo un attento sopralluogo, in seguito alla stesura del preventivo e grazie ad un dialogo sempre costruttivo adopera della Ditta Vegezzi-Bossi, il Caep – Consiglio per gli Affari Economici della nostra parrocchia ha decisodi investire del denaro nel restauro di un opera artistica di pregio che durerà per i secoli a venire.Piero Marinone, membro del suddetto Caep, gruppo che si occupa delle scelte economiche, insieme con il par-roco rendono noti i seguenti costi.Il costo complessivo per il restauro dell’organo è di circa 190.000 euro.

Una importante parte di questo costo sarà finanziata dall’esterno; in particolare euro 49.500 dall’otto per mille(8/1000) alla chiesa cattolica, euro 50.000 dall’eredità di Caterina Botto, dall’eredità di Rosita Maggia, e dall’e-redità di Giuliana Giavina e Mario Giordano. Si ipotizza e si spera che almeno euro 30.000 saranno stanziati a seguito delle richieste alle Fondazioni (di cui siè già inoltrato la domanda). Rimarrebbero ancora da rintracciare euro 60.500e questo è l’aiuto che viene chiesto ai parrocchiani di SanPaolo, da qui fino all’anno 2014.

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Conosciamo la generosità dei parrocchiani e degli amici che frequentano lanostra chiesa e, nonostante il momento storico in cui viviamo, sappiamoche ognuno donerà quanto gli sarà permesso con animo generoso e unocchio di riguardo alla grandezza del Signore che, con il restauro dell’orga-no, torna a vivere in musica.Senza voler fare i conti in tasca a nessuno, tracciamo solo un ipotesi di spesapersonale che ognuno potrebbe donare con cuore prodigo per l’organo. Supponendo che 10.000 persone offrano alla Chiesa euro 3,05 all’anno inpiù delle normali offerte che settimanalmente doniamo alla parrocchia, indue anni avremo la somma che manca all’appello. Se invece dividiamo la cifra mancante di euro 60.500 per 1.000 personenell’arco dei due anni, sarebbero necessari euro 30,25 all’anno da parte diognuno, che ridivisi su 12 mesi diventerebbero circa euro 2,50 al mese. È solo una goccia in un oceano, ma sappiamo che dai gesti piccoli nasconoopere importanti! E la nostra parrocchia ne è capace.

RIFLESSIONIMa ecco che sorgono importanti domande dentro di noi.Perché invece non utilizzano questi soldi per sistemare qualche locale dellaparrocchia?Non è meglio aiutare i poveri del nostro quartiere e della nostra città, lemissioni cristiane sparse per il mondo? Per prima cosa bisogna dire che la parrocchia di San Paolo è da sempremolto attenta alle necessità dei più bisognosi e alla povertà in generale. Diversi gruppi parrocchiali si occupano costantemente di dare una manoalle famiglie in difficoltà e tengono contatti con operazioni missionarieall’estero. Pensate che solo nell’ultimo anno sono stati finanziati progettiper circa euro 60.000.

Molti si chiederanno comunque perché la scelta del restauro dell’organo. I motivi sono molteplici e tutti egualmente validi. L’organo, prima di noi, era stato voluto dalla Comunità e dai precedenti Pastori, ed è quindi un bene (e non unbanale oggetto!) esistente. Non si può far finta di nulla e lasciarlo in questo stato. Inoltre è un bene tutelato dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Piemonteeper questo motivo, per poter eseguire i lavori di restauro, abbiamo dovuto richiedere un’autorizzazione specificaall’intervento. L’organo possiede alcune canne che risalgono ad un precedente organo del 1800 ed è quindi da conservare per-ché di grande interesse dal punto di vista storico-artistico. Proprio per il fatto che qualcuno prima di noi l’havoluto fortemente, ci dovrebbe spronare ancor più a non sprecare né rovinare un lascito così storicamente e arti-sticamente importante. Se nella vostra vita avete avuto modo di sentire suonare un organo in buono stato, realizzato accuratamente eminuziosamente con mano artigiana, sapete che questo “manufatto” rende onore al Signore, rende migliore eavvicina la nostra debole preghiera a Dio, la fa salire verso l’alto, verso il cielo. Un organo che suona in una chiesa è la voce della Comunità che sale al Signoreper dialogare con Lui. Quindiè un bene che se lo si lascia andare va perduto irrimediabilmente!Il nostro vuole innanzitutto essere un regalo al Signore che da cento anni ha la casa in questo quartiere e alle

generazioni future (in un mondo che purtroppolascia poco spazio al futuro) perché un organo,se realizzato, restaurato e conservato bene, durasecoli e parla da sé attraverso la storia culturaledi una comunità e allo stile architettonico e arti-stico che possiede.

Roberta Antonelli

Per chi volesse donare al Signore quello che sisente, può farlo per mezzo delle iniziative chepartiranno da dicembre in avanti oppure a mezzodi bonifico bancario segnalato qui di seguitomettendo la causale: organo.Credem - Parrocchia di S. Paolo - Dati IBANIT12 VO3O 3222 3000 1000 0000 642 Intestato a Parrocchia di San Paolo, Biella.

L'autrice di questo arti-colo, architetto RobertaAntonelli, si è fatta cari-co del rilievo di tutti i lo-cali parrocchiali (insiemecon Eli Bonizzi), della ri-strutturazione della cuci-na del seminterrato edella messa in sicurezzadel vano scala.E sta seguendo attiva-mente il progetto di re-stauro dell'organo.

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I Sanpaolini scalano l’unico 4000 italiano!

La “Spedizione Madonnara”, così denominata dal nostro Vice, don Gacio, consiste nella scalata delGran Paradiso, unico quattromila interamente in territorio italiano (4061 metri). L’idea di affidare la

Casa Alpina e tutti i ragazzi parteci-panti ai campeggi estivi alla Ma-donnina, posta sulla sommità dellavetta, non poteva che venire dal no-stro parroco, che è un grande arteficeper quanto riguarda iniziative e pro-poste di alto livello.Il tema centrale ed essenziale è stato,senza ombra di dubbio, la condivisio-ne: tutti i partecipanti hanno concor-dato sul fatto di fare tutto insieme,perché San Paolo è per prima cosauna grande famiglia in cui ci si metteal servizio degli altri e ci si aiuta avicenda. Infatti certe esperienze tirestano impresse nella mente proprioperché sono vissute con le personeche fanno parte di quella realtà mera-vigliosa che è la nostra parrocchia.

Salire sul Gran Paradiso è stato uno dei tantifesteggiamenti voluti per i 15 anni di attività dellaCasa Alpinae, concedetemelo, è stata una possibilitàgrazie alla quale siamo riusciti a toccare con mano lamaterna protezione di Maria che aiuterà sempre noi ele persone a noi più care.Siamo partiti, a metà pomeriggio di mercoledì 13giugno da Pont e abbiamo pernottato al rifugioVittorio Emanuele II. Il giorno seguente sveglia alle3,40, colazione e poi inizia la salita fino alla cima: iltempo è stato clemente anche se l’aria gelida era unamazzata ulteriore da aggiungere alla fatica. Dopoaver ammirato e contemplato la vista dalla vetta,siamo ridiscesi fino a Pont, a cui è seguita una tappa

rapida in Casa Alpina per un ottimopiatto di pasta cucinato da PippoRessico per riprendere le forze (vistoche non avevamo pranzato) prima delrientro in serata a Biella.Torni a casa, riprendi la tua routinequotidiana e ti accorgi che non doveviarrivare a 4061 metri di altezza: ilGran Paradiso ce l’hai tutti i giornivicino a te, davanti ai tuoi occhi, sonogli amici e le persone care, affidabili,disponibili, sempre pronti ad aiutarti,a darti consigli utili, ad incoraggiartie spronarti per raggiungere gli obietti-vi prefissati. Grazie a tutti!

Alberto Toso

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FESTA DELLA CASA ALPINA A VALSAVARENCHE

Le parole del Priore: un gesto di amore e di condivisione

Organizzare un Evento! Facile a dirsi, un po’ meno a metterlo in pratica.E così, quando all’inizio dell’anno il nostro Parroco ha introdotto l’argo-mento nel corso di un incontro del Consiglio Pastorale, c’e’ stato unimmediato affollarsi di idee, progetti, iniziative.Tanti, a gruppi e sottogruppi, si sono immediatamente proposti per unariedizione, ovviamente aggiornata e migliorata, di quanto già messo incampo in analoghe passate edizioni. Nella mezz’ora successiva, si è par-lato, in una cacofonia di dialoghi,monologhi, battute e aneddoti, diquanto era possibile, auspicabile, preferibile fare per dare all’evento iltono giusto, per poi concludere la serata con la promessa di rincontrarsiper finalizzare le tante diverse idee in un unico progetto.Ora, rientrando a casa, ripensavo con una certa apprensione a quantoavevo assistito. Apprensione aggravata dal fatto che don Filippo,a mar-gine dell’incontro, mi aveva chiesto di dargli una mano nella organizza-zione della Festa.Pensavo, in particolare, come sarebbe stato difficile mettere in sistemale tante diversissime iniziative proposte, tutte valide ed efficaci ma ciascuna delle quali individuavala stessa come centro dell’evento e non si preoccupava minimamente di trovare un punto di salda-tura o di continuità con le altre.Pensavo che era indispensabile definire una organizzazione, ma che era altrettanto importante valo-rizzare tutte le iniziative proposte perché la festa, per essere vera doveva nascere dalle idee di tuttie non da un copione imposto da pochi.I miei dubbi, le mie tante perplessità hanno lasciato spazio all’ammirazione e alla soddisfazionequando gli incontri successivi, ottimamente diretti da don Gabriele, hanno consentito di individuarecon chiarezza i momenti in cui parzializzare l’evento e hanno fatto emergere tante singole volontà,tutte univocamente orientate alla realizzazione di un unico grande progetto.E poi è venuto il momento della realizzazione.Due giorni intensi, di condivisione del lavoro e di sforzo, ma anche e soprattutto di amicizia.Quello che è stato messo in campo, il rigore con cui tutti hanno soddisfatto gli impegni che si eranoassunti, il rispetto della puntualità nell’esecuzione delle singole fasi, l’impegno dimostrato da tantis-simi di tutte le età è stato sicuramente l’aspetto impareggiabile ed indimenticabile della Festa.E una vera Festa è stata e come tale tutti noi che l’abbiamo vissuta la ricorderemo. Quanto è avvenuto, in un fine settimana di giugno a Valsavarenche e che, nel gergo che mi è abituale,definirei “esecuzione perfetta di un evento complesso”, più semplicemente può essere chiamato gestod’amore e condivisione di una Comunità che si sente tale e che sa identificarsi.

Il priore Claudio Vercellotti

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UN FILO DI PREGHIERA Nel nome di Rosita Maggia i 15 anni della Casa alpina

Un legame ideale per unire i parrocchiani di SanPaolo con i ragazzi che salgono al campeggio inValsavarenche, una preghiera reciproca da recitareogni sera: chi è in Casa Alpina pregherà per chi èrimasto in città,chi è a casa si impegna a raccoman-dare a Dio "i nostri ragazzi, perché il Signore illumi-ni la loro strada verso il bene".L'invito di don Filippo è partito durante l'incontro dipreghiera che ha preceduto la festa per i 15 annidella Casa Alpina e tutti hanno ricevuto il testo delledoppia orazione da recitare. Un filo ideale ed etereo ma percettibile, che si è

mantenuto teso e forte per tutta la durata dei campeggiestivi, avvicinando generazioni diverse e allentando, forse, l'ansia da "distacco" che immancabilmenteprende le famiglie dei più piccoli, in partenza per il loro primo campeggio.Nella bella giornata di sole, in mezzo a tanta gente arrivata in Valsa per festeggiare i 15 anni dellaCasa Alpina, c'erano anche loro, i piccoli di quarta e quinta elementare, loro che al tempo dell'inaugu-razione della Casa (1997) non erano ancora nati e che quindi poco sanno delle persone e degli avveni-menti che hanno portato alla realizzazione della bella struttura. La festa prevedeva anche la cerimoniaper intitolare a ROSITA MAGGIA la casetta delle cuoche, da tempo utilizzata in aggiunta alla CasaAlpina, ma ancora senza un nome " ufficiale".La figura di ROSITA MAGGIA, scomparsa nel 2010, è emersa viva e forte dalle parole affettuosedelle persone che l'hanno ricordata, riassumendo la sua vita e il suo grande impegno per la parrocchiadi San Paolo e per i giovani in particolare , Anche i ragazzi presenti hanno ascoltato la storia di "quellapiccola grande donna" che ha lasciato un segno del suo passaggio nel cuore di chi l'ha conosciuta:sarebbe bello pensare che, leggendo il suo nome inciso sulla targa della Casa, durante i campeggifuturi questi ragazzi rivolgano un pensiero riconoscente a ROSITA.Se così sarà, potremo dire che un altro filo prezioso, quello della memoria , non si è ancora spezzato econtinua a tenere legate tra loro le nostre generazioni.

Margherita

Miranda Maggia ricorda la sorella Rosita

Un’immagine dell’inaugurazione della “Casa Rosita Maggia” che spicca al centro della foto

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ESTATE + GESU’ = CAMPEGGI

Venerdì 15 giugno 2012, ore 21, piazza della chiesa affollata, che succede? E’ lanovità dell’anno: i campeggi cominciano tutti insieme con una preghiera in chie-sa, ragazzi, animatori, cuoche, preti e genitori … perché?! Perché negli anni si èvisto che tra tutti si rischiava di perdere di vista il cuore dei campeggi inValsavarenche e cioè che essi sono anzitutto un’esperienza di fede, momenti incui Gesù chiama a stare più vicino a Lui e non solo chi sale, ma anche chi sta aBiella. Proprio per questo durante i campeggi dalla Valsavarenche si pregava ognisera per quelli che erano a Biella e molta gente da Biella pregava per quelli cheerano in Valsavarenche, usando entrambi delle preghiere consegnate il 15 giugno.Mi è così venuto in mente che quest’anno voglio dedicare questo spazio a spiegar-vi cosa significhino i campeggi per l’esperienza di fede di una persona e per farloho chiesto a qualcuno degli animatori un po’ più avanti con gli anni di raccontarlo.E’ una domanda strana, perché siamo poco abituati a parlare della nostra fede,siamo più abituati a “farla”, ma tra tutti dobbiamo tornare anche a raccontarla,anche perché il buon Gesù ha annunciato il regno di Dio proprio così: con

opere/segni e con discorsi, la maggior parte dei quali erano racconti (le famose parabole). Se lo ha fatto lui che «dàorigine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12,2), volete che non Gli chiediamo un aiuto per farlo anche noi?!E allora via ai racconti, anzi no, prima un consiglio: leggeteli con discrezione, simpatia e gusto. Con discrezione,perché chi cerca di raccontare la propria fede si espone e non poco; con simpatia, perché penso siano tra i primi ten-tativi di cercare di unire “esperienze estive sanpaoline” e “fede” (al di là dei soliti “qui mi sento più vicino a Dio” osimili); e infine con gusto, perché ognuno ha il suo modo di raccontare e per capirlo bisogna aver letto tutto il pezzo,magari anche più volte, un po’ come quando si gusta del vino e si deve capirne le caratteristiche.

Gabrieledon

“Prendere acqua” è un modo di dire popolare per dire che ci si è trovati sotto un acquazzone, e fin qui tuttotorna, ma prendere la pioggia in montagna è un’altra cosa e a chi non è capitato difficilmente riuscirà a seguirmiin queste righe; ma tentar non nuoce!Ci troviamo su un qualche sentiero della Valsavaranche, o della Val Visdende (e chi c’era sa che stende!) o sepreferite in qualsiasi luogo delle terre alte; siamo in gruppo, stiamo facendoci “del male” volontariamente, anzi,pagando pure! Scrutiamo il cielo ed ecco delle nubi che addensandosi iniziano a cascarci addosso. Dramma.Oggi 25 ottobre fuori dalla mia finestra piove. Non ho bisogno di uscire, ma piove, in conseguenza sono triste,abbacchiato, annoiato. Ma là sopra quando pioveva non era così, ora non voglio tesser le lodi delle catinelle alpi-ne ma sogno insistentemente quell’atteggiamento interiore che nasce dentro di te quando vedi volgere al peggio ilmeteo in montagna. Ti preoccupi di più o di meno a seconda del colore delle nubi; dell’età dei tuoi amici di cam-mino; di quanta strada hai da fare ancora prima di trovar riparo... ecco la ragione. Ma dall’altra sai che stai sudan-do, faticando, gioendo, incoraggiando. In breve, vivendo, in attesa della meta apprezzandone il cammino che aessa conduce... ecco la fede. Ma il cammino è uno solo, la meta è là sopra, c’è qualcosa dentro che ti spinge asalire con diciannove chili sulle spalle (quando magari ne pesi si e no cinquanta). Buon anno della fede a tutti.

Emanuele

Gruppo Animatori

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Durante un campeggio ti sembra di vivere in un altro mondo, perché hail’opportunità di passare alcuni giorni con i tuoi amici più cari e di confron-tarti sovente su molti temi. Quello che si apprezza di più è lo spirito comuni-tario di collaborazione che c’è tra di noi: sintonia e comunione d’intenti tragli animatori e i sacerdoti, condivisione e disponibilità tra i ragazzi e tantissi-ma gioia tra tutti. Questa proposta formativa, che è un punto fermo di SanPaolo, serve innanzitutto a responsabilizzare i ragazzi facendo una vera epropria autogestione di tutte le attività che si svolgono in Casa Alpina. Icampeggi ti aiutano a crescere nella fede perché ti fanno maturare e sentirepiù “grande”, dandoti dei ruoli di responsabilità sempre maggiori negli annifino ad arrivare poi ad essere animatore, quando ti accorgi di tutta l’organiz-zazione che sta dietro ad un campeggio. Sono dieci giorni molto intensi, maper prepararli bisogna spendere molto tempo, anche se la fatica viene poisubito cancellata da un sorriso o da un abbraccio di un ragazzo che si stadivertendo grazie al tuo lavoro.Tornando da un campeggio riesci a dare la giusta importanza alle personeche incontri; i servizi che svolgi ti servono come arricchimento personale e,soprattutto, come aiuto nella vita. Ti senti più allegro e sereno perché ti seivoluto mettere in gioco e hai condiviso le tue abilità con gli altri ragazzi inun’unione magnifica che ti fa sentire meglio. I momenti di preghiera e leMesse quotidiane ti aiutano con la fede, ma l’accorgersi delle piccole cose,l’aiutare e stare vicino ad un amico in difficoltà, l’interesse verso gli altri, ilrispetto reciproco e lo stimolo a farsi sempre delle domande, ti danno quelvalore aggiunto che ti serve per sentirti ancora di più parte integrante dellavita cristiana. Siamo tutti figli di Dio e facciamo parte di un’unica famiglia;per vivere bene in comunità ci sono delle regole da rispettare, non per “farepiacere” agli animatori ed ai sacerdoti, ma perché sono utili per il percorso dicrescita personale e professionale che si realizza grazie ad esperienze di fedecome lo sono i Campeggi. Tutto quello che si vive durante un campeggioposso riassumerlo con una ricetta: “Testa, cuore, valori e tanta allegria.Mescolare continuamente il tutto con la fede e servirlo ogni giorno, ogni ora,ogni minuto, ogni secondo”.

Alberto

Estate, 5 agosto. Gradi sopra lo zero? ...nessuno.Una ventina di ragazzi o poco più cammina in salita sotto la neve... sullespalle un zaino di circa 20 kg di peso... non si può tornare indietro, in avantinessun riparo... solo qualche mucca qua e là. Prospettive per le prossimeore? camminare e basta. Dopo qualche tempo la situazione non migliora: ivestiti? zuppi. I k-way? beh, a quanto pare dopo qualche ora si arrendonoanche loro. Le gambe? gelate e rosse per il freddo. I piedi? bagnati. Lavoglia di parlare, ridere e cantare che fino ad adesso è riuscita a far trascorre-re un po’ più in fretta quei km? ormai ce l’hanno solo in pochi. Insomma lafine sembra lontana... ridi per non piangere... oppure piangi perché sei sfinito

PREGHIERE PER IL CAMPEGGIO

Dei ragazzi - SignoreGesù - tu prendevi in dispar-te solo le persone più care, tiringraziamo di averci sceltocome amici e, in questa setti-mana, di averci chiamato incampeggio a vivere con te.Ti preghiamo, i l lumina ilnostro futuro. I l lumina lagiornata che Tu, gli animato-ri, le cuoche e i nostri com-pagni ci avete donato arric-chita dal nostro impegno adessere buoni. Ti preghiamoSignore, da quassù compren-diamo quanto è cara lanostra famiglia, benedicipapà e mamma, i nostri fra-telli, i nostri amici e tutte lepersone che non amiamoabbastanza. Perdonaci seoggi non ci siamo comporta-ti come tu avresti voluto,facci la grazia di vivere benela giornata che ci attende.Signore, in questa notteveglia sui nostri cari e suinostri compagni di campeg-gio. Amen.

Dei genitori - Signore Ge-sù - tu prendevi in dispartesolo le persone più care, tiringraziamo di aver scelto inostri ragazzi come amici e,in questa settimana, di averlichiamati in campeggio pervivere con te. Fa, o Signore,che staccandosi dalla quoti-dianità scoprano la gioia nelseguirti sulla via del sacrificioe della condivisione. Aiutaliad apprezzare la grandezzadei piccoli gesti e della pic-cole cose che costruiscono i“veri miracoli”.Signore, illumina il futuro deinostri figli perché possanoscoprire la loro vocazione, fa’che non siano mai pigri nelfare il bene, dona loro laforza di stare lontani daigenitori scoprendo la gioiadi riabbracciarli al termine diquesta settimana.Signore, in questa notteveglia sui nostri ragazzi e sucoloro che generosamente liaccompagnano. Amen.

Primo Turno

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e ti sembra tutto inutile.Eppure quel gruppettoviene raggiunto da duepersone perfettamenteasciutte e calde, sonofacce amiche e sonoarrivate in macchina...quindi pensi subito efai due calcoli:...la stra-da asfaltata è vicina,loro sono troppo asciut-ti per aver trascorsoanche solo 15 minutifuori, sotto queltempo... ma certo, se lastrada è vicina anche lafine è vicina... e allorale saluti con gioia, nonsolo perché ne sentivila mancanza e le volevi

con te fin dal primo giorno, ma perché “ci siamo quasi”... e poi ti rendi conto che è da poco passata l’ora dipranzo e noi non ci siamo ancora fermati per mangiare. Ripari in giro non ce ne sono, se non qualche casa pri-vata, e soprattutto dopo pranzo dovrai camminare ancora qualche ora..in quelle condizioni... Meglio non pensar-ci,cammina... vai avanti e continua a ridere per non piangere... ma poi... un miracolo? probabile... non capiscocome ma ci intrufoliamo tutti sporchi, infangati e umidi in un albergo/ristorante. La proprietaria (forse pococonsapevole dei rischi che corre)ci mette a disposizione una sala e oltre a permettere di riscaldarci un po’, cioffre anche qualcosa di caldo da bere... Meglio di così in quel giorno non poteva andare... una benedizione... unpo’ di energia.

Estate, 20 agosto. Gradi sopra lo zero? ...quaranta... all’incirca.Anche qui... poco più di venti ragazzi, dopo aver fatto qualche chilometro sotto il sole cocente della periferia diMadrid, si ritrova in un aerodromo: i “Cuatro Vientos”. La sera ci sarà la veglia con il Papa e sempre con lui lamessa conclusiva della GMG il giorno dopo... In realtà non siamo solo 20... saremo qualche milione... giovani (enon) provenienti da tutto il mondo. Personalmente appena posato lo zaino (che questa volta pesa molto meno) mistendo a terra stroncata dal caldo e dalla disidratazione... Non sono da sola, come me c’è Alberto che forse sta anchepeggio... mi chiedo cosa sto facendo e perché devo stare così male: sono letteralmente distrutta, la testa confusa epesante...dopo qualche tempo per me indefinito sento urlare “I bomberos!I bomberos!” e qualcuno trascina me eAlberto in mezzo alla calca... i pompieri ci schizzano addosso acqua fredda... una benedizione, un po’ di energia.Stesso giorno, qualche ora dopo... la spossatezza sembra migliorata, dopo cena aspettiamo tutti l’arrivo del Papaper la veglia. Alzo gli occhi al cielo: nuvole minacciose si presentano alla nostra sinistra. ”Beh, sono lontane”.Passano i minuti e ci prepariamo alla preghiera... le nuvole sono più grandi, più nere, più vicine... ”Beh,il ventole porterà via”. Inizia la veglia: dopo qualche minuto, una goccia, poi altre: ed ecco l’arrivo del Papa, i saluti...gocce sempre più fitte... il Papa inizia a parlare...vento,vento forte... fulmini,tuoni... la preghiera va avanti... dinuovo vento, pioggia, fulmini... salta qualche megaschermo... iniziano a volare i materassini che i vicini aveva-no preventivamente e inutilmente gonfiato. In fretta ammucchiamo le nostre cose e le mettiamo sotto i teliimpermeabili... a gruppetti ci copriamo come possibile... e aspettiamo. La pioggia si fa sempre più forte, quasinon senti quello che ti sta urlando il tuo vicino, anche qui ridi per non piangere, ridi della situazione, ridi dellecose che volano via, ridi dei tuoi compagni perché come te tentano di coprirsi nei modi più improbabili...Qualcuno imperterrito sta in piedi, si copre solo con un materassino, il libretto delle preghiere in mano... ancheil Papa è rientrato, a lui stavano volando via mantello e cappellino... e dopo qualche minuto di pioggia battente escrosciante, tutto torna piano piano come prima... Ci asciughiamo in fretta, in fondo il caldo è sempre con noi; ela preghiera riprende. il Papa ringrazia i giovani per la forza e la resistenza dimostrate... un urlo, un boato digioia e di energia esplode. Poco dopo inizia il momento di adorazione eucaristica...tutte quelle persone - e parlodi milioni - in silenzio... totale. Un brivido mi pervade ancora mentre ripenso a quegli istanti in cui niente pote-va essere più forte di quel silenzio... Nonostante la pioggia e il momento critico appena passato, eravamo lì.Termino queste mie parole con quanto ha detto il Papa proprio al termine di quella veglia: è una frase che ho tro-vato pochi minuti fa cercando le date esatte della GMG di Madrid, non sono una grande fan del Papa ma leggen-dola bene credo racchiuda un po’ il messaggio che ho voluto passarvi con queste mie esperienze..«Cari giovani,abbiamo vissuto un’avventura uniti. Saldi nella fede in Cristo, avete resistito alla pioggia. Grazie per il sacrificioche state facendo e che senza dubbio offrirete al Signore. Vi ringrazio per il meraviglioso esempio che avete dato.Così come in questa notte, con Cristo potrete sempre affrontare le prove della vita. Non lo dimenticate!”» .

Giulia

SIP

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Quest’estate la strada e ilcammino hanno caratterizza-to e scandito i momenti signi-ficativi della comunità anima-tori e offerto concrete occa-sioni per crescere nella fede. La prima si presenta subitoalle 4 del mattino quandousciamo di casa con solo lozaino a spalle, chiudiamo laporta, abbandoniamo lenostre sicurezze e ci si met-tiamo in cammino; perchè?C’e un richiamo un invito:qualcuno o qualcosa ci ha sti-molato ci ha fatto sentire unavoce che chiama e che risuo-na dentro di noi, diversa dallesolite, che ci ha fatto venire lavoglia di uscire e di metterciin cammino.E’ in fondo la voce di Dioche vuole aiutarci a capire il nostro rapporto con Lui. E non c’è modo migliore che “uscire” e mettersi in cam-mino per verificare la nostra fede,per accorgersi realmente del valore del credere, per toccare con mano cosasignifica “cercare”, cioè sapere e non ancora vedere, avvertire un profondo desiderio di conoscere.Alla sera si arriva alla meta, ci si ferma a dormire; piantare la tenda sotto la pioggia torrenziale, dopo una fatico-sa giornata di cammino, mette a dura prova tutta la comunità … si creano divisioni! Il giorno dopo si riparte, siripiega la tenda bagnata, lo zaino sarà più pesante, ma il sole illumina le montagne, riscalda i cuori e torna ilsereno … anche tra di noi. Come nella vita, si arriva e si riparte, nulla è definitivo: nemmeno la fede, nemme-no le scelte fondamentali della vita. Siamo fatti per camminare, per crescere, per divenire e quando siamo incrisi e pensiamo di aver perso la fede o siamo in ricerca, ancor più urgente è l’essere in cammino senza fermarcia tutti gli incroci.Ma lungo il cammino capita di sbagliare strada, di perdere la traccia e ritrovarsi senza punti di riferimento:

tutto appare allora così precario, ci si sente piccoli e deboli, così bisognosi dell’aiuto altrui! Allora torniamoindietro con fatica e, insieme, ricerchiamola strada giustache rassicura e dà fiducia. Ci si accorge in questi casi che è facile sbagliare che siamo spesso “fuori strada”, peccatori che hanno bisognodi Chi sta più in alto e può ridarci la luce e la traccia giusta.Anche gli incontri con le personesono occasioni per vivere il valore e la gioia dell’ospitalità, della cordialità,della fratellanza vissuta realmente. E’ un gesto spontaneo per una signora spalancare la porta, mettere a disposi-zione la propria casa e preparare una bevanda calda per chi è in difficoltà. Si percepisce che non è stato soltantoun’ incontro superficiale o di convenienza: anche se di poca durata e andato fino in fondo, perché è avvenutonella cordialità semplice e fraterna di chi riceve e di chi si avvicina arrivando subito alle cose essenziali a queivalori che emergono da soli.Non sono mancati poi particolari momenti di fede celebrata; si prega: nella chiesetta in Val Visdende, dove

Giovanni Paolo II ha sostato più volte durante le vacanze estive in Cadore, o in una fresca radura, che invita allasosta, lungo il faticoso sentiero che si inerpica solitario e assolato, la preghiera diventa ristoro per spirito ecorpo. L’eucarestia celebrata tra i monti o sotto il provvidenziale tendone, al riparo dalla pioggia, diventano momentidove raccogliamo l’esperienza vissuta lungo il cammino e ringraziamo il Signore del suo intervento concretonella nostra storia personale e della comunità.Si, penso proprio che la strada conduca all’esperienza di Cristo. Ci vuole la fede, ci vuole il grande dono di Dio per saperlo riconoscere nella nostra vita quotidiana: ma una pre-parazione profonda ed efficace, che ci conduce ad incontrarlo, è certamente la strada vissuta nella sua pienezza,essa ci invita a non fermarsi mai a non sentirsi mai arrivati, installati, definitivi: la ricchezza, la bellezza, lagioia, di quello che si è e si ha, la capacità di stupirsi per ogni piccolo soffio di grazia rende felici, sereni, fidu-ciosi e ci sprona, come animatori, a camminare davanti, nel rischio e nella prova, senza misurare l’utile o ildanno, testimoniando la nostra fedee diffondendo l’amore di Dio tra noi e i nostri fratelli.

Franco

Proprio così! Anche a me i campeggi hanno cambiato la vita! D’impulso mi viene da citare la mia infanzia, inparticolare i momenti delle risse! A volte erano pianificate come degli agguati, a volte scaturivano dal nulla, matutte avevano come bersaglio gli animatori. Ogni volta che ce le davamo, era sempre un caos, ma sempre un

Secondo Turno

caos allegro, sembrerà strano ma in quei momenti ci volevamo davvero bene, c’era qualcosa nelle nostre risseche le rendeva come un abbraccio collettivo.Secondo me noi ragazzi di quei due anni abbiamo un concetto molto di pelle del gruppo, dello stare insieme edell’amicizia, ci sentiamo vicini e davvero amici soprattutto se possiamo toccarci, sentire anche in senso tattilela persona che ci sta di fronte. Ripensando a quei giorni con un po’ di calma, penso che siano serviti, ai mieicompagni e a me per diventare meno introversi e personalmente per acquisire il bisogno di esserci di personanei vari eventi, anche quelli più noiosi o faticosi, proprio per la necessità di vivere proprio il piacere dell’incon-tro con il prossimo, fisicamente e questo mi aiuta ancora adesso, anche nella ricerca di Dio.

Riccardo

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LA FAMIGLIA SOGGETTO DELLA PASTORALE E DELLA EVANGELIZZAZIONE Dall'esperienza di una comunità del Veneto

un esperimento riuscito nella nostra Parrocchia

Bovolone è una piccola cittadina della pianura veneta a non più di trenta chilometri da Verona. Civivono almeno quindicimila anime, molte delle quali ancora legate alla particolare tradizione loca-le del mobile antico.Nel 2002 arriva in città un nuovo parroco, don Renzo. E’ un uomo di studi, ormai ben oltre lamezza età, che ha passato gran parte della sua vita a Roma dirigendo uffici di curia con la passio-ne di indagare e capire la grandezza del matrimonio e della famiglia e le difficoltà che li ostacola-no.Giunto in prima linea, don Renzo applica alla vita della sua parrocchia ciò che ha maturato nellesue riflessioni. In particolare è convinto che gli sposi, in virtù del sacramento che li unisce, edattraverso di essi la loro famiglia, debbano essere protagonisti della Pastorale.

LA COPPIA CHE... NON FA FAMIGLIA In atto una trasformazione dal modello tradizionale

al “postmoderno”

Single in aumento, matrimoni in diminuzione, instabilità accentuata: coppie post-moderne preoccupate dellapropria soddisfazione e meno orientate alla procreazione. Queste in estrema sintesi le conclusioni del RapportoCisf 2011 sulla condizione delle famiglie, intitolato “La relazione di coppia oggi. Una sfida per la famiglia”, acura di Paolo Donati, edizioni Erikson.Eccone una sintesi. 2009 2011

Famiglie con un solo componente 13,5% 15,1%Coppie senza figli conviventi 21,4% 21,9%Single non vedovi oltre 4 milioniGenitori single oltre 3 milioniFamiglie monogenitoriali 2,4% 2,8%

Nel 2010 si sono registrati poco più di 217 milamatrimoni (3,6 ogni mille abitanti); la tendenza alla riduzione èin atto dal 1972, ma nel biennio 2009-2010 si è registrato un calo particolarmente accentuato, pari al-6%. Sitratta di un valore decisamente superiore al calo (-1,2%) registrato in media negli ultimi vent’anni; la diminu-zione ha interessato tutte le aree del paese, ma è stata più accentuata in Lazio (-9,4%), Lombardia (-8%),Toscana (-6,7%), Piemonte e Campania (-6,4% in entrambi i casi). Sul versante dell’instabilità matrimoniale, nel 2009 sono state 86 mila le separazioni e 54 mila i divorzi, con unincremento rispettivamente del 2,1% e dello 0,2% rispetto all’anno precedente. I due fenomeni sono in costantecrescita: se nel 1995 ogni mille matrimoni si erano registrati 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2009 si ègiunti a 297 separazioni e 181 divorzi. La durata media del matrimonio, al momento dell’iscrizione a ruolodei procedimenti, è risultata pari a 15 anni per le separazioni e a 18 anni per i divorzi.

Il Rapporto presenta anche i risultati di un’indagine qualitativa e di approfondimento su un campione rappresen-tativo della popolazione italiana, accertando in definitiva la presenza di due tipologie di coppie conviventi: lecoppie “relazionali” e le coppie “postmoderne”. Quest’ultimo tipo di coppia si sta progressivamente caratte-rizzando come modello alternativo alla coppia e alla famiglia tradizionale. Mentre infatti dalle oltre 4.000interviste emerge che il 60% delle coppie ha ancora una sua solidità interna, strutturale e affettivo-relazionale(buoni livelli di disponibilità all’aiuto reciproco, apertura alla possibile fecondità, fiducia nella stabilità di copia,autopercezione positiva del proprio valore sociale, ecc.), va osservato che un buon 40% ormai rientra appuntonella cosiddetta “coppia post-moderna”, caratterizzata su una concezione sul rapporto a due più mirata alla sod-disfazione individuale di ciascun partner che alla salute del rapporto di coppia. Queste coppie hanno mediamen-te nessuno o un solo figlio. Da tale dato il Rapporto Cisf 2011 desume che la coppia non è più necessariamenteil primo passo per fare famiglia, ma essa si rende sempre più autonoma, “con scopi e finalità staccate dal farefamiglia”.

Il loro vivere “in mezzo al mondo” e la loro capacità di intessere reti di conoscenze negli ambientipiù vari (con i colleghi di lavoro, con le famiglie degli amici e dei compagni di scuola dei figli, negliambienti sportivi, ecc.) li mette in condizione di testimoniare con coraggio la propria Fede e por-tare il messaggio del Vangelo a chi ne è lontano (evangelizzazione).Per sviluppare questa idea don Renzo inventa i Centri Famigliari di Evangelizzazione (CFE), gruppidi fedeli che vivono momenti di preghiera in comune con l’impegno ad accogliere continuamentenuovi fratelli scegliendoli proprio fra le proprie amicizie e conoscenze. I luoghi scelti per gli incon-tri, e qui entra incisivamente in campo il ruolo della famiglia, non sono la chiesa o gli ambienti par-rocchiali ma, a turno, le case dei partecipanti, sparse sul territorio della parrocchia.Come a dire: “Famiglia! In virtù del Sacramento che hai ricevuto sei Piccola Chiesa, hai la respon-sabilità dell’evangelizzazione: inizia a farlo partendo dalla tua casa, dal palazzo dove vivi, incon-trando negli ambienti che ti sono più intimi coloro con i quali vieni in contatto ogni giorno!”Per il resto è la tecnica del passaparola che porta ogni gruppo ad ingrandirsi fino a generare unnuovo nucleo che prenderà la sua strada in una nuova casa della parrocchia. Nella comunità didon Renzo i gruppi sono oggi decine.Lo scorso anno, mancava poco alle vacanze estive, i nostri sacerdoti ragionano su questa idea e lapropongono ad alcune delle famiglie che da qualche anno frequentano gli spazi e le attività delnostro oratorio. Ne nascono una serie di incontri, qualche lettura, molte discussioni fra amici ed infamiglia e, non senza dubbi e timori, in autunno si parte: una famiglia prepara i testi delle riflessioni,un’altra mette a disposizione la casa ed una sera di novembre 7-8 coppie si radunano e sperimenta-no il primo di questi nuovi momenti di comunione. Il parroco, per molti a sorpresa, non si presentaed invia un filmato con una sua riflessione (diventerà la prassi), quasi a dire: “Provate a fare da soli!”Ormai siamo al secondo anno: i gruppi sono diventati tre, alle coppie di sposi si sono aggiuntepersone singole, giovani e meno giovani; la cadenza ha preso un ritmo grosso modo mensile.Si è voluto che gli incontri fossero strutturati in modo molto semplice: la recita in comune di alcunisalmi o preghiere, la meditazione di una delle letture della Messa domenicale, la condivisione dialcuni semplici pensieri proposti con semplicità agli altri partecipanti. E’ in particolare in questaparte dell’incontro che i problemi e le gioie delle famiglie, degli amici, dei conoscenti, dei giovanie degli anziani della parrocchia vengono a galla e sono portati, con semplicità, al cuore del Padre. Il tutto dura al massimo tre quarti d’ora: poi, se si vuole, resta la serata da trascorrere in compa-gnia, se capita una fetta di torta, amicizie vecchie e nuove che prendono forma.E’ una sosta nel cammino della settimana. Magari ci si è dovuti sforzare un po’ (per uscire di casa,per aprire una parte dei propri pensieri ad altri) ma al tempo stesso si è percepita la realizzazionedella Parola più consolante del Vangelo: “Dove due o più persone sono unite nel mio nome, iosono in mezzo a loro”.

Davide e Silvia Foglietti

L’esperienza degli incontri dipreghiera presso le famigliedella Parrocchia è aperta atutti coloro che lo desideri-no. Sono invitate coppie disposi o fidanzati così comegiovani o anziani singoli o inpiccoli gruppi. Gli incontri si svolgono men-silmente in giorni infrasetti-manali (in genere il giovedì)alle ore 21.00.Il prossimo incontro avràluogo giovedì 10 gennaio2013 alle ore 21.00.Chi desidera parteciparepuò contattare: MassimoNegro 015 8491788, DavideFoglietti 015.61570, ElenaStrona 015 8491244 oppurela parrocchia 01523512Chi volesse conoscere edapprofondire l’esperienza della Parrocchia di Bovolone ed il pensiero di Don Renzo Bonetti puòvisitare i siti internet: www.parrocchiabovolone.it e www.misterogrande.org.

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I “giovani ricchi”Abbiamo meditato tante volte su un episodio del Vangelo: quello del giovane ricco che, invitato da Gesù aseguirlo, non ha il coraggio di abbandonare “le molte ricchezze”che possiede e se ne va via “triste” (Mt 19,16-22). Appare quasi naturale vedere in questo personaggio il simbolo dei nostri giovani che, agli inviti dellaChiesa, rispondono picche. E ancor peggio, perché non se ne vanno via tristi, ma con l’aria scanzonata di chinon c’è cascato o, addirittura, ha scampato un pericolo.Che fare? Gesù non è corso dietro al giovane ricco. Lo guarda mentre se ne va, e fa riflettere i discepoli sul peri-colo delle ricchezze, assicurandoli che lasciarle non è una gran perdita, ma un guadagno enorme: cento voltetantociò che si lascia, e poi la vita eterna(Mt 19, 27-29). E’ la strada che i cristiani devono seguire: convincereche accogliere il Vangelo non è una perdita, ma un grande vantaggio, ora e dopo. Questo il nostro compito:annunciare il Vangelo in modo chiaro, libero, senza motivazioni sbagliate o poco limpide.Chi deve fare questo annuncio? La risposta sembra facile e spontanea: “La Chiesa”. Certo! Chi altri, se no?Purtroppo per “Chiesa” si intende il Papa, i vescovi, i preti e gli altri religiosi... Si tratta di un errore da superare,per non vedere moltiplicato per mille e mille volte il giovane ricco del Vangelo... In questi ultimi cinquant’anni, nel corso dei quali il mondi è cambiato radicalmente, facendo franare tradizionisecolari e consolidate - compresa una fede vissuta più come convenzione sociale che come convinzione perso-nale - la Chiesa intesa come clero non è stata con le mani in mano. Tantissimi preti hanno cercato di rinnovaregli oratori, le associazioni, moltiplicando l’offerta di esperienze “forti” come camposcuola, uscite, convegni eincontri di ogni tipo. Come mai, però, questo impegno non è stato sufficiente per presentare al mondo giovanilela proposta di Gesù come una ricchezza meritevole e capace di far abbandonare le altre?I motivi sono molteplici, ma uno dei più importanti è che, al loro ritorno nella quotidianità, i giovani non hannotrovato famiglie e comunità cristiane capaci di accogliere e coltivare una fede giovane, fresca ed entusiasta, ingrado di non lasciarsi sedurre dalle “molte ricchezze” che il mercato del mondo offre. E’ necessario un cambia-mento profondo: da famiglie e parrocchie che delegano e appaltano la proposta del Vangelo a preti e laici volon-terosi, a famiglie e parrocchie capaci di far vivere la ricchezza del Vangelo nel quotidiano.

T.L.

Sacrestani vecchi e nuoviVi ricordate del sacrestano Cristian? Se n’è andato per seguire la sua strada, lascian-do in tutti un buon ricordo. Ed ha voluto inviare una letterina a tutti noi. Eccola:“Carissimi parrocchiani, desidero salutare e ringraziare tutti, in modo speciale voiche mi avete aiutato in molti modi, preziosi per quanto piccoli, a mantenere bella eviva la nostra splendida chiesa e di conseguenza a dare manforte ai nostri amatisacerdoti e quindi al Signore. Ricordiamoci nella preghiera, sembra qualcosa dimolto semplice, quasi un modo di dire ed invece è tra le cose più utili ed efficaci peril bene delle anime. Vi chiedo di essere vicini ai nostri quattro cari preti e al nostrobuon diacono Luigi, in qualunque modo possiate. Infine un ringraziamento specialea Cesare, Germana, Luciana e Roberto e un grande “in bocca al lupo” per tutto ainostri gioielli: animatori, chierichetti, giovani del coro e scout! Cristian”.E adesso due parole sul nuovo sacrestano. Si chiama Alessio Vogliano(nella foto), ècresciuto nel nostro oratorio e abita nel territorio della parrocchia. E’ attento e dili-gente, a lui vada il nostro incoraggiamento. Grazie, Cristian! Auguri Alessio!

Un invito ai cari amici anzianiCari amici che vivete la fatica della malattia, cari anziani, il Signore vi è accanto e come buon Samaritano èpronto a prendersi cura di voi condividendo la vostra sofferenza e donandovi la sua Grazia con l’Unzionedegli Infermi, un Sacramento che non si riceve solo in punto di morte ma anche in caso di malattia impor-tante o quando gli anni vissuti incominciano ad essere parecchi. Gli effetti sono belli! Ci aiuta a portare lanostra croce come Gesù, dona conforto, speranza, pace, coraggio, il perdono dei peccati se il malato nonha potuto confessarsi e, per i più gravi, prepara la persona al passaggio nella Casa del Padre. Come sape-te potete ricevere più volte questo Sacramento.Cari malati e nonni, comprendiamo che possa essere una scelta e un momento difficile: così vi invitiamo aricevere tutti insieme l’Unzione degli Infermi. Tanti di voi l’anno scorso hanno fatto questa esperienzaed è stato bello e commovente. Vi aspettiamo

domenica 20 gennaio alle ore 16 in chiesaColoro che non possono venire e desiderano ricevere questo Sacramento potranno in ogni momento - inparticolare nella settimana dal 13 al 20 gennaio - chiamare in parrocchia e i sacerdoti verranno subito evolentieri (tel. 01523512).

OTTOBRE MISSIONARIO A SAN PAOLO DIARIO DI UN MESE FITTO DI EVENTI

Si è aperto in anticipo, quest’anno, ilmese missionario! Infatti potremmodire che è iniziato il 30 luglio, con lavisita di mons. José Alfredo, vescovoin Madagascar. Dopo aver celebratola messa delle 18,30, mons. Alfredoha ricevuto l’offerta di 2.000 euro per-venuta da alcune famiglie di SanPaolo, destinata all’acquisto di Vangeliper le scuole e per i cresimati dellasua diocesi. Un gruppetto di persone,fra cui il parroco e don Roncan, in fra-ternità missionaria ha poi condivisocon lui un po’ di cibo e informazionisulle problematiche del Madagascar.E ancora sabato 22 settembre ungruppo di parrocchiani ha accolto eospitato soci e simpatizzanti dell’Asso-ciazione “Costruire Insieme” di Torinoguidato dalla dottoressa Laura Gallareto. L’Associazione è sostenuta da anni dalla nostra comunitàcon parecchie adozioni a distanza dei bimbi Tsara-Zara di Mananjary in Madagascar e con le offertedella Quaresima di fraternità. Alle 11 la Messa celebrata da don Filippo, e alle 13 il pranzo, in unclima di fraterna serenità. Indi si è svolta l’assemblea annuale dell’Associazione, aperta a chiunquevolesse partecipare. Venerdì 5 ottobre si è tenuta una serata cinematografica, con la proiezione di due brevi video sulleMissioni: “Ho creduto perché ho parlato” di padre Giulio Albanese e “Viaggio missionario inMadagascar” del parrocchiano Cesare Cerrone, che nel mese di novembre 2011 è stato nellaMissione di Tsara-Zara.Venerdì 12 ottobre in parrocchia l’incontro con don Enzo Saviolo, missionario biellese che ha ope-rato in Brasile per 31 anni e che ora è parroco al Villaggio La Marmora: Ha entusiasmato i parteci-panti per la profondità e l’incisività della sua testimonianza sul tema “La parrocchia in stato perma-nente di missione”.Domenica 21, nella Giornata missio-naria mondiale l’omelia delle SanteMesse è stata affidata alle toccantiriflessioni di Caterina e Andrea, duenostri giovani che quest’anno hannovissuto una forte esperienza missiona-ria rispettivamente in Mozambico e inPerù. In occasione della Giornata mis-sionaria è stato allestito anche unMercatino del libro in collaborazionecon la Libreria “Paoline”, iniziativa as-sai apprezzata dai parrocchiani chehanno visitato il salone sotto chiesaper sfogliare i libri selezionati e peracquistarli. Venduti circa 120 volumi. Venerdì 26 l’incontro con suor Petra,missionaria in Africa per molti anni eora Madre Generale delle Suore del-l’ordine di San Giuseppe presenti a Biella al’Istituto Santa Caterina. Con la sua fede forte e cristalli-na, suor Petra ha elargito momenti di profonda spiritualità e condivisione fraterna.Durante tutto il mese di ottobre, il Gruppo di Animazione Missionaria della parrocchia ha promossola campagna per la raccolta di occhiali da inviare, con la collaborazione dei Padri missionari devo-niani di Trento, alle missioni del Congo. L’iniziativa ha avuto un buon successo, tantissime le paia diocchiali pervenute. Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito al buon esito della raccolta.

Anna R.V.

Il vescovo di Mananjary mons. Josè Alfredo con Piera Regis che gli ha consegnato l’offerta di 2.000 euro raccolti da alcune famiglie

di San Paolo per l’iniziativa “Doniamo la parola di Dio”

Un'immagine del Mercatino del Libro svoltosi domenica 21 ottobre

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Affollato incontro in parrocchia con don Enzo Saviolo

SIAMO TUTTI MISSIONARI. NESSUNO ESCLUSO“Non aspettiamo che dopo aver suonato le campanela gente venga da noi in chiesa, non basta più.Bisogna andare là dove c’è la gente, le pecorelleperdute del Buon Pastore...”. E’ una delle tante esortazioni che don Enzo Saviolo,la sera di venerdì 12 ottobre, ha pronunciato nelcorso dell’affollato incontro con i numerosi interve-nuti sul tema “La parrocchia in stato permanente dimissione”. E di missione può ben parlare donSaviolo, oggi parroco del Villaggio La Marmora, main precedenza missionario in Brasile per oltretrent’anni. Dopo aver premesso che l’idea di missione comecomunicazione del Vangelo a chi è “fuori” dallaChiesa, nella considerazione che la Chiesa stessa sial’unico ambiente in cui vi sia possibilità di salvezza,deve considerarsi “ampiamente superata”, ha prose-guito: “Si è in missione quindi per fare discepoli, manon proseliti. Non si punta ad aumentare il numerodei vicini per sentirsi più forti e potenti, ma percomunicare ciò che, per Grazia, ci è stato dato disperimentare e che è offerto a tutti”. La parabolapiù esemplificativa di questo atteggiamento èquella del seminatore (Mc 4). La missione nascedalla percezione che la conoscenza di Gesù è Gioia e che seguirlo è Grazia, per ci si ha il desideriodi far partecipi di questo gli altri. “Fare discepoli quindi nasce dall’essere discepoli: è un percorso impegnativo perché significa segui-re gli insegnamenti e l’esempio di Gesù ed in particolare praticare le beatitudini del regno, condur-re il suo stile di vita, amando il Padre, avendo compassione davanti al dolore ed essendo vicini agliultimi, ai poveri, ai socialmente esclusi, amando fino al dono della propria vita”.Sono questi, ha proseguito don Saviolo, gli obiettivi del missionario che si impegna alla fraternità,autenticità, gratuità e universalità, osservando che “la Chiesa cresce non per proselitismo, ma perattrazione: come Gesù attrae con il suo modo di essere, così la Chiesa attrae quando vive la comu-nione e l’amore, entrambi rilessi dell’amore del Padre”. E come applicare questi concetti alla parrocchia? Va tenuto conto che la missione non è più un rife-rimento geografico (Africa, Sud America...), ma un modo di vivere la propria fede. Quindi chi sono imissionari? Tutti i fedeli. La missione per cui esiste una parrocchia - ha osservato don Saviolo - èevangelizzare, con coraggio e gioia. L’altra parabola significativa su questo messaggio è quelladel Buon Pastore (Lc 15,4 - 7). Per questo sono venuto nel mondo, dice Gesù: per la pecorellasmarrita, non per le altre 99. Ma normalmente nelle nostre comunità operiamo esattamente al con-trario: accudiamo la sola pecorella già dentro (o comunque le poche che ci sono) e lasciamo le altresmarrite al di fuori. Per quanto le chiese siano piene di persone, dobbiamo ricordarci che fuori ce nesono molte di più...Occorre quindi tornare al concetto di evangelizzazione di primo annuncio delineata già da Paolo VInella Evangeli Nunziandi, adattandola ai cambiamenti del tempo (Giovanni Paolo II). Una nuovaevangelizzazione, con nuovo ardore, nuovi metodi, nuove espressioni e forme di comunicazione,con il proposito di annunciare il nome, la proposta e il mistero di Gesù Cristo e non contenuti dottri-nali. I protagonisti della missione parrocchiale sono i laici, e fra questi in particolare i giovani, in virtùdel mandato che deriva loro dal battesimo. E i destinatari sono tutti i battezzati che non vivono dabattezzati, i non battezzati e quelli che non hanno ancora dato segno di chiara fede (ragazzi e bam-bini). Tra i vari metodi di trasmissione della fede il primato senza dubbio va alla testimonianza. Si devepassare da una pastorale tradizionale ad una pastorale missionaria, da una pastorale delle campanea una pastorale della strada... a una pastorale che guardi gli altri e soprattutto gli ultimi: accogliere ipoveri, i moralmente perduti ed i socialmente esclusi perché ammalati, anziani, handicappati. LaChiesa - ha ribadito l’oratore - o è missionaria o non è Chiesa. Ed ha concluso con una riflessione di Paolo VI: “Gli uomini si salvano per la misericordia del Padre.Ma ora dobbiamo chiederci: potremo salvare noi stessi se non faremo evangelizzazione?”.

“HO CREDUTO PERCIO’ HO PARLATO,HO TACIUTO ED HO POTUTO CREDERE !”

Il 26 ottobre scorso abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra par-rocchia Suor Maria Petra Urietti, un medico missionario, attuale MadreGenerale delle Suore dell’ordine di San Giuseppe. Ci ha colpito la suasemplicità, il suo entusiasmo e la sua commozione nel raccontarci le sueesperienze di vita in Africa, ma anche la determinazione nell’esprimere ilsuo significato del credere, il motivo per cui credere ed il modo in cuipossiamo manifestarlo intorno a noi, per avviare questo cammino della“Nuova Evengelizzazione” che Papa Benedetto XVI ci ha stimolato adintraprendere con l’anno della fede, appena iniziato.Suor Petra ha iniziato il suo incontro facendoci riflettere sulla preghieradel credo, dove affermazioni così “totali e assolute” (cita F. Perazzoli) ven-gono ripetute con leggerezza.Secondo lei, dobbiamo credere in Dio, perché Lui crede in noi e perchéha così tanto creduto in noi da donarci suo figlio, Gesù.Il nostro credo perché si veda e si senta deve cambiarci e deve modificareQualcosa attorno a noi.Ha citato il Cardinal Martini che scrisse su “Ripartire da Dio” di: “Mettere tutti i nostri progettiumani sotto la signoria di Dio e misurarli sul Vangelo”.Noi possiamo realizzare come singoli e come parrocchia la nuova evangelizzazione, solo se ci lascia-mo rendere nuovi dal Vangelo : dobbiamo farci domande, metterci in discussione, capire ciò chedobbiamo cambiare e metterci a disposizione degli altri.Suor Petra ha fatto alcuni esempi vissuti in Ciad : per esempio la nonna di Matokoulu che da lei, chepassava nel villaggio una volta l’anno, non si aspettava sapone, riso o altri generi alimentari ma,chiedeva l’Eucarestia, o l’esempio delle donne che avevano percorso km con una zucca piena d’ac-qua sulla testa, per poter riempire, il giorno di Pasqua, la fonte battesimale e consentire così alsacerdote di battezzare.Questi esempi sono serviti per farci capire che i poveri evangelizzeranno, perché è più facile per chiha poco condividerlo e vivere il Vangelo. Solo tornando poveri cioè umili, mettendoci in discussionecome Nicodemo (un fariseo che va di nascosto, di notte, da Gesù per porgli domande e che poi siespone staccandolo dalla croce con Giuseppe e donando l’olio per la sua sepoltura), potremo pro-gettare, rivedere la nostra vita e realizzare l’evangelizzazione, usando come metro il Vangelo.

CATERINA IN MOZAMBICO"... Ho visto la povertà, quella vera, quella per cui non si ha l’acqua per bere o lavarsi, per la qualesi hanno quattro pomodorini e dieci figli da sfamare, dove gli uomini passano la maggior partedella giornata a bere e a oziare, dove si ha la casa che rischia di crollare e i topi nel tetto, dove allamorte ci si abitua perché è all’ordine del giorno. Viene spontaneo chiedersi come facciano, comefacciano a superare la giornata ma la domenica andare a messa e sprigionare tutta quella gioia nei

canti per celebrare e ringraziare ilSignore. Eppure accorrono nume-rosissimi ed è una festa. Anchenei villaggi sperduti in mezzo alnulla, dove la chiesa è una capan-na svuotata con qualche pancaimprovvisata e l’altare è un tron-co, dove vedono il sacerdote seva bene, una volta l’anno, tutte ledomeniche pregano insieme efanno catechismo. Ed è davanti aqueste scene che mi sono doman-data su cosa sia la felicità, omeglio, a cosa io la attribuisco...Paradossalmente, davanti a per-sone con i piedi scalzi e una casadi fango e paglia, mi sono sentitapovera".

Caterina

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Aggiornamenti dal fronte “EDUCAZIONE DEI GIOVANI”

GRUPPI DOPO CRESIMA (episodio II - TNT)a cura di don Gabriele

Visti i promettenti frutti dell’esperimento RANUNO (primo gruppo dopo-cresima di san Paolo, che raccoglie-va gli adolescenti delle annate ’77 e ’78) le forze educative dei giovani della Parrocchia di san Paolo ci riprova-rono a mettere su un secondo gruppo, questa volta per le annate ’79 e ’80 e nacque lui: il gruppo TNT. Avreipotuto chiedere a tutti gli appartenenti di questo gruppo di scrivere qualcosa, ma non sarebbe bastato l’inte-ro bollettino ;-)! Ecco allora le esperienze di due animatrici e di un animatore di quei tempi, non esplicherannotutta la ricchezza della “esperienza TNT”, lo so, ma spero che aiuteranno chi non l’ha conosciuta a gettare perlo meno uno sguardo su quegli anni e chi l’ha vissuta, a cogliere la palla al balzo per ringraziare il Signore diessere stato parte di quel gruppo e chiederGli di far fruttificare ancora la grande seminagione di quella sta-gione sanpaolina.P.S.: Grazie a Valentina per le foto!

E quando meno te l’aspetti … COME UNA BOMBA! Torni nella mia vita dopo che, per ilcorso naturale degli eventi, ti avevo ormai un po’ … non certo dimenticato … ma di sicuromesso in secondo piano, accantonato nel cassettino dei ricordi.

In passato mi era stato chiesto di scriverti ed ora mi si chiede di scrivere di te e di quello che sei stato per me.Non mi ricordo bene cosa ti avevo detto, forse mi ripeterò, forse mi contraddirò ma questo è quanto mi susci-ti in questo momento. Allora via, partiamo con un po’ di tecnicismi.Era un anno ormai lontano del secolo scorso e la Parrocchia di San Paolo si arricchiva di un eterogeneo grup-po chiamato, non a caso, TNT. Testimoni Nuovo Testamento, sì certo, ma con un chiaro rimando al mondo deifumetti e al trinitrotoluene!!! Effervescente, non c’è che dire, fin da subito, di nome e di fatto.Purtroppo nel giorno della tua nascita io non c’ero. Sono arrivata solo dopo, “animatrice” per età anagrafica,senza credenziali, nel gruppo che mi avrebbe poi animata. Mi si chiedeva di fare qualcosa per te, un servizio,ma che parola pesante, che senso di inadeguatezza! Eppure hai accettato anche me, mi hai permesso di avereun piccolo ruolo, di occupare un posto privilegiato da cui poter osservare, spesso più che partecipare. E hovisto e vissuto i tuoi momenti di fatica, di gioia, di entusiasmo, di noia, di litigi e riappacificazioni, di crescita.Che palestra di vita sei stato TNT. Conservo ancora una scatola con fogli, calendari, quaderni pieni di appunti che mi ricordano momenti diriflessione, di discussione, di giochi e i campeggi, le diapositive, lo spettacolo, le preghiere, i falò! E conservolo speciale TAU TNT di Goglio del 19/07/95 e immagini e sensazioni di momenti intensi e ricordi di visi, di per-sonalità diverse e singolari, che pur nella loro individualità cercavano di essere un gruppo, a volte riuscendoci,a volte no. E che dire del trekking, dei canti, di quanto può diventar buono un risottino in busta Knorr prepa-rato sul fornellino in allegria - e di come ti accorgi, riprovandolo poi a casa, che l’unica cosa che lo rendevabuono era la gioia di stare in tua compagnia!

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Tecnicismi: quando ha smessodi esistere il TNT? Non ha smes-so di esistere, è arrivato allameta, esplodendo e spargendocosì le sue schegge in milledirezioni, come falispe che sonoandate a bruciare altrove perdar vita a tante altre meraviglio-se bombe. Sai TNT, forse nonsono tanto più di Chiesa, comesi suol dire, ma ho ricordi ditalenti, di semi che germoglia-no, di sale della terra. E tuttoquesto ancora mi piace e credoche ognuna delle tue schegge,vivendo pienamente la sua vita,possa dare buoni frutti.

Grazie TNT per il bel viaggioemozionante e per aver con-tribuito ad accendere anche lamia miccia. Anch’io veramente sono arri-vata come animatrice bendopo la tua nascita, cercata,da uno dei tuoi padri fondato-ri, per far emergere la tuaparte più spirituale..Abbiamo quindi iniziato unpercorso insieme per cono-scerci. A dire la verità io avevoparecchia paura perché il com-pito che mi era stato richiestonon era per niente facile. Hocercato quindi di avvicinarmi ate a piccoli passi, in punta dipiedi, senza invadere. E poi èsuccesso… è accaduto. Unasera abbiamo organizzato unmomento di preghiera-adora-zione in chiesa a San Paolo: e nel silenzio, Dio si è fatto “sentire” perché noi ci siamo spogliati davanti a Lui cisiamo fatti vedere per quello che realmente siamo. Piccoli, poveri, e bisognosi del Suo Amore. L’esempio che avevo fatto era stato quello di quando ci mettiamo al sole per abbronzarci: ci spogliamo, cimettiamo la crema ma poi l’unica cosa davvero importante che dobbiamo fare è STARE AL SOLE. Noi nonfacciamo più nulla è il sole che fa tutto e ci abbronza. Così è con il Signore. Se noi veramente ci spogliamo delnostro orgoglio, del nostro pensare di essere chissà chi, Lui ci “abbronza” ci trasforma.E’ stato un grande dono quello che ci ha fatto Dio in quella sera e so che ancora oggi a distanza di anni, caroTNT, te lo ricordi..Per me questo è stato l’apice delcammino spirituale del TNT e i lega-mi che si sono creati tra animatori eragazzi negli anni, sono forti perchéirradiati da quel Sole. Non importase ormai non ci si vede più e ognunoper fortuna sta seguendo il suo cam-mino, questi legami restano e porta-no frutto..Ed è bello, permettete, vedere che,una delle tue ragazze, caro TNT, orafa l’animatrice ai miei figli…. GRAZIE

DUE DEGLI ANIMANIACS

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Dici TNT e si spalanca un mondo. Credo sia come perun bimbo fissare per la prima volta l’occhio sul fondo diun caleidoscopio. Pensavi fosse solo un tubo… e invece.Sarà stato il ’93 o il ’94. Grazie, Cristian!Avevamo i brufoli e appena fatto la Cresima e ci si trova-va il sabato pomeriggio alle 4 in saletta (quella con iltavolo fatto a puzzle e i muri colorati a fianco di quellatutta austera del consiglio pastorale). Ma tutti i sabati eh,cascasse il mondo. Ché il gruppo era il momento chesvoltava la settimana. In testa ho ricordi confusi e vaghi dimomenti precisi e specifici, ma al pensiero, del TNT dico,si diffondono nel cervello una serie di endorfine straordi-narie. Pace, benessere e tanto divertimento. Siamo stati(e in buona parte siamo ancora) un gruppo di amici conlegami molto forti, e (ma questo diciamocelo tra noi) conqualche problema di apertura verso l’esterno, tanto sta-vamo bene tra noi. Sta di fatto che era proprio forte.C’era questo manipoli di animatori che (avendolo fatto

pure io per anni dopo) sembrava più un team di scienziatidella Nasa. Tutto perfetto. Tutto studiato. Preghiere, gio-chi, riflessioni. Momenti di crescita personale. Gioco libe-ro e organizzato. Tra San Paolo e Goglio non si smettevamai un attimo di stare insieme. Di cercarci, di confrontar-ci, di crescere. Ecco, tra una scusa e un’altra, insieme,inconsapevolmente (almeno per me) siamo diventatiuomini e donne. Cristiani adulti o disinteressati (Gesùdicono che lascia liberi di sbagliare no?). Con alcuneimpronte di fondo che restano incancellabili. Un atteg-giamento costante di ricerca. Di fede, di significato, difelicità. La curiosità della scoperta. Questo dna mi hannolasciato dentro tutte le giornate e le serate passate insie-me.

E poi, crescendo, mi è rimasta dentro la voglia di provare a restituire agli altri tutta la gioia che mi era statadonata in modo totalmente gratuito. Servendo o lavando i piatti alle cene di Natale e Carnevale. Provando aorganizzare i giochi in oratorio. Sistemando la casa in Valsavarenche o correndo per arrivarci. Diventandocatechista o animatore. Fino a che qualcun altro, in un’altra comunità (mica c’è solo San Paolo, ho scoperto,poi, alla fine, che il Signore è dappertutto) faccia lo stesso con i miei figli. Evangelizzare ed essere evangeliz-zati, dicono adesso i vescovi. In fondo basta poco per affascinare… L’amore.

Roberto

I ricordi sono molti, presenti e importanti ancor oggi, nonostante il passare degli anni. Le immagini scorro-no lentamente delineando colori e profumi che diventano intensi e delicati allo stesso tempo. Così l’emozionesale e lo sguardo viene rapito dalla dolcezza di un gesto o di un viso.Rimangono impressi la grandezza del cielo di Goglio, richiamo all’infinito, una piccola casa, nido e culla, lagrande montagna, simbolo e sostegno, i piedi in cerchio, un’aula dipinta, un campo di calcio. E, soprattutto, ilsentimento che unisce le storie di ragazzi, la leggerezza, l’Amicizia, l’ironia, l’innamoramento, la tenerezza, ilrespiro dell’Anima.I ragazzi del gruppo, ora adulti, hanno vissuto e condiviso questo progetto per anni, portando la propria visio-ne del mondo, le proprie risorse, il proprio modo speciale ed unico di sentire in ogni incontro, pensiero, rifles-sione, situazione, attività, nella pienezza del Presente, come succede ai bambini. Il vento che ha soffiato sulle nostre vele ci ha permesso di navigare in mare aperto cavalcando onde alte oascoltando la pace di orizzonti sereni tra le calme acque della sera e la natura incontaminata.Questa storia, con questi ragazzi, è parte integrante della mia vita personale. Una storia scritta dallo sguardo, dalla volontà e dalle mani di ogni persona che ne ha voluto fare parte: non miè possibile descrivere ciò che vedo ora perchè è grande l’emozione e sono numerosissime le immagini cheriaffiorano; so certamente che riguardano lo sguardo indimenticabile di ciascuno. So anche che questo è ciòche ancora ci unisce. Il gruppo TNT è nato nell’abbraccio amorevole di Cristo.L’Amore ha generato l’Incontro.Per questo la proposta educativa ha trovato fondamento nella Libertà. Educare alla libertà ha voluto significare perciò l’impegno di assumerci il rischio della Scelta, individuale e col-lettiva, che presuppone una Ricerca e quindi la domanda di Senso per esplorare l’Esigenza del cuore e del-l’essere. Libertà di essere sostanzialmente in connessione con la propria autenticità. Libertà di desiderare. Libertà daicondizionamenti. Libertà di poter essere e scegliere. Libertà di errare.Ricercare ha significato per noi muoverci in campi sconosciuti e lasciare, con umiltà, parte della propria sicu-rezza per incontrare, con fiducia, la forza del Cambiamento, la Bellezza della Relazione e la Conoscenza nel

quotidiano, in un gioco, uno scherzo, un viaggio, unpranzo, in una camminata in montagna. E così cre-scere, con dignità, verso il proprio futuro, nella cer-tezza che “un atomo divino è conficcato in ognicuore umano”. Una scintilla pronta a dare vita.Il gruppo è fine e mezzo nell’adolescenza: l’Altro èla misura del mio limite e, al contempo, infinita pos-sibilità. Il gruppo diventa cura materna e protezionepaterna e, per questo, una proposta dove sperimen-tare parti di sé anche ingombranti. E, quindi, il grup-po nasconde anche il tranello dell’esclusione, dell’i-pocrisia, del giudizio che non sa discernere, del pre-giudizio e della colpa, come spesso accade in fami-glia o nel luogo di lavoro. Il cammino di consapevolezza che abbiamo volutocondividere ha cercato di scardinare e uscire daqueste logiche per avvicinarci a quelle della com-prensione e dell’accettazione profonda, riconoscen-do al pensiero critico un giusto peso, quando vieneguidato dalle regole della creatività.Alle volte non ci siamo riusciti. Da adulti, ad oggi, sappiamo (abbiamo l’occasione di) rileggere questa meravigliosa esperienza con gli occhidi chi conosce la verità della compassione e sa l’abbraccio amorevole. E l’incanto si fa storia.Il gruppo di animatori ha voluto corrispondere al desiderio di costruire un modo diverso di muoversi nellarealtà, se pure parziale data l’età della scelta (20 anni). Questo gruppo di giovani, un po’ più grandi, ha cerca-to di tradurre il significato e la visione in un’azione concreta che è durata per anni. Riunioni, pensieri, decisio-ni, tempo, mettersi in discussione, dubbio, lotta, ricerca, confronto, analisi, senso, abbracci, telefonate, evolu-zioni, gioia. L’Amore ci ha abbracciato. Avrei voluto dare ancora più voce alle parole e ai sentimenti che provo ma per ovvi motivi di spazio non hopotuto, rischiando in alcune parti di essere un po’ evasivo o generico. Mi scuso per questo.Ringrazio tutti noi.Ringrazio il cielo, Don Vitale, maestro di fede, di ricerca assidua e delicata presenza e don Gianni per averciaccompagnato, sostenuto e donato fiducia.

Gabriele

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PRIME COMUNIONIIl 1° maggio hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell'Eucaristia:

Aiazzone Francesco Stefano, Barbera Martina, Bertone Alice, Bianco Lorenzo, Calabrese Martina,Calingasan Elisha, Casoli Giulia, Colovolo Giulia, Crescenzio Giorgia, Curella Giuseppe, DisienaJacopo, D'ottavi Francesco, Fallacara Gaia, Fatta Matilde, Finotello Alessia, Gallo Fabio,GentileSamuele Luigi, Giacomini Matilde, Gilardi Nadin, Gregori Paolo, Guglielmi Irene, MaffeiLuca, Mancusi Domenico, Messina Thomas, Mora Andrea, Mussolin Camilla, Negri Elisa, OssideGreta, Pappalardo Sofia, Pasqualetto Salvatore Fabio, Passarella Andrea Chiara, Perino Federica,Potuto Erica, Praino Morgana, Ramella Bon Pietro, Rastello Silvia, Ravinetto Giulia Francesca,Rebuffa Nicolò, Rimini Marco, Rodriguez Flores Camilla, Schiapparelli Nathalie, Scordo Carmela,Sità Serena, Snoussi Simone, Sughi Stefano, Tarantino Chiara, Torchio Pietro, Trotta Andrea,Tuttolomondo Salvatore, Viola Alessia, Vistali Simone, Zappa Marco Vincenzo.

CRESIMEIl 25 novembre hanno ricevuto la Cresima:

Dato Maria Irene, Dziatkowski Damian, Spriano Alberto, Tosetti Biagio, Bertella Edoardo, BossoVirginia, Di Micco Alessandro, Ellena Davide, Ellena Giulia, Garcia Ginevra, Medri Federico,Mezzano Chiara, Ottin Bocat Marta, Quario Tommaso, Rastello Mattia, Tiboldo Matteo, ValenciaEloisa, Vallan Irene, Bianco Francesco, Borchio Giorgia, Caucino Letizia, Cornetti Federica, FrassàAndrea, Kossai Jacopo, Iaselli Sofia, Iuvara Ilenia, Lesna Edoardo, Melicar Edoardo, Pecoraro Pietro,Rinollo Alessio, Trenta Ilaria, VallaFrancesco, AntonicelliMartina, BarberaRiccardo, BertagliaSharon,CalabròEnrico, CarlinoRiccardo, Castaldo Giulia, Coda Alessandra, Gremmo Nicolò, Musso Giada,Nalin Matteo, Spirito Giacomo, Torre Alessandro, Apicella Tiziana, Apicella Daniela.

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FESTA PATRONALE DELLA CAPPELLA S. PIO X IN VIA LAZIO

“…Una piacevole sorpresa!”

“Hai visto? Hanno messo un manifesto nella bacheca della cappellina, dicono che viene il Vescovo!…nonsanno più cosa fare per attirare l’attenzione!” “Ma no!”- risponde l’amica di panchina ai giardinetti - “Perchédovrebbero mentire, se lo dicono è così!” Il giorno della festa alle ore 8,30 del mattino tutti erano in ansia per vedere se era vero, perché un Vescovodovrebbe venire in un luogo così defilato e frequentato da gente semplice? Si potrebbe dire che va a cercare lapecorella smarrita ma non è questo il caso, le persone semplici sono le preferite del Signore che guarda il cuoree non l’apparenza. Così ecco comparire un uomo dal vestito lungo e nero con uno zuccotto rosso, era proprio ilVescovo. La celebrazione si è svolta in un clima tipico per quelli della cappellina, famigliare ma di preghieraintensa. E’ stata l’occasione per Mons. Gabriele di presentare durante l’omelia il suo messaggio per l’anno dellafede. Essa - ha detto il Vescovo - non si trasmette con grandi discorsi,i ma con piccole attenzioni costanti sparsenella quotidianità, come un segno della croce consapevole e ben fatto, una semplice preghiera a inizio e finegiornata. Ha sottolineato il valore dei segni, dell’avere in casa almeno un crocifisso o meglio, un angolino dipreghiera, l’importanza di una genuflessione davanti al Santissimo Sacramento, la S. Messa in suffragio per idefunti, la confessione e i pellegrinaggi. E’ stato bello anche il “dopo Messa”, dove si è fatto colazione tuttiinsieme ammirando i lavoretti floreali creati da un gruppo di signore capaci e fantasiose. La giornata è prosegui-ta nel giardino pubblico così ben tenuto e in particolare, vogliamo ringraziare chi tutti i giorni è attenta agli ani-mali del laghetto. Ci si è ritrovati poi il pomeriggio per un momento diAdorazione Eucaristica e per una corposa merenda preparata da gentelaboriosa e generosa con il sostegno dell’Associazione Famiglie e dellefamiglie Apicella.

Ed eccoci qua infine a ringraziare coloro che tengono aperta e pulita lacappellina, in particolare vorrei ricordare Maria Pia Avidano Converso(nella foto) che ha raggiunto il suo Signore proprio in questi giorni. Laportiamo tutti nel cuore e le chiediamo di avere anche dal cielo un’atten-zione particolare per il quartiere del Villaggio Sportivo ricco di gentebuona e di popoli diversi, un piccolo isolato, una foto del mondo espres-sione della possibilità di poter vivere insieme nella pace.

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Foto Fighera

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1943-1944: SORGE LA “NUOVA” GRANDE CHIESA DEL COTTOLENGO

L’entusiasmo di Mons. Buratti, parroco di San Paolo

Sul “Bollettino di San Paolo” del gennaio 1944così scriveva il parroco mons. Irmo Buratti: “Sta sorgendo nel bel mezzo della “Piccola Casa” del Cottolengo la nuova ampia chiesa che i benefattori dellagrande Opera di carità donano ai ricoverati. Sarà un monumento magnifico che completerà a meraviglia il com-plesso delle grandiose costruzioni. Noi ne godiamo sia perché la nuova chiesa sorge nel territorio parrocchiale -e sappiamo che la chiesa è sempre fonte di benedizioni - sia perché di essa ne potranno usufruire i parrocchianiche abitano nei pressi del “Cottolengo”. Difatti il benemerito P. Mino, venendo generosamente incontro al miodesiderio, ha disposto nella costruzione della chiesa che un ampio spazio fosse destinato ai nostri parrocchianiche intendono colà assistere alla S. Messa. Del suo gesto benefico noi vivamente lo ringraziamo.“E per dare al “Cottolengo” una prova tangibile, se pur piccola, della nostra riconoscenza, ho desiderato cheuno dei due altari laterali della chiesa fosse offerto dai parrocchiani di San Paolo. Ho chiesto al Rev. P. Mino,come un vero favore, il piacere di offrirgli l’altare del Sacro Cuore, perché anche la nostra parrocchia fosse làrappresentata, ed ora mi rivolgo a voi, cari parrocchiani, onde mi aiutiate ad attuare il grazioso disegno....”.L’invito fu raccolto... Già nel numero di febbraio-marzo del “Bollettino” mons. Buratti poteva dare conto dinotevoli offerte destinate all’altare. E sul Bollettino di settembre, in testa ad un secondo elenco di offerte, giàveniva annunciata per ottobre la solenne consacrazione della chiesa:“... in poco più di un anno la nuova gran-diosa chiesa è sorta nel centro di tutti gli edifici del Cottolengo per essere il cuore di tutta l’attività che là sisvolge.... La chiesa richiederà ancora non pochi lavori per il suo totale compimento, e non può nemmeno averesubito l’altare laterale che noi le abbiamo donato, tuttavia può già essere in grado di venire officiata...”.Le offerte per il nuovo altare dei parrocchiani di San Paolo continuavano incessanti. Un terzo elenco di offertecompare sul Bollettino del quarto quadrimestre 1944 , cui segue un quarto elenco nel numero del primo trime-stre 1945. Nel settembre dello stesso anno, mons. Buratti segnalò, sempre sul Bollettino con un ampio articolo,il venticinquennio “dall’inizio dell’opera del Cottolengo”in Biella, commentando: “Il Signore, all’attuazionedei grandi disegni del suo amore, destinava un vero cuore di apostolo dalla mente vasta e dalla volontà tenace,il Rev. Padre Mino dei Filippini di Biella, il quale, seguendo le orme e lo spirito del Santo Cottolengo ed inter-pretando tutti i desideri del Padre della “Piccola Casa” di Torino (Padre Ribero, ndr), doveva poi, giorno pergiorno, esplicare un’attività instancabile e meravigliosa, dilatando sempre più gli spazi della carità...”.Ancora Mons. Buratti, sullo stesso Bollettino, invitava i propri parrocchiani ad un “Pellegrinaggio alCottolengo”da svolgersi il 30 settembre, con l’offerta solenne del nuovo altare, dandone poi a novembre un dif-fuso resoconto: “... una lunga colonna di fedeli muoveva da San Paolo pregando e cantando”. In quell’occasio-ne mons. Buratti, dal pulpito, rievocò vita e opere del Santo Cottolengo, offrendo poi a nome dei parrocchiani“il nuovo altare di marmo con l’artistico quadro del Sacro Cuore avente ai piedi San Paolo e San FilippoNeri.... doveroso omaggio al benemerito Filippino Padre Mino, al quale si deve tanto fervore di opere”.A pro-posito del quadro, scrisse mons. Buratti in chiusura dell’articolo, era costretto a ricorrere nuovamente al buoncuore dei parrocchiani, essendone lievitati i costi... Pensiamo che anche quella volta il buon parroco non rimase deluso.

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NOTESTORICHE

La chiesa in costruzione nel 1943

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Ben arrivati bambiniMACRI’ FRANCESCA di Salvatore e Bacio Nicoletta il 15 Aprile ALATI MATILDE di Enrico e Vogliano Linda il 15 Aprile MARTINA MARCELLO di Claudio e Delpiano Elena il 22 Aprile VIOLA LORENZO di Luciano e Garbin Cristiana il 22 Aprile PILIARVU NOEMI di Piliarvu Valentina il 29 Aprile BONAITI GIANNI di Stefano e Fassone Alda il 27 Maggio BORETTI LORENZO di Gabriele Pietro e Ardino PaolaFrancesca il 27 Maggio DURSO VIRGINIA di Rossano e Neso Elena il 27 Maggio SANTIA’ MARTINA di Ivano e Listello Stefania Silvia il 3 giugno FAZZARI VIOLA di Alessandro e Giana Francesca il 3 Giugno SAVI CAROLINA MARIE di Massimo e Asa Marie Nilsson il 10Giugno RESTIVO CARLOTTA di Tommaso e Crosetto Daniela l’1 Luglio REJANO SOFIA AVA SKYE di Christian e Sandi Apple l’8 Luglio TOMBINI ETTORE di Paolo e di Ramella Levis Sara l’8 Luglio PICCOLO VITTORIO di Bruno e Racanelli Tamara il 15 Luglio BAIMA BESQUET GRIGA GRETA di Marco e Vandamme Genevieve il 15 luglio CALEFATO VINCENZO IOAN di Gioacchino e Murgoci Alina il 15 Luglio BERTELLI ANGELICA ELIANA di Massimo e Iozzo Consuelo il 5 Agosto SABATINO ISMAEL GRAZIANO di Sabatino Cinzia il 27 Settembre LERRO GIULIA di Michele e Di Vico Anna il 14 Ottobre MUSACCHI ALESSIO di Mirko e Gruppo Patrizia il 14 Ottobre BUTERA NICOLE di Lorenzo e Galvano Filippa il 14 Ottobre SILETTI GIULIA di Andrea Giuseppe e Lazzarini Elisa INGRASSIA DAVIDE JAVIER di Benedetto Davide e Prencipe Michela

Ogni bambino che nasce reca al mondo il messaggio che Dio non è stanco dell’uomo (Tagore)

Cari sposi, felice camminoDE CARIA MAURO e ZAGO ELISA il 21 Luglio GAMBA DIEGO e GUELI ADELAIDE il 4 Agosto FRESCHI BERNARDO e OGNATTI CRISTIANA l’11 Agosto GIAQUINTO IVANO e VALENTI TIZIANA l’1 Settembre

Nella pace del SignoreFRANCI NADA il 22 Marzo FURLAN OTELIA il 25 Marzo VOLA BIANCA il 27 Marzo CONVERSO MARIO il 2 Aprile FARACI STELLA il 4 Aprile

Nella chiesa parrocchiale

MARAUCCI MAURO il 8 Aprile SAPONARA GIOVANNA il 12 Aprile ROMANO EZIO il 12 Aprile TELEGRAMMA MARIO il 13 Aprile TURCO ARMANDO il 15 Aprile BOVIO GIORGIO il 16 Aprile SOGNO PIERINO il 18 Aprile NARDI ERMINIA il 20 Aprile GIORDANO SALVATORE il 24 Aprile SPILINGA FRANCESCO il 24 Aprile SIGIFFREDO SCHINCAGLIA il 15 Maggio VALLE OLGA il 15 Maggio LE ROSE SANDRINA il 26 Maggio ARDISSONE ADA il 10 Giugno POZZO CARLO il 19 Giugno CILIONE ANTONINO il 22 Giugno VELMINA AVENA il 24 Giugno LEGA FRANCO il 27 Giugno PASQUALE LETIZIA il 28 Giugno LA SALA ANGELO il 24 Luglio NONCOVICH FILIPPO il 31 Luglio BRIGATO INES l’ 1 Agosto FURNO MICHELE il 3 Agosto LANDINI PIERGIUSEPPE il 3 Agosto ABATE MARIA il 6 Agosto TOSIN VALENTINA il 10 Agosto PERETTI SANTINA il 10 Agosto DEVA ELCIDE il 14 Agosto MAGGIORIN ANNA il 15 Agosto BARAZZOTTO ALDA il 19 Agosto CASAZZA CLARA il 18 Agosto CONCA SANDRA il 19 Agosto DALMASSO COSTANZO il 6 Settembre MAFFEO MARCO il 9 Settembre BENNA MARIA il 10 Settembre JANNO NEDA il 16 Settembre FERRARI VITTORIO l’1 Ottobre AVIANI GIULIO il 3 Ottobre VIAZZO RENZO il 7 Ottobre ZOCCOLA ALDO il 9 Ottobre FREZZATI ALBINO il 9 Ottobre PIRAS PIERMASSIMO il 26 Settembre RISERBATO GIUSEPPE il 15 Ottobre LONI ENEDINA il 18 Ottobre MARANGONI MARIA il 21 ottobre GARBIN CARMELA il 21 Ottobre VIOLA PIERANGELO il 22 Ottobre MERIGGIO MARGHERITA il 24 Ottobre RAMELLA OLGA il 6 Novembre RICCA MARIO il 9 Novembre VAGLIO ARISTIDE il 10 Novembre GALLINOTTI MARIO l’11 Novembre

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Per la Casa AlpinaFam. Scanzio Elisa e Fabrizio 50 -Fam. Allorto Pietro 50 - Fam. Aiaz-zone Giuseppe 50 - N. N. 40 - Fam.Pelle Rosalia 40 - Fam. PisciottaNicodemo 30 - Fam. Crestani e Gu-glielminotti 20 - Fam. Coda Ester 20- Fam. Bertazzoli Simonetta 20 -Fam. Bricarello Ezio 20 - Fam. Ga-violo Bice 20 -Fam. Vigone Angeloe Banfo Piero 20 - Fam. Gallo 20 -Fam. Delleani Augusto 20 - Fam.Vogliano 10 - Fam. Lovera Luigina10 - Fam. Garoglio Silvia e Roberto10 - Fam. Pugnana 10 - Fam. Mor-cozo 10 - Fam. Cappa Firmino 10 -Fam. Senter Iride 10 - Fam. D’Oriaved. Maffeo 5 - Fam. Vercella Mar-chese 5 - Fam. Mallardo 50 - Fam.Galassi 5 - Fam. Rinollo 10 - N.N.20 - Fam. Pozzati 5 - Fam. Bozzo-netti 10 - Fam. Monformoso 10 -Fam. Fantone Paolo 20 - Fam.Marino 5 - Fam. Frignocca 50 - N.N.20 - Fam. A.e L.B. 100 - N.N. 20 -Fam Beretta 5 - Fam. Raimondo 10 -Fam. Sormani 100 - Fam. Loro La-mia Anna 20 - Fam. Farina e RomaIdola 20 - Fam. Canova Alessandro10 - Fam. Botta Sergio 10 - HotelAstoria 20 - Fam. Delleani Alessan-dra 20 - Fam. Marzola Bellamy 10-Fam. Migliorato 10 - Fam. Castello11 - Fam. Beltrame Antonia 10 -Fam. Ramella Casalone Ada 50 -Fam. Destinoli 10 - Fam. Ernesta 10- Fam. Carrara Tarello 10 - Fam.Cammarata 20 - Fam. Ceria Arturo50 - Fam. Vella Calogero 5 - Fam.Manera Van Axel 50 - Fam. Turola10 - N.N. 100 - Fam. Sinigaglia Lai-ni 15 - Fam. Mosca 20 - Fam. Gari-glio 50 - Fam. Calvino 20 - N.N. 200- Fam. Ricolfi 100 - Fam. Radici 100.

Per la Chiesae le Opere Parrocchiali In memoria di Teresa Amoruso 30 -In memoria di Giovanni 10 - FioraniVittorio 50 - In memoria di MarioCaveggia, la famiglia 100 - In me-moria di Mario Caveggia, i condòmi-ni di via Cova 3, 175 - N.N. 40 - Inmemoria di Laura Mosca 50 - In me-moria di don Carlo Tua 20 - Inmemoria delle famiglie DeganelloSaccardo e Maria Ardone 40 - Inmemoria defunti famiglia Landini 20- N.N. 15 - In memoria di Marisa LeRose 50 - In memoria di GianLuigi eAnita Sormani 50 - In memoria diGianCarlo Regis 50- In memoria diElio Campi 5 - In memoria di MaricaSpanu 100 - N.N. 100 - In memoria

di Liberata Corrado 20 - N.N. 15 -Ernesta Costa 20 - In memoria deidefunti della famiglia Viglieno 120 -Barazzotto AnnaMaria 300 - N.N.500 - Elena Fossati e Mario EugenioBovoleni 500 - In memoria di An-tonietta e Giampiero Ramella Tra-fighet 100 - N.N. 1300 - In memoriadi Alberto Manera 60 -In memoria diNada Franci, la famiglia 250 - Inmemoria di Cesare Giusti 50 - Inmemoria di Virginia Perego 25 - Inmemoria di Giuseppe 50 - In memo-ria di Luigi Gasparini 20 - Fam. FilaColleoni 20 -Fam. Carta Zina 50 -N.N. 10 - Orlando e Veronica 25 - In

memoria di Luigi Massimo 20 - Inmemoria di Teresa Ferrero e AntonioGastaldo 50 - In memoria di AnnaGremmo, Maria, Felice e AntonioBider, Pierino Petiva, Gine e NellaBider 200 - N.N. 30 - In memoria diGiuseppina Pavinato e Renzo Valeg-gia 15 - In memoria di Bianca Vola,la famiglia 100 - N.N. 15 - MessinaSilvia 20 - Bielli 20 - In memoria diMaggiorino e Mariuccia Polledro 20- Fam. Sandri 60 - Fam. Barazzotto50 - Fam. Sappino 20 - Fam. Rovi-glione 50 - N.N. 500 - In memoria diMargherita Mello Grand, Lora Mo-retto Fiorentina 100 - Dante Furno10 - In memoria di Giovanna e Mina15 - In memoria di Lidia Cravagna10 - In memoria di Oneglia e Gio-vanni Vegis 50 - In memoria di Mau-ro Maraucci, la famiglia 100 - Fam.Scanzio 50 - Fam. Visentini 20 -N.N. 20 - Sara Angelicchio 25 - Inmemoria di Albina Romagnoli 15 -In memoria di Cesarina 5 - N.N. 100- N.N. 30 - In memoria di Ezio Ro-mano, la famiglia 500 - Per il Batte-simo di Francesca Macrì 50 - In me-moria di Duilio Greppi, Ilia e MarioRamella Bagneri Massimo Bugala40 - In memoria dei defunti delle fa-miglie Bagordo, Buttazzo, Dell’An-na 35 - In memoria di Lea Billotti100 - In memoria di Armando Turco,la famiglia 100 - In memoria diBenito Longhi e Gilla Raffaini 80 -

In memoria di Pio Masone e famigliaSilvestri 25 - In memoria di Mas-simio Migliorato 15 - In memoria diAlfio 100 - N.N. 10 - Zappino Mas-simo 20 - N.N. 300 - N.N. 80 - Inmemoria dei defunti della famigliaFulchini 20 - In memoria di StellaFaraci 15 - Per il Battesimo di Lo-renzo Viola 20 - Per il Battesimo diMarcello Martina 100 - Fam. Ca-stello 11 - In memoria dei defuntidelle famiglie Buttazzo, De Simone,Montin 20 - In memoria di PierinoSogno, la famiglia 70 - In memoriadi Sante e Santina Azzarello 40 - Ka-tia Cufone 20 - In memoria diErminia Nardi, la famiglia 500 -Santa Caterina 50 - Bruni Rina 20 -In memoria di Mons. Luigi Maffeo20 - In memoria di Bianca Vola 20 -In memoria di Giorgio Bovio, lafamiglia 50 - In memoria di Silvio eRina Monti 50 - N.N. 20 - In memo-ria di Lorenzo Galati 100 - N.N. 30 -N.N. 60 - Per la Prima Comunione diAndrea Passarella 80 - N.N. 20 - Inmemoria di Sergio Tosetti 50 - Inmemoria dei defunti della famigliaAimone 50 - Per il Battesimo diMarisol Fava 30 - In memoria diFrancesco Spilinga 150 - In memoriadi Mario 300 - In memoria di MarioTelegramma 110 - N.N. 10 - In me-moria di Rina Masso 100 - In memo-ria di Mauro Maraucci 50 - N.N. 10 -In memoria di Gioacchino Man-giatordi 30 - N.N. 50 - In memoria diRita Volpe 15 - Eugenia Celso Gia-nolio 15 - Fam. Scanzio 20 - In me-moria dei defunti delle famiglieBruna e Ciofani 120 - In memoria diGina Bertacco 10 - In memoria diGino Bider e Alberto Ramella 30 -N.N. 20 - N.N. 50 - N.N. 100 - Inmemoria dei defunti della famigliaTumelero 25 - Luciana 25 - Inmemoria dei defunti della famigliaMasso 10 - In memoria di Don Vi-tale 10 - In memoria di Vito Durola50 - In memoria di Elsa Belletti 20 -In memoria di Silvio Borri Brunetto50 - In memoria di Ida Castellino 10- In memoria di Gino Bider 20 - Inmemoria dei defunti della famigliaMeliga 50 - Fam. Daffara 50 - Fam.Daffara 50 - Per il Battesimo diVirginia Durso 150 - N.N. 75 - N.N.30 - N.N. 20 - Giuseppe Agostino 50- N.N. 45 - In memoria di FrancescoBaccalaro 50 - In memoria di Silviae Nello Rossi 20 - In memoria di Pi-nuccia Barone 50 - N.N. 15 - In me-moria di Giovanni Elifani, Domenicoe Sabatina 10 - In memoria di Idelma

HANNOOFFERTO

(da aprile al 15 novembre 2012)

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e Manlio Pretti 50 - In memoria diSilvia Ceria 100 - N.N. 80 - N.N. 20- In memoria di Natalina Mingardo50 - In memoria di SiggifredoSchincaglia, la famiglia 50 - Per ilBattesimo di Viola Longhi 50 - Fam.Buratti 50 - Fam. Caucino 100 -N.N. 50 - In memoria di RitaDelleani 20 - Per la Prima Comu-nione di Matilde Giacomini 100 - Inmemoria di Armando Turco 25 - Inmemoria di Gigi e Paola Cantono 20- In memoria di Elisabetta e MarioGibertoni 50 - In memoria dei defun-fi delle famiglie Allara e Magliola200 - In memoria di Silvio eRosanna Barberis 50 - In memoria diGilio Bianco 10 - In memoria diRita, Flavio e Sergio 10 - In memo-ria di Lina Sichel 15 - In memoriadei defunti della famiglia Silvestri ePio Masone 20 - In memoria deidefunti della famiglia Beltramo 20 -In memoria di Giovanna Canton 30 -In memoria di Dante e Piera PrinaMello 30 - Per il Battesimo diVirginia Durso 20 - Per il Battesimodi Gianni Bonaiti 50 - In memoria diErnesta, Cesare e Carlo 20 - Inmemoria di Sergio Cattozzi 20 - Inmemoria dei defunti della famigliaOliaro 100 - In memoria di Carlo,Maria, Povis Perazzone 60 - Inmemoria di Elena e GiuseppinaLanza 50 - Liliana Rossetti 20 - Inmemoria di Giuseppe Napolitano 20- Fam. Loro Piana 50 - In memoriadi Mario Lacchia 20 - In memoria diAngela e Giovanni 20 - Ai Bebi 130- N.N. 55 - In memoria di EmmaMino Matot 50 - In memoria diMaria, Simona, Rina e Mario 20 - Inmemoria di Orsolina e PierinoGremmo 50 - In memoria di SandraLe Rose, la famiglia 50 - In memoriadi Guido Morelli 60 - Per ilBattesimo di Martina Santià 50 - Inmemoria di Sergio Romagnoli 15 -Per il Battesimo di Viola Fazzari 50 -In memoria di Dolores Zanotti 100 -In memoria di Giovanna e Camillo20 - Per la Prima Comunione 20 - Inmemoria di Itala e Quinto Boschetto30 - In memoria di Egle Teglia 20 -In memoria di Domenico Primo 15 -In memoria dei defunti della famigliaGianese 20 - In memoria di MauroSavi e nonni 100 - In memoria diSergio Giuglielminotti 30 - Inmemoria di Primo Pagano 20 - Inmemoria di Marisa Gioia 50 - Inmemoria di Olga Valle 100 - Per laPrima Comunione di Matilde Fatta 5- In memoria di Renato, Mariuccia,

Olga, Marì, Arrigo e Annetta Mag-gia 200 - Per la Prima Comunione diErika Potuto 10 - In memoria diCaterina Monterotondo 20 - Inmemoria di Gelsomina Napolitano10 - In memoria di Michele Pisciotta10 - Fam. Maiorano 15 - N.N. 50 - Inmemoria di Dolores, Laura, Giusto150 - In memoria dei defunti dellafamiglia Farruggio 20 - In memoriadi Duilio 5 - In memoria di Giu-seppina Cappello a Antonio Rodi-ghiero 30 - In memoria di CarloCucco - In memoria di Don FrancoMaffei 20 - In memoria dei defuntidelle famiglie Panizza e Villa 25 - Inmemoria di Cesare, Elvira eMaurizio Scanzio 20 - In memoria diGiuliana Giavina e Mario Giordano20 - N.N. 20 - In memoria diVincenzo Caruso 100 - In memoriadei defunti della famiglia Bonardi200 - In memoria di Franco Lena, lafamiglia - N.N. 300 - Per la PrimaComunione di Iacopo Di Siena 20 -In memoria di Sandra Le Rose 50 -In memoria di Letizia Pasquale, lafamiglia 50 - In memoria di DonAttilio e Don Andrea 20 - In memo-ria di Luciano Badà 40 - In memoriadi Leonardo Pesce 100 - In memoriadi Agostino Marinoni 50 - In memo-ria di Annina Monterotondo 20 - Inmemoria di Antonio Stillavato 20 -In memoria di Franco Rizzi 20 - Inmemoria dei defunti delle famiglieFila e Colleoni 20 - In memoria diGino e Rosina Gibello 20 - In me-moria di Mario Seu 20 - In memoriadi Peppini e Marco Basso 15 - Per ilBattesimo di Carlotta Restivo 100 -Per il Battesimo di Sofia Ava Skye50 - In memoria di Nirvana e SilvioCostetti 30 - Fam. Bielli 15 - BiderRosita 20 - Fam. Marangoni 20 - Inmemoria dei defunti delle famiglieSilvestri e Masone 15 - In memoriadi Federico e Virginia 20 - In memo-ria di Marco Vidale 100 - In memo-ria di Luca 10 - In memoria diTonino 20 - In memoria di AntonioCilione, la famiglia 220 - In memo-ria di Loredana De Stefano 30 - N.N.20 - In memoria di Pietro e Teresa 20- In memoria dei defunti della fami-glia Masso Candido 50 - In memoriadi Remo Coggiola 50 - Per ilBattesimo di Vittorio Piccolo 100 -Per il Battesimo di Greta BaimaBesquet Griga 100 - In memoria diEmilio Delle Donne e famiglia 30 -N.N. 20 - N.N. 20 - N.N. 20 - Inmemoria di Elio e Frida Malutta 15 -In memoria di Ida e Luigi Zoppetti

30 - Zago Elisa 30 - Per il matrimo-nio di De Caria Mauro e Elisa Zago200 - Francesco Trifogli 20 - Inmemoria di Giacomo e Maddalena20 - In memoria di Letizia Pasquale100 - N.N. 50 - In memoria di Ca-terina Monteleone 15 - In memoriadi Luigi Massimo e Suor Marcellina20 - In memoria di Velmina Avena40 - In memoria di Gino Ciofani,Pietro Bruna e per i defunti dellafamiglia Bruna 150 - N.N. 100 - Inmemoria di Ermenegilda Benedetta100 - In memoria di Teresa Nasti eLuigi Apicella 20 - N.N. 20 - Inmemoria di Antonio Girardi 30 - Inmemoria di Renato e Rosina 50 -N.N. 20 - In memoria di IoneMarangoni 50 - In memoria di IoneMarangoni 30 - In memoria di IoneMarangoni 50 - In memoria diFilippo Noncovich, la famiglia 50 -In memoria di Eusebio 30 - Per ilmatrimonio di Diego Gamba eAdelaide Gueli 150 - In memoria diGiovanni Orniali 30 - N.N. 50 - Inmemoria di Sergio Tosetti 200 - Peril matrimonio di Bernardo Freschi eCristiana Tognatti 200 - In memoriadi Pier Giuseppe Landini, la famiglia100 - In memoria di Maria Abate, lafamiglia 100 - In memoria di SergioFerraro 15 - In memoria di LiciaTorta 50 - In memoria di GuidoBider 30 - In memoria di FrancoZattera, Don Andrea, Don Attilio,Giacomo e Maddalena 60 - Inmemoria di Sergio Romagnoli 15 -In memoria di Valentina Tosin, lafamiglia 100 - In memoria di InesBrigato, la famiglia 100 - In memo-ria di Maria Antoniotti 25 - Inmemoria di Egidio Di Pasquali 50 -In memoria di Ferruccio Baietto 25 -In memoria di Elcide Deva, la fami-glia 50 - In memoria di Giuseppe eMaria Tarello 30 - In memoria diAntonio 10 - In memoria di Antonioe Pierina Femminis 50 - In memoriadi Lino Gavioli 100 - In memoria diClara Casazza, la famiglia 50 - N.N.30 - In memoria di Bice VercelliBertolini 100 - In memoria diMarcella Pagano Casagrande 20 - Inmemoria di Anna Meggiorin, lafamiglia 200 - Aima 100 - Amici delMonte Bo 100 - In memoria diMario Mompiani 50 - In memoria diAdriano Ghirardotti 80 - In memoriadi Benvenuta Zanotti 30 - In memo-ria dei defunti della famigliaDeganello 20 - In memoria di MariaSaccaro e famiglia 20 - N.N. 50 - Inmemoria dei defunti delle famiglie

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Furno e Demartini 20 - In memoriadi Dante Pattono, la famiglia 100 -Mdf 400 - In memoria di PierGiu-seppe Landini 50 - In memoria diSane Celeste 10 - N.N. 15 - In me-moria di Carla Ginepra e LuigiMalvarosa 15 - In memoria diCamillo Frangi 20 - N.N. 300 - Inmemoria di Itala Gianese eMargherita Colacicchi 40 - N.N. 50 -Famiglie Sechi e Cuzzolin 50 - Inmemoria dei defunti delle famiglieDavi e Longhi 30 - In memoria diLuigi Lazzarini 20 - N.N. 20 - Inmemoria di Francesco Trifogli 20 - Inmemoria di Pietro e Teresa 20 - Inmemoria di Maria Faiello 20 - Inmemoria di Maria e Carlo Allioni 20- Fam. Bielli 15 - Fam. Gianolio 10 -Fam. Casagrande 10 - In memoria diEnrico e Gianfranco Sappino 155 -N.N. 10 - In memoria di MarcoMaffeo, la famiglia 100 - In memoriadi Costanzo Dalmasso, la famiglia400 - In memoria di Lidia, Paola,Enrico, Maria, Marina, GiuseppeVaglio Tanet 100 - In memoria diDena Elcide, il condominio Europa70, 145 - N.N. 50 - In memoria diFrancesco Cloro 30 - In memoria diAlberto Fulchini 25 - In memoria diMarisa Le Rose e MassimilianoRosin 30 - N.N. 20 - In memoria diPierCarlo Tarello 40 - In memoria diIrma, Flavio e Sergio 20 - In memo-ria di Santina Peretti, la famiglia 100- In memoria di Duilio e Clara 30 - Inmemoria di Giacomo Biasia 10 - Inmemoria di Ercole Volpe 15 - N.N.200 - In memoria di Maria Benna, lafamiglia 150 - In memoria di NedaTosetti, la famiglia 1000 - In memo-ria di Costanzo Dalmasso, gli inse-gnanti della scuola Borgonuovo 70 -In memoria di Rita Delleani 50 - Inmemoria di Giuseppe Ronsisvalle 10- In memoria dei defunti della fami-glia Gremmo 250 - N.N. 15 - Inmemoria di Roberto 20 - N.N. 30 - Inmemoria dei defunti delle famigliePezzuolo e Ferrari 25 - In memoria diAdriana Coda Bottino 20 - In memo-ria di Franco Flem 50 - Per ilBattesimo di Ismael, GrazianoSabatino 50 - In memoria di RobertoAscoli 50 - In memoria di AntoniettaLabriola 20 - In memoria di ErmannoGariglio 100 - In memoria diGiovanna e Marta 20 - N.N. 200 - Inmemoria di Emilio ed Enrico Grem-mo 20 - In memoria di Giulio Aviani,

la famiglia 200 - N.N. 25 - Fam.Magliola 20 - In memoria di VittorioFoglia 20 - Fam. Camossa 50 - PelleRosalia 80 - In memoria di InesBrigato 30 - In memoria di Vienna ePaolino Prina Mello e Antonio Gallo15 - In memoria dei defunti dellefamiglie Vitolano e Lamanuzzi 40 -In memoria di Santina Ferrante 20 -In memoria di Pietro Ameli, Quinta eMaria Valsesia, Caterina e Antonio50 - In memoria di Lelio Boggian 20- In memoria dei defunti della fami-glia Apicella 40 - N.N. 100 - Inmemoria di Urbano e Antonio Pillo40 - Fam. Urani 30 - In memoria deidefunti delle famiglie Calefato eSavino 20 - In memoria di AntonioCalefato 20 - In memoria di AureliaMaiorano 20 - In memoria di AdaBarazzotto, al sorella Milvia 100 -Per il Battesimo di Alessio Musacchi50 - Per il Battesimo di Giulia Lerro90 - Per il Battesimo di Nicole Butera50 - In memoria di Mosè 20 - Inmemoria dei defunti della famigliaBeltramo 20 - In memoria diPierMassimo Piras, la famiglia 50 -In memoria di Giuseppe Riserbato, lafamiglia 100 - In memoria diFrancesco e Carla Saracco 50 - N.N.100 - In memoria di Albino Frezzati,la famiglia 90 - In memoria deidefunti delle famiglie Casinelli,Gianese, Colacicchi e De Magistris80 - In memoria di Don MarcoCarlino 20 - In memoria di Flavio,Maria e Angela 20 - In memoria diSanto e Santina Azzarello 40 - Inmemoria di Pierangelo Viola, lafamiglia 50 - In memoria di Franca,Laura, Maurizio,Germana, Enrico,Katia e Denise 200 - In memoria diCarmela Garbin 100 - In memoria diWalter Rosso, la famiglia 20 - N.N.20 - In memoria di Enedina Loni, lafamiglia 100 - In memoria di EnedinaLoni 50 - In memoria di SergioSandri 200 - In memoria di EmmaMino Matot 50 - In memoria diDomenica Santa e Domenico 15 - Inmemoria di Dina 20 - In memoria diElena e Stefano Zegna 50 - N.N. 200- In memoria di Wanda Bianchetto 50- In memoria dei defunti della fami-glia Cucco 25 - N.N. 50 - In memoriadi Aurelia e Silvio Fila100 - Per ilBattesimo di Giulia Siletti, i nonni 50- Per il Battesimo di Giulia Siletti 70- In memoria dei defunti della fami-glia Rastello 60 - In memoria di Olga

Gioria 30 - In memoria della famigliaFraire 25 - In memoria di LiberataCorrado 15 - In memoria di GiulioAviani 50 - In memoria di EmanueleChieppa 50 - N.N. 10 - In memoria diPietro Loro Lamia 100 - FamigliaDiana 20 - In memoria di Rosina eNicodemo Agostino 60 - GiuseppeAgostino 150 - N.N. 10 - In memoriadei defunti della famiglia Bruniera 20- In memoria dei defunti della fami-glia Barbera Bion 40 - In memoria diDelfina Confalonieri 50 - In memoriadei defunti delle famiglie Fila eColleoni 20 - In memoria di Mariuc-cia e Maggiorino Polledro, FrancoRizzi 20 - In memoria di Remo Bielli50 - In memoria di Olga Ramella, lafamiglia 500 - In memoria di AristideVaglio, la famiglia 100 - In memoriadi Antonietta Volpe 20 - FamigliaCarlomagno 10 - N.N. 10 - In memo-ria di Cesarina Formagna 20 - N.N.300 - In memoria dei defunti dellefamiglie Zanone e Zambollin 100 - Inmemoria di Leo Gianolio 50.

Per la CaritàIn memoria di Rosanna Reibella, icondomini di via Roma 2, 270 -Flora 50 - Celentin Carmela in occa-sione del compleanno di Maria 100 -N.N. 120 - Fam. Cicero 20 - N.N.100 - N.N. 50 - N.N. 100 - N.N. 100- N.N. 50 - N.N. 100 - N.N. 30 -N.N. 500 - N.N. 50 - N.N. 50 - N.N.200 - N.N. 25- In memoria diCostanzo Dal Masso 70 - FurinoPiantino 30.

Quaresima di Fraternità14752

Oropa 1140

Raccolta terremoto2550

Duomo1500

Restauro dell’organo Vittorio Penna 1000

Giornata Mondiale delle Missioni 4360

Ai nostri benefattori, noti e anonimi, diciamo un grande “grazie” certi che il Signore scruta i cuori e ricompensa