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Divisione Corporate Affairs Direzione Risorse Umane e Organizzazione | Recruiting Selezione e Formazione
La Formazione RLS • Valutazione dei rischi per la sicurezza
Sommario LA VALUTAZIONE DEI RISCHI MACCHINE, IMPIANTI, ATTREZZATURE DI LAVORO FATTORI FISICI DI RISCHIO Rumore Illuminazione
Microclima
DISPOSIZIONI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
La Valutazione dei Rischi
Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.
Definizione
3
Prima di iniziare
Produzione, macchine, sostanze
ecc.
Persone, organizzazione gestione
ecc..
Esame preliminare dell’azienda
Individuazione dei fattori di rischio per i reparti / gruppi
Suddivisione in reparti e/o in gruppi omogenei
Valutazione (stima) dei rischi
Indagini, misure,
ecc.
Individuazione e applicazione delle misure di prevenzione e protezione
Documentazione processo (documento ex art. 17
D.Lgs 81/08)
Valutare i rischi significa…
Esame preliminare dell’azienda
Individuazione dei fattori di rischio per i reparti / gruppi
Suddivisione in reparti e/o in gruppi omogenei
Valutazione (stima) dei rischi
Individuazione e applicazione delle misure di prevenzione e protezione
Documentazione processo (documento ex art. 17
D.Lgs 81/08)
E’ una casa a due piani
Cadere per le scale
Ci sono le scale
I bambini salgono le scale e non arrivano al corrimano: il
rischio è elevato
Realizzare cancelletto e corrimano
A adesso?
Controllo
La potenza è nulla senza
controllo
Controllo
Gestire
i rischi
significa
controllarli
E’ una casa a due piani
Cadere per le scale
Ci sono le scale
I bambini salgono le scale e non arrivano al corrimano
Realizzare cancelletto e corrimano
E ADESSO CONTROLLARE
Infortunio e controllo
Un addetto alla manutenzione sta usando acido muriatico
su una scala, il contenitore cade e si rompe, i vapori acidi
gli provocano un’irritazione acuta reversibile alle mucose
e 3 giorni di inabilità temporanea.
Procedura di sicurezza?
DPI?
Etichettatura?
Abilitazione?
Formazione?
Definizione ragionata del Rischio
Il rischio è la combinazione tra la probabilità (P) che si
manifesti un certo evento dannoso e la gravità
(Magnitudo, M) dell’evento stesso.
R = f (P, M) Generalmente si considera R = P x M
Si tratta di una indicazione generica.
Occorre considerare il numero dei lavoratori esposti.
Valutazione dei rischi
Esame SISTEMATICO delle lavorazioni condotto al fine di:
• identificare i pericoli;
• identificare le persone potenzialmente esposte;
• valutare qualitativamente e quantitativamente i rischi;
• individuare i possibili effetti dannosi;
• verificare le soluzioni possibili per ridurre i rischi.
Prevenzione
La prevenzione consiste nelle operazioni
messe in atto per ridurre la probabilità che
si verifichi un determinato evento dannoso
Procedure per evitare il trasporto del secchio, procedure per
evitare l’uso dell’acido in altezza, interventi di formazione
avrebbero ridotto la probabilità del verificarsi degli
infortuni dell’esempio
Protezione
La protezione consiste nelle operazioni
messe in atto per ridurre la magnitudo
(gravità) associata a un determinato evento
dannoso
Una maschera contro i vapori acidi o una scarpa di sicurezza
avrebbero ridotto la gravità degli infortuni dell’esempio
Ricapitolando…
• Pericolo: potenziale di un certo agente
• Rischio: specifico nelle condizioni d’uso
• R = P x G
• Differenza tra prevenzione e protezione
• Priorità alle misure di prevenzione
Tipi di rischi – Tipi di danni
• Eventi traumatici – Infortuni – Rischi per la
sicurezza;
• Eventi progressivi – Malattie - Rischi per la
salute;
• Eventi correlati all’organizzazione del lavoro –
stress, burn out … - rischi trasversali
Rischi per la sicurezza
Occasione di lavoro
Rischio per la sicurezza (macchine, attrezzature, sostanze esplosive,
scale, mezzi di trasporto …)
Infortunio (evento traumatico, danno immediato)
Riconoscimento “agevole” delle dinamiche e delle cause
Rischi per la salute
Occasione di lavoro
Rischio per la salute (sostanza, agente fisico, rumore, radiazioni,
movimentazione dei carichi ecc…)
Malattia professionale (evento progressivo)
Complicato riconoscimento delle cause e delle dinamiche
Rischi trasversali
Sono legati all’organizzazione del lavoro e non sono
inquadrabili né come rischi per la salute né come
rischi per la sicurezza
• Lavoro notturno;
• Incarichi stressanti;
• Lavoro monotono e ripetitivo;
• Stress;
• Mobbing x
x
Traininig
Troviamo un fattore di rischio per la sicurezza, uno per la salute e uno trasversale che possono essere
approfonditi presso la vostra azienda.
Come fare un elenco esaustivo di FR?
Valutare tutti i rischi:
• Check list
• Software
• Linee guida
• Indirizzi di corporate
Brainstorming possibili FR
• Rischi generali
• Interferenze con il territorio
• Presenza di aziende a rischio di incidente rilevante
• Infrastrutture viarie
• Aree comuni
• Aree esterne e accessi
• Luoghi di lavoro
• Generale
• Luoghi di lavoro esterni
• Sotterranei e semisotterranei
• Pavimenti e corridoi interni
• Strutture, spazi e arredi
• Igiene e servizi
• Disabili
Brainstorming possibili FR
• Vasche e serbatoi
• Banchine e rampe di carico
• Agricoli
• Magazzini
• Porte e vie di esodo
• Scale fisse a gradini
• Cantieri
• Lavori particolari
• Ambienti confinati
• Lavori nei cassoni ad aria compressa
• Lavori telefonici
• Lavori in sotterraneo
• Lavori in miniere e cave
• Effettuazione di scavi e fondazioni
Brainstorming possibili FR
• Costruzioni edilizie
• Demolizioni
• Lavori ferroviari
• Volontariato
• Accesso in quota
• Generale
• Scale fisse a pioli
• Scale fisse a gradini per accesso in quota
• Scale portatili a pioli
• Scale a pioli sospese
• Scale portatili
• Elevatori trasferibili non installati stabilmente
• Scale e marciapiedi mobili
• Attrezzature per l’accesso in quota
Brainstorming possibili FR
• Ponteggi fissi
• Ponteggi movibili (ponti su cavalletti)
• Ponteggi movibili (ponti su ruote a torre)
• Ponteggi e impalcature in legname
• Accesso con fune
• Macchine
• Generale (tutte)
• Materiali incandescenti
• Macchine mobili
• Legno, filatoi, berte e laminatoi
• Macchine immesse in assenza di direttive UE (tutte)
• Macchine semoventi immesse in assenza di direttive UE
• Presse o cesoie immesse in assenza di direttive UE
• Altre per metalli immesse in assenza di direttive UE
Brainstorming possibili FR
• Per legno immesse in assenza di direttive UE
• Altre macchine immesse in assenza di direttive UE
• Mole abrasive
• Motori termici antideflagranti
• Radiocomandi per gru, paranchi e argani
• Verifiche periodiche da parte di INAIL (ex ISPESL) e ASL (nuovo)
• Mezzi di sollevamento (spostato)
• Generale
• A carichi non guidati
• Ascensori e montacarichi
• Ascensori e montacarichi in assenza di direttive UE
• Sollevamento persone diversi da ascensori
• Altri mezzi di sollevamento in assenza di direttive UE
Brainstorming possibili FR
• Funi e bifuni a servizio aziende agricole montane per il trasporto promiscuo
• Mezzi di trasporto (spostato)
• Generale
• Percorsi di circolazione interni
• Mezzi di trasporto in assenza di direttive UE
• Usati su strade pubbliche
• Carrelli elevatori in assenza di direttive UE
• Mezzi di trasporto su rotaia
• Teleferiche in assenza di direttive UE senza norme di prodotto
• Attrezzature e lavorazioni manuali
• Generale
• Saldatura manuale
• Manipolazione di oggetti
Brainstorming possibili FR
• Rischi elettrici
• Generale
• Impianti elettrici di messa a terra
• Protezione contro le scariche atmosferiche
• Impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione
• Interventi e manutenzioni
• Attrezzature elettriche
• Attrezzature a pressione
• Generale
• Precedenti a recepimento direttive UE
• Compressori
• Distribuzione di gas e liquidi pericolosi
• Recipienti - gas
• Locali - gas
Brainstorming possibili FR
• Apparecchi mobili - gas
• Reti di distribuzione di gas
• Bombole portatili
• Gas tossici
• Depositi di GPL
• Impianti termici
• generale
• Impianti termici a gas < 35 kW
• Impianti termici a gas > 35 kW
• Impianti termici a combustibile liquido > 35 kW
• Rischio incendio
• Generale
• Attività soggette al DPR 151/11
• Preparati esplosivi
Brainstorming possibili FR
• Atmosfere esplosive(ATEX)
• ATEX - Valutazione
• ATEX – Attività a rischio
• Apparecchi e sistemi di protezione per ATEX
• Agenti chimici
• Agenti chimici - gestione
• Agenti cancerogeni e mutageni - Gestione
• Amianto - gestione
• Polveri e fibre diverse da amianto – disposizioni speciali
• Fumo di sigaretta – disposizioni speciali
• Apparecchiature contenenti fluidi a base di PCB – disposizioni speciali
Brainstorming possibili FR
• Agenti biologici
• Generale
• Indicazioni per gruppi di agenti
• Strutture sanitarie e veterinarie
• Laboratori o tabulari
• MOGM
• Microclima e ventilazione
• Microclima - generale
• Ambienti moderati
• Stress da caldo
• Stress da freddo
• Ventilazione
• Illuminazione e videoterminali
Brainstorming possibili FR
• Illuminazione sussidiaria e di emergenza
• Agenti fisici
• Generale
• Rumore
• Vibrazioni
• Campi elettromagnetici
• Radiazioni ottiche artificiali
• Radiazioni ionizzanti
• Radiazioni ionizzanti
• Movimentazione manuale dei carichi e movimenti ripetuti
• Videoterminali
• Specifiche postazione
Brainstorming possibili FR
• Organizzazione del lavoro, ergonomia e stress
• Ergonomia
• Stress e carico mentale
• Categorie particolari di lavoratori (elevato)
• Lavoro notturno
• Donne gestanti
• Minori
• Segnaletica e DPI
• Segnaletica
• Adozione e gestione dei DPI
• Informazione, formazione e addestramento
• Informazione
• Formazione
• Addestramento
Brainstorming possibili FR
• Valutazione dei rischi
• Alcolici e superalcolici
• Compiti del Servizio Prevenzione e Protezione
• Obblighi del Medico Competente
• Partecipazione
• Riunione periodica ex art. 35
• Obblighi dei lavoratori
• Procedure e istruzioni di lavoro
• Gestione emergenze e Primo soccorso
• Controlli e manutenzioni
• Affidamento di lavori a terzi
• Appalto e contratto d'opera (Titolo I)
• Cantieri temporanei e mobili (Titolo IV)
Traininig
Qual è il pericolo più grande presso la vostra azienda? E il rischio?
VDR: strumenti da adottare
• Layout;
• Mansionario;
• Procedure scritte di lavoro;
• Verbali degli organi di controllo;
• Misure strumentali (agenti chimici e fisici);
• Interviste;
• Schede di sicurezza ecc.
Possibile struttura DVR
• 1.0 DATI GENERALI
• 2.0 ORGANIGRAMMA DELLA SICUREZZA
• 3.0 DESCRIZIONE DEI PROCESSI LAVORATIVI
• 4.0 CATEGORIE DEI LAVORATORI
• 5.0 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI E CONTRATTUALI
• 6.0 PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE
• 7.0 CRITERIO ADOTTATO PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
• 8.0 I FATTORI DI RISCHIO: TIPI, SPECIFICHE, CLASSI
• 9.0 VALUTAZIONI
• 10.0 GESTIONE DELL’EMERGENZA
• 11.0 RISCHI RESIDUI, AZIONI CORRETTIVE E PROGRAMMA TEMPORALE
Possibili allegati
• All. 1 Valutazione del rischio associato a MMC • All. 2 Valutazione del rischio associato a VDT • All. 3 Valutazione del rischio associato a rumore • All. 4 Valutazione del rischio associato a vibrazioni • All. 5 Valutazione del rischio associato a campi EM • All. 6 Valutazione del rischio associato a radiazioni ottiche artificiali • All. 7 Valutazione del rischio associato a impiego agenti chimici pericolosi • All. 8 Valutazione del rischio associato a impiego agenti cancerogeni • All. 9 Valutazione del rischio associato ad agenti biologici patogeni • All. 10 Valutazione del rischio associato alle atmosfere esplosive • All. 11 Valutazione del rischio da stress lavoro-correlato • All. 12 Lavoro notturno • All. 13 Gestione gestanti • All. 14 Radiazioni ionizzanti • All. 15 Incidenti rilevanti • All. 16 Valutazione del rischio incendio
• Procedure SGSL …
Quale metodo?
Ogni rischio il
suo metodo
Ricondurre
nella stessa
scala di
valutazione
37
Possibile metodologia di VDR
Valutazione oggettiva
RISCHIO = PROBABILITA’ X GRAVITA’
• Permette una valutazione quantitativa del rischio;
• Permette di individuare le criticità;
• Può essere messa in relazione alle priorità.
P x G
PROBABILITA’ X GRAVITA’
• Soggettività?
• Definizione delle priorità?
• Numero di esposti?
• Valutazione di agenti “sconosciuti”
• Psicosociali?
• Rischi normati?
Possibile metodologia per la VDR
Il rischio risulta calcolato come prodotto P x G = R con una rappresentazione a matrice
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Elevato = 12-16
Notevole = 8-9
Accettabile = 3-6
Basso 1-2
Esempio Matrice del rischio
Priorità misure
• Stima effetti e P x G;
• Applicazione norme cogenti;
• Esigenze operative;
• Istanze lavoratori;
• Politiche aziendali;
• Norme tecniche;
• Linee guida volontarie…
Due misure…
DVR:
• banchina alta 2,5 m non protetta;
• mancanza di bande sonore sul parcheggio.
Misure di tutela:
• Realizzare parapetto normale;
• Installare bande sonore.
Quale pianificazione per queste due misure?
Definire P
Per alcuni fattori di rischio è impossibile
Per altri si possono fare delle stime
Per altri si calcola
Come valutiamo la propagazione?
Come valutiamo il rarissimo?
P
4 4 8 12
16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Definire P
Uso di indici numerici
n. eventi accaduti/anno Ip = ------------------------------------------
n. esposti x n. operazioni/anno
P
4 4 8 12
16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Definire P P
4 4 8 12
16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Valore Livello Definizioni/criteri
4 Frequente
Potrebbe accadere facilmente molte volte Altamente probabile - Ip = 10-1 Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato; si sono verificati danni per la stessa mancanza in altre circostanze.
3 Probabile Potrebbe accadere facilmente qualche volta - Ip = 10-2
La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto.
2 Possibile Potrebbe accadere - Poco probabile - Ip = 10-3 La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi.
1 Remoto Potrebbe accadere raramente - Improbabile- Ip = 10-4
La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti.
Definire G
Per alcuni fattori di rischio è sconosciuta
Per altri si possono fare delle stime
Per altri si determina facilmente
Come valutiamo l’incerto?
Come valutiamo il rarissimo?
P
4 4 8 12
16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Definire G P
4 4 8 12
16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Valore Indice Definizioni/criteri
IV Rilevante
Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale. Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti
III Grave
Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di inabilità permanente e/o malattia professionale. Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti
II Serio Infortunio o episodio di esposizione acuta con invalidità parziale - Infortunio indennizzato (> 3 gg). Esposizione cronica con effetti reversibili.
I Lieve
Infortunio o episodio di esposizione con inabilità temporanea, rapidamente reversibile - Medicazione e/o infortunio in franchigia (≤ 3
gg). Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili.
Definire il livello di priorità
• L1: Livello di rischio elevato che determina azioni correttive urgenti e/o evidenti (R≥ 9).
• L2: Livello di rischio medio che determina azioni correttive prioritarie da programmare nel breve termine (6≤ R ≤8).
• L3: Livello di rischio basso che determina azioni correttive non prioritarie da programmare nel medio termine (3≤ R ≤4).
• L4: Livello di rischio controllato vale a dire adeguatezza di ambienti, procedure e sistemi agli standard di lavoro. Permane comunque l'esigenza di controllo e manutenzione e la tendenza al miglioramento continuo ed al raggiungimento del “rischio zero” nonché all'adeguamento dei sistemi di lavoro alle migliori tecnologie disponibili per la prevenzione della sicurezza e della salute sul lavoro di lavoro, da programmare a lungo termine (R≤2).
P
4 4 8 12
16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
49
Individuazione misure: schema generale
Valutazione dei rischi e individuazione degli interventi di tutela Dati e
misure per la
valutazione
Sì
Nessuna pianificazione. Intervento immediato o adozione
di misura equivalente.
L’intervento da pianificare sana
una non conformità normativa
Esame dei vincoli di legge
Pianificazione con assegnazione di tempi e
risorse adeguate.
No
Correlazione tra stima del rischio
e priorità
Norme, buone prassi ecc.
Percezione del rischio
Politiche aziendali
PxG e conformità normativa
• Se non rispetto la legge quali P e G applico?
• Videoterminali
• Incidente stradale
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
PxG e matrici asimmetriche
• 1X3 = 3x1 ?
• Rischio 1
• Rischio 2
• Possibile uso di indici composti
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
PxG e rischi indicizzati
• Come tratto i rischi “a indici”?
• Rischio “moderato”
• Possibile uso di indici di correlazione
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Esempio SPINTA E TRAINO
PxG e misure
• Come tratto i rischi misurati?
• Esempio del rischio chimico, il TLV a quale P corrisponde?
• Possibile uso di indici di correlazione
P
4 (>2 TLV) 4 8 12 16
3 (1-2 TLV) 3 6 9 12
2 (0,1-1 TLV) 2 4 6 8
1 (<0,1 TLV) 1 2 3 4
1 2 3 4 G
55
PxG e agenti fisici…
• Come tratto gli agenti fisici?
• Esempio del rischio rumore, il Lex 8h a quale P corrisponde?
P
4 (> 87 DBA) 4 8 12 16
3 (85- 87 DBA)
3 6 9 12
2 (80-85 DBA) 2 4 6 8
1 (< 80 DBA) 1 2 3 4
1 2 3 4 G
PxG e doppia valutazione
• Prima (potenziale)
• Dopo (misure attuate)
• Descrivere cosa abbatte il rischio
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Diagramma FTA
A1: allarme di bassa pressione - 1,5,8,12: valvole di sicurezza sul riduttore - 2,6,9,13: membrane dei riduttori di pressione - 3,7,10,14: molle dei riduttori di pressione - 4,11: valvole a spillo - 1-4: primo riduttore lato destro - 5-7: secondo riduttore lato destro - 8-11: primo riduttore lato sinistro - 12-14: secondo riduttore lato sinistro
Differenze di genere, età, provenienza da altri paesi e tipologia contrattuale
Cosa dice il D. Lgs. 81/08 e smi? Art. 28 - Oggetto della valutazione dei rischi 1. La valutazione di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, […] nonché quelli connessi alle differenze di genere, all'età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.
Differenze di genere
Differenze biologiche: lavoro e gravidanza
ciclo mestruale e lavoro
Differenze fisiche
Differenze socioculturali
Lavoratori stranieri
Infortuni Le statistiche dicono che il rischio di frequenza infortunistica annua, è di 1 su 10 per gli immigrati a dispetto di 1 su 25 per gli italiani
I lavoratori stranieri sono esposti a pericoli supplementari, ossia condizioni che si vanno a sommare ai pericoli propri delle attività lavorative, imputabili alle condizioni soggettive
Problematiche legate all’età – over 50
Vulnerabilità I lavoratori maturi sono maggiormente vulnerabili ai pericoli derivanti da condizioni di lavoro peggiori rispetto ai lavoratori più giovani
Possibili cause Problematiche di tipo fisico Riduzione forza muscolare, diminuzione della motilità delle articolazioni e elasticità tessuti, aumento patologie del rachide, fatica a mantenere la postura, riduzione della capacità di sopportare sforzi prolungati Problematiche sensoriali Diminuzione della capacità visiva e uditiva Problematiche cognitive Maggior difficoltà ad adeguarsi a repentini cambiamenti dei processi lavorativi, minor prontezza di riflessi e di memoria Possibili malattie Es. diabete, osteoporosi, ecc.
Problematiche legate alla tipologia contrattuale
Caratteristiche Precarietà e temporaneità del rapporto (tempo determinato, occasionalità, …) Dissociazione (somministrazione lavoro, distacco, …) Flessibilità prestazione (part-time, intermittente, telelavoro,…) Natura del rapporto lavorativo (apprendistato, tirocinio formativo, assegno di ricerca, dottorato, …)
Problematiche legate all’età – giovani Cosa dicono i numeri Secondo le statistiche europee, il tasso di infortuni sul lavoro dei giovani di età compresa tra i 18 anni e i 24 anni è superiore del 50% rispetto a qualsiasi altra fascia di età dei lavoratori
Possibili motivazioni Immaturità, dal punto di vista sia fisico sia psicologico Mancanza di competenze e conoscenze adeguate Scarsa conoscenza degli obblighi dei soggetti obbligati, dei propri diritti e delle proprie responsabilità Scarso coraggio, di fronte ad un problema, a confrontarsi con altri lavoratori. Attenzione che I lavoratori giovani sono esposti a pericoli supplementari, ossia pericoli che si vanno a sommare a quelli propri delle attività lavorative, imputabili alle condizioni soggettive
La Valutazione dei Rischi
Indice di Frequenza (IF): si ottiene dividendo in un determinato arco di tempo, ad esempio un anno, il numero degli infortuni totale per il numero delle ore lavorate espresse come misura dell’esposizione al rischio. Tale rapporto va moltiplicato per 1.000.000 ore per dare significatività numerica al risultato ottenuto.
N° Infortuni x 1.000.000
Ore lavorate
Indici degli Infortuni
4
La Valutazione dei Rischi
Indice di Gravità: si ottiene dividendo per le ore lavorate in un anno il prodotto delle giornate di infortunio dello stesso anno per 1.000 ore.
N° gg di infortunio x 1000
Ore lavorate
Indici degli Infortuni
5
7
Macchine e Attrezzature
Titolo tabella arial Grassetto 16 pt
Pericolo Oggetto della verifica
LUOGO DI INSTALLAZIONE E DI LAVORO
Pavimentazioni
Corridoi
Accessi in quota (scale, gradini)
Superfici e spazi di lavoro
Illuminazione
Stabilità
UTILIZZO DELLA MACCHINA IN GENERALE
Comandi (pulsanti, leve, ecc.) e segnalazioni (lampade, ecc.)
Sicurezza dei comandi
Interazione “uomo-macchina” ed ergonomia
PERICOLI ELETTRICI
Protezione contro i contatti diretti
Protezione contro i contatti indiretti
Avvertenze
PERICOLI MECCANICI
Elementi mobili che partecipano alla lavorazione (organi lavoratori)
Elementi mobili di trasmissione (catene, cinghie, ingranaggi, ecc.)
8
Macchine e Attrezzature
Pericolo Oggetto della verifica
Pericoli derivanti dalle energie utilizzate dalla macchina
Energia Elettrica
Energia Pneumatica
Energia Idraulica
Energia Termica
Pericoli derivanti dalle emissioni e delle sostanze e/o prodotti utilizzati per il processo di
lavorazione
Emissioni in atmosfera di aeriformi (gas, vapori, nebbie, polveri)
Rumore
Vibrazioni
Radiazioni
Laser
Sostanze e prodotti utilizzati per il processo di lavorazione
Pericoli derivanti dalle operazioni di manutenzione
Manutenzione
Registrazione
Pulizia
Lubrificazione
Pericoli derivanti da mancato collaudo o da carente/mancata informazione e formazione
Collaudo della macchina e consegna agli operatori
Installazione o modifiche della macchina dopo il 21/9/96
Obblighi derivanti dal D.P.R. 459/96 (Direttiva Macchine 98/37/CE)
Macchine - Conseguenze Caratteristiche
Quantità elevata di incidenti Nuovi rischi legati alle nuove tecnologie
9
Macchine - Conseguenze Conseguenze per la salute del lavoratore
Fattori meccanici Cadute dall’alto, parti sporgenti, …
Fattori fisici
Rumore, vibrazioni, rischi termici ed elettrici, …
Fattori chimici
10
Macchine - Conseguenze Conseguenze per la salute del lavoratore
Sostanze tossiche, oli, polveri, … Fattori psicologici
Pessima organizzazione del lavoro, alienazione, …
11
Macchine - Prevenzione Acquisto ed Utilizzo
1. Acquisto Selezione di macchine sicure, a norma e adatte 2. Utilizzo
Macchine con interventi ricorrenti; protezione non completa; macchine con interventi iniziali e finali; protezione durante attività e messa in sicurezza per le operazioni manuali; macchine automatiche; protezione durante attività e messa in sicurezza per le operazioni manuali
12
Macchine - Prevenzione Verifica e manutenzione preventiva, Informazione e formazione
3. Verifica e manutenzione preventiva Monitoraggio dei lavori per rilevare rischi e progettare soluzioni; controllo dei macchinari
per intervenire sui rischi di usura 4. Informazione e formazione
Analisi libretto di istruzione; partecipazione interventi strutturati di addestramento
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Focus sulle verifiche Verifiche prima installazione, periodiche o eccezionali >>> normativa vigente. Elenco attrezzature in Allegato VII
Prima verifica periodica >>> Inail o, se passati 45 giorni senza riscontro, altri soggetti abilitati
Verifica successive >>> a seconda dei casi da ASL, ARPA, altri soggetti abilitati
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Focus sulle verifiche Direttiva 2006/42/CE recepita in Italia dal D.Lgs.17/2010
Include macchine, attrezzature intercambiabili, componenti di sicurezza, accessori di sollevamento, catene, funi, cinghie, dispositivi amovibili di trasmissione meccanica, quasi-macchine
Misure specifiche per macchine potenzialmente pericolose
Per tutte le macchine e le quasi-macchine prevede misure per l’immissione e la messa in servizio
Sanzioni rilevanti per trasgressioni (es. da 4 a 24.000 euro per immissioni di macchine non conformi).
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Rumore Definizione
Pressione acustica di picco Valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza “C”. Livello di esposizione giornaliero
Valore medio ponderato in funzione del tempo, riferito ad una giornata nominale di 8 ore. Livello di esposizione settimanale
Valore medio ponderato in funzione del tempo, riferito ad una settimana nominale di 5 giornate lavorative.
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Rumore Valori limite di esposizione
sono livelli di cui e’ vietato il superamento Livello di esposizione giornaliera
LEX
87 dB(A)
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Rumore Valori limite di esposizione
sono livelli di cui e’ vietato il superamento Pressione acustica di picco
PPEAK
140 dB(C)
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Rumore Valori superiori ed inferiori di azioni
sono i valori oltre i quali occorre procedere con adeguate misure di tutela del lavoratore esposto Valori inferiori di azione
LEX
80 dB(A)
PPEAK
135 dB(C)
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Rumore Valori superiori ed inferiori di azioni
sono i valori oltre i quali occorre procedere con adeguate misure di tutela del lavoratore esposto Valori superiori di azione
LEX
85 dB(A)
PPEAK
137 dB(C)
Rumore Analisi del Rischio
Le caratteristiche del rumore, la sua entità, la durata dell’esposizione Le ricadute sulla salute dei lavoratori
I problemi di sicurezza che possono derivare dall’interferenza con segnali di avvertimento
La fattibilità di alcune misure di prevenzione e protezione
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Il datore di lavoro, nel valutare l’esposizione al rumore, deve analizzare:
Rumore Analisi del Rischio
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La valutazione e la misurazione devono essere effettuate, da personale qualificato nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione, con cadenza almeno quadriennale o quando siano realizzati notevoli mutamenti o quando i risultati della Sorveglianza Sanitaria ne mostrino la necessità.
Illuminazione Analisi del Rischio
Affaticamento visivo Disturbi muscolo-scheletrici
Stress
In media una postazione di lavoro deve avere tra i 300 ed i 500 Lux
(= intensità di illuminazione)
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Un’illuminazione insufficiente riduce la capacità visiva con conseguenti:
Illuminazione Indicazioni Migliorative
Uso di lampade preferibilmente a luce bianca Contenimento degli abbagliamenti diretti e di riflesso
Limitazione delle zone d’ombra
Pulizia e manutenzione delle lampade e delle plafoniere
Sostituzione e controllo periodico dei NEON
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Il microclima Ambiente termico
Temperatura dell’aria Umidità relativa dell’aria
Velocità dell’aria
Irraggiamento da superfici calde
Quinto Punto arial Grassetto 16 pt
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Fattori del microclima di lavoro
Il microclima Ambiente termico
Spazio di benessere termico Spazio di stress termico con disagi per l’uomo
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Risultati della valutazione
Il microclima Ambiente termico - Conseguenze
Temperatura corporea con tendenza ai 37°C costanti Bilancio termico nullo
Sbilanciamenti positivi o negativi > Difese del sistema di termoregolazione
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Corpo e temperature
Il microclima Ambiente termico - Conseguenze
Colpo di calore Confusione mentale, irascibilità, convulsioni, …
Altri effetti (sincope, collasso, fatica da calore, …)
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Conseguenze sulla salute dei lavoratori
Il microclima Ambiente termico - Prevenzione
Progettazione adeguata dei luoghi di lavoro Isolamento delle fonti di calore
Ventilazione generale o localizzata dell’ambiente
Messa a disposizione di DPI
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Misure tecniche
Il microclima Ambiente termico - Prevenzione
Progettare carichi di lavoro e riposo appropriati Svolgimento pause in locali climatizzati
Pianificazione periodi di acclimatazione
Formazione e addestramento
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Misure organizzative
DPI
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (ex art. 74 c. 1 D. Lgs 81/08) i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé da rischi per la salute e la sicurezza (ex D. Lgs 475/92)
Si intendono per D.P.I.
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DPI
gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico; le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali; i materiali sportivi quando utilizzati a fini specificamente sportivi e non per attività lavorative; i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione; gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.
Non sono Dpi
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DPI
Decreto legislativo 04.12.1992, n. 475 “Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazione degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale” D.M. 02.05.2001 “ Criteri per l'individuazione e l'uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI)” per la protezione dell'udito; per la protezione delle vie respiratorie; per la protezione degli occhi; indumenti protettivi da agenti chimici. Contiene in allegato norme UNI obsolete ora sostituite da più recenti
Principali norme specificamente riferite ai d.p.i.:
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DPI
Decreto legislativo n. 81/08 Titolo II , capo II: Uso dei D.P.I. (da art. 74 a art. 79) Allegato VIII - 1- Schema indicativo per l'inventario dei rischi ai fini dell'impiego di attrezzature di protezione individuale 2- Elenco indicativo e non esauriente delle “attrezzature” di protezione individuale 3 - Elenco indicativo e non esauriente delle attività e dei settori per i quali può rendersi necessario mettere a disposizione “attrezzature” di protezione individuale 4 - Indicazioni non esaurienti per la valutazione dei dispositivi di protezione individuale
Altra importante norma:
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DPI
Devono essere scelti ed adottati sulla base del processo di valutazione del rischio Devono proteggere dal rischio residuo ossia contribuire alla riduzione del rischio laddove non sia possibile eliminare completamente il rischio con accorgimenti tecnici preventivi, misure di contenimento generali collettive o procedure di riorganizzazione del lavoro Devono rispondere a determinati requisiti essenziali stabiliti (all. II D. 475/92). Ciò è garantito dai D.P.I. in possesso di MARCATURA CE
Caratteristiche comuni
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DPI
I categoria (obbligo dichiarazione di conformità CE) D.P.I. di semplice progettazione destinati a salvaguardare da rischi di danni fisici di lieve entità Protezione da: azioni lesive con effetti superficiali prodotte da strumenti meccanici o da prodotti per pulizia Urti o contatti con da oggetti caldi con T<= 50° ordinari fenomeni atmosferici (pioggia, neve) nel corso di attività professionali; da urti lievi e vibrazioni inidonei a raggiungere organi vitali ed a provocare lesioni a carattere permanente; azione lesiva dei raggi solari (occhiali) II categoria (con obbligo dichiarazione conformità CE e rilascio attestazione certificazione CE) D.P.I. che non rientrano tra quelli di I e di III categoria
Classificazione
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DPI
III categoria (con obbligo dichiarazione conformità CE, rilascio attestazione certificazione CE e soggetti a sistemi di controllo) D.P.I. di progettazione complessa per la protezione da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas irritanti,pericolosi,tossici o radio tossici; gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all'immersione subacquea; dpi che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e contro le radiazioni ionizzanti; dpi per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non inferiore a 100°,con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione;
Classificazione
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DPI
III categoria (con obbligo dichiarazione conformità CE, rilascio attestazione certificazione CE e soggetti a sistemi di controllo) continua da pag. precedente DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non superiore a - 50°; DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto; DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attività che espongano a tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche.
Classificazione
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DPI
Sono tra i meno “graditi” Necessitano più degli altri dell’abitudine all’uso Indispensabile la preventiva valutazione di esposizione al rumore al fine di ricondurre l’esposizione LEX (8h o w) entro un determinato intervallo, al di sotto degli 85 dB(A) Vanno scelti a seconda dell’attenuazione richiesto o per attenuazioni per banda di ottava HML (metodo ad alta, media e bassa frequenza controllo HML (abbreviazione del metodo HML SNR (metodo con un unico valore di attenuazione).
Protezioni auricolari
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DPI
Valutazione del livello di protezione ottenuto indossando il protettore auricolare. Il grado di protezione che dovrebbero offrire i dispositivi indossati viene riferito al livello di azione (Lact), definito come il valore oltre il quale vanno indossati o resi disponibili i dispositivi auricolari. Il valore di esposizione quotidiana non deve essere superiore a 80 dB(A).
Protezioni auricolari
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DPI
Le cuffie sono costituite da: conchiglie che coprono le orecchie e creano un contatto ermetico con la testa per mezzo di cuscinetti morbidi solitamente riempiti con liquido o espanso fascia di tensione o archetto (in metallo o plastica) che può passare sopra la testa, ma anche dietro la testa, sotto il mento possono essere tolte e rimesse frequentemente da utilizzare se si usano contemporaneamente i guanti possono essere montate su elmetti
Protezioni auricolari
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DPI
Inserti auricolari (tappi) Monouso o riutilizzabili Tipi: Prestampati (in materiali morbidi: ovatta minerale, silicone, gomma o plastica) Modellabili (vanno “lavorati” con le dita). Si espandono nel meato auricolare e lo sigillano. Su misura Dotati di archetto che fa da molla di chiusura In genere monouso Da non utilizzare in caso di lavori con i guanti o in casi di necessità di rimozione e reinserimento in caso di ambienti “sporchi” e con mani “sporche” , per evitare infiammazioni auricolari
Protezioni auricolari
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DPI
Inserti auricolari (tappi) - continua Indicati se si usano occhiali ed elmetti che possono invece interferire con la protezione della cuffia Più adatti se si lavora in ambiente caldo Tipi speciali A protezione attiva del rumore: Con dispositivi elettroacustici che attenuano il rumore emettendo un rumore analogo in opposizione di fase,tale da “annullare” per interferenza distruttiva il rumore dannoso Cuffie con dispositivi di comunicazione acustica (via aerea o via cavo) Elmetti acustici (che inglobano parzialmente la testa ed eliminano i problemi dovuto alla trasmissione ossea del rumore)
Protezioni auricolari
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DPI
Vanno distinte due differenti scenari Lavoro in presenza di sostanze “inquinanti” l’aria respirata Lavoro in ambienti con carenza di ossigeno (<17%) Protezione per presenza di inquinanti dannosi per le vie respiratorie o per l’organismo in generale Valutazione specifica (rischio chimico, cancerogeno) TLV (TWA – STEL – Ceiling) Fondamentale l’identificazione del tipo di sostanza per la quale è necessaria la protezione del D.P.I. dal rischio residuo
Protezioni vie respiratorie
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DPI
Divisione in 2 categorie D.P.I. per polveri/nebbie Facciale filtranti (con materiale filtrante con o senza valvola con problema di intasamento e dell’integrità) Maschere e Semimaschere (Sempre con valvola di aspirazione e con filtri) Elettrorespiratore (Erogano aria pura o depurata e sono collegati a modelli predisposti di maschere o semimaschere)
Protezioni vie respiratorie
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DPI
La scelta va effettuata facendo riferimento alla pericolosità dell’inquinante e alla concentrazione nell’ambiente Concentrazione nota (polveri/nebbie) La selezione va fatta con riferimento al Fattore di protezione nominale (FPN) od operativo (FPO) proprio del d.p.i. Questo tiene conto dell’efficienza filtrante (P1,P2, P3) e della tenuta della maschera ed è caratteristico di ogni d.p.i. FPN (oppure FPO<=FPN) x TLV della sostanza = limite massimo di esposizione
Protezioni vie respiratorie
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DPI
Concentrazione ignota (polveri/nebbie) La selezione va fatta in base alla tossicità della sostanza, indicata dal TLV secondo il seguente criterio Polveri con Livello minimo di protezione TLV => 10 mg/m3 FFP1/P1 0,1 < TLV < 10 mg/m3 FFP2/P2 TLV < 0,1 mg/m3 FFP3/P3
Protezioni vie respiratorie
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DPI
D.P.I. per gas/vapori Maschere antigas:Usano filtri specifici per le sostanze da filtrare, con filtro che funziona sulla base delle caratteristiche adsorbenti dei carboni attivi o su particolari reazioni chimiche (possibile uso di filtri combinati per + sostanze), uso condizionato criticamente dai tempi di utilizzo (ok solo per lavori di breve durata) Si utilizzano filtri specifici per le sostanze da trattenere, caratterizzati da lettere e bande di colore, con un numero indicante la durata del filtro, in relazione alla quantità di inquinante trattenibile Classe Capacità Limite di utilizzo 1 Piccola 1.000 ppm 2 Media 5.000 ppm 3 Grande 10.000 ppm
Protezioni vie respiratorie
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DPI
Lavoro in ambienti con possibile carenza di ossigeno (<17%) Dispositivi per la respirazione autonoma Ad aria compressa (bombole e facciale) Ad ossigeno (con recupero aria espirata e cartuccia con abbattimento CO2 – rebreathers) Dispositivi per la respirazione non autonoma Ad aria libera (presa d’aria a max 20 m) Ad aria compressa
Protezioni vie respiratorie
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DPI
Deve essere attuata per la protezione da urti e dalle intemperie e dai raggi solari, ma anche per la protezione da esiti di cadute (rif. UNI 11114:2004). Ne esistono varie tipologie (elmi, elmetti e copricapi) per vari ambiti di lavoro Limite impiego consigliato: 2 anni Necessità di perfetta regolazione al capo Esigenze:Leggeri, Adattabili e Integrabili con altri d.p.i
Protezione del capo
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DPI
Per la protezione da schegge, polvere, da schizzi di liquidi, ma anche dalla radiazione elettromagnetica: UNI 10912:2000 Guida alla selezione DPI occhi e viso, UNI EN 1666 – Protezione personale occhi: specifiche, UNI EN 207:2004 – Protezione da radiazioni laser, UNI EN 1836 – Occhiali e filtri contro radiazioni solari Possono essere: Occhiali o Schermi facciali Esigenze : Leggeri; Resistenti (meccanicamente, termicamente, chimicamente); Con possibilità di avere lenti graduate; Con eventuali ripari laterali; Lenti otticamente neutre, che non distorcano l’immagine (cosa che può determinarsi con lenti curva e di plastica); Adatti all’uso con altri d.p.i.
Protezione degli occhi
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DPI
Esempi di situazioni in cui è necessario l’uso dei d.p.i Saldatura/molatura Scalpellatura Fucinatura Asportazione trucioli Frantumazione materiali Sabbiatura Manipolazione di prodotti acidi, alcalini, corrosivi in genere, impiego di pompe a getto, aria compressa Manipolazione di masse incandescenti o fuse o lavoro nelle vicinanze Esposizione a calore radiante Esposizione a radiazioni UV o laser
Protezione degli occhi
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DPI
UNI 3885:2004 guanti protezione da rischi meccanici UNI 11115:2004 guida per selezione guanti protezione da rischi meccanici UNI EN 374_1, 2 e 3:2004 guanti per prodotti chimici e microorganismi UNI EN 1082_1, 2 e 3:(1998 e 2001) guanti e proteggi braccia per protezione da coltelli a mano UNI EN 12447:2006 Guanti per saldatori Guanti per evitare lesioni alle mani di natura: Meccanica (Tagli); Chimica (agenti corrosivi o tossici); Fisica (Vibrazioni, Caldo, Freddo, Elementi in tensione) Ma anche per migliorare la presa ed evitare la caduta del carico con altro tipo di conseguenze
Protezione delle mani
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DPI
Sono utilizzate delle calzature specifiche che svolgono azioni protettive direttamente o indirettamente (rif. UNI EN ISO 20345 - 20346 - 20347) Requisiti generici: Resistenza alle normali condizioni di lavoro che prevedono la presenza di acqua e usuali agenti chimici Suole antisdrucciolo Peso contenuto Confort legato alla traspirazione e alla protezione termica adeguata all’ambiente e alla stagione, nonché all’ergonomia
Protezione dei piedi
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DPI
Vari tipi: Suola imperforabile Con protezioni termiche speciali (dal freddo o dal caldo) A sfilamento rapido (in caso di liquidi ad alta T) Nella quasi totalità con puntale rinforzato allo schiacciamento fino a 1500 N Antistatiche antiscintilla Ad assorbimento di energia dal tacco Isolate elettricamente Necessitano di cura e manutenzione (modesta) per conservare nel tempo la funzionalità e l’efficacia di protezione
Protezione dei piedi
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DPI
Rif. UNI 11158:2005 Sistemi di arresto caduta – Guida per la selezione e l’uso Sono quelle definite usualmente “cinture di sicurezza” Sono costituite dall’imbracatura ma anche dagli elementi di collegamento e dal punto di ancoraggio. Le cinture a vita, costituite da una sola fascia, non sono ammesse se non per lavori particolari Sono obbligatorie qualora l’attività svolta comporti come rischio residuo la possibilità di caduta da altezza > 2 m La massima caduta verticale ammissibile è: - di 1,5 m se privi di dissipatore. - di 4 m se con dissipatore (novità D. Lgs 81/08)
Protezione di protezione anticaduta
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DPI
Devono essere in fibra tessile sintetica resistente all’usura resistente alle sollecitazioni dinamiche resistente alle muffe Con fili di cucitura di colore di verso dal tessuto per consentire la facile verifica dell’integrità delle cuciture Fondamentale è il modo di assicurare il personale A tal fine l’ISPESL ha redatto delle specifiche linee guida, N.B. L’ISPESL ora non esiste più poiché le competenze sono state acquisite dall’INAIL
Protezione di protezione anticaduta
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DPI
Indumenti di protezione dalle intemperie Indumenti di protezione da esposizioni a calore radiante Indumenti ad alta visibilità per lavori in prossimità delle sedi stradali Indumenti antitaglio per lavori con motosega Tute antiacido
Protezione di protezione del corpo
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DPI
Effettua l’analisi e la valutazione dei rischi, individuando quelli “residui” Individua le caratteristiche necessarie che devono avere i d.p.i. Sceglie i d.p.i. tra quelli presenti sul mercato sulla base delle suddette caratteristiche Aggiorna la scelta sulla base di mutamenti intercorsi Mantiene in efficienza i d.p.i. , assicurandone la pulizia, la manutenzione, le riparazioni ed in generale l’efficienza Provvede a che ne venga fatto l’uso secondo quanto specificato dal fabbricante Obbligo di sorveglianza affinché ne sia fatto uso
Obblighi del datore di lavoro
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DPI
Fornisce ai lavoratori informazioni comprensibili Nota: complessità istruzioni e riferimento a lavoratori stranieri Si assicura dell’uso individuale = personale del d.p. Per questioni igieniche. Ammesso uso multiplo purché sia garantito l’igiene (es. coperture protettive) Per questioni legate all’efficacia della protezione Assicura la unicità d’uso con elementi di riconoscimento non invasivi e tali da non compromettere la funzionalità Rende disponibile in azienda/u.p. le informazioni adeguate su ogni d.p.i. Presenza oltre che di D.V.R. anche delle istruzioni uso d.p.i.
Obblighi
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DPI
Informazioni al lavoratore preliminarmente, sui rischi dai quali il d.p.i. protegge Formazione del lavoratore sull’uso d.p.i. Addestramento del lavoratore, se necessario circa il corretto uso e l’utilizzo pratico. L’addestramento è però sempre obbligatorio per: D.P.I. III categoria; D.P.I. di protezione dell’udito. Importanza della dimostrazione mediante verbalizzazione
Obblighi
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DPI
sottoporsi alle azioni di formazione e addestramento utilizzo dei D.P.I. conformemente alle informazioni, alla formazione e all’addestramento ricevuto cura nel d.p.i. (di conservazione e di uso) non apportare modifiche riconsegna, secondo procedure aziendali, se previste segnalazione di difetti, inconvenienti rilevati ai d.p.i. al datore di lavoro o al dirigente o al preposto.
Obblighi del lavoratore
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