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LA FISICA DEI MIRACOLI ALTRI LIBRI PUBBLICATI DA MACRO EDIZIONI Ervin Laszlo, Jude Currivan, COSMOS. '..j|j Da esecutori a Co-Creatori - Guida per una nuova coscienza planetaria Noah McKay, GUARIGIONE IMMEDIATA. La tua salute, il tuo destino, la tua scelta William Arntz, Betsy Chasse, Mark Vincente, BLEEP. MA CHE BIP SAPPIAMO VERAMENTE!? (DVD e libro) Bruce Lipton, LA BIOLOGIA DELLE CREDENZE. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula Bruce Lipton, LA MENTE È PIÙ FORTE DEI GENI. La nuova scienza che ci restituisce i nostri poteri (DVD + libro) Gregg Braden, LA GUARIGIONE SPONTANEA DELLE CREDENZE. ': Il manuale per spezzare il paradigma delle false speranze Gregg Braden, LA MATRIX DIVINA. Un ponte tra tempo, Spazio, Miracoli e Credenze Gregg Braden, IL LINGUAGGIO DELLA MATRIX DIVINA. Come funziona e come imparare ad usarlo (DVD + libro) Miceàl Ledwith, Klaus Heinemann, PROGETTO ORB. Un'analisi pionieristica del fenomeno dei globi di luce Lynne McTaggart, LA SCIENZA DELL'INTENZIONE. Come usare i tuoi pensieri per cambiare la tua vita e il mondo Joe Dispenza, EVOLVI IL TUO CERVELLO. Come uscire dal vecchio programma Massimo Corbucci, ALLA SCOPERTA DELLA PARTICELLA DI DIO Krsto Papic, IL SEGRETO DI NIKOLATESLA. Un film capolavoro di Krsto Papic - Con la partecipazione di Orson Welles (DVD + libro) Massimo Teodorani, TESLA - LAMPO DI GENIO. La storia e le scoperte del più geniale inventore del ventesimo secolo Massimo Teodorani, SFERE DI LUCE. Grande mistero del pianeta e nuova frontiera della fisica Massimo Teodorani, TELETRASPORTO. Viaggio nei Regni Quantistici, Relativistici e Oltre Massimo Teodorani, SINCRONICITÀ. Il legame tra Fisica e Psiche da Pauli e Jung a Chopra Massimo Teodorani, ENTANGLEMENT. L'Intreccio nel mondo quantistico: dalle Particelle alla Coscienza Massimo Teodorani, L'ATOMO E LE PARTICELLE ELEMENTARI. Dalla scienza degli antichi alle superstringhe di oggi Lynne McTaggart, IL CAMPO DEL PUNTO ZERO. > 1 Alla scoperta della forza segreta dell'universo Joseph Christy-Vitale, WATERMARK. Il segno dell'acqua Giuliana Conforto, IL GIOCO COSMICO DELL'UOMO Giuliana Conforto, UNIVERSO ORGANICO E L'UTOPIA REALE (nuova ed. agg.) John Gribbin, Q COME QUANTO. Dizionario illustrato di fisica quantistica. Dall'Acceleratore di particelle alla teoria del punto Zero Jacques Benveniste, LA MIA VERITÀ SULLA MEMORIA DELL'ACQUA Rhonda Byrne, THE SECRET. Il segreto (DVD e libro) \

La Fisica Dei Miracoli

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Bartlett oltre la Matrix energetics, sviluppare il potenziale umano

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LA FISICA DEI MIRACOLI ALTRI LIBRI PUBBLICATI DA MACRO EDIZIONI Ervin Laszlo, Jude Currivan, COSMOS. '..j|j Da esecutori a Co-Creatori - Guida per una nuova coscienza planetaria Noah McKay, GUARIGIONE IMMEDIATA. La tua salute, il tuo destino, la tua scelta William Arntz, Betsy Chasse, Mark Vincente, BLEEP. MA CHE BIP SAPPIAMO VERAMENTE!? (DVD e libro) Bruce Lipton, LA BIOLOGIA DELLE CREDENZE. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula Bruce Lipton, LA MENTE È PIÙ FORTE DEI GENI. La nuova scienza che ci restituisce i nostri poteri (DVD + libro) Gregg Braden, LA GUARIGIONE SPONTANEA DELLE CREDENZE. ': Il manuale per spezzare il paradigma delle false speranze Gregg Braden, LA MATRIX DIVINA. Un ponte tra tempo, Spazio, Miracoli e Credenze Gregg Braden, IL LINGUAGGIO DELLA MATRIX DIVINA. Come funziona e come imparare ad usarlo (DVD + libro) Miceàl Ledwith, Klaus Heinemann, PROGETTO ORB. Un'analisi pionieristica del fenomeno dei globi di luce Lynne McTaggart, LA SCIENZA DELL'INTENZIONE. Come usare i tuoi pensieri per cambiare la tua vita e il mondo Joe Dispenza, EVOLVI IL TUO CERVELLO. Come uscire dal vecchio programma Massimo Corbucci, ALLA SCOPERTA DELLA PARTICELLA DI DIO Krsto Papic, IL SEGRETO DI NIKOLATESLA. Un film capolavoro di Krsto Papic - Con la partecipazione di Orson Welles (DVD + libro) Massimo Teodorani, TESLA - LAMPO DI GENIO. La storia e le scoperte del più geniale inventore del ventesimo secolo Massimo Teodorani, SFERE DI LUCE. Grande mistero del pianeta e nuova frontiera della fisica Massimo Teodorani, TELETRASPORTO. Viaggio nei Regni Quantistici, Relativistici e Oltre Massimo Teodorani, SINCRONICITÀ. Il legame tra Fisica e Psiche da Pauli e Jung a Chopra Massimo Teodorani, ENTANGLEMENT. L'Intreccio nel mondo quantistico: dalle Particelle alla Coscienza Massimo Teodorani, L'ATOMO E LE PARTICELLE ELEMENTARI. Dalla scienza degli antichi alle superstringhe di oggi Lynne McTaggart, IL CAMPO DEL PUNTO ZERO. > 1 Alla scoperta della forza segreta dell'universo Joseph Christy-Vitale, WATERMARK. Il segno dell'acqua Giuliana Conforto, IL GIOCO COSMICO DELL'UOMO Giuliana Conforto, UNIVERSO ORGANICO E L'UTOPIA REALE (nuova ed. agg.) John Gribbin, Q COME QUANTO. Dizionario illustrato di fisica quantistica. Dall'Acceleratore di particelle alla teoria del punto Zero Jacques Benveniste, LA MIA VERITÀ SULLA MEMORIA DELL'ACQUA Rhonda Byrne, THE SECRET. Il segreto (DVD e libro) \

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Fred Alan Wolf, LO YOGA DELLA MENTE E IL VIAGGIO NEL TEMPO. Come diventare padroni dello spazio e del tempo Rivista Trimestrale .; Scienza e Conoscenza Nuove scienze e antica saggezza per svelare i misteri della vita ". ; Potete acquistare questi titoli in libreria o richiederli direttamente a: $ *i GRUPPO EDITORIALE MACRO via Bachelet 65, 47522 Cesena (FC) | & e-JI!aij:,ordini@macroedJzbnL^ .^g 3! Richard Bartlett la FISICA dei MIRACOLI COME ATTINGERE AL POTENZIALE DEL CAMPO DI COSCIENZA MACRO EDIZIONI w ww.macroedizioni .it Per maggiori informazioni su questo autore e sulla stessa collana visitate il nostro sito www.macroedizioni.it Titolo originale: The Physics of Miracles Copyright© 2009 by Richard Bartlett Pubblicato da Atria Books. A Division of Simon & Schuster, Inc. 1230 Avenue of the Americas - New York, NY 10020, USA traduzione Sergio Orrao revisione Mario Manzana editing Claudio Corvino, Valentina Pieri foto interni Mina Bast copertina Editing sne stampa Tipografia Lineagraflca, Città di Castello (PG) I edizione ottobre 2010

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©2010 Macro Edizioni ®La Cellulosa utilizzata per la produzione dell; Vw^ della carta su cui sono stati stampati gli ste amministrate. un marchio del Gruppo Editoriale Macro "™ TI*S2,ibr°proviene da fore~ www.macroedizioni.it A Dara Louise Bartlett, la mia bambina, che mi ha insegnato ad approfondire la conoscenza e l'amore, e a manifestare pienamente la mia gioia. Inoltre, voglio dedicare quest'operaal tenente colonnello dottor Tom Bearden, le cui brillanti intuizioni sull'elettromagnetica scalare, e relative applicazioni, hanno ispirato non solo il sottoscritto, ma infiniti altri ricercatori. Bearden si e dimostrato un guerriero infaticabile, sempre pronto a combattere per la verità e a difendere le sacre libertà di questa nazione. INTRODUZIONE Prima o poi, nella nostra vita, vorremmo tutti quanti sperimentare un miracolo, ma nel momento in cui ne abbiamo veramente bisogno, non sembra mai essercene uno a tiro, non è vero? Profondamente integrata in questo libro c'è una energia estremamente tangibile e assolutamente reale. Proprio come i testi di magia di Harry Potter, quest'opera è caratterizzata da un campo di potenziale enorme. Amorevolmente cullato tra queste pagine c'è un modello energetico straordinariamente potente. Proprio come hanno già fatto migliaia di altre persone, anche tu puoi servirti di questa tecnologia della coscienza, così da produrre "guarigione" per te stesso, per la tua famiglia e forse persino per l'ambiente in cui vivi. Questo libro ti dimostrerà che ciò che chiamiamo "miracoli", oggi come oggi, in questa nostra epoca, sono da considerarsi fenomeni concreti, di cui dobbiamo riconoscere l'esistenza anche se non sono stati ancora "dimostrati". Tuttavia, come ben sappiamo, «l'assenza di prove non è una prova di assenza». Quando orientiamo la nostra coscienza verso ciò che è possibile, anziché lasciarci vincolare da una visione della realtà dominata da ciò che non è possibile, scopriamo di essere concretamente capaci di attingere alle energie e ai principi quantistici, così da servircene nel nostro quotidiano in modo del tutto sorprendente, divertente e... miracoloso! Un miracolo trascende i limiti dettati dalla maggior parte degli attuali modelli scientifici, ma ciò non significa che non ci sia una scienza in grado di spiegare i miracoli, laddove si renda necessario trovare una spiegazione. Qualcuno potrebbe osservare che parte delle idee di questo volume rientrano nella cosiddetta 8 - La Fisica dei Miracoli

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"scienza di confine". Ebbene, sono ben contento di trovarmi in questa zona di confine, in compagnia di angeli, miracoli e altri eventi meravigliosi che la scienza non è in grado di "spiegare" adeguatamente. È qui che dimora la magia. E se ti dicessi che c'è un modo per aumentare l'incidenza dei miracoli nella tua vita, che te ne sembrerebbe, mio caro/a? Non dovremmo mai dimenticare che tutta la materia si compone di energia, o meglio di campi energetici: esseri umani, animali, polvere di stelle, alberi, sedie... nessuno escluso - qualsiasi forma, a livello quantistico, è fatta di energia, ed è proprio in tale contesto che interviene la scienza dei nostri cosiddetti miracoli. Rupert Sheldrake è un biologo nonché un autore prolifico, che ha presentato all'opinione pubblica il concetto di campo morfico (nel Glossario della Matrice si vedano anche i concetti di risonanza morfica e di unità morfica) : Trattasi del campo interno e circostante a una unità morfica, che si organizza sulla base di una struttura caratteristica e di un pattern di attività. I campi morfici costituiscono le fondamenta della materia, nonché del comportamento degli oloni, o unità morfiche, a qualsiasi livello di complessità. Con il termine campo morfico si fa riferimento anche ai campi morfogenetici, comportamentali, sociali, culturali e mentali. I campi morfici sono modellati e stabilizzati dalla risonanza morfica, sulla base delle unità morfiche precedenti e analoghe, sottoposta all'influenza di campi dello stesso genere. Di conseguenza contengono una sorta di memoria cumulativa, e hanno la tendenza a diventare progressivamente abituali.1 1. Rupert Sheidrake, www.sheldrake.org/Resources/glossary. Introduzione - 9 ATTINGERE AL CAMPO MORFICO DELLA MATRICE L'Energetica della Matrice dispone di un vastissimo campo morfico in virtù del quale ognuno di noi, con un minimo sforzo, può accedere a un campo unificato di coscienza. Sono già migliaia le persone che, giunte dagli angoli più remoti del pianeta, hanno partecipato ai corsi di Energetica della Matrice e hanno letto il mio primo libro: Matrix Energetics: The Science andArt ofTransformation.2 Chiunque abbia partecipato in qualche forma a tale Matrice ha contribuito con un certo momento energetico al campo morfico collettivo dell'Energetica della Matrice, detto anche griglia. Tale potente dinamica di gruppo permette l'amplificazione reciproca delle capacità e degli impulsi energetici graditi, e tutto ciò per il bene collettivo. Chiunque vi si inserisca non potrà che trarne beneficio. Dal momento che è qualcosa che esiste già, chiunque può ricreare il campo e accedervi, ovunque sia e in qualsiasi istante. Quando attingiamo al campo morfico dell'Energetica della Matrice che è già stato creato, accediamo a quella che potremmo definire una tecnologia della coscienza estremamente organizzata e potente. Tale tecnologia contiene del "software"eccezionale ed è caratterizzata da uno straordinario supporto tecnico "sul campo". In pratica, ognuno di noi può disporre direttamente del vero e proprio campo energetico che io definisco Energetica della Matrice. Nelle pagine di questo libro scorre una energia estremamente potente. Per poterne trarre vantaggio non è necessario disporre di una qualche preparazione scientifica. Si tratta di informazioni che possono trasformare la tua vita secondo modalità tanto strane quanto meravigliose! Alla fin fine, quando parliamo di magia e miracoli, si tratta sempre

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della stessa cosa, quale che sia il linguaggio usato, e tutto ciò può comunicare direttamente con il nostro cuore, anzi, lo farà di certo! 2. Richard Bartlett, Matrix Energetics: The Science and Art of Transformation, Beyond Words Publishing, Hilisboro, OR, Atria Books, 2007. 10 - La Fisica dei Miracoli Il contenuto di questo libro dovrà essere assorbito profondamente a livello di consapevolezza inconscia. A tale scopo si rivolge al lettore in molti modi diversi e su più piani di comprensione. Taluni concetti risulteranno poco familiari e di diffìcile comprensione; oppure potrà capitare che gli argomenti di cui si parla sembrino non essere alla tua portata non importa: prenditela comoda e sii indulgente. Nel leggere questo libro consentiti di rinunciare temporaneamente a tutto quello che pensi di sapere. Se i concetti di carattere più decisamente scientifico non sono pane per i tuoi denti, potrai anche tralasciarli. L'energia che è stata deliberatamente codificata all'interno di queste pagine sarà comunque disponibile, anche quando non riuscirai a comprenderne il contenuto. Molte delle storie e delle ipotesi presentate sono caratterizzati da una certa ironia; anzi, in certi casi mi metto proprio a fare il pagliaccio, totalmente e senza batter ciglio! Potrai comunque servirti dei concetti che condivido, facendovi ricorso alla bisogna. La cosa più importante è che tu impari a giocare e sperimentare questo materiale, e prenda a osservare in che modo la tua vita ne viene trasformata. Nel corso di uno dei nostri seminari un giovane ha voluto condividere una storia incredibile. Benché fosse da sempre analfabeta, costui aveva sviluppato un suo modo del tutto particolare di leggere. Andava in biblioteca, sceglieva un libro che gli "sembrava interessante", e se lo portava a casa. Non essendo in grado di leggerlo in modo convenzionale, la sera lo metteva sotto il cuscino e ci dormiva letteralmente sopra. Il giorno seguente, quando si svegliava, per qualche misterioso motivo la sua mente "conosceva" il contenuto del libro. Costui ha riportato un altro fenomeno, forse ancora più stupefacente, e cioè che maggiore era il numero di persone che in precedenza avevano consultato quel libro, maggiore risultava l'accesso alle informazioni contenute di cui l'analfabeta in questione riusciva a fruire con quel suo bizzarro metodo di lettura. E quindi, se le persone che l'avevano letto erano poche, la Introduzione - 11 portata e la qualità delle informazioni che ne ricavava era appena abbozzata. Credo che quel giovane sia riuscito a farsi una cultura, in modo apparentemente incredibile, proprio in virtù dell'esistenza dei campi morfici di cui parla Sheldrake. C'è quindi una potente dinamica di gruppo che ci permette di amplificare reciprocamente le nostre capacità e la nostra energia, così da contribuire al bene collettivo di tutte le persone implicate. Ecco perché entrare a farne parte non potrà che contribuire al tuo benessere. La griglia può essere riprodotta ovunque e in qualsiasi istante. Quando attingi al campo morfico preesistente dell'Energetica della Matrice, entri a far parte di qualcosa di assolutamente unico, che come già detto può essere definito una tecnologia della coscienza potente e altamente organizzata.

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STORIA DI UN MIRACOLO QUANTISTICO Apprezzo profondamente uno degli aspetti spesso sottolineati dal dottor Bartlett, e cioè che non dovremmo pensare di essere gli artefici di una qualche "guarigione". Ho una profonda fede in Dio, e spesso percepisco un conflitto tra il mio credo e il mio addestramento, basato sul modello tradizionale della medicina occidentale, quindi caratterizzato dal prevalere degli aspetti scientifici rispetto a qualsiasi credenza nei valori spirituali. Non mi piace sentirmi in conflitto con Dio quindi, quando il dottor Bartlett dice di smettere di pensare e/o di credersi un guaritore, mi trovo perfettamente d'accordo. In realtà, ciò che stiamo facendo è permettere a Dio, o alla grazia divina, d'intervenire laddove necessario. In tal modo riesco a portare a termine il mio lavoro senza disagio e in tutta umiltà. Nella mia professione medica ho due specializzazioni: medicina nucleare (fisica quantistica) e pediatria. Sono andato in pensione circa un anno fa, e adesso sto preparando un master in medicina olistica. Anche se non ho mai partecipato ai seminari di 12 - La Fisica dei Miracoli Energetica della Matrice, sono già stato in grado di aiutare due diversi soggetti in tre specifiche situazioni. E tutto ciò semplicemente dopo aver visto su YouTube il video del dottor Bartlett che spiega la tecnica dei due-punti; grazie a ciò, e all'aiuto di Dio, i miei "pazienti" hanno avuto un immediato giovamento, in modo apparentemente miracoloso. La prima volta che ho sperimentato l'Energetica della Matrice è stato quando un signore mi ha chiamato dalla chiesa spiegandomi che non riusciva più a urinare. Inoltre, c'era sangue nelle sue urine. Voleva un consiglio medico, al che gli ho consigliato di raggiungere il più vicino ospedale, ma non poteva permetterselo. Il giorno seguente mi sono sentito in colpa: non avevo dimostrato particolare compassione e non l'avevo affatto aiutato. Così ho deciso di rintracciarlo e di provare a dargli una mano. Avrei voluto davvero guarirlo, sebbene fossi ben consapevole che la guarigione in realtà viene da Dio. Alla fine l'ho ritrovato nella comunità parrocchiale e gli ho chiesto di raggiungermi in ospedale per una benedizione. Una volta arrivatogli ho impartito i sacramenti. Poi ho deciso di eseguire la tecnica dei due-punti: in modo semplicissimo, sul lato frontale e su quello posteriore. Proprio mentre la eseguivo, l'uomo ha cominciato a urinare. Potrà anche sembrare una sciocchezza, ma per lui ha rappresentato un autentico miracolo. Nel giro di un giorno l'esame delle urine si è normalizzato e ha potuto lasciare l'ospedale il giorno seguente. Il caso successivo riguarda una mia compagna di corso di "terapia energetica" che aveva un problema ai seni nasali. Aveva già subito un intervento chirurgico, che però non era servito un granché. Durante il corso il suo naso era sempre congestionato. Ci era stato chiesto di praticare la tecnica di tocco quantistico durante la pausa. Ho pensato che quello che avevo appena appreso fosse troppo lento per le sue esigenze, quindi ho deciso di sperimentare l'Energetica della Matrice. Ho prodotto una rappresentazione olografica immaginaria dei suoi seni nasali e "ho Introduzione - 13 acquisito consapevolezza" della collocazione esatta dei blocchi, cosicché ho potuto rimuoverli. Il suo naso è tornato a posto "all'improvviso": in meno di un minuto!

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In seguito, la donna ha sperimentato un altro problema: una distorsione muscolare alla gamba che inizialmente ha cercato di guarire con l'agopuntura, praticata per diversi mesi. Il dolore però non passava, e così ha chiesto il mio aiuto. All'inizio ho cercato di servirmi della tecnica terapeutica che mi era stata insegnata, che però non è parsa particolarmente efficace. Allora sono passato alla tecnica dei due-punti, così come insegnata nell'Energetica della Matrice. Ho praticato la tecnica di base senza saperne un granché, basandomi ancora una volta su quello che avevo visto su YouTube. Il muscolo è sembrato tornare istantaneamente a posto. Per quello che ho sperimentato nella mia carriera, è molto difficile ottenere una guarigione del genere quando c'è un problema. Ma poi, quando ho potuto constatare cosa riesce a fare il dottor Bartlett con la tecnica dei due-punti, applicata a problemi di ossa e muscoli, mi sono detto: «Accidenti! E qualcosa che va al di là delle mie capacità di comprensione, ma può essere davvero utile». Quando ho praticato i due-punti su quella mia compagna di corso, il dolore è scomparso, e se n'è tornata a casa di corsa! D.S., professore universitario laureato in medicina nucleare e pediatria Mi piacciono molto i libri che rappresentano una sorta di sfida. È così che so di affrontare e (com'è auspicabile) trascendere i limiti della mia conoscenza e delle mie capacità. Le informazioni contenute in questo libro sono con ogni probabilità del tutto diverse da quelle in cui ti sei finora imbattuto. O forse potranno rappresentare una convalida di ciò che in cuor tuo sapevi già, ma che non avevi ancora saputo formulare o mettere in pratica. Comunque sia, prova semplicemente ad aprire il 14 - La Fisica dei Miracoli libro a caso e a leggerne qualche riga, per poi "dimorare nella sua energia" e lasciare che penetri, lentamente e delicatamente. La sua magia funzionerà, anche se non credi che sia possibile! Grazie a questo libro potrai penetrare direttamente nel campo dei sogni e dei miracoli già creato e reso disponibile da migliaia e migliaia di persone. Potrai sperimentarne tutti i benefici, senza alcuna difficoltà. Creare miracoli quantistici nella tua stessa esistenza risulterà essere molto più semplice e divertente di quanto avresti mai potuto immaginare! CAPITOLO I È un uccello! No, è un aeroplano! O forse è... Superman? Mia moglie, che non è proprio il tipo di persona che potremmo definire assolutamente normale, nel febbraio del 1997 ebbe una vera e propria crisi di nervi. Motivo? Mentre mi dedicavo al mio intenso lavoro di chiropratico, avevo avuto una visione di Superman sotto forma di ologramma tridimensionale. Sì, certo, con tutta probabilità si trattava di un'allucinazione, fatto sta che mi aveva permesso di sistemare all'istante i problemi di vista di una bambina! Chiunque abbia già letto il mio primo libro sarà a conoscenza delle modalità secondo le quali è nata tutta la faccenda dell'Energetica della Matrice. Fondamentalmente mi ero dovuto occupare di una giovane afflitta da ambliopia, un disturbo comunemente definito "occhio pigro", e non sapevo che fare. In quel genere di circostanze la maggior parte degli stratagemmi che potevo tirar fuori dalla mia borsa - tipo i cristalli e altre cose tanto bizzarre quanto meravigliose - non sarebbero stati

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di nessun aiuto. Mi ero fatto la solita tirata da Seattle a Livingston, in Montana, dove nel fine settimana esercitavo come chiropratico in uno studiolo di mia proprietà. Avevo dormito poco, lavorato tutto il giorno, e il velo che separa fantasia e realtà, ovvero le dimensioni alternative possibili, quel giorno era molto più sottile del solito. (Il resoconto dettagliato dell'accaduto è contenuto nel primo capitolo della mia prima opera). Ancora non so bene che cosa sia realmente accaduto, ma il genere di mitologia che circonda eventi di questo genere sarà sufficiente. Fatto sta che quando dovevo affrontare una situazione in cui non sapevo come intervenire per aiutare o guarire, la mia mente inconscia era solita presentarmi 16 - La Fisica dei Miracoli l'immagine di George Reeves nei panni di Superman, un archetipo potente e assai utile generatosi nella mia infanzia. Una delle molte capacità straordinarie di Superman è la visione a raggi X, uno strumento estremamente utile, soprattutto se nelle mani di un medico! Ebbene, grazie alla proiezione dell'immagine di quel superpotere di Superman, riuscii concretamente a vedere che cosa non funzionava nella vista della mia paziente. Non sono mai stato uno che si fa troppe domande, neppure quando all'improvviso fa la sua comparsa qualcosa di bizzarro o di meraviglioso e risulta essermi utile. Agii immediatamente sulla base delle informazioni messe a mia disposizione. Era accaduto qualcosa d'inaudito e sorprendente, e il problema di quella giovane si risolse all'istante. Penso si possa dire che era assolutamente logico che io proiettassi una immagine olografica di Superman dal mio subconscio verso l'esterno, così da risolvere il problema con cui mi trovavo a fare i conti. Avevo sempre desiderato possedere la visione a raggi X, o comunque una forma di chiaroveggenza. Trasformarsi in Superman è un modo per riuscire a praticare la chiaroveggenza, senza assumersi tutte le responsabilità di un medico dotato di qualcosa di straordinario come la visione a raggi X. Ciò che intendo dire è che non oso neppure immaginare cosa significherebbe possedere quel genere di potere tutto il tempo. Forse dovrei indossare degli speciali occhiali da sole, come quelli del personaggio di Cyclops in X-Men. In tal modo forse riuscirei a penetrare le forme quando ho bisogno di "vedere", per poi tornare alla normalità una volta concluso il lavoro e cercare di vivere come tutti gli altri. Negli anni '80, quando frequentavo il corso di chiropratico, vidi un film intitolato L'uomo dagli occhi a raggi X, il cui protagonista era Ray Milland. In quel film, Ray interpretava il ruolo del dottor James Xavier. Eccone un breve sunto: Xavier è un chirurgo che, usando una sorta di collirio di sua creazione, riesce a vedere nel corpo dei pazienti. Per un chirurgo si tratta di un potere estremamente vantaggioso, penserete voi. Ebbene, nella storia il nostro eroe si accorge che Capitolo 1 - È un uccello! No, è un aeroplano! - 17 il primario sta per eseguire un intervento estremamente pericoloso su una giovane basandosi su una diagnosi errata e potenzialmente letale. Ray cerca allora di convincere il chirurgo a non intervenire, ma questi non ne vuole sapere ed effettua l'intervento. Come previsto, la ragazza ne muore. Il personaggio di Ray viene accusato ingiustamente dell'errore compiuto dal collega e incolpato di omicidio.

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Datosi alla fuga, si unisce alla carovana di un circo, dove comincia a fare l'indovino. C'è una scena particolarmente toccante, in cui una donna un po' superficiale gli chiede di raccontarle tutte le cose belle che le accadranno in futuro. Dopotutto, leggere la mano e cose del genere servono soprattutto a intrattenere il pubblico, non è vero? E invece Ray scruta il suo corpo e grazie al suo potere vede che c'è un tumore maligno che la sta divorando, e le dice la verità: «Morirai giovane, presto, e soffrendo orribilmente». Ovunque vada, il nostro fuggitivo scorge malattia e sofferenza. Alla fine non riesce più a sopportarlo e in preda alla disperazione si strappa gli occhi. (Be', era un film dell'orrore della Hammer, quindi un finale del genere c'era da aspettarselo! Ma adesso forse capirete perché abbia inconsciamente scelto Superman quale intermediario per la mia visione chiaroveggente... Essi, c'è una logica: se è Superman a farlo, sarà lui a doversi strappare gli occhi, nel caso non ce la faccia più. Hhmm... Scelta assai difficile. Lasciate che ci pensi un altro po' e vi saprò dire!). Il giorno dopo quello straordinario evento - l'evento Superman, secondo la denominazione ufficiale assunta dal mito — nella mia energia c'era qualcosa di straordinariamente diverso. Tutto a un tratto, toccando delicatamente un paziente con una intenzione ben concentrata, riuscivo a ottenere cambiamenti considerevoli, spesso sorprendenti. Le ossa si riallineavano, schemi di dolore cronico scomparivano, spesso soltanto dopo un'unica breve sessione. Mi è persino capitato che la curvatura di una scoliosi tornasse a posto sotto i miei occhi! Tra i membri della comunità spirituale di cui facevo parte all'epoca la voce si sparse rapidamente. Tutti presero a parlare 18 - La Fisica dei Miracoli del dottor Bartlett e delle sue mani miracolose, e ovviamente fui subissato dalle richieste: volevano tutti un appuntamento, SUBITO! Il primo giorno dopo l'Evento Superman ricevetti così tante richieste (espresse con un tono a cui non si può dire no) che dovetti lavorare fino a notte inoltrata. Alla fine, conclusa l'ultima visita, crollai riconoscente nel mio letto, per qualche ora di ben meritato riposo. Sfortunatamente, il giorno seguente era lunedì e mi aspettavano a scuola. Visto il pesante programma a cui mi stavo dedicando, non potevo assolutamente perdere un solo giorno. E così, alle 4:30 di mattina, era già ora di alzarsi e prepararsi per le lezioni. Ovviamente non si può bruciare una candela da ambo i lati, e sperare di cavarsela indenni. Appena tornato a Seattle, mi presi subito un brutto raffreddore che mi costrinse a letto. Forse a causa della gran quantità di energie dilapidate, il raffreddore fu soltanto il primo passo della mia pausa forzata: nel giro di una settimana si era già trasformato in polmonite. Mi ci vollero due settimane prima che potessi sollevare la testa dal cuscino, e di partecipare alle lezioni non se ne parlava proprio! Alla fine di quella mia convalescenza la mia amica Debbie venne a trovarmi e mi fece un bel massaggio, una cosa di cui avevo veramente bisogno. Grazie a quelle sue cure recuperai un minimo di forze, quel- tanto che bastava per allungare una mano e toccarla. Appena la sfiorai, Debbie mi guardò sconvolta: «Richard, ma che cos'è quest'energia incredibile?», chiese stupefatta. «Puoi sentirla?», feci io per tutta risposta. «Oh, grazie a Dio! Mi sono sentito così debole che non capivo più se c'era ancora!». «E una delle cose più incredibili che abbia mai sperimentato, ma di che si tratta?», insiste Debbie. E così le raccontai la storia fantastica dell'Evento Superman, facendo attenzione a non tralasciare alcun particolare. Com'è comprensibile, Debbie riusciva a malapena a crederci. «Se riesci in qualche modo a scoprire come puoi insegnarlo, ammesso e non concesso che possa essere insegnato, voglio assoluta

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Capitolo 1 - È un uccello! No, è un aeroplano! - 19 mente impararlo. Me lo devi insegnare!», mi chiese con tono assai deciso. In quel frangente non avevo alcuna idea di quali sarebbero stati i risultati concreti di quella conversazione. A quell'epoca Energetica della Matrice e cose del genere per me non significavano assolutamente niente. Promisi tuttavia che, se avessi trovato un modo per insegnarlo, lei sarebbe stata la prima a saperlo. Col passare del tempo, quel fenomeno sembrò intensificarsi. Una settimana dopo l'altra ne sperimentavo nuovi e meravigliosi risultati. Certe patologie croniche di cui soffrivano i miei pazienti cominciarono ad alleviarsi anche quando il mio trattamento non era rivolto direttamente alla loro cura. Inoltre, i pazienti cominciarono a riferirmi di misteriose trasformazioni a livello di stati emotivi, schemi di credenze, e nella loro vita in generale. Cosa ancor più importante, quei cambiamenti sembravano intensificarsi col passare del tempo. La mia pratica, che dal punto di vista emotivo era sempre stata soddisfacente, si trasformò in una esperienza quotidiana profondissima ed estremamente toccante. MIRACOLO IN MONTAGNA Quattro mesi dopo l'Evento Superman mi ritrovai a Bozeman, in Montana. Stavo riportando a casa mia figlia, che all'epoca viveva a Big Sky, in una casa mobile, assieme a diversi amici. Sebbene fossimo già a metà giugno, scendeva un po' di nevischio, cosa piuttosto inconsueta per quel periodo dell'anno, ma il fenomeno era stato in qualche modo previsto. Facendo attenzione, risalii piano piano quella tortuosa strada di montagna con la mia GTO del 1966. Da quando mi ero trasferito a Seattle per partecipare al corso di naturopatia dell'Università Bastyr, non mi era capitato molto spesso di vedere mia figlia Justice. Alla fin fine devi essere una sorta di pazzo per tornare a frequentare una scuola di medicina all'età di 42 anni. La mia attività di chiropratico risaliva al 1987, e nel primo anno di attività ero riuscito a malapena a 20 - La Fisica dei Miracoli guadagnare da vivere per me e per la mia famiglia. Sfortunatamente il mio primo matrimonio non era sopravvissuto allo stress di quei primi anni di privazioni. Ma a distanza di 10 anni le cose erano cambiate: guadagnavo bene e regolarmente. Che diavolo mi aveva quindi spinto a pensare di poter - o dover tornare a scuola e ricominciare daccapo, passati i quaranta? Mi ero assunto un notevole impegno scolastico: in pratica mangiavo, dormivo e vivevo solo per studiare. Sebbene la scuola di medicina a Seattle m'impegnasse tempo pieno, quando possibile, il fine settimana mi facevo tredici ore di automobile e me ne andavo in Montana (dove avevo mantenuto la mia licenza), così da praticare la chiropratica e guadagnarmi da vivere. Il solo motivo per cui ero riuscito a vedere mia figlia era che non avevo una licenza da chiropratico per lo Stato di Washington. Quindi, per poter avere un minimo di contatto diretto con Justice, ci eravamo accordati affinché si occupasse della segreteria del mio studio ogniqualvolta riuscivo ad andarmene in Montana, dove peraltro la mia attività andava ancora molto bene. Avevamo appena concluso una durissima giornata di lavoro, dieci ore filate, e la stavo riportando a casa. Il viaggio proseguiva tranquillamente, e ci lasciavamo semplicemente cullare dal rombo possente della mia Pontiac 389 che ci stava prudentemente scarrozzando lungo quella strada di montagna ancora gelata. Giunti finalmente a destinazione, abbracciai mia figlia e le dissi che sarei tornato a

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prenderla il mattino seguente. Mentre facevo ritorno a Livingston, dov'ero solito passare la notte, non avevo idea che la mia vita stava per essere messa a soqquadro per l'ennesima volta! Scendevo a valle, con la consueta prudenza, quando all'improvviso, proprio laggiù, un po' oltre sulla mia strada, mi sembrò di vedere qualcosa. Ma era vero? O si trattava soltanto di un'allucinazione? (Quando ti è capitato di vedere Superman mentre stai lavorando nel tuo ambulatorio, alla fine ti convinci che ormai può capitarti di tutto). Rallentai e guardai con mag Capitolo 1 - È un uccello! No, è un aeroplano! - 21 giore attenzione. Sì, c'era proprio qualcuno, o qualcosa, là in mezzo alla strada. Accostai e fermai il motore. Improvvisamente riuscii a scorgere chiaramente, perlomeno con l'occhio della mia mente, una figura che indossava un turbante multicolore e se ne stava proprio di fronte a me, con il braccio sollevato come se volesse salutarmi. Poi, senza perdere un solo istante in convenevoli, l'uomo si rivolse a me con tono perentorio: «Ti darò tutto quello che desideri se prometti che non farai mai del male a nessuna forma di vita». Feci subito cenno di sì, accettavo senz'altro le sue condizioni. L'uomo chinò appena il capo, poi mi guardò negli occhi e mi ordinò: «Bene, allora cominciamo subito!». Un istante dopo sentii un suono sibilante, e fu come se l'apice del mio capo fosse stato scoperchiato, il suo contenuto saltasse fuori e venisse aspirato su in cielo. Con l'occhio della mente vidi e percepii qualcosa di enorme che scendeva giù, proprio sopra di me. Avete mai visto la scena del film Incontri ravvicinati del terzo tipo, in cui la gigantesca astronave a più piani discende verso la piattaforma di atterraggio in cima alla montagna? Si tratta dell'esempio più prossimo che riesco a dare, ed è all'incirca ciò che sperimentai nei minuti che seguirono. Forse lo si potrebbe descrivere anche in termini di una trottola gigantesca e multicolore... Ma sto solo cercando di dare un'idea di quello che provai! Non appena quella sorta di struttura o forma-pensiero si aprì, cominciai a percepire una rapida successione d'immagini e scene. Fu come se un "programma spirituale" computerizzato venisse scaricato direttamente nel mio cervello. Sebbene la faccenda sia durata per qualche minuto almeno, mi abituai rapidamente a quella nuova condizione e recuperai subito l'uso delle mie funzioni corporali. Il Maestro fece la sua ricomparsa, e mi chiese di toccare la parte sinistra della mia cassa toracica con la mano destra. Obbedii senza esitare. Nello stesso istante in cui le dita toccarono le costole, sentii un sonoro schiocco, e l'intera cassa toracica assunse una nuova posizione. In realtà, sono venuto al mondo con una vertebra lombare in più. E per compensare quella condizione, la cassa toracica si era 22 - La Fisica dei Miracoli piegata, in modo da indurmi a sporgermi verso sinistra, posizione assai disagevole. Si trattava di un problema talmente evidente che, quando ero giovane, se mi stendevo sul lato sinistro, potevo sentire il battito del mio cuore contro il petto. Era quello il motivo per cui non potevo dormire su quel lato: se ci avessi provato, le sonore vibrazioni del mio cuore mi avrebbero tenuto sveglio. Fatto sta che, non appena toccato il mio lato sinistro, come ordinatomi dal Maestro, fui istantaneamente guarito e sentii la cassa toracica modificarsi e assumere una posizione molto più confortevole. Le mia guance furono inondate da lacrime di gratitudine. Non riuscivo a credere che

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fosse successo davvero! In un batter d'occhio mi ero sbarazzato di un disagio che mi porta appresso da tutta una vita! Il Maestro, quietamente, fece un altro cenno di approvazione e quindi sparì. Non appena recuperato un minimo di equilibrio emotivo e le facoltà mentali necessarie per riprendere il viaggio, salii in macchina e nel giro di una mezz'ora raggiunsi Livingston. Mentre guidavo, due Angeli (è il solo modo in cui riesco a definirli) presero a tenermi telepaticamente un discorso con cui mi spiegarono come avrei dovuto servirmi di quel nuovo software spirituale. Quelle spiegazioni continuarono per altre cinque ore, e si trattò di uno degli eventi più edificanti e meravigliosi della mia vita! Non trascrissi niente di quel discorso, ed è una cosa che non mi sono mai perdonato, visto che quella sera mi fu donata una gran mole d'informazioni circa le nuove energie di cui ero custode, e le modalità con cui servirmene per guarire. Alcune di quelle informazioni erano squisitamente tecniche e implicavano geometrie sacre, l'attivazione dei chakra nelle mie mani e molto altro. Quando quella sorta di download angelico ebbe fine, cinque ore dopo, un meraviglioso essere femminile mi disse: «Questo evento era programmato per il tuo compleanno [in maggio], ma avevamo bisogno di trascorrere con te un certo numero di ore, senza interruzione, per poter completare il processo... E tutto, buon compleanno!». CAPITOLO 2 La nostra storia: la nascita dell'Energetica della Matrice Era una bella giornata d'estate, all'incirca due anni dopo gli eventi precedentemente narrati. Mi trovavo a Seattle, e in quella particolare mattina ero alla clinica Bastyr in attesa del paziente successivo. A un certo punto bussarono alla porta, e quando aprii, mi trovai di fronte a un giovane biondo, un tipo assolutamente senza pretese. MARK ENTRA NELLA MIA VITA «Lei è il dottor Bartlett, non è vero? Ho sentito molto parlare di lei, e sono davvero felice d'incontrarla. Ho studiato tutte queste tecniche di guarigione, e mi sono chiesto se lei potesse suggerirmene qualcun'altra», mi disse porgendomi un foglio su cui erano elencate una infinità di tecniche. Dopo aver dato uno sguardo al documento, mi resi conto che anch'io avevo studiato tutta quella roba, specializzandomi in molte di quelle tecniche. «Mi dica, con cosa pensa che dovrei continuare?», chiese il giovane. «Dal momento che conosco tutte queste tecniche, e probabilmente posso anche insegnarle qualche accorgimento, le proporrei di studiare con me», feci io per tutta risposta. «Bene, accetto!», rispose il giovanotto, manifestando notevole entusiasmo. In quel momento non potevano immaginare che sarebbe stato l'inizio di un'amicizia che continua tuttora. 24 - La Fisica dei Miracoli Nei quattro anni seguenti avrei insegnato a Mark Dunn tutto ciò che avevo appreso nel corso di dodici anni di pratica medica assolutamente non convenzionale e anzi assai "originale". L'unica

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cosa che non gli riusciva, con suo grande dispiacere, era riprodurre ciò che facevo con le mie mani - la tecnica che lui chiamava "pratica energetica". Fatto sta che Mark si era costruito una sua visione della realtà in virtù della quale interpretava erroneamente il mio agire. Pensava infatti che io "stessi facendo qualcosa" con le mie mani, e cioè che ci fosse un qualche trasferimento di energia. Dal momento che Mark continuava a sommergermi di domande a quel proposito, presi a leggere libri sulla fisica quantistica, nel tentativo di capirci qualcosa io stesso e di potergli spiegare in che cosa consistesse realmente quella "pratica energetica". E fu proprio nell'ambito degli aspetti più esoterici della teoria quantistica dei campi che cominciarono a prendere forma i principi fondamentali di quella che oggi definisco Energetica della Matrice. Il mio secondo studente avrebbe imparato i principi fondamentali, quelli su cui si basava ciò che conoscevo, nel giro di quattro ore soltanto - inutile negare che ciò fu per Mark un po' imbarazzante. Oggi l'Energetica della Matrice può essere insegnata a chiunque nell'ambito di un seminario di un fine settimana. Il primo seminario sull'Energetica della Matrice ebbe luogo nel settembre 2003 e vide la partecipazione di 27 persone. Da quel momento in poi la relativa esperienza si è trasformata in un fenomeno internazionale. Ormai, per imparare l'Energetica della Matrice non è nemmeno necessario partecipare fisicamente al seminario (sebbene farlo risulti assai divertente). Sono infatti molte le persone che ne hanno imparato le tecniche e sperimentato direttamente i miracolosi risultati soltanto dopo aver letto il mio primo libro o dopo aver guardato su YouTube i filmati con cui ne dimostro le tecniche. (Chiunque non abbia ancora letto il mio primo libro farebbe bene a farlo). Con questo secondo libro intendo approfondire ulteriormente l'Energetica della Matrice sulla base di un'analisi accu Capitolo 2 - La nostra storia - 25 rata della sua teoria e dei relativi dati, nella loro versione più aggiornata. Per poter capire un pochino meglio la faccenda, nel frattempo mi sono letto oltre un centinaio di libri sulla fisica quantistica. E soprattutto mi sono reso conto dei limiti delle mie conoscenze — e di quanto probabilmente non riuscirò mai a capire. Persino il celebre fisico Richard Feynman sapeva bene che se credi di aver capito la fisica quantistica, significa che non hai capito di che cosa si tratti realmente. Matematica e fisica sono linguaggi simbolici inconsci. Sono volti a stimolare le funzioni cerebrali superiori - non tanto ad attivare i servizi delle funzioni analitiche superiori, pertinenti alla porzione sinistra del cervello, quanto piuttosto la consapevolezza dei simbolismi e dell'interconnessione di pertinenza dell'emisfero destro. Il problema è che abbiamo trasformato la scienza in un sistema chiuso. Le equazioni formulate nell'intento di spiegare le dimensioni inesplorate o sconosciute devono render conto alla "logica" del modo di pensare e percepire dell'emisfero sinistro. Quando ci troviamo a fare i conti con risultati apparentemente illogici e non riusciamo a farli rientrare nella nostra visione ben definita e circoscritta della realtà, cominciamo a sfrondare e limare, finché tutto non rientra nell'ordine. E incredibile constatare quante volte sia accaduto qualcosa del genere nella stessa storia della fisica. In questo libro discuteremo della tecnologia e della scienza della fisica dell'etere, uno dei tanti concetti vietati dalla scienza ufficiale. Fatto sta che, dopo aver divorato oltre 140 volumi sulle scienze fisiche nel giro di pochi mesi, mi sono balzate agli occhi alcune delle più appariscenti incongruenze del modello classico, o standard, della fisica, e allora ho preso a sospettare che, qua e là, ci siano alcuni tasselli mancanti. Uno dei problemi del modello classico della fisica è che il fattore x della coscienza non viene preso in considerazione. E se non si riconosce il ruolo svolto dalla coscienza negli esperimenti

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concretamente effettuati in laboratorio, ciò che si ottiene sono le aspettative inconsce degli osservatori che eseguono l'esperimento. Il modello 26 - La Fisica dei Miracoli standard della fisica è un sistema chiuso, e in un sistema chiuso non c'è spazio per gli effetti della coscienza. Di conseguenza, in un sistema del genere non c'è spazio neppure spazio per i miracoli. L'ENERGETICA DELLA MATRICE E LA SUA UTILITÀ IN QUANTO MITO Grazie all'Energetica della Matrice, e al contenuto delle pagine di questo libro, condividerò con tutti i lettori una mitologia tanto potente quanto utile. Tanto per cominciare, bisognerà che teniate a mente che qualsiasi cosa riconosciamo come verità è probabilmente frutto di una qualche distorsione. Ci serviamo di alcuni concetti centrali, riservando gran cura a particolari ideali, finché non c'imbattiamo in qualcosa di meglio. Alcune delle considerazioni che sto per condividere con voi dovrebbero essere ritenute semplici "segnaposto", di cui servirsi finché non subentrerà qualcosa di meglio. È indispensabile sostenere la causa della nostra verità più elevata quale espressione del nostro massimo bene. Elizabeth Clare Prophet, la mia guida spirituale, era solita dirmi che il suo donarsi al mondo era rappresentato da quanto di meglio poteva fare. E non mancava di sottolineare che se si fosse imbattuta in una verità superiore, che le sembrava ancor più attendibile, l'avrebbe fatta sua in un battibaleno. Ecco perché è così importante mettersi sempre al servizio della verità interiore così come rivelataci dal cuore, di modo che la vita si metta al nostro servizio, considerandoci suoi Maestri. Per quanto riguarda i lettori di quest'opera, penso che meno ne sanno di fisica e matematica, maggiori saranno le probabilità che abbraccino le teorie ivi spiegate. Secondo una prospettiva meramente scientifica, un fisico avrà un approccio completamente diverso, ma spero comunque che ciò non gli impedisca di prendere in considerazione alcuni di questi concetti. Capitolo 2 - La nostra storia - 27 Vorrei semplicemente consigliarvi di non demordere e di concedervi una porzione extra di assurdità, se è così che vi sembrano i concetti che provo a esporvi. Potrebbe trattarsi proprio di ciò che avete bisogno, e comunque sarà sempre meglio che la solita zuppa riscaldata: ci sono cose che, per quanto sembrino perfettamente adatte alle nostre circostanze, finiscono con lasciare l'amaro in bocca. In ogni caso, non ha nessuna importanza se mi credete o no: queste idee possono davvero cambiarvi la vita. L'ENERGETICA DELLA MATRICE: CHE COSA È E COSA NON È Non esistono regole categoriche, niente che permetta di affermare: «Ecco cos'è l'Energetica della Matrice». In realtà, non esiste nulla che possa essere definito tale, si tratta semplicemente di una mia congettura. Anzi, per meglio dire: ho escogitato denominazione e strumenti così da potervi

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accedere e capirla, ma alla sua base ci sono principi fondamentali che sono lungi dall'essere una mia invenzione. Insomma, si tratta di un mio espediente (pochi sarebbero pronti ad ammetterlo riguardo le loro cosiddette tecniche o metodi — più facile spacciarli per verità rivelate), ma la scienza alla base di queste pagine non l'ho sicuramente inventata io. In quest'ultima metà della mia vita non ho fatto altro che cercare di aiutare e guarire i malati. Ho sempre avuto il desiderio di portare conforto là dove ce n'era bisogno. E soprattutto, ho cercato di mantenermi curioso e umile, e in uno stato mentale di perpetua ricerca. Il numero di persone a cui posso rendere servizio oggi è infinitamente più grande di quello che avrei potuto raggiungere con la mia pratica privata. Grazie ai libri e ai seminari sull'Energetica della Matrice sono riuscito ad avere un impatto positivo sulla vita di molte migliaia d'individui sparsi su tutto il pianeta. Spero che questo libro possa rappresentare un primo passo e predisporti alla scoperta di nuove possibilità e conoscenze. CAPITOLO 3 Costruire la fiducia nell'ignoto ponendosi domande a risposta libera Abituandoci gradualmente a porci domande importanti, e capaci di alterare le nostre percezioni, addestriamo l'emisfero destro del cervello a reagire ai segnali provenienti dal subconscio. Se faccio delle domande, non è certo perché so già tutto. Al contrario! Se mi pongo un interrogativo, è perché mi incuriosisce qualsiasi cosa impegni la lente della mia attenzione: «In ciò che sto osservando in questo preciso istante, che cosa c'è di utile?» Per "vivere nel momento presente" è sufficiente porsi una domanda, astenersi dall'intervenire e quindi osservare qualsiasi risposta interiore o sensoriale si manifesti. Quando parlo di "osservare" faccio proprio riferimento al linguaggio visivo. Peraltro, qualsiasi fenomeno scaturisca nell'ambito dei cinque sensi subito dopo essersi posti la domanda, può rivelarsi potenzialmente utile e avere il potenziale di trasformare la nostra vita. In pratica, vi sto chiedendo di formulare una domanda e poi sospendere ogni forma di giudizio preconcetto in merito, cercando di acquisire consapevolezza di qualsiasi cosa risulti diversa rispetto all'osservazione precedente. Mi rendo benissimo conto che può sembrare alquanto criptico, almeno per il momento, ma il significato di tale procedura si chiarirà strada facendo. Le chiavi sono ostinazione e fiducia. Occorre credere in se stessi: abbiamo tutti quanti diritto a ottenere guida, amore e assistenza dalle dimensioni dello spirito. Indipendentemente dalla natura della domanda, la mente si metterà subito alla ricerca di una risposta. Il cervello, a particolari livelli di attività, funziona proprio come una macchina. Ogni input fornito viene 30 - La Fisica dei Miracoli recepito nel linguaggio della dimensione in cui è stata formulata la richiesta. Se auspichiamo di poter giungere a visioni o sogni, e cioè a risposte provenienti da una dimensione diversa da quella del ragionamento conscio, alla fine li otterremo. Nel momento in cui ci poniamo la nostra domanda, dovremmo essere certi che qualsiasi cosa si manifesterà risulterà in qualche modo utile. Per giungere direttamente a ciò che vogliamo è opportuno servirci di domande ben formulate, a risposta libera. Se la domanda che ci poniamo è del genere: «Perché mai non riesco a fare questo?», finiremo per coltivare e perfezionare la capacità di ottenere informazioni completamente inutili. Nel porsi una certa domanda, è indispensabile credere in se stessi. Persino il prodursi di un immaginario

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apparentemente privo di significato potrebbe dimostrare che stiamo arrivando a qualcosa di utile: infatti, la comparsa d'immagini bislacche significa che stiamo costruendo un ponte con la mente subconscia. La mente conscia opera continuamente dei filtri su qualsiasi cosa percepiamo, cercando di dargli un senso compiuto. Quindi il sorgere d'immagini spontanee, e che sembrano del tutto prive di senso, potrà con ogni probabilità rappresentare la presenza di una mole di dati di gran lunga superiore a quella normalmente disponibile alla mente conscia. E proprio ciò che veniva insegnato negli anni '90 durante l'addestramento militare per la visione a distanza. Veniva spiegato di prestare attenzione a qualsiasi immagine ricevuta, prendendone accuratamente nota. Più sembrava singolare, più era potenzialmente importante. In realtà, la metodologia insegnata nell'Energetica della Matrice attinge sia alla dimensione immaginaria del sogno specificamente individuale (analisi junghiana) sia al protocollo classico di visione a distanza insegnato presso lo Stanford Research Institute e l'Esercito americano. Quando cominciamo a convincerci che meritiamo qualsiasi conoscenza vogliamo procurarci, questo ci arriva puntualmente. Nessuno ci metterà i bastoni tra le ruote. E nessuno ci darà Capitolo 3 - Costruire la fiducia nello sconosciuto - 31 uno schiaffetto sulla mano allorché la protendiamo per procurarci il sapere di cui abbiamo bisogno per crescere. Dovremmo provare a esprimere le nostre richieste, preoccupazioni e desideri con un linguaggio il più possibile spensierato e giocoso; in tal modo l'universo potrà rispondere con maggior rapidità alle nostre aspirazioni. Descriverò nei dettagli la scienza del porsi domande potenzialmente rivoluzionarie nel prosieguo di questo libro. Per ora vi chiedo soltanto di credermi: la risposta è contenuta nella domanda. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Matteo 7: 7-8 Possiamo avere esattamente ciò che vogliamo, a condizione che smettiamo di cercare di controllare ciò che si manifesta nella nostra vita. Accettiamo di essere Grazia e Amore, e confidiamo nel fatto che tutto è come dev'essere. Quando accettiamo pienamente la nostra natura, possiamo abbandonare la condizione dualistica, emotivamente sovraccarica, in virtù della quale vogliamo sempre qualcosa di meglio. Quando lasciamo andare assolutamente e veramente, c'imbattiamo subito nel gradino seguente dell'evoluzione della nostra coscienza, quel passo avanti che ci stava semplicemente aspettando. PERCHE NON POSSO SEMPLICEMENTE FAR SPARIRE I MIEI PROBLEMI? Ci sono moltissime persone che ottengono straordinarie guarigioni secondo modalità assai più sorprendenti di quelle che caratterizzano la mia attività. Talvolta si tratta di semplici 32 - La Fisica dei Miracoli

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commessi viaggiatori, di casalinghe o di persone dotate di un certo talento matematico. In realtà, l'addestramento medico è nel contempo una benedizione e una maledizione: una volta presa la tua bella laurea in medicina, riesci a concepire salute e benessere soltanto secondo modalità prestabilite. La mia prima reazione al metodo medico standard è chiedere: «Cosa c'è che non va in un sistema che esige di cominciare col condividere con il paziente il peggiore degli esiti possibili?». Com'è possibile che un approccio del genere possa funzionare? Molto meglio cercare di proporre il proprio interrogativo in termini diversi, più equilibrati, concentrandosi su ciò che potrebbe produrre un cambiamento positivo. Quando smettiamo di concentrarci esclusivamente sul problema, ci sono molte probabilità che certe cose prendano immediatamente una piega migliore. Ognuno di noi può attingere liberamente a quel modello di coscienza che ho definito Energetica della Matrice. Tutti insieme possiamo creare qualcosa di nuovo ed eccitante. Ognuno dei lettori di questo libro è chiamato a entrare a far parte di tale crescente ventaglio di scelte e di capacità emergenti. Alzi la mano chi di voi è medico! Ok, perfetto. Non siete più a scuola, adesso, quindi potete smettere di prendere appunti a margine dei vostri testi medici, perché comunque non ci sarà nessun esame, una volta giunti alla fine del percorso. Ciò non implica peraltro che questo materiale non finirà in qualche modo per mettervi alla prova. Bruce Lee spiegava la «via del pugno [aperto] che intercetta». Ebbene, il migliore e più produttivo approccio a questo libro potrebbe essere proprio la «via della mente [aperta] che intercetta». Un mio insegnante, il dottor M.T. Morter, presidente del Parker Chiropratic College, dove ho studiato, era solito dirci: «Studiate tutto quanto, ma non credete in niente». Credere o non credere in qualcosa non ha alcuna importanza, nella misura in cui ci serviamo della nostra conoscenza e delle esperienze per trasformarci sempre più in ciò che siamo realmente. Capitolo 3 - Costruire la fiducia nello sconosciuto - 33 Dobbiamo avere fiducia in qualsiasi cosa si manifesti nel campo della nostra consapevolezza, anche se non sembra avere un particolare significato o utilità. Le informazioni simboliche vengono generate dall'emisfero cerebrale destro, e rappresentano un potenziale di codificazione pari a circa 40 miliardi di bit. Per contro, le capacità dell'emisfero sinistro sono infinitamente minori: all'incirca sette bit di informazioni al secondo (con un'approssimazione di due). Alcuni ricercatori più prodighi oggi stimano un valore leggermente superiore pari a 40 bit al secondo. Vorrei davvero incontrare quell'universitario superuomo che è riuscito a contare, uno per uno, quei 40 miliardi di bit al secondo. Ovviamente si tratta di un'impresa impossibile, per arrivare a quella cifra i ricercatori devono essersi basata su calcoli approssimativi. Si tratta comunque di un valore enorme, e le informazioni relative lo fanno sembrare credibile, non è vero? Ciò che conta è che, prestando attenzione ai dati che sembrano privi di senso, potremmo ritrovarci a contemplare una enorme quantità d'informazioni codificate. Non sappiamo mai di essere a conoscenza di qualcosa finché, tutto intorno a noi, in noi e attraverso di noi cominciano ad accadere determinate cose, ovvero finché non le sperimentiamo. A quel punto sappiamo di sapere. E questa la differenza tra il principio gnostico dell'"io so" e del "io penso" e il "vorrei sapere (una volta sapevo... forse)". Sapere non ha nulla a che vedere con il pensare, si tratta piuttosto di una qualità che reperiamo nel cuore e attraverso il cuore. Mi sono convinto che, allorquando riusciamo sospendere il pensiero conscio, anche se solo per qualche breve istante, la dimensione del nostro cuore prende il sopravvento. Ritengo che la saggezza del cuore possa avere un accesso istantaneo a quei 40 miliardi di bit al secondo, il patrimonio d'informazioni dell'emisfero destro del cervello. Quindi, visti tali presupposti, penso che quando vuoi ottenere risultati straordinari, devi semplicemente cercare di pensare di meno.

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34 - La Fisica dei Miracoli FAR SEGUIRE L'ESEMPIO ALLE PAROLE (FINO ALLE ESTREME CONSEGUENZE) Qualche tempo fa, a Vancouver, sono caduto da un palcoscenico e mi sono rotto una gamba. Stavo ballando sulle note della canzone Touch me dei Doors, e Jim Morrison mi aveva indotto una sorta di trance sciamanica. (Credo proprio che quando incise quella canzone fosse un po' fatto...). Comunque sia, avevo dimenticato che c'era un palcoscenico e che avevo un corpo, ma la dura realtà non ha tardato a farsi sentire: sono precipitato rovinosamente giù dalla scena, e anche se non si trattava neppure di un metro, mi è sembrato molto, molto di più. Sono caduto sulla gamba estesa e l'ho sentita scrocchiare in un modo assolutamente inusuale. Subito dopo ho cominciato a sperimentare un dolore incandescente, al punto che la mia mente è stata letteralmente catapultata fuori dal corpo. Un male cane, e oltre a essere terribilmente doloroso, era anche imbarazzante, perché avevo fatto quella caduta di fronte a 300 persone! D'altro canto, se davvero devi fare la figura dello stupido, tanto vale esagerare! Una entrata in scena, anzi un'uscita, niente affatto trionfale! La mia mente si è precipitata all'istante proprio dov'è logico che vada in circostanze del genere: "Voglio la mamma!"(Ovviamente, ciò dipende dalla bontà della relazione con la propria madre - nel mio caso mi sono istintivamente rivolto proprio a lei). Poi mi è passata per la testa una pubblicità di un braccialetto di riconoscimento: «Aiuto! Sono caduto e non riesco ad alzarmi!». Dove accidenti era finito quel dannato capo servizio medico dell'esercito? Non ce n'è mai uno in giro quando ne hai bisogno! Infine, ho semplicemente pensato: «Portatemi all'ospedale!». Sono questi i tre pensieri che mi hanno fulmineamente attraversato la mente tre orientamenti del tutto ragionevoli, in condizioni del genere. Per una decina di giorni circa non mi sono neppure accorto che la gamba era rotta. Come ho fatto? Ebbene, il dolore all'osso fratturato ha preso a svegliarmi nel bel mezzo della notte. Qualsia Capitolo 3 - Costruire la fiducia nello sconosciuto - 35 si medico, come il sottoscritto, conosce il test da effettuare onde accertare la presenza di una frattura. Basta prendere un diapason, farlo vibrare, applicarlo sull'osso rotto, e si avverte subito un male cane! Però certe cose a volte te le senti, senza bisogno di fare il test, anche perché sai benissimo il genere di dolore che proverai... Comunque sia, quell'incidente imbarazzante si è dimostrato in qualche misura utile, aiutandomi a dimostrare ai partecipanti al seminario i principi e le pratiche da me insegnati. Cosa c'era di meglio che azzopparsi sotto i loro occhi? C'era solo da augurarsi che qualcuno avesse ripreso la scena. Ecco cos'è accaduto in seguito: sono rimasto là, lungo disteso per terra, e infine ho praticato proprio quello che imparerete a fare grazie a questo libro: ho "dato una rapida scorsa" alle diverse realtà possibili, finché non ne ho trovato una in cui la gamba non mi faceva poi così male. Quindi sono penetrato nella realtà, quella in cui potevo tenermi dritto sulla scena e continuare a insegnare. Mi ci sono volute un bel po' di fatica ed energia, e quella sera sono comunque uscito dalla sala zoppicante, con mia figlia che mi dava man forte. Il giorno seguente mi sono ripresentato sul podio e abbiamo eseguito una guarigione di gruppo. Erano tutti molto preoccupati per me e volevano a ogni costo aiutarmi. Mi sono portato appresso la mia chitarra acustica e abbiamo cominciato a cantare sulle note di Givepeace a chance di John Lennon. Però abbiamo leggermente modificato il testo, trasformandolo in «Ali we are saying isgive knee a chance» (letteralmente: Non chiediamo altro che una possibilità per questo ginocchio). Lo abbiamo fatto mantenendoci rilassati e sereni,

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senza dar credito alla realtà in cui la gamba era rotta. Poi ho ringraziato tutti quanti, e da quel momento in poi il mio ginocchio ha cominciato ad andare di bene in meglio. E ADESSO NON FARO PIÙ IL "SAN TOMMASO" Ricordo che me ne stavo seduto tra il pubblico e ascoltavo il dottor Bartlett mentre raccontava di essere caduto dal palcoscenico 36 - La Fisica dei Miracoli durante il precedente seminario, di aver proceduto alla guarigione e di aver continuato a insegnare tranquillamente, al punto che due settimane dopo l'unico segno di quell'incidente era una leggera andatura zoppicante. Tra me e me mi sono detto: «Sì, certo QUANTI soldi ho buttato via per questa stupidaggine?» In quell'epoca la mia sull'esperienza di "tecniche di guarigione" consisteva in quattro settimane di lezioni di Chi-Gong, che avevo preso dal mio veterinario e da sua moglie, e adesso mi trovavo proprio li, dopo aver attraversato metà del paese per partecipare al seminario tenuto dall'uomo che aveva le visioni di Superman. Per farla breve, si potrebbe dire che la mia fiducia non fosse certo cementata, eppure, malgrado qualsiasi conclusione "logica" dimostrasse il contrario, sapevo istintivamente che in quella faccenda della Matrice ci doveva essere qualcosa di buono. Ed era stato proprio in virtù di quella intuizione che, messi da parte i dubbi, non solo avevo partecipato ai seminari del primo e del secondo livello, ma qualche settimana dopo, a Miami, mi ero iscritto anche al terzo livello. Giunto al livello tre, avevo il cervello in pappa. E comunque continuavo a praticare con gli amici, i familiari, gli animali domestici e persino il mio veterinario — vale a dire chiunque non reagisse a quei miei tentativi ridendomi in faccia (se lo facevano, avevano almeno la delicatezza di non farsi vedere). Tuttavia, malgrado i miei sforzi, non avevo ottenuto niente di concreto, nessuna prova che quell'Energetica della Matrice funzionasse davvero. Ma qualche settimana dopo ho avuto la mia agognata prova, sotto forma di un incidente assai curioso con un minuscolo chihuahua, di nome Bitty Bo Bitty. Quel pomeriggio era cominciato in modo assolutamente normale. Mi stavo prendendo cura del cagnolino di mio padre, e a un certo punto, giacché dovevo andare alla sua casa di campagna per dare una occhiata ai suoi altri cani e gatti e dare loro da mangiare, ho pensato che sarebbe stato carino portarmi Bitty e gli altri miei due cani: ci saremmo fatti una bella passeggiata! Dopo aver parcheggiato ho tirato giù il finestrino e ho racco Capitolo 3 - Costruire la fiducia nello sconosciuto - 37 mandato a Bitty e agli altri due di restare in macchina, perché sarei tornato subito - l'avevo già fatto migliaia di altre volte. Mentre uscivo dall'auto, ho dato un'ultima occhiata a Bitty, che si era seduta al mio posto e scodinzolava manifestandomi tutto il suo affetto. Mi sono voltato, ho chiuso la portiera alle mie spalle e con mio grande sconcerto si è subito levato il guaito più lancinante che avessi mai sentito in vita mia. Mi sono voltato di scatto e ho visto la zampetta destra di Bitty, il cui diametro non è superiore a quello di una penna, intrappolata nella portiera! Penzolava in modo del tutto innaturale, piegata a V, e oltre a essere spezzata sanguinava. Ho spalancato la porta e dopo aver afferrato Bitty mi sono seduto in macchina. Ho subito chiamato il veterinario, e mentre m'infilavo sull'autostrada, gli ho balbettato qualcosa su quella zampa quasi amputata. Il veterinario

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(che, come già detto, è anche istruttore di Chi-Gong, nonché la persona che mi aveva introdotto all'Energetica della Matrice) mi ha chiesto di «cominciare a lavorare su di lei mentre guidavo». Tenendo una mano sulla zampa del cagnolino e l'altra sul volante, ho cominciato a praticare quanto avevo imparato. Ho guardato l'orologio e cominciato a procedere a ritroso nel tempo: 16.38, 16.30, 16.15, 16... mi sono rivolto mentalmente a chiunque potesse aiutarmi: Dio, gli angeli o forse Gesù. Ho immaginato di moltiplicarmi all'infinito e di dedicarmi alla guarigione del cane. E ho provato ad attingere alla conoscenza dell'universo, ponendomi domande del genere: «Cosa avrebbe fatto il dottor Bartlett? E cosa avrebbe fatto Gesù?». Ho provato a fare ricorso a tutto ciò che avevo imparato ai seminari di Energetica della Matrice: finestre sulle realtà parallele, moduli e frequenze. Ho visualizzato una sfera energetica di guarigione proprio nel punto in cui la zampetta del cane era spezzata in due. Ho praticato anche i due-punti, servendomi soltanto della visualizzazione perché di certo non potevo abbandonare il volante! Vista la quantità di sangue che l'animaletto stava perdendo, e che sentivo inzuppare lentamente i vestiti, e i 30 minuti che avrei impiegato per 38 - La Fisica dei Miracoli tornare in città, non avevo altra scelta che fare del mio meglio e sperare in un miracolo. Alla mia crisi di nervi ci avrei pensato dopo! Ho visualizzato Bitty mentre correva in cortile, quella mattina stessa, e mi sono detto: «Come vorrei che adesso potesse correre felice, proprio come faceva stamattina!». Nella mia testa ho riesaminato tutte le possibili tecniche che avrebbero potuto guarirla e alleviare il suo dolore, farle recuperare il sangue perduto, restituirle vene, ossa, legamenti, tendini e cellule in perfetto stato... Per farla breve, ho fatto tutto ciò che potevo immaginare di fare. Sono arrivato dal veterinario a tempo di record. Non saprei dire con esattezza se sia stato il tempo a rallentare, o se io abbia davvero guidato come un pazzo. Avevo addosso un paio di magliette e i jeans, e, quando sono entrato nello studio del veterinario, erano completamente inzuppati di sangue. Quanto sangue poteva esserci in quel minuscolo cagnolino? E quanto ne era rimasto? Ho posto delicatamente Bitty tra le mani del veterinario, facendo di tutto per non guardare quella zampa. In quel frangente l'unica cosa di cui ero certo è che in qualche modo il cane era sopravvissuto per tutto quel tempo. Ciò che invece non sapevo era se rischiasse di morire per emorragia da un momento all'altro, o se quella sua zampetta dovesse essere amputata, così da costringermi a chiamarla "Tripod", o roba del genere! Ho continuato a fissare il veterinario, terrorizzato all'idea di ciò che avrei potuto constatare se avessi rivolto lo sguardo a quella scena atroce. Non stavo più guidando, né concentrandomi sulla Matrice, e di conseguenza sono stato subito assalito dal panico e dal senso di colpa. Mi sentivo malissimo all'idea di averle causato un tale danno. Dopotutto, volevo diventare un guaritore, non il responsabile della mutilazione o della morte di un piccolo cagnolino indifeso, che aveva una fiducia assoluta in me e mi amava teneramente. «Il tuo cane sta bene!», ha detto il veterinario alla fine della visita. Al che gli ho strillato: «Certo che no! Le ho appena spezzato in due una zampa con la portiera della mia automobile!». Ma il veterinario ha insistito: «Ma no, va tutto bene. Hai fatto un buon Capitolo 3 - Costruire la fiducia nello sconosciuto - 39

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lavoro! Dovremmo assumerti nella nostra squadra di salvataggio! L'hai salvata!». Non riuscivo a capire come fosse possibile, eppure potevo vedere con i miei occhi che Bitty stava trotterellando per l'ambulatorio come se nulla fosse, unico residuo di quella catastrofe una macchiolina di sangue ormai secco sulla zampa posteriore, che il veterinario aveva trattato con Band-Aid liquido. Band-aid liquido? Ma che diamine?!? Mi stava prendendo per i fondelli! E poi sono stato travolto dalla verità, pesante come una montagna: il dottor Bartlett aveva davvero aggiustato la sua gamba rotta, proprio come avevo fatto io con la zampa rotta della piccola Bitty, su cui restava soltanto una piccola traccia di sangue delle dimensioni di una monetina. Eccola qui, la prova che volevo: se ne stava andando in giro per la stanza come se non fosse successo nulla. Dal canto mio, la osservavo incredulo, ma non più tanto, ancora coperto di sangue. C'è ancora qualcuno disposto a credere che l'universo non dice mai: «Te l'avevo detto»? VH In che cosa è consistito il miracolo della mia gamba rotta? Nel fatto che ogni volta che facevo un passo, e sentivo un male terribile, dovevo scegliere di compiere il passo seguente in una realtà in cui non mi faceva male. E chiaro? Quindi, primo passo e... AHIA! Pessima mossa! Non voglio farlo più! «Mamma, posso tornarmene nella mia stanzetta adesso?». Era quello che mi dicevo mentre mi dirigevo verso il palcoscenico, il giorno seguente. Il passo successivo avrebbe dovuto essere migliore del precedente. Come avrei potuto riuscirci? Evitando di fare del mio meglio per migliorare le cose. Infatti, quando ti sforzi di migliorarti, non fai che monitorare e ratificare tutto ciò che non funziona. Come puoi pensare che ciò sia di qualche utilità? Non lo è affatto! Nel contesto della griglia morfica possiamo disporre di un numero potenzialmente infinito di possibilità, fra cui possiamo scegliere 40 - La Fisica dei Miracoli cosa intendiamo manifestare nel momento seguente. Non dobbiamo fare altro che immaginarci in una serie di dimensioni parallele e, tornando all'esempio del mio incidente, pensare di essere al cospetto di tutta una serie di gambe in condizioni diverse. In una di quelle paia di gambe c'è una realtà in cui possiamo camminare senza sperimentare dolore. E uno dei modi per accedere alle migliori gambe possibili consiste nel porsi la seguente domanda: «Dove posso trovarle?». Dobbiamo avere fiducia nel fatto che, non appena posta la domanda, la risposta si manifesterà automaticamente. Dovremmo semplicemente "osservare", o in qualche modo "percepire" le infinite possibilità che ci si presentano, quindi "sentire" lo "spazio virtuale" che contiene la miglior soluzione al nostro problema. Con un minimo cambiamento della nostra intenzione concentrata possiamo scegliere il miglior risultato possibile, con il minimo sforzo apprezzabile. Per "intenzione concentrata" intendo semplicemente definire qualcosa di preciso nell'ambito del proprio "blocco appunti" mentale, per poi dimenticarsene, o comunque mollare la presa. Infatti, se ci afferriamo al pensiero di ciò che vorremmo che fosse, la sua manifestazione nell'universo non potrà aver luogo. Ma allora qual è il metodo per realizzare le nostre aspirazioni? Se chiediamo qualcosa e non succede nulla, forse significa che c'è qualche problema a livello di fiducia e che dobbiamo lavorarci un po'. E poi, ovviamente, riuscire a fare qualcosa del genere - ovvero lavorare sulla realtà come faccio io - richiede un minimo di pratica! Come mi sono accorto di aver ottenuto qualche risultato con tutto quel lavoro sulle posture nelle dimensioni parallele? Ebbene, il mio ginocchio ha preso a compiere tutta una serie di rotazioni, a

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funzionare, e la mia andatura è sembrata più corretta. Il passo seguente è risultato più agevole e fluido. Poi c'è stato un altro passo falso, perché quando c'è un riferimento a uno squilibrio definito "gamba rotta", devi procedere per tentativi. L'universo ti chiede sempre: «Sei proprio sicuro?». Fatto sta che il seminario seguente, a distanza di due settimane, la mia gamba era a posto. Capitolo 3 - Costruire la fiducia nello sconosciuto - 41 APRI LA PORTA, COSÌ CHE LA GRAZIA POSSA ENTRARE Se una persona ti chiede di aiutarla a risolvere un problema, cosa devi fare? Nel mio primo libro ho scritto una parte intitolata: «Il problema del pensare per problemi», in cui ho sottolineato l'importanza dell'aprire la mente e dirigerla su qualcosa che forse non abbiamo mai preso in considerazione precedentemente. Possiamo imparare ad aprirci alle soluzioni solo quando abbiamo fiducia e smettiamo di essere d'intralcio. Scegliendo innanzitutto la verità, e agendo sulla base di tale verità, possiamo spalancare le porte al potenziale universale. Non dobbiamo fare altro che prestare attenzione, acquisire consapevolezza di ciò che stiamo osservando e abbracciare qualsiasi cosa si manifesti. Così facendo consentiamo l'ingresso del principio della Grazia nell'equazione che intendiamo risolvere. E ciò trasforma le possibilità, anche in caso di condizioni debilitanti. RIDEFINIRE LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA Guarigione e malattia sono le due parti della stessa equazione, nell'ambito di un circolo chiuso. Ma da un sistema chiuso possiamo tirar fuori solo ciò che abbiamo precedentemente inserito. Penso sia proprio questo uno dei motivi per cui è così raro sentir parlare di miracoli, o vederli accadere. Forse qualcuno penserà che questo libro tratti di tecniche di guarigione. Mi dispiace, ma non è affatto ciò che intendo proporre. Anzi, ciò che chiedo è dissolvere l'idea che guarigione e malattia siano polarità e che una non possa esistere senza l'altra. In un sistema aperto le cose non stanno affatto così: quando l'energia circola liberamente, se ne può ottenere molta di più di quella che si era originariamente inserita. Un miracolo è un esempio di sistema aperto. Si tratta di un principio che ha pertinenza con tutto ciò che insegno nell'Energetica della Matrice. Quando sviluppiamo e cominciamo ad abbracciare 42 - La Fisica dei Miracoli un modello di coscienza che ci permette di trascendere i limiti della nostra realtà fisica, possiamo attingere alla fìsica dei miracoli. Se siamo ammalati di cancro, se ci troviamo a soffrire a causa di qualche patologia o malattia, c'è il potenziale concreto di guarirla all'istante. La trasformazione è un processo miracoloso, che trascende qualsiasi cosa riteniamo di sapere sulle leggi della fisica. E proprio questo il nocciolo della faccenda: i miracoli operano all'esterno dei nostri comuni riferimenti per ciò in base a cui definiamo la realtà. E accadono di continuo, solo che talvolta ce li perdiamo, perché di norma siamo concentrati su quegli aspetti che si mantengono immutati, ovvero su ciò che ci è familiare, che conosciamo e che la nostra coscienza ritiene vero. Nella nostra vita ci sarebbero molti più miracoli se solo rivolgessimo la nostra attenzione a fenomeni diversi o assolutamente inediti!

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CAPITOLO 4 Insegnamenti fondamentali sulla dualità Noi siamo coscienza: è questa la nostra natura. Abbiamo scelto di manifestare gli schemi d'informazioni che fanno la loro comparsa nella nostra realtà personale, sotto forma di condizioni, strutture, famiglie o finanze. Abbiamo in qualche modo voluto e scelto ogni aspetto della nostra vita. In realtà, qualche volta "scegliamo" evitando accuratamente di scegliere, e fin troppo spesso alcuni di noi scelgono la polarità opposta a ciò che non vogliono. Per esempio, se non vogliamo sviluppare una certa malattia, cosa facciamo? Mangiamo in modo corretto, così da tutelare la nostra salute. Ma tale concetto nasconde una bomba a orologeria, non è vero? Quando mangiamo correttamente per mantenerci in salute, cosa accade? Per certi versi, stiamo mangiando per sottrarci alla malattia. Ciò significa, però, che anche quando ci nutriamo con cibi sani al fine d'impedire l'emergere di una malattia, ci troviamo in relazione inconscia con ciò che temiamo. Quando cerchiamo d'impedire che il nostro colesterolo salga alle stelle, stiamo lottando con il colesterolo. Se prendiamo l'aspirina per evitare un attacco cardiaco o un colpo apoplettico, a livello inconscio ci troviamo in relazione disagevole con tutti questi aspetti della nostra realtà. Ciò equivale a dire che ci troviamo in una condizione di spin appaiato con ciò che non vogliamo. In una configurazione del genere, quando la paura cresce, la salute può diminuire. Quando è successo che "una mela al giorno toglie il medico di torno" si è trasformato in "un'aspirina al giorno toglie il medico di torno"? Dobbiamo stare attenti a non prestare cieca fiducia in tutte le statìstiche mediche, altrimenti ci trasformeremo in una di queste. 44 - La Fisica dei Miracoli Mangiare in modo da trarre beneficio dal nutrimento perché ci fa stare bene, è una cosa. E mangiare in tal modo può coesistere con certi principi dietetici, da cui la salute non potrà che trarre beneficio. Le nostre esigenze personali e la nostra energia, di comune accordo con le nostre credenze, definiscono quale sia il significato che attribuiamo al "mantenerci in salute" . Ecco perché la dieta varia a seconda degli individui. Qualcuno potrebbe mangiare solo prosciutto, perdere peso, avere un cuore in perfetta salute e i livelli d'insulina in piena norma. Per quella particolare persona, una dieta del genere potrebbe rappresentare una perfetta soluzione biochimica. Qualcun altro, invece potrebbe mangiare soltanto insalata, e trovarsi benissimo senza dover ricorrere ad altro cibo. E magari un essere proveniente da un altro pianeta potrebbe accontentarsi di luce solare e sentirsi sempre pieno di energia! Quale che sia il regime alimentare di nostra scelta, dovrebbe accordarsi ai nostri riferimenti personali culturali, alla nostra idea di "cibo sano". PERCHE TALVOLTA MANGIARE BENE FINISCE PER DANNEGGIARCI Considerare salute e malattia in base a concezioni e norme ben definite può rivelarsi una pessima idea. Come ho già sottolineato, quando ti sforzi di "mangiare bene per la tua salute", inconsciamente potresti entrare in relazione, e in polarità, con la malattia. Dopotutto, per le tue arterie il prosciutto potrebbe essere un toccasana. Il medico ci dice qualcosa e rispondiamo: «D'accordo dottore, se lo dice lei...». E invece no! Dev'essere "se lo dico "io"! Dopotutto, potremmo

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pur sempre ribadire: «Prosciutto, mi piaci da impazzire!», quindi mangiarcelo senza che arrechi alcun danno. D'accordo, sto scherzando, ma non troppo. In quanto medico, temo che buona parte delle ricerche in materia nutrizionale siano nella migliore delle ipotesi con Capitolo 4 - Insegnamenti fondamentali sulla dualità - 45 testabili. In realtà, sono molte le ricerche in campo cosiddetto sanitario sponsorizzate e pagate da grandi multinazionali, soprattutto i giganti della farmaceutica. Quando una ricerca produce dati diversi da quelli auspicati dalle compagnie che le hanno finanziate, capita persino che tutto venga messo a tacere. Se un certo lavoro entra in conflitto con gli utili di una certa società, verrà prontamente intrapresa una nuova ricerca il cui obiettivo sarà quello di favorire i prodotti da commercializzare. L'attore Walter Donovan, che interpreta il cattivo nel film Indiana Jones e l'ultima crociata, a un certo punto si rivolge all'eroe e gli dice: «Te l'avevo detto che non bisogna fidarsi di nessuno!».1 Fatto sta che se c'è un numero sufficiente di persone che crede a quanto viene dichiarato a seguito di una specifica ricerca, tali risultati assurgono al ruolo di realtà per tutte le situazioni che ricadono in quel particolare ambito. Ed è proprio per tale motivo che sostengo che ognuno di tali ambiti può nascondere delle sorprese. Qual è il particolare sistema di credenze che ci siamo costruiti tutto intorno, o che abbiamo permesso che gli altri ci erigessero intorno? Non dovremmo fare una certa cosa solo perché l'hanno detto gli esperti. Dovremmo farlo perché in un certo preciso momento ci sembra corretto e nutre la nostra fisiologia. In sostanza, seguiamo il consiglio soltanto se si confà alle nostre esigenze o al nostro sistema di credenze, così come si sta manifestando in questo preciso istante. E una questione di flessibilità, chiaro? O forse, la sera, nell'inginocchiarci per la preghiera, sarà opportuno rivolgerne una anche a Placebo, la divinità della guarigione spontanea: «E adesso, prima di dormire, prego Placebo [ma era un dio greco?] affinché mantenga in salute il mio cuore!». 1. The Internet Movie Database, http://www.imdb.com/charaaer/chOOO 1072/ quotes. 46 - La Fisica dei Miracoli EVITARE I PROBLEMI RAFFORZA LA NOSTRA RELAZIONE CON ESSI Se cerchiamo di evitare un problema, o facciamo semplicemente finta che non esista, corriamo il rischio di entrare in una condizione di auto-illusione. E ciò non contribuisce affatto alla sua soluzione. Possiamo riconoscere il problema per ciò che è, ivi compresi i turbamenti emotivi che possono essere connessi alla sua manifestazione. La condizione di carica energetica che caratterizza l'afferrarsi al problema, lo tiene legato alla sua manifestazione fisica. Quando invece mostriamo rispetto per l'energia del problema, in realtà liberiamo parte della sua carica psichica, e a quel punto possiamo delicatamente metterlo da parte, forse appena oltre la soglia della nostra consapevolezza. In tal modo potremmo assumere una posizione neutrale circa tale disturbo o problema. IN PUNTA DI PIEDI ATTORNO ALL'OLOGRAMMA MEDICO

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Un giorno una signora è entrata nel mio studio e mi ha ordinato: «Adesso lei mi guarirà. Lei è la mia ultima speranza!». Ovviamente era capitata nel posto sbagliato! Come diavolo era giunta alla conclusione che io fossi Dio? A suo dire aveva già provato di tutto, e io rappresentavo per l'appunto la sua ultima possibilità. Ero io il suo miracolo. Quando ho preso ad acquisire di ciò che stavo osservando su di lei, ho visto fluttuare nel suo campo energetico un bel po' di aghi e pillole. «Non interpreti i miracoli come l'ultima risorsa di un disperato», le ho consigliato. Ho visualizzato una sorta di imbuto, proprio sopra il suo chakra del capo, e ho immaginato di versarci dentro dei medicinali. Poi le ho detto: «Torni dal suo medico e abbia la massima fiducia nelle sue prescrizioni. Prenda le Capitolo 4 - Insegnamenti fondamentali sulla dualità - 47 medicine perché da quello che vedo, la sua persona è assolutamente compatibile con la filosofia e l'approccio della medicina occidentale tradizionale. Cerchi i suoi miracoli ovunque le si manifestino. Si fidi di qualsiasi cosa finisca per comparire nella sua realtà: si convinca che potrà risultare utile, e forse tagliato su misura per le sue esigenze personali». Quella donna era stata seguita da medici convenzionali per molti anni, e interiormente era compatibile e in pieno accordo con i loro metodi a un livello di coscienza assai profondo. Per poter ricevere ciò che era già stato fatto per lei, doveva semplicemente riconoscere tale realtà. Esiste un enorme campo morfico limitante che chiamiamo "malattia"; se attingiamo a quel campo, sicuramente potremo procurarci un bel po' di guai. Se è proprio quella la realtà con cui ci stiamo baloccando, potremmo inconsapevolmente continuare a creare la malattia. NON SONO NE A FAVORE NÉ CONTRO I MEDICINALI Non sono un grande fautore dei medicinali, né dell'approccio "identifichiamo il nemico e facciamolo fuori" che caratterizza la pratica della medicina tradizionale. Ma non sono neppure contro. Giacché se sei contro qualcosa, significa che sei a favore del suo opposto. E se sei a favore di qualcosa, ti trovi in contrapposizione con l'estremo opposto. Non sto scherzando! L'Energetica della Matrice non implica lo schierarsi da una parte o dall'altra. Se riusciamo a trovare una posizione in qualche modo intermedia, tali distinzioni svaniscono all'istante. In definitiva, tutto quanto è fatto semplicemente di modelli di luce e di informazioni. Non voglio quindi dire che si debbano negare il cancro o altre diagnosi mediche. In evenienze del genere ci si rivolge alla radioterapia, alla chemioterapia o a qualsiasi altra terapia risulti adatta secondo il paradigma medico dominante. Tali campi 48 - La Fisica dei Miracoli morfici di possibilità possono produrre la guarigione, se il paziente è compatibile con tale modello fino al livello più profondo delle sue credenze. Peraltro, sarà meglio evitare di rivolgerci a un modello che non ci si confà. Fintantoché ci adeguiamo alle regole della materialità (o se preferiamo del peccato, della malattia e della morte), definiamo esattamente le modalità di manifestazione della realtà e reagiamo di conseguenza.

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Sono le nostre percezioni circa ciò che riteniamo possibile a definirci. Se è opportuno che prendiamo una certa medicina, o che ci sottoponiamo a un intervento chirurgico, così sia. Non dovremmo pensare che ciò significhi che non abbiamo superato l'esame finale del corso di Elevazione della Coscienza. L'idea che dobbiamo essere perfettamente liberi da qualsiasi avversità continua ci lega al concetto, al potere e al campo morfico di ciò che consideriamo negativo. Ciò in cui scegliamo di credere è potenzialmente illimitato. Scegliamo di fare riferimento a quanto consideriamo pertinente in un certo momento. Accettiamo la situazione in cui ci troviamo, considerandola un buon punto di partenza, e quindi introduciamo altre possibilità. Non preoccupiamoci di lottare contro ciò che è già stato definito. Introduciamo qualsiasi possibilità ci permetta simultaneamente di "essere" o di "non essere". Spesso il cambiamento avviene proprio quando smettiamo di cercare di cambiare le cose. GLI SCENARI PROBLEMATICI E COME INFRANGERE LE REGOLE Con questo libro mi propongo di far comprendere ai lettori che tutte le situazioni della vita sono semplicemente modelli di luce e di informazioni. Chiunque desideri cambiare qualcosa nella sua vita non dovrà fare altro che intervenire sulla frequenza, la densità o la qualità dei modelli di luce di cui si costituisce in realtà. Sarà però necessario rinunciare a qualsiasi dubbio e intraprendere il cambiamento sentendosi con grande fiducia. Meglio evitare di prevedere quello Capitolo 4 - Insegnamenti fondamentali sulla dualità - 49 che potrà essere il risultato finale. Non appena cominciamo a seguire tali istruzioni, prendiamo ad attingere a una delle principali chiavi alchemiche per la trasformazione. Quando ci si presenta un problema, evitiamo di afferrarci subito alla soluzione più ovvia. Ogni qualvolta ci è possibile, infrangiamo le regole che ci siamo posti. Ogni regola definisce infatti confini e limiti dei nostri pregiudizi percettivi. Non siamo obbligati ad adeguarci a tale regola. Talvolta è utile dimostrarsi pieni di risorse e fare almeno finta di applicare regole differenti. Se le regole a cui ci siamo ispirati non funzionano poi così bene, prendiamo a prestito quelle di qualcun altro. Possiamo anche inventarcene una nuova, utile per questo preciso istante. Regaliamoci qualcosa che ci faccia sorridere. E questa la nostra realtà e la nostra vita. Predisponiamo quindi un insieme di regole che, non appena distoglieremo la nostra attenzione da una certa cosa, ne consentiranno il cambiamento. Quando non abbiamo bisogno di cambiare alcunché, la trasformazione può accadere all'istante. Ovviamente, opereremo in modo da continuare a essere inconsciamente collegati con la situazione a cui ci stiamo dedicando, e che vorremmo cambiasse. Attenzione, quindi! E questo l'apprendistato dell'arte magica del "non fare". L'attenzione a cui dovremmo fare ricorso non deve essere ristretta, quanto piuttosto vaga, non ossessiva, tale da consentire al potere dell'indeterminazione di modificare qualsiasi rigidità nella qualità e nella forma delle nostre manifestazioni. UN MODELLO DI RICERCA BASATO SUI PROBLEMI Spesso continuare a concentrarsi su un problema, analizzandone le cause, finisce per rinforzarne il potere. Se vediamo problemi ovunque volgiamo lo sguardo, ebbene, cerchiamo di guardare altrove! Impariamo a vedere con nuovi occhi, anziché dedicarci a un numero infinito di esperimenti a doppio cieco. Wernher von Braun, lo scienziato che elaborò i primi modelli di razzo, una

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50 - La Fisica dei Miracoli volta disse: «La ricerca di base è ciò che sto facendo quando non so ciò che sto facendo».2 Possiamo cercare nuovi modi di vedere e di essere. Quando ci arrendiamo, in tutta umiltà, al non-conoscere, possiamo realmente aprirci alla comprensione di qualcosa di nuovo. Se abbracciamo una nuova prospettiva, stiamo letteralmente imparando a vedere le cose in modo diverso. Alle spalle di ogni problema c'è un programma. E ogni programma crea il suo specifico e unico campo morfico, e ne è sostenuto. Il campo morfico viene creato sulla base delle credenze e delle aspettative della persona, e sul modo in cui queste riproducono la sua opinione circa lo stato "auspicabile" nella realtà. Dovremmo provare a percepire le cose in modo diverso, senza attendere di trovarci sull'orlo dello strazio o della disperazione. Spesso le persone che sopravvivono al cancro dicono che si è trattato del più grande dono che abbiano mai ricevuto. E affermano che aver dovuto affrontare una malattia grave le ha costrette a rivedere il loro stile di vita e relative priorità. Ma perché aspettare che sia quasi troppo tardi? Molto meglio risparmiarsi guai del genere, e sempre che ci sia possibile, cominciare a rivalutare le cose fin da subito. E se già ci troviamo a sostenere gravi problemi di salute, forse possiamo provare a ridimensionare le cose in qualche altro settore della nostra esistenza. Dopotutto, perché mai dovremmo renderci "la lezione della vita" ancora più dura di quel che dev'essere? LA SOVRAPPOSIZIONE DEL PROBLEMA E DELLE POSSIBILI SOLUZIONI Il potenziale che deriva dal considerare le cose secondo un diverso punto di vista non deve indurci a negare l'esistenza di fenomeni 2. The Quotation Page, pubblicato da Michael Moncur, http://www.quor.a-tionspage.com/quotes/Wernher_von_Braun/ . Capitolo 4 - Insegnamenti fondamentali sulla dualità -51 come la malattia, la sofferenza o la tristezza. Negli stati potenziali quantistici due elettroni possono concretamente occupare lo stesso spazio nello stesso istante. Tale principio fisico viene definito sovrapposizione. Possiamo quindi essere profondamente assorbiti dalla nostra interpretazione personale del dramma della passione, e nel contempo trascenderla completamente. In questa condizione aperta Informa d'onda delle situazioni in cui ci troviamo e del loro opposto (l'insieme di soluzioni), o modelli di coniugazione di fase, possono annullarsi vicendevolmente, predisponendo così un nuovo esito. Finché continuiamo a cercare di ottenere un certo risultato, o magari di evitarlo, non lo stiamo affatto negando: in realtà ci siamo trasformati in esso. E GIUNTO IL MOMENTO DI CAMBIARE I MODELLI DI ESPRESSIONE CHE CI LIMITANO

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Dovremmo assorbire ciò che ci risulta utile un certo istante, e interpretarlo al meglio. Se siamo in grado di levitare, di attraversare i muri o di far sparire i tumori con la semplice imposizione della mani, ebbene, facciamolo e basta. Le persone che hanno incorporato nella loro vita i principi e le pratiche dell'Energetica della Matrice mi hanno raccontato molte storie straordinarie. E io stesso ho potuto testimoniare la scomparsa o il dissolversi di tumori, nonché altri "miracoli della medicina". Qualcuno si chiederà perché ciò non accade sempre. Vorrei tanto che fosse così. Se potessi guarire il cancro, o qualche altra malattia, con un ragionevole margine di successo, lo farei a tempo pieno, perché sono profondamente consapevole della grande sofferenza che affligge l'umanità. Fatto sta che io non posso guarire nulla. Che ci crediate o no, la condizione d'impotenza che talvolta finiamo per sperimentare, si rivela essere uno dei fattori più importanti nella produzione dei miracoli quantistici. 52 - La Fisica dei Miracoli SVILUPPARE L'ARTE DEL "NON FARE" Meglio non ritrovarsi nella condizione di dover fare qualcosa, perché fin troppo spesso si rivela essere una condizione in cui non possiamo fare un granché. Consentiamo invece la manifestazione dello stato di coscienza del "non fare", e trasformiamola nel nostro migliore amico. Dedichiamo coscientemente un po' di tempo ed energia alla realizzazione di tale stato, ponendone le premesse, ben consapevoli che spesso nel momento in cui è più importante che accada qualcosa, non accade proprio nulla, mentre quando coscientemente non facciamo proprio niente, tutto può accadere. Meno facciamo maggiore è il potere a cui possiamo accedere. Quando ci sforziamo di fare o di far succedere qualcosa, quel nostro "fare" è condizionato da una consapevolezza limitata delle possibili soluzioni. Quando seguiamo il flusso e siamo in armonia con la corrente degli eventi, non stiamo più resistendo ai benefici del loro potenziale quantistico. A quel punto tutto diventa possibile e ci sono maggiori probabilità che si manifestino eventi miracolosi. RINUNCIARE PER RIUSCIRE Per avere successo, la prima idea cui dobbiamo rinunciare è quella di esserne fattore" principale. Invece di darci un gran daffare sulla base del livello meramente umano o cosciente, trasformiamoci in una "porta aperta". E ricordiamoci di lasciar accesa la "luce", così da poter ricevere gli "Angeli dell'inconsapevolezza". Nel momento stesso in cui rinunciamo, possiamo abbandonare le abituali routine della nostra coscienza. Così facendo accediamo a tutto ciò di cui, normalmente, non potremo disporre, le modalità di essere e di fare che secondo logica ci sarebbero precluse. La capacità di mollare la presa e abbandonare i soliti percorsi può trasformarsi nel nostro metodo di scelta, sotto forma di "tribunale di prima istanza". Capitolo 4 - Insegnamenti fondamentali sulla dualità - 53 ABBRACCIARE IL CAMBIAMENTO CHE NON POSSIAMO VEDERE E CHE NON CI SOGNEREMMO MAI DI CERCARE

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Se stiamo osservando una realtà in cui nulla cambia, forse è perché la stiamo contemplando servendoci di particolari "lenti", modello "nulla cambierà mai". Se poi cerchiamo di mettere le basi per quel cambiamento di cui vorremmo godere, come i risultati che abbiamo visualizzato, e continua a non succedere nulla, vuol dire che ci troviamo in un sottoinsieme della realtà definito "quando osservo la realtà nulla cambia". Per poter trasformare questo genere di esperienze abituali dovremmo abbandonare la nostra normale struttura di riferimento e provare a concentrare il nostro sguardo in modo diverso. Per esempio, potremmo provare a prendere le distanze da un certo problema, e osservarlo come se ci fossimo dotati di un teleobiettivo. La comprensione non implica né si basa su schemi che scaturiscono dalle capacità acquisite in passato. CAPITOLO 5 Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? Contemplando tutte le tecniche da me studiate, mi sono reso conto che ognuna di esse mi ha insegnato come prefiggermi un certo esito per poi darci dentro, come se ne andasse della mia vita, fino a ottenere il risultato voluto. Mi era stato insegnato che dovevo fare esattamente come il Maestro/Insegnante: dovevo seguire quel metodo, passo per passo, con la massima precisione. Se non era scritto da qualche parte, significava che non andava bene. Avrei anche potuto sentire la voce del Mago di Oz, mentre spiegava allo Spaventapasseri che era il depositario di tutto il sapere, ma c'era comunque una procedura da rispettare. Perché accada qualcosa, devi mollare la presa. Più lasci andare, più c'è spazio perché le cose possano accadere. Se non riesci a lasciar andare, ottieni soltanto quel che può accadere in quel preciso istante, e niente di più. Certo, è pur sempre possibile che in quel preciso istante accadano cose straordinarie e potenti. E le condizioni o i problemi su cui stai lavorando, armato di piani e procedure, potranno magari ripresentarsi. Qualsiasi cosa tu stia facendo non ha importanza: tutto ciò che fai o dici è soltanto il modo più pratico per fare o dire il necessario per convincerti che sta accadendo qualcosa. Tra l'abbracciare qualcosa, di modo che si trasformi in ciò che sei, e praticare una tecnica, c'è una certa differenza. Quando ti sforzi di fare qualcosa, sei limitato al sottoinsieme della realtà del "ciò che stai cercando di fare". Peraltro, quel sottoinsieme potrebbe essere assai capiente: per esempio, nel mio arsenale — la mia bat-cintura — ci sono almeno una quarantina di 56 - La Fisica dei Miracoli tecniche e strumenti. Resta comunque il fatto che la realtà dei propri strumenti dipende proprio dal saper dimorare nel presente. TUTTE LE TECNICHE FANNO RIFERIMENTO A UNA SPECIALE REALTÀ O CAMPO MORFICO Ogni tecnica o metodo si serve di una struttura percettiva sulla cui base sono modellate le regole del gioco. Tale struttura genera una teoria della relatività ristretta, unica e limitata, definita "le cose

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stanno così". Per dirla altrimenti, a un certo punto qualcuno ha constatato un evento unico, forse persino miracoloso, una reazione (almeno apparente) a quanto aveva appena "fatto". Nel tentativo di riprodurre quella magia, ha ideato una sorta di procedura o tecnica. Di conseguenza sono state formulate alcune regole, che poi sono state trasmesse a un gruppo di studenti o discepoli. Successivamente un numero sufficiente di persone ha praticato quella tecnica un numero di volte sufficiente a creare un campo morfico, o griglia di coscienza. Ed è proprio per tale motivo che chiunque pratichi quella specifica tecnica o metodo incrementa l'aura, o campo morfico, di quel particolare sistema, tecnica o insieme di credenze. E un esempio di modello - o realtà virtuale - costruita artificialmente. Tornerò a discuterne in altre occasioni nel prosieguo dell'opera. L'Energetica della Matrice insegna un principio che ho definito Enigma Quantistico. In parole povere, tale principio afferma che meno fai più ottieni. Sono molti quelli che ritengono, erroneamente, che per poter diventare guaritori sia necessario accumulare una certa conoscenza, o comunque una certa maestria. Fatto sta che non appena ti lasci allettare dall'idea di essere davvero tu l'artefice di quel qualcosa, vai a impantanarti nella tua presunta grandezza. Nell'ambito di un corpo umano avvengono continuamente miliardi d'interazioni complesse. E assurdo ipotizzare che, sulla base del nostro pensiero o intenzione conscia, sia possibile influenzare Capitolo 5 - Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? - 57 in qualche modo questo capolavoro assoluto d'ingegneria creativa. E per certi versi triste che continuiamo a limitare le nostre interazioni con gli altri sulla base della dimensione meramente umana. Siamo una porta verso il divino, non i suoi artefici. MENO FACCIAMO, PIÙ POSSIAMO ACCEDERE AL TUTTO Ecco una miracolosa testimonianza offerta da un praticante master certificato di Energetica della Matrice, e che riguarda proprio l'arte del non fare nulla: Per circa sette anni avevo sofferto di una malattia della pelle, incurabile e insopportabile, precedentemente non diagnosticabile. Mi ero recato a un seminario di Energetica della Matrice circa tre anni prima dei fatti di cui sto per parlare, nella speranza che il dottor Bartlett potesse "guarirmi". Avevo girato tutto il mondo e visto una trentina di medici, sperimentato innumerevoli trattamenti, senza che peraltro i sintomi si alleviassero o la malattia desse segni di miglioramento. Lavorando proprio nell'industria farmaceutica, ero in contatto con tutti gli esperti di dermatologia, malattie infettive, psichiatria, eccetera. Nessuno era riuscito ad aiutarmi. Non potevo trovare una cura che mi desse qualche speranza. E così avevo scelto di partecipare a quella dimostrazione di Energetica della Matrice per il semplice fatto che mi avevano parlato di quello stravagante medico che faceva cose da pazzi. Chissà, magari lui avrebbe potuto tirarmi fuori dai guai! E stato per l'appunto nel corso di quella presentazione a ingresso libero che il dottor Bartlett ha fatto una "dimostrazione" sul palco, proprio su di me — facendomi tra l'altro entrare in una posizione di piegamento all'indietro spontaneo (che nell'Energetica della Matrice viene definita Frequenza 18). Non appena uscito da quella postura autogenerata, ho sperimentato quello che aveva tutta l'aria

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58 - La Fisica dei Miracoli di essere un terribile mal di testa. Il dottor Bartlett mi ha chiesto: «E un mal di testa o qualcosa di diverso?». Quell'invito a cambiare prospettiva mi ha profondamente colpito, e mi sono iscritto al seminario che era in programma qualche settimana dopo. Quando sono arrivato al seminario, avevo una mezza speranza di trovare una cura, tuttavia restavo notevolmente scettico circa la possibilità di sperimentare un qualsiasi cambiamento. Nel corso di tutto il weekend, durante il quale avrei voluto raccontare al dottor Bartlett della mia "malattia" di modo che potesse "guarirmi", ho continuato a sentire in me una vocina che mi ripeteva: «Non chiedere aiuto al dottor Bartlett. Il potere di guarire è in te. E non c'è niente da guarire». Le ho prestato ascolto e non ho fatto nulla. Quella decisione ha cambiato la mia vita! Per tutto quel weekend, nel corso dell'intero seminario, ho fatto pace con l'eventualità di poter continuare a soffrire di quella malattia per il resto della mia vita. Ho lasciato semplicemente andare. Ma mi sono anche aperto alla possibilità che dopotutto quella non fosse una malattia, ma semplicemente un'esperienza che avevo scelto di fare in un preciso istante, e che poteva risultare utile. La mia malattia avrebbe potuto essere l'esperienza di cui avevo bisogno per penetrare in un nuovo stato di consapevolezza, quello in cui potevo liberamente disporre del momento successivo. Grazie a ciò che il dottor Bartlett stava insegnando ho capito che il modo in cui sperimentavo quella mia esperienza dipendeva solo e soltanto da me. E così ho scelto di rinunciare al mio precedente sistema di riferimento, di lasciar andare e di non farmi più condizionare da quei sintomi. Nel giro di un mese la malattia è completamente scomparsa, e ciò dopo anni e anni di disturbi contro i quali avevo "lottato" senza successo. E interessante notare che i sintomi, così come ero solito definirli, facevano la loro comparsa soprattutto in caso di necessità. Intendo dire che si manifestavano soprattutto quando non ero affatto "integro", e cioè quando non stavo bene nella mia pelle, non ero a mio agio nel gestire il potere e ciò che si stava manifestando nella mia vi Capitolo 5 - Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? - 59 ta. Ma dopo aver imparato a riconoscerlo, ho potuto suscitare la mia guarigione e il mio benessere facendo ricorso al sistema di feedback incorporato nel mio essere. Ho capito che il mio inconscio stava comunicando con me proprio attraverso la mia pelle, e mi aveva offerto un dono straordinario grazie al quale ho potuto trasformarmi più agevolmente nella persona che sono oggi. Ormai sono diversi anni che non sperimento più nessuno di quei "sintomi". Qual è il nocciolo della mia storia? Ebbene, ciò che voglio sottolineare è che i lettori di questo libro che hanno in mente un obiettivo ben preciso (per esempio, sbarazzarsi di un particolare problema o malattia), potrebbero infine rendersi conto che non si tratta necessariamente di un problema o di una malattia, ma di qualcosa che si manifesta nella loro realtà così come la percepiscono. Tenendo a mente ciò, potranno provare a cambiare prospettiva circa i motivi per cui dovrebbe succedere qualcosa di diverso. E sufficiente attivare tale modalità e lasciare che una nuova realtà si dispieghi spontaneamente. E così che arrivano i cambiamenti! praticante master certificato in Energetica della Matrice Se continuiamo a pensarci, alla fine fare quel lavoro toccherà proprio a noi, e non sarà né altrettanto divertente né altrettanto efficace del lasciar andare e avere fiducia. Ecco perché consiglio di lasciar andare il bisogno di pensare o di manipolare coscientemente il processo. Meno fai, più puoi ottenere. Ciò che conta è lasciarsi guidare dall'invisibile penetrando nella dimensione del non-

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conosciuto, cosicché, proprio grazie a quel lasciar andare, abbia luogo l'esperienza della trasformazione di tutti gli aspetti della propria realtà. IL LUMINATOR Anni fa, curiosando su Internet, mi sono imbattuto in qualcosa d'interessante, un congegno chiamato "Luminator". Si tratta di 60 - La Fisica dei Miracoli un aggeggio grazie al quale è possibile evidenziare le distorsioni nel campo energetico, e quindi trovare il "rimedio" per correggere tale squilibrio. Grazie al Luminator è possibile ottenere fotografie delle distorsioni attraverso una comunissima Polaroid Instamatic. E importante sottolineare che una fotocamera digitale non permette di ottenere un risultato analogo, perché il digitale implica un'autocorrezione. Si tratta, in effetti, dello stesso principio in base al quale, allorché sperimentiamo qualcosa d'inconsueto", la nostra mente conscia ci dice che non sta succedendo nulla e corregge automaticamente la nostra percezione riportandola proprio a quel "non sta succedendo nulla". In pratica ci restituisce automaticamente la nostra focalizzazione cosciente, secondo cui ci ripetiamo: "Sono un corpo". Ma in realtà non siamo un corpo, bensì un insieme d'informazioni. Diciotto anni or sono Patrick Richards, ingegnere e scienziato, creò la "fotografia bio-liminale" e inventò per l'appunto la macchina che chiamò "Luminator", una colonna in plastica contenente sei anelli di vetro pieni di acqua e posti in differenti angoli di fase. Inoltre, il congegno dispone di una grande ventola in cima, e una in fondo. Ed è tutto! Con questo congegno, Richards intendeva curare la cosiddetta "sindrome dell'edificio malato", una serie di disturbi vaghi e non meglio specificati di cui soffrivano i lavoratori chiusi in edifici dotati di aria condizionata senza alcun ricambio di aria fresca. Richards voleva migliorare la qualità dell'aria riciclata eliminando gli strati termici nei locali, e consentendo una distribuzione efficiente del calore. Il Luminator venne congegnato per equilibrare la temperatura dell'aria dal pavimento al soffitto e da una parete all'altra, così da gestire al meglio l'energia. Richards scoprì che dopo averlo installato in un ufficio le persone che vi lavoravano avevano cominciato a testimoniare un miglioramento delle loro condizioni generali di salute, in particolare la riduzione di disturbi quali lombaggine, affaticamento degli occhi, stress e attacchi di emicrania. A seguito di ulteriori ricerche, Richards scoprì che oltre a equilibrare la tempe Capitolo 5 - Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? - 61 ratura, il Luminator alterava il campo magnetico e trasformava la luce disponibile nei locali, che da incoerente (ovvero distribuita in tutte le direzioni) diventava coerente, ovvero luce polarizzata. Grazie all'eliminazione degli strati termici, il locale veniva ionizzato e i fotoni diventavano super-coerenti. Quando c'è un ambiente esterno super-coerente e s'introduce qualcosa di non altrettanto coerente, scattando una fotografia si può identificare lo sfasamento, sotto forma di distorsioni dell'immagine. Richards scoprì che, fotografando singoli individui all'interno di tale campo, i fotoni risultavano essere o nitidi e netti (coerenti) o confusi e screpolati (incoerenti). Dopo anni di ulteriori ricerche

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giunse alla conclusione che tali fotografie rivelavano la quantità e qualità della luce cellulare emessa dai soggetti posti in tale campo. Per esempio, una persona estremamente vitale e priva di stress interiore emetteva più fotoni, creando così una immagine più coerente di quella ottenuta con un individuo meno vitale e fortemente stressato. Dopo aver acquistato il Luminator ho cominciato a riesaminare il mio metodo e a ridefinire il nocciolo dell'Energetica della Matrice. Servendomi del Luminator ho potuto tenere un feedback istantaneo, in tempo reale, degli effetti di quanto stavo o non stavo facendo in una particolare situazione clinica. Una delle rivelazioni più significative è stata che meno facevo, e meno mi concentravo sull'ottenere un particolare risultato, più i cambiamenti a livello di coerenza della persona risultavano benefici e potenti - come prontamente indicato dalle trasformazioni constatate nelle fotografie. Grazie a quel particolare feedback ho preso a rilassarmi e a vivere concretamente, in prima persona, ciò che stavo insegnando nell'Energetica della Matrice. In pratica ho cominciato a incarnare l'arte del non fare nulla. Di seguito trovate alcune fotografie di miei pazienti, scattate attraverso il Luminator, e con cui si dimostra chiaramente lo sfasamento tra le energie coerenti e quelle incoerenti. Ecco come ho proceduto: ho segnato con una X un punto sul pavi 62 - La Fisica dei Miracoli mento del mio ambulatorio, proprio davanti al muro contro il quale avrei sistemato il paziente. Poi mi sono allontanato di circa 5 m e ho segnato per terra con un'altra X il punto esatto in cui avrei posto il mio sgabello. Ho così scattato una serie di foto assolutamente identiche per posizionamento e prospettiva. ESEMPIO I: PRIMA (RIFERIMENTO INIZIALE) Questa donna si sentiva esaurita e complessivamente rattristata e dolente. È una massaggiatrice e insegnante di tecniche di massaggio, e prima di venire da me aveva consultato diversi altri praticanti. Come si potrà notare, nell'immagine è distorto persino il retroscena, sebbene la fotocamera fosse perfettamente immobile. (Peraltro, non sono solito usare un treppiede, perché costituisce una seccatura quando si deve cambiare la pellicola, tanto per citare solo uno degli inconvenienti). La scena è distorta perché il campo del soggetto distorce ciò che sembra essere l'ambiente stesso. La prima cosa che abbiamo fatto dopo aver scattato le prime immagini - quelle di riferimento - è stato realizzare un rimedio impresso. Il rimedio impresso è una innovazione per cui possiamo ringraziare i tedeschi. Sono stati i tedeschi a stabilire che l'omeopatia veniva alterata da tutte le frequenze elettromagnetiche, come quelle dei telefoni cellulari, delle linee telefoniche e varie altre forme di tecnologia moderna. L'omeopatia non è che una impronta elettromagnetica, e in realtà nelle molecole non resta nulla di fisico. Ebbene, sono stati sempre i tedeschi a Capitolo 5 - Ricorrere alle Tecniche o non fare nulla? - 63 capire che più la formula era diluita (il che equivale a dire meno fai), più il risultato era potente. Una volta scoperto ciò, e cioè avendo capito che nei rimedi omeopatici non restava praticamente nulla, i tedeschi si sono serviti di laser e olografia per imprimere letteralmente i rimedi sul software. Attenzione, qui non stiamo parlando d'impronte radioniche, ma della vera propria stampa delle

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informazioni. Dopo averlo impresso, il rimedio viene sistemato su una banda magnetica che può essere indossata dal paziente. Quindi, tornando al caso del paziente fotografato, ho trovato un "rimedio del chakra dell'apice del capo" e gliel'ho applicato di conseguenza. Quando ho analizzato la successiva foto scattata con il Luminator, ho subito potuto constatare che quel rimedio sembrava aver fatto davvero un ottimo lavoro, quindi abbiamo aggiunto una frequenza universale di guarigione (così come insegno nei seminari) nel chakra della corona, e ottenuto la foto seguente. ESEMPIO II. DOPO SESSIONE DI ENERGETICA DELLA MATRICE FREQ.3AL CHAKRA DELLA CORONA Il cambiamento è chiaro e netto. Riuscite a vedere quell'energia che s'irradia ovunque? A quel punto il soggetto si sentiva perfettamente bene. Tutti i sintomi erano svaniti, e c'era voluto meno di un minuto. Ecco alcuni ulteriori esempi d'immagini scattate con il Luminator che dimostrano la presenza di energie coerenti e incoerenti, nonché l'utilità di fare il meno possibile. 64 - La Fisica dei Miracoli ESEMPIO 2: PRIMA (RIFERIMENTO INIZIALE) Un'altra paziente: la fotografia al Luminator mostra chiaramente le distorsioni di fase. ESEMPIO 2: DOPO LA SESSIONE DI ENERGETICA DELLA MATRICE Sono ancora presenti alcune distorsioni, ma si nota già un miglioramento. ESEMPIO 3: PRIMA (RIFERIMENTO INIZIALE) Il marito della cliente: le distorsioni sono evidenti. Capitolo 5 - Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? - 65 ESEMPIO 3:DOPO ILTRATTAMENTO Ecco come si presentava il marito dopo il trattamento alla moglie. È importante sottolineare che il marito non ha subito alcun trattamento. Tali foto dimostrano quindi gli effetti concreti dell'entanglement quantistico e del fenomeno di rapporto energetico. ESEMPIO 4: PRIMA (RIFERIMENTO INIZIALE) Giovane cliente maschio afflitto da mal di testa al momento dello scatto.

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ESEMPIO 4: DOPO LA SESSIONE DI ENERGETICA DELLA MATRICE Foto scattata cinque minuti dopo la sessione. 66 - La Fisica dei Miracoli ESEMPIO 5: PRIMA (RIFERIMENTO INIZIALE) Paziente che nel giorno del trattamento si lamentava di sentirsi particolarmente a disagio. ESEMPIO 5: DOPO LA SESSIONE DI ENERGETICA DELLA MATRICE La paziente ha commentato: «Adesso mi sento di nuovo me stessa!». MENO E DI PIÙ Come ho potuto constatare grazie alle foto prese con il Luminator, meno equivale a più! Ogni qualvolta ho cercato di risolvere una distorsione del genere di quelle testimoniate dalle precedenti immagini con un tentativo conscio, lo scatto "dopo" mostrava immancabilmente ancora più distorsioni. Paradossalmente, quando invece facevo il meno possibile, e rinunciavo al bisogno di ottenere un particolare risultato, le distorsioni degli scatti successivi al trattamento manifestavano quasi sempre un livello di distorsione inferiore, mentre i sintomi denunciati dai Capitolo 5 - Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? - 67 pazienti o sparivano, o si riducevano notevolmente. Ciò ha rivoluzionato la mia pratica dell'Energetica della Matrice. Ecco perché voglio insistere ancora una volta su questo aspetto: la percezione dell'ostacolo da superare crea l'ostacolo stesso. Peraltro, basta lasciar andare e avere fiducia nel fatto che "tutto andrà a posto" perché ciò accada senza che quasi ce ne accorgiamo. CAPITOLO 6 L'enigma quantistico

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All'inizio della stesura di quest'opera avevo in mente d'intitolarla "L'enigma quantistico". Avevo letto un bel po' di materiale sulle scienze alternative, e grazie a ciò mi ero reso conto dell'ambiguità di alcuni dei presupposti scientifici nella fisica quantistica, e del suo parente stretto, ovvero la teoria della relatività generale. Cominciavo a sospettare che nessuna delle due fosse corretta. Infatti, facendo riferimento a dati fisici obiettivi provenienti da varie fonti, avevo l'impressione che i dati fisici fossero stati manipolati così da accordarsi alle nostre teorie predilette. Ci sono studi scientifici assai inquietanti che lasciano ipotizzare che tra la teoria quantistica e la vita vera e propria ci sia una discordanza che va dalla 10a alla 14a potenza. E ciò significa che più che di una scarsa comprensione si tratta di una grande incomprensione! Come ho descritto in precedenza, l'enigma quantistico potrebbe essere sintetizzato in questi termini: meno fai, più ottieni. Si tratta dell'esatto opposto del nostro abituale stile di vita. Infatti ci viene normalmente insegnato che se vogliamo avere dei risultati, dobbiamo lavorare duro, e che più a lungo ci sforziamo, maggiori sono le possibilità di successo. Ho fatto il medico per circa vent'anni, spesso lavorando sei giorni alla settimana. E posso affermare, senza alcuna esitazione, che più lavori meno ottieni. Lavorando con maggior velocità e destrezza non si ottengono risultati particolarmente migliori di quelli procurati dal semplice lavorare sodo. Non è l'intelligenza che applichiamo nella nostra attività a fare la differenza, ma l'approccio il più possibile creativo e innovativo nella gestione del tempo e dell'energia. In pratica, se dovessi esprimerlo con una equazione, potrebbe assomigliare a qualcosa del genere: energia 70 - La Fisica dei Miracoli moltiplicata per creatività, diviso per il tempo, uguale output innovativo: Ciò significa che quando troviamo un modo d'impiegare una maggior quantità di energia in un tempo minore, i bonus innovativi rappresentano il risultato auspicato e giustamente meritato. Se Ai uguale a successo, allora la formula è A = X + Y + Z. Xè il lavoro. Yè il gioco. Z è tenere la bocca chiusa. Albert Einstein LE MIE REGOLE: NON CI SONO REGOLE, SOLTANTO CONSIGLI Se ci afferriamo alla condizione del "non cambiamento", le cose non potranno mai cambiare. Se ci aggrappiamo a una certa realtà e osserviamo soltanto ciò che non funziona, l'energia stessa della concentrazione finirà per rinforzare la patologia o stato problematico. E ciò mi porta dritto filato al mio insieme di regole, che in realtà sono più che altro consigli, anziché vere e proprie direttive. La prima cosa da fare è discendere alla coscienza del cuore. Cosa significa? Siamo soliti vivere nella nostra testa: è là che passiamo la maggior parte del nostro tempo. Siamo convinti che i nostri pensieri regolino la nostra realtà, o almeno le nostre percezioni. In realtà, i nostri pensieri non hanno assolutamente nulla a che fare con la realtà. Ci tengono semplicemente intrappolati in un prisma, la prigione della realtà così come crediamo che sia. La struttura delle nostre preferenze percettive plasma e modella ciò che finisce per manifestarsi nel presente. Quando smettiamo di porci domande e manteniamo la mente nel più assoluto silenzio, non siamo più nella nostra testa e possiamo dimorare nella coscienza del cuore, penetrando in una realtà più ampia. Proviamo a immaginare un sasso lanciato in uno stagno. Le onde cominciano a espandersi verso l'esterno. Adesso immagi

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Capitolo 6 - L'enigma quantistico - 71 niamo un sassolino che scende giù attraverso la nostra gola e raggiunge il centro del nostro petto. Sperimentiamo le onde che si emanano dal nostro petto, del tutto simili a quelle dello stagno, e che modificano il nostro campo energetico. Prendendo spunto da questo riferimento, e cioè da tale realtà più ampia, possiamo percepire un maggior numero di possibilità e di realtà. GENERARE ILTUTTO DAL NULLA Uno dei più grandi segreti della cosiddetta alchimia spirituale è la capacità di definire una intenzione e poi di lasciar andare e non fare nulla. L'intenzione può essere definita come l'atto creativo con cui usiamo le più diverse parti della nostra esperienza totale conscia per definire un insieme di nuove esperienze, realtà o risultati della nostra attuale esperienza. Perché ciò possa concretizzarsi, dobbiamo concentrare l'immaginazione così da produrre una nuova sensazione capace di attivare un flusso di energia sottile con cui influenzare o manifestare, direttamente o indirettamente, gli eventi e gli effetti desiderati. Si crea quindi una concentrazione con annessa sensazione. In ogni caso, l'ingrediente fondamentale continua a essere quello definito in precedenza: dopo aver espresso l'intenzione, dobbiamo lasciar andare e non fare nulla. Così facendo creiamo un vuoto che potrà essere colmato dalle aspirazioni del nostro cuore. Com'è stato detto, "la natura aborre il vuoto". Uno dei modi per colmare tale vuoto consiste nel mettersi alla ricerca di esempi validi, scoprire come gli altri abbiano ottenuto ciò che ci proponiamo di realizzare o di capire. Nei più diversi aspetti della nostra vita ci troviamo 1. Definizione originale del dottor Mark Dunn e del dottor Richard Bartlett. 72 - La Fisica dei Miracoli sempre al cospetto di individui di questo genere, che assumono la forma di specchio concettuale. Di conseguenza, un buon punto di partenza può consistere nel chiederci: «Chi sembra incarnare il principio o la realtà che vorrei comprendere?». COME RIFERIRSI A UNA DIVERSA STRUTTURAZIONE DELLA REALTÀ Quando pratico l'Energetica della Matrice con qualcuno, la mia prospettiva si concentra su qualcosa di diverso. Mi sono addestrato affinché la mia attenzione acconsenta, gentilmente e inconsapevolmente, a un cambiamento lasciandosi re-indiriz- zare. Passo continuamente in rassegna gli ambienti interni ed esterni alla ricerca di minimi indizi. Mantenendomi attento, sebbene in modo rilassato, posso cogliere qualsiasi cosa attiri la mia attenzione in un preciso istante. I nostri occhi acquisiscono continuamente informazioni, proprio come fa un computer. Ebbene, nel ricevere tali informazioni, non dovremmo cercare di analizzarle né di giudicarle.

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Con questa mia tecnica intervengo sulla linea di confine tra ciò che è "reale" e ciò che è "immaginario", e faccio in modo che sia un po' più sfumata, o comunque meno rigidamente definita. Nell'ambito di tale sbavatura c'è moto, possibilità e forma inconscia. Attraverso la mia osservazione consapevole di quella "zona di confine sfumata", la mente conscia/cervello sinistro rallenta le sue funzioni, così da farmi acquisire consapevolezza scevra da giudizio di quanto sto osservando. Una delle regole che ho adottato è che non è necessario che io riconosca consciamente le problematiche su cui sto lavorando perché posso comunque interagire con esse, e trasformarle. L'attività dell'osservazione consapevole spezza ciò che fondamentalmente è una sequenza continua d'immagini, restituendomi un numero infinito di singoli fotogrammi. Capitolo 6 - L'enigma quantistico - 73 La mente conscia può prestare attenzione e osservare soltanto una struttura per volta. Tale processo neurologico costituisce la dimensione del "fare" nell'ambito di una certa problematica, vale a dire che constatiamo che «c'è qualcosa che non va, ragion per cui bisogna fare quanto necessario per correggerlo». Ciò determina la differenza tra l'atto dell'osservazione e il processo di interazione. Il termine "processo" implica la presenza di regole, linee di condotta e comportamenti in un certo qual modo meccanici relativamente a ciò che stiamo facendo. Una volta intrapreso, il processo consiste in una serie di pathway di minima azione. Un pathway di minima azione è la risposta neurologica all'apprendimento, con conseguente introduzione di un comportamento nella dimensione inconscia delle risposte abituali. Volendo fare qualche esempio di pathway di minima azione si potrebbe citare il modo con cui impariamo a bloccare l'auto quando compare qualcuno davanti, o rispondere a una battuta giocando a tennis. Tali risposte, allorché affidate a un riflesso inconscio, che consentono di affrontare istantaneamente e adeguatamente le minacce o emergenze che fanno la loro comparsa nel nostro ambiente. Non appena tali attività vengono attribuite a un programma, in circostanze analoghe il nostro comportamento scatta automaticamente, in modo quasi meccanico. Si tratta di un'ottima cosa poiché ci consente di reagire inconsciamente e fluidamente, sulla base di un meccanismo ben oliato che interviene quando ce n'è la necessità. Per esempio, chiunque abbia studiato una qualche forma di arte marziale sa bene che un particolare pugno o calcio va praticato migliaia di volte affinché la mente inconscia abbia il sopravvento e assuma il controllo di quel genere di risposta. Se ci ritroviamo coinvolti in una rissa, è molto importante non dover ricordare qual è il pugno o il calcio più adatto per difenderci! Ovviamente, saper cogliere i primi segni di pericolo nel nostro ambiente, in modo da non mettere a repentaglio la nostra sicurezza, costituisce un pathway di minima azione di gran lunga migliore e più utile. 74 - La Fisica dei Miracoli I pathway di minima azione risultano utili in molte attività, tuttavia non trovano impiego nell'Energetica della Matrice. Ogni volta che osservo qualcosa sulla base dell'attenzione conscia, cerco di definirlo e di mutarlo, quindi sto applicando le stesse vecchie logore modalità della fisica newtoniana, che si caratterizza per la sua enfasi sulla realtà fisica e sulla necessità di costringerla a

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conformarsi alle ipotesi e aspettative di un modello personale o universale. Per dirla altrimenti, il modo in cui osserviamo e scegliamo di costruire la nostra realtà spesso rappresenta una moltitudine di pathway di azione minima del nostro sistema neurologico. COSTRUIRE UNA NUOVA STRUTTURA DI RIFERIMENTO Quando applichiamo una struttura di riferimento differente, sono diverse anche le informazioni che filtrano attraverso la nostra attenzione consapevole. La nostra struttura di riferimento, ovvero la visione della realtà, è semplicemente qualcosa che predisponiamo noi stessi. Volendo fare un esempio, possiamo pensare a degli occhiali speciali le cui lenti possono essere cambiate o ruotate, proprio come nel film II Mistero delle Pagine Perdute. Nel film, il protagonista Ben Franklin (interpretato da Nicolas Cage) ha inventato un paio di occhiali con lenti multiple, colorate e interscambiabili. Ognuna delle lenti consente l'accesso a informazioni differenti, altrimenti invisibili a occhio nudo. Per esempio, le lenti di colore verde offrono sempre certi specifici modelli, o categorie di informazione. Le lenti rosse rivelano informazioni addizionali, quelle che i sensi hanno precedentemente selezionato e soppresso evitando che giungessero alla mente conscia. La lente, ovvero il punto di vista, di cui scegliamo di servirci, è determinante in rapporto per ciò che possiamo vedere e che con ogni probabilità finiremo per percepire. Se vogliamo vedere più del solito, o diversamente dal solito, non dobbiamo fare altro che Capitolo 6 - L'enigma quantistico - 75 applicare lo stesso principio alla mente conscia, giacché è proprio questa che attribuisce le priorità e filtra le informazioni "utili". Possiamo decidere d'implementare una nuova regola in base alla quale, tanto per fare un esempio, c'impegneremo a riconoscere 1T% (tanto per fare un esempio) di ciò che in precedenza avremmo ignorato considerandolo irrilevante. Possiamo regolare il reostato della nostra mente di modo che consenta l'accesso di un quantitativo maggiore di luce e informazioni. Ogni modello della realtà si basa sulla prospettiva che riteniamo più verosimile. Tra il modo in cui operano le regole relative alla mia realtà e quelle relative alla vostra c'è una netta differenza. Come posso esserne certo? Ovvio: io sono io, e non sono gli altri, e a meno che le nostre esperienze non entrino in collisione nel corso di un seminario, o attraverso le pagine di questo libro, continueremo a essere separati. Ciò non implica affatto che ci sia una certa struttura di riferimento capace di offrire immancabilmente una realtà in qualche modo migliore. E ipotizzabile, e persino probabile, che in alcune circostanze chiave il mio approccio possa rappresentare un riferimento più utile del vostro, ma ciò solo limitatamente ad alcune particolari situazioni, mentre in altre potrebbe essere l'esatto contrario. Per esempio, un impresario edile potrà avvalersi di una esperienza pratica, e quella sua struttura di riferimento applicata a quel particolare settore sarà sicuramente più appropriata della mia. Se dovessimo dedicarci entrambi alla costruzione di un rifugio, con ogni probabilità quello dell'impresario edile offrirebbe migliori garanzie! Se fossi io a costruire una casa, sicuramente sarebbe piena di spigoli e soluzioni poco pratiche, e comunque fondamentalmente inaffidabile. Quando concepiamo una casa, così come quando costruiamo la struttura unica di una frase, o persino le fondamenta dei componenti strutturali di una nuova realtà, ci serviamo di capacità assolutamente diverse. In ognuno di questi esempi la creazione di strutture di riferimento individualizzate e caratterizzate da specifiche fonti sensoriali va riferita

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76 - La Fisica dei Miracoli alle credenze e ai riferimenti contestuali dell'osservatore. Siamo soliti dire che la bellezza è negli occhi dell'osservatore. In realtà non solo la bellezza, ma anche tutto il resto. LE PORTE DELLA PERCEZIONE: GETTARE UNO SGUARDO DALL'ALTRA PARTE Credo in un continuo prolungato turbamento dei sensi, così da conquistare l'ignoto. Jim Morrison Ognuno di noi fa le sue esperienze, ed è il solo a poterne ratificare il significato e la qualità attribuendo il proprio marchio di autenticità. Giacché siamo tutti diversi, c'è una differenza anche tra la mia percezione del modo in cui funziona tutto quanto e quella di chiunque altro. Attraverso un comune accordo possiamo scegliere di costruire un modello di relatività ristretta tale da includere o unire gli aspetti in cui scegliamo entrambi di credere, o su cui vogliamo lavorare di comune accordo. Possiamo scegliere di entrare in rapporto e di creare una realtà mutualmente condivisa riguardo la quale scegliamo insieme le regole da applicare. A quel punto formuleremo le categorie percettive che costituiranno la base di tali regole. Ovviamente nell'ambito di quel sottoinsieme della realtà che abbiamo appositamente creato siamo liberi di formulare modalità uniche volte a determinare il significato delle nostre esperienze. L'Energetica della Matrice è giustappunto un esempio di struttura particolare, una realtà speciale all'interno di una realtà più grande, perché è qualcosa che ho costruito io stesso. Possiamo rinforzarla insieme, scegliendo di condividerla attraverso un insieme di credenze ed esperienze a cui decidiamo di fare riferimento. £ come se, moderni Geppetto, avessimo creato e dato vita a una marionetta quantistica, il nostro Pinocchio quantistico. Capitolo 6 - L'enigma quantistico - 77 Quando la coscienza della realtà speciale da noi prodotta trova il sostegno di un numero sufficiente di individui proprio come nel caso dell'Energetica della Matrice - prende a funzionare costantemente e dimostra di essere affidabile. Se poi tale campo di coscienza raggiunge la massa critica, si produce un campo di risonanza morfica assolutamente unico. Una volta superata tale soglia, il sistema di pensiero o credenza è in grado di autorigenerarsi e sostenersi: "è vivo!". Non dobbiamo fare altro che amare i nostri sogni quel tanto che basta per cominciare a incarnarli. È proprio quello che ho fatto io! Per poter cambiare una situazione, uno schema o un comportamento già consolidato, è importante imparare a concentrarsi sulle informazioni o sullo stato che risulta collegato a una particolare sensazione. Quando parlo di sensazione, non mi riferisco alle emozioni, ma al semplice acquisire consapevolezza della presenza di una sensazione, il che comincia semplicemente col riconoscere ciò che stiamo osservando. ESERCIZIO SULLE PORTE DELLA PERCEZIONE Permettetemi d'illustrarlo con una metafora. Immaginiamo di avere a che fare con un pattern comportamentale che vorremmo cambiare. Orbene, visualizziamo proprio davanti a noi una fila di dieci porte. Ognuna di queste porte, se aperta, rivelerà un certo schema o una particolare

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informazione. Ma attenzione, l'informazione nascosta dietro ogni singola porta potrebbe anche non essere pertinente alle nostre specifiche necessità. In che modo stabilire se vogliamo attraversare una particolare porta? Dovremo basarci sulle informazioni raccolte, ciò che si presenta alla nostra consapevolezza, quindi senza affidarci ciecamente alle sensazioni che ne derivano. Apriamo la prima porta e non percepiamo né sentiamo nulla, cosicché la chiudiamo. Apriamo la seconda porta, dal cui interno emana una sensazione calda, e c'è anche una luce, intensa ma delicata. Prendiamo nota, perché potrebbe trattarsi di 78 - La Fisica dei Miracoli un segno incoraggiante: forse quella porta merita una ulteriore esplorazione. Afferriamo la maniglia della terza porta, che però non si apre. Non ce ne preoccupiamo e passiamo oltre. La quarta porta è di un bel color verde, tenue. Il telaio è ben guarnito e levigato; inoltre notiamo di essere più rilassati rispetto a qualche istante prima. Al solo toccarla, quella porta genera nel nostro essere una sensazione di calore e di benvenuto. Ecco: abbiamo capito. Su quella porta c'è il nostro nome sopra, non ci resta che andare, senza esitazioni, perché sappiamo che attraversandola troveremo le risposte o l'aiuto di cui abbiamo bisogno. In qualche modo la porta verde risuona inconsciamente con il terreno della nostra profonda natura interiore. Ed è proprio ciò che intendo quando dico che dobbiamo "esserne consapevoli", senza far riferimento a un particolare stato emotivo. Se dovessimo analizzare o misurare le ragioni della nostra scelta, quali sarebbero gli indizi a balzare subito agli occhi? Cominciamo con le risposte fisiologiche. «Hmm... Mi sento più calmo, come se l'ansia si fosse placata. Il ritmo cardiaco è rallentato e si è regolarizzato. Mi sembra anche di respirare più lentamente e più profondamente. Mi sento estremamente rilassato, eppure, paradossalmente, sono anche più attento e vivace». Tutti questi cambiamenti fisiologici sono derivati unicamente dal pensiero di attraversare la porta verde. Tali indizi fisiologici rappresentano un valido aiuto e ci fanno comprendere che stiamo compiendo la scelta giusta. In pratica, impariamo a compiere generalizzazioni su base sensoriale circa la natura di quelle porte. Creiamo un archivio dati inconscio in cui immagazziniamo le informazioni via via raccolte. Col passare del tempo, avendo esplorato e attraversato varie porte, produciamo un pathway di minima azione il cui oggetto sono proprio quelle porte. In tal modo, basandoci sulle nostre precedenti esperienze con le porte, potremo capire in che maniera servircene, anche se dovessimo imbatterci nel portello di un sottomarino o nella casa di uno hobbit. E qualcosa di assolutamente necessario, Capitolo 6 - L'enigma quantistico - 79 giacché in tal modo non siamo costretti a riscoprire daccapo il principio della porta ogni qual volta ne incontriamo una nuova! Nell'Energetica della Matrice, allorché acquisiamo consapevolezza di ciò che stiamo osservando, e reagiamo agli indizi che ci vengono forniti senza fare domande o pensarci su, stiamo facendo la scelta giusta relativamente a quello specifico momento. Un altro modo di gestire le informazioni appena ricevute consiste nell'aprire gli occhi e la mente e accettare qualsiasi cosa vediamo, percepiamo e sperimentiamo in quel preciso istante. Ciò significa aver fiducia nel fatto che, qualsiasi cosa si manifesti, deve avere una sua utilità. Per poter creare una

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nuova realtà e introdurre i cosiddetti miracoli nella nostra esistenza, possiamo cominciare con l'imparare a osservare la realtà della nostra vita in modo originale, rinnovato. Creiamo gli aspetti della nostra realtà, quella che giungiamo ad accettare, sotto forma di elementi strutturali delle nostre credenze, aspettative ed esperienze. Siamo noi a costruire il mosaico di modelli energetici che definiamo "il nostro mondo", la realtà di cui siamo i principali artefici. CAPITOLO 7 Una scienza tutta inventata Nel campo della ricerca scientifica ogni nuovo approccio alla realtà genera ulteriore matematica. Quando poi tali approcci vengono testati e sperimentati, i geni della fisica e della matematica scoprono cose che non si accordano con il loro modello. A quel punto, per aggirare il problema, decidono di produrre un altro po' di equazioni e teorie. Quando gli esperimenti non si accordano ai dati, o vengono falsificati oppure si producono ulteriori equazioni, così che tutto sembri combaciare a meraviglia. Per esempio, prendendo un certo quantitativo di materia e accelerandolo fino alla velocità della luce, secondo le equazioni dovrebbe diventare infinitamente pesante. Non possiamo sapere se ciò accada realmente, ma l'equazione E = me2 ci induce a credere che le cose vadano proprio così. Quindi, quando accade che l'equazione non manifesti eguaglianza e segno eguale tra le due espressioni, o i risultati concreti non hanno senso, gli scienziati si limitano a riconoscere soltanto la parte che gli fa comodo ed eliminano l'altra, di modo che i conti tornino nuovamente. È un espediente che non condivido. I matematici gli hanno persino dato un nome: rinormalizzazione. Il celebre fisico quantistico Richard Feynman definiva tale processo "un pazzesco gioco di prestigio".1 1. «Tecnicamente, il gioco dei bussolotti a cui ci stiamo dedicando si chiama "rinormalizzazione". Ma per quanto tale termine possa sembrare forbito, si tratta pur sempre di una sorta di processo pazzesco! Aver fatto ricorso a questo particolare gioco di prestigio ci ha evitato di dimostrare la coerenza matematica della teoria dell'elettrodinamica quantistica. E sorprendente che, sino a oggi, tale teoria non si sia dimostrata coerente, in un modo o nell'altro; io sospetto che la rinormalizzazione non sia 82 - La Fisica dei Miracoli L'UNIVERSO PUÒ RIORGANIZZARSI COSÌ DA CORRISPONDERE CON LE NOSTRE IDEE Se create una realtà che afferma: «Questo più questo più questo = nessun miracolo nella mia vita», questa è l'equazione con cui ci sembra funzionare e spiegare la nostra. Se ci affidiamo a una tale equazione, dobbiamo ricordare che non è più reale di E = me2 che, tra l'altro, non è nemmeno l'equazione originariamente proposta da Einstein. Poiché Einstein era dislessico, alcuni dei suoi termini erano rovesciati. 2 Einstein era talmente dislessico che balbettava. Da ragazzino aveva tali problemi che prima di parlare, era solito ripetersi mentalmente ciò che intendeva dire. Ma talvolta

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gli capitava di dimenticare che la procedura era prima ripetere mentalmente e poi pronunciare le parole, cosicché gli capitava di ripetere le stesse cose ad alta voce due volte di fila. Per via di quella piccola mania veniva spesso considerato un po' ottuso, se non addirittura stupido. Molti hanno identificato in Einstein una sorta d'immagine archetipica di Dio. Einstein aveva lunghi capelli bianchi e l'aria di uno che la sa lunga. Talvolta se ne andava in giro con la lampo aperta. In verità la realtà comune non lo interessava poi così tanto. Per certi versi era un po' come John von Neumann, un altro famoso matematico, che sosteneva che erano stati gli alberi a saltar fuori e andare a sbattere contro la sua macchina mentre guidava (gli piaceva bere).3 Sono fatti comprovati, per scoprirlo basta fare qualche ricerca. L'ho già fatta per voi, e penso possiate fidarvi di me, almeno in parte. O forse in tutto! Comunque sia, quando stabiliamo una regola, oppure ci predisponiamo a osservare qualcosa e definiamo le regole relative alla mo matematicamente legittimata?» Richard P. Feynman, QED: The Strange Theoy ofLight andMatter, Penguin, NewYork, 1990, p. 128. 2. Tony Rothman, Everythings Relative: And Other Fables from Science and Technology, John Wiley & Sons, Hoboken, NJ, 2003, pp.78-84. 3. P. Halmos, "The Legend of John von Neumann", American Mathemati-calMonthly (aprile 1973), pp. 382-94. Capitolo 7 - Una scienza rutta inventata - 83 dalità di osservazione, ci troviamo pur sempre circoscritti dal nostro insieme di regole. Quindi, quando Einstein diceva che nulla può viaggiare a una velocità superiore a quella della luce, ciò che intendeva è che non c'è nulla che possa essere osservato mentre viaggia a una velocità superiore a quella della luce perché lo strumento di cui ci serviamo per compiere l'osservazione è la luce stessa. Com'è ovvio, la luce non può viaggiare più velocemente di se stessa. Ciò non esclude, però, che il pensiero possa viaggiare a velocità superiore a quella della luce, né che i campi di torsione (a cui lavorarono alcuni fisici sovietici negli anni '80) possano essere molto più veloci della luce. Il problema in cui ci s'imbatte regolarmente è che, non appena analizziamo qualcosa e lo scomponiamo, dobbiamo osservarlo sulla base delle regole in base a cui comprendiamo la realtà. Per percepire, trasformare o classificare le informazioni, il nostro cervello si serve di due processi: l'elaborazione seriale e Yelaborazione parallela. L'elaborazione seriale consiste nel collegare una cosa all'altra, e poi a un'altra ancora, e via dicendo. È un processo analogo a quello delle equazioni differenziali in trigonometria - di cui non sono un esperto, visto che sono stato bocciato in algebra. L'unico motivo per cui mi sono laureato in chiropratica è che il programma di studi non comprendeva lezioni di fisica comprendenti matematica troppo complessa. L'elaborazione parallela implica almeno due processi che hanno luogo simultaneamente, e nell'ambito del corpo, e l'integrazione neurale alla base dei processi mentali complessi. Non preoccupatevi delle vostre difficoltà in matematica. Vi assicuro che le mie sono maggiori. Albert Einstein Di tanto in tanto persino il grande Einstein aveva problemi con la matematica. Se ne veniva fuori con equazioni di cui non riusciva più a cogliere il senso. Però riusciva a trovare la risposta giusta. O forse disponeva dell'equazione giusta e della risposta sbagliata (come già detto, era dislessico). Si toglieva d'impaccio cercando di mettere

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84 - La Fisica dei Miracoli insieme le parti migliori. Era una figura talmente importante, con quei capelli da scienziato pazzo e tutto il resto, trasformato in icona, che la gente voleva semplicemente credergli, d'istinto. Uno dei postulati della relatività ristretta e che nel nostro universo osservabile non c'è nulla che possa viaggiare a velocità superiori a quelle della luce. 4 Ma, come già detto, c'è un preciso motivo per cui non possiamo superare la velocità della luce: la luce stessa è lo strumento con cui la misuriamo! Tutto qui! Parte dello spettro elettromagnetico include la luce. Se la luce è lo strumento di cui ci stiamo servendo per eseguire le nostre misurazioni, allora non c'è misurazione della velocità che non sia eseguita in relazione a tale fattore. Ragion per cui quando Einstein diceva che nulla può viaggiare a una velocità superiore a quella della luce, intendeva relativamente a un certo punto di misurazione. Ma non intendeva affatto affermare che nulla possa superare tale velocità. Il problema è che non possiamo misurarlo. LA RELATIVITÀ RISTRETTA DELLA COSCIENZA Ogni qualvolta descriviamo artificiosamente qualcosa servendoci di un quantitativo di dettagli sufficiente e di un certo potere persuasivo, creiamo una bolla di distorsione, o una relatività ristretta, laddove possibile. La scienza è "reale", a meno che non lo sia affatto. Il modello della nostra realtà regge finché le nostre esperienze non lo contraddicono eccessivamente. «I postulati di Einstein: 1) tutte le leggi della fisica sono egualmente valide in qualsiasi sistema di riferimento inerziale; 2) la velocità della luce è identica per qualsiasi osservatore inerziale; e 3) gli effetti locali osservabili di un campo gravitazionale non sono distinguibili da quelli che scaturiscono dall'accelerazione della struttura di riferimento. Il primo principio corrisponde alla relatività speciale, il secondo è definito legge di propagazione della luce, mentre il terzo è il principio di equivalenza». Thomas E. Bearden, Energyfrom the Vacuum: Concepts and Principles, Cheniere, Santa Barbara, CA 2002, p. 647. Capitolo 7- Una scienza rutta inventata - 85 Quando facciamo esperienze che contrastano con il nostro modello, ci si presentano due possibilità: o sopprimiamo le informazioni relegandole all'inconscio, o costruiamo un nuovo modello che includa tali esperienze contraddittorie. Per poter interagire disponiamo tutti quanti di una bolla di distorsione della relatività della coscienza. Voi avete la vostra e io ho la mia, e se troviamo un accordo, possiamo creare qualcosa di unico. Per interagire con la bolla di realtà di qualcun altro non dobbiamo fare altro che consentire la creazione di una bolla di realtà comune, in cui siano codificate la nostra esperienza e quella dell'altro così da creare una nuova relatività ristretta in cui le regole di entrambi i partecipanti all'interazione sono o non sono valide. Per dirla altrimenti, tutto ciò che risulta utile può essere mantenuto, mentre gli aspetti che non lo sono possono cancellarsi reciprocamente. In tal modo giungiamo a ciò che definisco rapporto energetico, una condizione in cui possono accadere eventi speciali. Quando siamo connessi in tal

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modo, creiamo un campo unificato speciale della coscienza. In realtà, ciò che abbiamo fatto può essere descritto in termini di creazione di una relatività ristretta che, attraverso il cuore, accede al campo unificato della coscienza. A livello subatomico la realtà fisica stessa si riduce a un campo di probabilità che può essere manipolato in virtù del semplice atto dell'osservazione. Minuscoli cambiamenti nel momento e nella traiettoria delle particelle subatomiche possono propagarsi fino a creare effetti fisici di gran lunga più importanti nell'universo fenomenico. 5 LA FISICA DELLE PARTICELLE E L'INDOTTRINAMENTO DELLA SEPARAZIONE I mattoni elementari della nostra realtà fisica appartengono al regno della fisica delle particelle. Vi siete mai chiesti perché gli scienziati 5. David Smith, Quantum Sorcery, Konton Publishing, Tokyo 2006, p. 37. 86 - La Fisica dei Miracoli continuino a fare a pezzi gli atomi riducendoli in componenti sempre più piccoli? Il numero di nuove particelle create e scoperte attraverso questo processo di decostruzione scientifica è assolutamente stupefacente. Disintegriamo la materia, osserviamo i frammenti e assegniamo un nome e una funzione a ognuno di essi. Vi è mai capitato di prendere un giocattolo, come per esempio la tipica macchinina dei pompieri rossa fiammante, e di farla a pezzi a martellate? Basta colpire con forza sufficiente perché i pezzi schizzino da tutte le parti. Se il modellino è di plastica, si ridurrà in briciole. Orbene, cosa accadrebbe se accogliessimo tutti quei frammenti e gli dessimo un nome: questo è il prussone, questo il lickamajiick, ed ecco un Klingon, e così via? Quando eravate piccoli avete mai provato a rimettere insieme i pezzi di un giocattolo dopo averlo fracassato? Non è affatto facile, anzi, è praticamente impossibile. E sicuramente non sarà piaciuto a mamma e papà, che più che un esperimento l'avranno definito un gran pasticcio! In realtà, penso che le cose siano ancora più semplici. Penso che sia tutto quanto spirito, e che qualsiasi cosa a cui diamo un nome si trasformi in ciò che abbiamo nominato. E quindi potrebbe davvero essere che le particelle virtuali non esistessero affatto finché non abbiamo cominciato a farle esistere. Ma poi, una volta "concepite", farle sparire non è più possibile. Tutto ciò mi richiama alla memoria una scena del film Ghostbusters: quando gli Acchiappafantasmi si sforzano di non pensare a un bel niente per evitare altri guai, a un certo punto salta fuori la mascotte dei Marshmallow in formato gigante, al che il personaggio impersonato da Dan Akroyd si scusa dicendo: «Beh, ho cercato di pensare alla cosa meno pericolosa... Qualcosa che mi piaceva da piccolo e che non avrebbe mai potuto farci del male: proprio lui, la mascotte dei miei dolcetti preferiti!». Ebbene, lo stesso accade per le cose in cui crediamo, anche se forse non risultano essere altrettanto... appiccicose! 6. The Internet Movie Database, http://www.imdb.com/tide/tt087332/quotes. Capitolo 7 - Una scienza tutta inventata - 87

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Perché mai pensiamo che facendo qualcosa a pezzi, per poi analizzarne i più piccoli componenti, riusciremo a capire come funziona davvero? Ricordo che una volta, alle superiori, nel corso di un esperimento di biologia ho dissezionato una stella marina. Non ho seguito le istruzioni che ci erano state fornite: l'ho semplicemente fatta a pezzi con il mio coltello. E stata una esperienza da cui non ho imparato un bel niente. Fortunatamente mi sono fermato lì, perché a casa avevo un pesce rosso, e avrebbe potuto fare la stessa fine. Una volta andai a visitare un acquario, e una stella marina si posò delicatamente sul palmo della mia mano: quello sì che fu un incontro eccitante! Potei percepire e apprezzare appieno la bellezza unica di quella forma di vita accoccolata in una delle mie mani. Del resto, anch'io lanciai un belfurrà" (e lo stesso fecero tutti gli altri spettatori in sala) quando Elliot, il piccolo protagonista di ET (celeberrimo film di Steven Spielberg), salvò le rane che stavano per essere sezionate nel corso della lezione di biologia. In quella occasione il teorema "fisico" di Spielberg era stato: «Salva la rana - Bacia la ragazza!». Il tipico errore in cui incappiamo in ambito strettamente meccanicistico consiste nelTattenersi al processo di osservazione e classificazione. Ci convinciamo che smontando un organismo, o un'idea, fino a ridurlo ai suoi componenti fondamentali, riusciremo a comprenderne la natura. Ma c'è una enorme differenza tra il puzzo della formaldeide, che sentiamo quando ci chiniamo su un tavola di dissezione per guardare da vicino il corpo di un anfibio morto, e rincorrere e acchiappare una rana viva! Vi è mai capitato di chiudere un po' di rane in un recinto e poi liberarle e lasciarle correre via per stare a vedere quale di esse arriva per prima a un certo traguardo? Quando ero ragazzino, io lo facevo con le tartarughe, nel cortile dietro casa. Di certo con le rane è più eccitante, ma comunque avrete capito cosa intendo dire: se vuoi capire qualcosa sulla vita, osserva con attenzione gli organismi viventi! Nell'Energetica della Matrice insegniamo alla gente come trasformare i ranocchi in principi. Si tratta della stessa differen - La Fisica dei Miracoli za che c'è tra l'accettare il modello di qualcun altro e sperimentarlo in prima persona, così da comprendere che non si tratta affatto di ciò che ci avevano raccontato. Ed è la stessa differenza tra una teoria stagnante e il vitalismo. Gli scienziati si occupano dell'identificazione di oggetti inerti. Io lo definisco: "Classifica e archivia". Ma non dimentichiamo che un eminente fisico, Werner Heisenberg, ebbe a dire: «Gli atomi non sono cose».7 Dal canto suo, Nick Herbert, fisico e divulgatore scientifico, estrapolando la dichiarazione originale di Heisenberg commentò: «Proprio come gli atomi, neanche le persone sono cose».8 Un corpo, o una persona, si compone strutturalmente di atomi, che sono i mattoni concettuali fondamentali di ogni fenomeno naturale. A loro volta, gli atomi sono fatti di elettroni e di un nucleo, composto di protoni e neutroni. Però beccatevi questa: l'elettrone in pratica esiste soltanto quando viene osservato. Solo quando gli rivolgiamo la nostra attenzione, l'elettrone assume sembianze definite sotto forma di un'orbita stabile. Se invece non lo osserviamo, l'elettrone esiste sotto forma di nube probabilistica. Tale nube si compone di tutte le orbite probabili in cui potrebbe trovarsi l'elettrone, prima che l'atto della misurazione definisca un'orbita fissa attorno al nucleo. Giacché a livello atomico anche la materia di cui sono fatti gli esseri umani segue la stessa regola, potremmo dire che ognuno di noi consiste in una serie di stati composti di una serie infinita di possibilità oscillanti. La capacità di rinunciare ai nostri atteggiamenti prefissati - la nostra struttura di riferimento - può innalzare la piattaforma percettiva da cui giudichiamo ciò che è possibile e ciò che invece non è concesso. Un pensare leggermente più

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7. Ulndigenous Weather Modification (TWM) è un sito dedicato all'insegnamento della tecnologia indigena WM, http://twm.co.nz/forbquco.html. 8. Si veda l'intervista con Nick Herbert su Quantum Tantra, condotta Joseph Madieny, http://74. 125.155. 132/search?q=cache: s59QayXJ2oAJ:www. incunabula.org/inc3.html+ong%27s+hat+joseph+ matheny+atoms+are+th ings&cd=l&hl=en&ct=clnk&gh=us. Capitolo 7 - Una scienza tutta inventata - 89 flessibile può fare molto nell'alleviare, o almeno mitigare, molto di quanto incontriamo nella nostra condizione umana. Divertirsi è importante, perché quando ci divertiamo cominciamo a produrre particelle virtuali, chiamate "materia divertente", che hanno una grandissima utilità. Infatti, sia virtualmente che letteralmente, cominciamo a spassarcela. Per quale motivo? Il fatto è che quando produciamo quelle particelle virtuali che mi piace definire materia divertente, interveniamo concretamente sullo spin orbitale degli elettroni che sono alla base dei pattern neurochimici del cervello e del sistema nervoso. E se prendiamo a produrre neurotrasmettitori migliori, possiamo sperimentare più rapidamente alterazioni di coscienza caratterizzate da gioia e divertimento. Così, oltre a beneficiare delle endorfine, potremmo sperimentare anche delle cose nuove e incredibili, chissà, forse delle endolfineì Sapete cosa disse John Archibald Wheeler, fisico teorico nonché mentore di Feynman, a proposito dell'universo? Lo definì "un software intenzionale" posto "chissà dove".9 Orbene, alzi la mano chi pensa che fosse nel contempo confuso e non confuso! In pratica, Wheeler aveva capito che c'erano ben poche probabilità che l'ordine inerente che percepiva nell'universo fosse lì per puro caso. Secondo quanto si asserisce, diversi anni prima Wheeler aveva avuto un grave problema di salute, nonché una esperienza di premorte. In quella circostanza, Wheeler uscì dal corpo e "sperimentò" l'universo. Al termine di quella esperienza raccontò che c'era qualcosa che doveva assolutamente condividere, perché avrebbe potuto andarsene da un momento all'altro. Il suo messaggio ai posteri fu: «Se nella fisica c'è qualcosa di cui mi sento particolarmente responsabile, è la percezione di come tutto quanto combaci alla perfezione».10 Si direbbe proprio che avesse compreso che i model 9. Edward Whitmont, The Alchemy of Healing: Psyche and Soma, North Atlantic Books, Berkeley, CA, 1996, p. 29, citato in Michael Talbot, Beyond the Quantum, Bantam Books, New York, 1988, p. 155. 10. Dennis Overbye, «John A. Wheeler; Physicist Who Coined the Term 90 - La Fisica dei Miracoli li matematici non colgono il nocciolo della questione e non possono arrivare al cuore della materia, che è la consapevolezza della partecipazione all'Uno di ogni singola cosa. Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà. Albert Einstein

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"Black Hole; Is Dead at 96"», New York Times (14 aprile 2008), http:// www.nytimes.com/2008/04/14/science/14wheeler.html?_r= 1 &pagewanted=2. CAPITOLO 8 Potere del comando o potere del controllo? Mentre la fisica newtoniana pone l'accento sulla forza, la fisica quantistica mette in rilievo le sottigliezze, gli stratagemmi dell'universo. Tra controllo e comando c'è una grande differenza. Nel controllo ipotizziamo di sapere esattamente cosa sta accadendo, siamo convinti di essere in possesso di tutti gli elementi necessari e di poter intervenire in modo da ottenere il risultato voluto. E l'emisfero sinistro del cervello, quello analitico, che dice: «Posso riuscirci!». E invece, no, mi spiace tanto, ma il cervello non può farcela! Il comando scaturisce dal cuore. Comandare la Vita è un nostro diritto di nascita. Quando concepiamo la vita in questi termini, senza giudicarla, si verifica un collasso della funzione d'onda secondo modalità che non sono quelle basate sulle abituali leggi probabilistiche. Tutto si riconfigura sulla base del pensiero: «Cosa accadrà nel momento seguente?». Capito? Anche questa è fisica, lo è per davvero! Il comando non implica controllo. Quando siamo padroni della situazione, non stiamo cercando di far succedere qualcosa. Avete mai letto il passo della Bibbia in cui Isaia dice: « Volete darmi ordini sul lavoro delle mie mani»? Il concetto di comando riguarda piuttosto penetrare in una dimensione del cuore in cui raggiungiamo l'unità con il campo di tutte le possibilità. Ed è da quello spazio sacro e benedetto che, allorché diciamo: «Così sia», la realtà si trasforma in ciò che abbiamo detto. Le parole diventano virtualmente calici di luce, schemi d'informazioni. Il modo in cui sono intessute crea letteralmente un nodo di possibilità che dispiega le capacità dimensionali della nostra consapevolezza, di modo che possiamo sperimentare altri stati, 92 - La Fisica dei Miracoli altri fenomeni e altri luoghi. Tale concetto diventerà via via più chiaro nel prosieguo di quest'opera. Così disse il Signore, il Santo d'Israele, che lo ha plasmato: «Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli e darmi ordini sul lavoro delle mie mani?». Isaia, 45:11 DISCENDI E DIMORA NEL CUORE, DEFINISCI UNA INTENZIONE E LASCIAANDARE Vorrei sottolineare un aspetto estremamente importante. Chiunque partecipi a uno dei nostri seminari potrà osservare cose che, francamente, gli sembreranno una sorta di revival evangelico quantistico. Ma ciò che sembro fare non ha in realtà nulla a che vedere con una condizione in cui sto facendo qualcosa. E importante perché l'atto del fare crea resistenza rispetto a quanto potrebbe manifestarsi nel momento immediatamente seguente. Per poter fare qualcosa devo attrezzarmi per

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mettermi all'opera. Se voglio scavare una buca con una zappa, cosa devo fare? Tanto per cominciare devo procurarmi la zappa. Poi deciderò in quale punto cominciare a scavare. Farò un tentativo, tanto per assaggiare la consistenza e la durezza del suolo. Infine calcolerò quanta forza dovrò impiegare per poter realizzare la mia buca. Chiaro, no? Sono tutte elaborazioni coscienti. Quando invece ci si abbandona all'esperienza procedendo dal cuore, la faccenda cambia completamente. A quel punto non c'è niente da fare, né si deve diventare qualcosa di particolare. Non c'è assolutamente nulla da cambiare. E una condizione in cui ci limitiamo a contemplare la realtà sotto i nostri occhi, senza esprimere alcun giudizio. Tale condizione di flusso indisturbato è peraltro assai diversa dalla "salute distica", Capitolo 8 - Potere del comando o potere del controllo? - 93 dalla diagnosi e dalla terapia di una malattia, da una qualche tecnica, dalle circostanze terapeutiche, dall'analisi condizionale del disturbo e persino dall'analisi transazionale della malattia (trance-attuale, per gli psichiatri che mi stanno leggendo e che si sono già preoccupati di diagnosticarmi qualcosa). Non ce alcuna differenza tra gli stati della materia e la realtà degli stati. Tutto sta nel contenuto informativo del campo, o spin degli elettroni, che determinano certe particolari reazioni o risposte. Nel momento stesso in cui osserviamo qualcosa lo trasformiamo a livello quantistico. Siamo fatti di schemi di luce custoditi in modelli informativi, ecco qual è la nostra vera natura! Imparare l'Energetica della Matrice non è facile, ma si tratta di concetti e capacità fondamentali per la nostra realtà. In pratica, sono i nostri tentativi di fare qualcosa, la necessità di osservare qualcosa e il desiderio di potere che c'impediscono di sperimentare tali fenomeni. Ecco perché il mio motto è: discendi nella coscienza cuore, definisci una intenzione e lascia andare. Discendere nella coscienza del cuore implica entrare in una condizione di possibilità alterata in cui si applicano altre regole, o forse nessuna regola in particolare. Definire l'intenzione e un concetto facilmente frainteso. Spesso pensiamo che intenzione significhi decidere ciò che vogliamo e poi fare del nostro meglio per ottenerlo, attraverso qualche forma di affermazione o visualizzazione. Già sperimentato, vero? Però ha tutta l'aria di essere una faticaccia, no? E ciò è dovuto al fatto che non pensiamo di meritarci un risultato del genere. Anzi, il vero motivo è che non pensiamo di possederlo già. In realtà siamo in relazione con ciò che vogliamo fin da ora. Solo che non comprendiamo che si tratta di qualcosa d'indivisibile, che non può essere separato. E proprio il desiderio di giungere a un certo risultato che amplifica la condizione in cui non lo otteniamo. Chiaro? Ecco perché dovremmo servirci dell'intenzione co 94 - La Fisica dei Miracoli me facciamo quando giochiamo: l'intenzione è semplicemente la simulazione di un'altra realtà virtuale. Lasciar andare è un concetto estremamente semplice: perché qualcosa possa accadere, dobbiamo mollare la presa. Più lasciamo andare, più consentiamo il verificarsi di determinate condizioni.

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Bruce Lee insegnava ai suoi studenti tre principi o regole fondamentali: 1) assorbì ciò che funziona. Ciò implica contemplare ciò che hai sotto gli occhi in questo preciso istante. 2) Rigetta ciò che non funziona. E proprio ciò a cui accennavo prima, quando parlavo dei tentativi di fare a pezzi la materia per poi ricostruire l'universo sulla base delle particelle così ottenute e fare in modo che significhi qualcosa. Non può significa un bel niente. Rigetta ciò che non funziona, le regole che sono estranee alla tua realtà e le regole che imponi alla realtà. E infine, la terza regola era 3) usa nessun metodo come metodo. Ciò significa che nel momento che stiamo vivendo applichiamo le regole che gli si accompagnano, ma non limitiamo in alcun modo la nostra libertà di espressione affidandoci soltanto a quelle regole. Coltiviamo anche altri schemi o possibilità. Possiamo trasformarci, cambiare forma, come farebbe uno sciamano camaleontico. Impariamo quindi a trasformare la nostra realtà inspirando un certo stato di cose ed espirandone uno completamente diverso. Non è poi così difficile come sembra, e se per caso non vi sembra difficile, è proprio perché non lo è! ESPANDERE LA COSCIENZA QUANTISTICA Uno dei concetti utili della fisica quantistica è che la nostra è una realtà partecipatoria. Produciamo il materiale di cui è fatta la nostra esistenza. Il modo in cui scegliamo le percezioni o i parametri della nostra realtà definisce ciò che possiamo sperimentare in questo istante. Ma c'è un problema: se le cose devono conti Capitolo 8 - Potere del comando o potere del controllo? - 95 nuare ad avere un senso, dobbiamo necessariamente affidarci a un insieme di possibili risultati (ciò che ci definisce) particolarmente ristretto. E se invece le cose potessero continuare ad aver senso e nel contempo non averne affatto? Quando cominciamo ad ampliare i parametri del possibile, manteniamo la spazio per le nostre normali aspettative e ce ne concediamo un po' di extra, per ciò che potrebbe accadere di inatteso. LA FISICA QUANTISTICA E I NUMERI COMPLESSI In ambito fisico, al fine di descrivere il collasso della funzione d'onda, gli scienziati si servono dei cosiddetti numeri complessi coniugati. Questi complessi coniugati, allorché sono moltiplicati per se stessi, producono sempre un numero reale. Per esempio, dato il coniugato complesso (3+/) (4-/) = 12, il numero immaginario i intende rappresentare lo stato di tutte le possibilità esistenti al di là del contesto spazio temporale prima che abbia luogo un atto di osservazione. A seguito dell'osservazione, e sulla base della condizione di tutti i possibili risultati, si verifica un'azione specifica. Tale risultato, nel contesto della nostra consapevolezza, rappresenta ciò che osserviamo, o il risultato finale, così come ci sembra essere. ACCOGLIERE LA GRAZIA NELL'EQUAZIONE DELLA NOSTRA VITA Tutti i lettori della mia prima opera conosceranno già la storia che mi accingo a raccontare, ma vale la pena di ripeterla, soprattutto perché approfitterò dell'occasione per aggiungere alcune intuizioni quantistiche circa lo strano evento che ne è il fulcro. Erano soltanto le quattro di un mattino terribilmente freddo, in quel di Bozeman, Montana. Il vento soffiava fortissimo, nevi

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96 - La Fisica dei Miracoli cava senza tregua e si stava formando uno spesso manto di neve luccicante. Non era proprio la giornata ideale per farsi le sei ore di strada che mi separavano dalla bella e rustica Missoula. Però i miei contatti da quelle parti mi avevano organizzato un intenso weekend di visite con i clienti. Con ogni probabilità, durante quel fine settimana avrei fatto più soldi che in tutta la settimana precedente, e in quel frangente avevo davvero bisogno di rimpinguare il mio conto. Nella mia precedente carriera di musicista professionista non avevo mai perso un solo lavoro, e non volevo certo cominciare adesso: come si suol dire, "lo spettacolo deve continuare". Infilai pigramente jeans e maglione, poi presi dall'armadio il cappotto più pesante che avevo e gli scarponi da neve. Mentre uscivo, mia moglie mi ricordò: «Stai attento ai lastroni di ghiaccio!». Non avevo mai visto nulla del genere, e non credevo che quel fenomeno potesse davvero materializzarsi sotto i miei occhi. Scrollando le spalle, e sempre deciso a non arrivare all'appuntamento in ritardo, salii sulla mia vecchia auto, avviai il motore e, non senza qualche timore, cominciai a percorrere l'autostrada, che però era deserta. Ne fui contento, perché in quel modo avrei potuto guadagnare tempo, accelerando sui rettilinei. Presi un'andatura sostenuta, anzi eccessiva: 80 miglia all'ora. Così facendo sarei riuscito ad arrivare a Missoula prima del previsto, o almeno così pensavo. Ma appena fuori Butte mi imbattei proprio nel fenomeno a cui mia moglie mi aveva pregato di fare attenzione: le leggendarie, scivolosissime e invisibili lastre di ghiaccio, silenziosamente in agguato sul manto stradale. Non solo me ne accorsi troppo tardi, ma la lastra che era destinata a me si trovava su un ponte ghiacciato, appena fuori l'abitato. Le ruote entrarono in contatto con la patina mortale che si era formata al centro del ponte. Terrorizzato, mi resi conto di aver perso il controllo dell'auto. In preda al panico, tolsi il piede dall'acceleratore e provai delicatamente a frenare, ma stavo andando troppo forte. In quel vecchio modello c'era solo una normalissima cintura di sicurezza. Niente airbag, sistema antibloccaggio delle ruote o 1 Capitolo 8 - Potere del comando o potere del controllo? - 97 moderne diavolerie del genere, per cui, intervento divino a parte, l'incidente che stavo avendo avrebbe potuto rivelarsi fatale. Presi a spingere forsennatamente sul freno in un crescendo disperato, slittando di coda e finendo per puntare dritto su uno dei pilastri del ponte. Qualche secondo prima dell'impatto diedi una occhiata al tachimetro, che mostrava nitidamente la velocità mortale di 65 miglia orarie. Mi trovavo faccia a faccia con la morte, che mi mostrava il suo orribile ghigno. Accettai il mio destino e abbandonai ogni illusione di controllo. Dal profondo del cuore strillai: «Arcangelo Michele, aiuto!», e poi ci fu l'urto, tremendo. Ci fu un lampo accecante di luce blu elettrico - quindi il nulla. Mi sentii galleggiare, come avvolto in una grande bolla blu di energia protettiva, talmente densa che mi avrebbe protetto da qualsiasi possibile trauma. L'arcangelo Michele è il difensore della fede e il protettore degli innocenti. Credo fermamente nel concetto di grazia, anche se forse non avevo mai fatto ricorso alla mia dotazione terrena di tale preziosa qualità. Per qualche misterioso motivo, mi ritrovai ancora seduto all'interno

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della mia auto, che aveva continuato la sua corsa e adesso si ritrovava nel bel mezzo del nulla, in mezzo a un ponte ricoperto di ghiaccio. Ed ero incolume! Infine, dopo diversi minuti, riuscii a riprendermi quel tanto che bastava per fare il bilancio della situazione. Cercai di aprire la portiera dal lato del conducente, ma scoprii che era maciullata e bloccata, cosicché dovetti calarmi fuori attraverso il finestrino. Una volta fuori mi accorsi che tutto l'avantreno era distrutto, fino al lunotto. Nel cuore di una freddissima notte invernale ero solo su una strada deserta e innevata. Nessun altro sarebbe stato così folle da avventurarsi in condizioni del genere. Se la mia auto non fosse stata in grado di ripartire, probabilmente sarei morto lo stesso, perché a quel punto c'erano quasi 15 gradi sotto zero. Mi chiesi se quella tragica fine mi fosse stata risparmiata solo per riservarmene una ancora peggiore: l'assideramento! Rassegnato a far fronte a quelle circostanze, mi arrampicai nuovamente all'interno dell'auto, presi posto al volante e infilai 98 - La Fisica dei Miracoli la retromarcia. Col cuore in gola constatai che le ruote giravano ancora, e con quel po' di presa che riuscivano a esercitaresull'asfalto ghiacciato riuscii a fare dietrofront e ripartii per la mia destinazione, dove giunsi senza ulteriori incidenti e potei mantenere i miei impegni di lavoro. Arrivato il momento di fare ritorno a casa, raggiunsi una stazione di servizio e feci il pieno. Non mi fu peraltro possibile controllare in qualche modo le condizioni generali dell'auto, il cui cofano era talmente accartocciato e straziato che con ogni probabilità non si sarebbe mai più aperto. Visto che affidarmi all'intervento divino fino a quel momento aveva dato i suoi frutti, decisi di tenere duro e mi diressi a casa, implorando tutti gli angeli di restarmi ancora vicino e trasformarsi in meccanici, di modo che la mia auto continuasse a funzionare ancora un po'. Una volta infilato il garage di casa, il motore esalò l'ultimo respiro, qualche secondo prima che girassi la chiavetta. L'auto era ridotta talmente male che non potei fare altro che rottamarla. I miei angeli custodi mi avevano aiutato ancora una volta, e il termine "gratitudine" non esprime tutto quel che provai, e che continuo a provare tuttora! Scivolare su una lastra di ghiaccio a 65 miglia orarie, come accadde al sottoscritto, produce una interessante equazione della coscienza. Se le regole a cui ti affidi sono del genere: «Per un'auto che viaggia a 65 miglia orarie e scivola su una lastra di ghiaccio sbattendo contro un pilone di cemento, la forza d'urto è ulteriormente amplificata», il risultato non può che essere una elevatissima probabilità di lasciarci la pelle, o al massimo di uscirne veramente malconcio. Se però sei sufficientemente flessibile e lasci spazio a una variabile nascosta, come la presenza degli angeli custodi, l'equazione è perturbata al punto da poter includere risultati meno prevedibili. Il mondo reale che ne risulta sarà molto più sicuro e piacevole. La stessa equazione, con una variabile in più, può significare una notevole differenza tra vita e morte, amore perso o guadagnato, suc Capitolo 8 - Potere del comando o potere del controllo? - 99 cesso o fallimento. Ecco perché suggerisco di introdurre nella propria vita una variabile che definirei fiducia nelle cose in cui speri e fede nell'invisibile. Vale davvero la pena di sperimentarla!

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Nel caso specifico di cui ho appena raccontato, i numeri concreti rappresentano la velocità del veicolo, la scivolosità del ponte, il coefficiente di perdita di trazione e la forza dell'impatto. Introducendo però un numero intero immaginario, quell'invisibile i, che in questo caso equivale ad angeli, si ottiene un risultato finale assai diverso. Nella fattispecie quella variabile nascosta rappresenta la qualità della fede nell'invisibile. Capisco che per qualcuno tra i miei lettori credere negli angeli custodi possa costituire un salto quantistico un po' troppo grande, nel qual caso lasciate semplicemente perdere. Qualsiasi nostra credenza include i filtri della nostra percezione. Il modo con cui scegliamo di vedere le cose governa la manifestazione della nostra realtà. Per qualcuno di noi persino l'affermazione: «Sono sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna», pronunciata dal maestro Gesù, può essere utilizzata e significare che Dio è sempre là, pronto a pioverti letteralmente addosso (soprattutto se vivi a Seattle!). Il messaggio è: abbraccia le gocce di misericordia che si trasformano nell'oceano della vita, ama te stesso e trasforma la tua realtà. CAPITOLO 9 Fermi tutti: cos'è appena successo qui? Il principio d'indeterminazione, formulato da Heisenberg, dice che non è possibile misurare simultaneamente la posizione di una certa particella quantistica e il suo momento. Vale a dire che nell'istante stesso in cui monitoriamo la sua velocità perdiamo le tracce della sua posizione. Le mie guide mi hanno dimostrato qualcosa circa i motivi per cui non è possibile identificare simultaneamente la velocità e la posizione di una particella. Ciò che osserviamo attraverso i nostri sensi fisici è basato sulle informazioni filtrate attraverso il passaggio delle percezioni alla mente conscia. L'emisfero cerebrale sinistro analizza i dati grezzi, quindi decide quali siano le informazioni più importanti relativamente alla nostra preoccupazione fondamentale (la sopravvivenza!), e tutti gli altri dati vengono eliminati. Sebbene percepite e registrate, ci sono informazioni che non superano il vaglio del cervello sinistro e restano nascoste nei più profondi recessi del nostro inconscio. La scienza naturale non descrive e spiega semplicemente la natura; essa è una parte dell'azione reciproca tra noi e la natura. Werner Heisenberg La mente conscia funziona come un otturatore: cattura rapidamente immagini e poi le congiunge, così da offrirci un continuum in cui, proprio come al cinema, l'azione non è davvero il fluire di un movimento, ma una serie d'immagini statiche. Quando osser 102 - La Fisica dei Miracoli viamo un oggetto o una informazione, possiamo servirci coscientemente soltanto di meno dello 0,01 percento dello spettro elettromagnetico visibile che può essere catturato dal nostro sguardo. Non possiamo analizzare visualmente più canali d'informazione simultanei, perché il cervello sinistro elabora le informazioni sulla base di una struttura "seriale", un'immagine per volta.

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Ecco perché si dice che siamo in grado di elaborare soltanto 7 (con una differenza di più o meno 2) bit di dati al secondo. Il processo impiegato per l'analisi dei dati sensoriali funziona soltanto in modo lineare; è molto veloce, ma come già detto può offrirci soltanto un'immagine, ovvero una porzione d'informazione per volta. La mente inconscia è invece un multiprocessore, e può prendere in esame milioni di bit di dati nello stesso istante. Però le sue conclusioni non sono normalmente disponibili, almeno non nel nostro stato di coscienza normale. E proprio qui che entra in ballo il problema della misurazione così come posto dalla fisica quantistica. Al fine di analizzare i dati generati dai nostri esperimenti, dobbiamo servirci della mente conscia. L'attenzione esercitata dal cervello sinistro è un processore seriale, e ciò implica che in un determinato istante e in relazione ai dati a nostra disposizione non possiamo mai servirci di più di una prospettiva alla volta. Inoltre, nel momento stesso in cui "osserviamo", coinvolgiamo il processo delle nostre osservazioni con l'oggetto o il soggetto delle nostre percezioni. Si potrebbe dire che la nostra mente cosciente sia come il personaggio interpretato da Jack Nicholson nel film Codice d'onore. La nostra mente conscia dice: «Voglio la verità!». In sottofondo possiamo quasi sentire riecheggiare le parole di Jack con cui l'inconscio si fa beffe di noi: «E una verità di cui non sai servirti!».1 Jack si è sistemato a guardia del confine e, per poter passare dall'altra parte, dobbiamo superare l'ostacolo. Al fine di percepire in modo multidimensionale dobbiamo servirci del multipro 1. The Intemet Movie Database, http://www.imdb.com/charaaer/ch0007463/ quotes. Capitolo 9 - Fermi tutti: cos'è appena successo qui? - 103 cessore dell'emisfero destro del cervello. Peraltro, per poter interpretare i dati ottenuti, dobbiamo necessariamente analizzarli secondo la prospettiva dell'emisfero sinistro. Il principio d'indeterminazione si applica soltanto alla nostra incapacità conscia di osservare contemporaneamente il momento di un oggetto e la sua posizione. Ma la nostra mente inconscia può riuscirci facilmente - restandosene in equilibrio sulla punta di uno spillo e attraverso un numero e una varietà infinita di angeli! Si tratta di una delle migliori argomentazioni a favore della coltivazione degli stati alterati di coscienza. Giacché a livello quantistico l'atto dell'osservazione trasforma l'attività dell'oggetto osservato e poiché siamo composti di schemi di luce, possiamo cambiare gli esiti (e intervenire parimenti sulle informazioni in ingresso) imparando a cogliere la realtà sulla base di una percezione alterata. Penetrare nel mondo della fisica quantistica ha effetti innegabili e drastici. Fa collassare la possibilità in realtà. A meno che non cambiamo il sistema di regole, la realtà che otteniamo è quella in cui non ci sono possibilità che le cose cambino. Ciò è dovuto al fatto che abbiamo predisposto le cose della nostra vita di modo che si conformino al modo in cui pensiamo debbano essere. Ma non è qualcosa che facciamo a livello conscio, bensì a livello inconscio. Peraltro, ciò è azionato consciamente attraverso le modalità con cui osserviamo e percepiamo nella nostra realtà fisica. Effettuando una misurazione a livello quantistico, cambiamo qualcosa in ciò che stiamo misurando. A tale livello l'atto dell'osservazione comporta un cambiamento. Di conseguenza, se osservo qualcosa che mi dà l'impressione di essere "bloccato" o "rigido", non si tratta di un giudizio, ma di una rilevazione. Se compio una misurazione e poi chiedo: «Come sarebbe se fosse diverso?», riesco ad analizzare l'alternativa, invece dell'apparenza, e l'esito può essere assolutamente diverso. E una domanda a risposta multipla, e qualsiasi processo così formulato dà adito alla "condizione di non giudizio".

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104 - La Fisica dei Miracoli Nel 1970 Lizzie James intervistò Jim Morrison, leader del celebre gruppo rock dei Doors, e i due discussero della vita in generale e di come la star aveva scelto di sperimentarla. Quell'intervista fu pubblicata 10 anni dopo la sua morte sulla rivista Creem, in un articolo intitolato "Ten Years Gone".2'3 Eccone un estratto: Il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero. Si baratta la propria libertà per un ruolo. Si barattano i propri sensi per un atto. Si svende la propria capacità di sentire e in cambio s'indossa una maschera. Non potrà esserci alcuna rivoluzione di massa fino a che non ci sarà una rivoluzione personale, a livello individuale. Prima deve avvenire all'interno... Si può ptivare un uomo della sua libertà politica e non lo si ferirà — finché non lo si priverà della sua libertà di sentire. Questo può distruggerlo... Questo genere di libertà non può essere concessa. Nessuno può conquistarla per te.4 Il nostro cuore conosce la differenza tra ciò che è vero e ciò che non è vero. E può riconoscerla perché è l'unica dimensione in cui il giudizio ha un valore. E così che, come si dice nel Vangelo, obbediamo al comandamento: «Giudicate secondo giustizia», giacché non stiamo analizzando. Quando ci basiamo sull'analisi delle apparenze, ci troviamo sempre in una condizione di polarità o dualismo riguardo a ciò che stiamo cercando d'interpretare. Alla fine può essere solo buono o cattivo, bianco o nero, il male o il bene assoluto, angelo o demone, ma non le due cose assieme, o nessuna delle due. E proprio questo il punto di vista a cui in linea di massima si affida la scienza. 2. Citazioni, detti e poesie, presso Litera.co.uk., s http://www.litera.co.uk/ author/jim_morrison/. 3. Lett. «A dieci anni di distanza» (N.d. T). 4. Versione italiana disponibile presso http://www.recensionilibere.splm-der.com/tag/intervista_a_jim_morrison (N.d. T.J. Capitolo 9 - Fermi tutti: cos'è appena successo qui? - 105 COERENZA E DECOERENZA QUALE PERCEZIONE SELETTIVA Il concetto di collasso della funzione d'onda parte dal presupposto che al di là del contesto del tempo e dello spazio ci siano possibilità infinite. Tutto può accadere. Le leggi della probabilità quantistica implicano che l'atto dell'osservazione di un certo fenomeno provoca la sua coerenza con ciò che prevediamo di vedere. Quando viene scelto od osservato uno specifico risultato, tutte le altre possibilità precipitano simultaneamente nella decoerenza, relativamente a quel particolare contesto spazio-temporale. Ciò che non prevediamo di osservare non si verifica. In sostanza, c'è una formula precisa che determina cosa può concretamente manifestarsi nel nostro mondo: sperimentiamo ciò che prevediamo di sperimentare. Quando cominciamo ad allentare il sistema di regole con cui gestiamo le probabilità, iniziano subito a comparire molte altre cose. Il nostro "software di gestione della realtà" viene sottoposto a un aggiornamento percettivo.

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L'ESPERIMENTO DELLA DOPPIA FENDITURA I fisici eseguono un esperimento che ormai è noto ai più, ma che vale la pena di ripetere. Si servono di due fenditure, parallele e sufficienti a far passare un elettrone, quindi inviano un fascio di elettroni alternativamente attraverso una sola delle due fenditure, di modo che vada a impressionare il bersaglio, consistente in una lastra fotografica. Quando poi confrontano le immagini che si sono formate sulle lastre, constatano una distribuzione uniforme di particelle, ovvero esattamente il risultato atteso. Peraltro, se si aprono entrambe le fenditure, gli elettroni sembrano interferire e passare contemporaneamente attraverso entrambe le fenditure, formando così una immagine caratterizzata dall'alternarsi di bande chiare e scure. Per quale motivo? La 106 - La Fisica dei Miracoli presenza di bande scure significa che il fascio di elettroni ha interferito con se stesso, cancellandosi. Le bande chiare indicano invece che le onde si sono moltiplicate, creando un potenziale di somma (fisica classica) che provoca onde più grandi, più ampie e più luminose. Quindi, riassumendo, l'esperimento della doppia fenditura consiste in questo: abbiamo due fenditure, che teniamo chiuse. Poi proiettiamo un fascio di elettroni attraverso una delle due fenditure soltanto, e sullo sfondo c'è un congegno che registra ogni impatto della particella, sulla base di una emulsione (pellicola o lastra fotografica) con cui viene registrato lo schema. Ebbene, la cosa interessante è che aprendo soltanto una fenditura il risultato è esattamente quello che ci si potrebbe attendere: una distribuzione di particelle ben precisa. Quando però apriamo contemporaneamente le due fenditure, succede qualcosa di bizzarro: gli elettroni sembrano dividersi in due e interferire con se stessi, creando uno schema ondulatorio sulla pellicola. Eppure per gli scienziati che stanno osservando l'esperimento, attraverso la fenditura o le fenditure passa soltanto un elettrone per volta. Chiunque abbia dei figli avrà già sperimentato personalmente, nel proprio quotidiano, qualcosa di esattamente analogo. Quando i fisici non osservano il percorso degli elettroni ed entrambe le fenditure sono aperte, concedendo alle particelle libertà di scelta, queste scelgono di comportarsi male. I bambini fanno lo stesso! E così se ne ricava uno schema d'interferenza che si mostra sulla lastra fotografica sotto forma di bande chiare e scure. John von Neumann, celebre matematico, fu chiamato a interpretare i risultati sconcertanti dell'esperimento appena descritto, e giunse alla conclusione che l'unica spiegazione razionale possibile fosse la presenza di una variabile nascosta. Secondo il lavoro di Thomas J. McFarlane, Quantum Physics, Depth Psychology, and Beyond, von Neumann giunse infine alla conclusione che quel fattore x fosse la coscienza umana! In pratica, il motivo per cui il fotone o elettrone interferiva con se stesso Capitolo 9 - Fermi tutti: cos'è appena successo qui? - 107 era che la nostra coscienza (quella di esseri umani) provocava il collasso della funzione d'onda, e ciò produceva la differenza tra la percezione della particella o dell'onda. Per dirla altrimenti, se non ce ne preoccupassimo affatto, o non ci aspettassimo di vedere qualcosa, si comporterebbe come un'onda e potrebbe interferire con se stessa. Peraltro, quando osservato e sottoposto a misurazioni, in base alle quali deve comportarsi in un certo modo, il fotone si conforma

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alle aspettative. Se partiamo dal presupposto che gli esseri umani sono composti di fotoni, l'atto stesso della misurazione provoca il collasso della funzione d'onda e cambia la struttura concreta della composizione del corpo. Quindi, fondamentalmente, il nostro universo è un artefatto. In sostanza, la coscienza è il fattore x che viene trascurato in tutti quanti gli esperimenti, ma che spiega la maggior parte degli effetti osservabili in fisica quantistica. Possiamo immaginare schemi complessi di fotoni che interagendo tra loro formano un unico complesso chiamato funzione d'onda. La costituzione della nostra tendenza percettiva definisce la funzione d'onda della possibilità che possiamo accogliere e accettare come risultato finale. L'onda probabilistica è basata sul nostro modello di coscienza. Ciò significa che se espandiamo il modello della nostra realtà personale, i risultati cambiano, e in modo esponenziale. Tali onde probabilistiche sono potenziali trascendenti, manifestati attraverso la libertà di scelta. Scegliamo le modalità di manifestazione dei fenomeni sulla base del tipo di osservazione praticata. La nostra osservazione, o misurazione, provoca il collasso della funzione d'onda. I fisici sono affezionati a tale termine, di cui si servono per denotare le misurazioni quantistiche, per via dell'immagine di onde diffuse che all'improvviso collassano in una particella localizzata; in pratica accade proprio qualcosa del genere. E quando smettiamo di cercare di realizzare un certo obiettivo che c'è spazio per il cambiamento. Se vogliamo a tutti i costi che qualcosa accada, ci situiamo nella realtà delle particelle in rapporto all'informazione od oggetto in questione. Ma quando 108 - La Fisica dei Miracoli espandiamo la nostra consapevolezza dall'interno del laboratorio del nostro cuore, sfrecciando là fuori, siamo momentaneamente svincolati dai limiti della coscienza e trascendiamo la barriera della dimensione spaziotemporale. Un istante dopo ci stiamo già reintegrando di schianto dalla trascendenza ondulatoria alla realtà abituale fatta di particelle. Una porzione della nostra coscienza, che non è né particella né onda, può occuparsi contemporaneamente delle funzioni d'onda probabilistiche e della realtà fatta di particelle. E a quel punto siamo in armonia con gli angeli e possiamo letteralmente danzare con loro. Via via che ci abituiamo, percepire quell'armonia celeste ci risulta più facile, e con un po' di pratica, la danza si fa più divertente e coinvolgente! Quando provochiamo il collasso della funzione d'onda, è come se una spalmata di possibilità si consolidasse in uno stato ben definito. Quando siamo preda di un dolore, o dobbiamo affrontare un certo problema, potrebbe essere sufficiente renderci conto che le nostre aspettative sono basate su un errore di percezione. Il problema è sempre là, in parte perché partiamo dal presupposto che continui a sussistere, e quindi continua a manifestarsi nello stesso modo, un momento dopo l'altro. Ma nel giro di qualche istante potrebbe essere completamente diverso. Se pensiamo il contrario, è perché la realtà fisica ci sembra immutabile. E questo il presupposto razionale basato su un modello a sistema chiuso. Ma è una menzogna! La nostra esperienza della realtà personale è un sistema completamente aperto. Cambiare il modo in cui percepiamo la realtà trasforma l'oggetto della nostra osservazione, che a sua volta può provocare l'immediata trasformazione del risultato finale! Se ci sembra non cambiare, è perché l'abbiamo predisposto in modo che debba conformarsi allo stato di cose così come pensiamo debba essere. Non è peraltro qualcosa che determiniamo o comprendiamo a livello conscio. E azionato dalla coscienza attraverso il modo in cui osserviamo e percepiamo la nostra realtà

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Capìtolo 9 - Fermi tutti: cos'è appena successo qui? - 109 fisica. Gli schemi percettivi a cui siamo abituati creano il modello da cui deriviamo le nostre esperienze quotidiane. Qui sotto trovate un messaggio inviatomi di recente da uno dei partecipanti a un mio seminario. Il semplice leggere queste pagine vi pone nel campo morfico che caratterizza quel genere di esperienze. Non c'è neppure bisogno di partecipare a un seminario (sebbene sia una esperienza estremamente divertente!). È un esempio di cui mi servo volentieri, proprio perché è simpatico e istantaneo! Mi sono recato al primo seminario dietro suggerimento della mia amica Suzanne. L'avevo incontrata meno di un mese prima e avevamo discusso a lungo della faccenda. Avrei potuto permettermelo? In sostanza, serviva davvero a qualcosa? Alla fin fine avevo deciso di andarci, e ancora non sapevo che non me ne sarei mai pentito! Il venerdì sera, dopo aver visto un bel po' di gente finire a gambe all'aria sul palco ed essermi chiesto dove fossero "andati", ho incontrato il dottor Bartlett. Si è avvicinato e si è subito accorto della mia scoliosi. Nel giro di qualche secondo ho avuto la netta impressione che la mia colonna vertebrale uscisse dal mio corpo - proprio così: mi è sembrata saltar fuori e quindi tornare al suo posto completamente diversa. Dopo aver posto che alcuni degli organi interni erano schiacciati nella mia cassa toracica, che i polmoni non funzionavano al massimo della loro capacità e che le anche erano disallineate, il dottor Bartlett mi ha chiesto come mi sentissi. Dal momento che ero ancora convinto che cambiamenti del genere non potessero accadere nel giro di due minuti, ho provato ad allontanarmi. Ma non ha funzionato come pensavo, perché le mie gambe sembravano di gelatina. Dopo aver imparato a camminare con la mia nuova colonna vertebrale (e aver fissato stupito allo specchio quella che prima era una curva rovinosa) sono tornato a casa con un gran sorriso sulle labbra. Il giorno seguente ho incontrato un bel po' di persone straordinarie e ho capito che molte delle cose di cui avevo sempre sospettato l'esistenza erano assolutamente vere, e che 110 - La Fisica dei Miracoli ci sono sempre modi per quantificarle. E mi è bastato un altro giorno ancora per capire che non c'è neppure bisogno di quantificarle, perché ci sono e basta! Fino a oggi ho praticato l'Energetica della Matrice su varie persone, con risultati incoraggianti. Il mondo mi sembra completamente diverso, come del resto credo sia accaduto a molti altri dei partecipanti. Partecipare a uno di questi seminari è la miglior cosa che possiate fare per voi stessi, per i vostri amici e per la vostra famiglia. Se avete ancora dei dubbi, lasciate perdere, non esitate: ANDATECI! Quell'esperienza vi trasformerà in modo meraviglioso! CAPITOLO 10 Far collassare l'onda

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Quando osserviamo, facciamo collassare l'onda elettronica, che si localizza in un certo posto. Mentre non stiamo osservando, la funzione d'onda si diffonde assumendo una condizione di possibilità trascendente. Ed è per tale motivo che chiedo di discendere, e passare dalla testa al cuore, e penetrare in uno stato alterato di coscienza. Definisci l'intenzione: «Vorrei che ciò cambiasse!». E tutto, non c'è bisogno di fare altro. Quando, anche per un solo istante, ci predisponiamo all'emozione di un nuovo esito, quell'emozione di apertura motivata può rappresentare una preghiera quantistica. E infine lascia andare: abbandona lo spaziotempo, anche se per una frazione di secondo soltanto. Sarai di ritorno un istante dopo, ma la tua esperienza della realtà potrà essere completamente cambiata. Quando scegli di osservare la tua vita secondo una prospettiva estremamente più ampia, fai collassare gli schemi ondulatori della tua esistenza, la "stessa vecchia storia", in una nuova dimensione del possibile. Tale gesto creativo di Volontà Divina Elevata, combinato con il potenziale illimitato di cui è depositario lo spazio Sacro del Cuore, può tradursi nella codificazione e nascita di una nuova persona! LA FUNZIONE DELLA PROBABILITÀ PONDERATA La fiducia è il cuore della saggezza. Quando ci concentriamo su ciò che potrebbe accadere, ciò si trasforma in una funzione di probabilità ponderata, generata e sostenuta dal modo in cui abbiamo scelto di osservare le cose. La consapevolezza, filtrata 112 - La Fisica dei Miracoli tramite il mezzo delle nostre credenze, finisce per generare l'esperienza. Nessuno può però osservare lo stesso evento nel medesimo modo. Ci troviamo a osservare la realtà dall'interno. Se non ci piace la piega che sta prendendo la nostra vita, non dobbiamo fare altro che rinunciare al bisogno di controllarla. Dimoriamo nel centro del nostro cuore e affidiamoci senza esitare a qualsiasi guida ci giunga da quella condizione di equilibrio. A mio parere tale concetto chiave è perfettamente rappresentato da queste due citazioni del nuovo testamento: Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Marco, 3:25 Nessuno può servire due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e mammona. Matteo, 6:24 Le nostre credenze sulla realtà e sulla vita possono renderci schiavi del genere di esperienze che tendono a produrre. Quando ci concentriamo sul nostro dolore, sui nostri problemi o sulle malattie, escludendo ogni altra possibilità, sono questi i nostri padroni assoluti. Se vogliamo approfittare dalla saggezza del Maestro, dobbiamo decidere chi vogliamo realmente servire e farne la nostra realtà. Quando espandiamo il campo delle nostre aspettative in modo che ci sia spazio anche per un miracolo, non siamo più schiavi delle strutture delle nostre creazioni precedenti. Possiamo scegliere daccapo.

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È necessario che comprendiamo che, a livello fondamentale, la dimora dei nostri atomi, cellule ed elettroni è fatta di luce. E questa la composizione del nostro corpo fisico. Quando concentriamo la nostra attenzione in modo che includa soltanto la sfera dei nostri problemi e il contenuto del nostro corpo fisico, escludendo ogni altra possibilità, ci troviamo nella condizione dualistica di servire due padroni. Per poter trasformare l'esito od ottenere un miracolo dobbiamo semplicemente mollare la presa, almeno per un istante. Permettiamo alla realtà fondamentale, la cui natura è luce, d'illuminarci completamente. Così facendo possiamo ridefinire la struttura della realtà. Servire la luce significa servire l'infinito. Il maestro Paramahansa Yogananda ha commentato gli insegnamenti del Cristo nel suo Autobiografia di uno Yogi. Ecco come descrive la sua esperienza della luce dell'Interezza: Il mio corpo fisico si fece più leggero... Mi sentii come galleggiare... Il mio corpo senza peso si spostò lentamente... a sinistra e a destra. Mi guardai intorno nella stanza: mobili e pareti erano quelli di prima, ma la quantità di luce si era intensificata al punto che non riuscivo più a scorgere il soffitto. «E questo il meccanismo dello spettacolo cosmico», disse una voce... «la tua forma non è nient'altro che luce!». Contemplai le mie braccia e provai ad agitarle, senza peraltro petcepire alcun peso... Il flusso di luce cosmica che animava il mio corpo sembrava una riproduzione divina dei raggi di luce che vengono emessi dalla cabina di proiezione di una sala cinematografica... E allorché l'illusione di un corpo solido fu completamente dissolta... la mia comprensione che tutti i fenomeni sono fondamentalmente fatti di luce si fece ancor più profonda. Nell'Energetica della Matrice insegniamo una mitologia secondo cui siamo fatti di fotoni. In fisica si procede dividendo progressivamente la materia fino alla dimensione dell'estremamente piccolo. In un tale regno, fatto di particelle virtuali e di funzioni d'onda collassanti, la realtà segue le regole quantisti 1. Paramahansa Yogananda, Autobiografia di uno Yogi, Ubaldini Astrolabio, Roma, 2009. 114 - La Fisica dei Miracoli che, che sono invero assai bizzarre. Ecco perché ci arrendiamo alla conclusione che gli oggetti di dimensioni superiori, come il nostro corpo fisico, siano soggetti soltanto alle leggi della fisica classica, ovvero quelle d'ispirazione newtoniana. Secondo una prospettiva strettamente scientifica in definitiva siamo fatti di atomi. Gli atomi sono a loro volta composti di elettroni, protoni e neutroni. In realtà gli elettroni non orbitano attorno al nucleo, come ci hanno insegnato a scuola. E più corretto definire che seguono orbite probabilistiche. Fondamentalmente manifestano un'unica orbita ben definita attorno al nucleo quando sottoposti a osservazione. Ma si trovano in una nube elettronica. Succede quindi che, nel momento in cui li osserviamo, aspettandoci di trovarli in una particolare orbita, la funzione d'onda

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collassa proprio nell'orbita in cui riteniamo debbano trovarsi. Attenzione: sto pur sempre parlando di ciò che siamo, ovvero dei costituenti della struttura apparente del nostro corpo e dell'ambiente circostante! Procedendo oltre la soglia dell'elettrone ci addentriamo ancor più in profondità in un mini-universo fatto di particelle virtuali, come i muoni e i gluoni, e via dicendo, fino al fotone. Il fotone può manifestarsi sotto forma di onda o di particella (oppure, come avrebbe detto Louis de Broglie, come particella e onda). A questo punto stiamo parlando di luce e informazioni - ovvero proprio di ciò di cui siamo fatti, almeno così come la vedo io. Non sto parlando di zucchero, aromi e altre cose buone, o di serpenti, lumache e quant'altro. Se, a livello infinitesimale, fondamentale, siamo il frutto di un flusso di fotoni, il cui fattore coesivo è la coscienza, perché ciò non dovrebbe essere vero anche a livello macroscopico per il nostro stesso corpo? E allora, lo ripeto per l'ennesima volta, non dimentichiamo che quando misuriamo qualcosa a livello quantistico, lo stiamo cambiando. E definito effetto osservatore. In realtà non possiamo misurare la velocità o la posizione di una particella quantistica senza intervenire e modificarla in virtù dell'atto stesso della nostra osservazione. La domanda che scaturisce spontanea quindi è: attraverso quale lente stiamo effettuando l'osservazione? CAPITOLO I I Il collasso della funzione d'onda nell'esperienza umana Nella tecnica di Energetica della Matrice definita "due-punti", il linguaggio della scienza assume una importanza notevole. Credo anzi che l'Energetica della Matrice non sarebbe mai giunta all'attuale livello di sofisticatezza senza il mio crescente amore per la scienza e in particolare per la fisica. Il processo dei due- punti costituisce uno strumento di valutazione che sovralimenta la nostra capacità di riconoscere in quale contesto possiamo accedere alla griglia del Tutto Ciò Che E. Orbene, quand'è che stiamo effettuando una valutazione? Per esempio quando guardiamo qualcuno negli occhi e comprendiamo se è arrabbiato nei nostri confronti, o magari eccitato o perplesso. Stiamo compiendo una valutazione basata su miliardi di calcoli. Tutta quella complessità può ridursi al semplice essere consapevoli di ciò che stiamo osservando, e restare comunque totalmente complessa. Ed è così che possiamo penetrare nelle griglie di manifestazione senza bisogno di capirne i dettagli. FAR COLLASSARE L'ONDA Sarà opportuno ricordare che due o più sistemi quantistici possono condividere la stessa onda quantistica. In casi del genere si può dire che sono connessi, e si parla allora di "entanglement (o correlazione) quantistico". A livello subatomico siamo costituiti di fotoni ad alta energia; il nostro corpo è costituito di luce e informazioni, mantenuti in schemi ossia onde d'interferenza. \ 16 - La Fisica dei Miracoli Quando connettiamo i due punti, stiamo consciamente osservando la loro correlazione. E un legame che abbiamo creato con la nostra immaginazione. Ciò che immaginiamo a livello del fotone ha

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l'incredibile potere di cambiare tali schemi di luce e informazioni. L'atto stesso di concentrarsi a tale livello, in cui ogni cosa è semplicemente fatta di energia luminosa, provoca un comportamento diverso in ciò che osserviamo. Provochiamo il collasso dell'organizzazione del nostro mondo, basata sulle particelle, trasformandolo in vari schemi, o fronti d'onda luminosa in condizione di entanglement. È qualcosa che accade realmente, che possiamo sentire e percepire. E utile pensare che nel momento in cui eseguiamo la tecnica dei due-punti con qualcun altro ci troviamo veramente in una condizione di entanglement con un diverso aspetto di noi stessi. La nostra esperienza dell'altro non è in effetti identica al modo in cui l'altro sperimenta se stesso, e neppure analoga alla sua esperienza di noi. Si tratta quindi di uno stato di fusione unico, e allorché c'impegniamo per la realizzazione di un tale risultato, disponiamo di una opportunità unica per trasformare la coscienza. Attraverso tale processo non solo provochiamo un cambiamento del soggetto su cui scegliamo di concentrarci, ma trasformiamo anche noi stessi. Attraverso il "non fare nulla" e il non cercare di "aggiustare" alcunché, che rappresentano pur sempre le basi del processo, penetriamo nella condizione della trasformazione. Quando pratichiamo l'arte dei due-punti, scopriamo un nuovo paradigma rispetto a tutto ciò che possiamo fare o contattare attraverso la modalità sensoriale del tatto. Se c'impegniamo a farlo su base quotidiana, cominciamo a cogliere dei frammenti della realtà nascosta e della complessità che si cela dietro il velo degli eventi quotidiani. Non siamo più persone a cui succedono delle cose, ma iniziamo ad assumerci la responsabilità dell'uso creativo dell'energia universale. Capitolo 11 - Il collasso della funzione d'onda - 117 UN COMMENTO SULLA TECNICA DEI DUE-PUNTI Tratto da una intervista radiofonica con il dottor Richard Bartlett:1 Intervistatore: «Dottor Bardett, in che modo lavora con l'Energetica della Matrice nel suo studio?» Richard: «Non mi esprimo in termini di tutela della salute, perché quando si parla di tutela della salute entra in ballo anche la questione della malattia. Si tratta di opposti in equilibrio, e ogni qualvolta mettiamo mano a una estremità della polarità, ovvero a uno dei due poli, stiamo lavorando anche con l'altro. Quindi, se cerco di guarire qualcuno, vuol dire che sto cercando di guarirlo da una malattia. E ogni qualvolta faccio qualcosa del genere, posso usare soltanto i parametri e le capacità di giudizio che verrebbero esercitate in risposta a una certa condizione. Se però rinuncio alla risposta condizionata, alla tendenza a reagire, a un modo di pensare strutturato attorno allo stimolo/risposta, tutto ciò che posso dire è: "Non so cosa accadrà adesso. Mi arrendo, mi lascio andare al presente e abbraccio qualsiasi cosa si manifesti, ritenendola utile e predisponendomi a trarne un insegnamento". Intervistatore: «Come decide in che modo finirà per aiutare una certa persona?» Richard: «Una delle tante cose che insegniamo ai partecipanti ai nostri seminari è essere consapevoli di ciò che stiamo osservando. Che cosa significa nel contesto medico in cui siamo normalmente formati? Significa che quando qualcuno entra nel mio studio e mi dice: "Ho un problema alle ginocchia", e io mi preoccupo delle sue ginocchia concentrandomi su di esse, ciò che vedo è proprio un ginocchio con un certo problema. E allora con ogni probabilità finirò per aggiungere una diagnosi che non fa altro che sovrapporsi a quel particolare 1. Richard Bartlett, "The Music of Your Mind", intervista radiofonica di Maria Frees, Portland, Oregon, 3 maggio 2007.

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118 - La Fisica dei Miracoli problema. Non vedrò nient'altro e quindi, vista la situazione, bisogna solo sperare che sia bravo a trattare le ginocchia! È questa l'unica opzione di cui dispongo realmente. C'è poi l'estremo opposto: qualcuno con un gran male al ginocchio viene nel mio studio, e di certo non risponderò qualcosa del genere: "Anch'io ho un ginocchio!". Se rispondessi così, mi meriterei una ginocchiata nelle parti basse! No, mostrerò il massimo rispetto, prenderò e toccherò quel ginocchio dolorante. E un po' come adottare un doppio atteggiamento mentale. Posso rivolgere la mia attenzione a ciò che nel mio primo libro ho definito "scenario del problema". Ciò è rappresentato dalla condizione dolorosa del ginocchio, dal suo eventuale gonfiore e da tutte le possibili diagnosi e cure, nonché gli eventuali precedenti. Ma nel contempo posso anche mantenere aperta una finestra di consapevolezza e tenermi pronto a cogliere qualsiasi cosa si presenti in quel preciso istante. Ci viene insegnato a concentrarci sulla struttura o materia, cosicché quando prendiamo in esame un ginocchio, il nostro sguardo si concentra unicamente su quello. Cosa può accadere invece se, tutto a un tratto, mentre contemplo il ginocchio identifico uno spazio esterno al ginocchio fisico, circa a una ventina di centimetri di distanza, e mi concentro proprio là? Potrei giungere alla conclusione che le informazioni provenienti da quel punto rappresentano la base su cui voglio iniziare a cogliere i cambiamenti in quello schema. Per dirla altrimenti, verrò attratto da una certa zona e mi concentrerò su di essa, ma ciò non implica che escluderò tutto il resto. Acconsentirò semplicemente per dedicarmi a quella che definisco attenzione secondaria, lasciando che la mia consapevolezza si diriga a ciò che si manifesta, per poi cominciare a lavorare proprio con quello. E un po' come una conversazione. Quando cominci a lavorare in questo modo, interagisci con la situazione che ti trovi ad affrontare e acquisisci consapevolezza degli eventuali cambiamenti. Una volta completata l'azione non devi fare altro che riconoscere il punto successivo che suscita la tua attenzione. Così facendo, e collegando i due, si crea una sintassi specifica, un lin Capitolo 77-11 collasso della funzione d'onda - 119 guaggio che ti consente di accedere al problema senza entrare a far parte della condizione problematica». Intervistatore: «Quindi si tratta davvero di giungere a una espansione di coscienza?» Richard: «Assolutamente! E proprio ciò che insegniamo durante i seminari. Se sei in grado di giungere alla percezione di poter cambiare qualcosa mentre fai ciò che definisco due-punti, se lo senti dentro, personalmente, e soprattutto tutto intorno, sotto forma di potenziale intensificato, ti ritrovi in una condizione in cui non ha realmente importanza ciò che fai, perché avrà comunque un effetto». Intervistatore: «Ok, ma allora cos'è questa tecnica dei due-punti?» Richard: «Hai presente quando prendi i due poli di una calamita, come quelle che si mettono sulla porta del frigorifero, e li avvicini? A seconda del modo in cui lo fai, si attraggono o si respingono. Percepisci questa tensione dinamica nell'aria, tra le due calamite. Tocca un punto di una qualsiasi cosa. Può essere una chitarra, un'auto o un ginocchio. Riconosci quanto possa sembrare bloccato, duro o rigido. Non è necessario che sia doloroso. Anzi, dopo averlo toccato, quel punto apporta una sensazione diversa dal resto dell'area. E questo il primo punto verso il quale decidi di rivolgere la tua consapevolezza.

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Una volta fissato il primo punto, tutto ciò che devi fare è riconoscere qualcos'altro. Ti servi dell'altra mano e ti limiti a farla girare attorno alla gamba, o a un qualsiasi altro oggetto di tua scelta, ma in una zona diversa - non importa dove - finché non trovi qualcosa che sembra rendere il primo punto più duro, bloccato, rigido, oppure finché non hai l'impressione che i due punti si attraggano come calamite. Ecco cosa stavi cercando: adesso l'hai trovato! Ciò che hai appena portato a termine è la fase di misurazione che insegniamo nell'ambito dei due-punti». Intervistatore: «Quindi è una sensazione che sperimenti con le mani?» Richard: «No. La sensazione si presenta sotto forma di un irrigidimento dei tessuti o dell'area sotto la tua mano. Per esempio, L 120 - La Fisica dei Miracoli supponiamo che tu abbia scelto un punto sulla gamba, e sembri leggermente diverso dal resto della gamba. Perché? Lo senti diverso perché stai creando una situazione in cui scegli di cercare qualcosa che sia caratterizzato da una sensazione differente. Ma non è perché è differente, è tutto dovuto alla tua scelta. Poi, subito dopo, fai scivolare l'altra mano sulla gamba o l'oggetto scelto, finché non ti sembra che s'incolli, o quasi, su un punto che sembra in diretto collegamento con l'altro. Si tratta di una valutazione arbitraria, soggettiva, ma comunque ti consente di giocare in una sorta di realtà virtuale. Dopo aver instaurato un contatto tra i due punti, e compreso a livello di fisica quantistica che è proprio l'atto della misurazione a cambiare l'esito della misurazione stessa, lascia andare, molla la presa, come se stessi lasciando cadere un sasso in uno stagno. (In realtà non lasci cadere assolutamente niente!). Immagini semplicemente di rinunciare al bisogno di percepire qualcosa di fisico, e ti limiti a percepire l'onda in espansione tra i due punti. Molti sperimentano una sorta di leggerezza, apertura, incapacità di pensare, gioire, eccetera. C'è anche chi sperimenta emozioni differenti, chi percepisce colori, persone in cui il dolore scompare all'istante e ogni sorta di cambiamenti. Ma com'è possibile? Bisogna considerare che questi due punti non rappresentano soltanto un oggetto fisico. Si tratta semplicemente dei due punti di cui abbiamo deciso di servirci per effettuare una misurazione. Ciò però ci conduce a tutti gli altri punti, e agli oltre 60 miliardi di miliardi di cellule, e a tutti i fotoni relativi, nonché alle emozioni e ai chakra. Ci porta a diretto contatto con la nostra esperienza di esseri umani». Intervistatore: «Quindi se faccio qualcosa del genere, ciò che percepisco è una sensazione di grande calore?» Richard: «Sì, possibile. Il calore è una delle possibili manifestazioni. Voglio semplicemente dire che se lo vedi o lo percepisce come calore, va benissimo. Diventa un effetto osservabile, ed è proprio ciò che stai cercando. Ma non bisogna dimenticare che con questa pratica si vuole lasciare spazio anche agli effetti non osservabili. Per dirla altrimenti, se pratichi i due-punti e percepisci del calore nella tua Capitolo 11 - Il collasso della funzione d'onda - 121 gamba, potresti poi scoprire che è migliorata la ma relazione con il tuo cane, con la ma macchina, o con il traffico sull'autostrada.

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Oppure potresti constatare che i tuoi ricordi cambiano, che le malattie scompaiono, e tutta una serie di altre cose. Perché? Ebbene, ciò è dovuto al fatto che, così facendo, stai interpretando la tua vita sulla base di un insieme di regole diverse. E grazie a tali regole diverse puoi decidere di comportarti come un agglomerato di fotoni, o come luce e informazioni. A tale livello, per trasformare determinate circostanze non devi fare altro che mutare le informazioni che vengono attribuite a quello schema». Intervistatore: «Ma allora è meglio procedere a una visualizzazione relativamente alla forma che lo schema dovrebbe assumere?» Richard: «No, perché quando visualizzi qualcosa, limiti il risultato, nel senso che non potrà esserci nient'altro, a parte ciò che è stato visualizzato. In pratica, l'effetto di una visualizzazione sarebbe quello di mantenerti legato alla dimensione fisica. E ciò t'impedirebbe di far collassare la funzione d'onda di quei fotoni in un nuovo schema. Vedi, ci vuole solo un batter d'occhio per far collassare una funzione d'onda, e un istante dopo tutto potrebbe ritornare alla sensazione precedente. Ma in questo contesto ciò che finisci per riconoscere sono differenze ben definite, talvolta appena percettibili e talvolta molto intense, e ciò indica che sei penetrato in una realtà più vasta. Poi, è tutta questione di pratica. C'è una cosa che non bisogna mai dimenticare: con il due-punti non stai cercando di risolvere un problema. Ti stai piuttosto servendo di tale processo come metafora per la tua vita e per la tua intera esperienza conscia». Intervistatore: «Quindi non ti percepisci soltanto come uno schema di fotoni, ma come uno schema olografico di fotoni?» Richard: «Proprio così! Ti servi del punto che hai scelto quale strumento di misurazione, e l'oggetto della misurazione è qualche aspetto di te stesso. Rifacciamolo! Questa volta pensa a qualcosa di non fisico, un aspetto della tua esistenza che attrae la tua attenzione. Può trattarsi della ma vita sentimentale, dei tuoi affari - qualsiasi cosa occupi la tua mente in questo istante e possa trarre beneficio da una soluzione. Ora 122 - La Fisica dei Miracoli scopri un punto sulla tua gamba che si accordi con tale sensazione. Ma ricordati, non è più la tua gamba: adesso rappresenta la tua sensazione circa la faccenda x, quale che sia». Intervistatore: «Ha importanza con quale mano comincio?» Richard: «No, puoi cominciare con la mano che preferisci. Non è un fenomeno di polarità. In realtà non c'è neppure bisogno di usare le mani. Sto insegnando alla tua mente conscia. Quindi, trova un punto che rappresenti la tua condizione. Puoi dirmi di cosa si tratta?» Intervistatore: «È un mio progetto». Richard: «A proposito di progetti, c'è una cosa che devo dirti: devi farlo diventare qualcosa di più globale di un progetto. Non concentrarti sul singolo esito di quel particolare progetto. Piuttosto rivolgi la tua attenzione alla sensazione che ti procura quel progetto. E adesso trova un punto sulla tua gamba che corrisponda a tale sensazione. È più facile a farsi che a dirsi perché, in realtà, è qualcosa che immagini istantaneamente. Produci la realtà di un certo punto e decidi che sarà quello, e allora non può che essere quello. Adesso non devi fare altro che cercare un secondo punto. Non deve necessariamente essere sulla tua gamba. Potrà anche trovarsi sulla tua scrivania, sul tuo microfono o sul tuo telefono. Un qualsiasi secondo punto andrà benissimo: ciò che conta è che tu percepisca una connessione tra i due punti che hai scelto. Ora immagina semplicemente che all'improvviso riesci a staccarti da tutte le tue preoccupazioni, da tutto quello che ti passa per la mente, e cominci a salire rapidamente in alto, nell'aria, come se ti fossi trasformato in un flusso luminoso senza nessuna preoccupazione al mondo. È qui che cambia tutto. Adesso, tornando indietro e ripetendo la misurazione su quel punto, tenendo a mente la

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situazione a cui pensarvi in precedenza, potrai constatare che le cose saranno cambiate. Cerca di fare un passo indietro e di ricordare che genere di percezione c'era e confrontala con quella attuale. Nella maggior parte dei casi non è più possibile definirla nello stesso vecchio modo, oppure la percezione è molto più aperta e vasta, o capita persino che non sei in grado di descrivere ciò che stai percependo». Capitolo 11 - Il collasso della funzione d'onda - 123 Intervistatore: «Nel mio caso sembra tutto più fresco, come un bel bicchiere di acqua gelata mandato giù durante una giornata calda». Richard: «A me succede spesso la stessa cosa. E come se il mio cervello fosse attraversato da una ventata di aria fresca. E una sensazione molto fisica». Intervistatore: «Inoltre, mi sento più leggero e luminoso». Richard: «Adesso acquisisci consapevolezza delle tue sensazioni, riconoscile. Distogli la tua attenzione dal punto e portala semplicemente alle tue sensazioni. Che te ne pare?» Intervistatore: «Be', sento decisamente una grande positività, un notevole ottimismo. E una sensazione favolosa». Richard: «Ora lascia che si espanda al di là del tuo corpo fisico e rivolge la tua consapevolezza alle sensazioni dello spazio intorno a te. Quindi cerca un punto della tua sedia che appaga la ma attenzione. Ma non fare nient'altro. Ti sembrerà duro, o magnetico, o in qualche modo attrarrà semplicemente la tua attenzione. Poi cerca un altro punto, forse in un angolo del tuo corpo, potrebbe essere la tua spalla o il petto. Fai in modo che corrisponda alla sensazione della sedia. In altri termini, identifica questi due punti e trova la sensazione che li fa sentire correlati. E davvero semplice. Non distogliere la tua attenzione da questi punti. Lascia andare la ma coscienza, lasciala semplicemente espandere nell'universo. E proprio questo ciò che definiamo il collasso della funzione d'onda, perché si tratta esattamente di ciò che succede. Se adesso tocchi la ma sedia, la sensazione sarà bizzarra: sperimenterai una sorta di espansione. E molto difficile da descrivere, ma talvolta è così che viene definita dalla gente che partecipa ai miei seminari». Intervistatore: «In realtà questa sensazione bizzarra è a livello delle mie mani. In effetti non stavo toccando nessun punto particolare: le mani erano a mezz'aria, a qualche centimetro di distanza dai punti scelti». Richard: «Perfetto! Non devi toccare un bel niente. Puoi misurare punti che non esistono affatto, perché nella dimensione quantistica non c'è nulla di tutto ciò. Stai semplicemente confezionando la ma 124 - La Fisica dei Miracoli esperienza dell'universo esteriore per poi riprodurla nel tuo cervello. I tuoi occhi funzionano come rivelatori di caratteristiche e fattezze, in seguito nel cervello si forma un riferimento olografico alla realtà esteriore. Alcuni dei fisici che sono particolarmente "fuori" dicono proprio che "là fuori" non c'è niente da misurare». Intervistatore: «L'aspetto interessante della faccenda è che le mie mani avvertono ancora qualcosa di particolare, come se avessi manipolato energie sottili».

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Richard: «Devi renderti conto che non si tratta di far scorrere dell'energia, e che non è nemmeno così sottile come sembra. Prova a espandere tali sensazioni e ti accorgerai, per esempio, di quale sia la sensazione a livello del tuo alluce sinistro in relazione a questa particolare esperienza. Finché qualcuno non ti dice di concentrarti su quello, potresti non accorgertene. Ma in realtà gli effetti si manifestano ovunque, nel tuo mondo». Intervistatore: «Davvero affascinante. E poi, ragazzi! Questa tecnica s'impara davvero facilmente!». Richard: «Sì, è davvero semplice, è un po' come giocare, giocare spensierati come bambini. Anzi, se il tuo atteggiamento è proprio quello di un bambino, la tua consapevolezza sarà molto più vasta e i risultati più profondi. I bambini lo capiscono al volo. Di recente ha partecipato un mio seminario un famoso professore universitario, un oncologo. Era molto scettico, almeno inizialmente. L'ho fatto salire sul palcoscenico e ho praticato i due-punti. Si è ritrovato in una condizione di perdita di coscienza, senza avere poi un'idea di ciò che gli fosse appena accaduto, e l'intero auditorio, composto di 140 persone, ha percepito una sorta di spazio sacro. Vedi, quando costruisci una realtà del genere, e lo fai nell'ambito di un gruppo, si trasforma in una esperienza sacra di realtà non ordinaria. Assume una dimensione assolutamente sacra, direi sciamanica, ma è anche qualcosa di molto fisico, estremamente riproducibile, nonché osservabile per quanto concerne gli effetti fisici. In parole povere, puoi veder sparire una scoliosi o il Capìtolo 11 - Il collasso della funzione d'onda - 125 mal di testa. C'era una mascella bloccata e all'improvviso riprende a muoversi. Talvolta anche tumori o altre malattie svaniscono, all'istante o nel giro di qualche tempo. E così che succede. Puoi osservare soltanto le cose che riesci a vedere. Ma ci sono cambiamenti che non puoi vedere e che nondimeno hanno luogo, e probabilmente si tratta dei cambiamenti più significativi». Intervistatore: «Il tempo a nostra disposizione è finito. Potresti per favore riassumere in una sola frase che cos'è l'Energetica della Matrice?» Richard: «La trasformazione ha luogo quando rinunci alla necessità di far succedere qualcosa». RIASSUNTO DELLATECNICA DEI DUE-PUNTI 1. Localizza un punto del tuo corpo, o di quello di un partner, che al contatto percepisci bloccato, irrigidito, indurito. 2. Trova un secondo punto che, quando messo in relazione con il primo che stai ancora toccando, rende la sensazione derivante dal rapporto tra i due punti ancor più tesa, come se tra le due aree ci fosse un'attrazione magnetica. 3. Realizzando un collegamento in qualche modo arbitrario tra questi due punti puoi effettuare una sorta di misurazione. Ricorda che secondo la teoria quantistica non puoi osservare alcunché senza interagire con esso, in base a ciò che viene definito "entanglement". L'atto stesso dell'osservazione della connessione tra questi due punti sulla base della tua sensazione/immaginazione produce tale effetto. Le informazioni si mischiano e in pratica fanno collassare l'onda della materia/coscienza che hai scelto di osservare e con cui stai interagendo. 4. Adesso cerca di cogliere la differenza. Probabilmente l'area tra i due punti ti sembrerà meno tesa e rigida. Potresti anche constatare cambiamenti a livello della respirazione; tu o il partner con cui stai praticando potrete sperimentare calore o una improvvisa vam

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L 126 - La Fisica dei Miracoli pata. Non è affatto insolito che il corpo cominci a oscillare o a muoversi seguendo il ritmo di una qualche forza primitiva inconscia. Resta alle spalle del tuo partner, perché nel caso sia davvero entrato nello stato che sto descrivendo, potrebbe perdere momentaneamente coscienza. E sarà bene essere pronti ad accogliere qualsiasi manifestazione, compreso riso spontaneo, pianto o altre forme di liberazione emotiva/fisica. I PUNTI CHIAVE DA NON DIMENTICARE 1. Per effettuare una qualsiasi misurazione ci vogliono almeno due punti. 2. Per poter imparare qualcosa di nuovo bisogna cominciare con il riconoscere le differenze. 3. Acquisire consapevolezza dei cambiamenti avvenuti contribuisce alla sospensione del giudizio critico e fornisce lo spazio necessario per la creazione di un nuovo percorso di minima azione. (In altri termini, stai creando una nuova attività che con la pratica si trasformerà in una nuova capacità). Ecco un esempio di come è stata corretta una situazione di dolore fisico applicando i due-punti a un soggetto che partecipava per la prima volta a un seminario di Energetica della Matrice: Ho partecipato a una conferenza al JFK di New York lo scorso ottobre. Non ero affatto certo di ciò che avrei tratto da quell'esperienza, ma speravo di poter aiutare mia moglie a guarire il problema alla sua spalla, che la totmentava da oltre sei mesi (estrema rigidità e dolore). Dopo il primo trattamento si è ritrovata all'80%, e l'effetto è stato istantaneo! Inutile dire che quel risultato l'ha entusiasmata. Un risultato straordinario che da solo è valso la fatica del viaggio! JS Capitolo 77-11 collasso della funzione d'onda - 127 Due-punti, tecnica di base: misurazione di punti sul corpo (in questo caso sulle spalle). Controllo del moto relativo nei punti sulle spalle. Acquisisco consapevolezza di ciò che sto osservando. 128 - La Fisica dei Miracoli Due-punti, tecnica di base sul corpo. collasso dell'onda. Gli effetti fisici sono evidenti.

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Capitolo 11 - II collasso della funzione d'onda - 129 L'esperienza della trasformazione istantanea. L'esperienza della trasformazione istantanea (seguito). 130 - La Fisica dei Miracoli A questo punto il suo mondo è alla rovescia! «Caspita! Che ondata di energia! Ricominciamo!» Capitolo 77-11 collasso della funzione d'onda - 131 Esempio di due-punti praticati esternamente al corpo. Il passaggio nella condizione della Matrice. 132 - La Fisica dei Miracoli Esperienza di una profonda alterazione di coscienza. Due-punti, tecnica di base per un problema alla spalla. Capitolo 77-11 collasso della funzione d'onda - 133 Il soggetto comincia a sentirsi meglio.

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Profondo rilassamento con concentrazione sul cuore. 134 - La Fisica dei Miracoli Esempio di tecnica dei due- punti praticata su un manichino da agopuntura per un trattamento a distanza. Due-punti, questa volta la tecnica viene esercitata espandendo il campo del cuore. Capitolo 77-11 collasso della funzione d'onda - 135 Due-punti esercitata su un sostituto del soggetto per dimostrare il trattamento a distanza. Due-punti per il campo energetico della zona pelvica. 136 - La Fisica dei Miracoli «Partita in 60 secondi soltanto!» Capitolo 77-11 collasso della funzione d'onda - 137 Un giorno di lavoro come un altro (ovvero uno dei miei seminari). La cerimonia di consegna dei diplomi di praticante master. CAPITOLO 12 Osservare e avere fiducia in ciò che si manifesta nel momento

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Quando effettuiamo una misurazione, nella maggior parte dei casi esprimiamo un giudizio su ciò che stiamo misurando. Cerchiamo di analizzarlo, di ricavarne un significato. Ci sforziamo d'inquadrarlo in modo che corrisponda alla nostra percezione del funzionamento del mondo reale. Ma c'è anche qualcosa che viene definito "percezione innocente". Attraverso la percezione innocente, ovvero la pratica degli schemi di percezione, acquisiamo semplicemente consapevolezza di qualsiasi cosa si manifesti. Siamo abituati ad aspettarci che nei fenomeni ci siano sempre una causa e un effetto, e che se facciamo una certa cosa, ne accadrà sicuramente un'altra, mentre se ce ne asteniamo, il risultato sarà diverso. In tutto ciò non c'è nessuna logica, eppure è proprio questa la logica a cui abbiamo scelto di attenerci. La nostra esperienza della realtà, comunque vogliamo definirla, consiste in ciò che siamo in grado di osservare e determinare. Ciò non implica però che non possiamo fare esperienza di qualcosa di esterno ai confini della nostra realtà. Significa invece che per poter godere di una certa esperienza dobbiamo semplicemente passare a una modalità di osservazione differente, il che è assolutamente ovvio. Una delle cose che intendo insegnare con questo mio libro è proprio acquisire consapevolezza di ciò che si sta osservando. Non mi sto riferendo alla comune capacità di riconoscere ciò che pensiamo di dover osservare o pensare. Per ora non intendo rivelare quale sia l'obiettivo del gioco, mi limito a chiedervi di rielaborare, sulla base di una prospettiva rinnovata, le modalità con cui acquisiamo informazioni dall'ambiente circostante. 140 - La Fisica dei Miracoli Se osservo una persona nel punto esattamente a metà tra gli occhi, ma il mio sguardo va oltre, superando di un bel po' la sua forma fìsica, finirò per prestare attenzione. Osservando senza mettere perfettamente a fuoco potrò chiedermi qualcosa del genere: «Che cos'è che, seppur inconsciamente, sto osservando in quel punto?». E allora dovrò fidarmi delle informazioni che ricevo e considerarle utili e pertinenti a quel preciso istante. E sarò più che convinto che è giusto fidarsi. Quindi mi propongo di osservare una certa cosa, vado oltre, sento, ed ecco... e ciò mi permette di accedere ad altre possibilità. Se nel momento in cui sto osservando il petto di una persona i miei occhi si dirigono invece a terra, o se l'attenzione si rivolge spontaneamente al suo orecchio, o all'acconciatura, o qualche caratteristica luminosa, devo accettarlo e fidarmi. In tal modo posso accedere ad altre realtà. Quando cominci a praticare in questo modo, in sostanza ti codifichi per poter sperimentare in modo diverso la tua realtà e cominci a cogliere sempre più informazioni, quelle che normalmente non sono accessibili al tuo apparato sensoriale, almeno finché la tua priorità non è quella di prestare semplicemente attenzione. Con ciò intendo dire che se vogliamo accedere a cambiamenti straordinari dobbiamo trovare qualcosa che attragga la nostra attenzione. È un processo nel quale ci affidiamo alle nostre percezioni e lasciamo che la nostra consapevolezza si diriga laddove l'attenzione è stata attratta. E ciò che chiamo misurazione. In pratica ci consentiamo di acquisire consapevolezza di qualcosa che si manifesta in questo preciso istante, e quello diventa il primo punto. La misurazione della sensazione, espressione o quant'altro da cui si origina un nuovo riferimento, può costituire il secondo punto. Io non so mai di cosa si tratterà, nessuno lo sa, e quando pratichi non ha importanza. E una sorta di accordo segreto, basato unicamente sul "contatto visivo" e sulla "necessità fondamentale di acquisire informazioni". Il semplice introdursi in uno spazio in cui ogni aspetto dell'esistenza può essere diverso, ci apre a nuove possibilità e ci consente di accedervi. Vogliamo

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Capitolo 12 - Osservare e avere fiducia in ciò che si manifesta sul momento - 141 trovarci in una dimensione in cui le cose possono manifestarsi in modo diverso, invece di ottenere il risultato che finiremo inevitabilmente per osservare sulla base delle nostre aspettative abituali. Peraltro, non dovremmo preoccuparci esageratamente di ciò che in apparenza elude la nostra attenzione conscia. Immagino che qualcuno dei lettori sarà perplesso, e forse si starà ponendo delle domande, con ogni probabilità relativamente a quanto possa esserci di vero nelle mie parole. Va benissimo così: una sorta di scetticismo rilassato costituisce sempre un atteggiamento mentale sano. Ciò che conta è abbracciare la sensazione del non-conoscere, perché è proprio quella la fonte del potere. Quando rinunciamo alla necessità di sapere o di fare, provochiamo il collasso della funzione d'onda della situazione problematica, che si trasforma in risposta invisibile. A quel punto facciamo precipitare in noi l'oggetto o la condizione auspicata. Se gli esiti del nostro agire fossero sempre predeterminati dalle nostre aspettative consce, dove potremmo mai trovare uno spazio libero in cui far accadere un miracolo? Il dottor Hector Garcia, oltre essere un intimo amico, è anche praticante master certificato di Energetica della Matrice, nonché istruttore certificato del metodo Yuen. Si serve delle sue capacità uniche per un esame medico intuitivo con cui agevola i diversi sistemi energetici del corpo. Ecco cosa dice a proposito del "riconoscere ciò che si sta osservando": Acquisisco consapevolezza delle cose a livello della mia mente, e poi proietto tale consapevolezza sull'ambiente esterno. Sto cominciando a fare proprio ciò che spiega Richard, permettendomi di "acquisire consapevolezza di ciò che osservo procedendo dall'esterno". Dal momento in cui ho preso a servirmi di questo principio, ho cominciato a interagire con qualsiasi cosa attragga la mia attenzione o si manifesti nella mia realtà. Per qualche motivo ricevo molte visite di ammalati di tumore o di forme di escrescenze. Nel caso di un paziente con un turno 142 - La Fisica dei Miracoli re, comincio col calibrare le mie energie. Per calibrare intendo toccare il paziente sul corpo, nel punto in cui si è sviluppato il tumore, e fare di quel primo contatto la base della pratica dei due-punti. E un punto di misurazione od osservazione. Quindi vado alla ricerca di un secondo punto che mi restituisca la stessa sensazione di rigidità o di blocco di cui parla Richard quando spiega i dettagli della tecnica. Questo secondo punto non dev'essere necessariamente fisico, ma può rappresentare anche una struttura energetica o un concetto. Per esempio, potrei voler sapere se mi sarà possibile calibrare l'energia del tumore nel corpo del paziente. Ho potuto constatare, tramite la mia esperienza, che fenomeni come un tumore, sebbene possano essere osservati direttamente attraverso risonanza magnetica, raggi X o un altro metodo diagnostico, hanno in realtà tra le loro cause fondamentali uno specifico pattern energetico in una delle tre fonti primarie. Come localizzare l'origine dell'energia Un tumore, così come qualsiasi altra patologia di cui mi occupo, può avere origine nel corpo, ovvero avere una origine fisica e l'energia ben centrata nel corpo fisico. Quando giungo a una tale conclusione, so che se viene effettuato un test diagnostico, si potranno trovare le controprove cliniche di quanto ho osservato. La seconda possibile origine di uno schema come quello del tumore

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può essere qualcosa che sembra emergere dal corpo. In una situazione del genere il tumore ha assunto la sua manifestazione fisica attraverso i processi corporei interni. Ciò significa che all'origine del problema c'è qualcosa d'interno, che può essere di carattere genetico, oppure uno schema nella stirpe ancestrale della madre o del padre. Potrebbe essere il prodotto di uno schema di credenze abituale o anche la combinazione di fattori genetici, emotivi e fisici. Il terzo tipo di schema con cui mi ritrovo a lavorare è una patologia che si scarica sul corpo ed è all'origine delle sofferenze del paziente. Questo schema specifico può essere il prodotto di una tossina o di un Capitolo 12 - Osservare e avere fiducia in ciò che si manifesta sul momento - 143 veleno, qualcosa assunto dall'ambiente esterno. Ma può anche trattarsi di un trauma esterno che ha colpito il corpo, talvolta anche in un passato lontanissimo, mettendo in moto un processo che alla fine ha portato alla formazione di un tumore o di un'altra patologia. Volendo analizzare la questione da un punto di vista più esoterico, un tumore, così come qualsiasi altra patologia, è uno schema che può scaturire dall'essersi nutriti di credenze tossiche, provenienti da un'altra persona o dalla società in generale — potrebbe per esempio trattarsi del credere che una certa porzione della popolazione sia statisticamente più vulnerabile a un certo tipo di malattie o disturbi, e ciò relativamente a fattori come la razza, il sesso, la genetica, le abitudini alimentari, l'atteggiamento mentale, fattori culturali, eccetera eccetera. Tali credenze, le cosiddette prove scientifiche, possono in certi casi trasformarsi nel terreno fertile in cui un tumore o altre patologie si radicano e giungono infine a manifestarsi. E IN UN BATTER D'OCCHIO GIUNGI ALL'INTEREZZA DELL'ESSERE Il punto di vista della fisica quantistica può portarti alla più assoluta integrazione con la dimensione delle possibilità magiche. Quando penetri nel campo unificato del cuore, anche se soltanto per un brevissimo istante, puoi giungere all'interezza. E questo il modo in cui malattie, tumori, fobie e altre patologie e propensioni limitanti possono cessare di esistere in virtù della tecnica in due-punti. Quando smetti di attribuire importanza a certe cose, talvolta scompaiono all'istante! CAPITOLO 13 Il momento di cambiare Nel 1837 Sir William Hamilton, matematico, astronomo e fisico, ipotizzò in una raccolta dei suoi lavori che fosse possibile formulare una scienza del tempo puro, giacché è risaputo che le unità fondamentali del tempo utilizzate in campo scientifico sono arbitrarie. Che cosa significa? Che sono una nostra invenzione! Potrebbe persino essere possibile riformulare tutta la scienza basandosi su una singola unità: il tempo. ILVIAGGIO NELTEMPO QUALE ESPRESSIONE DELLA COSCIENZA QUANTISTICA Come misuriamo il tempo? Ciò che misuriamo è in realtà la diffusione dell'energia elettromagnetica nell'ambito di una certa distanza, e la distanza moltiplicata per la forza ci dà la

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nostra misura del tempo. Ciò dimostra la verità dell'affermazione di Hamilton. La cosa è ancor più bizzarra se consideriamo che il tempo, dal punto di vista della meccanica quantistica, non è osservabile. In quella realtà non esiste affatto. Einstein disse che il tempo è ciò che viene misurato dagli orologi, e fece collassare il tempo nello spazio-tempo. Spiegò che i due dovevano collassare insieme. Nella fisica, il termine matematico del tempo può essere "inserito" sia in una direzione sia nell'altra, e l'equazione funzionerà altrettanto bene. Ogni qualvolta le equazioni esibiscono questa particolare simmetria speculare, gli scienziati preferiscono ignorarla. Spesso commentano: «Be', si tratta semplicemente di un artefatto, prodotto dal modo in cui viene presa in esame». E se 146 - La Fisica dei Miracoli così non fosse? Potrebbe trattarsi di un indizio, e indicarci che forse, in qualche modo insospettato, possiamo davvero muoverci avanti e indietro nel tempo. Se l'equazione funziona in ambo i sensi, teoricamente potremmo trovar modo di trarne vantaggio. I fotoni possono muoversi avanti e indietro nel tempo. Un'onda di fotoni che procede in avanti nel tempo rappresenta la cosiddetta "onda avanzata", mentre quella che procede a ritroso nel tempo è un'"onda ritardata". Il punto in cui queste onde di fotoni a coniugazione di fase s'intersecano origina il momento presente. Perché mai possediamo una porzione del cervello che viene definita lobo temporale? Fred Alan Wolf, scrittore, studioso indipendente e ricercatore nel campo della fisica e della coscienza, teorizza che ciò possa avere qualcosa a che fare con il viaggio nel tempo. In sostanza, Wolf ha affermato che la macchina del tempo esiste ed è il nostro cervello. II momento presente è adesso. Ciò che definiamo esperienza lineare del tempo è semplicemente energia elettromagnetica dissipata in un certo volume di spazio - o almeno così lo spiega Tom Bearden, Tenente Colonnello in pensione che ha contribuito alla progettazione del Motionless Electromagnetic Generator (MEG - generatore elettromagnetico immobile) e che studia tuttora l'elettromagnetica scalare e la teoria dei campi unificati. Misuriamo la distanza percorsa dall'energia che si sta dissipando e definiamo ciò lo scorrere del tempo, ovvero f'entropia. Il tempo è la modalità con cui misuriamo il lavoro. E ciò che accade via via che l'energia si dissipa. In realtà è proprio questo il lavoro. Orbene, cosa accadrebbe se invertissimo la polarità, o fase del tempo, di modo che l'energia fosse diretta verso il nucleo dell'atomo? Così facendo otterremmo lo schema inverso, ovvero energia negativa, chiamata anche negentropia, ovvero tempo invertito. L'energia negentropica non si dissipa, al contrario si mantiene coerente. Se invertiamo l'energia della malattia, possiamo manipolare le cellule di modo che ritornino al loro stato di coerenza e quindi alla salute. Capitolo 13 - Il momento di cambiare - 147 Quando generiamo una equazione d'onda complessa, elaborata dalla nostra intenzione e potenziata dalla nostra energia elettromagnetica/potenziale percettivo, creiamo un ciclo chiuso che ci restituirà la risposta che abbiamo chiesto. Questa condizione percettiva, o lo schema di energia elettrica personalizzato, può fungere da impulso tramite cui creare e mantenere un potenziale quantistico generato artificialmente. Nel film Ritorno al futuro il professore inventa un congegno che definisce "flusso canalizzatore". Ebbene, tale flusso canalizzatore potrebbe essere stato ispirato da una vera invenzione, il flusso di

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particelle virtuale del vuoto che secondo Bearden potrebbe davvero essere realizzato.1 Quando curviamo lo spazio, ciò influisce sul tempo e lo cambia relativamente. Però ciò implica anche la presenza di spazio e tempo negadvi, e questa energia potrebbe rappresentare l'insieme delle informazioni presenti nel vuoto. Quando generiamo una unità di tempo negativo, in pratica esso procede a ritroso e ciò produce una concentrazione di energia, anziché la sua dissipazione. Le forze dell'entropia (misurata in unità di tempo positivo, "concreta" energia elettromagnetica «EM») e della negentropia (misurata come tempo negativo, ovvero che procede a ritroso nel tempo, una energia "virtuale" o potenziale) sono manifestazioni appaiate. Tali forze appaiate rappresentano lo yin e lo yang dell'universo. Possiamo accedere a tale energia dello spazio-negativo e del tempo-negativo e servircene per curvare lo spazio-tempo locale. Ciò che non è possibile nell'ambito delle leggi della fisica classica, con tutti i loro limiti, può quindi essere aggirato. Quando applichiamo i concetti della negentropia, ovvero le onde a flusso temporale invertito, cominciamo a realizzare un modello scientifico per invertire il processo dello stato patologico. Possiamo anche introdurre in questo vaso alchemico il potenziale di realizzazione di modelli o meccanismi di coscienza tramite cui eseguire funzioni o compiti specifici, ed è proprio 1. http://www.scribd.com/doc/29319790/Tom-Bearden-The-Final-Se-cret-of-Free-Energy (N.d. T.). 148 - La Fisica dei Miracoli così che la Fisica dei Miracoli può essere compresa e riprodotta. Personalmente sono sempre propenso a portare le cose al livello successivo, indipendentemente da ciò che possa rappresentare. Far collassare la funzione d'onda della situazione problematica consente la manifestazione dei miracoli. ILTEMPO NEGATIVO, LO SPAZIO NEGATIVO E VICTOR Mio figlio Victor si prese la varicella quando aveva circa tre anni. All'epoca avevo appena ascoltato una conferenza del Tenente Colonnello Bearden (era ancora in servizio). Non avevo capito una sola parola di ciò che aveva detto, ma in qualche modo aveva aperto una breccia nella mia consapevolezza. Qualcosa mise radice in me, facendo maturare una certezza. Mentre pensavo alla salute di mio figlio, mi venne in mente: «Tempo negativo, spazio negativo». Non feci nient'altro. Formulai soltanto un altro pensiero: «Torna da dove sei venuto», rivolgendo quello schema di coscienza al virus della varicella. Nel giro di un'ora Victor non mostrava più alcun segno della malattia. Erano completamente spariti sia la febbre sia il naso gocciolante, e lo stesso vale per le pustole: una guarigione istantanea! Scientificamente la mia spiegazione dell'accaduto è che avevo penetrato il potenziale d'onda scalare dell'ondaportante (mi dilungherò sulle onde scalari in seguito) provocando una inversione istantanea. VIAGGI NEL TEMPO Servendoci della tecnologia della coscienza messa a disposizione dall'Energetica della Matrice, come i viaggi nel tempo, possiamo intervenire sulle origini di molti schemi patologici invertendone il corso. Per esempio, possiamo "rivisitare" le

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Capitolo 13 - Il momento di cambiare - 149 esperienze formative dell'infanzia senza rivivere o replicare le memorie delle cariche emotive precedenti e i traumi inerenti. Possiamo imparare a cambiare gli schemi ondulatori della nostra coscienza, così da tornare a un presente in cui ciò che ci accadde nell'infanzia non avrà più alcuna importanza. Le possibili applicazioni sono davvero infinite. PROCEDURA PER UTILIZZARE LA TECNICA DIVIAGGIO NELTEMPO DELL'ENERGETICA DELLA MATRICE Grazie a questo esercizio è possibile percorrere alcuni dei passaggi obbligati per servirsi del viaggio nel tempo con un'altra persona. 1. Esegui una misurazione così come precedentemente descritto nella tecnica dei due-punti. 2. Chiedi al partner o cliente la sua età. Costituirà il tuo punto di partenza, ovvero, come definito nel film The Pbiladelphia Experiment, il generatore di riferimento di tempo zero. 3. Mantenendo i due-punti, comincia a contare a ritroso nel tempo, di cinque anni in cinque anni. 4. Definisci la tua intenzione, in modo che l'onda quantistica del cambiamento possa attivarsi quando "giungi" all'evento, epoca o trama temporale con cui intendi interagire. Non è necessario che tu conosca esattamente la datazione dell'evento, perché non appena comincerai ad avvicinarti al periodo approssimativo a cui fai riferimento, comincerai a percepire che i due punti su cui stai lavorando si ammorbidiscono o cambiano sotto le tue mani. 5. Tieniti pronto alla eventualità che tu o il soggetto su cui stai praticando possa sperimentare un rilascio di energia fisica o emotiva allorché giungi al punto di riferimento. Offri delicatamente sostegno e conforto, ma cerca di non interferire o manipolare l'elaborazione delle informazioni ed esperienze. 6. Quando la situazione sembra essere tornata alla calma, e l'esperienza pare conclusa, effettua una nuova valutazione attraverso i 150 - La Fisica dei Miracoli due-punti. Se necessario ripeti la procedura, perché potrebbero esserci varie sequenze temporali che devono essere corrette per poter risolvere il problema o schema in modo definitivo. LE LANCETTE ALLA ROVESCIA... Uno dei partecipanti ai miei seminari ha voluto condividere questa sua esperienza, che illustra fino a che punto tutto sia assolutamente possibile. Alcuni anni fa ho vissuto una esperienza che continua tuttora a sconcertarmi, se non addirittura a spaventarmi. Era tarda notte e avevo appena finito d'imbottigliare essenze alcoliche; all'epoca era il mio lavoro. Andai in bagno e mi guardai allo specchio, e il volto era quello che avevo a 28 anni. Riuscii appena a borbottare: «Non posso crederci!», per poi restarmene alzato il resto della notte

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intento a osservare quel viso che gradualmente si trasformava nel viso di una donna vicina ai sessanta, ovvero la mia età all'epoca. Fu davvero terrificante. Non c'è nulla di quanto conosca o pensi che possa spiegare quel fenomeno. JM Vorrei offrire un altro esempio che dimostra chiaramente la fattibilità del viaggio nel tempo e la sua applicazione quale tecnologia della coscienza. Una donna frequentò uno dei nostri seminari, e una volta tornata a casa intraprese l'attività di terapista. Uno dei pazienti che visitò nel suo studio (a casa sua) le chiese di guarire una sua particolare fobia. Si trattava per l'esattezza di una fobia per gli uccelli, qualcosa di assai particolare. La donna, che era ancora una principiante di Energetica della Matrice, non sapeva come intervenire. Non aveva nessuna idea di come guarire una fobia. E allora si limitò a toccare due punti sulla cliente e a "procedere a ritroso nel Capitolo 13 - Il momento di cambiare - 151 tempo" concettualmente, fino a giungere al periodo precedente alla manifestazione di quella fobia. La donna si lasciò cadere a terra, dolcemente, e cadde in uno stato di semi-incoscienza, si contorse per alcuni minuti e quindi tornò alla normalità. Tutto qui. Il mattino seguente, alle sei e mezzo, la praticante principiante (aveva partecipato a un solo seminario) ricevette una chiamata dalla sua cliente, chiaramente in preda a una particolare eccitazione. Costei le disse: «Non può immaginare cosa sto facendo: la chiamo dal cellulare e sto dando da mangiare agli uccellini del mio cortile. Mangiano dalle mie mani!». CAPITOLO 14 La "teoria dei molti mondi" e noi Einstein sapeva bene che non ci sono due sistemi di leggi fisiche separati, sebbene si possa lavorare con essi distintamente e descriverli in tali termini. Einstein aveva compreso che, a livello quantistico, l'osservazione di un qualsiasi fenomeno ne comporta il cambiamento, è proprio questo il motivo per cui disse che se avesse accettato la teoria quantistica, forse anche lo sguardo di un topo avrebbe potuto cambiarlo. Ma Einstein e gli altri scienziati, pragmatici com'erano, verificarono che ciò non accadeva affatto. Ma per quale motivo? Se ammettiamo il fatto di essere costituiti di fotoni, dovremmo essere in grado di guardare qualcosa e vederlo cambiare, eppure osservare Einstein dal punto di vista del topo non sembrava generare alcun concreto cambiamento nello scienziato. Secondo i principi della fisica, una legge vera e propria deve dimostrarsi valida in qualsiasi circostanza. Quindi, nel caso si debba verificare un cambiamento, e tale cambiamento non si presenti, occorre trovare qualche altra spiegazione. Ci dev'essere una variabile nascosta, qualcosa che non conosciamo o che la teoria attuale non è in grado d'introdurre nell'equazione. I fisici Hugh Everett e John Wheeler escogitarono una spiegazione che chiamarono teoria dei molti mondi (TMM). Secondo tale teoria, ogni qualvolta osserviamo un certo fenomeno universo si

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scinde in una infinità di possibilità diverse. Il motivo per cui non possiamo rendercene conto (e per cui non se ne può accorgere neppure il topo di cui sopra) è legato al modo in cui siamo soliti osservare la realtà che ci circonda; la nostra percezione abituale fa sì che la realtà si mantenga coerente con l'insieme 154 - La Fisica dei Miracoli di aspettative dettato dal nostro sistema sensoriale. Tutte le altre scelte che non vengono osservate si trovano in una condizione di "decoerenza" rispetto alla realtà così come si manifesta sotto i nostri occhi, oppure finiscono per essere coerenti in qualche universo parallelo che però non possiamo osservare. IN CHE MODO SCEGLIERE L'OGGETTO DELLA NOSTRA CONSAPEVOLEZZA HA UNO SPECIFICO RUOLO NELLA NOSTRA ESPERIENZA In una dimensione che non è accessibile ai nostri sensi, interi nuovi universi continuano incessantemente a crearsi, separandosi da quello a cui abbiamo scelto di aderire attraverso l'atto della nostra percezione. Tutto resta così com'è, o almeno così sembra, perché non disponiamo di un apparato differenziale con cui percepire le altre realtà. In questa dimensione la luce equivale all'osservatore. Quindi, tutto ciò che non è osservabile nell'ambito dello spettro elettromagnetico può essere considerato appartenente a qualche universo parallelo. La storia che segue, e che mi è stata raccontata da uno dei miei studenti, costituisce un perfetto esempio dell'utilità degli universi paralleli: Un paio di mesi fa alla mia amica Angela è stata diagnosticata una occlusione importante al livello del cuore. I medici le hanno detto che era necessaria una operazione, l'inserimento di uno stent e un anno o più di medicinali. Mi sono ritrovato a leggere il suo blog, in cui aveva descritto nei dettagli tutto ciò che "non funzionava" nel suo corpo, e in cui spiegava come quella situazione la spaventasse. Dal momento che mi servo dell'Energetica della Matrice su base quotidiana, ho subito deciso di "verificare" se potessi "aiutarla" in qualche modo. Sono riuscito a sentire/percepire immediatamente quella occlusione Capitolo 14 - La "teoria dei molti mondi" e noi - 155 nel suo cuore. E ho tracciato la realtà in cui aveva realmente bisogno di quell'intervento chirurgico, dello stent e dei medicinali. Ben sapendo che si trattava soltanto di uno dei possibili esiti, ho cambiato il mio livello di consapevolezza e mi sono ritrovato a testimoniare la realtà in cui i dottori intervenivano e non trovavano nulla. A quel punto mi sono fermato, ho lasciato andare tutto quanto, senza nemmeno spiegarlo alla mia amica. Sono passati alcuni giorni e improvvisamente Angela è tornata a scrivere sul suo blog. C'erano delle novità: Angela aveva intitolato il suo aggiornamento "Che diavolo succede!". I medici erano intervenuti e non avevano trovato nulla: nessuna occlusione, nessuna necessità di usare lo stent, cosicché non avrebbe neppure dovuto assumere i farmaci. Nessuno riusciva a capire cosa fosse successo, né poteva spiegarlo. Comunque sia, anche se non potremo mai essere certi che si sia trattato di una guarigione istantanea, so per certo che ci sono

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moltissime persone che, dopo aver ricevuto diagnosi e risultati di laboratorio, si convincono che quella sia la sola possibile realtà. Grazie a ciò che ho imparato sull'Energetica della Matrice, e ai miei altri studi sulla natura della realtà, mi sono convinto che qualsiasi situazione può sfociare in molti risultati diversi. Questo è soltanto uno dei casi straordinari in cui mi sono imbattuto dopo aver cominciato a praticare l'Energetica della Matrice. Me ne servo tutti i giorni, e devo dire che in realtà, più che una tecnica, è uno stato di coscienza. MB GLI UNIVERSI PARALLELI E I TUMORI Il dottor Hector Garcia, un mio carissimo amico, si serve degli universi paralleli per lavorare su alcune patologie, come per esempio i tumori. Per effettuare la sua calibrazione energetica si 156 - La Fisica dei Miracoli chiede: «È un tumore che viene dal corpo, attraverso il corpo o dall'esterno del corpo?». Effettua la calibrazione oppure cerca di percepire l'esatta collocazione dello schema energetico del tumore. Non si preoccupa della sua eventuale manifestazione a livello del corpo fisico. Potrebbe aver origine in altre dimensioni energetiche, e ciò che il corpo manifesta come tumore potrebbe peraltro essere considerato un riflesso della sua origine primaria. Potremmo paragonarlo al riflesso del sole su uno specchio d'acqua. Se non abbiamo mai osservato il sole direttamente, e lo vediamo riflesso, potremmo pensare che sia reale, anziché un semplice riflesso. Nella realtà della Matrice non ha nessuna importanza se ciò che osserviamo è o non è vero. Ciò che conta è riuscire in qualche modo ad abbandonare i binari abituali e accedere a qualcosa che possa fare la differenza - e non ha importanza se si tratta di un universo parallelo o di Bugs Bunny! Il dottor Garcia la spiegherebbe in questi termini: «Lei non ha un cancro. Il cancro è nel quarto universo parallelo. E quel parallelo che ha il cancro». E allora spedisce il cancro nel quarto parallelo. Cosa succede quando s'interviene in tale livello? Vuol dire che un'altra persona in quella dimensione si ammala di cancro? Niente affatto. Se la persona nel quarto parallelo ha un cancro, e inviamo la forma d'onda che lo caratterizza in quell'universo parallelo, in realtà stiamo creando un'onda anticancro. In tal modo, controbilanciando e quindi annullando il cancro, lo facciamo sparire da tutte e due le realtà. Se lo neutralizziamo qui, in questo nostro spazio tetradimensionale, neutralizziamo il suo riflesso anche nel quarto universo parallelo. Talvolta la gente si preoccupa del fatto che "spedire" una malattia da qualche altra parte possa finire per danneggiare qualcuno che vive in un altro universo o dimensione. Ma non è affatto così: stiamo semplicemente trasferendo la forza della negentropia di cui ho parlato in precedenza. In sostanza, pratichiamo una inversione temporale della forma d'onda dell'impronta elettromagnetica dello schema del cancro. Capitolo 14 - La "teoria dei molti mondi" e noi - 157 Tanto per darvi un esempio che vi consenta di capire questo concetto, provate a immaginare di aver vissuto per tutta la vita in una caverna oscura, proprio come quella descritta da Platone. Non

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avete mai visto la luce del giorno direttamente, ma siete riusciti comunque a percepire le ombre proiettate sulle pareti della caverna in virtù della luce e degli oggetti che incontra. La prima volta che abbandonate quel rifugio, la luce del sole sembra accecante. Non avete alcuna idea di che cosa sia quel grande affare luminoso in cielo, perché fino a quel momento non avete visto altro che ombre, riflessi della causa o realtà originaria. Ora vorrei che visualizzaste uno stagno. Si tratta semplicemente di un'allegoria in cui lo stagno rappresenta il vostro ambiente fisico. Per tutta la vostra vita non avete fatto altro che percepire il mondo attraverso i riflessi sulla superficie del vostro specifico stagno. Ma in realtà ciò che avete osservato è soltanto la luce del sole, anche se indirettamente, attraverso il suo riflesso sulla superficie dello stagno. La luce percepita può essere considerata un universo parallelo, il riflesso di una realtà che non esiste in questa dimensione, e che quindi rappresenta una sorta d'immagine virtuale, o di sottoinsieme della realtà. Tuttavia, a causa della nostra abituale distorsione percettiva, e della nostra capacità di trasformare i fotoni con il pensiero, lo facciamo esistere. Comprendiamo che quel riflesso della luce, proveniente dallo spettro elettromagnetico di un universo parallelo, è anch'esso reale, in pratica è una coniugazione di fase, una replica ovvero una realtà speculare. Quando dico che uno specchio è in coniugazione di fase, significa che guardandomici vedo una immagine rovesciata. Per quanto riguarda lo schema di una malattia, ciò che posso fare è rispedirlo dove si trova concretamente (per esempio, quattro universi paralleli più in là). Orbene, per quanto concerne la malattia, succede (metaforicamente parlando) che il riflesso della luce del sole viene oscurato, forse dalle nuvole, vale a dire che in un universo parallelo l'impronta dello schema del tumore viene concretamente cancellata in un batter d'occhio. In pra 158 - La Fisica dei Miracoli tica, la sua immagine scompare dallo stagno. E dove va a finire? Dal momento che abbiamo effettuato una coniugazione di fase dell'informazione riportandola alla sua vera origine, ciò ne implica ovviamente la sua cancellazione in quel punto. Penso proprio che Gesù possa aver guarito gli arti avvizziti e altre malattie servendosi di tale procedura. Ho dedicato la mia intera vita al tentativo di giungere a una comprensione assolutamente approfondita della fisica dei miracoli. GLI UNIVERSI PARALLELI E LA GUARIGIONE INTERDIMENSIONALE Quando pratico i due-punti a livello energetico, se non riesco a trovare un secondo punto sul corpo del paziente, mi lascio guidare dalle informazioni che ricevo. Spesso lascio la mia mano sull'area da trattare e penso per esempio agli "universi paralleli", cercando di servirmi di quel concetto quale punto di riferimento principale. Ovunque finisca per trovarlo, "seguo" la sensazione, o comunque cerco di mantenermi in contatto con l'informazione. Il mio intento è quello di lavorare con qualsiasi cosa si manifesti sotto forma di punto di collegamento nella mia pratica dei due-punti. Non appena lascio andare l'informazione, permetto a qualsiasi condizione si sia presentata di verificarsi, attraverso la discesa in uno stato alterato di coscienza caratterizzato dall'accettazione. Poi mi tolgo semplicemente di mezzo e lascio che la Matrice compia il lavoro di riconfigurazione dello schema. Se con i miei due-punti calibro (ovvero "raccolgo") informazioni provenienti da un'altra dimensione, ciò significa che l'informazione che dev'essere cambiata dimora al di fuori della dimensione dello spazio-tempo comunemente accettato (e caratterizzato da lunghezza, larghezza, altezza e tempo) ma è comunque all'interno di ciò che può essere considerato questo universo. Seguo l'informazione ovunque mi porti, acquisendo

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Capitolo 14 - La "teoria dei molti mondi" e noi - 159 consapevolezza di ciò che osservo, per poi rinunciare al bisogno di "fare qualcosa", lasciando che siano l'intelligenza e il potere universale a occuparsi della ristrutturazione e della trasformazione degli schemi energetici patologici o distorti. GLI UNIVERSI PARALLELI E ALTRI MODI DI GIOCARE CON LA REALTÀ: L'ESPERIENZA DEL DOTTOR GARCIA Se una persona (potrebbe essere uno dei lettori) intende intervenire su una patologia, concernente per esempio gli occhi e la vista, rivolgo la mia attenzione al corpo e mi concentro sulle mie sensazioni per trovare una connessione nei miei due-punti (che potrebbero semplicemente trovarsi nella mia mente, se solo mi trovo a lavorare bene in quel modo). Immaginiamo però che io non senta niente a quel livello, e cioè che nel corpo fisico non ci sia nulla che susciti la mia attenzione, almeno in relazione all'espressione del problema specifico. A quel punto devo accettarlo e avere fiducia e analizzare la situazione in modo diverso, e cercare da qualche altra parte. Potrei per esempio non "raccogliere" alcuna informazione in questa realtà, ma trovarne in un universo parallelo (che potrebbe essere ipotetico o magari reale). Il lavoro con le dimensioni e gli universi paralleli Per dirla altrimenti, quando pronuncio, o magari mi limito a pensare, le parole "universo parallelo", sperimento un cambiamento in me stesso o nell'altra persona, o magari nel campo (spazio) tra di noi. Sento un'apertura o una connessione con lo schema di cui mi sto occupando. Tale sensazione potrà manifestarsi in modo diverso a seconda degli individui, ma ciò che conta non è il modo in cui il processo potrebbe funzionare in un contesto analogo, in rapporto a un'altra persona. Le modalità potrebbero essere riassunte in questi termini: acquisisci consapevolezza di ciò che osservi, qualsiasi cosa ti sembri adatta. Segui il flusso 160 - La Fisica dei Miracoli delle informazioni con un atteggiamento rilassato, ovunque ti porti. E ricorda: una delle chiavi principali per riuscire consiste nel non intralciare il tuo stesso cammino!1 I PARALLELI DEL DOTTOR DUNN Il dottor Mark Dunn (un mio studente che è poi diventato un mio collega di lavoro) diversi anni fa si trovava su un aeroplano, quando, a un certo punto, un altro aereo venne a trovarsi fin troppo vicino al suo. Quando ciò accadde, nella realtà di Mark successe qualcosa di bizzarro. In questo spazio-tempo non ci fu nessun incidente, e gli aerei non entrarono in collisione, ma in qualche modo Mark sembrò entrare in sintonia con ciò che alla fine pensò dovesse essere un universo parallelo. Una volta tornato a Seattle, le insegne dell'aeroporto gli sembrarono vagamente diverse e le strade che aveva percorso per anni e anni non sembravano portarlo nei luoghi che gli erano familiari. Il problema assunse proporzioni più sconcertanti allorché si recò sul molo nei pressi della sua abitazione di quell'epoca e sentì un forte rumore, un bizzarro sgranocchiare che sembrava provenire da un qualche punto sotto la banchina. Chiese ai diversi pescatori presenti se lo sentissero anch'essi,

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ma questi lo guardarono attoniti, forse pensarono che fosse impazzito e si allontanarono preoccupati. Non era finita: una volta tornato in ufficio, si trovò ad affrontare un altro dilemma. Le persone che avrebbe dovuto visitare non si presentarono, e al loro posto ne comparirono delle altre che fecero come se si trattasse di un comune appuntamento, benché Mark non le avesse mai incontrate in precedenza. E infine, ciliegina sulla torta di quella bizzarra serie di avvenimenti, per 1. Hector Garcia, relatore ospite, seminario di Energetica della Matrice, maggio 2008. Capitolo 14 - La "teoria dei molti mondi" e noi - 161 qualche strano motivo nel messaggio registrato della sua segreteria telefonica si sentiva in sottofondo anche la mia voce. Fatto sta che quando Mark aveva registrato il suo messaggio, io non c'ero, e quindi la cosa non aveva alcun senso! Ci vollero alcuni giorni, ma alla fine Mark ritornò in questo universo e la situazione tornò a essere relativamente stabile. Sì, proprio così: tutto è possibile! Ma la domanda che dobbiamo porci è: può esserci utile? COME SCOPRIRE SE SI MANIFESTANO SITUAZIONI DEL GENERE ANCHE NELLA NOSTRA VITA Quando, nel corso dei nostri seminari, parliamo di universi paralleli, alcune persone la prendono come una metafora. Per alcuni, però, il fenomeno assume proporzioni molto più rilevanti e concrete, e per qualche raro praticante, ancor più fortunato, si trasforma in uno stile di vita. Di recente Mark mi ha spiegato che sente di aver coltivato sufficiente consapevolezza da poter realmente infilarsi in un universo, o in una dimensione parallela, e viverlo appieno. Non è una buona idea vagare a caso ovunque le nostre fantasie o visioni ci portino. E opportuno fare affidamento sulla propria guida interiore e preoccuparsi d'installare una sorta di GPS per la realtà virtuale. Mi chiedo quante siano le persone che, avendo smarrito il cammino della Vita, potrebbero trarre beneficio dall'istallazione di qualcosa del genere nella loro coscienza. IN RISONANZA CON IL SÉ CONCOMITANTE Di recente ho letto un affascinante racconto di fantascienza di Chris Dolley, intitolato Resonance, in cui viene gradualmente svelato il corso degli eventi in cui il personaggio principale della storia si ritrova impegolato. All'improvviso l'uomo si ritrova in 162 - La Fisica dei Miracoli una realtà parallela diversa da quella in cui aveva sempre vissuto, ma solo in alcuni dettagli (per esempio, non abita e non lavora più nello stesso posto). Pian piano il lettore si rende conto che ci sono centinaia, se non addirittura migliaia, versioni di quella stessa persona. E le realtà parallele prendono a convergere a seguito di una risonanza che viene attribuita al prodotto di scelte e azioni

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analoghe nell'ambito della griglia di quei mondi multipli. E un concetto che mi sembra interessante, e la cui natura probabilmente non è completamente fantasiosa. Una griglia (che forse potremmo definire una sorta di schema a mosaico) oscillante potrebbe interferire con la struttura del nostro spazio-tempo personale. La presenza di questa griglia e il suo acquisire potenza crescente potrebbe fungere da magnete, così da provocare il bizzarro effetto di un aumento di sincronicità, altrimenti detto "eventi casuali fortunati". E un'idea interessante e utile, perché se non stiamo vivendo la vita ideale che si saremmo scelti, inevitabilmente sarà toccata a qualche nostro "io" parallelo! IN RISONANZA CON SE STESSI Potremmo ritrovarci inconsciamente in risonanza con le scelte migliori e le sincronicità fortunate di cui sta traendo profitto una nostra controparte di maggior successo. A quel punto sarebbe opportuno collegare le sequenze spaziotemporali e fonderle nel nostro presente. E ciò, in pratica, potrebbe permetterci d'introdurre nella nostra vita nuove opportunità, capacità ed eventi. Col passare del tempo, praticare la consapevolezza a livello di realtà parallele finirà per condurci ai punti di convergenza che ci consentiranno di concretizzare i nostri più grandi sogni: tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un piccolo aiuto dai nostri "amici", le versioni alternative di noi stessi che vivono realtà parallele. Se ciò dovesse sembrarvi pura follia, vale la pena di Capitolo 14 - La "teoria dei molti mondi" e noi - 163 ricordare il caso di Joe McMoneagle, colui che ha avuto il maggior successo negli esperimenti militari di visione remota. McMoneagle ritiene che i risultati ottenuti siano in parte dovuti alle informazioni che gli sono state inviate da un'altra versione di se stesso, situata nel futuro a vent'anni di distanza! CAPITOLO 15 La fisica dei miracoli Nel 1800 James Clerk Maxwell, matematico e fisico teorico scozzese, elaborò le regole che descrivono il comportamento dell'elettricità e del magnetismo. Combinò elettricità, magnetismo e gravità nella cosiddetta "algebra dei quaternioni". Il suo teorema comprendeva venti equazioni, che nell'insieme descrivono molto sinteticamente l'unione di elettromagnetismo e gravità. Si trattò, in effetti, della forma originaria della teoria dei campi unificati. Alle morte di Maxwell, Oliver Heaviside, che era stato suo collaboratore, a quanto pare decise che quell'algebra dei quaternioni era solo un grattacapo e ci andò giù un po' pesante, modificandola fino a eliminare i quaternioni dalle equazioni, sostituendoli con i vettori. Ma nel momento in cui Heaviside estromise i termini scalari (numeri reali e parti reali) dalle equazioni originali di Maxwell, che come già detto includevano i quaternioni, perdemmo la possibilità di unire elettromagnetismo e gravità, cioè andò smarrito il potenziale scalare.

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Einstein studiò quelle equazioni monche e giunse alla conclusione che lo spazio-tempo locale non potesse essere curvato. I principi della relatività affermano infatti che la curvatura dello spazio-tempo non può avere luogo localmente. Ma se non possiamo curvare lo spazio-tempo locale, non possiamo neppure trascendere la gravità, perché ci vuole un corpo di massa notevole, come il sole, per curvare lo spazio-tempo. Quando sviluppò la sua teoria della relatività, Einstein si stava affidando a presupposti errati. La matematica dei quaternioni accoglieva sia il normale campo elettromagnetico sia un campo scalare, che una volta combinati alimentavano la possibilità di giungere a una teoria dei campi uni 166 - La Fisica dei Miracoli ficati. Proprio così: già all'epoca della Guerra Civile Maxwell era in grado di unire le forze dell'elettromagnetismo e della gravità in virtù del suo approccio basato sui quaternioni. Sfortunatamente, alla sua morte le equazioni originarie andarono perdute ed Einstein potè fruire soltanto della loro versione monca. Quelli che si studiano a scuola sono i vettori di Heaviside, non i quaternioni di Maxwell. È davvero difficile comprendere come Heaviside possa essersi deciso di sbarazzarsene. Fatto sta che in quel preciso istante abbiamo perso l'intuizione della teoria dei campi unificati di Maxwell. L'approccio semplificato, basato sui vettori, è quello attualmente conosciuto come teoria dell'elettromagnetismo di Maxwell, ma in quella traslazione qualcosa d'importante è andato irrimediabilmente perduto. Un potenziale scalare definisce due vettori che, sommati, ammontano a zero. Gli angoli dei due vettori sono perpendicolari l'uno all'altro, e assommano a un "vettore direzionale uguale a zero". Le due onde perpendicolari annullano la componente direzionale. Quando ci troviamo in una situazione del genere, i vettori combinati non hanno una direzione definita, che possa essere misurata, e resta soltanto la forza della loro grandezza. Giacché non vengono neppure postulate geometrie interne quale prodotto dei diversi sistemi multivettoriali, la somma netta di un vettore scalare deve darci zero. Le geometrie con cui possono essere configurati i vettori cambieranno A potenziale quantistico/informativo dell'onda scalare. Tale potenziale può essere proiettato nel vuoto, creando uno sforzo virtuale nei nuclei degli atomi. Non appena tale schema di sforzo acquisisce sufficiente momento, può essere connesso a un campo di torsione che può viaggiare a velocità di gran lunga superiore a quella della luce. Nel vuoto esiste continuamente, in qualsiasi punto e regione, l'immagine fantasma di ogni cosa - sia questa nel passato, nel presente o nel futuro, e a livello potenziale, probabilistico o concreto. Il vuoto universale potrebbe essere considerato una sorta di immane ologramma. Le copie virtuali di ogni elemento, compresi gli Capitolo 15 - La fisica dei miracoli - 167 organismi viventi, trovano posto nel vuoto quali forme fantasma o virtuali. E sono sempre implicate in un processo di alternanza, cambiamento e trasformazione, sul punto di esistere e di cessare di esistere. Potremmo avere un particella, un'onda, uhantiparticella o un antionda. Persino un angelo potrebbe fare la sua comparsa da quel vuoto, acquisendo temporaneamente solidità. Un tale essere iperdimensionale potrebbe prontamente trasferirsi dalle dimensioni virtuali orografiche alla nostra realtà fisica. Un tale schema angelico potrebbe quindi emergere nel nostro spazio a quattro dimensioni, forse giusto il tempo necessario per salvare un bambino da una caduta

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fatale o per impedirci di avere un incidente. Una volta risolta l'emergenza, lo stesso angelo ritornerebbe alla sua abituale esistenza iperdimensionale, ovvero nello spazio tra gli spazi, finché non ci fosse nuovamente bisogno della sua presenza. In sostanza tutto ciò significa che la "materia reale" si manifesta quando una quantità sufficiente di "materia virtuale" viene attivata adeguatamente dal nostro pensiero e dalle proiezioni delle nostre sensazioni. Successivamente, dopo un certo periodo di tempo, ciò che abbiamo creato in virtù della nostra intenzione motivata si propaga e quindi si dissolve nella nostra realtà. Ciò accade in parte perché non abbiamo ancora sviluppato la capacità di mantenerne la manifestazione, amandola quel tanto che serve perché continui a esistere. Prendiamo spunto dai principi dell'elettromagnetica scalare e li combiniamo con la fisica in via di sviluppo della torsione e dello spin, e in tal modo possiamo servirci degli elementi di entrambe quale punto di partenza. Adesso stiamo cominciando a svelare i segreti della fisica potenziata dalla forza della coscienza. E un nuovo approccio che potrebbe regalarci l'accesso a qualche profondo segreto alchemico che l'umanità sta cercando di scoprire fin dalla sua nascita. Unendo la teoria scientifica con le tecnologie spirituali, cominciamo a creare una teoria dei campi unificati realmente sfruttabile nel contesto della tecnologia della coscienza. 168 - La Fisica dei Miracoli IL POTERE DELLA MENTE SULLA MATERIA L'elettromagnetica scalare è almeno in parte una tecnologia della coscienza ed è per tale motivo che si rivela così utile nell'Energetica della Matrice. Possiamo persino servirci della tecnologia della coniugazione di fase per invertire il decorso di una malattia. Sono convinto che la tecnica del viaggio nel tempo, così come utilizzata nell'energetica della matrice, possa operare proprio in accordo a tale principio. Ci serviamo dei due-punti e delle metodologie del viaggio nel tempo al fine d'identificare una sorta di bersaglio mentale. Tale proiezione mentale delle onde scalari, in connessione con tecnologie avanzate specifiche, viene definita psicotonica in Russia e radionica in Occidente. Il dottor Albert Abrams è considerato il padre della radionica. Abrams si rese conto che picchiettando sull'addome di una certa persona poteva suscitare suoni diversi, o una vibrazione dei timpani, a seconda del tipo di disturbo o patologia in corso. Un giorno, durante la sua attività medica, notò casualmente che ogni qualvolta spostava una coltura di tessuti patologici in prossimità dell'addome, provocava un cambiamento nel suono emesso durante la percussione del quadrante addominale del paziente. Abrams prestò attenzione a quella osservazione e cominciò a porsi nuove domande. Fu così che nacque la radionica. Infatti, in quel modo si rese conto che quelle cellule patologiche trasmettevano informazioni. Il passo successivo negli esperimenti di Abrams fu rappresentato dal collegamento del piatto che conteneva la coltura di tessuti patologici a un filo di rame lungo e sottile. Successivamente, Abrams metteva a contatto la parte conclusiva di scale del filo con l'addome del paziente. Tamburellando leggermente l'addome il timbro del suono ottenuto variava significativamente in dipendenza della coltura con cui era collegato. Abrams fu così in grado di diagnosticare correttamente la malattia di cui soffriva il paziente determinando semplicemente quale coltura patologica suscitasse il maggiore cambiamento nei suoni prodotti dall'addome!

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Capitolo 15 - La fisica dei miracoli - 169 H Col passare del tempo Abrams comprese che se il tessuto di coltura patologico riusciva a produrre cambiamenti nei suoni dell'addome, ciò doveva necessariamente avere a che fare con qualche forma di energia sottile, poiché in definitiva il paziente non era in contatto diretto, fisico, con l'agente patogeno. Fu a quel punto che Abrams ebbe una intuizione straordinaria: il disturbo o la malattia potevano essere rappresentati da uno specifico insieme di frequenze elettromagnetiche. Autentico pioniere della medicina, Abrams cominciò a trasmettere l'impronta elettromagnetica degli agenti patogeni al corpo del paziente attraverso il filo di rame. E a quel punto accadde qualcosa di incredibile: talvolta ne scaturiva la guarigione del paziente! Grazie a ulteriori esperimenti, Abrams ideò un congegno che era destinato a duplicare l'impronta della frequenza - ciò che definì complex carrier modulated EM waveform. Abrams scoprì che disponendo di un campione di capelli, sangue o saliva del paziente, giungeva a una diagnosi, e poteva quindi trattarlo con la forma d'onda necessaria ad arrestare il progresso della malattia. Abrams abbandonò la pratica medica tradizionale e cominciò a costruire le strane "scatole nere" di cui presero a servirsi altri praticanti. Il coronamento delle sue sperimentazioni tecnologiche fu il cosiddetto "oscilloclasta", che assomigliava a un grande sintetizzatore Moog (sì, proprio come quello di cui si ricorderanno bene i fan di Keith Emerson), dotato di un fascio di cavi e di file e file di bottoni, utilizzate per isolare e sintonizzarsi con le specifiche frequenze da usare nella cura. Uno dei più entusiastici utilizzatori dell'oscilloclasta se ne servì per curare varie patologie, tra cui diversi casi di cancro. Quel medico era assolutamente elettrizzato dai risultati che riusciva a ottenere grazie alla tecnologia radionica di Abrams. Poi un giorno guardò bene e si rese conto che la macchina di cui si stava servendo non era mai stata collegata alla corrente elettrica! In pratica, quella sua macchina non aveva fatto assolutamente niente! La forza terapeutica, il vero agente, era stata la mente inconscia del praticante. Gli schemi del nostro pensiero costituiscono in 170 - La Fisica dei Miracoli formazioni immagazzinate sotto forma di complessi potenziali elettrici. Possiamo imprimere le nostre forme pensiero su un'onda scalare e fare in modo che il prodotto giunga a un destinatario remoto. A mio parere, possiamo assolutamente imparare a dirigere coscientemente la nostra intenzione concentrata nell'energia del vuoto. Possiamo strutturarla e creare un meccanismo della coscienza che la alimenti. In tal modo la nostra attività cerebrale creativa e amplificata produce e alimenta un campo morfico unico. Tale modello, o griglia, d'intenzione creativa, può essere impresso nel meccanismo intenzione di nostra scelta. L'intenzione umana può essere indirizzata psichicamente nel mezzo del vuoto. Un tale schema di pensiero può quindi attrarre ulteriore energia dai campi di torsione presenti nel vuoto stesso, creando ciò che Bearden ha definito nella sua opera Excalibur Briefing un "potenziale attivo artificiale". Tale intenzione focalizzata può essere prodotta in un batter d'occhio, e quindi affidata al processore parallelo della mente subconscia. Se lo facciamo con sufficiente acume, e avendo coltivato un certo non-attaccamento rispetto ai possibili risultati, eseguiamo una misurazione quantistica debole. Tale pensiero debole, ovvero senza ego, non causa il collasso di una funzione d'onda quantistica. Ritengo che con ogni probabilità il nostro DNA sia una sorta di antenna che recupera informazioni dall'ambiente circostante, ivi comprese le nostre credenze ed emozioni. Poi comunica il relativo

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potenziale quantistico al nostro corpo. Quando dischiudiamo le informazioni ivi contenute nel nostro campo bioplasmico, queste vengono organizzate a livello del nostro corpo. Possiamo letteralmente manifestare o meno, certe malattie a livello del corpo sulla base delle nostre compatibilità e incompatibilità. Per dirla altrimenti, qualsiasi cosa reprimiamo verrà impressa nel nostro campo morfico, e quindi trasmessa a livello biologico. Ecco perché dobbiamo fare attenzione a tutto ciò che pensiamo! In teoria potremmo semplicemente effettuare un "reverse engineering", ovvero una coniugazione di fase dello schema della malattia. Capitolo 15 - La fisica dei miracoli - 171 La portiamo fuori fase e di conseguenza ne estraiamo lo schema di guarigione specifico, che altro non è che una semplice impronta di onda elettromagnetica. A quel punto possiamo "comporre" l'impronta armonica, ovvero lo schema dell'obiettivo remoto, e quindi farlo riemergere nello spettro elettromagnetico dell'obiettivo stesso. Al fine di poter determinare una guarigione, l'antenna del DNA deve cogliere il potenziale quantistico della guarigione dal campo di punto-zero. La decifreremo a livello subconscio sotto forma d'impronta energetica EM bidirezionale. Le informazioni così decifrate verranno integrate al livello dei nostri biofotoni, producendo in questo modo una maggiore coerenza. A quel punto, almeno in teoria, lo schema della malattia potrebbe essere invertito. In tal modo costruiamo un ponte tra quella che è soltanto una struttura concettuale e un esito che è invece concreto e realizzabile. Così facendo produciamo una realtà condivisa nella quale abbiamo maggiori possibilità di portare a termine risultati del genere, come le guarigioni istantanee e altri miracoli. Penso che tutti i nostri modelli di guarigione siano sbagliati, o perlomeno assai incompleti. Si basano sui modelli standard della fisica che non possono portarci a fenomeni miracolosi, e quindi non contribuiscono in alcun modo alla eventualità dei miracoli. Peraltro, certa fisica lo consente eccome. Infatti, i fisici sostengono che i miracoli non solo sono possibili, ma anche probabili. Se ciò viene spiegato alla gente comune, si trasformerà in cultura popolare e potrà essere impiegato dall'individuo medio nella sua vita quotidiana. Praticando la fisica dei miracoli con regolarità, diventiamo via via più consapevoli della nostra capacità di servirci della nostra energia guaritrice e indirizzarla a piacimento. Acquisendo ulteriore esperienza sapremo operare sulla base della consapevolezza del campo del cuore, che è un campo di torsione biodinamico unico. Così facendo ci conquisteremo l'accesso alla dimensione iperdimensionale della realtà. Tale spiegazione vuole contribuire a definire e rendere accessibile a chiunque la meccanica che è all'origine del miracoli. 172 - La Fisica dei Miracoli Uno dei partecipanti ai nostri seminari ha recentemente lasciato il seguente resoconto sulla nostra bacheca di Energetica della Matrice: Sono la signora dai capelli rossi con il maglioncino verde e blu che ha risposto all'appello quando, al seminario livello 3 di Denver, lei ha chiesto chi avesse problemi intestinali. Dal momento che non mi ha chiesto di precisare cosa non funzionasse, vorrei raccontarle la mia storia.

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Quando ha chiesto circa i problemi intestinali, ero preda di una attacco di sindrome da colon irritabile, con tanto di spasmi e disagio cronico. Ho avuto questo genere di problemi sin dalla nascita (con coliche di 8 ore al giorno per sei mesi) ma questa mia sindrome non si è manifestata chiaramente fino al momento in cui sono stata operata per una cisti alle ovaie, all'incirca vent'anni fa. Per me mangiare fuori (soprattutto nei viaggi) era diventato un problema, perché mi era difficile attenermi con precisione a ciò che posso mangiare senza rischiare una ennesima crisi (o almeno mantenere la situazione sotto controllo). Quando lei ha collegato quel filo di rame (immaginario) connesso all'altrettanto immaginario congegno radionico, e l'ha acceso... ho semplicemente sentito che un campo permeava completamente il mio corpo, e poi poff... Sono crollata a terra! Quando finalmente sono riuscita ad alzarmi, e ho faticosamente guadagnato il mio posto a sedere, mi sono sentita la pancia tranquilla e rilassata come non mi accadeva da una ventina di anni. Avevo la netta sensazione che quella infiammazione cronica se ne fosse andata per sempre. E stato davvero incredibile: non sono sicura di aver mai percepito una tale sensazione di relax nel mio ventre. Sabato scorso ho fatto un esperimento, tanto per vedere cosa succedeva. Siamo rimasti un giorno in più e abbiamo fatto una gita al lago Echo e al monte Evans. Lassù c'è uno chalet dove servono chili di bisonte. Che leccornia! L'ho provato e non mi è successo nulla: ho continuato a stare benissimo! Magnifico! CP CAPITOLO 16 La scienza dell'invisibilità Nel giugno del 1989 mi trovavo a Seattle. Era una bella giornata d'estate e io ero ormai giunto al terzo anno dell'impegnativo programma quadriennale universitario del Bastyr. Almeno in quell'anno avrei potuto fare un po' di pratica e visitare i pazienti, e per quanto riguardava le mie capacità cliniche in generale, di certo i miei 15 anni di chiropratica non potevano non essermi utili. Una delle cose che al Bastyr non ci venivano insegnate, e che dovevamo imparare da soli, era l'arte delicata dei rapporti interpersonali. Si trattava di qualcosa che avresti dovuto conquistarti da solo nel corso della pratica, perché in caso contrario avresti fallito. Per quel che mi riguarda, nella mia carriera medica ho subito capito che se piaci alla gente come persona, con ogni probabilità avranno maggiore fiducia nelle tue capacità di medico. Quella mattina, nel corso del mio turno di pratica alla clinica universitaria, avevo visto quattro pazienti. Una donna soffriva di allergie e voleva un consiglio per la sua dieta. La seconda paziente stava cercando di dimagrire, e in età adulta aveva cominciato a soffrire di diabete. Prima che io, in cooperazione con il medico naturopata diplomato che sovraintendeva alla mia pratica, potessi formulare una terapia, la paziente avrebbe dovuto fare qualche esame del sangue. Il terzo paziente aveva seguito una terapia per una lombaggine, i miglioramenti si erano già visti ed era venuto soltanto per una visita di controllo. Il quarto paziente era stato portato dalla madre, preoccupata che ci fosse un rapporto tra il disturbo da mancanza di attenzione di cui soffriva e la sua abitudine di nutrirsi di "cibo spazzatura". Dopo aver finito e aver compilato tutti i relativi documenti, la 174 - La Fisica dei Miracoli sciai il Bastyr per dedicare l'intero pomeriggio al mio consueto lavoro di chiropratico professionista.

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Chiropratica, sì, ma era davvero quello che stavo facendo? Francamente non sapevo più come chiamarla. Ci sarebbero voluti altri cinque anni prima che mi rendessi conto che i bizzarri fenomeni che avevano luogo ogni volta che toccavo i miei pazienti erano in realtà riproducibili e basati su una tecnica che poteva essere insegnata. Successivamente a quella evoluzione, che ho descritto nei dettagli nel mio primo libro, le cose sarebbero cambiate radicalmente. In quei giorni comunque era raro che dovessi manipolare fisicamente qualcuno per sistemarlo. Mi bastava toccarlo leggermente per far tornare la spina dorsale alla posizione corretta e provocare il riallineamento delle ossa e dei muscoli. Era davvero facile guadagnarsi la vita in quel modo, e ne ero consapevole e grato, anche perché la scuola era talmente faticosa che talvolta pensavo che ci avrei lasciato le penne, e quindi era una vera gioia potermi dedicare alla mia pratica personale e constatare il verificarsi di quelli che avevano tutta l'aria di essere veri e propri miracoli. Avevo appena finito di pranzare e non vedevo l'ora di occuparmi del nuovo paziente, che sarebbe dovuto arrivare alle due. Il tempo passò rapidamente, si fecero le 2:15 senza che il paziente desse traccia di sé. «Chi se ne importa!», pensai tra me e me. Era talmente una bella giornata che sicuramente approfittare di un po' di tempo libero, e spezzare quel ritmi frenetici, non avrebbe potuto che farmi bene. E così decisi di godermi quel bel sole e me ne andai fuori, mi appoggiai al cofano della mia 66 GTO e presi crogiolarmi sotto i raggi del sole. Ben presto mi ritrovai a sognare a occhi aperti. All'improvviso la mia consapevolezza interiore fu turbata da una luce molto intensa. Ma non si trattava del sole che aveva appena fatto la sua comparsa da dietro una nuvola: era un fenomeno completamente diverso! Con la mia visione interiore percepii la figura di un uomo, un'apparizione luminosa che a quanto pare non aveva un momento da perdere, giacché mi spiegò risolutamente che per poter Capitolo 16 - La scienza dell'invisibilità - 175 guarire il prossimo avrei dovuto «trattare servendomi dei campi contro-rotanti» nonché «studiare la coniugazione di fase». Subito dopo aver detto ciò, quell'angelo - o qualsiasi altra cosa fosse scomparve dalla mia vista, lasciandomi a brancolare nel buio! In effetti, mi ci sarebbero voluti quasi dieci anni per mettere assieme i tasselli e comprendere il significato delle istruzioni sintetiche e misteriose che mi erano state impartite quel giorno. Campi contro-rotanti? Che cosa diavolo voleva dire? All'improvviso mi ricordai che da giovanissimo ero stato molto affascinato dal cosiddetto "Esperimento Philadelphia". Che ci fosse qualche rapporto con il messaggio dell'angelo? E per quanto concerneva la coniugazione di fase, che roba era? Tutto ciò, però, mi fece tornare in mente quel tizio, Tom Bearden, che negli anni '80, durante un incontro della mia comunità spirituale nel Montana, aveva parlato di elettromagnetica scalare e aveva anche fatto riferimento all'impiego in campo militare di alcuni bizzarri concetti della fisica di cui non avevo mai sentito parlare - era proprio la fisica scalare, non è vero? Avevo l'impressione che Bearden si fosse in qualche modo riferito proprio alla coniugazione di fase, e al modo in cui ciò potesse essere impiegato nella guarigione... Quella faccenda mi colmò di eccitazione e decisi di cercare di approfondire - anche se non avevo idea di dove trovare il tempo e l'energia necessari! Vista la media di 31 ore di frequenza, a cui si aggiungevano le ore che dovevo passare in clinica, non mi restava che il tempo per dormire. A grandi linee uno studente di medicina si trova permanentemente in una condizione di lotta per la sopravvivenza, che non è proprio lo stato d'animo ideale per dedicarsi allo studio di qualsiasi argomento che non faccia parte del piano studi, rigidamente definito. Quindi fu soltanto nell'ultimo anno che la mia vita e la mia agenda quotidiana si stabilizzarono quel tanto che bastava per consentirmi di dedicarmi appieno ai misteri a cui aveva fatto cenno l'angelo. Ciò che cominciai a scoprire rappresenta le fondamenta di buona parte del contenuto di questo libro.

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I 176 - La Fisica dei Miracoli Penso che la scienza dell'elettromagnetica scalare - fino a oggi piuttosto trascurata - rappresenti proprio ciò a cui faceva riferimento la figura luminosa comparsa in quella giornata assolata e fatidica. L'esperimento Philadelphia, per quanto sembri essere più leggenda che realtà, ci fornisce una metafora significativa, proprio come i campi morfici da cui possono essere derivati molti preziosi concetti dell'Energetica della Matrice. Sarà sufficiente leggere le pagine che seguono per comprendere l'importanza di questo argomento sia nel contesto di questo libro sia relativamente alla vostra vita! Ricordo di aver letto dell'esperimento Philadelphia quando avevo di circa 12 anni, se ne parlava sul quotidiano locale, il Daily Oklahoman. La cosa più divertente è che, se quell'evento è realmente accaduto (come sono propenso a credere), risale al 1943! Quindi non ha molto senso che un articolo in merito sia poi comparso sull'edizione mattutina di un quotidiano degli anni '60. Peraltro, è proprio ciò che ricordo, con assoluta chiarezza. Quando lessi quell'articolo, vi trovai abbastanza dettagli e chiacchiere sull'invisibilità - nonché voci vaghe sugli esperimenti segreti condotti dal nostro governo - da indurmi a fare ulteriori ricerche in merito. Mi recai alla biblioteca locale e presi a prestito il libro The Philadelphia Experiment: Project Invisibility, di William Moore e Charles Berlitz. In quell'opera Nikola Tesla veniva considerato uno degli scienziati che avevano collaborato all'esperimento, quindi tornai in biblioteca per fare ricerche a suo proposito. Non ricordo il titolo del libro che lessi, ma fui assolutamente affascinato dalla storia della sua vita, e sicuramente quel racconto lasciò una impronta indelebile nella mia mente giovane ed estremamente curiosa. Non potevo immaginare che in seguito sarei dovuto tornare sull'argomento e avrei dovuto leggere tutto il possibile su quel genio eccentrico, e ciò proprio al fine di comprendere il significato del messaggio che mi era stato consegnato nella giornata estiva di cui sopra. In sostanza, negli ultimi dieci anni ho cercato di Capitolo 16 - La scienza dell'invisibilità - 177 mettere assieme i pezzi straordinariamente importanti del puzzle che sono stato invitato a risolvere. Un'altra cosa che di certo non avrei potuto immaginare era che, quasi quarant'anni dopo aver letto quell'articolo affascinante, le mie ricerche sul messaggio dell'angelo mi avrebbero indotto a riprendere in mano quegli stessi volumi alla ricerca delle risposte che stavo cercando! L'ESPERIMENTO PHILADELPHIA: LA VERSIONE "UFFICIALE" // cosiddetto "Esperimento Philadelphia" è il nome comunemente attribuito a un presunto esperimento top secret condotto dalla marina degli Stati Uniti nel 1943, e nel corso del quale il cacciatorpediniere USS Eldrige, fornito di varie tonnellate di attrezzature elettroniche straordinarie, capaci di creare tutto intorno un campo magnetico pulsante d'intensità incredibile, diventò

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inizialmente invisibile, e quindi fu trasportato, nel giro di pochi istanti, dalla base militare di Philadelphia a quella di Norfolk, quindi di nuovo a Philadelphia, per un totale di oltre 640 km!1 Secondo almeno due dei diversi rapporti successivamente emersi, l'equipaggio di una nave mercantile che si trovava nei paraggi avrebbe testimoniato la comparsa del cacciatorpediniere a Norfolk, in Virginia, e la sua immediata scomparsa, sebbene ulteriori indagini e ricerche non riuscirono a comprovare il racconto dei presunti testimoni. Morris K. Jessup, astronomo e ufologo autodidatta, la cui implicazione nell'esperimento fu di per sé assai misteriosa, sostenne che si era trattato di un testo segreto condotto dalla marina statunitense al fine di «testare gli effetti di un forte campo magnetico 1. David Hatcher, Antigravity and the World Grid, Adventures Unlimited, Kempton, IL, 2006, p. 112. I 178 - La Fisica dei Miracoli su un naviglio di superficie con tanto di equipaggio a bordo. Ciò fu realizzato attraverso generatori magnetici chiamati "degaus-ser"». In altri termini, l'obiettivo era quello di rendere la nave apparentemente invisibile, così da poterla avvicinare a un'altra (nemica) o a congegni esplosivi distruggendoli prima di poterne essere distrutta. Secondo Jessup, il "teletrasporto" dell'USS Eldridge avrebbe anche potuto essere il «risultato accidentale di tale tentativo di rendere invisibile, che avrebbe implicato anche un fenomeno di curvatura temporale».2 A quanto si narra, l'esperimento produsse una nebbia verdastra, luminosa e indistinta (simile a quella descritta a proposito degli eventi del triangolo delle Bermuda) che avrebbe avviluppato l'intero vascello: a un certo punto sia la nave che l'equipaggio avrebbero preso a scomparire dalla vista, lasciando visibile soltanto la linea di galleggiamento del cacciatorpediniere. IL "VERO" ESPERIMENTO PHILADELPHIA? Bob Beckwith è un inventore che nel corso della sua lunga carriera ha brevettato molti apparecchi elettrici. Nel 1942 inventò un congegno chiamato "attrezzatura di trasporto a cambiamento di frequenza". Secondo Beckwith tale tecnologia sarebbe stata utilizzata dalla marina militare nel tentativo di sconfiggere un nuovo tipo di mine tedesche. Si sperava in pratica che il congegno ideato da Beckwith potesse provocare l'identificazione di quel genere di mine mantenendosi a distanza di sicurezza, così da evitarle o da farle saltare senza correre rischi. Tale tecnologia avrebbe rappresentato le fondamenta del 2. Morris K. Jessup e Carlos Allende, The Allende Letters and the VARO ¦ Edition ofThe Case For the UFOs, Global Communicadons/Conspiracy ' Journal, 2007 - New Brunswick, New Jersey - p. 28. Si veda anche Charles Berlitz, intervista a cura di J. Manson Valentine, http://www.scribd. com/doc/133 5 5366/The-Philadelphia-Experiment-Charles-Berlirz.

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Capitolo 16 - La scienza dell'invisibilità - 179 presunto esperimento Philadelphia. Fin qui tutto sembrerebbe concordare con la versione di Jessup. Bisogna però aggiungere che Beckwith era convinto che il vero esperimento Philadelphia fosse stato inizialmente condotto nello stretto di Long Island ed effettuato su un dragamine sperimentale chiamato IX-97. La descrizione dell'esperimento ribadisce buona parte degli aspetti classici attribuiti al leggendario esperimento Philadelphia. Beckwith si è dichiarato convinto che la mancanza d'informazioni valide o verificabili relativamente all'esperimento Philadelphia rappresenti un esempio di disinformazione e deliberata secretazione operato dall'Office of Naval Research. Sempre secondo Beckwith, tre generatori di forma assai particolare, e i cui controlli sarebbero stati sistemati in una seconda cabina a poppa, sarebbero stati azionati dall'energia del motore della nave. Correnti trifasiche sarebbero state fatte passare attraverso i cavi dei generatori, a frequenza molto bassa presumibilmente a 7.83 Hz, la cosiddetta frequenza di Schumann, o frequenza di risonanza della Terra. Tali generatori, vere e proprie macchine del tempo, sarebbero stati composti di unità monofase poste a 120 gradi elettrici di distanza. Ognuna di queste unità sarebbe stata alta 1 metro e mezzo, e del diametro di circa 60 cm. Il generatore aveva prodotto un voltaggio basso, emettendo però oltre un migliaio di ampere.3 Quindi, il vero Esperimento Philadelphia di Beckwith, a bordo deH'IX-97, sarebbe stato in realtà un teletrasporto/viaggio nel tempo progettato da Edward Teller — a seguito dei miglioramenti e delle variazioni sull'esperimento del 1907 operato invece da Nikola Tesla, che a quanto pare avrebbe permesso di spostare un oggetto su un banco di laboratorio. Tesla avrebbe acceso il suo congegno elettrico e l'oggetto sarebbe tornato indietro nel tempo, alla sua posizione originaria. 3. Alexandra Bruce, The Philadelphia Experiment Murder: Parallel Univer-ses and the Physics oflnsanity, Sky Books, New York, 2001, p. 158. 4. Ibid.,p. 157. I 180 - La Fisica dei Miracoli Teletrasporto? Invisibilità? Viaggi nel tempo? Cosa c'entra tutto ciò con l'Energetica della Matrice? Se possiamo accedere al campo di coscienza costruito attraverso l'Energetica della Matrice è proprio perché ci siamo detti: «E se tutte queste regole rigide non esistessero affatto?». Cosa accadrebbe se scoprissimo una legge che dice che non ci sono leggi? L'esperimento Philadelphia non è stato ufficializzato e comprovato in alcun modo; tuttavia, la sua storia e la sua natura lasciano ipotizzare che tutte quelle "regole" che diamo per scontate e che presumiamo caratterizzino la nostra realtà siano solo una parte di tutto ciò che c'è da sapere, o che forse già sappiamo. Lo yogi e filosofo spirituale Sri Aurobindo insegnava proprio che, in definitiva, non ci sono leggi fisiche, e che ciò che definiamo "leggi" sono soltanto possibilità. Penso che non ci sia nulla di male nel concedere alla fisica un certo margine d'incertezza. Se le leggi della fisica non sono veramente tali, ma si tratta più che altro di possibilità, l'eventualità che possiamo assistere a un miracolo si fa molto più probabile.

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Disponiamo comunque di prove sufficientemente significative che dimostrano l'esistenza di tecnologie che operano sulla base dei principi dell'elettrogravità o dell'antigravità, tanto per fare due semplici esempi. Se così fosse, credo che sia davvero la coscienza a comandare, e che la tecnologia venga dopo. Se disponiamo di materiali tecnologici in grado di ottenere risultati del genere, possiamo riuscirci anche a livello individuale. Disponiamo inerentemente della tecnologia spirituale per la levitazione, l'invisibilità e la messa in atto di miracoli di ogni genere. Tale tecnologia della coscienza dimora proprio nel campo di torsione del nostro cuore, ed è collegata ai nostri campi energetici bioplasmici. Credo che sia proprio questa la fisica di cui si servì Gesù, e che si tratti della stessa fisica a cui s'ispirò Tesla. È proprio ciò che intendiamo insegnare con l'Energetica della Matrice. L'aspetto interessante della faccenda è che non ci sono molti in giro in grado d'insegnare queste cose. In definitiva, di cosa disponiamo? Abbiamo un campo morfico incontaminato che possiamo costruire in qualsiasi modo Capitolo 16 - La scienza dell'invisibilità - 181 desideriamo. Quindi perché non concederci la possibilità dell'invisibilità o dei viaggi nel tempo, o qualsiasi altra forma di miracolo che possa essere utile all'umanità? SEPARARE LO SPAZIO Nel suo libro The Philadelphia Experiment Murder, Alexandra Bruce passa in rassegna l'affascinante opera Hypotheses, del già citato Beckwith. Tra i molti stimolanti concetti esplorati dalla Bruce, va segnalato come l'autrice sottolinei che nel libro di Beclcwidi viene sviluppata una ipotesi assai complessa grazie alla quale i lettori possono giungere a profonde intuizioni sulla vera e propria fisica dei miracoli. La Bruce spiega che tutti gli atomi dello spazio universale sono connessi energeticamente tramite ciò che lei definisce "linee di forza nucleare forte", attraverso cui si garantisce la coesione dell'universo nonché il suo funzionamento quale mezzo di trasmissione di tutte le frequenze. La Bruce sostiene che queste linee di forza nucleare forte «possono essere spezzate attraverso l'impiego di ciò che può essere definito "campo trifasico del neutrino", che a sua volta forma una bolla di "spazio separato"».5 Ecco un'ulteriore spiegazione tratta dall'opera di Beckwith: Uno spazio separato da spazio universale può essere creato facendo in modo che una piccola percentuale di neutrini [che permeano tutta la materia del nostro universo] attraversi lo spazio viaggiando in un vortice che ruota a una frequenza dell'ordine di 7.5 hertz. Le linee di forza forte ai confini dello spazio vengono spezzate, almeno finché quel vortice continua a esistere. Un tale campo di torsione è necessario per infrangere il campo di linee di forza forte che mantiene unita tutta la materia dello spazio universale, in modo da creare uno spazio interno separato da tutto il resto. 5. Ibid.,p. 159. 182 - La Fisica dei Miracoli

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Se un campo magnetico in rotazione [principio chiave del funzionamento fondamentale del motore elettrico a corrente alternata] opera in sincronia con la risonanza fondamentale della Terra, pari a 7.32 hertz, gli oggetti all'interno di un tale spazio potranno essere spostati in rapporto al nostro "spazio universale" in virtù dell'introduzione di energia. Lo spazio separato così ottenuto sarà svincolato dalla forza d'inerzia o gravità. Non appena lo spazio viene separato, gli oggetti al suo interno possono cominciare a levitare, essere teletrasportati o viaggiare nel tempo. Lo spazio separato interno può attraversare lo spazio universale, ma dipende dalla resistenza e dalla intensità di superficie tra gli spazi, che dev'essere sufficientemente bassa da impedire la perforazione del guscio di linee di forza forte mancanti. Le onde elettromagnetiche — ivi comprese la luce visibile e gli infrarossi - possono attraversare i limiti degli spazi separati.6 Nel libro Secrets ofthe Unified Field, del fisico e teologo Joseph P. Farrell, spiega come l'esperimento Philadelphia sia stato realizzato probabilmente sfruttando i campi di torsione. I campi di torsione creano una geometria iper-dimensionale, attraverso la quale si accede a realtà extra-dimensionali. Quando giungiamo alla piena padronanza del campo unificato del cuore, possiamo realmente curvare lo spaziotempo locale. Così facendo, in teoria potremmo persino sparire alla vista dei nostri nemici e ricomparire da qualche altra parte. METAMATERIALI E INVISIBILITÀ: REALTÀ O FINZIONE? Nel film La morte può attendere, James Bond dispone di una Aston Martin VI 2 Vanquish che può attivare la modalità invi 6. Ibid.,p. 160-161. Capitolo 16 - La scienza dell'invisibilità - 183 sibile tramite immagini prodotte da microcamere poste sulla camera e quindi proiettate sul suo rivestimento polimerico a bassa emissione di luce. Un'idea fantastica, non è vero? Ed ecco qui qualcosa di più concreto: In un tipico esempio in cui la vita trae ispirazione dall'arte, il professor Naoki Kawakami del Tachi Laboratory, Università di Tokio, [con l'aiuto di due altri professori] ha sviluppato un modo per rendere parzialmente invisibile una persona, fotografando lo scenario alle sue spalle e quindi proiettando quell'immagine direttamente sui vestiti della persona, oppure su uno schermo di fronte a lei. Se osservata frontalmente, la persona sembra essere diventata improvvisamente trasparente, quasi che la luce avesse attraversato il suo corpo. Tale procedura viene definita "mimetizzazione ottica".7 Naoki Kawakami, del Laboratorio Tachi all'Università di Tokyo, ha lavorato molto su questo processo noto come "travestimento ottico". Secondo lui «sarà usato per aiutare i piloti a vedere la pista attraverso il pavimento della carlinga, o per gli automobilisti che hanno bisogno di vedere al di là del paraurti per parcheggiare la macchina». Il "mantello" di Kawakami è coperto di minuscoli granelli riflettenti che si comportano come uno schermo cinematografico. Una videocamera fotografa tutto quello che si trova al di là del manto e trasferisce le immagini registrate a un proiettore che le invia sul mantello, dando l'impressione che la luce abbia attraversato la persona che lo indossa. Alcuni laboratori, in effetti, hanno già realizzato dei prototipi del mantello di

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travestimento ottico. Se si osserva direttamente una persona che indossa questa specie di schermo, si ha l'impressione che la persona sparisca, poiché tutto quello che si vede è l'immagine dietro la persona stessa. 7. Michio Kaku, La fisica dell'impossibile, Codice Edizioni, Torino, 2008, p. 32. m 184- La Fisica dei Miracoli Una cosa è certa: si tratta di qualcosa di ben diverso dal mantello di cui si serve Harry Potter per diventare completamente invisibile. Lo scrittore Syed Alam ha intervistato il professor Susumu Tachi, uno dei membri dell'equipe che nel 2003 ha partorito l'ormai celebre esperimento di mimetizzazione ottenendo così ulteriori informazioni circa il suo funzionamento: In realtà, il mantello di mimetizzazione ottica non è affatto invisibile. Si tratta di materiale retro-riflessivo, ricoperto su tutta la sua superficie di minuscoli grani che riflettono la luce. Il mantello, inoltre, è dotato di microcamere che proiettano ciò che si trova alle spalle di chi lo indossa sul suo lato anteriore, e viceversa. L'effetto che si ottiene è la fusione della sua immagine con il background.8 La scienza alla base di tutto ciò è, per certi versi, di facile comprensione, sebbene richieda un cambiamento radicale nella modalità in cui ci serviamo delle leggi dell'ottica. Ha a che vedere con la rifrazione della luce e lo spettro visibile attraverso cui l'essere umano "percepisce" concretamente la sua realtà. La porzione di lunghezza d'onda della radiazione elettromagnetica percepita dagli umani è conosciuta come "spettro visibile". Ma lo spettro visibile in realtà costituisce soltanto una porzione assai ridotta dell'intero spettro elettromagnetico, perché la lunghezza d'onda percepita dall'occhio umano spazia tra i 350-400 nanometri (luce indaco e violetto) e i 700-750 nanometri (rosso cupo). Com'è già stato dimostrato a livello scientifico, ciò che si trova al di là della nostra ristretta capacità visiva sembra non esistere per il semplice fatto che non possiamo vederlo o utilizzarlo senza l'ausilio di qualche strumento - e per certi versi non abbiamo ancora compreso come servircene. Si pensi per esem Tachì-Kawakami Laboratory Graduate Scbool of Information Science and Technology, The University of Tokyo, http://tachilab.org. Capitolo 16-La scienza dell'invisibilità - 185 pio alla radiazione infrarossa compresa tra lo spettro visibile e la lunghezza d'onda invisibile (microonde) dello spettro elettromagnetico. Noi umani non possiamo vedere gli infrarossi, eppure, come altri animali, piante, stelle e pianeti (e via dicendo) emettiamo tali infrarossi estremi (oltre lo spettro visibile) sotto fofma di emissione termica. Gli infrarossi prossimi, più vicini allo spettro visibile, vengono per esempio utilizzati dal telecomando per comunicare con il televisore (e questo è soltanto uno dei loro molteplici impieghi). Una delle interessanti proprietà degli infrarossi

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prossimi è che la loro lunghezza d'onda è più ampia di quella della luce visibile (e misura approssimativamente dai 750 nm a 1 mm), quindi si comporta in modo diverso quando incontra degli oggetti lungo il suo percorso. Servendosi di uno spettro visivo più ampio, gli scienziati dell'Università della California di Berkeley hanno congegnato simulazioni computerizzate attraverso cui possono alterare la direzione e le proprietà della luce visibile e invisibile. In un recente articolo pubblicato sull' UC Berkeley News si afferma: Gli scienziati dell'Università della California, Berkeley, hanno per la prima volta realizzato materiali 3-D che possono invertire il corso naturale della luce visibile e degli infrarossi prossimi, e questo è un progresso che potrebbe fissare le basi per la messa a punto di tecniche d'imaging ottico ad alta risoluzione, nano- circuiti per computer estremamente potenti, nonché (tanto per far felici gli appassionati di fantascienza e fantasy) congegni di copertura capaci di rendere invisibili all'occhio umano determinati oggetti e forme.9 Cosa sono questi materiali 3-D? Si tratta di meta-materiali: sostanza dotate di proprietà ottiche che non hanno eguali in natura. 9. Sarah Yang, Media Relations, "Invisibility Shields One Step Closer with New Metamateriali that Bend Light Backwards", UC Berkeley News, 11 agosto 2008, http://berkeley.edu/news/media/releases/2008/08/! ljight.shtml. SI 186 - La Fisica dei Miracoli Per creare un metamateriale s'inseriscono in una data sostanza dei componenti microscopici che deviano le onde elettromagnetiche in modo non convenzionale. Gli scienziati della Duke Univetsity misero dei piccolissimi circuiti elettrici all'interno di una serie di strisce di rame concentriche (qualcosa di simile alle spire di un forno elettrico). Il risultato fu una combinazione complessa di ceramica, Teflon, insiemi compositi di fibre e componenti metallici.10 I materiali comunemente presenti in natura hanno un indice di rifrazione positivo: «l'ammontare delle onde elettromagnetiche che vengono curvate passando da un mezzo all'altro». Invece, tutti i meta-materiali si caratterizzano per una rifrazione negativa. Tale proprietà deriva dallo loro struttura, anziché dalla loro composizione. Per poter ottenere un rifrazione negativa, la sistemazione strutturale dei meta-materiali dev'essere «inferiore alla lunghezza d'onda elettromagnetica impiegata». Non c'è da sorprendersi quindi se finora gli scienziati hanno avuto maggior successo nel manipolare lunghezze d'onda facenti parte della banda più larga delle microonde.11 Nel suo volume La fisica dell'impossibile, Michio Kaku approfondisce l'argomento spiegando che «i metamateriali sono in grado di alterare costantemente la traiettoria di un fascio di microonde, obbligandole, per esempio, a girare intorno a un cilindro: in pratica, tutto ciò che si trova all'interno del cilindro diventa invisibile alle microonde. Se il metamateriale può annullare le riflessioni ed eliminare le ombre rispetto a un certo tipo di radiazione, allora può rendere un oggetto totalmente invisibile a quella stessa radiazione».12 Gli scienziati che stanno attualmente lavorando su tali meta- materiali potrebbero infine rivelarci che questi materiali di recen

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10. Michio Kaku, La fisica dell'impossibile, Codice Edizioni, Torino, 2008, p. 22. ll.Yang, "Invisibility Shields One Step Closer with New Metamaterials that Bend Light Backwards". 12. Michio Kaku, La fisica dell'impossibile, Codice Edizioni, Torino, 2008, p. 22. Capitolo 16- La scienza dell'invisibilità - 187 rissima produzione ci consentono di acquisire il controllo sulla materia secondo modalità apparentemente magiche, così da riscrivere, per non dire rivoluzionare, le leggi dell'ottica o dell'acustica. E proprio questo il modello dell'Energetica della Matrice: le regole vanno considerate semplicemente potenziali, e non possiamo neppure immaginare quanto ci sia ancora da imparare, esplorare, comprendere e immaginare. Sulla base dei sistemi di credenze a cui siamo tuttora strettamente legati, invisibilità, levitazione, riallineamento spontaneo delle ossa e quant'altro sono miracoli, e in quanto tali non rientrano nel campo delle possibilità. Tuttavia, persino in assenza di una spiegazione scientifica completa pei questi cosiddetti miracoli, la magia e i misteri del mondo e della nostra coscienza sono già stati investigati quanto basta per capire che stiamo soltanto cominciando a scoprire qualcosa dell'ignoto, ma non l'inconoscibile. UNA MATERIA ASSOLUTAMENTE OSCURA Nel nostro sistema solare il movimento dei pianeti è strettamente definito dalle leggi gravitazionali di Newton. Per tale motivo si è sempre ipotizzato che più ci s'inoltra nell'universo, più lento debba essere il moto nelle braccia a spirale delle galassie più lontane. Verso la fine degli anni '20 l'astronomo Jan Oort scoprì però che la velocità orbitale delle stelle della Via Lattea non si riduceva affatto in modo direttamente proporzionale alla loro distanza dal centro galattico. Nel 1933 Fritz Zwicky osservò la stessa anomalia nelle galassie che formavano i cluster di galassie, e ipotizzò che ciò fosse dovuto a una non meglio specificata "materia oscura", che compensava la massa del centro delle galassie. Gli astronomi hanno infine calcolato che, se si considera valida la teoria del Big Bang, la materia fisica dell'universo rappresenta soltanto IT percento, mentre non si ha idea di dove sia finito il restante 99 percento. Proprio così, e io che pensavo di avere qualche 188 - La Fisica dei Miracoli problema con la matematica! Tale materia invisibile è stata definita "materia oscura" non perché gli scienziati pensino che sia cattiva o malvagia, ma perché non può essere misurata e, ora come ora, si ritiene non faccia parte dello spettro elettromagnetico. Giacché la materia e l'energia oscura costituiscono il 99 percento dell'universo, sarebbe semplicistico ipotizzare che tale percentuale si componga unicamente di un tipo di particella. Sembrerebbe anzi che la materia oscura si componga di superparticelle massive. Probabilmente le particelle e le energie incluse nella materia e nell'energia oscura si caratterizzano per una grande diversità - con presenza di particelle ed energie esotiche che fisici e metafisici della nostra epoca non riescono neppure a immaginare.

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Lo scrittore Jay Alfred ha ipotizzato che quella che i fisici chiamano "materia oscura" e i metafisici "materia ed energia sottile" (o talvolta "etere luminifero") siano la stessa identica cosa. Alfred ha inoltre suggerito che il chi e il prana non siano altro che categorie di materia oscura. Ecco perché Alfred si è infine chiesto se i globuli pranici, che sono più facilmente visibili nelle giornate assolate, possano essere una forma di energia che emana dalla corona di un sole invisibile, composto per l'appunto di materia oscura. H. P. Blavatsky, co-fondatrice della Società Teosofica, menzionava spesso nei suoi scritti un misterioso sole dietro il sole. Anche Tesla, riferendosi all'energia del punto zero, la descriveva nei termini di un sole dietro il sole che era all'origine del campo di punto zero. Ritengo che con ogni probabilità il campo bioplasmico contenga grandi quantitativi di quella che gli scienziati chiamano materia oscura. Tale materia oscura potrebbe peraltro essere definita più semplicemente "materia invisibile", poiché i nostri strumenti non possono individuarla direttamente benché siano certi della sua presenza, testimoniata dall'effetto lente gravitazionale. Ho letto molti testi sull'argomento assai esoterico dell'invisibilità, e ciò nel tentativo di formulare un modello concettuale che possa Capitolo 16-La. scienza dell'invisibilità - 189 definirne in qualche moda la possibilità. Sull'invisibilità e gli uomini si è sctitto per secoli e secoli. Molte delle fonti a cui ho fatto riferimento, come The Golden Dawn, di Israel Regardie, fanno riferimento a un obiettivo comune: avviluppare il corpo in una nebbia o nube capace di rende invisibili all'occhio nudo. Credo che la nebbia oscura a cui si fa riferimento possa essere una sorta di "nube" di materia oscura che può essere prodotta e utilizzata attraverso la meditazione, la visualizzazione e la concentrazione. La stessa materia oscura è probabilmente sinonimo del concetto e del fenomeno di chi o prana. Ci sono molte antiche tradizioni e pratiche incentrate sullo sviluppo e l'accumulo di chi. Ritengo che, con la pratica e un certo periodo di tempo, la materia oscura bioplasmica possa essere sviluppata e accumulata in un campo aurico. Quando tale materia avvolge completamente il praticante, almeno teoricamente può essere utilizzata per renderlo invisibile. CHE COS'È IL PLASMA Nella sua opera Between the Moon and the Earth, Alfred scrive: Il plasma, che nel nostro ambiente più prossimo è alquanto raro, è pur tuttavia lo stato dominante della materia che compone l'universo visibile. Il plasma rappresenta oltre il 99 percento del nostro universo visibile! L'universo visibile è, in realtà, un universo di plasma, con corpi di plasma in una nube pervadente di plasma diffuso. Un plasma si produce quando gli ioni con cariche positive e negative si separano e generano campi elettrici. Un campo siffatto accelera le particelle cariche facendole raggiungere velocità elevatissime, quindi creando un denso campo magnetico. Si ritiene che alcuni di questi campi si compongano di materia 13. Jay Alfred, Between the Moon and Earth, Trafford Publishing, Victoria, BC, 2006, p. 31.

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190 - La Fisica dei Miracoli oscura. E sono molti gli scienziati che credono che la materia oscura sia presente eminentemente sotto forma di plasma. I CAMPI BIOPLASMICI: L'AURA UMANA Il corpo bioplasmico, o energia sottile, è una struttura complessa che penetra e circonda il corpo fisico, sia internamente che esternamente. Secondo le antiche ttadizioni esoteriche, l'essere umano disporrebbe di un corpo pranico o eterico, concetto molto prossimo a quello del bioplasma e del corpo bioplasmico.13 La metafisica del plasma consiste nell'introduzione della fisica del plasma e della materia oscura nello studio dei nostri corpi di energia sottile, e del loro relativo ambiente... molti metafisici riferiscono che la struttura ovoidale dell'aura sia avviluppata in una sorta di membrana o rivestimento. Le correnti di superficie su tale membrana/rivestimento separano il magma ovoidale dall'ambiente magmatico circostante. In pratica tale membrana funziona come scudo elettromagnetico di protezione, la cui forza e polarità può essere regolata attraverso un atto di volontà del proprietario del corpo, servendosi della visualizzazione concentrata e di altre comuni tecniche di meditazione. In tal modo si ottiene una protezione dalle interferenze elettromagnetiche e da altre intrusioni.16 Tutte queste proprietà sono state descritte e documentate oltre 2000 anni fa, principalmente nella letteratura dell'agopun 14. Plasma Universe presentato dal Los Alamos National Laboratory, in associazione con IEEE Nuclear and Plasma Sciences Society, http://plasma-science.net/tpu/ubiquitous.html. 15. MagnetImport, http://www.magnetimport.no/subtle.html. 16. Jay Alfred, «Bioplasma Bodies: The Ovoid or the Body's Magnetosphere», Ezineartics, 2007. http://ezinearticles.com/PBioplasma-Bodies—The-Ovoid-or-the-Bodys-Magnetosphere&id=770297 {corsivo dell'autore). Capitolo 16 -La scienza dell'invisibilità - 191 tura cinese e indiana, ma vi si fa riferimento anche nelle scritture sacre e nella letteratura buddista e cristiana - e cioè molto tempo prima dell'avvento dell'elettricità e del magnetismo, che ha fatto la sua compatsa soltanto durante il XVIII secolo. COME GIUNGERE ALL'INVISIBILITÀ Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX è emersa una organizzazione volta allo sviluppo filosofico spirituale e conosciuta come "Ordine ermetico dell'alba dorata" (c'è un ordine correlato che sopravvive tutt'oggi). Nei manoscritti originali si trova qualcosa che viene definito "rituale dell'invisibilità". Tale rituale offre istruzioni specifiche e dettagliate attraverso le quali si può ottenere "lo scudo dell'invisibilità" - una forma di occultamento magico chiamata anche nube o velo

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dell'invisibilità. Oltre duecento anni prima Paracelso espresse un concetto analogo nel suo Philosophia Sagax: I corpi visibili possono essere resi invisibili, ovvero occultati, nello stesso modo in cui la notte avvolge l'uomo e lo rende invisibile; oppure come accadrebbe se fosse nascosto alla vista da un muro; e giacché la Natura può rendere qualcosa visibile o invisibile con mezzi del genere, analogamente una sostanza visibile potrebbe essere occultata da una sostanza invisibile, e quindi resa invisibile artificiosamente.17 Lo stesso concetto compare puntualmente nella cultura popolare. Dal punto di vista esoterico si fa spesso riferimento alla nube quale indumento di qualche genere che, una volta indossato, permette al guerriero di nascondersi dalla vista dei suoi 17. Steve Richards, Invisibility: Mastering the Art ofVanishing, Aquarian Press, Londra, 1982, pp. 16-17 (ed. it: L'arte dell'invisibilità, Hermes, Roma, 1992). 192 - La Fisica dei Miracoli nemici. Ovviamente ai giorni nostri la prima cosa che viene mente è il mantello dell'invisibilità di Harry Pottet. Se gli elettroni hanno il potere di assorbire i fotoni luminosi quando questi sono legati negli atomi, non c'è alcun motivo per cui non possano disporre del medesimo potere quando si trovano allo stato libero. E la nube a cui si fa riferimento è semplicemente una nube di elettroni liberi, ovvero di bioplasma. Giacché il vuoto energetico della nube è, a quanto pare, estremamente ridotto, tutti i fotoni che la penetrano vengono assorbiti, mentre sostanze più comuni normalmente li rifletterebbero. E se non c'è alcuna riflessione, non c'è neppure visibilità. Poiché gli elettroni sono i costituenti fondamentali degli atomi, e visto e considerato che gli atomi sono a loro volta i mattoni fondamentali della materia, possiamo facilmente intuire in che modo una "nube" di elettroni potrebbe consolidarsi in materia solida in virtù del potere della mente. Ciò che però potrebbe essere meno evidente è in che modo una tale nube possa rendere visibile un essere umano. Il fattore chiave del suo potenziale di rendere invisibili le cose è proprio la natura peculiare della nube, che è fatta di elettroni. Gli scienziati sanno bene che una nube elettronica del genere assorbirebbe ogni onda luminosa che si trovasse a penetrarla, riducendo a zero la magnitudine della luce riflessa, e quindi occultando concretamente qualsiasi cosa finisse per circondare.18 UN ESERCIZIO PER CREARE LA NUBE Ecco un esercizio attraverso cui sviluppare l'invisibilità, la manifestazione e altri siddhi (ovvero poteri della mente). Lo scrittore Steve Richards descrive un esercizio simile a quello che mi accingo a spiegare, tuttavia il mio riferimento sono le mie stesse esperienze personali con un esercizio alchemico di cui mi 18. Ibid., p. 41.

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Capitolo 16 -La scienza dell'invisibilità - 193 sono servito per molti anni, e che è stato donato agli studenti da Elizabeth Clare Prophet, mia guida spirituale e amica. Il mio primo contatto con l'esercizio della nube è dovuto peraltro all'opera Saint Germain on Alchemy, di Mark Prophet.19 L'esercizio che segue è un adattamento personale, frutto del mio addestramento spirituale e ispirato parimenti dalle nozioni descritte da Richards, di cui ho ripreso alcune parti. Fase I Il primo passo consiste nel realizzare il tuo laboratorio. Tale laboratorio è semplicemente uno spazio sacro nel campo del vortice toroidale del cuore. Dopo aver sviluppato in quel punto un certa quantità di moto, per trasferirti nel tuo laboratorio chimico del cuore non devi fare altro che pensarci e ti ci ritroverai all'istante. La nube si compone di sostanza eterica sottile. Secondo Saint Germain possiamo concentrarci sulla nube attraverso un atto di volontà passivo. Egli afferma, infatti, che la nube dovrebbe formarsi sulla base di una radianza bianco-lattea, simile a quella degli ammassi di stelle della Via Lattea. Fase 2 Dopo esserti occupato di tutto ciò, il passo successivo consiste nel sederti tranquillamente e comodamente, e dirigere il tuo sguardo in un preciso punto della stanza in cui ti trovi. Ciò è necessario di modo che la nube possa raccogliersi nel punto che stai fissando. Gli effetti dell'attenzione concentrata sono cumulativi: più continui a guardare nella stessa direzione, più la nube che stai creando acquisisce definizione. 19. Mark L. Prophet ed Elizabeth Clare Prophet, Saint Germain on Alchemy: Formulas for Self-Transformation, Summit University Press, Livingston, MT, 1988, p. 200. 194 - La Fisica dei Miracoli Fase 3 Sfocando leggermente lo sguardo accedi a quello stato che Carlos Castaneda, discepolo prediletto del mistico Don Juan, definisce "seconda attenzione". E uno stato alterato di coscienza che aumenta la tua capacità di percepire la nube. Accumulare la nube non servirebbe a nulla se non potessi vederla dopo averla raccolta. Quindi questa tecnica della visuale leggermente sfocata è assolutamente fondamentale. A questo punto fai in modo che la tua attenzione discenda dal livello del capo a quello del petto, e quindi allo spazio nel tuo cuore. Fase 4 Rilassati, mantieniti calmo e concentrati sulla tua intenzione di provocare la manifestazione della nube. Al fine di aumentare la tua capacità di concentrazione dell'energia, descrivi mentalmente un anello di luce tutto intorno al tuo corpo, al livello del petto. Tale anello contribuirà al tuo tentativo di condensate la forza della nube.

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Fase 5 Quando ritieni di aver ottenuto qualche risultato, giunge il momento d'intensificare l'attività di costruzione della nube. Fai in modo che la nube si espanda dal campo di torsione del tuo cuore simultaneamente in tutte le direzioni, di modo che la sua forza vada a cozzare contro la barriera dell'anello di luce. Quindi comincia ad attingere a grandi manciate dall'invisibile, ovvero dalla materia oscura dell'atmosfera circostante, introducendola all'interno dell'anello. Volendo puoi alzare lo sguardo al di sopra della nube, e quindi riabbassarlo, con l'intenzione di aggiungere l'energia al di sopra della nube a quella della nube stessa.. E puoi fare la stessa Capitolo 16- La scienza dell'invisibilità - 195 cosa abbassando lo sguardo al di sotto della nube e su ognuno dei suoi lati. Mentre fai ciò devi rammentare che questa tua volontà non implica assolutamente uno sforzo visivo. Deve trattarsi di una intenzione puramente mentale. Resta rilassato e soprattutto "tieniti alla larga dalla tua testa"! Fase 6 Dopo aver formato una nube ben definita e che contiene una gran quantità di materia oscura, il passo conclusivo consiste neh" attirarla tutto intorno a te, così da scomparire dalla vista. Anche in questo caso la tecnica è soltanto una conseguenza logica di tutto ciò che è stato spiegato in precedenza. Devi produrre una nube sufficientemente grande da ricoprire completamente il tuo corpo umano, quindi farla avvicinare al tuo corpo di modo che ti circondi. A quel punto, se lo desideri, potrai nasconderti tra gli strati della sua radianza fluttuante. La pratica attraverso cui impari a costruire e mantenere l'energia creativa della nube potrà contribuire enormemente al potenziale delle tue manifestazioni creative. Con un po' di pratica sarai in grado di farti avvolgere dalla nube e di diventare completamente invisibile! ACCEDERE AL CAMPO UNIFICATO DELLA COSCIENZA Quando stabiliamo una tale connessione, significa che abbiamo creato uno speciale campo unificato della coscienza. In realtà, ciò che abbiamo ottenuto è una relatività ristretta che, attraverso il cuore, accede al campo unificato della coscienza. Così facendo ogni fenomeno si trasforma in uno schema unitario e qualsiasi cosa non corrisponda a tale schema, viene semplicemente sostituita a livello della coscienza, finché non c'è piena corrispondenza. In pratica prendiamo tutti i pensieri I I 196 - La Fisica dei Miracoli

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complessi, le interazioni e le complicazioni e li riportiamo alla condizione di semplicità in cui può aver luogo il cambiamento. E ciò che è nell'Energetica della Matrice definiamo "cambiamento della struttura di riferimento dell'osservazione". Esiste in realtà una fisica sfruttabile concretamente, che è già stata utilizzata in progetti come quelli dell'esperimento Philadelphia. Nella tradizione yogica si spiega che il potere dell'invisibilità (così come gli altri siddhi) è controllato dal potere del chakra del cuore. Ritengo che il chakra del cuore abbia uno spin orario, o destro. Dopo debite considerazioni sono giunto a teorizzare che il campo bioplasmico dell'aura sia invece caratterizzato da uno spin antiorario. Per poter realizzare i cambiamenti di cui stiamo ¦ parlando, o qualcosa sul genere dell'esperimento Philadelphia, dobbiamo spostare la nostra struttura di riferimento a livello del cuore. Una volta ottenuta la padronanza del campo unificato del cuore possiamo davvero curvare lo spazio tempo locale. In sostanza, impariamo a mettere in pratica un cambiamento interiore che, dopo averci portato nel campo del chakra del cuore, ci consentirà di accedere allo spazio interdimensionale. Quando cominciamo a dimorare nel tubo toroidale del cuore, il campo di torsione dell'energia del cuore comincia a ruotare in senso orario. In virtù dell'inversione della direzione di tale energia, il tubo toroidale comincia a espandersi. (Si tratta esattamente dello stesso fenomeno del campo magnetico o bobina di Tesla). A questo punto ciò che facciamo è accelerare simultaneamente e rapidamente il campo aurico in direzione opposta, cioè in senso antiorario. Ciò attiva un insieme bidirezionale unico di campi energetici bioplasmici che ruotano in direzioni opposte. Così facendo disponiamo di due punti di riferimento per lo spazio iperdimensionale, e ciò è sufficiente a far collassare lo spaziotempo in cui ci troviamo. Se aggiungiamo al fenomeno dei campi aurici che ruotano in direzioni opposte la padronanza dell'esercizio della nube descritto precedentemente, penso proprio che ne risulti la capa Capitolo 16- La scienza dell'invisibilità - 197 cita di attrarre materia oscura dalla dimensione dell'etere bioluminescente, così da farla penetrare nel nostro campo aurico. Attraverso la visualizzazione e la pratica tale materia oscura può avviluppare la nostra aura umana. Poiché il bioplasma è invisibile, così facendo ci ricopriamo di una sostanza invisibile che viene progressivamente magnetizzata dal campo del nostro cuore e che continua a espandersi e a ruotare. Forse nel momento in cui i campi energetici in contro-rotazione raggiungono la frequenza di vibrazione adeguata, l'aura prende a irradiare bande di energia nello spettro ultravioletto, che non rientra nello spettro visibile della percezione umana. Credo che adesso i lettori comincino a comprendere in che misura il potere di realizzare molti di questi prodigi dimori nel campo unificato, il campo di torsione del nostro cuore. Fondamentalmente i campi di torsione interagiscono con lo spin delle particelle. Tutti i componenti dell'atomo - nucleo, protoni e neutroni - hanno un loro spin. I campi di torsione producono una geometria iperdimensionale tramite la quale accediamo alle realtà extradimensionali. Quando giungiamo a controllare il campo unificato del cuore, possiamo curvare lo spaziotempo locale. Ed è tutto quanto basato su ciò che siamo riusciti a produrre a livello della coscienza. Quanto abbiamo costruito e realizzato a livello della coscienza costituisce la base su cui facciamo affidamento per creare la nostra realtà. È questo il principio alla base della manipolazione dello spaziotempo, ed è per lo stesso motivo che la teoria unificata dei campi di Einstein, sebbene incompleta, avrebbe potuto produrre risultati concreti. Quando tratteniamo certi fenomeni nella matrice dimensionale all'interno del nostro cuore, tali forme pensiero o concetti possono imprimersi sui campi in contro-rotazione formatisi nel campo toroidale del nostro cuore. Il campo elettromagnetico sferico del cuore può così interagire con i campi bioplasmici della nostra aura. E la

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matrice interdimensionale costruita coscientemente può accedere alle dimensioni dell'iperspazio. È questa la tecnologia dell'esperimento Philadelphia! 198 - La Fisica dei Miracoli STORIE D'INVISIBILITÀ Stavo guidando a 80 miglia all'ora nella mia cabriolet, tenendomi stretto il mio cappello alla Indiana Jones perché non volasse via, ed ero diretto all'incontro del Childrens Program di Los Angeles. Fino a quel momento mi ero dedicato continuamente alla stesura di questo libro, rintanato in un bell'albergo nella stazione turistica di Redondo Beach. Per poter partecipate a quell'incontro avrei dovuto fare un'andata e ritorno di due ore in tutto, e in qualche modo la percepivo come una fastidiosa interruzione nella lavorazione del libro. Peraltro, le mie guide mi avevano detto che era importante che ci andassi, e così avevo fatto, anche se continuavo a chiedermi: «Cosa potrò mai trovarci d'importante e che possa contribuire alla realizzazione del mio libro?». Quando arrivai a destinazione, mia figlia Justice stava già occupandosi di un gruppo di ragazzini e dei loro genitori. Alejandro, uno degli abituali frequentatori di quegli incontri, aveva portato con sé tutta la sua famiglia. Mi presentò e mi spiegò quanto fosse contento di vedermi. Poi mi disse con fare misterioso: «C'è una cosa che devo raccontarti. Non riesco a capirci niente, ma la mia guida interiore insiste affinché tu riceva questa informazione». Quindi cominciò a raccontarmi una storia incredibile. Diversi anni prima Alejandro viveva in una casa che poteva raggiungere soltanto attraversando un ponte sospeso. Suo cugino, che viveva con lui, aveva dei problemi con una gang che l'aveva minacciato di morte. E quei tipacci a un certo punto vennero a cercarlo a casa di Alejandro. Sentendoli arrivare, suo cugino si precipitò fuori, e si trovò sul ponte proprio mentre i suoi nemici gli venivano incontro. Il ragazzo aveva ben compreso che, se l'avessero acchiappato su quel ponte, non avtebbe avuto scampo: quei tizi l'avrebbero fatto fuori. Era un ponte sospeso bello lungo, e così ebbe il tempo d'infilarsi una mano in tasca e di tirare fuori una imma Capitolo 16- La scienza dell'invisibilità - 199 ginetta con una preghiera alla Vergine Maria (il Magnificat). Mentre le rivolgeva quella preghiera, all'improvviso comparve tutto intorno a lui una bolla che si riempì all'istante di una strana nebbiolina verde che lo rese invisibile. I membri della gang che gli stavano dando la caccia scrutarono il ponte sospeso su cui l'avevano visto correre, ma non c'era più nessuno. Il cugino di Alejandro riuscì così ad arrivare fino in fondo e quando tornò a essere visibile, ormai era troppo lontano perché potessero prenderlo. Quei tizi, stupiti per il modo in cui era scomparso e ricomparso alla loro vista, smisero di dargli la caccia. Non appena Alejandro ebbe finito il suo racconto, mi dissi: «Questo lo devo mettere nel mio libro! Ecco perché sono qui: è un esempio personale di esperimento Philadelphia!». COSA SUCCEDE? SONO FORSE DIVENTATO INVISIBILE? Mio figlio Nate e io avevamo programmato i nostri medaglioni di Energetica della Matrice per l'invisibilità. L'episodio risale all'incirca un anno fa, poco prima di un seminario a cui avrebbero

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partecipato oltre cinquecento persone. Avevo un sacco di cose da fare ed ero un po' di malumore perché avrei avuto addosso gli occhi di tutti quanti. Sentendomi ridicolo, creai un campo attorno al medaglione che mi permettesse di accedere a una dimensione in cui non percepivo più quell'energia. In pratica potevo ruotare il mio campo energetico personale ponendolo fuori fase rispetto all'energia negativa. Nate e io andammo al nostro ristorante messicano preferito, dove ci conoscevano bene e sapevano già cosa avremmo ordinato prima ancora che ci sedessimo perché eravamo dei clienti abituali. Ce ne restammo là seduti per 45 minuti, e infine comprendemmo il motivo per cui nessuno era venuto a prendere l'ordinazione né si era accorto della nostra presenza: i nostri medaglioni 200 - La Fisica dei Miracoli erano ancora programmati per l'invisibilità. A quel punto intetruppi mentalmente il programma così che tornassimo a essere visibili, e subito dopo un cameriere si avvicinò al nostro tavolo e disse: «Salve dottor Bartlett! Quand'è arrivato?». Essi, oltre a essere utile, talvolta può produrre risultati assai bizzarri! UNA STORIA D'INVISIBILITÀ DI UNO DEI PARTECIPANTI Al NOSTRI SEMINARI Nel corso del mio primo seminario, prima di cominciare il training ho pensato fosse interessante condividere una cosa che pensavo potesse essere utile. Avevo una immagine, scaricata da Internet, di un giovane giapponese che indossava una giacca a vento di color verde chiaro e se ne stava in mezzo a una strada, proprio di fronte agli osservatori o alla camera che lo aveva ripreso. La giacca a vento era ricoperta di una pellicola chiamata "mantello d'invisibilità". Quella pellicola era congegnata in modo da essere attraversata dalla luce, e ciò indipendentemente dalla superficie su cui era applicata. Nella foto si potevano chiaramente distinguere altre tre giovani che camminavano a una certa distanza alle spalle del giovane con la giacca a vento. La loro immagine compariva chiaramente attraverso la giacca, così come la strada e tutti gli altri dettagli fisici. Ne ho dato una copia a Richard, l'ho mostrata a diverse altre persone e ne ho regalato una copia a una signora di nome Christa. E poi è successa una cosa stranissima: Christa mi ha raccontato che una volta una donna aveva sollevato una mano proprio davanti ai suoi occhi, e Christa era riuscita a vederci attraverso. Per essere certa che si trattasse di un fenomeno reale, aveva chiesto alla donna di farlo nuovamente, e la cosa si era ripetuta: il suo sguardo era passato attraverso la mano proprio come se non ci fosse niente. Quando Christa ha raccontato questa storia, ci trovavamo fuori a pranzo. La benedizione dell'acqua fa parte del cerimoniale Capitolo 16- La scienza dell'invisibilità - 201 che precede i miei pasti, e mentre lo eseguivo a occhi chiusi, mi sono accorto che riuscivo a vedere chiaramente le bottiglie e i bicchieri, malgrado avessi le palpebre abbassate. Riuscivo anche a vedere attraverso lo spazio occupato da questi oggetti, e ancora oltre tale struttura, fino a una zona non meglio determinata. «Houston, la Matrice è qui, e sta cercando di mettere radici!».

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EP, praticante certificato di Energetica della Matrice NASCONDERSI IN PIENA LUCE Una volta una donna che aveva partecipato a un seminario mi ha spiegato quanto fosse contenta che stessi insegnando l'invisibilità. In precedenza era stata a un seminario nel corso del quale avevo parlato della scienza alla base dell'Esperimento Philadelphia e delle sue possibili applicazioni in quanto tecnologia spirituale. Avevo anche chiesto di eseguire un esercizio relativo all'accesso al campo di torsione del cuore del tutto simile a quello incluso in questo libro. Poi avevo descritto in che modo i campi di torsione dell'aura umana in contro-rotazione potessero presumibilmente riprodurre la tecnologia dell'invisibilità di cui si era avuta dimostrazione durante il succitato esperimento. La donna ha continuato spiegandomi che qualche tempo dopo il seminario sul campo di torsione stava camminando per strada nella sua città natale, quando a un certo punto ha notato che, dalla parte opposta della strada, stava sopraggiungendo il suo ex fidanzato. Se c'era qualcuno rispetto a cui avrebbe voluto diventare assolutamente invisibile, era proprio il suo ex! La loro rottura non era stata facile e gliene voleva ancora. Ricordando quanto le avevo insegnato, aveva portato la sua consapevolezza a livello dello spazio sacro del cuore e cominciato subito l'esercizio con cui si produce la contro-rotazione dei due campi di torsione gemelli. Con sua grande sorpresa il suo ex l'aveva 202 - La Fisica dei Miracoli oltrepassata senza nemmeno accorgersi della sua presenza! Ecco perché era talmente grata per le istruzioni sull'invisibilità che avevo condiviso nel corso di quel seminario! PENSIERI CONCLUSIVI SUI MIRACOLI Non intendo senz'altro dire che riuscirete a diventare invisibili semplicemente leggendo le istruzioni contenute in questo capitolo, o che riuscirete a compiere miracoli di guarigione per il semplice fatto che desiderate farlo. Ma non ha importanza. Ciò che conta è che se una persona può riuscirci, anche una sola volta, significa che qualsiasi altro essere umano può ottenere lo stesso risultato, e nella misura in cui il relativo campo continua a espandersi e a crescere, aumentano anche le possibilità che molti altri possano arrivarci. Ci sono una vera religione e una vera scienza, ma si tratta della stessa identica cosa: il campo unificato della coscienza. Una volta compreso ciò il paradigma è spezzato. A quel punto siamo pronti a partecipare concretamente al gioco della creazione, perché sotto tale punto di vista non ha più importanza ciò che facciamo. Stiamo semplicemente inventando, confezionando la realtà, e in quel mentre l'unica cosa che conta è mantenersi congruenti e coerenti. La tecnologia spirituale di cui parlo può essere utilizzata a piacimento e produrre concrete manifestazioni fisiche. In passato ci sono già riusciti Tesla e altri scienziati. Tra l'altro, quando parlo di "tecnologia spirituale", in realtà mi riferisco solo e soltanto allo spirito. Non c'è niente di fisico. Non c'è materia. Ci sono soltanto coscienza e spirito che fluiscono attraverso il Cuore. Ecco di cosa si tratta realmente!

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CAPITOLO 17 La soluzione del mistero della levitazione L'Energetica della Matrice sembra esplorare lo stesso terreno scientifico della fisica segreta dell'etere. Se il nostro governo dispone segretamente di navicelle spaziali che possono sollevarsi in aria servendosi di principi fisici segreti e tecnologie top secret, tali congegni non sembrano affidarsi ai presupposti limitanti promulgati dalla teoria della relatività ristretta e generale di Einstein. Dopo aver letto tutto quanto è stato pubblicato recentemente a tale proposito, sono giunto alla conclusione che la relatività rappresenti un vicolo cieco dalle solide basi scientifiche, e sono piuttosto propenso a credere che possa implicare principi non ancora scoperti, testabili e riproducibili fino a renderli operativi. Se le mie ricerche sono fondate, stiamo impiegando tali idee e tecnologie segrete sin dall'inizio degli anni '40. Nel 1928 Einstein completò la sua versione della teoria dei campi unificati, con cui riuniva elettromagnetismo e gravità, e la presentò in quel di Praga. Per unire elettromagnetismo e gravità si servì di un semplicissimo espediente: trasse spunto dall'idea di uno spazio geometrico a cinque dimensioni già elaborata da Theodor Kaluza. Kaluza aveva spiegato ad Einstein che se si prendono lunghezza, larghezza e profondità e vi si aggiunge la quarta geometria dello spazio nonché il tempo, in pratica si ottiene l'unificazione di elettromagnetismo e gravità. Successivamente Oskar Klein, fisico svedese, giunse a calcolare che tale spazio a cinque dimensioni era talmente piccolo che equivaleva alla lunghezza di Planck (IO31). In pratica la quinta dimensione era talmente piccola da poter esistere soltanto a li 204 - La Fisica dei Miracoli vello di costante di Planck, ovvero esternamente alle dimensioni dello spaziotempo e non poteva che ripiegarsi attorno a qualsiasi punto dello spaziotempo. Si ritiene che sia proprio questa la dimora dell'elettromagnetismo, esternamente allo spaziotempo, e che intervenga sotto forma di potenziale attivato. L'unica pecca nella teoria di Einstein era dovuta al fatto che la forza nucleare forte e quella debole non potevano integrar- visi, così alla fine decise di ritirarla. Si trattava di una teoria dei campi unificati incompleta da cui si poteva comunque trarre qualche risultato concreto, e che avrebbe potuto trasformarsi nel fondamento scientifico dell'esperimento Philadelphia. Tom Bearden ritiene che ciò che definiamo "gravità" abbia le sue origini nel vuoto, dove rappresenta una forza forte. Ribaltando le forze dell'elettromagnetismo otteniamo la gravità e il suo opposto: l'antigravità! Quando attingiamo al flusso elettromagnetico all'interno del vuoto, otteniamo il potenziale di creare enormi onde elettrogravitazionali. Tali onde, che erano state scoperte anche da Tesla, potrebbero essere usate per progettare e realizzare artificialmente una fonte operativa di antigravità tramite cui alimentare i cosiddetti "oggetti volanti non identificati": velivoli costruiti dall'uomo, controllati ad hoc e dotati di tecnologie estremamente avanzate. Potremmo anche giungere alla capacità di progettare onde elettromagnetiche specifiche, che potrebbero essere inviate istantaneamente attraverso il vuoto a enormi distanze in direzione di precisi bersagli. Nessuno è mai stato in grado di descrivere esattamente la gravità. Non è possibile trovarla concretamente. Ne possiamo teorizzare, ma non possiamo unirla all'elettromagnetismo. Non potrebbe forse essere che esista una sola energia e che ogni altra cosa ne sia semplicemente una espressione peculiare? Fondamentalmente la gravità non esiste, almeno non in quanto forma separata. Se così fosse, ormai l'avremmo scovata. Ma in realtà non riusciamo a trovarla, né riusciamo a introdurla in alcuna delle nostre formule matematiche. L'unica cosa che

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Capitolo 17 -La soluzione del mistero della levitazione - 205 riusciamo a trarne è una curvatura dello spaziotempo in presenza di un corpo di massa notevole. I fisici convenzionali affermano che lo spazio-tempo non può essere curvato localmente. Ma forse ciò è dovuto al fatto che ci stiamo servendo dei modelli matematici sbagliati. Maxwell escogitò qualcosa del genere, e poi quel suo modello fu riprodotto, con alcune correzioni, da Heaviside, mentre l'originale andò perduto. Quando abbracciamo un qualsiasi modello contaminato da particolari limiti, l'errore sistematico percettivo in cui incorriamo è: «Non può essere fatto». Ma ciò non significa affatto che la cosa sia impossibile, semplicemente che con ogni probabilità non si basa sulle equazioni su cui abbiamo costruito la visione della nostta realtà. DIMENSIONI DELLA REALTA Chi avesse ancora dei dubbi in proposito non deve far altro che riesaminare le caratteristiche già elencate in questo capitolo relativamente ai campi di torsione e alle loro proprietà. Ecco le mie conclusioni: l'elettromagnetismo in realtà è un effetto, e in pratica non ci sono forze. Ci sono invece mere potenzialità che scaturiscono dal campo di punto zero. Di conseguenza, elettromagnetismo e gravità sono la stessa identica cosa, ed è proprio per tale motivo che non riusciamo a identificare la gravità, che peraltro dimora nel campo del punto zero. L'elettromagnetismo è la forza che possiamo percepire in questa nostra realtà. Possiamo unire gravità ed elettromagnetismo attraverso lo spazio a cinque dimensioni, che si avvolge attorno a qualsiasi punto della realtà a quattro dimensioni. In sostanza, l'elettromagnetismo scaturisce dall'esterno della nostra realtà a quattro dimensioni, ed è un effetto che possiamo percepire. Se tutto ciò che osserviamo nel nostro mondo personale è un "effetto", e possiamo risalire alla sua "causa", che è il campo I 206 - La Fisica dei Miracoli unificato del cuore, ciò significa che siamo un'unica cosa con tutte queste forze. Che cosa accade quando entriamo in unione con tali forze? Ebbene, per prima cosa dobbiamo ricordare che stiamo parlando di polarità dello spaziotempo. Cosa succede se invertiamo la gravità nel campo unificato? Che cosa otteniamo? Otteniamo l'antigravità. Penso che i santi possano fare cose del genere e che siano riusciti ad accedere a tali stati extradimensionali grazie alla forza dell'amore. In virtù dell'amore hanno avuto accesso allo stato extra-dimensionale che è custodito nel tubo toroidale nel campo del cuore. Gesù camminò sulle acque, dimostrando di avere il controllo della gravità. Dal punto di vista del campo toroidale del cuore gravità o antigravità dipendono unicamente da una inversione della carica. E con il pensiero che giungiamo all'unificazione di tali forze. Quindi, qualsiasi cosa pensiamo e per cui creiamo una polarità è ciò che infine si manifesta nella nostra realtà. La chiave consiste nel fare in modo che pensieri ed emozioni siano soggetti alla volontà, o potere, nel campo del nostro cuore. In realtà il campo magnetico del nostro cuore è più forte del campo elettrico generato dal nostro cervello. Il campo del nostro cuore è un vero campo di torsione. Dal punto di

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vista del cuore, quando dimoriamo veramente in esso, possiamo potenzialmente assumere il controllo del tempo e dello spazio. Tale tecnologia della coscienza dimora esattamente nel campo di torsione del cuore, collegato ai nostri campi bioplasmici di energia. Sono convinto che sia proprio questa la fisica utilizzata da Gesù. Ed è la stessa fisica studiata da NikolaTesla. Ecco cosa stiamo cominciando a insegnare nell'Energetica della Matrice. E la cosa straordinaria, come già detto, è che non ci sono molte persone che stanno facendo la stessa cosa, per cui ci troviamo a disporre di un campo morfico incontaminato che possiamo costruire sulla base delle nostre scelte, quali che siano. Con ciò non sto dicendo che dovremmo tutti quanti cominciare a levitare, sebbene quella volta che sono caduto dal palcosceni Capitolo 17 - La soluzione del mistero della levitazione - 207 co la levitazione avrebbe potuto rappresentare un miracolo assolutamente utile. Tutto sta nella fattibilità della cosa. Peraltro, se ci manteniamo disposti a coltivare idee del genere, alla fine creiamo una dinamica nel campo morfico (ciò che chiamiamo Energetica della Matrice). Così facendo ci sono maggiori possibilità che i miracoli si manifestino, perché sappiamo che ci sono una scienza e una logica, che esistono delle procedure e che tutto ciò è già stato realizzato in precedenza. E se è già stato fatto, può anche essere ripetuto. Non ha nessuna importanza se ciò risulti necessario o se corrisponda a un nostro bisogno. È un principio dotato di una sua esistenza e può essere definito, osservato e riprodotto. Mi sono persuaso che certi principi spirituali esoterici, e le relative pratiche, siano applicabili ai fenomeni della levitazione e dell'invisibilità, nonché al compimento dei miracoli. Se la fisica coperta dal segreto militare permette la realizzazione di tecnologie incredibili di cui ci sono state finora nascoste le prove, ritengo che alla base di tali manifestazioni spirituali e materiali ci sia un'unica e sola fisica. Ciò che intendo dire è che se una sola persona al mondo può fluttuare nell'aria, significa che possono riuscirci tutti gli altri. Ma non sto dicendo che ben presto tutti i partecipanti ai nostri seminari sapranno levitare, perché non è una cosa immediatamente possibile. Avete mai fatto caso alla postura di meditazione buddhista e al modo in cui viene chiuso il cerchio dell'attenzione cosciente? Tale processo è rappresentato, e forse prodotto, dall'unione del pollice, dell'indice e del medio. E se tale mudra facesse qualcosa di più che rivolgere semplicemente all'interno il potere della concentrazione? Se in tal modo introducesse internamente energia EM esterna? D'accordo, ma sotto quale forma? Ebbene, sicuramente non si tratterebbe della gravità, che è una forza molto debole, di magnitudine IO"42. Peraltro, qual è la forma speculare della gravità? Potrebbe essere proprio l'elettromagnetismo, che guarda caso ha una energia di 1042! I lettori vi avranno sicuramente intravisto una sorta 208 - La Fisica dei Miracoli I di yin/yang. Orbene, invertendo tali equazioni otteniamo una gravità pari a IO42 nel vuoto e IO"42 qui. Risultato? Semplice: cominciamo a galleggiare, o levitare, nell'aria! Nella tradizione esoterica induista l'anatomia umana si caratterizza per la presenza di due canali o forze, definiti Ida e Pingala, che scorrono su ambo i lati della spina dorsale. E se tali energie rappresentassero la nostra onda avanzata e la nostra onda ritardata? Concentrandoci su tali canali

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energetici e combinandoli nel canale spinale centrale, definito shushumna, forse potremmo ottenere un'onda elettromagnetica scalare. Per dirla altrimenti, ne deriverebbero due onde, fuori fase di 90 gradi, con una somma vettoriale pari a zero. Ciò significherebbe altresì che non potrebbero essere individuate dalle nostre attuali tecnologie, ma possederebbero la forza del vuoto. Forse è proprio questo il motivo per cui il cosiddetto "risveglio di Kundalini" può generare effetti così potenti, compresi la levitazione, la capacità di camminare sull'acqua, di guarire i malati, e chissà, persino di resuscitare i morti! In che modo trarre vantaggio da questa scienza assai particolare? Qualsiasi cosa possa essere usata come un'arma può anche avere il potere di guarire. L'inversione temporale dell'energia ha effetti positivi, come la guarigione, l'interruzione del decadimento, l'aumento della longevità e della vitalità, la capacità di levitare e di certo - come dimenticarlo - quella di eseguire autentici miracoli! Come fare dunque? Occorre attingere all'energia virtuale del vuoto. Se riusciamo a imbrigliare l'energia dal vuoto, abbiamo prodotto una fonte di energia libera. Possiamo manipolare le energie del vuoto strutturando i fotoni virtuali presenti in un qualsiasi modello di azione costruito artificialmente. Non dobbiamo fare altro che invertire la polarità, ovvero la fase, dello schema di una malattia, e il risultato sarà la guarigione, istantanea e miracolosa! Nel suo libro Autobiografia di uno Yogi Yogananda afferma che uno yogi realizzato potrebbe accedere a una quantità di energia luminosa sufficiente al fabbisogno di una città come Chicago. Capitolo 17 -La soluzione del mistero della levitazione - 209 Tale energia si trova nel punto zero. Ma a meno che non ci serviamo delle straordinarie capacità di calcolo del cervello destro, accedere al campo di punto zero non è possibile. E il cervello destro ha accesso diretto attraverso il campo del cuore. Queste tecnologie energetiche spirituali sono state descritte da oltre 200.000 anni, e possiedono un campo morfeo di grandi proporzioni a cui non attinge praticamente nessuno. Quando ci connettiamo deliberatamente al campo morfico di questo specifico antichissimo potere allo scopo di guarire i malati e aiutare il pianeta, ci stiamo servendo di questa tecnologia spirituale della coscienza in modo da suscitare la migliore qualità dell'umanità. Ci trasformiamo in veri e propri Servitori della Luce, e quindi del mondo. LA LEVITAZIONE DEL DOTTOR GARCIA Quando ero ancora ragazzo, mia madre incontrò il mio patrigno. Era un professore della Cai State di Los Angeles, un vero gentiluomo americano. Un pomeriggio mi portò a Pasadena, al Self-Realization Center. Pensai che sarebbe stato estremamente interessante, e gli chiesi cosa facessero in quel centro. Mi spiego che là ci si dedicava alla preghiera, alla meditazione e a forme devozionali. Mi chiese semplicemente di rilassarmi e di produrre pensieri positivi. Entrò in una stanza con altri adulti e mi disse di aspettare in giardino. Pensai: «Perfetto. Farò proprio così!». Era sempre stato interessato allo yoga e alla meditazione. Avevo letto diversi libri e ricordo che il primo tra questi riguardava proprio l'Hatha Yoga. Potevo vedere i praticanti seduti nella posizione del loto, e mi ricordai che anch'io avevo desiderato fare qualcosa del genere. Siccome nessuno me lo aveva espressamente vietato, mi ero servito di quel libro per cominciare a praticare anch'io. Così, quando mio patrigno e io andammo a quel centro, cominciai a fare il mio "esercizio" là in giardino. Ricordo con assoluta precisione che era una domenica pomeriggio, e me ne stavo

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210 - La Fisica dei Miracoli semplicemente in meditazione, seduto nella posizione del loto. Quando aprii gli occhi, vidi che tutto intorno a me si era raccolta della gente che mi osservava stupita. Ovviamente mi sentii un po' in imbarazzo e mi venne spontaneo chiedermi: «Ma perché mi guardano? Che cosa c'è di così strano? Ho sempre pensato che fosse del tutto normale sedere nella posizione del loto e poi sollevarsi leggermente da terra». Un tizio mi chiese: «Chi te l'ha insegnato?». Innocentemente risposi che pensavo che la pratica consistesse proprio in ciò e che l'avevo letto in un libro. Mi dissero di no, e precipitai immediatamente a terra. Anni dopo, alle superiori, partecipavo alle corse campestri. La notte prima della gara ero solito entrare in una sorta di trance e immaginare la competizione che avrebbe avuto luogo il giorno dopo. Visualizzavo una stella del Krya Yoga con il Cristo nel mezzo, poi cominciavo a meditare con la schiena al muro per circa 20 minuti. Immancabilmente mia sorella mi faceva notare che era davvero strano perché, benché cominciassi la pratica con la schiena contro il muro, a un certo punto mi ritrovavo rivolto dall'altra parte, nella posizione del loto e sollevato da terra. Ho un chiaro ricordo della mia capacità di levitare, ma oggi non sono più in grado di farlo. L'esperienza del dottor Garcia apre una breccia nel nostro paradigma. Se una persona comune può levitare, ritengo che tutto sia dovuto al momento. Si tratta semplicemente di lasciarsi andare a una certa condizione e fare ciò che abbiamo già fatto in precedenza. Il motivo per cui sto scrivendo questo secondo libro è che c'è gente che è in grado di leggerlo. Ci saranno persone che leggeranno proprio questo libro e faranno ciò che viene descritto. E tali persone si collegheranno alla griglia, ovvero al campo morfico, in cui un numero sempre crescente di persone saprà fare cose del genere, cosicché presto il mondo subirà un cambiamento. Capitolo 17 - La soluzione del mistero della levitazione - 211 Avete mai sentito storie sui monaci tibetani, sulla loro capacità di levitare e su altri fenomeni che, in linea di massima, sembrano sovvertire le leggi della fisica così come le conosciamo oggi? Se davvero sono capaci d'imprese del genere, significa che il nostro modello fisico è perlomeno incompleto, se non addirittura falso o sbagliato! Con ciò non intendo dire che l'Energetica della Matrice si propone di sviluppare questo genere di siddhi, e non c'è bisogno di fare riferimento a questi esempi estremi per poterne comprendere i principi. Chiaro? È semplicemente qualcosa di pratico. A meno che non infrangiamo i nostri abituali schemi di pensiero, i vincoli dettati dal nostro coefficiente di coscienza, non potremo superare i confini dettati dalla nostra consapevolezza limitata. Se c'è qualcuno che continua a nutrire dei dubbi, non deve fare altro che riesaminare le caratteristiche dei campi di torsione e le relative proprietà, così come spiegate in questo capitolo. In sostanza, volendo riassumere, penso che l'elettromagnetismo sia in realtà un effetto, e che in pratica non ci siano forze. Si tratta semplicemente di potenzialità che emergono dal campo di punto zero. Forse adesso vi sarà più chiaro in che modo il potere di realizzare molti di questi "miracoli" dimori nel campo unificato, il campo di torsione del nostro cuore. I miracoli si sono già verificati in passato e possono continuare a verificarsi ora. Non ha importanza che ce ne sia la necessità, o che qualcuno di noi abbia bisogno di "compiere" un

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miracolo. Fatto sta che si tratta di un principio definibile, osservabile e riproducibile. Siamo d'accordo? Ricordate che ognuno di noi può entrare nel campo dinamico della coscienza costruito attraverso l'Energetica della Matrice per il semplice fatto che ci siamo detti: «E se in definitiva non ci fossero regole?». Uno dei miei studenti mi ha raccontato di alcuni suoi amici che stavano visitando l'India. A un certo punto si sono trovati a sperimentare una tale felicità che hanno preso letteralmente a galleggiare per aria. Non c'era nessun trucco: stava succedendo! Anche in questo caso si tratta dell'espressione di un principio. I I 212 - La Fisica dei Miracoli Ho persino visto la foto di quel fenomeno. Ma ciò che voglio ribadire è che non c'è bisogno di saper levitare, di camminare sull'acqua e neppure di compiere miracoli. I miracoli accadono quando smettiamo di cercare di far succedere qualcosa. Quei CAPITOLO 18 Archetipi: creare una connessione d'amore con tutto ciò che abbiamo in testa Quando cominciamo a lavorare con alcuni di questi processi interiori, è importante che prestiamo grande attenzione al genere di energia e alle caratteristiche che emergono dal nostro subconscio. Dovremmo prender nota dei simbolismi peculiari di cui la nostra mente si serve per comunicare con la nostra attenzione cosciente. Così facendo prenderemo a rafforzare la connessione con un livello accresciuto di autoconsapevolezza. Per esempio, potremmo scrivere su un apposito diario le immagini che si presentano ripetutamente e cercare di comprendere che cosa rappresentino. C'è un sacco di gente che si fa delle remore a chiedere aiuto quando si è persa; è un pessimo esempio, da non ripetere, soprattutto quando lavoriamo con i nostri processi mentali. Se ci sentiamo persi o non riusciamo a capire il significato di una certa cosa, non dobbiamo fare altro che chiedere! È talmente semplice che di primo acchito viene da pensare che non possa affatto funzionare. Invece basta un po' di fiducia, fino a porsi una semplicissima domanda: «Che cosa significa tutto ciò?». GLI ARCHETIPI E LA LORO UTILITÀ QUALI STRUMENTI DI GUARIGIONE Il dottor Garcia, il caro amico che ho già citato più volte, si serve delle sue capacità intuitive per individuare gli squilibri energetici nel corpo — dal livello cellulare a quello quantistico — riuscen

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I 214 - La Fisica dei Miracoli doci con sorprendente accuratezza. Ecco cosa dice a proposito degli archetipi e della loro utilità quali strumenti di guarigione: Quando insegno riguardo gli schemi archetipici, mi piace servirmi di strutture fisiche. Per esempio, se sto lavorando con un cliente affetto da scoliosi (una curvatura anormale o esagerata della colonna vertebrale), talvolta visualizzo o percepisco un righello allineato lungo la sua spina dorsale. Quasi istantaneamente l'atto di sovrapporre una immagine di tale natura conferisce al campo energetico la correzione auspicata e la scoliosi scompare. Talvolta occorre fare attenzione quando si lavora con persone con disturbi di questo genere, perché di tanto in tanto un cambiamento talmente radicale e rapido può disorientarli e irritarli. Fatto sta che non sono abituati a essere "raddrizzati", e quel cambiamento immediato di tanto in tanto risulta scioccante. Una volta c'è stata una cliente che è venuta da me accompagnata da suo fratello, un chiropratico che la stava trattanB do per la sua scoliosi. Mi ha chiesto se potessi aiutarla. Ho eseguito il trattamento correttivo appena descritto e tutto è andato per il meglio. Ma la donna è tornata una settimana dopo, infuriata perché i suoi vestiti non le andavano più bene. Ma cosa pretendeva? I SUPEREROI QUALI ARCHETIPI MITOLOGICI Lanterna Verde e lo straordinario potere dell'intenzione Una delle cose utili che ho sempre fatto, essendo stato in passato una sorta di secchione e di appassionato di fumetti, è stato popolare il mio inconscio di figure nobili come quelle di Superman, Batman e Spiderman. Lanterna Verde è il supereroe più fico che ci sia, perché il suo anello è alimentato dalla più grande forza dell'universo cono Capitolo 18 - Archetipi: creare una connessione d'amore - 215 sciuta: il potere dell'intenzionel Tale pura intenzione, allorché viene modellata da un particolare pensiero, assume la forma e l'attività diretta dalla concentrazione del portatore dell'anello. Qualsiasi cosa si pensi con sufficienti dettagli, potrà essere messa in atto da Lanterna Verde o da chiunque altro! Lanterna Verde appoggia e protegge le forze del bene, e non deve assolutamente essere confuso con l'altro detentore dell'anello, il personaggio di Sauron descritto da J. R. R. Tolkien nella saga de // Signore degli anelli. L'unica cosa contro cui Lanterna Verde non può fare nulla è il colore giallo. È un aspetto che ho sempre interpretato in questi termini: le nostre paure, o la nostra codardia, impediscono che la nostra intenzione si manifesti pienamente. Com'era solito dire a proposito il maestro Saint Germain: «La paura è il nemico dell'esperimento alchemico!».1 Lo scorso anno, in una certa situazione, ho deciso di crearmi un'immagine mentale dell'anello del potere di Lanterna Verde e di indossarlo. Mi rendo ben conto che ai più sembrerà una sciocchezza, tuttavia, quando ero piccolo, invece di giocare con carri armati e pistole, mi divertivo con i supereroi... Una volta mia madre mi comprò persino un completo da Batman! Durante un recente seminario, qualcuno mi ha regalato una ragguardevole somma di denaro affinché potessi comprarmi su eBay un completo da Batman bellissimo e perfetto in ogni dettaglio.

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Quando ho detto ai partecipanti al seminario che avevo escogitato una dieta speciale assolutamente unica per perdere peso, scherzavo, ma non del tutto: in realtà avrei di lì a poco comprato quel completo da Batman, con tanto di petto e gambe muscolosi, e l'avrei appeso nel mio armadio. Adesso ho una copia esatta del costume di Michael Keaton, e di recente l'ho indossato durante uno dei miei seminari! 1. Comte de Saint Germain e Mark Prophet, Studies in Alchemy: The Science of Self-Transformation, Summit University Press, Gardiner, MT, 1997, http:// www.summituniversitypress.com/books/sgalchemyhtml. mm -.m I 216 - La Fisica dei Miracoli SUPER(MAN) E LA SUA COLLOCAZIONE NELLA REALTÀ Emulare i propri eroi con troppa precisione comporta certi costi. Quando ero ragazzino, ero davvero affascinato dall'interpretazione di Superman offerta da George Reeves (ovviamente, vista la mia giovane età, ero assolutamente convinto che egli fosse Superman!). Ero talmente preso da quel personaggio che disegnai una "S" rossa sulla mia T-shirt, mentre mia madre mi cucì una mantellina rossa. Credo fosse anche un po' preoccupata perché, esaltato com'ero, avrei potuto provare a volare lanciandomi giù dal tetto del garage. A un certo punto mia madre mi porse anche degli occhiali con una montatura di corno. Ovviamente voleva farmi capire che se vuoi essere Superman, devi anche essere pronto a recitare il ruolo di Clark Kent. Non era male come idea, cosicché ogni qualvolta non impersonavo l'identità con la grande "S" portavo quegli occhiali. Quell'idea assolutamente ragionevole e frutto delle migliori intenzioni comportava soltanto un piccolo problema: anche mio padre portava gli occhiali, e in quel modo sembravo la sua fotocopia, ovviamente con molti anni di meno. Penso di aver inavvertitamente fornito al mio subconscio istruzioni errate, perché nel giro di qualche settimana la mia vista si deteriorò e dovetti veramente cominciare a portare gli occhiali per vederci bene. Ecco perché quando si tratta di accettare un certo ruolo consiglio di stare attenti, giacché ciò può comportare limiti nelle proprie percezioni e capacità nella vita di tutti giorni. Porto ancora gli occhiali o le lenti a contatto quando insegno durante i miei seminari, sebbene si possa ben dire che oggi come oggi vedo le cose in modo assai diverso! In realtà, conosco un bel po' di persone che riescono a percepire i fenomeni ben oltre lo spettro della normale consapevolezza, e ciò su base quotidiana, senza che ciò interferisca e crei loro dei problemi. Possiamo operare proprio in quel modo, dobbiamo soltanto capire che anche se riusciamo a percepire certe cose, Capitola 18 - Archetipi: creare una connessione d'amore - 217

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non siamo immancabilmente tenuti a fare qualcosa in merito. È vero: il mondo è malauguratamente pieno di persone malate, ma ciò non significa che possiamo guarirle tutte. Prendiamo ogni giorno così come viene e cerchiamo di dimorare nella Grazia del momento presente. Talvolta il mio amico Mark si rende conto di incontrare persone con problemi e malattie, ma il semplice fatto che riesca a percepirlo non implica necessariamente che debba fare qualcosa a riguardo - almeno non sempre e comunque. C'è un episodio che non dimenticherò mai: un giorno mi trovavo in ufficio, all'incirca all'ora di pranzo, e Mark stava uscendo dal mio studio proprio mentre io stavo per cominciare una visita con una nuova cliente. Mentre mi passava accanto, mi porse un foglietto piegato. Lo aprii e su c'era scritto: «Non dimenticare di chiedere se in famiglia ci sono stati casi di cancro». Manco a dirlo, quando chiesi alla paziente che cosa la preoccupasse, mi fornì una descrizione dettagliata degli antecedenti della sua famiglia, in cui il cancro rappresentava sicuramente un fattore genetico. Erano però informazioni che non mi aveva dato prima, nel momento in cui aveva compilato la scheda di ammissione. Mark le aveva "percepite" esaminando gli schemi energetici nel suo campo aurico. Talvolta, però, non riesce a cogliere il bersaglio alla perfezione, ragion per cui effettuiamo sempre un controllo incrociato, per quanto possibile, attraverso la diagnostica medica convenzionale che, in quanto medici, siamo autorizzati a impiegare. Ecco perché, lo ribadisco, dobbiamo avere fiducia nelle nostre percezioni, ma anche utilizzare ogni metodo a disposizione per verificarne la validità. Una ulteriore osservazione in merito ci porterà dritti filati al nocciolo della questione. Uno dei miei pazienti, che poi era diventato anche un mio amico, mi raccontò di aver studiato con un famoso guaritore delle Filippine. Orbene, alcuni di questi tizi in realtà sono degli imbroglioni, ma il mio amico Arnold mi aveva assicurato di aver assistito a un "intervento chirugico" nel corso del quale il guaritore aveva aperto il petto di un paziente, ne aveva estratto il cuore e l'aveva sistemato là sopra, sotto gli oc I 218 -La Fisica dei Miracoli chi di tutti. Il tempo era sembrato fermarsi e il guaritore aveva spiegato che stava pulendo le coronarie, e che per riuscirci aveva dovuto arrestare il flusso del tempo e il cuore del paziente. Arnold era sempre stato un filantropo molto pragmatico, ed era anche un milionario che si è fatto da solo. Malgrado i dettagli del suo racconto fossero inverosimili, ero propenso a credere alla sua sincerità. In seguito Arnold mi confidò che lo stesso guaritore gli aveva detto che avrebbe aperto il suo "terzo occhio", ovvero "l'occhio mistico". Arnold mi garantì che dopo quella procedura non poteva più metter piede in un fast-food senza "vedere" le diverse patologie che i clienti stavano alimentando con il cibo devitalizzato che veniva loro servito. Mi spiegò inoltre che gli ci volle un bel po' di tempo, e di meditazione disciplinata per arrestare, o per lo meno attenuare, quella sua capacità, in modo da poter continuare a gestire bene la realtà di questa nostra dimensione. E stato detto che in assenza di visione la gente perde il controllo, e per una trentina di anni è stata proprio quest'affermazione ad alimentare il mio desiderio di diventare chiaroveggente.2 Peraltro, non sono affatto certo di voler vedere tutto quanto, continuamente, quindi riguardo questo aspetto sto tuttora negoziando con il mio subconscio. VEDERE E UNA BUONA COSA A un certo punto del suo training con me, Mark entrò in uno stato di trance profonda e il suo "terzo occhio" si aprì all'improvviso. In un baleno si ritrovò a percepire spiriti di altre dimensioni che gli

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parlavano e si dirigevano verso di lui. Gli chiesi se volesse interrompere quell'esperienza, che per certi versi poteva essere spaventosa. Sempre in trance profonda mi 2. «Quando non c'è visione profetica, il popolo diventa sfrenato, ma beato chi osserva la legge», Proverbi 29:18. Capitolo 18 - Archetipi: creare una connessione d'amore - 219 rispose: «No, grazie. Lascia pure tutto così, ma forse sarebbe il caso di abbassare un po' l'intensità di queste visioni!». Coraggioso e intelligente, pensai mentre cercavo di assecondare la sua richiesta fornendogli i consigli del caso. Ciò ha rappresentato un altro punto di svolta del suo addestramento, ed è tuttora in grado di percepire gli spiriti. L'ultima volta che Mark mi ha accompagnato alla guida di un seminario a San Francisco, mentre camminavamo per strada ha commentato che c'era un gran numero di fantasmi da quelle parti. Be', dopotutto San Francisco è il luogo di origine della famosa band dei Grateful Dead. Non voglio peraltro che pensiate, neppure per un istante, che per poter utilizzare gli strumenti dell'Energetica della Matrice dobbiate diventare chiaroveggenti o acquisire qualche potere psichico. Non è affatto così. Implementare la propria consapevolezza aggiungendo nuove capacità ed esperienze va benissimo. Alcune delle cose descritte in queste ultime pagine potranno cominciare ad accadere nella vostra stessa realtà, proprio mentre le leggete. In effetti alcune capacità si dispiegano spontaneamente in virtù dell'accesso al campo morfico delle possibilità rappresentato dall'Energetica della Matrice. I miei studenti, e anche i miei lettori (compresi quelli che non hanno mai partecipato a un mio seminario), mi hanno raccontato un bel po' di storie in proposito. Sembrerebbe proprio che prendere questo libro e leggerlo in certi casi implichi che il subconscio del lettore è pronto a sperimentare alcune delle cose di cui ho scritto. Se peraltro non succede niente, e vorreste che accadesse, prendetevela comoda, non c'è fretta! E sufficiente aver fiducia nel processo di apprendimento che sembra più adeguato al proprio ritmo personale e concedersi lentamente di sbocciare, proprio come fa un bel fiore per accogliere i raggi del sole all'alba. Quando "gioco" con qualcuno dico varie cose di cui a volte non capisco neppure il senso. Be', almeno in un certo senso, ma ecco il nocciolo della questione: se mi prendo troppo tempo, e rallento per cercare di capire di cosa si tratta, alla fine non 220 - La Fisica dei Miracoli succede nulla, perché c'è il tempo per concentrarsi e mettersi a verificare se sta davvero succedendo oppure no. Dobbiamo peraltro imparare l'arte del non-conoscere. E a tale scopo impariamo a lavorare con la conoscenza primordiale, quella che ha sede nel cuore, in combinazione con la conoscenza secondaria, quella dell'emisfero destro, ovvero consapevolezza non-spaziale. Come disse Gesù: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto».3 Queste parole di Gesù, così come molte altre Sue affermazioni, sono equazioni della coscienza superiore, vale a dire che sono l'ennesima manifestazione del Gesù Quantistico. Porsi domande a risposta

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libera apre le porte della percezione a Tutto Ciò che E. Ed è sulla base di tale presupposto fondamentale che possiamo fidarci e compiere una valutazione, non esprimere un giudizio. Nel momento stesso in cui giudichiamo, provochiamo il collasso della funzione d'onda, e la funzione d'onda rappresenta qualsiasi possibilità esterna alla dimensione del tempo e dello spazio in cui ci troviamo. 3. Matteo 7:7. CAPITOLO 19 Praticare l'arte della percezione innocente Per imparare a vedere non dobbiamo fare altro che dare il benvenuto a qualsiasi cosa si manifesti e abbracciarla fiduciosi. Quando osserviamo attraverso gli occhi del nostro cuore che si sta aprendo, otteniamo una sensazione relativamente a qualche aspetto della condizione attuale. Tale sensazione crea un arco di contatto tra il nostro cuore e il risultato auspicato. Si tratta di uno degli aspetti della scienza della manifestazione. È una condizione di sensibilità. Quando intraprendiamo l'arte innocente della percezione spontanea, dobbiamo essere disposti a mettere momentaneamente da parte le regole e a seguire il flusso. Così facendo il nostro cervello inizia a elaborare uno stato neurochimico peculiare che può alterare profondamente le nostre esperienze coscienti. Praticando continuativamente la percezione di tale stato alterato, possiamo imparare a produrre nuove possibilità nella nostra esistenza. Si tratta di una condizione dell'essere niente affatto dissimile dal processo del percorso sciamanico. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che qualsiasi cosa sperimentiamo è per noi unicamente un dono del nostro Sé Superiore, o inconscio. Riconosciamolo, godiamocelo e traiamone un insegnamento. Credo in qualsiasi cosa finché non viene smentita. Quindi credo nelle fate, nei miti, nei draghi. Tutto ciò esiste, anche se soltanto nella nostra mente. Chi può dire che i sogni e gii incubi non siano altrettanto reali del qui e ora? John Lennon I 222 - La Fisica dei Miracoli PANNELLO DI CONTROLLO PER GLI STATI ALTERATI DI COSCIENZA Un signore stava partecipando a uno degli esercizi che proponiamo abitualmente nel corso dei nostri seminari di Energetica della Matrice, quando gli si manifestò davanti agli occhi un grande pannello di controllo posto a mezz'aria. Non l'aveva chiesto, si manifestò semplicemente. In quel frangente non aveva idea a che cosa potesse servire, quindi si limitò a riconoscerne la presenza e

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passò oltre. In seguito mi ha raccontato che vede e dialoga regolarmente con gli spiriti che qualcuno potrebbe definire "spiriti dei defunti". Forse era una capacità che aveva sempre avuto. Forse quell'uomo è venuto al mondo con il suo pannello di controllo di medium e adesso è passato alla velocità superiore. Ecco perché invito sempre alla fiducia nei confronti di qualsiasi cosa si manifesti: potrebbe cambiare la vostra vita. Il sottotitolo del racconto di Tolkien Lo Hobbit, è Andata e Ritorno. Alcune forme di follia e schizofrenia potrebbero invece portare il sottotitolo "Andata senza ritorno". Per quanto concerne il primo caso, si può sempre fare affidamento sulla magia di Gandalf, che potrà guidarci a destinazione. Nel caso della schizofrenia, potremmo non renderci conto di poter contare sull'aiuto esterno. Affidarsi a un potere superiore e quindi chiederne una dimostrazione può fare una gran differenza. Né Dio né il diavolo potranno mai costringerci a fare qualcosa che va contro il nostro libero arbitrio. Ma possiamo creare un dio o un demone capace di incatenarci a tutta una serie di scelte che non favoriscono affatto la libertà o la trasformazione personale. Ecco perché sarà meglio scegliere con grande accortezza! LE NOSTRE PERCEZIONI SI CONFORMANO A REGOLE E ASPETTATIVE INCONSCE Il comportamento inconscio è tracciato sulla base di ciò che definiamo leggi fisiche. Tali leggi, o insieme di regole, descrivono Capitolo 19 - Praticare l'arte della percezione innocente - 223 ciò che è concesso e ciò che non lo è. Qualsiasi cosa concepiamo o percepiamo dipende dal nostro modello, che determina a sua volta le modalità di manifestazione della realtà della nostra visione personale del mondo. Le regole e i filtri inconsci definiscono ciò che finirà per manifestarsi della nostra realtà, e parimenti tutto ciò a cui non potremo accedere consciamente. Per esempio, è ben raro che un cristiano abbia una visione del Budda, o che un buddista che sta meditando abbia un'apparizione di Gesù Cristo che si propone come sua guida spirituale. La ricetta della nostra realtà ha uno specifico sapore, determinato dagli ingredienti a cui diamo spazio e dai nostri gusti personali. Tale miscela è formata in parti uguali da ciò che sappiamo, ciò che sapevamo e ciò che la società c'induce a credere. Una possibile definizione di "conformarsi" è "co-formarsi", ovvero "co-creare". Collettivamente, a livello inconscio, produciamo e manteniamo l'ologramma culturale delle nostre esperienze di carattere sensoriale. È il contenitore inconscio che contiene le nostre supposizioni, credenze ed esperienze ad alimentare la forza creativa da cui trae spunto invariabilmente ognuna delle nostre manifestazioni. Se state leggendo questo libro e alcune delle cose che dico sembrano sfuggirvi, o forse non v'interessano affatto, va benissimo così. Quando non comprendiamo istantaneamente un certo concetto o idea, può significare che stiamo acquisendo nuove informazioni. Tutti i nostri concetti sono ampiamente basati sul dualismo e la linearità: e questo il vangelo delle forze opposte. Ma sarà il caso di ricordare che la sola occasione in cui siamo spinti a opporci a una forza avversa è quando questa implica potenzialmente dei super-modelli! Angeli e divinità, così come gli eroi dei fumetti, sono eccellenti super-modelli. Se plasmiamo le qualità eccelse negli archetipi collettivi e inconsci del potere e delle possibilità, possiamo in qualche modo imparare a imbrigliare la pura e semplice energia di tali forze. Francamente l'energia psichica grezza accumulata in questo genere di archetipi culturali può essere

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224 - La Fisica dei Miracoli impiegata in modi realmente magici. Se faticate a credermi, andate a leggervi il primo capitolo del mio primo libro e poi riprendete in mano queste pagine. Gesù, Superman e Spider- man sono tutti archetipi meravigliosi a cui possiamo attingere, al contrario dell'uomo nero. Se rinunciamo all'interpretazione della vita come lotta, non c'è nessun bisogno di entrare in guerra con noi stessi o con qualche porzione della psiche collettiva. L'energia che non viene sprecata nei conflitti interiori può essere impiegata per concederci più amore, sesso e denaro - le tre categorie di cibo psichico! Rinunciamo a lottare con il nostro io. Cambiamo i modelli e gli schemi che ci sono imposti dal nostro vecchio modo di essere. Possiamo approdare a un nuovo schema di consapevolezza attraverso il quale ampliare le opportunità in qualsiasi aspetto della nostra vita. Una consapevolezza espansa e alterata costituisce la chiave per spalancare le porte a nuove occasioni. Ecco un esempio dell'impiego degli archetipi, così come raccontato da uno studente di Energetica della Matrice nonché "mago": Il medico che avevo aiutato per il suo gomito del tennista, e più recentemente per un problema di allergie, dopo aver constatato che il problema era sparito ha scrollato il capo e mi ha detto: «Bob, ma questo è semplicemente impossibile». Non ancora convinto, l'altro giorno è passato per dirmi: «Bob, continuo ad avere questa emicrania a grappoli. Ora come ora non ne soffro, ma potresti impedire che torni?». Gli ho risposto che potevamo sicuramente provarci, e ho realizzato un archetipo triangolare posandogli una mano sulla spalla e tracciando il triangolo a circa 30 cm dalla sua testa. Poi gli ho chiesto: «Come sarebbe se NON avessi mai più questi terribili mal di testa?». Ha nuovamente scrollato il capo e mi ha confessato: «Bob, inizialmente pensavo che fossero tutte stupidaggini, ma questa volta ho provato davvero qualcosa... succede realmente qualcosa qui!». «Evviva!», ho fatto io, «è un bel po' che cerco di fartelo capire!». CAPITOLO 20 Intenzione umana e intervento divino Per un certo numero di anni ho fatto parte di una setta mistica in cui mi è stato insegnato in che modo il potere della parola possa essere usato per produrre cambiamenti concreti.1 Se vi è mai capitato di volervi rimangiare qualcosa che avete appena detto, avete un esempio concreto del modo in cui la parola possa complicare (oltre che semplificare) la vita! Le parole sono calici di luce che contengono immagini e schemi olografici. Quando tali modelli concettuali e auditivi vengono sbloccati e attivati, possono accelerare l'evento verso cui abbiamo diretto la nostra intenzione concentrata. Ho notato che a un sistema di credenze o a un concetto più grande e potente corrispondono più probabilmente risultati evidenti nel cosiddetto mondo reale. Uno dei concetti chiave della setta mistica a cui appartenevo era che Angeli e Maestri sono assolutamente reali, e che possiamo contare sull'Intervento Divino. Aspettati un miracolo e attingi allo spazio-griglia della Matrice in cui i miracoli costituiscono la regola, non l'eccezione. Se ci si ritrova ad affrontare un incidente potenzialmente fatale (come successe a me su quel ponte), la Griglia degli Angeli è sicuramente preferibile a quella di Ih-Oh, l'asinelio amico di

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Winnie the Pooh! Per dirla altrimenti, in momenti di bisogno, quando la tua vita dipende dalla tua capacità di entrare in contatto con qualcosa di superiore, è molto meglio non fare il somaro! Mark L. Prophet, Science of the Spoken Word, 8" ed., Summit University Press, Gardiner, MT 1998. La prima attenzione fa riferimento alla funzione della vista fisica e dell'intelletto, la seconda attenzione fa riferimento a una funzione del corpo energetico. I 226 - La Fisica dei Miracoli LE FATICHE DI ERCOLE Per spiegare meglio ciò che intendo dire, vorrei condividere alcune esperienze di un periodo precedente della mia vita. Nella mia comunità spirituale, uno dei Maestri di cui chiedevamo l'intercessione era la divinità greca Ercole. Tra l'altro, ho trovato estremamente interessante che in alcuni dei suoi film Steeve Reeves abbia interpretato proprio Ercole. La serie televisiva originale di Superman degli anni '50 vedeva come interprete principale George Reeves, mentre nel più recente film Superman il protagonista era interpretato, come ben saprete, dall'indimenticabile Christopher Reeve! Tutto ciò mi ha fatto riflettere sul fatto che il nome Reeves potrebbe essere in qualche forma di armonica risonanza con l'ologramma di Superman/Ercole (mi sono persino chiesto: «Ma se fanno un remake, Superman sarà interpretato da Keanu Reeves?». Poi non c'è stato nessun remake, e quel Reeves è rimasto per sempre identificato con il concetto stesso di Matrice). Quanto segue è la descrizione delle due interazioni dei membri della mia comunità spirituale con il campo morfico di Ercole. Nel primo esempio, diversi membri della comunità si ritrovarono bloccati per strada con un pneumatico bucato. Facendo ricorso al loro addestramento spirituale, decisero di evocare l'energia di Ercole per reintrodurre aria nel pneumatico, sebbene con ogni probabilità avessero una ruota di scorta nel bagaglio. Con loro grande sorpresa (i lettori ne saranno meno sorpresi) il canto ripetuto e intenso di un certo mantra («Deciderai una cosa e ti riuscirà»)2 non produsse alcun risultato apprezzabile. Il pneumatico restò a terra! In un secondo caso sorprendentemente simile, sebbene in un giorno diverso e su una strada diversa, un piccolo gruppo della stessa comunità si ritrovò nella medesima situazione. Pro 2. «Deciderai una cosa e ti riuscirà, e sul tuo cammino splenderà la luce», Giobbe, 22:28. Capitolo 20 - Intenzione umana e intervento divino - 227 prio come nel caso precedente, i seguaci invocarono lo spirito di Ercole e chiesero aiuto, ma questa volta operando una simulazione della realtà. In altre parole, sebbene avessero rivolto le loro preghiere agli "Dèi", presero ad agire come se il risultato dipendesse proprio da loro. Nel giro di pochi istanti un maggiolino Volkswagen color blu si fermò con gran stridere di freni a lato della

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strada. Quei ricercatori spirituali restarono a bocca aperta: ne uscì un uomo nero enorme, che dopo averli guardati dall'alto in basso, raggiunse il veicolo in panne e tenendo saldamente tra le mani il paraurti sollevò l'auto da terra. Uno dei membri della comunità, comprendendo all'istante il significato del gesto del colosso, ne approfittò e in quattro e quattr'otto cambiò il pneumatico. Una volta finito, quel "gigante buono" posò delicatamente l'auto a terra, fece un cenno di saluto, riprese posto nella sua auto e filò via senza nemmeno guardarli! Nel primo esempio, i protagonisti della storia cercarono di servirsi della scienza spirituale per avere la meglio sulle leggi della fisica che dominano il mondo reale, senza ottenere alcun risultato concreto. Cercarono cioè di ottenere un risultato a cui sarebbero arrivati molto più facilmente, e praticamente, se solo si fossero tirati su le maniche. Nel secondo esempio, non sono stati posti limiti di sorta a ciò che sarebbe potuto accadere — c'era soltanto una fiducia incrollabile che qualcosa sarebbe comunque accaduto. Per riassumere gli insegnamenti impliciti in queste storie, potrei citare ciò che l'indomito Saint Germain disse una volta a un gruppo di devoti: «Rivolgeteci le vostre preghiere come se ogni cosa dipendesse da noi, e agite come se tutto dipendesse da voi». Un buon consiglio a cui ispirarsi nella propria vita! Ci sono altri due esempi, sempre relativi alle mie interazioni personali con queste energie, che contribuiranno a chiarire definitivamente la faccenda. Molti anni fa la mia prima moglie e io stavamo viaggiando per il paese assieme ai nostri tre bambini a bordo della nostra Suburban arancione, diretti a un incontro spirituale. In quei giorni aveva piovuto a dirotto su tutta la California e le •«-^*j»ì«»» »s>v 228 - La Fisica dei Miracoli strade del posto in cui era stato organizzato l'incontro erano fradice e fangose. Come spesso accade, la natura sa mettere alla prova fede e sopportazione secondo modalità assai interessanti. La mia auto finì per affondare in quel fango, con le ruote posteriori che emergevano soltanto per un terzo. Provai diverse volte a uscirne, accelerando e cambiando marcia, con il solo risultato di accrescere la mia frustrazione. Avendo compreso che non c'era nulla al mondo che potessi fare per cambiare quella situazione, rivolsi una rapida preghiera a Ercole, ritenendo che la sua forza leggendaria potesse essere davvero di aiuto. Così come si dice che la punizione dev'essere commisurata al crimine, io sostengo che la preghiera dev'essere adeguata alla situazione in cui si evocano i poteri della Matrice celestiale. E così, mantenendo la calma, scesi dall'auto, raggiunsi il paraurti posteriore, lo afferrai appoggiandogli contro la schiena e, dopo aver rivolto un'altra accorata preghiera a Ercole, sollevai l'auto, liberandola completamente dal fango. Piacevolmente sorpreso, riuscii a spingerla un po' più in là, malgrado fosse su una china assai ripida. Mi fermai soltanto per guardare quanti metri avevo fatto e accertarmi che le ruote potessero nuovamente posare su del terreno asciutto. Ancora una volta tutto è possibile, ma solo a condizione che si entri pienamente nello stato mentale di fiducia nella Matrice, in cui è ragionevole attendersi il risultato voluto. GLI ANGELI POSSONO FARE UNA MONTAGNA DI DIFFERENZA Un'ultima storia, altrimenti potreste giungere alla conclusione che le cose di cui sto parlando accadano una volta sola nella vita, o forse mai. Diversi anni dopo l'evento di cui sopra, facevo parte

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dello staff medico della comunità spirituale di cui facevo parte. La mia guida spirituale viveva in cima a una montagna, Capitolo 20 - Intenzione umana e intervento divino - 229 e per raggiungere la sua abitazione era necessario farsi una salita ripidissima. Una notte d'inverno mi chiamò chiedendomi di raggiungerla per un trattamento. Ci trovavamo nel bel mezzo di una bella tormenta di neve, un'ondata di freddo come quelle che spesso colpiscono il Montana. La già insidiosa strada che portava al suo eremitaggio quella notte era assolutamente impraticabile e ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio scivolosissimo. Mentre cercavo faticosamente di procedere attraverso quei tornanti, sempre alla guida della mia fedelissima Suburban arancione, a un certo punto mi ritrovai di fronte a un semiarticolato piegato in due in mezzo alla strada. Scesi per andare a vedere cosa fosse successso e fui piacevolmente sorpreso nel constatare che si trattava di David, uno dei conducenti abituali degli automezzi della nostra comunità. Mi spiegò che nel rimorchio c'erano dei rifornimenti che sarebbero dovuti giungere in cima alla montagna entro quella sera. Determinato a fare del mio meglio per aiutarlo in quell'impresa, sempre facendo estrema attenzione, spinsi la mia auto fino ad avvicinarmi quanto bastava al camion incagliato. David e io legammo i paraurti dei due mezzi con una robusta catena, saltai in macchina, misi la marcia accelerando progressivamente ma, c'era da aspettarselo, non riuscii a smuovere il camion neppure di un centimetro. Ricordando che talvolta anche gli angeli sono distratti, ne trassi le debite conseguenze: giacché è cosa buona e giusta prendere in considerazione il loro intervento quando, malgrado tutti i nostri sforzi, non riusciamo a cavare un ragno dal buco, è molto più ragionevole chiedere il loro aiuto che continuare a fare i cocciuti. Comportarsi in tal modo, secondo le leggi spirituali, rende possibile percepirne molto più chiaramente la presenza, di modo che possano intervenire concretamente. Talvolta lo studente è pronto, ma i Maestri lo fanno aspettare un attimo, giusto il tempo di farsi una bella risata, quel che conta è che alla fine si fanno sicuramente vivi! I 230 - La Fisica dei Miracoli Sentendomi più a mio agio rispetto alle difficoltà che stavano incontrando, ricominciai da capo, premendo nuovamente sull'acceleratore. Con l'occhio della mente ebbi la visione spontanea di una intera squadra di angeli di un bel colore blu luminoso che sollevavano la catena all'unisono. La catena giunse al massimo della sua estensione, e per un momento fu come se le mie ruote posteriori scavassero sulla superficie ghiacciata della strada cercando un punto di appoggio valido. Un istante dopo fu come se la mia auto e il semiarticolato fossero senza, peso: le ponderose leggi della fisica sostituite dalle regole angeliche! Conclusa la manovra, entrambi i veicoli schizzarono via su quella ripida strada come se fossero stati scagliati da una gigantesca fionda. Quando raccontai l'accaduto alla mia insegnante, dopo essere giunto al suo eremitaggio senza ulteriori grattacapi, rise di gusto e mi disse: «Be', adesso fai davvero parte della squadra, non ti pare?».

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ENTRARE IN SINCRONIA CON UNA REALTÀ SUPERIORE Per quel che mi concerne, essere parte della squadra significa trovarsi in sincronia con la realtà in cui ci si trova. Se vogliamo diventare ricchi, non dobbiamo fare altro che studiare le abitudini mentali delle persone le cui credenze, attività e consuetudini si sono dimostrate valide nel generare quel particolare risultato. Non ce ne restiamo seduti all'angolo della strada lamentandoci del nostro attuale destino — e sperando che ci piova addosso un po' di fortuna. L'universo non presta ascolto ai piagnucolìi e alle lamentele del nostro marmocchio interiore. Se volete che il vostro partner vada a gettare la spazzatura, sarà meglio chiederglielo con una certa gentilezza. Per quanto possa sembrare strano, se le voci nella nostra testa sono di genere gradevole, manifestare risultati utili positivi finisce per essere più facile. Capitolo 20 - Intenzione umana e intervento divino - 231 IN TRATTATIVA CON IL DIVINO Meditiamo, preghiamo o cerchiamo di migliorare noi stessi soltanto per avere tutto ciò che desideriamo? Il vincitore della lotteria è uno solo. Sono più che certo che Dio ami ognuno di noi, nessuno escluso, e che ciò rappresenti "un mare d'amore", autentico, non come quello delle canzonette! Non possiamo evitarci dolore, sofferenza e morte cercando di mercanteggiare con la nostra versione personale di Dio. Oppure sì? Appena fuori Butte, in Montana, c'è una enorme statua in cemento della Vergine Maria. E un monumento talmente imponente che sulla sua cima sono state montate luci segnaletiche, di modo che gli aerei che volano a bassa quota non vadano a sbatterci dentro. La storia della sua costruzione è particolarmente interessante: la moglie di un uomo molto ricco stava morendo di cancro. Disperato, l'uomo (che era un fervente cattolico) pregò affinché Dio la salvasse dal suo destino tragico. Subito dopo la Vergine Maria gli apparve e gli sussurrò: «Se la costruisci, guarirà» (cantandoglielo sulle note di Letit be). L'uomo accolse quella visione e costruì la statua, e sua moglie guarì. Quella statua rappresenta quindi un monumento al potere a cui possiamo accedere quando entriamo in un potente campo morfico e accettiamo di giocare secondo le regole di quel particolare gioco. I CAPITOLO 21 Approfittate della visita guidata: ne sarete pienamente soddisfatti! A qualsiasi livello del "gioco della realtà", ci attiriamo gli individui e le esperienze di cui abbiamo bisogno. E in corrispondenza di ogni livello di conoscenza su cui stiamo lavorando, possiamo

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giovarci dell'ausilio di energie amiche. Queste entità, o schemi positivi di energia, hanno superato il nostro stesso livello e possono aiutarci con dei "trucchetti" grazie ai quali possiamo cavarcela meglio in questa nostra esplorazione della realtà virtuale. Queste entità spirituali individuali, che si potrebbero anche definire proiezioni ortografiche personalizzate di pronto intervento, sono ciò che talvolta sperimentiamo sotto forma di Angeli o "spiriti guida". Potrebbero assomigliare all'arcangelo Gabriele, a nostra nonna, a Louis Pasteur o forse persino a un Ewok! Con ciò non intendo dire che qualsiasi cosa crediate in merito alla religione o alla spiritualità sia illusorio o in qualche modo incompleto. Si tratta semplicemente di assumere un punto di vista diverso. Spero che, almeno in parte, ciò che sto dicendo possa risultare utile a gran parte dei lettori. Una volta afferrati i concetti base, è possibile cominciare a co-creare un mondo pieno di possibilità infinite e magiche. Qualsiasi cosa in cui crediate, tenetevela stretta, se fino a questo momento si è rivelata utile. Peraltro, nel caso vi siate allontanati dalle interpretazioni religiose e scientifiche tradizionali, forse alcune di queste idee potranno risultare utili. Ritengo che angeli, maestri, santi e altre entità esistano separatamente da ciò che sono, e senza alcun input energetico da parte mia. Malgrado ciò, sono giunto a supporre che il modo in cui sperimento tali fenomeni sia in I I 234 - La Fisica dei Miracoli fluenzato e in qualche modo trasformato dalle mie propensioni e preconcetti personali. Se fino a oggi nella vostra vita non c'è stato nessun intervento angelico né connessione con guide spirituali, forse potreste prende in considerazione i consigli degli yogi Vajrayana epredisporvi alla creazione di una connessione del genere. All'inizio potrebbe sembrare che tutto succeda soltanto a livello della vostra mente, ma se riuscirete a canalizzare la quantità sufficiente di energia di punto zero nello specifico campo morfico che caratterizza la vostra intenzione, potrete stabilire una vera connessione con le cosiddette entità non-fisiche. Ciò che viene costruito e mantenuto sotto forma d'immagine, e quindi affidato al subconscio, può davvero assumere una esistenza propria. E un po' come nella storia di Pinocchio, in cui la marionetta prende vita grazie alle amorevoli attenzioni del suo creatore. Nutro grande venerazione e rispetto per i miei angeli e "spiriti guida". Quando la tua vita è stata salvata, non una ma più volte, proprio grazie all'intervento di questi messaggeri dell'altro mondo, finisci per sviluppare una fiducia innata nel loro potenziale. Chiunque abbia letto il mio primo libro suSEnergetica della Matrice ricorderà bene come, all'età di dieci anni, io sia stato investito da un'auto e sia volato per aria perdendo praticamente conoscenza. Mentre precipitavo sul duro e caldo asfalto, una voce risuonò nelle mie orecchie, ordinandomi: «Stendi il materasso!». Rispondendo all'istante, d'istinto, eseguii una perfetta mossa di judo con cui interruppi la caduta salvandomi la pelle. Ero solo un ragazzino e non sapevo nulla di arti marziali. Com'era possibile che una voce proveniente da chissà dove mi avesse spiegato cosa dovevo fare nel giro di pochi istanti? E come avevo capito cosa volesse dire, interpretando l'ordine alla perfezione? Penso che sia chiaro perché io abbia una tale fiducia nelle mie guide interiori! Molti anni dopo stavo accompagnando qualcuno a casa, e mi trovai ancora una volta a risalire una ripida strada di montagna. Era pieno inverno e la mia Suburban arrancava nel bel

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Capitolo 21 - Approfittate della visita guidata - 235 mezzo dell'ennesima bufera di neve del Montana. All'improvviso la stessa voce che mi aveva salvato la vita quando avevo dieci anni mi consigliò: «Esci dall'auto e metti l'orecchio a terra!». Mi venne spontaneo ribattere: «Ma come? Fa un freddo cane! Non mi va proprio!». Qualche istante dopo la medesima voce ribadì il consiglio, questa volta con tono più perentorio, ormai si trattava di un ordine a cui non avrei osato disobbedire. Scesi dall'auto e posi l'orecchio a terra, sul terreno gelato. Subito dopo sentii l'aria uscire da una foratura del mio pneumatico sinistro. Quella presenza imperiosa, che non avrei mai saputo vedere o identificare, forse mi aveva salvato la vita un'altra volta! Quante volte devono verificarsi situazioni del genere prima che ciò c'induca ad avere piena fiducia nelle nostre guide? Per me una volta sola era bastata. Conclusione: aspettatevi i miracoli e si concretizzeranno sotto i vostri occhi. SCEGLIERE CON ATTENZIONE QUANDO E COME PRESTARE ASCOLTO ALLA PROPRIA GUIDA Prestare ascolto alla voce interiore, che ritengo appartenere al mio angelo e guida interiore, mi ha procurato esperienze assolutamente magnifiche. Ciò non significa però che si debba prestare ascolto a ogni singola voce che fa capolino nella nostra testa. Sarebbe assai sciocco, se non potenzialmente pericoloso! Per esempio, non vi è mai capitato di trovarvi in posizione in qualche modo elevata e sentire una voce che dice: «Salta giù!». A me è capitato, e sono sicuro che sia accaduto a buona parte dei lettori. E una vocina a cui bisognerebbe prestare ascolto? Sicuramente no! Ma allora, come riuscire a distinguere i buoni consigli dalle cattive idee? Se la voce che sentiamo ci fa sentire amati e protetti, potrebbe trattarsi di qualcosa a cui prestare ascolto. Ma attenzione, occorre saper distinguere tra buoni consigli e lusinghe, come appunto quelle che c'invitano a buttarci giù da un ponte o a fa 236 - La Fisica dei Miracoli re altre cose sciocche e potenzialmente pericolose. Se sentiamo voci del genere, dovremmo non correre, ma precipitarci presso un professionista che possa darci il sostegno psicologico di cui abbiamo bisogno. Qualsiasi voce rappresenti una illusione o una condanna (e talvolta le due cose possono comparire contemporaneamente) non vuole affatto aiutarci o guidarci. Qualsiasi voce ci dica che se non smettiamo di fare una certa cosa perderemo la vista, andremo all'inferno o quant'altro, dovrebbe parimenti essere inserita nell'elenco delle voci sospette. Temo che molti dei membri dell'ordine degli psicologi, al leggere queste mie parole, mi sistemeranno gentilmente nella categoria dei pazzi, e ovviamente hanno pieno diritto di fare come meglio credono. In effetti, sulla base della struttura concettuale che hanno costruito, non c'è nessun'altra interpretazione possibile, e secondo il loro punto di vista hanno perfettamente ragione. Per quel che mi riguarda, mai e poi mai rinuncerei alle mie guide e ai miei custodi, né obbedirei ad alcuna voce mi suggerisse di buttarmi giù da un ponte altissimo tanto per verificare se gli angeli verranno a salvarmi. Non presterei mai ascolto ad assurdità del genere, e vi consiglio di fare altrettanto! SE NON PUOI FIDARTI DELLA TUA GUIDA, "ASSUMINE" UN'ALTRA Il dottor Mark Dunn si è creato mentalmente delle guide, che ha poi autorizzato ad agire a suo nome. Ma si è imbattuto in qualche piccolo problema: talvolta ciò che le sue guide dicevano era

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impreciso, o semplicemente completamente sbagliato. Che cosa fai quando l'impiegato che hai assunto non svolge il suo lavoro alla perfezione? È chiaro: lo licenzi] Successivamente devi passare in rassegna i tuoi bisogni e aspettative, cosicché il tuo prossimo "impiegato" sia più adatto allo scopo e corrisponda meglio alle tue esigenze. Se la voce del tuo "sé superiore" Capitolo 21 - Approfittate della visita guidata - 237 commette continuamente degli errori oppure si dimostra troppo eccentrica, licenziala e rivolgiti a un altro sé. Se chiedeste a Mark, o ad altri miei studenti, vi spiegherebbero di essere stati costretti a licenziare numerose guide che non corrispondevano alle aspettative. Proprio così, non c'è nient'altro da fare: dategli il benservito e ricominciate daccapo! Sarà opportuno continuare a emendare bisogni e aspettative. Per esempio, potrebbe essere utile redigere una lista delle qualità di cui c'è bisogno e dei pterequisiti essenziali di uno "spirito guida". In fondo, visto che si tratta di una creazione mentale, siamo liberi di modificarla a piacimento. E nel caso gli spiriti guida siano reali, metterli alla prova per trovare quello giusto ha ancora più senso. COSTRUIRE UN RAPPORTO CON LA PROPRIA GUIDA INTERIORE: UN ESERCIZIO Ecco un modo assolutamente semplice di procedere: porre semplici domande le cui risposte possono essere immediatamente valutate. Sono certo che molti di voi abbiano già sperimentato il ritrovarsi imbottigliati nel traffico tornando a casa nell'ora di punta. E sono parimenti sicuro che spesso vi sarete rammaricati di non aver prestato ascolto a quella vocina interiore che vi aveva suggerito di scegliere un itinerario alternativo. Perché non provare a sollecitare le guide affinché assumano un ruolo più attivo nella vostra vita su base regolare? Per esempio, quando prendete l'auto per andare da qualche parte, chiedete alla vostra guida: «Che strada scegliere per andare a casa?». Proponete alternative ben precise, una alla volta, quindi fate una pausa e prestate ascolto alla eventuale risposta affermativa. Se non siete sicuri, chiedete nuovamente e siate pazienti. Quindi agite sempre sulla base del consiglio ricevuto, anche se di tanto in tanto potrà rivelarsi errato. Costruirete così le fila di un forte legame intuitivo, e proprio come dice la strega cattiva del Mago di Oz: «Certe cose devono essere fatte con delicatezza!». Se può 238 - La Fisica dei Miracoli I essere utile uscire e comprare delle pantofole color vermiglio, o magari delle scarpe da tennis verdi come quelle indossate da George Harrison nelle scene girate in cima al tetto nel film LetltBe, fatelo senza indugiare! Ricordate soltanto una cosa: non si tratta tanto di trovare dei buoni sostegni, quanto di entrare nello stato d'animo adeguato per ricevere le informazioni di cui si ha bisogno. Sapete già cosa, dovrebbe fare se le informazioni ricevute risultano assolutamente sbagliate, non è vero? Esatto: «Sei licenziato!». Si faccia avanti il candidato seguente al compito di spirito guida. Una volta licenziate molte delle voci che fanno capolino nella vostra testa, alla fin fine resterà

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soltanto il meglio. Ovviamente potete sempre chiedere un colloquio personale con una certa guida, se non vi sentite pronti a licenziarla in tronco. Provate a scrivere tutto ciò che vorreste e che vi attendete di modo che nel momento in cui avverrà l'incontro delle menti abbiate tutto ben chiaro in testa. Se posso permettermi di dare un consiglio, direi che se le informazioni ricevute hanno un carattere criptico, o sono espresse simbolicamente, probabilmente sono anche più affidabili. Le guide comunicano spesso attraverso il linguaggio simbolico dell'emisfero cerebrale destro. ASCOLTARE LA VOCE DELLA POSSIBILITÀ L'anno scorso, durante un mio seminario tenutosi a Vancouver, ho scelto a caso un giovane tra il pubblico e l'ho portato sul palcoscenico. Una volta lassù, ha raccontato a me e a tutti i presenti qualcosa di sorprendente: ha spiegato di essere un programmatore di computer di Londra; un giorno, mentre lavorava con il suo computer, ha sentito una voce potente e assolutamente sconosciuta che gli diceva che doveva imparare l'Energetica della Matrice. Incuriosito, ha fatto una ricerca in rete, scoprendo subito il nostro sito Web. C'è rimasto per diverse ore, guardandosi tutti i videoclip e leggendo tutto il materiale disponibile. Non riusci Capitolo 21 - Approfittate della visita guidata - 239 va a capire il nesso: lui era un esperto di software, mentre tutta quella roba sembrava riguardare soltanto guarigione e trasformazione. «Sì, va bene», pensò, «qualsiasi cosa voglia dire». C'era pur sempre qualcosa che gli parlava - forse letteralmente! Incapace di sbarazzarsi di quella voce nella sua testa, e in virtù di un puro e semplice atto di fede, prenotò un biglietto per Vancouver. A quel punto gli chiesi se da bambino avesse mai realizzato uno di quei telefoni rudimentali, fatti con due lattine vuote legate da uno spago. «Certo!», rispose il giovane. Tanto mi bastava: disponevo dell'apertura necessaria. Rapidamente gli feci appoggiare l'orecchio a una lattina immaginaria, legando un filo altrettanto immaginario a quella che tenevo io, poi lo feci andare dall'altra parte della sala. Giunto alla distanza necessaria, parlai nel mio congegno immaginario con una voce profonda e possente, pronunciando le parole: «Quella che ti parla è la voce di Dio!». Il giovane cadde dalla sedia e finì sul pavimento del palcoscenico in uno stato profondamente alterato, e vi restò per quasi un'ora. Quando tornò alla realtà così come la intendiamo, non era più la stessa persona. Partecipò con gran fervore all'intero seminario, apprezzandone ogni aspetto profondamente, quasi si fosse trattato di un pesce che era stato costretto a respirare in superficie per tutta la vita e si ritrovasse finalmente immerso nelle acque di una qualche forza benevola. Per lui fu come tornare a casa! DACCI DENTRO CON ILVOLUME Se vi è già capitato di sentire la voce del vostro intuito - sono sicuro che la maggior parte della gente abbia sperimentato qualcosa del genere - vi siete mai chiesti come potenziare tale capacità? Mi sembra ovvio che se ascoltate quella che la Bibbia definisce la calma, flebile voce interiore, la cosa più semplice da fare sia alzare il volume! A chi non è mai capitato di viaggiare in auto con 240 - La Fisica dei Miracoli

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1 la radio al minimo, giusto per avere un po' di compagnia. Poi capita che mandino in onda una canzone che conosci bene, e che ti strappa dalle tue fantasticherie, e allora d'istinto metti mano al volume, perché non vuoi assolutamente perdertela! ESERCIZIO PER SVILUPPARE IL SISTEMA STEREOFONICO DELL'INTUIZIONE Stiamo pensando a qualcos'altro e all'improvviso ci viene in mente una vecchia meravigliosa canzone che non sentiamo da anni. A chi non è capitato? D'istinto accendete la radio, e scoprite che stanno passando proprio la canzone che vi era venuta in mente. È una sorta di stimolo della "chiaroveggenza uditiva" . Per qualcuno potrebbe trattarsi di dover cercare giù, da una parte e dall'altra, fino a trovare il pulsante di accensione dello stereo dell'intuizione, pigiare e accenderlo. Perché non provare subito? Resterò ad aspettare che abbiate finito. Alcuni dei lettori potrebbero avere una vita talmente intensa e piena di affanni da aver completamente dimenticato come si fa ad ascoltare. Se siete tra questi, perché la cosa possa funzionare ci vorrà probabilmente qualche minuto in più di fatica, ma vale comunque la pena provarci. Vi chiederei semplicemente di leggere questo paragrafo, poi posare il libro, chiudere gli occhi ed entrare in uno stato di profondo rilassamento. A quel punto non dovete far altro che dedicare tutta la vostra attenzione al vostro sistema stereofonico dell'intuizione. Cominciate con la cosa più semplice: guardate giù e accertatevi che sia collegato alla corrente! Adesso cercate il pulsante di accensione e pigiatelo. Se tutto sembra funzionare, sintonizzatevi sulla stazione radio della vostra guida o Angelo. Se non sapete su quale canale sta trasmettendo, fate riferimento alle informazioni localizzate al livello del vostro inconscio: c'è un programma che vi consentirà di accedere alle stazioni di più facile ascolto. Una volta trovato il vostro canale Capitolo 21 - Approfittate della visita guidata - 241 preferito, assicuratevi di memorizzarne la frequenza, così che la prossima volta trovarlo vi sarà estremamente facile. Come essere certi che si tratti della stazione giusta? La riconoscerete d'istinto. E ne sarete certi non perché ascolterete sempre ciò che volete sentire, ma perché anche la musica meno familiare vi farà sentire talmente bene che non vorrete più cambiare canale. CONSIGLI PER I PROBLEMI PIÙ COMUNI 1. Se avete seguito tutti i miei consigli e il segnale non è ancora nitido, tornate alla vostra mente e analizzate gli altoparlanti del vostro sistema stereofonico d'intuizione. I cavi sono collegati? Controllate con attenzione, soprattutto le eventuali rotture o sfilacciamenti - i due capi devo essere ben collegati ai morsetti dello stereo. 2. Se i collegamenti sembrano perfetti e tutto quanto è acceso, forse il problema risiede nella vostra capacità di ricezione. Qualcuno ha l'abitudine di prendere tutto così sul serio che dimentica come si fa a giocare. Se pensate di far parte della categoria delle persone con problemi di ricezione, ovvero che manifestano poca ricettività, seguite con attenzione i punti 3 e 4.

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3. Se talvolta sperimentate un problema di percezione, potrà essere utile restarsene semplicemente coricati e dimenticare completamente i propri problemi, almeno per qualche breve istante. Forse il canale di ricezione subisce l'interferenza dei segnali provenienti dalla stazione dell'intuizione personale. Nessun problema: rilassatevi ulteriormente, lasciandovi affondare nel ricordo dell'ultima volta che vi siete veramente divertiti. 4. Se non riuscite a ricordare l'ultima volta in cui vi siete divertiti per davvero, forse c'è bisogno di qualche aggiustamento a livello dei vostri bisogni vitali fondamentali. Andate a vedervi una commedia qualsiasi. Leggetevi qualcosa di divertente o cominciate a fare un po' di musica con degli amici! I 242 - La Fisica dei Miracoli 5. Se non fate parte di quel genere di persone che riescono a ricordare come si fa a divertirsi, posate subito questo libro e datevela a gambe. Subito! Sto aspettando... Non l'avete ancora fatto? Noooo? Be', allora devo dedurne che avete deciso di divertirvi un po', invece di continuare a prestare attenzione a quelle voci imperiose e adulte che continuano a ordinarvi di non farlo! 6. Continua a non funzionare, allora vorrei che riusciste a scovare una vocina nella vostra testa capace di dirvi sempre cosa dovete fare, sapere, qualcosa del genere "Mangia un po' di verdura!", "Sistemati i capelli", o ancora "Non uscirai di casa vestito così, vero?". O per finire, il mio preferito: "E così e basta!". Prendete queste voci, ovunque siano, e qualsiasi cosa sembrino, e mettetele da parte, o meglio ancora, lasciatevele alle spalle, rinchiudetele in una piccola bolla che scompare lontano. Via! Va meglio adesso? ECCO COME HO TROVATO LA MIA GUIDA INTERIORE: LA STORIA DI UN PRATICANTE DI ENERGETICA DELLA MATRICE Voglio condividere una delle molte sorprendenti esperienze/cambiamenti della mia vita che si sono verificati a seguito del mio incontro con l'Energetica della Matrice: di recente mi è capitato di svegliarmi nel bel mezzo della notte in preda a un gran panico, che in questa occasione era addirittura paralizzante. Ho cominciato a preoccuparmi di qualsiasi cosa possibile: soldi, cose della vita, scuola e salute. Qualsiasi cosa potesse indurmi un minimo stress causava il più assoluto panico. Non avevo idea di quali fossero i fattori scatenanti. L'unica cosa di cui ero certo è che più cercavo di lottare con quelle emozioni, più il mio corpo s'irrigidiva provocandomi ulteriore stress. Poi, verso le 5:30 di mattina, ho sentito una voce che mi ha detto: «Vai in palestra!». Ma che diavolo! Era l'alba e non c'era Capitolo 21 - Approfittate della visita guidata - 243

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ragione al mondo per cui sarei andato in palestra. Inoltre, sapevo come tirarmene fuori: mi sarei diviso in due, di modo che "l'altra parte" di me stesso potesse occuparsi della faccenda: dovevo soltanto restare calmo e immaginare che quello "stress" se ne stesse andando. Ma la stessa voce ha ribadito con tono assai deciso: «VAI IN PALESTRA!». Ho risposto seccato: «Ok, hai vinto tu!», mi sono alzato e sono andato in palestra. Quando sono arrivato là, c'erano già alcuni miei amici, abituati ad allenarsi la mattina presto. Ho sorriso e li ho salutati con un cenno della mano. Ma tutti hanno continuato a fare come niente fosse, quasi fossi diventato invisibile. Con una scrollata di spalle ho cercato una macchina libera, dirigendomi verso lo stepper su cui ero solito allenarmi. E invece il mio corpo ha continuato ad avanzare (come se non ne avessi più il controllo) finché non mi sono imbattuto in una nuova macchina dotata di cardio-fitness. Ho predisposto il visore di modo che mostrasse il battito cardiaco e le calorie bruciate e ho cominciato a correre. Nel giro di cinque minuti ero già inzuppato di sudore. Sono in buona forma e non mi capita mai di sudare molto così rapidamente. Un istante dopo una voce in me mi ha detto: «Chiudi gli occhi». Intuitivamente ho compreso che stavo per imparare e sperimentare qualcosa di nuovo, e ho prestato ascolto a quel consiglio. Dopo aver chiuso gli occhi, la stessa voce ha ripreso: «Disegna un ologramma di te stesso». Prima ancora che la voce avesse finito di pronunciare quelle parole, di fronte a me c'era un ologramma di me stesso, nel bel mezzo di quello che sembrava un cielo nero. Mi sono avvicinato a quella mia visione quel tanto che bastava per toccarla, e ho percepito una luce bianca, una sorta di polvere scintillante, e qualcosa che oscillava. Era un altro me stesso: il mio sé superiore, il mio sé del cuore (o comunque vogliate chiamarlo). Il mio sé superiore stava elaborando quell'ologramma di me stesso! Ricordo benissimo che subito dopo mi sono messo a lavorare su quell'ologramma, tirando via dei fili, ripulendolo e limitandomi ad acquisire consapevolezza di ciò che stavo osservando. 244 - La Fisica dei Miracoli Poi, da dietro quell'ologramma, e cioè dalla profondità di quella sorta di cielo nero, sono emersi numeri (frequenze) che si sono diretti volando al mio ologramma. Alcune parti dell'ologramma si sono illuminate, ed è proprio là che si sono dirette le frequenze, dove ce n'era bisogno. Poi sono apparse dal nulla alcune delle mie guide (mia nonna, Einstein, il mio cane, Giacomo, Gesù, il Buddha e gli angeli), e li ho sentiti pronunciare queste parole: «Adesso giochiamo un po'». Ho avuto l'impressione che ci sedessimo tutti quanti attorno a una tavola rotonda al cui centro c'era il mio ologramma. Tutti intorno c'erano gli altri, compreso il mio sé superiore, ed eravamo tutti là per lavorare insieme. Nell'ologramma che mi veniva mostrato non c'era nessuna differenza tra loro e me: eravamo tutti uguali, giacché provenienti dalla stessa fonte d'amore. Poi ho sentito nuovamente la voce che mi diceva: «Vai in pace». Ed è stato a quel punto mi sono reso conto che le mie gambe stavano ancora correndo e che un mio braccio, quello vero, fisico, si era spostato rapidamente all'indietro, andando molto più lontano delle sue capacità normali, e aveva afferrato un "oggetto" che sembrava essere la pace stessa. L'ho preso e l'ho lasciato cadere direttamente sull'ologramma. Nel momento stesso in cui gliel'ho consegnato, l'ologramma ha perso la sua forma stazionaria ed è precipitato in quel cielo nero, scomparendo e trascinando con sé tutto quanto. Per la prima volta da quando li avevo chiusi, ho riaperto gli occhi, e in quel momento è stato come se facessi il primo respiro della mia vita. Mi sono sentito profondamente in pace, a mio agio. Non ero affatto certo di cosa fosse appena successo. Ho dato una occhiata alla macchina e ho visto che erano passati 40 minuti. Non potevo crederci! Poi ho controllato il quadrante e ho potuto accertare che in quei 40 minuti avevo bruciato 800 calorie! Era impossibile, e allora ho riesaminato tutto il

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lavoro fatto: il computer non mostrava nessun segno di errore, il battito cardiaco era accelerato passando da 105 a 190 e fino a 210... Capitolo 21 - Approfittate della visita guidata - 245 Ho lasciato la macchina e ho cercato uno dei miei amici, qualcuno che potesse spiegarmi cosa era successo, ma tutti quanti hanno continuato a fare come se non mi vedessero. Ho provato a chiamare qualcuno al telefono, ma sono stato prontamente interrotto, perché i miei interlocutori non riuscivano a sentire nient'altro che un vago "bla-bla". Sono davvero onorato di aver potuto sperimentare un risveglio talmente incredibile! In seguito qualcuno mi ha chiesto se potessi tornare indietro e sperimentarlo nuovamente, al che ho risposto: «Certo! È ancota tutto qui!». E senza neppure pensarci, la mia mano si è diretta verso una forma alla sinistra del mio corpo, l'ha afferrata e mi ha nuovamente donato pace e interezza. TS, praticante diplomato in Energetica della Matrice .' CAPITOLO 22 Il piccolo libro delle grandi avventure di Mark La figura del dottor Mark Dunn, mio carissimo amico ed ex collaboratore ai miei seminari di Energetica della Matrice, vi sarà ormai ben nota, così come la sua propensione per le disavventure. La sua carriera di chiaroveggente professionista non era cominciata certo sotto i migliori auspici. Oggi Mark riesce a percepire cose di cui le persone comuni non sono minimamente consapevoli, e spesso con precisione straordinaria. Ma non è sempre stato così! IL PERCORSO DI APPRENDISTATO DEL DOTTOR DUNN: UN VIAGGIO LUNGO E BIZZARRO Quando Mark cominciò a studiare con me, più di una decina di anni fa, come lui stesso ammette non era in grado di vedere, sentire o percepire nulla di più di quanto comunemente accessibile ai nostri cinque sensi. Quando gli fornivo informazioni di carattere clinico che non avevo ottenuto attraverso i normali strumenti a disposizione della medicina ufficiale, ci restava immancabilmente di stucco. Saltava su ed esclamava (sulla base delle tipica reazione scettica che la mente conscia manifesta nei confronti dei dati ottenuti attraverso metodi o canali non convenzionali): «Come diavolo fai a saperlo? Non provare nemmeno a dirmi che l'hai "sentito" perché è una cosa che mi fa letteralmente infuriare!». Uno dei punti di svolta nell'evoluzione della sua consapevolezza fu il frutto della nostra partecipazione a un seminario elementare d'iniziazione al percorso sciamanico o viaggio interiore.

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I 248 - La Fisica dei Miracoli In quell'occasione Mark ebbe sorprendenti incontri mentali con Spike, il vampiro della serie Bufjy l'ammazzavampiri, il mago Merlino e Jabba di Guerre Stellari (quest'ultimo incontro ebbe luogo in un negozio di jeans!). O c'era qualcosa che davvero non funzionava nel suo cervello, oppure Mark stava cominciando a dare promettenti segni di alcune delle capacità complesse e straordinarie che oggi dimostra senza nessuna difficoltà su base quotidiana (come per esempio l'accesso agli archetipi e all'immaginario del sogno). Basandomi su ciò che so circa questa persona straordinaria, devo dire che la seconda interpretazione è la sola corretta! È interessante notare che la persona stessa che guidava quel seminario confessò agli studenti che all'inizio non riusciva affatto a penetrare i misteri del percorso sciamanico! Subito dopo essere entrata in contatto con quella disciplina, aveva dovuto lavorarci quotidianamente per ben due anni prima di poter avere una vera e propria esperienza mistica. Aveva semplicemente rifiutato di rinunciare. Nel processo di sviluppo delle proprie capacità intuitive non c'è possibilità di fallimento: tutto ciò che si ottiene sono soltanto risultati e informazioni. E sufficiente non desistere mantenendosi rilassati, e alla fine le capacità extrasensoriali desiderate si manifesteranno spontaneamente. Il punto chiave nello sviluppo di qualsiasi talento del genere è rilassarsi e lasciar andare. Mai giudicare. E necessario creare un ambiente sicuro in cui sia possibile esplorare gli stati alterati e le capacità paranormali. LA PRIMA GUIDA INTERIORE DI MARK Subito dopo aver partecipato al suo primo corso d'iniziazione sciamanica, Mark ricevette la sua prima "guida interiore": un'alce dei cartoni animati, e non era neppure quella più famosa! Quella guida di tanto in tanto dava a Mark informazioni apparentemente utili. Ma c'era soltanto un piccolo problema: buona parte delle cose che giungevano a Mark attraverso quel Capitolo 22 - Il piccolo libro delle grandi avventure di Mark - 249 suo "orecchio interiore" inizialmente erano sbagliate, almeno secondo il feedback ottenuto dai suoi clienti. Però, l'ho detto e lo ripeto, in questo settore non è possibile fallire, ci sono solo risultati e informazioni. Le stravaganze della guida di Mark erano in piena armonia con una canzone scritta da un mio professore alla Bastyr e intitolata "La mia guida Clyde". Nella canzone, Clyde continuava a ripetere al protagonista un sacco di cose che alla fin fine si rivelavano essere completamente sbagliate. Nel verso conclusivo della canzone, la guida riceve finalmente la domanda chiave: «Com'è possibile che molte delle cose che mi hai detto si siano dimostrate assolutamente campate in aria?». Ebbene, la guida Clyde era un alcolizzato che stava semplicemente inventandosi delle cose. Ecco perché è molto meglio mettere alla prova questi spiriti guida, tanto per accertarsi che non abbiano alzato il gomito! Nel percorso spirituale all'illuminazione uno dei primi test da superare

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consiste proprio nello sviluppo di un sano spirito critico. Questo insegnamento è presente nelle più svariate forme in tutte le tradizioni misteriche di cui ho fatto esperienza. Le informazioni ricevute devono sempre essere verificate attraverso ogni possibile mezzo. Nel corso di tale processo occorre evitare l'autocompiacimento, e in tal modo se ne trarranno grandi vantaggi, aggiungendo nuove dimensioni alle esperienze della propria vita. Detto ciò, occorre anche ribadire che non bisogna lasciarsi scoraggiare né rinunciare. Inoltre, mai supporre che ciò che sappiamo o percepiamo come reale costituisca una realtà assoluta. Sviluppando la propria capacità di percepire in modo nuovo e inconsueto spesso constateremo che la realtà, o ciò che supponiamo tale, si trasforma e cambia sotto i nostri stessi occhi. Più o meno nello stesso periodo in cui Mark incontrò quella sua prima guida presero a verificarsi altri strani fenomeni. Talvolta, mentre il dottor Dunn stava parlando con un cliente, percepiva bolle o sfere blu intermittenti che prendevano a interagire con la sua anatomia. Non fidandosi ciecamente (e ne aveva ben d'onde!) di quelle sue iniziali intuizioni psichiche, se per caso Mark 250 - La Fisica dei Miracoli vedeva una bolla blu che si posava sulla spalla del suo cliente, gli chiedeva se avesse un particolare problema da quelle parti. Nella maggior parte dei casi la risposta era un deciso: «No!». Ma le cose cominciarono ad andare meglio - molto meglio — col passare del tempo. Come già detto una infinità di volte, dobbiamo acquisire consapevolezza di ciò che stiamo osservando senza mai dare per scontato che quella informazione sia valida o in definitiva importante. Per dirla altrimenti, come ci ricorda il Vangelo, «non giudichiamo secondo le apparenze, ma con giusto giudizio» (Giovanni 7:24). E ciò significa seguire il flusso dell'energia così come si manifesta in quel preciso momento. Dopo aver dedicato qualche tempo a quel fenomeno delle "bolle blu", Mark decise che era venuto il momento di fare qualcosa per migliorare l'accuratezza delle sue percezioni. Un giorno entrai nel suo studio e lo trovai rannicchiato su una carta anatomica del corpo umano con un pendolo che oscillava, tenuto tra l'indice e il medio della sua mano. Stava pazientemente ponendo delle domande precise, con risposta inequivocabile "sì" o "no", circa il suo prossimo paziente, prima ancora che si presentasse fisicamente per il suo appuntamento. E ciò sottolinea un altro aspetto importante: è opportuno che troviamo o scopriamo il nostro metodo personale per ottenere le informazioni e le intuizioni di cui abbiamo bisogno. C'è chi si serve dell'analisi della tensione muscolare, chi dei pendoli, chi dell'immaginario dei sogni, del sogno cosciente, del viaggio sciamanico, della meditazione o di altri metodi ancora. È opportuno esplorare prendendosi il tempo di scoprire che cosa fa al caso nostro. E un processo che comporta inevitabilmente molti tentativi o errori, ma gradualmente, nel giro di un anno circa, l'accuratezza comincia a migliorare decisamente. Giacché Mark verificava sistematicamente qualsiasi indicazione cui fosse giunto intuitivamente, in quel suo tentare di prevedere di cosa soffrissero i suoi clienti non c'era più nessun rischio né possibilità di fare una brutta figura. In tal modo Mark si costruì una zona franca concettuale in cui potè far crescere costantemente il suo talento, Capitolo 22 - Il piccolo libro delle grandi avventure di Mark - 251 fino a farlo sbocciare pienamente. Dobbiamo avere fiducia ma anche verificare. Mai dare per scontato che le informazioni psichiche siano sempre accurate o corrette. In sostanza ci serviamo

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sempre del mezzo migliore per verificare ciò che abbiamo intuito, e ci sforziamo di migliorare continuamente la nostra accuratezza secondo modalità semplici e utili. INSEGNAMENTI AVANZATI SUL DUALISMO Forse qualcuno dei lettori non crederà affatto negli angeli. Ebbene, neppure il mio amico Mark aveva una gran fiducia nella loro esistenza. Dopotutto, non ne aveva mai visto uno, e di certo nessun angelo gli aveva mai salvato la vita. Mark aveva sentito un sacco di storie in proposito, ma non aveva mai sperimentato coscientemente la presenza di un angelo. Pregava, meditava e supplicava, ma nessun angelo aveva mai fatto la sua comparsa. E così un giorno decise di farsene uno. Dopo aver scelto come procedere, raccolse su Internet tutto quello che poteva trovare in materia di angeli. Nel corso delle sue ricerche si imbatté soprattutto nell'arcangelo Gabriele, così decise che il suo angelo personale si sarebbe ispirato proprio a lui. Intraprendendo un profondo processo meditativo, Mark prese a interagire con il campo morfico dell'universo. Attraverso l'intenzione concentrata, cercò di "canalizzare" gli schemi di energia angelica fino a creare un modello mentale. Una volta completata la realizzazione di quella sua realtà virtuale, l'angelo sembrò acquisire una esistenza propria. Avete capito bene! Mark poteva andarsene a spasso e chiacchierare con la sua versione personale dell'arcangelo Gabriele. All'epoca non lo sapevo ancora, ma in realtà ci sono precedenti del genere, ben comprovati, in una particolare tradizione spirituale, e più precisamente nella setta buddhista di yogi Vajrayana che compiono una pratica simile a quella che Mark aveva intuitivamente sviluppato per conto proprio. Questi praticanti di medi 252 - La Fisica dei Miracoli tazione tantrica memorizzano nei minimi dettagli le forme della divinità prescelta. Col passare del tempo, attraverso profonde pratiche di concentrazione e meditazione sulla forma della divinità, sviluppano la capacità d'interagire con essa, in modo del tutto analogo a una simulazione di realtà virtuale. Alla fine, l'adepto di questa sorprendente disciplina è in grado di percepire la forma della divinità con la stessa chiarezza con cui vede un tavolo o una sedia, e può interagire liberamente con essa. Michael Talbot discute questo processo nel suo libro Mysticism and the New Physics. DOVEVA ESSSERCI QUALCOSA DI MAGICO IN QUELLE VECCHIE ALI (Cantato sulle note di "Frosty the snowman") A quanto pare Mark si era intuitivamente imbattuto nell'approccio dualistico. Un giorno stava lavorando nel suo studio quando si presentò una paziente letteralmente piegata in due dal dolore per una crisi di calcoli biliari. Una patologia del genere può rappresentare una vera e propria emergenza medica. Coerentemente con il suo dovere di medico, Mark le disse che avrebbe dovuto recarsi al pronto soccorso. La donna chiese che tentasse di fare qualcosa, dopo di che avrebbe seguito il suo consiglio. Venti minuti dopo la donna sperimentava ancora un gran dolore, e Mark aveva esaurito tutte le possibili tecniche di guarigione a sua disposizione - o almeno così pensava. GABRIELE SI MATERIALIZZA Guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa che potesse risultare utile, il suo sguardo si posò sulla sua versione personale dell'arcangelo Gabriele, che in quel momento sembrava essere carponi, intento a mangiarsi un sandwich al burro di arachidi e

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m * Capitolo 22 - Il piccolo libro delle grandi avventure di Mark - 253 banane! Esasperato, Mark si rivolse all'angelo dicendogli: «Ma perché non provi a fare qualcosa per questa donna?». Levandosi lentamente in piedi, e continuando a masticare, l'angelo si diresse verso la paziente e spinse delicatamente la sua mano non corporea nell'addome della donna. Il dolore che lei stava sperimentando scomparì all'istante. «Ma che cosa mi ha fatto?», chiese costei, stupita per l'improvviso capovolgimento della situazione. Mark, colto alla sprovvista, le rispose: «Mi creda, signora, sono sicuro che preferirebbe non saperlo!». Detto ciò, Mark le impresse nella mente la necessità di recarsi al pronto soccorso per fare tutti gli accertamenti del caso, cosa che la donna fece puntualmente, anche se a tutti gli effetti quella crisi era stata risolta. Penso non ci sia bisogno di sottolineare che da quella volta in poi tra gli angeli e Mark prese a cementarsi una intesa perfetta. Per esempio, il giorno dopo quella esperienza con la donna con la crisi biliare, entrai nello studio di Mark e lo trovai in posizione meditativa, con il capo chino a terra, in una sorta di stupita venerazione. Potevo a malapena intrawedere il profilo di due forme luminose proprio davanti a lui. «Zitto, sto comunicando con i miei angeli!», mi disse a bassa voce. Risposi con un cenno di assenso e feci silenziosamente marcia indietro, lasciandolo solo con i suoi angeli. DUALISMO E OPPOSTI: IL LATO OSCURO Per Mark quello fu l'inizio di un corso intensivo sugli aspetti della visione dualistica della realtà. Sono certo che riuscirete a capirmi alla perfezione: quando nel tuo inconscio stabilisci regole in virtù delle quali polarizzi o suddividi la realtà, creando degli opposti, cosa ottieni all'opposto degli angeli, cioè dall'altra parte del percorso della luce, tanto per dire? Esatto, proprio così: il tuo presentatore televisivo preferito ti farà da cerimoniere per una versione pazzesca e ultraterrena di Rischiatutto! Se in senso relativo esistono degli angeli, l'espressione del dualismo 254 - La Fisica dei Miracoli deve completarsi con dei demoni. Rullano i tamburi e squillano le trombe: ecco qui leoni, tigri e demoni, si salvi chi può! Mark cominciò a percepire la presenza di spiriti malefici in ognuno dei clienti con cui si trovava a lavorare. Per qualche tempo la sua pratica medica assomigliò più all'esorcismo che a qualsiasi altra cosa gli avessero mai insegnato all'università di medicina. Mark si ritrovò talmente preso in quella fase del suo processo di crescita spirituale che, a un certo punto, un altro sedicente guerriero spirituale chiese il suo aiuto per praticare un esorcismo su una intera setta di spiriti malefici che passavano il loro tempo a possedere gli umani. Quando nella tua vita cominci a vedere cosa del genere, non c'è più bisogno di andare al cinema, vero? Per qualche mese Mark si dedicò completamente all'equivalente clinico di una guerra spirituale. Nelle culture primitive, così come nel pensiero sciamanico, la possessione da parte di uno spirito può essere la causa della manifestazione di una malattia o di un disagio. Nel nuovo testamento tale concezione fa puntualmente la sua comparsa ogni qualvolta Gesù guarisce i malati, scacciando gli

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spiriti che li possiedono. Per qualche tempo Mark adottò un modello analogo della realtà, potremmo dire d'ispirazione sciamanica. Ovunque volgeva lo sguardo c'erano degli spiriti malefici in agguato! Ma alla fine, anche quell'andarsene in giro brandendo una spada immaginaria con cui combattere le forze invisibili del male, perse il suo fascino. Inoltre, qualcuno l'avrà già intuito, continuando su questa strada si può letteralmente impazzire! Ricorderete ciò che ho già sottolineato in altre pagine di questo libro: il concetto stesso di sovrapposizione permette la coesistenza di tutte le possibilità. Non appena scegliamo un particolare modello percettivo della realtà, prendiamo a osservarne l'esistenza, con tutti i suoi mutevoli aspetti, attraverso la lente delle credenze che abbiamo scelto di adottare. In pratica, vedremo esattamente ciò che ci aspettiamo di vedere sulla base delle limitazioni del nostro modello individuale e culturale. Capitolo 22 - Il piccolo libro delle grandi avventure di Mark - 255 Se ciò che stiamo vedendo o sperimentando nella nostra vita non ci piace, cambiare prospettiva e attendersi i cambiamenti più opportuni rappresenta un modo eccellente per cominciare a trasformarla, di modo che le esperienze che ci offre siano più piacevoli. Mark si rese infine conto che le sue percezioni potevano essere considerate una sorta di caleidoscopio. Se non gli piaceva quel che vedeva, o percepire le cose in quel modo non risultava utile, non doveva fare altro che cambiare la portata della sua percezione. Proprio come succede in un caleidoscopio, è sufficiente manipolare i controlli a nostra disposizione per far comparire sotto i nostri occhi schemi completamente diversi. Quando Mark smise di attendersi un particolare risultato, e si limitò a rilassarsi, cominciò a credere che qualsiasi cosa si fosse manifestata o avesse incontrato nel momento successivo si sarebbe rivelata utile specificamente a quella situazione. Se si ritrovava in una realtà scomoda, o non particolarmente utile, si poneva automaticamente la seguente domanda: «Se dovessi vedere qualcosa che può essere veramente di aiuto per questa persona, in questo preciso momento, che cosa potrebbe essere?». In tal modo la sua consapevolezza si centrava gradualmente nel suo cuore e restava in attesa della successiva manifestazione. Così facendo rinunciò al bisogno di giudicare o di analizzare le informazioni, il che cambiò la natura e il carattere globale dei suoi incontri. Con ogni probabilità è stata proprio questa la lezione più grande che Mark mi ha offerto: se non ti piace ciò che la tua esperienza attuale di vita ti sta offrendo, discendi nello spazio sacro del tuo cuore, e da quella condizione particolarmente vantaggiosa, chiediti: «Se dovessi ricominciare da capo, e sperimentare una vita migliore, a che cosa assomiglierebbe, che cosa sperimenterei?». Dobbiamo avere fiducia nell'universo, essere certi che ascolterà la nostra supplica interiore e quindi osservare in che modo la vita prende a trasformarsi. I miracoli sono ovunque, tutto intorno a noi: dobbiamo soltanto aprire gli occhi e saperli riconoscere! I CAPITOLO 23 Come creare modelli artificiali avanzati

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Il dottor M.L. Rees, mio amico e mentore, era solito portare sul petto un grosso cristallo, proprio all'altezza in cui si trova il cosiddetto "chakra del cuore", almeno secondo alcuni sistemi di credenze e culture religiose.1 Gli oggetti di cui si serviva erano le "armoniche", come aveva battezzato i suoi congegni basati sui cristalli. Di norma si trattava di un cristallo principale, collegato energeticamente a tutta una serie di congegni, debitamente programmati e anch'essi a base di cristalli, che teneva nel suo studio, situato nel più improbabile dei posti, e cioè a Sedan, in Kansas. Secondo la sua concezione, tutti quei congegni potevano essere programmati con una loro specifica intenzione, come per esempio guarire o curare alcune specifiche patologie o problematiche. Il dottor Bill Tiller, esperto in energie sottili e psico-energetica, spiega invece come effettuare l'imprinting di semplicissimi congegni elettrici attraverso una intenzione mentale specificamente programmata, di modo che eseguano determinati compiti - come per Mervin Rees scoprì la linea temporale sfenoidale e i punti riflessi relativi a muscoli, organi e ghiandole nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1955 cominciò a praticare in quel di Sedan, Kansas, e nel 1956 prese a sviluppare la tecnica sacro-occipitale. Nel 1974 fu nominato direttore della Sacro Occipital Research Society International, e nel 1980 introdusse una nuova tecnica originale, la cosiddetta Soft Tissue Orthopedic, che lo portò infine allo sviluppo del metodo della armoniche. Si veda Maeda Shigeru, Chiropractk in fapan, 1996, http:// www.asahi-net.orjp/-xf6s-rned/eoverview.htrnl. Si veda inoltre Association Culturelle Chiropractk Team, "The First European AK Meetings, 1976-1978", su The International Journal ofApplied Kinesiology and Kinesiologic Medicine, numero 20 (primavera 2005), http://www.kinmed.com. 258 - La Fisica dei Miracoli esempio correggere il pH di una certa stanza o cambiare altri parametri fisici oggettivamente verificabili e che possono essere misurati attraverso la strumentazione scientifica. Tiller ha raccontato questi suoi esperimenti in un libro straordinario e rivoluzionario intitolato Some Experiments in Science with Real Magic. Alla maggior parte delle persone che lo incontrano Tiller richiama alla mente l'archetipo del mago saggio. Qualcuno potrebbe dedurne che ciò sia il frutto di un lavoro trentennale, un complesso percorso di auto-perfezionamento spirituale comprendente meditazione, concentrazione e yoga. Ma in realtà Tiller è originariamente un fisico e, nel corso della "Guerra Fredda", si è occupato assieme ad altri colleghi della valutazione delle affermazioni degli scienziati russi riguardo le capacità psichiche. Molti degli scienziati che avevano osservato le dimostrazioni di Uri Geller e di sensitivi russi, durante le quali davano apparentemente prova delle loro capacità paranormali, avevano dichiarato che si trattava di semplici trucchi e che non erano altro che ottimi prestigiatori. Tiller era stato uno dei pochi a dissentire e a sostenere invece che in quei fenomeni c'era qualcosa di veramente speciale. Tiller aveva ipotizzato che forse gli scienziati non avevano ancora sviluppato attrezzature e strumenti di misurazione sufficientemente sensibili per poter determinare «ciò che stava realmente accadendo». E immaginò che dovesse essere possibile sviluppare tali qualità paranormali, almeno fino a certi limiti, cosicché decise di migliorare le sue capacità sensoriali intraprendendo un percorso di crescita personale e disciplina spirituale. Nel corso degli anni Tiller formulò e sviluppò ulteriormente tutta una serie d'ipotesi attraverso le quali cercava di trovare una spiegazione scientifica per i fenomeni a cui aveva assistito anni prima

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nei laboratori di ricerca governativi. Il suo percorso di autoesplorazione e indagine scientifica e spirituale continua tuttora. Rees aveva una mentalità spiccatamente scientifica e faceva persino parte della squadra d'ingegneri che sviluppò quelle piccole scatole nere che furono sistemate negli aerei delle forze alleate IPffiMPIIH! Capitolo 23 - Come creare modelli artificiali avanzati - 259 durante la Seconda Guerra Mondiale. Tali congegni emettevano un segnale che raggiungeva le trasmittenti a terra, rendendo così possibile distinguere gli aerei amici da quelli nemici. Successivamente Rees studiò l'osteopatia e la chiropratica, diplomandosi in entrambe le discipline. Ma non contento di quei risultati, nel corso dei successivi quarant'anni sviluppò molte innovazioni creative e tecniche di cui si sarebbero serviti altri medici, e che si sarebbero dimostrate concretamente utili per alleviare le sofferenze dell'umanità. Alcune delle cose scoperte e sviluppate da Rees sono davvero ai confini tra realtà e magia, e in certi casi sembrano realmente provenire da reami magici. Per certi versi Tiller e Rees sono personaggi assai simili: entrambi pionieri nelle loro discipline, sempre alla ricerca di risposte che potessero ampliare i confini ristretti delle concezioni tradizionali. Proprio come Tiller, Rees sapeva che molte delle cose che stava sperimentando non potevano essere spiegate attraverso le sue conoscenze in campo medico o ingegneristico. Deciso a cambiare quello stato di cose, elaborò un proprio metodo di crescita e scoperta personale. Ciò lo portò a contatto con i segreti e le tradizioni di molte culture, soprattutto avuto riguardo agli aspetti nascosti dell'esistenza. In una occasione mi confidò che, dopo anni e anni di frustrazioni e sforzi personali, era finalmente giunto a un importante passo avanti, grazie al quale poteva concretamente vedere le forze e l'energia con cui stava lavorando. Rees ha continuato a servirsi delle capacità acquisite per moltissimi anni per guarire e confortare tutte le persone che chiedevano il suo aiuto. Rees mi ha addestrato personalmente, insegnandomi la sua tecnologia basata sui cristalli, che come già detto ha voluto chiamare "armoniche", Harmonics. Inoltre, mi ha introdotto personalmente nell'ordine dei guaritori, di cui si prendeva personalmente cura, guidandoli nel loro training. Tale organizzazione era chiamata ISHO, acronimo per Organizzazione Internazionale per la Salute Sistemica, e aveva come scopo la guarigione dei ma I 260 - La Fisica dei Miracoli Ianni e delle sofferenze che affliggono l'umanità. Una volta Rees mi spiegò che avrebbe potuto recarsi in qualsiasi ospedale, e se gli fosse stato concesso di passare dieci minuti con ognuno dei pazienti, l'avrebbe letteralmente svuotato. Non saprei dirvi se ciò corrisponda al vero, ma una cosa è certa: nel corso del periodo durante il quale ho avuto il privilegio di studiare con lui, ho testimoniato e realizzato personalmente cose straordinarie.

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Per esempio, il mio primogenito Nate cominciò a soffrire fin dalla nascita di bronchite, asma e allergie. In pratica, era soggetto a frequenti episodi di polmonite che affliggevano il suo già debole corpo con regolarità, all'incirca ogni due mesi. Le cose non erano migliorate né con la medicina convenzionale né con gli approcci eternativi, cosicché avevo cercato di accumulare ogni possibile conoscenza che potesse permettermi di giungere a una soluzione, o almeno alleviarne la pena. Avevo letto qualsiasi volume, compresi quelli più inconsueti, e studiato qualsiasi bizzarra tecnica mi fosse capitata sotto tiro. Grazie a Dio la biblioteca della mia scuola di chiropratica disponeva di un gran numero di volumi sulle dottrine alternative, o forse sarebbe meglio dire sul sapere arcano. Fu stato proprio là che m'imbattei per la prima volta nel volume di Rees The Art and Practice of Chiropractk. Incapace di decifrarne il significato, lo chiamai direttamente presso il suo studio, e con mia grande sorpresa fu proprio lui a rispondere al telefono. Gli chiesi se potessi porgli qualche domanda, e dopo aver ottenuto il suo gentile consenso, gli spiegai: «Dottor Rees, non mi aspettavo di trovarla al telefono. Sto leggendo il suo libro e mi sembra proprio che lei venga da un altro pianeta...». Rees ridacchiò e commentò: «Be', potrebbe essere, giovanotto...». Chiacchierammo per un po' e alla fine mi fece questa proposta: «Senta, facciamo così: se riesce a raccogliere un manipolo di studenti, verrò giù a insegnarvi tutto quanto personalmente». Fu così che lo invitai a Dallas, dove organizzammo un corso per alcuni studenti che avevano interessi simili al mio. La mia scuola di chiropratica era sicuramente progressista, ma di Capitolo 23 - Come creare modelli artificiali avanzati - 261 certo non fino a quel punto, così ci radunammo presso una sua dependance, ovvero il vicino Holiday Inn. Come già detto, Rees aveva creato un sistema chiamato Harmonics. Aveva cercato un po' in tutto il mondo, raccogliendo gemme preziose e diversi altri oggetti che potevano essere utilizzati come ricettacolo di energie guaritrici. Queste strutture armoniche potevano essere plasmate e modellate così da trasformarsi in potenti modelli artificiali di guarigione. Sebbene Rees non ne abbia mai fatto menzione, sono convinto che quella sua tecnologia si basasse sui principi della fisica scalare, a cui ho fatto riferimento in altri capitoli di questo libro. In pratica, si serviva di piccoli dischi di plastica su cui disponeva vari cristalli, in certe posizioni geometriche chiave. Successivamente li saldava assieme di modo che formassero una sorta di circuito. Quindi disponeva frammenti metallici su una resina plastica trasparente, così da ottenere un'antenna tramite cui attingere informazioni dall'etere. Procedeva poi rendendo uniforme la superficie della resina e lasciandola tranquillamente solidificare. Per completare il congegno vi trascriveva alcuni simboli di carattere informativo. I modelli così strutturati potevano essere attivati attraverso la volontà concentrata del terapista. Rees legava certe forze spirituali ai suoi congegni e, metaforicamente parlando, li inseriva e li attivava nella persona per cui erano stati creati. Ovviamente in un contesto del genere la fiducia è un fattore fondamentale. Rees realizzò centinaia e centinaia di questi dischi. Anch'io ne ho posseduti alcuni di cui mi sono servito nel corso della mia attività. Ce n'era uno per i minerali, uno per i virus, eccetera. Dopo averne creato a centinaia, Rees li programmava così da creare una matrice nel suo studio. Quindi consegnava i cristalli principali, definiti "capi armonici", ai terapisti che avevano accesso a quel sistema e che non dovevano fare altro che evocare l'energia di cui avevano bisogno, raccogliendola nella loro mano destra tenuta semichiusa a forma di coppa, per poi servirsene per guarire i pazienti dalle loro malattie.

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I 262 - La Fisica dei Miracoli Quando ci si basa sui principi tecnici dell'antica paleoscienza e della tecnologia spirituale, si ottiene qualcosa di estremamente potente! Giacché ero alla ricerca del Santo Graal delle tecniche di guarigione, la mia valigetta di cuoio marrone non conteneva il solito armamentario dei medici. Al suo posto c'era uno strumento di taratura "a doppia testa", un contenitore di plastica pieno di boccette di vetro dalle etichette enigmatiche e alcuni dei congegni ideati da Rees. Quegli oggetti si trasformarono nei simboli del mio risveglio a una nuova dimensione delle tecniche di guarigione e conoscenza. Quando ero all'università, nel corso di uno dei miei turni di pratica all'ospedale, una giovane venne a farsi visitare e per qualche motivo scelse proprio me. Quando le chiesi dei motivi che l'avevano indotta a fare ricorso alle cure mediche, mi confidò che, pur non essendo incinta, non aveva mestruazioni da otto mesi. Giacché aveva soltanto 25 anni, poteva trattarsi di qualcosa di grave. Dopo aver effettuato una visita approfondita, con eccezione dell'esame ginecologico, cominciai a concentrarmi su come avrei potuto aiutarla. Mentre la paziente giaceva supina sul lettino, io presi a frugare nella mia valigetta alla ricerca di qualcosa che m'ispirasse. La mia mano fu attratta da uno dei cristalli del dottor Rees, che aveva una base di plastica di un bel color turchese brillante con sopra un grande cristallo di quarzo forma di piramide. Non sapendo che altro fare, e disponendo di limitate opzioni cliniche, afferrai la base di quel congegno e puntai la cima della piramide di cristallo in direzione del basso ventre della donna. Cercando di formulare un piano d'intervento, presi a far ruotare il congegno compiendo lentamente dei cerchi sul corpo della paziente. Continuai per un paio di minuti finché la giovane cominciò a contorcersi e agitarsi sul lettino. Non ero certo di ciò che stesse sperimentando, ma vista l'espressione del suo viso e il linguaggio del corpo, non doveva essere completamente sgradevole. Non appena quel fenomeno giunse all'apice, la paziente mi comunicò che le sue mestruazioni erano ricominciate in quel Capitolo 23 - Come creare modelli artificiali avanzati - 263 preciso momento, mentre si trovava sul lettino. Non avevo nessuna idea di come fosse potuto accadere, ma ovviamente la cosa m'indusse a sviluppare un sempre più profondo rispetto per quell'approccio medico assolutamente poco convenzionale. Non ne seppi più niente per qualche tempo. Ma sei mesi dopo ricevetti una chiamata nel mio nuovo ufficio, nel Montana, dove mi ero trasferito subito dopo essermi diplomato alla scuola di chiropratica. Dall'altra parte del filo c'era un membro del Texas Chiropractic Board che, venendo subito al sodo, mi spiego: «Giovanotto, lei è nei guai!». Venne fuori che il medico con cui stavo parlando era il fidanzato della paziente con il problema di mestruazioni di cui sopra, e non era affatto compiaciuto dei risultati da me ottenuti. Non riuscendo neppure ad affrontare gli aspetti più bizzarri di quella guarigione, aveva deciso di concentrarsi sulla sola cosa che poteva capire. Mi accusò quindi di aver esercitato la pratica medica senza essere abilitato a farlo e m'informò che pensava di denunciarmi presso l'ufficio del procuratore generale del Texas. Palesando già un accenno di quella personalità forte di cui avrei assunto pieno possesso solo più tardi, gli chiesi su quale base intendesse muovere la sua accusa, ben sapendo che non avrebbe tirato fuori la faccenda del cristallo e della terapia alternativa.

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Avevo ragione. Si scatenò come una furia: io avevo detto alla sua fidanzata che avrei potuto sistemare le sue vertebre lombari in modo da liberare i nervi della zona pelvica. La nervatura della L5 (quinta vertebra lombare) è collegata all'utero attraverso il plesso pudendo e altri fasci nervosi. Costui lamentava quindi il fatto che, essendo intervenuto sulla quinta vertebra lombare per sostenere la funzione uterina, avessi in pratica esercitato da medico senza essere autorizzato a farlo. Tra me e me pensai: «Ma che razza di stupido, non sa niente nemmeno della sua professione!». Ne avevo abbastanza di quel suo atteggiamento passivo-aggressivo. Gli dissi che in un libro intitolato The Science, Art and Philosophy of Chiropractic, a opera di D.D. Palmer, veniva specifica 264 - La Fisica dei Miracoli mente indicato che un eccesso o una carenza di forza nervosa in quella zona poteva essere all'origine di disturbi patologici. Inoltre, intervenendo sulle vertebre così da produrre eventuali ripercussioni neurali, si liberavano la forza vitale e il flusso d'informazioni in direzione dell'area interessata da quella nervatura, ristabilendo così le funzioni e le condizioni ideali degli organi relativi. «Ha mai sentito parlare di D.D. Palmer?» (è il fondatore della chiropratica!) gli urlai, e subito dopo riagganciai. Non ne ho mai più sentito parlare. Suppongo che quel tizio si fosse semplicemente riguardato i suoi testi scolastici, o che magari la sua ragazza avesse accettato che quei bizzarri congegni dotati di cristalli facessero parte dell'arte della chiropratica, mentre lui non voleva nemmeno sentirne parlare e preferiva chiuderla lì. I lettori potrebbero pensare che si tratti di un caso isolato, ecco perché voglio condividere alcuni altri episodi che riguardano la medesima tecnologia. Il primo che mi viene in mente riguarda un uomo che venne da me con una lombalgia acuta talmente dolorosa che non c'era nulla che potessi fare, almeno nell'ambito dei parametri della normale chiropratica. Decisi d'improvvisare, misi mano alla borsa contenente gli aggeggi del dottor Rees e fui attratto da un arnese di un bel colore blu, quasi fluorescente, sulla cui base erano disposte quattro piccole piramidi di quarzo. «Questo dovrebbe funzionare», pensai tra me e me. Condussi quel paziente sofferente in una stanza tranquilla e buia, sul retro del mio studio, lo feci coricare a faccia in giù su un lettino, quindi posi la base plastica piatta del congegno all'altezza delle sue vertebre lombari, spensi la luce e me ne andai. Più o meno tre quarti d'ora dopo andai a vedere come si sentiva, e con mia grande sorpresa costui mi disse che il dolore era completamente sparito! A dimostrazione di quella sua affermazione, si alzò da solo e assunse la posizione eretta, cosa che prima non si sarebbe neppure sognato di fare. Sul suo viso si era dipinto un gran sorriso. Afferrò la mia mano pieno di gratitudine e disse commosso: «Grazie, dottore. Lei fa davvero miracoli!». Gli spiegai subito che Capitolo 23 - Come creare modelli artificiali avanzati - 265 non avevo fatto proprio niente e che non avevo idea del come e del perché si fosse sentito subito meglio. In seguito, quando raccontai a Rees di quell'episodio, ne rise di cuore. Il congegno di cui mi ero servito in quella occasione in effetti doveva servire da "Acchiappa- fantasmi". Mi sentii un perfetto idiota! Continuavo a ignorarne il motivo, però aveva funzionato. Rees commentò: «Forse quel suo problema era provocato da uno spiritello invadente!».

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Ancora un ultimo dettaglio a proposito di quello stesso caso: quando il paziente si alzò dal lettino alla fine del mio trattamento, il suo alito aveva un netto odore alcolico che non avevo percepito al suo arrivo. Si tratta del tipico alito che associo ai diabetici, il cui corpo produce troppi chetoni. Ciò lascia ipotizzare che nel corso di quel trattamento fosse avvenuto anche un cambiamento a livello biochimico. Ennesimo episodio che concerne gli strumenti ideati dal dottor Rees: una volta ricevetti un uomo che soffriva da tempo immemore di un dolore cronico ai talloni e alla pianta dei piedi. Aveva provato di tutto, senza successo. Imbaldanzito dai risultati ottenuti in precedenza, sistemai un altro di quegli strani congegni sulla parte inferiore della sua schiena, e gli chiesi semplicemente di rilassarsi. Come c'era da aspettarsi, dopo circa una ventina di minuti mi spiegò che si sentiva davvero strano, come se stesse galleggiando al di sopra del suo stesso corpo. Lo feci alzare e gli chiesi di camminare avanti e indietro per lo studio. Fummo entrambi deliziati nello scoprire che il dolore cronico era completamente scomparso. Sulla base dello scopo per cui erano progettati, Rees era solito destinare specifici "esseri spirituali" a ognuno dei suoi congegni, confinando l'energia di quegli esseri in minuscoli punti fissati dai cristalli. In tal modo creava una matrice inter-dimensionale, ovvero un congegno capace di accedere alle dimensioni dell'iperspazio. Ebbi peraltro qualche problema allorché il lavoro di Rees cominciò a sembrarmi estraneo e in qualche modo perturbante. Cominciai a sperimentare una certa sfiducia e sentii che era 266 - La Fisica dei Miracoli meglio che non mi servissi più di quel genere di strumenti, e così feci. Poi, un giorno, accadde qualcosa di strano. Stavo viaggiando con un amico dagli straordinari poteri psichici, e mi trovavo dalle parti di Livingston, in Montana. Il cielo era coperto e c'era una grande nuvola circolare che sembrava seguire la nostra auto. Il mio amico medium ne dedusse che si trattava di una navicella aliena. Poi aggiunse che possedevo qualcosa a cui erano interessati. In effetti, avevo con me uno dei congegni di Rees programmato per lavorare con energie spirituali ed energetiche. Lo porsi prontamente al mio amico che commentò: «Perfetto, Richard, sto comunicando con il capitano della navicella aliena sopra di noi e dice che questa tua tecnologia gli piace». «Puoi tenertela», feci io per tutta risposta. Molti anni dopo le intelligenze angeliche che talvolta mi danno consiglio mi spiegarono che era venuto il momento di proporre una nuova versione della tecnologia di Rees. Ragion per cui mi furono fornite istruzioni dettagliate relative al modo in cui avrei potuto creare una sorta di software energetico che qualcuno potrebbe definire immaginario. L'angelo (o qualsiasi altra cosa fosse) mi spiegò: «Vogliamo che tu li chiami "moduli", ti guideremo passo per passo affinché tu possa costruirli». Rieccoci: tutta questione di fiducia sta a te decidere. Mark e io decidemmo che fosse meglio avere fiducia, e dedicammo un bel po' di ore alla realizzazione di ciò che gli angeli avevano auspicato. Alla fin fine Mark e io ci ritrovammo a fissare degli schemi geometrici sacri incorporati in conoscenza cabalistica e schemi di fisica quantistica sistemati in griglie. Fu quello il nostro modello di partenza. Avevamo libri su minerali e gemme, con belle illustrazioni a colori e descrizioni accurate, e cominciammo a sfogliarli in attesa che attraverso la nostra chiaroveggenza ci venisse indicato di quale servirci. Quando disponevamo del materiale necessario per la costruzione di un certo modulo, chiedevamo dove dovesse essere sistemato nel modello che stavamo costruendo. Giacché stavamo lavorando con le

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Capitolo 23 - Come creare modelli artificiali avanzati - 267 forme virtuali di angeli e altri esseri, le domande erano poste in questi termini: «Chi vuole intervenire in questo punto del diamante?». Tali forze traggono spunto dall'energia del vuoto e sono ideate per sistemarsi strategicamente secondo la forma auspicata, così da adempiere alle istruzioni ricevute per il completamento del software. In sostanza, stavamo sviluppando una tecnologia inter-dimen- sionale che, prendendo spunto da uno spazio del campo di punto zero, creava un ponte concettuale dall'immaginario al reale. Tra l'altro, in fisica quantistica ciò descrive un complesso coniugato di un numero in cui il meno uno rappresenta la qualità immaginaria, e poi c'è anche il vero valore, o qualità. Moltiplicando i due, il componente immaginario si annulla e si ottiene un vero vettore, ovvero una coordinata dello spazio-tempo. E proprio questo il modo in cui opera questa tecnologia energetica. È una tecnologia spirituale che può essere progettata, realizzata e riprodotta. Ed è proprio servendosi degli stessi principi che Bob, uno dei miei studenti, produce i suoi moduli. Bob è infermiere diplomato, lavora in ospedale e sperimenta liberamente l'Energetica della Matrice e i Moduli, al punto che viene spesso definito il "Mago della Matrice". Riesce ad accedere a una finestra dimensionale e ne estrae ciò che percepisce, fiducioso che là ad attenderlo ci sia proprio ciò di cui ha bisogno. Esprimendosi attraverso l'autentica autorità del suo magnanimo centro del cuore, Bob afferma semplicemente: «Crea un Modulo per questo problema di salute, cosa o circostanza». Quindi, afferrando la tecnologia virtuale appena creata con la mano destra, la attiva e la installa nel punto preciso in cui viene guidato dalla sua consapevolezza percettiva. Non potrebbe essere più semplice di così. E qual è la sua prima tecnica? La FIDUCIA! ESERCIZIO PER LA CREAZIONE DI UN MODULO Ecco quindi come procede Bob: Creazione - In questa fase fai riferimento al potenziale creativo della mente. Attesa e fidu 268 - La Fisica dei Miracoli eia - A un certo punto cominci a percepire che nella tua mano si sta creando qualcosa. Se non lo percepisci, devi comunque avere fiducia nella sua presenza. Installazione - Quando pronunci la formula dell'installazione, vedi o sai intuitivamente dove collocare il modulo. Attivazione - A questo punto il modulo è dotato di una sua intelligenza ed è pronto a eseguire il suo compito. E estremamente facile! Il processo ideato da Bob è una bomba! Pur essendo semplicissimo, è estremamente potente. Si può fare ricorso al materiale che funziona davvero bene e rinunciare a quello che non si dimostra altrettanto efficace. Le mie guide mi hanno spiegato che ci sono angeli quantistici provenienti dalla diciassettesima dimensione che si occupano della realizzazione di questo genere di materiale. Potete crederci o meno, per me è irrilevante. Dopo aver insegnato a una infinità di partecipanti ai miei seminari il sistema dei Moduli, il campo morfico della loro realtà si è accresciuto, acquisendo potenza inaudita! Peraltro, si tratta di qualcosa di assolutamente non indispensabile per chiunque non abbia la mentalità del medico o non abbia diretto bisogno di servirsi di questo metodo. Ma è comunque

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divertente! Il nocciolo della questione è giocare con questi fenomeni e nutrire fiducia. E pur sempre possibile imparare a farlo a titolo preventivo, cosicché, nel caso s'incappi in qualche pericolo, ci sarà già qualcosa da cui prendere spunto. Così facendo lavori sui muscoli della fede nelle cose in cui hai speranza, sebbene non siano direttamente percepibili. E possibile realizzare Moduli seguendo il mio metodo, ovvero a livello di creazione mentale, o limitarsi ad avere fiducia. Quest'ultima tecnica potrebbe rivelarsi essere la più adatta al caso vostro. Per riassumere, ecco come funziona: per prima cosa si crea il modulo, quindi lo si attiva e infine lo si installa. E tutto! Occorre avere fiducia nelle informazioni presenti tra gli spazi. In realtà, non c'è bisogno di sapere un bel niente. Occor Capitolo 23 - Come cjgaigjnodelli artificiali avanzati - 269 re semplicemente avere fiducia nel fatto che è già tutto a posto, e che l'esito sarà il migliore possibile. Alla fin fine lo strumentò più utile è la fiducia. Ragion per cui se è proprio questo il vostro problema, la fiducia, sarà opportuno che vi creiate un modulo, chiamato fiducia, da cui trarre l'energia necessaria. Scoprirete da soli quanto possa essere utile! Il modo in cui ognuno decide di realizzare il proprio modulo si basa sulla conoscenza e sulle capacità intuitive individuali. Qualcuno potrebbe dirsi: «Non posso farcela», e poi rendersi conto che invece è vero il contrario. Altri potrebbero pensare di esserne assolutamente capaci, per poi constatare che non lo sono affatto. E infine c'è chi potrebbe azzardare: «Chissà, forse è possibile, magari devo solo applicarmi un po'...», oppure: «Devo costruirmi un modulo grazie a cui capire cosa vuol dire il dottor Bartlett!». Ecco cos'è accaduto di recente a uno dei miei studenti di Energetica della Matrice: Ieri il padre di mio genero è stato portato all'ospedale a causa di un dolore lancinante alla schiena, dov'era stato operato due settimane prima, accompagnato da gonfiore. Quando sono giunti all'ospedale, i medici hanno comunicato ai familiari che probabilmente si trattava di un coagulo di sangue, soprattutto visto e considerato che era posto sul lato sinistro. Era quel gonfiore a causare il dolore alle nervature delle gambe. Mia figlia mi ha informato dell'accaduto proprio mentre lo portavano a fare una risonanza magnetica. Allora ho praticato i due-punti per vedere di cosa si trattasse, e mi è subito sembrato che non ci fosse nessun coagulo di sangue. Ho immaginato che quel gonfiore fosse una sorta di liquido che si riassorbiva prontamente nel suo corpo senza effetti collaterali. Poi ho fatto ricorso a una sorta di Modulo che avevo scaricato dall'etere e che ho installato nella zona del gonfiore. Ho percepito chiaramente che ciò avrebbe risolto ogni possibile congestione. p 270 - La Fisica dei Miracoli La sera, quando mia figlia è tornata a casa, mi ha raccontato che la risonanza magnetica aveva mostrato unicamente la presenza di un po' di liquido, che però si era prontamente riassorbito nel suo corpo.

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BD CAPITOLO 24 A proposito di manifestazioni. C'è chi nasce mago e chi invece deve lavorarci. Se vieni al mondo con la capacità di far apparire determinate cose, con ogni probabilità finirai per riuscirci. Per le persone che hanno accumulato una gran mole di risorse inconsce, tutto può dipendere da come vengono trattate, e cioè se le loro possibilità trovano riscontro nel mondo. Per certi versi, in realtà non c'è nessun "io" e non c'è nessun "mondo". Costruire un certo rapporto con la salute, l'amore o persino la capacità di eseguire guarigioni su se stessi e gli altri richiede la realizzazione di riferimenti utili coerenti. Quando hai già testimoniato esempi di buone relazioni, o forse ne hai costruite alcune tu stesso, è molto più facile riconoscere gli elementi da riporre nel calderone dei desideri, cosicché la magia comporti i risultati voluti. Forse la potremmo definire "congruenza"? Per potersi trovare congruenti con le condizioni magiche della possibilità, occorre pensare e percepire secondo il linguaggio della magia, altrimenti non succederà niente o ben poco. Mi viene in mente un film di Clint Eastwood intitolato Volpe di Fuoco. Clint impersona un maggiore dell'aeronautica statunitense inviato in Unione Sovietica con l'incarico di rubare un avanzatissimo prototipo di caccia sovietico. Clint riesce a impossessarsene e a decollare senza troppe difficoltà. Ma non appena in volo, viene inseguito da un secondo prototipo sovietico. Quando Clint prova a colpire il suo inseguitore con un razzo, fallisce, ma alla fine si ricorda che per riuscirci deve pensare in russo. Qualsiasi forma di successo o impresa è caratterizzato da un suo specifico linguaggio e sintassi. Per poter riuscire dobbiamo pensare e parlare nel linguaggio specifico del gioco, ovvero della realtà virtuale che stiamo cercando di 272 - La Fisica dei Miracoli padroneggiare. Ed ecco un suggerimento pratico: la frase "Non posso", in qualsiasi simulazione della vita, non rappresenta una chiave per il successo. È già accaduto una infinità di volte: ci sono persone che vengono ai seminari di Energetica della Matrice pensando che ritrovarsi là, in mia presenza, sia sufficiente per procurare loro un dono o l'accesso ai poteri magici. Sebbene partecipare a un seminario evochi una condizione magica, tale credenza implica un trabocchetto relativamente a ciò che accadrà una volta tornati a casa. Infatti, potrebbe non essere sufficiente imitare il linguaggio e ripetere i movimenti relativi alle tecniche apprese. Questo livello di esperienza potrà andar bene per qualsiasi guaritore alla ricerca di un altro strumento da aggiungere alla sua "valigetta degli attrezzi". Ma se il desiderio è quello di giungere veramente al controllo della magia, è necessario entrare in contatto con il mago interiore e trasformarsi in esso. Proprio come il personaggio di Clint Eastwood nel film sopraccitato, una volta assimilato inconsciamente il linguaggio dell'Energetica della Matrice non c'è più bisogno di analizzarlo ed elaborarlo consciamente. Giunti al livello a cui faccio riferimento, non e e più niente da imparare a livèllo di tecnica, tutto sta nell'essersi trasformati nella magia stessa. Come ebbe a dire il maestro

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asceso Saint Germain: «C'è una formula alchemica, ma nel momento in cui la scopri ti sei già trasformato in essa da molto, molto tempo». Uno dei metodi con cui accedere al mago interiore che è in ognuno di noi consiste nel porsi interrogativi liberatori del genere: «Se avessi veramente creduto in me stesso e sapessi già di essere un mago provetto, che cosa sarei diventato adesso?». In ognuno di noi c'è un maestro che è sempre all'ascolto di ciò che ci diciamo e del modo in cui lo diciamo. Le nostre stesse parole, quasi fossero contenitori olografici di luce, formano, goccia dopo goccia, il calice della nostra conoscenza interiore più profonda o della nostra infelicità. Sta a noi scegliere e, dopo aver scelto, dobbiamo continuare a scegliere la stessa cosa, un respiro dopo l'altro. Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 273 L'EQUAZIONE BILATERALE DELL'AVERE E DEL NON AVERE Gesù disse: «Poiché a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».1 Perché mai disse qualcosa del genere? Ecco la mia interpretazione: quando siamo convinti di "non avere", starno costantemente istruendo la nostra mente inconscia di modo che si concentri e contribuisca ulteriormente alla convinzione su cui ci stiamo concentrando. Se prendiamo l'abitudine di pensarla così, c'imbatteremo in un numero crescente di situazioni che corrisponderanno esattamente a ciò su cui ci stiamo concentrando. Così facendo dimostreremo la potenza della nostra condizione di apparente impotenza. In pratica, finiamo per attrarre ciò che non possediamo o non vogliamo. Uno dei modi più semplici di cominciare a manifestare una nuova esistenza con parametri completamente nuovi consiste nàti abbandonare tutto ciò che provoca attrazione o polarità rispetto a ciò che non vogliamo. In sostanza ci rendiamo conto che tutto ciò si basa su una equazione della coscienza. Se c'è un elettrone, che è una particella con carica negativa, la sua forza trova equilibrio nel protone, che ha carica positiva. Analogamente, per ogni fotone c'è un anti-fotone. Quando tali cariche sono in equilibrio, otteniamo un flusso continuo, una polarità carica che origina movimento. E quando siamo nella corrente, non ci rendiamo neppure conto della presenza della coppia fotone/anti-fotone. Quando abbiamo avuto abbastanza di tutto ciò che non abbiamo, non è più necessario che la pensiamo in quel modo. Possiamo passare alla condizione dell'avere, che rappresenta l'antitesi, o antiparticella, di ciò che non abbiamo. L'equazione dell'avere e del non-avere è assolutamente analoga alla coppia fotone/anti-fotone, che produce il gravitone. Quando uniamo le condizioni deh"avere/non avere, otteniamo una carica bilan 1. Matteo 13:12. 274 - La Fisica dei Miracoli ciata e non facciamo più caso alla presenza della dualità. Sperimentiamo unicamente il flusso del movimento tra le cariche o forze opposte. L'espressione equilibrata di questi due estremi rappresenta la forza elettromotrice che siamo soliti chiamare Vita. La vita ha i suoi alti e bassi perché ciò rappresenta uno spin equilibrato, ovvero la presenza di una corrente.

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Quando rinunciamo alle distinzioni da cui hanno origine una infinità di dualismi, smettiamo di resistere al flusso della vita. Se riduciamo la resistenza al flusso della luce in quanto informazione, stiamo evocando la mia versione della legge dell'OM. Allorché smettiamo di resistere al flusso, ovvero al volgere degli eventi, la forza e la velocità della corrente s'intensificano e, al manifestarsi di una corrente più intensa, quello che potremmo anche definire chi, o forza vitale, si magnetizza e s'intensifica. Non appena intensificata la forza vitale, è il momento ideale per cominciare a monitorare pensieri, sensazioni e impulsi inconsci osservandoli un po' più da vicino. Avendo a disposizione più energia, diventa possibile concentrarsi sull'intenzione, così da manifestare nella propria vita cambiamenti meravigliosi e per certi versi magici. Ma possiamo anche manifestare ciò che non vogliamo. E questo è un ottimo motivo per mantenersi in una sorta di stupore infantile e di neutralità benevola. Comunque sia, ciò che manifestiamo non scaturisce dalla dimensione della nostra mente conscia. Se la nostra capacità di manifestare ciò che vogliamo derivasse dalla dimensione della mente conscia, non faremmo altro che sperimentare il prodotto dei nostri pensieri, un momento dopo l'altro, proprio sotto i nostri occhi. Nella maggior parte dei casi il nostro atteggiamento mentale non è interamente positivo o negativo, o almeno non in modo continuativo. Di conseguenza, se dipendesse dal conscio, nel corso del tempo i risultati finirebbero probabilmente per bilanciarsi. Se gli esiti positivi e negativi dovessero manifestarsi in modo uniforme, il guadagno netto sarebbe approssimativamente pari a zero. Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 275 I pensieri privi di direzione cosciente dispongono comunque di altrettanta forza, ma non hanno una destinazione chiaramente definita. Dal momento che il potere dei nostri pensieri implica la liberazione o il dispendio di una certa energia, la carica dei nostri pensieri deve pur andare da qualche parte. Se l'energia non può essere né creata né distrutta, ma è semplicemente soggetta a un cambiamento di stato, dove finisce l'energia del nostro rimuginare senza meta e quella dei nostri desideri? Proprio come nel caso della coppia fotone/anti-fotone, i nostri pensieri si uniscono, ovvero si raggruppano in consci/inconsci. L'energia del pensiero inconscio risiede quindi nel campo morfico o potenziale quantistico della mente inconscia. Giacché nel considerare qualsiasi desiderio abbiamo che fare con le condizioni appaiate dell'avere/non-avere, la relativa energia deve finire da qualche parte. Ne consegue che se acquisiamo l'abitudine di concentrarci su ciò che vogliamo, l'energia della carica o polarità opposta, la condizione del non-avere, si accumulerà sotto forma di potenziale nel campo inconscio. UNA DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI CAMPO MORFICO Ecco un breve riassunto del significato di campo morfico: Sheldrake considera il campo morfico come un database universale sia per le forme organiche (viventi) sia per quelle astratte (mentali); un campo interno e tutto intorno a una unità morfica che organizza la caratteristica struttura e lo schema di attività del campo a ogni livello di complessità. Il termine "campo morfico" include i campi morfogenetici, comportamentali, sociali, culturali e mentali. I campi morfici sono modellati e stabilizzati attraverso la risonanza morfica con precedenti unità morfiche di carattere analogo, soggette all'influsso di campi dello stesso

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276 - La Fisica dei Miracoli genere. Conseguentemente essi contengono una sorta di memoria cumulativa e hanno la tendenza a trasformarsi in modo crescente in abitudini. Lo psichiatra svizzero Cari Jung formulò la teoria dell'inconscio collettivo, e attraverso di essa portò alla nostra attenzione la sua naturale conseguenza, e cioè l'esistenza di una modalità di trasmissione di schemi d'informazione e archetipi condivisi. Secondo Sheldrake la teoria dei campi morfici potrebbe costituire una spiegazione della teoria junghiana.2 ATTINGERE AL CAMPO MORFICO DELLA MATRICE All'inizio del libro ho detto che l'Energetica della Matrice dispone di un enorme campo morfico che permette, con un minimo sforzo, di accedere a un campo unificato della coscienza. Penso valga la pena ribadirlo, visto che è proprio questo il segreto della manifestazione. Infatti, grazie a tale potente dinamica di gruppo i desideri e le capacità disponibili vengono amplificate per il bene collettivo di tutte le persone implicate. Tale campo esiste già, e per trarne beneficio è sufficiente collegarvisi. Allorché si attinge al campo morfico dell'Energetica della Matrice, si ottengono risultati molto più potenti e affidabili. SAI RICONOSCERE LE TUE CREDENZE ERRONEE? Quando investiamo una gran mole di energia nel manifestare qualcosa, un ammontare eguale di energia appaiata deve essere accumulato sotto forma di potenziale distruttivo o non-manifesto. Di conseguenza, quando immagazziniamo inconsciamente l'energia del non-avere e colleghiamo una carica emotiva - paura - a quei pensieri/sensazioni, in pratica abbia 2. Sheldrake, www.sheldrake.org/Resources/glossary. Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 277 mo creato un potenziale emotivo-quantistico a carica elevatissima. Si tratta di qualcosa di analogo a un potenziale elettrico che in presenza delle condizioni adeguate può saltar fuori dalle nuvole e piombare a terra come un fulmine. Tuttavia, se con le nostre manifestazioni creiamo un potenziale artificiale di neutralità deliberata, cominciamo a spurgare la profonda palude degli schemi basati sulla paura che popolano il nostro inconscio. Così facendo, col passare del tempo, liberiamo la carica negativa del nostro potenziale umano/divino rendendo disponibile ulteriore energia che può fluire senza ostacoli e dar vita alle manifestazioni dei nostri desideri del cuore. Le nostre manifestazioni sono sospinte dal motore delle nostre credenze e delle nostre esperienze. Una volta pensavo che cambiare il contenuto delle mie credenze fosse davvero difficile e che per riuscirci avrei dovuto lavorare tantissimo. Tuttavia, l'idea che un cambiamento profondo e duraturo sia qualcosa di estremamente complicato e difficile non è che una ennesima forma di credenza. Ecco la testimonianza di un praticante di Energetica della Matrice proprio relativamente al processo della manifestazione:

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Cercherò di spiegare in che modo funziona la matrice, almeno per quello che mi riguarda, ma mi rendo ben conto che ognuno ha un suo modo peculiare di connettersi a essa, ragion per cui il modo in cui entra in relazione con la matrice potrebbe essere assai diverso dal metodo degli altri praticanti (e ciò è probabilmente dovuto al fatto che ognuno di noi ha prospettive e background differenti). Ecco perché bisogna sperimentare e trovare personalmente il modo migliore per farlo funzionare. E ben raro che io abbia in mente un risultato specifico. Se ti servi dell'Energetica della Matrice soltanto per manifestare ciò che vuoi specificamente, limiti il suo potenziale perché sarà confinato dalla tua capacità d'immaginazione. In sostanza, ciò impedisce o preclude che possa scaturirne qualcosa di MEGLIO rispetto a ciò che ti stai prospettando. Prendiamo per esempio I 278 - La Fisica dei Miracoli la questione del denaro. Quando pratico i due-punti relativamente ai miei problemi di finanze, mi pongo di fronte al relativo schema energetico. Voglio semplicemente che si manifesti, e spesso lo percepisco sotto forma di schema. Di solito tali schemi assomigliano a una sorta di vortice luminescente, o a un cubo Borg assai convoluto (gli appassionati di Star Trek sapranno di cosa sto parlando). La forma di per se stessa non ha importanza. Ciò che conta è essere convinti che quello schema è proprio là davanti, anche nel caso non si riesca a visualizzarlo in qualche modo. (Come Richard ricorda spesso, praticare l'Energetica della Matrice è tutta una questione di fiducia: più ti autoconvinci, più acquisisci potenza). Sapendo che quello schema è proprio là davanti a me, cerco di toccarlo (di solito fisicamente, protendendo le mani) così da trovare un punto di esso che mi dia una sensazione di rigidità, blocco, durezza, o che comunque sia diverso dal resto. Poi cerco un secondo punto di quello stesso schema che intensifichi quella stessa sensazione, di modo che io giunga a percepire la connessione tra i due punti. Fatto ciò lascio che tutto precipiti a livello del cuore e permetto ai due punti di trasformarsi in qualcosa di più utile, qualcosa da cui derivi una sensazione migliore della precedente. Tale processo si è dimostrato capace di produrre condizioni finanziarie migliori e più proficue. Non so (e non ho bisogno di sapere) in che modo tutto ciò accada: potrebbe semplicemente essere al di là delle mie capacità di comprensione. Ma più non so, più potente mi sembra essere. L'aspetto più importante è davvero lo sviluppo di una forte fiducia. EO Se penetriamo sufficientemente in profondità nella nostra psiche, possiamo attrarre qualsiasi cosa a cui stiamo pensando - è un fenomeno ben noto. Tutto sta nel riuscire a pensare a condizioni ed eventi attraenti con la continuità necessaria perché vengano ma Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 279 gnetizzati nella nostra personale orbita del "divenire". Quando dimoriamo nel flusso che potremmo definire sentirsi a proprio agio e aver fiducia nella corrente, diamo vita e manteniamo una corrente

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energetica che va in direzione opposta alla paura e alla lotta. Ciò è dovuto al fatto che alimentare coscientemente un desiderio, una volontà, la realtà opposta - ovvero proprio ciò che non vogliamo si manifesta anch'essa per via della coniugazione di fase. ' Tale corrente opposta può interferire con le nostre visualizzazioni creative, con le affermazioni e le aspirazioni costruttive. In tal modo dilapidiamo preziosa energia spirituale e psichica. Ne consegue che abbiamo meno energia per manifestare e alimentare il fulcro della nostra intenzione creativa. Uno dei modi migliori per manifestare ciò che vogliamo consiste proprio nel rinunciare a qualsiasi volontà di successo e di manifestazione. In tal modo c'è meno sforzo e c'è molta più energia disponibile che può essere diretta inconsciamente e infallibilmente all'obiettivo delle nostre aspirazioni segrete. Le cose cominceranno semplicemente ad accadere e gli altri penseranno che siamo davvero fortunati! IL SEGRETO DELLA MANIFESTAZIONE CONSISTE NEL NON FARE In questa nostra cultura, molti di noi sembrano credere che affinché succeda qualcosa sia assolutamente necessario darsi ulteriormente da fare. Peraltro, più facciamo, più rimaniamo impegolati nel bisogno di fare, avere ed essere. Quando abbiamo bisogno di avere una certa cosa per poter essere certi che "va tutto bene", stiamo facendo un errore. La mia figlioletta, afflitta da una forma di autismo, nei momenti di scompiglio o di turbamento emotivo (sì, le succede ancora molto spesso) è solita ripetersi: «Stai bene, stai benel». La sua dolce vocina mi ricorda immancabilmente il fatto che nell'universo è tutta una questione di Amore. Ci stiamo evolvendo perché "evolvere" è 280 - La Fisica dei Miracoli soltanto l'anagramma di "amare ". L'amore è un fattore decisivo, la forza coesiva dell'universo. COME SOVRALIMENTARE LE NOSTRE MANIFESTAZIONI Disponiamo tutti quanti dell'impulso e di una capacità di manifestare certi fenomeni, ed è un potenziale già ben sviluppato. L'interrogativo che dobbiamo porci è quindi da quale aspetto della nostra programmazione scaturiscano le nostre manifestazioni. Si tratta delle nostre aspettative consce o di schemi di pensiero inconsci ma profondamente radicati? Dovremmo cercare di scoprirlo ponendoci domande del genere: «Mi piace ciò che sto manifestando? E se non mi piace, come posso cambiare direzione?». Se salpiamo nel vasto oceano dell'inconscio e vogliamo che la nostra vita cambi direzione, sarà opportuno issare le vele dell'intenzione e sfruttare al meglio la direzione del vento. DA CHE PARTE SOFFIA ILVENTO DELLA MIA PSICHE? Uno dei modi più conosciuti per determinare la direzione del vento consiste nell'infilarsi un dito in bocca, alzarlo in aria e farlo girare un po' finché non si percepisce da che parte tira la corrente. La stessa cosa può essere fatta anche a livello mentale: è sufficiente smettere subito di leggere, posare il libro e sollevare il dito indice. Successivamente lo facciamo ruotare, descrivendo un cerchio completo, sondando le sensazioni ricevute finché non percepiamo un cambiamento a livello personale o interiore. Sarebbe inutile perdere tempo ad analizzare la sensazione, sarà sufficiente trovare una direzione che contribuisca a uno stato d'animo assolutamente positivo. Una volta colta la direzione di quella sen

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Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 281 sazione, per sfuggire alla secca emotiva che ci tiene prigionieri, trascinandocene mentalmente fuori, non dovremo far altro che seguire la direzione in cui ci spinge quel vento. ESERCIZIO SULLA MANIFESTAZIONE Proviamo a fare insieme un esperimento. Mentre continuate a leggere queste parole, scegliete qualcosa che vorreste veder cambiare nella vostra vita. Trovato? Bene! A questo punto immaginate di porlo di fronte a voi, a qualche metro di distanza, sotto forma di un punto nello spazio. Ora, senza analizzare quali potrebbero essere le conseguenze, scegliete inconsciamente una dimensione alternativa in cui la situazione o la cosa che desiderate possa manifestarsi diversamente. È importante che rinunciate al bisogno di fare alcunché: sarà sufficiente percepire l'espansione di quella condizione di possibilità nel momento in cui la realtà precedente collassa nella nuova. Fatto ciò lasciate andare e accettate semplicemente il cambiamento avvenuto. Se l'avrete fatto con tutto il cuore, eseguendo l'esercizio con la massima attenzione alle percezioni, la vostra vita cambierà. Mi sono già servito di questa tecnica una infinità di volte e sono sempre stato piacevolmente sorpreso dal modo in cui alcuni degli schemi che caratterizzavano da lungo tempo la mia esistenza ne siano stati rapidissimamente trasformati! Nel momento stesso in cui eseguite questo esercizio, il cambiamento è già avvenuto. In quel balenare cosmico lo spazio e il tempo non esistono più. Leggendo queste pagine vi siete ripetutamente imbattuti nei racconti dei cambiamenti straordinari avvenuti applicando questi principi; ebbene, potete fare esattamente la stessa cosa e ottenere gli stessi risultati fantastici in qualsiasi aspetto della vostra esistenza. Non dovete affatto preoccuparvi di ciò che dovete fare, perché qui il fare non c'entra per niente. State soltanto imparando un nuovo genere di capacità grazie alla quale H 282 - La Fisica dei Miracoli sapete come accedere ed evolvere nella vostra personale comprensione dei segreti della matrice. Ecco come uno dei nostri praticanti certificati ha dimostrato tale processo di manifestazione: COME MANIFESTARE UN'INSALATA Il mio terzo seminario è risultato essere profondamente, incredibilmente diverso, secondo modalità che la mia mente conscia non è stata in grado di comprendere. Comunque sia, mi è sembrato subito evidente che ero in grado di entrare in connessione con qualsiasi persona, luogo o cosa indipendentemente da dove io mi trovassi (il primo punto) o da dove fosse (il secondo punto). Ho capito che non c'era più bisogno che mi dirigessi al secondo punto, perché in pratica mi ci trovavo già anzi, ero assolutamente quello. Si è trattato semplicemente di un cambiamento di consapevolezza, e per l'esattezza dalla consapevolezza di me stesso in quanto tale, alla

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consapevolezza di me stesso in quella condizione. Si è verificata una espansione della mia percezione al di là del tempo e dello spazio, e sono entrato in una modalità d'essere in cui la mia presenza in un universo assolutamente eccentrico si è trasformata nel mio modello preferito di realtà. Quanto segue è accaduto all'ora di pranzo durante uno di quei giorni della Matrice perfettamente ordinari. Me ne stavo seduto al ristorante quando un gruppo di partecipanti al seminario che avevano già ordinato mi ha invitato a unirsi a loro. Dopo aver dato una occhiata al menù, ho optato per un hamburger e un'insalata. Ma al momento di ordinare, il cameriere mi ha informato che le insalate era finite. Io, però, ho sentito che non era proprio così, ho alzato la mano come se fosse un'antenna, tanto per vedere se potevo trovare qualcosa, e in un battibaleno ho davvero percepito qualcosa: potevo persino vederla nella mia mano. Così ho chiamato nuovamente il cameriere, e Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 283 mostrandogli la mano, gli ho detto: «Guardi! È proprio qui, nel palmo della mia mano. Ce n'è ancora, per favore, me ne può portare un piatto?». Brontolando, costui si è diretto in cucina. Qualche minuto dopo è tornato al nostro tavolo e mi ha riferito che il cuoco aveva guardato bene dappertutto, ma d'insalata non ce n'era davvero più. Ed è stato a quel punto che i signori che mi avevano gentilmente invitato alla loro tavola hanno cominciato a perdere la pazienza per via della mia ostinazione. Li ho rassicurati, spiegando che ero assolutamente certo che le mie percezioni erano giuste: se quell'insalata l'avevo trovata, percepita e vista, nessuno al mondo poteva convincermi del contrario. Era quella la mia nuova realtà, migliorata e corretta. Un istante dopo mi sentii dire dal cameriere: «Entra in cucina e gira a sinistra. C'è una grande vetrinetta, e vicino una più bassa. In quella più bassa, dietro il contenitore bianco, là è la mia insalata!». Mugugnando ancor più di prima, il cameriere tornò in cucina. Tre minuti dopo ne uscì con un gran bel vassoio, per me e per tutti gli altri, che fino a quel momento avevano avuto soltanto qualche patata lessa. Ovviamente il cameriere era stupefatto e continuava a ripetersi: «Incredibile, era proprio là doveva aveva detto!». Sapevo senza sapere — senza neppure aver messo piede in cucina — e avevo avuto assoluta fiducia in ciò che si sarebbe infine manifestato. WM, Praticante master certificato di Energetica della Matrice SPEZZARE LE CATENE CHE CI VINCOLANO ALLA REALTÀ Per certi versi ci creiamo noi stessi i nostri problemi. Servendoci del Potere Assoluto dell'intenzione universale, creiamo le forme apparenti dei nostri problemi in modo da poter vivere una esistenza interessante. Robert Scheinfeld, autore dell'opera Busting Loose from the Money Game, descrive proprio il processo attraverso il quale creia 284 - La Fisica dei Miracoli mo l'ologramma, ovvero la rappresentazione virtuale delle esperienze della nostra vita. Scheinfeld ritiene che siamo tutti quanti attori, sceneggiatori e registi di quel film che è un misto di commedia-fan- tascienza-azione-dramma-amore che chiamiamo "vita".

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Qualsiasi cosa osserviamo e sperimentiamo è una proiezione olografica che riempie lo schermo della nostra esistenza terrena catturando tutta la nostra attenzione. Essendo i registi del nostro stesso film, in qualsiasi momento possiamo scegliere di rivedere il copione e persino di cambiare scene e protagonisti delle nostre precedenti esperienze, di modo che il risultato e la loro interpretazione sia del tutto diversa. Ciò mi fa tornare in mente una vecchia canzone dei Jethro Tuli, tratta dal concept album Passion Play. In quella canzone c'è un verso che recita: «Ti abbiamo registrato, sei nella commedia. Come ci si sente a essere nella commedia? Come ci si sente a recitare la propria parte? Come ci si sente a essere una commedia?». A livello mentale, ovvero dove l'ologramma universale viene creato e alimentato, non esistono cose come la povertà, le malattie o la sofferenza di alcun genere. Si tratta semplicemente di fluttuazioni e di schemi energetici che non comportano alcun contesto negativo. Quindi, se ciò che abbiamo creato non ci diverte più, possiamo ricrearlo, sceglierci daccapo gli attori e riscrivere le nostre esperienze in modo diverso. La nostra vita è del tutto simile a un episodio di un reality show, e segue un copione molto dettagliato. Scheinfled sostiene che qualsiasi cosa sperimentiamo e percepiamo intorno a noi non fa che seguire il copione della nostra vita, che ci è stato attribuito dal nostro Sé Universale di modo che possiamo godercelo e impiegarlo per la nostra crescita. Non appena compreso ciò possiamo rivendicare il nostro potere, chiedere che quell'energia torni nelle nostre mani, subisca i dovuti aggiustamenti e sia disponibile per la nostra prossima impresa o simulazione della realtà. Ecco un esempio di manifestazione magica così come descritto da una delle mie studentesse, che è davvero una maga provetta: Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 285 Siamo editori, ma anziché stampare libri, pubblichiamo su internet. Abbiamo tutta una serie di siti web e i nostri introiti sono legati ai link affiliati, a Google Adsense, eccetera. Comunque sia, l'esperienza di cui mi accingo a raccontare risale a un periodo ancora precedente al mio incontro con l'opera BustingLoosefiom the Money Game, e mi ha indotto a capire più profondamente come vivere quella che viene definita "esistenza Fase-2", cosicché quando mi sono imbattuta nel libro di Scheinfeld, ero già pronta ad abbracciare quella condizione naturale con un elevato livello di consapevolezza. L'agente del dottor Bartlett aveva contattato la nostra società affinché recensissimo il suo ultimo libro Matrix Energetic: The Art ofScience and Transformation. Dopo aver letto le note fornitemi dal suo agente, ho avuto l'impressione che Bartlett potesse offrire ai lettori una profonda saggezza, e che non si trattasse semplicemente di un rimaneggiamento di tecniche e modalità di guarigione che erano già disponibili in altre forme. Quindi ho chiesto una copia, intenzionata a occuparmi personalmente della recensione. Qualche tempo dopo, un bel giorno ho aperto la buca delle lettere e ci ho trovato un bustone speditomi dall'agente... A quella vista mi sono emozionata, è stato una sorta di brivido, un po' come quando qualcuno ti dà un colpetto sulla spalla per invitarti a fare attenzione. Sono entrata in casa, ho aperto la busta e dopo aver scrutato per bene la copertina, sono piombata sul divano e ho cominciato a divorarne le pagine, fermandomi di tanto in tanto, giusto per commentare: «Caspita, questa sì che è roba interessante: diversa, eccitante e promettente!». Il mio partner ha notato che la mia attenzione era assolutamente assorbita da qualcosa di diverso dal solito e mi ha chiesto di cosa si trattasse. Sono riuscita soltanto ad accennargli che avevo la netta impressione di essere capitata su qualcosa che mi avrebbe permesso di far combaciare i pezzi del mosaico delle mie conoscenze. E poi ho ripreso a leggere. Mi sono presa l'intera giornata per finire il libro da cima a fondo (un po' come avrei poi fatto con Busting Loose from the Mo

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286 - La Fisica dei Miracoli ney Game, il libro che lo stesso Bartlett avrebbe menzionato nel corso di uno dei seminari a cui avrei poi partecipato). Mentre cominciavo a sperimentare alcune delle idee dell'Energetica della Matrice, ho sentito crescere in me una eccitazione straordinaria. In quel frangente i nostri affari andavano così così per via dei nuovi algoritmi di Google, che stavano influenzando negativamente il traffico sui nostri siti, e i nostri introiti erano scesi a un minimo storico. Non avrebbe potuto esserci un momento più adeguato! Ciò che stavo leggendo mi colmava di un rinnovato senso di speranza. Pur non sapendo come, sentivo che mi veniva offerta una chiave — non relativamente alle mie preoccupazioni, ma capace di provocare un cambiamento nella mia percezione consapevole. Quello stesso giorno, verso sera, ho avuto una visione interiore, una sorta di griglia verde spiraleggiante che fluttuava nel mio campo visivo. Hmm... E che cosa avrei dovuto farci? Poteva essermi utile? Al che ho ripensato alle parole del dottor Bartlett e ho provato a sperimentarla attraverso la tecnica dei due-punti, come descritto nel libro. E così ho creato un primo punto all'interno di quella spirale che intendeva rappresentare i nostri siti web, e un secondo punto che rappresentava Google. Ricordo che me ne stavo là, nel mio ufficio, con le mani in aria, gesticolando, tutta presa a connettere punti, come un'alchimista folle. C'erano cose simili a dei ragnetti che saltavano fuori dai più diversi punti di quella griglia e che se andavano di qua e di là pieni di entusiasmo. La cosa si è ben presto trasformata in una danza affascinante, tanto che, se fosse entrato qualcuno e mi avesse visto all'opera, avrebbe potuto pensare che stessi dirigendo un'orchestra invisibile. L'intero processo è durato circa tre o quattro minuti, e l'ho trovato davvero divertente. E poi, caspita, stavo solo giocando un po', quindi, quali danni avrei mai potuto fare? Ma è proprio qui che la faccenda si è fatta interessante: una dozzina di ore dopo mi sono seduta davanti al computer per dare una occhiata al traffico sui nostri siti web. Be', c'era qualcosa che davvero sembrava sbal Capitolo 24 - A proposito di manifestazioni... - 287 lato, forse un errore di calcolo... Com'era possibile? La situazione si era capovolta e stavamo guadagnando a vista d'occhio. Più che cifre, sembravano il risultato di una magia! (N.B.: da quel momento in poi tutto ha continuato a filare per il verso giusto). Mi sono precipitata nell'ufficio del mio collega, che è anche il mio partner, e gli ho spiegato che le cose erano cambiate, e per sempre! Subito dopo ci siamo organizzati per partecipare a uno dei seminari del dottor Bartlett e non abbiamo più smesso di praticare l'Energetica della Matrice. La natura dell'"esistenza Fase-2" e l'arte della trasformazione che caratterizza l'Energetica della Matrice hanno tutta l'aria di funzionare in perfetta armonia. Ogni elemento è interconnesso e non c'è nulla che non sia raggiungibile: tutto sta nel come e quando si sceglie di "trasformare la propria percezione consapevole", così da rendersi conto di ciò che è già qui o da immaginare che si manifesti, di modo che possa farlo. Spero che chiunque legga di questa nostra esperienza possa intuire in che modo gli eventi futuri possono influire su presente e passato, e comprendere che tutto è interconnesso. Sono convinta che lavorare con i concetti di griglie e modelli, vivificati attraverso immaginazione, intenzione e intuizione, costituisca davvero uno strumento efficace. Giocando con questi fattori evochiamo la magia, perché la mente conscia non può interferire, intaccare e misurare ciò che non sembra esserci. SB

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Quando cominciamo a ripetere, continuativamente e senza esprimere giudizio, a qualsiasi aspetto della nostra esistenza: «Ti voglio bene. Ti libero dagli schemi limitanti e rivendico la tua natura di pura fonte universale», l'energia che abbiamo investito secondo modalità scarsamente produttive comincia a fluire nella direzione opposta. Tutto ciò mi ricorda la scena conclusiva del film Guida galattica per autostoppisti, in cui il pianeta 288 - La Fisica dei Miracoli Terra è stato distrutto, ma poi viene ricostruito e rimontato pezzo per pezzo proprio com'era prima. Più potenziamo e attiviamo il reostato del nostro potenziale di consapevolezza, più facilmente possiamo accedere alle dimensioni magiche in cui vigono leggi naturali diverse che ci consentono di intervenire secondo modalità che normalmente considereremmo miracolose. Ma la vera natura dei miracoli è assolutamente compatibile con le leggi della natura. È assolutamente naturale che la coscienza universale abbia un potenziale e una portata illimitati. Nell'ambito della condizione potenziale illuminata dell'essere universale, è il concetto di limite a risultare del tutto innaturale. Tom Bearden ha affermato che l'idea che la natura sia governata da determinate leggi è un'assoluta sciocchezza. E per citare le sue parole: «Possiamo fare qualsiasi cosa. Solo che potrebbe volerci una vita intera per capire come fare determinate cose!».3 Ma allora, perché aspettare una vita intera? Tra ciò che pensiamo di poter o di non poter fare non ci sono barriere concrete, quindi trascendiamo tali barriere immaginarie e cominciamo subito: sotto con i miracola. 3. Thomas E. Bearden, Radionics: Action at a Distance, DVD,, Cheniere Media, Atlanta, GA 2006, http://www.cheniere.org/sales/buy-ra.htm. IL GLOSSARIO DELLA MATRICE Abrams, Albert: nato a San Francisco nel 1863, Abrams è stato il fondatore della radionica, metodo diagnostico e terapeutico delle patologie del corpo basato sulle frequenze vibrazionali. Diplomatosi all'Università della California, Abrams scrisse diversi trattati medici e alla fine fu. riconosciuto come specialista delle patologie del sistema nervoso. Abrams si dedicò alle sue ricerche nel corso dell'intera carriera, giungendo a scoprire che le malattie potevano essere misurate in termini di energia, e a tale scopo ideò l'oscilloclasta, strumento dotato di manopole di calibrazione attraverso il quale poteva identificare e misurare le reazioni e l'intensità delle malattie nei campioni di sangue.1 Si veda anche oscilloclasta, radionica. Acquisire consapevolezza: nell'Energetica della Matrice acquisire consapevolezza, ovvero osservare, significa prestare attenzione a ciò che si manifesta in questo preciso istante affidandosi immancabilmente a domande a risposta libera del genere: «Che cosa sto osservando in questo preciso istante?»; in tal modo cominciamo ad addestrare la mente inconscia affinché consenta l'accesso di un maggior numero d'informazioni provenienti dalla dimensione della consapevolezza dell'emisfero cerebrale destro, di modo che giungano alla nostra attenzione cosciente. Esercitandoci in tal modo con regolarità impariamo ad acquisire consapevolezza dell'energia e delle informazioni

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che sono all'origine del nostro nuovo dettame, ovvero acquisire consapevolezza di nuovi stimoli e schemi del nostro ambiente (sia interiore che esteriore). Un corollario di tale atteggiamento mentale consiste nel riconoscere i cambiamenti, ciò che non è più eguale a se stesso da un istante all'altro. Con la pratica il cervello impara a riconoscere nuovi schemi e comportamenti, rinforzando qualsiasi cambiamento positivo. Algebra dei quaternioni: l'algebra dei quaternioni è di una topologia superiore a quella dell'algebra dei vettori o dei tensori. Le equazioni originarie di James Maxwell, che risalgono al 1865, assommavano a 1. The Light Party, «Radionics» (1996), www.lightparty.com/Health/ Radio-nics.html. H 290 - La Fisica dei Miracoli venti equazioni con venti incognite, basate sui quaternioni e su un'algebra del genere. Olivier Heaviside e altri le ridussero all'algebra vettoriale e alle quattro equazioni attualmente conosciute. Ma lo stesso Maxwell, prima della sua morte, stava già riscrivendo le equazioni, intendendo sbarazzarsi dei quaternioni proprio per via della implicita difficoltà della loro forma. Le attuali equazioni vettoriali, insegnate all'università con la denominazione di "equazioni di Maxwell", sono in realtà il prodotto del troncamento della teoria di Maxwell operato da Heaviside. Fare ricorso all'algebra tensoriale dell'elettrodinamica non ci restituisce appieno la teoria elettromagnetica dei quaternioni così come elaborata da Maxwell nel 1865.2 Si veda anche Heaviside, Oliver; Maxwell, James Clark. Antiparticelle/anti-onda: l'inversione temporale (coniugazione di fase) di un'onda di riferimento, ovvero, per dirla altrimenti, Fanti-onda dell'onda di riferimento.3 Archetipi: secondo la psicologia junghiana, gli archetipi sono le concezioni o schemi innati presenti nella psiche umana ed espressi attraverso i sogni, l'arte e altre forme di processi inconsci, come per esempio alcuni simboli o immagini fondamentali. Gli archetipi fungono da fulcro essenziale attorno a cui si formano le esperienze e i contenuti della nostra psiche. «In natura tutto può essere descritto in termini di geometria. Dalla danza degli atomi al moto del pianeti, ogni sorta di crescita e moto è governata dallo stesso insieme di leggi. Tali leggi sono rappresentate attraverso il simbolismo delle forme e delle strutture geometriche. E questa la dimensione dei sogni, dell'inespresso o inarticolato - immagini che, per loro stessa conformazione, si propongono di stimolare l'inconscio. L'impiego delle immagini archetipiche costituisce un ponte tra la dimensione della mente, dell'immaginazione, e la dimensione delle manifestazioni fisiche». Bearden, Thomas: PhD, ingegnere nucleare, tenente colonnello dell'esercito statunitense in pensione, CEO, direttore dell'Association of Distinguished 2. Ibid, p.7\l.

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3. Thomas E. Bearden (1997), http://www.cheniere.org/techpapers/Anno-tated%Glossary.htm. 4. Merriam-Webster's Collegiate Dictionary, 1V ed., sub voce "archetypes"; Mike Adams, a cura di, «Survey Results Reveal the Most Trusted Healtli News Websites and Personalities», NaturalNews.com (9 aprile 2008), http://www. naturalnews.com/. Glossario della Matrice - 291 American Scientists, nonché membro emerito dell'Alpha Foundation Institute for Advanced Study. Bearden è un concettualista teorico, attivo nell'ambito dello studio dell'elettromagnetica scalare, dell'elettrodinamica avanzata, della teoria dei campi unificati, dei fenomeni e delle armi energetiche sviluppate dal KGB, dell'energia gratuita dei sistemi, della guarigione elettromagnetica tramite Fazione dei campi unificati dell'elettrodinamica estesa di Sachs-Evans, nonché dello sviluppo del potenziale umano. E conosciuto soprattutto per i suoi lavori sulla teoria dei sistemi a potenziale elettrico sovra unitario, sulle armi basate sull'elettromagnetica scalare ed energetiche, nonché sull'impiego del tempo in quanto energia sia nei sistemi energetici sia nelle interazioni corpo-mente.5 Braun, Wernher von: uno dei primi scienziati ad aver sviluppato la tecnologia dei razzi, pioniere delle esplorazioni spaziali dagli anni '30 fino agli anni '70.6 Broglie, Louis de: fisico e matematico francese, si dedicò principalmente allo studio delle diverse applicazioni delle meccaniche ondulatorie: la teoria elettronica di Dirac, una nuova versione della teoria della luce, la teoria generale dello spin delle particelle, le diverse applicazioni delle meccaniche ondulatorie nell'ambito della fisica nucleare, eccetera. Pubblicò diversi articoli e lavori in proposito, nonché oltre 25 volumi riguardanti gli specifici campi delle sue ricerche. Nel 1929 l'Accademia Svedese delle Scienza gli conferì il Nobel per la fisica, «per la sua scoperta della natura ondulatoria degli elettroni», lavoro pubblicato originariamente nel 1924 quale tesi di dottorato con il titolo di Recherches sur la théorie de quanta. Nell'ultima porzione della sua carriera, de Broglie si occupò dello sviluppo di una spiegazione causale delle meccaniche ondulatorie che intendeva contrapporre all'interpretazione meramente probabilistica di Born, Bohr ed Heisenberg, in cui la teoria meccanico-quantistica aveva un ruolo prominente. De Broglie ebbe anche un ruolo fondamentale nello sviluppo della cooperazione scientifica a livello internazionale.7 Si veda anche mare di Dirac. Calibrazione: metodo d'individuazione degli schemi energetici e informativi e di determinazione di particolari forme di misurazione in tempo reale della 5. Bearden, http://www.cheniere.org/books/excalibur/glossary/0l4edited.htm. 6. Marshall Space Flight Center, Biografia di Wernher von Braun, http:// history.msfc.nasa.gov/vonbraun/bio.html. 7. Nobelprize.org, «Biography», http://nobelprize.org/nobel_prizes/physi-cs/laureates/1929/broglie.bio.html. 292 - La Fisica dei Miracoli

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loro esperienza. La misurazione delle condizioni precedenti e posteriori alla pratica dei due-punti costituisce una tecnica particolarmente utile di calibrazione della misurazione nell'ambito dell'Energetica della Matrice. Campo energetico di punto zero: nella teoria dei campi quantistici, la radiazione elettromagnetica può essere rappresentata sotto forma di onde che attraversano lo spazio alla velocità della luce. Tali onde non sono però qualcosa di sostanziale, ma semplici increspature di uno stato teoricamente definito campo. Tali onde portano peraltro energia e momento, e ognuna di essa ha una specifica direzione, frequenza e polarizzazione. Ogni onda rappresenta quindi una "modalità di propagazione del campo elettromagnetico". Il campo di punto zero rappresenta il minor stato energetico di un campo, ovvero il suo stato fondamentale inferiore, ma diverso da zero. Secondo la fisica quantistica, lo spazio intero dovrebbe brulicare di fluttuazioni elettromagnetiche di punto zero, così da creare un oceano universale di energia di punto zero. Tale fenomeno attribuisce al vuoto quantistico una struttura complessa che può essere sondata sperimentalmente, per esempio attraverso L'effetto Casimir". Il termine "campo di punto zero" viene talvolta impiegato quale sinonimo di condizione di vuoto di un singolo campo quantizzato. Il campo elettromagnetico di punto zero viene approssimativamente considerato un mare di energia elettromagnetica di background che colma il vuoto dello spazio.8 Si veda anche effetto Casimir. Campo bioplasmico: il dottor Victor Inyushin, dell'Università Kazaka in Russia, ha ipotizzato l'esistenza di un cosiddetto "campo energetico bioplasmico", composto di ioni, protoni ed elettroni liberi. Le sue ricerche hanno dimostrato che le particelle bioplasmi che vengono continuamente rinnovate attraverso i processi chimici delle cellule, e sono in moto continuo. Nell'ambito del bioplasma sembra esserci un equilibrio di particelle negative e positive relativamente stabile. Malgrado la normale stabilità del bioplasma, Inyushin ha scoperto che viene irradiata nello spazio una quantità di energia significativa. E possibile misurare la presenza nell'aria di nubi di particelle bioplasmiche liberatesi dagli organismi.9 Campo del cuore: «Il cuore costituisce il più potente generatore di energia elettromagnetica del corpo umano e produce il più ampio campo elettromagnetico ritmico di qualsiasi altro organo del corpo. Il campo elettrico del cuore ha un'ampiezza all'incirca sessanta volte superio 8. Ibid. 9. Institute for Bioelectromagnetics and New Biology, http://www.bion.si. Glossario della Matrice - 293 re di quello generato dall'attività elettrica del cervello. Tale campo, misurato attraverso l'elettrocardiogramma (ECG), può essere individuato in qualsiasi punto della superficie del corpo. Inoltre, il campo magnetico prodotto dal cuore ha una potenza all'incirca cinquemila volte superiore a quella del campo generato dal cervello, e può essere individuato persino a qualche metro di distanza dal corpo, in tutte le direzioni, sulla base di un magnetometro SQUID {Superconducting Quantum Interference Device, capace di misurare campi magnetici estremamente piccoli).10 Nell'Energetica della Matrice viene insegnato come, attraverso il campo del cuore, sia possibile accedere all'energia di campo zero, il potenziale energetico illimitato dell'universo. Si veda anche emisfero cerebrale destro, energia di campo zero.

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Campo di torsione: lo spin quantistico dello spazio vuoto, gli effetti coerenti su larga scala dello spin del mare di particelle virtuali. Conosciuto anche come campo spinoriale, campo di assioni, campo di micropleptoni. Le prime ricerche in questo ambito furono compiute da Albert Einstein ed Elie Cartan nel corso degli anni '20. Oggi quel lavoro è definito ECT (teoria di Einstein-Cartan). Tali campi sono generati dallo spin classico o dalla densità di momento angolare (a livello macroscopico) di qualsiasi oggetto caratterizzato da uno spin. Lo spin (rotazione intorno al proprio asse - in meccanica quantistica il momento angolare intrinseco) di un oggetto determina la polarizzazione di due coni spaziali, corrispondenti al campo di torsione sinistro e al campo di torsione destro. A livello atomico, lo spin nucleare, così come l'insieme dei movimenti atomici, potrebbe essere all'origine di campi di torsione, il che implica che tutti gli oggetti possano generare un loro campo di torsione. Tali campi sono interessati dalla distanza, si distribuiscono istantaneamente nello spazio, interagiscono con gli oggetti materiali scambiandosi informazioni e quindi spiegano fenomeni come la telepatia e la fotocinesi. Campo morfico: il campo all'interno e tutto intorno una unità morfica, che organizza la struttura caratteristica e lo schema di attività del campo a qualsiasi livello di complessità. Il termine campo morfico 10. Institute ofHeartMath, «Science of the Heart: Exploring the Role of the Heart in Human Performance» (2009), n. 4, http://www.heart-math. org/research/science-of-the-heart-head-heart-interactions.html. ll.Patent Storm, U.S. Patent 6548752: system and methodfor generating a torsion field, brevetto registrato il 15 aprile 2003, http://www.patentstorm. us/patents/6548752/description.html; Uvitor, «history», http://www.shi pov.com/history.html. T 294 - La Fisica dei Miracoli include i campi morfogenetici, comportamentali, sociali, culturali e mentali. I campi morfici vengono modellati e stabilizzati attraverso la risonanza con precedenti unità morfiche simili, a loro volta sotto l'influsso di campi dello stesso genere. Di conseguenza, un campo morfico contiene una sorta di memoria cumulativa e tende a trasformarsi in qualcosa di progressivamente ordinario.12 Campo spinoriale: si veda campo di torsione. Cervello (emisfero cerebrale) destro: il cervello destro è un elaboratore parallelo che opera secondo modalità non-verbali ed eccelle nell'ambito delle informazioni visive, spaziali, percettive e intuitive, risultando quindi ideale per l'analisi di problemi complessi, ambigui e paradossali. Molto più rapido del cervello sinistro, quello destro elabora veloce le informazioni ricevute, in modo non-lineare e non-sequenziale, analizzando la realtà complessivamente e assorbendo miliardi di bit d'informazioni al secondo, per poi determinare le relazioni spaziali tra tutte le parti e il loro rapportarsi al tutto. Questa componente del cervello non opera sulla base delle categorizzazioni e degli schemi sulla base di regole prescritte, come invece fa il cervello sinistro. Nell'Energetica della Matrice il cervello destro è collegato concettualmente al campo del cuore. La cooperazione dell'emisfero cerebrale destro e del campo del cuore, allorché sviluppata adeguatamente, garantisce l'accesso a stati alterati

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di coscienza e un sistema di riferimento percettivo assolutamente unico. Si veda anche campo del cuore; cervello sinistro. Cervello (emisfero cerebrale) sinistro: un secondo dopo l'altro, la coscienza ci rivela soltanto un minuscola porzione degli undici milioni di bit d'informazioni che vengono trasmessi dai nostri sensi al cervello. Sebbene l'emisfero cerebrale destro operi in contemporanea con il sinistro e possa elaborare miliardi di dati al secondo, l'emisfero sinistro è un elaboratore seriale che può gestire soltanto 7 (± 2) bit d'informazioni al secondo. Ne consegue che il cervello sinistro, quello che definisce e classifica, opera da sensore analitico determinando quali dati sensoriali possano giungere alla percezione conscia e quali invece vengono trascurati ed eliminati dall'orizzonte dell'attenzione. Ciò costituisce un metodo ideale per esplorare il cosiddetto "mondo reale". Tuttavia, giacché il cervello sinistro opera una selezione, definendo quanto del materiale proveniente dalla consapevolezza sensoriale viene ammesso e quanto viene invece escluso, c'è una enorme 12. Sheldrake, www.sheldrake.org/Resources/glossary. Glossario della Matrice - 295 II quantità di dati che è costantemente cancellata perché ritenuta trascurabile (almeno secondo la programmazione innata del cervello sinistro). Non appena etichettiamo un qualsiasi fenomeno, l'abbiamo definito. Nel definirlo, imponiamo quali siano le modalità con cui si presenta nel nostro mondo. Ecco perché lo scienziato norvegese Tor Norretranders dice: «Fidatevi delle vostre sensazioni e intuizioni: sono più prossime alla realtà di ciò che percepite e ritenete vero, perché si basano su una mole superiore d'informazioni».13 Si veda inoltre lasciar andare; cervello destro. Coerenza: la correlazione tra le fasi di due o più onde di modo che si producano tra loro effetti d'interferenza o una correlazione tra le fasi di porzioni di una singola onda.14 Si veda anche decoerenza. Collasso della funzione d'onda: definito anche collasso del vettore di stato o riduzione del pacchetto d'onda, il collasso della funzione d'onda è uno dei due processi in virtù dei quali i sistemi quantistici evolvono nel corso del tempo sulla base delle leggi della meccanica quantistica. Il concetto venne introdotto originariamente da Werner Heisenberg nel suo lavoro sull'indeterminazione, e successivamente postulato da John von Neumann quale processo dinamico indipendente dell'equazione di Schròdinger.15 Coniugazione di fase: nell'ottica non lineare, trattasi della miscela originale non lineare di onde che generare un'onda di output, definita replica a coniugazione di fase o replica a inversione temporale - che ripercorre esattamente il percorso precedentemente intrapreso dall'onda di input che ha stimolato l'azione.1

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Coscienza del cuore: nella nostra società la maggior parte della gente è concentrata a livello della testa, ovvero del cervello, secondo la credenza errata che sia quella l'origine della coscienza. Nel modello 13. Tor Norretranders, matematico danese, citato in James Oschman, Energy Medicine in Therapeutics and Human Performance, Butterworth-Heine- mann, Boston, 2003; «Ponderings and Learnings», http:/ www.craniosacral-path.com/blog (di prossima pubblicazione Macro Edizioni). 14. Dictionary ofScience and Technology, V ed., Christopher G. Morris, a cura di, sub voce «coherence». 15. Claus Kiefer, «On the Interpretation of Quantum Theory: From Copenhagen to the Present Day» (ottobre 2002), http://anciv.org/abs/ quant.ph/0210152. 16. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 703. 1 296 - La Fisica dei Miracoli scientifico occidentale prevalente, il processo della coscienza scaturisce dall'attività cerebrale, e cervello e mente sono considerati inseparabili, se non la stessa e identica cosa. Tuttavia c'è una forma di coscienza diversa, che potremmo definire "coscienza (o consapevolezza) del cuore", ovvero ciò che Daniel Goleman chiama "intelligenza emotiva". Tale forma di consapevolezza si basa sull'abbandono dell'interazione-distrazione del chiacchiericcio mentale, così da passare allo stato tetha (7-4 cicli al secondo). Tale condizione può essere raggiunta e mantenuta, e utilizzata a livello operativo, proprio come fanno i militari addestrati alla visione remota. Così facendo si accede consciamente alla dimensione dell'emisfero destro del cervello, ovvero il subconscio. Il discendere e dimorare nella coscienza del cuore è quindi caratterizzato da una consapevolezza particolare in cui prestiamo attenzione senza analizzare o giudicare. Decoerenza: processo non unitario che descrive una perturbazione (cambiamento di stato) termodinamica irreversibile dell'ambiente in virtù del sistema, anziché una distorsione del sistema dovuta al suo ambiente. Ciò conferisce Xapparire di un collasso della funzione d'onda quando un sistema interagisce con l'ambiente, il che impedisce che i diversi elementi della sovrapposizione quantistica della funzione d'onda del sistema e dell'ambiente interferiscano reciprocamente.17 Si veda anche coerenza. Dirac, Paul: tra i contributi di Dirac alla scienza si ricorda soprattutto la sua famosa equazione d'onda, con la quale introdusse la relatività ristretta nell'equazione di Schròdinger. Considerando che, da un punto di vista matematico, la teoria della relatività e quella quantistica non solo sono ben diverse, ma persino opposte, il lavoro di Dirac può essere considerato una fruttuosa riconciliazione tra le due teorie.18 Due-punti: strumento di misurazione che sovraccarica la nostra capacità di acquisire consapevolezza nel momento stesso in cui accediamo alla griglia di Tutto Ciò che E. Nel momento in cui identifichiamo i due punti, percepiamo la loro connessione. Sentiamo e immaginiamo di lavorare semplicemente sui fotoni, ovvero sulla luce. Non c'è nient'altro, là fuori, niente di solido, eccezion fatta per la nostra concentrazione sui due punti. Possiamo visualizzare di essere collegati, attraverso una sorta di "en

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17. Erich Joos, Decoherence (2008), http://www.decoherence.de/. 18. Nobelprize.org, «Biography», http://nobelprize.org/nobel_prizes/physi-cs/laureates/1933/diracbio.html. Glossario della Matrice - 297 tanglement", con un'altra persona o aspetto di noi stessi su cui abbiamo scelto di concentrarci. Quindi, dopo aver effettuato il collegamento dei due punti e aver compreso che a livello di fisica quantistica l'atto stesso delle misurazione comporta un cambiamento nei risultati ottenuti, lasciamo semplicemente andare, come se si trattasse di un sasso che precipita in uno stagno. Immaginiamo altresì di lasciar andare la necessità di ottenere risultati fisici e sperimentiamo un'onda in espansione tra i due punti. Quando pratichiamo l'arte dei due-punti, ci affidiamo a un nuovo paradigma circa tutto ciò che possiamo fare o a cui possiamo accedere attraverso la modalità sensoriale del tatto. Se continuiamo a praticare su base quotidiana, ben presto cominceremo a intrawedere la realtà nascosta e la complessità che si cela dietro il velo degli eventi quotidiani. Non potremo più definirci vittime delle circostanze, anzi, ci assumeremo piena responsabilità del nostro uso creativo dell'energia universale. Effetto Casimir: ampiamente citato quale prova che sottostante al nostro universo ci sia un mare di vera energia di punto zero. Nel 1947 il fisico Hendrik Casimir ebbe l'opportunità di discutere di tale ipotesi nel corso di una passeggiata con Niels Bohr. Secondo Casimir, Bohr «borbottò qualcosa circa l'energia di punto zero», sottolineandone la pertinenza. Ciò indusse Casimir ad analizzare gli effetti di tale energia nel problema dell'attrazione tra due lastre metalliche parallele, poste nel vuoto e non soggette a campi elettromagnetici.19 Si veda anche energia di punto zero. Effetto osservatore: i cambiamenti relativi al fenomeno osservato che possono essere attribuiti all'atto dell'osservazione. Ciò è spesso il prodotto di strumenti che, necessariamente, intervengono su ciò che stanno misurando alterandone in qualche modo lo stato. Tale effetto può essere osservato in molti contesti della fisica classica e quantistica. Elaborazione parallela: la capacità del cervello di elaborare simultaneamente e unitariamente gli stimoli in ingresso, così da giungere rapidamente a un'azione risoluta. Elaborazione seriale: elaborazione che ha luogo sequenzialmente. Le operazioni si susseguono secondo un ordine categorico e di norma l'esito di un'azione è noto prima che venga presa in esame l'azione successiva.20 19. Calphysics Institute, «Zero-Point Energy and Zero Point Field»,: http:// www.calphysics.org/zpe.html. 20. Artificial Intelligence Lab, University of Michigan, http://ai.eecs. umich. edu/cogarchO/common/prop/serial.html.

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298 - La Fisica dei Miracoli Elettrodinamica di Maxwell (teoria elettromagnetica): in parole povere, la teoria dell'elettrodinamica di Maxwell consiste nelle sue equazioni, e originariamente si basava di circa venti equazioni con notazioni basate sui quaternioni, così come citato in un suo lavoro del 1865. Dopo la morte di Maxwell, e alcune riduzioni già operate dallo stesso scienziato, Olivier Heaviside, che si opponeva all'uso dei quaternioni, modificò e ridusse notevolmente tali equazioni, fino a ottenere le quattro che ci sono familiari oggi, seguito da Willard Gibbs ed Heinrich Hertz. Hendrik Lorentz lavorò ulteriormente sulle equazioni di Maxwell-Heaviside, ricalibrandole simmetricamente. Ciò contribuì a semplificare la loro soluzione matematica, ma finì inavvertitamente e arbitrariamente per scartare tutti i sistemi aperti di Maxwell che si discostavano dall'equilibrio termodinamico con il loro ambiente attivo (come per esempio la concezione moderna del vuoto).21 Elettromagnetica scalare: termine con cui viene normalmente definita l'elettrodinamica che scaturisce dalla valutazione di: onde elettromagnetiche trasversali, onde elettromagnetiche longitudinali, onde elettromagnetiche a polarizzazione del tempo, elettrogravitazione, segnali superluminali (a velocità superiore a quella della luce), interferometria, funzioni ottiche non lineari, tempo in quanto energia, nonché l'elettrodinamica che caratterizza tutti i campi elettromagnetici, onde e potenziali abituali. Nei progetti segreti russi volti allo sviluppo di armi super-potenti l'elettromagnetica scalare è definita energetica.21 Elettrone: particella elementare stabile, presente in tutti gli atomi, che, nel procedere "in avanti" del tempo ha una carica elettrica negativa pari a 1,602 x IO19 coulomb, e uno spin di Yl, e una massa di riposo di 9,11 x IO'31 kg. Se il tempo procede a ritroso, la carica dell'elettrone (ma non la sua massa) s'inverte, trasformandolo in positrone. Il suddetto "elettrone" può esistere anche sotto forma di energia negativa, carica negativa o massa a energia negativa nel vuoto stesso. In tale condizione l'energia negativa è all'origine di campi energetici negativi e di potenziali energetici negativi. Il buco nel mare di Dirac creato da un tale positrone può essere manipolato tramite "anti-circuiti", così da produrre direttamente antigravità locale, in modo assolutamente potente e pratico.23 Si veda anche mare di Dirac. 21. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 693. i 22. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 714. * 23. Ibid.,p. 65. Glossario della Matrice - 299 Energetica della Matrice: l'arte e scienza della trasformazione. Energia di punto zero: trattasi dell'energia che resta allorché da un certo sistema viene rimossa ogni altra forma di energia. Tale comportamento è dimostrato, per esempio, dall'elio liquido. Quando la temperatura viene abbassata allo zero assoluto, l'elio si mantiene liquido, anziché solidificarsi, proprio in virtù dell'inamovibile energia di punto zero del suo moto atomico. (Il congelamento dell'elio si ottiene aumentando la pressione a 25 atmosfere). La meccanica quantistica preconizza l'esistenza delle cosiddette "energie di punto zero" per le interazioni forti, deboli ed elettromagnetiche, casi in cui con tale termine ci si rifriferisce all'energia di un sistema a

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temperatura T = 0, ovvero il minor livello di quantizzazione energetica di un sistema meccanico-quantistico. Se si prende in considerazione il principio d'indeterminazione di Heisenberg, si scopre che la durata della vita di un fotone di punto zero, considerato come onda, corrisponde alla distanza media compiuta soltanto da una parte della sua lunghezza d'onda. Tale "frammento" d'onda è per certi versi diverso da un'onda planare ordinaria, ed è difficile giungere a una sua interpretazione.24 Energia elettromagnetica: secondo il punto di vista della meccanica quantistica e del vuoto quantistico, trattasi della strutturazione deterministica o coerente, dinamica o statica, presente nel flusso di fotoni virtuali o di particelle cariche. Secondo il punto di vista dello spazio-tempo è una curvatura dello spazio-tempo o un insieme di tali curvature.25 Entropia: nel campo della termodinamica, costituisce l'ammontare del disordine di un sistema, e quantifica l'energia non disponibile per la realizzazione di un certo lavoro in un sistema che sta subendo un cambiamento, come l'espansione del gas nel vuoto o il trasferimento di calore da un corpo caldo a uno freddo. Tali cambiamenti causano un aumento dell'entropia del sistema in questione, ma l'energia non viene trasferita all'esterno del sistema. Per dirla altrimenti, al crescere dell'entropia corrisponde la diminuzione dell'energia disponile nel sistema. Si veda anche negentropia. Esperimento della doppia fenditura: esperimento che dimostra la teoria meccanico-quantistica secondo cui le onde che trasmettono energia possono comportarsi anche come particelle e le particelle possono 24. Calphysics Institute, «Zero-Point Energy and Zero Point Field», http:// www.calphysics.org.zpe.html. 25. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 660. 300 - La Fisica dei Miracoli assumere un aspetto ondulatorio, ma non contemporaneamente. Una fonte luminosa illumina un sottile schermo nel quale sono state ricavate due fenditure parallele, e la luce che passa attraverso le fenditure raggiunge quindi uno schermo. In virtù della natura ondulatoria della luce, le onde luminose che attraversano le fenditure interferiscono tra loro, creando una tipica figura d'interferenza, con alternanza di bande chiare e scure. Peraltro lo schermo assorbe la luce sotto forma di particelle discrete, chiamate fotoni. Espressione dei quaternioni: si compone della somma di quattro termini, uno dei quali reale, mentre gli altri tre contengono unità immaginarie, i cui termini possono essere formulati sotto forma di somma di uno scalare e di un vettore tridimensionale.26 Etere: l'etere (greco antico: aiOr/p) fu una figura della mitologia greca, personificazione divinizzata dell'atmosfera superiore, purificata perché respirata soltanto dagli dèi dell'Olimpo. Nelle scienze antiche e medievali l'etere rappresentava un concetto classico, talvolta definito quale quinto elemento in tutta una serie di teorie comprendenti l'alchimia e la filosofia della natura. In fisica, nel corso del XIX secolo, fu considerata una sostanza universale, secondo un modello teorico che la considerava il mezzo attraverso cui si trasmettevano le onde elettromagnetiche, come per esempio la luce e i faggi X, analogamente al modo in cui le onde sonore vengono trasmesse attraverso mezzi elastici come l'aria. Si supponeva che l'etere fosse privo di peso, trasparente, privo di attrito, non

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individuabile chimicamente o fisicamente e capace di permeare tutta la materia e lo spazio. Tale teoria incontrò crescenti critiche, finché nel 1881 l'esperimento di Michelson-Mor- ley, designato specificamente a individuare il moto della terra attraverso l'etere, dimostrò l'assenza di qualsiasi suo effetto.27 Feynman, Richard: fisico americano, è stato una delle figure chiave nello «sviluppo della teoria dell'elettrodinamica quantistica, con cui sono state poste le fondamenta di tutte le altre teorie quantistiche dei campi. Nel suo approccio si combinavano la meccanica quantistica e la teoria della relatività, sfruttando un metodo che implicava la rappresentazione per diagrammi delle interazioni tra particelle, con conseguente 26. Ibid. 27. The American Heritage Dictionary of the English Language, 4a ed. sub voce «aether physics»; Encyclopedia Britannica Online, sub voce «aether phyics». Glossario della Matrice - 301 28 grande semplificazione dei calcoli. Per questo suo lavoro Feynman ha condiviso il Nobel per la fisica del 1965 con i colleghi Jualian Schwinger - americano - e Sin-Itiro Tomonaga - giapponese». Fisica delle particelle: branca della fisica in cui ci si serve degli acceleratori per studiare le collisioni di particelle ad alta energia che determinano le proprietà del nucleo atomico e delle altre particelle elementari.29 Fisica newtoniana (leggi del moto di Newton): descritte nel Philosophiae Naturalis Principia Matematica di Sir Isaac Newton, sono le tre leggi fisiche che costituiscono la base della meccanica classica. Newton se ne servì per spiegare e studiare il moto degli oggetti e dei sistemi fisici, ivi compreso il moto degli oggetti celesti e di quelli terrestri. La prima legge, spesso definita legge dell'inerzia, afferma che in assenza di forze un corpo resta in quiete o continua a muoversi a velocità uniforme. La seconda legge afferma che se osservata sulla base di un sistema di riferimento inerziale, la forza è eguale alla massa moltiplicata per l'accelerazione. La terze legge afferma che a ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria. Forma d'onda: rappresentazione grafica della forma di un'onda in relazione a un determinato istante e a una specifica regione dello spazio.30 Garcia, Hector: praticante master certificato di Energetica della Matrice, nonché fondatore del Garcia Chiropractic Holistic Center di San Diego, California, dove si serve della sue straordinarie capacità intuitive per individuare squilibri fisici, mentali, emotivi, psicologici, psichici e spirituali che si manifestano sui diversi livelli energetici del corpo. Sia che si tratti del livello cellulare che del livello quantistico, Garcia è in grado di localizzare le cause fondamentali del problema, agevolando il processo di liberazione energetica del corpo e ponendo rimedio alle relative problematiche. Chiropratico e diagnostico di grandi capacità e conoscenze, Garcia si serve di varie tecniche, come l'Analisi di Riflesso a Contatto (una valutazione dell'equilibrio nutrizionale), la Tecnica Neuro-Emotiva (terapia per il rilascio delle emozioni), la Tecnica per l'Eliminazione delle Allergie (metodo con cui elimina la sensibilità a vari allergenici) nonché il metodo Yuen, tratto dalla

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medicina energetica cinese (di cui è formatore), tecnica di guarigione energetica attraverso cui riesce a individuare 28. Richard Feynman, The American Heritage Dictionary ofthe English Language, 4* ed. sub voce «Feynman, Richard». 29. Bearden, http://www.cheniere.org/techpapers/Annotated %20 Glossary.htm. 30. Dictionary ofScience and Technology, sub voce «waveforms». 302 - La Fisica dei Miracoli qualsiasi squilibrio o deficienza colpisca il corpo e gli impedisca di guarirsi autonomamente.31 Generatore elettromagnetico immobile (MEG): si tratta di una sorta di trasformatore capace di produrre più energia di quanta ne consumi (free-energy), ideato da Thomas Bearden, James Kenny, James Hayes, Kenneth Moore e Stephen Patrick. Per una descrizione dettagliata del suo funzionamento si veda: http://www.xmx.it/MEG.htm nonché http://www.cmseritti.altervista.org/index_file/Page4762.htm.32 Gravitone: nella teoria quantistica della gravitazione, il gravitone è il quanto del campo gravitazionale. E privo di massa. Secondo una nuova teoria, il gravitone potrebbe essere considerato l'accoppiamento tra un fotone scalare e un fotone longitudinale.33 Hamilton, William Rowan: astronomo, fisico e matematico irlandese che contribuì in modo significativo alla meccanica classica, all'ottica e all'algebra. I suoi studi sui sistemi meccanici e ottici lo portarono a scoprire tecniche e concetti matematici assolutamente innovativi.34 Heaviside, Olivier: celebre fisico inglese autodidatta, nonché brillante studioso dell'elettrodinamica; ebbe un ruolo importante perché eliminò i quaternioni di Maxwell, elaborò la meccanica vettoriale e formulò la riduzione vettoriale della teoria di Maxwell, dandoci le attuali quattro equazioni vettoriali risultanti dalle venti equazioni in venti incognite originarie e basate sui quaternioni.35 Heisenberg, Werner: fisico tedesco, è stato uno dei padri fondatori della teoria quantistica, formulò la cosiddetta "meccanica delle matrici" e giunse alla scoperta di forme allotropiche d'idrogeno. Heisenberg ottenne il Nobel per la fisica nel 1932. La sua teoria si basava unicamente su ciò che può essere osservato, vale a dire la radiazione emessa dall'atomo. Non è possibile assegnare a un certo elettrone una determinata posizione nello spazio in un preciso istante, né seguirlo nella sua orbita, e 31. Garcia Chiropractic Holistic Center (2009), http.7/www.garcia holistic- chiro.com/about_dr.php. 32. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 694. 33. Ibid., p. 678. 34. William Revile, «Ireland's Greatest Mathematician», University College, Cork, Irlanda (2004), http://understandingscience.ucc.ie/pages/ sci_williamrowanhamilton.htm. 35. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 680

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Glossario della Matrice - 303 non è neppure possibile ipotizzare che le orbite planetarie di cui si parla nella teoria di Niels Bohr esistano realmente. Le quantità meccaniche, come la posizione o la velocità, non dovrebbero essere rappresentate da numeri ordinari ma da struttute matematiche astratte, definite matrici, e per tale motivo Heisenberg formulò la sua nuova teoria in termini di equazioni tra matrici. Successivamente Heisenberg formulò il famoso principio d'indeterminazione secondo il quale la determinazione della posizione e del momento di una particella in movimento contiene necessariamente errori, il cui prodotto non può essere inferiore alla costante quantistica h; nella teoria viene inoltre precisato che sebbene tali errori siano trascurabili su scala umana, nell'ambito dello studio degli atomi non possono essere ignorati.3 Herbert, Nick: dopo aver ottenuto il dottorato in fisica sperimentale, Herbert è stato senior scientist presso la Memorex e altre società di hardware della Bay Area, specializzare in metodologie magnetiche, elettrostatiche, ottiche e termiche per l'elaborazione e la memorizzazione dei dati. Herbert ha pubblicato Quantum Reality: Beyond the New Physics, Faster Than Lighted Elemental Mind: Human Consciousness and the New Physics. Hetbert ha inoltre ideato quella che fino a oggi costituisce la più sintetica dimostrazione del teorema dell'interconnessione di Beli. Ha inoltre pubblicato articoli sulle teorie quantistiche e la velocità della luce su riviste come YAmerican Journal of Physics e New Scientist, e tiene una sua rubrica su Mondo 2000.37 Intento focalizzato: potrebbe essere definita in termini di attività creativa con cui si attinge ai più diversi aspetti della propria esperienza conscia, così da definire un nuovo insieme di esperienze, realtà e risultati che si manifesteranno istantaneamente. Concentrare il potenziale immaginativo risulta utile al fine di creare nuove forme di sensibilità. In tal modo viene attivato un flusso di energia sottile che influenza o manifesta, direttamente o indirettamente, gli effetti ed eventi auspicati in modo da generare un processo creativo ovvero una concentrazione attraverso le sensazioni. Il motivo per cui facciamo ricorso all'intenzione concentrata è che in tal modo ci convinciamo di poterci "trasferire" in quella nuova realtà. Giacché ogni applicazione 36. Nobelprize.org, «Biography» http://nobelprize.org/nobel_prizes/physi-cs/laureates/1932/heisenberg.bio.html. 37. Boston University School ofTheology: Anna Howard Shaw Center, «Biography», http://sthweb.bu.edu/shaw/anna-howard-shaw-center/biogra phy?view=mediawiki&article=Nick_Herbert_%28 physicist%29. 304 - La Fisica dei Miracoli dell'intenzione è un atto creativo, l'intenzione concentrata si propone in definitiva di insegnarci come creare con maggiore abilità ed efficacia. Ciò finisce a sua volta per manifestare alcune tipologie di eventi nel nostro mondo sensoriale. L'oggetto della nostra intenzione concentrata costituisce una sorta di modello di manifestazione. Tuttavia, non appena tale modello viene concepito, è indispensabile lasciar andare e lasciare che sia l'universo a occuparsi della sua manifestazione concreta, secondo il suo peculiare processo alchemico.38

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Inversione temporale: per quanto concerne le onde elettromagnetiche, si tratta del processo di formazione di un'onda a coniugazione di fase. Per una particella o una massa è il processo con cui s'immettono onde elettromagnetiche a polarizzazione temporale, di modo che il motore residente di curvatura spazio-temporale della massa venga amplificato e, in virtù della coniugazione di fase, formi esattamente un anti-motore amplificato, che successivamente procede lentamente all'inversione temporale della massa riportandola a una condizione/stato precedente. E opportuno sottolineare che l'inversione temporale di uno specifico oggetto o di uno specifico gruppo dì oggetti non implica affatto il cosiddetto "viaggio nel tempo", di cui si parla nei romanzi di fantascienza. Per poter effettuare un vero e proprio viaggio nel tempo bisognerebbe che l'intero universo, e ogni cosa ivi contenuta con eccezione del viaggiatore nel tempo - subissero una inversione temporale. E ciò, almeno per quanto riusciamo a immaginare oggi, sembra assolutamente impossibile! D'altro canto, l'inversione temporale di un singolo oggetto, come una particella o un'onda, o persino un gruppo di oggetti, come un insieme dì particelle e onde, non solo è ipotizzabile ma facilmente realizzabile. Per esempio, un buco nel mare di Dirac è un elettrone a energia negativa che precedentemente all'osservazione è quindi dotato di massa negativa. Dopo l'osservazione viene considerato a energia positiva, un elettrone di massa positiva di carica opposta rispetto a un elettrone convenzionale, che reagisce ai campi in direzione opposta rispetto a un elettrone convenzionale (dotato di carica negativa). In breve, dopo l'osservazione (ovvero dopo l'interazione con la massa) si trasforma in un positrone.39 Si veda anche mare di Dirac; elettrone; coniugazione di fase. Lasciar andare: il cervello sinistro (la mente analitica) è stato da sempre definito la "mente scimmia". Ecco come si può catturare una scimmia nel bel mezzo della giungla: la trappola consiste in una scatola con un 38. William A. Tiller, Science and Human Transformation: Subtle Energ.es, Intentio-nality and Consciousness, Pavior Publishing, Walnut Creek, CA, 1997, p. 89. 39. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 726. Glossario della Matrice - 305 buco attraverso il quale può passare soltanto la mano della scimmia e al cui interno viene posto un bel frutto. La scimmia infila la mano e afferra il frutto, ma non può tirarla fuori tenendolo, perché 1 d' sioni del buco non lo permettono. La maggior parte delle scimmie non rinuncia a quel "premio", e continua a tenerselo stretto, finendo facile preda dei cacciatori. Tale analogia definisce bene il comportamento del cervello sinistro degli umani. Non appena abbiamo definito certe regole, e le modalità secondo cui dovrebbero trasformarsi in realtà, siamo capaci di trascorrere l'intera esistenza tenendoci stretti il frutto delle nostre idee preconcette, incapaci di lasciar andare e di sperimentare una realtà molto più vasta e aperta. Nell'Energetica della Matrice i praticanti imparano a far discendere la consapevolezza a livello del cuore, e cioè a dimorare in uno stato di coscienza non prettamente cerebrale e quindi scevro da preoccupazioni e giudizi. Il campo del cuore è naturalmente collegato con l'emisfero cerebrale destro e la sua innata intelligenza emotiva. E sulla base di quest'ultima specifica dimensione, quella per così dire dell'inconscio e dei sogni, che sono state concepite e realizzate le più grandi idee e creazioni umane. Ecco perché Energetica della Matrice significa "lasciar andare": rinunciando al bisogno di comprendere le nostre esperienze, e in particolare quelle che non combaciano con i nostri presupposti percettivi, possiamo iniziare ad affidarci alla consapevolezza che trae spunto soprattutto dalle sensazioni, e da ciò che scaturisce dalla coscienza del cuore.

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Mare di Dirac: modello teorico del vuoto considerato come un mare infinito di particelle di energia negativa. Si narra che Erwin Schròdinger sia stato il primo a essersi accorto che la soluzione dell'equazione di Dirac relativa al moto degli elettroni, si traduceva in una componente indispensabile che poteva essere interpretata sotto forma di fluttuazioni casuali di particelle puntiformi alla velocità della luce. Schròdinger definì tale moto zitterbewegung, termine tedesco per "tremolio". Il positrone, ovvero la controparte antimateria dell'elettrone, fu originariamente concepito quale "buco" nel mare di Dirac, molto prima della sua scoperta sperimentale avvenuta nel 1932. Dirac, Einstein e altri riconobbero che ciò era correlato al concetto di etere.40 5/ veda anche elettrone, Schròdinger Erwin. 40. Calphysics Institute, «Zero-Point Energy and Zero Point Field» http://www. calphysics.org/zpe.html; commento su «Dirac's Hidden Geometry,» postato sul blog Not Even Wrong (25 settembre 2005), http://www.madi.columbia. edu/-woit/wordpress/?p=262#comment-5066. I 306 - La Fisica dei Miracoli Maxwell, James Clerk: matematico e fisico teorico scozzese, la cui conquista più significava fu lo sviluppo della teoria elettromagnetica classica, con cui venivano sintetizzate tutte le precedenti osservazioni ed esperimenti per cui non si era trovata una spiegazione comune, e che definiva le equazioni dell'elettricità, del magnetismo e dell'ottica inquadrandole in una teoria coerente. La sua famosa serie di equazioni dimostrò che elettricità, magnetismo e luce sono tutte manifestazioni del campo elettromagnetico. Da quel momento in poi tutte le altre leggi o equazioni classiche di tali discipline si trasformarono in versioni semplificate delle equazioni di Maxwell. Nella sua biografia di Maxwell, Ivan Tolstoy scrisse: «L'importanza di Maxwell nella storia del pensiero scientifico è paragonabile a quella di Einstein (che ne fu ispirato) e a quella di Newton (dalla cui influenza riuscì a svincolarsi)».41 McMoneagle, Joe: esperto americano di visione remota, matricola 001 (372), che ha messo a disposizione i suoi poteri paranormali alla C.I.A., alla D.I.A., al dipartimento per la sicurezza nazionale, alla D.E.A., ai servizi segreti, all'EB.I., ai servizi doganali nazionali, al consiglio di sicurezza nazionale e al Dipartimento della difesa. E stato uno dei primi ufficiali reclutati per il programma top secret dell'esercito che oggi è conosciuto con la denominazione di "Progetto Stargate".42 Misura quantistica debole: le misurazioni deboli sono quel genere di misure quantistiche in cui il sistema oggetto della misurazione è in accoppiamento debole con lo strumento di misurazione, cosicché questo non interferisce con il valore ottenuto. Sebbene possa sembrare in contraddizione con alcuni aspetti fondamentali della teoria quantistica, tale formalismo rientra nei limiti della teoria e non ne contraddice alcun aspetto fondamentale. L'idea di misurazione e valori deboli, sviluppata inizialmente da Yakir Aharonov, David Albert e Lev Vaidman, è particolarmente utile per ricavare informazioni circa i sistemi pre- e post-selezionati descritti dal formalismo dei vettori a due stati.43 Modello della relatività speciale: (1) le leggi della fisica sono le stesse per tutti gli osservatori in moto uniforme relativamente uno all'altro

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41. James Clerk Maxwell Foundation, http:/ www.clerkmaxwell.foundation. org/html/who_was_maxwell.html. 42. Joe McMoneagle, «Business Bio», http://blog.mceagle.com/about/joe-bio-biz. 43. Yakir Aharonov, D. Z. Albert e Lev Vaidman, «Flow the Result of a Me-asurement of a Component of the Spin of a Spin-1/2 Particle CanTurn Out to Be 100», Physical Review Letters, 1988. Glossario della Matrice - 307 (principio della relatività di Galileo), e (2) la velocità della luce nel vuoto è la stessa per tutti gli osservatori, indipendentemente dal loro moto relativo o dal moto della fonte luminosa. Modello di realtà virtuale: uno schema di dati che può essere impiegato in abbinamento all'input o per generare l'output di un sistema di realtà virtuale. Modulo: un modulo è un componente autonomo di un sistema, dotato di una specifica interfaccia in rapporto agli altri componenti del sistema. In sostanza, nell'energetica della matrice è stata sviluppata una tecnologia interdimensionale, che conserva uno spazio nel campo del punto zero, creando così un ponte concettuale dall'immaginario al reale. Tra l'altro, in fisica quantistica ciò descrive un numero complesso coniugato, in cui -1 rappresenta la qualità immaginaria, ma è presente anche un numero, o qualità, reale. Moltiplicando i due, il componente immaginario si annulla e si ottiene un vettore reale, ovvero una coordinata spazio-temporale. E proprio così che funziona questa tecnologia energetica: si tratta di una tecnologia spirituale assolutamente manipolabile e riproducibile. Un modulo dovrebbe essere considerato una sorta di software spirituale interattivo e creativo, volto a eseguire, affrontare o correggere uno specifico compito, problematica o attività. Ecco perché, in virtù di tali presupposti, si potrebbe dire che un modulo rappresenti ciò che il dottor William Tiller definisce "congegno a intenzione impressa". Si veda anche numeri complessi coniugati; unità immaginaria, Tiller, William. Negentropia (entropia negativa): potrebbe essere definita, in un certo senso, l'inversione del disordine, ovvero l'inversione dell'entropia. In un sistema negentropico l'energia dovrebbe procedere da uno stato di disordine a uno stato di ordine crescente. In un sistema biologico, come il corpo umano, ciò potrebbe descrivere il principio di un sistema auto-organizzato. Si veda anche entropia. Neumann, John von: matematico americano di origine ungherese, sviluppò il ramo della matematica conosciuto come teoria dei giochi. Nel 1933 entrò a far parte dell'Institute for Advanced Study di Princeton, New Jersey, e successivamente operò in qualità di consulente a Los Alamos, dove nel corso della Seconda Guerra Mondiale si progettò la bomba atomica. Nel 1995 divenne membro della Commissione Statunitense per l'Energia Atomica. Von Neumann viene spesso men 44. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 663.

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308 - La Fisica dei Miracoli zionato per i suoi fondamentali contributi alla teoria della meccanica quantistica, e in particolare per l'algebra che prende il suo nome, per le sue ricerche pionieristiche in matematica applicata, principalmente nel campo della statistica e dell'analisi numerica. E conosciuto anche per aver progettato elaboratori elettronici ad alta velocità.45 Non fare: cercare di capire ha a che vedere con il fare. Ovviamente è più semplice spiegare cosa significhi fare. Ciò, infatti richiama il principio dell'oggettività: un sasso è un sasso in virtù del fare. E importante sottolineare che senza il fare non c'è più nulla di familiare. E se nulla è familiare, tutto diventa nuovo, sconosciuto, come se fosse sperimentato per la prima volta, e quindi incondizionato. Quando cerchiamo di "raccapezzarci", in pratica stiamo cercando di renderci familiare la realtà circostante. Ciò implica per l'appunto il fare, e quindi l'attività razionale, specificamente la formulazione razionale o intellettuale dell'esperienza. Agire senza affidarsi ad alcuna credenza equivale a non fare. Le nostre credenze si propongono infatti di mettere ordine nelle nostre esperienze, così da garantirgli un significato. La tecnica del non fare è agevolata dalla sostituzione del comune fare con un fare di genere diverso, sulla base di un artificio che equivale all'imparare una descrizione alternativa del mondo. Parimenti, entrambi i mondi — quello che conosciamo tutti quanti e quello dello sciamano - non sono reali, ma rappresentano comunque modelli utili, per non dire indispensabili, della realtà. Nell'Energetica della Matrice viene insegnato che qualsiasi cosa stiamo facendo, la realizziamo sulla base del modello percettivo con cui intendiamo ottenere uno specifico risultato. In altre parole ogni qualvolta ci accingiamo a fare qualcosa, stiamo concretizzando i nostri preconcetti circa il funzionamento del mondo e la realtà delle cose. Quando sospendiamo il giudizio, rinunciando appunto ai nostri preconcetti, e ci limitiamo semplicemente a percepire l'agire via via che si manifesta, penetriamo nella dimensione della grazia, che è caratterizzata dall'arte del non fare. Un vecchio adagio, forse trito e ritrito, recita: «Abbandonati alla volontà di Dio». Qualsiasi "fare" viene portato a termine da un agente, ovvero la modalità di pensiero del cervello sinistro. Crediamo di poter modificare la realtà a nostro piacimento, eppure quante volte le circostanze della vita mandano all'aria con estrema facilità i nostri I 45. MSN Encyclopedia Artide Center, http://encarta.msn.com/ encyclope-dia_76l579159/John_Von_Neumann.html. 46. Carlos Castaneda, Viaggio a Ixtlan, Rizzoli, Milano, 2000. 1 Glossario della Matrice - 309

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schemi e progetti? L'idea di poter controllare gli schemi energetici dell'universo non è nient'altro che una illusione. Quando riconosciamo umilmente, come fece lo stesso Gesù, che «io non posso far nulla da me stesso» (Giovanni 5:30), prendiamo posto sul trono del regno del cuore, avendo rinunciato alle nostre concezioni umane circa il possibile e l'impossibile. A quel punto ogni cosa viene fatta attraverso di noi, non da noi. In definitiva, il non fare è semplicemente un atto di fede in un potere superiore, che se gliene diamo l'opportunità, può concretamente manifestare la sua volontà attraverso di noi. Nube elettronica: si veda nube probabilistica. Nube probabilistica: termine coniato dal fisico Richard Feynman nella sua disamina del tema: «Cos'è esattamente un elettrone?». La nube di elettroni viene spesso definita un'orbitale, giacché non è possibile identificare concretamente lo spazio preciso in cui è possibile reperire un elettrone. Tale modello fornisce una soluzione semplificata relativamente alla visualizzazione dell'elettrone, in rapporto al celebre e paradossale esperimento concettuale del gatto di Schròdinger. Secondo l'analogia della nube di elettroni, la densità di probabilità, ovvero la distribuzione degli elettroni, è descritta in termini di una piccola nube in movimento attorno al nucleo atomico o molecolare, e la cui opacità è proporzionale alla densità di probabilità. 7 Si veda anche Feynman, Richard; Schròdinger, Erwin. Numeri coniugati complessi: estensioni di numeri reali, i complessi coniugati di un qualsiasi numero vero dispongono della stessa parte reale, accompagnata dalla lettera greca t, o i, in base a cui il piano viene trasformato di modo che tutti i punti siano riflessi sull'asse reale — vale a dire che i punti al di sopra e al di sotto dell'asse reale si scambiano mentre quelli sull'asse reale restano tali e quali (poiché il complesso coniugato di un numero reale resta tale). 8 Ologramma: «Una delle cose che rendono possibile l'olografia è un fenomeno noto come interferenza. L'interferenza è lo schema d'intersezione che si forma tra due o più onde, come per esempio quelle che si formano sull'acqua allorché si scontrano tra loro. A seguito della collisione, 47. Richard P. Feynman, Robert B. Leighton e Matthew Sands, The Feynman Lectures on Physics, voi. 1, 2a ed., Addison Wesley, London, 2005, p.l 1. 48. David E. Joyce, «Dave's Short Course on Complex Numbers: Recipro-cals, Conjugates, and Division» (1999), http://www.clarku.edu/^djoyce/ complex/div.html. 310 - La Fisica dei Miracoli ogni onda contiene informazioni sull'altra, sotto forma di energia codificata, che si aggiungono a quelle già in suo possesso. Gli schemi d'interferenza equivalgono a un accumulo costante d'informazioni, e le onde hanno una capacità d'immagazzinare informazioni pressoché infinita. Quando avviene l'interazione di una serie complessa di schemi d'interferenza, si forma un ibrido caratterizzato da informazioni estremamente strutturate, che rappresenta poi l'elemento fondamentale di ogni nostra percezione della realtà. Quando gettiamo un sasso in uno stagno, otteniamo una serie di onde concentriche che si espandano verso l'esterno. Se gettiamo due sassi, il risultato sono due serie di onde che si espandono incrociandosi reciprocamente. La disposizione complessa delle creste e dei cavi che deriva da una tale collisione prende il nome di "schema d'interferenza". La condizione istantanea della superficie dello stagno è simile all'immagine olografica formata da una serie di schemi d'interferenza prodotti dalla combinazione di diversi

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fronti d'onda. Il neurochirurgo Karl Pribram ha compreso che portando alle sue conseguenze estreme il modello olografico del cervello, giungiamo alla prospettiva che la realtà oggettiva - il mondo fatto di tazzine di caffè, panorami montani, boschi e lampade - possa non esistere, o almeno non così come pensiamo esista.9 Onda a inversione temporale: un'onda a coniugazione di fase, o a inversione temporale, procede a ritroso nel tempo. Vale a dire che può ripercorrere esattamente lo stesso percorso nello spazio intrapreso da un'altra onda, che l'abbia attraversato specularmente in modo non lineate, stimolando la riflessione dell'onda a inversione temporale. Inoltre, ripercorrendo tale percorso invisibile nello spazio, l'onda replicata a coniugazione di fase non deflette, come invece fanno le comuni onde, ma converge continuamente sul suo tracciato invisibile.50 Onda portante: onda fondamentale, modulata tramite una o più onde, che "trasmette" le altre forme d'onda modulanti. Decomponendo l'onda portante in un demodulatore si evidenzierebbero le onde portate.51 Onda scalare: caratterizzata unicamente dalla magnitudine. Tuttavia, rispetto alla polarizzazione, il termine "fotone scalare" viene impiegato per indicare un fotone a polarizzazione temporale in cui l'energia elettroma 49. Michael Talbot, The Holographic Universe, HarperCollins, New York, 1991, p. 14. 50. Bearden, AIDS Biological Warfare, p. 105. 51. Thomas E. Bearden, Energy from the Vacuum: Concepts and Principles, Cheniere, Santa Barbara, CA, 2002, p. 622. Glossario della Matrice - 311 gnetica oscilla lungo l'asse temporale. Gli effetti vengono osservati sotto forma di oscillazione nella frequenza di flusso del tempo, che quindi diventa una oscillazione di "densità temporale". Il termine "scalare" riferito alla polarizzazione implica unicamente che nello spazio tridimensionale non c'è una componente vettoriale, sebbene ci sia un vettore (e una variazione del suo valore assoluto) lungo l'asse temporale.52 Onde probabilistiche: sebbene per provocare la transizione dal possibile al concreto sia evidentemente necessaria l'osservazione, nell'ambito della teoria quantistica la natura fondamentale dell'osservazione rimane per certi versi misteriosa. Il problema della misurazione è dovuto al fatto che, precedentemente all'osservazione, la condizione quantistica è descritta in termini di onda probabilistica non-locale, diffusa nello spazio, mentre dopo l'osservazione si concretizza soltanto uno dei possibili valori. Ne consegue che l'osservazione implica un collasso intermittente, chiamato anche "proiezione", della funzione d'onda quantistica, da un continuum di possibilità fino alla concretizzazione di un singolo valore. Peraltro tale proiezione è un elemento ad hoc del formalismo, e secondo l'equazione d'onda di Erwin Schròdinger non sarebbe ammissibile; resta quindi un evento misterioso, rispetto al cui come, quando o dove non è ancora stata trovata una spiegazione. Inoltre, quando la proiezione ha luogo, le leggi della fisica quantistica non prevedono quale dei possibili valori finisca per concretizzarsi in una certa osservazione, violando così le leggi del determinismo classico e introducendo a livello fondamentale della teoria un fattore di non causalità e di spontaneità.53 Si veda anche effetto osservatore.

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Oscilloclasta: strumento inventato dal dottor Albert Abrams per la cura delle malattie. Il termine significa "interruttore della vibrazione". Dopo essere alimentato da una fonte di energia, il congegno viene collegato al corpo del paziente. Tramite il suo reostato si producono svariate frequenze oscillatorie. Se per esempio il paziente soffre di tubercolosi, l'oscilloclasta viene predisposto in modo da emettere una frequenza vibratoria corrispondente a quella che la malattia ha già prodotto nel corpo del paziente, che peraltro non percepisce nulla, perché si tratta di vibrazioni non individuabili tramite i sensi umani.54 52. Ibid. 53. Thomas J. McFarlane, Quantum Physics, Depth Psychology, and Beyond, The Center of Integrai Science (21 giugno 2000), http://www.integral-science.org/psyche-physis.html. 54. Frank Swain, SciencePunk.com (5 ottobre 2006), http.V/www.science-punk.com/2006/10/albert-abrams-2/. r 312 - La Fisica dei Miracoli Particella virtuale: particella quantistica fluttuante, che può apparire e scomparire spontaneamente e con tale rapidità che non è possibile osservarla, giacché esiste solo per qualche brevissimo istante. Le particelle virtuali non soddisfano la relazione abituale tra energia, momento e massa, essendo al di sotto del principio d'indeterminazione di Heisenberg. Una particella virtuale può disporre, in un certo istante, di un certo quantitativo di energia, finché il prodotto della sua energia e dell'intervallo di tempo della sua esistenza è inferiore alla grandezza minima del principio d'indeterminazione. Malgrado ciò, le interazioni di grandi quantitativi di particelle virtuali con una massa o carica possono combinarsi così da produrre effetti osservabili. Nella teoria quantistica dei campi tutte le forze della natura sono originate dall'interazione di una entità dotata di massa e forza con una particella virtuale.55 Pathway di minima azione: quello della minima azione è un principio che possiamo vedere all'opera nella nostra vita quotidiana. Possono essere definiti letteralmente tali anche i percorsi delle informazioni neurali nel nostro cervello e sistema nervoso. Acquisendo consapevolezza del mondo intorno a noi, creiamo proprio pathway (percorsi) del genere, che si trasformano in abitudini fondamentali per la nostra sopravvivenza. A livello quantistico l'effetto del percorso può cambiare in dipendenza del suo osservatore. Ogni osservazione produce una connessione di minima azione con l'osservazione precedente. Scegliendo di osservare la realtà seguendo un particolare percorso, ciò che resta non-osservato si trasforma in un percorso di azione superiore, benché, se fosse stato osservato, avrebbe potuto rappresentare quello di minima azione. Per dirla altrimenti, scegliendo di osservare un particolare percorso invece che ogni possibile altro, concretizziamo la minima azione. Tra tutti i possibili percorsi è la coscienza a scegliere quello che si trasforma in minima azione.56 Percezione innocente: una pratica che, allorché coltivata, permette di trasformare la percezione nello strumento attraverso cui la coscienza raccoglie informazioni di portata di gran lunga superiore al raggio d'azione precedente. La continua ricerca della coscienza dirige tutte le nostre percezioni. In realtà vediamo con la nostra coscienza globale, non con gli occhi, che sono solo lo strumento tramite cui raccogliamo informazioni.57

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5 5. Bearden, http://www.cheniere.org/techpapers/Annotated%20Glossary.htm. 56. Fred Alan Wolf, The Eagle's Quest: A Physicist Finds the Scientific Truth at the Heart of the ShamanicWor/d ,Toudistone,NewYork, 1997, p. 145-46. 57. Glenda Green, «More Than Meets the Eye,» www.glendagreen.com. Glossario della Matrice - 313 Potenziale quantistico a generazione artificiale: un potenziale scalare si compone (o comprende, almeno in parte) di una struttura d'onda bidirezionale assemblata artificialmente. Per quanto concerne la dimostrazione del fatto che un "potenziale scalare" è in realtà un insieme armonico di onde appaiate occulte, elettromagnetiche longitudinali bidirezionali, a coniugazione di fase, si veda E.T. Whitaker. Ogni coppia di onde si costituisce di un'onda e della sua anti-onda (una perfetta replica con inversione temporale). Se un osservatore esterno potesse vedere le onde individuate (effetto) sotto forma di onda appaiata nascosta, potrebbe percepire l'onda che va in una direzione, e Fanti-onda che l'attraversa in direzione esattamente opposta. Tuttavia, prime della sua percezione, l'onda a coniugazione di fase esisterebbe completamente nel piano complesso, e quindi della dimensione temporale.58 Potenziale quantistico/informativo: particolare potenziale aggiunto da David Bohm all'equazione di Schròdinger nella sua teoria delle variabili nascoste della meccanica quantistica. Il potenziale quantistico è una entità molteplicemente connessa, quindi "occupa" punti, eventi od oggetti ampiamente separati ma comunque connessi. E anche uno straordinario amplificatore di energia, giacché qualsiasi imput energetico in uno dei punti molteplicemente connessi compare simultaneamente e istantaneamente in qualsiasi altro punto connesso, indipendentemente dalla distanza o dalla collocazione nell'universo. Nella realtà concreta il potenziale quantistico si caratterizza anche per un "coefficiente di connettività multipla", cosicché solo una frazione dell'input energetico in uno dei punti interconnessi si manifesterà a livello degli altri punti del gruppo di connessione multipla. Il potenziale quantistico è stato sfruttato a fini militari da cinque nazioni, e le armi così ottenute sono le più potenti al mondo, di gran lunga superiori a quelle nucleari. In teoria, il potenziale quantistico, impiegato unitamente a macchine e anti-macchine, potrebbe essere impiegato per curare e guarire una certa malattia intervenendo simultaneamente su tutte le persone al mondo che ne sono afflitte. Purtroppo sono state sviluppate macchine volte a generare malattie in specifiche popolazioni, anziché guarirle. Per qualche tempo Russia e Brasile hanno potuto disporre di armi a potenziale quantistico (dette anche armi scalari), così come altre due nazioni amiche degli Stati Uniti. Nel 58. E. T. Whittaker, «On the Partial Differential Equations of Mathematical Physics», Mathematische Annalen, 57 (1903), pp. 333-355; Bearden, http://www.cheniere.org/techpapers/Annotated%20Glossary.htm 314 - La Fisica dei Miracoli 2001 anche la Cina ha predisposto il suo sistema di armamenti a potenziale quantistico.59

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Principio d'indeterminazione: principio della meccanica quantistica, formulato da Werner Heisenberg, secondo cui la misurazione accurata di una delle due quantità osservabili correlate, siano queste posizione e momento, o energia e tempo, determina incertezza circa la misurazione dell'altra, cosicché il prodotto dell'indeterminazione di entrambe le quantità è eguale o superiore a h/2U5, dove h equivale alla costante di Planck. Nella fisica quantistica convenzionale l'origine dell'energia di punto zero corrisponde al principio di indeterminazione di Heisenberg, giacché tra le misurazioni che implicano tempo ed energia (e le altre cosiddette "variabili coniugate" della meccanica quantistica) c'è una incertezza parallela. Tale incertezza minima non è dovuta a qualche errore rimediabile compiuto a livello della misurazione, ma riflette piuttosto l'intrinseca fuzzyness della natura stessa dell'energia e della materia, derivante dalla natura d'onda dei vari campi quantistici. Tutto ciò ci conduce al concetto di energia di punto zero.60 Psicotronica: scienza delle relazioni mente-corpo-ambiente. Trattasi di una metodologia interdisciplinare riguardante le intetazioni di materia, energia e coscienza.61 5/ veda anche Abrams, Albert; radionica. Radionica: metodo diagnostico e terapeutico a distanza che si serve di particolari strumenti tramite cui i praticanti possono determinare le cause fondamentali di una malattia in un qualsiasi sistema vivente, sia questo umano, animale, vegetale o persino minerale. Sebbene la radionica sia impiegata principalmente per diagnosticare e curare patologie umane, è stata applicata anche in agricoltura per incrementare i raccolti, contenere i parassiti e migliorare la salute del bestiame. Si veda anche psicotronica. Realtà virtuale: le realtà virtuali sono tecnologie della coscienza che consentono a chi se ne serve d'interagire con uno schema d'insiemi o ambienti energetici, siano questi reali o immaginari. Se tutto scaturisce 59. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 710. 60. Random House Dictionary, 4a ed., sub voce «uncertainty principle»; Calphysics Institute, «Zero-Point Energy and Zero Point Field», http:// www.calphysics.org/zpe.html; Stanford Encyclopedia of Philosophy, «The Uncertainty Princple,» (3 luglio 2006), http://plato.stanford.edu/ entries/qt-uncertainty/. 61. United States Psychotronics Association, «What Is Psychotronics?», http:// www.psychotronics.org/aboutus.htm. I Glossario della Matrice - 315 dall'interazione tra la coscienza e i blocchi fisici fondamentali della materia, i fotoni e le particelle virtuali, allora in un certo qual senso qualsiasi realtà percepiamo è virtuale, anziché reale. Regola: formulazione in base a cui l'osservatore interpreta particolari elementi o aspetti di uno specifico schema energetico o esperienza. Le nostre regole (o insiemi di regole) personali determinano in che modo si costruisce il contenuto della nostra realtà virtuale. Alcuni degli elementi che potrebbe essere utile includere nel nostro insieme di regole personale sono (1) un

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punto di vista neutrale, (2) mezzi verificabili oggettivamente e (3) flessibilità nelle percezioni e nella loro applicazione. Bruce Lee illustrò le tre semplici regole che governano l'arte marziale del Jeet Kune Do ("via del pugno [aperto] che intercetta"). I principi alla base di tali regole sono: assorbì ciò che funziona, rigetta il caos abituale (ovvero metti in discussione il tuo modo di pensare e agire abituale, che può indurre reazioni meccaniche anziché spontaneità creativa) e non usare alcun metodo come metodo (che nel contesto dell'Energetica della Matrice implica mantenersi neutrali e flessibili, prendere atto delle differenze piuttosto che delle somiglianze, e agire sulla base di ciò che dice il cuore anziché obbedire ciecamente agli ordine del cervello).62 Relazione energetica: descrive il processo del trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda della persona, luogo, cosa, schema o espressione energetica con cui si è in relazione. Tra le tecniche che favoriscono la costruzione di una tale relazione c'è l'adattamento del linguaggio del corpo (ovvero posture e gesti), il mantenimento di un contatto visivo e l'accordo del ritmo respiratorio. Alcune di queste tecniche vengono esplorate nella programmazione neurolinguistica. La relazione energetica non è ottenuta tramite un processo mentale, ma attraverso la discesa alla coscienza del cuore e il perfetto adattamento alle sensazioni e alle immagini dell'oggetto, energia o schema con cui s'intende sincronizzarsi. Tale forma di relazione è facilitata dal processo con cui si acquisisce consapevolezza di qualsiasi cosa si manifesti, senza giudicarla o analizzarla, per poi lasciarsi guidare passo dopo passo da qualsiasi evento abbia luogo nell'istante successivo. Si veda anche coscienza del cuore. Riferimento di punto zero temporizzato: rendere invisibile (o far viaggiare nel tempo) un oggetto come una navicella è una cosa, ma le persone hanno un riferimento temporale individuale. Possiamo attribuire un "riferimento" a un oggetto e dire che sta "viaggiando", ma per quanto 62. Bruce Lee Foundation, hrm:// www.bruceleefoundatìon.corn/indexlOOO.html. 316 - La Fisica dei Miracoli concerne le persone, se vogliamo essere certi che possa funzionare, dobbiamo identificare a uno a uno i "punti di riferimento".63 Rinormalizzazione: procedura impiegata nella teoria quantistica dei campi grazie alla quale le porzioni divergenti di un certo calcolo, che porterebbero a risultati numericamente infiniti e privi di significato, vengono assorbite attraverso la ridefinizione a poche quantità misurabili, da cui derivano risultati finiti.64 Risonanza morfica: tale termine fu coniato da Rupert Sheldrake nel 1981, nella sua opera A New Science ofLife. La risonanza a livello morfico è «l'influsso esercitato dalle precedenti strutture di attività sulle successive strutture di attività analoghe, organizzate dai campi morfici. Attraverso la risonanza morfica gli influssi formativi causali possono essere trasmessi o attravetsare sia lo spazio che il tempo, ma possono provenire soltanto dal passato. Maggiore è il grado di somiglianza, maggiore l'influsso della risonanza morfica». La manifestazione concreta della risonanza sarebbe quindi ciò che Sheldrake considerava «il fondamento della memoria in natura... l'ipotesi di misteriose interconnessioni di carattere più o meno telepatico tra gli organismi, nonché in relazione alla memoria collettiva delle specie».65

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Saint Germain: il maestro asceso Saint Germain insegna che l'alchimia di livello superiore consiste nella trasformazione della nostra coscienza umana nella divinità del Sé Superiore. Egli è sempre pronto a prestare aiuto a tutte le anime che s'impegnano in tale direzione. Saint Germain ha altresì affermato che consegnerà all'umanità la tecnologia dell'Età dell'Acquario, ma solo quando le nazioni si saranno lasciate alle spalle lo sfruttamento a fini disttuttivi della scienza e della religione, accettando la sfida che ne costituisce il nocciolo, ovvero (per quanto riguarda l'essere umano) penetrare il proprio cuore e il nucleo dell'atomo, e attingere da entrambi le risorse spirituali e fisiche illimitate grazie alle quali si potrà instaurare l'età dell'oro.66 Schròdinger, Erwin: grande fisico tedesco e uomo di straordinaria cultura. Dopo aver studiato chimica, si dedicò per anni alla pittura italiana e quindi allo studio della botanica, da cui scaturì la pubblicazione di una 63. The Philadelphia Experiment, http://www.phils.com.au/philadelphia.htm. 64. Encyclopaedia Britannica Online, sub voce «renormalization». 65. Ibid. 66. The Summit Lighthouse, Summit University, «Ascended Masters,» http:// www.tsl.org/Masters/SaintGermain.asp. Glossario della Matrice -òli serie di lavori sulla filogenesi vegetale. La sua grande scoperta, ovvero l'equazione d'onda, giunse verso la fine di quella fase della sua vita, nella prima metà del 1926, e scaturì dalla sua insoddisfazione rispetto agli aspetti quantistici della teoria orbitale di Niels Bohr e alla sua convinzione che gli spettri atomici dovessero essere determinati da qualche forma di auto valore. Per questo suo lavoro condivise con Paul Dirac il Nobel per la fisica del 1933.67 Si veda anche Dirac, Paul. Seconda attenzione: la prima attenzione potrebbe essere definita "mente- conoscenza", mentre la seconda attenzione è il "non-sapere", ovvero la "mente non-conoscenza". La seconda attenzione può essere sviluppata rinunciando alla ricerca di significato. Ciò può essere sperimentato abbandonando il più possibile la tendenza a proiettare e/o attribuire significato a qualsiasi cosa si percepisca, sostituendola con l'esperienza diretta e non mediata della realtà. Un metodo alternativo consiste nel lasciar perdere definizioni ed etichette, predisponendosi a sperimentare il mondo senza dare un nome a ciò di cui acquisiamo consapevolezza.68 Sheldrake, Rupert: uno dei più innovativi biologi dello sviluppo al mondo. Sheldrake è conosciuto soprattutto per la sua teoria sui campi morfici e la risonanza morfica, che induce a una visione dell'universo quale organismo vivente, in evoluzione e dotato di una memoria propria: «Nel corso di quìndici anni di ricerche sui vegetali, sono giunto alla conclusione che per comprenderne lo sviluppo, la morfogenesi, la genesi e i geni non siano sufficienti. La morfogenesi dipende anche dall'organizzarsi dei campi. Lo stesso ragionamento vale per l'evoluzione animale. Sin dagli anni '20 molti biologi dello sviluppo hanno preso a ipotizzare che l'organizzazione biologica dipendesse dai campi, chiamati a seconda dei casi campi biologici o campi dello sviluppo, o ancora campi posizionali o campi morfogenetici».69 Sistema aperto: un sistema che comunica con il suo ambiente e scambia con esso energia e/o materia. Con la possibile eccezione di alcuni sistemi teorici o ipotetici, tutti i sistemi dell'universo

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sono di fatto sistemi aperti. Un sistema aperto potrebbe trovarsi in condizioni di equilibrio con il suo ambiente attivo, modo da non poter accogliere, 67. Nobelprize.org, «Biography», http://nobelprize.org/nobel_prizes/physi-cs/Iaureates/1933/schrodingerbio.html. 68. Antera Alli, ParaTheatricalResearch, http://www.paratheatrical.com. 69. Sheldrake, www.shddralffi.org/papers/MorpHc/moroMc_intro.html; www.shel-drake.org/homepage.html; www.shddralffi.oi^About/biography/pwfundhtml. 318 - La Fisica dei Miracoli accumulare e utilizzare energia in eccesso proveniente da quell'ambiente.70 Si veda anche sistema chiuso. Sistema chiuso: secondo l'attuale approccio, si tratterebbe di un sistema che in teoria non comunica con il suo ambiente né presenta uno scambio di enetgia o materia tra il sistema e l'ambiente. In realtà non può esistere un sistema veramente chiuso, giacché ogni sistema è inserito in un vuoto attivo ed è un sistema aperto che scambia energia con il vuoto.71 Si veda anche sistema aperto. Sistema di riferimento: l'insieme di regole sulla cui base acquisiamo consapevolezza di ciò che stiamo osservando, ovvero la struttura attraverso cui i fenomeni si manifestano. Tale struttura è il contesto nel quale prendiamo in considerazione una situazione, e quindi il nostro sistema di riferimento. Si tratta di qualcosa di straordinariamente potente. Di norma le strutture sono filtri inconsci in rapporto a specifiche circostanze. Giacché spesso non sono né espresse né riconosciute, possono bypassare le nostre capacità critiche e giungere direttamente all'inconscio. Qualsiasi nostra decisione, e il modo stesso in cui percepiamo i fenomeni nel corso del processo decisorio, fa parte del nostro sistema di riferimento inconscio. Nel corso del tempo costruiamo insiemi di regole specificamente volte a riconoscere e affrontare situazioni specifiche. Per poter affrontare una determinata situazione, o concettualizzare un particolare problema, applichiamo tale software pre-esistente, vale a dire questi sistemi di riferimento, così da verificare in che modo ciò che ci troviamo a vivere cotrisponda al nostro modello percettivo. Ma, va ribadito, ciò accade soprattutto a livello inconscio. In virtù dell'accesso a stati alterati di coscienza, e quindi contemplando situazioni o schemi familiari attraverso un nuovo apparato percettivo, possiamo modificare i vecchi sistemi di riferimento o crearne dei nuovi. Don Juan, la guida spirituale di Catlos Castaneda, si riferiva a qualcosa di simile allorché gli faceva notare la differenza tra "guardare" - ovvero percepire sulla base degli abituali sistemi di riferimento - e "vedere" - vale a dire osservare la libertà senza che questa venga filtrata e distorta dai preconcetti e dai riferimenti abituali. Sistema di riferimento: reticolo spaziale, organizzato e calibrato, posto nella "vacuità" (spazio, spazio-tempo). Di norma si tratta di una struttura spaziale tridimensionale. Si ritiene che tutti gli oggetti nell'uni 70. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 699; Gribbin, John, Qcome Quanto, Macro Edizioni, Cesena, 2004, sub voce «spin». 71. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 626.

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Glossario della Matrice - 319 verso, ovvero nella struttura spaziale, coesistano simultaneamente in punti distinti e ben precisi della struttura. Differisce dal vuoto giacché, inflessibilmente, il vuoto non dispone di lunghezze e intervalli di tempo definiti, che si manifestano solo dopo eventuale misurazione o individuazione, e sono relativi all'osservatore e alle interazioni in corso, oltre che al processo stesso di rilevazione. La "struttura di laboratorio" è il sistema di riferimento statico dell'osservatore o della misurazione. E possibile ipotizzare che esista un sistema di riferimento distinto per ogni oggetto fisso o in movimento, o imperniato su un qualsiasi punto di un'altra struttura. Quando si presuppone un certo sistema di riferimento, l'intera categoria d'interazioni fisiche possibili si restringe a un determinato insieme o tipo. In altri termini, una volta definito il sistema di riferimento, si presuppone una fisica convenzionale. Una delle più grandi restrizioni che derivano dall'aver presupposto un "sistema" è l'esclusione della valutazione (esistenza) di altre dimensioni superiori. Occorre notare che nel nuovo approccio alla teoria dei campi unificati le altre dimensioni superiori sono sempre disponibili, e non possono essere escluse in linea di massima, ma soltanto in alcune condizioni particolari. Ogni curvatura dello spazio-tempo, e qualsiasi curvatura interna addizionale alla curvatura primaria, aggiunge una nuova dimensione. Secondo la nostra visione, uno spazio-tempo potrebbe essere "piano" se considerato sulla base della curvatura generale, ma essere fatto di curvature deterministiche internamente strutturate, o "motori". Secondo tale visione, tanto per fare un esempio, le normali strutture inerziali potrebbero contenere "macchine del vuoto", che non influirebbero sulle normali regole di traslazione generale, ma si ripercuoterebbero su tutti i meccanismi non-transazionali, tra cui, in molti casi, le stesse leggi della natura.7 Sovrapposizione: la semplice addizione e sottrazione lineare di due o più valori, stati, eccetera. Si tratta di uno dei principi fondamentali delle teorie dei campi e del concetto di potenziali. Peraltro, quando una situazione è sufficientemente non lineare, invece di una semplice sovrapposizione si verifica una interazione di onde e potenziali.73 Spettro elettromagnetico visibile: le onde luminose visibili sono la sola porzione delle onde elettromagnetiche che i nostri sensi riescono a individuare. Tali onde hanno gli stessi colori dell'arcobaleno. A ogni colore corrisponde una diversa lunghezza d'onda. Il rosso ha la lun 72. Bearden, http://www.cheniere.org/techpapers/Annotated%20 Glossary.htm. 73. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 722. 320 - La Fisica dei Miracoli ghezza d'onda maggiore, mentre il violetto ha quella minore. La luce bianca è il prodotto della somma di tutte le diverse onde luminose. Se la luce bianca attraversa un prisma, viene scomposta in tutti i colori dello spettro visibile. Anche il vapore acqueo presente nell'atmosfera può produrre un fenomeno analogo, creando un'arcobaleno.74 Spin: proprietà delle entità quantistiche che è paragonabile al concetto di rotazione della fisica classica, analogamente allo spin (movimento rotatorio) della Terra nello spazio, ma che, come abitualmente accade nel mondo quantistico, non ha esatta controparte nel mondo classico. Come nel caso di altre proprietà delle entità quantistiche, lo spin è quantizzato ed è quindi sotto forma di parti

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o unità di spin, cosicché i fisici parlano di spin -1, -1/ , 0, Vi, 1, eccetera. In pratica, il genere di spin di una particella ha una importanza cruciale nel determinare la sua posizione nel mondo quantistico. Nel nucleo di un atomo lo spin del nucleo è il prodotto dello spin dei nucleoni (le particelle di cui si compone il nucleo). Lo spin delle particelle prenderebbe la forma di una rotazione dall'implosione all'esplosione. Per dirla altrimenti, la particella ruota anche nella dimensione del tempo (piano complesso). Parrebbe quindi che lo spin di una particella sia la caratteristica fondamentale che integra il flusso (disintegrato) energetico del vuoto in carica osservabile. Apparentemente tutte le dimensioni, la materia, gli effetti osservabili e quant'altro, dipendono da questo meccanismo fondamentale che coniuga entità virtuali originando fenomeni osservabili.75 Una delle caratteristiche più bizzarre dello spin quantistico è mostrata dal comportamento dei fermioni, conosciuti anche come "particelle a spin V2". Se un oggetto come la Terra ruota nello spazio per 360 gradi, torna al punto di partenza al termine di ogni rotazione. Se invece una particella con spin V ruota per 360 gradi, giunge a uno stato quantistico che viene misurato diversamente rispetto alla posizione di partenza. Per poter tornare esattamente all'origine deve ruotare per altri 360 gradi, fino a un totale di 720 gradi, ovvero una doppia rotazione. Uno dei modi di spiegarlo consiste nel dite che la particella quantistica "vede" l'universo in modo diverso da come lo vediamo noi. Ciò che vediamo se ruotiamo su noi stessi due volte per un totale di 720 gradi è una copia identica all'universo percepito 74. National Aeronautics and Space Administration, 27 marzo 2007, «Visible Light Waves» http://science.hq.nasa.gov/kids/imagers/ms/visible.html. 75. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 719. I Glossario della Matrice - 321 prima della rotazione, mentre una particella quantistica è in grado di discernere tra le due copie dell'universo. Strutture inerziali: se due sistemi si muovono uniformemente, in relazione reciproca, non sì può determinare nulla del loro moto se non che è relativo. Ognuna delle due strutture viene definita "ruotata" rispetto all'altra, ma non in accelerazione. La velocità della luce nello spazio (vuoto) è costante e indipendente dalla velocità della sua fonte e da quella di un osservatore. Tutte le leggi della fisica sono identiche in tutte le strutture inerziali di riferimento.76 Supercoerenza: un grado di coerenza più che normale tra le fasi di due o più onde, di modo che tra di esse possano prodursi effetti interfaccia, oppure una correlazione tra le fasi o le parti di una singola onda.77 Tempo negativo: in meccanica quantistica ogni fotone virtuale è in continua trasformazione in una coppia elettrone/ positrone, e viceversa. Paul Dirac ha ipotizzato che un positrone sia un elettrone

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che viaggia a ritroso nel tempo. Inoltre, la produzione di coppie indurrebbe la creazione di particelle "spalmate nel tempo", un elettrone e un positrone. Di conseguenza, la produzione di coppie in realtà finirebbe per produrre due elettroni: uno accoppiato (spalmato) in una porzione positiva di tempo, e uno accoppiato (spalmato) a una porzione negativa di tempo. Quindi, nel vuoto vengono creati in continuazione due flussi discreti di tempo, uno positivo e uno negativo, in concomitanza con la produzione di coppie e la distruzione tramite annichilazione di coppie. Inoltre, l'integrazione di minuscole porzioni virtuali di tempo (in virtù dei fotoni virtuali) al fine di produrre a livello macroscopico "passaggi di tempo" sarebbe direttamente associata alla carica (assorbimento ed emissione di particelle virtuali) di una particella osservabile. E ciò che s'intende quando si parla di un oggetto "esistente" (persistente). Le sue continue interazioni di fotoni virtuali sono integrate dalla componente massa (senza tempo) sulla base di balzi nel tempo comparativamente più ampi. L'assorbimento del fotone collega una porzione positiva di tempo alla massa della particella, trasformandola in massa temporale. La successiva emissione di un fotone osservabile si lascia alle spalle una entità di massa totalmente spaziale, priva di connessioni importanti con il "flusso del tempo".78 76. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 719. 77. Dictionary ofScience and Technology, sub voce «super-coherent». 78. Thomas E. Bearden, AIDS Biological Warfare, Tesla Book Company, Greenville, TX, 1988, p. 152. 322 - La Fìsica dei Miracoli Teoria dei molti mondi: la formulazione originaria della teoria dei molti mondi fu proposta nel 1957 dal fisico Hugh Everett e ipotizza che nell'universo, oltre a quello di cui siamo consapevoli, ci siano infiniti altri mondi. In particolare, ogni qualvolta viene eseguito un esperimento quantistico con esiti diversi e probabilità diverse da zero, si manifestano tutti gli esiti possibili, ognuno in un mondo diverso, anche se siamo consapevoli soltanto di quello in cui abbiamo percepito un certo risultato. Nell'Energetica della Matrice esperimenti quantistici del genere hanno luogo ovunque, e assai di frequente, non solo nei laboratori di fisica: persino il bagliore irregolare di una vecchia lampada a fluorescenza costituisce un esperimento quantistico.79 Si veda anche universo parallelo. \ Teoria della relatività generale: la teoria della gravità di Einstein in cui la forza gravitazionale è rappresentata da una curvatura dello spaziotempo, e in cui lo stesso spazio-tempo costituisce una entità attiva. Tutte le forze potrebbero essere considerate come il prodotto dell'interazione della curvatura dello spazio-tempo con la massa.80 Si veda anche modello della relatività ristretta. I Teoria del campo quantistico: teoria della meccanica quantistica in cui un campo fisico viene considerato un insieme di particelle e di forze. Anziché essere espresse sotto forma di vettori, le proprietà osservabili di un sistema interattivo vengono espresse come quantità finite.81 Teoria dei campi unificati di Maxwell: il termine viene normalmente applicato rispetto a qualsiasi sistema fisico o elettromagnetico il cui operare elettromagnetico obbedisca al modello elettrodinamico di Maxwell, così come definito dopo le ricalibrazioni di Lorentz alle g,

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equazioni di Maxwell-Heaviside. Malauguratamente, e ingiustamente, tale sottoinsieme viene attualmente definito "equazioni di Maxwell". Ne consegue che oggi molti scienziati e la maggior parte degli ingegneri non comprendono più la vera teoria di Maxwell. Quando inserita nel contesto di una topologia algebrica superiore, tale teoria | dava adito a una più ampia ricchezza di sistemi e comportamenti elettromagnetici addizionali, compresa la funzionalità di una completa 79. Stanford Enciclopédia of Philosophy, «Many-Worlds Interpretation of Quantum Mechanics» (24 marzo 2002), http://plato.stanford.edu/en-tries/qm-manyworlds/. 80. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 677. 81. Dictionary ofScience and Technology, sub voce «quantum field theory». l Glossario della Matrice - 323 teoria unificata dei campi. Nell'elettrodinamica basata su una simmetria di gauge standard tutte queste funzioni e sistemi di simmetria superiore sono esclusi a priori. Secondo la visione di Thomas Bearden ciò è particolarmente triste, giacché le deduzioni arbitrarie applicate alla teoria di Maxwell escludono tutti i sistemi elettromagnetici che non si trovano in equilìbrio nello scambio con il vuoto attivo. Di conseguenza, quasi tutti gli scienziati e gli ingegneri ritengono che ipotizzare un sistema di produzione elettrica che produca un output energetico - e quindi un carico di lavoro - superiore all'input energetico fornito dall'operatore stesso sia conttario alle leggi della natura.82 Si veda anche Heaviside, Olivier. Teoria unificata: si dice tale una teoria capace di unire le quattro forze della fisica - elettromagnetica, gravitazionale, forza forte e forza debole - non sotto forma di un semplice modello intellettuale, ma di qualcosa che possa essere testato e sfruttato a livello di sperimentazione e applicazione a sistemi fisici concreti, sulla base dell'elettrodinamica a simmetria di ordine superiore, come accade nella teoria unificata di Mendel Sachs.83 Tiller, William: scienziato e scrittore, nonché uno dei protagonisti del film Bleep. Ma che... hip... sappiamo veramente??6, membro dell'American Academy fior the Advancement ofScience, professore emerito del Dipartimento di Scienze dei Materiali dell'Università di Stanford, ha dedicato 39 anni all'attività accademica dopo aver passato 9 anni come consulente nell'ambito dei Westinghouse Research Laboratories. Ha pubblicato oltre 250 lavori scientifici, tre libri e depositato diversi brevetti. Parallelamente, per oltre trent'anni si è dedicato anche a seri studi teorici e sperimentali nell'ambito della psicoenergetica, che con ogni probabilità entrerà a far parte della "fisica del domani". In quest'altro ambito ha pubblicato un altro centinaio di lavori scientifici e quattro importanti volumi.85 Unità (numero) immaginaria: in matematica, fisica e ingegneria l'unità immaginaria corrisponde alla radice quadrata di meno uno. Indicata dalla lettera i, dal latino 1 o ancora dalla lettera greca iota (l)> tale 82. Bearden, http://www.cheniere.org/techpapers/Annotated%20 Glossary.htm. 83. Bearden, Energy from the Vacuum, p. 728.

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84. Arntz, Chasse, Vicente, Bleep. Ma che... bip... sappiamo veramente?, Macro Video, 2009. 85. William A. Tiller Foundation, «bio», http//wwwtillerfoundation.com/ biography.php. 324 - La Fisica dei Miracoli unità consente l'estensione del sistema dei numeri reali a quello dei numeri complessi. Unità morfica: una unità di forma od organizzazione, come per esempio un atomo, una molecola, un cristallo, una cellula, una pianta, un animale, uno schema comportamentale istintivo, un gruppo sociale, un elemento culturale, un ecosistema, un pianeta, un sistema planetario o una galassia. Le unità morfiche sono organizzate secondo gerarchie nidificate in cui una unità contiene l'altra: per esempio, un cristallo contiene molecole, che contengono atomi, a loro volta contenenti elettroni e nuclei, composti di particelle nucleari, a loro volta fatte di quark.86 Universi paralleli: gli universi paralleli sono universi integri, indipendenti, di numero infinito, esattamente eguali l'uno all'altro, se si eccettua una singola differenza. Ovviamente, attraversando questa infinità di universi è possibile ottenere i cambiamenti auspicati. Tali universi sono tutti quanti collegati al nostro, e in realtà possono essere considerati diramazioni del nostro universo, così come il nostro universo è una diramazione degli altri. Nell'ambito di codesti universi paralleli i nostri conflitti e guette hanno esiti diversi da quelli che conosciamo. Specie che nel nostro universo si sono già estinte, in altre si sono evolute e adattate, mentre forse in altri universi la specie umana è già estinta. Un gruppo specifico di universi paralleli prende il nome di multiverso.87 Si veda inoltre teoria dei molti mondi. Vettore: in matematica, una quantità dotata sia di magnitudine sia di direzione. Per esempio, una quantità ordinaria, o scalare, può essere esemplificata da una distanza di 6 km; una quantità vettoriale sarà invece rappresentata dal termine 6 km in direzione nord. I vettori vengono solitamente rappresentati da segmenti lineari orientati; la lunghezza del segmento costituisce la misura della quantità del vettore, e la sua direzione è identica a quella del vettore.88 Viaggio nel tempo: il tempo è un fenomeno illusorio, perché il passato e il futuro sono connessi al presente sotto forma di probabilità. La nostra realtà (vale a dire l'universo) è un ologramma, e in qualsiasi istante la coscienza costituisce la totalità della trasmissione coerente d'informazioni con la matrice vivente (inclusi i fronti d'onda riflessi dalle speci 86. Ibid. 87. Josh Clark, «Do Parallel Universes Really Exist?», How StuffWorks, http:// science.howstuffworks.com/parallel.universe.htm. 88. Ibid., p. 729. Glossario della Matrice - 325 fiche strutture informative che trovano sostegno nelle nostre scelte, di momento in momento, e modellano la nostra esperienza del mondo). Ognuno di noi ha un suo ruolo importante nel disegno globale, la matrice. E ogni cosa è connessa a ogni altra cosa, se non altro olograficamente. Nell'Energetica della Matrice insegniamo che i fotoni possono viaggiare nel tempo in qualsiasi

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direzione. Viene detto che un'onda di fotoni che procede in avanti nel tempo costituisce la cosiddetta "onda avanzata", mentre una che procede a ritroso costituisce un' "onda ritardata". L'intersezione di queste onde di fotoni a coniugazione di fase provoca il momento presente. Perché mai possediamo una porzione del cervello definita "lobo temporale"? Fred Alan Wolf, scrittore e ricercatore indipendente nel campo della fisica e delle scienza della coscienza, teorizza che possa avere in qualche modo a che vedere con il viaggio nel tempo e afferma che una macchina del tempo esiste già, ed è proprio il nostro cervello. Nell'Energetica della Matrice il corpo umano in definitiva è concepito come un fascio di fotoni la cui coesione è garantita dalla coscienza. Se i fotoni possono procedere nel tempo in qualsiasi dilezione, e in sostanza costituiscono i mattoni fondamentali del nostro essere, ciò significa che possiamo fare altrettanto. La tecnica del viaggio nel tempo si basa su tale concetto fondamentale. Vuoto: lo spazio privo di materia osservabile. Secondo le moderne teorie, lo spazio "vuoto" brulicherebbe in realtà di fluttuazioni estremamente rapide di energia elettromagnetica, sempre allo stato virtuale. Inoltre, lo spazio vuoto sarebbe colmo di flussi di particelle virtuali, in continua violenta fluttuazione, capaci di comparire e scomparire così rapidamente che nessuna di queste particelle persisterebbe quel tanto che basta perché possa essere individuata. In sostanza, il vuoto è caratterizzato da straordinarie manifestazioni energetiche, benché di carattere assai particolare, come sopra descritto. Si tratta comunque di una energia enorme, al punto che il vuoto medio può essere considerato un potenziale.89 Wheeler, John Archibald: eminente fisico teorico americano, Nobel per la fisica nel 1997, a cui si devono i termini "buco nero" e "wormhole" (cunicolo spazio-temporale), nonché il motto ut from bit», che sintetizza la teoria dell'osservazione partecipante (secondo cui siamo inevitabilmente coinvolti, partecipi nel chiamare all'essere e condurre a tangibile realtà fisica il potenziale evento quantistico). I suoi numerosissimi contributi scientifici ne hanno fatto uno dei principali artefici del pro 89. MSN Encyclopedia Artide Center, http://encarta.msn.com/ encyclo-pe-dia_761572843/Vector_(mathematics) .htmi. 326 - La Fisica dei Miracoli gresso scientifico del XX secolo. Wheeler era noto per la sua propensione all'analisi dei grandi temi onnicomprensivi della fisica, soggetti a cui amava associare considerazioni filosofiche circa l'origine della materia, dell'informazione e dell'universo. E stato uno dei pionieri della fissione nucleare (con Niels Bohr ed Enrico Fermi) e ha partecipato allo sviluppo della bomba atomica americana a Los Alamos. Successivamente è stato uno dei principali teorici della moderna relatività generale.90 I 90. Kitta MacPherson, «Leading Physicist John Wheeler Dies at Age 96,» News at Princeton University (14 aprile 2008), http://www.princeton. edu/main/news/archive/S20/82/08G77/.

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RINGRAZIAMENTI Se non fosse stato per l'intervento di tutta una serie di personaggi chiave, non avrei mai potuto portare a termine quest'opera. Devo assolutamente cominciare con un ringraziamento extra, di tutto cuore, per Melissa Joy Jonsson, che con amorevole attenzione ha supervisionato ogni aspetto della trascrizione e della preparazione redazionale del volume. Grazie anche a Cynthia Bartlett, che ha avuto l'intuizione iniziale di contattare la Beyond Words, così da stabilire un rapporto di lavoro, e che, fin dall'inizio, ha curato con amore e dedizione le attività della Matrix Energetics (letteralmente Energetica della Matrice). Grazie al direttore editoriale, Cynthia Black, che ha voluto concedere questa occasione a un autote sconosciuto, e che ha creduto in me sostenendomi passo dopo passo in questo nostro percorso. Vorrei inoltre dare il giusto credito all'incessante incoraggiamento di Daphne Hoge, che ha compreso alla perfezione cosa significhi garantire l'espressione gioiosa del "talento". Sono particolarmente grato a Lindsay Brown e Julie Knowles, le principali redattrici, che ho briosamente torturato sommergendole di minuzie e dettagli. E ovviamente si merita un grazie anche Lisa Braun Dubbels, la mia agente, per tutto l'infaticabile impegno con cui ha voluto sostenermi. Devo assolutamente ringraziare i miei figli: Victor, che ha realizzato parte del più importante materiale illustrativo dell'Energetica della Matrice; Justice, che ha partecipato attivamente alle sessioni d'insegnamento, e incarna i principi illustrati in quest'opera e infine Nate, che è sempre presente quando ne ho bisogno, garantendomi l'amore, il sostegno e qualsiasi altra cosa si renda necessaria. Per finire, voglio ringraziare il personale e gli studenti del nostro centro sull'Energetica della Matrice, compresi Ben, Alyssa, CeCe, Brandon, Carol, Karen, William e Rebekah. I I 1 INDICE Introduzione 7 Attingere al campo morfico della matrice 9 Storia di un miracolo quantistico Il Capitolo /. E un uccello! No, è un aeroplano! O forse è... Superman? 15 Miracolo in montagna 19 Capitolo 2: La nostra storia: la nascita dell'Energetica della Matrice 23 Mark entra nella mia vita 23

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L'energetica della matrice e la sua utilità in quanto mito ... 26 L'energetica della matrice: che cos'è, e cosa non è 27 Capitolo 3: Costruire la fiducia nell'ignoto ponendosi domande a risposta libera 29 Perché questi non posso semplicemente far sparire i miei problemi? 31 Far seguire l'esempio alle parole (fino alle estreme conseguenze) 34 E adesso non farò più il "San Tommaso" 35 Apri la porta, così che la grazia possa entrare 41 Ridefìnire le dimensioni del problema 41 Capitolo 4: Insegnamenti fondamentali sulla dualità... .43 Perché talvolta mangiare bene finisce per danneggiarci .... 44 Evitare i problemi rafforza la nostra relazione con essi .... 46 In punta di piedi attorno all'ologramma medico 46 Non sono né a favore né contro i medicinali 47 Gli scenari problematici e come infrangere le regole 48 Un modello di ricerca basato sui problemi 49 La sovrapposizione del problema e delle possibili soluzioni 50 1 330 - La Fisica dei Miracoli È giunto il momento di cambiare gli schemi di espressione che ci limitano 51 Sviluppare l'arte del "non fare" 52 Rinunciare per riuscire 52 Abbracciare il cambiamento che non possiamo vedere e che non ci sogneremmo mai di cercare 53 Capitolo 5: Ricorrere alle tecniche o non fare nulla? .... 55 Tutte le tecniche fanno riferimento a una speciale realtà o campo morfico 56 Meno facciamo, più possiamo accedere al tutto 57 Il Luminator 59 Meno è di più 66 Capitolo 6: L'enigma quantistico 69 Le mie regole: non ci sono regole, soltanto consigli 70 Generare il tutto dal nulla 71 Come riferirsi a una diversa strutturazione della realtà. ,. . 72 Costruire una nuova struttura di riferimento 74 Le porte della percezione: gettare uno sguardo dall'altra parte 76 Esercizio sulle porte della percezione 77

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Capitolo 7: Una scienza tutta inventata 81 L'universo può riorganizzarsi così da corrispondere con le nostre idee 82 La relatività ristretta della coscienza 84 La fìsica delle particelle e l'indottrinamento della separazione 85 Capitolo 8: Potere del comando o potere del controllo? 91 Discendi e dimora nel cuore, definisci una intenzione e lascia andare 92 Espandere la coscienza quantistica 94 La fìsica quantistica e i numeri complessi 95 Accogliere la grazia nell'equazione della nostra vita 95 Indice - 331 Capitolo 9. Fermi tutti: cos'è appena successo qui? .... 101 Coerenza e decoerenza quale percezione selettiva 105 L'esperimento della doppia fenditura 105 Capitolo 10: Far collassare l'onda I I I La funzione della probabilità ponderata I I I Capitolo M. Il collasso della funzione d'onda nell'esperienza umana 115 Far collassare l'onda 115 Un commento sulla tecnica dei due-punti 117 Riassunto della tecnica dei due-punti 125 I punti chiave da non dimenticare 126 Capìtolo 12. Osservare e avere fiducia in ciò che si manifesta nel momento 139 E in un batter d'occhio giungi all'interezza dell'essere 143 Capitolo I3:ìì momento di cambiare 145 II viaggio nel tempo quale espressione della coscienza quantistica 145 Il tempo negativo, lo spazio negativo e Victor 148 Viaggi nel tempo 148 Procedura per utilizzare la tecnica di viaggio nel tempo dell'energetica della matrice 149 Le lancette alla rovescia 150 Capitolo 14. La "teoria dei molti mondi" e noi 153 In che modo scegliere l'oggetto della nostra consapevolezza ha uno specifico ruolo

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nella nostra esperienza 154 Gli universi paralleli e i tumori 155 Gli universi paralleli e la guarigione interdimensionale.... 158 Gli universi paralleli e altri modi di giocare con la realtà: l'esperienza del dottor Garcia 159 I paralleli del dottor Dunn 160 332 - La Fisica dei Miracoli Come scoprire se si manifestano situazioni del genere anche nella nostra vita 161 In risonanza con il sé concomitante 161 In risonanza con se stessi 162 Capitolo 15: La fisica dei miracoli 165 Il potere della mente sulla materia 168 Capitolo 16: La scienza dell'invisibilità 173 L'esperimento di Philadelphia: la versione "ufficiale" 177 Il "vero" esperimento di Philadelphia? 178 Separare lo spazio 181 Metamateriali e invisibilità: realtà o finzione? 182 Una materia assolutamente oscura 187 Che cos'è il plasma 189 I campi bioplasmici: l'aura umana 190 Come giungere all'invisibilità 191 Un esercizio per creare la nube 192 Accedere al campo unificato della coscienza 195 Storie d'invisibilità 198 Cosa succede? Sono forse diventato invisibile? 199 Una storia d'invisibilità di uno dei partecipanti ai nostri seminari 200 Nascondersi in piena luce 201 Pensieri conclusivi sui miracoli 202 Capitolo 17: La soluzione del mistero della levitazione. 203 Dimensioni della realtà 205 La levitazione del dottor Garcia 209 Capìtolo 18 Archetipi: creare una connessione d'amore con tutto ciò che abbiamo in testa 213 Gli archetipi e la loro utilità quali strumenti di guarigione 213 I supereroi quali archetipi mitologici 214 Super(man) e la sua collocazione nella realtà 216 Vedere è una buona cosa 218

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Indice - 333 Capìtolo 19: Praticare l'arte della percezione innocente 221 Pannello di controllo per gli stati alterati di coscienza 222 Le nostre percezioni si conformano a regole e aspettative inconsce 222 Capitolo 20: Intenzione umana e intervento divino 225 Le fatiche di Ercole 226 Gli angeli possono fare una montagna di differenza 228 Entrare in sincronia con una realtà superiore 230 In trattativa con il Divino 231 Capitolo 21. Approfittate della visita guidata: ne sarete pienamente soddisfatti! 233 Scegliere con attenzione quando e come prestare ascolto alla propria guida 235 Se non puoi fidarti della tua guida,"assumine" un'altra.... 236 Costruire un rapporto con la propria guida interiore: un esercizio 237 Ascoltare la voce della possibilità 238 Dacci dentro con il volume 239 Esercizio per sviluppare il sistema stereofonico dell'intuizione 240 Consigli per i problemi più comuni 241 Ecco come ho trovato la mia guida interiore: la storia di un praticante di Energetica della Matrice 242 Capitolo 22: Il piccolo libro delle grandi avventure di Mark 247 Il percorso di apprendistato del dottor Dunn: un viaggio lungo e bizzarro 247 La prima guida interiore di Mark 248 Insegnamenti avanzati sul dualismo 25 I Doveva essserci qualcosa di magico in quelle vecchie ali 252 Gabriele si materializza 252 Dualismo e opposti: il lato oscuro 253 334 - La Fisica dei Miracoli Capitolo 23. Come creare modelli artificiali avanzati.,. .257 Esercizio per la creazione di un modulo 267 Capìtolo 24: A proposito di manifestazioni... 271

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L'equazione bilaterale dell'avere e del non avere 273 Una definizione del concetto di campo morfico 275 Attingere al campo morfico della matrice 276 Sai riconoscere le tue credenze erronee? 276 Il segreto della manifestazione consiste nel non fare 279 Come sovralimentare le nostre manifestazioni 280 Da che parte soffia il vento della mia psiche? 280 Esercizio sulla manifestazione 281 Come manifestare un'insalata 282 Spezzare le catene che ci vincolano alla realtà 283 Il glossario della matrice 289 Ringraziamenti 327 Altri Libri Pubblicati da MACRO EDIZIONI Massimo Teodorani Entanglement L'intreccio nel mondo quantistico: dalle particelle alla coscienza Entanglement è il fenomeno che rappresenta l'aspetto più sconvolgente mai scoperto dalla fìsica quantistica odierna, e sembra coinvolgere non solo le particelle elementari, ma anche il mondo macroscopico e psichico. 184 pagine - € 12,90 - 13,5x20,5 cm Fred Alan Wolf Lo Yoga della Mente e il Viaggio nel Tempo Come diventare padroni dello spazio e del tempo L'Autore, ricorrendo alla fìsica quantistica e alle antiche conoscenze dei testi sacri degli antichi maestri yogi, indica come padroneggiare la mente per riuscire a collassare lo spazio e il tempo, in modo da poter viaggiare sia nel passato che nel futuro. Nell'antichità gli Yogi erano già maestri di queste tecniche e le pratiche yoga possono ancora oggi aiutarci ad uscire dall'illusione del tempo. 200 pagine - € 13,90 - 17x24 cm Massimo Teodorani Tesla - Lampo di Genio La storia e le scoperte del più geniale inventore del ventesimo secolo Nikola Tesla è stato uno dei più originali inventori che il mondo abbia mai conosciuto, è a lui che dobbiamo l'energia elettrica - in particolare le correnti alternate - di cui usufruiamo ogni giorno, ma anche tantissime altre invenzioni come le lampade a fluorescenza (neon), la radio, la TV, il radar, la turbina, i robot, le macchine elettroterapeutiche... 128 pagine - € 12,00 - 13,5x20,5 cm e il viaggio nel tempo

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• /. Ai lettori di Macro Edizioni Questo libro è pubblicato nella collana "Scienza e Conoscenza" di Macro Edizioni. Il Gruppo Editoriale Macro pubblica circa 80 nuovi libri ogni anno con diversi marchi: Macro Edizioni, Macro Junior, Essere Felici, Macro Video, Bis, Arianna. Per tutti voi che cercate nuove tecniche per vivere bene la vostra vita e sperimentare un benessere più profondo... Per tutti voi che desiderate realizzare i vostri sogni... Per tutti voi che siete aperti alle novità, pronti a rivedere le vostre convinzioni e a modificare le vostre vecchie abitudini... ... sul nostro catalogo potete trovare oltre 800 libri e DVD sui temi più nuovi e richiesti del momento: la spiritualità, la trasformazione di sé, la salute del corpo, della mente e dello spirito, le nuove scienze e l'antica saggezza, le tante arti della guarigione... Questi e tanti altri gli argomenti di cui la nostra Casa Editrice è portavoce e che vorrebbe condividere con voi. Il catalogo completo può essere consultato su www.macroedizioni.it, oppure richiesto a [email protected] Scrivete a: Gruppo Editoriale Macro, Via Bachelet 65,47522 Cesena (FC) visitate il nostro sito internet per essere aggiornati sulle nostre novità: WWW.macroedizioni.it Scheda bibliografica Bartlett, Richard La Fisica dei Miracoli: Come Attìngere al Potenziale del Campo di Conoscenza. Richard Bartlett. Cesena (FC): Macro Edizioni, 2010. Tit. orig.: The Physics oJMiracles Traduzione di Sergio Orrao 336 pp. ; 20,5 cm. (Scienza e Conoscenza) ISBN 978-88-6229-125-5 1. Fisica CDD 123.5