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Laboratorio di Analisi Matematica La derivata Docente: Prof. F. Spagnolo Specializzandi: Dott. Salvatore Di Giorgio (Cl. 49/A) Dott. Giuseppa Corrao (Cl. 47/A) Dott. Mario Sanfilippo (Cl. 47/A)

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Laboratorio di Analisi Matematica

La derivata

Docente:

Prof. F. Spagnolo

Specializzandi:

Dott. Salvatore Di Giorgio (Cl. 49/A)

Dott. Giuseppa Corrao (Cl. 47/A)

Dott. Mario Sanfilippo (Cl. 47/A)

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Destinatari Alunni frequentanti il quinto anno del liceo scientifico.

Argomento Derivata di una funzione reale di variabile reale.

Prerequisiti Concetto di funzione

Concetto di limite

Concetto di continuità

Concetto di velocità media e istantanea

Concetti di retta secante e tangente ad una curva.

Metodologie didattiche L’approccio che vogliamo seguire è il seguente:

In una prima fase brainstorming si procede all’indagine dei concetti che

hanno i ragazzi di intervallo infinitesimale, variazione infinitesima di una

funzione, ecc.

Si propongono alla classe dei problemi presi dalla vita reale (es. Fisica,

Economia ecc.). In questa fase, i singoli allievi sono invitati a confrontarsi

con un problema, la cui soluzione ha bisogno dell’uso della nozione di

derivata, che ancora non possiedono. In tal modo l’alunno sarà portato,

prima a formulare ipotesi di soluzione, poi a ricercare il procedimento

risolutivo, mediante il ricorso alle conoscenze già acquisite. In questa fase

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di sperimentazione e risoluzione del problema può essere importante l’uso

dell’elaboratore elettronico.

Dopo aver fatto nascere negli alunni l’esigenza di costruire il concetto di

derivata, si procede alla sua formalizzazione facendo ricorso anche a

controesempi.

Contenuti

STORIA

Nel gennaio del 1638, subito dopo la pubblicazione della Géométrie di

Descartes, Pierre Fermat scrive una lettera a Mersenne, corrispondente di molti

scienziati dell'epoca e tramite fondamentale per la diffusione di nuovi risultati,

in cui espone un suo metodo per trovare i massimi e i minimi. Osservando che la

differenza tra una curva e la sua tangente ha nel punto di tangenza un minimo (o

un massimo), di tale metodo egli si serve per la determinazione delle tangenti ad

una curva. Il metodo di Fermat diventa complicato e inservibile nel caso in cui

nell’equazione di partenza compaiono irrazionali. Proprio annunciando il

superamento del problema della manipolazione di quantità più complesse come

quelle irrazionali, Leibniz pubblicherà nel 1684 la sua Nova methodus, che

segna l'inizio del calcolo differenziale.

Questo viene tradizionalmente considerato l'atto di nascita del calcolo

infinitesimale. Nella breve memoria Leibniz introduce direttamente le regole di

differenziazione e, potendo così di fatto scindere le difficoltà derivanti dalla

complessità dell'equazione fino ad allora considerata nella sua globalità, riesce a

superare il limite dei metodi precedenti.

Quasi venti anni prima della pubblicazione della Nova Methodus di Leibniz, nel

1665-1666, Newton aveva già elaborato un suo calcolo. A differenza di Leibniz

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che considera in un certo senso le grandezze come composte da parti

infinitesime, Newton, più attento alle questioni di dinamica e in genere del

moto, le considera variabili in funzione del tempo: grandezze ``fluenti'' che ad

ogni istante avranno una determinata velocità o ``flussione''.

Grande merito di Leibniz sta nell’introduzione della notazione per le derivate

che da lui prende il nome: dy/dx; la notazione di Leibnitz presenta il difetto di

far apparire la derivata come quoziente di due differenziali; tale locuzione è

priva di senso, ma i primi studiosi, non essendo in possesso di una esatta

cognizione del limite, non erano in grado di rendersene conto, ed attribuivano al

differenziale un senso alquanto misterioso, quasi mistico, estraneo alla tecnica

matematica.

Si deve attendere fino al 1872 per distinguere tra continuità e derivabilità; di tale

epoca è una comunicazione di Weierstrass sull’argomento.

Il teorema dell’invertibilità nell’ordine delle derivazioni fu dimostrato una prima

volta da Euler (1734) ma senza restrizioni; la dimostrazione rigorosa è assai più

recente (Peano, 1890).

PUNTO DI VISTA INTUITIVO

Pendenza di una funzione in un suo punto (significato geometrico della

derivata; vedi Leibnitz).

Rapidità di variazione di una funzione in un suo punto (tipico esempio

definizione velocità istantanea; vedi Newton).

PUNTO DI VISTA FORMALE

Sia y=f (x) una funzione reale di variabile reale definita nell’intervallo (a, b) e

siano x0 (punto non isolato) e x0 +h due punti del dominio della funzione.

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Chiamiamo:

incremento della variabile x la differenza tra le ascisse dei punti

P(x0,f(x0)) e Q(x0 +h,f(x0 +h)):

∆x = (x0 +h)- x0 = h

incremento della funzione f, la differenza tra le ordinate dei punti

))(,( 00 xfxP e ))(,( 00 hxfhxQ ++ .

∆y =∆f = f(x0 +h)-f(x0)

rapporto incrementale il rapporto:

xxfxxf

xy

∆−∆+

=∆∆ )()( 00 con ∆x ≠0

Una funzione f si dice derivabile nel punto di ascissa x0 se esiste ed è finito il

limite del rapporto incrementale, cioè se: )(')()(

lim 000

0xf

xxfxxf

x=

∆−∆+

→∆

La funzione f è derivabile nell’intervallo (a, b) se essa è derivabile in ogni punto

dell’intervallo.

Affinché una funzione f ammetta derivata f’ in un punto x0 è necessario che la

funzione f esista in x0 e che esistano finite e uguali la derivata destra e sinistra in

x0.

Dalla definizione di derivata è facilmente intuibile che )(' 0xf sia la pendenza

della retta tangente in x0; infatti la derivata è il limite del rapporto incrementale

di f, cioè della pendenza del segmento congiungente i punti ))(,( 00 xfxP e

))(,( 00 hxfhxQ ++ .

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Il rapporto incrementale x

xfxxfxy

∆−∆+

=∆∆ )()( 00 si dice anche tasso di variazione

media della f rispetto alla variabile x. Perciò la derivata di f si dice velocità o

tasso di variazione istantaneo di f rispetto alla variabile x.

La derivata è, infatti, lo strumento per eccellenza per quantificare il

cambiamento (istantaneo) di una funzione f(x) rispetto ad x, e perciò è di

importanza fondamentale sia nella matematica che nelle scienze applicate.

Ostacoli ed errori La classificazione dei possibili errori generati dall’introduzione del concetto di

derivata può essere utile strumento di orientamento metodologico per

l’insegnante.

Per quel che riguarda il concetto di derivata gli errori più frequenti, sono:

di tipo tecnico;

di tipo semantico.

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Quelli di tipo tecnico si devono alla poca manualità con i limiti ed i relativi

metodi di risoluzione.

Data, ad esempio, la funzione 4−= xy , il calcolo della derivata utilizzando la

definizione di limite del rapporto incrementale porta a considerare il limite

hxhx

h

44lim0

−−−+→

che può generare delle difficoltà di calcolo, in quanto esso

si presenta nella forma indeterminata 00 ; e può essere calcolato moltiplicando

numeratore e denominatore per la quantità 44 −+−+ xhx .

Un altro errore comune, commesso dagli studenti che affrontano l’argomento

derivata, è quello di applicare in modo meccanico le regole di derivazione, senza

valutare preliminarmente l’intervallo di definizione della derivata. Ciò può

portare ad affermare che la derivata di una funzione esiste sempre, quando vi

sono dei punti in cui essa non è definita.

Gli errori semantici, invece, sono legati all’errata interpretazione del significato

di derivata.

Ad esempio, spesso c’è confusione tra il concetto di continuità e derivabilità.

L’allievo potrebbe pensare che se una funzione è continua, allora è derivabile.

I due limiti destro e sinistro del rapporto incrementale potrebbero esistere ma

essere diversi tra loro. L’allievo potrebbe erroneamente prendere come valore

della derivata nel punto uno dei due valori trovati.

Classico controesempio in tal caso è lo studio della funzione f(x)=| x | nel punto

di ascissa x = 0. I limiti destro e sinistro del rapporto incrementale valgono

rispettivamente +1 e -1, dunque la deriva non esiste.

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L’interpretazione geometrica della derivata consentirebbe di parlare di tangenti

verticali in un punto della funzione (vedi ad esempio figura sotto), ma l’allievo

deve rendersi conto che se il limite del rapporto incrementale fosse infinito la

funzione derivata in tale punto non sarebbe definita.

Per mettere in evidenza alcuni di questi ostacoli potremmo proporre alla classe

problemi del tipo seguente.

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Problemi Convenienza di acquisti

Presentando questo problema si vuole far riflettere l’allievo:

sul concetto di retta secante ad una curva in due suoi punti,

sul concetto di pendenza,

sulla necessità che il punto dove vogliamo calcolare la tangente ad una

funzione sia un punto non isolato per il dominio della funzione stessa.

Una industria editoriale accetta ordini di entità al più pari a 30 fumetti ed

applica la seguente politica commerciale sui singoli ordini:

il costo unitario di un fumetto è di 10 euro se l’acquirente acquista fino a

fino a 9 fumetti;

per acquisti di entità compresa tra 10 e 15 unità, il costo è pari a 19 euro

diminuito del numero di fumetti acquistatati;

il costo unitario è pari a 4 euro per ordini superiori a 15 fumetti.

Il grafico della funzione dei costi è dato in figura.

Costi in funzione delle unità acquistate

0

2

4

6

8

10

12

1 4 7 10 13 16 19 22 25 28

Unità acquistate

Cos

to u

nita

rio

Costo

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Si chiede allo studente:

1. Quanto è il risparmio unitario per chi ordina 2 fumetti rispetto a chi ne

ordina 3?

È possibile che qualche alunno non si accorga che la funzione dei costi

non è variata e risponda 1, dandoci la variazione della variabile

indipendente.

2. Quanto è il risparmio unitario per chi ordina 2 fumetti rispetto a chi ne

ordina 13?

3. Quanto è il risparmio unitario per chi ordina 13 fumetti rispetto a chi ne

ordina 2?

L’alunno con riga e squadra dovrà misurare le variazioni della funzione e

della variabile indipendente per poi farne il rapporto e dare il risultato

numerico cambiato di segno. Il risparmio unitario è quindi l’opposto della

pendenza.

È possibile un risparmio negativo. Ci aspettiamo inoltre che qualcuno

degli studenti proponga come elemento significativo il rapporto

incrementale tra i punti di ascissa data.

4. Quanto è il risparmio unitario per chi ordina n fumetti rispetto a chi ne

ordina k?

Si richiede di generalizzare. Errori in questa fase possono riguardare la

scelta delle strategie da adottare. Il test mette in evidenza il concetto di

retta secante una curva in due punti suoi punti distinti.

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5. Produci una tabella in excel che descriva il risparmio unitario al variare

del numero di fumetti acquistati (massimo 30) rispetto a chi acquista 1

solo fumetto. Per quale ordine si ha uno sconto unitario maggiore? Fai un

grafico relativo alla tabella che hai creato.

L’allievo, anche in piccoli gruppi, dovrà scoprire che questa tabella elenca

l’opposto dei coefficienti angolari delle rette secanti il grafico proposto tra

1 fumetto ed n fumetti acquistati.

6. Produci una tabella in excel che descriva il risparmio unitario tra chi

acquista k+1 fumetti rispetto a chi ne acquista k Ottenerne un grafico.

Battezziamo questa funzione del risparmio unitario.

Qui la retta seca due punti le cui ascisse sono consecutive. L’alunno è

invitato a scoprire che non possiamo andare oltre nello studiare

localmente la pendenza di una funzione discreta.

7. Trova l’espressione analitica che descrive la funzione dei costi e quella

che descrive il risparmio unitario. Esistono relazioni tra le due leggi che

hai trovato?

Richiediamo all’allievo di mettere in atto delle capacità di

formalizzazione quali il saper scrivere una funzione a partire da un grafico

ed a legare le proprietà del grafico della funzione derivata al grafico della

funzione.

8. È possibile in questo problema parlare di variazioni infinitesime dei prezzi

(o del numero di fumetti acquistati)? O di risparmio unitario ad un dato

prezzo?

Qui l’allievo dovrà scoprire che il punto nel quale noi cerchiamo la

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tangente ad una funzione deve essere non isolato nel dominio della

funzione stessa. Da qui la necessità di passare oltre lo studio di funzioni

discrete.

Legge oraria

Presentando questo problema si vuole far riflettere l’allievo:

sugli stessi concetti del problema precedente;

sulle proprietà che legano i grafici relativi ad una funzione e alla sua

derivata;

sul concetto di derivata inteso come limite del rapporto incrementale;

sui significati di derivata: come tangente geometrica e velocità istantanea.

Un corpo si muove secondo la legge oraria:

)cos()6sin(4)( tttx =

Il grafico della funzione nell’intervallo [0, 8] è il seguente:

Legge oraria

-5-4-3-2-1012345

0 5 10

tempo (s)

spaz

io (m

)

posizione

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Se si dispone di laboratorio informatico, forniamo allo studente la tabella in

excel contenente gli istanti di tempo e i relativi valori della funzione considerata.

Proponiamo allo studente.

Calcola:

1. la velocità media del corpo nell’intervallo di tempo considerato;

L'allievo può usare riga e squadra.

2. la velocità istantanea in tutti gli istanti di tempo dell’intervallo oppure al

tempo t =2s.

L’allievo può rispondere alla prima domanda ove disponga di PC.

Per rispondere alla seconda domanda l’allievo dovrà tracciare con la riga

secanti con secondo estremo via via più vicino al punto considerato,

costruire una tabella con gli intervalli considerati, le variazioni della

funzione in tali intervalli e le relative pendenze.

L’allievo noterà che considerando intervalli sempre più piccoli il valore

della pendenza si avvicinerà ad un certo valore…(la derivata nel punto).

3. Disegna i grafici della velocità e dell’accelerazione in funzione del tempo.

Se l’allievo dispone di PC dovrà costruire una colonna da affiancare alle

due fornite contenente le pendenze nei vari punti e tracciarne il grafico.

Con carta e penna, invece, l’allievo dovrà rendersi conto che derivata

maggiore di zero in un punto implica funzione crescente, minore di zero

funzione decrescente, uguale a zero funzione costante ed applicare queste

conoscenze al caso in questione.

Rispondi:

1. Ci sono istanti di tempo in cui il corpo ha velocità nulla?

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Se il corpo ha velocità nulla la tangente alla legge oraria deve essere

orizzontale perché …

2. La velocità istantanea coincide in tutti gli istanti con la velocità media

dell’intervallo?

In questo caso no, esistono casi in cui si? L’alunno deve trovare almeno

un esempio.

3. La velocità istantanea non coincide con la velocità media in nessun istante

dell’intervallo?

Una domanda di questo tipo è provocatoria per introdurre

successivamente teoremi sulle funzioni derivabili.

4. La tangente ad una legge oraria può essere verticale?

Vogliamo far riflettere lo studente sui fatti che:

geometricamente una funzione può avere tangente verticale in un suo

punto, ciò implicherebbe il limite del rapporto incrementale infinito,

ipotesi scartata nella definizione.

fisicamente non ha senso la tangente verticale perché ciò

implicherebbe che il corpo copre una distanza finita in un tempo

nullo.

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Situazione a-didattica Proponiamo due diverse situazioni a-didattiche. Una S1 realizzabile in classe

con lavagna, gessetti e cancellino; l’altra S2 da realizzare in laboratorio di

Fisica.

S1 Dal secondo problema proposto si può prendere spunto per creare una

situazione-gioco del tipo seguente. Dividiamo la classe in due squadre e

proponiamo una gara nella quale ogni squadra dà all’avversaria un grafico che

rappresenti una legge oraria x(t). Il grafico deve essere corredato preferibilmente

dalle funzioni analitiche relative. Scopo del gioco è ricavare delle tabelle dal

grafico, costruire tabelle di pendenze relative ad intervalli ∆x via via minori, ed

ottenere i corretti grafici della velocità v(t) e dell’accelerazione a(t) nel più breve

tempo possibile. Ogni squadra sarà tenuta ad illustrare le procedure e le strategie

adottate per assolvere il compito assegnato.

S2 Facciamo considerare un serbatoio d’acqua destinato ad alimentare una

determinata rete di utenti e rifornito a sua volta da una diversa rete di

distribuzione. (Vedi figura)

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Il rifornimento del serbatoio può essere comandato a piacere attraverso il

posizionamento della valvola di immissione (attuatore) , che varia la portata

dell’acqua entrante, mentre la domanda di acqua uscente può variare in modo

non noto, in dipendenza delle diverse esigenze dell’utenza. Il galleggiante

(trasduttore) permette la rilevazione diretta del livello del serbatoio.

Indichiamo con:

A = sezione del serbatoio (supposta costante);

h = livello dell’acqua nel serbatoio;

Ωe = portata d’acqua che rifornisce il serbatoio; può essere manipolata a piacere;

Ωu = portata d’acqua domandata dall’utenza.

Nella condizione di equilibrio iniziale (istante t =0) la portata entrante e la

portata uscente coincidono, cioè è Ωe = Ωu; di conseguenza non si verifica un

accumulo di acqua nel serbatoio, né una diminuzione del volume di acqua, e il

livello dell’acqua nel serbatoio si mantiene costante.

Supponiamo che all’istante t = 0 si verifichi una diminuzione della portata di

acqua richiesta dall’utenza; ciò comporta un aumento del livello dell’acqua nel

serbatoio, in quanto inizialmente la portata d’acqua in ingresso non subisce

variazioni. Dopo un intervallo di tempo ∆t la variazione del volume del fluido

nel serbatoio è pari a:

( )V e u t= − ⋅Ω Ω ∆

D’altra parte tale variazione di volume può essere espressa mediante la

variazione del livello dell’acqua nel serbatoio, nel modo seguente:

V A h= ⋅ ∆

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Uguagliando le due relazioni precedenti si ottiene la seguente relazione:

∆∆ Ω Ω

ht A e u= −

1

che fornisce il rapporto tra l’incremento della funzione h(t) e l’incremento della

variabile t, cioè il rapporto incrementale della funzione h(t).

Passando a variazioni infinitesime, cioè considerando intervalli di tempo ∆t

molto piccoli, e conseguenti variazioni di livello nel serbatoio molto contenute,

si ottiene l’espressione della derivata della funzione h(t):

( ) ( ) ( )( )dhdt h t A e t u t=

⋅= −

1Ω Ω

Negli istanti di tempo in cui la portata in ingresso supera la portata in uscita la

derivata della funzione h(t) è positiva, cioè la funzione h(t) è crescente, e quindi

il livello dell’acqua nel serbatoio aumenta, come era prevedibile; invece quando

la portata in uscita è maggiore della portata in ingresso, il livello dell’acqua nel

serbatoio diminuisce.

La variazione del livello dell’acqua nel serbatoio provoca, mediante una leva i

cui bracci hanno lunghezza b1 e b2, uno spostamento della valvola di immissione

cui corrisponde una variazione nel rifornimento del serbatoio tendente ad

annullare la variazione dell’altezza h.

E’ possibile realizzare sperimentalmente la situazione descritta, magari in

laboratorio, fissando un intervallo di tempo ∆t e andando a rilevare, nel

transitorio di variazione dell’altezza h, le variazioni ∆h corrispondenti ad ogni

intervallo ∆t; si riportano i valori rilevati in una tabella sotto riportata:

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t ∆h ∆h/∆t

∆t ∆h1

2∆t ∆h2

3∆t ∆h3

4∆t ∆h4

5∆t ∆h5

6∆t ∆h6

7∆t ∆h7

8∆t ∆h8

9∆t ∆h9

Riportando in un grafico i valori del rapporto ∆h/∆t in funzione del tempo t si

ottiene l’andamento della derivata della funzione h(t), tanto meno approssimato

quanto più piccolo viene scelto l’intervallo di tempo ∆t.

La determinazione dell’andamento della funzione h(t) non è agevole dovendo

risolvere l’equazione differenziale ( ) ( ) ( )( )dhdt h t A e t u t=

⋅= −

1Ω Ω .

Viene proposto agli studenti di dividersi in gruppi e di compilare la tabella di cui

sopra con un diverso valore di ∆t per ogni gruppo e graficare gli andamenti delle

funzioni h(t) ed ( )th⋅

giustificando le procedure adottate.