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LA BIOLOGIA MOLECOLARE NELLA DIAGNOSTICA DEI MICOBATTERI
Enrico Tortoli
La diagnostica tradizionale
Esame microscopico test rapido ma scarsamente sensibile
Esame colturale sensibile ma richiede da una a otto settimane problema delle contaminazioni
Identificazione test biochimico-colturali: scarsa specificità, tempi lunghi analisi degli acidi micolici: buona specificità, eseguibili solo
da coltura, messa a punto dei test complessa Antibiogramma
diretto: relativamente rapido ma con alta incidenza di contaminazioni
da ceppo isolato: tempi lunghi
Amplificazione genica, alternativa all’esame microscopico?
Vantaggisensibilità superiore (ma non di molto)specificità di specie (ed eventualmente
anche di genere) Svantaggi
esecuzione complessacosto elevato
Vantaggi molto più rapida se positiva rende superflua l’identificazione eseguibile anche su campioni pesantemente contaminati
Svantaggi non altrettanto sensibile non rileva i micobatteri appartenenti ad altre specie false negatività dovute agli inibitori false positività dovute a contaminazioni costo elevato esecuzione complessa impossibilità di eseguire l’antibiogramma
Amplificazione genica, alternativa all’esame colturale?
I target per l’amplificazionedel M. tuberculosis complex
Geni presenti in copia singola gene codificante per l’antigene da 65-kD (heath shock protein)
• Brisson-Noel et al. Lancet 1989 gene codificante per l’antigene da 126-kD (fusion protein)
• Hermans et al. J.C.M. 1990 gene codificante per lo rRNA 16S
• Boddinghaus et al. J.C.M. 1990 gene codificante per l’antigene di 38-kD (proteina b)
• Miyazaki et al. J.C.M. 1993 gene codificante per la subunità β della RNA polimerasi
• Kim et al. J.C.M. 1999 Sequenze ripetute
IS6110• Eisenach et al. J.I.D. 1990
Amplificazione dei micobatteri,due approcci possibili
in-house kit commerciali
Tecniche in-house
PCR classica 2-tube nested PCR 1-tube nested PCR Reverse transcriptase PCR
Le tecniche utilizzate dai kit commerciali
Polymerase chain reaction rDNA 16S rpoB
Transcriptase mediated amplification rRNA 16S
Strand displacement amplification IS6110
Real-time PCR rDNA 16S
I kit commerciali
Amplicor (Roche) Amplified M. tuberculosis direct test (Gen-Probe) BDProbeTec ET (Becton Dickinson) RealArt M. tuberculosis (Abbott)
Amplicor
PCR del DNA (frammento contenente sequenze genere- e specie-specifiche del gene codificante per il rRNA 16S)
Estrazione, manuale (in prospettiva automatica, col kit AmpliPrep) Amplificazione e rilevamento dell’amplificato automatizzata
(Cobas) Rilevamento dell’amplificato con metodica colorimetrica (avidina-
perossidasi) Prevenzione delle contaminazioni col metodo della
Uracile-N-glicosilasi (AmpErase) Co-amplificazione, non competitiva, di un plasmide avente regioni
di annealing identiche a quelle del bersaglio. La mancata amplificazione del plasmide indica la presenza di inibitori
Riconoscimento degli amplificati mediante sonde M. tuberculosis complex- e plasmide-specifiche
Amplified M. tuberculosis direct test
TMA di un frammento del rRNA 16S contenente sequenze genere- e specie-specifiche
Amplificazione isotermica dovuta all’azione combinata di: transcriptasi inversa (sintesi di DNA dal RNA) RN-asi (separazione degli ibridi RNA-DNA) RNA-polimerasi (sintesi di RNA dal DNA)
Riconoscimento dell’amplificato mediante sonde specie-specifiche
Rilevamento dell’amplificato in chemio-luminescenza (HPA) Esecuzione interamente manuale ma semplice e rapida (non
occorre il termociclatore ma occorre il luminometro)
RealArt
PCR del DNA (frammento specie-specifico, di 163pb, del gene codificante per il rRNA 16S)
Estrazione, manuale (usando kit del commercio) Amplificazione e rilevamento dell’amplificato automatizzata (ABI
Prism sequence detection system) Rilevamento fluorimetrico dell’amplificato in tempo reale. Il
segnale aumenta di intensità man mano che sonde specifiche, marcate con fluorocromo, ibridizzano con l’amplificato
Co-amplificazione di un controllo interno da aggiungere al campione. La mancata amplificazione indica la presenza di inibitori
Costruzione di una curva di taratura con 4 standard per la determinazione del numero di copie di DNA presenti nel campione
Strand displacement amplification (SDA) 1
Nella fase di produzione del target un primer ed un bamper, complementari di sequenze bersaglio molto
vicine, si legano ad un filamento di DNA denaturato, il primer contiene un sito di restrizione
in presenza di DNA-polimerasi primer e bamper si allungano e quest’ultimo spiazza il primer
i filamenti spiazzati si uniscono ad altri primer e bamper dando luogo ad ulteriore allungamento-spiazzamento
bamper
sito di restrizione
5’ 3’target
primer
Strand displacement amplification (SDA) 2
Nella fase di amplificazione esponenziale nei dimeri, il filamento contenente il
sito di restrizione viene tagliato in due frammenti da uno specifico enzima e la porzione a monte si allunga spiazzando quella a valle
il frammento spiazzato funge da stampo per il primer a valle e contemporaneamente si allunga ricreando il sito di restrizione
Un controllo interno, avente sequenza di annealing identica a quella del target, viene co-amplificato solo se non sono presenti inibitori
La tecnica è isotermica
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
il rilevamento dell’amplificato nella SDAil rilevamento dell’amplificato nella SDA
Amplificazione in house,pro e contro
Costi minimi Sensibilità elevata
Metodiche non standardizzateContaminazioni non infrequentiNecessità di personale specializzatoBrevetto Roche
IDEALE PER LA RICERCA
Kit commerciali, pro e contro
Kit tutto-incluso, con istruzioni Possibile fornitura delle apparecchiature in service Metodiche “robuste” Contaminazioni rare
Omologazione solo per i materiali respiratoriCosti medio-altiSensibilità non eccelsa Rigidità delle metodiche
IDEALE PER LA ROUTINE
Il test di amplificazione non sostituisce esame microscopico e colturale
Da eseguirsi solo su campioni selezionati L’attendibilità del test sui materiali non
respiratori non è dimostrata sufficientemente Non utilizzabile per il monitoraggio della
terapia
Le raccomandazioni dei CDC 1
Le raccomandazioni dei CDC 2
microscopia negativa (3 campioni)microscopia negativa (3 campioni)
amplificazionenegativa
(2 campioni)
amplificazionenegativa
(2 campioni)
amplificazionepositiva
(2 campioni)
amplificazionepositiva
(2 campioni)
amplificazionidiscordanti
(2 campioni)
amplificazionidiscordanti
(2 campioni)
TBCulterioriindagininon TBC
le raccomandazioni dei CDC 3
microscopia positiva (1, o più campioni)microscopia positiva (1, o più campioni)
amplificazionepositiva
(1 campione)
amplificazionepositiva
(1 campione)
amplificazionenegativa
(2 campioni)
amplificazionenegativa
(2 campioni)monitoraggio degli inibitori
monitoraggio degli inibitori
TBC presentipresenti assentiassenti
micobatteriosiripetizione del test
Specificità delle reazioni di amplificazione
Molto buona, attorno al 99% Cause di false positività
contaminazione nella fase pre-analitica o analitica
cross-ibridizzazione con micobatteri non-tubercolari ???
Principali fattori che influenzano positivamente la specificitàautomazioneinattivazione degli ampliconi prodotti in
precedenti amplificazioni (UNG)
Dati della letteratura estremamente variabili 90-100% nei campioni microscopico-positivi40-80% nei campioni microscopico-negativi valori più bassi nei campioni extrapolmonari
Principali cause di sovrastima della variabilitàscelta di un gold standard improprioselezione dei campioni
Sensibilità delle reazioni di amplificazione
Cause di false-negatività
Presenza di inibitori Estrazione subottimale dell’ac. nucleico Distribuzione non omogenea dei bacilli
all’interno del campione Campione non idoneo
La coltura rimane ancora il test di riferimento per la diagnosi microbiologica della tubercolosi, i test genetici sono utili complementi ma sono lontani i tempi in cui potranno sostituirla
I risultati dei test genetici devono essere sempre interpretati alla luce dei dati clinici e dei risultati della microbiologia tradizionale
Amplificazione genica, alternativa all’esame colturale?
Enorme risparmio di tempo Specificità pressoché assoluta
Disponibili per un numero limitato di specieCostoComplessità di esecuzione
DNA-probe, alternativa all’identificazione?
I DNA-probe commerciali
AccuProbe (GenProbe) INNO LiPA Mycobacterium (Innogenetic) GenoType Mycobacteria (Hain)
AccuProbe
Bersaglio: rRNA 16S Reazione: ibridizzazione in fase liquida, direttamente sulle
colonie Rivelazione: in chemioluminescenza (HPA) Specificità:
M. tuberculosis complex MAC o, in alternativa, M. avium e M. intracellulare separatamente M. kansasii M. gordonae
Limiti: test a cascata non disponibili per specie comuni in Europa ma rare negli USA
Solid-phase reverse hybridization
INNO LiPA Mycobacterium
Bersaglio: regione spaziatrice fra i geni codificanti per lo RNA 16S e 23S Reazione: ibridizzazione inversa, con 21 sonde immobilizzate su una striscia di cellulosa, del bersaglio amplificato mediante
PCR (primer biotinilati) Rivelazione: colorimetrica (avidina-perossidasi) Specificità:
Mycobacterium genere M. tuberculosis complex M. kansasii (differenziazione dei tipi I, II, III-IV-V-M. gastri) M. xenopi M. gordonae M. avium M. intracellulare (2 tipi) MAC M. scrofulaceum M. fortuitum M. marinum-M. ulcerans M. genavense M. haemophilum M. chelonae (differenziazione dei tipi I, III, II-IV) M. smegmatis M. malmoense M. celatum M. simiae
Limiti: esecuzione complessa (ma con possibilità di automazione) alcune reattività crociate con specie rare
GenoType MycobacteriaGenoType Mycobacteria Bersaglio: gene codificante per lo rRNA 23S Reazione: ibridizzazione inversa, con varie sonde immobilizzate su due strisce di cellulosa, del bersaglio
amplificato mediante PCR (primer biotinilati) Rivelazione: colorimetrica (avidina-perossidasi) Specificità
Gram + ad alto contenuto di GC Mycobacterium genere M. tuberculosis complex M. kansasii M. xenopi M. gordonae M. avium M. intracellulare M. scrofulaceum-M. paraffinicum M. malmoense-M. haemophilum-M. palustre-M. nebraskense M. peregrinum-M. septicum-M. alvei M. chelonae-M. immunogenum M. fortuitum 1 M. fortuitum 2-M. mageritense M. abscessus-M. immunogenum M. interjectum M. marinum-M. ulcerans
Gram + ad alto contenuto di GC Mycobacterium genere M. simiae M. mucogenicum M. celatum I, III M. phlei M. szulgai-M. intermedium M. goodii M. haemophilum-M. nebraskense M. ulcerans M. gastri M. lentiflavum M. heckeshornense M. shimoidei M. genavense M. smegmatis M. kansasii M. asiaticum
Limiti:• esecuzione complessa (ma con possibilità di automazione)• numerose identificazioni non univoche• incorretta identificazione dei MAC non-M. avium, non-M. intracellulare• alcune reattività crociate con specie rare
GenoType Mycobacteria MTBC Bersagli:
gene codificante per lo rRNA 23S gene girB regione RD1
Reazione: ibridizzazione inversa, con 9 sonde immobilizzate su una striscia di cellulosa, del bersaglio amplificato mediante PCR (primer biotinilati)
Rivelazione: colorimetrica (avidina-perossidasi) Specificità:
M. tuberculosis complex M. tuberculosis M. africanum tipo I M. microti M. bovis M. bovis BCG M. caprae
Limiti: esecuzione complessa (ma con possibilità di automazione) mancato riconoscimento di M. africanum tipo II, di M. canettii e di M. pinnipedii
Le tecnologie basate sull’impiego di sonde sono attualmente in grado di sostituire i test fenotipici per l’identificazione dei micobatteri più comuni
Per le specie più rare il test di riferimento è rappresentato dal sequenziamento
DNA-probe, alternativa all’identificazione?
Il sequenziamento genico
E’ la tecnica di riferimento per l’identificazione Possibili bersagli
16S rRNA o rDNA23S rDNAspacer fra i geni codificanti per rRNA 16S e 23Sgene codificante per le heat shock proteinsgene codificante per la superossido dismutasi
Tecnologia microarray-microchip
Microarray: sistema multi-sonda miniaturizzato (controllato, o meno, elettronicamente)
Identificazione in vari passaggi di numerosi ceppi (amplicon down)
Identificazione di un solo ceppo con un solo passaggio (capture down)
Amplicon down
I prodotti di PCR di vari micobatteri da identificare sono legati a differenti elettrodi di un micro-array
Una o più sonde (marcate diversamente) sono aggiunte in sequenza
A ciascun passaggio, il monitoraggio degli elettrodi che presentano ibridizzazione permette, in base alla specificità della sonda usata, l’identificazione del corrispondente amplicone
Capture down
Varie sonde con diversa specificità sono legate ai singoli elettrodi di un micro-array
Identificazione in base alla specificità della sonda legata all’elettrodo su cui si è avuta l’ibridizzazione
Aggiunta del prodotto di PCR di un ceppo da identificare
Rivelazione dell’amplificazione con l’aggiunta di un reporter (sonda marcata) che riconosca un tratto non specie-specifico della regione amplificata
Epidemiologia molecolare
Ricerca di marcatori, all’interno del genoma del microorganismo, dotati di specificità di ceppo
Permette di ricostruire i flussi epidemici Permette di raggruppare i ceppi in grandi “famiglie” che
riflettono il cammino dell’evoluzione Permette il riconoscimento delle infezioni miste Permette di differenziare le recidive dalle reinfezioni Individua le contaminazioni di laboratorio
IS6110
IS6110
Lunghezza 1361 pb; numero di copie 5-20; posizione variabile
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Fingerprinting in base al IS6110
Alcuni pattern RFLP
RFLP: Toscana, anni 2002
Ceppi raccolti: 245 Pattern RFLP: 215 Cluster
di 2 ceppi: 19 di 3 ceppi: 3 di 4 ceppi: 1
Nessun focolaio epidemico Tre contaminazioni di laboratorio
Il locus DR (direct repeat)
Da 9 a 50 sequenze ripetute di 36 bp (DR) inframmezzate da sequenze non ripetute di 35-41 bp (spaziatori)
DRDR DR DR DR DR DR1
1
2
2
4
4
5
5
6
6
H37Rv3
3
1 5 10 15 20 25 30 35 40
1
1
2
2
4
4
5
5
6
6
DR DR DR DR DR DR BCG
spaziatore
DR
Il locus DR
Spoligotyping
5 10 15 20 25 30 35 40
BCG
H37Rv
X
I ceppi Beijing
I vari spolygotipi possono essere raggruppati (in base alle somiglianze) in famiglie
I ceppi della famiglia Beijing hanno soltanto gli spaziatori 35-43 Presenti originariamente in Cina, vengono oggi isolati, con frequenza
crescente, in quasi tutti i paesi del mondo Fra le caratteristiche principali:
spiccata virulenza frequente sviluppo di resistenze multiple
H37Rv
Beijing
5 10 15 20 25 30 35 40
I ceppi Beijing isolati nel 2002
1 5 10 15 20 25 30 35 40
804
836
763
952
669
884
974
I ceppi Beijing toscani
Cina
Italia
altri
2002: 7 ceppi, pari al 3% 2003: 16 ceppi, pari al 6%
Altre famiglie
I ceppi isolati in Toscana includono rappresentanti di molte delle famiglie a larga diffusione mondiale
Non mancano ceppi (specialmente fra gli extra-comunitari) appartenenti a famiglie a diffusione più limitata
E’ stata denominata “Tuscany” una famiglia mai segnalata in precedenza, rappresentata da 8 ceppi isolati da pazienti italiani
RFLP e spoligotyping
RFLP: interessa l’intero cromosoma alto potere discriminante impossibile l’impiego dell’amplificazione
Spoligotyping: interessa una porzione limitata de genoma ceppi diversi possono avere identico spoligotipo possibilità di ricorso all’amplificazione
Possibile compromesso: esecuzione dello spoligotyping su tutti i ceppi e approfondimento mediante RFLP su quelli risultati identici o “interessanti”