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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “N. DE FILIPPIS - G. PRESTIA” VIBO VALENTIA

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “N. DE FILIPPIS G ... luce sull...DSM IV vs DSM V - Ridefinizione delle aree sintomatologiche Il DSM-V prevede che venga specificata anche la gravità

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “N. DE FILIPPIS - G. PRESTIA”

VIBO VALENTIA

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M.I.U.R. U.S.R. Calabria

IIS “De Filippis-

Prestia” Vibo Valentia

Sportello Provinciale

Autismo Vibo Valentia

Centro Territoriale di

Supporto Vibo Valentia

PROGETTO

SPORTELLO PROVINCIALE AUTISMO D.M. N. 435/2015 ART. 1, PUNTO 1

Staff:

Dirigente Scolastico Prof. Gentile Pietro

Prof.ssa Meli Enza

Prof. Strano Pasqualino

Illustrazioni a cura della Prof.ssa Messina Gabrielli Michela

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Autismo o Disturbi dello Spettro autistico?

Il termine Autismo viene utilizzato per la prima volta ai primi del

1900 dallo psichiatra Eugen Bleuler per indicare una forma di

schizofrenia caratterizzata da una sorta di allontanamento dal mondo

e di ripiegamento su se stesso. Nel 1943 Leo Kanner descrive 11

bambini con un quadro clinico, da lui chiamato Autismo Precoce

Infantile, caratterizzato da

un disturbo nel “contatto

affettivo con la realtà” con

condotte di evitamento,

tendenza all’isolamento ed

atipie comportamentali non

riconducibili a schizofrenia.

Il Manuale Diagnostico e

Statistico dei disturbi

mentali DSM-I (1952)

classifica l’autismo ancora

come schizofrenia infantile,

mentre nel DSM-III-R (1987)

e nel DSM IV (1994) il

disturbo autistico viene collocato nell’ambito dei Disturbi pervasivi

dello sviluppo.

Oggi si parla non più di Autismo ma di Disturbi dello Spettro

Autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) per indicare un

disordine neuro-evolutivo causato da fattori genetici e ambientali,

con manifestazioni molto variabili (dovute alla diversa gravità, a

Disturbo di Asperger

Disturbo Pervasivo dello Sviluppo non Altrimenti Specificato

Disturbo Disintegrativo dell’infanzia

Disturbo Autistico

Disturbo di Rett

DSM IV -Disturbi Pervasivi dello Sviluppo

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caratteristiche intellettive e linguistiche, a comorbilità,…)

caratterizzate da compromissione delle funzioni comunicative, da

anomalie nel comportamento e negli interessi.

Il termine Spettro ben si presta a indicare un continuum di situazioni

anche molto diverse tra loro, ma caratterizzate da alcuni importanti

aspetti comuni.

I principali modelli esplicativi dei Disturbi dello Spettro Autistico,

elaborati negli ultimi anni sono: la Teoria della Mente, la Teoria

della Coerenza Centrale e la presenza di Deficit diffusi nelle

funzioni esecutive. Il primo modello fondamentalmente ipotizza un

deficit della Teoria della Mente, intendendo con questa la capacità di

rendersi conto degli stati mentali degli altri per dare significato ai

comportamenti altrui e per operare una sorta di predittività su ciò che

potrà accadere. Il modello relativo alla Teoria della Coerenza

Centrale ipotizza un deficit di un insieme di abilità che consentono di

cogliere la struttura complessiva di uno stimolo e le relazioni con il

contesto. L’ultimo modello ipotizza un deficit nei sistemi

responsabili della programmazione e del monitoraggio del

comportamento in funzione del contesto e dello scopo.

Chi diagnostica il Disturbo dello Spettro Autistico?

Un bambino con ASD deve essere diagnosticato da una équipe multi-

disciplinare di esperti che si servono di strumenti validati (ADI,

intervista per la diagnosi di autismo; ADOS, scala di osservazione

diagnostica per l'autismo).

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Come si fa la diagnosi di ASD?

Non esistendo indicatori biologici la diagnosi, che si basa sullo

studio del comportamento, risulta più semplice con l’avanzare

dell’età (perché aumenta l’incidenza dei comportamenti anomali) e

in funzione della gravità del disturbo; l'individuazione e il

riconoscimento precoce, però, sono fondamentali perché più

l'intervento educativo si avvia precocemente e più può incidere

positivamente sulla qualità della vita del soggetto con ASD.

I comportamenti anomali sono particolarmente evidenti dopo i due

anni (contatto oculare scarso o assente, difficoltà a stare con i pari,

mancata risposta a richieste verbali, difficoltà di apprendimento,

mancata consapevolezza dei pericoli, mancanza della mimica,

manifestazioni di riso o collera immotivate, gioco bizzarro,

stereotipie motorie, assenza di gioco immaginativo,…), ma anche

prima dei due anni i bambini possono presentare segni che, se

riconosciuti, possono portare ad una diagnosi precoce. Tra questi, un

atteggiamento passivo o agitato, la mancata anticipazione nell’atto di

prenderli in braccio, il non voler essere toccati e non rispondere a

stimoli, il disinteresse per l’ambiente circostante. I bambini con

ASD, inoltre, hanno spesso problemi sensoriali (poca sensibilità al

dolore, ipo o ipersensibilità agli stimoli,…), comportamenti

autostimolatori (dondolamento, movimenti ripetitivi delle mani,...),

comportamenti autolesionistici, iper o ipoaffettività e deficit

dell’attenzione. Spesso non hanno linguaggio verbale ma, qualora ci

sia, è inconfondibile (ecolalia di parole, suoni o frasi, difficoltà ad

iniziare o mantenere una conversazione,…).

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Quali sono i sistemi diagnostici di riferimento?

La diagnosi di ASD viene formulata sulla base di due sistemi di

classificazione internazionale: il DSM (Manuale Diagnostico e

Statistico dei disturbi mentali dell'Associazione Psichiatri

Americani) e l’ICD 10 (Classificazione Internazionale dei Disturbi e

delle Malattie dell’O.M.S.). Fino all’edizione del 1994 del DSM

(DSM IV) le due classificazioni corrispondevano, come si evince

dalla tabella seguente

ICD-10

Sindromi da Alterazione Globale dello

Sviluppo Psicologico

DSM IV-TR

Disturbi Pervasivi

dello Sviluppo

Autismo Infantile F 84.0 Disturbo Autistico

Autismo atipico F 84.1

Sindrome di Rett F 84.2 Disturbo di Rett

Sindrome disintegrativa dell’infanzia F84.3 Disturbo

Disintegrativo

dell’infanzia

Sindrome iperattiva associata a RM e

movimenti stereotipati F 84.4

Sindrome di Asperger F84.5 Disturbo di Asperger

Altre Sindromi da Alterazione Globale

dello Sviluppo Psicologico F84.8

Sindrome non specificata da alterazione

globale dello sviluppo psicologico F84.9

Disturbo Pervasivo

dello Sviluppo non

altrimenti specificato

(DPP-NOS)

Con il DMS-V (2013) si fa

riferimento all’unica categoria

dei Disturbi dello Spettro

Autistico e i criteri diagnostici

delle due classificazioni,

quindi, differiscono.

DSM-IV

- DISTURBO AUTISTICO

- SINDROME DI ASPERGER

- DISTURBO DISINTEGRATIVO DELL'INFANZIA

- DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO - NAS

DSM-V

DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

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Quali sono i criteri diagnostici del DSM-V per l’ASD?

Secondo il DSM-V il Disturbo dello Spettro Autistico deve

soddisfare i criteri A, B, C e D.

A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e

nell´interazione sociale in diversi contesti, non spiegabile

attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo e manifestato da

tutti e tre i seguenti punti:

1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva che va da un

approccio sociale anormale e insuccesso nella normale

conversazione (botta e risposta) attraverso una ridotta

condivisione di interessi, emozioni, percezione mentale e reazione

fino alla totale mancanza di iniziativa nell´interazione sociale.

2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per

l´interazione sociale, da una scarsa integrazione della

comunicazione verbale e non verbale, attraverso anormalità nel

contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella

comprensione e nell´uso della comunicazione non verbale, fino

alla totale mancanza di espressività facciale e gestualità.

3. Deficit nella creazione e mantenimento di relazioni appropriate

al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e

caregiver); che vanno da difficoltà nell’adattare il comportamento

ai diversi contesti sociali attraverso difficoltà nella condivisione

del gioco immaginativo e nel fare amicizie fino all’apparente

assenza di interesse per le persone.

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B. Pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti e

ripetitivi come manifestato da almeno due dei seguenti punti:

1. Linguaggio, movimenti o uso di oggetti stereotipati o ripetitivi,

come semplici stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di

oggetti, o frasi idiosincratiche.

2. Eccessiva fedeltà alla routine, comportamenti verbali o non

verbali riutilizzati o eccessiva riluttanza ai cambiamenti: rituali

motori, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo,

domande incessanti o estremo stress a seguito di piccoli

cambiamenti.

3. Interessi altamente ristretti e fissati, anormali in intensità o

argomenti: forte attaccamento o interesse per oggetti insoliti,

interessi eccessivamente persistenti o circostanziati.

4. Iper o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi insoliti

verso aspetti sensoriali dell´ambiente: apparente indifferenza al

caldo/freddo/dolore, risposta avversa a suoni o consistenze

specifiche, eccessivo annusare o toccare gli oggetti, attrazione per

luci o oggetti roteanti.

C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma

possono non diventare completamente manifesti finché le esigenze

sociali non oltrepassano il limite delle capacità)

D. L´insieme dei sintomi deve limitare e compromettere il

funzionamento quotidiano.

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DSM IV vs DSM V - Ridefinizione delle aree sintomatologiche

Il DSM-V prevede che venga specificata anche la gravità su una

scala di tre livelli:

LIVELLI

COMUNICAZIONE SOCIALE

INTERESSI RISTRETTI E

COMPORTAMENTI

RIPETITIVI

Livello 1:

Richiede

supporto

Senza supporto i deficit nella

comunicazione sociale causano

impedimenti che possono essere notati. Il soggetto ha difficoltà a

iniziare le interazioni sociali e mostra

chiari esempi di atipicità o insuccesso nella risposta alle iniziative altrui. Può

sembrare che abbia un ridotto

interesse nell´interazione sociale

Rituali e comportamenti ripetitivi

causano un´interferenza

significativa in uno o più contesti. Resiste ai tentativi da parte degli

altri di interromperli

Livello 2:

Richiede

supporto

sostanziale

Deficit marcati nella comunicazione

sociale, verbale e non verbale,

l´impedimento sociale appare evidente anche quando è presente supporto;

iniziativa limitata nell´interazione

sociale e ridotta o anormale risposta all´iniziativa degli altri

Preoccupazioni, rituali fissi e/o

comportamenti ripetitivi appaiono

abbastanza di frequente da essere evidenti per l´osservatore casuale e

interferiscono con il funzionamento

in diversi contesti. Stress o frustrazione appaiono quando sono

interrotti ed è difficile ridirigere l´attenzione

Livello 3:

Richiede

supporto

molto

sostanziale

I gravi deficit nella comunicazione

sociale, verbale e non verbale,

causano una grave difficoltà nel funzionamento; iniziativa molto

limitata nell´interazione sociale e

minima risposta all´iniziativa altrui

Preoccupazioni, rituali fissi e/o

comportamenti ripetitivi che

interferiscono marcatamente con il funzionamento in tutte le sfere.

Stress marcato quando i rituali o le

routine sono interrotti; è molto difficile distogliere il soggetto dal

suo focus di interesse, e se ciò

avviene egli ritorna rapidamente ad esso

DSM IV DSM V

Interessi ristretti

Stereotipie

Interazioni Sociali

Linguaggio e Comunicazione

Interessi ristretti

Stereotipie

Comunicazione Sociale e

Interazione Sociale

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Quali sono gli interventi efficaci?

Non esiste una cura farmacologica per i Disturbi dello Spettro

Autistico: i farmaci che vengono prescritti hanno il solo scopo di

agire sui sintomi (difficoltà di attenzione, autolesionismo,

iperattività, ansia, …) che possono interferire con i programmi

educativi e formativi, inficiandone i risultati.

Interventi educativi e formativi mirati e precoci possono migliorare

la qualità della vita della persona con ASD, contribuendo a:

- migliorare le capacità di apprendimento, di autonomia,

comunicazione e relazione;

- ridurre la gravità e la frequenza di comportamenti-problema.

Gli interventi educativi più efficaci risultano, al momento, quelli di

tipo cognitivo-comportamentale (ABA ed Educazione Strutturata,

Denver Model).

Tali interventi sono orientati a modificare il comportamento

rendendolo funzionale alla quotidianità, rispettando il funzionamento

rigido delle persone con ASD e quindi sviluppando le attività in un

ambiente fortemente strutturato dal punto di vista spaziale e

temporale.

Il punto di partenza per il programma individuale è la valutazione dei

punti di forza e di debolezza, di abilità acquisite e di abilità

emergenti.

Le abilità acquisite serviranno a creare un ambiente chiaro e

prevedibile che faciliterà l’apprendimento; le abilità emergenti

costituiranno le abilità da apprendere.

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Data la complessità dei disturbi, oggi si concorda sul fatto che non

esiste una unica metodologia valida ma è necessario attuare

interventi individualizzati attingendo alle esperienze disponibili e

validate scientificamente (ad esempio: Teacch, ABA, Denver

Model); da non trascurare un approccio centrato sulla Persona che

dia un posto di rilievo alla relazione, all’empatia, all’accettazione

della persona stessa e che impedisca di focalizzarsi sul disturbo

invece che sul singolo individuo.

Sono disponibili molti altri tipi di intervento, ma di cui non è provata

scientificamente l'efficacia (diete alimentari, pet terapy, massaggi,

musica,… ).

Attualmente il trattamento più efficace prevede:

- Diagnosi precoce;

- Accertamenti medici e monitoraggio costante delle

condizioni;

- Interventi educativo-comportamentali;

- Sostegno pratico e psicologico di coinvolgimento della

famiglia (parent-training);

- Servizi predisposti per l’intero ciclo di vita (finalizzati

all’inserimento sociale, alla formazione professionale,

all’avviamento lavorativo);

- Coordinamento tra Operatori e Servizi interessati.

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Quali sono le caratteristiche delle persone con ASD?

I disturbi dello spettro autistico colpiscono la popolazione maschile

rispetto a quella femminile secondo un rapporto di 4:1.

Le persone con ASD sono estremamente differenti per capacità

intellettive, carattere, interessi, presenza o meno di altri disturbi

associati, ma anche nel modo in cui si manifesta la disabilità sociale

e comunicativa.

Lorna Wing afferma che “è più facile distinguere la malattia in base

a tre diverse tipologie di bambino, basate sulle manifestazioni

comportamentali, indipendentemente dalla loro complessità e

gravità: i riservati, i passivi e gli strani”.

I Riservati appaiono indifferenti agli altri,

non rispondono agli approcci sociali o al

linguaggio. Il disturbo principale coinvolge

l’area linguistica, più spesso sul versante

della produzione ma a volte anche su quello

della comprensione: il linguaggio è semplice,

privo di interazioni; sono frequenti le

ecolalie, può essere compromesso l’uso dei

pronomi personali (ad esempio: tu ed io

diventano interscambiabili perché le frasi vengono ripetute così come

sono state sentite). Non c’è il contatto oculare e dal punto di vista

motorio mostrano movimenti stereotipati, amano i giochi ripetitivi

(ad es. allineare oggetti) e l’interruzione di queste attività come tutti i

cambiamenti possono scatenare risposte esagerate caratterizzate da

crisi di rabbia o attacchi di panico.

Bambino Riservato

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Alcune manifestazioni dei bambini Passivi

sono simili a quelle dei riservati, ma in genere

i passivi accettano l’approccio sociale e quello

affettivo anche se non sono loro a ricercarli.

Sono presenti stereotipie e crisi, ma in forma

più attenuata. Alcuni bambini possono avere

livelli intellettivi relativamente elevati. La

diagnosi nella forma passiva è particolarmente

difficile perché il distacco viene interpretato

come una forma di autonomia e il disturbo si

evidenzia solo se si manifestano importanti difficoltà di

apprendimento.

Il bambino Strano è quello che secondo il

DSM-IV è il bambino con Sindrome di

Asperger. Il bambino strano ama stare con gli

altri, il linguaggio è buono e fluente, ma

piuttosto ripetitivo (anche nei contenuti). Vi

possono essere approcci sociali infantili. Il

livello intellettivo può variare da situazioni

con gravi difficoltà di apprendimento a livelli

di intelligenza normali o anche al di sopra

della norma.

Bambino Passivo

Bambino Strano

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Alcune manifestazioni del Disturbo dello Spettro Autistico

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Quali sono le Istituzioni e le Associazioni del territorio?

Sportello Provinciale Autismo presso I.I.S. “De Filippis-Prestia” di Vibo Valentia

Fornisce consulenza alle Istituzioni scolastiche

della Provincia sull’organizzazione didattica in

presenza di alunni con ASD

Contatti: Tel. 096343066 e-mail [email protected]

sito: www.iisdefilippisprestia.gov.it/

A.N.G.S.A. onlus Promuove l’educazione specializzata, l’assistenza

sanitaria e sociale, la ricerca scientifica, la formazione

degli operatori, la tutela dei diritti delle persone

autistiche

Contatti: [email protected]

Io Autentico

Associazione di Famiglie ed Amici di Persone con

Disturbi dello Spettro dell'Autismo che propone,

realizza e gestisce progetti di inclusione sociali delle

persone autistiche e delle loro famiglie

Contatti: [email protected]

Prendiamoci per mano... uniti si può

Associazione nata per sensibilizzare l'opinione

pubblica e favorire l'inclusione sociale di bambini ed

adulti con ASD e disabilità in genere

Contatti: [email protected]

Prometeo onlus

Associazione non lucrativa di utilità sociale che

opera prevalentemente nel campo dell’autismo e

dei disturbi affini (trattamento, formazione teorica

e pratica, ricerca applicata)

Contatti: Tel: 0965 371878 Fax: 0965 339105