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Istituto Comprensivo "Giordani‐De Sanctis" COMPITO DI REALTA’ PRIME a.s. 2016/2017

Istituto Comprensivo Giordani‐De Sanctis

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Istituto Comprensivo "Giordani‐De Sanctis"

COMPITO DI REALTA’PRIME

a.s. 2016/2017

LA GIRAFFA E L’ELEFANTEMASTROPASQUA MICHELA LUCIA 

CLASSE 1^ SEZ. H

LA GIRAFFA E L’ELEFANTE

Un giorno nacque una giraffa molto vanitosa, ma anche moltoingenua. Diventata grande si vantò di essere la giraffa con il collo piùlungo del mondo. Tutti gli animali erano stanchi della sua vanità. Ungiorno un elefante disse: ”Non vi preoccupate ci penso io alla giraffa!”.Così andò dalla giraffa e guardando il ramo di un albero che era piùlungo del suo collo disse: ”Ormai nessuna giraffa riesce a prenderequella mela. Tutti dicono che faccia allungare ancora di più il collodelle giraffe.” La giraffa subito provò a prenderla ma non ci riusciva, sisforzò ancora di più e “trac!” Si spezzò l’ osso del collo. Così la giraffanon si poté più vantare del suo collo lunghissimo perché si eraspezzato.

MORALE: Questa favola insegna che quando gli uomini si vantano,spesso ricevono una bella lezione.

ALLA SCOPERTA DEL MONDO

MASTROPASQUA MICHELA LUCIACLASSE 1^ SEZ. H

ALLA SCOPERTA DEL MONDO• Un giorno una rana decise di abbandonare lo stagno, in cui era sempre vissuta,per andare a conoscere il mondo. La rana andò a Parigi e poiché credeva chefossero gli animali a comandare disse :”Certo che questa torre che gli animalihanno costruito è proprio bella!”. Un coniglio sentendo le disse :”Sei ancoranell’età della pietra?”. La rana chiese: ”Perché non sono gli animali checomandano?”. Il coniglio rispose: ”Certo che no! E’ da più di duemila anni checomandano gli esseri umani, non lo sapevi?” La rana :”No, sono vissuta sempre inuno stagno. Allora dobbiamo ribellarci”. Il coniglio si mise a ridere dicendo che gliuomini avevano armi inimmaginabili. La rana disse : ”Vedremo chi riderà dopo!”.Vide un locale affollato di gente che mangiava con gusto: era un ristorantecinese. Vi entrò perché voleva vendicarsi degli uomini infastidendoli e perché erapieno di buoni insetti da divorare. Appena gli uomini la videro la catturarono conun retino e la cucinarono.

• MORALE: Chi troppo vuole nulla stringe.

LA GALLINA SQUISITELLA E LA VOLPE LICENZIATA

PASTORE ISABELLACLASSE 1^ SEZ. H

LA GALLINA SQUISITELLA E LA VOLPE LICENZIATA

• In una fattoria, vicino a un paesino di montagna, abitava una gallina molto stupida, chiamataSquisitella. Mentre, nella foresta, nei pressi di questo edificio, viveva una volpe molto astuta, chesapeva il fatto suo, chiamata Licenziata. Un giorno, la volpe ideò un diabolico piano per azzannarela povera gallina indifesa. All’alba del giorno successivo, Licenziata mise in atto il suo piano. Rubò,di soppiatto, le sue uova e calata la notte, mentre lei dormiva, l’afferrò, la portò nella sua tana e lalegò con fili d’erba al lampadario. La gallina, quando si svegliò disse: “Brutta volpe, perché mi haiporta qui?” “Beh…Sai.. Io ho bisogno del tuo aiuto; perché l’orso mi ha chiesto di prendere il mielesu quella montagna e in più, ha aggiunto, che se non glielo porto entro due giorni, mi mangerà!” –rispose la volpe, fingendosi impaurita. Allora, Squisitella, decise di aiutarla. Al mattino, la gallinachiese: “Donde devo recarmi per portarti il miele?”. La volpe, con voce arrogante rispose: “Sali suquel rilievo lì in fondo, quando arrivi fai un cuore con le tue ali e capirò che lo hai trovato e chestai ritornando”. Squisitella, fece così e non appena tornò, la volpe, che era affamata, le divoròun’ala. La gallina scappò e ritornò nel suo pollaio, giurando vendetta. Il giorno dopo, la gallina lainvitò a casa sua per offrirle delle omelette. Arrivata, la volpe le chiese: “A che cosa devo il tuoinvito?”. Ella non rispose e iniziarono a mangiare. Dopo un po’ Licenziata, iniziò a sentirsi lostomaco che andava in fiamme. Allora, andò in bagno, e … all’improvviso… “BOOM”, scoppiò. Lagallina fece un salto di gioia e ridendo disse: “Ah, ah, ah… visto perfida volpe, io, non sono cosìstupida come credi”. Dopo una settimana, Squisitella andò dal veterinario e si fece applicare unanuova ala. Questa favola, ci insegna come dice il proverbio: “Chi la fa, l’aspetti!”.

UN’INASPETTATA SORPRESAPASTORE ISABELLACLASSE 1^ SEZ. H

UN’INASPETTATA SORPRESA• C’era una volta un re, rimasto vedovo, viveva solo con sua figlia. Un giorno decisedi risposarsi con una donna che assomigliava a sua moglie. La matrigna era moltopaziente e le sue figlie buone, mentre Cenerentola era una ragazza pigra esvogliata. Faceva sempre dispetti alle sorellastre, che invece, la trattavano come sefosse una regina, non svolgeva mai le faccende di casa e si lamentava che ilcastello era troppo grande, aveva troppe scale da salire e scendere e, soprattutto,la sua sveglia suonava alle otto in punto. Un bel dì, come tutti i giorni, Cenerentolanon voleva svegliarsi, ma fu obbligata. Si munì di due cestelli e partì per la suagrande e pericolosa missione. FARE LA SPESA al supermercato vicino al suocastello. Qui incontrò uno gnomo magico, che le disse: “Se incontrar il principe tuvorrai. Stasera al ballo dovrai andar. Ma, sbrigar prima le faccende dovrai”.Cenerentola, accettò la sfida. Fece la spesa, sbrigò le faccende di casa equant’altro. Arrivate le sei del pomeriggio la ragazza si recò di nuovo alsupermercato dicendo allo gnomo: “Ho fatto tutto quello che mi avevi chiesto, oraposso andare al grande ballo?”. “Hai detto sorellastre, la curiosa novità?” risposeesso. Fece un cenno. Si vestì e andò al ballo, sicura che il principe avrebbe ballatocon lei. Ma non fu così e, allo scoccar della mezzanotte, uscì frettolosamente dalcastello e piangendo borbottò: “Perché il principe non mi ha degnato nemmeno diuno sguardo e non ha neanche ballato con me?. Lo gnomo, versando lacrime dicoccodrillo rispose: “ Aver detto bugia, non verità, perciò pagar conseguenze tudovrai”. Ritornando a casa, però, non si accorse di aver perso l’anello di diamanti,mentre scappava. Il principe, lo trovò e decise di cercare la ragazza che lo avevaperso. Dopo tante ricerche, arrivò a casa di cenerentola, provò l’anello e le entrò. Ilprincipe al settimo cielo disse: “Cenerentola, vorresti diventare mia moglie?”.“Certamente no!” rispose. Il principe disperato chiese il perché. Cenerentola, siavvicinò all’orecchio e bisbigliò: “Non mi hai degnato di uno sguardo, non haiballato con me e ti dovrei pure sposare? Te lo sogni! Ti auguro che nella vitanessuna ragazza ti vorrà sposare!”. Sfortunatamente, le parole della fanciulla siavverarono e il principe visse infelice per tutta la sua vita.

LA POZIONE APRIPANCIAPASTORE ISABELLACLASSE 1 ^ SEZ. H

LA POZIONE APRIPANCIA

• Voi tutti, pensate che sia stato io il responsabile della morte dei tre porcelliniAldo, Giovanni e Giacomo. Ma, in realtà, non è andata come pensate. Ora viracconterò tutto dal principio. Un bel dì, quando i fratelli porcellini dovevanoinaugurare le loro abitazioni, io, non a caso, passai di lì per fargli i miei più sinceriauguri. All’ora di pranzo fui invitato da Aldo, il porcellino più piccolo, a pranzareda lui. Calata la sera, me ne ritornai nella mia adorata casuccia. Durante la notte,si alzò un vento terribile e gelido; credo che provenisse da Nord. Questo abbattéle case dei porcellini, compresa quella di mattoni. Aldo, Giovanni e Giacomo,pensando che fossi stato io, mi minacciarono che se lo avessi rifatto me ne sareipentito. Allora, per non farmi consumare dall’ira, bevvi due bicchieri di pozione“Apripancia” e indovinate un po’? Io mi addormentai e la mia pancia, contro lamia volontà, si aprì e i tre fratelli attirati dal profumo che essa emanava,entrarono nella mia pancia e si richiuse. Quindi, da come potete vedere, la colpanon è mia, ma della pozione. Sfortunatamente, in quel momento era passato uncacciatore che aveva ammirato tutto. Lui espose denuncia e fui imprigionato.Oggi, ho 600.000 anni e solo fra 2.000 anni sarò rilasciato.

LA TARTARUGA E LA FORMICA

PASTORE ISABELLACLASSE 1^ SEZ. H

LA TARTARUGA E LA FORMICA

• In un bel prato, ricco di fiori colorati, vivevano una tartaruga molto lenta e unaformica laboriosa. Arrivato l’inverno, la formica aveva, ‐ come già sapete ‐,raccolto le sue provviste e così anche la tartaruga. Ad un certo punto, però, siscatenò una bufera mai vista prima. Allora, la tartaruga, lenta com’era, ci misetutte le forze per arrivare alla suta tana; ma a metà strada, vicino a unformicaio, si fermò e si rannicchiò nel suo guscio; nella speranza di nonavvertire quel freddo pungente. Dopo un po’, infreddolita, con la poca voceche le rimaneva disse: “Aiuto! Aiuto! Qualcuno, mi sente? Se ci siete, mi dateuna mano? Pronto?”. La formica, che aveva ascoltato le sue ultime parolegridò: “Amiche mie, se siete con me, aiutiamo la povera tartaruga, per favore!Vi supplico””. Le altre risposero: “ va bene, facciamolo!”. Allora, tutti insiemeuscirono dalla tana e corsero dalla tartaruga, che nel frattempo stavamorendo di fame e di freddo. Una volta arrivate, la sollevarono e la portarononella sua adorata casetta di legno. Tutte se ne andarono, tranne una. Latartaruga, molto grata per quello che avevano fatto per lei, piangendo di gioia,disse: “Se sono salva, è solo grazie a voi. Come potrò mai ricambiarti ilfavore?”. “Dicendo a tutti gli animali, che ha salvato la vita a tanti e perciòdiventerò regina” – rispose la formica ridendo. “Come vuoi” – replicò latartaruga. Ma lei, aggiunse: “Ma no, scherzavo. Io, vorrei soltanto che midicessi GRAZIE”. Essa, fece così e da quel giorno diventarono migliori amiche.Questa favola ci insegna, come dice il proverbio: “Chi trova un amico, trova untesoro”

ALLO ZOOPastore Isabella Classe 1^ sez. H

ALLO ZOO

• In uno zoo, più precisamente lo zoo di New York, in unostesso recinto vi erano un elefante astuto come una volpe euna giraffa ingenua come un agnello. Un giorno, all’astutoelefante, gli venne un’idea: fare uno scherzo alla zebra, tipamolto arrogante, pignola e permalosa, per incolpareingiustamente la povera giraffa. Il giorno seguente, mise inatto il suo diabolico piano. Rubò di soppiatto le uova‐tortache le aveva regalato la gallina al suo compleanno e calata lanotte, le mise vicino alla giraffa. Al mattino l’elefante perincolparla, disse: “Venite, venite la giraffa ha rubato le uova‐torta della zebra!”. Gli animali rimasero sbalorditi per quelloche era successo, allora, arrivò la zebra dicendo: “Ora tiporterò dalla polizia”. E così fece. La giraffa senza aver dettouna sola parola, fu messa in carcere per il resto della suavita. Questa favolo ci insegna che non sempre la giustiziatrionfa.

DAL PARADISO ALL’INFERNOPastore IsabellaClasse 1^ sez. H

DAL PARADISO ALL’INFERNO

C’era una volta una ragazza chiamata Cappuccetto Rosso che abitava in unacasina a forma di nuvola nel Paradiso; soprannominata “The Big City InParadise”, in un punto che non era né là, né qua, né lassù, né quaggiù e néaltrove. Un giorno, la mamma disse alla ragazza che, come al solito, dovevaportare alla nonna due aureole, per cucinare il suo dolce preferito.Cappuccetto Rosso, uscì da casa prese la sua FERRARI e si recò da lei. Ma iltragitto non fu tranquillo. Il lupo, vedendola sulla macchina che lui tantodesiderava. Accecato dall’invidia decise di smontare, pezzo per pezzo, laFERRARI. Cappuccetto Rosso, quindi, si ritrovò vicino casa della nonna solocon il volante e lei seduta sull’asfalto. Il dì successivo, mentre attraversava lastrada, il lupo su una moto le chiese: “Bambola!” … alzando le sopracciglia,poi continuò:”…. Come butta la vita? Vuoi farti un giro sulla mia extra‐superveloce‐ moto?”. Cappuccetto Rosso, non sospettando nulla accettò.Questo le mise le manette, le chiuse la bocca con lo scotch e la fecediventare calva. Dopo ripartì e per mezzo di una bomba si aprì un vorticeche li risucchiò e li portò nell’Inferno. Qui il lupo, divenne re, conducendouna vita da nobili e molto ricca; mentre la povera ragazza subendo torture elavori forzati. Dopo un po’, scendendo dal seggio reale, si accostò aCappuccetto Rosso e facendo il SAPIENTONE, le disse: “Vedi cara mia, la vitanon è come credi tu”…. Poi, fece un sospiro per riprendere fiato e aggiunse:“Inoltre non bisogna mai fidarsi degli sconosciuti!”. Da quel brutto giorno,Cappuccetto Rosso visse una vita infelice senza le coccole e l’affetto dellamamma e della nonna.

LA IENAVairo Alessia

Classe 1^ sez. H

LA IENANella foresta c’era una iena che prendeva in giro tutti gli animali.Alla giraffa diceva: <<Ehi! Perchè hai delle orecchie così grandi?Per sentirci meglio? Ah ah ah!>>. Persino il leone veniva preso ingiro dalla iena per la sua folta criniera . Il leone stufo di esserepreso in giro , radunò tutti gli animali e decisero di fare unoscherzo alla iena. Decisero di scavare una buca molto profondasotto un albero di noci di cocco e per nasconderlo misero soprarami e foglie . Un giorno la iena stava passeggiando quando illeone fece un ruggito,la iena si spaventò e si mise a correresenza vedere dove andava ,andò a sbattere contro l’albero,cadde nella buca e tutte le noci di cocco gli caddero in testa . Glianimali corsero per godersi lo spettacolo e videro la iena chepiangeva disperata ,gli animali si misero a ridere e le dissero:<<La prossima volta chiameremo te per aprire il cocco!>>.

La morale: Ride bene chi ride ultimo.