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Anno 2015 n° 12 Autorizzazione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere (CE) n° 755 del 22/04/2010. Tutti i diritti di produzione sono riservati. In questo numero: Anniversario della visita di papa Francesco • La lettera di • In occasione del primo anniversario di • La Menorah ecumenica di • Memoria della visita di papa Francesco di • La lettera del cardinale • Recensione del libro • Recensione della rivista Il Punto Tempi di Restaurazione Direttore Responsabile: Giovanni Traettino Redattore Capo: Claudio Borrelli Comitato di Redazione: Giovanni Traettino, Ernesto Daniel Bretscher, Geoffrey Allen, Emilio Ursomando Amministrazione, Redazione e Abbonamenti: Via Feudo di San Martino, 13 - 81100 Caserta Tel. +39 0823 446149 - E-mail: [email protected] Una rivista per il rinnovamento, l’unità e la crescita della Chiesa e dei ministeri. Questa rivista è evangelica e carismatica. Riconosce la propria eredità all’interno del cammino storico del cristianesimo (continuità). È aperta al futuro (novità) che il Signore prepara per la sua chiesa in cammino verso la pienezza. Il nostro passato è in tutto il cristianesimo. Il nostro futuro è nell’Iddio della speranza, con la sua promessa di “fare ogni cosa nuova”. Il nostro presente è in un ascolto ubbidiente e operoso di quello che lo Spirito sta dicendo, oggi, alle chiese. TEMPI di RESTAURAZIONE Un anno fa oggi, papa Francesco, il “vescovo di Roma”, “il pastore dei cattolici”, sorprendendo un po’ tutti, diede gambe, come tante altre volte prima nel suo ministero, al desiderio di visitare una periferia ancora più lontana delle tante altre che aveva fino a quel punto cercato. Questa volta era casa nostra, era la nostra comunità. Una famiglia nascosta tra le pieghe di una piccola città della nostra provincia meridionale. Una comunità cristiana tra le ultime nate, certamente alla periferia dell’antico e potente cristianesimo occidentale. Si mosse umile, con mansuetudine e debolezza di pellegrino, e mosse i suoi passi sicuri su un ponte intrecciato con fragili corde di amicizia e fraternità. Venne come pellegrino. Parlò come profeta. Diede vita ad un processo il cui frutto appartiene già alle generazioni che ci succederanno … Noi ne gioimmo in modo profondo. Tanti ne furono turbati. E lo resero noto con sconcerto. Prima e dopo l’incontro. In altri ancora si accese la speranza: forse un giorno lo vedremo; domani certo “il sogno di Dio” si realizzerà. Oggi riprende il cammino. Ad un anno di distanza riprende il processo … “La storia ha le gambe corte!”, ci ricorda lo spoglio edificio di pietra che stupito lo accolse or fa un anno, “il tempio della riconciliazione” testimone incompiuto e dolente di pietra che contempla muto la speranza ancorata nel cielo, in attesa della risposta alla “preghiera del Figlio” che un giorno il Padre certamente esaudirà. Lo Spirito e la Sposa ti bramano, Signore! Vieni, Signore Gesù! Sì, vieni, vieni Signore Gesù! Maranathà! Vieni Signore Gesù! Giovanni Traettino

IOZN In questo numero Anniversario della visita di papa ...E qui il “genio” di papa France-sco! Quello di spostare il dialo-go sul , sul terreno dell'amicizia e della fraternità!

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Anno 2015 n° 12

Autorizzazione del Tribunaledi S. Maria Capua Vetere (CE)

n° 755 del 22/04/2010.

Tutti i diritti di produzionesono riservati.

In questo numero:Anniversario della visita di papa Francesco

• La lettera di• In occasione del primo anniversario di• La Menorah ecumenica di• Memoria della visita di papa Francesco di• La lettera del cardinale• Recensione del libro• Recensione della rivista

Il Punto

Tempi di Restaurazione

Direttore Responsabile: Giovanni Traettino Redattore Capo: Claudio BorrelliComitato di Redazione: Giovanni Traettino, Ernesto Daniel Bretscher, Geoffrey Allen, Emilio UrsomandoAmministrazione, Redazione e Abbonamenti: Via Feudo di San Martino, 13 - 81100 CasertaTel. +39 0823 446149 - E-mail: [email protected]

Una rivista per il rinnovamento, l’unità e la crescita della Chiesa e dei ministeri. Questa rivista è evangelica ecarismatica. Riconosce la propria eredità all’interno del cammino storico del cristianesimo (continuità). Èaperta al futuro (novità) che il Signore prepara per la sua chiesa in cammino verso la pienezza.Il nostro passato è in tutto il cristianesimo.Il nostro futuro è nell’Iddio della speranza, con la sua promessa di “fare ogni cosa nuova”.Il nostro presente è in un ascolto ubbidiente e operoso di quello che lo Spirito sta dicendo, oggi, alle chiese.

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Un anno fa oggi, papa Francesco, il“vescovo di Roma”, “il pastore deicattolici”, sorprendendo un po’ tutti, diedegambe, come tante altre volte prima nelsuo ministero, al desiderio di visitare unaperiferia ancora più lontana delle tantealtre che aveva fino a quel punto cercato.

Questa volta era casa nostra, era la nostracomunità. Una famiglia nascosta tra lepieghe di una piccola città della nostraprovincia meridionale. Una comunitàcristiana tra le ultime nate, certamente allaperiferia dell’antico e potente cristianesimooccidentale.

Si mosse umile, con mansuetudine edebolezza di pellegrino, e mosse i suoipassi sicuri su un ponte intrecciato confragili corde di amicizia e fraternità.Venne come pellegrino. Parlò comeprofeta. Diede vita ad un processo il cuifrutto appartiene già alle generazioni che cisuccederanno …

Noi ne gioimmo in modo profondo. Tantine furono turbati. E lo resero noto consconcerto. Prima e dopo l’incontro. In altriancora si accese la speranza: forse ungiorno lo vedremo; domani certo “il sognodi Dio” si realizzerà.

Oggi riprende il cammino. Ad un anno didistanza riprende il processo …

“La storia ha le gambe corte!”, ci ricorda lospoglio edificio di pietra che stupito loaccolse or fa un anno, “il tempio dellariconciliazione” testimone incompiuto edolente di pietra che contempla muto lasperanza ancorata nel cielo, in attesa dellarisposta alla “preghiera del Figlio” che ungiorno il Padre certamente esaudirà.

Lo Spirito e la Sposa ti bramano, Signore!Vieni, Signore Gesù!Sì, vieni, vieni Signore Gesù!Maranathà! Vieni Signore Gesù!

Giovanni Traettino

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Il saluto del vescovo di CasertaGiovanni D'Alise

Perché questa iniziativa

Vorrei introdurre questo incontro semplicementeragionando sul perché di questa iniziativa. Voi tuttisapete che proprio in questo luogo, un anno fa oggi, ciha visitato Papa Francesco. Davvero un donosorprendente, speciale. Di cui resta ancora l'eco neinostri cuori e non solo. Certamente anche nella nostramente. Perché è stata una visita che ha modificato inostri paradigmi, il nostro modo di ragionare, dipensare ai rapporti tra cristiani. Per questo gli siamoprofondamente grati. E grati gli siamo per il dono checon questa visita ha fatto non solo a noi ma alla chiesain generale. Siamo ancora qui oggi perché sonoimportanti gli eventi, ma sono poi forse ancora piùimportanti i processi. Ed è molto importante dopol'evento, il kairós, l'intervento speciale di Dio, dareseguito alla cosa, mettere piedi al cammino avviato.

Chiaramente un conto è avere il Papa, altro conto èessere oggi qui senza la sua presenza fisica … Anchese, mi ha assicurato proprio un'ora fa, presente ilpastore Ricca, che nello spirito è certamente con noi.

Costruire l’unità

Come promuovere questo processo? Perché un conto èparlare di unità, un altro conto è costruire l'unità. Losappiamo nella nostra vita di coppia, nelle nostrefamiglie. Un conto è sognare l'unità, altro è costruirel'unità. Così è tra cristiani nella comunità locale, cosìtra le comunità cristiane in città, così tra confessionicristiane. C'è bisogno di amore. Di un amore che sinutra di misericordia. E’ la parola alla quale fa piùspesso riferimento questo papa. E che la misericordiasi nutra di umiltà. Perché anche la misericordia può es-

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Il testo è la trascrizione dell'intervento introduttivo dato a braccio all'incontro per la celebrazio-ne dell'anniversario della visita di Papa Francesco alla Chiesa Evangelica della Riconciliazione.

Intervento introduttivoGiovanni Traettino

Buonasera!

Questa stasera eravamo tutti attesi dal Signore che ci ha chiamati, e siamo qui.Aspettiamo la sua manifestazione: cosa vuole dirci questa sera.

Allora auguro a ciascuno di essere aperto nel cuore perché si possa accoglierequanto Dio ha già pensato e preparato per ciascuno di noi.

Che ci sia un godimento spirituale da questo stare insieme tra cattolici edevangelici. Buon incontro.

Giovanni D'Alise, è stato ordinato sacerdote nel 1972 e vescovo nel 2004, dal 2014svolge il suo ministero in Caserta.

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sere spocchiosa, può “calare dall'alto”. E’ inveceimportante che la si eserciti “a partire dai piedi” ... chesia quella di Gesù.

Scoprire “la gloria”

L’umiltà di Filippesi due insomma. L'umiltà delgrembiule! Quella del lavare i piedi piuttosto che la te-sta ai fratelli. A noi piace piuttosto lavare la testa aifratelli. In questo processo, scoprire “la gloria”. Diceinfatti Gesù: "Io ho dato loro la gloria che tu hai dato ame affinché siano uno". Cos'è questa gloria? Per anninon ho capito ... Ma da ultimo credo di aver capito chequesta gloria sia proprio la gloria dell'umiltà. La gloriadel morire a se stessi. La gloria del ritrarsi piuttostoche del proporsi. Ed è importante che nelle relazioni,anche tra cristiani, sappiamo nutrirci e abbeverarci aquesto tipo di gloria. La gloria della croce, la gloria diCristo. E penso soprattutto ai miei fratelli evangelici.Perché a volte abbiamo dato spazio a correnti dipensiero e di spiritualità, che hanno messo in ombra lacroce di Cristo. E’ molto importante andare invece inquesta direzione.

Che cosa è cambiato

Alcuni, in particolare giornalisti inoccasione di qualche intervista, mihanno chiesto di recente: Che cosa ècambiato in quest'anno? Dopo la vi-sita di Papa Francesco cosa ècambiato? Ci ho pensato. E a mesembra che quella visita abbia pro-dotto una serie di effetti; che abbiadato una serie di contributi. Nontutti forse ancora visibili; ma cheabbia dato il via a profondi cambia-menti.

Una mentalità nuovaPer cominciare credo che l’iniziativadi Papa Francesco abbia aperto “unaferita” nella mentalità della maggioranza delle personenel nostro paese. Che abbia introdotto un elemento dicambiamento profondo nel modo nel quale la maggio-ranza degli italiani, e dei cattolici italiani, ha fin quiguardato ai rapporti con gli “altri” cristiani. Egli ha“visitato” la mentalità corrente, anche tra il clero, conun atteggiamento apparso ai più strano quando non ri-voluzionario. Perché la distanza tra Roma e Caserta èmolto maggiore, sia dal punto di vista spirituale che fi-sico, dei centosettanta chilometri che le separano. EPapa Francesco ha avuto il coraggio e la libertà dipercorrere quella strada. Straordinario! Non solo! Conle sue parole ha gettato un seme, un seme nuovo nellacultura del nostro paese, e non solo. Che porteràmolto frutto nel tempo. Ne vediamo già alcuni. Questaassemblea stasera, ad esempio. Ma se ne vedranno altriancora col passare degli anni. Si sa, “la storia ha legambe corte”! Per svilupparsi e per crescere un semeha bisogno di tempo. I processi sono a volte secolari.Non bisogna misurare i risultati in giorni, settimane o

mesi. Bisogna misurarli negli anni. Questo papa è undono. E, mi sia concesso di osservare: non so quantodovremo aspettare dopo di lui per uno come lui. Avolte passano secoli prima che arrivino uomini conquella misura. Primo contributo dunque: Una ferita eun seme nella cultura del nostro paese.

Un paradigma nuovoAltra cosa importante: il contributo di “un nuovoparadigma”. La proposizione e lo sviluppo di un nuo-vo paradigma. Un nuovo modello mentale che ha co-minciato a prendere forma. Che si traduce in unallargamento della cornice di “comprensione” dellachiesa. Non sono state ancora esaminate le implicazio-ni di questa vera e propria svolta nella “teologia dellachiesa”. Ma a me pare che l'approccio di questo papaallarghi a dismisura le ecclesiologie precedenti. Non hovisto ancora una riflessione teologica sulle implicazionidei gesti, e di questo gesto, di papa Francesco. Ma so-no a mio avviso notevolissime e andranno esplorate. Ilfatto che egli decida di utilizzare l'immagine del polie-dro piuttosto che quella della sfera è assolutamente ri-voluzionario. Perché, partendo comunque dal

“centro”, il “fondamento” di Cristo comune a tutti icristiani, riconosce uguale dignità a tutte le altre “su-perfici”, le altre esperienze, le altre comunità cristiane.Pertanto, secondo contributo: un nuovo paradigma per lacomprensione della chiesa!

Un ponte nuovoAltro elemento: un ponte verso il mondo pentecostale!Che non è cosa da poco! Sia dal punto di vista spiri-tuale che dal punto di vista dei rapporti inter-ecclesiali.Perché, se considerate che il mondo pentecostale, nellasua varietà e articolazione, rappresenta oggi circa 600milioni di persone, e che questo “continente” non erastato mai da parte cattolica fatto oggetto, con questamodalità e a questo livello, di “tanta” attenzione ... ePapa Francesco, il “pastore dei cattolici” prende l'ini-ziativa, di “sbarcare” su questo “continente” … di“toccare” questo mondo ... è un altro aspetto assoluta-mente rivoluzionario! L'ecumenismo “storico” è stato

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Giovanni Traettino, pastore evangelico dal 1968, è vescovo presidente della ChiesaEvangelica della Riconciliazione. Coordinatore permanente della Comunione ApostolicaInternazionale (AFI). Per trent'anni direttore del periodico Tempi di Restaurazione, è sposatocon Francesca Landolfi, padre di quattro figli e nonno di cinque nipoti.

infatti soprattutto “dot- trinale”ed ha impegnato soprattutto lechiese tradizionali.Non è ecumenismo con ilmondo pentecostale, con unlinguaggio immediatamente co-m- prensibile al mondo pente-costale. Anche qui dunque unagrande novità! Un terzo con-tributo significativo: un ponte versoil mondo pentecostale.

Un terreno nuovoE qui il “genio” di papa France-sco! Quello di spostare il dialo-go sul ,sul terreno dell'amicizia e della fraternità! Lo avevacolto molto bene l’arcivescovo Bruno Forte! In unarticolo pubblicato prima della visita di papa France-sco l'anno scorso. Ha scelto come via maestra al dialo-go, quella dell'amicizia, quella della relazione colfratello! Perché entrando in contatto col fratello, entrianche in rapporto con “il mondo” del fratello. E, a se-guire, nella misura in cui coltivi l'amicizia col fratello, tirelazioni in qualche modo da amico col mondo delfratello. Guardi il suo mondo “anche” con gli occhi delfratello. Il fratello si sente amato, apprezzato, ricevuto… e qui “entri” in dialogo! Ed è un dialogo reale!Perché non è più solo quello delle idee, dei concetti edelle teologie. E’ quello di due uomini! E’ la stradadell'incontro, quella delle relazioni. Che è profonda-mente cristiana. Perché il nostro Dio è un Dio di rela-zioni! “Padre Figlio e Spirito Santo”, “Dio è amore”,significa questo: Dio è relazioni! Noi siamo ad imma-gine di Dio relazionali. Dunque l'incontro dei cuori, ildialogo delle persone. Nella loro realtà esistenziale. Apartire dall’incontro personale con Cristo, dalla loroesperienza con Cristo! Pertanto, quarto contributo: lascelta del terreno delle relazioni per il dialogo.

Un metodo nuovoAltro aspetto importante, Papa Francesco ha inaugu-rato un metodo assolutamente nuovo. Che è poi il me-todo di Cristo. Quindi antichissimo. Quello dell'incontro e delle relazioni, certo. Prendendo però

. Non aspettando l'altro.E questo è il metodo di Cristo! Perché è Cristo che hapreso a suo tempo l'iniziativa di riconciliare il mondocon sé. Pertanto il fratello, anche se maggiore, per nu-meri, per storia, per eredità e bagaglio, decide di esserecomunque lui a fare il primo passo, a prendere l'ini-ziativa di visitare il fratello. Anche questo è straordina-rio! Una lezione per quanti di noi pensiamo di avere un

qualche deposito, qualche contribu-to da dare. Muoversi per primi! E lacosa riguarda in modo particolare ipastori e le guide; certamente quantinelle chiese hanno una funzionepaterna o materna! Quinto contri-buto: prendere l’iniziativa nel “ministerodella riconciliazione” tra i fratelli.

Uno spirito nuovoL'altro aspetto che ci interpella dellavisita di papa Francesco è

. Altra grossa novità, puressa antica, nei rapporti tra cristiani.E’ lo spirito di Filippesi due! Lo

spirito del grembiule e della lavanda dei piedi alfratello. Lo spirito di umiltà. Su questo terreno,quando si fa spazio a questo “spirito”, l'olio dello Spi-rito Santo, abbondante discende! E’ l’olio dell’unita!L’olio della Presenza! L’olio dell’ umiltà! Come dice ilSalmo 133: "Quant’è buono e quant’è piacevole che ifratelli dimorino insieme. E’ come l’olio profumatoche scende … ". E devo dire che anche qui noi staserasperimentiamo in qualche modo, anche se con livelli dipercezione diversi, qualcosa di quest’olio, qualcosa diquesto profumo. Perché c’è qualcosa di quell’umiltà!Lo dico in verità, mi capita spesso, quando mi muovosulla frontiera del dialogo, dell'incontro con i fratelli, dipercepire un’intensità di Presenza assolutamente di-versa da quella che sperimento altrove e in altri mo-menti. Facciamo dunque spazio al desiderio di Dio!Facciamo spazio al desiderio di unità! E promuovia-molo con la Sua umiltà! Faremo esperienza della SuaPresenza! Faremo esperienza della Sua unità! Sestocontributo: lo spirito di umiltà col quale incontriamo i fratelli.

Un’esperienza nuova!Un’esperienza nuova! E’ questa quella che abbiamofatta la mattina del 28 luglio del 2014. La stessa espe-rienza faremo in questo caldo fine luglio del 2015. Lastessa esperienza si ripeterà tutte le volte in cui verre-mo insieme in uno spirito di umiltà e di apertura reci-proca! Semplicemente per ascoltare la sua Parola,semplicemente per adorare il Signore! Alla ricerca dellastessa unità per la quale Gesù ha pregato. In vista dellapiena realizzazione di quel sogno che certamente e inmodo visibile un giorno si realizzerà. “Che siano tuttiuno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi sianoin noi; affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io hodato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno comenoi siamo uno.” Giovanni 17:21-22

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Al Signor PastoreGIOVANNI TRAETTINO

Caro Fratello,il prossimo 28 luglio ricorre il primo anniversario

della mia visita a Caserta. Non posso dimenticare quelgiorno di fraternità, incontro e lode all'unico Signore. Laringrazio di cuore per aver reso possibile tutto questo.

Un fatto che vorrei sottolineare è che quel giornonon abbiamo né parlato né discusso di teologia, e neppureabbiamo fatto piani per il futuro, ma ci siamo incontrati. Cisiamo incontrati in famiglia (la sua casa è stata la prima casadi famiglia, e fino ad oggi I'unica, nella quale sono entratocome Papa: Franca e Lei mi avete ricevuto), ci siamoincontrati nel Tempio della Riconciliazione e, insieme allaComunità, abbiamo ascoltato la Parola di Dio e poi loabbiamo lodato con gioia, gratitudine ed entusiasmo. Cisiamo incontrati a pranzo: quando i fratelli condividonoinsieme la mensa c'è gioia. Infine ci siamo incontrati neldialogo con i Pastori. E’ stato un giorno di incontro ... euna volta che il Signore dona ai fratelli questa grazia non sipuò più tornare indietro.

Oggi, nel commemorare il primo anniversario diquesto incontro, desidero unirmi a Lei e alla Comunitàdella Chiesa della Riconciliazione per rendere grazie alSignore e rallegrarmi con voi. Come mi piacerebbe poteressere lì! Da qui faccio giungere a voi il mio saluto e la miafraterna vicinanza. Mi unisco a voi nell'ascolto della Parola,nell'adorazione e nella lode ... come pure nella preghieraperché il Signore ci conduca per mano nel camminodell'unità, quel cammino della diversità riconciliata.

Invio i miei saluti alla sua famiglia e a tutta laComunità. Per favore vi chiedo di pregare per me, perchéne ho bisogno.

Che il Signore Gesù vi benedica.

FraternamenteFrancesco

Dal Vaticano, 20 luglio 2015

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La lettera di papa Francesco

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Il pastore Giovanni Traettino, in occasione dell'incontro conpapa Bergoglio, ha citato S. Francesco: "Cominciate col fare ciòche è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso visorprenderete a fare l’impossibile" (pp.153). La frase non è disemplice circostanza ma rivela una sensibilità - francescanaappunto - che ha molto a che fare con il nuovo pontificato diJorge Bergoglio: a Caserta, il 28 luglio 2014, l'abbraccio tra ilPapa e la locale comunità pentecostale ha in qualche modorotto un tabù e mostrato cosa vuol dire teologia dell'accoglienza e "diversità riconciliata".

Raffaele Nogaro e Sergio Tanzarella, gli autori del libro edito dal"Pozzo di Giacobbe", hanno inteso prendere spunto propriodall'incontro tra il Papa e il pastore evangelico della Chiesa dellaRiconciliazione per raccontare il senso profondo di vicendeantiche e moderne, che spesso hanno visto la persecuzione e ladiscriminazione dei pentecostali, anche nel primo decenniodella Repubblica.

Le parole di Nogaro, vescovo emerito di Caserta, soprattuttosono incentrate sulla rilettura dei testi sacri alla luce delpontificato di Francesco, certamente non negando le difficoltà e

( ... continua a pag. 163 )154

Sono lieto e commosso nel porgere il mio benaugurante saluto in questa celebrazione ad unaanno dalla storica Visita di Papa Francesco in questo luogo. La Chiesa Evangelica dellaRiconciliazione, fedele al suo ultra trentennale impegno per l’unità, ancora una volta è riuscita aradunarci insieme cattolici ed evangelici!

La memoria dell’evento che oggi celebriamo non ètuttavia il solo vincolo che tuttora ci tiene legati, essaora si esprime in riconoscenza. Riconoscenza a Dioper un percorso umano e spirituale che ha visto comeprotagonista il pastore Giovanni Traettino il quale so-spinto come sempre dallo Spirito Santo si è fatto perprimo pellegrino di unità verso la Chiesa Cattolica sindagli inizi degli anni ’80.

E’ del tutto evidente che il Movimento Pentecostale haricevuto dallo Spirito Santo una singolare vocazioneper il dialogo ecumenico come la storia stessa ha di-mostrato. E nonostante non siano mancati in passatodei gesti concreti a livello istituzionale da parte cattoli-ca, come l’invito ai pentecostali a partecipare come os-servatori al Concilio Ecumenico Vaticano II, l’istitu-zione della Commissione Internazionale di Dialogocattolico-pentecostale, dell’allora Segretariato perl’Unità della Santa Sede, i rapporti tra cattolici e pente-costali rimarranno in situazione di stallo per molti de-cenni.

La crosta si rompe negli Anni '80 grazie al Rinnova-mento Carismatico Cattolico, che condivide con ipentecostali alcuni modi di pregare e sa come parlarecon loro. Le prime esperienze strutturate e significati-ve, personalmente seguite e incoraggiate da Papa Gio-vanni Paolo II avvengono precisamente in Italia, tracomunità carismatiche cattoliche e pastori pentecostali.

L’incontro fra la Chiesa Evangelica della Riconcilia-zione e la Comunità di Gesù ha un ruolo cruciale inquesto avvio di dialogo, che maturerà lentamente – enon senza opposizioni, sia nel mondo cattolico sia inquello dei pentecostali – fino alla costituzione negliAnni '90 di strutture permanenti tra cui la Consulta-zione Carismatica Italiana, nata nel 1993.

Nel 1992 il pastore Giovanni fu invitato a parlare aduna Conferenza Carismatica Cattolica nello Stadio diCalcio "San Nicola" a Bari. In quell’occasione eglicompì un gesto profetico, quello di lavare i piedi ad unrappresentante della Chiesa Cattolica. Fu questo gesto

In occasione del primo anniversariodella Visita di papa Francesco alla Chiesa Evangelica della Riconciliazione a Caserta

Matteo Calisi

TEMPI DI RESTAURAZIONE

Recensione del libro Francesco e i pentecostali

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di umiltà che segnò l'inizio di una lunga collaborazionetra i carismatici cattolici ed evangelici.

Nella primavera del 1996, in occasione del ConvegnoNazionale dell’Associazione ‘Rinnovamento nello Spi-rito Santo’ a Rimini, un significativo numero di Prelaticattolici ricambiarono al Pastore Giovanni la richiestadi perdono e gli baciarono i piedi. Fu un evento digrande portata storica dal momento che veniva chiestoper la prima volta perdono da parte dei cattolici ad unrappresentante del Movimento Pentecostale.

Testimone e studioso qualificato all’epoca di questieventi, il prof. Massimo Introvigne, descrisse questodialogo nel 1996, per i tipi delle Edizioni MessaggeroPadova, in un volume dal titolo Aspettando la Pentecoste.Il quarto ecumenismo. Intervista a Matteo Calisi e GiovanniTraettino e con la pregevole prefazione del Pastore Pao-lo Ricca e la sapiente presentazione di Mons. Nogaroin questa Chiesa della Riconciliazione. Il libro intervi-sta, che ebbe notevole risonanza negli ambienti cari-smatici cattolici e nel mondo protestante italiano,portava all’attenzione generale un dialogo che si erasvolto lontano dai riflettori dei media come dall’ecu-menismo «ufficiale», fra una parte significativa delmondo carismatico cattolico e alcuni protestantipentecostali. Gli anni che seguirono a questa prima fa-se, videro il diffondersi di questo movimento di ri-conciliazione in altre parti del mondo in collabora-zione con altri antichi e recenti movimenti ecumeniciin Europa, America del Nord, America del Sud e Asia.

La visita fraterna di Papa Francesco alla ChiesaEvangelica della Riconciliazione di Caserta dell’annoscorso s’inscrive in questo dialogo tra cattolici edevangelici sorto qui in Italia e poi accolto in Argentinanel 2003 dall’allora Cardinale Bergoglio. Questa radicestorica è fondamentale per comprendere appieno il si-gnificato e la portata storica dell’evento che ora cele-briamo. La storia del movimento di riconciliazione haun inizio e uno sviluppo ordinato e coerente.

Nondimeno, la visita fraterna di Papa Francesco è la‘prima’ nella storia di un Vescovo di Roma. Egliaffermerà: “Qualcuno sarà stupito: "Ma, il Papa èandato dagli evangelici". E’ andato a trovare i fratelli!Sì! Perché – e questo che dirò è verità – sono loro chesono venuti prima a trovare me a Buenos Aires.”

Durante il suo breve pontificato, Papa Francesco si èaccostato a questa ‘area ecumenica’ con una nuovasvolta, caratterizzata, sovente, da iniziative personali spe-cificamente indirizzata al mondo di evangelici e pente-costali e apparentemente senza alcuna attività ufficialeda parte del Pontificio Consiglio per la Promozionedell'Unità dei Cristiani e dei consueti protocolli ponti-fici.

Papa Francesco, che rappresenta in sommo grado laChiesa Cattolica gerarchica - istituzionale si è mostratoparticolarmente sensibile all’aspetto profetico e cari-smatico, non solo, ma è capace egli stesso di compieregesti profetici, che appartengono più al libero profetismoche alla munus gerarchico e sacramentale della Chiesa.Risuona con una certa frequenza nei suoi discorsil’esortazione profetica “Lasciatevi guidare dallo SpiritoSanto, con quella libertà; e per favore, non ingabbiatelo Spirito Santo! Con libertà!” Con la visita di Casertail Papa lancia un chiaro messaggio a noi cristiani dioggi affinché poniamo la dovuta attenzione a questiaspetti profetici e carismatici per evitare che le correntiprofetiche e la Chiesa - Istituzione camminino igno-randosi o peggio ancora in disunità.

Lo stile ecumenico e carismatico di Papa Francesco haavuto numerosi consensi negli ambienti ‘evangelicals’ ecarismatici nel mondo, specie negli USA, meno qui inItalia, sia sul versante evangelico che su quello cattoli-co. Il cattolico medio italiano, impreparato a questiimprevedibili gesti profetici di un Papa, si è trovatoletteralmente spiazzato a causa della scarsa conoscenzadel movimento carismatico - pentecostale. Persinoalcuni pensatori e scrittori cattolici, hanno gridatosubito allo ‘scandalo’!

Il gesto profetico di Francesco è molto ricco di signi-ficato, non solo a livello ecclesiale, ma soprattuttoumanitario con un solido fondamento storico chemolti ignorano. Così commenterà l’Osservatore Ro-mano: “Papa Francesco ha offerto l’ennesima testimo-nianza del grande rispetto che egli nutre per ognipersona, a prescindere dal credo religioso, dalla razza,dalla cultura, dai convincimenti politici o daquant’altro. E’ tornato a Caserta … per incontrare ilpastore evangelico Giovanni Traettino, suo amico, eper chiedere perdono alla comunità evangelica pente-costale per le angherie subite nel periodo del fascismoin Italia.”

Anche se taluni osservatori preferiranno interpretare igesti inusitati di Papa Francesco a Caserta, accanto allerichieste di perdono nei confronti degli Hussiti e deiValdesi, come quelli di un grande riformatore, o di unprofeta, o di un catto-evangelical o persino di un cari-smatico semi-eretico, l'importante, in tutto questo, èche Papa Francesco rappresenta per la Chiesa tutta ilmodello più autentico del ministero della riconciliazio-ne e dell’unità che non possiamo più ignorare.

Egli ha scelto la sua 'parte migliore' che nessuno puòtogliergli e che, al contrario, dobbiamo responsa-bilmente mettere ben in luce.

TEMPI DI RESTAURAZIONE

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Matteo Calisi, presidente e fondatore nel 1983 della Comunità di Gesù, impegnata arealizzare tre obiettivi: l'adorazione, la riconciliazione dei cristiani, l'evangelizzazione, è sposatocon Giovanna De Pascalis, ed è padre di due figli.

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Menorah ecumenica:Memoria e profezia di un incontro ecumenico

Bruno Forte

Memoria e profezia di un incontro ecumenicoRicordando la visita di Papa Francesco

alla Chiesa Evangelica della Riconciliazione di Caserta(28 Luglio 2015)

diBruno Forte

Arcivescovo di Chieti-VastoPresidente dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana

Quale messaggio viene all’impegno dei cristiani per laloro unità in Cristo dalla visita di Papa Francesco allaChiesa Evangelica della Riconciliazione di Caserta il 28luglio 2014? Vorrei rispondere a questa domanda percorrispondere – spero nel modo meno inadeguatopossibile - all’invito fraterno rivoltomi a un anno daquell’evento dal pastore e amico Giovanni Traettino,che ringrazio molto. Lo farò rivisitando i discorsi delPastore evangelico e del Vescovo di Roma, che misembra abbiano acceso insieme una luminosa “meno-rah” dell’impegno ecumenico, una sorta di candelabroa sette braccia destinato ad ardere nei nostri cuori e nelsantuario del Dio vivo, che ci chiama a essere uno inCristo.

L'ecumenismo dell'amicizia

La prima luce di questa “menorah” è quella dell’ecumenismo dell’amicizia e della fraternità. Il pastoreTraettino ha per primo sottolineato il valore dell’incontro fraterno vissuto alla presenza di Dio: “Èbello stare davanti al Signore … Non c’è postomigliore al mondo che stare alla presenza di Dio … Èlì che facciamo l’esperienza delle gioie più profonde epiù vere; è lì che la nostra vita viene trasformata e chediventiamo sempre più simili a Lui”. Incontrarsi davantiall’unico Padre ha tutto il sapore di un ritrovarsi trafratelli e amici: perciò, rivolgendosi al “carissimo papaFrancesco, amato fratello”, il Pastore ha volutoricordare i tratti di un’amicizia nata nella totale libertàdi cuore e nella piena docilità allo Spirito, amicizia dacui è scaturito “un dono grande e inatteso, impensabilefino a poco tempo addietro”. Quest’ecumenismodell’amicizia si è colorato nelle parole del Pastore di unintenso spessore esistenziale: “Le vogliamo bene!”, hadetto rivolgendosi al Papa. “È una cosa che devesapere: verso la sua persona, anche tra noi evangelici,c’è tanto affetto e tanti di noi anche ogni giornopregano per lei …”. A sua volta, Papa Francesco èpartito dallo stesso riferimento alla fraternità radicata

nell’amore di Cristo: “Mio fratello il pastore Giovanni- ha detto - ha incominciato parlando del centro dellanostra vita: stare alla presenza di Gesù. E poi ha detto:camminare alla presenza di Gesù. Questo è stato ilprimo comandamento che Dio ha dato al suo popolo,al nostro padre Abramo”. La fraternità in Cristo ciporta a stare e a camminare uniti alla presenza diGesù.

L'ecumenismo del cammino

L’ecumenismo dell’amicizia e della fraternità sicongiunge così all’ecumenismo del cammino: ecco laseconda luce della nostra “menorah” ecumenica. È ilVescovo di Roma che ha ricordato come il popolo diDio a volte ha camminato alla presenza del Signore,altre volte no. Il Signore, però, ha avuto sempre“pazienza con il popolo che cammina … Il cristianodeve camminare!”. Ci sono, purtroppo, cristiani fermi,e - ha affermato Francesco - “questo fa male, perché

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ciò che è fermo, che non cammina, si corrompe”. E“ci sono cristiani che confondono il camminare colgirare.

Non sono camminanti, sono erranti e girano qua e lànella vita ... Manca loro la parresia, l’audacia di andareavanti; manca loro la speranza. I cristiani senzasperanza girano nella vita; non sono capaci di andareavanti. Siamo sicuri soltanto quando camminiamo allapresenza del Signore Gesù. Lui ci illumina, Lui ci dà ilsuo Spirito per camminare bene”. L’ecumenismo delcammino ci fa sentire uniti nella medesima condizionedi pellegrini: “Quando si cammina alla presenza diDio, si dà questa fratellanza. Quando invece cifermiamo, ci guardiamo troppo l’uno all’altro, si dà …il cammino delle chiacchiere. E si incomincia: … Iosono di Paolo; Io di Apollo; Io di Pietro … E così èincominciata la divisione nella Chiesa”. Artefice ultimodella divisione è l’Avversario, il Satana.

Lo Spirito Santo, invece, non crea la divisione, ma la“diversità”, tanto ricca e tanto bella, nella Chiesa una ericonciliata in Lui. A sua volta, il pastore Traettino hariconosciuto l’ecumenismo del cammino nel dovere dirispondere ai segni concreti che il Signore viene aoffrirci nella storia: “Diversi di noi - ha dettorivolgendosi a Papa Francesco - credono perfino che lasua elezione a vescovo di Roma sia stata opera delloSpirito Santo. Una benedizione, soprattutto neiconfronti del mondo, per tutto il cristianesimo: questoè quello che personalmente io penso”.

Le sorprese di Dio, insomma, ci precedono, e chi sipone in ascolto della storia in cui il Signore parla, nonpuò che essere aperto ai Suoi segni vivificanti eliberanti.

L'ecumenismo della docilità allo Spirito

All’ecumenismo dell’amicizia e del cammino si unisce,così, - ed è la terza luce della “menorah” ecumenicache il Papa e il Pastore Traettino hanno aiutato adaccendere - l’ecumenismo della docilità allo Spirito,che riconosce nel Consolatore il primo agente eprotagonista dell’unità cui il Signore ci chiama. Leparole citate del Pastore hanno fatto esplicitoriferimento a questa azione. Papa Francesco ne haparlato evidenziando l’opera del Paraclito nel cammino

verso l’unità, in particolare quando è vissuto comeecumenismo della diversità riconciliata, quanto maiattuale e urgente nell’epoca in cui ci troviamo, che èquella della globalizzazione. La globalizzazione, hadetto il Vescovo di Roma, come l’unità nella Chiesa,non è “una sfera, dove tutti i punti sono equidistantidal centro, tutti uguali … Questa è uniformità. E loSpirito Santo non fa uniformità!”. L’unità chevogliamo è “l’unità nella diversità. Su questa strada noicristiani facciamo ciò che chiamiamo ecumenismo: farsì che questa diversità sia più armonizzata dallo SpiritoSanto e diventi unità … Questo è il nostro cammino,questa è la nostra bellezza cristiana!”. L’ecumenismo,insomma, dovrà essere aperto alla fantasia e allacreatività del Consolatore, senza paure e rimpianti,senza chiusure e alibi rassicuranti: solo se ci faremocondurre dal vento della Pentecoste, docili al soffiodello Spirito di Dio, avanzeremo verso l’unità cheCristo vuole, come Egli la vuole e quando la vorrà.

L'ecumenismo del coraggio

Una quarta luce della nostra “menorah” ecumenical’ha accesa il Pastore Traettino quando ha parlato di unecumenismo del coraggio. Rivolgendosi a PapaFrancesco, ha detto: “Non Le è bastato affidare il suocuore a un documento o a un messaggero …

Evidentemente ha riflettuto molto sull’Incarnazione diGesù Cristo. Ha voluto toccarci, ha voluto venire dipersona, ad abbracciarci di persona. Ha mostrato ungrande coraggio ... E ha consegnato se stesso insemplicità e debolezza alla nostra diversità. Però ancheal nostro abbraccio”. Solo un tale coraggio apre laporta alla “realizzazione del sogno di Dio”, che nonpassa attraverso i mezzi della grandezza umana, ma siattua per la via dell’umiltà e della piccolezza, via dellagloria in cui si compirà l’unità: “L’umiltà è al cuoredella gloria … È sufficiente un po’ di potenza peresibirsi; ce ne vuole molta per ritirarsi. Dio è potenzaillimitata di ritrazione di sé, di nascondimento. Ancheda questo, forse soprattutto da questo si riconoscono idiscepoli di Cristo”. L’ecumenismo dell’umiltà rendepienamente autentico quello del coraggio e apre lastrada all’unità! In questa linea, Papa Francesco hadato una prova concreta di umiltà, non esitando achiedere perdono per le colpe che alcuni cattolici

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hanno avuto nella persecuzione dei fratelli pente-costali: “Io sono il pastore dei cattolici” - ha detto. “Eio vi chiedo perdono per questo! Io vi chiedo perdonoper quei fratelli e sorelle cattolici che non hanno capitoe che sono stati tentati dal diavolo e hanno fatto lastessa cosa dei fratelli di Giuseppe. Chiedo al Signoreche ci dia la grazia di riconoscere e di perdonare …”.L’ecumenismo dell’umiltà si fa ecumenismo delperdono chiesto e offerto, ricevuto e donato, nellacomune consapevolezza del debito che tutti ci uniscedavanti al Signore.

L'ecumenismo della verità

Una quinta luce è stata accesa dai due interlocutoriparlando dell’ecumenismo della verità: tutto quello chesi fa in vista dell’unità camminando nell’amicizia sottol’azione dello Spirito con coraggio e umiltà nonavviene mai a scapito della verità. Il Pastore Traettinolo ha affermato con forza, ribadendo che “la verità èun incontro”, come afferma il titolo di una delleraccolte delle meditazioni mattutine di Francesco aSanta Marta. E ha proseguito: “La verità è un incontro,ma è anche una verità centrale per ogni cristiano, perognuno che si sia convertito a Cristo e abbia vissutoun incontro personale con Lui”. Di questo incontroPapa Francesco è testimone credibile: “È evidente - haaffermato il Pastore rivolgendosi al Vescovo di Roma -che questa verità è al centro della sua vita, materia vivadella sua esperienza spirituale, motivo ispiratore dellasua esistenza”. L’ecumenismo della verità è quellodell’incontro sempre nuovo con Cristo e fra noi! Daparte sua, Francesco ha voluto sottolineare laprofonda condivisione dell’idea espressa dal “fratelloGiovanni” che “la verità è un incontro, un incontro trapersone. La verità non si fa in laboratorio, si fa nellavita, cercando Gesù per trovarlo”. Ed ha aggiunto: “Ilmistero più bello, più grande è che quando noitroviamo Gesù, ci accorgiamo che Lui ci cercava da

prima, che Lui ci ha trovato da prima, perché Luiarriva prima di noi … ci precede, e sempre ci aspetta”.Cristo è la verità che ci supera tutti e sola fa l’unità!

L'ecumenismo del grande cuore

La sesta luce della “menorah” ecumenica accesa dalPapa e dal pastore Traettino a Caserta è quelladell’ecumenismo del grande cuore, dell’impegno, cioè,a vivere la ricerca dell’unità su ampi orizzonti, restandosempre aperti al soffio di Dio: “Occorre avere tutto ilcampo per scoprire il tesoro”, ha detto il Pastore,traendone lo spunto per invitare i fratelli in camminoverso l’unità a guardarsi reciprocamente con cuoregrande. E ha aggiunto che ciò certamente va vissuto“senza rinunciare al lavoro di discernimento fatto conla Parola di Dio, ma esaminando ogni cosa e ritenendoil bene. In questo modo siamo meno esposti al rischiodi disprezzare il contributo dei fratelli, di spegnere loSpirito o addirittura di attribuire ad altre fonti quelloche è invece dal Signore”.Analogamente, Papa Francesco ha parlato dellanecessità di un ritorno all’essenziale, al centro e allafonte dell’unità che è il Signore, cui ci guida lo SpiritoSanto: l’apertura del nostro cuore ci spinge a mirare alcuore del vangelo! Riferendosi all’Incarnazione, centroverso cui tutti dobbiamo tendere per realizzare l’unità,Francesco ha detto che “non si capisce l’amore per ilprossimo, non si capisce l’amore per il fratello, se nonsi capisce questo mistero dell’Incarnazione … Io amoil povero, la vedova, lo schiavo, quello che è in carcere,… perché queste persone che soffrono sono la carnedi Cristo, e a noi che siamo su questa strada dell’unitàfarà bene toccare la carne di Cristo. Andare alleperiferie, proprio dove ci sono tanti bisognosi …Anche bisognosi di Dio, che hanno fame di Dio!”Andare là è “andare a toccare la carne di Cristo! Nonsi può predicare un Vangelo puramente intellettuale: ilVangelo è verità ma è anche amore ed è anche

Fratelli

Il video, realizzato dalla signora Barbara Rossi Pru-dente, racconta i momenti salienti dell'incontroavvenuto per la prima volta nella storia in una co-munità evangelica pentecostale tra papa Francesco,pastore dell'intero popolo cattolico, e il pastore dellaChiesa Evangelica della Riconciliazione GiovanniTraettino.

E' possibile vederlo su:Vimeo: vimeo.com/140089562Youtube: www.youtube.com/watch?v=ussOsYML_8M

www.youtube.com/watch?v=gvEQCdJ_oe0

Video della visita di papa Francesco

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bellezza! E questa è la gioia del Vangelo!”. È l’ecume-nismo del cuore grande che si fa continuamente caritàvissuta, nella relazione reciproca e nel servizio ai pove-ri!

L'ecumenismo vissuto sulla breccia della storia

Infine, come ad accendere la settima e ultima luce della“menorah”, quella dell’ecumenismo vissuto sullabreccia della storia, il Pastore Traettino ha richiamatola condizione di pellegrini in cui tutti ci troviamo, tra il“già” e il “non ancora” del tempo in cammino verso lapatria: è il piano “dove facciamo l’esperienza dellavergogna della divisione, delle guerre tra i cristiani,delle ostilità, delle persecuzioni. Perfino in Italiapurtroppo per tantissimi anni abbiamo fattoesperienza di persecuzioni”. A questo tempo deve farseguito quello della riconciliazione, “il tempodell’amore, il tempo della responsabilità, che deveessere riempito da uomini e donne di riconciliazione”.E ha concluso rivolgendosi a Francesco: “Lei, con lasua visita qui, ha dimostrato che prende sul serio lariconciliazione, che è un uomo di riconciliazione.Direi: un profeta di riconciliazione”. Questo è ilcammino dell’unità tra fratelli, l’ecumenismo dellariconciliazione, dell’incontro con Cristo, cioè, che civiene incontro nel fratello. Con linguaggio schietto ediretto, Francesco ci ha tenuto a sottolinearlo:“Qualcuno sarà stupito: Ma, il Papa è andato daglievangelici. È andato a trovare i fratelli! Sì! Perché - equesto che dirò è verità - sono loro che sono venutiprima a trovare me a Buenos Aires … E così ècominciata questa amicizia, questa vicinanza fra ipastori a Buenos Aires, e oggi qui”.

Il vero volto dell'ecumenismo

Ritornando al centro e cuore del Vangelo si scopre,dunque, il vero volto dell’ecumenismo: non laconversione da una Chiesa a un’altra, ma laconversione di tutti i cristiani e di tutte le Chiese aCristo! Un ecumenismo che non si nutre piùdell’essere contro qualcuno, ma dell’essere di Cristo eper Lui: proprio così, un dialogo ecumenico che, comeha detto il pastore Traettino, “riconoscendo le proprieorigini e radici nell’albero storico del cristianesimo,cattolicesimo e riforma compresi, ha imparato arelazionarsi in modo costruttivo e redentivo con quelliche riconosce come suoi padri e suoi fratelli. E a tirar

fuori dal suo tesoro - come lo scriba del Vangelo -cose nuove e cose vecchie”. È questo anche il compitoche Papa Francesco ha rilanciato con convinzione epassione per tutta la Chiesa, indicando come dovereprioritario quello di essere una comunità dalle portesempre aperte, che non ha paura di rischiare peramore: “Non voglio una Chiesa preoccupata di essereil centro e che finisce rinchiusa in un groviglio diossessioni e procedimenti … Più della paura disbagliare spero che ci muova la paura di rinchiudercinelle strutture che ci danno una falsa protezione, nellenorme che ci trasformano in giudici implacabili, nelleabitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’èuna moltitudine affamata” (Evangelii Gaudium, n. 49).

La Chiesa che Francesco vuole è quella che riconosceil cammino verso l’unità voluta dal Signore come suodovere ineludibile: “L’impegno ecumenico rispondealla preghiera del Signore Gesù che chiede che «tuttisiano una sola cosa» (Gv 17,21). La credibilitàdell’annuncio cristiano sarebbe molto più grande se icristiani superassero le loro divisioni … In questa luce,l’ecumenismo è un apporto all’unità della famigliaumana … L’immensa moltitudine che non ha accoltol’annuncio di Gesù Cristo non può lasciarciindifferenti. Pertanto, l’impegno per un’unità chefaciliti l’accoglienza di Gesù Cristo smette di esseremera diplomazia o un adempimento forzato, pertrasformarsi in una via imprescindibile dell’ evan-gelizzazione … Sono tante e tanto preziose le cose checi uniscono! E se realmente crediamo nella libera egenerosa azione dello Spirito, quante cose possiamoimparare gli uni dagli altri! Non si tratta solamente diricevere informazioni sugli altri per conoscerli meglio,ma di raccogliere quello che lo Spirito ha seminato inloro come un dono anche per noi … Attraverso unoscambio di doni, lo Spirito può condurci sempre di piùalla verità e al bene” (ib., nn. 244-246). Ecumenismodell’amicizia e della fraternità, ecumenismo delcammino e della docilità allo Spirito Santo,ecumenismo del coraggio, dell’umiltà e della verità,ecumenismo dal grande cuore, vissuto sulla brecciadella storia: ecco il compito e la sfida lanciatici dallavisita di amicizia del Vescovo di Roma a un suofratello Pastore evangelico, che lo ha accolto comesegno e dono dell’amore di Dio per tutti i cristiani eper l’intera famiglia umana. E che la “menorah”ecumenica che essi hanno acceso risplenda nel cuoredella Chiesa e di ogni discepolo di Cristo Gesù!

Bruno Forte, arcivescovo di Chieti - Vasto. Presidente dell’Ufficio per l’Ecumenismo e ilDialogo della Conferenza Episcopale Italiana.

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Memoria della visita di papa Francescoalla Chiesa della RiconciliazionePaolo Ricca

Sia per il modo in cui si sono svolte - in particolare perlo stile assolutamente informale, cioè senza formalità esoprattutto senza diplomazia. Se pensiamo a quantoecumenismo è accompagnato e spesso paralizzato dapreoccupazioni di ordine diplomatico, tanto piùapprezziamo questo ecumenismo senza diplomaziainaugurato da papa Francesco - sia per le parole che inquelle occasioni sono state pronunciate.

Varrebbe la pena, se ne avessimo il tempo, mettere aconfronto i due discorsi del papa qui a Caserta e a

Torino e notare le linee di continuità tra i due e anchele novità.Una novità mi sembra evidente e merita di esseresegnalata: anche qui a Caserta il papa ha chiestoperdono per coloro che hanno perseguitato ipentecostali accusandoli di essere un pericolo perl’integrità della razza, "alcuni di questi - ha detto ilpapa - erano cattolici … Io sono il pastore deicattolici: io vi chiedo perdono per loro", cioè si trattadel peccato di alcuni cattolici, non della chiesacattolica.

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Grazie per avermi invitato a condividere con voi questo momento di ricordo e di riflessione suun incontro del quale non ho bisogno di sottolineare la novità assoluta nella storia del papato,anche se Giovanni Paolo II era già stato in visita alla chiesa luterana in Roma, maindubbiamente il peso e la portata della visita a questa chiesa e successivamente alla chiesavaldese di Torino sono molto maggiori.

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La rivista Quaerite ha appena pubblicato il numero speciale. Abbiamo voluto fareuna prima forma di unità, mettendo insieme le due visite apostoliche di PapaFrancesco, quella del 26 Luglio e quella del 28 luglio. Anche perché il messaggiodato alla diocesi della chiesa di Caserta vale anche per la chiesa evangelica dellaRiconciliazione e il messaggio dato qui per la chiesa evangelica dellaRiconciliazione vale anche per noi cattolici.

Nel primo messaggio il Papa ci ha invitato a non farci rubare la speranza,soprattutto in questo nostro territorio dopo l'annuncio della speranza delRegno, a non cedere a nessuna forma di sopraffazione, di male, di corruzionee d’illegalità. E questo penso valga sia per noi cattolici che per gli evangelici.Nel secondo invece, nella seconda visita, ecco il cammino dellariconciliazione, dell'unità.

Il testo si articola in due parti. Nella prima parte si raccolgono tutti idocumenti della prima visita, alcuni articoli, alcune interviste e poi unreport fotografico. Nella seconda parte la stessa cosa, tutti i documentiufficiali, l’intervento del pastore Traettino e del discorso del Papa, alcuneinterviste, articoli, tra cui quelli di Matteo Calisi, di Monsignor Bruno

Forte e poi anche qui un report fotografico.

Abbiamo voluto questa pubblicazione in ricordo ma soprattutto perché il messaggio del Papa e diquesto evento potesse essere sempre di più interiorizzato e meditato e quindi anche realizzato in questo processoche qui a Caserta si è avviato.

Don Nicola Lombardi, direttore dell'Istituto diocesano di studi

Numero speciale della rivista Quaerite

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A Torino il discorso è stato diverso: il papa ha chiestoperdono ai Valdesi da parte della Chiesa Cattolica.Questa è una novità assoluta: non si tratta più dichiedere perdono per alcuni cattolici che si sonocomportati male, ma di chiedere perdono da partedella Chiesa Cattolica; è dunque la Chiesa che chiedeperdono perché lei si riconosce colpevole. C’è stato suquesto punto un salto di qualità.

Ci sono però alcune linee di continuità, e tra queste mipiace di mettere in luce una, che è certamente unadelle più importanti: la concezione dell’unità cristianacome diversità riconciliata che nel discorso di Torinonon c’è come frase, ma c’è come pensiero, là dove diceche l’unità non significa uniformità e che la comunionedi fede può coesistere anche tra chiese diverse perchédiversamente strutturate come erano le chiese delNuovo Testamento.

Ora questa concezione dell’unità cristiana comediversità riconciliata la ritroviamo nell’Evangeliigaudium e lì attribuito ai Vescovi del Congo, cheevidentemente l’hanno utilizzata, ma sicuramente nonl’hanno inventata, dato che essa risale all’Assembleamondiale della Federazione Luterana tenutasi aCuritiba in Brasile nel 1991: è, si può dire, laconcezione luterana dell’unità, che molto volentierifacciamo nostra, avendola il Sinodo della ChiesaValdese adottata nel suo Documento sull’ecumenismodel 1998. Che ora la adotti anche il papa è senz’altroun fatto altamente positivo e promettente.

Che cosa può succedere ora? Può succedere di tuttoperché Papa Francesco è un uomo libero, e da unuomo libero ci si possono aspettare tante cose nuove.Certo non dobbiamo dimenticare che Papa Francescoè un papa, ma è un papa - così almeno mi sembra - chesta reinventando il papato. Un papato reinventato èqualcosa di diverso da un papato riformato. E unpapato non solo riformato, ma reinventato può dar

luogo a molte novità anche in campo ecumenico. Lostesso Paolo VI aveva riconosciuto che il papato èl’ostacolo maggiore sulla via dell’unità cristiana.

La grande domanda è se un papato reinventato, e nonsolo riformato, possa essere utile all’unità cristiana (oquanto meno non più un ostacolo o addirittural’ostacolo maggiore alla sua realizzazione). Una cosa ècerta: solo il Papa può cambiare il papato, e per quantoun’impresa del genere non sia facile - anzi è senz’altrodifficilissimo - non è però impossibile.

Il grande teologo riformato Karl Barth ha coniato laformula impossibile possibilità. Ciò che è impossibileagli uomini (papi compresi) è possibile a Dio. Miauguro che la reinvenzione del papato avviata da PapaFrancesco sia una di queste impossibili possibilità diDio. Me lo auguro per lui, anzitutto, per la Chiesacattolica, ma anche per tutta la Chiesa cristiana.Vedremo che cosa accadrà.

Intanto vedremo se e in che modo la Chiesa cattolicarisponderà, o non risponderà alle due questionisollevate dal Moderatore della Tavola Valdese pastoreBernardini: la questione del modo in cui il Vaticano IIparla delle chiese protestanti definendole comunitàecclesiali - espressione che non si capisce se non che lenostre chiese non sono propriamente chiese; e laquestione dell’ospitalità eucaristica, cioè delsuperamento del regime di aparteid eucaristico tuttorain vigore nella Chiesa cattolica, ma anche in tante altre.

Concludo dicendo che dobbiamo essere aperti allecose nuove che Dio non si stanca di suscitare nellaChiesa e nella storia, e al tempo stesso dobbiamochiedergli il discernimento necessario per saperdistinguere ciò che proviene da Dio da ciò che èsemplice invenzione umana.

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Paolo Ricca, pastore e teologo valdese, è stato per 15 anni membro della CommissioneFede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese. Ha lavorato in diversi organismiecumenici. Collabora regolarmente al lavoro del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE).

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La lettera del cardinale Kasper

Saluti fraterni per la Comunità evangelica pentecostale diCaserta.

Cari fratelli e sorelle!

Nell’anniversario della visita di Papa Francesco alla vostracomunità evangelica pentecostale di Caserta vi mando imiei cordialissimi saluti fraterni. Questo incontro con ilPapa un anno fa fu veramente un dato storico e una graziadello Spirito. È stato il primo incontro di un Papa con unacomunità evangelica pentecostale e – come speriamo – saràl’inizio di un cammino comune, da cui impariamo aconoscerci e apprezzarci sempre di più sulla via di unoscambio rispettoso reciproco e di una crescita nello stessoSpirito Santo.Le comunità evangeliche pentecostali nel secolo scorsohanno sperimento una crescita e una diffusione enorme.Purtroppo i contatti ufficiali sono rimasti scarsi. Le riservee i pregiudizi c’erano e ci sono dalle due parti.Adesso Papa Francesco ha fatto un passo coraggioso persuperare i fossati. Ha parlato di una visita a fratelli e sorelle,e nonostante ciò che ci separa ci sono più cose cheabbiamo in comune. Ciò che ci unisce è il Padre comunenel cielo, l’uno e l’unico Signore Gesù Cristo, che èpresente nello stesso Spirito Santo fra di noi.Pertanto le nostre divisioni sono vergognose. Il Papa si èscusato e ha chiesto perdono per i comportamenti sbagliatinel passato da parte nostra e ha affermato che la colpa perla separazione si trova anche da parte cattolica.Siamo peccatori tutti quanti; tutti noi abbiamo bisogno diperdono e debbiamo concederci perdono e metterci sulcammino della riconciliazione. La divisione dei cristiani èdisubbidienza alla volontà di Cristo che ha voluto una solachiesa, è un impedimento per la sacra causa dell’evan-gelizzazione e uno scandalo di fronte al mondo. Pertantodobbiamo cambiare la rotta e guardare nel futuro.Il dialogo, che adesso vogliamo intraprendere, non è solouna cosa teorica, è uno scambio dei doni ricevuti dalloSpirito. Possiamo imparare gli uni dagli altri. Innanzituttopossiamo leggere insieme la Sacra Scrittura e domandarciche cosa abbia da dire a noi nella situazione del mondod’oggi, come possiamo cooperare nella testimonianzadell’amore e della misericordia per i poveri e gli emarginati,

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i rifugiati e i perseguitati e per tutti coloro che sonobisognosi.Noi cattolici possiamo imparare dalla spontaneità edall’entusiasmo delle vostre comunità, e noicattolici possiamo rendere accessibili le ricchezzedella tradizione di preghiera e della liturgia nostra.Possiamo leggere insieme alcuni capitoli dell’enciclica recente di Papa Francesco sulla cura dellacasa comune, cioè del creato e domandarci comepossiamo contribuire affinché la Terra rimanga unacasa accogliente per i nostri figli e i figli dei nostrifigli.Il cammino comune sarà probabilmente uncammino lungo. Però se ci lasciamo guidare dalloSpirito passo dopo passo sarà un cammino bene-detto, pieno di sorprese dello Spirito. Sarà Lui che

potrà abbassare i muri che ci dividono ancora. Lanostra fede ci sarà come una lanterna, che illuminai nostri passi mentre avanziamo nel cammino.Pertanto nell’occasione dell’anniversario della visitadi Papa Francesco vi mando i miei saluti e i mieiauguri fraterni. Rimaniamo uniti nelle fervidepreghiere.

Dio misericordioso benedica voi e il camminocomune davanti a noi.

Roma, il 21 luglio 2015

Cardinale Walter Kasper

Walter Kasper, è cardinale e teologo tedesco. Il 3 marzo 2001 divenne presidente delPontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

le palesi ostilità che l'attuale Papa ha scatenatoall'interno dello stesso mondo cattolico. Da qui il breveaccenno a Messori, classico convertito che fa il paio coni Socci della situazione e gli atei devoti. Un'ostilità neiconfronti degli atteggiamenti di Bergoglio che si puòcomprendere perfettamente grazie a quanto scriveNogaro: "L'incontro libero e privato di papa Francescocon il pastore Giovanni Traettino è il segno che ildialogo ecumenico, non è più dialogo politico diconfronto dottrinale, ma un dialogo di amicizia, per lagioia di ritrovarsi col fratello" (pp.73). In questocontesto è stato possibile parlare dell'ecumenismo "delpoliedro": "Fra i cristiani non c'è l'unità della sfera, dovetutti i punti sono equidistanti dal centro, tutti uguali.Questa è uniformità e lo Spirito non fa uniformità. Si pensial poliedro in cui tutte le parti sono diverse e ognuna ha lasua peculiarità, il suo carisma. Questa è unità nelladiversità" (pp.79). Nogaro quindi parla di Bergoglio nonpiù come "papa della politica e della dottrina" ma come"papa della Misericordia" (pp.53), coerentemente conquanto possiamo leggere nelle Sacre Scritture: "Gesù,peraltro, è al di sopra di ogni religione. Egli è la fedenell'uomo (cf Eb12,2)" (pp.44). Ed ancora, nellaconsiderazione che bisogna vivere il Vangelo senzaridurlo ad una morale, a una precettistica o a unaideologia: "La sua religione [ndr: di Gesù] non è unalegge esterna da osservare, ma una forza interiore daaccogliere"; "Qui vi è uno più grande del tempio (Mt

12,6; cf Lc 21,5-6)" (pp.26).

Sergio Tanzarella ha inteso invece raccontare ipentecostali, e conseguentemente il significato dell'incontro di Caserta, nel duplice ruolo di storico e ditestimone; ed ancora una volta tornando sull'immaginedel poliedro: "dove le diversità vengono accolte comericchezza, né negate né annullate. Lasciando poi alloSpirito il compito di ricomporle nell'unità" (pp.88).Secondo Tanzarella emerge che "per Francesco èbandita ogni forma di proselitismo, ogni conquistacome conversione forzata al cattolicesimo" (pp.90),collegando questa posizione con quella assunta daAngelo Roncalli quasi cent'anni fa in merito al rapportocon gli ortodossi; e, in merito alle persecuzioni patitedai pentecostali, con la cosiddetta "purificazione dellamemoria" che avrebbe rappresentato "l'elemento piùoriginale - più osteggiato, misconosciuto ed oggidimenticato - del pontificato di Giovanni Paolo II" (pp. 95).

Una memoria fatta appunto di persecuzioni, o, nellamigliore delle ipotesi, di autentici pregiudizi cheTanzarella, questa volta proprio nelle vesti di storico, hainteso ricostruire a partire soprattutto da quantoaccaduto nel XX secolo, in particolare dall'emanazionedella famigerata circolare di Buffarini Guidi neiconfronti dei pentecostali: direttive che per la primavolta facevano riferimento alla "razza". L'atteggiamento

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Video della visita di papa Francesco

( ... segue da pag. 154 )

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Trovi utile TEMPI DI RESTAURAZIONE per la tua vita cristiana?Ti aiuta e ti edifica? Allora pensa anche ai fratelli della tua comunità e oltre,della tua città, per i quali potrebbe essere una benedizione!

Le opinioni espresse sono quelle degli autori e non necessariamente della redazione.Le citazioni bibliche, salvo diversa indicazione,sono tratte dalla versione "Nuova Riveduta" 1994, Società Biblica di Ginevra.ND = Nuova Diodati

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ostile dei cattolici nei confronti del movimentopentecostale, peraltro ricambiato, e che si era nutritoper decenni di denunce grottesche, evidentementecondizionò la politica anche nei primi dieci anni dellaRepubblica. Si pensi a Scelba che nel 1953, nonostantela presenza in Costituzione dell'art. 19 C., affermò che"l'esercizio del cosiddetto culto pentecostale non èammesso in Italia". Ostilità presente anche negliambienti accademici. Tanzarella ricorda l'opera di PieroChiminelli che ancora nel 1955 catalogava i testimoni diGeova tra i componenti del protestantesimo egiudicava il pentecostalismo reo di infrangere il buoncostume e l'ordine pubblico; per non parlare del notobiblista Francesco Spatafora che nel 1975 pubblicò unlibro che accostava impropriamente i pentecostaliancora una volta ai testimoni di Geova. L'emeritoprofessore così scriveva dei suoi contatti con ipentecostali: "ho constatato in questi poveri traviati unintorbidamento della pupilla" (pp.140).

Premesse che hanno reso per anni difficilissimo ognitentativo di dialogo tra i cattolici e gli aderenti a questomovimento evangelico. Con papa Francesco sembrache il clima sia decisamente cambiato, tanto che ilpastore Giovanni Traettino, nel discorso in apertura

all'incontro di Caserta, ha voluto citare il cardinalePiovanelli di Firenze che, a chi gli chiedeva unaprevisione per il terzo millennio, preconizzava: "Sarà unepoca in cui si ritornerà ai principi fondamentali delcristianesimo" (pp.149).

di Luca Menichetti. Lankelot, settembre 2015

tratto dahttp://www.lankelot.eu/letteratura/nogaro-raffaele-tanzarella-sergio-francesco-e-i-pentecostali.html

Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, ha pubblicato Peppino Diana. Il martire di Terra diLavoro (Il Pozzo di Giacobbe, 2014) e Non lasciateci rubare la speranza (Il Pozzo di Giacobbe,2015).

Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell'ItaliaMeridionale di Napoli, dove dirige l'Istituto di Storia del cristianesimo. E' professore invitatopresso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

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